Il giorno giovedì 29 gennaio 2015 20:05:57 UTC+1, uniposta ha scritto:
> 20:05 gio29gen2015 (vedi signature)[ri-modificata oggi]
>
> Ogni tanto c'è chi ne parla (capita anche a me), ma che vuol dire?
>
> Se ci sono delle entità e delle organizzazioni di qualche tipo
> che vivono per "far del male" (ma, come al solito: Far del male
> a chi? Far del male a priori, in generale? E' davvero possibile?),
> non si può continuare a stare nel vago, bisogna spiegare
> che cosa sono. Bisogna chiarire una volta per tutte.
>
> E non me ne frega niente, se fra i classici attributi del
> demoniaco immaginario c'è anche la non-chiarezza, il vago,
> l'allusione incerta e fastidiosa di tipo mafioso.
>
> Voglio chiarezza. Voglio una descrizione puntuale,
> e magari una standardizzazione di queste cose.
>
> Voglio il timbro, voglio il sigillo dell'ufficio tecnico,
> voglio la normativa, voglio la legge ad hoc.
> Voglio il codice fiscale.
>
> Va bene?
>
> E non fatemi perdere altro tempo,
> che non sto neanche qui a fare il diavolo a quattro,
> vi mollo qua e basta
>
> -=-=-
>
> /> pre-signature
> _____________________________________________________________=
> io propongo vari tipi di cose, e chi legge sceglie. E in base
> a quel che sceglie, e per cui si agita, si fa riconoscere </
>
> --
> uniposta* /associator synaesthete/ email su: *yahoo-it *gmail-com
> //> paura walker e gioielleria
http://postimg.org/image/9qsq0el5r/
> //> io nel 2012-2013 (49anni)
http://postimg.org/image/a6lwt0jof/
> da lun08apr2013, di regola potro' esserci martedi', giovedi' e sabato
-------------------------------------------------
aspetta,
... sentendo la parola "demoni" si pensa a certi demoni, ma non ci sono
solo quelli.
C'è pure il TUO demone personale. il tuo genio ... il Daimon ..:)
Tuo ... mio ... insomma, ognuno ha il suo.
Cosa sia lo capisci meglio se te lo cerchi in rete.
Cerca con google " Daimon - mito di Er "
Se vuoi aggiungi pure "Platone".
Anni fa copiai qualcosa trovato in rete, scritto in chiave umoristica ma
che aiuta a comprendere ulteriormente ciò di cui si tratta.
Potresti dargli un'occhiata pure tu, tanto per sorridere un po', ma non
tralasciando di informarti seriamente circa cosa sia questo Daimon.
Sono costretta a trascrivere l'intero testo, poiché non riesco più a
risalire alla pagina del sito da cui attinsi il testo.
Sarebbe bello poterlo ritrovare, con relativo nome dell'autore.
Comunque eccolo:
Daimon - Il mito di Er
Narra il mito di Er che quando tutte le anime si erano scelte la vita secondo che era loro toccato, si presentavano davanti alle tre Moire: la prima era Lachesis (Lachos, porzione di destino); a ciascuna dava come compagno il genio/demone (Daimon) che quella si era assunto perché le facesse da guardiano durante la vita e adempisse il destino da lui scelto. Il Daimon poi accompagnava l'anima davanti a Cloto (Clothos, volgere il fuso), la quale ratificava il destino prescelto; quindi il Daimon conduceva l'anima dall'ultima Moira: Atropo (Atropos) che rendeva irreversibile la trama del destino. Da lì senza volgersi all'indietro, l'anima passava ai piedi, o meglio dire, nel grembo di Necessità (Ananke). Prima di scendere sulla Terra le anime dovevano attraversare la pianura del Lete (l'oblio) dove dimenticavano il loro percorso precedente, ma non il Daimon che da quel momento in poi avrebbe condotto l'anima incontro al proprio destino. Una variante del mito dice che la prova che abbiamo dimenticato la scelta prenatale la portiamo impressa sul nostro labbro superiore: il piccolo incavo sotto il naso è l'impronta dell'indice che un angelo ci ha premuto sulle labbra per sigillarle in modo da tacitare per sempre il patto con il nostro Daimon.
Ora giunti su questa Terra noi siamo accompagnati dal nostro Daimon, genio o Angelo come lo si voglia chiamare, il quale non farà altro che condurci verso il nostro compimento. Ma succede a volte che il Daimon incontri un altro Angelo, e data la loro natura affine, faccia di tutto per potersi riunire con chi è fatto della stessa sostanza. Il Daimon naturalmente non essendo soggetto come noi alle norme morali (è un tipo che detesta l'Innocenza!), ai rituali o alle regole sociali non farà altro che andare avanti per la sua strada incurante dei richiami, degli avvisi e delle logiche contingenti. Per il "posseduto" avere a che fare con un Daimon ri-svegliato non è una esperienza piacevole, dopo tutto sta vivendo qualcosa di sovrapersonale che lo sovrasta. Se poi l'Angelo, per mille motivi, si nega, si nasconde, si cela, si occulta, si eclissa, allora il Daimon squassa, scuote, dibatte, lacera il povero malcapitato che non si era mai reso conto che dietro i suoi occhi il Daimon contemplava, che dietro le sue azioni il Daimon mostrava la sua devozione, che dietro il suo desiderio il Daimon esprimeva la sua brama, perché nel vocabolario del Daimon ci sono solo parole come Bellezza, Desiderio, Destino, Vocazione, Contemplazione.
A nulla valgono i tentativi di indurre a ragionare il Daimon, a nulla servono le argomentazioni, a nulla le disquisizioni. Come già detto il Daimon ignora le convenzioni, gli usi e le consuetudini. Questa "possessione" da parte del Daimon viene chiamata, a seconda dei contesti, nei più svariati modi: c'è chi la chiama innamoramento, infatuazione, passione e sinonimi, altri preferiscono chiamarla invasamento, esaltazione, fanatismo, infine i "tecnici" la chiudono dentro parole come "mania", "delirio", allucinazione o sindrome ossessiva.
Bene, dopo questo pistolotto, arriviamo alla "vexata quaestio" e vediamo se si possono trovare strategie atte, non dico a neutralizzare il Daimon, il che sarebbe impossibile perché significherebbe tradire il proprio destino, ma almeno a "sedare" o a "sviare" temporaneamente la Creatura spiritual/demoniaca che tormenta l'anima.
La Natura che come dicevano gli antichi è "vis medicatrix naturae" ci mette a disposizione una notevole quantità di elementi che possono fare al nostro caso; che dire del THC? Ma c'è anche la LSD, il PCP (simil-ketamina), la MDA, la DMT (bufotenina), l'STP, il DMA e via di questo passo. Queste sostanze abbondantemente presenti in natura, ma osteggiate dalla nostra cultura, hanno la facoltà di permetterci di "dialogare" con il nostro Daimon usando il suo stesso linguaggio e di "vedere" attraverso i suoi occhi; il che non è una cosa di poco conto, "vedere" con gli occhi del Daimon significa dilatare oltre misura i propri confini egoici fino al punto di sfrangiarli e di dissolverli nella totalità, ed in questo stato seminirvanico, ci si renderà conto della "natura del vuoto" e consapevoli dell'illusorietà delle nostre aspirazioni e dalla vacuità dei nostri desideri.
Se si è refrattari all'uso di queste "essenze" ci si può dedicare ad altri tipi di esperienze. Per esempio all'autoerotismo; so bene che è una posizione regressiva ma la reiterata esperienza di quella che i francesi chiamano "petit mort" porta sollievo, seppur temporaneo, allo stato di continua tensione indotta dal Daimon. Inoltre è una "forma di allenamento" a quelle pratiche tantriche/taoiste che prescrivono lo stato di continua eccitazione/erezione come elisir di lunga vita.
Se non va bene l'autoerotismo e si disdegnano gli amori mercenari si possono "affogare" i propri ricordi affidandosi al dio Bacco il quale avendo a sua disposizione un notevole armamentario (derivati dal luppolo e dalla vite, distillati di radici e di fiori, estratti di tuberi e rizomi) ci porterà verso l'ebbrezza e il parossismo e ci farà riattraversare, seppur per poco, la pianura del Lete. Il Daimon, poi, avendo a che fare con un altro dio, si presta più che volentieri a questa sorta di "enthousiamòs" (ispirato da dio) che gli ricorda che in fondo lui è un essere di-vino.
Se neanche questo va bene ci si può affidare ai seguaci di Lavoisier i quali nel corso degli ultimi anni hanno sviluppato pillole, compresse, cialde, cachet, confetti in grado di annullare, eliminare, cancellare, sopprimere qualunque stato d'animo. Elenco di seguito una piccola ricetta presa da uno dei tanti libri di psicotecnica: si prendono 3/4 pastiglie di Tavor (mi raccomando però, non quelle da 1 milligrammo, ma quelle da 2,5 milligrammi!) le si mettono in un pestello e le si macinano fini, fini, fini. Poi per rendere il tutto più liquido si aggiungono pure 50, no che dico (melius est abundare quam deficere), facciamo pure 100 gocce di Lexotan (in alternativa si può usare anche lo Xanax) in modo da renderlo una pastetta liquida. A piacimento si aggiunge del Librium, dell'En2, del Valpinax e del Librax. A questo punto si è raggiunta la dose ottimale delle benzodiazepine. Ma per "scuotere" i neuroni oramai completamente ossidati ci vuole ben altro. Si prende del Serenase (mitico!!) che è a base di aloperidolo (un potente attivatore della coscienza), si aggiunge pure del Largactil misto con del Talofen e del Leponex (una vera bomba!), si shakera la mistura e la si sorseggia lentamente facendo in modo da assorbirla sub-linguale (in questo modo l'assorbimento è rapido dovuto al micro-circolo e inoltre non viene distrutto dai succhi gastrici). Tempo pochi secondi e ci si troverà, seduta stante, in una nuova dimensione, tutto sembrerà così poco importante e privo di senso (a quel punto anche gli alti lai non saranno che un pallido ricordo) che ci si domanderà (se si riesce ancora a formulare un pensiero) non solo chi si è, da dove si viene e dove si vuole andare, ma anche chi ce lo ha fatto fare di perdere tanto tempo dietro a questa ormai fantomatica Donna o Uomo che sia; quanto al Daimon dopo un cocktail del genere il minimo che gli può capitare è di addormentarsi di colpo (è sensibilissimo alle BZP così come al DDT) con il rischio, neppure tanto remoto, di non risvegliarsi più.
Un'altra tecnica sarebbe la meditazione, ma questa non fa parte della nostra tradizione ed in ogni caso richiede una costanza ed un allenamento a cui noi, con uno lifestyle "very fast", non si addice. Si potrebbe però, come alternativa, dedicarsi ad un altro esercizio che è quello della "respirazione controllata"; in poche parole si deve sempre rimanere concentrati sul proprio respiro, come fanno i delfini, che non avendo muscoli respiratori involontari, sono costretti, loro malgrado, a "pensare" continuamente al loro respiro. Qualunque pensiero deve essere dissolto, sciolto, e scomposto nel continuo movimento respiratorio dell'inspirazione e dell'espirazione. In questo modo si oscillerà continuamente fra il buio e la luce, fra il cielo e la terra, fra la notte e il giorno, fra il bianco e il nero, fra lo yin e lo yang, insomma fra tutti gli opposti fino a trovare un punto di equilibrio. Questo esercizio, se praticato costantemente, porta a risultati straordinari, la mente acquista un'insolita chiarezza, la consapevolezza si fa più acuta, e si acquisisce un inconsueto controllo del corpo.
Esistono poi tutta una varietà di metodiche, di procedimenti e di svolgimenti quali il rebirthing, il consueling, il channelling, il training, e tutti i vari "ing" che ora risparmio la descrizione per non annoiare eccessivamente.
E' sconsigliato rivolgersi allo psicanalista o ai vari psic, con i quali il Daimon si diverte un sacco a sentirsi raccontare che tutti i problemi derivano dal fatto che quando eravamo piccolini abbiamo visto la mamma e il papà che cercavano di darci un fratellino e che ora non vediamo l'ora di imitarli.
E' sconsigliato rivolgersi all'esorcista per scacciare il Daimon, a quest'ultimo piace generalmente "giocare" ma non gli va affatto di scherzare con gente che si porta dietro turiboli pieni di incenso, spruzza acqua di rubinetto e recita litanie in latino del XII secolo, in più mostra una forte allergia verso certe tonache nere che gli ricordano certi roghi medievali di cui è stato ampiamente vittima.
E' sconsigliato rivolgersi a maghi, fattucchiere e astrologi vari con i quali il Daimon ha un pessimo rapporto (non sopporta di essere preso in giro da gente che pretende di prendere il suo posto).
E' sconsigliato recarsi a Lourdes, a Santiago de Compostela, al santuario della Madonna Nera di Czestochowa, a quello di Medjugorie, e anche quello di Imbersago. In questi posti manca il climax dionisiaco (che è quello che preferisce il Daimon) anzi aleggia un atmosfera soporifera, an-estetica (nel senso che manca di Bellezza) molto deprimente sul sistema nervoso. Anche il Daimon, come già espresso, si trova a disagio in questi luoghi dove altri Daimon esibizionisti si sono fatti costruire templi vuoti dove gli piace farsi incensare e sentire giaculatorie supplichevoli.
In ultima analisi, se si riesce a rendersi conto che non si è tanto sé stessi quanto il proprio Daimon la causa di tutto questo percorso, il quale non fa altro che attenersi al compito di portare a termine il proprio destino, allora la nostra disperazione acquisirà un altro senso perché noi non siamo altro che un elemento di un più vasto disegno la cui trama si è persa nel momento in cui ci hanno affiancato il proprio Genio/Daimon.
Ah, dimenticavo un'ultima cosa, il Daimon risiede abitualmente sotto il diaframma (a lui piacciono le parti basse!) e usa quest'ultimo come la pelle di un tamburo per comunicarci le sue intenzioni, da qui la sensazione di scuotimento che si avverte nei momenti di sconforto e di dolore, ma se si fisserà sufficientemente a lungo il proprio ombelico (antica tecnica esicasta), forse, si riuscirà a intravedere il baluginio nei suoi occhi e a sentire che sghignazza o ride dal fondo del ventre...
ciao