23:50 mar15apr2014 (vedi signature)
(usenet newsgroup : se vedi incompleto questo messaggio,
cerca altrove in rete o usa un newsreader)
=> rfr. 22:57 sab05apr2014
https://groups.google.com/d/msg/it.discussioni.misteri/okTpmS1blBE/Sqs2RiuM9i0J
https://groups.google.com/forum/#!original/it.discussioni.misteri/okTpmS1blBE/Sqs2RiuM9i0J
=> rfr. 22:45 mar15apr2014
https://groups.google.com/d/msg/it.discussioni.misteri/okTpmS1blBE/PSEcY0V4fSMJ
https://groups.google.com/forum/#!original/it.discussioni.misteri/okTpmS1blBE/PSEcY0V4fSMJ
==> inizio thread
https://groups.google.com/forum/#!topic/it.discussioni.misteri/okTpmS1blBE
-=-=-
Vi ricordo che questo è un crosspost su tre newsgroup, ma una
gran parte dei messaggi di risposta è stata scritta su un solo
newsgroup o su due dei tre. Quindi, una parte dei messaggi non vi
sarà visibile se non la andate a cercare. Per esempio, nei link
di google, a it.discussioni.misteri sostituite it.cultura.single
oppure it.scienza (in realtà su it.scienza al momento NON è
necessario andare a vedere). Poi, sempre su google vi ricordo che
alcuni dei partecipanti hanno attivato l'x-no-archive, quindi i
loro messaggi su google scompaiono dopo sei giorni. Se volete
vederli cercate altrove, o meglio ancora usate un newsreader.
Ah, e sempre su google ricordatevi che spesso nei testi, i
caratteri non-ascii (insomma, non compresi fra quelli base
nordamericani) vengono codificati in quoted-printable, ovvero
per esempio al posto di una lettera accentata vedrete una serie
di caratteri che sembrano un pasticcio logico. E invece son fatti
apposta. Per vedere di nuovo la lettera accentata bisogna tradurre
il quoted-printable oppure andare altrove (o usare il newsreader...)
-=-=-
Fascisti in gloria si nasce.
Prima di postare qui un'altra traduzione di testo di canzone (da me
modificata/corretta/riadattata/reinterpretata), ri-propongo quel che
scrisse indro montanelli su CIVILTA' FASCISTA di gennaio 1936. Sia
perché ha comunque una sua bellezza, e sia perché vittorio sgarbi in
alcuni dei suoi "sgarbi quotidiani" citò in più occasioni un pezzettino
del testo, modificandolo quanto basta ("il bianco, comanda!!"
invece di "il bianco comandi" inserito in un discorso molto più
ampio e articolato) da stravolgerne il senso e il sentimento,
con l'intento di svilire e sbeffeggiare l'indro della
vittoriana discordia (al soldo di mediaset e di un silvio? Nooon lo so).
-=-=-
Quel che scrisse indro montanelli su CIVILTA' FASCISTA di gennaio 1936
(testo integrale e spero corretto) [da me trascritto dalla scansione]
Sembra quasi un resoconto dei bidelli (ausiliari scolastici)
su quella che è la loro vera condizione lavorativa nella Scuola,
e in una particolare scuola di un determinato quartiere
-=-=- bidelli - indro montanelli -=-=-
CIVILTA' FASCISTA
rivista mensile
- sommario -
Rodolfo De Mattei - Verso il partito unico.
E. Onatsky - Napoleone e il problema dell'indipendenza ucraina.
Raffaele De Leva - I rapporti internazionali della Russia.
F.M. Pacces - Repubblica burocratica.
Indro Montanelli - Dentro la guerra.
Italo Papini - Il problema dei meticci in Eritrea e Somalia.
-=-=-
ISTITUTO NAZIONALE FASCISTA DI CULTURA - ROMA
anno III - n. 1 - gennaio 1936 - XIV - C.C.P.
-=-=- [.......] -=-=-
DENTRO LA GUERRA
-=-=-
Indro Montanelli
del XX Battaglione Eritreo.
-=-=-
Non sto a Asmara.
Premetto questo a scanso di equivoci: sia per personale dignità di
combattente, sia per giustificare - ove occorra - la mia, la nostra,
colossale ignoranza sugli avvenimenti. Questo vale per tutti i
soldati in linea, ma vale particolarmente per noialtri delle
Truppe Eritree che operiamo per Battaglioni isolati, all'avanguardia
dei reparti bianchi, lontani da ogni influenza e suggestione,
impermeabili e taciturni. Non potremmo offrire testimonianze sulla
guerra in genere, noi che ci siamo dentro, perché non vediamo che
il nostro breve e variabile settore, d'importanza sempre limitata.
Potremmo soltanto offrire testimonianze sulla "nostra" guerra, su
come la vediamo e su cosa ne prevediamo. Ma una tale testimonianza
non deluderà un poco i lettori metropolitani se diciamo che questa
guerra finora non è stata niente di più di una semplice guerriglia,
non per nostro volere, e che ne siamo alquanto delusi noi stessi?
La realtà di quaggiù è tale che ha creato un autentico squilibrio
psicologico fra gli Italiani dei due continenti. Coloro che ci scrivono
dovrebbero tenerne conto, ma questo è forse inumano pretenderlo.
Riduciamo dunque i nostri desiderata a questo solo : che l'eloquenza
guerriera della Madrepatria si adegui meglio alla realtà delle cose
nostre. Come Ufficiale di Truppe Eritree, che costituiscono la
sacra "buffa" di questa guerra, dichiaro che niente è più inadeguato
delle "fulminee avanzate", delle "quadrate legioni", delle
"folgoranti offensive" e di altro prezzemolo letterario di cui
s'infiora la nostra stampa pubblica. Mai come in questo momento noi
abbiamo sentito l'uggia di questo malvezzo delle parole grosse e
vuote : mai come in questo momento il sottoscritto, che è giornalista,
ha sentito uno stimolo di rivolta contro quegli esemplari della
sua categoria che si abbandonano all'esercizio retorico, salvo
poi a sorriderne essi stessi tra loro o con quelli di noi che
fanno un salto, per una ragione o per l'altra, nelle retrovie.
Ci pare, insomma, che l'Italia, se vuole davvero essere, com'è,
un'Italia di soldati, debba molto lavorare, molto sudare, punto
discutere e ridurre le sue parole a un bollettino ufficiale.
* * *
Che cosa pensiamo delle cose europee, così come ci vengono riferite
dalla epistolografia metropolitana? Nulla. Non se ne parla.
L'Inghilterra, la veneranda Società, cose che non c'interessano. Una
volta, quando eravamo sull'altro settore - quello di Adua -, arrivò,
fabbricata non si sa come nè da chi, la notizia che si cambiava
fronte e che si marciava contro l'altro nemico. S'improvvisò un
banchetto durante il quale si pensò, a vero dire, molto più a mangiare
(chè ne avevamo bisogno da vari giorni) che a discorrere. Alla fine
il Comandante del Battaglione si levò e semplicemente, com'è il suo
costume, disse : "Son sicuro che il Battaglione farà, contro il
nuovo nemico, il suo dovere, come ha fatto sinora. Viva il Re!".
* * *
Che cosa pensiamo degli abissini, così come li vediamo, come soldati?
Ma non ne vediamo! Finora vediamo talvolta qualche rimasuglio di
bande fuggiasche. Ed è convinzione nostra e nostro timore che, in
massa, non li vedremo mai. E' possibile che non sia vero; ma ad ogni
modo il nostro disprezzo per gli abissini, come soldati, è grande.
Come banditi, li consideriamo abbastanza audaci e meravigliosamente
celeri. Tirano con una certa precisione e raramente si fan cogliere.
Sono quegli stessi che, dopo mezz'ora, circolano tra le nostre fila,
in qualità di amici, e s'inchinano sino a terra al nostro passaggio.
* * *
Venendo qui in veste di soldato, mi sono
preventivamente vietata ogni critica. E come tale
non dev'essere interpretata nessuna delle mie parole.
Mi limito solo a queste semplici osservazioni:
1° La nostra condotta verso queste popolazioni
è straordinariamente blanda.
2° Il soldato italiano, singolarmente preso,
bene è che ecceda in dignità razziale.
Il primo fatto può trovare giustificazione nella
nostra tesi diplomatica e nella posizione che
abbiamo assunto di fronte al mondo. Non mi riguarda.
Il secondo, se si pecca in difetto, è grave ed è il sintomo
di una manchevolezza che va immediatamente corretta.
Ci sono due razzismi: uno europeo - e questo lo lasciamo in monopolio
ai capelbiondi d'oltralpe; e uno africano - e questo è un catechismo
che, se non lo sappiamo, bisogna affrettarsi a impararlo e ad adottarlo.
Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di
una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza. Non si
può, non si deve. Almeno finché non si sia data loro una civiltà.
Parla uno che comanda truppe nere e che ad esse è oramai attaccato e
affezionato quanto alla sua famiglia. Ma non cediamo a sentimentalismi.
Del resto, non occorre un intuito psicologico freudiano per
avvedersi che un indigeno ama il bianco solo in quanto lo teme o
in quanto lo tiene infinitamente superiore a sè. Niente indulgenze,
niente amorazzi. Si pensi che qui debbon venire famiglie,
famiglie e famiglie nostre. Il bianco comandi. Ogni languore
che possa intiepidirci di dentro non deve trapelare al difuori."
* * *
Abbiamo conquistato il Tigrai, cioè una terra che, a dispetto
dei suoi calunniatori, s'impone alla nostra ammirazione.
Aspra, ma bella. E di una generosità non comune. Col mio
battaglione l'ho battuto tutto, il Tigrai, da ovest ad est.
Conto - io contadino, e quindi un po' intenditore - che
alcuni milioni di italiani ci possan vivere largamente, anche
se nel principio non comodamente. Ma questo "non comodamente"
mi fa piacere : questa terra sarà finalmente il necessario
banco di scuola di un'Italia rude, callosa e sublime.
Il clima duro non sarà più una parola nè un'invocazione.
* * *
Salvo qualche mazzacoscienza, nessuno di noi si augura che la guerra
finisca. Potrà essere sciocco, ma è così. Noi soldati, non abbiamo
che un desiderio : continuare, afferrare finalmente questo nemico
fantomatico e stroncarlo. Lo faremmo senza batter ciglio. E lo diciamo
noi delle Truppe Indigene che tutti, chi più chi meno, un po' di fuoco
lo abbiamo assaggiato e sappiamo già cosa sia. Desideriamo chiudere i
conti - e ci pare che quella per via diplomatica non sarebbe mai una
vera e propria chiusura. Dirò di più : sentiamo talvolta uno strano
senso per l'aviazione e l'artiglieria che, con le loro mirabili azioni
preliminari alle nostre avanzate, ci fanno il vuoto barometrico davanti
e ci condannano quasi sempre ad un'uggiosa sterilità.
* * *
Salvo qualche mazzacoscienza, nessuno di noi pensa che un trattato
di pace - qualunque esso sia - possa esaurire il nostro compito qui.
Non abbiamo messo in bilancio, venendo, dei mesi di vita, ma degli
anni. E' una terra sterminata questa, e non facile a domare. Imporrà
una selezione molto rigida, sarà un esame alquanto duro che, a
superarlo, richiederà non comuni energie, sia fisiche che morali.
Questo potrà far sorridere chi non sta al fronte. Ma gli Italiani che
vedono l'Africa di lontano o da certe metropolitette di britannico
stampo, possono fare a meno di venire o di restare qui. Possono
tornare in via Veneto a fare, magari, i reduci con distintivo.
Dicembre 1935-XIV
Indro Montanelli
del XX Battaglione Eritreo.
-=-=- commento del sito -=-=-
"la guerra? ...non abbiamo che un desiderio" "continuare";
infatti la guerra continuò ! Ma Montanelli
molti anni dopo - a disfatta avvenuta, invece scriverà:
"I più fecero come chi scrive, cioè nulla. Ci lasciammo
portare dagli avvenimenti quasi dissolvendoci in essi,
e senza contribuirvi nè in un senso nè nell'altro"
(L'Italia dell'Asse, 1a ediz. Rizzoli, 1981, pag 446).
-=-=- LINK - proprietà del sito - diritti -=-=-
DIFESA DELLA RAZZA - LE RIVISTE DELL'EPOCA
http://cronologia.leonardo.it/document/doc1700.htm
- pagina linkata da -
EBREI - LA SHOAH
http://cronologia.leonardo.it/mondo23z.htm
-=-=- link correlati -=-=-
[ricontrollati adesso, alcuni in coda non più validi]
vedi anche: RAZZISMO: COME PROBLEMA STORICO-SCIENTIFICO > >
http://cronologia.leonardo.it/biogra2/razzismo.htm
vedi anche " La difesa della Razza " > >
http://cronologia.leonardo.it/mondo23i.htm
TABELLA DOCUMENTI SU CD
http://cronologia.leonardo.it/document/doc0001.htm
HOME PAGE
http://cronologia.leonardo.it/welcome.html
Aderirono al Fascismo [errore 404 - pagina non trovata]
http://www.laltraverita.it/pagina_principale_43.htm#_edn13
-=-=-
<info*
leonardo.it>
[pagina non trovata]
http://www.leonardo.it/metahomepages/others/privacy.php
[pagina non trovata]
http://www.leonardo.it/metahomepages/others/notelegali.php
http://www.leonardoadv.it/
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[errore 404 - pagina non trovata]
http://www.leonardo.it/images_for_css/OneItalia_LOGO.png
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e' un addetto ai razzi
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