18:11 mer29ott2014 (vedi signature)
agenti preoccupati e ciabattine coi cappotti (testo assai lunghetto,
pensato per chi legge libri e gradisce magari qualche pagina gratis)
(usenet newsgroup : se vedi incompleto questo messaggio,
cerca altrove in rete o usa un newsreader)
https://www.facebook.com/stefano.corda.549/posts/10205226925942737:0
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10205226902702156
Siccome c'era stato un guasto telecom che aveva lasciato isolati
per una settimana molti utenti fra cui me, e si è risolto oggi,
pubblico adesso, e probabilmente NON mi ri-collego domani (giovedì),
rimandando invece la mia prossima presenza al normale sabato.
In caso di altri eventuali guasti, non credo che avrò voglia di cercare
alternative wi-fi o di internet mobile, non ne vale la pena, e aspetterò di
nuovo (a meno che non mi serva proprio qualcosa di un'importanza esagerata)
-=-=- il testo di fb, reimpaginato (grossolanamente) per il newsgroup
-=-=-
Io fino ad oggi ho scritto (e nemmeno tanto) in prevalenza sui newsgroup
(rete usenet) e su pochi siti, tra i quali quasi tutto su skyscrapercity.
M'ero iscritto a facebook per prova anni fa, quando tutti volevano
conoscere la novità, ma l'ho mollato subito, ci ho lasciato solo
poche righe e poche immagini, e i miei indirizzi email.
Adesso per la prima volta, scriverò qualcosa anche su facebook
(ed eventualmente, da lì, lo condividerò con altri social network).
Per adesso inizio semplice, lo inserisco nello spazio
"a cosa stai pensando" sul mio profilo facebook e non sto a reimpaginarlo:
Copiaincollo il testo-bozza e vedo cosa esce, poi deciderò.
Sui newsgroup, messaggerie tematiche e quasi sempre di solo testo
(con un protocollo derivato da quello delle email, il testo è a 7 bit -
ci si
può scrivere anche a 8 bit, ma rischiando di non far riconoscere i
caratteri),
dicono che nei luoghi come facebook non si scrive per davvero, si
scrivacchia, quattrocazzate tutte uguali e via, senza capire ed
approfondire.
Si va a caccia di immagini e di colori, di suoni, di gadget vari...
Ci si abitua a cliccare su un'icona senza sapere cosa c'è dietro...
Ma siccome anche sui newsgroup domina un panorama desolante,
voglio vedere se è poi così vero quanto dicono di facebook.
Anche perché, in giro, vedo sempre più dei bambini e degli adolescenti
ancora giovanissimi, che però cominciano già a parlare e ragionare e
comportarsi come degli adulti, nel senso che si interessano a fondo e
attivamente delle cose da fare nella società e nel lavoro, e cominciano
a costruire un proprio stile, a costruirsi come persone adulte nella
società, a imparare modi, tecniche e trucchi per funzionare al meglio
nei rapporti con gli altri e nella vita, per avere più felicità, e
successo nelle proprie iniziative. Si interessano perfino delle
questioni sessuali e dei rapporti di coppia, come rito sociale,
prima ancora che gli interessi per davvero come pulsioni.
"Sono lontani anni luce", dal classico stereotipo
del poverino mezzoscemo da tutelare per non turbargli la crescita.
Sono svegli e capaci. Anche in parte sognanti (ma lo sono
pure molti adulti), ma svegli, reattivi e pronti. Consapevoli.
Poi va be', ci sono anche moltiidioti,
handiccappati e tontarelli vari (come fra gli adulti).
Ma quegli altri, anche fossero ancora soltanto una minoranza, sono molto
importanti come fenomeno umano e sociale - anzi, strategici: E' l'inizio
di un percorso che arriverà poi anche alla laurea nell'adolescenza, e poi
ancora oltre, fino al bambino sapiente, e non so che altro ancora - ,
e probabilmente conoscono soprattutto i social network con le icone
colorate, simili alle grafiche dei tablet. E quindi eccomi qua, con la
solita speranza standard che i nuovi siano migliori dei vecchi. Sempre
che riescano a mantenere il contatto con la vita e la natura, e non
vivano solo di riti, nozioni, e caricature della realtà... E sempre
che, sentendosi dire che sono così strategici, non comincino
a sentirsi delle divinità nei confronti degli altri...
Ah: Ovviamente, tutti gli altri che non sono e non saranno
a quel livello, verranno lasciati morire, senza che sian
riusciti a combinar qualcosa nella vita, figli compresi.
Verranno scaricati nel Grande Secchio.
I poveri e glistupidi,
compresi coloro che oggi fanno i guardiani degli altri.
La popolazione si ridurrà drasticamente, fino ad arrivare ai
classici "pochi ma buoni": Che saranno comunque opportunamente
condizionati e sotto controllo, sebbene intelligentissimi
e con un bagaglio enorme (per noi, oggi) di conoscenze.
E guardate che tutto questo non l'ho progettato io,
quindi non prendetevela con me.
-=-=-
Brescia. Ho iniziato a scrivere questo racconto (>un po' riordinato e
corretto e rifinito, e un po' grezzo, rozzo e malmesso, e con alcune
espressioni dubbie, e inframezzato poi da *fastidiose parentesi*,
e parole e frasi ripetute, e dilungamenti vari - abbiate pazienza:
Non lo faccio per sadismo, ma per non-voglia di lavorare troppo,
stanti le mie capacità, di livello non prossimo all'Altissimo<)
giovedì 23 ottobre 2014, secondo giorno della serie di tre da
mercoledì a venerdì (poi nella notte tra venerdì e sabato
ha soffiato aria più mite ma si è annuvolato, e quindi stop
alla piccola avventura, mentre domenica era soleggiato un po'
velato, sole attenuato da un nebbiolina sporchina, marroncina).
Descrive dal mio punto di vista alcuni aspetti, risvolti e
problemi della società umana, e prova anche a suggerire
qualche soluzione, o almeno degli spunti di riflessione.
So già per esperienza che ad aver voglia di leggere saranno in pochi,
e, fra questi, alcuni lo troveranno un delirio, invece per alcuni
altri sarà tutto vero e sacrosanto, mentre tutti gli altri, in assoluto
la maggior parte, spazieranno tra varie visioni, ognuno la sua.
Chi ha visioni simili alla mia, in eventuali elezioni politiche
pesa lo zero virgola qualcosa, e in ogni caso meno dell'uno percento.
Stanti gli attuali schemi mentali, voglio dire.
A rispondere saranno quelli più agitati, e soprattutto quelli contro
la mia visione, ma potrebbero anche aggiungersi quelli che invece
snocciolano slogan di repertorio contro il potere e la politica.
Tutto il resto sarà una rarità, se ci sarà. O altrimenti,
il silenzio totale: E' la caratteristica principale in risposta
ai miei scritti, di qualunque genere e in qualunque ambito
(dal destino del mondo, fino alla canna del gas),
e sia che mi conoscano già, o che invece sia appena arrivato.
"E infine a sorridere, poi,
soltanto poche donne di varia età e rarissimi maschi."
Ah, cappotti con le ciabattine verso le ultime righe.
Erano previsioni truci:
Arriva il "vero autunno", arriva il freddissimo. (Dimenticandosi
di citare i possibili effetti di foehn, e altre eventualità.)
E quando non c'è il sole, va be'. Soprattutto la notte, e prima dell'alba.
Ma nelle ore di sole...
Giornate stupende, cielo serenissimo, sole che
picchia come un dannato, e venticello fresco primaverile.
Di aria pulita, finalmente!
Si stava bene anche all'ombra, e io ero in tenuta estiva.
E a pomeriggio inoltrato, andando verso il tramonto, pure l'arietta fresca
era diventata tiepida. (D'accordo, dopo il tramonto cambia l'andazzo.)
Io le "belle giornate" le vorrei tutte così, te pensa.
E invece... Loro che fanno?
Si chiudono negli scafandri, e si rifugiano negli angolini
facendo i malaticci. E ovviamente mi guardan strano,
quando osano guardarmi, tranne quei pochi che girano in maglietta.
Ma tutti gli altri obbediscono al bollettino. Di guerra.
Di freddo che non perdona e bisogna imbacuccarsi tutti.
L'arietta assassina che ti uccide sotto il sole battente.
I famosi colpi d'aria traditori come dicevano le nonne.
Il freschetto uccide: E' il killer silenzioso,
come la radioattività dello spauracchio nucleare.
Ed eccoli pronti sulle porte, come paracadutisti che si devono lanciare:
E stringono bene le giacche a vento, avvolgono bene le sciarpe,
calano i cappucci, come per il peggiore degli inverni,
mentre io e pochi altri usciamo con quattro straccetti leggeri.
A sentire il sole e l'aria sulla nostra pelle.
Per loro (i paracadutisti), il bello da bollettino ufficiale c'era
stato quei pochi giorni prima, durante l'anticiclone africano:
Sereno e caldo in montagna, ma in pianura perturbato dai fenomeni
di "ristagno di umidità nei bassi strati" favoriti proprio
dall'"azione di compressione indotta dall'anticiclone".
Insomma: "Bambini, eccovi questi ultimi giorni!..."
Giornate tiepide ma nebbiose e nuvolose, e relativo smog.
Giornate da elemosina, da malinconia.
(Anche se, proprio in uno di quei giorni, domenica sera, mi son
capitati alcuni minuti di momento magico, nell'incrocio tra l'aria
tiepida nella luce dal tramonto al crepuscolo, e una musica festosa
latino-americana da un'autoradio, e una ragazza in canottiera e braghini
cortissimi - hotpants - che giocherellava con le trecce, e faceva un po'
la timida e si guardava intorno finta curiosa, adorabile e eccitante.)
A vedermi con benevolenza o naturale accettazione sono in pochi,
e regnano invece dominanti la preoccupazione e il disorientamento,
e qualcosaltro. Mi sento un po' come un minacciante minacciato.
Nel migliore dei casi, qualcuno pensa che io sia in procinto di
andare al mare (complice il trolley), o che ci sia appena tornato,
nonostante l'abbronzatura non sia un gran che.
(E se ora leggeranno questo testo, la spiegazione che si daranno sarà
che l'ho fatto per scrivere un articolo, o un libro. E potranno così
archiviare e incasellare il ricordo con rassicurazione, e cancellare
la scomoda singolarità dalla loro mente. E io vi dico invece no:
Lasciatecela! O non avrete capito niente del discorso.)
E infine a sorridere, poi,
soltanto poche donne di varia età e rarissimi maschi.
- Parentesi:
Comportamenti del resto simili a quelli di quando raccolgo i piccoli
rifiuti buttati per terra da altri, in strada, o sui mezzi pubblici,
o altrove. Sono l'unico che lo fa, da quanto ho visto finora.
(Che poi: ci son salate multe per chi butta la roba per terra,
ma i soldi a chi la raccoglie non li danno?)
/Chiusa parentesi.
Allora, io fino all'anno scorso, mi sacrificavo e soffrivo per non
turbarli. Mi coprivo quando morivo di caldo e volevo essere libero.
Scendevo a un compromesso "socialmente necessario" e stavo male.
Mi ammalavo proprio quando mi mettevo rassegnato in quegli ambienti
col tanfo e il caldo. Dove loro ci sedimentano sempre, e alla
malattia ci hanno fatto il callo, giallognoli e spenti ogni giorno.
Io salgo sui mezzi pubblici, ed entro negli altrui ambienti riscaldati,
e muoio, non ce la faccio, devo togliermi più indumenti possibile,
senza contare l'aria viziata pesante e sporca.
Insomma, è questa la società che volete, il mondo che volete?... Io no.
E ho raggiunto la (per me) ragionevole certezza che, al di
là dei condizionamenti psicologici, il vero motivo di fondo
del loro comportamento sia che sono malati cronici:
Con dei germi che li condizionano a fare una vita che li fa ammalare,
per far stare bene loro, i germi, che fioriscono quando tu ti ammali.
Di una malattia cronica che non si risolve.
Rilasciano delle sostanze, inducono sensazioni e stati d'animo,
e fisici, che ti spingono a comportarti come conviene a loro.
Insomma, cosa c'è di strano?... Mi sembra un normalissimo meccanismo
parassita-ospite o simbionte-ospite. L'infestante, comunica con te.
Ha trovato un modo, oppure in quel modo ci era già nato.
- Una volta ci stavo anch'io, in quegli ambienti.
- Una volta ci stavo anch'io, in quegli ambienti.
Poi ho cominciato a spegnere il riscaldamento e ad arieggiare.
/> Poi ho cominciato a spegnere il riscaldamento e ad arieggiare.
/> /> Poi ho cominciato a spegnere il riscaldamento e ad arieggiare.
Poi ho cominciato a spegnere il riscaldamento, e ad arieggiare !!
___________________________________________________________________
No, è che ci sono quelli distratti, che se non lo ripeti non lo capiscono.
Notare che ho potuto farlo in maniera massiccia
soltanto in questi ultimi anni, poiché prima c'era in casa un'altra
persona che voleva l'esatto opposto e mi teneva bloccata
tutta la situazione. Quindi se avete quel problema, vi capisco eccome.
(> Va be', nel mio caso ho anche dovuto via via correggere
l'alimentazione: Mangiavo malissimo, e avevo forti scompensi e disturbi
dei cicli digestivi, del sonno, e sessuali. Avevo intossicazioni,
insieme a piccole, o meno piccole, frequenti infezioni delle vie
alimentari ed aeree. Malesseri vari. Adesso va sicuramente meglio,
e ogni anno miglioro e imparo qualcosa dal precedente. <)
Se un po' alla volta lo facessero anche loro, alla fine si
renderebbero conto della situazione assurda e malsana in cui stavano
(e costringevano a stare me, per "dovere" sociale, per conformarmi).
D'accordo, alcuni non possono, poiché hanno
esigenze o problemi particolari. Ma tutti gli altri...
-=-=- E riprendo il racconto del 23 ottobre:
Accosto e mi fermo all'inizio di una viuzza laterale mezza sterrata,
lungo una strada secondaria vicino alla tangenziale a Rezzato (metro
Sant'Eufemia-Buffalora, e bus linea 3), per scrivere degli appunti su
un blocco note, senza rischio di farmi investire. Mi pareva sensato farlo.
Passeggio lentamente avanti e indietro sotto il sole mentre scrivo, e
tutti mi vedono, lì vicino e in pieno sole. Ma attiro l'attenzione di
due carabinieri di passaggio (uno faceva il Cicerone, e l'altro il
muto d'acciaio con gli occhiali a specchio), che volevano capire
come mai me ne stessi lì *"appartato, in mezzo alla campagna"!!*
("appartato" significava "Lì a tre metri, illuminatissimo e in bella
vista".)
Si sa mai, che io fossi un poverino che aveva bisogno di aiuto? E magari
anche essere ricondotto in un qualche luogo dove si prendono cura di me?
E il dubbio mi veniva, rafforzato poi quando alle domande "Tutto bene?..."
"Sta bene?..." io rispondevo "Sì" e ricevevo un "..Sicuro?..."
- Ma il giorno dopo (24 ottobre), stavolta a Capodimonte di Castenedolo
(bus linea 14; tra l'altro con una frequenza delle corse impressionante
per un luogo un po' "sperduto" come quello, ma è ottimo per le passeggiate,
bisogna andare dall'altra parte di una bassa e lunga propaggine collinare
nascosta dietro i caseggiati che cominciano lì vicino al capolinea del
bus),
un poliziotto locale - solitario e non più giovanissimo (e io sono del '63,
anche se un po' atipico) - ritorna indietro apposta, preoccupatissimo
e col cappello in mano (scena d'altri tempi, quasi da film), dopo un
bel po' di minuti, temendo fossi rimasto lì a piedi e nel bisogno.
Ora, a me era già capitato varie altre volte, di ritrovarmi in luoghi
"così sperduti" (dove comunque ci son pure persone che fanno jogging -
la solita corsetta per tenersi in forma e in... "salute" - , e quindi
non solo i ciclisti, e ci son pure occasionali pedoni, con cane o meno;
e, non molto lontano da lì, perfino bambini che se ne van liberi e che
giocano). Ma mai, avevo preoccupato così tanto le forze dell'ordine, e
poi un giorno dopo l'altro. Quindi, trolley a parte (da taluni chiamato
"valigia", essendo in effetti una valigia con le rotelle), il vero motivo
forte e determinante stavolta è stato l'abbigliamento estivo verso fine
ottobre. Checché ne dicano. Quattro stracci addosso più la valigia
(va be': sandali sportivi americani da 95 dollari, ma loro mica lo
sapevano,
li avranno scambiati per delle ciabatte infradito di una qualche
cineseria),
e quindi probabile poveraccio, che - senz'altro, eh! - aveva proprio
una gran voglia del loro intervento, e che magari per giunta lo
portassero in un qualche posto per accertamenti e quant'altro e gli
rovinassero così una bella giornata. Credo proprio che il poveraccio
non vedesse l'ora, di una cosa del genere. Doveva fare i salti di
gioia per il loro arrivo. Ma convinti, proprio. Ma io avevo dietro
la carta d'identità e tutto quanto quello che serviva, e ho
fornito una spiegazione convincente e rassicurante, e quindi...
Mi son sorbito meno di cinque minuti di scambi cortesi e riguardosissimi
col cappello in mano (il suo, io non l'avevo) nel secondo caso di
Capodimonte/Castenedolo, e cinque o dieci minuti di paturnie ingentilite
e scambi amichevoli(-formi) finali nel primo caso di Rezzato, incluso
un consiglio a fregarmene di quel che pensano gli altri, se non faccio
del male a nessuno. Eh. Io lo farei anche, e infatti lo faccio. Ma gli
altri... Specie se sono in divisa... Non mi rendono la cosa facile.
Ah, e sempre il Cicerone dei due cc di Rezzato... Alla mia risposta che
avevo bisogno di niente, faceva l'addolorato ricordandomi che un giorno
invece potrei aver bisogno, e magari quel giorno non ci saranno i
Carabinieri
a passar di lì!... O qualcosa del genere, il senso comunque era quello.
(..Cavolo. E poi dicono che le barzellette su di loro non son vere.)
(Ma poi: Quella scenetta, non c'era anche in un film?)
(..Ma vuoi vedere, che era un attore?)
Ora, il concetto è questo. In una certa località della Siberia, dove
si arriva anche a 35 sotto zero (temperatura dell'aria, s'intende),
fanno dei campionati invernali di nuoto: Vanno al grande fiume,
bucano il ghiaccio e si tuffano, nuotano e fanno la gara, e poi
ritornano uscendo dal buco. E io non so come facciano a non farsi
ghiacciare l'acqua addosso quando escono, e quindi far propagare il
congelamento al loro corpo. Ma si vede che un sistema l'hanno trovato.
Certo io non pretendo di arrivare a tanto, e
nemmeno di avvicinarmici, anche solo lontanamente.
Io, semplicemente, se capita una giornata mite e con il sole,
voglio potermi spogliare liberamente dagli abiti in eccesso.
Tutto qui. Quindi, se per esempio dovessero arrivare delle
giornate a circa 20 gradi o perfino 15 ma con il sole,
anche accadesse perfino in dicembre o gennaio, io voglio potermi
mettere in abbigliamento leggero senza dover ogni volta essere
fermato per un controllo dalle forze dell'ordine. E faccio
l'esempio di chi si allena producendo molto calore mentre corre
e si mette leggero anche quando fa freddo e NON c'è il sole:
Vedo dei pugili, per esempio, ma non ci son solo loro.
Maglietta/canottiera e calzoncini corti, e nessuno li ferma.
Ovviamente non hanno i sandali: Fanno scalpore i sandali, dunque?
Siete turbati dalla vista dei sandali, avete questo problema?
E poi ovviamente non hanno appreso un trolley, una "valigia a rotelle".
Che io uso anche per portare vestiti di ricambio se torna freddo.
Quindi, all'associazione visiva
maglietta+sandali+trolley nella stagione fredda, anche in
presenza di clima mite e sole splendente, scatta il controllo?
Abituatevi all'idea, e smettete di farlo. Smettetela di tormentare
quelli come me, col pretesto che magari siamo nel bisogno.
In effetti sarebbe utile che venisse rilasciato un visto di
qualche tipo, da parte del sindaco o di altra autorità, prefetto,
o questore, o quello che è... Da dare a quelle poche persone
tanto diverse dalla media da suscitare sconcerto.
E in effetti sarebbe ancora meglio se fosse leggibile a
distanza, in modo da poter evitare la richiesta ogni volta.
Anche se comunque, mostrarlo è questione di mezzo minuto.
Ma se vi interessa o vi turba qualcosa personalmente, abbiate
il coraggio di chiederlo o di esprimerlo, senza pararvi dietro
l'autorità della Legge per fare dei pretestuosi controlli.
Una volta nel 2006 ero rimasto davvero nel bisogno, la sera tardi,
ad alcuni chilometri da casa, con una ruota rotta e niente carrellino
di riserva come oggi, e con trenta chili di acquisti, e gli zingari
che mi avevano fregato soldi e cellulare... Chiedevo aiuto ma gli
automobilisti erano terrorizzati e non si fermavano, si blindavano
dentro, mi spingevano via col muso dell'auto... E finalmente un camion
dei vigili del fuoco, si son fermati e mi han chiamato la polizia.
I due poliziotti arrivano, gli spiego la situazione... E alla fine
stavano per andarsene via e lasciarmi di nuovo lì nellacacca.
Ho dovuto fargli notare io l'assurdità della cosa, e convincerli a
chiamarmi un taxi (che ho poi pagato una volta arrivato a casa).
Insomma, vedono la realtà in una maniera filtrata tutta loro, e
non si accorgono di certe cose che dovrebbero essere evidenti e ovvie.
Una maniera tale da farli sembrare alquantorincoglioniti, o
propriostronzi fino al midollo. (Eppure uno dei due del 2006
pareva simpatico e aperto, e abbastanza sveglio. Anzi, mi ero
impapinato io, dicendo "furto con destreggio" invece che
"destrezza" e mi ha corretto sorridendo lui. Per dire.)
Quindi, come vedete, potrebbe anche esserci qualcosa che non
quadra proprio, nella convinta buona fede di questi preoccupati
soccorritori del servizio pubblico. Qualcosa di subdolo di cui
nemmeno loro si rendon conto, o non vogliono rendersene conto. Dico
"potrebbe", poiché in effetti mica li fanno con lo stampino, ci sono
fattori individuali che li rendono diversi da colleghi a colleghi.
C'era quello di prima, riguardosissimo e col cappello in mano.
Per quanto, una volta, mi capitò di incontrare un carabiniere
gentilissimo, che mi fece una cortesia, e che tuttavia su certe
questioni dava ragione alla Mafia e torto allo Stato. E in effetti,
da quel che diceva, sembrava proprio che avesse ragione. Ma, per dire,
che la gentilezza te la ritrovi pure negli ambiti più strani e impensati.
E poi io in effetti un po' poveraccio lo sono, mi trovo in fascia di
povertà relativa, lo dico e lo nego. Ma non sono così sfortunato da
poter essere portato via a capriccio per presunti obblighi d'ufficio,
e quindi me la sono cavata facile. E poi con me erano così gentili.
Ma sai invece quando ti prelevano (sia pure con gentilezza) mentre sei
al sole in campagna, e ti portano al comando, e alla fine vedono che
non ci sono elementi, e quindi, arrivati a sera, col buio e col freddino,
ti rimettono in strada dicendoti che è tutto a posto e puoi andare.
E invece di quel po' di benessere, di sollievo e oblio, di sogno vivo,
di ricarica, di spicchio fugace ma intenso e radioso di paradiso e di
vita viva (di cui loro evidentemente non si accorgevano proprio, e
pensavano solo alle loro miserie di repertorio squallido), arriva un
altro po' di malattia, squallore, avvilimento, mortificazione e morte.
E penso allo stupro da dieci anni di galera, o un anno per un bacio
non voluto, e mi chiedo quanti anni dovrebbero ricevere, in proporzione,
loro, per ciò che hanno fatto a tanti poveracci di quel tipo. E tutto
per le loro convintissime paturnie, con l'alibi delle scartoffie
della legge da sistemare. Anche con tutte le gentilezze di maniera
di questo mondo. Ma di fatto. E' quella, la realtà vera. La natura
e la faccia demoniaca nascosta. La mafia e l'inquisizione nascosta.
E' tutto a posto?... No, non è per niente tutto a posto. Voglio
scatenare l'ira degli Dei. Puoi andare?... Ma andate voi, andate,
voglio incendiarvi mentre andate e farvi scoppiare, andate in
quel dannato inferno e non tornate mai più su questo mondo,
potrebbe stramaledire il poveraccio ogni volta che gli succede.
Ovviamente qui facciamo l'ipotesi che quei poveracci esistano, e che
sentano quelle cose. Perché se invece non esistono e mi immagino tutto
io...
Ma è possibile che le senta io, che tanto poveraccio non sono, e loro no?
Saranno mica contenti, voglio dire, quando gli vengono rovinate le poche
belle giornate? Possibile che pure a loro, di una bella giornata, gliene
freghi niente, allo stesso modo di quelli in divisa? Mi sembra strano.
Ecco, nel dubbio, comunque pensate a questi aspetti, a questi effetti del
vostro operato, e chiedetevi, se, in realtà, dietro la faccia dei buoni
con la pagella di latta o di plastica metallizzata, non si nasconda pure,
almeno in certi casi, quel qualcosa di oscuro che mai vorreste guardare in
faccia, ma che avete dentro. Portatori di carità obbligatoria a parole, e
di tormento sistematico nei fatti. Saranno forse quei famosi germi, che vi
condizionano, per far star male le altre persone e quindi farli proliferare
dentro di esse? Forse vi usano come cani per spingere le prede nella
trappola? E quando invece fate del bene, saranno germi della bontà, che
stanno bene quando stiamo bene noi? Non lo so. Ma sicuramente qualcosa c'è.
Se non sono solo io a provar qualcosa, e per fortuna mi sembra di no.
Ripenso a quel capostazione o controllore ferroviario
di Verona Porta Nuova: "Siignooriii?.... Siignooriii?....
Dov'è che state andando, siignooriii?...."
E noi lo sapevamo benissimo, dov'è che stavamo andando, non avevamo
bisogno del suo finto aiuto. La sua era solo una scusa per sapere se
eravamo dei vagabondi venuti lì per dormire. Tutto, di lui, parlava,
e tradiva la sua vera natura nascosta. Non poteva ingannarci. Ma era così
irrimediabilmente fesso da non capirlo, e, peggio ancora, non sentirlo:
Il diavolo certe vibrazioni non le sente, non ha empatia. Sente solo, e
riconosce molto bene, spalancando gli occhi avido, i suoi guizzi traditori.
E così, alla fine lidiota ancora insisteva con la patetica e petulante
commediola, dicendoci l'orario dei nostri treni che già sapevamo, e per i
quali eravamo lì ad aspettare, per tutto il tempo che c'era da aspettare.
Ah, ma anche certi genitori. O certe genitrici.
Mettono in campo certe finzioni palesi. E anche loro, sentendosi
superiori e col controllo in pugno mentre si smerdano per bene.
-=-=- E arrivo alle ultime righe sul giorno dopo:
Il 24 ottobre la situazione cominciava a migliorare:
C'erano più persone in maglietta o addirittura canottiera
(ma più che altro ragazzi maschi), e poi la scena...
Ooohh, che scena, cappotti e giacche a vento con le ciabattine:
Un numero crescente di donne le aveva messe come compromesso psicologico
tra ciò che aveva annunciato il truce bollettino di guerra, e la radiosa
realtà delle giornate. Se avessero avuto più giorni avrebbero finalmente
capito l'andazzo (e l'inganno) e si sarebbero messe di nuovo in
abbigliamento almeno leggero, se non proprio estivo (anche se a dire
il vero, anche in estate molta gente si copre di tutto punto. Compresi
poliziotti, fanteria, e quei soliti paracadutisti e gruppi d'assalto).
Ho saputo con sollievo che alcune persone son riuscite a fare
delle escursioni in collina, fra un turno di lavoro e l'altro.
Probabilmente anche al lago e in spiaggia, ma non ne ho avuto notizia.
- Alcuni commenti che ho sentito.
Commento carino, da un gruppetto di ragazzini e ragazzine in bici:
"Ooooohhh, domani nevica! - O 50 gradi, o nevica."
Commenti meno carini ma di altri giorni precedenti, e comunque sottovoce:
/> (Domenica 19 ottobre al parco agricolo di San Polo,
tra un campo di grano e la stazione della metropolitana
San Polo Parco): "Questo qui ha fumato".
/> (Venerdì 3 ottobre in via X giornate vicino all'angolo
via Trieste - piazza Paolo VI, ero uscito dalla banca, ma ero
un po' scompigliato poiché avevo corso, e inoltre non mi ero
ancora preso molta cura di me): "Come ta set consaat...?"
Ah, nota curiosa: Sono in molti - anche se comunque per fortuna
una minoranza - a non collegare mentalmente il fatto che il
trolley parcheggiato sia mio, che passeggio avanti e indietro
nelle vicinanze. Tra cui, due poliziotti in moto della
Locale di Brescia (che avevano quantomeno il dubbio).
---
Aggiungo una mia foto, in versione ammorbidita per compensare
la durezza e l'asprezza prodotta sia dalla fotocamera
quando c'è poca luce, e sia, spesso, dalla stampa su carta
---