Am 10.12.2018 um 09:56 schrieb Luciano Buggio:
> Il giorno domenica 9 dicembre 2018 18:55:29 UTC+1, JTS ha scritto:
>> Am 09.12.2018 um 18:24 schrieb Luciano Buggio:
>>> Il giorno domenica 9 dicembre 2018 16:14:34 UTC+1, JTS ha scritto:
>>>
>>> (cut)
>>>
>>> Un elettrone nel vuoto, in moto non accelerato, emette campo?
>>>
>>> L.B.
>>>
>>
>> Di nuovo dividendo
>>
>> 1) Non conosco esperimenti che abbiano misurato il campo prodotto da un
>> singolo elettrone. Pero' puo' darsi che ci siano, o che questo si possa
>> dedurre da altri esperimenti, perche' se cerchi di fare scontrare due
>> elettroni, questi si dovrebbero deflettere a vicenda. Pero' su questo
>> argomento mi fermo qui perche' non ho voglia di pensarci oltre.
>>
>> 2) La teoria classica dell'elettrone dice che l'e. genera un campo che
>> e' uguale a quello che avrebbe se stesse fermo, ma si trovasse nella
>> cosiddetta "posizione ritardata". Quindi se e' in moto non accelerato
>> non emette radiazione, ma genera un campo che decade come il quadrato
>> della distanza.
>
> Non capisco: "genera" un campo:
> Che campo è? Se è elettrico, come si evince dal contesto, non è quello "statico" dell'elettrone, del quale è dotato anche quando è fermo? Mica viene generato dal moto!
Intendevo elettrico.
> Comunque sia, un pacchetto di elettroni in un acceleratore, se ogni elettrone in moto avesse intorno solo un campo elettrico, si allargherebbe, dal momento che gli elettroni si respingerebbero tra loro: conserva però sempre lo stesso spessore (un millimetro circa).
> Come mai?
Non ho controllato i dati sperimentali e confrontati con i calcoli
basati sulle eq. di Maxwell e non ho voglia di farlo. Se tu ne hai
voglia, tieni conto che secondo le eq. di Maxwell il campo di un
elettrone in moto e' diverso ad quello dell'elettrone fermo.
In un messaggio precedente ho detto una cosa sbagliata (cioe' che basta
considerare la posizione ritardata della carica), invece mi sono reso
conto che con la "posizione ritardata" si calcolano solo i potenziali,
per trovare i campi bisogna andare avanti e fare tutte le derivate ;-)
Cosa che (mea culpa) io non ho mai fatto ma che non faccio adesso. I
dettagli dei calcoli, se hai voglia di confrontare i dati degli
esperimenti con le previsioni date dalle eq. di Maxwell, li puoi trovare
in
http://www.feynmanlectures.caltech.edu/II_26.html per esempio.
Invece ho fatto un'alta cosa, cioe' ho dato un'occhiata ad un articolo
sul tema (fa proprio il caso del fascio nell'acceleratore che ti interessa)
O. D. Jefimenko, “On the Experimental Proofs of Relativistic Length
Contraction and Time Dilation,” Zeitschrift für Naturforsch. A, vol. 53,
no. 12, pp. 977–982, Jan. 1998.
(se a qualcuno interessa posso farlo avere)
che mi ha ricordato che per fare il calcolo bisogna anche aggiungere i
campi magnetici generati dagli elettroni in moto. Anche in questo caso
non ho rifatto i calcoli dell'articolo (avrebbe senso farli dopo aver
fatto i calcoli per i campi di una carica in moto!).
Il risultato, secondo Jefimenko (se ho capito bene quello che ho letto),
e' che la forza verso "il fuori" che agisce su ogni elettrone va
moltiplicata per un fattore (1 - v^2/c^2) rispetto alla forza che ci
sarebbe nel caso di elettroni fermi.
Infine, sempre se hai voglia di controllare, devi anche usare
l'equazione giusta per il moto degli elettroni, cioe' quella in cui
l'espressione della quantita' di moto e' data dalla formula relativistica.
Quindi, in conclusione:
- so da dove prendere i vari pezzi dei calcoli fatti secondo le eq. di
Maxwell, e secondo le cose che ho letto io, portano alla conclusione che
hai detto, cioe' che il fascio rimane di circa 1 mm.
- i calcoli pero' non li ho mai fatti, mi sono fidato delle cose che ho
letto e sentito
- non ho intenzione di farli ne' adesso ne' prossimamente (ma la
curiosita' di controllare c'e' ;-); vedremo)
- se vuoi controllare, puoi fare i calcoli; non avendoli fatti io
stesso, non posso aiutarti.