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La Costellazione Del Lupo Azzurro S.&.E.O.

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Riccardomustodario

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Aug 7, 2019, 4:09:59 PM8/7/19
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La Costellazione Del Lupo Azzurro
Prima Parte

Inizio a sentire il peso del freddo della storia gravare sul mio fisico indolenzendo la spalla destra. - Senzatetto sotto le stelle, ho la forza morale sufficiente a gestire un intercity lunghissimo, strapieno di stress mentale, e non mi tange vedere, appena guardo di lato, giungere una locomotiva con un simbolo in bella evidenza che conduce immediatamente il pensiero al mio marchio registrato.

Sono le ore undici del mese di maggio, caro alla Madonna e ricco di rose, mai troppe, per onorare il mio trisavolo Carlo Pisacane, il quale con trecento giovani baldanzosi e forti mosse contro i Mille di Garibaldi per salvare il Regno di Napoli o delle Due Sicilie, così come si legge nella poesia “ La spigolatrice di Sapri “.

Tifosi di squadre calcistiche viaggiano nella direzione del successo - da lontano si notano le loro sciarpe - nell’aria maglie e facce variopinte in modo diverso, sfilano in stazione serenamente. - Colori e volti entrati a suon di cori annunciati ascolto oltre i vetri, li noto scomparire nei sottopassi, seguiti da poliziotti scorta del gruppo sportivo.

Giusto per la cronaca: sono seduto su una panca con scritta che non voglio leggere altrimenti dovrò ricordare, cosa non so, dopo aver visto scorrere questi caratteri per la prima volta sotto i miei occhi, perché sicuramente, sono già passato in questo luogo ove mi accingo a scrivere riflettendo circa i simbolismi nei tunnel sottostanti e le tante pareti bianche, le quali con effetti speciali e colonna sonora, potrebbero assurgere a tragitto meraviglia cultura contemporanea “ underground “. - Esistono dei posti a Londra ove aspettando il pullman che non passa, senti l’underground sottostante che vibra sotto ai piedi.

Sono ritornato sulla stessa panca; mi ero allontanato cinque minuti per comprare le sigarette, le quali hanno il potere di aiutarmi a mente locare - ohiboh! – Appare … cosa? - Una sorta di corteo - una decina d’uomini trasportano a braccia una barca - il legno dal sapore antico sembra meritevole di restauro. – Siamo su un’isola fantastica – avverto che mi si vuol trasferire il tema ecologico “ Salviamo il mare “ o che so, tanto per dirla alla maniera della gente di porto “ Marinai: donne e guai “. - In Italia si é sempre detto che la Marina é il fiore all’occhiello delle Forze Armate, forse per questo la ferma durava tanto, due anni - i fiori vanno coltivati - qui la penseranno come minimo uguale, é proprio grazie al mare che l’Inghilterra é diventata la potenza mondiale qual é, specialmente durante il periodo d’oro, allorquando sul trono sedeva la Regina Vittoria, ultimamente lei in un film d'epoca visto in televisione, mi ha scosso circa il suo enorme potenziale d’amore sconfinato ai quattro venti. – A volte però il vento fa volare il capello; penso pure Giulio Cesare, avrà avuto qualche debolezza da indurre all’errore di valutazione nella presunzione del pensiero che tutti i popoli potessero confarsi alla linea principale. - Non sempre l’intelletto umano funziona a fin di bene, diceva un “ Amico antico “ di secoli or sono, quindi continuo il mio viaggio spedito alla ricerca contemplativa della bellezza artistica, così come ho sempre fatto, senza badare chi devo erudire, perché con tali illustri predecessori, i quali si sono prodigati, ma non sono riusciti a convincere tutti, leggo a priori sprecherei acqua e sapone: le masse aspirano ad altro, preferendo alimentare il loro presente, piuttosto perdersi dietro a nobili contenuti dell’esistenza.

Scrivo per affermare lo mio intelletto, avrebbero detto nel Medio Evo, cercando di risolvere la realtà che mi appartiene, la quale potrebbe sembrare in ambasce da angolazioni diverse, causa una visita specialistica da manicomio, per stabilire fino a che punto il concetto del mondo esterno nella sua esasperazione demenziale di gelosia, si manifesti avvolgente, coinvolgendo la stragrande maggioranza della popolazione mondiale e per questo motivo aspetto il Nobel dal mio primo libro minimalista, ove una parola o un simbolo assurge a pensiero, il quale frammentandosi può perdere ricettività ma non contenuto, risultandomi chiaro perché scritto o espresso a parole, tal pensiero esprime traccia di linea. – Giocare con le idee sa di demenziale – nella casa di cura l’idea è presa seriamente o allegramente? – Curare il bel aspetto é una faccenda molto vissuta nella moda, settore in cui si fa tanta ricerca e dove spesso tutto diventa solo un pour parler tra addetti ai lavori, se si é avuto il buon senso di selezionare i punti vendita a priori, perché in quelli frequentati dalla maggior parte dei compratori, certi discorsi non si avvertono neanche lontanamente, in quanto negli esercizi vendita a rotazione veloce, le argomentazioni d’acquisto si manifestano in poca cosa culturale ovvero un non identificato insieme da sicurezza di massa. – In virtù della presa di coscienza per queste fenomenologie, possiamo affermare si é creato nel mondo, un gruppo di genti intelligenti, le quali riconoscono di stare insieme grazie all’immagine, se non addirittura in virtù di una mossa, un gesto ricercato e riuscito che li accomuni chissà per qual magia - a volte la moda fa follia.

Sono nato il quattro giugno alle quattro e quaranta cinque di mattino, gemelli con ascendente gemelli, più io siamo cinque, eppur non facciamo mai massa. – Se organizzassi una riunione tra me, avrei bisogno di almeno tre sedie, un altro alla lavagna e sempre io, giusto per osservare gli altri quattro di me.

Mi angoscia scrivere un libro presuma immaginare chissà quale ammontare di pagine in non so quanto tempo in chissà quale posto mi andrei a ficcare qualora non riuscissi. – Ma come si fa a stabilire se una cosa pensata é stata scritta e chissà dove? In quale parte del libro riportata, una volta superate le centinaia di pagine? – Se inizio a mettere gli interrogativi all’opera, mi fermerò prima del previsto, la confusione mentale mi coinvolgerà inevitabilmente, causa mancanza d’esperienza che dona professionalità all’io scrittore, acerbo, ancora per poco, ma mi sto cimentando con impegno, allora nella salvaguardia della manifestazione affettiva artista, ecco rafforzo la certezza di un punto antico “ Sfiorare l’impossibile: chiarezza “ una di quelle frasi che ho scritto in passato, le quali mi fanno sentire veramente importante, tanto risultano originali ed alto sonanti.

Stanno succedendo molte cose strane nel mondo d’oggi – in ospedale, tra i tanti giornali che mi perseguitavano causa le loro sciocchezze da sciorinare a tutti i costi, ho scoperto il Presidente é gemelli ed esagerando il concetto gelosia, devo per forza avere fiducia in un tale segno, piuttosto altri al suo posto, anche se un giornale stamani titolava: che Dio salvi l’altra parte dell’Oceano. – Volendo andare a cercarle, aumentano le responsabilità; ma qual é l’altra parte dell’Oceano? - In America ce ne sono due d’immensi mari, o no? Ed in Africa? Non lo so!

A proposito di Dio, ieri fui investito da due messaggi chiari e forti: passando davanti ad una chiesa secolare restai incantato dalla sua bellezza, mi affacciai in punta di piedi ed il suono invitante di un organo mi accompagnò dentro, stava appena iniziando la funzione religiosa. – Alla fine tutti passeggiavano nello spazio divino – c’era molta gente – sono stato uno degli ultimi a trovare posto, poi tante persone in piedi affollavano la chiesa sempre più, pressate da nuovi visitatori che giungevano nel tempio.

L’altra notte avevo sognato mia madre, tutta sorridente, mentre donava dei soldi al pazzoide che lava le scale nel nostro palazzo, questi di taglia é minimo cinquantadue, ma adora vestire le mie quarantotto, nelle quali risulta molto goffo per la verità, altro che linee strettissime anni settanta se non un pochino prima. – Ho aperto gli occhi ridendo e mi sono accorto pioveva – si era verso le cinque “ Mamma mia che acqua e sono senza scarpe “. - Verso le sette mi sono risvegliato e chiari segni di bella giornata lampeggiavano nell’aria.

Ho trovato la matita tra le tasche del mongomero verde mela cinereo ed ho rovistato in quelle della valigetta professionale, varie cose sono venute a galla, depliant, fogli di giornali, poi vado direttamente all’inventario del mio possesso attuale: un traduttore elettronico, una rollina metrica sia in centimetri che inches, il libretto della messa caro a mamma e diverse carte illustrative, frutto di varie peripezie da raccontare più avanti.

Onestà è visitare mura di estrazione mentale diversa, prima di interessarsi alla religione, causa spiritualità sempre più stranite nell’aria; per la serie uomo avvisato mezzo salvato e ciò vale in lungo ed in largo sulla crosta terrestre.

Mancavo dal bagno da quando sono uscito dall’ospedale – sono le quattordici e quaranta – principalmente snack, dolci, cioccolata, caffé. – Dopo un atto grande acrobatico – pure essendo puliti, non mi fido mai abbastanza, dei servizi igienici pubblici, inoltre avvertendo la forte pressione nelle budella, ho temuto si verificassero schizzi di rimbalzo dalla caduta libera a contatto con l’acqua. – Punto e basta, senza specificare troppo, altrimenti si scivola nel volgare, a parte la parentesi della carta igienica, la quale rappresenta tanto un fatto importante da meritare una pausa di riflessione, di quel perché cui leggeremo più avanti. – Vado a consumare un sandwich.

Torno a scrivere dove ero seduto prima – ho con me una bevanda calda che sto sorseggiando e mai ho provato tanto piacere a bere un caffé inglese, come sempre bollente, enorme per noi italiani non abituati a tale quantità; risulta difficile non farlo traboccare almeno da una parte, scottandosi e sul rinculo del bruciore, ecco anche l’altro lato della mano subisce la stessa sorte, ed allora é un tutto in balia delle onde vaporose di un bicchiere di carta molto capiente, purtroppo riempito fino all’orlo. - Sento freddo ed a stare chinato per scrivere inizio a stancarmi, fortunatamente la ventiquattro ore mi funge da scrivania e non mi pesa sulle gambe, sulla cui sinistra, altezza polpaccio, ho una voglia di caffé, la quale in estate con l’abbronzatura, sembra un’isola deliziosa con i peli che fanno da vegetazione al vento, quando vado in bicicletta.

Sono le quattordici e trenta e più o meno ieri alla medesima ora entravo in un hotel, dove risiedo, secondo i vari uffici che si occupano di me. – Orsù dunque, direbbe Totò, una volta entrato nella stanza, laddove
nel pomeriggio di ieri, per ben due volte sono uscito senza chiave, cui la prima volta sono rimasto fuori, perché la porta s’é chiusa immediatamente e con forza dietro di me, quindi sono uscito, per evitare di pensare ai perché. – La seconda volta, è accaduto uguale causa porte dal rinculo sfrenato ed immediato, mentre mi ero appena affacciato nel corridoio per guardarmi intorno e stabilire fosse il caso andarmi a sedere nella hall, magari telefonare alla dottoressa o all’avvocato, il quale a pensarci bene lo proferirei ancora più nordico - certe faccende, più sono giudicate con un alto punto vista, meglio é. – In questo momento una bella ragazza dalla gonna scozzese, alzandosi, urta la mia valigetta scherzando con la madre, la quale s’era seduta sulle sue gambe – s’incamminano verso il binario cinque, dove non c’è treno alcuno, tanto meno gente in attesa – seguo lo spazio con lo sguardo, curioso di vedere chi arriva primo fosse treno. - A conti fatti, sono uscito due volte, oltre il residence, giusto per non sentirmi chiuso dalla porta ed è piacevole essere catturato da alcuni sorrisi senza sbocchi, se non incamminarsi lungo un binario per l’infinito. – Ma perché Edimburgo si gemellò con Napoli? Forse per il piacere economico di prendere un treno che fili in discesa? – Un cliente che ha una boutique uomo importante, in un paese dell’entroterra campano, il quale stagioni fa é stato uno dei primi a presentare un noto marchio inglese d’impermeabili, i quali ora tanto si portano, mi ha confidato di andare sempre in vacanza e non ricordo da quanti anni, esclusivamente ad Edimburgo – per qual motivo e per la musica che ascoltava quasi non afferravo - ora capisco … la dolcezza di una movenza da festival del sorriso difficilmente perde il suo fascino, ripresentandosi anno dopo anno, sempre più ammaliante.

La musica rock mi ha accompagnato abbastanza negli anni e sono quaranta non quarantuno come ha scritto ieri il tale alla reception dell’ostello – quando glielo ho fatto notare, pronto ha replicato ispido: sei del cinquantuno, allora sono quarantuno – inutile aggiungere che la data del compleanno é di là da venire – non vale la pena mettersi in competizione con tipacci simili, i quali godono nel vedere il mondo invecchiare prematuramente, manco avessero a disposizione chissà quanto tempo. – Non sempre il tempo la beltà cancella, la mia mamma ha sessanta anni e più la guardo e più mi sembra bella – diceva un noto scrittore italiano del tempo che fu da me passato sui banchi di scuola. – Tra i miei … anta ed gli anta più venti, ce ne sono giusto tanti e sfido io, impossibile trovare un coetaneo più bellissimo di me, stop/messaggio/inoltrato, ciò non si scrive, altresì il superlativissimo assoluto non esiste in grammatica – ed ecco a voi assodato e diffuso il concetto la bellezza non ha età, quindi andiamo avanti con tranquillità, come da frutto di saggezza estetica.

Avrei bisogno di nuova cultura, per continuare a spaziare nello spazio comodamente, come scrivevo ad un’amica il mese scorso, dopo la pubblicazione del mio primo libro pagina “ Titolto “ ormai roba antica. - Bene sarebbe lasciare il passo al gruppogeno, qualcosa tipo più persone che lavorino su una medesima idea, senza nutrire dubbi se quanto funzioni sia scritto oppure pensato, tanto c’é sempre un altro che tiene il passo. - Un mero fenomeno di scrittura e non solo, è ogni tanto bisogna pur pensare ed io non sono ancora a conoscenza di tutti i dati intermedi tra un pensiero e l'altro o di altri più importanti quando al nostro cospetto si presenta la frase di difficile interpretazione. – Forse ci vorrebbe la segretaria dei giorni festivi – il nero per capelli qui é “ Black Raven “. – Quando un giorno la chioma sarà bianca, chissà non avrò una segretaria per le feste comandate. – Pensando solo al lavoro, si finisce con il seguire gli affari anche a Natale, aggiungiamo pure non tutti hanno la sosta a Pasqua e Ferragosto. - Ieri, primo maggio, festa del lavoro, ero in giro nei vari uffici ad inseguire benefici sociali.

Ho appena fatto una passeggiata in stazione - questo posto diventa sempre più familiare – ormai cammino al centro, prima ero sempre sui lati – mi vergogno: non sono mai stato con il pantalone del pigiama o con le pantofole per strada. – Le ciabatte, pur essendo del tipo quasi ottimo, non sono fatte per camminare al di fuori delle pareti domestiche, conseguentemente proseguo prestando attenzione, anche se non sono abituato a guardare per terra - le pietruzze o i tappi di bottiglia metallici, fanno male sotto i piedi – se vedo del vetro rotto, cambio marciapiede … o torno al coperto. – La stazione é ampia e la pavimentazione é liscia. - Ricordo andai a vedere un film con un’amica di scuola, ci facemmo un sacco di risate – l’attore principale aveva la disavventura di finire spesso con i piedi … non voglio neanche pensarci.

Mi sono specchiato in una vetrina enorme – se mi vedesse chi mi conosce bene, asserirebbe tra i sorrisi, che la follia é il minimo comune denominatore tra me, il pigiama, la maglia, il mongomero, le calze, le pantofole e la valigetta da rappresentanza. – Ricapitoliamo iniziando da terra con l’illusione di elevarsi nello spazio, senza andare in Paradiso, se non nell’ora della morte, a cento e più anni. – Pantofole: color cacchina scuro con riporti in finta pelle, con tanto di marchietto su fondo verde che ne certifica la provenienza – suola … ahimé! – Tra poco uscirà il ditone avvolto in un calzettone tubolare ex bianco, ottenuto dal bucato dei colori mischiati alla ricerca del c’era una volta, quando l’ex moglie aveva il potere di farmi veder presentare davanti agli occhi pedalini e mutande or nel monocolore del rosato or dell’azzurrino, uscito quale risultato nel verso del colore più forte che tuffava in lavatrice. – Pantalone pigiama con una tasca al lato destro, rosso, quasi corallo … colore dei pazzi avrei esclamato notandolo indossato da altri all’infuori di me? – No! – Assolutamente … oh Dio … certamente non da uomo in the city - di giorno tra l’altro: non ho parole! – Indubbiamente in casa, a luci basse va benissimo, come se volesse assurgere ad accessorio da camera. – Maglia di colore verde muschio intenso, collettino sabbia modello polo, quattro bottoni. - Mongomero colore acido già descritto, anche la fodera é naif – sui bottoni metallici ho scoperto che c’é una “ N “ in una corona imperiale – devo prestare attenzione, potrebbero scambiarmi per Napoleone, la competizione é esagerata … quasi tagliente, non vorrei incontrare Nelson dietro l’angolo, una palla di cannone potrebbe squarciare il legno lucido della mia ventiquattrore: affondandola, e di nuovo tornerei a pensare, ad un siffatto modello in legno e cuoio che ho in testa da sempre.

Sono uscito il pomeriggio del ventotto aprile dall’ospedale, dove ho trovato un’organizzazione perfetta – roba da mandare tutti in processione per la penitenza, pena il bruciore ai piedi qualora si fermassero a contemplarmi più del dovuto. – Scherzi a parte, ho un ricordo bellissimo di tutto l’ambiente in generale, personale e pazienti, ai quali rivolgo i migliori auguri di guarigione. Sedici pazienti che occupano tutto un piano, con tre turni di quattro infermieri, più una dottoressa ed un dottore, visti solo nel meeting principale avuto al piano di sotto in un’atmosfera surreale con innumerevoli facce conosciute e non - sembrava tutto il personale fosse in quella stanzetta dalla luce bassa, più guardavo nel profondo e sempre altre facce scorgevo … tra le quali ho avuto l’impressione vi fosse una persona inerente ( * nota a tergo a rileggere ora duemila diciannove mi rendo conto avessi scritto intelligente al posto di inerente, certamente la persone in questione si sarebbe prodigata, piuttosto indagare fino a che punto è meglio dare i Nobel a scrittori di ventura e non ad artisti come me) al mondo del libro, se ho capito bene, durante le presentazioni, nel breve scambio di chiacchiere e volti. – Resta il fatto tutti asseriscono di non aver letto il mio primo libro – ugualmente ognuno d'essi dichiara cdi riconoscermi scrittore e senza dirlo m’invitano a scrivere rapporti sottilissimi, difficilissimi, bellissimi. – Non lo so se questo fatto esiste davvero, ma lo sento, quindi lo scrivo: il guaio per me, nasce quando le persone si mettono insieme, addirittura energizzando l’aria, per avere la presunzione conforto di convincersi lo stanno facendo per il mio bene. – A livello mentale é già successo, si ripete e puntualmente compatisco, perché sono cristiano che non vuol finire sui carboni ardenti e perdonando, come minimo, se ne guadagna in salute evitando l'inferno della massa.

La sera precedente al congedo, avevo scritto dei segni salutari in cucina – l’indomani mattina, curiosamente, ho visto giungere tutti i pazienti nello stesso momento nel vano dove ero per prepararmi un tea, come se avessero fissato un appuntamento … così ho fatto la voce alta, mi sono dato un tono deciso, facilmente interpretabile nel non voler essere scocciato da associazioni di persone e trasmettendo loro questo messaggio di speranza di forza individuale, metto i puntini sulla “ i “ in modo di motivar me stesso a non deluderli.

Da un punto di vista turistico l’Europa é fatta. – Per chi é di Napoli ed ha commesso errori di valutazione culturale ed anela ad espiar il proprio peccato, é consigliato andare a sedersi su una scultura di legno posto seduta, non ricordo se in Oxford o Cambridge ed ivi raccomandarsi al Signore in attesa di rinsavirsi. – Ho conosciuto, in un locale francese dove fanno i croissants più buoni di Londra e frequentato da persone simpaticissime lo scultore che l’ha fatta, il quale mi ha accennato il messaggio pseudo demenziale della sua opera primitiva, mostrandomi la foto della poltrona ottenuta da un tronco, tagliato da lui stesso, se ho capito bene – da qualche parte dovrei avere l’indirizzo – promisi gli avrei mandato una copia del mio libro. – Altre persone conosciute in questo locale record: la tipa a scalare sovente montagne o l’altra che esce una volta al mese perché “ ha studiato molto “ probabilmente come risparmiare o Miss Capello dell’isola tanto più a nord, la quale si vanta di avere un ottimo parrucchiere … veramente ci dovrei andare anch’io, non riesco più a gestire i miei capelli e stanno perdendo colore.

Profittate degli artisti capaci di suggerirvi benessere anche stando seduti e lieviterete in codesta posizione meditando fino all’apoteosi, per poi poter tornare a piedi nella propria chiesa per conoscere la vera essenza del battesimo che già c’é stato, ma non è sufficiente, perché gli errori con l’intelligenza costantemente in crescita complicata, computerizzata, sono moltiplicati causa ignoranza, essendo difficile stare al passo del nuovo che avanza. - Un giornale del Nord di questi giorni cita un tale a Montecitorio di voce napoletana e dalla coda di paglia – chissà perché, ogni volta che entra Napoli in ballo, per i midia internazionali, se non é camorra, é barzelletta. – Per costoro critici socio-teatrali politici, credenti Napoli sia solo la città di Pulcinella, ci sarebbe da farli andare sulle ginocchia da Pompei fino ai Camaldoli, dove c’é la bellissima statua di San Gerardo mio protettore.

Sono le cinque e quaranta p. m. più o meno a quest’ora lo stomaco inizia a reclamare “ Dinner “ il pasto principale della giornata; ho terminato le sigarette e non ne avverto la mancanza come aperitivo, anche le caramelle al mentolo e miele, buonissime, sarebbero piaciute tanto a mio padre, sono andate.

C’é molta folla in questo momento – ho mangiato un hamburger e bevuto una coca cola piena di ghiaccio, infine ho appena buttato nella pattumiera il bicchiere di carta di un caffé consumato osservando i tanti colori delle magliette sportive dei tifosi delle squadre che oggi giocavano su diversi campi di calcio professionistico londinesi, ben serviti dal circuito underground e ferroviario. - I supporter tornano a casa. - Da questo nodo ferroviario, stazione capolinea direzione nord, si osserva il vero sabato da interscambi di cori entusiasti nell’aria per la vittoria o mogi nell’espressione della sconfitta subita, ma la settimana prossima ci rifaremo. – Questa stazione é forse la più importante di Londra, non a caso é King’s Cross.

Il week-end tifoso é intenso per me – l’Arsenal é la mia squadra preferita il sabato ed il Napoli la domenica, posso ritenermi fortunato – attualmente i più felici sembrano quelli dello Sheffield United, i quali stanno alzando i loro cori alle stelle nello sventolio di bandiere inglesi procedono in modo educato e bello.

Il calcio, capita come il cacio sui maccheroni per quanto voglio esprimere ora, tal cosa ho fatto presente anche al prete ed alla dottoressa: la magia. – Al prete romano, cui mi torna simpatico il ricordo d’aver vissuto a Baia con un amico, vero storico della restaurazione dell’arte; con in testa la cultura di quel posto di mare, d’antichi napoletani, praticamente irpini, partenopei, greci, romani, puteolani in villeggiatura, ho dichiarato convinto mi sento scocciato dalle magie. - Ha risposto a magie, bianche o nere che siano, non esistono. – Alla dottoressa assicuratrice del mio stato psichico, ho dichiarato iniziavo a temere lei medesima fosse stata avvicinata dall’aria delle cosiddette magie bianche, le quali hanno la presunzione d’informarsi per consigliare a mio favore; discorso che mi sarebbe piaciuto continuare con il prelato, ma questi asserendo negandole, lo ha troncato sul nascere – forse se fosse stato Lumbard, avrebbe risposto diversamente, lì esistono altri modi di stare insieme, altre filosofie di gruppo, altre forme esoteriche di riuscita, ma figurarsi, con l’aria di Montecitorio che ha respirato da bambino, non potrà mai essere sfiorato dall'idea di magia, con le tante indovine al servizio dei parlamentari, i quali per leggere il futuro danno fastidio a me, abituato a lavorare per ciò che sarà moda l'anno prossimo ovvero fascino. – Le magie bianche, spiegavo alla dottoressa, per quanto abbia intuito, vertono all’esaltazione di un singolo, il quale si ritrova a ricevere l’insieme d’energie che lo portano al successo, magari a discapito di un altro più meritevole, quindi non fa classe, perché non si può profittare di chi incapace di rivolgersi immediatamente ai soliti canali diffusori esausti - ci vorrebbe qualcosa di nuovo onde evitare chi produce qualità è dato in pasto ad un mago o strega, senza considerare che il più meritevole, in genere si sente superiore, quindi non può pagare le pene di un mondo che vuole circuirlo senza il suo volere – tra l’altro la mia mamma lo diceva “ Non si fa “ riferendosi a questi modi occulti e strani che si stavano diffondendo, i quali assicuravano come minimo il successo, ma a queste condizioni esoteriche, giusto per non andare alla magia, risulta per me, decisamente amorale partecipare; non mi piace il successo ottenuto in maniera esoterica, tipo le tante vittorie di squadre del calibro dell’Inter, del Milan della Juve. - In Italia il calcio sembra fenomeno da guerra di secessione americana e per taluni poco conta, che da quel evento ad oggi, siano trascorsi secoli, nel quale ultimo, le “* Strisciate “ hanno fatto man bassa di scudetti. - Non a caso, anche quest’anno il Napoli era la più forte squadra del campionato di serie A e le altre compagini camminavano a spintoni, grazie alla potenza del Palazzo Lega Calcio. – A San Siro, pochi mesi fa, ero presente: una vergogna! - Roba da fare allibire mortificata la povera Montessori sulla nuova mille lire “ Non c’é più educazione “ sembrava dirmi. – Negli ultimi venti anni il Napoli ha fatto tombola di punti nella prima partita di campionato, purtroppo della prima partita dell’anno nuovo non si può dire altrettanto – su quaranta punti in palio ne ha guadagnati solo tre e figurati se quei cornutoni che programmano il calendario, non avessero messo per tale giornata in cartellone: Milan Napoli. – Magia bianca o del diavolo rossonero, comunque la si metta non mi piace, é marcatamente antisportivo “ A Capodanno bisogna far festa “. – Notizia di questa settimana: il più forte giocatore iberico alla Fiorentina. – Peccato la società viola si sia rovinata l’immagine non pagando un giocatore al Napoli che a loro lo aveva venduto sulla parola. – Il presidente azzurro ha commentato la cosa con spirito di superiorità e per lui, notoriamente calcolatore, non sarà facile dimenticare cinque miliardi di mancato incasso - credo. - Qualcuno ha barato: hanno fatto San Gennaro, Santo di serie B e questi figurati se ci pagano, con la scusa che sono più artisti di noi, dicono loro.

Dobbiamo darci una mossa, assolutamente, non possiamo mortificare il nostro Santo Patrono - non mica é carino tirare in ballo come fiore all’occhiello culturale sempre il Rococò ed il Cristo Velato dalla Cappella San Severo? – A Napoli si respira vita ed arte dappertutto, anche a Londra per la verità. – Interessante sarebbe pensare alla geografia artistica, la quale farebbe notizia se non ci fossero continuamente assurde guerre: artisti, aiuto! - Come risollevarsi? - Da più parti s’é levato un coro convinto l’arte sia finita – forse a ben pensarci, una quindicina d’anni fa, ciò sembrava cronico, oggi sicuramente si é concretizzata tale opinione – allora per risolvere, ricorro alla maniera di Wagner “ Gli uomini e le cose stanno come il ponte sul fiume “ ed io sto fermo come un treno sotto la volta della stazione, pensando a Bertrand Russell che asseriva “ Prendere coscienza di un problema significa risolverlo almeno per la metà “ e strada facendo fino a cento, giungo al perché il filosofo scettico dichiarasse “ I giovani sono cresciuti con la mano fredda della bomba atomica sulle spalle e come alzano la testa urtano la fronte contro il computer; quantunque non bastasse il potere sempre più logoro, sempre vecchio ed egoista non da spazio “ insomma non vedeva futuro, se non buio. – Cosa rispondere? – Questo fenomeno lo stiamo vivendo ancor oggi, figurarsi per i giovani artisti – anche se bisogna convenire fortuna è proprio ultimamente il “ Potere “ ha dichiarato bisogna studiare un nuovo capitalismo perché il precedente é stato un fallimento. – Speriamo bene! Evviva gli artisti atti a cimentarsi nell'opera del nuovo capitalismo che funzioni realmente.
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Nel mio primo libro, l’inizio è un inno al quadrato, solido simbolo di spazio sicurezza, in esso traspare l’incommensurabile ottimismo dell’Amore, il quale può anche farsi gelosia. – Il quotidiano stressa malcontenti in Los Angeles – probabilmente ci sono nell’aria grossi cambiamenti che vengono a galla in Hollywood, nell’ultimo ventennio capitale simbolica dell’immagine esasperata del capitalismo. – Da parte mia, possono fare quello che vogliono, senza escludere chiedo per il libro e per i film, in esso contenuti, un sacco di soldi. – Inoltre, vorrei creare un’organizzazione diversa d’immagine visiva, la quale potrebbe iniziare a prendere corpo con il venticinque per cento delle entrate, da elargire a favore del “ Club degli Artisti Falliti “ il più famoso del quale é un tale che conosco, suona più di diciotto strumenti, vive a Londra e canta pure. – Indubbiamente, é uno che da solo già riempie il palco – suona la batteria, suo strumento principale, cosa che non ha mai avuto - inutile aggiungere non ci sia nessuno più bravo di lui, basta sentirlo parlare e se non sbaglio é anche disegnatore o qualcosa giù di lì, insomma una frana, seriamente allegra, e considerando in famiglia ho vissuto la tragedia del Vajont, cambiare valore al dramma, è tutto dire per quanto concerne frana in quel dell'ottobre del sessanta tre. Di una cosa sono certo: un tale, nel concerto pastorale, suonò divinamente, con il caldo, la polvere, la sete, il fumo, le pecore, gli spazi incontaminati e sterminati e nonostante lo martellassi il concerto andò avanti benissimo, anche quando dava segni d’insofferenza per le zanzare che lo punzecchiavano senza pietà producendo di tanto in tanto qualche fuori tempo di cassa accompagnato da un suo “ Ahia “. – In tutto questo, l’elemento é sicuramente promosso, perché prepara una pasta al forno divina, alla maniera della madre, come asserì lui, la quale se é bona come cucina, sarà da concorso Lady Scacco Matto. – Restando nel tema concerto pastorale che si tenne al Lago Patria, fui colpito dal promotore della pensata, questi giunse al luogo dell’incontro musicale con il furgone e quasi tutti gli strumenti, suoi di proprietà, compreso generatore e pony – organizzazione perfetta, per niente é tedesco. – Poi c’era l’incredibile chitarra solista più veloce del momento, capace di esprimere tremila assolo in tre note ed in appena nove secondi - liutaio bravissimo, da anni ad Hollywood, ritorna questi, di tanto in tanto a casa, a date fisse causa scadenza del permesso di locazione sul passaporto. – Infine, al basso suonava il mio migliore amico degli ultimi anni, musicista scicchissimo, il quale é stato anche mio direttore commerciale per due anni e se mi vedesse in pantofole, mi cristallizzerei negli specchi, fallimento totale su tutti i fronti, uscendone con un solo acuto centrale in grado di squarciare tutti i lati del vetro.

Vado a farmi una passeggiata verso le ultime panche, dove c’é la bilancia – stamani segnava settantatre chili e mezzo – bugiarda! – Io, peso settantadue chilogrammi.- Anche in clinica c’era una bilancia. – L’infermiera psico che mi seguiva quel giorno, come lesse il peso, mi rendeva emozionale il lato pancia, invitandomi a salire sul piatto assicurandomi “ Riccardo non ti preoccupare, questa bilancia é anticipata di due, tre pounds “.

A volte mancava lo zucchero ed a volte il tea – bisogna ovviare senza farsi prendere dal panico - il messaggio si leggeva chiaro, nel luogo, laddove trovavo traumatizzante vestire i panni dell’arredatore; chi aveva scelto le tende, tutte uguali anche negli uffici; colori che singolarmente risultano anche carini, ma messi insieme scendono di tono l’ambiente, o forse é questo che si vuole dai melange che mostrano differenza marcata dal mondo esterno, per teste da mantenere più calme. Gira e volta la minestra, questo luogo è uno sballo senza buttarsi dalla finestra, in grado di produrre anti stress, noia, da far festa.

Il concetto dell’io esterno, non è fenomeno trans, ma solido fenomeno dell'apparire agli altri e ciò mi piace in quanto moda, anche se talvolta, a difesa della mia personalità, sarò sembrato l’opposto o forse é solo un far finta, un rompere con l’etichetta, giusto per non essere schiavo degli status simbol, della pubblicità, con la preoccupazione accondiscendendo ad essa, avrei potuto riflettere negativamente circa lo stato di realtà contemporanea ed io in essa, dove pare gli intelligenti o perbene siano stupidi e perdenti.

Mamma mia quanto ho combattuto.

La lotta é un concetto acido. – Al concerto pastorale, il cantante, quinto elemento del gruppo, interpretò in modo esemplare gli ACDC, risultò talmente eccezionale, anche a se stesso, riflettendo si mise a piangere, come solo le ranelle sanno fare, quando si trovano davanti ad una superstar. – L’aveva preparata quella scena drammatica, o era frutto dello stress fisico e mentale, della birra, del fumo, della situazione emotiva riuscitissima che raramente si ripete, del pubblico: io, più le varie stelline presenti, cui una addirittura assurse a Donna Luna sotto al sole, la quale a volte sembra brillare più forte del nostro satellite per dispetto astrale di giornata; quando la luna vuole per forza fare la splendente anche di giorno? - Il cielo rabbuia?

Sono le otto e trenta, é una sera da Donna Luna e mille guai, mi hanno scocciato, disconosco il caos, appartengono ad un lontano passato, vado a specchiarmi, forse non esco.

Sono le dieci e mi trovo nell’ostello - le luci si spengono a mezzanotte. – Non avrei mai immaginato di tornare a quarant’anni in un ostello. - A cavallo degli anni settanta, gli ostelli della gioventù, era quanto più di moda ci potesse essere nel mondo studentesco. – I più belli? – Sicuramente: Villa Camerata, residenza fiorentina di mussoliniana memoria. – Isola Zaccheria di Venezia, dove sono stato nell’inverno del settantadue o l’anno prima? – Poco cambia! – giunto a Venezia immediatamente ricevetti un flash eccezionale “ Acqua alta in Laguna “ – acqua più acqua – si camminava sulle palafitte, si, sicuramente era il settantantuno, quel anno mi dovevo diplomare, l’anno dopo andai soldato. Una situazione rischiava diventare pesante, causa una ragazza in classe mia, con la quale non c’era più niente da dirsi – meglio darsi ad una vacanza, provvisoria, intanto rinsavire per lo sprint finale: esami! – Quale occasione migliore per andare a svernare a Venezia, con il Carnevale e la Biennale di quel inverno? – Mia madre esaurita: proprio quel anno, finalmente stavo per terminare gli studi e nel bel mentre della festa, me la svignavo – mio padre invece, si preoccupava che a Febbraio facesse troppo freddo.

Inutile aggiungere li convinsi facendo presente se l’anno precedente avevo sgobbato sui libri quattro mesi per recuperare tre anni di studi, in sei mesi potevo perdere l’esame importante? Quello del diploma! Una vacanza durante la stagione fredda non poteva che farmi bene per un rinfresco al cervello, inoltre la pausa permetteva d’atteggiarmi a studente da tesi di storia dell’arte da preparare in giro per l'Italia come materia a scelta da portare.
I soldi per un viaggio, li avevo già dall’anno precedente; producevo collane ed orecchini, addirittura a volte ero costretto a comprare dalla concorrenza … il cerchio con tre chiodi che si contorcevano alla maniera del Cristo sulla Croce del Masaccio andava subito a ruba, lo stesso dicesi il diavoletto collana, vera opera d’arte, che plasmavo con la ceramica cotta nel forno della cucina. – Questo lavoro bijou, nacque perché in cinque anni di scuola superiore, sono stato sempre in seconda, vuoi all’Istituto Tecnico, vuoi alla Ragioneria, costretto addirittura a cambiare scuola ed indirizzo di studi, non essendo possibile iscriversi per più di due anni alla stessa classe, fin che non sono approdato alle Magistrali, dove finalmente ho raggiunto il Diploma, passando dal rigido portone chiuso della scuola pubblica, alla comodità dell’orario elastico dall’Istituto privato J.F.Kennedy.

Riccardomustodario

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Aug 8, 2019, 6:45:26 AM8/8/19
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On Wednesday, August 7, 2019 at 9:09:59 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

In famiglia eravamo in sette, tutti con il flash della bella vita e della giusta apparenza in testa e nessun può dire di aver desiderato qualcosa nella casa patriarcale, enorme, fino al quarto piano senza ascensore, esposta a mezzogiorno, quindi senza riscaldamento, ma con tanto panorama. - Vedevo il mare, il Vesuvio, i Camaldoli, Ischia Capri, Sorrento e l’aeroporto ed i monti sullo sfondo, compreso il Palazzo Reale nel Bosco di Capodimonte, più San Martino con relativo Castello. – Negli anni cinquanta e sessanta, ci fu la terribile calata di cemento, la quale ha cambiato il volto a tutti i quartieri della metropoli campana, tale corso edilizio é etichettato “ Mani sulla città “ bucata, mi verrebbe voglia di scrivere, é così, e tale essa appariva, vista poi dalla finestra della mia stanza, attraverso lo scheletro di un palazzo mai finito. Scheletro di pietra testimone nostro, rappresentanti l’unico esempio di buon senso in difesa della proprietà, contro la deturpazione totale del paesaggio, cui tutti abbiamo assistito in quegli anni. – Il summit del palazzo di famiglia dichiarò causa di cattivo uso del territorio all’edificio di fronte in costruzione, furono bloccati i lavori, nel mezzo del cammin di nostra vita ovvero edificio loro per non dire Cosa Nostra ante leggem, se ne infischia di tutto e tutti in nome della speculazione e prosegue, ma caso più unico che raro, viene bloccata la costruzione, la quale riprese a gonfie vele anche di notte, perché secondo loro cosa fatta in essere è. - La mia nonna paterna Esposito, Dama Benemerita di Carità, rimasta vedova e con cinque figli nei suoi primi trent’anni diede il là al palazzo di famiglia. – Mio nonno si chiamava Riccardo come me e di lui so ben poco, non avendolo conosciuto - la famiglia di mia nonna aveva la fonderia. – Esposito é niente di più comune a Napoli, i trovatelli venivano battezzati con tal cognome. – Musto é cognome forse originario d’Aversa, zona di mozzarelle, di scarpe e storia Normanna. - Mani sulla città, famoso film d’epoca, ha fatto il verso hai costruttori del tempo, più si costruivano case e sempre più ce ne volevano, la città cresceva a dismisura. Tantissimi palazzi per soddisfare il bisogno d’investimento dei cittadini, i quali hanno sempre ritenuto la propria città, un bene di valore nel quale investire sicuro, se poi aggiungiamo che negli anni sessanta si é avuto il boom economico, inutile meravigliarci dello scempio a beneficio della proprietà. - Jean Jacques Rousseau asseriva solenne:- << Maledetto il primo uomo che mettendo un paletto nella terra dichiarò: questo é mio! >>. – Ad Aversa c’é un istituto di pena famosissimo – nelle pagine di cronaca nera degli anni sessanta, quando si leggeva di un criminale spedito in quella locazione, la causa era da ricercare nell’offuscamento della ragione, in genere ciò avveniva per delitto sulla proprietà o per gelosia e quando la smettono é sempre tardi.

Gli inquilini del palazzo erano tutti fratelli e sorelle di mio padre, più un cugino e due ragionieri. – Sicuramente, durante il giorno, noi eravamo i più rumorosi, quando i miei genitori erano a lavoro giocavamo a pallone e puntualmente si rompeva qualche vetro o altra suppellettile. - La sera c’erano gli strilli di mamma e la domenica si dovevano levare alte le preghiere della brava persona del piano di sotto, con la quale il saluto é stato sempre amorevole – mia madre affermava che era una Santa ed io ci ho sempre creduto. – Lei per esempio, soffriva molto più di noi lo schermo del palazzo mai finito davanti ai suoi balconi, ombreggiati per meno ore al giorno, rispetto al nostro sempre a mezzogiorno, e scendendo di piano, il sole si segnava o l'ombra si allungava che dir si voglia. – Il palazzo fu costruito sul terreno di mia nonna ed in cooperativa tra tutti gli inquilini, familiari e non, ed ognuno di loro avvalorò il suo diritto dal Codice Civile di far sospendere i lavori dal costruttore del palazzo ombra che ci toglieva la salute, per mera speculazione grazie all’abuso di potere di un luogo comune che la faceva da padrona “ Mani sulla città “ e se gli altri concittadini che si trovano con le proprie finestre in quelle di fronte, avessero fatto come la mia famiglia, oggi, probabilmente, avremmo una Napoli finestrata all’aria fresca.

Pare che Centre Point, famoso palazzo di Londra, sia stato ultimato poco tempo fa, dopo venticinque anni, almeno così mi disse il driver del mini cab, passando da quelle parti con un cliente al quale volevo proporre degli arredamenti per il suo negozio con tanto di macchina da caffé. – Lavorare nel settore dei beni strumentali qui, sembra più difficile, non esiste la cambiale – in Italia la cambiale muove le montagne, spesso di carta.

Sto scrivendo nell’ostello, é appena giunto un tipo simpatico ed un po’ guascone dell’Australia, ieri era in Galles, terra che lo ha affascinato molto per il modo ospitale ed amichevole della gente che vi abita, per la bellezza delle donne e per qualche posto dall’atmosfera magica da lui visitato, con case antichissime e ben tenute ed incredibilmente senza energia elettrica – paesaggio fatato: ci devo andare! – Proprio ieri leggevo sul giornale di una stupenda Abbazia del dodicesimo secolo, dove si tiene un festival ogni estate - meglio scriverlo per annotarlo, farà parte dello stesso itinerario.

A proposito di festival: al concerto del Lago Patria mancava qualche persona della comitiva del Villaggio, tipo il Forestale, la decoratrice e la stilista, la quale s’é appena diplomata ed é pronta per andare all’Università. – In Italia ormai son tutti stilisti ed i sarti? – Mi chiedo chi presterà lavoro manuale, eppure si produce tantissimo. – Il tipo Forestale invece, é un supertosto al di fuori della produzione se non d’ascolto o critica musicale, si esalta nel mantenimento di folle inferocite davanti al palco durante i concerti, compreso trasporto strumenti per superstar, non é smosso minimamente, neanche dagli schiaffoni della madre che vorrebbe mettesse senno. – La comitiva del Villaggio era formata da una dozzina di persone con tante altre che gravitavano occasionalmente tipo i “ Donna “ il gruppo Rock impegnato napoletano per antonomasia, il quale suona sette sere la settimana, dal vivo, e puntualmente con la Birreria strabocchevole di fans. I Donna, gruppo che di volta in volta da a chi sembra capace di volare, la possibilità di esprimersi, insomma, sono anche dotati di quel pizzico di utilità sociale che non guasta. – Ultimo arrivato il batterista Hollywoodiano senza strumenti e non perché gli manchino i soldi per comprarsela, infatti, vive a Los Angeles in villa con piscina. – Siccome gli voglio bene, gli ho consigliato di non fare il furbo, perché tale situazione é livello più basso dell’intelligenza, allontana il comprendonio, specialmente quando asseriva che era il migliore nel suonare a “ Feeling “ e mi guardava con espressione ammiccante e sorridente aspettando qualche tagliata. - Come si deve interpretare questo fatto: s’allenava nella sua mente senza rompere i timpani? – Non glielo ho mai detto, anche se l’ho sempre pensato in modo spettacolare per quello che é. – La Comitiva del Villaggio era di stanza a casa di Sissy, supermetallara tosta che abitava proprio nel parco, dove la maggioranza degli inquilini erano ufficiali americani NATO. – Ogni tanto mancava la luce, il marito abbandonato per caso, di altre fantasie amorose, mal gestiva la nostra presenza. – La maggior parte di queste ragazze hard, erano del tipo che quando usciva dal Villaggio, esclusivamente di sera, per andare al club dei suonatori metallari, era come stesse per mettere piede a Beverly Hills se non ad Oxford Circus – tipica tagliata dell’Hollywwodiano che soffriva l’acconciatura femminile: rossetti e belletti, altro che musica in testa salva timpani e lobi per orecchini lunghissimi. – Il parco era dotato di barriera doppia d’accesso, con tanto di vigilanza, di piscina e di campi da tennis, proprio di fronte al terrazzo comitiva – gli infissi erano rigorosamente neri, bellissimi per come lasciavano filtrare la luce, attenuandola – una volta varcata la porta d’entrata era sempre mezzanotte. – A volte, durante il periodo di vacanze, si entrava in quella casa e si stava quattro, cinque giorni filati, ivi perdendo totalmente la dimensione del tempo; chiedere a qualcuno che giorno fosse, equivaleva a fare tombola, qualora si ricevesse risposta esatta. – Eccezionale era il tipo Forestale che lavorava nel negozio di dischi, allora più Trash d’Europa, questi per essere presente era costretto a sorbirsi chilometri di motorino, quei rumorosi, strani; d’altronde della musica sa tutto, anche se non accetta niente dalle note escluso il Rock, di cui sa titoli dei dischi e nomi degli interpreti, quindi é pieno di responsabilità, chi vuoi vada a studiare tutta quella roba … da strani rumori? – Possedeva non so quante migliaia di dischi, d’alcuni gruppi per i quali stravedeva, addirittura vinili doppioni, sebbene d’edizioni diverse – la libreria a parete iniziava a stargli stretta, eppure i dischi non occupano tanto spazio. – Alcune ragazze dovevano sostenere gli esami di Stato – il musicista in cerca di un accordo a feeling era sempre impegnatissimo: mille faccende, in alcune delle quali voleva si entrasse, tanto per verificare chissà cosa pensasse il pubblico secondo lui, in più era anche atleta, infatti, si prestava a passatempo sportivo dal terrazzo, giocando a tennis, quantunque non bastasse, aveva da badare alla fidanzata ed alla cucina per tutti noi, che uomo! – La proprietaria dell'appartamento, si preoccupava molto serenamente al caffé, di tanto in tanto alle carte ed a tenere la situazione sotto controllo, senza affaticarsi molto. – Giunsi in quella casa nella notte del quattro giugno, mio compleanno, impossibilitato a recarmi in città, perché tutte le strade dal Fusaro, dove abitavo e che conducevano al centro, erano bloccate dal traffico, compreso la tangenziale.

Non potendo procedere in direzione città, mi fermai da quelle parti a cena, con la speranza la circolazione defluisse nel frattempo, entrai in un ristorante dove manco a farla, conoscevo tutti. – Era il luogo di lavoro estivo di una numerosissima famiglia, la quale durante la bella stagione seguiva la clientela che si trasferiva in larga parte nella zona mare, e loro pure, suddividendosi tra i due locali onde attivare un complesso estivo corredato di bar, pasticceria, ristorante e pizzeria.

Dopo aver pranzato, mal digerii costatare le auto fossero ancora inchiodate all’imbocco della tangenziale. – Uno del bar, da vero digestivo, m’invitò ad andare con lui ed un amico sottoufficiale che l'accompagnava, in un locale, che a suo dire mi sarebbe piaciuto, poco distante e sempre in direzione opposta, inoltre sicuramente, uscito da questo posto, sarei andato ovunque liberamente e poco male fosse stata notte inoltrata.

Entrammo nel locale del Villaggio dall’altisonante nome di un grosso navigatore inglese del passato, fui molto impressionato dal cantante di un gruppo rock, che in quel momento era sul palco. - Anche gli strumentisti erano molto bravi, ma la voce aveva qualcosa in più, infatti, dopo, conoscendolo non avrei giustificato che uno piombato da Roma, vivesse on the road la sua avventura rock, magari dormendo nel Villaggio in auto, se non fosse stato così convinto che i musicisti napoletani sono bravi davvero … e non solo a feeling.

Durante il concerto, conobbi i rockettari splendidi che assistevano allo show ed a chiusura del locale mi ritrovai nella casa dagli infissi neri, dove si viveva il down della megawattica strumentazione in partite a scopone, discutendo delle più svariate argomentazioni, principalmente musicali laddove il buio non lasciava posto all’alba, nemmeno al sopraggiungere della luce solare.

Più o meno verso le tre del mattino, dopo che c’era stato un viavai numeroso di persone, la casa iniziava a svuotarsi ed ogni divano diventava letto – su uno di essi, piuttosto piccolo, ma aperto, c’erano addirittura cinque persone, compresso me. - La sera prima, con la mia ex socia Bellazzi ed il fratello con la fidanzata, ci spingemmo fino ad Amalfi, preludio di compleanno – rincasai alle cinque di notte e sicuramente alle nove del mattino, sarò uscito per lavoro. - Non si dormiva mai.

In quel periodo avevo un bellissimo abito color ghiaccio, il quale non si scioglieva sotto il sole, tenendomi fresco nella maglia traforata che indossavo da sottogiacca. - Sul bavero importante del doppio petto, portavo uno spillo grammofono, mortificato nella sua forma originale, fino a diventare un contorto, quanto armonico porta fiore, in cerca di margherite, le quali iniziavano a scarseggiare, nelle aiuole sparse sul territorio e non certo a causa mia che le avrei piantate ovunque.

A quei tempi dividevo l’ufficio con la socia Bellazzi, come adorava definirsi, con la quale producevo T-shirt particolarissime. – Lei, tra l’altro, era la proprietaria di mezzo parco e quasi tutti i negozi sottostanti – situati nell’area occidentale della città – zona industriale, super trafficata e popolare. – Tra i nostri clienti, annoveravamo la figlia del più noto personaggio della Napoli che se ne va cantando in esportazione “‘O pate é pate e’ sadda rispetta’, pecché 'o zappatore nun’nsa’ scorde ‘a mamma, ‘e nun mo’ faciteme ricere cchiu’“. - Era bello mostrare il campionario alla figlia, ha un senso del rispetto particolarissimo, oltre ad una bella e funzionante boutique dall’altro lato della fascia della città. - Ho notato che l’attore in auge, sui cartelloni del momento, somiglia al noto padre della nostra cliente, capace di riempire i teatri con le sue sceneggiate, pure a New York. – Vabbeh! – Pur sempre da un lato all’altro, un asso nella manica originale, il numero due della sceneggiata, abita nel parco dove ho l’ufficio, con tanto di segretaria che lo idolatrizza, come suo concittadino più riuscito.

La signorina Bellazzi, nel suo familiare, era convinta d’essere la più bella, anzi bellissima, perché lo dichiarava sua madre – stesso concetto la madre aveva per il figlio, con il quale trascorrevo non dico ventiquattro ore la settimana, dalle ventuno all’una del mattino, ma poco ci manca se valuto, quasi ininterrottamente, per un paio d’anni d’insonnia a massimo cinque, sei ore al giorno, se non dormendo la domenica e raramente un po' più soft qualche ora verso le tredici, meglio un’ora di sonno che un’ora a tavola, la moda impone linea. – Per questo motivo più altri, il padre s’incavola di frequente, avendocela ora con me, ora con il figlio o la figlia o la moglie che difende tutti a spada tratta e probabilmente lui a quel punto, s'incavola anche con se medesimo in vana ricerca dei suoi perché chiusi nello scrigno che non si apre, custode di tutto l’oro del mondo. – Personaggio molto pittoresco, carattere particolarmente simpatico, indubbiamente supertosto, il quale se ne starebbe pure per i fatti suoi, ma le cose che non gli vanno a genio sono molte e pian piano accompagna ogni commento con centomila parolacce, plasmate nelle sue incavolature.

Diciamo pure, conoscevo tutti i posti della Campania dove si poteva raccogliere una margherita da poter infilare tra i sottili listelli d’argento, fungenti da tasti del grammofono gioiello, acquistato dal mio amico antiquario, con il quale al tempo della comitiva del Villaggio, dividevo l’appartamento al Fusaro.

Fratel Bellazzi, aveva l’abitudine a girare continuamente in macchina, sempre con l’aria condizionata in funzione; temperatura polare anche d’inverno; si viaggiava ben coperti in auto, nella Tema appena uscita dal design Lancia. Auto bleu notte, capelli gelatinati e bagnati, eppure non ricordo mai di aver starnutito, e sto ancoras fresco e tosto. – Tempo dopo, nell’abito color ghiaccio, addirittura assursi ad iceberg. – La linea cornuta da uomo, nel senso del play boy, poteva garantire successo anche in Lapponia, dove gestire tredici donne, deve essere ancora più difficile, date le distese sterminate, da coprire con cervi a tirar la slitta, quanti regali da portare per Babbo Natale. – Corna d’alce! - Mi fanno ridere chi asserisce le vendite sono in calo, questione di linea, la quale non sfonda - il mercato chiese novità. – Ancora più corna?

Ironia della sorte, quel Natale avevo partorito la nuova collezione, essa verteva intorno al tema “ La confusione mentale, fino a che punto ti coinvolge nelle manifestazioni affettive ” nata quale espressione della psicologia demenziale da raccontare. – Mi piaceva immaginarla artisticamente avvolta nelle scintille che si dipanano a spirale tra i vicoletti, linea esagerata, partendo dal centro Vico Belle Donne a Chaia, segnali luminosi a mo’ di stellette, con dei punti interrogativi ed esclamativi, una sorta di divieto non consenso d’inversione ad “ U “ ed un cuore tra linee sinuose come da tortuoso calle per giungere all’amore.

Nel programmare questa linea, leggevo la realtà quale ordine mentale da non perdere, segnali di riporti in pelle, e metallo con qualche inserto, anche un attimino demenziale, se vogliamo. Un’altra indicazione del genere, era la linea “ Diavoletti “ nel senso di scugnizzielli e dulcis in fondo, la linea “ Pastorale “ evoluzione totale del discorso triennale, a livello di collezione, manifesto inizio immagine moda dei cervi, animali unici, nelle loro corna ramificate a ceppe, forse i più allegri ed invernali che esistano tra tutti i quadrupedi, capaci anche di volare, nell’immaginario collettivo, infatti portano la slitta con i regali di Babbo Natale. – La linea continuava sviluppandosi, fino a giungere ai corni d’osso di bue. – Il tema della confusione mentale doveva esaltarsi sul jeans, cui ci prefiggevamo in ufficio, di venderne a iosa – come sempre succede strada facendo, vista l’impossibilità di mettere insieme borchiette con riporti di pelle e metalli scintillanti etc. in così breve tempo, per non arenarci, ebbi la felice intuizione di passare alla linea che avevo incapsulato nel preconscio, qualora nascesse il bisogno d’emergenza “ sanrimuda decollato “ nel senso dell’aereo, in quanto, che non ci fosse mai tempo, perchè fin troppo, sempre impegnato, iniziava a scocciarmi e seriamente incominciavo a pensare di piantare tutto. – Figurati se la ex socia non se ne uscisse immediatamente, che bisognava inserire “ santabellazzi liberata “ facendo linea comune “ sanrimuda decollato & sanabellazzi liberata “ addio etichetta – bisognava aggiungere poche lettere etc. altrimenti iniziava con il lamentarsi, per poi diventare a breve furia realizzativa nel senso da uno a cento, due o tre inviate a quel paese per realizzare chissà che. – Siccome le volevo bene acconsentii e fu ben fatto! – Tre o quattro. - Il master fu realizzato benissimo ed ottimamente poteva generare altro su quella linea. ( * Con il senno del poi direi erano questi segnali, il pronto moda, quantunque “ Programmato “ ad un mese, iniziava a far scoppiare i produttori, mancavano i tempi tecnici di realizzo

La Bellazzi era un personaggio incredibile: un giorno si sentiva sponsor, specialmente quando non c’erano idee in giro, un giorno stilista ed un altro rappresentante – ancora più vogliosa di realizzare l’impossibile, risultava, ahimé, quando vestiva i panni da socia, dimenticando non si trovava senza dover prendere ogni cosa, tenendo presente in esaurimento o meno, il lavoro proseguiva producendo. – La linea, sulla quale c’eravamo tuffati in quel momento, prevedeva le nostre effigi come santini, a medaglietta appesi ai giubottini, più altri accessori metallici e fibbie in osso ed applicazioni in ottone. - La socia era entusiasta, facevamo i conti di quante migliaia e migliaia di capi avremmo venduto ... se il diavolo non spuntava con le sue corna sui nostri campioni che vedevamo nascere sulla carta del nostro progetto.

Nel negozio d’articoli Sacri, poco distante dal Duomo di San Gennaro, in una delle tante stradine antiche napoletane, acquistiamo una miriade di santini, colombe e delle bellissime madonnine in ceramica e croci, quanto di più minuto esistesse in materia. – Dal mio amico restauratore, prendo del filo d’ottone a pallino Luigi Filippo o Stile Impero, praticamente inizio ottocento, periodo che non voleva il bidé nella case inglesi, perché Impero è sogno facile da avverarsi, cioè farsi il bagno nella brezza delle gentil palme. – Nello studio il master esce immediatamente preciso: spettacolare!

Fratel Bellazzi, arriva dopo qualche giorno, con un camion pieno di jeans, acquistati nei migliori punti che sa lui in giro per l’Italia, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta per il modello più confacente alle nostre esigenze. – Viviamo, ormai, nella dimensione dello stile post industriale ed io sono contento di non dover sfruttare l’altra linea jeans che conservavo in testa, qualora fosse sopraggiunto un periodo di vacche magre, visto che c’eravamo prefissi di passare alla produzione con più dedizione, dovevamo per forza avere in serbo sbocchi proliferi. - Dalla padella alla brace: evitiamo di ricorrere alla confezione a numero sostenuto da esigenza di incasso, limitandoci a capi sciolti: gonna, camicia, maglieria e becchiamo ritardi in consegna dall’accessorista sacro, e questa volta non possiamo neppure imprecare, altrimenti saremmo profani.

Avevo il laboratorio pieno di karung, serpenti che usavo per cinture preziose, le quali presentavano, quale mio segno distintivo, un taglio particolare su un lato ovvero una “ Stilizzazione di figura di donna vista in sezione “. - La signorina Bellazzi, asseriva che tale forma fosse ispirata a lei, il che stonava un poco, quando era con me e ci trovavamo al cospetto di titolari gay, i quali costituivano la maggioranza del mio portafogli clienti. - Dopo un paio di stagioni, la forma dalla quale “ stilizzazione di figura di donna vista in sezione “ che usavo per tagliare i fusti in pelle, consumandosi, partorì un gonfiore sui lati, come un pallone pronto a volare. - Le cinture erano foderate con gomme ignifughe, materiale che se brucia non produce ossido di carbonio, inoltre erano sovrastate con pellicole a foglie di sughero originale, rivestite con pelle di serpente karung, con accessori di fibbie in ottone e corno. - L'argomento sughero da indossare entrò molto in testa ad un mio cliente, questi aveva una boutique nel beneventano; profondo conoscitore del settore moda, aveva notato e lo aveva segnato, in dialetto diciamo se l’era segnato, i miei discorsi venivano presentati come novità l’anno seguente, da stilisti che allora andavano per la maggiora. – Questo dato di fatto, da lui portato in evidenza, a Napoli, non era mai stato novità.
E quest’è l’Italia che fa di tutto il mondo un paese.

Mi piacerebbe vedere una mostra d’Antonello da Messina, le sue facce incantano. – A Londra vi sono mostre d’ogni genere, continuamente. – L’arte si respira forte in città. – Questa piazza, dove scrivere sta diventando un rincorrere veloce d’idee da riportare, le quali mi saltano in mente per i più svariati motivi, velocemente, come i passeggeri che affollano questa zona, sarebbe interessante se s’abbellisse, dandosi un tocco estetico – la struttura monumentale preesistente qui intorno é notevole, per esempio l’edificio di St.Pancras é semplicemente stupendo, ma meriterebbe un restauro.

Nella serie dei pensieri sparsi, non so perché mi sovviene che in quel periodo del Villaggio, Fratel Bellazzi giunse con uno stilista, mi sembra di Torino, questi rimase a deposito per qualche giorno in ufficio e lo stesso fece la sorella, la quale si presentò il giorno dopo, con una tipa da Milano, che ivi si fermò ugualmente. – La gente ovunque si moltiplicava, ma il lavoro non cresceva, qualcosa funzionava altrove ... spaziare nello spazio comodamente.

Nella comitiva del Villaggio, nacque un’intesa immediata con Bella Star. Il quale assurse a direttore commerciale dei progetti che avevo in testa – questi aveva capelli lunghissimi, chioma ordinata in concorrenza con le ragazze più belle della città. – Non ricordo chi mise in mezzo il gioco della domanda e mi colpì un suo concetto complicatissimo, sulla risposta negativa, la quale deve per forza partorire una domanda positiva, un po’ come quando guardiamo il telegiornale senza smarrirci – dalla serie “ Il telegiornale come risposta sociale “ - Una cosa del genere senza TV, l’avevo sul mio marchio registrato, un saliscendi tra linee sinuose le quali si articolano tra le difficoltà della vita. Marchio, presentato tra l’altro, in quel luogo balneare del Villaggio, otto, nove anni prima. - Marchio che non prevedeva assolutamente forzature, sebbene é difficile non incontrarne, infine le difficoltà non sono negatività, ovviamente se le difficoltà seguono le frequenze del bollettino di guerra del telegiornale, il discorso cambia.

• Guardare il telegiornale senza smarrirsi, dal negativo nasce il positivo, e dire era tutto positivo, poi Dio presentò la mela ed iniziarono le difficoltà della vita, cui grazie a “ Titolto “ aspiro a togliere.

Mi piace molto Liverpool Station con la pista di pattinaggio sul ghiaccio a cielo aperto, al centro di un emiciclo d’uffici. – Costruzioni nuove, bellissime, specialmente sul lato esterno; o forse già c’erano, chissà quanto tempo prima? – A sciare sul ghiaccio coi pattini, non ho mai provato – sicuramente mi troverei in difficoltà, all’inizio. - Per un giovane imbevuto di cultura musicale metallara, dark, trash, é fatale che una tal espressione di negativo positivo, cioè scivolare su una lama d’acciaio sul ghiaccio, la quale non diventa mai neve, rappresenti un livello notevole da verificare in risposta al suo pubblico, facendo smorfiacce dal palco e fatalmente quelli si lanciano addosso e lui se ne frega, perché ha il Forestale, capace di respingere tutti gli attacchi, qualora fossero negativi, ovvero tentativi di mani non desiderate da tocco per la sua bellezza.

Sono tornato sulla panca, una di quelle in fila, come fosse chiesa; sono tutte affollate le panchine in stazione e mi soggiunge del divano nella stanza del villaggio dagli infissi neri. – Non ricordo chi mise in mezzo il gioco della domanda - ho preciso la fotografia mentale di com’eravamo disposti, la prima persona che avevo accanto in senso orario, sicuro diede una risposta dopo la Sissy e la sua amica Decoratrice, mentre Bella Star cercava di quadrare come si doveva formulare la domanda. – S’inizia con la lettera A, che per me va subito a capello nell’idea dell’acqua; avevo i capelli sempre bagnati al tenax. - Non ricordo l'articolarsi delle parole che si potevano sviluppare in pensiero, conoscendo la situazione, la Decoratrice dovette mettere in mezzo qualcosa inerente alla gelosia che rimbalzò su Sissy con “ L’amore che distrugge “ tema presumibilmente affascinante per la stilista nella risoluzione dei suoi perché la cui sequenza cadde nel dimenticatoio in attesa di rappresentazione, Perché Bella Star facilmente rispose in tutt’altra direzione, mettendosi al centro della situazione lanciando un messaggio da “ R “ che mi chiamava in causa ed al quale risposi in shock look cerebrale che li inchiodò con questa frase “ La confusione mentale, fino a che punto vi coinvolge nelle manifestazioni affettive “. - Ma perché é una domanda? Fu la loro risposta mentre si guardavano tra lo stupito e l’entusiastica espressione da leggere nelle loro facce, le quali trasferivano velocemente i pensieri fin che la risata risolutrice iniziò a pronunciare le sue risposte, anche sconvolgenti se vogliamo, come é d’uopo nelle neo culture, per esempio quella di Sissy femmina tosta, madre spirituale della Decoratrice, amica del Forestale, esempi da viaggio Napoli Londra di continuo e ritorno, siccome era la più emozionale, tutti convogliammo su di lei le nostre attenzioni, ovviamente mascherò benissimo i suoi sentimenti accennando “ Si … mi coinvolge un pochino, ma non mi lascio trascinare … “. - Così speri? - Aggiunse qualcuno, tipo la Decoratrice che affermò seccamente “ No! – I miei bordellini mentali li scelgo io!“. – Bella Star asserì “ Inutile fare commenti: la situazione é sotto controllo!“. - Dopo dieci minuti assertivi mentali sotto osservazione, qualcuno si alzò dal divano per andare a dormire, nella fusione di un sorriso che continuava nel pensiero. – Cambiammo argomenti, perché a loro, quando avevo presentato la domanda, piaceva che stessi rispondendo, piuttosto replicare da esposizione per la vetrina. - Sto ancora aspettando risposta da contro risposta a domanda, mettiamola pure l’alcool cesserà il suo effetto, il sonno renderà chiarezza ai pensieri - i vetri degli occhiali sempre più puliti.

Camminando, giusto per quadrare il seguito della storia, sono appena giunto in un parco mai visto prima, eppure pensavo di conoscere tutto di questi luoghi, specialmente dalla piazza in direzione della City. – Conto tra i passi tre campi di calcetto, due di tennis ed un parco giochi per bimbi e molto verde per accomodare adulti sul prato assolato a prendere la tintarella. – Oggi é molto caldo ed è domenica – domani Bank Holiday, sarà ancora giornata festiva. – C’é molta gente nel parco assolato, questo week-end da venerdì pomeriggio a lunedì sera durerà quattro giorni da chiudersi in casa artistica e non uscire più.

La polizia si era soffermata a sbirciare sul mio notes a spirale – affermandomi avrei dovuto spostarmi dalla stazione, probabilmente vogliono farmi muovere, visto che da un giorno e mezzo ero seduto su quella panca, a scrivere, a pensare. – Prima dichiaravo di provenire da Napoli e puntualmente loro replicavano italiano. - Mentre stilavano il rapporto, si é scoperto sono europeo bianco, segue che esistono anche europei neri o gialli. – Ottimo riferimento è ricordarsi d’essere bianco nel centro del mondo. – Da tener presente, qualora nasca il bisogno di professionalità, infatti qui non manca nessuno, tanti o più d'uno é pronto a coprire qualsiasi area del pianeta desti interesse di mercato e c’é sempre un’agenzia dove cercare la persona giusta con la quale capirsi immediatamente con tanto d’attestato educativo from Oxbridge o equivalente.

Tempo dopo, rivolsero la domanda senza risposta a me. – Mi dichiarai interessato a scoprire il pathos in ciò che facevo ovvero i miei feeling – ed in coscienza costatavo se la situazione fosse sotto controllo ero contento e se non, poco cambiava, perché uguale era il giudizio di me stesso alla ricerca di un perché da sviluppare, davvero: anche “ Inzamato “ come talvolta possa apparire il quotidiano di mezzanotte travolto da troppi impegni, la situazione mi risulta sempre sotto controllo.

Non ricordo più le cose scritte ieri, o meglio, le ho presenti, ma non so fino a che punto le ho certificate. - Mi spiego: quasi tutto si é svolto come volessi tracciare un accenno veloce a quanto mi prefiggo scrivere o forse mi prefiggevo, in quanto ho presentato gli argomenti da evidenziare e fino a che punto sia stato iniziato o risulterà completato un discorso, sarà il futuro a quantizzare. – Ci vorrebbe una scheda a parte per ognuno e per ogni argomento trattato, un insieme di documenti aperti come se dovessero assurgere a qualcosa notevole di senso compiuto, così come si usa nei portafogli clienti che si rispettino ed uguale si fa per i prodotti.

La dottoressa s’é rifiutata a due telefonate – ha fatto dire di richiamare più tardi – o si é principesse o lo si é lo stesso, ormai, anche gli uomini stanno diventando tali – per la verità era impegnata. - Un principe come me, può mai stare a telefonare continuamente? – *In questa città, così come stanno i fatti oggi, per quanto mi concerne, meglio fare la parte del maniaco “ Stalker “ che del gay.- Cosa non si fa per risultare originali. Oggi sembrano tutti gay, ma quanti lo sono veramente? Neanche chissà quanti per cento.

L’amico Hollywoodiano quando non fa lo smargiasso a tutti i costi é una persona splendida splendente, é fidanzato con una ragazza americana, figlia di un generale Nato. – La ragazza aveva lo starnuto facile, allergia che non gli passava neanche al miagolio del suo gatto siamese a coda tronca, il quale sembrava soffrisse per lei replicando ad ogni starnuto con un assolo di miagolii, fin che trovando qualche fessura aperta nella notte d’estate, non scomparve? – Tutti erano dispiaciuti - la Decoratrice aprì la borsetta, n’estrasse i Santini e recitò un’Ave Maria per il gatto, nella speranza di un ritrovamento. – Sapevo che i gatti hanno bisogno della coda per una questione d’equilibrio. – Poco male, avrà pensato il generale l’indomani, dall’alto delle sue mansioni di controllo in un mondo sempre più strippato, quando la figlia riportò a casa la notizia del gatto non c'è più.

Nella casa del Villaggio la vita continuava, si commentavano le partenze per diversi di loro, compreso il batterista a feeling, il quale inizia a parlare di villeggiatura – un bel dì parte: si fa cinquecento, seicento chilometri in autostrada, ed in cinque sei ore, é di nuovo nel Villaggio. – Tipico napoletano lontano da mamma’ non si può sta’. – Ero rimasto notevolmente impressionato dal sentimento fedele della Decoratrice, che lesse la preghiera dalla “ Figurella “ Santa. – Lei, flash cantante Rock tenace, si risolveva in tanta tenerezza che fa moda. – Tra una serata e l’altra, la casa dagli infissi neri, presenta per i saluti il cantante romano che parte per Hollywood con la fidanzata. – Poco dopo giunge il più forte chitarrista conosciuto, il quale saluta a sua volta, perché sta per fare altrettanto. – Solo il tipo Hollywoodiano non trova pace e va su e giù per l’Italia senza sosta, in cerca del gatto … militare? – In nottata era scomparso un porta polvere da starnuto d’argento che avevo – poi ricomparve – e poi scomparve il gatto, ma non il raffreddore. – Scherzi ufficiali da gatto: si morde la coda e se ne scappa in cerca di essa.

La sera da Carmella, si usciva sempre alle dieci e qualche volta si andava anche in trasferta, come quella domenica, in cui si suonava in birreria, stracolma di gente e tante persone anche nell’adiacente parco dei divertimenti “ Edenlandia “ ovunque, e si rientrò a notte fonda. – Il mattino seguente, alle sei parte Bella Star in motorino, per andare a lavorare in Fiera ed il giorno seguente vado a lavoro anch’io. – Organizzo le cose per la segretaria e mi preoccupo di ultimare l’ultima consegna che avevo in programma, prima di dedicarmi all’autunnale, dopo una breve pausa. – C’era da fare qualche incasso, specialmente per l’abbigliamento, e forse ci sarebbe stato qualche altra telefonata per accelerare il bisogno di ricevere quanto prima gli accessori onde consegnare gli ordini puntualmente ai clienti. – La segretaria gestiva le consegne, le quali la preoccupavano assai, gli ordini c’erano, e causa qualche ritardo di “ Marunelle “ temporeggiavamo dall’incamerarne altri. – Inoltre, c’era da ricordare alla socia degli incassi, prima che lei li stressasse per me. Sanrimuda Decollato, andava a riposarsi un paio di giorni, per rituffarsi nell’autunnale più convinto che mai! E se poi per riposo s'intendesse qualcosa di diverso dallo stress lavorativo, ma ugualmente stress, nulla tange, l'importante è cambiare! - Nel cambiamento c'è rilassatezza - non ricordo chi lo disse nel secolo scorso, ammonendo come evitare la noia da stress dell'industrializzazione, forse nessuno, in quanto l'industria era sinonimo di fermento, la gente si notava all'improvvisamente insieme, quotidianamente alla stessa ora e ciò doveva destare stupore ed interesse o preoccupazione, perchè la città cambiava mentre le campagne si sfollavano, si diventava operosi senza essere preparati.

Rientrando da Formia, incontro Bella Star, esattamente fuori al Villaggio - tornava da lavoro. – Stetti un paio di giorni con i neo amici del Villaggio, in costante contatto con la socia e l’assistente in ufficio, con la speranza che i tempi maturassero incassi più veloci; in estate è una tragedia, c'è poco da fare, i negozi si svuotano, le casse non si aprono, le spese esistono uguale alle altre stagioni, anzi; l'impegno principale va a recupero crediti. – In macchina pensavo produrre é difficile, vendere é complesso, incassare é un’avventura; se ne potrebbe ricavare una linea moda da un'idea simile? Meglio non pensarci! – Bisognerebbe disciplinare il mercato, specialmente per i pagamenti, renderli più sicuri, *sono stato distratto dalla voce potente della radiolina vicino al tavolino di Pret, sono passati i polizziotti, robe da commentoz Camden welldone, nei punti vendita, stanno nascendo troppi avventurieri rendendo l'incasso sempre più sorpresa. – Si sprecano molte energie inutilmente – lavorare in questo modo inizia a costare moltissimo; troppi andarivieni, in alcuni casi le riscossioni tardive possono rovinare una stagione – allora fermarsi é meglio che vendere quando il periodo commerciale in corso ha già vissuto i suo tempo e la novità stagionale fatalmente volge all’epilogo. – Bella Star sembrò capitare proprio per distrarmi da qualche vendita affrettata di fine stagione, in cui c’é tutto da perdere e niente da guadagnare. – Saper aspettare, come e quando tuffarsi nel mercato, facendosi trovare competitivi e preparati più che mai, é importante per risultare vincenti. Mantenersi pronto a dare tutto, al momento opportuno, nel breve tempo della risoluzione stagionale di vendita, è indispensabile.

Dividevo in quel periodo, con un amico restauratore, la casa al Fusaro. – Il primo giorno fu incredibile: sistemammo l’appartamento convinti le donne é meglio tenerle lontane, quando bisogna fare il punto della situazione, meglio non farsi prendere dagli affetti. – Dall’abitazione dove ero prima con moglie e figlia, mi ero trasferito, anche perché quando ricevevo qualche amica, i vicini sembrava guardassero straniti, come se soffrissero nostalgia per la persona lasciata e siccome veramente pativo la lontananza di mia figlia, decisi di sloggiare tranquillamente, tra l’altro il contratto era in scadenza di locazione ed il proprietario mi aveva offerto anche dei soldi, cosa che dopo poco sarebbe mancata, e se aggiungo la socia voleva che dormissi in ufficio, il quale essendo grande e con merce dentro destava preoccupazioni, mi sembrò ovvio andare a vivere con un amico lontano da donne complicate, le quali ti possono rintracciare a tutte le ore, fino a far odiare il telefono, figurarsi il portatile. – Scartando la soluzione: casa con amico, potevo andare a vivere dalle parti della collina dei Camaldoli, la quale indubbiamente offriva una dimensione più spirituale, forse anche Yoga di quel esercizio che avevo vissuto e mi piaceva. – Bellezze e stranezze della zona Napoli, il restauratore era intento alle “ Scagliole “. – Conoscevo Pozzuoli e le sua Baia, certamente non come il mio amico che l’aveva vissuta molto più di me, infatti anni prima si era trovato a costruire una vela, la quale una volta ultimata, risultava più grande del cancello d’uscita, e sempre lì o poco appresso era il suo laboratorio ove sono rimasto incuriosito da mille cose. – Rischiariamo l’ambiente. Mentre lui é impegnato a qualche opera d’arte da restaurare, aziono una pistola con il tubo staccato dal compressore e con sommo stupore di entrambi, dalla canna esce tanta acqua.

Riccardomustodario

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Aug 9, 2019, 7:29:58 AM8/9/19
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On Thursday, August 8, 2019 at 11:45:26 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

La zona puteolana é stupenda! – Sicuramente, la preferita dagli antichi romani che ivi andavano in villeggiatura, un po' spesso per la verità, con la scusa d'essere al servizio del popolo, si recavano ad interrogare la Sibilla per ragioni d'impero. - In quel di Baia, antico porticciolo romano, millenni or sono, con piacere, Nerone e la madre Agrippina vivevano i loro baccanali preferiti, fin che l’Imperatore si dovette flesciare troppo con il fuoco e se ne tornò a Roma per il gran falò, abbandonando la sua corte, la quale trovò sacrosanto dedicarsi al vino, attualmente DOC, di zona, buonissimo, ottenute con uve da taglio d’importazione più le proprie. Tra un bicchiere e l’altro durante gare al gioco delle bocce, fumando la pipa, mentre le donne eseguono tutti gli altri lavori, pena le fiamme di Nerone – passa il tempo degli uomini di quella zona – le donne fanno tutto – che Agrippina le protegga! Era la nostra battuta preferita. - In quelle zone, si vive da vero stile Impero, mi sembra le uve, provengano dalla colonia di Solopaca, terra molto fertile che ben conosco, sin dai tempi primi della mia esperienza lavoro, allorquando m'interessavo di prodotti farmaceutici. – La nostra abitazione era a pochissima distanza dal Tempio di Venere, cupola enorme, sventrata a metà, di fronte al porto con il cimitero delle navi; Bacco, Tabacco e Venere ed addio mare in cerca di colonie. - Nelle acque della zona, ricca dei migliori ristoranti, ogni tanto qualche pazzo scatenato nuotatore che passeggia sott’acqua raccogliendo taratufi, riporta un po’ di prezioso e d’antico a galla. – Dall’alto, guardando il mare, si notano appartamenti dei millenni andati sul fondale – se avessi scoperto prima tutto quanto quel mare conserva, mi sarei invaghito di suoi fondali sottomarini e li avrei vissuti da sub. Per la verità conoscevo fosse un mare di misteri e tesori, ma allora avevo altro per la testa. – Stavo benissimo da quelle parti, da vero vulcano in movimento d’idee qual sono ed ambisco. Movimenti da sopra e di sotto, in quella zona sismica, dove si vivevano mediamente, dalle dieci alle quindici scosse distribuite nelle ventiquattrore d’assestamento – s'incontrava per strada più d’uni che portasse il conto di movimenti tellurici quotidiani.

Sempre in laboratorio, l’amico restauratore notato fossi molto interessato alle sue curiosità, mi chiese di scavare tra una pila di libri accantonati che facevano corollario a poche tele ammuffite, dove avrei trovato un quadro molto oscuro, il quale quando venne alla luce, reagiva insolitamente, più spolveravo e più si straniava, allora il restauratore mi diede una sostanza chimica, la quale poneva in evidenza il colore su tela cosparsa di buche e macchie incomprensibili, lui, scherzando della cosa, affermava fossero segni lasciati da fatture - male chi capita oggetto di queste brutte immagini. - Su una pergamena dipinta si leggeva che tale diavolo fosse il principe della morte. – Quel quadro mi dava fastidio, lo avrei bruciato, se lui non chiedesse minimo una milionata, così come stava; dopo il restaurato, chissà quanto avrebbe chiesto? - Non mi piaceva per niente – già prima si era accesa la luce da sola e l’acqua … – Da parte mia chiedevo per le fatture che i clienti le onorassero per aver ricevuto merce da vendere, e niente più m’interessava in materia, oltre quanto prescritto dalla legge e se i versamenti in banca o ufficio o al portatore venissero onorati secondo accordi, il mondo del lavoro risolverebbe i suoi problemi di trasparenza e prosperità, come dalla notte al giorno, rendendo i pagamenti meno straniti del quadro in oggetto con figura tra spilli e polvere. – Ma che c’entra ciò con le fatture del principe della morte? – Ovunque stanno i soldi, subentrano i fatti più fattucchiari del mondo.

Il problema principale dell’antiquariato sta nell’antico quale morte del post moderno che perde di valore essendo attuale, ciò annienta la progettazione futura ovvero un mobile disegnato oggi, deve per forza costare una cifra, altrimenti risulta povero rispetto ad un pezzo di chissà quando e poco male se si tratta di una imitazione venduta per originale, tale e quale e preciso, stagionato. - Rendendo importante, più del dovuto il preesistente, diventa più remunerativo riprodurre il nuovo, uguale identico al vecchio, muffe comprese. – Non gli avevo mai espresso questo mio pensiero, perché lui gradasso o forse altamente professionale, sarebbe stato capace di asserire che mercificava tutto lui, invece se lo inventava, specialmente quando voleva vendere abbassando il prezzo, dichiarando che il pezzo era molto rovinato e quasi il cinquanta del lavoro era suo, per tali motivi, l’acquirente si trovava di fronte ad un affare, in quanto ciò che aggiungeva s'intonava meglio con la storia e non solo quella dell'arte, la quale sancisce originale un pezzo che abbia insito in se almeno un quarto del suo originale. Di quel quarto che da’ tanto lavoro e fa altrettanta produzione, ricchezza.

Avevo conosciuto il restauratore, quando questi aveva un ristorante in città, stile Luigi Filippo, quanto meno tale doveva essere nelle sue intenzioni, mai ultimate; il locale, del quale si stava disamorando causa il personale e la dispersione di esso tra gli spazi, che giocoforza subiva. La struttura del locale era tale da richiedere più personale, in quanto si dipanava mal distribuito tra le azioni che offriva ai clienti, laboratorio a parte incluso; di tutto ciò l'amico s’accorse mentre lo realizzava, creandosi qualche preoccupazione prima di affermare “ Signori clienti vi presento un gioiellino “.

Professionalmente parlando, appena alle presentazioni, vendetti, con lo sconto per il neo amico, una cioccolatiera prima ed una macchina da gelato espresso dopo. – Quest’ultima operazione fu molto più articolata, iniziò, tecnicamente parlando, alla cinque del pomeriggio e si esaurì verso le cinque del mattino, dopo che avevamo girato per tutta Napoli in macchina onde continuare la discussione analitica senza interferenze, una volta che lui verso l’una di notte aveva chiuso il suo locale. - Ero splendido splendente come venditore e mi eccitava vendere un’attrezzatura che costa un occhio, ad uno pieno di dubbi, specialmente quando bisogna cacciare soldi per il contemporaneo robotizzato. – Durante la trattativa, lui si superò con una frase che s’inchiodò nella mente “ Riccardo non fare l’artista – a Napoli si dice: l’artista per la fame perde la vista " allora misi in atto tutte le mie capacità professionali senza via di scampo per l’esercente, se non aprire il portafogli, al fin da annoverare nella mia collezione artistica il cliente finalmente convinto, il quale acquista grazie alla firma e tanto d’anticipo, in tal modo assurgendo a figura principale nella cultura di quel oggetto che attiva bisogno nel suo locale. E poco male il cliente abbia di tutto in testa, eccetto ciò cui sta prosciugando cassa e portafogli, a volte basta un’azione che tutto si risolve in positivo e così fu, la macchina da gelati espresso aumentò vendite e numero di clienti.

Qualche mese dopo, l’Italia vinse i Mondiali di calcio in Spagna. – Durante quel periodo c’eravamo intrattenuti spesso, specialmente dopo la chiusura, andando in giro, presso i locali dei suoi colleghi che lavoravano fin notte fonda, dimostrandosi prodigo di presentazioni, vero public relationship man ideale. – La sera della vittoria degli Azzurri, tutti si riversarono per strada. – Abitavo non molto distante e trovandomi a passare da quelle parti e vedendolo soccombere sotto la marea di clienti, mi misi alla macchina da gelato, previo suo invito, la quale era situata sul ciglio del negozio – la folla aumentava sempre più – nel locale non c’era una mattonella libera – un personale da cento unità, non sarebbe bastato. – Essendo quasi del quartiere ed avendo frequentato la piazzetta lì vicino, per anni, manco a farla apposta ero della comitiva del locale concorrente al suo, conoscevo un sacco di gente da quelle parti, e quasi tutti flesciati con il look, tra l’altro, una dozzina d’anni prima, sempre su quelle strade importanti, avevo avuto un laboratorio lavorazione pelle moda, con un socio chissà mai ora dov'è, e siccome fare la fila per la bolletta era faticoso, perché si riversarono centinaia di migliaia di persone quella notte in strada, ed era affollato ovunque, tanto che le auto non circolavano più, insomma, furono parecchi i gelati da offrire, fortunatamente meno di quelli pagati, e tutto andò nel buon nome pubblicitario dell’azienda e d’augurio festivo al nostro calcio, infatti, l’anno successivo giunse al Napoli Diego Armando Maradona, scommetto conquistato dalla nostra generosità, ed allora vincemmo finalmente lo scudetto.

Quella notte il restauratore incassò una tombola, come diceva lui, di soldi: era contento.

Trascorse qualche mese ed incontrai l'amico del locale della notte mundial, per il centro, indaffaratissimo e con barba lunga, andava di corsa da uno studio notarile l’altro, avvocato compreso. – Gli avevano chiuso il locale a causa del personale: vertenza, e lui neanche voleva riaprirlo. – Per lo stesso motivo aveva smantellato i laboratori di restauro, ugualmente era finito dalla padella alla brace - i settori cambiano i problemi si ripetono e poco vale l'esperienza precedente - in conclusione, temetti stesse vivendo un momento particolare d’idiosincrasia al personale non riuscendo più a gestirlo, il quale secondo lui, neanche era in grado di produrre per quanto guadagnasse. – Era disperato, se non esaurito. – Da buon missionario quale sono in certi frangenti, decido di riordinargli le idee e gli plasmo in testa, ex novo, il concetto d’attività da avere bene in testa, discorso al quale lui s’é trovato sensibile d’acchito, perché furono i quid vincenti per le mie vendite precedenti, argomentazioni che lui aveva adattato a tutte le svariate funzioni del suo snack bar ristorante. Fatalmente il discorso locale da porre in ordine di profitto, confluiva al momento atipico d’incontro tra le funzioni lavorative, nessuna delle quali in sintonia con le altre, producendo sprechi enormi di energie, di tempi, conseguentemente d’incassi mancati. – Allora ci sarebbe da chiedersi perché avesse scelto quel punto commerciale? – Semplice: non era un tecnico di quel genere prodotto gallina, la quale becca da tutte le parti e mai in linea.

Riapriamo il locale e dopo un immane lavoro di pulizia e rimessaggio, più qualche cambiamento durato un paio di giorni. – In quel periodo sono impegnato con lui, fin quando non si riabitua al lavoro. – Chiaramente non chiedo soldi, perché le vendite del settore, producono ben altro che poche ore di sera, forse due, per tre o quattro settimane lavoro per un amico e per salvare un locale del mio portafogli clienti. – Dopo qualche tempo, il locale si riprese e lo cedette capitalizzando sufficientemente onde ritornare al suo lavoro originale di restauro, dove la sa lunga.

I guai al Fusaro, iniziarono quando la sua fidanzata, s’ingelosì e da buon medico qual era, subito trovò la diagnosi, andando a vivere in una casa più in là e non proprio di fronte al terrazzo dove vivevamo.- S’incavolò, cambiando finestra, dopo che vennero a trovarmi quattro amiche, di quelle che fan bella la Napoli di notte ed allora lei decise di non lasciarlo mai più solo in casa e di andare a convivere con lui, cioé da noi; a me questa nuova dimensione andava stretta e nel giro di qualche settimana per non dire giorno, mi dileguai, ed ognuno iniziò a pensare ad una nuova locazione, fin che nel giro di un anno, andarono a vivere insieme, felici e contenti da un'altra parte, ma sempre là intorno, mentre io in altro loco, pìù cittaella, specialmente in estate, tutte le auto sono in fila traffico dalle parti del restauratore.

Nello stesso periodo la socia voleva comprassimo una casa per noi, sul mare, proprio nel punto più bello e panoramico della zona puteolana, inoltre con dei vicini amici. – Purtroppo la socia, quando s’avvicinavano le scadenze, di qualsiasi tipo, scompariva, io dovevo pagare ogni cosa e poi dovevamo fare i conti e quando ne parlavamo, lei la metteva in modo che non dovevo preoccuparmi, perché, eventualmente, lei era sempre miliardaria … come mi facevano notare gli stessi familiari, intanto, ridendo e scherzando se n’andavano sempre i soldi miei ed ecco come e perché é diventata ex socia.

L’anno precedente alla tintarella di luna del Villaggio, avevo conosciuto Monise, una ragazza olandese. – Erano i tempi in cui in testa frullavano i “ Buchi neri “ la percezione del tempo e dello spazio nel “ Quadrato “ lo spazio sicurezza nella filosofia esplosiva del periodo militare. – Monise venne a trovarmi, ospite per una settimana durante il periodo estivo, cui mi dividevo tra Villaggio, Fusaro ed Ufficio.

La stagione precedente, il mio punto di forza vendita era Positano ove ero balzato agli onori della cronaca come " rimuda ecologico " causa delle fodere che usavo, le quali quando vanno al macero e sono bruciate non producono ossido di carbonio, se non in minor quantità e ritardato, quindi meglio si prestavano al riciclaggio. Il materiale ignifugo rappresentava novità assoluta, mentre mi era noto da anni quale arredatore settore turistico alberghiero.


Il litorale Domitio, da tutt’altro lato ed a cento chilometri di distanza dalla penisola sorrentina, non è meno interessante delle coste dei Monti Lattari, specialmente per chi ama la sabbia, peccato il sovraffollamento, la speculazione edilizia ed il depuratore di Cuma abbiano deturpato il territorio, altrimenti sarebbe uno spettacolo ovunque andando verso il mare da Capodimonte. – Una volta andai con mia madre e la mia ex moglie per lo sfizio d'avventura di andare al mare lì, a prendere il sole proprio ad un metro dalla linea di corrente " Speculativa da specificare in futuro " una cosa assurda: l’acqua, così depurata dal collettore esce dal collettore e comunque si nota una striscia madida che se ne va in corrente, allora il colore si divide a metà chiaro da un lato ed un po' più scuro dall'altro, in quanto il depuratore seppure a spruzzo cloro con la pala, ugualmente non ripulisce totalmente. – Mi chiedo se non si possa fare di più a livello di depurazione? – Forse in quel punto si vuol mantenere sporco, perché c’é ancora chi va ad interrogare la Sibilla? – Peccato! – Se si pulisse il mare, gli incontri tra il Tirreno ed il fiume Volturno cambierebbero colore, volto, producendo movimenti ondosi al di sopra d’ogni sospetto alla foce. Per la cronaca, il Volturno è un fiume abbastanza pulito, dichiarava mio padre impiegato al Comune sezione Igiene e Sanità. - Ho trascorso giornate intere dedite alla pesca, con mio padre, nella sua pilotina Capodorso, pescando sulla linea dell’orizzonte, dove il mare é di un azzurro intenso e pulito e dove una volta alzammo con le lenze centinaia di pesci, tra stelle, auglie e luvari, quale sia il loro nome scientifico non so, però son buonissimi a tavola, non come i lupari, i quali lasciano a bocca asciutta perché non esistono. – Quella volta là … nostra barca sembrava l'esaltazione del miracolo di Gesù Cristo, quando tornammo a terra non sapevamo a chi donare tutto quel ben di Dio. - Inutile aggiungere fosse la prima volta che mi recavo a pesca con mio padre e non mi ero mai dedicato a tale pratica, se non quando mi sposai e le giornate festive diventavano lunghe. - A mio padre non piace il supermercato alimentare, ha sempre avuto il pallino che il cibo bisogna comprarlo quotidianamente e solo il lunedì era ammesso mangiare qualcosa del giorno precedente, come la salsa al ragù, la quale mi piaceva tanto, da indurlo a farne doppia razione ed ora che non abitavamo più insieme, sicuramente poteva dedicarsi al suo passatempo preferito: naso all’insù a pensare agli ingredienti per la giornata - aveva un frigorifero grande con un vano ghiaccio, quanto bastava a produrre il freddo necessario. – Mia madre lo confortava nei suoi pensieri, giustificando che alla fine, escludendo carne, pesce, salumi e verdure, si poteva preparare per il pranzo poco altro, quindi non si capiva, cosa si scervellasse a fare, nel languido ricordo di un palato non soddisfatto durante il periodo della guerra.

Ottima cuoca é la signora Bellazzi, passione notevole per la cucina - ricerca culinaria continua - livello veramente eccezionale – palato fine - concorre con i migliori cuochi.

Sissy e la Decoratrice, partono, vanno a Londra. – Con Irma e Bellastar week-end a casa di quest’ultimo. – Sissy é incredibile, capace di svenire per non mangiare; non cederà mai al grasso.

Quel anno lì da emozioni forti e contrastanti, avevo visto poco i miei genitori, fin che non misero in moto le loro ricerche ed un pomeriggio bussò mio fratello in Ufficio, il quale m’invitata a farmi sentire perché erano preoccupati, a parte, a suo dire, da soli per molto tempo, non potevano restare. – Stetti un paio di settimane da loro, ma era difficile, anche da spiegare, prima, perché erano sofferenti e poi perché … come si fa a dire a due ammalati di cancro che non devono prepararmi da magiare o ricordarmi il pranzo continuamente, perché io sono alienato dalla linea, dalla dieta e loro mi preparavano piattoni? – Non m’incavolo mai e quando dico le cose sorrido, e quelli per niente si pensavano diverso, ed aumentavano le dosi. – Poi avevo l’abitudine di rincasare di notte e temevo di disturbare, insomma, stavo benissimo altrove, e da poco ero tornato single, senza chi si preoccupasse del perché non rincasassi. - Con la loro mentalità, sotto pressione dai midia confondi idee, arrivarono a pensare che addirittura mi drogassi, chiaramente, pensiero avvallato da mia sorella. – Lasciati i miei recapiti, anche telefonici, mi ripromisi di stare da loro un paio di giorni la settimana ed ogni volta che avessero avuto bisogno d’assistenza. – Telefonavo quotidianamente e quando non potevo andare, perché impegnato, ero capace di chiamare prima senza rispondere e poi telefonando di nuovo subito dopo facendomi sentire, in modo da abituarli anche a ricevere telefonate da amici miei e da chiunque altro, anche se erroneamente come accadeva di sovente, tranquillamente potevano pensare a me, e sempre a me in qualsiasi circostanza senza preoccuparsi, parlassero o meno, non sentendo la mia voce: questione di feeling! - Mia madre era tenerissima, quando andavo a trovarla, lei s’alzava dal letto e si pettinava, indossava una veste più ordinata che celasse i segni gualciti dei panni sul letto, confortata da mio padre e dalla preghiera, cercava di mascherare le smorfie della sofferenza.
Non era stata molto contenta vedermi in Aprile indossare continuamente, il giubbotto con i santini e le marunnelle – secondo lei le immagini sacre vanno tutelate diversamente, la bassa speculazione é di altri. – Allora, dovetti prodigarmi non poco, certe argomentazioni religiose mi stanno a cuore. – Inviai a ricordarsi quando ero a scuola Enrico Fermi al Vomero, a pensarci bene: che fermata! - Mai passato più in là della seconda in cinque anni, nonostante cambiassi Istituto, eppure scrivevo cose tipo Dio sta all’amore, come l’energia sta al bene. – La mamma mia ricordava perfettamente questo discorso, le ridevano gli occhi al solo pensiero e quando si fermava in quest’atmosfera, la situazione era ideale.

Mancavo in chiesa, di spontanea volontà per una Santa Messa, più o meno dal periodo della Prima Comunione, eppure la diocesi vescovile ed il pensiero che essa custodisce mi piace e ne avvertivo il bisogno spirituale del momento per bilanciare le armonie delle mie linee, frutto del mio modo di essere. - Questa collezione che si poteva leggere sul giubbino, era un punto di forza, cui volevo prepararmi e mi adoperavo al fin che essa calzasse al meglio della mia personalità, anche se forse andata un attimo oltre con “ sanrimudadecollato “ ma tant’é, la moda é esagerata nei suoi contenuti minimi, infatti esistono santi molto più importanti di me che non lo sono, ma se proprio devo pensare al di là, sicuramente il mio posto é in Paradiso, il più vicino a Dio e non per presunzione.

In Raffaello, il grande maestro della forma e del colore della figura umana rinascimentale, l’armonia é data dalla plasticità del tratto sempre arrotondato, esso scivola lungo il volto, sulla spalla, scendendo fino al piede, dal braccio alla mano, per poi seguire sull’altro corpo, quello del Bambino o viceversa, il tutto racchiuso in un rombo, cioé due triangoli, se non quattro che bilanciano il dipinto. Osservando un quadro del Raffaello, anche se solo una sezione di esso, che sia vera opera d’arte, si nota sempre ed ovunque in qualsiasi pennellata si soffermi lo sguardo. - Il triangolo, in religione, é subito associato all’idea di Padre, Figliuolo e Spirito Santo. – É sempre tale figura geometrica a scandire il tempo, nel metronomo dona l’armonia di bilanciamento con Dio, secondo la nostra direzione ritmica, ovvero come circolare nel cerchio di Dio in Paradiso. *E chi obietta ma il tic tac del metronomo gira a due non a tre; rispondo pare a te, se i preti si fissano fanno osservare la santissima trinità pure nel metronomo. l’Eden, per chi non si sente pronto ad assurgere a luce custode di calma ardente, universale, celestiale d’azzurro, colore dell’incommensurabilità del mare, del cielo, il sommo bene più prossimo dello spazio infinito, dove la vista s’infonde d’altra luce, proveniente dal sole, dalle stelle e da ogni dove, lasciando il pensiero della classificazione delle misure, allo stesso punto, in presenza di Dio.

Sveglia! - Le cinture con le campanelle, questo esprimevano, dove la forma era l’armonia ed il bilanciamento suono. - Chi seguiva questo discorso asseriva mi ero confuso, perché é il suono a produrre l’armonia … spesso stonata dei musicisti alle prime armi, in cerca di bilanciamento tra i movimenti sulle note, era la mia risposta. - L’importanza di questi concetti demenziali, sta nel tutto a significare ogni cosa e l’opposto di esso ed in questa cultura stiamo evolvendo o é solo impressione di fede mia commerciale, nella convinzione che ogni prodotto, fatto bene, produce?
Con quest’affermazione, ero in linea con un mio amico, il quale negli anni settanta istituì un’azienda “ CEE “ la quale si leggeva espressament “ Con entusiasmo e volontå “ e chiamò me come direttore commerciale per la selezione del personale, nonché la formazione dello stesso. – Durante le preliminari si presentò un tale con una busta, quando venne il suo turno, estrasse un LP “ The Wall “ ed asserì forte che anche i Pink Floyd dichiarassero lo stesso, vale a dire io stessi a raccontargli tutte scemate. – L’avrei ucciso, se non esistesse pena fisica o morale per il delitto – non aveva capito niente dei Pink Floyd, tanto meno di me o forse aveva capito tutto del famoso gruppo Rock?

Prima di conoscere la comitiva del Villaggio, dove la musica Rock si ascoltava ventiquattro ore al giorno, ero stato al concerto dei Pink Floyd a Cava dei Tirreni. – Stadio stracolmo, eppure a quel tempo erano scomparsi dalla scena, non si sentivano proprio più. Quel ritorno fu di buon auspicio da corsi e ricorsi anche nella musica, cui manca il bisogno concreto di ascoltare il ritorno come fosse tale e non continuità ovvia, ogni tanto fermarsi fa bene. - la musica è settore produttivo ricco di novità, però è sempre bello recuperare pezzi importanti del nostro passato, infine trovare un gruppo dello spessore dei Pink Floyd è impresa improba. – Il concerto fu bellissimo e lo vissi da tutti i punti di vista dello stadio. – Sono stato a tanti concerti, ma resto convinto quello sia stato il più bello, a parte il più sentito e non solo perché i Pink Floyd fossero il fenomeno più psichedelico dell’era affascinante dei miei venti anni e prima, suoni che entravano nella pelle, colori su tessuto capaci di far sentire una vibrazione di un altro pianeta a livello ph. – Situazione espansa nel pubblico, ricordata in “ Wish you where here “ dedicato ad uno del gruppo o ad un amico passato alle cure specialistiche – psichedelica - sotto osservazione mentale. – I medici psichedelici erano sempre disegnati psyco ad immagine e somiglianza dei pazienti, alla fine difficile stabilire chi emuli. - Ascoltando certi gruppi, dichiarare viviamo un mondo di cose da pazzi: è il minimo! - Finito il concerto, per percorrere i duecento metri, dal parcheggio all’imbocco dell’autostrada, ci vollero ben due ore e mezza d’orologio. – Avevo la macchina in posizione impossibile, essendo giunto all’inizio del concerto; e da primo ad andarmene secondo logica, diventavo l’ultimo, per non essermi affrettato nell’uscire, quindi attesi il traffico defluisse per mettermi in macchina. – I Pinki, nel pullman con ampie porte finestrate, erano contenti di stare nel traffico, per loro doveva suonare ulteriore atmosfera concerto, probabilmente e siccome non si esibivano al grande pubblico da un pezzo, la festa continuava. – Non mi pesava attendere, stare in giro durante l’attesa quella piacevole folla scemasse. – Mi stava tutto bene, l’auto era a distanza di sicurezza e figurati se andassi a rintanarmi dentro, forse sentivo la mancanza del Gazebo, il quale la notte serviva cornetti bollenti e Nutella caldissima fin l’alba, ne usciva tanta dai cornetti al primo morso, un’esplosione di cioccolata calda macchiava dall’altro lato e ci si trovava immancabilmente, tutti linguacchiati nelle risate. – Tra tutti quelli che ho conosciuto, specialmente Bella Star, di fronte alle leccornie, sembrava fatto apposta per essere inflamato, perdere il controllo in balia d’esse; robe da “ flame “ al cioccolato

L’indomani mattina sono al Parco Europa, aziono il cervello Technics, ultimamente definito sempre più spesso amplificatore, il quale è collegato alla piastra di registrazione, e mi sparo le cassette del concerto; le finestre sono aperte – intorno é tutta una festa – eccetto la vicina, la quale qualche volta attraverso i rintocchi alle pareti o battendo la scopa vicino alla finestra, aveva invitato ad abbassare il volume - non per lei, bensì a suo dire “ I bicchieri trocoleano “. – Nota: nel Parco si porta assai un cantante popolare, idolo indiscusso, tra l’altro famoso è dir poco, conosciutissimo a livello internazionale addirittura, forse secondo, solo al papà della mia cliente, figurarsi se i vicini, non si strapazzassero alla musica rock; o l’idolo dei fotoromanzi rosa o niente! – Sento un rumore agli infissi, mentre sono chino sul tavolo a lavoro, sorridendo perché già so cosa m’attende, sto per portarmi alla finestra, quando un qualcosa rumoroso, sempre più vicino, fino a sentirmelo sulla spalla. - Stupefatto?! – Non lo so! – Contento di non dover abbassare il volume, inizio a parlare col pappagallo “ Onoratissimo di essere il tuo prescelto, chissà da dove sarai scappato, sappi però non posso tenerti. – Non ci sono mai - non so quando torno eccetera - se proprio vuoi ti troverò un’accomodazione e nel frattempo, se qualcuno si farå vivo a reclamarti, tanto in questo parco si sa immediatamente tutto, anche se distante molti chilometri, tornerai dai tuoi padroni “ Conosco una persona che ha il negozio proprio sotto al palazzo, la quale sarà contenta della tua amicizia. – E così, dopo un anno il pappagallo é ancora lì, forse la pubblicazione della storia, ci dirà da dove proviene.

C’é chi vuole esprimersi per librarsi, ma non ce la fa perché l’originale é altrove ed allora si trova in una condizione di purgatorio perenne senza risoluzione, se non nella speranza di riuscita, grazie alla prossima esibizione. – Trend “ Gold Work “ alla clinica universitaria ospedaliera, stabiliscono il quoziente psico attitudinale ed eventuali affezioni, dei personaggi in cura, ne notai diversi degni del Villaggio.

Bella Star mi ha presentato due ragazze, la Prima Ballerina del più importante balletto nazionale di danza classica italiano, ora con il balletto francese equivalente, ed un’altra Prima Ballerina, non meno brava, ma a suo dire più svogliata, altrimenti già sarebbe là sui palcoscenici, dove in uno importante d’essi, ho ammirato il suo saggio al Bellini: La Regina Nefertiti.

Maradona é stato il più bravo danzatore, riusciva a stare sul ciglio della pedana ad un metro da me, seduto a guardarlo, muovendo solo il sinistro ed era capace di farsi notare par suo anche nel locale dove ero il miglior ballerino. – Diego era in giro tutte le notti e la domenica giocava pure. – Una volta, il campionato osservava un turno di riposo, lui usciva con il suo manager dal night, in genere si notava in giro fino alla prima ora massimo, ma quella volta fu ultimo a chiudere in città ed io entravo - il mio amico Bellazzi, asserisce che scendendo le scale, sentì Diego Armando dichiarare al manager “ Ma che sfaccimme! – É mai possibile chisti cca s’arritirane sempe dopp’e me? “ – Non lo so! - A me sembra strano Diego fosse arrivato ad essere tanto napoletano dalla serie “ Primi “ pronti ad immetterci nel mattino in un morso mela fresca: buongiorno. – Maradona é il più bravo calciatore di tutti i tempi, peccato sia stato tanto polemico in occasione della trasferta in Russia, rovinandola alla partenza, escludendoci a priori per ragioni che ancora mi chiedo. Osservando il massimo trofeo europeo, manca nella nostra bacheca, e con lui potevamo riuscire a conquistarlo, altrettanto è peccato ricordare quando si regalò lo scudetto al Milan, avevamo un distacco enorme sulla squadra rossonera. – Vabbeh! - La cortesia c’é stata restituita l’anno seguente, o forse è più saggio dire la nostra forza di volontà è prevalsa durante il campionato successivo, però quando si hanno un nugolo di ragazzini, i quali ti hanno in cima ai loro pensieri, idolo indiscusso, un attimo d’attenzione alle dichiarazioni é di dovere. - Nefertiti ovvero la bella regina è arrivata ... alla rivelazione di se stessa!

Erano i tempi in cui avevo in testa una collezione stile manager, tutti impazziti per i soldi, del tipo vado “ Dal direttore di banca a farmi prestare trenta milioni “ che faceva tanto Yappi, roba da girare il mondo, come fece Lindsay Kemp, ballerino incredibile, con il bambino dopo lo spettacolo al Maschio Angiolo. – Lui ed il bambino, dopo che della madre n’aveva fatte tutte salcicce per il cane, in giro per il mondo, vagabondo, fino al direttore di banca, la mamma non c’é più, é finita la ricotta. * La Banca d’Italia non è più d’Italia ma di azienda privata.
Insomma, caro Diego, puoi girare tutto il mondo, ma se non torni a Napoli, é inutile t’incavoli che stai diventando un barilotto e “ Napoli by night vista dall’alto ti sfotte “. - Per te vale il motto: come é bello il chiattone mio dalla classe non é acqua. – Sai benissimo sarai quello che sarai, ma ti voglio e ti vogliamo un mondo di bene. – In più c’é da chiarire una Coppa Campioni, specialmente con i russi, non s’é capito niente, ma anche con il Real Madrid la faccenda è risultata poco chiara - a porte chiuse - la prima nostra trasferta importante. - Mistero?

Terzo giorno, presumo sarà come i precedenti dedicato al libro impegnativo che sto scrivendo. – Il primo testo della mia collana letteraria è “ Titolto “ più faticoso scriverlo a macchina che pensarlo. - Era costituito di una sola pagina - partendo da simboli, si articolava in concetti ben radicati e vissuti in quel momento.
Per Dante Alighieri, il tre rappresentava il numero perfetto, perché immediatamente, il pensiero volava fin su la Santissima Trinità e quindi anche cento era numero perfetto, formato da tre moltiplicato trentatre più uno, l’unità, cioé Dio, somma di Padre, Figliuolo e Spirito Santo.– Consegue anche il triangolo é figura particolare, avendo tre lati capaci di raccogliere ogni forza nei loro vertici tutti uguali in un caso, mentre negli due da potere delle punte ne notiamo uno da potere delle punte in più direzioni ordinate ovvero isoscele, scaleno e rettangolo come da libro di geometria. – Nel triangolo scaleno e rettangolo, i valori degli angoli cambiano, dando vita a diversi punti di vista che Dante sperimentava nel provare duro calle e come sa di sale pane a lo scendere e salir l’altrui scale. – Caro Dante, io, mi son scocciato, avrei bisogno di Castel dell’Ovo, del mio trisavolo Pisacane, il quale chissà come, é diventato bene demaniale. – Oddio, qua i castelli pure abbondano, ma ci vogliono i soldi per acquistarli, non mica li espropriano? – Il sole picchia: sono le nove e trenta – sto facendo colazione in un posto ristoro dai lati tutto finestra - un unico profilo di vetro ed io seduto nell’angolo.

Ieri ho parlato degli amici - stanotte ho dormito poco e male: troppi riflettori. – Le primedonne fanno a gara a chi deve assurgere a palcoscenico, e capito, mio malgrado, a pagarne le pere cotte, perdendo tempo da vetrina.

E venuto a galla dal subconscio una profonda carenza d’affetto, telefonerò a Virginia Maurizia per conoscere da lei, chi le ha messo in testa é la mia fidanzata.

Sono giunto in un parco con aree di pietra secolare, Ugo Foscolo nei Sepolcri, citava Napoleone, uguale tema si leggeva nell’editto di Saint Claude, l’Imperatore voleva che i corpi fossero cremati per evitare le città divenissero un unico cimitero.

Nella libreria presso Essex Road, dove vivevo fino a dodici giorni fa, ho scoperto Ugo Foscolo non é presente nel computer eppure con la lettera “ F “ l’elenco degli scrittori é chilometrico. – Per accertarmi della mancanza, digitai il nome di qualche suo collega famoso spelling come Shakespeare, appena lo vidi comparire sul monitor, mi dissi convinto sono in libreria!

I computer della libreria hanno un tono particolare, quando li ho di fronte sembrano volermi trasmettere sono stato svogliato, altrimenti i miei libri, pensati ma non scritti, sarebbero sugli scaffali da un pezzo. – Sono stato con mia figlia più volte nelle librerie, specialmente nel settore che lei conosce benissimo, quello fino a dieci anni, il quale per me va bene per imparare l’inglese, avendo studiato francese a scuola. – L’inglese l’ho portato nel programma tre in uno scuola privata J.F.Kennedy, mentre il francese l’ho studiato ben due anni alle medie ed ancora lo ricordo. - L’Istituto privato, del tipo, paga che vai, é situato presso la stazione centrale della città, mia residenza precedente, Londra, sogno o son desto, scrivendo scrivendo, sveglia, arriva Garibaldi? – Si entrava a scuola alle quattordici: avevo tutto il tempo d’alzarmi, fare colazione, leggere il giornale, a quel tempo il quotidiano Roma era di rigore, per passare da pagnottista, c’era Il Mattino, infine l’Unità del popolo tutto uguale comunista modello Russia. – L’Unità, non aveva niente da spartire con la visione dantesca dai personaggi importanti che si susseguono in passerella a tema famiglia per uscirne da Dio, nel senso di assurgere ad esso, sulla terra, sia ben inteso. – Il giornale ufficiale della sinistra era allora, documento vergogna, esso si proponeva di farci assurgere ad un unico essere stereotipato, agnostico, pseudo intelligente da “ Paese Sera “ per il Mezzogiorno, senza mai volgere alla spettacolarità di “ Napoli by night vista dall’alto “. – Padre spirituale del Movimento Sociale, il quale allora raccoglieva nelle sue file, coloro i quali credevano nell’individuo al di fuori della massa, era Giorgio Almirante, unico esempio di politico che la diceva bene a difesa dei valori cari al Foscolo: patria, coraggio, amore del lavoro corporativo eccetera, tutto ciò contro l’altra campana che presentava sindacati, sciopero, internazionale comunista, insomma, forza e coraggio, avanti popolo alla riscossa dopo aprile viene maggio e con la primavera finalmente possiamo andare in Russia a trovare il compagno lui fatica ed io magno mangio – stile impero il nerogeno fatica ed il bianco magna mangia. * Secondo me i nerogeni sono stati sfruttati troppo, essi vanno ricompensati. – In Italia a quel tempo, i personaggi che s’incontravano ed avevano contatto con il pubblico erano quasi tutti comunisti; per farla breve: alle elezioni molti di questi di sinistra sotto la pressione pubblica occupazionale, votavano democristiano nel chiuso delle cabine elettorali. - Più d’uni pensava a sinistra qualcosa non quadrava a livello personalità, mentre a destra eravamo pochi e fieri. -
I miei amici sessantottini stavano quasi tutti a sinistra, salvo pochi, che poi erano ugualmente molti, perché più o meno ci riconoscevamo tra migliaia. - Il ricordo bello che ho degli amici di sinistra é lo stile, l’arte, la cultura pura se vogliamo, senza andare al super uomo, rappresentano elementi al di sopra delle sfere terrene ed anche del pensiero politico che fugge a priori l'arte, inseguendo follemente l'economia – ed allora circa i discorsi che riempiono l'aria di socialità si facevano veramente e seriamente, non si voleva perdere tempo … a sinistra, mentre a destra? Oggi risulta uguale.

All’Istituto J.F.Kennedy giungevo con un quaderno sotto al braccio, attraversando il Bosco, passando davanti alla Reggia Museo di Capodimonte, la quale si notava dal balcone della cucina. Uscivo dal Bosco, lato Porta Grande e da lì percorrendo la discesa del Presepio tagliata nella pietra di tufo, ero nei Vergini e nei Cristallini ovvero Sanità quartiere popolarissimo.- Questo tragitto, da casa al mercatino popolare mi piaceva moltissimo, da lì superavo in breve una fetta del centro a regime super trafficato, per entrare in Forcella ed attraverso il Vicolo della Duchessa, ero nella piazza della Stazione poco distante da scuola, appena dopo l’entrata dell’autostrada; se mi fossi servito dei mezzi pubblici, avrei impiegato molto più tempo, minimo il doppio.

Riccardomustodario

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Aug 10, 2019, 11:16:14 AM8/10/19
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On Friday, August 9, 2019 at 12:29:58 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


All’Istituto privato la retta mensile da pagare era abbastanza alta. – Una volta passando dalla stazione, c’erano i magici giocolieri … burloni con le tre carte della serie questa vince e questa perde, pure con l’orecchietta era la carta vincente, impossibile non individuarla, infatti posai i soldi sopra, convinsi la circostanza di farmi passare lo sfizio e subito le banconote misero le ali. – Superato il primo giorno di smarrimento passando indifferentemente davanti al segretario, il successivo iniziavano a scarseggiare libri di Ragioneria, miei e di altri e non certo per pagare la retta, bensì perché iniziata a divulgare l’idea di bisogno di soldi immediati, i più facinorosi si mostrarono indaffarati a privarsi dei loro beni per recuperare il salvabile, così fui costretto ad inventarmi un lavoro e m’artificiai artigiano. – Misi insieme un bel po’ di collane con chiodi, ceramiche “ Das “ nome della creta già preparata, la quale bisognava solo modellare, decorare e cuocere. – Mi piaceva dire le miei mini sculture da collana erano costruite con il Das, ben pochi sapevano cavarci capolavori da esso. – A scuola le cose andavano al meglio – avevo cambiato indirizzo, passando alle Magistrali, le cui materie mi erano molto facili da studiare, bastava leggere per capire, sapere tutto: finalmente! – Se ti perdi una lezione su Democrito, poco male, la successiva sarà su un alto filosofo ed eccoci qua, il discorso va, ma se ti perdi una lezione di matematica o di chimica, ci capisci più niente, le materie tecniche sono a processi consecutivi. - Evviva gli studi umanistici che permettono di recuperare a tempo dedito senza pressione.

A proposito di ceramiche: terminato il giubbino, feci un giretto di presentazione d’esso presso i clienti e subito la risposta fu entusiasta, solo sotto l’ufficio, la boutique ne ordinò una decina, il quale moltiplicato il numero dei clienti che avevo diventavano immediatamente quattrocento, aggiungendone altrettanti per i pantaloni, il numero diventava in un balzo consistente, e se esso si sviluppava a livello nazionale, eravamo ad ottomila, il conto allora cresceva vertiginoso, ed era solo un modello ovvero giubbino e se aggiungiamo gonna e pantalone in linea siamo a trentamila, un paio di stagioni, senza strafare ed il miliardogeno era bello e realizzato, e la socia già aveva mirato la villa al mare. - La segretaria in ufficio, contava i pezzi ed a malapena si poteva soddisfare il primo ordine, le marunnelle di ceramica scarseggiavano. – Tornai dal fornitore, cui l’anno dopo scoprii essere un amico di mio zio, avendo entrambi la villa al mare, confinante se non un po’ più in là, e con il quale si trovò casualmente a parlare di me in villeggiatura. – Nel negozio del fornitore, premunendo accelerare la consegna, aggiornai alla bisogna l’ordine per quattrocento capi più altrettanti accessori da ricevere al più presto, nonostante le consegne fossero per la stagione successiva. - Ahimè! - Solo ora mi rendo conto le marunnelle per me erano accessori jeans, per lui santità.

Il negoziante, quella volta era molto più disponibile,
forse aveva parlato con mio zio, mi disse “ Caro Riccardo, tremila pezzi per te, non li produrranno mai “. –
“ Tremila “ Che spavento! – Quantità notevole, per la verità era quanto bastava per il primo giro vendite, cui solo a livello regionale ne avremmo dovuto incamerarne seimila di “ Marunnelle “ però, lui, all’atto del primo acquisto, aveva assicurato li avrebbe avuti sempre, naturalmente bastava attendere qualche settimana se non due al massimo, non certo un mese, quindi perchè dovevamo riempirci di pezzi da pagare immediatamente per lavorarci tra una stagione, venderli e poi incassare; intanto, anticipare costi della materia prima per lavorare, non sta scritto da nessuna parte, e dire che nella prima visita, si era parlato di cinquecento marunnelle, quante in effetti ne volevo. – Una volta mente locato tutto quanto ci eravamo detto, il commerciante garantisce quelle medagliette erano fuori produzione da molto tempo e per riaprire un ciclo lavorativo del genere, bisognava ordinarne una cifra che giustificasse l’impresa, altrimenti era meglio dimenticare. – Quando si dice la bellezza non ha età, fatte così bene, dovevano stare lì inscatolate chissà da quanti decenni, volendo, suggeriva ancora il negoziante, avrei potuto avere lo stesso lavoro in plastica, costava anche molto meno, ma non mi piaceva più e dello stesso parere sarebbero stati pure i clienti che avevano visto il master – tanto vale aspettare tempi più opportuni, facendo meglio i conti. – Attualmente, il capo d’abbigliamento immagine sacra al di sopra di eventi di basso mercato, dovrebbe riposare, senza marunnelle, in un borsone a casa di mia sorella, insieme ad altre cose. Dai critici storici del costume un dì conosceremo.

Tornando al periodo scolastico, bocciato, rimandato o promosso che fossi quel estate non me lo ricordo, ero in vacanza con la mia famiglia ad Agropoli, certamente il primo anno che si andava lì.
La prima sera che esco acchiappo uno schiaffone da uno del posto, questi si dovette fissare per gelosia look. – Lo stesso successe anche a Rino, l’unico a cavarsela della comitiva “ P. B. C. “ Chiarina, la Quagliaro e M. P. Dinale non furono neanche sfiorate dal problema. – Mio fratello dopo poco si diede ad una comitiva sua con due sorelle e mio cugino. – Ciò era divertente, comunque c’incontravamo nei posti, e poi sembravano una nostra succursale da sera. – Con Chiarina mi vidi anche in inverno, in occasione della partita Roma Napoli – ricordo che venne a prendermi alla stazione, chissà a quale binario, bellissima e buonissima nella minigonna vertiginosa, con stivalone e giaccone con pelliccione.

A Roma giungemmo in due tronconi, una cinquecento con cinque della nostra band Forza Napoli, più Pietro ed io in altro mezzo. - Pietro, era il mio amico col quale passavo la maggior parte del tempo, ricordo asserì che Chiarina non le piaceva, perché a suo dire, la trovava robusta. – Lui era cinquanta chilogrammi in tutto e poi era fidanzato con l’amica della mia ragazza del tempo. – Allora per fargli cambiare parere, uscì in quel periodo un film “ New York New York “ la prima attrice tipo Chiarina, ragazza ideale per storie d’amore, le quali si risolvono in cotta che sale vertiginosamente e nello stesso modo, poco dopo si dimentica, bruciando tutto fino all’incenerimento, lasciando calore nel ricordo.

Londra é definita la città del verde e del grigio, si ha la sensazione che in qualsiasi direzione si proceda, dopo appena un miglio s’incontri qualche parco. – Il Bosco di Capodimonte ci starebbe bene, farebbe la sua figura, ma come si trasporterebbe la Grotta di Maria Cristina? – Le grotte non sono facili da costruire. – Pure la pista di pattinaggio … si fa per dire, sull’altra grotta, quella dei misteri, con l’acqua che scorre sotto e non si sa da dove proviene o vada. – Quand’ero bambino quel posto incuteva timore a tutti noi, l’asilo l’ho frequentato nella scuola del Bosco, almeno mi ricordo seduto sul prato ivi a giocare con gli altri bambini in grembiulino, mentre i miei fratelli più grandi giocavano al primo campo adiacente, allora credo, lì avrò frequentato il primo anno di asilo o forse i miei fratelli là mi lasciavano insieme a mio fratello più piccolo? Il secondo anno di asilo lo ricordo benissimo in un'altra scuola. – C’erano strane storie nella grotta dei misteri, tipo la maestra caduta dentro, perché un bambino s’era avvicinato troppo al boccaporto che si tuffava nell’acqua; lo spazio aperto lasciava intravedere la stessa luminosa apertura dall’altro lato. Ogni volta che mi trovo alla grotta dei misteri, ho l’impressione di vivere il passato - c'era pure l'eco - mistero della crescita che sale confusione in collina dalla città sottostante in espansione caotica. – Il Bosco per me non ha nascondigli, conosco ogni sua zolla di terra, anche quelle più inaccessibili, nei pomeriggi e per un paio d’anni, é stato il punto favorito per gli amori selvaggi del tempo – con Glaudia era difficile non essere presenti un giorno, mancava solo ci facessimo una capanna. – Tra i sedici ed i diciotto anni é stato così che ho impegnato quasi tutti i pomeriggi, eccetto la domenica per lo stadio. – Con Claudia é durato quasi un anno, ciò non toglie sia stato con altre, così come si portava in quel periodo hippy, figlio dei fiori, da fate l’amore non la guerra e ciò di pomeriggio, perché la mattina con gli scioperi, non si capiva niente.

Riuscire a sfiorare l’impossibile, ottenendo così garanzia futura, grazie alla chiarezza che si fa largo nelle coscienze, é il presupposto più nobile al quale aspiro a livello sociale, in quanto nella barbona realtà presente, anche il precedente risulta avvilito e ciò non può essere, perché il passato é la fede della tradizione non l’elegia della superstizione. – Questo concetto nel Palazzo, dove vivevo prima, lo sanno bene, perché lo scrissi dietro al bigliettino funebre di mia nonna Esposito Concetta, invitando a non perdere tempo, appresso ad idee malsane d’indovine da strapazzo.

Nella seconda metà degli anni sessanta a scuola andavo con gli occhiali, leggermente fumé, anti-stanchezza da ultimo banco, quando riuscivo ad entrare prima che chiudessero i battenti all’orario prestabilito; vestivo di nero con panciotto, nella cui tasca avevo la cipolla del tempo, appesa alla catenina d’oro. – Oro antico era la preziosa cravatta che indossavo allora. - Meglio queste cose le scrivo, possono sempre servire da collezione … chiaramente, camicia bianca – bottoni in osso.

Il ritardo a scuola non costituiva un dramma – l’Istituto dell’amico Pietro, il quale aveva l’auto, era vicino alla mia scuola e lì frequentava gli studi la sua fidanzata e Lucina. – In macchina si andava in giro, visitando località balneari, le quali d’inverno risultano solitarie se non frequentate da filonisti. – Altrimenti, s’andava ai dancing mattutini o al cinema. – A quel tempo, la gente che marinava la scuola era numerosa, ogni mattina ce n’era più che allo stadio, e sempre a quei tempi, la partita di pallone al San Paolo, ne contava centomila di spettatori ogni domenica sugli spalti. – Circolare per la città con i Bus, era qualcosa d’impossibile causa il traffico, ciò nonostante tutti gli Istituti erano severissimi con l'orario. – La maggior parte degli edifici scolastici, come il mio per esempio, alle otto e dieci chiudevano i battenti e raramente facevano entrare nella seconda ora, durante l'attesa della quale si formava una folla di centinaia di studenti speranzosi il preside Sanni giustificasse il ritardo causa il traffico ed aprisse il portone.
Un altro passatempo preferito era andare dal sarto a misurare la giacca, peccato più di un abito l’anno non potevo, onestamente, chiedere, visto i risultati che ottenevo a scuola; in compenso spesso andavo dalla camiciaia, dal pantalonaio e dalla magliaia.

Il mio sarto preferito era Nicola Crino, il primo penso, ad avere la sua etichetta personalizzata, lo ricordo con orgoglio, perché la scelta del sarto era un fatto personale molto importante ed ognuno era convinto di servirsi dal migliore, figurarsi io che veramente avevo l’optimum. – Il sarto della giacca era unico e non era mai lo stesso per i pantaloni, infatti loro medesimi si servivano dei pantalonai dei quali ce n’erano a iosa ed ognuno aveva una sua linea particolare, quindi si cambiava spessissimo. – La pantalonaia che ricordo con più simpatia era in Via Antesaecula, capiva tutto a volo e modellava perfettamente secondo richiesta. - Strada benedetta, la suddetta della sarta, per aver dato i natali a Totò, il Principe della risata, il quale nacque proprio nel palazzo della pantalonaia dai capelli bianchi, poi quella strada diventò non so, prima perché ivi o nel vicolo appresso mi recai per dare degli esami andati buca e poi per aver incontrato una confezionista, dolcissima, ma per nulla organizzata come voleva far credere, la quale impiegò un mese per svelarci il mistero della confezione che le avevamo presentato, diverso dal sartoriale concepito da lei, sia come cucito, sia come taglio – e dire che glielo avevo riferito all’inizio, ma lei deviava le risposte sulla Bellazzi, diventando superamiche ed insieme asserirono addirittura “ Ma che ne sai tu delle donne? “. - Accantonando l'idea di ricevere le marunnelle, per non arenarci ci tuffammo ancor più spediti nel programma confezione, esso viaggiava a mille nelle idee e nei costi ovvero soldi che uscivano dalla e dalle miei tasche, mentre alle donne la giacca stringeva le spalle impettendole maggiormente. In quest’atmosfera cercavo di arrivare alla fine della spedizione degli ordini ricevuti per la confezione. Giunse una tipa da Milano con l’hobby delle cifre – immediatamente faceva l’analisi dei costi e di tutto quanto inerente. – La Bellazzi stava valutando se rivolgersi altrove o meno per la confezione.

Un pomeriggio mi recai in ufficio di sabato, per prendere dei documenti – trovo la porta chiusa - con la chiave, dall’altro lato della serratura. – Sento la voce di un uomo che garantisce di non poter aprire, perché in desabillé e mi afferma che può buttarmi ciò che cerco giù dalla finestra. - Non sarà mica un UFO da voc'e notte me scet'in't'a nuttat ... mamma' v...’o rinal. - Mah? Certa gente confonde la notte per il giorno.

E dal settantadue che non mi reco alle urne elettorali con passione, eccetto per mio padre, il quale é sempre il primo dei non eletti in città, dagli anni sessanta. – Puntualmente, il candidato vincente del suo partito, é un tipaccio della Sanità, stesso quartiere della sarta confezionista di quel momento iper-produttivo. – Viale del Poggio, dove risiedevo, è a qualche chilometro o forse meno in linea d’aria, la collina dà sulla Sanità, lato cimitero delle Fontanelle, strada in salita che vola fin sopra ai Camaldoli, il punto più alto della città. – Altro che teschi delle Fontanelle, il tipaccio eletto ci fa fritti veramente, almeno sanasse nel buon nome del quartiere le buche dalla padella alla brace in città. - La cosa più assurda delle elezioni é tutti asseriscono di votare per mio padre e lo dicono semplicemente, perché così fanno e così é, ma poco può ottenere, il suo partito raccoglie consensi giusto per restare a galla, ciò nonostante è sempre al governo, tra l’altro è sempre al di sopra di ogni previsione l’enorme numero di voti che mio padre mette insieme, in rapporto alla reale forza del suo inutile partito – cosa ci faccia un altro candidato dello stesso colore e proprio lì, rimane per me un mistero enorme?

Scarto minimo di voti … uhé, uhé! - La tipa dal capello rosso, * Assurdo hanno fatto Napolitano presidente pur di girare a vignetta. dapprima si é fatta notare ed ora in topless, si distende sull’asciugamani.

Votavo solo per mio padre, ormai elezione dopo elezione, era diventato uno sfizio particolare aspettare i risultati, in quanto alle altre schede, quelle non inerenti alla Provincia, preferivo lasciarle in bianco, per paura di sporcarle, evitando la responsabilitå di errare, di giudicare male, tra la variopinta scelta di nobili intenti e simboli da segnare con una ics o croce come usano i democristiani.

I comunisti sono al tramonto – dato di fatto ineccepibile: bandiera rossa é prossima all’alzata della bandiera bianca. – I democratici in questa direzione, sembrano aver lavorato bene e forse il centro destra merita spartirsi i voti della sinistra, insieme al centro sinistra stesso, il quale si sposta più a centro. Il potere é sempre più solido, conseguentemente indirizza verso il centro destra – ciò che poco si capisce, sta nel nuovo capitalismo, il quale deve sostituire il vecchio, ma esso é materia completamente da studiare, specialmente l'ultimo tumultuoso periodo, cui siam sfociati attraverso la crisi industriale prodotta dall’inflazione in recessione, la quale sembra senza uscita di sorta.

Ohibò: capitalismo da studiare! – In genere quando s’inizia a parlare così, significa bisogna individuare le cause ed allora c’é solo da sperare, questo lavoro di definire con precisione i perché della flessione socio economica, non divenga settennale, nella sua complicatezza di partenza senza senso da sette colli ove alla fine le colpe sempre vanno, leggasi Montecitorio; fortuna siamo in cerca del nostro Re, per risolverci al più presto nella giusta dimensione.

Ritornando al fatto del vestito nero che indossavo al tempo, dopo che Maria Pia, era assurta a Miss Capannina, cosa che non voleva fare, e dopo che nel mezzo della villeggiatura ero stato a sostenere gli esami per essere ammesso al terzo anno di Ragioneria nell’Istituto presso Via Antesecula, laddove mi ritrovo un professore che mi da del comunista, sol perché avevo gli occhiali, il capello flesciato e la camicia variopinta, insomma, quel professore mi diede talmente fastidio, che per rispondergli a tono, mi ritrovai bocciato, nonostante fossi raccomandato.

Ritornai ad Agropoli, ultimo arrivato in materia scuola, ma con tanta conoscenza da chiacchierare per qualsiasi discorso. – In mia assenza era successo quanto segue: la comitiva, per allietare la tarda serata, si era portata dalle parti della Taverna dei Monaci, uno dei locali più frequentati, nonostante fosse un po' fuori mano, indossando lenzuola bianche – malauguratamente per loro, nell’ora insolita, un montanaro si trovò a transitare con la moglie incinta a bordo di un Ape furgonato modello ante guerra. – Questi tornò dopo poco, con altri rurali, suoi conterranei di rinforzo, impietositi dal racconto del padre del futuro nascituro e costoro ruppero testa, ossa o naso, più o meno a tutti i fantasmi. – Ciò fu rivelato al pronto soccorso, verità venuta a galla, una volta che si sparsero le voci dei fantasmi nel paese – un’ecatombe! – Se poi la moglie fosse incinta o meno, poco conta. – I rurali hanno loro regole del non si capisce. - Potenza dell’esame pensai: finalmente una bocciatura che mi va a fagiolo per il tempo perduto lontano dalle mie faccende abituali, piuttosto rallegrarmi con loro che in mia assenza, si erano sentiti morti. –

Bisognava vendicarsi! – Si organizza la sfida alla gentil tenzone: sport. - Gli ‘gnafoni del posto, contro i metronapolitani. Al campo di calcio, dove io delizio il pubblico con giocate magistrali ed uno di quei gol famosamente poetici del tipo “ Spettatori v’illumino d’immenso “ altresì impegnandomi anche in pressing.– Il risultato non lo ricordo, se vincessimo o pareggiassimo – sicuro, loro erano molto allenati ed annoveravano giocatori di calibro, uno dei quali passato addirittura al Napoli, dove si espresse con successo e qualcun altro che militava in categorie professionistiche.
Si torna a casa dalla villeggiatura. A settembre e con parte della comitiva “ PBC “
pochi, boni & carini, sostituiti da molti esterni, i quali erano ugualmente in vacanza ad Agropoli, ma in altre comitive, si va alla Piedigrotta, l’ultima che Napoli ha vissuto: peccato! – Era una bella festa – purtroppo il traffico ha cambiato usi e costumi della società. - Scendendo dalla collina del Vomero le scalette di San Francesco, arrivammo a Mergellina. – Maria Pia perse un tacco ed intonava un ritornello forgiato da lei per l’occasione “ Un taccheto si, un taccheto no “ mentre un altro canticchiava “ Se l’ha visto un Re … “ ed io rimbalzavo da uno scalino all’altro sulle note del mio inno preferito, intraducibile ed a detta di Rino, fratello di Chiarina Due, motivo appartenente al mitico Jmmy Hendrix, sinceramente non mi risultava, però cosa cambiava e poi faceva scicchettino, tra l’altro il motivo l’aveva lanciato lui, allora era da compagnia.

Ad ottobre si riaprirono le scuole e ci perdemmo di vista, si tornava abituali. – Incontrai Maria Pia ferma, appoggiata ad una macchina, sotto le luci nella strada più trafficata del Vomero in salita, di fronte al tabaccaio. – A me, con il vestito nero ed il Roma in una tasca dell’abito, sembrava avvolta in una bandiera rossa piuttosto che con un foulard al collo rosso *oggi avrei penato ai pescatorelli usciti da molti quadri dell’ottocento, ma ciø che era peggio, fu vederla in un coro di altri costumisti, poi rivelatosi extra parlamentari, conciati come lei. – I nostri sguardi s’incrociarono, ignorandosi intensamente calamitati nei quattro occhi dei nostri pensieri. – Quante volte avrò sbagliato a far assurgere qualche persona a prima donna, mi piacerebbe sapere, specialmente da un’amica alla quale ho voluto bene sinceramente, era quello che forse, lei non lesse in me o può essere lo decifrava fin troppo bene e mi piacerebbe conoscere il perché del suo mettersi in competizione, con me? – Mio Dio! - Com’era strano, scoprire persone care, che “ Bell’e bbuono “ per darsi una dimensione politica, s’atteggiavano a sinistristi, lo si leggeva immediatamente dalla facile costumanza, allora diventava un tutto d’emozione inspiegabile d'inutile comune. – Il tempo non perde tempo, * Questa frase non è mia ma non sono sicuro chi l’abbia detta, forse quello esperto di moda che inaspettatamente giunse in ufficio, però a volte per fare presto si commettono errori difficili da pareggiare. – Tu, cara Maria, Pia eri dei PBC, come mai sei caduta nella massa? – Risponderai con la teoria degli opposti estremismi che alla fine si toccano? - Non puoi! – Allora non c’era, questa filosofia ed io vorrei tanto sapere i motivi che ti hanno distratto dall’infinito, conducendoti all’opposto, cosa per me, difficile da afferrare, non essendo stato mai in antitesi a … non mi sovviene cosa.

Questi mi vogliono mettere alla prova nella perversione del sociale, la tipa dal capello rosso poco distante, inizia ad agitarsi e vistomi distratto a scrivere, si é rimessa la maglia e sembra scocciata, allora meglio dare un tocco al posto, riportandolo un tono più su: faccio l’acchiappanza.

Tutta foruncoli, o lentiggini non so, le carnagioni chiarissime reagiscono loro sanno come alla luce, inoltre saranno due ore che sta al sole, mi mostra il libro che sta leggendo, sembra piuttosto impacciata alla domanda “ Scusi signorina – sono un letterato: posso scrivere di lei? “ - Mi mostra la copertina del libro che sta leggendo ed asserisce posso fare quello ciò che voglio, anche le vignette per la carta igienica cui precedentemente, le avevo dichiarato di avere in progettazione … a questo punto inizia a preoccuparsi e confida preferirebbe continuare a leggere … le chiedo ancora un minuto critico d’attenzione, in nome della vignetta, grosso momento d’incontro tra: cartai, disegnatori, scrittori, industriali, inventori, traduttori, tipografi, venditori, spedizionieri, cassieri, cessi anti recessione, si magna, si caca, si consuma. – Confusa, dapprima mi guarda le pantofole, poi il montgomery, prezioso come la ventiquattrore. – Percepisco sta misurando me con la sua pezza sulla quale è stesa, il libro che ha tra le mani preso in libreria e tutto il resto cui é coinvolta, quindi augurandole un buon proseguimento di giornata la saluto, prima di trovarmi immerso in un’anidentificabile immagine.

Nell’Europa la tradizione é lenta, e questo dato di fatto, oggidì non é sinonimo di classe. In America per la fretta, a leggere sul giornale di stamani, c’é guerriglia. – In Australia sono talmente pochi: quindici milioni e mezzo d’abitanti, certamente troppo soli per lo spazio sterminato che occupano e per questo motivo é difficile quantificare fino a che punto possano essere interessati alla velocità, ragione che induce gli Americani del Nord ad accusare quelli del Centro e la colpa cade sul Sud Andino, il quale rallenta lo sviluppo rapido del loro continente America. – Mondo occidentale ovvero la velocità: Tokyo, vabbeh dopo la Ferrari ed io quando mi fisso con il lavoro.

C’é una bionda bellissima che si é accinge a campionessa giocando a finsbury – é saltata per afferrare il disco e mentre era in fase discendente già si aggiustava la gonna rimettendosi in ordine … di tessuto strecht con stampato a fiorellini. – Tutti i movimenti le sono riusciti poli estensivamente benissimo: complimenti!

Sono tornato alla panchina in king’s Cross ed é apparsa la poliziotta che ieri m’aveva invitato a muovermi – era questa volta in abiti borghesi, l’ho riconosciuta subito nel suo chiodo nero. - Le ho chiesto se poteva accompagnarmi a prendere le scarpe, già sapeva la storia dal giorno prima … zio Bill aveva buttato tutte le mie cose in delle buste in macchina e se non le avessi ritirate al più presto, chissà? – Lei, mentre parlava, mangiava pure, con il ketchup che gli tingeva il muso, non lo so, sarà forse uno spettacolo clounesco?

Aveva preparato tutto in meno di dieci minuti, tempo necessario permettendo, tra il dire ed il fare c’é di mezzo il mare, pochissimo il trascorso da quando la mia ex moglie m’aveva avvertito del locatore dell'alloggio che avevo in fitto era su tutte le furie e voleva sbarazzarsi d’ogni cosa m’appartenesse, in più stava ricevendo telefonate incomprensibili, certamente non da me. - Inutile sostenere avessi avvertito chicchessia di non coinvolgere la mia ex moglie, perché incapace di gestire le situazioni, specialmente le mie, infatti, asseriva Bill gli sembrava stranissimo; sapesse a me, com’é parso, in particolar modo mentre gli parlavo, con quel ketchup che gli tingeva il viso e non era la poliziotta, abbastanza carina e divertente.

Intanto, all’ufficio che si occupava per il mio alloggio mi avevano invitato a disdire la camera in albergo, perché avrei cambiato locazione per la notte a venire; il mio caso si presentava difficile, e sempre lì quella volta, mi hanno consegnato un documento per il prossimo alloggio, uguale identico al precedente e m’avvertono di notificare ciò al job center. – Torno in albergo, dove accade qualcosa diabolico, in linea al precedente momento del non si capisce da zio Bill, in quanto molto simile a livello di stress pilotato dalla velocità in mancanza d’ esistenza del fatto. – Stavo in albergo, a letto leggendo, avevo fatto da poco la doccia, lavato le mutande, allorquando mi sono reso conto che l’indomani sarebbe stato sabato e quindi avrei ritardato la mia visita dall’avvocato e chissà quando tornerò in possesso delle scarpe e di tutto il resto?

Ci vorrebbero settantadue ore di sonno … non l’avessi mai pensato … sento la chiave che gira nella toppa – entra l’albergatrice facendo finta di essersi spaventata, per poi chiedermi con tono energico come mai fossi lì? – Ero da un paio d’ore in camera, e seguo la sua scenata da interprete senza palcoscenico; normalmente le dico, senza mostrarmi per niente scocciato; le faccio notare l’Home Office mi ha dato un documento da consegnarle, così come eseguito con lei e più altre carte da presentare in uffici dove sarei passato poi.- Lei asserendo non é vero, repentinament prende le chiavi aggiungendo che se non me n’andassi subito, avrei ricevuto un record da criminale. – La storia inizia a spazientire ed é meglio mettere un punto importante: la invito a chiamare la polizia. – Quando giungono gli agenti scopro rifiutano di ascoltare, perché non sanno a chi dar ragione e garantendo di essere dispiaciuti mi raccomandano di andarmene. – Piego le mutande, bagnate, le avevo lavate, le metto in tasca ed esco subito dopo, sono fuori anche loro, ai quali ricordo che trovo stranissimo tutto ciò accada alle sedici e trenta, momento in cui l’Home Office chiude – ci dev’essere nell’aria qualche strana energia che mi circonda.

Loro, mi avevano consegnato, due indirizzi di ostelli, mentre uscivo dall’albergo, situati entrambi dalle parti di Covent Garden – zona piuttosto scicchettina e così come sono conciato inizio a sentirmi imbarazzato più che buffo: non ci voglio andare. – Leggo sulla mappa il nome della prima strada prestando attenzione a tra chissà dove. – Mi indirizzo dove sono diretto, speranzoso l'ubicazione da raggiungere non fosse proprio lì al centro, ma in qualche punto più defilato. – Entro nel corner shop, uscendone con appresso qualcuno - gli chiedo dove fossero quelle strade – lui subito risponde “ West Si Two “ faceva il postino proprio da quelle parti? - Allora l'albergatrice faceva la sceneggiata non la sceneggiatrice?

Giungo agli indirizzi segnalati e mi annunciano non ci sono posti, allora decido di tornare dove ero stato precedentemente, due notti. – Tra l’altro l’ostello pareva quasi deserto l’ultima volta che ivi ho dormito, salvo il presentarsi di un tipo che venne verso mezzanotte, il quale mi raccontò d’essere appena uscito da galera per aver emesso assegni a vuoto. – Questo discorso lo trovai familiare, anche se non n’avevo mai firmati a scoperto, così come mi sentivo in quel posto “ Vittima “. – Avevo in testa chissà quale scoperta, quando mi dissi di accertarmi fosse Road, Street, Close, Square, eccetera, perché se pigli una di queste locazioni per un’altra rischi di ritrovarti a miglia di distanza, quando ecco apparire un pullman numero trenta, con scritta king’s Cross - vi salii a volo e mi trovai a Trafalgar Square, scendendo dal pullman, notai nel vano posteriore luminoso dedicato al numero, questi fosse trentotto. - Trentotto ... mah? *E se fosse stato trenta sarebbe andato nell’altra direzione non al centro *P38MerdLaFrance qualcuno spara e là mi trovo anni dopo Calcinacci Goddge Street Station anni dopo con il treno dalla scritta in direzione diversa colpito e perché non W i Gilet Gialli i quali dimostrano senza sparare – Entro nei sottopassi, deciso di prendere l’underground – la polizia mi sorpassa per fermare due “ Bullettini “ che fanno caciara e li interroga, poi gli stessi agenti mi raggiungono con un sorriso serio e chiedono cosa portassi nella ventiquattrore e quale fosse la causa della mia preoccupazione. – Racconto la storia del pullman con contorno comico tra il serio ed il faceto, aggiungendo di voler prendere il treno, perché il binario pur essendo parallelo non inganna, é tutto più logico – i treni devono seguire per forza la linea - i pullman … mi salutano senza manco aprissi la valigetta. – Resto col dubbio del trenta addebitandolo come sogno alla mia mamma – che pregustando poco prima l’avvicinarsi del primo maggio festa sua, cioé dei lavoratori e lei continuamente a faticare, così come asseriva per tutta la sua vita, mentre io a poltrire e qua non lo so, in questi giorni cosa sta succedendo? E cosa altro debba capitare non so, e sembra io stia con la testa tra le nuvole, come se a scrivere non bisognasse vivere esperienze in pantofole senza essere davanti la televisione. - Altro che ventiquattrore al giorno, è di legno tra l’altro, camuffata in valigetta da lavoro asserirebbero i faciloni.- Non posso deludere la mia mamma, devo scrivere un libro eccezionale - se lei ha lavorato tutta una vita per me, come quotidianamente avvertiva quando recitando cinque Ave Maria al giorno, e solo per me raccomandandomi alla Madonna, la quale sembra divertirsi a trasmettermi tutte le sue ansie, qualche ragione ci dovrà pur essere? Cosa mai ho detto per rispetto e probabilmente questo dato di fatto delle sue preghiere, di responsabilità, circa le ansie del mondo che devo risolvere, ha generato le gelosia dei restanti quattro figli ed ecco che mi ritrovo a lavorare per tutti e seppur santo, meglio condirsi con un pizzico di peccato, fa più umano: anima! - Uffah! - ho sbagliato uscita e sono un’altra volta a Trafalgar, mentre devo seguire l’indicazione Strand. – Agli agenti avevo affermato mi avevano messo in un film vignetta scocciante, con il trenta avanti e l’otto dietro, ne avevamo riso di questo fatto e per non lasciarci la pelle con la P38, visto che le frecce alla San Sebastiano non si usano più, per la serie Paradiso aspetta, c'é qui un tris pronto per la giocata “ Droga, sesso e rock & roll “ tre palle, e c’é chi ultimamente, ha aggiunto al trittico del pensiero anche la religione, facendo poker ed a questo punto si può stare ben certi: da Santo non si muore.

Il confine tra Dio e droga é sulla stessa linea, quando si tratta di stupefacenti leggeri, appena si calca la mano, la spiritualità inizia a scemare vertiginosamente fino a scomparire, soggiogata nella volontà da effetti fasulli, i quali offendono Dio e guidano i sentimenti nella valle della perdizione. - La coscienza comune avverte di smarrire un’entità e poco può nel suo recupero, essa, ricca di fede in quanto coscienza comune, si adopera nella preghiera al Cristo ed al Suo messaggio importante “ Onora il padre, la madre e tutto il Creato e non offendere te stesso, fatto a mia immagine e somiglianza!“. – Droga kaput!

Ma cos’é il Creato? - Andava chiedendosi forse don Abbondio, in quel ramo del Lago di Como o altro specchio d’acqua; di là era passato Narciso turista seguito dalla Ninfa, o no?


Ogni tanto, sovviene l’addetto alla pulizia della stazione, muove le panche. - Perché non costruiscono delle panchine che piovono dall’alto ed all’occorrenza si ritirano per i centimetri necessari? C’ è chi ama muoversi anche seduto, ma la sedia a dondolo non si porta più, e giù notti insonni. – Avvitandosi nella salita dal mignolo, punto più lontano del piede, la spirale balza sulle colonne dai capitelli imperiali, e poi siamo alla monumentale St. Pancreas, che domina il primo lato della piazza nella sua pietra, la quale una volta pulita dovrebbe essere color coccio, se non grano, tono ideale per mettere in risalto le meravigliose guglie e tutte quelle linee in fuga saltate … dalla panchina ove lo sguardo ha colto il mignolo per poi salire fin su. – Attenzione, meglio tornare con i pensieri sulla terra: il tipo spazza pure le pantofole.

Da queste parti ci dovrebbero essere i collegamenti principali ottocenteschi canalizzati, quando, a quanto pare, tutto il Regno era navigabile per vie interne, grazie a questa rete che sa d’antico, leonardesca, ma molto funzionale ancora oggi. – Opera maestosa di viabilità incredibile, tra una chiusa e l’altra, da vivere con quei barconi alloggi, che fanno tipica la zona di Camden, come piace a mia figlia, non certo per le bancarelle, a quel punto pezze, preferisce Bond Street, pezze si, ma con rigore di classe. – Deve essere un’esperienza esaltante muoversi su queste sponde interne e respirare segni di un paio di secoli or sono, quando le merci su solidi zatteroni raggiungevano la Scozia, lungo questo itinerario canalizzato, centro focale dei collegamenti nei secoli di quest’isola - sembra un documentario.

Faccio di tutto a non pensare al dito medio della mano destra: mi duole; scrivo per troppe ore al giorno.
La matita é sempre più corta, ne tolgo pezzettini con i denti per far uscire la punta. – Giungendo sull’orlo destro, mi fa male anche il mignolo, causa della spirale che tiene insieme quarantaquattro “ Sheet “ che tradotto in italiano significa pagina - lo stesso termine traduce anche le parole lenzuolo e cacca. – Praticamente, con un solo sheet, si catturano tre pensieri, avvolti nella mia testa in un lenzuolo di carta cacchina, potenza della carta igienica fumettata – sembra una joint venture di carta riciclata.
*questa parte è scritta sul notes quaderno – dov’è? – veramente è andato a pattumanza? – Della politica che profitta delle casse acustiche, laddove è nascosto il manoscritto, non mi fido. - Fortuna feci le fotocopie.

La gente sospira, tossisce, starnutisce, sospira di nuovo, s’infastidisce per niente, ammira i suoi arti sempre più fitti di tatuaggi, lasciando poco spazio color pelle, o forse é per questo m’accorgo quando sbadiglia, non si porta la mano alla bocca? – Volevo fare un piccolissimo tatuaggio sul braccio – tema: divieto di sosta. – I Bellazzi n’avevano uno piccolissimo al polso, capitava sotto l’orologio – una mezzaluna con stella – una carinata indubbiamente – però l’idea del tatuaggio non mi ha mai attirato tanto, anche se ora é molto moda.

Nel Villaggio, una volta trovammo nel garage un segnale di divieto di sosta, davanti al parabrezza della macchina, lato guida, il quale in Italia é in senso opposto - sicuramente dovevo essere con Bella Star ed Irma. – Erano giorni in cui pioveva molto, continuamente e la campagna circostante della Domitiana dai colori pastorali con l’acqua acquisiva dei toni smaglianti.

Riccardomustodario

unread,
Aug 12, 2019, 12:08:28 PM8/12/19
to
On Saturday, August 10, 2019 at 4:16:14 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Bella Star voleva il tatuaggio di Jessica Rabbit sulla spalla – non mica ci vogliono questi artifici per essere direttore commerciale “ rimuda “ da cartone animato con il bicchiere in mano al pianoforte? * Cercasi direttore commerciale per condurmi al Premio Nobel. – Pure lui, non ha il tatuaggio, perché poi pensa di scocciarsi – inutile asserirgli c’é chi afferma togliendoli con il laser, non resta alcuna macchia, ma soffre il dolore. Il laser è strumento infernale se non si sa usare, ci vuole esperienza, i raggi mi piacciono, ma quelli solari ed i CD trasmettono un altro suono: migliore, più aperto però il piatto, il quale è indicato da LP, da CD perde spettacolarità. Il disco é bello e l’etichetta al centro che gira fa scena piacevole, importante, a volte dimentico di mangiare - tatuati un piatto di gnocchi sulla pancia. - Quale tatuaggio avesse in mente Irma non mi ricordo. – Avrà pronunciato previo richiesta “ Mi piacciono i tatuaggi “. – Bella Star ha sempre asserito che Irma in testa non aveva proprio niente ed io, per forza volevo perdere tempo, nello scoprire cosa si nascondesse in quel nulla. – Menefreghismo? - Irma portava la stessa pettinatura che aveva mia figlia, l’ultima volta a Napoli. – Era Virginia Maurizia, di sette, otto anni che voleva fare l’adulta o era lei non cresciuta nei capelli da bambina? – Irma, aveva la pelle bianchissima in piena estate, di notte più viva, luminosa, assurgendo a “ Donna Luna “ totale.

Ricordo raccontai a Bella Star, dipingendolo sul tergicristallo, il quadro pastorale come lo immaginavo: una donna scende dalla colina, situata al lato destro del dipinto, una mucca sulla sinistra, al centro un piezzo d’albero, con tanto di mela e serpenti e pitoni, tra fusto e ramo pecore sparse e pastore, il quale veste panni di cenci pesanti, infeltriti, così come doveva essere la cartolina del quadro stesso che avevo in testa.

Dipingere con il dito dall’altro lato del vento, senza pennelli e colori, grazie alla descrizione della scena, per avere qualcosa da dire viaggiando, in senso figurato: nella realtà ci muovevamo molto e non solo con il pensiero.

Un giorno in spiaggia, con le ballerine e Bella Star eravamo intenti all'abbronzatura, mentre ci raccontavamo fatti capitati a noi tra una battuta e l’altra. – Due indigeni, play del posto, vanno all'attacco; io, vivevo poco distante da quella spiaggia e nulla cambia ci abitassi da poco - i due, tirano con frequenza voluta, dalle parti nostre una stupida pallina da tamburello, con la quale infastidivano giocando per mettersi in mostra. – Scocciato, principalmente perché gli argomenti non erano affatto semplici, Bezzabea per esempio, esperta in conscio e subconscio e qualcos’altro di quella materia, cui ora non ricordo, perse il filo dell’argomento, nel momento che fu colpita dalla pallina. – Le prime ballerine, quando si concentrano, fanno uno sforzo posto in evidenza dal loro essere sospeso nell’aria, abituate a fare pressione sulle punte degli allucioni senza trasparir fatica, prediligono cambiare situazione se si rompe l’armonia, infatti Naola subito intavola un nuovo giro tarantella con “ Se l’Arcivescovo di Costantinopoli si fosse disarcivescostantinopolizzato, t’Arcivescostantinopolizzeresti tu se l’Arcivescovo si fosse disarcivescostantinopolizzato? “ – Quando Bella Star mi presentò questo fatto, risposi di no, adducendo come motivo, la mancata conoscenza del perché avesse l'arcivescovo avesse ceduto la poltrona, non mi spronava a quella carica; si pelasse lui la tiara. – Tempo dopo, Bella Star raccontava, dei suoi complessi esercizi con il mignolo della mano sinistra, per stringere le note del basso e manco a farlo apposta, ogni volta che Bezzabea prendeva la parola, arrivava la pallina. – Afferro la pallina, buttandola lontanissima ed invitandoli a farsi più in là – inutile aggiungere che i tre al mio fianco stesi, dal sole maledetto non volevano distogliersi, degnarmi di uno sguardo d’aiuto, manco per idea e quelli sempre più bulli, facevano anche la parte minacciosa: indurivano i bicipiti, sotto lo sguardo vigile e divertito della loro comitiva; uno di loro viene quasi a punta di naso e dichiara “ Ma perché che faresti, hai notato quanti ne siamo? ". – Non ricordo per quale magia si allontanarono, sedando i loro bollenti spiriti, di sfida superatletica. – Il giorno dopo ero sulla stessa spiaggia con Irma, nel momento topico del calore che squagliava le creme bronzanti giunsero gelati ed acqua minerale, i tennisti del giorno precedente si volevano scusare, diventare amici: benissimo. – Pretesto del loro comportamento del giorno precedente, fu la motivazione di aver pensato fossi con tre donne - neanche i peli sulle gambe di Bella Star avevano notato: che scifo. – Questa storia, a chiunque la si raccontava, produceva un sacco di risate – pure ora a trascriverla mi viene da ridere e mi sforzo ad accennare appena un sorriso, evitando seriamente, di passare per balordo sotto la cupola della stazione che fa da ombrellone.

Bellazzi si preoccupava che sempre più persone, a suo dire di notte, si trattenevano in ufficio e la segretaria si disperdeva appresso al poco impegno profuso da me nel lavoro in quel periodo. – Inutile aggiungere - carte alla mano - a luglio avanzato, a pochi giorni da agosto, nel nostro settore così é - tutto quello che c’era da fare e non era poco, ma neanche molto per la verità, veniva svolto da me con diligenza - al centro di questa discussione, improvvisamente ed inaspettata telefona l’Olandesina, appena giunta alla stazione. – La socia ha un gesto di stizza e per poco non rompe il telefono, sul cristallo della scrivania o viceversa, é il vetro a subire la peggio e mi accompagna alla ferrovia a ricevere la mia amica. – L’anno precedente cosa avrei fatto per non farla partire, ora neanche immaginavo perché arrivava, forse per far incavolare ulteriormente la Bellazzi, in quanto secondo lei eravamo impegnatissimi, dovevamo lavorare. - Proprio ad agosto?

Agosto é bellissimo a Napoli. – D’incanto la città si svuota – scompare il traffico. – Qualche notte prima, avevo incontrato a Castel Dell’Ovo, Varia, una carissima amica degli anni settanta, da poco tornata da Bali, dove si era trasferita. – La Bellazzi, non volendo, ha cancellato una bellissima telefonata con lei, del tipo: come parlavamo dieci anni fa e se un giorno mi dedicherò seriamente alla canzone, quello sarebbe stato un testo perfetto, registrato sulla segreteria telefonica con istruzioni in giapponese. – Varia é stilista di bijoutteria e lavora per una non identificata compagnia delle Indie. - Varia abita dalle parti di Bezzabea, la quale me la ricordava moltissimo e glielo dissi pure e quando andai a visitarla, qualche giorno dopo averla incontrata, passai a salutare la ballerina, ed ebbi anche un mazzo di rose, le quali a mia volta offrii, ed erano sempre fiori ricevuti in regalo di buon mattino.

Mi scricchiola la testa, affermava il compagno di classe tutto preso al termine del suo componimento d’Italiano è poco male il suo voto era sempre più basso del maio senza sforzi nell’ottenere il risultato. dopo tre notti, non si può tornare nello stesso ostello – poco male – spero per domani mattina di terminare questo quaderno notes e di organizzarmi per il prosieguo, come si fa al computer: scomposizione di tutti i dati, sui quali edificare il resto della storia fino al termine. – Elencare: materia, soggetto o persona, avvenimenti, periodo ed altro che si ritiene idoneo. Fino a questo momento, le pagine scritte sono cresciute, paragrafo dopo paragrafo, quasi in associazione d’idee e non posso certamente andare a rileggere per vedere cosa va sviluppato, anche se più o meno ricordo i temi accennati e quali di essi meritino di essere elaborati, in uno stato attuale sempre predominante, perché nella dimensione odierna, guai a prendere sotto gamba il presente. Di associazione d’idee in associazione d’ idee dov’è giungeremo un dì?

Scrivevo dell’Olandesina, la quale dopo aver fatto la doccia ed allagato il bagno, si ritira in cucina uscendone dopo qualche ora con un bel dipinto per raccontarmi della segretaria e del figlioletto, mentre lei dipingeva l’acquerelli; si sentiva osservata come se stessero in fila indiana ad aspettare il pullman proveniente da Londra, poco distante. – Il ragazzino allungava il collo sulla punta dei piedi, per meglio vedere il suo lavoro raccontato da lei, sulla falsariga della sceneggiata napoletana, la quale con lei segretaria, riesce sempre bene.

L’Olandesina vuole per forza andare al mare, nonostante glielo assicuri anche la Bellazzi “ Dobbiamo lavorare, non siamo in villeggiatura“. - La nord europea, ha appena sostenuto un lungo viaggio e non certo vuole rilassarsi poltrendo su un divano - poverina, a momenti s’incavola per davvero - allora nel pomeriggio mi ritrovo con Bella Star e Bezzabea alla spiaggetta privata – onde evitare di continuare il capitolo sull’altra spiaggia con tre donne … e quelli a giocare a tamburello. - Appena giunti, Bezzabea s’invola e parte direzione montagna che inizia a scalare, con agilità incredibile, trascinandosi dietro Bella Star, il quale in bilico su una pietra sporgente sull’acqua e sotto al sole non sa più procedere in nessun loco, mentre incalza la pressione del martellamento della ballerina “ Ma dai metti una mano là, un piede qua, forza, è facile, ce la fai “ - Mostro la scena comica alla bionda amica, che sta gustandosi l’aliscafo che sbuca dal promontorio lontano che niente spartisce con Bella Star imbalsamato, mentre Bezzabea continua a procedere sostenendosi sui fili d’erba. – L’Olandesina si tuffa nell’acqua, coprendo in cinque secondi, cinquanta metri con cinque bracciate, numeri e tempi da stratosfera, con una sola mano si riesce a portare tutte le cifre in zona medaglia. – L’anno precedente ero più allenato e non riuscivo a starle dietro in acqua, mentre a terra nonostante avesse gambe lunghe non vi erano fuori tempo; i due sulla montagna, sbalorditi dalla campionessa più veloce di un aliscafo, cadono in acqua. – Mi preoccupo “ vuoi vedere che quegli quaglie per ridere s’affoghino? “. - A volte si accavallano, tante le cose, una dietro l’altra da non sapere più quale mascella frenare, le risate germogliano in continuazione, ruminano, specialmente a mare, è d'uopo osservare nell’acqua bisogna tenere la bocca chiusa. – Come volevasi dimostrare, dopo poco riemergono entrambi con le mani sulla bocca. – Mi tuffo anch’io ed in un baleno sono dalla nuotatrice eccezionale, l’anno precedente mi aveva sbalordito veramente, oramai ero preparato.

Avevo conosciuto l’Olandesina nell’agosto dell'anno precedente, allorquando i Bellazzi, Tina e Gustavo partirono per la Costa Azzurra con Fangio Di Mattino, noto boutiquomane vomerese, col quale ci si vedeva ogni notte, padrone di una casa a Nizza, da vacanza gratis. – La Costa Azzurra mi piace, però mi scoccio, andare sempre allo stesso posto, la verità é Napoli ad agosto é un incanto di solitudine e non ci fu verso, non volli partire. – Niente di meglio quando si é soli, fare amicizia con sconosciuti, in questa ottica, conobbi l’Olandesina, mentre ero in cerca senza affanni di un tale conosciuto che non trovavo. – I miei amici, non erano neanche giunti in Francia che il telefono iniziava a squillare continuamente, perché stavano per ripartire, per venirmi a prendere. – A raccontarlo sembra una battuta, ma se a chiunque capiti di conoscerli, s’intuisce subito che quelli si trovano solo con loro stessi e senza di me soffrivano. – Appena consumate dodici ore di viaggio, ne volevano fare altrettante immediatamente, più altre dodici per ritrovarsi dov’erano da pochi giorni ovvero uno: che stress!

Ero in vacanza! – Stavo benissimo – la città era mia e l’Olandesina era la più bella visitatrice di passaggio che vi fosse quel dì e dopo una settimana, amici più di prima e se nessuno l’avesse conosciuta, ora non sarei a scrivere di lei, facendola assurgere ad intimità della rilassatezza. – Finalmente, potevo rivedere persone, tipo il restauratore che non incontravo da tempo. – Ero visitatore qualche volta in più per i miei genitori o continuavo a programmare il lavoro, attraverso Master più sperimentali: vacanzieri.

Sono le dieci ed un quarto, uscendo dal bagno, atto grande con bidé ottenuto con batuffoli di carta igienica imbevuti d’acqua, ho bagnato i capelli, sciacquato la faccia e lindo a pinto sono uscito fuori la stazione, dove si stanno ingrossando le file dei barboni, robe da inedito accampamento, vuoi vedere questi hanno lo stesso mio problema di tre giorni in ostello? – Più di tanti non si può stare; un dubbio m’assale, metti che questi fosse il numero dei rimasti fuori? – Ah no? – Hanno acceso i riflettori, stanno ad interpretare un film. – Ecco la dimostrazione! - Dirò alla dottoressa: c’è un brutto film che mi perseguita e continua ancora. – Solo l’arte, la letteratura, ci può salvare!

Il weekend precedente dal tutti in vacanza, andammo a trovare un amico ad Ischia. – Giungemmo sull’Isola Verde con delle nuove amiche di Fangio Di Mattino, il quale garantiva che il mese successivo si sarebbe sposato con una di loro. – All’albergo ci condussero due taxi motorette, i quali assicurarono saremmo stati in un posto ottimo e vicino, talmente tanto scoprimmo quando giungemmo sulla montagna. – Restammo lì un paio di giorni e dopo aver pranzato, Gustavo andò a trattare il conto - dopo di lui venne il turno Di Mattino e quando all’albergatore già fumavano le cifre in testa, passai per la cassa e dopo un ulteriore sconto, pagai a tanto albergatore, il quale già ci attendeva per il week-end successivo.

L’incontro con Gallette e la sua band fu sconvolgente “ Ragazzi stamattina non ho capito niente … “. – Normale pensammo tutti noi. – È proprietario di un paio di night di successo e la mattina se é sveglio é andante, ed è ovvio. - Caspita di guaio avrà combinato questa volta? - Già ci ridevano gli occhi al pensiero di cosa venisse sciorinato. - L’amico continua il discorso: << No ragazzi – vi prego – é un fatto serio … é entrata nel porto la Caremar, mentre un’altra nave era in fase d’attracco. – Quelle teste matte, riferito agli amici della sua Gallette & Co., a suo dire, non avevano ormeggiato bene la sua barca, uno yacht di legno, molto particolare, un sacco di cabine, la quale é andata a sbattere contro la banchina ed é affondata. - Sto andando avanti ed indietro senza trovare una soluzione per dirglielo a mio padre. - Ho chiamato la capitaneria di porto, informandola dell’accaduto, costoro mi hanno indirizzato al cantiere del porto medesimo e dopo poco sono giunti i tecnici con una gru, grazie alla quale hanno alzato la barca dal fondo del mare. – Stiamo da stamani a togliere acqua – hanno riparata la falla che si era aperta e devo ancora pagare >>. – Non ricordo chi asserì: caro Galletti, stavamo appunto pensano di venire a dormire da te, ma … se vuoi si parli con il cantiere perché sei addolorato, aggiunsi io, sono già stato ultimo in albergo … ed ho intenzione di scalare la classifica. – Lui, molto carinamente, come sempre d’altronde, affermò che da lì ad un’oretta non ci sarebbero stati problemi, liberata la barca dalla restante quantità d’acqua, controllata la parte elettrica e l’elica, si poteva anche uscire in mare. – Ci guardammo in modo inequivocabilmente sorridente, sofferenti a rimetterci in mare dopo la traversata breve con il traghetto, ed il pranzo da poco finito. – Ed allora quel anno, meglio Napoli che altri luoghi, se si vuol ridere.

Gallette ha una sorella, allora in Brasile, avendo chiuso il night cittadino per ferie estive, la quale é stata la fidanzata di Gustavo per lungo tempo. – Alle tre di notte il locale chiudeva, l’ultimo pezzo canoro della serata era mio, non sempre, altrimenti sfuma la leggenda, basta una volta. – La signorina Gallette non riusciva a chiudere i conti di cassa, la voce del cantante che sono c’era e prendeva tutti, eccetto il pianista, bravo per la verità, nel suo lavoro di piano bar era forte, capace di scatenare da solo una folla di centinaia e centinaia di persone e ciò per molte ore, solo un po’ geloso quando cantavo io, andandosene sui tasti per fatti suoi. – Dai pochi presenti rimasti in sala, sbuca un uomo, il quale avendomi ascoltato cantare si presenta: é forse il più noto titolare di Pompe Funebri della città, questi dimostra di voler per forza fare il mio manager, a suo dire, ho una voce eccezionale ed anche un tono comico spettacolare. – Gustavo subito si candida sponsor, non era ancora iniziata l’avventura ed i due già non si trovavano. Da parte mia annotavo strano avere un manager da pompe funebri, ritornava ancora più complicato immaginare uno sponsor per un manager di un cantante da cimitero riposo scongecato. – Insomma, non c’era amalgama con le tombe e poco cambiava, perché continuavo ad essere il più noto ballerino rock house napoletano ed ora giunto a Londra ho scoperto di esserlo anche qua sconfinando nell'internazionale. – Risultava poi, anche più divertente ballare davanti al pianista, il quale stabiliva meglio i miei virtuosi ritmi, dopo avere ascoltato il canto.

In una delle rarissime sere che non sono uscito, Gustavo venne al Fusaro con la sua ragazza e Dora, la quale avevo da qualche giorno conosciuto, e forse sarebbe nata anche una storia. – Sicuramente Gustavo, geloso, si presentò verso la mezzanotte con loro, per dimostrare a Dora che io senza di lui non uscivo, quindi era meglio che lei andasse a cercarsi uomini, da qualche altra parte se non pregasse lui.

Il restauratore, da una sua escursione in giro per l’Italia, ritornò in compagnia di un amorevole batuffolo miao, gattino persiano da Lecce, città ricca di storia e molto bella per sentito dire non essendoci mai stato di persona. – Il micio è alloggiato sotto al tavolo del ferro da stiro, sempre pronto per l’uso, in un angolo della cucina, vicino alla finestra. – Chissà perché, ogni volta si metteva in funzione la lavatrice, la casa si allagava, non restava altro che fare le pulizie generali - la casa era sempre pulitissima. – La pulizia del pavimento, grazie ad abbondante quantità d’acqua, la quale defluiva aprendo una piccola botola centrale, è quanto avevamo sperimentato nel suo ristorante, in seguito ai grandi lavori di riorganizzazione per la nuova apertura. – A casa mia in autunno, ero vittima degli allagamenti se non prestavo attenzione ogni volta che pioveva forte ed anche in altre stagioni, potevo incorrere in tale disavventura. – In autunno, la causa delle apprensioni era costituita dalle foglie, le quali cadendo nel terrazzo, otturavano il chiusino dello scarico, e durante l’anno dal vento che trasportava qualche busta, raramente gli inquilini dei piani di sopra lasciavano cadere qualcosa, in genere panno steso ai balconi a fare bizze con le mollette al vento. – Ovviai l’inconveniente installando un rubinetto nel terrazzo e con una pompa sempre pronta per l’uso, due volte la settimana, facevo pulizie generali all’aperto: pavimento, vetri, tapparelle - era quasi un divertimento, ciò faceva bello e rendeva rigogliose anche le piante, infine ho sempre trovato scuse pur di non guardare la televisione. – Il restauratore e Micio Gatto passavano le notti a litigare, avendolo lui educato nel modo più vizioso possibile, diventava sempre più difficile dargli un ordinamento, non dico da lupo, ma nemmeno da rompiscatole era impossibile distoglierlo. – Poco dopo il gattino era stato sistemato nel suo alloggio, questi iniziava una passeggiata per la casa, in cerca di un topo che non ci stava, e per pariare conduceva una sua ricerca perimetrale, molto particolare, da dietro la colonna entrava nella mia stanzetta - il letto a cassettone, accostato al muro, non gli permetteva il passaggio, agilmente balzava da terra e puntualmente planava con i suoi artigli sulla mia mano sinistra e giunto sul cuscino, mi camminava in testa per entrare finalmente nell’altra stanza, da dove poco dopo, partivano gli strilli, probabilmente durante la passeggiata affinava gli artigli. – Sopportavo Micio Gatto, perché mi ricordava mia figlia, la quale piccolissima, a quattro zampette, si lanciava dalla sua culla sul nostro letto e così proseguendo sempre sul ciglio, veniva a dormire vicino a me, che stavo con il cuore in gola, ogni volta quest’operazione scattava nel profondo della notte. - Potevo sentire l’alito ed il battito del cuoricino, ansioso nella concentrazione di Micio Gatto, ogni volta questi s’apprestasse ad un salto, perché la maggior parte dei lanci erano su di me base, dalla mia mano al cuscino, dal cuscino alla testa e dalla testa al comodino. – Micio Gatto graffiava e quando stazionava sul mio capo, avvertivo la sua e la mia apprensione, prima che spiccasse lo scatto felino sul comodino, avvicinato il più possibile per farlo smammare al più presto, specialmente quando non ce la facevo in tempo a riparare la mia testa sotto al cuscino. – Puntualmente, quando schizzava dal comodino, aveva il potere di farmi ritrovare la radiosveglia con le luci negli occhi. - Vivere costa caro e senza sacrificio non si costruisce niente, ma non é il caso dormire con i numeri luminosi negli occhi, come se non esistesse suoneria. - Costa meno il suono o la luce? Quanto può appagare la presenza di un gatto che pone in essere i tasti della radiosveglia? A quelle poche ore che dormivo, il felino aggiungeva pure l'incertezza avesse cambiato l'orario? – Micio Gatto entrava nell’altra stanza e s’andava a coricare sul cuscino del restauratore, il quale riposava nel letto grande, perché la casa l’aveva trovata lui, e dopo poco si appiccicavano ed allora sbraitando, quasi mortificato m’avesse svegliato, riponeva il Micio nella sua bagnarola di plastica rossa con tutti i confort.

Dal Fusaro a Casoria impiegavo un’ora – dal Fusaro a P.za San Pasquale quaranta minuti. – Due tre docce quotidiane – capello sempre bagnato che tonificava - in sostanza continuamente sveglio, fresco e tosto, salvo sei ore, di sonno, massimo, eccetto la domenica trascorsa solitamente a dormire, dalla mattina festiva al mattino del lunedì. - Salvo imprevisti.

Questa notte che s’avvicina potrei passarla scrivendo, mi sento ben sveglio per completare il rally tre giorni d’inchiostro in parole e pensieri; il notes quaderno sarà riempito, non é neanche tanto piccolo, ventiquattro righi su un foglio da circa venticinque centimetri, per un totale di quasi un centinaio di facciate.*con pennello punto 0 è come scrivere sulla tela, in Miss Grammofono avrò dipinto cento facce diverse sempre nei soliti pichi centimetri quadrati sul sinuoso corpo.

Il rumore del motore ben conosciuto prima, più le voci poi, m’indussero ad aprire la porta anzitempo. – Inutile aggiungere s’espressero in coro tipo: - << Ora ti stai ritirando? - Ma che è, senza di noi non riesci a dormire? - Oggi sei andato a Montesarchio? >>. – Incredibile, la gente sulle chiacchiere ne monta altre da ridere a ridire o viceversa ed alla fine sembra ognuno volesse dire la sua. - Qui le persone parlano poco, ma fanno molti fatti fino al week-end, allora stanno veramente in concorrenza con Bologna, la mattina luccica e la notte sbrovogna, tipico modo d’essere d’abbigliamento formale da week-end, perchè poi avessero citato il cliente beneventano allegro che beve cioccolata Strega non so?

È la birra che bisogna bere nel week-end. - Benissimo! – Ho deciso! - Bisogna tornare come ai tempi acquisizioni clienti arredamenti negozi, zona tangenziale Vomero, allorquando ero breve, preciso, conciso - così dovrò comportarmi, la prossima volta con la polizia.
N
Mentre girano il film – é passato l'agente che ieri mi catalogò come “ White European “ gli ho comunicato sarebbe perfetto se mi accompagnasse a riprendere le mie cose, per esempio le scarpe, sono necessarie.– Mi ha garantito in questo momento era impegnato ed ha abbassato la testa, le pantofole fanno din don, afflosciandosi iniziano a diventare rumorose. – Mi piace come stanno lavorando: sanno tutto – mi tengono sotto controllo per dimostrare esiste un sacco di gente bella senza casa, hanno pulito la piazza, la quale ho evitato, non vorrei proprio uscire sulla pellicola e se mi hanno inquadrato all’intrasatte non mi va – la stessa cosa dissi anche al concerto, quale non ricordo, purtroppo è sempre la stessa storia e dovranno pur inquadrare qualcuno un po’ più originale, o no? - Penso sia un documentario sociale per la televisione, ottima informazione, per chi chiuso in casa s’é dimenticato di vivere, di vedere un po’ più in là della punta del proprio ... ma che bel naso aveva Dante Alighieri, dalla faccia si lanciava, annusando ogni sapere. – Salute!

Betty viene attaccata dal gatto, mentre gli altri parlottavano con il restauratore nell’altra stanza. – Gustavo incurante dei graffi, afferra Micio Gatto e lo getta verso la sua bagnarola, questi come se avesse le ali, plana sul tavolo da stiro e guarda tutti, fiero delle sue nove vite, facendosi sberleffi anche della finestra aperta alle sue spalle.

Una volta incontrai al centro Bambule’ d’int'o negozio, innamorata di un certo Vespa che a volte s'intratteneva poco distante dai Quartieri. – La rividi e decidemmo di recarci a casa mia, dopo che eravamo stati in giro nei vicoletti famosi della Napoli by night, tra P.za de’ Martiri e P.za San Pasquale, iniziammo a muoverci verso casa a notte inoltrata. – La signorina, strano ma vero, aveva una sveglia nella borsa, la quale stranamente trillò alle nove precise, manco avesse ricevuto a chilometri di distanza l’input dalla saracinesca del negozio che stava aprendo in quel attimo e bisognava correre per disattivare l’allarme già scattato e così lei di soprassalto balzò felina sul letto esclamando disperata: ho fatto tardi! – Mistero! – Il gatto, durante la notte, s’era infilato tra le lenzuola e non trovando il restauratore che s’era assentato, chissà cosa dovette combinarle. – Lei per la paura cadde dal letto antico, abbastanza alto, perché avrebbe dovuto alloggiare il cantero sotto. – Le luci del mattino mostravano ecchimosi e graffi sparsi sul corpo, prodotti dal gatto e dalla caduta – pure le risate si erano sveltite lavandosi dal letto per la preoccupazione del ritardo che incuteva quel mattino. Forse era meglio avessi scritto levandosi o è preferibile un lemma che dia idea di due azioni onde guadagnare velocità?

Prendemmo la Cumana, conduce prima in centro, dove lei lavorava ed io ivi ero diretto quella mattina – con l’auto avremmo impiegato trenta, quaranta minuti in più, minimo, a parte il problema parcheggio.

Le garantisco, i suoi titolari precedenti mi avevano confidato lei fosse una venditrice veramente in gamba e non era il caso di continuare la lagna, se come asseriva, era sempre precisa con la sveglia in borsa, in orario saremmo giunti a destinazione. Il ritardo di minuti, non di ora è giustificato se capita una volta a stagione. – Valutando le sue capacità, inizia a dimenticare la parte drammatica rilanciandosi a vamp, cui di primo mattino è consigliabile prendere le distanze anche perchè dimenticando chi sono potrebbe farmi assurgere a suo coro, mentre è importante attesto il rimuda qual sono che costa trecento cinquanta mila lire al giorno, minimo, e nessuno dona niente senza ricevere chissà che. - Inizia la visita clienti alle dieci, prima, i rappresentanti non sono ben visti nei negozi. – Meglio liberare la mente della mia amica da eventuali fatti che non interessavano nessuno, specialmente del settore, cioè evitare inciuci, ciò sicuramente era una mia fantasia, infatti ecco é carpita dall’entusiasmo trasmessa dal panorama: … però com’é bello la mattina viaggiare in Cumana, il tragitto dal Fusaro fino ad Agnano é incantevole. Bei colori! – Dichiara. - Come il verde da Avellino al casello o venendo dalle isole in Aliscafo, si nota ciò che si lascia preferendo il mare verde, aggiungo io.

Bambule’ si presentò una volta a casa senza preavviso, a momenti crollava l’armadio, subito si flesciò in esso: danzatrice nella penombra.

Per far costruire quel mobile, rischiai il linciaggio – dovetti sopportare le critiche di mezzo mondo, le quali si amplificarono quando realizzai la cucina. – Non ci potevo fare niente: gli spazi erano quelli, e forse quel progetto spinto balenato in testa come fosse spazio, aria, fu la chiave che mi fece dichiarare “ Si “ e me la cavai benissimo, fu il giudizio finale, dei più avveduti. - La casa era di misure contenute, ma aveva sei porte, immerse in due stanze più accessori e senza ripostiglio, tante bussole potevano sembrare eccessive.

Qualcosa non mi é chiaro: quanto costa una casa in un palazzo? – Diciamo approssimativamente, che con venti milioni si possono realizzare appartamenti con le maniglie d’oro. - Tenendo presente i valori del suolo, ubicazione, rilevanza storica, eccetera? Credo un bene durevole che ottemperi alle sue mansioni d’alloggio producendo per quattrocento anni, giustifichi una pigione di cinquecentomila lire al mese e non di più, pena il peso sulla bilancia della vita per la maggior parte dei cittadini, con scadimento di tutte le restanti attività. – Messa così, vedo l’opportunità casa un ottimo investimento per lo Stato, se si vuole creare famiglia, popolo, senza importare numeri d’oltre continente, tanto lo stesso, come Italia, non diverremo mai paese cosmopolita. – Si potrebbe sempre andare a cimentarsi pastorale in Australia: spazi incontaminati, sterminati, di fantasmi mai esistiti, i quali come sentono siamo italiani ci cacciano da dove siamo venuti e noi allontanandoci gli cantiamo meglio zombie che fantasmi; e vai con il film di Alberto Sordi e Claudia Cardinale in compagnia di Cocorito.

In ostello, una persona viaggiatrice, con la quale ho diviso la stanza nelle ultime due notti, mi ha raccontato di paesi dell'Australia con poche centinaia di abitanti, lontani l'un l'altro per numeri analoghi di chilometri, ed ancora a centinaia di chilometri separati dai capoluoghi di provincia, che a loro volta sono distanti migliaia di chilometri da altre città. – Ha aggiunto in Australia gli italiani sono ben voluti, uno di loro, ha anche una statua al centro di Sidney. - Ohibò! - Non me lo sarebbo mai creso! - Questi ci vuol condurre tutti là : fuie! - Certo fare l’allevatore … boh? - Il fattore deve alimentare una vita simpatica: la casa, la mucca, il grano, il corso d’acqua vicino, ma figurarsi se gli afro asiatici che ora la fanno da padrona tra le masse che si spostano per il mondo, vorranno mai lavorare la terra, piuttosto continuare il sogno mai raggiunto dell’industria.

L’Australia mi piace, perché nel suo cielo si vede la stella Sirio, la più luminosa dell’Universo e ciò non è poco, certamente godere della sua luce deve essere adorabile.

Da giovanotto l’alba schiariva piacevole la notte, specialmente a Positano, il passaggio di una luce all'altra risultava stupendio laddove il paesaggio ha qualcosa di raccolto e di magico, notare lo spettacolo dei colori trasformarsi d’incanto, trasmette stupore ineguagliabile; com’era quel fatto capelli sempre più neri. - Le certezze non vogliono il punto interrogativo. - Erano i tempi in cui Richard Burton e Liz Taylor occupavano le pagine della cronaca rosa mondiale, anche loro in quei luoghi che allora andavano per la maggiore nel Mediterraneo. – Lo spettacolo era importante negli anni sessanta, il mondo tutto roteava intorno adesso; sembrava quasi la cronaca rosa, lo sport, trasportassero l’informazione, facessero vendere quotidiani più e come la politica, la realtà sociale. In costiera i personaggi erano abitudine, non potevo mancare, altrimenti a che pro ero diventato maggiorenne? - Ormai avevo sedici anni … si! – Dev’essere quella l’età, perché l’anno precedente avevo appeso le scarpette al chiodo, in quanto mio padre non volle comprarmi la moto che i miei amici già avevano dall’anno precedente; incredibile ma vero: perché proprio all’ora, appena compii quattordici anni, iniziò la guida senza patente, per motori fino a cinquanta centimetri cubici di cilindrata e l’anno dopo, non giocando più a pallone, me n’andavo quasi ogni giorno a Salerno ed avrò fatto questo per cinque, sei mesi. - A calcio giocavo benissimo, con un documento leggermente corretto nella cifra finale, non avendo l’età o per essere più precisi: l’uno si era azzerato.

A Positano non ero molto apprezzato dalla madre di Merina, titolare di un bar, ristorante albergo, più mezza montagna; asseriva la buona donna, la distraessi. Lei doveva lavorare, non calcolava ciò la rendesse più frizzante. - Vabbeh! - La mamma non vuole. - Chissà cosa avrebbe detto se mi avesse incontrato a Salerno, quando la figlia non sempre andava a scuola – filoni a bizzeffe.

A calcio ero bravissimo, segnavo gol a grappoli, nel bosco poi, non avevo mai perso con nessuno, calciatori professionisti compreso, almeno al primo campo, come si definiva il più vicino alla nostra entrata nel parco. - Quasi mi dispiacque non giocare più a calcio, però mi ero scocciato, stavo a fare quello da dieci anni - la moto m’avrebbe messo un tigre in più nel motore e non c’é niente da fare, in quel tempo senza di essa si era out. – Chi aveva la moto era di un’altra dimensione. – Ricordo ci fu una cotta con una ragazza – si chiuse la storia momentanea, e questa per farmi dispetto, si mise con un bruttogeno, il quale però aveva la Moto Morini, proprio quella che io desideravo: che disdetta e colui chissà cosa si dovette credere, da indurmi a pensare che deficienti tutti e due, da soli valgono per una dozzina

Non lo so, vedi tu, per esempio il film di Brighton sulla scogliera con tutte quelle moto, ricordo specialmente Vespa e Lambretta, super specchietti retrovisori con musica della colonna sonora che cambiava un’epoca, dal rock and roll al beat anni sessanta, testimoni di un tempo al di là dello stesso nella spettacolare cornice di un mare a costa alta per spettatori inebriati dalla metamorfosi da brivido degli interpreti che si tuffano al ritmo rock psichedelico nel vuoto, fino agli anni postumi dei roditori che si precipitano dal monte a mare per il profumo. – Quadrophenia, fenomeno stereo avvolgente da tutti i lati. – Le moto inglesi che belle, ma io non avevo l’età e se la colonna sonora era di un altro gruppo, pazienza: mi hanno scocciato pure le moto.

Dalla serie “ La classe non é acqua “ nonostante manchi da un ventennio e molto più dai campi di calcio, riesco ancora ad indirizzare una sfera di cuoio nella direzione voluta e sono pronto a scommettere di mirare ogni cosa in campo, purché non s’imbrogli, usando artifici strani: appartengo al mondo del “ Leale “ non solo nello sport, infatti sostengo senza ombra di dubbio questo libro diverrà un best seller e tutto il resto sarà facilitato per l'umanità intera, visto che la letteratura é la regina delle arti ed ogni cosa si sviluppa in essa.

Forse perdo, perché non mi piace scommettere e se prima ho scritto inneggiando al danaro nella competizione, é stato giusto per dare un senso a quanto volevo esprimere, anche se per la verità, sia per i miei amici dei tempi del Primo Campo nel Bosco che per me, il giocare con soldi in palio, messi da noi, era forse indispensabile, perché senza il premio finale l'incontro si prende sottogamba, lo stesso capitava a calcio balilla o altri giochi da bisca; senza scommessa, cioè cifra in soldi che non si vuol perdere, l’impegno andava a farsi benedire, mentre in tal modo vincenti, il pretesto di presa in giro, risultava sonante per i perdenti.

Qualche anno dopo, passato il tempo delle lacrime agli occhi di mia madre, la quale assolutamente non voleva pa’ mi comprasse la moto, altrimenti sarei come minimo morto, a suo dire - e vabbeh! - Non mica si preoccupava con la moto sarei giunto in orario a scuola? La salute innanzitutto e sulla moto tira vento che prende alla gola, assicurava mio padre. - Qualche anno dopo il mio migliore amico era Pietro Boschi, studente indefesso, finalmente uno peggio di me e non mica se ne andò chissà dove, per non terminare gli studi come si conviene? – Lui, l’anno dopo, invece di laurearsi data l’età, avrebbe dovuto diplomarsi. – Conosceva quasi tutti gli studenti di Napoli, in virtù della sua lunga attività scolastica che allora si esaltava nel momento del Mak Pi. - S'organizzavano MaK Pi veramente importanti e chi voleva vendere biglietti nel suo Istituto si rivolgeva a lui, proprio perché aveva un giro enorme d’amicizie; era il più tipo giusto per le feste. – Con questi biglietti arrivavano normalmente anche un mucchio di soldi che avrebbe dovuto restituire. – I concerti che si organizzavano erano di forte impatto di pubblico: Patty Pravo, New Trolls eccetera, insomma, i migliori del tempo, si riempiva il Palazzetto dello Sport. – Errico, carissimo amico comune del tempo, anche lui quattro, cinque anni più di me, era giocatore d’azzardo incallito, convinto che dove si giocava là s’imbrogliava, e siccome lui tale non era, ma che giocava a fare e perché trascinava me appresso a lui? - Ma lui, riusciva a cavarsela comunque, almeno così asseriva, lo stipendio veramente lo salutava: buongiorno ed arrivederci nella stessa giornata, o quasi, poi imparò a disciplinarsi, sulla falsa riga del tipo che può perdere massimo un tot al giorno e così era. - A Napoli, a quel tempo, era di moda lo Sferisterio, dove El Pelotator De La Bala che vince, sicuramente é d’accordo con gli scommettitori tra il pubblico, cosa che ci asserirono gli stessi capi combriccola, i quali addirittura osarono dichiarare che all’inizio ci facevano vincere, per pelarci meglio. Imbroglioni! - Quando grazie al terremoto, questo edificio crollò e non fu più ricostruito, anche perché farlo bello e monumentale come quello di Ascoli, non era il caso, e la città tutta, su quelle macerie, le quali bontà loro almeno una volta non avevano fatto vittime sotto i loro colpi di pietre in moto tellurico, emanò un sospiro di sollievo. – Le perdite serali c'erano, ciò nonostante avevamo sempre soldi, a parte telefonate continue d’organizzatori che chiedevano i rimborsi dei biglietti al mio amico, altrimenti non ne davano più – allora ecco che questi ebbe l’idea dei biglietti contraffatti. – Negli anni sessanta, tutte queste cose brutte non esistevano, la vita era tutta un Mak Pi o una continua dimostrazione studentesca, quando non si era intorno ai cento giorni dall’esame e se penso, a causa di un gioco, tipo questa vince e quella perde delle tre carte, si può rovinare l’immagine di una città come Napoli, nota per la sua onestà, la quale merita essere posta in linea con la bontà che la contraddistingue; mi sento un Zanto … che scrive di aver fatto chissà cosa da falsario, ciò non è vero, ma vale bene pretesto per restare sulla terra, vivo, altro che paradiso.

Riccardomustodario

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Aug 13, 2019, 6:10:11 AM8/13/19
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On Monday, August 12, 2019 at 5:08:28 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


I Mak Pi a Napoli, fenomeno spettacolare di notevoli dimensioni di pubblico, hanno avuto la durata di pochi anni, fungendo da battistrada a concerti sempre più frequenti, fino alla reazione della struttura apposita Teatro Tenda per la musica dal vivo, evitando problemi di andare a chiedere spazi ad altre organizzazioni, in genere sportive.

Il giorno dopo gli esami di stato di Boschi, ci vedemmo a Villa Camerata a Firenze. – L’appuntamento in quel ostello, il quale allora era luogo d’incontro dell’élite degli studenti mondiali, lo avevamo già stabilito un paio di settimane prima. – Ero partito in anticipo, perché non avendo niente da fare, avevo pensato bene di arricchire il mio bagaglio culturale restando più tempo possibile in giro per l’Italia che adoravo nella sua totalità geografica – allora non esisteva Bossi.

Raggiunto da Pietro, ci trasferimmo a Marina di Massa, dove l’albergatore Papà Giovanni, era famoso per la sua ospitalità. – Curiosità: in quel ostello incontrammo Errico e mio fratello. – Loro viaggiavano nella cinquecento blu e noi nella bianca, pochi giorni prima acquistata da Pietro, nuova di zecca. – Andammo in Francia, forse quel giorno stesso, mio fratello doveva incontrarsi con una ragazza ungherese e siccome era fidanzato con la sorella di Errico, questi per non crearsi scrupoli, decise di inseguire anzitempo il fine del nostro viaggio: andare a Monaco da Carolina, della quale eravamo innamorati entrambi, e lei doveva scegliere il migliore tra noi e l’escluso non doveva ingelosirsi. – Appena passammo la frontiera, ci accorgemmo di essere i più belli, per la verità questo non ci meravigliò affatto. – Restammo davanti al castello un paio d’ore e siccome della Principessa neanche l’ombra, ce n’andammo a Saint Tropez, dove ci trattenemmo abbastanza, così come a Cannes, ma dove stemmo più a lungo fu Marsiglia.

Durante le notti sulla Costa Azzurra, eravamo quasi sempre in viaggio, a chiusura delle balere – una ragazza ci chiese un passaggio e ci portò a casa sua. – L’indomani mattina mi svegliai e bevvi del liquido giallo che era sul comodino – non lo avessi mai fatto: era concentrato d’arancia cui io, nemmeno conoscevo l’esistenza, imparai dopo, andava sorbito con aggiunta d’acqua. - Nell’andare in cucina, scoprii che la tipa ci aveva chiuso dentro, non voleva ce n’andassimo e lei doveva recarsi a lavoro. – Uscimmo dalla finestra.

Inizio ad avvertire la stanchezza – sono le tre e quarantacinque, temo d’arenarmi circa i propositi di giungere al termine del romanzo nel più breve tempo possibile onde evitare strappi, la spirale a questo quaderno, mi tortura la mano destra.

Qualche giorno fa, é venuta fuori la news scientifica della spirale anti prostata. – E proprio vero, per evitare di farsi l'allegra alla pizzaiuola non bisogna fare altro che leggere La Costellazione del Lupo Azzurro. – Amen.

Oggi nella Housing Office, da me non so perché, sempre definita Home Office, il quale forse é un’altra cosa, mi hanno detto che c’é una casa per me in Acton. – Bello! – Aggiungendo “ I “ suona come action, vale a dire azione.- Userò questa casa come habitat, ecosistema delle mie qualità attive, le quali non sono poche. – Sicuramente le facce del posto saranno bellissime: impegnate. – Acton é dalle parti del ponte di Hammersmith, tale luogo ricordo benissimo, è lì situato il ponte che forse mi piace più degli altri: color bianco azzurro, se ricordo bene, con riporti in rosso e fregi in oro - struttura bassa ed armonicamente antica. – Stetti da quelle parti, nel momento della ricerca d’attività turistico alberghiera, cui volevo dedicarmi per vivere la mia avventura con più autonomia, senza il pensiero della moda, la cui struttura operativa è molto più complessa e sicuramente m’impedisce l’arte della scrittura essendo l’Alta Moda un impegno esagerato di concentrazione. – Dalle parti del suddetto ponte, venni in contatto con un ufficio importante, il quale calamitava una dozzina d’attività, ad esso, in quel di Hammersith, si poteva vendere in un sol colpo un considerevole numero di macchine da caffé. Passa in questo momento la poliziotta di ieri in borghese ed ora come l'altro ieri é in divisa, mi ha sussurrato all’orecchio mentre scrivevo: dove hai preso jeans e scarpe? – Le dico degli ultimi avvenimenti che a breve elenco, dopo aver terminato il pensiero che stavo per scrivere, prima che lei mi salutasse additandomi con un “ Good “. - A Londra, il settore Catering offre opportunità eccezionali – quantificare quanto ci sia da fare in questa città é impossibile – tra l’altro il Catering, comunque vadano le cose, é uno dei pochi settori produttivi nella quasi totalità della tabella merceologica.

Sei, sei, mille novecento novantadue, matita nuova nella mia beautiful ventiquattrore di legno laccata – avuta, cioè già acquistata, ai tempi della scuola Cequer.

Ieri mattina mi sono recato all’Housing Office, dove mi hanno avvertito di un cambio direzione – sarei andato a Shoot Up Hill Kilburn – stranamente, mi sono addormentato mentre aspettavo – in genere, senza un comodo letto non riesco a chiudere occhi – chissà quanto dovevo essere stanco? – In sala d’attesa ho incrociato Ancie e due infermiere – lei mi ha chiesto una sigaretta senza neanche dire hallo – é noto che se non fuma é seriamente ansiosa – che nome - le ho lasciato il pacchetto, ogni tanto ci provo a smettere di fumare ed ecco si presenta la giusta occasione per provarci. – Nei giorni in ospedale ero senza soldi, perché così ero uscito dal bagno prima di flesciarmi con le spie e giù bombe e lei mi offriva sigarette senza neanche chiedessi. Ma quale miccia dovevo accendere? - Che non abbia neanche salutato, per motivi più impellenti, n’abbiamo riso tutti i presenti, conoscendola, e sono proprio contento di averli incontrati prima di ricevere la chiave, perché mi ricordano un periodo d’esperienza interessante e colgo l’occasione di augurar loro tutti e di tutto cuore, ogni bene.

FINE I Parte
La Costellazione del Lupo Azzurro
scritta a Maggio 1992, poi sono andato controllare sull’agenda, dove noto che sono entrato
nell’University College Hospital il 22 aprile sera e sono uscito il 28 mattina.
Mi chiedo perché ero convinto fosse maggio nei suoi primi giorni?
Semplice è la risposta, quel anno in tal periodo, fu molto caldo.
Trascritta in bella velocità e pubblicata su Ias Dicembre 2003
Annotazioni: Ho scritto più chiaro di quanto m’aspettassi, a parte qualche parola incomprensibile che il tempo ha sbiadito ulteriormente.






http://groups.google.com/group/it.arti.scrivere/msg/d6621c4c21db22f6


La Costellazione del Lupo Azzurro
II parte


L’altro ieri sera andai a far visita a mia figlia, la madre, provvidenzialmente cucinò un primo con formaggio abbondante sciolto nella salsa – avrei mangiato anche il piatto, dove rimasi quasi tutto il sugo ed un po’ di pasta perché imposto dalla linea. – Per secondo ci fu carne che appena assaggiai, pensando tra me: se solo potessi mangiarla domani, invece di mettermi ai fornelli. - La dieta, impone sacrifici da rispettare, per non ritrovarsi quadrati.

Mia figlia é stata eccezionale, mai tanto affettuosa come ieri, mi ha ceduto il suo posto letto, dopo il racconto delle ultime mie vicissitudini - avevamo passato la serata giocando a Connect Four “ Hai bisogno di una ventina d’ore di sonno “ dichiarò quando s’avvicinò l’orario, di ritirarsi.

L’indomani alle sette e trenta ero già sveglio, pronto per ricevere rimostranze dalla ex moglie che non vuole si fumi nelle camere e poco male ci fosse la finestra aperta. – Conoscendo l’avversione al fumo, accendessi la sigaretta per dispetto, fu l’ovvia motivazione sentenza, della sua incavolatura mattutina e per tal motivo, potevo anche andarmene, senza rimpianti.

Nella stanza ordinata di mia figlia, ci sono: giocattoli, libri e fotografie alle pareti. – Ieri ne ho scoperta una nuova, l’immagine di una ballerina, ritagliata da una prima pagina e messa in evidenza tra gli idoli della canzone.

Dopo che Virgola é andata a scuola, sono uscito e mentre aspettavo l’ascensore é uscita dalla stessa la madre, riferendomi che aveva dimenticato d’informarmi della scuola grafica “ Cequer “ la quale aveva telefonato per avere notizie. – Mesi addietro, mi ero iscritto al corso di computer animato e neanche ricordavo di aver sentito o letto questa parola e quando lei ha pronunciato il nome alla francese “ Chéque … r “ per un attimo ho pensato che qualcuno dei tanti debitori mi avesse spedito qualcosa.

Mi sono recato in Camden Town, il mio posto preferito dopo Angel, ed ivi ho stipulato il contratto del gas e della luce – solo per quest’ultima, ho dovuto versare ben centocinquanta sterline d’acconto. – Tanto! - Quando la cassiera ha ringraziato chiudendo il cassetto, ero sul punto di raccomandarle svolgere le sue mansioni alacremente: con la somma depositata assurgevo ad azionista. - Questa del cassetto che chiude con il malloppo da dividendo, a vignetta, esce un capolavoro, specialmente in qualche borsa del terzo mondo, dove con tale gettito di danaro, illuminano la città intera per un numero d’ore non inferiore o superiore a … ?

Mi sono presentato in tutti gli uffici: Job Center, DSS e Housing Benefit, addirittura a Neasden, nella zona di Wembley, che conosco per aver assistito alla finale di Coppa tra Arsenal e Totthenam – finita zero a zero, con suddivisione del trofeo, un’esposizione semestrale in bacheca, prima per l’una e poi per l'altra squadra, e chi sia prima si vedrà poi. - Potenza del sorteggio: sarà premiato chi vivrà l’emozione immediatamente? – Metti che il vicino di poltroncina abbia raccontato una baggianata di calcio turistico? - Le due squadre, si sono dimostrate a dir poco allucinanti, per gli errori e la pochezza di uno spettacolo calcistico veramente indegno: tutti rincorrevano a mucchio la stessa palla, la quale scompariva come nel rugby - paranoia – l'hanno fatto apposta perchè di rugby capisco un tubo mentre qui è lo sport più popolare in assoluto? - Wembley é un bel posto, pieno di verde – lo stadio é imponente – si vede bene, nonostante la pista come al San Paolo ove il terreno da gioco è più distante causa la fossa dei leoni, inutile nello stadio inglese.

Davanti casa c’é un albero chiuso nel catrame, ora lo vedo in fioritura, gialla - sarà un glicine? - Chissà come sta il Bonsai affidato a Rosetta Abete?

E domenica e da due giorni risiedo a Kilburn – a sentire questo nome proprio di località, é impossibile non pensare a to kill uguale uccidere e burn bruciare, oppure ‘o bur come si dice in dialetto, unge. La strada è “ Shoot Up Hill” la malattia di sparare da sopra la collina. Indirizzo da guerre spaziali per la comica inglese con gli irlandesi, cui questo posto é pieno zeppo, tanto da essere definito in Irlanda, la sesta loro regione.

Qui non mi trovo. – Preferisco Angel, anche lì gli irlandesi sono in maggioranza e poi non ho capito come mai esistono negozi dal nome uguale, seppur vendendo prodotti diversi, ciò fa parte della confusione del posto “ Busy “? – Oddio, la zona é dinamica, forse fin troppo, per essere ubicata a Londra in fascia due, salta subito all’occhio c’é più gente e negozi qui che al centro. – Uscirò da questo luogo con un‘esperienza di carattere nordica completa, anche se scoccia calarmi, immediatamente dalla casa di cura non vi sopporto più a questa nuova realtà. * Stabilito tutto ciò che realmente esiste, procediamo avendo imparato tutto ed a tutti attestando ogni cosa si risolve in virtù dell’educazione, la quale non necessariamente deve essere Alta Moda, ma se è tale, meglio è.

In una settimana ho scritto appena una pagina, dopo la maratona di tre giorni e poco più che mi ha portato a questo punto. – Ho avuto tante cose da fare, mi sono distratto ed ora quanto temevo é accaduto: non ricordo più con esattezza cosa avessi scritto precedentemente - dovrei rileggere, ma la voglia è per ciò che attende descrizione. – Prima cosa da puntualizzare onde evitare ripetizioni é dimenticare dottoressa e chi altri, c’é poco da dire, meglio scansarsi tra tanti libri presenti all’ultimo meeting per un Principato della Gelosia Book.

Mercoledì sera sono stato al corso d’animazione. – Il professore ha affermato fossi nel posto giusto. Mistero: in un’aula ci si rivolge ad un singolo, piuttosto che alla classe, e d’acchito? – Sono andato in una delle aule, Learning and Speaking better English, da me frequentate all’inizio, dove s’impara a pronunciare la parola. – La scolaresca, allora era costituita da una ventina di noi in rappresentanza delle diverse regioni mondiali ed ognuno scandiva la parola secondo i propri dettami linguistici, cui sarebbe interessante conoscere tra dieci anni se l'intercalare s'è perso e fino a che punto. – Alla fine, la parola era conosciuta altrimenti scritta secondo la propria pronuncia, cioè scandita chissà come da ogni lato, e volendo essere al passo di livello superiore, dove fui collocato dopo un breve test, cui mi sentirono parlare e stabilirono conoscessi più di trecento parole. – Parlare é stato sempre il mio forte, ricordo il Dottor De Velocis della Fabbrica d’Arredamento Negozi, questi solenne asserì “ Riccardo, dici cose sensate, ma non so fino a che punto parli per convincermi della tua tesi o per il piacere di ascoltarti? “.

Era bello andare a studiare nel college il lunedì e mercoledì in una classe ed il martedì ed il giovedì in un’altra frequentata da extraterrestri, cioé quelli che hanno difficoltà enormi ad imparare l’inglese e più lo parlano e più creano un’altra lingua, cui io appartengo, senza falsa modestia. - Le trecento parole che mi erano state quantificate come bagaglio conoscenza, erano supportate da nuove, le quali s’inserivano grazie allo studio previo un traduttore tascabile, il quale dona soluzioni in italiano o viceversa dall’inglese. – Sul foglietto delle istruzioni é scritto che raccolgono quarantamila parole, ma non é vero, chissà a cosa si riferiscono, forse al complesso di tutte le voci memorizzate nell’aggeggio elettronico, il quale ha anche funzioni di convertitore di pesi, misure eccetera? – Leggendo i termini catalogati sul dizionario secondo la pronuncia, ho affrettato la conoscenza della lingua.

La prima insegnante d'inglese che ho avuto e ricordo, scozzese d’Edimburgo, é stata eccezionale, nel fare l’appello invece di muovere la penna per segnare i presenti, roteava il registro, il quale dopo un giro completo, s’é trovato al posto di partenza. – Esperienza della prima lettura del registro e stop – peccato - non mica è buddista che dal centro inonda tutte le parti? – Una volta mi disse di non perdere il contegno “ Behaviour “ era caldo ed avevo sbottonato la camicia. – Nell’altra classe, tutti inglesi, compreso l’insegnante di Manchester, si respirava un’aria più birichina – l’insegnante faceva notare la differenza tra Cockney e l’importanza dell’inglese corretto, proponimento finale di tutti gli scolari ovvero la buona educazione traspare dal linguaggio. - Intorno ad un tavolo di lavoro la pronuncia giusta ha il suo effetto in qualsiasi età, principalmente adulta. Al non è mai troppo tardi che frequentavo con piacere, l’età media era dei trentenni convenuti a decisione comune di studiare bene, quando una delle persone disse fuck-off, mentre l’insegnante ci delucidava sulla bontà della pronuncia e tutti risero pensando alla segretaria, la quale ogni giorno chiedeva i soldi perché nessuno voleva pagare il corso, mentre la nostra insegnante pensò alle voci provenienti di là dai separè, inserite per fare dalla nostra aula, spazio per un’altra classe, da dove arrivavano parole, indecifrabili, allorquando il fattore economico prendeva il sopravvento.

Poco prima di tornare a salutare in aula, dianzi frequentata, ho incontrato un ex compagno di classe, il quale mi ha informato sorridendo, di aver pagato la retta.

In tutto questo vi svelerò un segreto: ho dedotto che l’inglese si scrive in un modo e si pronuncia in un altro e fin qui non ci piove - il bello sta nel pronunciare la parola secondo le caratteristiche tecnico tattiche dell’interlocutore, se poi si toglie quel ic da tic che fa un petit peu ubriaco, si è al capolinea della tac, errato, si scrive tic e si legge taic e guai farsi venire il nervoso causa la cravatta che stringe.

Bene! – Per trasferire sempre meglio l’inglese nella mia testa, penso di convogliare le quattro azioni principali: scrittura, lettura, ascolto della parola e ripetizione della stessa in una sola operazione che le racchiuda tutte. – Innanzitutto, avrei dovuto riportare a penna con calligrafia chiara tutte e quarantamila le parole – cosa che assolutamente non credevo fossero, poi registrarle per riascoltarle a piacimento senza trascriverle di nuovo, altrimenti avrebbe portato via tanto di quel tempo da far scadere il metodo d’immediatezza, mentre é importantissimo trascriverle tutte per la prima volta, perché anche questo é un modo d’entrare nell’essenza del lemma e se avessi fatto ciò dieci volte, cioè leggerle mentre le ascoltavo e simultaneamente le pronunciavo, tutto sarebbe addivenuto ad un apprendere in automatico, come quando riconosciamo un suono comune da un rumore che ci é familiare, tra tanti simili ma diversi, il quale meglio di tutti ci trasmette immediatamente l’idea del tempo che trascorre nell’ascolto, tipo il tintinnio di una moneta caduta sul pavimento da un’altezza maggiore, la quale produce più rumore e più a lungo della stessa che tocca il suolo da un’altezza inferiore; infine, avrei potuto svolgere il lavoro simultaneo a memoria.

La professoressa di pronuncia, ha dei capelli lunghissimi. – Quando mi ha rivisto, non frequento la sua classe da un pezzo, perché dopo poco, stabilirono, che quale extraterrestre cockney andavo bene, quindi mi cambiarono classe; mi ha chiesto sorridendo, se fossi stato ammalato. – Ho risposto tale era stata la causa della mia assenza.

Decisi di abbreviare il numero delle parole da trascrivere eliminando tutti i termini brutti, si fatica meno e si evita qualche figuraccia e poi così facendo andava bene per ciò che mi prefiggessi. - Mia figlia asserì era difficile comunicare, lei aveva dimenticato l’italiano ed io non parlavo inglese – chiesi quattro mesi di tempo per imparare e quello mi sembrava il miglior migliore per mettermi alle spalle lo studente di venti anni or sono, non mica trenta, dalla fronte si nota sono più giovane. – Virginia é preoccupante per come prende seriamente lo studio, come sfida con se stessa – un
paio di giorni fa, s’era messa a piangere perché non era riuscita ad imparare le tabelline in due ore. – E se non fossi riuscito ad imparare l’inglese per parlare con lei in quattro mesi? – Che esaurimento da numeri demenziali! – Non ci voglio neanche pensare.

Trascrivo tutte le parole, circa sedicimila, su una cinquantina di fogli, con relativa traduzione in italiano e mi metto in cerca di una ” Fairy voce “ l’attenzione si sofferma su una tale, la quale malauguratamente si realizza in modo improprio. – Sarebbe bello proporre la cosa all’insegnante dai capelli lunghi pensai, la quale ha una voce molto musicale ed i bioritmi giusti anche quando siamo in cantina durante l'intervallo, laddove non si beve alcool, ma tea o caffé. – Lei non era la mia insegnante, ma condividevamo con la sua classe e mi distraeva vederla si conficcava ciò che le capitava a tiro nella lunga e folta chioma, mentre io sto perdendo i capelli: che odio!

Chiesi a Lady Pronuncia, la collaborazione della sua preziosa voce e lei acconsentì, fermandosi alla lettera “ I “. - La mia insegnante asserì che così studiando, sarei diventato un pappagallo, più di accennare ad un sorriso consenziente non potevo, magari fossi in grado di ripetere tutto. - Non mica potevo inventare tutte le parole e le vecchie sarebbero diventate folk? – Quando mi diede la cassetta registrata, notai qualcosa di particolare nei tempi, che ad un primo esame risultavano sbagliati, dapprima troppo lenti, poi quasi errati, per poi andare sempre più veloce, come parl’I, voleva dire lei?- Vabbeh! – Morale della favola: l’esperimento era riuscito e poteva essere produttivo ed io imparavo comunque, perché conoscendo le situazioni e la voce, era rilassante anche quando gracchia di proposito e poi mentre ascoltavo leggevo e ripetevo la parole mettendole sempre più in linea mentale, memorizzandole sempre più velocemente grazie all’entrare in sintonia con il modo d’essere suo, in primis insegnante d’inglese. – Eppure, quando le chiesi se lei avesse una “ Fairy Voice “ mi rispose che non esiste in inglese una tale affermazione, perché “ Fairy “ significa un qualcosa nel vento … ma io non sono calvo, avrei voluto aggiungerle e decisi che meglio sarebbe stato non continuare discorsi, perché con la testa giocorellona che mi ritrovo, forse é meglio si fosse fermata alla lettera “ I “ e sugli aggettivi inerenti alla testa, la cosa si ferma qui, perché altri, escluso mio padre, non sono ammessi a fare commenti spropositati sui miei capelli, se non suggerire la pettinatura o come mai li ho così neri naturali.

E caldissimo da un paio di giorni – si suderebbe anche immersi nell’oceano. Ieri, ho ricevuto la visita degli assistenti sociali; viaggiano a coppia – lui in bermuda. – Mi hanno chiesto documenti più propri, i miei sono scaduti, però la patente non l’accettano. - La patente in Italia é il documento effettivo, per ottenerla bisogna dimostrare di essere abilitati alla guida, integri moralmente e fisicamente, mentre per la Carta d’Identità, ho fatto notare, bastano due testimoni, i quali registrano tale dichiarazione di conoscenza per professione, di fatto stazionando fuori agli uffici, dove sempre trovano clienti, in quanto sarebbe impresa improba giungere allo sportello Comunale con due amici o parenti nei giorni feriali dediti al lavoro, cui sono attenti questi due testimoni, i quali garantiscono conoscenza e lungimiranza per tutti i cittadini di Napoli. - Il Passaporto é il documento ufficiale in assoluto, però non sono sicuro se richieda un incartamento superiore alla patente, per la quale bisogna pagare anche il bollo annuale ovvero la tassa, altrimenti i progetti di guida non decollano, ma stazionano nello spazio come nel traffico. – “ Due testimoni per un minimalista “ - mah? – Non si porta più il minimalismo – uno é poco e due sono assai e si riparte di nuovo in trafila per gli uffici, dove scopro non sono nato qui. – Cavolo! Dove mi stanno inviando i figli dei fiori? - Sfottono? – Chi fa da se fa per tre. – Qui, si crede ai cittadini, non mi sembra d’essere tanto sfornito di documenti, anzi. - Gli assistenti sono simpatici: una ne fanno e cento ne pensano. – Qualche giorno fa sono stato di nuovo al College Cequer, dove ho incontrato il “ Very “ English come s’identificò lui, quando gli chiesi di dove fosse, dopo che lo aveva chiesto a me e presentandosi in tal modo voleva trasmettermi nel linguaggio veloce computerizzato, che per parlare con me lui non aveva bisogno di tradurre mentalmente cosa volessi significare con il mio inglese da bingo interpretativo, in quanto secondo lui sono espressivo. - Inutile confidargli parlo anche francese e latino, da rosa a rose rosse, e siamo solo alla prima declinazione e meglio non aggiungere niente di nuovo, che si traumatizza sentendomi viaggiare in is e ius fino a cinque casi, sia al singolare che plurale e sempre inerenti alle declinazioni; e se non sa rispondere, pensai, l’intelligenza da Eqque Qua Pappagoda arenandosi al primo incontro non produrrebbe scambio culturale, meglio soprassedere, non troncare il dialogo, altrimenti cadendo in competizione farei la figura dell’ignorante, inoltre le declinazioni manco le ricordo e siamo solo al mercoledì ed il prossimo week-end, da dedicare allo studio delle desinenze, é lontano.

Mi sento come se tutti dovessero indagare girando alla larga dalla questione cervello, dove se mi capitano a tiro, poi mi osservano controluce, come se fossi di un’altra essenza: trasparente. – Può essere mai un singolo superiore ad un gruppo compatto? – Impossibile! – Altrimenti, il minimalismo non sarebbe terminato e se fosse passato di moda per spirito di squadra intellettuale? – Ma chi ti ha detto é finito? – In ospedale, in un frangente, hanno asserito forse io non socializzavo. – Orbene, ieri ho scoperto una copia del giornale locale sotto la porta – una donna, la quale dovrebbe essere l’esaminatrice, risiede localmente, si descrive veramente a modo, molto carina, psicologa, più altre qualità, dichiarano di essere in cerca di un uomo - allora per sedare ogni dubbio, le ho risposto come segue: scrittore molto carino, artista intelligente, gentleman bellissimo, eccetera e senza preamboli le ho dato anche l’esatta ubicazione di dove risiedo e tra l’altro, scrivo di fianco al davanzale della finestra, qualora fossi passato inosservato per strada ed ora a lei misurarsi la palla, fesserie non ne racconto. * A ragionar col senno del poi rispondo sono interessato solo alle persone belle che sono interessate a me.

Ha citofonato qualcuno - non mi sono nemmeno degnato di vedere dalla finestra chi fosse, chiedeva se sapessi … come socializzare, probabilmente, gli ho consigliato di bussare al flat uno o due, i quali dovrebbero essere gli unici abitati. L'interlocutore, mentre abilmente si confondeva appresso le sue chiacchiere, ho avuto il dubbio l’annuncio fosse un bluff o che lui si ponesse in contrapposizione linea gelosia della bella psicologa; essendo questi a modo suo scherzoso, non l’ho spedito a quel paese per buona educazione, anche perché sembra di mentalità gay, la quale mandandolo a fare in culo equivale a non me lo sarei più tolto dai piedi, infatti è là che starà andando nei suo pensieri; i gay sono in aumento e nelle metropoli si accalcano enormemente.

Alla scuola d’animazione il tutore ci ha inviato a disegnare un oggetto dinamico dall’immediata sensazione d’azione, la quale grazie all’animazione si sviluppasse nel tempo secondo le nostre intenzioni. – Alla fine del mio lavoro: un orologio - ho notato che anche il mio compagno Very English accanto, aveva fatto la stessa cosa – il mio, avendo sei scomparti, era divenuto una bussola. – Il professore vedendolo, ha detto di cambiare soggetto, non perché vi fossero due spazi in più, o altrettanti ne mancassero per le posizioni intermedie. - Mi ha consigliato di disegnare un insetto – aggiungendo di prendere spunto, dalla visione dei filmati della settimana scorsa. – Gli ricordo dei filmati che non ho visto, e gli insetti non m’interessano perché appartengono allo stilista Moschino, il quale con quei temi, una decina d’anni fa, ha fatto delle collezioni di felpe stupende. – Ma come faccio a dire questa cosa qui al professore, il quale non da tempo alle domande, che già intuisce secondo i presupposti futuro remoto? – Sono su un computer avanzato, nonostante avessi dichiarato d’essere principiante – mi sento da evviva il parroco e lui garantisce va bene ed io mi guardo intorno in cerca di chissà dove vorrei aggrapparmi per non passare da rimbambito.

Si conviene con il professore, ho bisogno di una guida libro, grazie alla quale ottenere dimestichezza con il computer, in definitiva assicura di non preoccuparmi più di tanto, ma di concentrarmi sulla storia da sviluppare. – Non mi trovo! – Ho l’impressione che vogliano andare dritto spedito sulla carta igienica fumettata ed il personaggio dell’insetto non é ideale, anche se minimale. – Muovo un tasto ed esce un terrazzo il quale apre sei finestre. - Di nuovo sei finestre? - Manca solo annaffi le piante, ma come? – C’é incompatibilità tra elettronica ed umidità. – Guardo intorno e sembra il computer si preoccupi che volessi affacciarmi alle finestre sul terrazzo, per cosa? - Le piante ed in mancanza d’acqua, stop, senza perdere la direzione. - Troppo complicato ed io troppo deficiente in inglese e non m’interessa sacrificarmi per studiare questa materia computer se non in lingua madre e poi il computer parla un altro linguaggio - é vero che siamo pur sempre nell’era minimalista, ma non vedo perché debba fare tutto io: invenzione, soggetto, scene, dialoghi, il professore pensa di aiutarmi con i disegni, e sicuramente avrà le sue brave ragioni per crederci, il difficile è fargli intendere che tutte queste mansioni contemporaneamente non mi attirano più e neppure per gradi voglio rinnovarle da un passato vicino ma andato. – Uscendo, a fine lezione avrei voluto dirgli che la storia sul piatto dell’orologio con la bussola, c’é tutta, manca il disegno che altresì ho fatto, ma non va bene perché ci vuole l’insetto?

Siamo nell’era della velocità. – Center Point: la realizzazione grazie all’idea. – Il bello é che ognuno può dire la sua. - Quanto conosco di lingue straniere mi sta bene, tanto non sono votato alla carriera diplomatica o del traduttore da strapazzo che si destreggia tra il parietale destro ed il sinistro; traduttore esaurito, imbalsamato, sulle strisce pedonali. * In fisica si può spostare il tempo all’indietro, ma nella realtà no.

Se ho capito bene, per lui, l’idea dell’orologio con la bussola, aveva sì, insito in se, la successione dello spostamento in tutte le direzioni, ma forse il professore cercava più anima nel campo d’azione. – Per me spaziare di più, significa avvalorare ciò che ho dichiarato al Job Center “ scrittore, divulgatore di nuove idee etc. “ e l’orologio con la bussola è pezzo forte da realizzare nella mia collezione che mi porto appresso da anni, e tutto questo paragrafo animazione al College è il fine della mia azione circa questo progetto d’animazione: l’anima del tempo e sue direzioni, ove per vettore inclinazione s'intende il punto di forza in espansione ancorato nell'animo.

O.K.! – Esempio spostamento del tempo e sue direzioni, o, a secondo della bisogna siamo ad una delle prime volte che si usciva insieme per lavoro con la socia Bellazzi. – Lei stabilì che dividevamo tutto, per esempio la Jeep, in tre mesi mi costò nove milioni – che generosa. – Lei guida male per quelle strade – non nel senso della guida pura, quanto per la poca conoscenza della provincia di Napoli – una vera bolgia, dove nell’errore di un senso unico, da una stradina millenaria all’altra, si perde una giornata prima di raccapezzarsi per la via giusta. – Premessa: con la Jeep non commettevo infrazioni o incidenti, e non é che per la strada giusta mi sfuggisse ciò che si parasse davanti ai paraurti super corazzati. – Voler bene ad un’amica costa così tanto? – Ciorta mia! - Meglio lasciar perdere.

Orbene, la mia bussola era sempre stata la visualizzazione della nostra terra nei suoi punti cardini: il Vesuvio, le isole, la penisola sorrentina, San Martino, promontori più o meno visibili da tutta la città, provincia compresa, fino al Matese, specialmente di notte sotto le luci é anche bello riconoscere la direzione indicativa, grazie a sculture naturali illuminate.

Orizzonti: punti di vista che s’innalzano allargando la conoscenza, asseriva un famoso musicista dei Donna.

Appesi ad un punto cotone che si rincorre nel ricamo; con Tina ci dividevamo tra un appartamento da lavoro a l’altro, a volte nel medesimo stabile altre nel palazzo più in là, tutto un quartiere, di uno dei paesi più abili nell’artigianato artistico della fascia cittadina vesuviana era all’opera per la confezione del nostro prodotto, il quale allora costituiva “ Boom “ nel settore abbigliamento. – É difficile definire lo stress che quel oggetto del desiderio femminile sopportava prima di entrare in vetrina. – Tina, nella scelta del modello da proporre alla vendita, era stata eccezionale - aveva ricavato dei disegni da un libro e facendoli dipingere sulle magliette andava ad arricchire il tutto con payette, lavoro certosino che impiegava moltissimo tempo e richiedeva anche concentrazione massima tra i fasonisti. – Lavorando insieme ed analizzando i tempi, scegliemmo dai libri che aveva acquistato, i quali costituivano una vera biblioteca d’arte fotografica, i disegni che rendevano maggiormente e forse impiegavano anche minor tempo gli originali nella realizzazione della riproduzione fedele sulla tela di maglia, poi ci rivolgemmo alle professioniste del ricamo ed applicazioni. – All’inizio non ero molto d’accordo nello sfruttare capolavori d’arte, ma quando lei mi chiese se li conoscessi e la mia risposta fu negativa - subito lei asserì che i tali artisti dovevano ringraziarla e gratificarla, se in virtù della sua intuizione, finalmente stavano diventando conosciuti per quanto meritavano. – Come darle torto? – Per accelerare il lavoro, divulgai la tecnica dello spolvero, lezione imparata dal mio amico restauratore, cui riporterò a tempo debito, inoltre m’interessai di tutte le fasi della messa in opera del prodotto, le quali immediatamente andarono a gonfie vele.

La tecnica dello spolvero piacque moltissimo, in uno dei più artistici palazzi della Napoli antica, dove i figli del padre della pittura post-atomica, movimento artistico di risonanza mondiale, si adoperavano per noi, magistralmente. - Tempi trasmessi su dipinto, e che personaggio, questi, il professore, Preside in pensione dell’Accademia di Belle Arti, intimo d’artisti del calibro di Andy Wharol e De Buy, cui ne era precursore e certamente non gli piacque che la figlia stesse a riportare i lavori di altri maestri del passato per le nostre speculazioni. – Lo stesso, identico discorso che la socia aveva fatto a me, sortì lo stesse effetto di successo e lui si squagliò come burro al sole, chiedendomi se sapessi chi avessi di fronte, visto che parlavo con cognizioni di causa artistica e fortuna mia di quel periodo, fino al pallino Luigi Filippo non s’era proprio accennato, altrimenti sarebbe venuto a galla ne sapevo una in più, in materia arte di talent scout che non c'è per me. – Quando mi condusse nelle camere per la casa per mostrarmi i suoi quadri, notavo normalmente la sua arte, così come non resto ugualmente stupito davanti ad un Wharol, ma fui sempre più incantato da lui e questo certamente non cambiò il suo giudizio nell’atteggiamento da industriale d’altri tempi in cerca di frusta, quasi ossessivo, per la fretta condizionante ai suoi figli, come scherzava asserire lui perché li vedeva tanto lavorare, e sembrava chiedersi tra il serio ed il faceto, con espressione tipica napoletano verace: San Gennaro, aiutami tu, chissà in cosa ho sbagliato per vedere i miei figli sudare tanto? – Risposta: in niente! – Siamo ancora vivi! - Professore: siamo giunti al capolinea, non per l’atomica di cinquant’anni fa, ma grazie al computer, possiamo andare in vacanza.

Il professore con moglie e figli – era in pensione da tempo e da quando s’era sposato, le suppellettili di casa quelle erano e tali sono rimaste, sempre più lucide per la verità – non cambiava niente e poco c’era da fare essendo noi vittime predestinate della bomba atomica e l’unica cosa che ci distingue nella conoscenza, é accettare il ruolo con dignità. – Questa era la sintesi della sua lezione accademica, la quale se proiettata in una realtà cui l’artista per la fame perde la vista, come diceva il mio amico … perbacco, quando si mette l’arte in mezzo, sempre più spesso il labirinto della conoscenza imbroglia, il discorso partito da un capo si dipana andandosene chissà dove, a volte difficile è tornare sui propri argomenti, presentando continuamente altri orizzonti che colgono sprovvisti. – Come disimpegnare il labirinto atomico? - Sia ben chiaro, questo dato di fatto non angosciava il professore, se non a livello produzione artistica, e posti in essere i quadri realizzati, cioè attaccati i suoi capolavori al muro, ha smesso di dipingere dandosi all’insegnamento, inseguendo con successo la vita familiare, la pace. – Tra di noi c’era molto feeling e mi divertiva dichiarargli che l’avrei condotto nel mondo del lavoro. – Era stupendo incontrarlo in strada mentre faceva shopping con la moglie: gente grande nella loro semplicità, la quale trasmette quella sua malcelata angoscia di generazione che si scusa per aver partorito la bomba atomica … che non abbiamo. – Un figlio lavorava al cimitero, un’altra, artista come lui, dipingeva balene chilometriche e s’impegnava alacremente per non farle estinguere in un mare sempre più inquinato – insomma personaggi bellissimi, tra i quali spiccava Raffaello, il riuscito col fiocco dall’Accademia di quel anno. – Non era per me il momento d’argomentare d’arte, alla fine tra persone a livello, il punto di vista d’intesa comune si trova sempre, qualora avessi voluto assurgere a creativo tra i grandi, secondo il loro concetto. – Ero indubbiamente facilitato nel farmi seguire, dall’essere stato presentato dal fratello di una delle mie clienti, il quale riconosceva in me qualità artistiche. * a proposito di dignità ... di so d non sapere com fuggire la morte, allora credo nella clonazione! Ma è solo a una parola o esiste davvero? Il correttore ancora oggi duemila diciannove la da in rosso.

Riccardomustodario

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Aug 14, 2019, 12:00:51 PM8/14/19
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On Tuesday, August 13, 2019 at 11:10:11 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Venivo da un paio di settimane di stress intenso, il mio lavoro registrava un arretrato di stagione ovvero un qualcosa programmato, il quale non era stato realizzato causa mancanza di tempo, di quel tempo appena trascorso che non aveva bruciato il pezzo in oggetto, in quanto questi non s'era proprio visto in vetrina, nè prodotto da me, tantomeno dalla concorrenza; ciò mi capitava sovente nel periodo favorevole alla vendita c'è sempre qualcosa che tira di più e qualcosa altro nicchia. In laboratorio, avere idee originali pronte da presentare sul mercato è indispensabile, infine, inutile aggiungere avevo messo in mezzo un altro lavoro, ma sopportavo benissimo ogni azione, il peggio era passato, ormai l’organizzazione funzionava, conseguentemente nuove esigenze lavorative erano all'ordine del giorno. – Il pret a porter imponeva nervi saldi gli impulsi di mercato cambiano all’ ordine del giorno. - Dovevo essere impegnato, in quel tempo del trambusto emotivo, alla collezione “ Ferri pompeiani “ resistenti alla ruggine, grazie ad un filtro naturale da esposizione in bella mostra alle esalazioni di gas vesuviani, i quali miscelandosi con la brezza marina impastata di salsedine ossidano il ferro in un modo particolarissimo che si dovrebbe avvertire anche con il naso. – Di colpo in bianco, mio padre era stato giudicato finito, dal responsabile del reparto oncologico dei Caldarelli, il quale dopo averci delucidato le caratteristiche dello stato di salute, che a suo dire faceva letteralmente “ Schifo “ a causa di un cancro con metastasi, il quale coinvolgeva più organi e quindi era inutile, farsi illusioni di certezza di riuscita dell'intervento. - Non piangevo da sempre, cioè mai, ma per la prima volta realizzavo cosa fosse l’idea della morte. – Fu quella volta nel gabinetto del primario ospedaliero conoscenza di drammatica realtà, cui ero stato dal medico precipitato nel vuoto di una lacrima, causa la diagnosi, la quale indusse a non darci speranze, ma a tentare l’operazione comunque, anche se in tutta onestà, il chirurgo non si sentiva consegnarci alcuna garanzia di successo.

La bomba atomica – la morte – i ferri pompeiani e l’Inghilterra leader in moda post atomica: la pace oltre la guerra con le gonne di Grienne, del non ci pensare ed anche se rotte, bombardate o gualcite, lascia vivere – tutto si rimette in ordine, pronto per la vetrina: perfetto. – Immagino cosa farebbe Grienne, il padre, oh, pardon, la madre del post atomico nel costume, se s’ispirasse ai quadri del professore dai colori eccezionali, farebbe scasso? – Fatto è, il professore é molto ospitale e soffre gli artisti della iper produzione e Grienne lo é anche se qualche migliaio di pezzi della medesima idee, sono niente in un mondo di miliardi di persone come si fa a produrne uno solo, quanto dovrebbe costare? – Essendo del settore garantisco la storia abbigliamento qui, sembra meno profeta, ben poco si produce in loco, tutto va all’estero dove si rivolge in cerca di produzione. C'è da augurarsi di attaccare il mercato, si nota c'è tanto da fare.

Ma papà, chi me lo da un’altra volta? – La moda anni settanta? – Io, più cento! – Mio padre é alto due metri e due centimetri per lato, robe da quadrato: spazio sicurezza.

Ohilà! – Cosa vedo: la foto della rockstar sul cartellone che annuncia il suo prossimo concerto londinese, con tanto di jeans strappato. - Come volevasi dimostrare, la stilista del post atomico, c’é tutta, anche questo é un suo momento.

Attenzione: cosa scopro? – Nella vetrina di un negozio ben messo della dinamicissima Kilburn c’é un’esposizione posta in concorrenza con due Charity Shop, uno di fronte, l'altro di fianco. – Presenta Made in Est Asia, su tutta la linea vestivamo alla marinara, una nave carica di … avviso per i naviganti: é arrivato un fouson, moltiplicato un milione, costo una sterlina e novantanove – un giacchino nuovo, con bottoni in metallo dorato, appena sballato e cartellinato, tre sterline e novantanove, con tanto di appretto, busta e cruccetta, ogni cosa esposta a lucido in vetrina. - Siamo al crollo dei prezzi, perché?

Realizzare In questa atmosfera commerciale l’oggetto del desiderio del tempo e sua locazione come da orologio bussola in cerca di una posizione commerciale confacente alla propria dimensione, ed a questo punto, differenziando orologio e bussola, portando un oggetto per ogni polso da: un, due, un due, passo, in marcia, tre aggiungilo te, senza perdere la distanza dalla Stella Polare causa il costo e sua relativa rincorsa verso il basso, che a parlar tanto di prezzo, sminuisce il piacere dell’acquisto ed allora vendere diventa ardua impresa. – Guardando ai mercati orientali passa la voglia di lavorare. - Noi ragioniamo ad optional, cioè proiettati ad aggiungere cifra su cifra e quando abbiamo di fronte il compratore siamo propensi a proporre tutto ciò che abbiamo in listino, ne abbia bisogno o meno, poco conta di fronte alla voglia, mania di vendere. – In questo caso: orologio con la bussola ovvero due idee in un unico oggetto, sarebbe uguale a maggior prezzo, se non doppio che complica una volta di più, quindi triplo. – A parte che l’idea menzionata non esiste proprio sul mercato, quindi è facile aspettarsi risonanza d'interessi quando sarà presentata sulle piazze della novità ed allora il prezzo conseguentemente salirà da solo sulla spinta della curiosità che desterà. – Gli asiatici, chiaramente escludendo i giapponesi, annullerebbero tutto il nostro marketing, perché la loro fetta di mercato sulla nostra piazza, é direttamente proporzionale al prezzo al ribasso che offrono per qualsiasi prodotto in questione, quindi sarebbero capacissimi di offrire l’orologio bussola, allo stesso prezzo del solo orologio, tanto più di tanto, così come ragionano loro, il consumatore non può spendere o, la finanziaria occidentale che specula sul quel territorio, non offre. Non mica le case Alta Moda rappresentano un bene alieno da abbattere?

L’oggetto bussola – ricordo del tempo perenne, di pancia da evitare e come non perdere la direzione della linea. – Ciò che adoravo nella socia, era quel suo trasmettermi l’idea di sapersi adattare alla dieta imposta. Solo alimenti a calorie controllate – non si poteva sbagliare: il Tirreno ad Ovest, il Monte Quisisana a Sud, il Vesuvio ad Est e noi che dovevamo andare a Nola più ad oriente del Vulcano, provenendo da Torre del Greco che lasciavamo alle spalle, così come il mare. – Palesemente, bisognava dirigersi in una specifica direzione: diritto e così andammo. – Tina, seduta a fianco, sviluppava le commissioni e quando arrivammo in una strada a metà Vesuvio, asserì se avessimo continuato saremmo caduti nella bocca del Cratere e tornò ai suoi conteggi. – Invece d’assurgere a navigatrice, cimentarsi con cartine nel tenere la rotta, si articolava a portare in linea l’amministrazione, organizzare il da farsi o leggere l’oroscopo ed il segnale stradale senz’uscita dov’era andato a finire nella distrazione di un motivo da capitalizzare? – Monetizzare l'inferno. Fortunatamente fra argomenti sparsi tra case disseminate, come collezione paesaggi e monumenti da sviluppare, si faceva buon viso, anche perché cambiando itinerario, ogni tanto si scopriva qualche nuovo negozio, ed a quel punto ubicato, si poteva rivelare una vera cattedrale o un miraggio.- É sempre meglio fare attenzione, quando si naviga sulla terra ferma, specialmente dalle nostre parti sempre in movimento con i terremoti mi pare ho sentito un’onda, sembra proprio per un altro millennio dobbiamo stare quieti.– Forza, é venuta l’ora di buttare giù un sacco d’edifici senza ragione d’esistere architettonica, brutture nate negli anni sessanta, escono fuori alla voce “ Mani sulla città “ o tipo l’Italsider, del non é mai troppo tardi per una “ Edition Demolition “ in nome di un bel discorso ecologico e turistico, da sviluppare a dimensione d’uomo. – Pasolini insegnava etica del paesaggio: invitando tutti a demolire il muro di Berlino pisciandoci sopra.

L’orologio con bussola è da studiare su punti opposti, cinghiette laterali, magari a molla; saltare per allungare il tempo senza perdere il senno per timore del divieto di sosta. – Chissà chi aveva messo il segnale stradale sulla centoventisette davanti al parabrezza - auto modello sommergibile, sempre in acqua, per il come pioveva di quei giorni e perché nel periodo pastorale del Villaggio? – Il tempo, l’età….

Il concerto pastorale, si svolse a Napoli Nord Est: Bella Star adorava queste visioni larghe. – Progettammo anche l’idea del locale all’aperto, multi funzionale che nella nostra città estiva, sarebbe andato benissimo, da Night sotto le stelle, o Boite à la Belle Étoile o … se stasera non piove vedrai le stelle, come dicono gli inglesi e poco male se fosse nuvoloso, si accede in macchina ed uguale si può sostare a godersi lo show. – Lo spazio da spettacolo si articolava così: al centro una buette bar, molto acquatica nel suo design ed ai quattro lati, innanzitutto schermo con i film di Totò a Sud, luce soffusa, effetto bianco nero, idea allegra, sicurezza d’ambiente. – Musica dal vivo, concerto, a Nord – sport ad Ovest ed a Est, Bella Star fu geniale, piazzando le ballerine. – Non avevo mai pensato alla loro spettacolarità, finalmente potevo andare sicuro di un altro dato. – Sarebbe stato un successone – con i drive in che funzionavano ovunque e bene anche in televisione, non solo nei film americani, e noi al punto più avanzato dello spettacolo comico concertistico avremmo coinvolto tutta la città e schiattato tutti i cessi della concorrenza, tipo auto con coppie al Parco delle Rimembranze, Chalet e spazi panoramici vesuviani. – Calcolammo anche i costi: duecento milioni, erano sufficienti – unico problema, il malcostume e la stessa polizia, la quale non protegge la camorra, ma se ne infischia d’eliminarla. - Lasciammo stare, prima di continuare consideriamo le autorità non danno garanzie a coltivare un progetto, addirittura volevano chiudere la caffetteria di P.za dei Martiri, perché attirava clienti d’ogni specie ed a tutte le ore. – Sarebbe assurta ad inettitudine amministrativa inaudita, se uno dei pochi salotti della città avesse ammainato bandiera per problemi di sicurezza.

Una volta ero in provincia di Salerno, dove un negoziante, ascoltando alcuni prezzi, una cintura post industriale costava trecentocinquantamila lire e non potendola avere per meno asserì “ Va bene! – Ora ti porto nel posto giusto! “. – Mi presentò un suo amico che stava per aprire un negozio nuovo, da lì a qualche settimana, questi trattava le migliori griffes che esistevano sul mercato della calzatura, forse fin troppo, tanto che trovai la cosa un attimino sconvolgente. - Mi spiego: se la scarpa é di Armani, l’abito di chi o che deve essere? – Per me non é che cambiasse molto, anzi, bene per lui, meglio per il sottoscritto e poco conta mi facesse vedere le commissioni, aveva ordinato dai più conosciuti stilisti d’abbigliamento, più che da fabbricanti di calzature. – Le cose che avevo gli piacquero molto e voleva vedere anche la bijoutteria da donna, cui gli avevo parlato, la quale non avevo con me, per timore di ingolfare ulteriormente il produttore. – Stabilimmo l’appuntamento per la settimana successiva, verso le undici di sera. – Solitamente, sono dalle parti dei Vicoletti Belledonne a Chiaia a quel ora, quindi niente di meglio incontrarsi alla caffetteria.

Un cliente nella zona puteolana, unico che non trattasse abbigliamento o beni di categoria inerente, si convinse fosse il più bravo produttore di bijuotteria, tanto bella, quanto fatta bene e volle per forza si iniziasse qualcosa insieme. – Lui insegnava, la moglie conduceva il negozio ed io inserivo, tra una chiacchierata e l’altra con i miei clienti, anche la sua linea, cosa mi costava? - Siccome producevo, feci notare bene, non é che avessi tanto tempo a disposizione, lui garantì sarebbe stato preciso nel produrre la merce, in modo tale avrei eseguito una sola consegna, sia del mio e quando capitava del suo prodotto. – Come cliente era perfetto – il negozio funzionava, quindi sicurezza ulteriore; quando gli giunsero i miei ordini, m’invitò a casa nel suo laboratorio, ottenuto nel garage spazioso, ebbi la dimensione di quanto lavoro ci fosse da svolgere, cosa che ben sapevo producendo io pure ed intuendo cosa volesse trasmettermi, l’assicurai avrei cessato di proporre il suo listino, anzi raccomandavo d’inserire nella commessa da evadere, pure i campioni immacolati, ancora incartati, per liberarci delle commesse al più presto. – Poverino, veramente da lì a poco avrebbe iniziato a dare i numeri, non voleva chiudere i nostri contatti collaborativi, ripromettendosi di assumere qualche persona più in là, appena terminati gli ordini sul tavolo, il discorso si sarebbe ripreso più forte che mai. – Intanto, tra le sue cose e qualche mio suggerimento, era uscito un campionario da far faville e tutti si tuffavano sopra per gli acquisti e dopo poco, mi chiesi chissà, con la concorrenza sempre in agguato chissà? E poi la mia azione é nelle boutique e lì la bijoutterie è un’idea marginale all’abbigliamento, come può essere un certo tipo di orecchino, cui più di una o due stagioni non fa notizia e per questa ragione in quel momento di vuoto di mercato, i gioielli di pietra Szwarosky incastonati costavano più dell’oro, metallo prezioso che addirittura in quel ottica moda, di quella stagione era considerato volgare, se non in lingotti. – Infatti, qualche pazzo innamorato senza speranza, iniziava a regalare lingotti d’oro, invece che rose, ciò si iniziava a raccontare nelle boutique; e tanto era quanto cosa si votava a leggere sulle vignette. – Infine giunsero non ricordo dove i produttori di ducati e sterline d’oro, stesso peso, anima in sabbia e la mia bijuotteria forte, di ferro pompeiano, iniziò a stancarmi, anche perché avevo già veduto quello che c’era da proporre, senza dimenticare il sabbia é colore arrapao, non presente sul mercato, pensao.

Incontro il cliente del negozio di scarpe, come da appuntamento preso, alla Caffetteria e gli mostro il campionario. – L’elegante posto, quella sera era pieno zeppo di gente bellissima, ed un pezzo alla volta, presentai tutto, annotando i quantitativi per l’ordine. – Non sembrò stessimo lavorando e pure sul tavolo saranno comparsi una ventina di pezzi. – I camerieri si accorsero della mostra discorso, annuirono con piacere, presagendo una lauta mancia e poi ero cliente affezionato e conoscevo pure la pittoresca signora che sostituiva la macchinetta delle sigarette in auge nelle altre città. – Fin che dal Centro Direzionale, non giunse la fischiata che avrebbero chiuso la Caffetteria, e per toglierli dalle orecchie, ivi consigliai la ex socia di prendere un ufficio. – Ciò non esclude farei aprire più caffetterie che uffici. Sempre a tema Caffetteria e quanto bene servisse in questo momento, mi sovviene di un gruppo di amici del restauratore, tra cui un’educatrice letteraria ovvero colei persona meravigliosa che legge la storia dello scrittore, mettendola in ordine, correggendola nelle tre “ G “ d’aguaggine e via discorrendo, perché a volte, si sa, per la fretta si commettono errori balordi, allora mi chiedo se scrivessi come parlo o, e con la g che sembra q o viceversa, si noterebbe spesso parlo come scrivo? Ciò dovrebbe domandarsi il conduttore della radio che s’impapera? La Caffetteria chiude e molti si mantengono svegli a spron di caffè. - Che ne sarà di loro?

Come tutte le domeniche, da quando sono a Londra, anche oggi sono stato a messa. – Chiesa stupenda, sembra una cattedrale. - Sapore del tempo antico: forme, materiali, odori – organo a canne lunghe – altare con baldacchino in legno ai lati, uno per il coro, ed un altro di fronte, per i sacri fedeli: meraviglioso. – Sono entrato in punta dei piedi, intimorito da tanto spazio vuoto, ed il cappellano poco distante, mi ha indicato la strada. - Profumi d’incenso. – Alla prima fila di panche vi erano due persone, una donna sulla seconda panca, ed io quarto, andai ad occupare la terza fila. – La settimana precedente, ero stato in Quex Road, dove c’erano migliaia di fedeli in chiesa, l’attuale numero chiesa più intimo, mi stava benissimo, dopo tanto trambusto. – … E dire in questo quartiere con edifici da Bingo’s House, i quali sembrano chiese riadattate, avevo avuto l’impressione non ci fossero santuari, invece ben noto la voce del Signore é molto presente. *studiare da Sirepope presuppone conoscenza.

Inizia la Messa – entra il prete con due cappellani – incredibile, sono tutti più alti di me in terza fila scalare – non mica sono tanto basso? – Parte la musica, e cos’era? - Fosse dipeso da me, la funzione l’avrei resa interminabile: organista e coro da centodieci e lode. – C’é stato un solo momento d’impaccio da parte mia, quando ho avuto l’impressione che il Cristo ed i Santi non fossero proprio quelli cui sono abituato, ma poi il prete nel suo inglese, mi ha chiarito tutto attraverso le preghiere e per essere così alto sicuramente, sarà protestante - ma com’é che mio padre, due metri e due centimetri d’altezza, era cattolico osservante tradizionale, così come c’é stato tramandato sin dai tempi lontani di Cristo? - Paese che vai usanze che trovi, qui in questa città di tutte la gente del mondo, il punto di vita più alto è spirituale.

Mia figlia doveva farsi la comunione, allora andavo con lei tutte le domeniche in chiesa – vicino la sua abitazione, c’é la diocesi italiana, dove non ho problemi con le mie deficienze attuali in materia lingua.– Che sciocchezza! Avevo scritto la spiritualità é un altro linguaggio, superiore a qualsivoglia discorso, seppur artistico. – Il coro nella chiesa che sto descrivendo, era superbo, quantunque si esprimesse in latino annotavo oltre il linguaggio avessi di fronte la manifestazione canora di un incanto da cappella che si manifestava al di sopra della rappresentazione stessa – la tipa davanti, sebbene di spalle, fece cenno, sotto la panca, avrei trovato i testi per seguire, messa e coro. Com’avrà fatto a sapere cosa avessi bisogno senza vedere, rimane un mistero e se non mi viene svelato nulla tange, perché la chiesa é fulgida di energie altissime, le quali si muovono nello spazio in nome Dell’Amore Divino … ohi, ohi! – Chissà cosa avrà pensato uno del coro, quando alla fine ha sbadigliato ed appoggiandosi al muro ha fatto cadere un’alabarda, la quale per poco, non lo beccava in testa. – Poco prima c’era stato un momento di pausa, allorquando una corista ha messo la sua testa su un libro enorme – proprio di fronte a me – trasmettendomi ansia per la seconda parte del libro, il quale in questi giorni mi accingo a scrivere. – Il coro avrà intuito io per me ho tanto da dire e chissà quando metterò la parola fine a questa avventura letteraria, la quale sebbene proceda più lenta della precedente prima parte, si dimostrerà molto più lunga; sto scoprendo ho ancora tantissimo da tirare fuori, anche riguardo ciò dianzi scritto, cui il più delle volte ho riportato solo un accenno di una situazione, com’é duopo, quando si prende nota di valore. - Il ricordo funziona, però mi piace asserire trascrivo per non dimenticare il fatto importante, alla fine devo solo dimostrare di non essere pazzo, sebbene la linea da seguire perde razionalità comune incontro l’arte vera, tutto o quasi procede in altra direzione, allora bisogna illuminare la strada agli agnostici. – * L’arte contemporanea è miscela di sensazioni, cui ricordo, dimenticanza o futuro puoi trovare in ogni opera, ma giusto così non mica perché così è? Ma quanta fatica ricevere un Premio Nobel e due milioni e mezzo di sterline, tutto ciò è quanto mi aspetto per il primo libro minimale “ Titolto “ e non mica per renderlo comprensibile devo scrivere un’Enciclopedia? – La corista in questione con il testone sul librone enorme, pesante per i miei proponimenti, aveva una bella faccia, a corolla una chioma di capelli neri e quando chinò la testa, a mo’ di pettinessa pose in mostra una matita, da un lato l’altro di una ciocca degna di nota.

Un’altra bella nota, era il Maestro del coro e la parte finale dell'esibizione dell’organista, questi si è aperto al massimo facendo faville, ero convinto fosse l’altoparlante a trasmettere un suono ben preparato, registrato; guardando più accuratamente attraverso una porta cancelletto, ho potuto scorgere un vecchietto arzillo, il quale si dimenava alle tastiere. – Alla fine della messa, sono andato verso il coro ed ho visto l’organo che stava in alto, sopra la mia testa, il quale si lanciava fin sotto al soffitto, tale ambiente avevo notato entrando in chiesa, ma durante la funzione, era assurto a tutta altra dimensione e ogni cosa meritava essere ammirata meglio. – Per quanto concerne le preghiere Ave Maria, Padre Nostro, Credo, non noto alcuna differenza con la Chiesa Protestante, per questo motivo asserivo il prete m’aveva trasmesso sicurezza nella sua lingua, forse la cosa che mi é mancata é stata la comunione – momento particolare, congiunzione spirituale dalla forte intensità emotiva, nata dall’incertezza di non sentirsi di meritare tanto, dubbio man mano attenuato, per poi trasformarsi in un crescendo liberatorio d'entusiasmo in grado di sfiorare l’ardire di scocciare il Signore, chiedendo nell’umiltà della preghiera d’illuminare i cari, laddove s’avverte l’impossibilità di poterci arrivare da soli ed a quel punto giunge a fortificare il momento, lo scambio del segno della pace: apoteosi.

Chi “ Coglie coglie “ come si dice a Napoli, andavano in chiesa i nostri avi, durante la seconda guerra mondiale, e leggevano nel volto degli astanti, la paura delle bombe. – Ora, in periodo di serenità, la persona accanto, chiunque essa sia, assurge ad individuo più bello e meritevole di pace che esista ed altrettanta ne trasmette. Si!- Sono convinto l’introduzione del Segno della Pace sia un bel momento liturgico.

Mia figlia dice sono razzista, forse vuole dire egoista o ritiene egoista peggio di razzista e viceversa? - Fortuna, quando asserì ciò, rise ed io altrettanto e questo mentre si discuteva del lungo periodo dalla mia Prima Comunione al Febbraio di quel anno o precedente, senza che sia mai andato in chiesa a prendere la Comunione di spontanea volontà e per questo motivo, mia madre mi aveva anche apostrofato “ Ateo “. Nelle religioni si distinguono le razze; giungeremo a qualcosa del genere? *Nonostante le razze siano state messe al bando dalla scienza che garantisce il DNA quello è per tutti, quindi le razze non esistono. Chi sia d’accordo in questa cosa qua, non si sa, intanto la scienza insiste: le razze non esistono!

Come stilista d’accessori moda, principalmente cinture, fatte per mantenere tutto il mondo in vita, impresa difficile, si, ma possibile, perché nelle cinture da uomo si hanno, solitamente, tre centimetri d’altezza che sfilano nella lunghezza circolare in cui esprimersi. - La linea donna, raggiunge i sei centimetri d’altezza ed una volta ne produssi addirittura una linea da otto – inutile aggiungere, in tanto più spazio é più facile esprimersi. – Quattro é la misura ideale.

Una volta stetti con una ragazza sul letto di casa mia, lei alla fine, quando ormai era alba, asserì guardando il calendario che godere quattro volte in quella notte non fosse in sintonia con il giorno che ci apprestavamo a vivere: cinque agosto e stava per rispogliarsi … - Le dissi sono gemelli ascendente gemelli, più io cinque e lei non era stata con me, bensì con il mio oroscopo, quindi più del calendario òdoveva seguire il giornale, nella pagina dedicata ai segni zodiacali ed accettare la cosa quale battuta di servizio.

Sempre a tema cinture, é da aggiungere che ne facevo di stupende e tutte vendute in boutique d’alta moda, dove sono esposti le più grosse firme del settore, compreso i francesi e qualche giapponese – raramente qualche inglese, anche se si pensa che Ralph Lauren o Vievienne Westwood, nomi grossissimi, prima o poi dovranno esplodere, essendo questi fin troppo bene conosciuti dagli addetti ai lavori. - Forse preferiscono una produzione mirata e misurata - moltiplicare le vendite nel settore moda, non sempre rappresenta un vantaggio – io mi comporto uguale, con la scusa sono geloso e produrrei solo per me, cerco di vendere ai clienti più sani, in nome della selezione dei punti vendita.

Quest’idea della ricerca verso il meglio, valeva anche per la cerchia d’amicizie. Entrando in chiesa, in nome di Dio, bisogna accettare tutti, quantomeno trovare piacevole l’umanità intera, di ciò ne ho parlato a mia figlia, la quale punzecchia, se commetto qualcosa che secondo lei non va. – Intanto vado in chiesa più di lei, poi si vedrà. – A proposito: uscendo dal tempio canoro di Dio, dove sono stato ultimamente, uno del coro corse dirigendosi all’auto parcheggiata poco avanti sulla strada che stavo percorrendo – gli chiesi di che anno fosse la chiesa – rispose la domenica ci sono ben tre funzioni – tornerò.

Ieri mia figlia e la madre mi hanno fatto visita per vedere dove vivo – é piacevole cucinare di tanto in tanto per qualcuno, ci si mette d’impegno, ciò che ho preparato é piaciuto ed hanno anche asserito di trovarmi in forma. – Virginia, tra un paio di settimane, sosterrà il saggio di Danza. – Frequenta la classe di tip tap in una scuola molto nota e dalla quale sono usciti diversi personaggi famosi ed ora vivrå il suo momento teatrale. – Costo del biglietto dieci sterline.

Allo spettacolo saggio delle più brave ballerine d’Italia non pagai niente, oddio, i biglietti non c’erano proprio. - Per lo spettacolo in P.za del Plebiscito “ É Festa per Napoli “ Naola si mortificava di non avere biglietti per nessuno, neanche per i genitori. - Lei, prima ballerina della più importante scuola di Danza di Napoli e del più in vista balletto nazionale, nella città verdiana, non aveva tagliandi d’entrata, inutile cercare presso altri. – Pochi posti a sedere, in una delle piazze più grandi del mondo con solo ballerine, autorità e media, le quali quella sera vivevano l’estasi delle scuole di danza più in mostra del pianeta e dei loro più bravi esecutori. – Bezzabea, invece, non solo era sprovvista di biglietto, ma neanche faceva parte del corpo di ballo, eppure Naola garantiva fosse la più brava, ma non classica o forse in cerca di chissà cosa. - Qualche mese dopo, ebbi il piacere di assistere al saggio di Bezzabea nel teatro Bellini, completo in ogni ordine di posti – lei Regina delle Nefertiti, moglie di Amenofi, aveva prenotato per me il palco in capo al mondo, quinto piano, quasi sul palcoscenico per corona … rlo. – Vabbeh! - Lei ha sempre ritenuto fossi un genio.

In quel periodo é stato a Napoli anche Lindsay Kemp – ho ammirato un paio di suoi spettacoli, ne ricordo uno in particolare, forse dieci anni prima. In quello spettacolo Lindsay Kemp é alle prese con una diabolica macchina, con la quale fa della moglie una collana di salsicce che da in pasto al cane. – Lindsay, é indubbiamente, il mio ballerino preferito. - Il suo spettacolo nel Maschio Angioino serba un dubbio: alla fine dal pubblico, mentre questi sfollava, invitò sul palcoscenico una ragazzina e con lei iniziò a roteare nell’aria, e roteava e roteava e mai si fermava. - La madre fiera che la figlia fosse sul palcoscenico, seguiva con passione, poi iniziò a preoccuparsi, ma figurati se il ballerino roteando potesse carpire l’emozione di uno sguardo, con le torri che gli giravano in testa – incredibilmente, quando cessò non sembrò neanche stranulato da tanto girare - forse erano d’accordo – ma cosa cambia? – Essere ballerino a tal punto, significa possedere equilibrio unico: danza! – Spettacolo nello spettacolo infinito: se la madre in apprensione non lo avesse fermato terrorizzata, nella frenesia vertiginosa di un coro, formato da se stesso più quel appendice di corpo scenico che aveva attaccato alle braccia tenendolo per mano, il quale avviluppava tutto e tutti e con questi aumentava l’intensità della sua armonia; intanto più d'uni prima di uscire iniziava a chiedersi fin quando procederà? – Non c’é niente da fare: é un ballerino! – La bambina torna alla madre e lui ancora continuava, ormai c’ero solo io e se non avessero calato le tende chissà cosa sarebbe successo, mentre lui continuava la sua danza di ballerino immenso. - É strano – ho scoperto che Lindsey Kemp é più noto a Napoli che a Londra, la sua città – vabbeh! - Agli artisti succede sempre di non essere profeti in patria e poi in Italia si decantano le sue doti al di là del ballerino, pure come scenografo, costumista, coreografo e più o meno tutto ciò é inerente allo spettacolo e secondo me lui rappresenta meglio di chiunque altro il palcoscenico animato con grazia, anche se nella scena salsicce, divora lo spettacolo, consumandolo fino al termine sulla sua attenzione sessuale, animalesca, indubbiamente è il più bravo esecutore del movimento danza contemporanea dell’ultimo ventennio.

In “ É festa a Napoli “ il balletto che mi piacque di più fu “ Momix “ - brillanti. – Naola, che in quel periodo era ritornata a Napoli per l’occasione show, più breve vacanza, lei che da poco avevo conosciuto e frequentavo, amica vera di Bella Star, era piuttosto seccata dal mare, temendo di beccarsi una scottatura da rovinarle la serata che si apprestava a vivere. Andando a salutare la sua ex scuola, le fu chiesto dalla Maestra, di far parte del balletto in rappresentanza della città.

La sera dello spettacolo mi trovavo dalle parti del luogo dello show inaccessibile senza permesso. - Tutta la piazza era transennata per lo spettacolo. – Uscii dal bar della signora simpatica di Piazzetta Carolina, immerso in un poker Corpo Diplomatico, al centro tra loro, percorrevo a testa alta tra due file di transenne bianche, passai oltre il varco aperto tra le paratine di legno, rispondendo compiaciuto al cenno solenne di un ufficiale che m’indicava il passo, andandomi a collocare proprio in mezzo al placo autorità, tra registi, cameraman, giornalisti e fotografi. – Ad un certo momento inizia lo spettacolo proiettato sui grandi schermi, con il Nettuno che si sta sollevando dalle acque all’interno di Palazzo Reale, alla mia immediata sinistra vedo seduto i più famosi parlamentari del momento: Pomicino, Gava e compagnia, quindi, per non essere divorato dalle elezioni, decido di andare incontro al Nettuno e chi vedo … se non Naola con il suo Corpo di Ballo? - In uno degli enormi stanzoni del Palazzo Reale con tutto il balletto, la quale in un attimo subito vince lo stupore “ Naturalmente e giustamente le star fanno tutto loro “ dichiara. - Alla fine dello spettacolo, arriva Bezzabea che aveva perso Loca, uno scenografo in cerca di copione, il quale dopo, saputo che stavo venendo a Londra, voleva gli mandassi materiale di un regista dal nome difficilissimo, per la sua tesi. – Lo scenografo in questione, a suo dire, in questo anno ha dato al cinema una bellissima versione di Procolo o Prospero, ora non ricordo bene, perchè di Shakespear, esistono nomi inusuali, con i quali non si é mai certi dello spelling e della pronuncia, e manco a farla apposta, si somigliano pure.

Mi sovviene di una vignetta con Tina e un certo signor Quid, trapiantato in ufficio da Gustavo, il quale aveva acquistato delle belle cose in vari punti d’Italia fino a Novara, grazie anche ai buoni uffizi del signor Quid, che a suo dire era uno stilista in gamba, cui in ufficio non sapevamo dove inquadrarlo, però l’ospitalità é un piacere e portammo il nostro nuovo amico con noi, il quale come da agenda, e con lui continuammo i nostri soliti appuntamenti di lavoro. – Ci fermammo a pranzo nella zona di Bosco Reale, proprio a pochi metri dalla bocca del Vesuvio, dove gli americani volevano costruire la Walt Disney europea, la quale fu portata a Parigi. – Nei paesi vesuviani é facile incontrare ambienti millenari, poi coperti dalla lava, situati al di sotto del livello stradale o che si arrampicano come Oplonti su stradine di montagna. – La terra era caldissima quel giorno anche se c’era vento, conoscevo delle persone che avevano delle fumarole addirittura in casa – stupito? - Ci rimettemmo in macchina e dopo duecento metri, Tina mi pregò di fermare al più presto, fu immediatamente fuori dell’auto per balzare nel primo negozio aperto, una macelleria. - Quando fece ritorno, a fatica si tratteneva dalle risate, raccontandoci che uscendo dal bagno, i macellai, familiari con le lame, le chiesero increduli, cosa ci facesse con il coltello tra i capelli?

Da un po’ di tempo sono in posizione d’attesa per piacevoli avvenimenti, intanto riporto qualche fatto inconsueto: sono stato tutta la giornata senza orologio. – Esistono anche stranezze piacevoli e questa non lo è, perchè verso le sette, quando sono rincasato, ho scoperto l’orologio sotto il piumone. - Ho ancora da mettere in ordine - non tutte le valige sono state svuotate ed i contenuti sistemati come si conviene, e proprio in camera da letto c’é qualche cosa in più fuori posto, ciò non giustifica stamani perdessi l’orologio ed ora, appena entro in camera noto il suo rigonfiamento sotto il piumone. – Nell’altra stanza ho il tavolo da stiro con il ferro in posizione pronti via, senza una piega pelle stesa - spinetta inserita in posizione off. – Ci vorrebbe The Iron Lady per uscire temperato come l’acciaio. – Accostato alla finestra c’é il tavolo, scrivo poggiato al davanzale: é rilassante. – Sulla parete di fronte, di fianco al tavolo da stiro c’é lo stenditoio con delle mutande appese, poi le copie dei libri da vendere “ Titolto “ ovviamente commerciare letteratura grazie alla vendita del suddetto testo, è un per dire onde realizzare spiccioli che nemmeno la chiesa accetta più, insomma giusto per ridere, infine dischi e stereo; dall’altro lato un divano con i giornali vicino, ma fuori posto, a terra un elenco telefonico, più carte varie che ora sistemerò, tra il divano ed il mini guardaroba con rotelle, altri armadi a muro, sono sparsi nella casa. Quante cruccette possiedo non ho contato. – Di volta in volta che uso un capo d'abbigliamento oppure oggetti, prendendoli dalle valige, pulisco o lavo per poi metterli in ordine nei mobili, dove resteranno. – É stato tutto così frenetico, non ho ancora stabilito la giusta ubicazione d’ogni cosa in questo nuovo appartamento. – La finestra guarda ad Ovest, la strada é molto trafficata – da pochi giorni hanno montato un palo con una luce che dovrebbe meglio evidenziare un segnale notturno, illuminando di più la mia finestra – sembra una telecamera, come ho detto alla coppia dai tanti figli del piano terra – la più piccola é da concorso fotografico per genitori aspiranti da premio: bella assai. - Mentre scrivo, il furgone della polizia entra nella casa, giusto di fronte per fare manovra, uscendone tra gli accessi ad “ U “ per immettersi di nuovo in direzione di provenienza. – Telecamere fuori la finestra, più agenti, neanche li nomini e sono già là, più protetti di così é impossibile: a me il Nobel, non è facile avere in casa lettori invisibili mentre si scrive – Quando venne ad abitare la famiglia numerosa, al piano terra con giardino, dissi loro delle prime tre o quattro notti, essendo da solo nella spaziosa villetta, o forse c’era qualcun altro, poco cambiava, non mi sentivo tanto tranquillo. – L’apprensione era dovuta all’aver notato uno strano movimento di barboni, intorno al caseggiato, questi entrati nel nostro cortile, avevano anche tentato di forzare la serratura – infatti, accesi la luce e feci rumore, allora desistettero dai loro intenti, andando a dormire più in là. – Prima che si presentassero loro, questa villa, sembrava proprio un luogo disabitato, anche perché c’era parcheggiata un’auto abbandonata, con le ruote anteriori a terra – come se volesse invitare il viandante disperso a passarvi la notte.

Il Sunday Times é sparso un po’ ovunque nella casa - é un’enciclopedia più che giornale, un’infinità di sezioni fascicoli o inserti, tra ieri ed oggi ne ho letti i primi due, tra l’altro non ho ancora aperto quello dedicato a Marlene Dietritch dalle parti del divano.

Nell’estate che nessuno voleva partire numero due, gli unici ad andare in vacanza convinti, prima che s’involassero tutti, furono i coniugi Bellazzi, i quali si misero in viaggio per una vacanza e dopo poco erano di ritorno, perché con il pensiero dei figli e della casa, tanto vale stare insieme. – Avevano prenotato e pagato una cifra considerevole, il figlio tra l’altro, per tenerli a casa, prese la palla al balzo per convincerli una volta di più ad acquistare uno yacht da tenere a mare perennemente. – Nessuno voleva partire, ma poi s’involarono tutti, addirittura incontrai tornando dai telefoni di Stato, per una telefonata a volo a mia figlia, Irma e Mena, zaini alle spalle e feci loro ritardare la partenza, cui non erano tanto convinte, portandole con me. - Alla fine solo io rimasi a far la conta con i miei documenti scaduti, cui mi accorsi il giorno prima della partenza e per rinnovarli, scoprii avevo bisogno dell’ex moglie, anche per la sola Carta d’Identità valida per l’espatrio e per vedere mia figlia, invitai loro in vacanza per l’atto d’assenso. - Assurda situazione si era creata: loro potevano andare dove volevano per la doppia nazionalità ed io essendo italiano non potevo muovermi dal territorio senza il consenso straniero. – Erano giunti in visita, ex moglie e mia figlia, dall’Inghilterra, il Natale precedente, sette, otto dicembre ed il giorno dopo ci fu la neve. – Dicevo a mia figlia, durante la lunga passeggiata per la città, che Napoli e Londra si somigliano, solo due ore e mezzo d’aereo e poi Londra é la città del verde e lei aggiungeva del grigio, infatti, bastava guardarsi intorno per rendersene conto continuavo alzando gli occhi, allora lei dichiarava che il Bosco é più bello. - Beh, la neve, i colori cristallini come i gioielli della Regina, donano tono nel loro candore, ricchi di fascino e di storia: preziosi - tipo la Mostra del tesoro di San Gennaro che si tenne nel Museo di Capodimonte, dove gli argenti scintillavano come diamanti o come di fronte alla Pala d’Oro a Venezia, luoghi sacri per ammirare tanta ricchezza che non tange, perché lo spirito arricchendosi di beatitudine si domanda “ Madonna mia che incanto! - Noi siamo tutto questo Universo raffinato? “.

Riccardomustodario

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Aug 15, 2019, 10:06:44 AM8/15/19
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On Wednesday, August 14, 2019 at 5:00:51 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Per la prima volta ho annotato i capisaldi degli argomenti salienti dei miei percorsi che condurranno al termine del libro che sto scrivendo, ripromettendomi di accorciare talune storie ed eventualmente escludere qualche nome. - Pazienza e senza offesa, non si può scrivere tanto: un libro non é un’enciclopedia.

Il Sunday Times titola a tutta pagina “ Due regine a confronto “. - Lady Tatcher a confronto con Elisabetta; mi chiedo come si faccia? – La Regina trasmette molta più sicurezza della Signora di Ferro dai colletti inamidati, poi la noto molto più sobria e saggia, non ostenta niente di più e nei suoi discorsi é parca di giudizi: regale. – I politici in vece dei capi in testa, devono continuamente districarsi tra le loro stesse chiacchiere. - Lady Tatcher ha dimostrato d’essere molto valida come leader, ma per essere paragonata ad una Regina ci vuole ben altro. – Per esempio Bezzabea in la Regina delle Nefertiti, nome da mummia egizia nel tempio, eppure posso garantire che i suoi fiori sono sempre freschi.

Ogni cosa, nasce si sviluppa e muore - quando si é in difficoltà, basta chiedere aiuto e si sta pace. – Il guaio dell’ignoranza può essere una tragedia, se chi ne sa di più non sa abbracciarsi la croce e perdonare la perdita di tempo. – Le Regine hanno molta pazienza. - Lady Tatcher subito mandò la flotta in Argentina. – La politica richiede un’azione diversa dalla comune comprensione.

Entrando dal cortile, la porta principale non é smaltata, per le scale manca la moquette e bisognerebbe dare una pulitina alle pareti. – In casa, l’ambiente é stato imbiancato da poco, compreso gli infissi, una manata in cucina, macchia di colore, sembra una fattura da “ Mani sulla città ” allora l’I.V.A. non c’era proprio, chissà a quale voce avranno contabilizzato la tassa sul valore aggiunto o allora i valori non si aggiungevano? – Da cambiare: carpet in bagno e cucina e moquette nelle camere.

Ricordo una volta passeggiando per Upper Street, c’era un gruppo di quattro persone – la ragazza in strada disse ai tre sul ciglio del marciapiede, mentre io passavo: “ Peccato abbia dimenticato ciò che pensò – era veramente geniale! “. – Mi sembrò fossi in cuffia e stranamente, a volte ho l’impressione di sentire anche le voci delle persone, senza nulla manipolare.

Non lo so. – Ma se volete leggere e registrare i miei pensieri, ditelo - Sono un esperto in Marketing & Marchandising – inutile volgere o cercare di coinvolgere gli altri nei miei pensieri produttivi che si allontanano, causa una subcaptoactionem non permessa, la quale noto in funzione su di me, dal vivo. Compito mio è movimentare il pensiero più alto, il mio, e mi piacerebbe guadagnarne qualcosa, non essere carpito e deriso dai profittatori.

Volevo andare nel parco a scrivere, quello più lontano, invece sono nel verde vicino casa, con un centinaio di altre persone a godere del bel sole. – Seduto ad una sedia, tipo le suppellettili della scuola di tanti anni fa. La sedia ha lo schienale un po’ rotto, ma funziona, come banco ho la ventiquattrore di legno, con dentro qualcosa dal corso d’animazione. – Ieri ho incontrato un barbone pulito, questi mi diede a parlare in uno dei tanti uffici visitati la settimana scorsa e per il fatto che sto scrivendo, pare debba essere ricompensato senza andare in pellegrinaggio: i barboni subito fanno linea con l’idea del divino, per loro chi lavora è da premiare. – Ieri sera, quando mi licenziai della sua compagnia – asserì doveva andare a comprare del latte e se riesce a smettere di bere, la monaca che mi ha presentato, la quale a suo dire è Santa, veramente lo é. – Questo posto é Made in Irlanda - le loro burla in odore di alcool del non si capisce bene sono tante, essendo nuovo del posto, faccio buon viso a tutti - non é difficile e mette buona salute.

É molto caldo, altri due tre giorni così e sarò abbronzatissimo – ho anche giocato al pallone che sa di mastice, nuovo – nel calciarlo sembrava mi ricordasse che la classe non é acqua. - Ho chiesto alla ragazza dell’altro albero dov’é una fontana – ci siamo incontrati a metà strada, tra i due alberi e mi ha porso la sua bottiglia – ricordandomi che non si può stare senza acqua in una giornata così calda - ho assicurato che l’indomani, mi sarei corredato, anche di creme solari – il sole picchia forte, lei é all’ombra ed é tutta peperoncino. - Domani ha gli esami, ha dichiarato, quasi si scusasse di studiare nel parco. - Studia politica. – Le ho ricordato che politica é sinonimo d’impegno sociale – essere al servizio della comunità equivale a rendere la vita comoda per i cittadini. – Nel parco si respira politica riuscita, perché la gente pensa beatamente ad altro e c’é chi fa funzionare la cosa per il bene comune - tutto sommato credo non poteva stare in un palcoscenico migliore per la sua vigilia d’esami ed ho concluso il discorso dicendole del giorno precedente, quando sono stato in un parco da favola: Hampstead Heath, dove lei si meraviglia di non esserci mai stata.

Ho cambiato posto, il ricordo del parco di ieri fa lupo
e non vorrei sbranare la pecorella. Ohi, ohi! – É comparso un tale con mazzarella ed un cane, di quelli piccoletti e feroci - lui tira il bastoncino e l’animale corre - speriamo non lanci da queste parti, e dire che qua intorno ci stanno tanti bambini – prima o poi bisognerà portare a guinzaglio tigri e leoni, per stare alla larga da queste bestie? – Troppi cani in questo parco – se lo sapevo non cambiavo posto e mangiavo la pecorella.

Ho incontrato il tipo barbone pulito, mi ha chiamato mentre uscivo dal giornalaio, dove non ho trovato quotidiani italiani, ve n’era solo uno che non mi piace, il nome che lo contraddistingue, non é confacente al regno. – Un attimo please, in un altro momento scorso, il barbone pulito era in compagnia di una scultrice spagnola, la quale si lamentava per avere problemi nel fare la faccia, dichiarando io l’avessi simmetrica. – Le ho risposto, che se mi rivedesse tra un paio di mesi, non le sarà difficile trovare la mia faccia cambiata, questione d’acconciatura e relativa espressione. – Non capiva, allora il barbone mi ha detto che se l’accompagnavo un po’ distante, un suo amico gli avrebbe regalato del fumo e me lo avrebbe offerto. - Non fumo, ma la scultrice era paranoica, quindi smamma. – Il barbone pulito mi ha condotto in tutta una serie di stradine stupende; per la verità volevo andare da quelle parti, ma lui essendo della zona, ha scelto meravigliosi itinerari non evidenziati sulla cartina. – Allora siam giunti in un punto particolarmente panoramico dove ci sono due chiese, in una d'esse c’é un San Pietro Martire, placido, interrogativo e sempre lì è dove San Cosmo risulta bellissimo e tanto basta a farmi ricordare sono stato battezzato nella chiesa di San Cosimo e Damiano n quel periodo di Secondigliano, dove sono nato e cresciuto fino ad un anno d’età, non sapevo leggere né scrivere e non ero cosmopolita, ma grazie al battesimo, alla fede ed alla scuola di Capodimonte con tanto di chiesa di Santa Maria delle Grazie, posso ben sperare che da prima comunione a traguardi da vero cosmopolita il passo in mondovisione è breve. - Il barbone pulito mi ha condotto su per una stradina che lambisce un piacevole cimitero all’aperto e giunti alla sommità c’é la bella chiesetta di Santa Maria delle Grazie, dove ha bussato alla porta privata del Vicario e questi mi ha dato gli orari delle Sante Messe. – Siamo poi passati per un luogo abbandonato, ha dichiarato che ivi, vuole fondare il suo club di padri soli che quando vedono la domenica i propri figli non sanno dove portarli. – L’idea mi é sembrata oltremodo brillante e mi sono promosso suo adepto per tale impresa - mi sono anche procurato di mettergli in ordine le idee, visto che da Vicario a padre, di fantasia ne corre per i figli che non conoscono ancora la differenza, fatto è viaggiamo incontro un mondo sempre più solo, come si legge in “ Titolto “. - Ha asserito che tutto era a puntino, infatti aveva avuto un’intervista da un giornalista per tale iniziativa, la quale sarebbe sicuramente andata in porto. – Mi ha anche garantito d’avere amici editori e tutti ultra ottantenni e mi ha portato in un pub ultra secolare, il quale a suo dire é frequentato nel pomeriggio, dai personaggi più antichi di Londra. – Volevo acquistare una cartolina – il barman é stato eccezionale: ne ho chiesto una, me ne ha offerte tre, significa quella richiesta e poco male sono tutte le stesse, sarà alla mia parete nella bacheca tra le foto d’epoca, qualora decidessi di realizzarla. Heath, nel comune immaginario dei locali significa salute, basta aggiungere la elle, non a caso Hampstead Heath è riconosciuto come luogo benefico, tradotto da’ erica ovvero pianta sempre verde o scopa, associando questi due termini è facile giungere a pulizia di stagione, primavera, respirare a pieni polmoni. – Abbiamo camminato cinque, sei ore nel Heath ed a vista d’occhi non mi é sembrato mai di essere stato in un punto già passato. – I metri quadrati dell’Heath certamente saranno superiori al Bosco, dove abitavo prima, ma quanto? – Di questo luogo il barbone pulito conosce ogni macchia, ogni campo, ogni cespuglio. – Si camminava su dorsali alberati, con fusti d’alta vegetazione o si procedeva su campi spaziosissimi e dall’erbetta ordinata, ed era tutto un susseguirsi di vegetazione cui mai si notava la fine del verde. – Poi mi ha mostrato delle piscine di soli uomini e delle altre di sole donne – a tal proposito ho l’impressione che si stia partorendo una separazione eccessiva tra le parti e tanto, fino a chiedergli se tutte queste ostentate ironie sulla manifestazione single che lui sembrava vivere bene non fossero dipese dalla sua idea D.A.D. o da discriminazioni sui sessi, situazione la quale, così come sta procedendo, indubbiamente si tinge di comicità, causa argomenti che lui gestiva bene, infatti, la risposta sua é stata condurmi in una bel posto ristoro nel parco condotto da una monaca, la quale a suo dire, compie miracoli … dei pani e dei pesci e tutte le mamme partoriscono, peccato non lo abbia esclamato.

Non ci credo! – I miracoli li fa solo San Gennaro – non c’é niente da fare, su questo dato di fatto sono tifoso, altrimenti come spiegarsi, che noi Napoli, squadra che in un secolo non ha mai vinto niente, abbiamo avuto il miglior giocatore di tutti i tempi per i nostri scudetti? – Certamente miracoli non ha fatto quel Papa, cui non ricordo neanche più il nome e che morì mentre ero in Jugoslavia in vacanza – essendo più politico che santo, voleva devolvere tutti i beni della chiesa e non, in charity. – San Gennaro é come San Francesco o come San Riccardo, tanto per dire: il tre aprile, giorno della sua ricorrenza si apriva a Londra questo anno una Mostra importante, già visitata in autunno e mi ricordo bene anche la cassetta che avevo in cuffia quel giorno - Euromitics. – Era carissimo il biglietto d’entrata – mi chiedo perché non istituiscano un biglietto annuale per accedere a tutte le Mostre? – Ingresso scontato di stagione lunga un anno, in modo che versando una quota per i Musei, il pensiero si appaga e si programmano dodici mesi artistici. - Se San Gennaro e San Francesco sono quello che sono, patroni in Italia, sicuramente San Riccardo, patrono d’Europa sarebbe eccezionale. – Più avanti nel tempo, non ricordo se mentre scrivevo questa cosa qui o dopo qualcuno malignò che San Riccardo fosse il protettore dei femminella: che vergogna! - Non c’é niente da fare: toppo bello San Riccardo. - Notare i gelosoni che fatti strani vanno mettendo in mezzo? – San Riccardo protettore dei femminella: uffah!

Si camminava nel parco da ore – volevo fermarmi - con il barbone pulito in marcia indefessa attraverso una strada molto trafficata dichiarando di lì a poco saremmo giunti in un punto dove potevo stare anche un’ora e non ci sarebbe stato problema, lui sarebbe rimasto fuori.– Giungemmo ad un bel edificio, rivelatosi poi Museo, lato opposto al punto ristoro della suora. – Raccomandazioni prima di entrare: appena varcata la soglia, di fronte mi sarei imbattuto nel quadro di un suo antenato, tela evidenziata appena siamo entrati – al che gli ho chiesto se tali natali, da trasbordare con fierezza non gli procurassero turbamenti; lui sorridendo ha risposto di no, salvo un brevissimo periodo, a quanto pare, risolto brillantemente grazie alla riflessione tra un sorso e l'altro.

Nella Pinacoteca del Parco c’é un quadro di Gainsborough, che subito ho riconosciuto nel suo prezioso stile pre-Rapahelsit, romantico, e d’altri belli del seicento inglese. Sono rimasto affascinato da quegli sfondi oscuri di luce, d’ambiente monacale, con i villani in libera uscita nel parco che non ho trovato. Brillante oscuro di luce: chioma nera. - Chissà perché, m’aspettassi un quadro di questo genere, da monastero nel parco, ma non sono rimasto deluso. Un Turner ha destato tutto il mio stupore nella sua ironica espressione di un capitano, minimamente scalfito dalla preoccupazione dalla tempesta di mare che si avvicinava, facendo presagire che la situazione era totalmente sotto controllo “ Capita il maltempo ma si’ è sicuro uguale “ risposta mimata, scritta nella pipa “ Non ti preoccupare, sto qua io “ - Questi fatti qua, del giorno precedente, ho raccontato alla bellina dell’acqua nel parco.

Il barbone pulito, in un ufficio ove avevo da poco terminato di parlare con l’impiegato, si accostò ad una figura su un rotocalco che avevo sottobraccio ed usavo come cartellina a più pagine. – Affermò che l'immagine nella guida New Display millenovecentonovantadue della Tate Gallery, era della moglie dell’artista, la quale poverina nell’acqua gelida … - uffah! – A me i morti non piacciono, anche se sono artistici, forse era meglio questa storia non me la raccontava. - Continuò rinfrancandomi, la modella stette male, causa il dipinto di scena greca, cui per donare veracità, l’artista aveva fatto immergere la moglie nella vasca da bagno con acqua corrente di Londra, non dell’agio greco, ove sono stato e ricordo perfettamente quel luogo, tanto che la pagina sta aperta su quel immagine e non sulla foderina, perché quella foto mi trasmette un bellissimo momento artistico di Venere alla Donna Luna, volto imbiancato, molto particolare. - Invece guarda cosa mi viene raccontata da un barbone pulito che conosce anche Jhon Everett Millais, la cui moglie morì l’indomani mattina a causa del troppo stare nell’acqua ghiacciata, fu la terribile conclusione della sua storia, cui sembrava non volesse giungere mai al punto finale.

Pagare il senso della documentazione storica con la morte, non può essere realtà, essendo il momento ultimo troppo ingiusto di fronte alla creatività. - Gli artisti muoiono vecchissimi ed essendo l’arte una manifestazione viva, da oltrepassati non c’é più gusto, escluso per la critica, la quale prolifera in circostanze stranissime cui sono state vittime gente meravigliosa tipo Salvator Dalì o Jhon Lennon, la cui esecuzione mi suona sempre più fenomeno Cult, vera negazione dei tempi attuali, e drammaticamente bisogna affermare che i politici non fanno niente per arginare questi movimenti sempre crescenti, anzi, gelosi o meno di tanta popolarità degli artisti sembra li favoriscano, mentre io vado tutelato, perchè l’arte non é optional da mondo sempre più artistico, cui si sente odore solo a naso all’insù come i lupi, bensì qualcosa ancora più su. * E salendo salendo giungo a Creazionismo Spiritualità of Art.

Nel notare il mio intelletto erudito, ho avvertito sarebbe stato contento se gli avessi chiesto come conosce tutte quelle cose, visto che aveva parlato di vasca da bagno, senza neanche dire buongiorno. - Alla domanda sull’educazione subito é partito in quinta: ha studiato per otto anni in convento, poi é scappato, per mettersi a vendere il pesce a Dublino, la sua città, poi la barca affondò e riparò a New York, ivi, la sorella é sposata con un italiano. – Sempre a suo dire, in America vivono venti milioni d’irlandesi e quattordici in Australia più dodici in Irlanda, insomma fa che tra “ I ” italiani ed irlandesi si metta insieme più gente che un continente, gli ho riferito tirandogli un po’ di bacchettate, quando ha iniziato a parlare quasi da super stato e per tutte le chiacchiere che stava raccontando, senza neanche soffermarmi più del dovuto sulle cose che diceva, tanto andava uguale, a ruota libera, su ogni dove.

In un censimento mondiale italiano, forse risulterebbe siamo più all’estero che non in Patria? – Il Presidente Cossiga afferma che il consolato italiano d’Irlanda, é il più bello del mondo, tra quelli da lui visitati, e là sta bene.

Io me ne vado e quelli vengono per passeggiare nei giardini del Consolato di Dublino; se metto che zio Bill asserì avrei dovuto sloggiare per il quindici may … forse qualcuno l’aveva illuso che stava arrivando un italiano più illustre, di passaggio per l'Irlanda? - Mi viene da ridere!

Sempre quella mattina dell’intervista subita dal barbone pulito, il quale faceva domande per stabilire se io sapessi … quanta birra bevesse? – Avevo comprato delle immagini sacre dei Santi, in uno dei negozi poco distanti da casa, lato Broadway, in genere vado dall’altra parte – qualunque direzione scelgo, sempre in salita si torna, abito quasi sul dosso. – Le iconografie delle Madonne sono le solite, anche quella di San Michele non é che sia diversa, però non avevo mai notato sconfiggesse il diavolo semplicemente calpestandolo, senza neanche usare la spada, infatti, la lama é nella mano opposta alla bilancia, e con i diavoli, tanti artifici non servono, stanno talmente sotto, che appena tentano di uscire alla ribalta, basta la semplice pressione della suola per rispedirli all’inferno. – È meglio mostrarle queste cose alle genti del mondo, per ciò ho comprato queste figurine sacre in un negozio indiano ed é inutile andarlo a dire al venditore, perché già lo sa. Come se i fatti di Dio non fossero niente nella Creazione del tutto, cui noi ancora cerchiamo di afferrare il vero significato intrinseco, perché il male sta nel non aver mai mostrato il bene a certe persone, le quali credono ciò che conoscono, ed in tale verso notano l’unico modo di esprimersi. – Nei fatti di Dio i peggiori sono gli atei, i quali speculano nella grazia del Signore, ostinandosi a dichiararsi al di fuori della stessa. – Per esempio: sono stato in gattabuia o nella casa di cura, poche ore la prima volta e qualche giorno la seconda, però senza la grazia della Regina che regna per dovere divino, in effetti l’essenza della Corona sta messa in questo modo, chissà dove sarei? - A ben rifletterci, la realtà non può essere tanto dissimile, e non si affermi che sono stato in quei posti in visita charity o per spirito sociale, andando a sindacare la situazione, oltre quelle porte, per migliorarle. Perchè s’avverte il bisogno di qualcuno che scriva da dentro? * Socrate non scriveva ma assicurava avesse un diavoletto dentro chiamato coscienza e di questa cosa qui ne volevo fare una collezione. - Sia lodato San Gennaro! Sempre sia lodato! - E pure la Beata Vergine di Pompei, dei luoghi più sacri e ricchi di devozione, secondo mia madre ed anche per me. - La prima volta che camminai “ Mi lasciai “ come si dice in gergo, fu a nove mesi, nella Basilica di Pompei, con tanto di fontana sorgiva d’acqua ferrosa in piazza, se non é miracolo questo, siamo ad alzati e cammina: Lazzaro.

Il barbone pulito vedendo le immagini sacre si meravigliò che una Madonna non avesse la medaglietta dei miracoli, tanto che ieri, quando mi condusse nel posto ristoro della suora dei miracoli, stressò questo dato di fatto. - Dichiarai che conosce la storia dei santi meglio di me ed anche la suora, per motivare il suo valore mise fuori una medaglietta. Ero certo quelle medaglietta fossero misteriose.

Tornato a casa ho rovistato tra le cose, cercando delle medagliette che avevo in una busta – non le ho trovate. – Sono stato tentato di aprire il sacchettino con i santini confezionati per me dalla signora Bellazzi che ho nel portafogli, ho desistito e quando sono uscito, ho controllato ben, bene, tutto fosse a posto: rubinetti, gas, luce e termosifoni, chiavi comprese. – Ricordo una volta Gustavo, non trovando le chiavi, per cercarle meglio, s’arrampicò sul palo della luce.

All’inizio della salita, sotto al ponte, hanno messo una targhetta nuova dal sapore antico “ MR16A “. – I pullman sedici ed il trentadue passano sotto casa. - Sul davanzale c’erano tre pietre di coccio e quattro penny. – Ieri, dove avevo notato la targhetta, trovai una persona che si era fermata mentre scendeva lungo la strada per leggere un cartello che saliva sul lato opposto; come l’avrà notato prima di fermarsi, per poi rincorrerlo con lo sguardo? – In questo luogo la vignetta ubriaca è il minimo comun denominatore. In tutto questo scorgere le cose in movimento, per cogliere qualche motivo d’interesse che non trovo nel ruolo degli aspetti di mercato e loro relative angolazioni, incontrai il mio professore di computer animazioni, ho assicurato ho pensato la storia, in ogni modo non è lavoro espressamente per me, in quanto all’uopo ci sono i designer abilitati a ciò ed ora non mi va diventare, altresì uno pseudo tecnico da computer, i quali se aspettano me perdono terreno. – S’é messo a ridere, ed é buon segno. – Immagina in televisione un attore ride e l'emulazione è susseguente in platea, perché parte il segnale alla francese? – Per mia madre alla francese significa non si capisce, come mi sento io al computer, il quale non è difficile, ma certamente non s’impara in un paio d’ore la settimana. - Allora gli ho raccontato velocemente del flash che ho delle Costellazioni – io dei Gemelli vado incontro la Bilancia, il Sole attratto dal magnetismo della mia mente scoppia in testa e duole il capo, ingrossando questo bernoccolo che non si schiatta. - Da questa esplosione nasce la luna che in uno dei tanti pezzi disseminati nello spazio va a schiantarsi sul volto di una donna che era da quelle parti – Il professore ascoltava serio, ed a questo punto gli ho affermato che era come nella televisione e lui si é messo a ridere, pensando alla carta igienica. – Continuo spaziando su Giove dai colori anni settanta eccetera e sul quale si sarebbe potuto mettere un bel pacchetto di persone. - La Terra e la Luna solo gli unici corpi celesti femminili e tutti gli altri pianeti ce la vogliono con il nostro e relativo satellite in modo libidinoso, pure Venere. – Non mica Venere é plurale femminile? - Cosa che non ho detto, altrimenti si sarebbe confuso. – Infine ho assicurato che mi ero iscritto, perché volevo riprendere l’attività d’arredamenti negozi – e disegnare al computer: bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti, sarebbe stata garanzia di boom, disegnarli al computer, proprio ora con il mercato sciolto di nuovo, dopo la stasi della recessione e delle elezioni. – Ci salutammo - deve fare colazione ed andare a scuola. – Considerazioni finali: posso scommettere con chiunque che da gennaio a maggio di quest’anno, prima non so, in tutta Londra, se si sono vendute venti macchine da caffé, é assai, e questo è quanto ho costatato. - Londra rappresenta un mercato da quattromila pezzi l’anno. – Sicuro di un’esplosione futura di mercato nel settore, dato l’attuale momento di congiuntura che volge al termine, avevo pensato al computer grafico, per meglio sfruttare la cosa, invece sto a raccontar scene confuse al professore, le quali senza scioccare non creano vignetta, un po' come dire breve pausa sul palcoscenico della conoscenza ilare " Il medico dei pazzi " registra il tutto esaurito in cartellone. In corridoio vicino al cestino un tale tutto tagliato, stappato, mima il biglietto di ieri.

Il computer rappresenta la scomposizione elementare di tutti i dati, é fatto proprio per te, mi suggeriva Bella Star, sei in stile italico elementare, com’é che lo fuggi? – Nei libri mastri della Camera di Commercio di Napoli alla voce “ rimuda “ si legge questa dichiarazione << Due linee sinuose, in minuscolo ed in corsivo, sovrastate da una scritta “ rimuda “ in stile italico elementare, il tutto racchiuso in un cerchio >>. – Nozioni da master: con spirito elementare sono in Inghilterra, per tastare cosa si dice al di fuori di Napoli & Co. sparsa per il mondo? - Una volta era previsione non molto campata in aria: il troppo benessere stufa e c'era pure chi affermava per l'anno duemila saremmo tutti annoiati.

Ho rimesso l’orologio con il quadratino datario – oggi é ventisei – ieri segnava venticinque – la cosa strana sta nel fatto che non vedessi quest’orologio da minimo due mesi, eppure l’orario era pressappoco preciso – é un automatico e la carica non dura tanto. – Stamani mi sono accorto che la sveglia segna mezzora di differenza e non mi ricordo se in anticipo o in ritardo - l’ho rimessa in orario distrattamente.

La segretaria del week-end, mi ha spedito una lettera datata trenta aprile internamente e trenta marzo sul timbro postale – sul foglio si legge tra l’altro, che di lì a poco, si sarebbe trasferita a Ravenna. – Boh? *RAVE?

Le due linee sinuose che si leggono nel marchio rappresentano le difficoltà e le gioie della vita. – Due linee ascensionali e parallele che salgono per poi declinarsi e dopo aver toccato il fondo del cerchio corrono verso l’alto, dove incontrano il limite della circonferenza, la quale a malapena riesce a frenare la velocità di tale slancio emotivo costruttivo. - Non c’é verso, dallo spazio non si esce. – Il cerchio rappresenta l’Universo – lo dice la parola stessa Uni Verso, il cui centro é rappresentato da Dio e tutti i punti sono equidistanti alla circonferenza – quale? – Allo spazio tutto può partire da un penny per non dire una cellula, fino alla cellula infinita circolare dell’immaginario. – Asserire essere immersi in una figura a tutto spazio equidistante dal centro o dire si é defilati in una posizione qualsiasi é la stessa cosa, in quanto Dio é tutto, ovunque, in ogni dove. - E qua non ci vuole la Bocconi, per tradurre il comprendonio della linea rimuda, scritta in corsivo al centro di un cerchio su due linee sinuose, le quali adornano il marchio registrato, pronto per la moda; e per registrarlo, hanno chiesto pure un sacco di soldi di tasse. – Europa tasse e clero: cattolici, protestanti, calvinisti – dimentico qualcuno in cerca di una monetina in espansione - ma?

Ho perso la concentrazione nello scrivere – aspettavo alle dodici e quindici i due assistenti sociali. – Allora mi sono messo a stirare: jeans, camicia e tutina ginnica che acquistai con Bella Star. - Che fattura: per due pezzoline, una cifra da capogiro, almeno mi mettessero le ali, modello settecento quaranta, Buffetti l’esorcista, dichiarazione dei redditi … bussa la porta … una persona distinta … apro. – É stato inviato dal Council, in giacca e cravatta tweed – perfetto stile scozzese, mi ha mostrato le mazzette colori per scegliere la moquette, dopo aver preso le misure. – Scartando subito i blu ed i rossi in evidenza ho preferito per un color ruggine sabbiato e pensandoci bene, tra poco questo flat, mi piacerå veramente. – Mi ha garantito qper il ventotto ci sarà il fissaggio al pavimento della moquette e del linoleum, sia in bagno che in cucina: benissimo

Bisognerà solo escogitare com’evitare il caos di Kilburn, il luogo mi starebbe anche bene, purtroppo non ho incontrato un inglese. - Il punto é: se non mi fossero piaciuti gli inglesi, che sarei venuto a fare a Londra? - Non mica solo questa piazza amplifica le idee? – Che strano: dopo Kilburn, c’é Maida Vale, forse il posto più tranquillo del mondo. Com'era quel fatto anni sessanta per la noia si suicidavano nei paesi del nord? Immagino quelli di Maida Vale dopo un giorno di shopping a Kilburn per la porzione sufficiente anti noia per una settimana; più di un giorno risulterebbe a rischio casa di cura, in quanto troppo tutto insieme.

Nei pub intorno casa, la musica rock é un optional molto raro; si suona di violino in chiave folk. – Mi chiedo se sono stati informati gli inglesi sono conosciuti principalmente per la musica rock, la quale indubbiamente é la migliore del mondo o forse credono noi in Italia passiamo il tempo pensando di aver perso la guerra? – Meglio l’Acid House dei locali americani intorno al Lago Patria, a parte il fatto mia madre salvò dalla fame due inglesi prigionieri e questi, lo hanno ricordato, fino a fare ricerche sui giornali, per ringraziare pubblicamente mia madre. - Fu bello quando la dottoressa mi dichiarò “ Riccardo, puoi andare, sei libero anche se restassi un altro poco qua, sarebbe preferibile – fuori c’é troppo stress “. - Sapesse quanti altri punti bisogna chiarire in se stessi - una vita risulterà sufficiente?

Meglio dirlo in musica: nei pub di Camden, si può ascoltare rock dal vivo, così come in Angel. – Gli strumentisti rock sono uno spettacolo, spesso si sentono bravissimi senza saper suonare e fatto positivo, non bevono mentre suonano. – Nei pub del quartiere dove vivo attualmente, i musicisti suonano folk a feeling con la birra. – Nel mio pub preferito di Angel, appena costruito, la musica dal vivo é gestita da una gruppo di matti originalissimi e bravissimi, ci danno dentro anche con la sceneggiata, nei loro costumi degli anni a cavallo tra i sessanta ed i settanta. - Il cantante, vera anima del gruppo, calza una parrucca che più voluminosa non si può e si diverte assai nel farsi notare con i suoi capelli cortissimi, i quali durante la scena, non può sbattere. – Quel locale é perfetto – il manager ha sempre un tavolo per me – lo incontrai ieri l’altro, all’entrata dell’underground e mi disse di passare per il suo pub, perché ci sarebbe stata la serata con il gruppo … non ricordo mai il nome: uffah! - Invece era lui, diventato parruccone come il cantante: che risate nell’attesa del gruppo da ascoltare e da vedere assolutamente.

Volevo continuare a scrivere per strada, quando un tale si é avvicinato e per forza mi ha dato un invito per un fatto chiesa da vivere nella serata. – L’ho pregato di notare in chiesa vado solo di domenica e non intendo cambiare le mie abitudini, tra l’altro stasera devo andare al college ed a prendere la televisione - tra poco inizia l’Europeo che questa volta vedrò da molto vicino, si gioca in Svezia. – L’Inghilterra ha molte speranze di vincere - tifando Italia ed Inghilterra, penso sarà difficilissimo non esultare per il risultato finale. – Forse dovrei prendere un cavo, noto in camera c’é la presa della ricezione del segnale centralizzato, può anche darsi con l’antenna incorporata di cui é dotato l’apparecchio, in questa zona si vedrà bene, in Angel, quartiere cinque, sei miglia distante, non era male la visione. – La persona che voleva andassi nella serata a messa, mi ha invitato a prendere un suo biglietto da visita, sembra una cartolina postale – nel porgerlo mi dava le sue credenziali, abita poco distante da me e posso rivolgermi a lui per qualsiasi problema d’elettricità. – Leggo sul biglietto cartolina l’indirizzo del suo ufficio: Leicester Square – uffah – sembra più d’uni voglia pilotarmi nei luoghi frequentati prima di entrare in ospedale – non mica sono smemorato? – A Leicester Square, andavo alla scuola di Danza Swing “ Notre Dame “ ma in questo momento ho altro da pensare, glielo ho segnato sul suo biglietto, casomai volesse fare qualcosa d’interessante nella serata, vada pure a danza. – Stranezze una continuazione. – A me scoccia essere seguito – persone interessate alle calcagna e senza sapere perché si ostinino a pedinarmi, mi spaventano, anche se posso intuire le loro speculazioni sulla mia persona, però io lavoro per me ed altri che non conosco e non capisco cosa centrino nei miei affari, infastidiscono oltremodo, e mi torna antipatico considerare fatture che non incasserò mai, ma manco bolla accompagnamento ordine emanerò in queste circostanze, perché sfruttate da forze occulte, le quali vogliono per forza animare il mio operato, realizzando ogni cosa ad uso e consumo per loro, di conseguenza. – Fossi ricco, fossi superstar, potrei anche capire, ma questi sì facendo mi schiacciano a terra prima di decollare: si zucano tutto.

Sabato scorso sono stato in un mega-locale. - Penso, un tale cocktail di musica in un locale sarà difficile riascoltare dal vivo; esibito sul palcoscenico un gruppo Acid Rock. - Mi sono divertito moltissimo, eccetto quando il DJ ha fatto girare sul piatto dei lenti che non potevano ballare neanche i motori con un pistone sfiatato; ho temuto in tanto languore dolce potessi cadere affetto da cellulite ed ecco il DJ é ripartito con dei pezzi scatenati, i quali mi hanno liberato di qualche chilo di grasso sciolto in sudor liquido in un baleno. – La cellulite è per le donne, ma in discoteca si danza da Primadonna. - Alle tre di notte, sulle note di Dio salvi la Regina, si sono accese le luci e dopo che tutti abbiamo ascoltato l’inno in piedi, quasi sull’attenti, il locale ha aperto i battenti per i saluti alla prossima.

Oggi non si esce - bisogna terminare il libro – sono nel parco a scrivere e di nuovo un sacco di cani, dalle parti degli spazi per i bambini, le bestiole sono in numero minore del giorno precedente, ma ci sono uguale. – Ohilà! - Compaiono di fianco due levrieri bellissimi, finalmente cani dall’aspetto dolce.

La moglie di zio Bill asserì che il marito rincasa alle nove e la sera non apre la porta – avevo bussato per riprendere le mie cose alle nove meno dieci … e lei aveva fatto presente delle abitudini della sua casa alla mia ex moglie, nonostante avessi sempre messo premura di non coinvolgerla nelle mie situazioni, in quanto già trova difficile gestire le sue, figurarsi anche le mie - giusto per non polemizzare. - A questo punto gli esperti d’inzamamientos che coinvolgono lei od altri in faccende mie, li considero complici da stabilire il perché, cosa espressa chiaramente alla dottoressa ed alla polizia, la quale non é andata tanto oltre, mi ha solo portato in ospedale, per appurare chi mi spia o se questa situazione é solo frutto della mia presunzione e quindi sono patetico pazzo da manicomio, che a fine aprile millenovecentonovantadue é uscito dalla casa di cura dell’University Hospital per puro miracolo, qualora così fosse.

Quando sono andato a riprendere i miei averi, laddove risiedevo, il fitto era pagato fino al primo maggio e lui aveva dichiarato avrebbe buttato tutto per strada, qualora non mi fossi presentato per il ritiro prima della data dal fitto saldato a suo tempo e tante altre chiacchiere, che la stessa mia ex moglie assicurava si stava inventando di sana pianta, aggiungendo anche a lei sembrava strano per le cose che andava enumerando. – Pure a me parve gli fosse andato di volta il cervello, come se fosse in contatto con qualcuno che chissà cosa tramasse.– Esempio: quando mi recai a casa il giorno prima, come già ho riportato, ogni cosa era stata posta in buste di plastica – aprì il cofano per farmi vedere che faceva sul serio e presi la ventiquattro ore che era sul mucchio – garantendogli che di lì a poco avrei ritirato tutto come da scadenze contrattuali. – La moglie poi, affermò pensava fossi fuori per lavoro e si meravigliò di vedermi la prima volta in pigiama, come quando ero uscito. – Sembrava stessero recitando. – Per la verità, sorbisco gioco forza un sacco di chiacchiere inutili; decido di troncare andando a ritirare i bagagli. - L’inquilino del piano di sotto, ha un furgone, pare questo faccia: l’uomo dal trasloco facile; secondo le regole del buon vicinato mi rivolgo a lui, piuttosto ad un mini cab. - Incredibilmente, questi mi chiede trenta pounds – un mini cab avrebbe chiesto massimo quindici, glielo faccio notare – lui si attesta sulle venticinque sterline, i bagagli sono troppi … – all’orario pattuito per il trasloco – si fa trovare con moglie e figli nel furgone – io devo accomodarmi dietro, senza neanche un posto seduta: quest’uomo é totalmente fuori, o anche lui recita una parte pilotata da chissà chi? – Quasi quasi non salgo, ma, siccome questa storia prima si chiude e meglio é, decido di far finta di niente. – Giunti a destinazione, metto i miei beni nel furgone – zio Bill salutandomi, mi augura tutto il bene di questo mondo - gli ricordo i cento pounds d’acconto – lui mi garantisce “ No problem “ domani li avrebbe spediti al mio recapito – mentre l’altro si affrettava a dare il mio indirizzo … non so … gli stacco il bigliettino dalle miei chiavi e glielo lascio. – Sono trascorsi una ventina di giorni da quella volta – sto ancora aspettando - come le piante, n'avevo prese di molto carine: fioriranno. – Il trasloco di venerdì, come avevo deciso, perché con l’avvicinarsi del week–end, si é tutti più disponibili, infatti la moglie mi aveva assicurato telefonicamente che potevo recarmi quando volevo durante il pomeriggio, prima serata e come avevo previsto, venerdì si era rivelato scelta di giornata giusta. – La mattina di quel medesimo ritiro delle mie cose, vennero a consegnarmi il divano nuovo, come pure un semi guardaroba e quattro sedie – poi, qualche giorno dopo, tornarono a prenderne due – mi feci firmare una ricevuta. – Non sto capendo niente con tutta questa gente che si presenta alla porta – del tipo: assodato che il tavolo l’ha accostato alla finestra, non ci vanno quattro sedie, per questo motivo le ritiriamo o che ne so?

Apro la ventiquattrore; tolgo i fogli degli appunti delle vicende in ospedale, allorquando avevo deciso di focalizzare la situazione trascrivendola, e tra gli altri contenuti scopro il libro messa di mamma, non é ingombrante sta nella mano. – A casaccio ne leggo una pagina, inerente a ciò che bisogna fare nel periodo e mi ritrovo a seguire gli insegnamenti di quel libretto per quel giorno con devozione d’emotività controllata, viva, perché nuova: maggio il mese delle rose, fresche, ma stranamente pungenti. - Potevo mai aprire quel libricino in un periodo migliore per pensieri pungenti?

Riccardomustodario

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Aug 16, 2019, 7:57:42 AM8/16/19
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On Thursday, August 15, 2019 at 3:06:44 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


A scuola, nella classe d’Inglese, ho riferito dove mi sono recato nell’intervallo uscendo dall’aula Computer, ciò causa il professore d’animazione, il quale é mostruoso, vuole disegni tutto ciò che ho in testa – situazione da ridere - me tapino. – Parecchi di noi alunni sono abbronzanti dal week-end andato via qualche giorno fa super assolato sin dal primo giorno; l’inglese si può studiare anche al sole del pomeriggio del venerdì, ma il computer? – Ritornato in aula di grafica, il professore mi ha chiesto come volessi iniziare – ho proposto il banco bar con retro banco compreso i clienti per un total look elegante. – Mi ha bocciato l’idea, ritenendola troppo complicata per un principiante, mentre ha appoggiato la vignetta della Costellazione: sto camminando nello spazio … lui fa cenno che sono già nel difficile … continuo la descrizione simulando la scena completa in un tutt’uno uguale a me - aggiungo uno specchio, giusto per non disegnare tutta la scena. – Perfetto! – Dichiara lui, sei entrato nel computer, la tridimensionalità é di questo strumento - una volta partorito il primo disegno, il seguente si manifesta con semplicità, per l’altro in profondità, il quale in simbiosi dovrebbe esprimere la Costellazione dei Gemelli. - Si decide di partire dalla stella e mi mostra una serie di segnetti, grazie ai quali si dovrebbe ottenere il design con facilità. – Ho l’impressione di sentirmi immerso nel mio marchio. - Tutte quelle lineette familiari a suo tempo contemplate come proiezione design. – In un impeto, da carta igienica fumettata, plano: potenza sanrimudadecollato, é proprio vero, a terra c’é troppa cacchina, bisogna elevarsi.

L’altro ieri sera, un tale addetto alla pubblicità si appiccicò a me, e camminando, in una mezzoretta si fumø mezzo pacchetto di sigarette, mio; l’indomani, a suo dire si sarebbe dovuto incontrare con una bellissima ragazza ed un amico gli avrebbe dovuto prestare dei soldi, perché lui in tasca non aveva che due chiavi e tecnologia, se la squagliò, quando andò a finire con i piedi nella … s’incavolò di brutto e cambiò direzione – chissà cosa doveva girare … ? – Faceva il misterioso su un tipo di giornale che avrei dovuto conoscere – gli riposi ignoravo cosa cianciasse e se non me lo voleva dire chiaramente, inutile continuasse con i suoi discorsi perditempo, ai quali poco badavo. - Le mie collezioni, sono frutto d’anno in anno in ricerca e sono le uniche novità che seguo con attenzione, e per i suoi giornali, i quali avrei anche potuto prendere in edicola, qualora m’avesse detto di cosa si trattasse senza indovinelli, altrimenti gli restava pur sempre l’accendino anni sessanta, che aveva in tasca insieme alle chiavi ed alla tecnologia andata in fumo, con il mio pacchetto di sigarette. Questi mi trasmette voglia di girare il paragrafo che seguivo passeggiando per andare a " Sotto al cruscotto " mi verrebbe voglia di scrivere se non calcolassi l'impossibilità di una notizia sensazionale delle chiavi andate in fumo, notizia la quale ora, dopo decenni, naviga fino a lui? – Meglio troncare ogni discorso, per favore, e figurarsi quello con i piedi e dove li va a mettere - benedetto.

La prima Costellazione che compare sullo schermo mentre muovo il mousse, é quella del Lupo Bianco, così come appare il foglio o forse vogliono metterlo in bella mostra, in effetti, potrebbe essere un pastore belga e bisognerebbe attrezzarsi con paletta onde evitare … la verità é l’ho disegnato io, ma poco ci credo.

Riprendo a disegnare, ed invece del banco bar esce uno stivale, fatto abbastanza bene come scarpa, tanto é vero, prima di farla diventare scarpone devo faticare abbastanza. – Non vorrei essere incapsulato nei soliti luoghi comuni: italiano, stivale, calzature. – Qualcuno vuole farsi gioco di me? – Se é così, c’é da riaprire le galere o come minimo mi devono ridare Castel dell’Ovo, così iniziamo seriamente a stabilire se Modello Principi Castelli nella Cittå é una collezione vera o semplicemente una copia da Villa in Città come titolava Vogue, rimpicciolendo. – Intanto, se soffro l’insicurezza di qualcuno che manovra il computer, facendo comparire ciò che non ho disegnato, é finita, non c’é più gusto, anche perché si è lontani dal pensiero materializzato in diretta dal computer. La verità sta nella figura Lupo quale insieme di linee verticali e non, mentre il banco bar scorre orizzontale, cui muovere la mano ovvero il mouse, in tale direzione precisa, è molto più complicato, specialmente per la mia esecuzione veloce, cui sin dall'inizio mi preoccupai fossi uscito fuori dal pad e la lunghezza progettata realizzata manco per la metà o poco oltre. Fatto è le cose all'inizio mi riescono quasi sempre e meglio è temere infiltrati elettronici in un mondo senza idee.

La Costellazione del Lupo Bianco é meravigliosa. – La prima sera che sono uscito dall’abitazione del nuovo indirizzo, ci fu un lupo bianco, a guinzaglio lungo, mai visto un cane più bello, il quale giunto alla mia altezza si fermò – questione di feeling: ci ammirammo! – Chissà cosa dovette pensare il suo padrone?

Stamani ho incontrato il barbone pulito. - Biasimava stessi andando nella direzione sbagliata. – Mi sono scocciato di quest’uomo; sembra compaia apposta per secciare; di fatto, sul posto, gli ho risposto seccato. – Sono andato all’ufficio Benefits, cosa che avrei dovuto fare ieri, ma a causa dei tanti impegni: assistenti sociali non pervenuti, il tipo dei linoleum idem, il college molto distante da dove alloggio, più altre cose impellenti le quali ora mi sfuggono, insomma, stavo quasi per dimenticare completamente si stava consumando la visita all’ufficio importante di questo momento. - Mi hanno assicurato tra breve riceverò anche gli arretrati, perché Belfast, centro pilota spedisci soldi bello e veloce non ha ricevuto ancora niente. – Le vicende umane vanno a rilento – eppure la quadratura del tutto é ha portata di mano – lo sento - il futuro si apre.

Dormire sul divano nei primi giorni é stato un po’ difficile – senza riscaldamento - la notte era freddo; mi coprivo con l’impermeabile, avendo sotto il capo delle maglie, a mo’ di cuscino. – Ora funziona tutto, ed a letto si dorme bene, anche se la finestra é proprio a pochi metri dalla strada molto trafficata. - Mi sono abituato al rumore; dove vivevo prima in Angel, la tranquillità era ben diversa ed anche da mia figlia, sebbene su strada trafficata, perché al nono piano, i rumori degli autoveicoli giungono filtrati dalle distanze.– Le previsioni del tempo in casa, sono direttamente proporzionali a: luce, acqua, gas e termosifoni; una miriade di tasti, pomelli, timer ed altri pulsanti, con i quali bisogna familiarizzare immediatamente – sullo scaldino a gas é tutto scritto rigorosamente in inglese - naturalmente. – Rumori indesiderati, il minimo è abituarsi: uffah!

Dedicandomi alla casa é di rigore la musica da compagnia, tra un lavoro e l’altro, sulle note dona energia.– La Musica in inglese si scrive Music, mancano due pezzettini a Musto, segmenti e puntini atti a trasformare la i in t e la c in o per me in note - lo stesso procedimento ottiene Misto, alfabeticamente Masto, Mesto … uffah … Mosto e mentre canticchiavo in ordine alfabetico fino a Musto … Dario, ho tirato fuori della scatola una cassetta a casaccio e sulle note di “ You are the best “ sono cadute le chiavi del gruppo metallico attaccato alla porta. - Uha! – Questi sono potenti, ho pensato - prima e dopo - può essere mai possibile che se sto pensando a me, rompano le armonie ... qualcuno bussa alla porta, non é Tina Turner, ma quello del van di ieri: aiuto! – Questi ha tra le mani un oggetto, che a stento riconosco, con il quale si fanno comparire e scomparire monete – lo comprai a Covent Garden, ma non l’ho mai usato, perché non sono mai riuscito a mettere insieme cinque pezzi da cinque scellini, unica moneta con la quale sembra funzioni. – Un altro pezzo l’ho scoperto stamani in una busta, ne manca un terzo e più di tutto mi chiedo, come abbia fatto a trovarlo? Nel furgone ha un caos indescrivibile.

Si ritorna a vestire in modo civile: via il montgomery verde acido ed eccone spuntar un altro dai bagagli – questo é verde intenso, molto inglese, come si porta ora ed in un’ultima rovistatine, pare non manchi niente, tutto a posto, a parte certe lettere da inciucio internazionale! – Mi sono recato a West Hampstead, un’altra storia rispetto ai miei dintorni – autosufficienti al massimo – ma troppo affollati, inutile aggiungere c'è troppa gente negli uffici dei benefits. – Indubbiamente, la massa dei senza lavora s'ingrossa, inoltre il computer tende continuamente ad aumentare il numero dei disoccupati – fortuna, grazie alla social, i soldi per sostenersi sono assicurati, come la casa per vivere – diciamo una certa dignità individuale, in nome della sicurezza sociale é garantita, ma in Italia? – Gli italiani senza lavoro non sono pochi ed in un mondo sempre più turistico o meno, bisognerà prendere provvedimento. – Inutile aggiungere con ottanta sterline ogni quattordici giorni compro niente, ciò nonostante, specificare le cifre vanno riviste è sinonimo di poco o molto impegno sociale, causa una condizione sotto gli occhi di tutti; però bisogna convenire che in un momento di transizione in cerca di lavoro, avere la garanzia d’esistere, senza colpo ferire alle proprie tasche bucate, é importante. – Considerare che quando si dona qualcosa, si può anche dipendere, o tant’altro si riceve, fa equilibrio sociale, ma quando tutto è sul chi va là, da attenti alle spese? – Per esempio: sono convinto che assistendo in questo modo " Benefits " i cittadini, la camorra subirebbe una bella batosta, invece prolifera, perché c’é ben poco da fare e causa lo sbarcare il lunario la camorra ne trova a iosa di elementi propensi ad ingrossare le sue file. – Siamo arrivati al punto tale che per combattere la delinquenza, non bisogna fare figli, perché lavoro per tutti, ed é inutile c’illudiamo, non c’é. – É mezzanotte: l’orario delle streghe – meglio non scrivere ora, potrei pentirmene in futuro, per l’entrata indesiderata nelle mie pagine dell’ora legale, oh, pardon, di qualche strega di passaggio nel cielo delle scope ora zero, vi spazzo. – Mezzanotte e dieci: si riprende! – Come? - Con un bel tavolo dove sedere l’EUropa e contarci nelle tasche e nelle tasse. – Povera Germania, si trova a pagare di più? – Noho! - Basta che faccia prestiti a tasso agevolato e non perde niente, aspettando che gli altri si adeguino. - E gli altri grandi? – Più o meno é come la Germania.– I tedeschi, se si mettono in testa devono costruire super uomini, sono più larghi nell’elargire? Com'era il fatto del manager di quel giocatore tedesco, il quale dichiarò di essersi scocciato di giocare a pallone, voleva dedicarsi alla famiglia, senza problemi legati al danaro. – In fin dei conti, per farlo desistere dai suoi intenti, poco distanti da quel ramo del Lago di Como, dovettero aprire notevolmente il portafogli per fargli ritornare la passione del tappeto verde; per la serie marinai donne e guai, abbiamo presentato il superuomo senza danaro non canta messa.

Stasera, ho camminato abbastanza, via Narcisus e Pandora, Street o Road? – Belle strade, mai il mio passo ivi lasciò la sua orma un giorno prima di quello appena trascorso – mi sono anche sperso, da quelle parti. – Fosse, almeno giunta una Venere a riportarmi sulla retta via, ora non starei qui a lamentarmi. – Di cosa? – Ah …! Prima di disorientarmi in Narcisus, ho incontrato molte belle signorine – ero talmente convinto di fidanzarmi, che avevo lasciato anche il divano letto aperto. – Passeggiare dopo cena tiene in forma – non trovare l’uscita in Narciso è acido? – Non penso. - Certe cose mi mancano: tipo mozzarella di bufala, pomodoro all’insalata, qualche salume, però qui si mangia bene – basta solo dedicarsi ai fornelli, cosa che non sempre mi entusiasma, da vero Narciso, non riesco a specchiarmi nei fumi della pentola e lo specchio s'adombra.

Mi sono scocciato, basta con il calcio – lavoro da sempre – ho voglia di stare un po’ in famiglia, di fare il turista, diceva il calciatore. - Quando andai a Milano, pochi mesi fa, per la Fiera Catering; con colleghi di lavoro dell’Azienda d’Arredamenti Negozi con la quale lavoravo nei primi anni ottanta, ci recammo a San Siro a vedere il Napoli. – L’arbitro ci annullò un gol regolare e si pareggiò una vittoria sicura; sotto lo stadio comprai una sciarpa. – Nell’underground, durante il ritorno, due ragazzi inglesi mi chiesero come fosse stata la partita, loro erano tifosi del Chelsea, ma erano stati a vedere una gara del Mondiale di Rugby, se ricordo bene. – Dichiararono che il loro giocatore preferito, era il centravanti tedesco, cui ora mi sfugge il nome … - Affermai convinto che il Chelsea ha un paio di giovani di sicuro avvenire e che senza D. A. Maradona ho l’impressione il calcio sia diverso. – Sulla sciarpa c’é un’infinità di “ N “ noi pensiamo sempre alla natività di tutte le cose belle e non ci rendiamo conto che rischiamo d’essere negativi, se non usciamo da favole tipo il Lupo Cattivo è troppo buono con il suo branco tanto che ha bisogno di stare da solo per non farsi imbrogliare, invero, deve annusare a distanze chilometriche i camorristi chiusi nelle celle di sicurezza per non essere sbranati e sbarazzarci totalmente dalla delinquenza, così come dall’Italsider che deturpa ed inquina o dal depuratore di Cuma, fino al sovraffollamento di quelle zone inizio Domiziana, rovina imminente di un ambiente che solo duemila anni fa era il preferito dagli Imperatori Romani, ovvero dagli Dei sulla Terra di allora, e chi più ne abbia, più ne metta, per rendere tutto perfetto.

É di moda Yappies - suona un po' alla Hippy di vent’anni fa. – Che bello scrollarsi vent’anni di dosso! In un sol colpo, mi ritroverei con tanti capelli, magrissimo. – Ciò che mi piace degli inglesi, é quando si fa un fatto per bene, loro lo portano a livello esagerato. - Ora per esempio, con la scusa brutta copia da interpretare, abbiamo perso una dozzina d’anni, aspettiamo cosa produrrà la bella, cioè la manifestazione geniale originale, e poi si giudicherà, ed allora scopriremo il tempo trascorso a maturare esperienza, non é mai buttato al vento.

Andando a fare shopping, ho notato in un negozio abbandonato, un sole ed una luna insieme ad una maglia, unica cosa in vetrina, lasciata così da mesi. - Il sole, falsariga modello ideato per la Costellazione: con i raggi. – Niente di peggio è vedere le cose esposte in attesa di realizzare stress da esistenza già vissuta da tempo per quel determinato pensato. - Bisogna cambiare soggetto; la materia si fa sempre più difficile, ed io con il computer sono a zero - che scocciatura! – Avevo pure pensato alla luna con tanto di faccia individuata, mentre pensavo a questo dato di fatto, é comparsa la persona? – Sono strabiliato, ma non troppo, perché poco dopo, in un Charity Shop, spuntano due pappagallini tipo quelli che producevamo sulle T-shirt famose con applicazioni, esse vorrebbero ripresentarsi essendo state sfruttate poco, mettendo tutte le sequenze insieme, resto al centro d’attenzioni sorpassate, per me, ma non per il mercato, meglio soprassedere, tanto é il solito giro nel quale si registra tanta fatica per chiudere in pareggio e guadagno niente, anzi se non sono prudente, ci rimetto pure qualcosa.

Durante la collezione delle “ Marunnelle “ vivevo da ateo senza esserlo e questa può essere l’unica ragione, secondo la quale mia sorella, con la nostra madre morta, additò me come causa del decesso. – Gli atei sono la morte della religione ma non della società. Rimasi sbigottito da tale dichiarazione. – Scherza con i fanti e lascia stare i santi, è la frase comune alla bisogna. - Mica tanto? – Mia sorella non viveva da cristiana più di me. – Mia madre era grave, e morì perché il confronto conforto della sua spiritualità in me non credente era assente? - Potrebbe essere la sua tesi ed il discorso non fa una piega – però non sono mai stato ateo, anzi, ma figurati quelli e la loro presunzione di ogni discorso che gli appartiene è sano, del genere Riccardo con le Madonnelle e Santini sui jeans, che speculazione: atea! – Sentenza inequivocabile, per evitare guai peggiori nel senso del perbenismo ovvero meglio ateo che blasfemo. – Allora, mettiamo che essendo morta, ci appropriamo di questa situazione per non morire e vediamo come va lo stile Matusalemme siamo qua ultra secolari in vita. – É bassa speculazione? - La verità é che mia madre pregava ogni giorno con me in testa, lei Beata, quindi io sono santo, ma mi sono distratto.

C’é chi non si distrae mai – alcune persone, sono dappertutto, seguono sempre il loro punto di vista - ce ne sono diverse che soffrono il mio fascino, mentre chi mi piace, appena mi degna, di uno sguardo. – Nota: conoscerò, di vista, una cinquantina di persone belle, le quali mi permetteranno d’affermare la gente mi piace, più una.

Nel punto più alto del parco si vede Londra ed un tale, ascoltando il mio inglese, si meravigliò conoscessi la città così bene. – Non mica si gira parlando? – Popolo di naviganti gli anglosassoni ed in mare é bene stare a bocca chiusa, le coste qui sono richiamo per marinai nell’Oceano, acque talvolta agitate, onde alte e lungo questo mare glorioso si legge la storia del mondo, quando tutto é calmo.

Il barbone pulito é stato d’aiuto negli uffici – poi, quando doveva ritirare l’assegno, é andato in escandescenze ” Abbiamo fatto i soldi “ ha gridato da pazzo manicomio. - Me ne sono andato, anche perché gli irlandesi facilmente la mettono sul fatto che loro sono più mafiosi degli italiani, discorsi da luoghi comuni, ai quali non appartengo. – Meglio evitare dialoghi senza testa né coda e molto imbarazzanti, da un punto di vista intellettuale, cui sembra ovunque vada, con nessuno mi trovi. – Addirittura nel pomeriggio, mi ha bussato alle spalle, forse ha dimenticato il nome, se dovessi incontrarlo di nuovo, gli annuncerò che ho un appuntamento con una ragazza e buona notte.

Ricordo quella sera, deciso a partire per Bolzano onde andare a prendere mio fratello Nino, per farla finita con le tribolazioni che si stavano ammontando continuamente dal palazzo per entrare fino in casa. - Mi ritrovai a P.za San Pietro … all’obelisco, dove mi sentii libero da tutti i mali - e chi se l’aspettava che san Pietro é fratello maggiore e se non l’avessi capito bene, se ne cadde pure un pezzetto di molare superiore a sigillo che mi trovai impastato in una caramella.

Tempi lontani quando si spendeva con facilità; la macchinetta delle sigarette, ha mangiato i soldi senza dare il contenuto richiesto – ho guardato il barman con un certo cipiglio convenuto e lui sorry: é vuota - money back.

Le banche non sono chiare – specialmente quando si hanno i conti comuni, la cosa diventa ancora più complicata – ebbi l’impressione, se non certezza, mancassero cento sterline – lo andai a dire all’impiegata, lei mi rispose non poteva controllare l’estratto in quel momento, ma l’indomani senz’altro lo avrei ricevuto. – Andai a casa e trovai la notizia che la banca aveva telefonato. – Non ci pensai più, stamani controllando l’estratto conto, mi sembra strano in questa settimana abbia speso solo cento sterline. - I soldi sono una cosa seria, meglio perdere trecentocinquanta sterline, piuttosto affidare i propri averi ad una banca che non quadra le proprie esigenze. – Cavolo: andrò ad estinguere un conto per versare tutto sulla banca meritevole di maggiore fiducia. – Tant’è. - L’altro sportello, me lo consigliò la mia ex moglie: bancarella. * oggi 20.5.2019 le banche sono tutte online, appiattimento anche delle banche, attraverso gli sportelli aperti al pubblico si aveva lo status di chi si avesse a che fare. pare la banca più ricca stia per diventare la compagnia dell’ acqua da zero e passata chiedere cinquecento cinquanta sterline l’anno, e stamani mi ha pure inviato un avviso di mancato pagamento. Ma è legale? - Circa i soldi, meglio è tener presente iniziare a guardarmi dalle spese. Che ingroppo: mi piace spendere e non so rinunciare a niente o quasi a livello medio fine. - Questa settimana ho ripreso la televisione da loro, ne avevano due e dopo mi ringrazieranno pure, perché la sera staranno in una sola stanza e faranno più famiglia, ex moglie e figlia.

Spendo senza sciupare, costituendo buon prodotto consumistico, acquisto più del necessario.– In una democrazia spendere è sinonimo di sicurezza, altrimenti ben venga l’anarchia. - Secondo i canoni dell’economia politica mondiale degli ultimi trenta anni, l’uomo non é più un animale politico, ma un prodotto atto a soddisfare e consumare i bisogni creati dalla società - il risparmio genera l’inflazione. – Sorpassato: il prodotto, per essere edificato, non ha più bisogno della manodopera. – La Fiat Uno, non ricordo quante migliaia di macchine al giorno produce e quanti operai ha in fabbrica. – Presenze e nulla più - tutto al computer – gli addetti ai lavori sono diventati sorveglianti. – Una volta si vendevano molte più macchine o attrezzature che dir si voglia, anche perché i dipendenti, ovvero la maestranze acquistando in azienda, avevano un forte sconto ed alla fin fine eravamo tutti dipendenti e venditori oppure agenti.

Sulla strada di casa: un tale sta parcheggiando ed ecco che un’auto Uno bianca, sosta proprio dove voleva mettersi lui. - Una camicia con cerchietti argentati, sovrapposti su tessuto di raso pesante. – L’uomo porta una ventiquattrore ed una borsa – gli si apre la valigetta – mi sembra strano quella camicia fosse sopra il tetto dell’auto, si nota subito non é uno straccio da abbandonare sulla vettura. – Inizio a camminare più piano, voglio vedere chi prende quella camicia - l’uomo con valigetta e giacca in mano, dato il mio passo mi raggiunge, lo guardo in faccia: é sudato. – Arrivo dalle parti di casa, noto questi entra nella roulotte parcheggiata ivi – mi chiedo perché avesse sostato l'auto così distante? – Sarà sua la camicia? Chissà perché la lasciata lì? – Forse aveva scommesso: vuoi vedere la prende, e sudava freddo, per aver perso?

Sto scivolando troppo in basso, con la scusa le persone mi piacciono, mi sto allenando a scrivere di loro e vorrei liberarmene per quanto producono d’osceno sui fatti miei, esempio un manifesto Live che sembrava Love, appena notato con tanto di scritta inneggiante a qualcosa sinistrista, del tipo MUSTO togli L ed ottieni Misto. Non mica la U è una L più I? - Il mistero delle lettere non sarà mai rivelato, ci sarebbe da chiederlo al pennuto segretario comunista o chi per essi per il lavoro, bravo ad inventarsi argomenti. – Un tipo ginnico, in abbigliamento turistico, mentre facevo per alzarmi, mi ha urtato il braccio, va perdonato, sarà ubriaco – infatti ho chiesto anche scusa – quando non si capisce, é meglio stare alla larga. - Forse vuole riferirsi al fatto che s’imbrogliano a darmi il resto, per farmi atteggiare d’essere largo di manica? – Avvenimenti shop, in edizione banca con contorno di personaggi i quali vogliono mettersi in mostra confondendosi sui livelli.

Esistono due negozi dallo stesso nome “ Visionario “ una volta in uno di essi acquistai un capo, che non ebbi, altrimenti si sarebbe guastata la vetrina. – La tipa della vignetta, mi consigliò di sceglierne un altro differente e poco male fosse un po’ più caro. – Uscii dal negozio con il pacco in mano, chiedendomi se a metà maggio non ci dovesse essere lo sconto sul prezzo in vetrina su capi invernali come il piumone che avevo appena acquistato.- Diciamo la verità: la donna dai capelli rossi, aveva proposto l’acquisto, in modo così tanto commerciante navigata, che non potevo uscire a mani vuote, andava premiata.

Ultimo pensiero, prima di andare a dormire ho citato il diavolo, o meglio una commerciante che ne sa una più di lui. - È notte fonda - sono stanco - non vorrei sognare niente di strano, vedi clienti che non vogliono pagare o altro - ho bisogno d’angeli con i fucili che tengono lontani i diavoli disturbatori del sonno per sogni d'oro sulle note di uno swing fino alla sveglia - meglio dormire con la figurella di San Michele sotto al cuscino. – Buonanotte.

Stamani mi sono alzato alle dieci, super convinto, ho corredato di tutto l’occorrente la ventiquattrore, ormai assurta a mia scrivania da campo. – Una bellezza si sta sedendo proprio di fronte a me, a ritmo anni sessanta – in cuffia ascolto “ The Animals “ noto gruppo d’epoca, sperando tengano lontano i cani da zoo ed ho con me anche i Toto, chitarrogena super sveglia. – Uscito di casa, mi sono accorto di aver dimenticato la crema solare e senza imprecare, perché non é mio costume, sono risalito ed ora mi spalmo, dopo essere passato per il punto bar colazione mattino vicino, poco distante dalla targhetta MR16A: meglio farsi ricordare sempre dall’anti spionaggio dei tesori che trasformo in lettere sono assai. La realtà è un tesoro che si può trasformare in lettere? Si!– Il tavolo, dove solitamente siedo, era occupato, forse era una spia. – Ben venga allora, una colazione a sacchetto nel verde: intanto lo squillo del telefono mi aveva lasciato nell’attesa del caffé, infine la ragazza con cuffietta in testa, la quale a suo dire, non ha rivali nel fare il caffé, mentre lo stava preparando, ha dovuto portarsi alla cornetta, fortuna ha fatto in tempo con le pinzette ad imbustare il dolce e siccome si faceva desiderare a lungo, un altro barman ha preso le sue veci ed ora sto bevendo il mio caffé bollente che si mantiene tale per più di mezzora in questi bicchieroni termici.

Da quando é nata la linea “ Modello Principe Castelli Nella Cittå “ non lo avessi mai fatto: apriti cielo! – Tutte le donne a Napoli sono diventate principesse e c’é anche competizione tra le stesse, in quanto poche possono assurgere a tale livello, senza mettere c’ é sempre, minimo, un’altra aspirante al titolo, la quale rifiuta di tendere la mano ad una pretendente al suo gradino, figurarsi quando il modello in oggetto assurge a regina, cosa può accadere? - Le donne sono una cosa tremenda. – La danza é un buon viatico, in essa la selezione artistica é quasi naturale: la più brava é Prima Ballerina e le altre costituiscono il Coro. – A volte vedo queste facce scolpite nella pietra che disegnano la realtà, le quali si scippano il volto, segno mnemonici di graffi nevrotici scorrono lungo il viso, perché non ce la fanno a salire nel mio castello: non ho le trecce.

La realtà del Modello Principe Castelli Nella Cittå era nei colori: coccio, ottanio, mastice – accessori shock look che vestono l’abbigliamento. – I pellami, fatti preparare all’uopo, erano perfetti, anche se bisognava attendere più di qualche settimana per la consegna, inutile ricordare ai fornitori il computer é veloce: la vacca mette le corna sugli stand ed in un baleno si trova insaccata e con la pelle pronta per la concia ed a questo punto non si capisce perché in conceria si perda tanto tempo.– Bisogna computerizzare anche il nettere, oh, pardon, il mettere insieme le parti di pelle, cucirle e via discorrendo, infine mostrarle negli uffici degli addetti ai lavori seduti comodamente ai computer; e tutto ciò in nome della vendita della realtà dell'era computerizzata prossima a venire? - Mandando a monte la bellezza della passeggiata per i negozi? Le vendite saranno maggiormente davanti al monitor? - Mi auguro di no! - Sta passando la persona che per prima mi ha intervistato al job center locale, deve essere una tipa veramente tosta, ha un orecchino nel naso, ma come farà, se casomai a gennaio dovesse venirle il raffreddore? – Ora siamo in estate, vabbeh, domani mi porto anche il costume – qua sembro innevato di creme: bianchissimo. – Si é seduta un’altra stellina, ho scoperto alzandomi e guardandomi intorno - é passato un cane mentre scrivevo dei computer e mi sono allarmato, così come la scomposizione elementare di tutti i dati che abbiamo già esaminato. – Can che abbaia non morde, poi ti ritrovi che ha urinato notandoti fisso come un tronco caduto. - Siamo turisti; nel deserto, esistono ancora i nomadi. – La tipa si é seduta, poco dopo che sono giunto, esattamente lì, avevo notato un poliziotto sorridente.

Si sta aprendo il mercato? - Gheddafi é pieno di gas e combustibile e se lo desse a prezzo ragionevole, figurati quante Jaguar, bar, gelaterie, strade, cultura, eccetera si potrebbero commerciare. – Tecnologicamente, siamo in grado di rendere fertile pure il deserto, qualora il Colonnello decidesse di occidentalizzarsi come si conviene, senza sprecare soldi in armamenti che alimentano odio e nulla più. - Da parte mia, posso offrire carta igienica fumettata, però nel deserto non mica ci stanno gli indiani ed i loro segnali di fumo in dispersione letti allo spuntar dalla montagna?

Quando scrissi dell’Italsider … dopo andai, in una discoteca megagalattica e la notte rincasando avevo qualche assillo. – Il giorno dopo, mia figlia e la madre, erano a pranzo da me – la sera avrei fatto tardi a messa. – Figurarsi la mia mamma – ansiosa, la sognai sul porticciolo di Nisida, dove sono in custodia i ragazzini discoli e mai sia che l’indomani mattina non fossi stato ben sveglio, alle undici, pronto per recami a messa, perché fare questioni con mamma mia, anche se distante miglia, é meglio andare a messa, che da Nisida, sede del carcere minorile, a Poggioreale, dove sono in custodia gli adulti, il passo é breve, per chi nell'età dell'adolescenza commette qualche bravata di troppo; infine aggiungendo pure e meglio ancora Viale del Poggio laddove abitavo. – Mamma mia! – Siamo nati per visitare le chiese del mondo. - Quante chiese cattoliche ci stanno da vistare per arricchimento culturale in un mondo sempre più turistico per gli scugnizzi come me? – Fammi sapere dall’al di là. – Ciao.

Ci sono dei canali stranissimi – l’acqua prima é alta e poi é bassa - non ho capito bene, come funzionano queste chiuse – deve essere un sistema scalare. – Non noto saliscendi sul territorio, eccetto in Camden, dal ponte del Lock, il meccanismo è in risalto. – Salvo, i canali non siano lunghi chilometri sfuggevoli all’attenzione, perché il tragitto da qui al Tamigi, lo conosco come le mie tasche … bucate. – Le merci viaggiavano da King’s Cross in Scozia su zatteroni. Quanto tempo potevano impiegarci? – Una settimana? – Sette giorni artistici su un natante da canale mi piacerebbero, fino ad Edimburgo per una vacanza da favola e nel frattempo annunciare: signore e signori, il lupo di mare, data la calura estiva si trasferisce sulle montagne scozzesi, dove é appena giunto X-per concludere l’opera da leggere … e giù fischi e pernacchie.

Ci fu un’artista che mise gli escrementi in scatola. – Io, ne feci spilli da uomo, stilizzati, con pietre in ferro pompeiano e punto luce in strass. – Ci fu una scrittrice “ Paura di volare “ nel suo libro si leggeva come conoscere mondo e relativi popoli attraverso la visita delle toilettes, dall’igiene al carattere e via discorrendo fino allo sciacquone.


Bisognerebbe viaggiare in macchina potente per andare alla ricerca del tempo perduto o camminare con torcia elettrica per visitare quei posti che rifiutano l’energia elettrica ed a lume di candela cercano di fuggire idee esasperatamente consumistiche. - Il mondo ha due linee: il cerchio ed il quadrato degli angeli – sembra una torta democristiana.

Avevo adocchiato una partita di pelle difficile da smaltire per il venditore, ma ottima per la bisogna si rivelava di giorno in giorno nei miei appunti collezione. – L’acquistai, e lo stesso marketing attuai per appropriarmi di una fibbia da calzature, la quale era molto cara nel suo settore, ma per cinture costava una sciocchezza, se aggiungo esulavo un attimino dallo specifico, in quanto l’alta moda é un altro discorso; in questo caso, il costo del prodotto non era zero, ma poco, rispetto a quanto investissi solitamente per la produzione, ma la ricerca era esagerata. – Il quadrato rappresenta lo spazio sicurezza che esiste in ognuno di noi, vale a dire la casa. – Questa cosa qui l’avevo in testa da sempre. – Irma, in ufficio fece un disegno allucinante: un quadrato pieno d’inchiostro? - Lascia il segno. - Del quadrato o dell’inchiostro? - Esatto: il moto perpetuo di un punto che si sviluppa in macchia da cestinare. – Magari, bastasse così poco per avere la pelle sempre pulita. – Il pellame di vitello prima scelta acquistato, era in pelle satinata e liscia, con tanti piccoli cerchietti, un vero capolavoro da buchi neri, dove la percezione del tempo e dello spazio é la stessa cosa, punto in cui più veloci della luce si entra nell’eternità. – Figli della notte, nemici del sole, figli di buone donne, cosa dite? – Niente! – Sto tutto sudato, come stessi lavorando o pregustando quando dovrò riprodurle in scala mondiale per i miei clienti che vorranno acquistare l’Eternitå. – Ne vendetti molte migliaia, ce ne sarebbe da mettere in magazzino per milioni, in una nuova dimensione d’entusiasmo di mercato.

Fa molto caldo. - Non ho sofferto tanto, neanche l’anno scorso, ad agosto. – La corrente del Golfo non é uno scherzo. – Pensavo fosse giunta fin qui non dico ghiacciata, invece, pare abbia acceso i termosifoni nel parco. - Oggi come oggi una Corrente del Golfo ad inversione di ciclo farebbe faville.

La cintura quadrata, di cui sopra – la quale si legge, in virtù dei suoi tredici tagli, ed ognuno d’essi racconta una storia. - Nella parte centrale racchiude l’idea della forza, per poi, grazie a due stilizzazioni asimmetriche di figure di donna viste in sezione, si sviluppa in discorso importante ” Nessuna giustizia, nessuna libertà ovvero basta con le parole grosse, ma solo un pizzico d’amore vero, nella sua essenza più pura, più mera, più minima: minimale “ – Tempo prima, con questa dichiarazione, si era aperto il momento culturale che stiamo vivendo tuttora, in un simposio intellettuale a San Francisco. – America gran paese! - É capace di girare pure il minimalismo, fortuna che fanno tutto loro, anche lì giungono molti protestanti, la religione muove il mondo senza saperlo. – Senza dubbio, un prodotto se non arriva in America, viaggia a sinonimo fallimento. – Non capisco perché é sempre l’America a mettere i puntini su tutto? - Ha più mezzi.
Mamma mia: lo spazio, la luce, il tempo, i suoni, i colori; artifici da Padreterno in visita celeste sui nostri lidi terrestri – ahinoi - divisi in tante spiritualità non sempre comprensibili, o determinati che siamo da situazioni contingenti, occasionali, cui nel dubbio non riusciamo a sfruttare a volo, quanto la realtà ci offra di buono, lasciandoci trasportare in una scelta d’occupazione per la liberazione di una poltrona, come quella dell’Arcivescovo di Costantinopoli, ancora vacante o meno, in ogni modo in attesa, alla ricerca di un perché ben preciso.

A MUSTO se togli la L resta MISTO. – Mio cugino soleva annunciare che afa fa, Mustafà. – Mio nonno materno non aveva la “ I “ al passato remoto, lui diceva “ Io andò “ e così vendeva, si faceva ricordare. – Mio padre con trentasette di febbre s’inchiodava nel letto, vittima della fiacca, sfidando l’ilarità di tutti noi, mamma compresa, la quale andava a lavorare anche con trentotto di temperatura corporea. – Il nonno paterno, morì giovanissimo, pare il suo cuore cessasse anzitempo, non l’ho mai conosciuto, si chiamava Riccardo come me. - In famiglia eravamo convinti che papà, causa il decesso prematuro del genitore fosse malato immaginario originale. – Fino ai miei vent’anni, in tutta Napoli avrò incontrato massimo tre o quattro persone di nome Riccardo, a parte mio cugino. – A Salerno conobbi una Riccarda, fu il massimo, siccome era una bella ragazza ed io ero meraviglioso, volle regalarmi, per farsi ricordare, una stupenda giacca di pelle, da lei presa a Resina, luogo che allora faceva chic, quando si riusciva a trovare qualcosa di particolare da poter sbandierare indossandola. - Quella giacca dovrei averla su qualche foto.

Alla mia mamma piaceva fare le spese nei negozi di Via Duomo, una volta, potevo avere si e no dieci anni, scelsi delle scarpe “ Polaccchine “ di camoscio verde, erano appena uscite come modello, il colore poi, mai visto niente di simile, in verde addirittura - no comment. – Mi piacevano, ma non ero molto convinto, e siccome nessuno dei miei genitori sembrava entusiasta della scelta, tanto meno mio fratello, pensai: vabbeh, le prendo! – Se non mi piaceranno quando andrò ad abbinarle avrò anzitempo un altro paia, perche’ in famiglia le ritengono insopportabili oppure ci ritroveremo tutti con le scarpe verdi in men che non si dica. – Lasciammo le buste in macchina ed andammo nel negozio d’abbigliamento a comprare le maglie – quando rientrammo trovammo l’auto svaligiata. – Era la prima di un’esperienza del genere – da allora i topi d’auto sono stati e sono tuttora una vera tragedia. – Non a caso, il commercio all’ingrosso, per poter respirare, essendo il trasporto e relativo parcheggio sicuro di vitale importanza per il settore, si é trasferito da Piazza Mercato al nuovo Centro Commerciale ove la provincia si sviluppa ben servita dalle autostrade da decenni.
Come centro commerciale, il CIS, credo sia secondo a nessuno in Europa, e siccome ha aperto i battenti quando la crisi era già in atto, talvolta da l’idea di una preziosa cattedrale nel deserto; in fin dei conti, spostarsi in un luogo costruito apposta, é stata idea avveduta e corretta per tutti i grossisti. – Al CIS manca una sola cosa: il verde. – Lo spazio c’é – perché non piantano gli alberi?

Riccardomustodario

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Aug 17, 2019, 4:46:27 AM8/17/19
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On Friday, August 16, 2019 at 12:57:42 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Tornavamo a casa senza le buste con le scarpe nuove, perché eravamo ad orario chiusura di negozi; allora, neanche ci rendevamo conto d’essere stati miracolati di possedere ancora la macchina; é da tener presente, qualche anno dopo i furti d’auto diventarono sempre più numerosi: il topo d’auto era assurto a zoccolone. – Lavorava pure il sabato per dar da mangiare ai topi d’auto la mia madre a quel tempo cui il sabato festivo era solo a Londra, mentre in Italia valeva per quella giornata l’orario a paga normale e non doppia come nel caso di straordinario. Vabbeh, si poteva andare a comprare le scarpe con mio padre, il quale tornava prima della mamma mia da lavoro; ma senza mamma non si poteva andare a fare spese, perché era convinta di conservare amicizie antiche con i commercianti del centro, i quali le facevano pure lo sconto, perché da bambina e fino alla guerra, suo padre aveva le botteghe d’anticaglie da quelle parti, con sotterranei enormi. – Che lei avesse, tutte le settimane, qualcosa da comprare a Via Duomo, era poco ma sicuro, perché lì si sentiva ragazzina e poi mi stava veramente bene la sua amicizia con la signora della pasticceria, la tappa alle leccornie era immancabile per i saluti di zona. – La mia madre negli acquisti poneva la trattativa come diceva lei ed anche un tantino in competizione, come se fosse stata la titolare di chissà quale negozio, per poi acconsentire con quel suo sorriso beato al prezzo che dichiarava il negoziante e magari pagava anche qualcosa in più, il che la rendeva ancora più rispettata. – Erano i tempi in cui non vi era in vetrina il prezzo al pubblico, ed ogni vendita era una trattativa. - Mio padre invece, era veramente conosciuto, quasi venerato, da tutti i commercianti alimentari della città, ed in quella strada dove la mia mamma entrava con semplicità incredibile in tutti i negozi, acquistava cravatte, in quel punto vendita il quale, nonostante fosse di fronte al Vescovato, laddove i colletti sono parchi, se ne vedevano di stupende e colorate cravatte, come le camice. – Con mio padre in alcuni quartieri mi sentivo Gesù Cristo. Papà, due metri e passa centimetri, arrivava in cielo, e stavano tutti a fare doni – a volte mi chiedevo caso mai si chiamasse Giuseppe a mia insaputa. – Gli uffici d’allora erano una vera tragedia – bisognava fare delle file che prendevano giornate e mio padre stava proprio ad uno di quei sportelli, ma lo stesso non favoriva nessuno, conosceva tutti, però se proprio insistevano, potevano ritirare il libretto sanitario sulla sua sezione di partito o nella sua sede sportiva, guadagnando dieci minuti, dopo tre, quattro ore d’angoscia in fila per bella soddisfazione anch'io ho il mio libretto sanitario. - Le sue sedi pubbliche, da relazioni politico sportive, si sovvenzionavano principalmente con i proventi di questi favori, scuse d’incontri d’affari per prendere licenza dalle mogli indaffarate a casa; meeting che si tramutavano in partite a carte da tempo libero. – La mia mamma viceversa, andava su tutte le furie – perché asseriva lui ci rimettesse nella gestione di queste attività extra domestiche e con cinque figli poi, inutile continuare, e quella fu la sua ultima volta che s'incavolò data la balorda situazione economica che si presentava puntuale il giorno prima che prendessero gli stipendi. - Pure io sono convinto che lui, mio padre, poggiasse tanto sulla tasca di mia madre, la quale poneva i suoi motivi sul tavolo di questa dimensione d’impegno sociale che non permetteva di acquistare la casa al mare come il resto dei parenti nel palazzo; io però questa faccenda la vedevo splendida, questione d’immagine, per ciò apprezzavo il modo di vivere, che mio padre solennizzava definire “ Attività politica “ non a caso al domenica lo invitavamo ad affacciarsi alla finestra per il discorso al popolo di Capodimonte. – Ero ancora più sicuro ci rimettesse, perché a carte o a biliardo, non l’ho mai visto perdere e tutto quello che vinceva, andava nel salvadanaio del fitto o dei palloni e magliette o del campo di calcio. - Ad un certo momento, molto, ma molto di là negli anni, prendendo le parti di mamma ed immedesimandomi nelle sue fatiche, glielo chiesi “ Ma perché non hai imbrogliato come tutti i politici che fanno attività sociale? E sei ancora convinto sei stato in politica? “. – Rispose di si! – Politica é stare dalla parte della gente – asserì! – Peccato dopo sei, sette mesi spirasse, e pena pure è nè di mia sorella, né io, ci trovassimo allo stesso punto di lacrime nel medesimo momento, altrimenti lei avrebbe incolpato del suo decesso me, mentre io sto ancora cercando il colpevole: la morte e come sconfiggerla e se non riesco in tale impresa, muoio disgraziato. – Il guaio dei miei contemporanei è pensare troppo al calcio piuttosto premersi le meningi per vivere. – Sono convinto, anche quel modo di scioccarlo sulla sua considerazione politica, dovette stimolare le cellule della conservazione della specie, le quali in lui erano sempre state fortissime, nonostante ad un certo punto, fu sul punto di cederle, completamente, ritenendosi pronto alla morte.– E poi ammesso di conoscere le cause della sconfitta, perché imbrogliarlo? Trovavo più gusto nel non riconoscermi un giorno brocco o mal riuscito nei miei intenti, meglio farlo appiccicare con l’imbroglio sociale, piuttosto con la volontà che scema sulla vita causa uno stato di salute caduca, il quale a volte gioca brutti scherzi.

Un altro Musto l’ho conosciuto, o meglio si presentò commercialmente, chissà proveniente da quali ricerche di mercato, con un cartellone pubblicitario enorme – forse il più grande, mai visto prima all’epoca. - Allora dovevo essere quindicenne. – Questi, aveva una fabbrica di guardaroba e mise il suo enorme poster in cornice propria “ Guardaroba Musto “ esattamente davanti al palazzo nostro, molto conosciuto nella zona come “ Palazzo Musto “ appunto, con tanto stile, a forma di nave. - Nessuno nello stabile, tra zii, cugini eccetera, dichiarò conoscere chi questi fosse, e siccome avevo l’impressione in tanti con il cognome di famiglia non fossimo, fu sbalorditivo constatare il marketing di questo sconosciuto fin dove si fosse spinto.

Erano i tempi in cui mio padre, insieme al carissimo zio Pio, affermava a proposito di mare, io non capissi niente, incapace quale ero nel distinguere una prua da una poppa dei nostri mari e per tale ragione, puntualmente ero bocciato a scuola, perché avevo i galeoni d’altre epoche e nazioni in testa.

La nostra casa, all’ultimo piano, dava l’impressione d’essere ancora più in alto di tutte, qualora uscendo dal cancello del palazzo, da prua si andava verso poppa, la quale era in salita considerando nave il nostro appartamento lungo la strada. - Nei vascelli dei secoli scorsi e relative storie di mare, ci si arrampicava sui loggioni dei galeoni e da quella mia osservazione infantile, fantastica, con zio e genitore che si articolavano alle barche, nel senso del rimessaggio da cima a fondo, cui negli anni a seguire ho scoperto si fa prima e si risparmia a costruire ex novo, casomai la scuola ed io non fossimo compatibili all’infinito come sembrava, potevo sempre darmi alla pesca, la quale allora, non mi piaceva proprio. – Loro sì pensavano non mi accontentassi del gozzo e volessi la nave, d’epoca addirittura. – La nostra abitazione, era benedetta da mia madre, perché la più ariosa del palazzo, ovviamente la più panoramica di tutte le altre dello stabile con qualsivoglia punto cardinale della collina sotto controllo. – Il panorama da casa mia era qualcosa d’incredibile, si vedeva ovunque, dal mare, al Vesuvio, dai monti dell'Irpinia al Matese, ai Lattari : Eden. – Un dì, il calendario presentò gli anni sessanta – ci sta pure chi li definisce i favolosi anni sessanta. – La causa della débacle odierna delle città a dimensione d’uomo e l’inizio del declino d’esse, con i centri storici che esplodono sotto la pressante spinta dell’intero territorio cresciuto a dismisura, spesso proprio causa del nuovo mito della comodità, pubblicizzato dal consumismo che fa assurgere Napoli, in un baleno, a Metropoli ossessiva, almeno intorno al mio palazzo, dove gli speculatori iniziano a circondarlo con un’infinità di altre costruzioni, attaccate l’un l’altra e sempre con piani più alti, eccetto l’edificio di fronte, la scuola, la quale si é posta alla stessa altezza del nostro stabile ed a distanza ariosa. - Se fossi un pittore, come mi ritrarrei in questo momento dagli occhi lucidi ricordando quel periodo? - Basterebbero sessanta lacrime, a sciogliere il colore del verde scomparso?

Durò parecchi anni il cartellone pubblicitario dei guardaroba ed al non c’é più soggiunse il panorama? No! Il cartellone era attaccato al muro. – Il ricordo più bello che serbo della visuale panoramica di casa paterna, addirittura con colonna sonora, é l’entrata nel porto delle navi – la collina di Capodimonte, faceva da cassa di risonanza ai segnali che rimbombavano nell’aria e di sera affacciandosi, si notavano le navi illuminate. – Mi rivedo seduto al balcone, con mio padre che andava e veniva dalla cucina, con una frutta sbucciata, mentre guardavo il panorama, sorridente, pensando alla mia faccia e chissa, mai se imparassi a disegnare, e quelli dicevano: ma che stai pensando? Ridi sotto i baffi che non hai? – Lui, mio padre, veramente sapeva dipingere, difatti mi regalò un macchina fotografica, in modo tale io così affascinato dal panorama a coreografia del mio autoritratto potevo pur sempre usare la macchina fotografica. A volte mio padre mi portava dell’acqua, e scherzando non gustassi il vino, dichiarava: l’acqua, arrugginisce i bastimenti a mare. – Al che gli feci togliere l’abitudine d’avere bottiglie di Wisky o Rum in casa, le scolavo come se niente fosse – ed ecco che la credenza si riempiva d’altre bottiglie, che non toccavo. – Un lupo, ad osservare il mare, segue una sua rotta precisa, specialmente in direzione della cambusa.

Ogni anno s’andava in villeggiatura, dapprima a Sorrento, poi ad Ischia, in un punto incredibile dell’isola, scelto chiaramente dalla mia mamma: la casa più alta che esisteva sull’Epomeo. – Il terrazzo di quella abitazione era un incanto - il mare che si osservava da quel punto era enorme, mentre dalla nostra sala da pranzo si rimpiccioliva sempre di più. – Un giorno pioveva, il mare era molto increspato e non scendemmo in spiaggia. – L’ho ancora presente, quella fotografia mai scattata. – A fine luglio restai ugualmente lì – perché finita la locazione del mese prenotato da mia madre – iniziò quella di mio fratello, il quale si era sposato da poco. - La differenza tra gli anni sessanta ed oggi é tutta qui: mio fratello con moglie e prole – ragioniere presso una ditta privata di trasporti, con appartamento in fitto in zona residenziale, poteva permettersi anche la villeggiatura ad Ischia per tutto il mese d’agosto ed in più aveva appena comprato la macchina di media cilindrata. - Oggi, a parte la mancanza di lavoro, non so quali spese possa affrontare un ragioniere che dopo un anno di lavoro si sposa con tanto di cerimonia e ristorante ottimo per cento invitati.

Com’era quel fatto lo spazio sicurezza che esiste in ognuno di noi, punto forte della psicologia demenziale del quadrato? - Inebriatosi perdutamente nell’azzurro mare di debiti per l’acquisto dell’alloggio, gli italiani degli anni settanta iniziarono a dimenticare di vivere. – Guardando indietro mi chiedo: chi ha promosso questa linea che ha cambiato la società, mettendo in cima ai pensieri dei lavoratori, l’investimento nel bene casa, facendo lievitare i costi di un tetto a dismisura d’uomo; le banche o i politici?

<< Non ti curar di lor, ma guarda e passa – vuolsi così colà ove si puote, indi poscia e più non dimandar >>.
Da tutti i continenti si articolino per farsi presenti, ma non rispondono a richiesta d’invito, a darsi un tono economico. – I tapini temono sia un fatto cacchina da carta igienica fumettata, allora, per dissimulare remore di sorta, con le persone che parlo della questione dove siamo, dove andiamo, presto maggior cura onde evitare vederli scappare in groppa ad un’idea da sfruttare del tipo non ti curar di loro vecchia molti secoli ma guarda e passa, e qua stiamo, evviva la novità, qualcosa un giorno accadrà.

Il prete della chiesa italiana, seguì il mio discorso e sentenziò “ Rivolgiti al consolato, perché per la religione, il fatto non sussiste, non c’é reato “. – Uscito dall’ospedale ero andato a trovare il buon padre, chiedendogli aiuto contro i diavoli o frustrati che si personificano tali, per magie loro, mal riuscite per la comunità, e non per la mia costruzione del sociale perbene.

É tutto chiarito! – Il consolato dovrebbe garantire il mio lavoro. – Quale consolato? – L’ONU? - Che consolazione! – Quando ho scritto questo libro, mi sentivo italo inglese, oggi sono anglo italiano, a parte che la parola inglese, mi piace più d’anglo; tra ONU ed uno, l’ha resti allo specchio.

Secondo me, la parola in inglese ha più sound musicale che non in francese. – Eppure, la musica house deve essere nata in Francia, perché ivi le mamme non volevano i figli uscissero di casa; c’era il lupo cattivo nel bosco e bisognava riguardarsi dalla bestia famelica, e guai insinuare fosse peggio la mamma, più strippata di loro. Per tenere a bada questi poverini, i quali non sapevano che fare, si diede ai figli in pasto la musica “ Intelligente “ la quale urtando da una parete all’altra e con il capo senza ammortizzatore sulla stessa nota resisteva ed attaccava, infine, grazie al campionatore musicale, il quale di tanto in tanto cambiava motivo, carpendo un’altra nota dal suo prodotto dischi e poco male se qualche solco fosse graffiato, comunque rendeva armonia all’uopo computerizzato di un movimento musicale a conclusione della serata.

La musica che piace molto é il Rock – l’House ha futuro e lo ascolteremo sicuramente in tutte le salse: si presta – mi aspetto un buon House Rock.

Stamani nel parco non c’era nessuno, poco dopo é passata una ragazza con un cagnolino delizioso e poi una bambina di neanche un anno é giunta fino a me nel suo passo poco sicuro – ho camminato insieme a lei in direzione dei suoi genitori. – É stato uno spasso. – I bambini, quando iniziano a camminare, sono di una comicità unica.

L’afa d’oggi pomeriggio era soffocante, davvero, ad un certo momento il parco sembrava soccombere di brutto alla mancanza d’ossigeno. – Sono tornato a casa e mi sono messo a lavare l’unica porta non smaltata, e lo stesso ho fatto con calzini e mutande e non sufficientemente bagnato ho fatto una doccia, vero toccasana in certi frangenti. – Nella riconquistata freschezza, sono tornato a scrivere e ora che siamo a sera vado a radermi, il piatto gira un pezzo di un gruppo rock che mi ricorda un lontano parente mio coetaneo, con questi durante la seconda elementare ci fu la chiusura delle gara delle tabelline – lui ed io in finale – il maestro lo aggiudicò come vincitore. - Non fui tanto sicuro avesse pronunciato il prodotto delle cifre moltiplicate prima di me – ma era il migliore della classe ed onde evitare esultanza da stadio, qualora avessi vinto, l’insegnate votò per lui. - La classe non é acqua, e premiare un quasi scugnizzo svogliato, sarebbe il colmo – ciò penso balenò in testa al maestro. - Feci vedere a casa anche il premio, e dichiarai cosa fosse accaduto secondo me, mio padre lo seppe dalla cugina, ed io me la ridevo, e da allora non ho più studiato la matematica e bene ho fatto, perché altrimenti, il tempo per imparare le altre materie non l’avrei mai trovato, fermo restante della materia ho le basi.
– Oggi potrei e non nascondo mi piacerebbe avere a disposizione un professore e tornare sui libri. - Beh! – Vincendo il Premio Nobel e di conseguenza arricchendomi, un luminare in matematica, un privato che mi spiegasse la materia, lo pagherei ben volentieri. – La lezione di matematica, se non si segue la spiegazione del professore risulta “ Arida “ materia, specialmente se poi si vuole studiare da autodidatta, sinonimo d’impegno che può risultare fuorviante, causa il tempo perso per apprendere, mentre con una guida competente nella scienza delle equazioni, cui mi faccio i conti e non mi trovo, la discussione sui numeri e postulati assurge a disquisizione filosofica significativa.

Gli ultimi a scuola, saranno i primi nella vita, soleva dire Padre Morelli. – All’Istituto Tecnico Enrico Fermi, si faceva gara a chi arrivava ultimo, addirittura se ne cadde la strada e si giungeva a scuola in ritardo, a portone chiuso. - Papini asseriva che il bambino esistente in noi ci prende per mano accompagnandoci nel cammino della nostra vita. – La gatta di Papini si chiamava Bucchina, se fosse stato un cane avremmo potuto immaginarlo a guinzaglio con il poeta a rincorrerla, mentre insegue un topolone. – Ernest Hemingway affermava l’uomo s’esprime attraverso il lavoro – mi chiedo quanti uomini siano in un impegno quotidiano, lontani da casa durante il giorno ed a sera tornano soddisfatti. – Secondo Papini, la bontà divina s’esprime incondizionata a favore degli umani e le naturali vicende del Creato, il quale alla fine perdona anche Lucifero. – “ Papini sta fuori! “ - Ha dimenticato il Purgatorio o più facilmente ha sottovalutato che il termine fine può risultare quasi infinito. – Il Paradiso é Dio e questo fatto del pentirsi in fin di vita ed andare in Purgatorio non é che suoni tanto giusto a chi é stato per tutta la vita con piede dentro ed uno fuori, a questo punto tutti in Paradiso – ma i diavoli sono assai, però, finché c’é vita c’é speranza di rinsavirsi, e siamo tutti in attesa di buone nuove, noi, anime pie.

Dieci e venti - sono nel parco in tutina – mi scocciavo di vestirmi – ed eccomi casual, tempo libero, sportivo - facile – così come la scritta che porto sulla tuta “ New York “ città di footing per eccellenza: Superman, Rambo e tanti altri eroi dinamici, quindi anche se dovesse venirmi noia, pussa via, e diamoci agli esercizi ginnici. - Devo terminare il libro – stop alle distrazioni. - Ieri sulla busta originale della tuta ho cancellato York, applicandoci su del nastro adesivo nero, del tipo usato per l’elettricità, il quale attaccava sul tessuto più del mastice e con il pennarello d’oro ho scritto “ Nobel “ e sono tornato al lavoro da scrivania che non sia ragioniere. Tutti i miei fratelli sono ragionieri, sorella compreso, e per restare seduto e non allontanarmi dai fogli da scrivere, notando quelle “ Perecoglie “ sul tavolo, ho scritto d’esse e come montare una frase di valore libro, grazie alle stesse, ed ecco come é comparsa la scritta “ New Nobel “ sulla mia tutina e se gli americani vogliono leggere New York sul mio busto, devono sperare al prossimo concerto della letteratura si faccia il mio nome – allora toglierò le strisce isolanti pronto per un altro Premio da inseguire e sul quale piombare come un falco, perché vinto il primo, il secondo é più bello ancora e siamo solo al ventinove maggio millenoventonavantadue.

Ieri, nel locale ove sono stato la settimana scorsa, il gruppo Acid House era difficile da interpretare ed un centinaio di persone non riuscivano ad esprimersi in pedana. – Dopo poco me ne sono andato, ripromettendomi di tornare a notte fonda. – Sono nel pub – non mi servono – vorranno farmi rientrare nel locale? - É appena entrato un femminella con un cane da guerra esagerato - lo porta anche sciolto – mi ha guardato stranissimo. - O.K.! – Il gruppo Acid House é più moda - sono d’accordo! – Torno al club. - Dove lo trovo anche più sperimentale di prima, il gruppo, ma io mi scoccio di seguire i saggi che non partono se prima non hanno creato l’atmosfera adatta: il feeling. - Vado in discoteca per muovermi, per sentirmi in forma, per smaltire eventuali gassi che non ho, i quali potrebbero formarsi e se cento persone danzano con difficoltà, non potete pretendere pmi metta al centro della sala a fare la Primadonna indicativo presente, per stasera, qua resto.

Non ricordo chi dichiarò “ Le rosse, che sfortuna - in amore, si zucano sempre il mio fidanzalato “. - Nerone dai riccioli rossi, volle bruciare la città, per costruirla più bella. – È stata la fiamma buona sorte per Roma? – Al Fusaro i resti romani sono pochi, ma ben presenti quelli che non ha bruciato Nerone, il quale viveva quei lidi d’estate senza incendiarsi, l’ha ingoiata il mare, voleva dire il generale di ritorno dopo aver gettato Agrippina in acqua. – Nerone bruciando andò oltre, bastava dissertare … non riesco a concentrarmi, é passata proprio ora una bicicletta e mi sono girato pensando un cane a ruota. - Nerone, piuttosto discorrere a lungo sul da farsi, per esempio una bella partita doppia da consegnare alla tassazione architettonica con le Cariatidi, figure di pietra arcuate che sorreggono la casa, invece lui no, L’Imperatore brucia, tanto dopo ricostruisce e meglio, risolvendo ugualmente, così come l’edificazione dell’Istmo di Corinto. – L’imperatore s’ispirava al suono della lira, adorava realizzare opere ciclopiche come dovette essere la ricostruzione di Roma per quei tempi, o il Tempio di Venere sfondato di Baia. – L’Istmo di Corinto é uno dei pochi punti dove mi sono sentito piccolissimo – alzando lo sguardo al cielo e proiettando lo stesso tra le due pareti rocciose, si ha l’impressione che l’imbuto aperto dall’enormità della volta celeste, sia diventato l’occhiello nel quale osservare la nave di passaggio, in una profondità chiusa ed abissale vista dall’alto, dove rilevarne le coordinate ed affondarla giocando alla battaglia navale, non è mica facile? - Nerone l’avrebbe bruciata la nave - per ricostruirla più bella? – É possibile costruire una petroliera meno brutta? – Il petrolio ha scocciato ed inquinato troppo, mi piacerebbe se fosse eliminato: tragedia da oli travasati in stive impunite e sciacquate a mare.
Nota 1

Capitolo giaccone quadrato in tessuto infeltrito color verde acido con i bottoni di metallo che acquistai da un cliente di Capua, una sera d’inverno senza frontiera ne cartelli, tanto meno segnaletica stradale uguale illuminazione. – Nitido buio particolare, poco lontano, luci e villaggio. - Penombra di pini a costeggiar la strada - stella polare sotto la luna in un cielo terso, dove non c’era null’altro, eccetto noi, ed i bufali, i quali nella zona abbondano. - Procedevamo in direzione nord con il mare a sinistra. – Guardando il cielo, sbagliai deviazione e figurati se Bella Star s’avvedesse mai dove stessimo andando, impegnato nella musica qual era, per lui, tutto faceva colonna sonora, specialmente una strada secondaria dal tono minore. – Altro che strada, eravamo in un’ufaraia. – Me ne resi conto quando giungemmo su una lingua di terra, cui a malapena m’avvidi in tempo utile - la striscia carrabile, si tuffava al centro di un quadrato vuoto, come se fosse trampolino. - Mi sembrava strano e cosa ancora più incomprensibile, affacciandoci dai finestrini, non scorgevamo niente. – Essendo il responsabile, scesi dall’auto e sorreggendomi ad essa, a mala pena non sprofondai nella mota. – Facendo molta attenzione, in retromarcia, uscimmo dal luogo preferito dai bufali che a quel ora dovevano essere nella stalla per la notte. – Arrivammo dal cliente, il quale mi doveva pagare una milionata come da appuntamento ed acquistai, per la prima volta, un capo verde acido da uomo, un po’ incenerito, come la zampata che diedi nella mota. – Non mi ricordo chi disse: il verde é il colore dei soldi. - A quel tempo ero affascinato dai colori della castagna – tanto che, quando feci la collezione di tailleur da donna con la Bellazzi, il colore verde petrolio lo centrammo all’unisono … e Nerone con la mamma Agrippina nel verde del Fusaro, cantava l’incendio di Roma, sulle cui ceneri riedificarla più forte e bella che mai. – Il Vesuvio, la Solfatara, dovettero fermentare la mente dell'imperatore dai capelli rossi - Napoli é così - trasmette un sacco d’emozioni particolari e bisogna saperle cogliere nel verso giusto.

La prima volta che dormii, dopo anni, dai miei genitori – la mattina dopo quando mi alzai, entrai in cucina e la mia mamma mi passò il telefono - era Martina. – Come avesse fatto a sapere che ero lì, resta un mistero – non sapendo dove rintracciarmi, aveva pensato bene di digitare il mio recapito illo tempore. – Poco dopo telefonò la socia Bellazzi. – Queste due telefonate di ragazze, così a freddo, dispiacquero per la mia mamma, la quale poteva fraintendere le cause per rottura del matrimonio. – Mio padre invece, vedendo Bella Star e rispondendo una volta a Gustavo telefonicamente, il quale s’espresse da par suo, pensando che la voce dall’altro lato fosse la mia, era sul punto di fraintendere in tutt’altra maniera.

Martina, direttrice commerciale di una multinazionale importantissima, viveva in un residence della sua azienda a Montecatini. – Dagli anni studenteschi non ci siamo persi di vista, incontrandoci d’anno in anno. – Rara era una mia cliente degli anni settanta, conosciuta quando con un amico, producendo accessori abbigliamento ovvero borse e cinture, creammo un vero boom a Napoli nel settore boutique ove vantavamo un portafoglio cliente considerevole per numero e qualità, il quale andava ingrossandosi anche in Italia. – Quando partii per far di Roma una seconda Napoli e c’ero riuscito, al ritorno dal primo giro, potevamo già enumerare una ventina di clienti, poi il mio socio scoprì l’eroina ed arrivederci Roma, good-bye al fiderzein, non ci fu verso di rinsavirlo e dopo qualche anno gli regalai tutto ciò che avevamo in comune, pur di respirare aria disinquinata, restandomene minimo sei mesi nel bosco per respirare ossigeno pura, lontano da droghe. – Rara, ultimamente, stava vivendo un periodo disastroso, sin da quando nella zona, si aprirono due boutique della sua immagine, più una terza … colore del Napoli. – I conti del suo negozio erano più rossi che mai, quando le consigliai di chiudere e di darsi alla rappresentanza, uguale raccomandò anche un amico comune, rappresentante pure lui, il più esperto del settore, il quale la prese sotto la sua custodia. – Incontrandola nelle boutique di clienti comuni, lei si dichiarava sempre più soddisfatta della sua scelta, fin tanto non giunse la fatidica data delle dolenti note, della chiusura dei conti, i quali nella rappresentanza, sono un vero strazio quando si é rappresentanti diretti, figurarsi da sub agente. – Non si trovava più con il suo datore di lavoro, andò in crisi e mi coinvolse nelle sue angosce. – Aveva asserito, per darsi forza nel chiudere il suo negozio nei pressi di casa mia, su una strada che adoro essendoci nato, che quella via le portava sfortuna. – Per rincuorarla, le proposi di lavorare insieme e lei toccando il cielo con un dito, si adoperò fin tanto, che dopo qualche giorno eravamo già a Firenze e Carpi per contattare le ditte. – Immediatamente, l’azienda, per la quale più si struggeva, c’invitò a Firenze e le propose il contratto di rappresentanza in esclusiva per tutta la Campania. – Da lì a Carpi, il passo fu breve, un’ora d’autostrada per essere in zona florida e produttiva, dalla quale lei, l’anno precedente, aveva scelto in Fiera delle aziende, le quali si rivelarono arricchimento per il rappresentante con il quale lavorava – aziende che si dispiacquero della rottura dei rapporti, perché lei aveva classe e riconoscevano la sua bravura, tenendola presente in quanto al momento restavano con il loro rappresentante, il quale, in tutta onestà, era valido. – Oddio - ogni tanto qualche chiacchiera è concessa - poco male - ai modisti a volte le dicerie tornano qualche striscia da cronaca rosa in più. – I signori di Carpi non li avevo mai visti prima, o no? – Dopo una decina di giorni, Rara ha un’agenda piena d’appuntamenti le cose vanno bene e lei pensa che può far tranquillamente anche da sola e ci salutiamo, perché la socia si era ingelosita non poco, dimenticai anche di fare i conti e buona fortuna da parte di Viale Colli Aminei e mia.

Bellazzi, era la più bella e ricca napoletana del momento, stilista e con il pallino di dimostrare d’essere più in gamba di me. – Infatti, sotto sua pressione, sicuramente, il padre, di casa a Carpi, giunse con una ditta che le calzava a pennello “ Capriccioli “ la quale ci stava benissimo per chiarirci sui nostri punti di vista in materia lavoro.

Con Rara, mi fermai a Montecatini per la notte, profittai per incontrare Martina, la quale fu molto carina nel venirmi a prendere e portarmi nel suo residence dove aveva più computer che stereo. – Il viaggio si faceva sentire, eravamo partiti prestissimo, con il buio e sull’autostrada, avevamo perso ore, a causa di un incidente unico: un tir scoperto, s’era messo di traverso, occupando le carreggiate centrali nei due sensi, coinvolgendo altre autovetture, lasciava pochissimo spazio per il flusso d’auto e conseguentemente s’era formata una coda chilometrica. - Passando oltre il punto del disastro, notai che il tir era pieno di porci ammassati, in piedi, recalcinati, evidentemente causa l’urto o la frenata, s’imbalsamarono? – Poveri porci, insaccati tra le sponde del tir. – Fermi, nel traffico dell’autostrada, incontrai un conoscente della Boutique “ Pullman “ in Corso Rettifilo, imbottigliato nella sua auto. – Vabbeh! - Sull’autostrada si fila, una via retta fino a Firenze, cinque ore e siamo lì.

L’indomani mattina, Martina si alzò prestissimo, alle sei mi tirò letteralmente dal letto. – Mi condusse per strade e viuzze, pure i bar per la colazione erano chiusi – giunti ad un palazzo antico, salimmo per le scale fin sopra l’ultima porta ovvero mansarda, aprì un ragazzo, il quale stava praticando la sua recita mattutina, inginocchiato davanti ad un tempietto buddista. – Ringraziai della gentilezza di volermi iniziare come uno di loro, ma proprio quella mattina non era il caso. - Un po’ ci provai, ma era uno strazio. – Loro riferendosi alle fatiche del non saper recitare, raccomandavano d’evitare preoccupazioni, perché avrei imparato. – Non riuscivo a scoprire dove s’annidasse l’allegria di stare un’ora sulle ginocchia. – Facemmo colazione in un bel bar, lei sembrava molto allegra, eravamo i primi clienti. - Dopo una mezz’oretta, quando Rara fu pronta per uscire, ci recammo a Firenze. - Tornato a Napoli, Martina mi fece telefonare da un maestro della recita buddista e di a lì a poco, seppi che suonava con la banda musicale più famosa d’Italia, la quale aveva uno spettacolo settimanale, quello più seguito, sulla rete nazionale con il suo strumento piffero. – Che vergogna! – Non ero riuscito a stare in ginocchio! - I buddisti non mi convincevano. – Mi documentai e scoprii che i buddisti sono penitenti e ripetenti e di cosa si pentano e cosa ripetano, non lo capii allora e neanche ora lo voglio sapere.

In genere la mattina, faccio le cose con calma, anche se in fretta, quella volta ero stato solo rapido. – Al Fusaro ero: veloce, calmo ed attento, perché la doccia aveva dei punti zampilli - come si muoveva il tubo flessibile, usciva uno spruzzo bollente in più punti lungo il filo snodato e quindi iniziavo a muovermi armoniosamente a caldo buongiorno ed oltre sotto l’acqua.

Il pastore belga é sempre più nero. – L’Europa é sempre più cattolica, più protestante, più mussulmana, più buddista, più tante altre divisioni, le quali si sviluppano continuamente in nome di una libera ricerca di Dio, nella quale non si capisce perché debba sperdersi da Cristo.

Ai tempi di Pasolini e dei chiodi romani, si portava la noia ed io scrivevo cose tipo “ Monotonia del tempo: noi c’illudiamo di vivere una vita, ma non ci accorgiamo di sostenere un momento, un attimo lungo cinquanta o cent’anni, con la stessa monotonia, senza alcuna armonia “ – Pasolini dovette andare ben oltre il rosario nel rompere le solite armonie, vivendo il suo strazio da pazzo scatenato in ricerca di novità, chissà cosa dovette trasmettere al suo esecutore di borgata – bullo – non molto intelligente? Forse il regista dovette fare il difficile, quello capì niente e buonanotte ai filo drammatici.

Ai tempi dei giri d’Italia per la vendita dei nostri articoli in pelletterie moda, prima che il mio socio prendesse altra volontà causa forza d’aghi maggiori, percorremmo tre quattro percorsi vendita, fino a Bologna, mettendo insieme, un bel numero di clienti. – A Firenze non siamo mai riusciti a trovare clienti, imbattendoci sempre in negozi o troppo moda o troppo commerciali. - Sarà forse causa di Michelangelo e della sua ultima pietà, la Rondanini, l’incompiuta per eccellenza – fatto é, un paio di punti vendita giusti, medio fine punta fine, mi chiedevo dove fossero? - *Anni dopo ho capito il turismo massifica i centri. - Sicuramente c’erano, perché negli anni ottanta li ho visti, ma quando sono pochi é come se non ci fossero o forse eravamo noi che giungevamo a Firenze con lo spirito particolare degli anni precedenti: hippy.

Michelangelo lavorava anche di notte, al lume di candela con martello, colori, pennello e scalpello. - Il mio amico restauratore asseriva l’artigianato é da considerare arte minore, ed io avendo prodotto cinquantamila cinture negli anni ottanta, sia da considerare un non artista e qualora mi facesse male il braccio, non potrei lamentarmi.

La mia ex socia Bellazzi, ha sempre avuto i miei recapiti telefonici, sarebbe il caso telefonarle per darle l’attuale che non ho. – Mi farei anche una bella chiacchierata con il padre, sicuramente il libro ne trarrebbe beneficio.

Il mio amico restauratore, andò a vivere con la dottoressa, si fidanzarono - andai a trovarli, non c’era più il gatto – volatilizzato. – Era assente chi rompeva oggetti preziosi antichizzando anzi tempo – si sperava il gatto tornasse.

Verità é mi piace andare al passo dopo lo sprint iniziale, fa più arte la riflessione dopo il momento istintivo attuato in un baleno, il piacere di godersi maggiormente gli avvenimenti rendendoli più pieni, aggiungendo sapore: ponderatezza.

Bambule’ entrò nel guardaroba, un mobile enorme e non saldo tra le parti; si diede a fare la spogliarellista; vibrava tutto, intanto non riuscivo trovare la frusta Art Deco’. – Un paio di giorni dopo, il mio amico non trovava un dito di una statua, una porcellana antica di Capodimonte, allegoria della primavera. – Rifare il dito ad arte, è paranoia Luigi Filippo Stile Impero – vale più l’uno o l’altro? – Per la serie: un lavoro più fa impazzire e più è costoso? - Ed ora senza il gatto come se la sarebbe cavata? – La sua fidanzata era per il genere moderno.

La frusta era in laboratorio, fu trovata dopo, riordinando tra i tanti brogli ivi ammassati. - Chissà El Crock, con quale sventurato l’avesse usata, il quale volendo scardare sul prezzo, l’avrà esaurito non poco? – Mai sia l’avesse saputo mia madre “ Non solo vive con un uomo, in stanze separate, ma ha anche la frusta? “.

Martina la conobbi che frequentava l’Università d’Economia Politica. - Viveva dalle parti dell’Orientale, Facoltà di Lingue. – Quasi tutti studiano Inglese, sono pochi quelli che studiano Francese, Spagnolo, Tedesco, Russo, eccetera. - Non ho mai capito perché, la Facoltà di Lingue si chiamasse Orientale, mi suona come un mistero di taglio internazionale, gli studenti sono migliaia e quelli che studieranno Giapponese o lingue dei paesi di là si conteranno su una mano, effettivamente non ne ho mai conosciuti. – Tagliare una fetta di torta per gli studenti di Lingue Orientali, equivale a lasciarla quasi intatta. – La torta per gli studenti di Lingua Inglese finisce immediatamente e restano nelle guantiere vuote solo le bandierine di altri paesi.

Erano i tempi cui i personaggi di spicco della comitiva che frequentavo “ Gli immancabili “ erano Valerio, Sandro e Natale; hobby serale “ Acchiappanze “ e si scommetteva pure, chiaramente senza soldi, ma a drink, in genere caffé al bar e sarebbe stato meglio non montarsi troppo, perché in certi frangenti perdere era molto antipatico, infatti non si ammetteva che Natale per esempio, il quale si vantava d’avere tantissimi rivali in città, perdesse con un concorrente che abitasse poco distante da lui, dall’altra parte del bosco dove eravamo noi. - Dovette essere in questa ottica, da una parte all’altra, che conobbi Martina. – Le capitò di passare sulla nostra strada con quattro cinque amiche – indossava uno stranissimo saio francescano di canapone, del tipo sacche che creammo e vendemmo fino a Bologna, dove ci fermammo, perché le Alpi stancano e superarle era impresa titanica, da romani. Vabbeh, detto tra noi il tratto più antipatico, sebbene incantevole in primavera con lo sciogliersi delle nevi, è proprio tra Firenze e Bologna. – Martina aveva degli occhi enormi, i quali uscendo dal cappuccio illuminavano la stupenda P.za del Gesù Nuovo, dov’eravamo. – Allora m’interessavo di prodotti farmaceutici, principalmente da banco, ero preparatissimo su tutto, ogni volta che ci vedevamo, mi prospettava di iscrivermi ad una nuova facoltà – scoprii ognuna d’esse sembrava calzarmi a pennello. – A quei tempi ero esperto in panorama, infatti, conoscevo tutti i punti, dove si faceva sesso paesaggistico.

Riccardomustodario

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Aug 18, 2019, 7:39:41 AM8/18/19
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On Saturday, August 17, 2019 at 9:46:27 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Una volta con una ragazza d’Amburgo alta due metri; scommetto il mio amico Pietro Boschi doveva stare in ansia per gli ammortizzatori della sua cinquecento nuova di zecca, fortuna c’era il femminella sardo che lo distraeva, rincorrendolo. - Per trovare un punto panoramico a Marsiglia, a momenti fu mattino. – Lo stesso capitò con una ragazza spagnola a Lerici, un posto molto panoramico, ma con l’avvenimento tragico del momento nell’aria, poco mi fidavo, il caso Lavorini, sconvolse l’Italia, prima di allora non vi era mai stato una vicenda perversa da cronaca nera. – L’omicida si dichiarò subito innocente, ma figurati chi gli credesse. – Il punto, più sessualmente panoramico, é stato in un finestrone del Castello di San Martino, con una ragazza del Rione Traiano ovviamente, dove disse di abitare, mi regalò anche una fedina d’oro che aveva al dito. – La conobbi nella Floridiana, uno dei punti dove sostavamo volentieri in tanti quando si giungeva tardi a scuola e la porta dell'Istituto si parava di fronte, chiusa. - Dopo qualche anno restaurarono il Castello – oggi é un capolavoro, bello da vedere dalla mia ex finestra.

Adiacente al Castello di San Martino, c’é l’omonimo Museo, il quale conserva dei veri tesori d’arte in miniatura, tipo il presepio nel guscio di noce o d’uovo, più un quadro del Mancini “ Prevetariello “.

In uno di questi giri Turistico Love, una sera d’inverno ci trovammo nella zona industriale, molto dark, deserta quando le maestranze smettono di lavorare. – Candele per un tête a tête si alzano da ciminiere annerite dalla fuliggine, a guardarle fanno più buia la notte – le ombre della superficie lunare, saltano subito all’occhio - potenza della libidine scenografica decadente, in altri frangenti sarebbero stati occhi ovvero ciminiere a fiammelle infuocate.

Mi piaceva uscire con Martina, era della provincia d’Avellino, quasi Puglia, con l’auto in due ore di macchina ivi si arriva. – Non conoscendo la città, se non il centro e Posillipo, dove abitava una sua parente, viveva il mito di Napoli e niente di meglio, riscoprire con lei, i meandri più nascosti o più particolari, secondo la sua angolazione o quello che m’ispirasse.

A casa eravamo cinque figli, più i genitori – riuscire ad ottenere il bagno era una conquista. – La mia mamma lavorava nella zona industriale – dove ci trovavamo quella sera e mentre raccontavo a lei, ciò che sto descrivendo ora, aggiungevo che la mia mamma andava continuamente in bagno, fortunatamente, era l’unica che ivi non amava leggere, la sua rivista preferita “ Famiglia Cristiana “ che forse allora vendeva in Italia, più di Panorama, ma non era presente nelle edicole, se non quando iniziò ad avvertire battute d’arresto. – A quei tempi avevo un ottocentocinquanta targata ET.

Le mie letture preferite erano i fumetti: il Grande Blak, Capitan Miki e Topolino, poi il quotidiano Roma, la cui pagina sportiva ho iniziato a leggere prestissimo, e la Settimana Enigmistica – riuscire a leggere un articolo, quando dovevo andare in bagno era un’impresa, costipazione era trovare la porta aperta senza nessuno dentro e non avere nulla da leggere – in quel preciso istante volevo diventare “ Tiramolla “ un altro glorioso fumetto del tempo, capace di allungarsi come un elastico, grazie al quale aprire la consolle di stile importante con specchiera e tirarne fuori qualcosa da leggere nel frattempo dei bisogni. – La consolle era di formica. – Gli anni sessanta, sono stati tassativamente rivestiti di tale materiale, non si poteva avere nient’altro di nuovo nelle case italiane, salvo acquistare, robe a fissazione tarme: di legno antico. – La formica, anche se di buona fattura, restava per me, pur sempre plastica e non mi piaceva, ma era moda. – La mia mamma per non far rovinare la consolle, causa i cassetti poco capienti, spesso nella foga, si rovesciava tutto il contenuto a terra, fece costruire sempre in formica, un mobile con scaffali, che occupava un interspazio tra le pareti, dove si misero giornali ed enciclopedie portatili, in modo che se proprio avevo letto tutto, perché rigorosamente era vietato rileggere, potevo sempre dare uno sguardo a ciò che m’interessava, sicuramente meno delle vicende di Carlo ed Alice che mi facevano pisciare sotto dalle risate.

Insieme a Martina quella, di chissà quale data sera, venne fuori questo fatto “ Le vignette di Carlo ed Alice sulla carta igienica, in modo che quando Riccardo torna dalla scuola, non si deve scervellare per trovare da leggere “. – Da ragazzo l’ubriaco mi faceva ridere, oggi lo trovo patetico: peccato. – L’idea era entusiasmante, solo che Martina, puntualmente, giungeva a dei suoi punti competitivi, cui risultava impossibile sviluppare qualche discorso insieme, altrimenti in quasi vent’anni che sono passati, si sarebbe già realizzata alimentando un mercato post industriale. – Addirittura asseriva era la sorella non riuscisse a spuntarla con me … che non avevo complici. – Dio sta all’amore come l’energia sta al bene, in matematica si esprime Dio:Amore=Energia:Bene.– Dopo qualche giorno edificò da vera futura menager, il discorso delle bollicine benefiche “ Se noi libriamo energie positive, queste vagano nell’aria, e sotto forma di bollicine ci torneranno, migliorandoci “. Aveva il supermercato i testa: la Coca Cola.

Della mia ignoranza, circa le bevande gasate, non ricordo se ne ho già parlato, inoltre la confusione dei marchi generata dai fumi vaporosi delle bollicine, produce una mescolanza disordinata difficile da verificare, lasciandomi nel dubbio senza l’aiuto di un’enciclopedia, di un vocabolario, di un testo da consultare. – Ironia della sorte, ho sempre con me quando scrivo, un translator elettronico che puntualmente ogni volta che cerco una parola, mi da da l’equivalente prossimo di essa, per esempio digitando Riccardo, non esce Richard, in modo da controllare dove inserire l’acca, bensì rich. – Ho capito: meglio ricco che ignorante. Chi è povero è ignorante considerando la società offre tutte le possibilità per arricchirsi finanziarie permettendo? * oggi ancora più difficile, quasi impossibile, arricchirsi, le multinazionali fanno incetta di tutto quanto produce.

Martina, si trasferì nella zona della Ferrovia, dapprima in via non mi ricordo il nome poi volta al Corso Arnaldo Lucci, ove conobbe una fattucchiera ed ebbe con lei una stranissima riunione. - Dopo mi dichiarò era convinta io fossi andato là, perché nel momento topico del trans, dalla pentola, pare stessero cucinando pasta e fagioli, uscì cibo moltiplicato da San Gerardo, che lei assicurò fosse mio Santo Protettore, quindi come non poteva, il Santo condurmi da lei? – Insomma, tale e tanto un caos trascendentale, che alla fine trovarla a Montecatini buddista, fu quasi normale. – Che bel fatto nuovo ho pensato! – Decisamente: se penso, le novità fioccano! - Quando sarà a conoscenza di questo dato, ribadirà non é vero, perché l’ho sempre serbato nel mio archivio mentale, tale concetto sulla conduzione spirituale caos trascendentale, ma dovevo escogitare una questione shock look di presentazione, quindi essendo forzato, perde di veridicità, taratatata.

Non é fossi dispettoso con mia madre, per la verità, raramente mi sono dannato per ottenere ciò che lei mi avesse inculcato di lasciar perdere, salvo non si trattasse d’esperienze nuove, tipo i capelli lunghi o marinare la scuola. – Per esempio: la mia mamma mi aveva sempre assicurato di stare alla larga dalla gente strana e da tutto ciò che potesse sembrare paranormale e ne raccontava non pochi, d’aneddoti assurdi, vissuti da lei in prima persona, quindi ero ben vaccinato da questi brogli di spiritualità.

La medium iniziò a parlare latino e non ricordo quale altra diavoleria di carattere imperiale fantasticasse, a momenti la stavano portando a Roma, alla Parlamentare, come fosse un quartiere romano, invece che a Pompei, zona più vicina o forse fecero solo un giro per la Ferrovia, ora chissà cosa mi raccontò di preciso.

La stazione centrale la vogliono trasferire a Casoria per dare spazio alla città, sarebbe giusto, specialmente con quel insulsa pensilina, la quale s’aggetta fin quasi la statua di Garibaldi, monumento che con l’entrata in scena delle Leghe di Bossi, trovo di un’insipidezza unica. – La stazione degli anni cinquanta era un vero gioiello. - Come costruzione nuova, della seconda metà del secolo non é male, forse la più grande d’Italia, nel suo genere contemporaneo, quindi si può immaginare lo spazio che occupa e quasi al centro della città. – Nell’area della stazione Garibaldi, si registra il settanta per cento degli scippi dell’intera città, spostarla garantirebbe a tutta Napoli, più sicurezza turistica.

Sempre nel periodo di quel estate in cui nessuno voleva partire per le vacanze, mi trovai con Irma a Bella Star, a casa di quest’ultimo, la cui mamma, Vicepresidentessa delle Casalinghe Campane, stremata da un anno di lavoro, aveva chiesto al marito brav’uomo, di andare in vacanza, lasciando la casa in santa pace, a detta del figlio.

Ci sarebbe da scrivere tantissimo di quei giorni, meglio tralasciare, perché si risolsero assurdamente in gelosia, quasi esaltandola. – Si usciva da casa, principalmente di notte; più o meno il raggruppamento era dalle dieci a trenta minuti dopo, per andare a passare la nottata in ogni dove ci fosse animazione per quella volta sotto la luna.- La mattina, levandosi dal letto tardi o meno, durante quella vacanza estiva e nonostante ciò ognuno era bronzato, eccetto Irma, sempre più bianca, fino ad assurgere a Donna Luna perfetta per il suo pallore. - Nella notte di Ferragosto ricordo bene, mentre una luna sempre più piena, più enorme, e poco distante mi guardava dal cielo, salutai e me n’andai – stavano impazzendo: sicuro se non lo avessi fatto, m’avrebbero trascinato nei meandri della loro follia: l’attesa del nulla esistenziale, se non un fatto in testa indecifrabile da altre superstar. – Fosse stato precisamente Ferragosto o più o meno il venti, non ricordo bene, forse per sapere la data esatta, basterebbe rimettere la luna in quella precisa posizione, per ricavarne la data – ho forse calcolare una cinquantina d’ore, dalla partenza del Forestale per Londra, il quale telefonò all’amica d’Irma, per annunciarle che a Londra si vociferava che Bella Star fosse Guy … De Mopassant? – Centomila inciuci, davano fastidio, specialmente proprio allora, con la riapertura dei battenti al lavoro, e con tali capitomboli, se avessi seguito i loro non so, facilmente sarei precipitato su per la discesa, così come mi sarei trovato in qualche pezzo tarantella Rock, eventualmente in sviluppo dance, dall’ora ti acchiappo, oh, passo, che mi sfugge, lungo il cammino.

Con i miei amici, accompagnai l’Olandesina al treno, lei si rivolse al controllore per la sua cuccetta prenotata. – Sembrava parlasse in italiano notò Bezzabea, guardando la cosa da fuori, cui né Bella Star né io ci accorgemmo. – Bezzabea era convinta io l’inglese non lo parlassi e comunicassi con lei in italiano.

In orari diversi, cercavo di passare quotidianamente due, tre ore da mamma. – In Ufficio ero veramente nelle braccia di Sant’Antonio. - Nel P.co Europa non c’era nessuno, tutti in vacanza, il custode sembrava la persona più calma che esiste a questo mondo. - Fin che non si presentò Bellazzi, la quale quella volta lì, mi fece sentire trentanovenne arzillo, tanto da passare facilmente per ventinovenne, nonostante al mattino mi svegliassi da ventenne. – Sua dichiarazione di presentazione post Ferragosto, vacanza bruciata da quando ti conosco, iniziò la sua requisitoria, ti piace solo fare bordella: sesso droga e rock and roll, e fortuna non ti droghi, tu, ed altrettanto posso dire di quel matto di mio fratello. - Non è da te, una continuazione pensare a chissà cosa e mi chiedo in questo momento, quali personaggi assurdi peggio di te stai frequentando? – Non c’é niente da fare: la Principessa dell’Assurdo, era appena giunta – Tina era ed é tuttora una ragazza perbene di robusta e sana morale – aggiunse pure che non avevo una famiglia. – Madonna Immacolata sembrava ella al cospetto di tanta importanza, chissà cosa si chiedesse ed in quale Santuario fosse passata in quei giorni che non c’eravamo visti e dove volesse condurre tutto il suo discorso?

In mente mia pensavo no problem – assegni da incassare n’avevo molti, anche nel cassetto ce n'erano un paio, quindi potevo ben affrontare tutte le spese che avremmo dovuto fronteggiare, nonostante i mancati incassi che c’eravamo prefissati, data la risoluzione negativa delle Medagliette, causa forza maggiore, costernazione più del necessario, lungi da me.– Mentre sceglievamo le icone metalliche, per non essere blasfemo, volevo realizzarne di nuove con sanrimudadecollato nel senso dell’aereo con tanto di veduta dall'alto, per un’immagine fotografica elevatissima, ma non avevo il coraggio di chiederlo all'Opificio Vaticano altrimenti addio pensiero dell'areo per sempre; com'era quel fatto i preti sono in cerca di Santi davvero. - Lei si tuffò immediatamente sulla sua immagine aggiungendo & santantonellaliberata. – L’illusione più del dovuto, ora che venivano a mancare i pezzi, diventava impresa di lavoro da inventarsi in sostituzione, ciò ebbi l’impressione lei asserisse, mentre io avevo accantonata la cosa per quel momento, la sua metamorfosi dell’illusione in delusione, stava mostrando in quella circostanza i suoi segni, tra l’altro avevo l’impressione stesse montando sospetti, circa la bionda, o la bruna. – Acconsentire l’aggiunta santanonellaliberata, non mi costò fatica, lo feci perché in fondo le volevo bene, però, ciò non giustificava che desse a me la colpa, perché se non fosse ancora miliardaria, ciò era dovuto al ritardo che portava il suo conto, causa mia, cosa che espresse appena mise la famiglia in mezzo, sapendo che su tale tasto, destava la mia attenzione. - Quasi, quasi le telefono, chiedendole di spedirmi dieci, venti, trenta … no! - Forse no? – Trenta certamente non me li spedisce e fortuna c’é sempre uno che conta, altrimenti la nostra vita sarebbe come una barchetta in mezzo al mare, suonava il noto cantautore della donna cannone. – Miss Bellazzi, quando non riesce a convincermi delle sue idee o meglio, di ciò che non vuol dichiarare, perché sa solo lei cosa le passi per la testa, quando si mischia con la sua gelosia, cui spesso, non trovando pace, diventa ferocissima, il che in lei non guasta, perché tale é un aspetto della sua femminilità, già stabilita a priori quale bellezza notevole, quando non fa a pugni con la realtà, palesemente diversa.

In un paese del Vesuvio, una cliente, conduttrice di una profumeria molto elegante, aveva esposto una locandina della cosmetica che in quel momento andava per la maggiore per aver centrato l’immagine femminile più bella che si potesse esprimere a livello acconciatura. - Non vendo in profumerie, tranne in rari casi, tipo quel punto vendita che aveva qualcosa di più, in una località dove non esistevano boutique equivalenti, entrai ivi con molto piacere e la conduttrice di tale elegante punto vendita, fu ben predisposta nel commissionarmi un buon ordine quando le presentai la mia Azienda, prospettandole i nomi dei clienti che fornivo a pochi chilometri di distanza, in una zona densamente abitata.

Sempre nello stesso periodo, il mio portafogli clienti s’arricchì di un altro nome, Miss Bellazzi, la quale gestiva la Boutique più grande di Napoli, non ricordo bene se tre o quattro piani, forse eccessivi, per un negozio da capi scelti. – Sfortuna di coppia volle che la prima volta uscissimo insieme, lei asserisse “ Non capisco cosa mi sta succedendo, è la tipica espressione di tutti gli uomini, che mi confidano, di trovarsi cambiati totalmente, dopo avermi conosciuta! “. – Figurati io? – Oddio: come si fa a dichiarare ciò ad uno stilista? – É forse lei la fiamma che arde l’inferno della gelosia d’altre donne? - Togliamo altre persone di mezzo, torniamo ad essere noi due, e riprendendo dall’inizio: é forse lei la fiamma che arde l’inferno, per il troppo incavolamientos spropositato quando non si trova con sanrimudadecollato, sempre più vicino al paradiso sulla terra? – La sua mamma, pompiera, nel senso che è subito pronta a gettare acqua laddove gli animi lievitano calore, dichiara che la figlia esce da dentro al fuoco ed io ci credo. - É indispensabile saperne una più del diavolo, il commercio sta diventando una cosa impossibile, però mostrarmi le proprie capacità, ogni volta si presupponga che un “ Allucco “ rinsavisca non va, è una scocciatura, ed a questo punto è inutile scrivere, perché anche negli altri settori, non é che si avverta più tanta allegria e sinceramente la nuova dimensione di vendita che si va prospettando, langue, ed essa è da scongiurare, perchè é nel commercio che mi sono fatto, le migliori risate.

Non é che conosca altri settori per la verità, o forse sì? - Non scrivo per fare l’artista, ma perché voglio i soldi, Premio Nobel incluso, e per questo sono a Londra, al centro del mondo testimone, essendo la vendita, attestato di bontà del prodotto “ La Costellazione del Lupo Azzurro” deve esprimere più d’ogni altro libro, a parte La Bibbia ed a questo punto, meglio non andare troppo oltre, altrimenti si piglia collera Gesù Cristo, dice la mia mamma. Paranoia è perdere vendite a favore della Bibbia altrimenti la mia mamma non è contenta.

Questo letto é troppo artistico e cosa bisognerà cullare tra i pensieri per un settembre d’avanguardia o quantomeno di partenza con successo per la vendita autunno inverno? – Squilla il telefono, é Bella Star, il quale chiedendomi che fine avessi fatto da qualche giorno, mi racconta stava studiando lo strumento musicale basso molto seriamente, assicurandomi dei notevoli suoi progressi, infine concludendo, quella sera non potevo squagliarmela: ritornava in città Naola, entusiasta, tra una tournée ed un’altra, ed organizzare chissà cosa lui sapeva, era il minimo si potesse prospettare per lei. – Naola é molto impegnata ed é Prima Ballerina veramente, le é stato asportato un rene, e ciò nonostante, ha strabiliato tutti tornando sullo stage, senza nulla mostrare ne scadesse la rappresentazione, anzi, più brava che mai, tanto che la sua compagnia le aveva garantito scaduto il contratto, cui furono costretti presentare alla sua sostituta, l’avrebbero richiamata. - Lei nel frattempo, e forse ancora con le ferite fresche, aveva meravigliato il miglior balletto di danza classica francese ed ora, era da lì che tornava in visita per una breve vacanza nella sua città. – Contemporaneamente, anche Bezzabea aveva deciso diplomarsi Prima Ballerina e chissà perché era assurta prima a maestra elementare, troppi titoli tutti insieme possono lievitare. – Quando mi diplomai io, gli anni per l’Abilitazione Magistrale erano quattro, ma per lei addirittura cinque, ballerina qual era, ha impiegato tempo su quanto le interessasse principalmente essendo più brava atleticamente ed armonicamente, piuttosto le equazioni? – Si può essere bocciati a danza e non in italiano o pedagogia? – Resto perplesso, sul perché non avesse dato il saggio prima, salvo prescindere andare a scuola può piacere molto, quella di Danza naturalmente, più di ogni altra scuola, lei ciò citava.

Naola é personaggio, nel vero senso della parola e vedi quante persone e con grazia muove da casa per andar là, a salutare. - I migliori ballerini o i peggiori rockettari che esistono in questo momento in città, secondo te, le vanno incontro? - Avrei voluto, la sera successiva dello spettacolo, dichiarare a Tina “ Prima Ballerina si nasce o meglio si diventa, grazie alle qualità ed alla disciplina! “.

In una calda sera d’estate a casa della socia. - Lady Bellazzi in prima visione parrucchiere, il marito fuori sede per lavoro, la sognava con i capelli belli; Gustavo ed io abbandonati nelle poltrone e Tina più fresca e tosta che mai nel salone, andava accompagnando i suoi discorsi tra una vole’ e l’altra, sfiorando il pianoforte chiuso, il quale non sapeva suonare, data la mancanza di tempo per imparare, cercando di farci assurgere a suo coro, esclama rivolta a me “ Per forza dobbiamo fare la ditta “. – Si sparge nell’aria divertita di tutti, un tacito assenso, che suonava più o meno “ Non vorrei mai stare nei panni di Riccardo in questo momento, con Tina così motivata, é meglio che sta zitto e fa fare tutto a lei, poi vediamo dove vuole arrivare “. – Loro, però non sapevano e nemmeno immaginavano lontanamente, che la tipa in questione in quel momento era perfetta, sol per la gelosia delle Prime Ballerine e lo stesso Bella Star che la turbava non poco con la sua immagine dal capello equivoco. – Se Tina fosse costante, non ci sarebbero problemi, ma mi scocciavo annotare ciò in quel momento, c’era atmosfera di piacevole novità ed ero ben predisposto a viverla al meglio. - Era ovvio, precedenti ormai sperimentati: si partiva insieme e poi ogni cosa da fare toccava a me, ed io per analoga situazione, avevo già tagliato i nostri rapporti precedentemente e poi la sua mamma, alla fine, prendeva pure le parti della figlia, già era successo, ed il giorno se ne uscì pure che a me, si diceva tutto, tanto ero come uno di famiglia ormai; com'era quel fatto tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare dimmi una cosa in meno e fai una cosa più – tempo assai a disposizione non c’è – grazie. – In effetti, il padre ogni tanto per zittirli, usava le maniere pesanti, come loro stesso confidavano, causa a volte, l'insopportabile modo d'essere delle donne in famiglia, le quali quando vanno su di giri lasciano poco spazio alla quiete. – Sarà pure, ma non lo so, avrei dovuto pigliare le pistole dall’armeria a parete e fare una strage? – E darle ragione circa il suo credo “ Gli uomini per me impazziscono “. – Idiotti! – Lei, senza garanzie di continuità, convinta che quando è in love si può anche diventare deficienti e siccome non sa stare senza essere in amore, s’inventa i fatti, o forse temendo m’innamorassi io, figurati che allegria ritrovarsi con un socio rimbambito. – Indovina chi viene a cena sotto mentite spoglie? – Una prima donna o un attore? - Gustavo sorridendo garantisce la sorella é cambiata. – La mamma si consola guardando i suoi gioielli. – Io, in una situazione di favore, poco parlo e molto godo lo spettacolo. - La socia quando si mette d’impegno sa attirare e la curiosità di veder svelato il fine cresceva. - In genere quando si crea un’Azienda bisogna pensare al pubblico cui si vuole andare incontro ed identificarsi in esso per quel che si offre. – O sotto forma d’Azienda di Servizi o d’Azienda di Produzione oppure Azienda di Capitale, i compiti d’impegni quelli sono con la nostra Società di Fatto, figura giuridica tra l’altro, scomparsa anche dal codice, ponevamo in essere tutto noi compreso il prodotto, distribuzione ed incasso; a parte la progettazione, non esisteva formula aziendale che non ci appartenesse. – Si partiva baldanzosamente, con sani propositi, e dopo due settimane massimo, Cenerentola spariva, altri progetti, ed io dovevo sobbarcarmi un lavoro immane. – Non avevo nulla da dire a garanzia del nuovo impegno, salvo lei non mi prospettava una continuità d’azione di almeno un paio di mesi, così come la prima stagione di lavoro in comune, quando ci fermammo perché oberati di lavoro, nonostante l’estate inoltrata ci precipitò addosso ed ai costumi da mare non avevamo pensato in tempo, cosa tra l’altro, cui avevamo anche progettato l’idea per un pronto programmato, accantonata nelle nostre memorie e non ancora sfruttato. - A volte si è talmente impegnati che per soddisfare tutte le esigenze un mese dovrebbe durare un anno, purtroppo il successivo mese il prodotto di tanto impegno non si consuma più. Il tempismo della moda è qualcosa di tremendo.

Sempre in piedi, cosa piuttosto insolita per lei che si vede benissimo al telefono o a far conti da scrivania, se non da banco o cassa, aprì l’agenda e da un semplice sguardo sulla pagina, partì con una sfilza di nomi da etichetta d’azienda, i quali dovevano sancire l’ufficialità di una nuova avventura di società, senza che le precedenti fossero fallite. - A me “ Dati “ piaceva e l’avevamo ben pubblicizzata come linea. – Se qualcuno di noi, si soffermava sull’interesse di un nome, lei velocissima passava al prossimo, rincorrendo la seguente fermata che già pregustava, dichiarando “ Ah, ti piace questo? – Senti, senti quest’altro! “. – Tentativi! – Bocciai l’idea “ rimuda “ che lei pose su piatto d’argento, come eventualità bene accetta, senza presentare una guantiera di diamanti, non mi soffermai più di tanto nella fretta di scelte, perché tale marchio, il mio, che può essere anche una SPA è ideato solo ed esclusivamente al servizio di una collezione d’Alta Moda da programmare con tutti i crismi. - Tra l’altro, la collezione d’accessori per l’autunno già era pronta e se lei fosse piombata in ufficio, qualche giorno dopo, sarebbe stata completa ed in sintonia con il pronto moda da lanciare per l’imminente settembre, cui mancava solo quel tocco, quel rivedere quanto preparato onde porre in linea ogni contenuto donando dinamicità ulteriore a tutto il discorso, cosa che richiedeva qualche altro giorno ed un’altra visitina ad alcuni fornitori. - Da parte mia, il lavoro “ rimuda “ era in cassaforte fino a dicembre. – Lei al mio diniego, non fu scontenta e fece per cacciare un altro foglietto, impressionando tutti noi presenti, per quanto conservasse nomi ancora più preziosi ….- “ Iamme belle - facimm’ampresse “ esclamò la mamma aggiungendo “ . - Trasferiamoci in cucina, altrimenti non si pranza “. – A questo punto proposi “ Donna Luna “. – A bocca aperta si rimirò nello specchio, guardando tanto di luna e stellina, uguale il tatuaggio, lo aveva anche il fratello “ Abbiamo anche il simbolo “.

Donna Luna aveva acceso la luce in testa a tutti.

Il mattino seguente eravamo all’etichettificio, il migliore che esistesse, a detta di Miss Bellazzi, con il quale aveva già avuto contatti di lavoro. – Ivi, dopo aver tracciato ciò che chiedevamo stabilitolo nei dettagli, staccammo assegno di cospicuo anticipo, più di due milioni di lire e dispari, per un po’ di cartellini. – In una ventina di giorni avremmo ritirato tutto.

Le cose da realizzare per l’abbigliamento erano di una semplicità estrema, a quei tempi ero immerso nelle forme del quadrato e com’esprimerle al vertice del loro ascendente linea. - Da lì partoriva il punto alla ricerca del suo cerchio leggasi quadratura del cerchio, ma anche no, il mio marchio registrato era di estrazione diversa, però il quadrato era in prima linea sul mio bigliettino da visita a significare spazio delimitato su misura: negozio confortevole. – Anche il cibo, per esempio iniziava a girare insaccato in questa forma geometrica, dalla versatilità sempre più compatta, come assicurò Martina vedendo il letto dal design innovativo che avevo realizzato anni prima. – Esso esprimeva appieno, la ragione del mio biglietto da visita “ Spaziare nello spazio comodamente “. – Quadrato ottenuto rigidamente a filo d’aria, senza dispersione di luce, in un'opera letto materiale morbido sull'incasso rigido per un design sempre più complicato in fase di millimetrica realizzazione - Martina aggiunse che il supermercato era sempre più prodotto quadrato e non sarebbe stato difficile avessimo mangiato salsicce di tale forma, da lì a breve - questo discorso infine lo codificò in una sigla che non ricordo, comunque prospettabile decisamente in serie optimum, con l’indice di penetrazione nell’aria inerente al piano di uno scaffale, esaltazione di una salsiccia quadrata da esposizione.

In Angel un negozio raccoglieva chiavi per aprire la testa agli sprovveduti che dimenticavano l’essenzialità della bellezza del loro corpo trascurandolo. – In Kilburn questo negozio non c’é, però il rossetto è da Guinness, boom delle belle donne del momento in questa zona, come le schiume da naso nel bicchierogeno di birra. – Il bisogno dei belletti per il corpo da record é indispensabile. - Consumare la crema significa prevenire il grasso, il quale si accumula, mentre sprechiamo energia elettrica davanti al televisore, seduti a prestare il fianco alla formazione dei cuscinetti adiposi, cui una volta in evidenza, diventa impresa quasi impossibile smaltire. – Queste cose le so bene, perché fui il primo a presentare in farmacia ed in città la linea cosmetica delle “ Ricette Naturali “ e per quel tipo di discorso nuovissimo che mi entusiasmava e perché volevo lavorare in città, cambiai Azienda. – Tre anni, fin quasi nel Lazio o in Puglia, visitando quotidianamente farmacie di province lontane, avevano lasciato il segno e questa nuova linea da brillante formazione di bellezza, fu un ottimo tonificante trampolino moda, dove approdai da lì a poco. – Il training Ricette Naturali verteva sulla sicurezza delle donne senza cellulite, a leggere sui giornali di media tiratura, pare di questa cosa qui, si soffra anche a Londra, allora ben vengano le creme che rilassano mentre tonificano.

Un paio d’anni fa nacque il quesito interessante sui poteri forti della nostra società e chi tra essi la sapeva più lunga nella vita reale: la banca o il governo? – Tutti risposero il governo, perché sta a tale autorità dettare le leggi che determinano e regolano l’ordinamento della vita sociale, ovviamente il governo in questa diatriba inventata ad arte dai giornalisti, evidenzia tutta la sua onnipotenza sulla banca, non a caso qualche tempo prima il governo brasiliano aveva azzerato tutti i soldi, cambiando completamente valuta dall’oggi al domani, dimostrando che il governo può da un giorno l'altro eliminare il valore della carta moneta. - In effetti i giornalisti volevano denunciare al mondo che le banche potevano sostituirsi al potere politico legalmente, eleggendo in Parlamento i loro presta nomi economici, in quanto per essere eletti ci vogliono i soldi. – L’elezione di un politico costa una tombola di denaro e più se ne mettono di soldi sul piatto e tanto più il successo é garantito.

Il restauratore, per idiosincrasia con le maestranze dei suoi laboratori artigianali diventò ristoratore – ad un certo momento, non si rendeva conto del perché il suo ristorante non rispettasse il consumo delle galline dell’anno precedente, come era attestato sui libri avuti in dotazione dalla proprietà che aveva rilevato, focalizzando la causa della crisi, sulla diminuzione del potere d’acquisto della famiglia, fino a giungere a l’indebitamento mutuo casa, quale risoluzione ottimale dei suoi perché. – Egli osservò su una strada di notevole indice d’affluenza, cioè quella del suo negozio al Vomero, le famiglie che si stavano formando erano tutte coinvolte principalmente all’acquisto della casa e ciò diminuiva la ricchezza in circolazione al momento, in proiezione di una sicurezza di là da venire nel tempo, la quale obiettivamente non si può scartare. - La casa aggiungeva, qualsiasi attività si svolga, assolutamente non deve essere ignorata, altrimenti si è speculatore sprovveduto, poco affarista. Le famiglie pagato la retta mutuo mensile, hanno poco altro rimanente dallo stipendio. – Era diminuito anche il consumo di patatine. – E non mica gli potevo dichiarare se avesse acquistato le case, prima che tali beni costassero più delle banche, di tempo ce ne voleva, intanto poteva speculare a piacimento sui suoi immobili, piuttosto lamentarsi di galline e patatine che a stenti si muovevano dalla vetrina dei cibi cotti?

In città le parole sulla bocca di tutti, specialmente operatori commerciali che negli anni settanta hanno iniziato a rimpiangere i sessanta, sono state: inflazione, poi sostituita dalla crisi, termine comune, il quale lemma in quel periodo subentrava perchè non si riusciva ad uscire dall’inflazione, la quale poi sarebbe assurta a recessione.

Si sa, gli europei bianchi, sono per natura un po’ annoiati, di contro gli europei di colore, vanno all’attacco degli status simbol, ovvero il possesso di beni di valore che non hanno mai avuto, ciò secondo tradizione storica. Questo sviluppo di mercato europeide cosa può produrre? – È ancora da verificare e per quantificarlo bisogna valutare in Italia sulle nostre coste sbarcano sempre più “ turisti “ che traversano dall’altra sponda con barconi di fortuna. – Dal restauratore, lavorava una coppia da poco sposata, part-time, e solo di sera. – La mattina erano impegnati altrove – il ragazzo era sudamericano – avevano acquistato la casa e quando si é giovani i soldi non bastano mai.

La banca, cioè il capitale per il lavoro; paragrafo Mandelli, l’allora presidente degli industriali d’Italia, dichiarava … a questo punto é meglio precisare gli industriali lavorano con i soldi delle banche, se poi ne entra molto di danaro, possono anche diventare azionisti della banca o rivelarla addirittura é un altro discorso, cui se ne deduce l’industriale di successo, come figura in grado d'esercitare potere forte, risulta più vicino alla banca che non al governo, anche se è fatale un presidente d’azienda risulti più o meno politicizzato. - … Affermava, dicevo dianzi, il nostro presidente degli industriali, il quale a sentire gli iscritti che elencava, sembrava stessimo precipitando a rotoli, ciò nonostante lui aveva un solo credo “ La produzione “ perché quando si produce e si lavora bene, se non si é premiati, significa Dio non esiste. – Aveva il presidente degli industriali affermato qualcosa che forse resterà negli annali, quale punto più alto in assoluto per il cattolico che si articola nel lavoro, benedetto da lui in quel momento, e siccome in esso credo principalmente, quasi, quasi questi m’indusse a venerare le fatiche di Cristo e l’incommensurabile ed unica sua sopportazione, tanto che iniziai ad andare anche in chiesa, per partecipare alla costruzione del premio del lavoro nell’attesa cristiana.

A quei tempi lavoravo nel settore Arredamenti Negozi, fabbrica posta nell’interland napoletano, laddove l’artigianato del genere è di antica tradizione, é senza falsa presunzione, da ditta da livello locale, era assurta ad Azienda di spessore regionale, nella mia zona di competenza, era sicuramente tra le più importanti in assoluto; a parte le industrie di lunga storia settore, era quella che si sentiva di più e sempre più crescevamo, ovunque, perché la rete vendita cui facevo parte, era validissima. - Agli Arredamenti che producevamo, si aggiungeva la bontà dei prodotti in listino ed il servizio assistenza, il quale non temeva confronti con la concorrenza. – Delle attrezzature da bar, ristorante e gelaterie, i nostri listini erano molto bene accorsati e con prodotti leader del settore, ormai le ditte volevano noi, grazie al nostro impegno eravamo i meglio organizzati, allora l’Azienda decise di decurtare i compensi, in quanto non c’era molto da penare per le vendite. – Appena fecero questa proposta – forte della mia visione degli Arredamenti, chiesi il doppio di quello che percepivo prima. - Dopo qualche giorno si dichiarò che l’Azienda pensava produrre qualitativamente era inconveniente - meglio sarebbe stato rivolgersi a fabbriche d’arredamenti lineari ovvero di facile realizzazione e montaggio, ve n’erano a iosa che offrivano i loro migliori prodotti, a noi distributori di zona in esclusiva se volevamo, e meglio sarebbe stato mettersi a raccogliere solo danaro, piuttosto penare per il successo d’arredamenti complicati, senza aggiungere che quando il danaro inizia ad affluire, iniziano storie da far west, con tanto di pistole da evitare. – Tutto questo per aver cambiato una macchina da caffé, orgoglio del concorrente della mia zona, il quale non vendeva neanche la metà di quanto producevo io, ma che mi aveva battuto con la sua squadra di calcio.- Alla vendita della macchina da caffé, noi avremmo dovuto aggiungere, anche il banco, eventualmente e senza impegno d’orario, perché il trasporto procedeva con un mezzo lento, potente ma con motore rifatto da poco, ancora in rodaggio, come la produzione artigiana sicura e meglio realizzata per durare nel tempo. – Tant’era e tanto é il rodaggio del tempo di un pezzo che vale, quindi da seguire in tutte le sue fasi operative, dalla progettazione alla costruzione, dall'installazione al prosieguo della suo servizio, vita natural durante. - Il prodotto lineare non è a rischio eccessivo, troppi avventurieri stanno entrando sul mercato e non sempre i pagamenti dilazionati nel tempo vanno a buon fine. D’altro canto ero avvezzo a fiutare la persona solvibile prima di instaurare una solida trattativa - I soldi inoltre, sapevo come prenderli, la stima che avevano di me i miei clienti, potevo ben negoziarla, tra l'altro, onde evitare truffe, evitavo i negozi in odore stranito, e qualora ci fosse qualche ritorno insoluto in banca, sapevo come districarmi con esso ed un accordo soddisfacente per entrambe le parti non sarebbe stato difficile da raggiungere, anche se per la verità, avrei immediatamente dato ogni pratica all’avvocato. Fare intervenire il legale, purtroppo costituiva dato insormontabile, alla fine l'avvocato mangia l'utile, e così si era giunti agli antipodi del mio discorso salottiero e culturale della questione: negozi che fanno bella la metropoli per cittadini con voglia di pagare onestamente, infatti gli insoluti non rappresentavano nemmeno il dieci per cento del mio volume d'affari, però davano fastidio, molto, a me cresciuto nel segno dell'ordine, del rispetto per la gente che lavora. - Oltretutto bisogna considerare anche l’insoluto in genere va a buon fine, però comporta un’enorme perdita di tempo e siccome il tempo è denaro, meglio non perdersi in chiacchiere. - Dopo qualche settimana, ivi, non lavoravo più ed amici più di prima, infatti, ci siamo rivisti a Milano in Fiera, per una scanzonata rimpatriata, stadio San Siro compreso.

Riccardomustodario

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Aug 20, 2019, 7:28:16 AM8/20/19
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On Sunday, August 18, 2019 at 12:39:41 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


Per dimostrare credo in ciò che faccio nel buon nome della personalizzazione, registrai il marchio che sviluppai e progettai nello stesso momento cui avevo deciso di salutare i materiali pesanti. In virtù della cultura dell’oggetto, partorii una linea di cinture moda da sballo ed in men che non si dica, tre, quattro mesi, ero di nuovo esposto in vetrina nei migliori negozi della Campania.

Sono sempre stati molto carini con me, titolari e direzione dell’azienda nella quale lavoravo prima di rientrare nella moda, i signori operanti nel settore Turistico Alberghiero, più di una volta m’invitarono a rivedere le mie posizioni, addirittura avevano inserito, anticipi provvigioni cospicui – ma mi ero in barcamenato in un’operazione troppo entusiasmante per astenermi dai miei propositi, i quali iniziarono immediatamente con l’ultimo flash non realizzato appieno negli arredamenti negozi: il letto quadrato, come dianzi descritto. – Perché dal letto al computer oggetto del desiderio organizzativo futuro molto prossimo a venire, il passo è brave con permesso di spaziare nello spazio comodamente, seguendo tutto dove siamo, senza corse forsennate. – Produrre il letto, mi portò via una tombola di tempo e di danaro. - Nel Villaggio, lo stesso luogo della comitiva dei musicisti, conosciuti molti anni dopo, avevo un locale in fitto, il proprietario mi aveva venduto un progetto d’ultimazione di negozio in un centro commerciale fantasma, perché nonostante mancasse poco, non l’ha mai ultimato. - In quel posto, sono stato l’unico che pagò, dopo la bussata di questi a casa, alla quale rispose la mia ex moglie, molto spaventata. – Nonostante la vendita interna non esistesse, i miei affari esterni dal laboratorio negozio andavano a gonfie vele, altrimenti i soldi del locale, il proprietario senza scrupoli, non li avrebbe avuti mai, altri commercianti infatti se ne infischiarono, io però avevo emesso anche fatture da quel indirizzo ed andar a rovistare i libri contabili è sempre una noia, quindi pagai.

Gli affari andavano bene, tornato nel giro, sembrò quasi gli stilisti ritrovassero divertente sbizzarrirsi con le cinture. – Bisognava solo incrementare la produzione e dedicarsi alla vendita a tambur battente. – Ci voleva qualcosa di soldi in più da investire. - Il direttore della banca, mi diede un appuntamento per il pomeriggio – all’orario stabilito il tipo atletico capo in testa dell’agenzia dello sportello ove ero cliente, nonostante il mio conto mai era andato in rosso, non si fece trovare e di lui serbo il ricordo del suo accento toscano. – Il giorno dopo sul giornale: la banca finanzia i boss. – Cosa dite? Mancano soldi per chi ha progetti sani?

Che strano! – Pensavo ad un'altra epoca, eppure era l'altro ieri, quando realizzavo oggetti da studente ed andava tutto bene e sempre liscio come l’olio ogni cosa funzionava. - Quando lasciai la rappresentanza farmaceutica; con il mio compagno di ventura con il quale era divertente andare a vendere ciò che realizzavo per sbarcare il lunario, progettare la preparazione del prodotto fu semplice e poi quasi ci divertivamo facendo soldi in giro per l’Italia ed in un nonnulla organizzammo un laboratorio negozio, sebbene in un palazzo, comunque in uno dei punti più frequentati della città, laddove esercizi commerciali su strada non si trovano nemmeno a peso d’oro, e dopo pochi mesi avremmo anche potuto spostarci, se non si fosse convinto meglio sarebbe stato per lui continuare da solo ed a tal proposito assicurò, mi avrebbe dato pure i soldi per aprirmi un altro negozio. – Figurarsi mai, se pensassi a lui dai soldi spesi per rincorrere l’eroina ed il tempo che gli sfuggiva dalle mani per lavoro il quale non ritrovava più? * ultimamente è riapparso mezz’ora su Facebook giusto per salutare. Vive come piace a lui in campagna, in una fattoria con moglie e figli, più il laboratorio arioso nell’antica stella. Auguri!Facebook è grande! Mi ha ripresentato tanti amici del tempo andato, cui è stato meraviglioso come nascere per quasi tutta o loro, gli anni settanta ottanta ovvero gli anni della droga appartengono al tempo andato.

Così mi dedicai ad aprire i negozi ad altri, cercando anche di ottenere qualcosa, mi sembrò fatale rispondere all’annuncio di ricerca di personale qualificato mentre ero sullo Scoglione al sole beato di Posillipo. – A settembre finita la vacanza, avevo bene un gruppo di persone genuine e ruspanti alle spalle, le quali producevano arredamenti, ed io cambiando ottica commerciale un dì da venire oltre già descritto, con la decurtazione dei proventi causa il buon lavoro sviluppato, il quale donava i suoi frutti, fui traumatizzato dal cambio d’indirizzo aziendale, facendomi immaginare chissà quali fantasmi già vissuti, i quali si affacciavano, per disturbare i miei progetti. E così com'era è, si cambia e sempre per progredire fino a Sirepope.

Insomma, la linea Donna Luna nasceva con tale bagaglio di donna vissuta onde non disturbate i fantasmi di bianco candore e c’é ancora molto da scrivere, mentre alla mia socia si offriva la chance Donna Luna nella sua purezza di prodotto giusto, al prezzo giusto, al momento giusto.

Saranno troppi o molto pochi i discorsi circa gli affari, sono ancora convinto il successo sia il risultato del programma iniziale e degli individui che lo supportano, nel modo cui sopra espresso giusto. - NB era sopportano non supportano. – Per questo motivo mi piacciono i giapponesi, i quali hanno nella figura del Samurai un mitico esempio della saggezza e della virtù al servizio del bene comune. – I nipponici sono cresciuti grazie all’anticipare i tempi, seppure di poco e mi chiedo se non fosse il caso di rivolgermi a loro per l’impressione che ho circa tutti sappiano i fatti miei, e del bisogno d’essere a tempo più su; cercare la risoluzione di questa idea corporativa, nel vero senso della parola, dei microcip che mi leggono in testa, facendomi arrivare secondo, sullo sviluppo dei miei pensieri. – I giapponesi sono cresciuti sotto l’ombrello atomico, grazie alla sicurezza NATO, se vogliamo, a ben vedere, bisogna stabilire che in Europa non siamo secondi a nessuno e darci una mossa più attiva fino ad organizzare la perfezione della realtà, in quanto a farci divorare dall’ansia della noia per aver risolto ogni cosa, siamo maestri.

Qualcosa induce perplessità - il discorso del quadrato, non quadra, se traccio una diagonale ho due triangoli, gemelli, dove moltiplicando lato per lato separatamente, non ho più l’area e moltiplicando il lato diagonale per quattro, non ottengo più il perimetro … uffah! – Demenziale divenne qualcosa di importante a livello rock. – Moltiplicando quattro diagonali non mica si ottengono otto quadrati? No! E nemmeno si perdono i lati del quadrato. – A volte si pensa così in cerca di qualcosa che sfugge nella testa vuota da pensieri. - Nei triangoli gemelli la vita é più complicata, ma può essere anche più comoda, qualora un triangolo che viene da un lato si combina con una figura simile geometrica proveniente dall’altro lato, per un’unica diagonale d’attenzione pericolo, stiamo pace: gemelli con ascendente gemelli, più io siamo a cinque e possiamo tornare a moltiplicare come nel quadrato lo spazio sicurezza, in cui gli inglesi incutono molta fiducia da W l’Europa.

I leghisti milanesi, se vogliono essere perdonati, devono andare in pellegrinaggio fino a Verona, capitale della polentonia nordista ed insieme a loro andare fino a Torino e con essi a Parigi e dopo voglio vedere se hanno ancora il coraggio di asserire che sono francesi, filo austriaci o loro sanno cosa significhi Lumbard. – Che vergogna! - Essere leghista, perché mal si sopporta il francesismo della Valle d’Aosta. - Nel buon nome del national paganesimo, niente di peggio è rifarsi ai miti bossiani per la suddivisione della realtà dai grandi temi della politica italiana: boh? – E se non lo realizzano il Giro Tour con tanto di penitenza sulle ginocchia che si prendessero pure l’Italia, da parte mia sono ben lieto di tornare al Regno di Napoli, alle origini del mio orgoglio poi aggiungiamo pure Regno delle Due Sicilia.- Uhe! - Ma ne siam molti eh!

Emozioni vere che si leggono, come quando si esce da una casa d’osservazione psichica dopo cinque giorni e se si é schizzati non si può venir fuori prima di ventotto, o se scoperti leggermente scossi ivi si risiede fino ai quattordici dì e se questa clinica é a Euston, potenza della città, così dove é situata, leggo: tu stoni. - Ed a questo punto é meglio chiarire non sono stonato mentale, eventualmente in società mi dovesse capitare di fare un tiro ad uno spino, siccome non aspiro le corde vocali non possonoa risultarne influenzate, al limite irritate. - Figurati quando i segnali dell’underground mi presentano “ Eu “ si legge “ you “ da cui “ tu stoni “ incredibile, questi son pazzi: non aspiro e se faccio un tiro è semplicemente per non fare la parte del secchione sociale, mentre stanno tutti a fumare. - Proprio a me, che ho il metronomo in testa, doveva capitare di soffermarmi su una scritta d’emotività di follia collettiva intenzionale che conduce senza scampo alla lapidazione di Gesù Cristo: chi é senza peccato lanci la prima pietra. – Rockettari assurdi: qual é la differenza del peccato dai tempi di Cristo ad d’oggi? Là c'era la pietra e da quel altra parte c'è la voce che quando non piace ciacca, altro che stona.

Tornando ai fatti inerenti, del tipo in una calda sera d’estate, dopo etichette e bigliettini da visita, più l'aver trascorso il pomeriggio dedicandoci alla ricerca dei tessuti.– In cima ai pensieri avevo il quadrato pastorale: la forma poteva anche essere rettangolare, ottenuta da due quadrati. UN perimetro di un quadrato costruito sulla diagonale di un triangolo rettangolo -pecorella.– In testa, pronto ad essere realizzato, un giacchino corto, quadrato, con gilé, in un unico corpo, cui baricentro del capo era un sol bottone gioiello, due tasche con patta di panno infeltrito, un pantalone sigaretta, un cappello, uno stivale di pelle leggermente martellata e calda. – Fortuna stivale e cappello non coinvolgessero direttamente la nostra produzione. – La linea d’abbigliamento da mattino, pomeriggio e perché no sera, certamente serata non gala, stava nascendo. – Lo stile pastorale, con sfondo della campagna inglese, veniva preso a modello, suonava più scic – non mica potevo dire: stile pastorale, campagna Lago Patria, nelle nostre zone? - Sarebbe diventato tutto troppo facile e scendeva fatalmente il prezzo. – Tina aveva pianificato un non mi ricordo bene su un lato della giacca che faceva tailleur, che poi funzionò benissimo quale inserto partendo dal collo ed un cappotto foulard e dei bermuda invernali, da inserire sotto qualsiasi capo. - Messe insieme tutte le idee risultarono belle nuove. – La mia idea piacque moltissimo e sinceramente le sue le trovai entusiasmanti e siccome per me era importante lei dimostrasse la sua bravura, evitare si apparasse continuamente con me, pure era responsabilità ed aveva detto bene, quindi meglio allungarle le mani del suo essere valido designer, speranza di lavoro maggiore. - Smisi di preoccuparmi a partorire altro dalla mia testa, impegnandomi a migliorare solo le sue idee, a parte fissarmi con un cappottone stile francescano da realizzare in cashmere, il quale ci avrebbe fatalmente protratto il lavoro fino a dicembre, come in effetti aspiravamo, per rendere la stagione un po’ più lunga, perché tra settembre, ottobre e novembre, non si ha neanche il tempo di organizzarsi per trovarsi al quarto mese con il tempo già volato e con esso metà dell’anno di vendita, salvo i saldi. Quattro mesi valgono a dire due stagioni, sia l’autunno che l’inverno è ciò per i negozianti è drammatico e per i produttori peggio. – Madonna mia, e quanto cashmere comprammo! Solo se ci penso, sento un caldo da rifugiarmi in montagna. L’unica cosa che non trovammo fu l’infeltrito, il quale mancava in tutti i compartimenti di tessuti in Italia, ma che da sempre m’incantava, davanti alla vetrina di forniture militari ed ivi ci fornimmo - pagammo una cifra inconcepibile, la campagna in Crimea sicuramente sarà costata meno. – Il mio completo era beautiful, giacca gilet e pantalone in tre motivi diversi in sintonia magica, armonia di un’unica fusione visiva. – Quello di Tina pure era perfetto – seduti uno di fronte all’altro, in un’ora nascevano cose nuove belle e diverse, sulla falsariga del primo disegno di ognuno, per poi mischiarsi tra le parti, per divenire un’unica linea: stavamo pace!

Dopo una settimana avemmo in ufficio i master della collezione: giacche, cappotti, pantaloni, bermuda, camicie e non so chi Santo ci salvò, se non mettemmo in mezzo anche gli impermeabili, i quali ci piacevano e molto. - I master erano un dato di fatto molto bellino sullo stendino. – La linea era validissima, sicuramente avremmo venduto e bene. – In ufficio intanto, s’ingrossavano le suppellettili di carta modelli, tessuti, passamanerie ed altro. – Tiziana, la povera segretaria, iniziava a capirci più niente, presa com’era anche dall’altro lato, come prima esperta, settore cinture, iniziava a dare segni di cedimento, se non giungesse un’altra persona in suo soccorso. – Noi, intanto, poco intendevamo con la persona che ci aveva dichiarato la confezione, così come l’avevamo impostata, doveva essere per forza sartoriale e come era organizzata lei, non poteva farci quel tipo di lavoro, quindi fummo costretti a rivolgerci altrove ovvero dalla sarta, la quale subito familiarizzò con la mia socia. La sarta abitava dove da ragazzo avevo la pantalonaia e sempre lì, avevo sostenuto da privatista un esame andato buca a scuola, nel periodo dei fantasmi in villeggiatura.

Da metà agosto passavo le notti da mia madre, erano mesi che soffriva veramente. Nei momenti caldi del lavoro é anche importante stare un po’ più raccolti, quindi telefonavo, rispondendo o meno, tanto si conosceva la provenienza impegnata, l'importante era esserci. Lavorare di giorno più concentrati su ciò che si deve fare, perché il settore abbigliamento, é fatto di questioni così veloci e delicate le quali facilmente possono sfuggire di mano. Tra l'altro andando a dormire da mia madre, la vita si regolò, in quanto mi ritiravo a notte fonda, dalle due alle meno qualcosa per stare alle nove e poco prima sul lavoro, dopo sei ore di sonno, più che sufficienti per me allora durante i giorni feriali.

Ottenuti i campioni subito piovvero gli ordini.– La tipa della confezione, esaurita, perché non organizzata a quel livello di lavoro pressante, il quale aumentava d’ora in ora, determinando in lei una confusione incredibile, e non sapendo come dichiararci che pensava noi scherzavamo, parlando d’ordini di quelle quantità, cui per lei rappresentavano al momento solo un mettere in mezzo altro, senza prima aver risolto il precedente.– Dopo che la socia n’aveva decantato oltremodo le sue qualità, asserendo di possedere tempi e modi oltre la classe del sartoriale, abbandonò il terreno, mentre io la invitavo solo ad essere un po’ più attiva sul lavoro e lei invece guardava me, mentre stirava e non voleva diventare “ Ciuccio da fatica “ ma la cosa più drammatica era neanche dichiarava smettetela di andare in giro a collezionare ordini che non si potranno evadere e cucite questo bottone o preoccupatevi ad organizzarmi la fabbrica! – Niente! – Doveva fare tutto lei ed una sua assistente più lenta di lei, certamente bravissime, però non si capiva perchè non si moltiplicassero nel loro lavoro quando c'era, infine, sicuramente non stavano a realizzare un quadro, quello era un quadrato, un capo d’abbigliamento lineare, un po’ meno pentagono rovesciato. - Alla fine questa é la situazione e probabilmente, dovette anche giungere altro lavoro in casa, da fornitori suoi soliti, gelosi della nostra escalation.

Una sera, aperto il portone del palazzo Musto, fui invaso da fumi ed odori che mi assalirono da tutte le parti – ero stanchissimo, quasi invidiavo quelli che avevano la capa fresca da dedicarsi alle loro riunioni e chissà se erano produttive, almeno per loro. - Ogni volta che entravo o uscivo dal portone, c’era sempre una ragazza nuova che giungesse in contemporanea all’uscio. – Scherzando con mamma le dicevo di quelli del primo piano e chissà cosa facessero che non sapevo, chiedendo che messe praticassero. – Mia madre rispondeva commiserevole “ Speriamo il Signore faccia loro la grazia ” pregandomi d’essere anche il peggiore degli atei, di non credere in nulla di spirituale, ma di non andare lì. - Una volta, di giorno vi entrai, appena in quella casa, per salutare mia cognata che viveva nel Trentino, non la vedevo da molto tempo e stava affacciata, andai a salutarla. - Poco dopo i saluti, fu molto facile uscirne, in quanto la strega del palazzo, sosteneva quella stanza era bellissima; purtroppo per lei, avevo altri colori in testa – allora vedevo il rosso, tonalità molto volgare, a parte antipatico, in quanto i fumi vaporosi del comunismo, non erano in Italia, ancora dissolti.

Un bella figura avvolta nel sottile tessuto rosso seta, é immagine ideale della passione. - Rosso da sera, abito lungo, é bello. - Il rosso vivido, sul tessuto, non mi piace assolutamente, salvo un momento da verificare.

I fatti di stregoneria del primo piano non mi sfioravano proprio, scemi loro che guastano il tempo sprecandolo con la sfera di cristallo, in cose brutte, in quanto la ricerca della bellezza è da tutt'altra insieme a Cenerentola, era il mio commento. - Mi dispiaceva però, mamma fosse oltremodo infastidita, dall’avere una parente siffatta nel palazzo e dalla quale non si poteva prescindere, perché ognuno che veniva a visitarci, chiedeva dei fumi e degli odori, quindi la discussione nasceva di conseguenza e ciò iniziava a darmi fastidio; senza alcuna gelosia in chi è più richiesto di me causa tecniche oscure.

Quella medesima estate, un’amica strega della ragazza di Gustavo, interrogando i suoi poteri cartacei, aveva detto a lui, con me presente, il suo migliore amico era interessato e siccome lui non replicò, il mio punto di vista, in virtù della nostra amicizia, scemò. - Se lo avessi detto alla sorella lei subito avrebbe dichiarato: stagli più vicino, é la fidanzata che vuole allontanarlo da tutti per averlo più a se. - Non era il caso, perché Gustavo é il tipo che prima d’ogni altro, vuole tutto e tutti per se e con il fatto io fossi interessato alla sua amicizia, mentre la sua era sincera, basta notare gli amici che frequenta, lo rendeva ancora più egocentrico, anche se, é per tutti questi fatti, da lontano metto pure gli voglio più bene che da vicino.

La merce confezionata inizia a giungere in ufficio e prepariamo le prime consegne. – Avevo scadenze da capogiro. – Una decina di milioni, servivano per pagare i pellami, acquistati e non realizzati ovvero trasformati in oggetti da vendita, tre o quattro milioni per gli accessori ed una ventina di milioni per i tessuti, e ciò solo da parte mia, più le varie e solite spese di gestione; ed ancora considerando gli altrettanti, minimo, in quanto c’era ancora tanto da fare prima della chiusura della stagione “ Da voglia “ e quanto avrei dovuto guadagnare. – Apriti cielo: l’etichettificio ci giura, per la prima volta nella loro storia, ignorano perché non arrivi il lavoro tessito sull’etichetta, il quale se ben ricordo, l’avevano affidato ad un laboratorio fuori sede, un sacco di chiacchiere, le quali mi rifiutai quasi di seguire, chiedendo solo, quando avremmo avuto il nostro ordine soddisfatto.

Ottobre di quel anno é uno strazio. – La mia mamma sta sempre male, dapprima quando rincasavo, si alzava dal letto, si pettinava, si cambiava una veste, ora si preoccupava solo mangiassi e non mi trascurassi. – Avevo iniziato anche a rassettarmi il letto; lei non voleva allontanare ciò dalle sue mansioni. - Scomodo quel letto, in tutti sensi e non so come abbia fato mia sorella a dormirci sopra per tanti anni, su quel tavolaccio terapeutico, voluto strenuamente. - I sentimenti nei momenti difficili dell’esistenza, prendono il sopravvento sulla materia, altrimenti l’etichettaro sarebbe volato dalla finestra e la confezionista, sprofondata dallo stesso piano terra. – In quel periodo amavo tutti, altrimenti sarebbe stato impossibile trovare la forza a continuare e pensavo alla difficoltà della mia giornata, niente in confronto al giorno che si levava per la mia mamma e chissà se e come avesse dormito ed alla santa pazienza di mio padre nel confortarla dal dolore.

Aiuto! – Bella Star mi telefona, é in ospedale, dall’altro lato della città. - Negli intervalli, passo pure a trovare Bella Star. - La comitiva del Villaggio, la quale si era dispersa, si ritrovò in ospedale, più attiva e curiosa che mai; l’avvenimento montava qualche perplessità. – L’amico americano aveva sviluppato delle fotografie, e n’estrasse una foto, presentandola come importante, perché in essa, era stato ripreso il pubblico ad un suo concerto e tra questi “ Riccardo guarda, ci sei anche tu! “ - Lui … il grande musicista, dichiarava, io a livello musicale, sono pubblico – non sapeva niente di quel che stessi passando in quel periodo e per ciò lo benedissi, per avermi fatto ridere, delle sue sciocchezze. – Detto tra noi, essere fotografato per dimostrare fossi pubblico, fan di quel cuoco maledetto, il quale una volta deliziò il mio palato con la pasta al forno: che vergogna! - Però, come mi piacerebbe rivedere ora quelle foto dimenticate.

Si accende una luce: abbiamo trovato un laboratorio, questi é l’insieme di un pool di confezionisti sparsi nel raggio di una trentina di chilometri, dove ognuno é specializzato in qualche cosa, sviluppo e taglio con relativi tagliatori, suddivisi in sezioni, dal capo spalla, alla gonna, ai pantaloni; quattro punti ubicati in luoghi diversi. – Da un laboratorio l’altro, costi quel che costi, ce la dobbiamo fare; da lì ad un momento dopo trottole, siamo ovunque, in quei quattro punti disseminati nell’alta Domitiana campana o nell’entroterra da quelle parti. - Si rompe il cambio della macchina, senza neanche toccarlo. Incredibile!– Tina s’incavolò ancora di più, perché era lei alla guida e con sicurezza affermava non aveva fatto niente di sbagliato, eravamo sul rettilineo in quinta, a filo di gas senza altre auto, come di solito su quella strada in tale stagione. – Nella piazzola di servizio, con l’auto, la strada, i pini, il paesaggio campestre, dall’altro lato, pochi chilometri prima, avevo visto anche una marchettara che conoscevo, della zona calda del Medio Oriente, la quale frequentava tutti i locali NATO, insomma, mancava solo la foto per la copertina fotografia VOGUE. – Avrei voluto essere un toro per abbattere tutti i pini del lungomare Domitio a testate, nella speranza di dimenticare tutto e di iniziare daccapo, per la curiosità di vedere se avessi rifatto lo stesso ed uguale ogni contrattempo si fosse ripresentato. – A parte trovare prima i confezionisti, penso avrei rifatto tutto uguale, dal primo giorno della mia nascita.

Il laboratorio dove ci recavamo era in fase avanzata di produzione per i nostri capi, i bermuda verde olio sulla cuccetta erano molto, ma molto carini. - I bermuda coccio erano giusti per quel autunno, ma forse un momentino avanzati. - I capi spalla erano ancora da montare. – A velocità di crociera salta il cambio dell’auto: din don, ennesimo de profundis, è tutto in ordine secondo i programmi di Dio e se qualcuno vuole emerger cambiando il mondo, è la fine - bisogna procedere piano!

Tina incavolata nera, impreca contro una fattura misteriosa che non riusciva ad individuare, facendo montare ancora di più la nevrosi, perché eravamo in gara col tempo e lei seguiva le Sibille, i presagi, le sfide da sfera di critallo. – Sempre più spesso, nei tempi della sera, ero assalito da lezzi nauseabondi: incensi potentissimi più del cloro, condite a code di rospo e lingue di pappagallo, no, è folclore incapsulato in un rotolo di carta igienica riciclata. – Decisamente non davo credito a queste potenze. Avessi avuto la pazienza delle segreterie di partito, strizzatina d’occhi, avrei fatto piazza pulita di tutto e di tutti, incensi e persone, monito arte segni divulgato mesi dopo con alcuni oggetti che si prestavano all’uopo onde meglio rendere l’ideaspecialmente

a casa mia, ed il messaggio fu recepito preciso, al cento per cento, mio padre in testa.

La mia mamma, la quale trascorreva la notte da lamenti sul letto, invocando continuamente mio padre, iniziava a non chiamarlo più, ad usare la campanella, eventualmente mio padre fosse un chissà dove per lei a prepararle un’acqua e zucchero o limone da accompagnare la prossima pillola.


La confezione si stava mostrando capace di approdare a qualcosa di concreto realizzo, quindi la mattina prestissimo, prima delle nove se non otto, le sette ero in laboratorio; ero riuscito ad accaparrarmi i più bei pitoni che esistessero sul mercato nazionale e dovevo sfruttarli – il laboratorio stava diventando una miniera, bisognava smaltire tutto al più presto, e non avevo proprio intenzione di dormirci dentro per fare da guardiano. – In laboratorio era passato a farmi visita convalescente Bella Star, il quale si faceva partecipe dei miei problemi e del perché fossi così indaffarato per quanta merce era in giro nell’ufficio. – Capivo perfettamente i più avessero avuto un’impressione distorta dei miei impegni, tra metà giugno e metà agosto, con affari a singhiozzo, si procede fatalmente a rilento in quei mesi e pure quando andavo a lavoro, sembrava stessi in vacanza, almeno prima di trovarmi faccia a faccia con il cliente per riscuotere ed anche allora non é che davo segni di cedimento o dimenticassi la gelatina nei capelli, ma quando si lavora, cioè in quattro mesi ogni due stagioni, dieci ore al giorno d'impegno son poche ed a volte saltano anche i week-end per intero, non solo la domenica.

Compare per magia Martina - per registrare la collezione? – Quando mi sposai, lei uscì dal portone dopo aver vidimato la sua laurea ed io andavo a registrare i miei documenti familiari, ero con mia moglie e mio padre, tra l’altro.- Fu curioso e simpatico salutarla, di lì a poco sarebbe partita, grazie ad una Borsa di Studio della Camera di Commercio, per una ricerca di mercato negli U.S.A. - Doveva esemplificare una presentazione di marmette, fiore all’occhiello delle piastrelle italiane. – I marmi in Italia, grazie agli artisti, contano e come, esponiamo opere che incantano, tipo la Pietà del Michelangelo o “‘A Cap’e Napule ” in Piazzetta Nilo popolarmente conosciuta come “ 34 ”. – Importante conoscenza ottima negli affetti è Martina, ideale inoltre per mercificare i contenuti del momento. - Una figura esterna, in certi frangenti può essere ideale, quindi per non farla scomparire, le chiesi di prestarmi dei soldi. – A pensarci bene, non sono convinto che la statua di “ Capa Tosta “ raffigurasse il Nettuno, il Dio del Mare è sempre con il tridente, questo invece sembra abbia uno strumento o una conchiglia tra le mani e poi non é in posizione eretta, ma stesa come fosse nuvola a fregarsene del vociare sottostante, cui a malapena giunge eco dalla Calabria, figurarsi la Sicilia. – Poco distante da quel punto si può ammirare il Cristo Velato, il quale come momento artistico é di qualità superiore, essendo documento primo ed autorevole del Rococò napoletano, precursore del Barocco che ha invaso l’Europa.

Una sera di fine ottobre, torno a casa, la mia mamma quando la saluto notandola in piedi nella sua camera da letto, mi abbraccia piangendo, dichiarandomi la sua avversione all’ospedale ed aggiunge non vuol morire.– Ero impreparato ad esortazioni di quel genere. – C’era quasi tutta la famiglia e molti del palazzo. - Non ricordo chi mancasse e quella preghiera di vita così imbarazzante che m’impossibilitava le risposte. Quali? – Tutti i presenti mi davano segnali di convincimento e d’assenso che in ospedale fosse stata curata meglio. – Da quando mi ricordo, vale a dire da quando sono nato, non so quante volte mia madre é stata da specialisti, in ospedale per interventi, così come in ambulatori. – Le tolsero un rene giovanissima, n’aveva tre – cancro - diverse cisti in testa - un’allergia alla pelle delle mani. – Avrei voluto essere da solo con mia madre ed ascoltare tutto quello che avrebbe voluto dirmi - nell’abbracciarla, sentivo solo il vuoto del mondo che sprofondava sotto le mie spalle, tanto era diventata gracile e sottile, consumata dalla malattia.– Certa com’era che non stava andando in ospedale a togliersi i calcoli al rene, la mia mamma lasciò la casa, dove avrebbe preferito morire. – Malinconia. - Pure a me avevano detto dei calcoli al rene e come la mia mamma non vi avesse creduto, anche se la speranza é l’ultima a morire. – Lei, aveva sopportato bene un paio d’anni prima, un’operazione di cancro alla vescica e per un mero fatto estetico non le avevano applicato la borsetta.- L’operazione, dopo l’asportazione del male, riuscì nel congiungimento dell’uretere all’intestino retto.– A suo tempo non mi avevano interpellato, perché mia sorella é un genio nelle chiacchiere di medicina sperimentale, e mio padre e tutti gli altri la seguivano convinta delle sue letture sulle evoluzioni scientifiche. - Quasi certamente avrei optato per la borsetta, anche se parlare con il senno del poi é semplice.- A livello corporeo penso sia indispensabile andare sempre verso la soluzione più facile, fa parte della natura delle cose in stile italico elementare e non so fino a che punto avrei accettato a cuor leggero quest’idea di congiunzione complicata tra due parti, e non affidarsi a tanto di borsetta garantita. – La chirurgia ha fatto passi da gigante, oggi non si muore se la si rispetta, era la lezione imparata dopo il grande intervento di papà, che precedette di sei sette mesi, quello di mamma. – La quale moriva, qualche giorno prima e senza un’ulteriore operazione chirurgica, che assolutamente non voleva, perché il suo corpo si era ridotto al lumicino e per l’ansia sua, aveva trascinato tutti preoccupati per papà, il quale aveva bisogno di più rilassatezza, per non forzare ulteriormente la sua caduca salute. - Quest’ultima cosa qui, fu messa da ognuno come prerogativa prioritaria – vivendo un paio di mesi di quelle notti con loro, posso garantire di non aver mai notato segni di disperazione, indubbiamente, era una situazione difficilissima, ma la vivevano benissimo, nel loro orgoglio di fede.- Forse, che si consumassero entrambi nel loro amore, non doveva destare preoccupazione? Da parte mia il conforto che in quel ultima stagione vissuta di notte con loro, ha trasmesso affetto nelle ore più difficili della giornata, cosa che nella nostra cultura “ Adda passà a nuttata “ é di buon auspicio, ciò non esclude ci vedremo a Filippi…

A lavoro nessuno sapeva niente cosa stesse accadendo a casa, eravamo talmente oberati d’impegni e non era il caso coinvolgere chicchessia. – Un amico comune con i Bellazzi, neolaureando medico, aveva il padre che lavorava in ospedale, laddove lo incontrai. – Quando morì la mia mamma, Gustavo mi telefonò per le condoglianze, chiedendomi se mi servivano cinque, sei milioni per il funerale, ringraziai delle condoglianze, reclinando l’offerta.

In ospedale, mentre mia madre moriva, per coinvolgere tutti in qualcosa che distraesse, mio fratello ragioniere mise in mezzo il discorso dei soldi e ben venne, perché dapprima guardandoci, come a dire: ti sembra il caso, proprio ora? – Tutti ci rendemmo conto, che la vita era quella, e quella è, ed a parlare di soldi, si realizza salute.

Pensando alla telefonata di Gustavo, il giorno dopo, dichiarai in famiglia avevo un amico manager pompe funebri esagerato; ma non era proprio il caso mi scomodassi, perché a schiattamuorti noti, papà aveva amicizie ben più solide, intime, dall’infanzia. - Conoscenze che ci hanno fatto quasi sempre ridere della morte, non come elemento in se, bensì un non so che fa fantasma cui penso nessuna battuta sia passata inosservata ed a quarantasette " Il morto che parla " si giocano i numeri, al banco lotto. - Il mio manager canoro by night, così come volle auto proclamarsi, asseriva nel locale, mentre cantavo, ci fosse la sorella di Berlusconi, sua amica stretta e siccome mi esibivo dalle tre alle tre e trenta ovvero quasi a chiusura di locale, temetti la storia di sorel Berlusca, fosse montata ad arte per portarci via D. A. Maradona, quindi cambiai un attimino atteggiamento, andando al suo negozio, convinto gli volessi vendere dalla gonna alla cineprese che non avevo, per vedere fino a che punto fosse inserito nello spettacolo.- Non acquistò niente e caso volle Gustavo si fidanzasse con una ragazza che vivesse dalle sue parti, quasi a ridosso della boutique della moglie, ed ivi il mio amico aprì un negozio alla sua fidanzata, la quale data la vicinanza era concorrente, anche se nel palazzo del manager maggioritario di uno scherzo.

L’indomani mattina in abiti non miei - dopo la morte di mio zio, esequie alle quali partecipai emotivamente coinvolto appieno per la prima volta, quando tornai a casa, buttai i vestiti indossati per l’occasione - mi sentivo la morte addosso ad indossarli profumo di crisantemi ed altri odori da cimitero, da chiesa funerea. - Cosa non si fa per pubblicizzare idee di vendita. – Sigh! – Perdono! – Ma questa volta era diverso. – Entro in chiesa, gremita, e vado convinto davanti, leggo sulla panca il nome della donazione “ Famiglia Musto “ chiedendomi se fosse sempre stata in quel posto o l’avessero spostata per l’occasione. – Non vedo mio padre, eppure eravamo entrati insieme.– Stava nella seconda fila, con mia sorella e tutti i fratelli … sulla sinistra? - Inizia la funzione, mi sento mortificato non sia andato più in chiesa dalla prima comunione, quantunque fossi in pace con il Padreterno, sia per le mie azioni nel tempo, sia per le preghiere di mamma, frequentemente rivolte a chiedere clemenza a Dio Supremo Celeste nei miei riguardi, infatti ho l’impressione il prete mi guardi con molto affetto.

Trascorrono pochissimi minuti dall’inizio del rito, compare accanto a me Tina e dall’altro lato la segretaria. – Appena il prete inizia a parlare Tina mi prende la mano stringendola, sento una corrente di vita, lo stesso fa l’assistente, scaricandosi l’energia assurgo a batteria. – Quanto abbia voluto bene Tina in quel momento é difficile da raccontare.- Alla fine della funzione, mentre il feretro scende dall’altare e lo seguo con lo sguardo, gli occhi di mio padre sembra parlino ai miei, tra mia sorella ed il marito.- Tina nel vederlo, mi raccomanda di stare con lui e di non preoccuparmi, avrebbero pensato loro al lavoro.– A pensarci ora, come mi sarebbe piaciuto vederla entrare in chiesa, sicuramente avrà fatto cenno alla segretaria di andare dall’altro lato e lei volando, sarà giunta sulla prima fila, dov’ero.

La sera che morì mamma, quando tornammo a casa, mi misi a lavare i pavimenti in cucina ed in corridoio – tutti mi guardavano incuriositi. - Non sapevo che fare e pensai di darmi alla cosa più ovvia, ciò che occupava la mamma mia con più fatica, perché quel pavimento era sbagliato, troppo poroso, forse da giardino. - L’acqua ha un potere rilassante considerevole, la sua freschezza, il nostro fisico l’avverte più d’ogni altra cosa - non bevo molto, però ho sempre fatto due docce al giorno, attraverso i pori, pure si ristabilisce l’equilibrio liquido corporeo. - L’acqua é trasparente e quando non c’è cloro, é un piacere osservarla e vederla scorrere ed ascoltarla incanta, altro è certamente un rubinetto che scorre.

Le finestre di casa sono ampie e qualche tempo fa stavo per pulirle, quando dal piano terra, prima la moglie e poi il marito sbraitarono in mia direzione, perché facevo cadere acqua di sotto, esternamente, lontano dalle loro finestre, tra l’altro, e gocce, nell'atrio all'aperto, privato, non in casa loro, terrazzo o giardino che fosse, tra l'altro l'atrio è recintato, non da sul marciapiedi. - Non valeva la pena soffermarsi a discutere, aspettai uscissero con il furgone, per continuare a pulire.- Chissà perché dovettero temere si bagnasse il loro mezzo, poco distante da dove poteva cadere qualche zampillo - non mica avrei chiesto i soldi della benedizione che a loro non tange? – Per amare e sentire un posto tuo, prerogativa essenziale é la pulizia - già i carpets destavano qualche perplessità in estate sotto al sole, la stanza ribolle - figurarsi se non mi fossi messo di sentinella alla finestra, aspettando che uscissero per lavare i vetri.

Pensando all’agonia della mia mamma negli ultimi tempi, la sera del commiato sbucciando una mela, mi tagliai un dito. - Strano! - Sono abituato a lame affilatissime più dei bisturi e non mi taglio mai.- Qualcosa del genere accadde anni prima e nel giorno di San Gennaro, nella fretta di una consegna, mi staccai una fetta di polpastrello del pollice sinistro. – La raccolsi dopo averla osservata, con tutti quei filamenti bianchi che s’agitavano per non morire, e disinfettate le parti, le ricongiunsi per andare in ospedale, dopo aver ben fermato il sangue, stringendo intorno alla ferita con una garza.- Avrò fatto cadere San Gennaro in terra quel giorno? – Non lo so e neanche me lo chiesi l’indomani come si sciolse il sangue. - A pensarci oggi, mi domando se San Gennaro ed il Padreterno non chiedessero maggior rispetto? - Non mica era colpa mia, se essendo stato retrocesso a santo di serie B come Riccardo, il nostro San Gennaro in tale giorno non fosse più festivo, fino ad astenersi dal lavoro? - Avevo una consegna impellente da portare a termine.


Riccardomustodario

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Aug 21, 2019, 11:30:53 AM8/21/19
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On Tuesday, August 20, 2019 at 12:28:16 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


La mia mamma ci salutò il giorno dei morti o morì il dì prima ed il successivo fu sepolta.- Mio padre si trasferì per qualche giorno da mia sorella e dopo la prima notte che mi trovai da solo tornai a lavorare. – Mi piace stare a casa da solo; ciò che non sopporto, é pranzare da solo. – Sono un cuoco coi fiocchi, però so cucinare poche cose. – La mia mamma non sapeva cucinare, però non aveva rivali nel preparare la sua pastiera, il sanguinaccio, la cioccolata, gli struffoli, gli gnocchi, i peperoni e la parmigiana di melanzane come non ne ho mai mangiato altrove. – Era così brava in leccornie e ciò resta un mistero per me, chiedendomi come mai? Forse dipeso dai suoi nobili trisavoli?

I due miei manager si nominarono tali, trovandosi subito d’accordo l’un l’altro, senza cacciare una lira. - Si nota subito quando un elemento é valido, e gratis per giunta.- Chissà chi fosse la sorella del noto personaggio, caso mai rispondesse a verità, inoltre, che una persona si spacciasse per lei nel locale o fosse veramente tale, cosa non difficile, perché in quel night, tutti i più noti protagonisti che passavano per la nostra città in quel periodo, là trascorrevano le ore piccole. – Quel anno perdemmo uno scudetto già vinto, colpa dello spogliatoio o del calcio scommesse, come si vociferò insistentemente? - Se così sarà stato, con il vantaggio acquisito, si saranno arricchiti a dismisura, scommettendo sulla sconfitta dello scudetto, ma poco ci credo, anche se questa era la voce di popolo più ricorrente.

Ogni volta che scrivo di mamma esco puntualmente fuori tema. - No! - Tutto il libro é scritto in questo modo, sembra che poi ritorni sui miei passi ripetendo, invece proseguo in chiave di sviluppo costante secondo una linea ben precisa. - Mi compiaccio per i risultati, data la mancanza d’esperienza a romanzare da scrittore, mi auguro lo stile sia piacevole novità per i lettori. - Nel saliscendi del mio marchio, non avevo mai immaginato prima di questo momento, di procedere in siffatto modo sino alla fine ovvero da su sempre più su. – Papà, più avanti, asserirà la temperatura sale e scende a causa del cancro che scombussola tutti i valori nella sua azione. - Ciò non toglie quando scrivo di mamma sono condizionato - me ne rendo conto perché passano ore, prima che riprendo la matita in mano, dopo l'inizio di qualche strofa inerente a lei, avverto il mio stato d’animo riflettere un particolare comprendonio di passione unica. – Così per un paio di notti dormii da solo, dopo essere stato un giorno da un mio fratello ed un altro da mia sorella. - Nella specchiera del bagno di casa, poco dopo che ivi andassi a dormire per compagnia ai miei genitori, mi rividi, flash sconvolgente, riflesso d’immagini del ragazzino che ero fino ad allora, una sequenza velocissima con l’identico gesto della mano nei capelli; le dita a pettine seguono la lunghezza della chioma fino a in fondo, partendo dal basso a ridare movimento; mosse dettate più che altro da una vertigine.



FINE II PARTE















La Costellazione Del Lupo Azzurro
Parte Terza


Non lo so sei ti sei ripreso. - Mi sembri ancora convalescente. – Stai zitto e fammi fare, altrimenti non finiremo mai. – Si può mai iniziare in questo modo una vita nuova? - Dopo averci scambiato un po’ di parolacce, giusto per rompere il ghiaccio, nonostante mi sentissi molto infreddolito. - Lei alla guida ed io al fianco quel mattino. – In genere nessuno dei due voleva guidare. – Chiedendomi come fosse trascorso il tempo, si stupì avessi dormito a casa da solo, senza avere paura, cosa quest’ultima che asserì guardandomi profondamente. – Risposi se avessi avuto timore di stare da solo in casa di notte, nella stanza accanto a quella di mia madre deceduta da un paio di giorni, la quale ivi non era più, di chi avrei dovuto aver fiducia, di lei che in quel momento stava con me in carne ed ossa e che Dio me ne scansi, dal conoscere un’altra come lei socia? - Dopo un attimo di perplessità assorta, ci fu un sorriso da parte sua, ed un’accelerata incontro al lavoro. - Da parte mia, scemavano le ansie, ero sicuro con la mia mamma in Paradiso, le cose si fossero pianificate al meglio.

Dopo pochi giorni, il titolare dell’etichettificio ci comunica non avremmo più avuto i nostri cartellini. - Potenza del cambiamento: un’ansia in meno ed un problema in più, ma finalmente una certezza. - Anche da orfanello, nulla cambiava, la vita scorreva uguale, nel corso inesorabile del suo tempo.- Mortificatissimo, in quel momento sprofondato in chissà quale abisso, ci mostra l’etichetta fatta per noi, la quale, prima volta nella storia della sua onoratissima azienda, non rende per com’era stata pianificata e non sa spiegarsi come mai la stampa non prenda corpo, spandendosi sulla carta.– L’oro della stella e della luna, come si tocca, addirittura macchia, si spande, restando intriso tra le dita.– Mi scoccio ascoltarlo e seguirlo nei suoi discorsi. - Siamo veramente spazientiti da questa situazione che merita inchiesta. - Riavuto l’acconto, ci facciamo dare un’etichetta di comodo, senza pretese, di quelle che fatalmente abbassano il livello del prodotto, ma con la fretta che avevamo, altro non avremmo trovato.- Non ricordo un rotolo di quelle etichette, quante ne conteneva, le pagammo dall’acconto e per gli spicci che costavano al confronto, le strapagammo.

L’etichetta, il cartellino: elementi indispensabili, per l’interpretazione dello stile di un capo d’abbigliamento, il quale inizia proprio da lì, forse. - Senza il cartellino che sta alla segnaletica della pista da seguire inerente all’immagine di quella linea propria, diventa difficile, un qualsivoglia discorso da boutique. - Per esempio, lo sviluppo di un tema, tipo “ Vado dal direttore di banca a farmi prestare tenta milioni “ se centrato come cartellino, in una parola che ne esalti i contenuti, evita molte chiacchiere e penetra direttamente in vetrina. - Dove l’anno scorso con Modello Principe Castelli nella Città, pare siano incominciati i problemi, da me partoriti, perché non si tratta di uno stile che va incontro ai numeri del medio fine, i castelli si contano ed i regnanti sono molto pochi in una repubblica. - D’allora sulle riviste più in mostra, sono nati input del tipo ville in città.

Un paio di settimane fa, ho visto sul giornale italiano un libro, pare venisse specificato veloce, con il simbolo della X nel O – che mi ricorda un’altra storia angosciante d’etichetta dell'ics cerchio che riporterò dopo, perché fa parte di un altro periodo. – Mi chiedo cos’abbia a fare un marchio registrato, senza pensare a quello che é costato per ottenerlo, se il primo venuto può prendere da un cartellino un simbolo, e svilupparlo a piacimento, emetterlo su un libro, come il mio; cui XO era e stava, su una cintura tempo prima. – Però, il tipo scrittore é di Napoli e probabilmente, vogliono far finta i discorsi del prodotto di una cultura non vadano dispersi nel vento.

Un po’ di tempo dopo, con l’avventura delle etichette ormai alle spalle, ero con Miss Bellazzi dalle parti di Chiaia; in una vetrina grandi firme, notammo esposto un nome nuovo “ Donna Luna “. - Ci sarebbe da impazzire - far cadere la Luna sulla Terra nella speranza di scoprire il Gran Fracassa di quel momento.

Sempre in quei giorni passai da Bella Star e ripartendo dalla Loggetta, tampono un’auto di un ragazzo, il quale si era fermato al centro della strada, per comunicare con una persona sul marciapiede: inaudito – non so spiegarmi.– Che paranoia! - Avrei dovuto mettermi a fargli anche la lettera, pensarla, al che lui si fa promotore della cosa, affermando di avere la persona giusta e paziente per questo tipo d’operazioni: la sua ragazza, la quale lavorava in uno studio d’abbigliamento e tra le ditte che rappresentavano citò anche Donna Luna.- Stava scherzando, parlava seriamente o cosa poco importava, infatti, me n’andai dicendogli di rivolgersi a Bella Star, per il mio numero telefonico.

La fattura misteriosa della collezione mai finita, cui versavo anticipi e mai potevo scaricare a modo IVA, non poteva perseguitarmi fino a quel punto.- Ammettendo che fosse un fatto buono, come asseriscono certi idioti che non vedono differenza tra il male ed il bene, avrei dovuto dedurre che mi trovavo avvolto in un tutto insieme, che si adopera per il successo di un singolo a sua insaputa, in questo caso: io. - Ed é proprio qui che non mi trovo: la tecnologia dell’insaputa, dall’altro lato del mondo, Michelemma mio, pensaci tu. Andare a produrre in Cina risolverebbe cento e uno mila problemi, bolle d'accompagnamento marine e fatture incluse, l'unica cosa che costa è il trasporto e San Michele combatte il drago.

Ormai siamo alle battute finali, alla conta degli ultimi bottoni e quanti ne mancassero per completare gli ordini da evadere e tutto il resto dei capi; dai laboratori ci garantiscono che a giorni, avremmo ricevuto ogni cosa.

Telefonicamente mi sentivo con gli amici e qualche ragazza faceva anche il verso, se avessi bisogno di un’indossatrice per il prossimo inverno, carinamente distraendomi, dalla fine della stagione ormai imminente, senza guadagno. - Ogni tanto, da quando i conti si erano messi in pareggio, almeno sulla carta, prima di rincasare, andavo a passare un’oretta da Bella Star, il quale avendo i tendini ed i muscoli del braccio e della mano sinistra, in precario stato, si articolava in esercizi molto complessi ed educativi. - Con il dito mignolo totalmente immobile causa il tendine, il basso era meglio lo dimenticava, in quanto gli accordi hanno bisogno di forza per pressare le corde sotto le dita e portarle dove si vuole è impresa ardua. - Per esercizi fisioterapici da diciotto ore consecutive al giorno, s’era dato al pianoforte, dove assorbiva tutta la giornata.- Dopo una settimana di studi, andai a salutarlo, e pensai di trovarmi di fronte il novello Beethoven, il grande Maestro tedesco da mille ed una notte per una sola cosa con lui ascoltandolo suonare, tale sembrava. - Aveva sempre sostenuto che uguagliare é impresa ardua, e me lo aveva dimostrato anche con Picasso, quindi non gli dovette riuscire difficile emulare Ludwig: questione di mentalità. - Si può in una settimana tutto questo, sol perché s’é studiato bene teoricamente il pianoforte? - Era contentissimo di essersi dedicato al piano, sul quale andava veramente forte. - Nuovi orizzonti musicali mentali si aprivano a lui, spaziava più comodo e sempre oltre andava nel mondo delle note. - Il basso mobile antico, strumento di legno prezioso dalle corde durissime era sempre eretto nelle sua posizione d’attesa, intanto al piano andava forte.

Il tastierista del suo gruppo, il quale non ho mai conosciuto, ma di cui sapevo tutto, era veramente sbalordito ed entusiasta nel costatare come procedesse e progredisse speditamente nell’acquisizione dello strumento, nonostante la menomazione momentanea. - Il gruppo temeva di arenarsi, era in procinto l’evoluzione di un programma che si erano prefissi e l’entrata in tilt operativo di Bella Star poteva precludere la riuscita dei loro intenti, ma lui, dimostrandosi strumentista così tenace, si era manovrato in stimolo in più anche per il cantante, vero leader del gruppo con notevoli predisposizioni nel comporre i pezzi.- Bella Star era diventato un pozzo di bravura tecnica, migliorava enormemente di giorno in giorno, cosa che trovavo molto rilassante.

Nel flat sul pianerottolo di fronte, hanno trasferito una famiglia di colore, sembrano in quattro, giunti in macchina come si conviene e tutti scicchettini. - Perfetto! – Lo stabile sarà più vivo, quattro appartamenti sono occupati, ne é libero un quinto. - A Kilburn non c’é il Cinema, ma in compenso per le birre si fila liscio a pisciate sotto dalle risate con la pala. – Stamani, ho ricevuto visita da un ufficiale del Council, mi ha invitato a togliere il lucchetto dalla porta – ha costatato che come si bussa si apre - assicura manderà qualcuno per darle sostegno.- Ho incontrato un tale che mi ha invitato ad un meeting religioso, sembra mi vada cercando per strada per ripetermi sempre la stessa cosa; l’ho invitato a rivolgersi alla scuola di Swing, d’altronde nella sua chiesa si canta tanto. - La scuola di danza é dove penso di andare mercoledì, perché a scuola di computer mi snervano e poi ora vogliono anche i soldi dei dischetti.– Gli uffici Benefit che frequento mi hanno chiesto un attestato del College – meglio lasciar perdere attualmente - ai computer ci vogliono i giapponesi, sono più bravi e mi sono anche simpatici, inoltre non ho proprio intenzione di mettermi in concorrenza con amici come loro. - Dopo il terremoto a Napoli, si sono visti in città solo turisti nipponici, bravi, a parte i due inglesi che furono fatti prigionieri durante la seconda guerra mondiale e giunsero da noi per salutare mia madre la benefattrice, dopo le loro difficili ricerche. - Prima del terremoto, si notavano molti turisti che visitavano il Museo di Capodimonte, dove abitavo.

A lavoro mancavano una ventina di milioni per pareggiare tutti i conti e parlandone con più di una persona, mi veniva consigliato di ritenermi fortunato, se non fossi riuscito a pagare, potevo bene infondermi coraggio e beccarmi un paio di centinaia di milioni, grazie alla fiducia che godevo presso i miei fornitori.- Tutti fanno più o meno così aggiungevano i più avveduti e poi se ne parla, per i concordati. – La fiducia che nutrivo presso i fornitori grazie anche ai rivenditori di tessuti, dove la mia socia faceva immediatamente cifra sulla bilancia degli acquisti ed a solo nominarla alle loro orecchie il prezzo viaggia interessante, altro che centinaia di milioni, ma il buon nome rimuda é qualcosa che lavora al di sopra del miliardo, quindi non potevo che desistere dai malsani intenti di cifre modeste. - A Positano per esempio, la mia cliente affezionata mi annotava come quello delle cinture “ Ecologiche “ la qual cosa non poteva continuare all’infinito, quindi nel fare l’inventario decisi di consumare tutto ciò che potessi avere di quella materia e di puntare su materiali ancora più preziosi. - A questo punto, é doveroso muovere un appunto alle Autorità che fanno il verso agli imbroglioni, i quali profittano della libidine della vendita del fornitore, il cui compito é quello di offrire merce. - É vero!- Non c’é nessuna legge, asserente che il compratore non debba pagare, tanto meno esiste uno Stato che faccia rispettare a dovere rapporti di compravendita, i quali guarda caso, sono sempre a favore del compratore speculatore che sa di restar impunito a conforto di legge.- Assurdo ma vero: c’é stato chi ha dichiarato che mi sia rivelato uno stupido per non aver saputo profittare di questa situazione, ignorando la valorizzazione di un marchio senza macchia, il quale in una situazione di mercato sano, farebbe faville rientrando in scena alla grande. O, un mercato sano è chimera?– In Italia, per rendere il cliente ancora più potente in sede di negoziazione, gli hanno inventato la Ricevuta Bancaria, grazie alla quale, il compratore é diventato legge e sua bontà il cliente, il quale paga o non paga, nulla succede ai fini della trasgressione manifesta nell'insoluto. - In quanto ai patimenti con i miei clienti, in materia pagamenti a vuoto da essi ricevuti, non posso lamentarmi, solo una volta rimasi di sasso: una donna mi precedeva allo sportello in banca, contò davanti a me, un pacco di banconote che versò mentre attendevo fosse il mio turno di veder il cassiere incassare i miei assegni. - Quando uscii, la vidi nel negozio di profumeria, era suo, quindi mi presentai e le vendetti merce e lei dopo poco scomparve, felice di partire per destinazione ignota, avendo imbrogliato mezza Italia con la quale mi trovai fuori al negozio a reclamare le mie spettanze ed ora mi chiedo se non mi avesse fatto la posta. – Lo Stato non tutela.- Almeno l’artigianato, avrebbe avuto bisogno di un po’ di garanzia senza tante cartacce da studiosi di materie eccelse; un qualche gesto d’amore, d’attenzione in più, non avrebbe guastato, invece niente!– Il post-industriale sembrava la molla degli ultimi anni ottanta, capace di dare stimolo alla realtà commerciale, ma affondò in breve nell’oblio con i suoi sostenitori, l’industria era ormai in fase di stallo, si pensava dovesse assorbire l’artigianato di qualità e con il medesimo muoversi in simbiosi, invece la questione in breve si rivelò ammantata da altrettante chiacchiere, pretesti, per far lievitare ulteriormente qualche costo per un pubblico che giustificava ancora la presenza dell’artigianato.

Finalmente gli anni novanta – gli anni della riscossa. Qualche cosa giunge in ufficio: bermuda, capi spalla, gonne, camicie ed altro - anche se ben poco fa completo sia di colore che taglia, mettiamo insieme qualche altra consegna. - Intanto c’è qualche ordine cancellato per non aver rispettato i tempi.– I clienti sono spazientiti, ma mi perdonano; fortunatamente, hanno sempre fatto il tifo per me.- A conti fatti, mi sentivo un po’ Maradona che non perdeva consensi quando il tiro non finiva in rete, insomma il campione dell'immaginario collettivo che taglia il nastro del traguardo a scugnizzi del tipo il Papa fuma e sogna la Madonna: apriti cielo!

Il calcio é un buon veicolo per misurare la realtà, l’Arsenal é la squadra più forte, però il Leeds mi sembra la più tosta, quella più spettacolare, non sempre il bel gioco vince. - Calcio spettacolo a San Siro: con un biglietto di tribuna mi trovo relegato dietro la porta?- L’arbitraggio é scandaloso, anche il Petisso che incontro all’aeroporto é indignato, lui, solitamente così compito.- Dopo la gara inviai una lettera alla Gazzetta dello Sport e lo stesso ho fatto al Corriere dello Sport.- Scrivere nell’illusione di non scivolare nell’oblio, pure fa bene alla salute. - I quotidiani sportivi poi, sono assurti a strumenti culturali da fare invidia alle migliori riviste letterarie, gli italiani leggono solo quelli e se comprano un quotidiano normale, è perché risultano coinvolti in un fatto di cronaca, oppure aspettano e sono in cerca del momento propizio per un favore politico, quindi si aggiornano un poco, e perché no, far finta di essere impegnati, comunque iniziano a sbirciare dalla pagina sportiva, perché le importanti, é meglio non leggerle nel trambusto del pullman, direbbero i bene informati.- Qui, sui giornali inglesi onde evitare disperdere il lettore, andando alla ricerca delle pagine interne del giornale per cercare quelle sportive, le hanno poste alla fine, inutile aggiungere quasi tutti iniziano a leggere dall’ultima pagina, eccetto i tifosi di squadre di bassa classifica, da atteggiamento snob in pubblico. - Osservando quelli da guarda che fine avete fatto, gli ultimi saranno i primi; quando dobbiamo attendere oltre con decadente senso democratico?- Il potere fa classifica? - Ho capito: sono tifoso dell’Arsenal! - Voglio ragionare come i provinciali d’Italia che tifano Juventus, unica in grado di ribaltare la sua industria in pesante, da berlina a carro armato onde dichiarar a cuor leggero guerra alla legge che permette le truffe.

Di tanta premura per ottenere risultati nelle vendite, resta la risoluzione brillante di tutti i pagamenti, grazie agli accessori; inizio a respirare, la stagione sta per chiudersi in attivo. – All’ultima consegna, la quale rappresenta il nostro guadagno, dai confezionisti giunge merce difettata, le dorsali non combaciavano nella cucitura finale, tra congiunzione del posteriore lato alto e bavero alla stessa altezza il vuoto, salvo grinze con la pala.- Il punto in cui attraverso la fodera si rivolta il capo spalla, presentava anomalie da taglio, figurarsi cucito; siccome il reparto taglio, apparteneva ad un team che bene conoscevano quelli della sezione cucito, non sapevano neanche loro che cavolo dire come giustificazione. – I confezionisti annotavano ragioni di responsabilità all’altro laboratorio, quello precedente, ciò venne a galla quando asserirono a loro non interessava e volevano essere pagati, da noi e non da altri.- Non avevo proprio più nessuna intenzione di barcamenarmi in altre chiacchiere senza sbocco e fatti i conteggi con la socia, mi feci firmare una carta da lei, che riceveva da me i soldi in pagamento per la mia parte delle spettanze ai laboratori, decurtati i pezzi difettati, ovviamente. – Ai confezionisti quando telefonarono in ufficio per avere i soldi, raccontai loro di rivolgersi a lei, i suoi negozi li conoscevano, la stagione in ufficio era terminata, altresì confermai loro del documento che avrei potuto mostrare.- Ci salutammo e mi ringraziarono pure. - Anche se il guadagno s’era dissolto nell’errore, stavo pace con il mondo esterno e non avrei voluto essere nei loro panni, quando si presentarono da Tina. - Lei non mi disse mai più niente di quella storia, né glielo chiesi – il che significa che con la mia cifra stavano ben pagati, conoscendola come s’affaccenda nelle trattative, così sarà stato e per evitare di dovermi rimborsare la metà dell’importo, non imprecò sui capi difettati, che dovevano essere il nostro guadagno, andato in fumo, causa gli Ufarai.

Tra gli accessori e delle belle maglie che ci offrì Gustavo da presentare presso i nostri clienti, poco prima della settimana di Natale stavo bello ed in attivo, da prepararmi serenamente per la vendita primaverile. - Con le maglie, per quella volta, eravamo in società tutti e tre, ed io naturalmente, visitando una cinquantina di negozi, giusti per quel prodotto nella regione, ne vendetti più di tutti.- Al momento della spartizione dei beni prodotti, sembrava fosse tutto di Tina, la quale subito aveva occupato il posto comando alla scrivania - Gustavo ed io c’esaurimmo non poco per farla rinsavire.

Si riprende il lavoro, a gennaio e con la socia mi ritrovo con tanti altri rappresentanti, rappresentanti al negozio dove avevo acquistato il mongomero verde acido.- Ero l’unico che parlasse bene del negoziante, poco tempo prima mi aveva saldato cinture e One Way, nome con il quale si cartellinò ciò che doveva essere Donna Luna.- Aveva ceduto il negozio e si era dato ad un’impresa di cavi telefonici o una cosa del genere. - La tipa che lo aveva rivelato s’impegnò a saldare tutte le pendenze della gestione precedente e Tina mi chiese di accompagnarla, perché aveva dei suoi insoluti, fu ben lieta di ricevere soldi, cui poco sperava. - Tra ditte proprie ed in società, c’era sempre da fare e se poi si aggiungeva anche la cortesia, allora sicuro trovare tempo, era un bel affare.

Qualche giorno prima di Natale ero andato a prenotare il biglietto per Londra per incontrare mia figlia e per uscire da una stagione difficile sotto tutti i punti di vista. – Scopro di avere i documenti scaduti e di non poterli avere, senza l’assenso della moglie, dalla quale sono diviso.- Telefono invitandoli di venire trascorrere Natale da me - ormai é tardi, se ne riparla per l’estate é la risposta.

Il Capodanno fu divertente.- Nel locale degli americani che frequentavamo, il proprietario organizzò il veglione e chiamò il gruppo di Bella Star a suonare, uesti chiesero un milione, cosa che ebbero allorquando l’organizzatore mi chiese se veramente valessero tanto ed io ben l’assicurai al riguardo: fu un successone.- Bella Star come suona il basso non é secondo a nessuno, l’amico americano alla batteria di un altro, il quale gliela prestò perché veramente americano atto al locale per i suoi connazionali, se la cavò benissimo.- Lo stesso dicesi d’altre figure musicali invitate da città esterne a Napoli, tipo Roma per esempio, perché i conoscenti, per niente volevano duecentocinquantamila lire senza aver lavorato nella trattativa più difficile. - Un milione una serata, fece scalpore, solo i Donna lo percepiscono ogni settimana, però suonano cinque sere.- I Donna sono un gruppo incredibile, il musicista Benedetto, suonatore di basso, é senz’altro il leader spirituale dell’impegno musicale strumentale, ha una manopola sul fegato, e tanto suona per quanto viene pagato, non é un mostro di bravura, ma personaggio rock esagerato, infine sa suonare abbastanza bene, ma se accompagnano la cinquantamila lire con un’altra banconota, non importa il taglio, dà di più, ed é capace andare un po’ più in là oltre la sufficienza, facendo vivere a tutta la platea, un orizzonte musicale più elevato, e tanto é così come si esprime lui, cui sarei curioso di vederlo suonare al limite del massimo per un milione. - Sempre e comunque a livello Donna senza tacchi a spillo, é bene precisare, che il gruppo ha stramigliaia di fans, nessuno nel mondo, ha avuto più serate di loro, non so da quanti anni suonano in birreria ed é sempre piena.

Oggi, ventotto maggio, é un mese che entrai nella casa d’attenzioni continue ed all’aperto uscii di nuovo, dopo cinque giorni a bambineggiare, come asserì la sognatrice dei pittori astratti tra i suoi colori. Per lei pennelli e colori sono per bambini mai cresciuti. - Misurando il mese trascorso con quel che ho prodotto scrivendo, posso ben esser fiero di non aver speso male il tempo, nel viaggio introspettivo della mia persona. - È bastato il là de " Il medico dei pazzi " ed il romanzo ha preso corpo.

L’anno che iniziò in quel del dopo veglione viaggiò benissimo trecento sessantacinque giorni. - Bella Star puntò la stagione lavorando con me e dopo poco era perfetto direttore commerciale, tanto bravo si dimostrò, da nominarlo socio per alcune ditte che Tina volle affidarmi. Meglio divedere le mansioni responsabilizzandolo al massimo.

La mia collezione d’accessori é perfetta, i castelli ispiratori vanno bene per l’immagine del momento, la torre del Maschio Angioino con la città stilizzata a seguire fa testo sulle collezioni look anglo americano da vetrina nelle ultime stagioni. - I colori sui quali non temo confronto sono castagna e muschio ed i pellami che ho sono eccezionali, design e immagine inutile soffermarsi in descrizioni, essendo leader in Campania. - In più, una cintura gioiello in pitone con fibbia in corno.- Insomma, i soldi viaggiano nella direzione giusta, ben contenti di farlo ovvero nella mia tasca

In estate mia figlia e la madre fanno una lunga vacanza al mare, Virginia Maurizia rimpiange che non ha mai visto un arcobaleno, dopo qualche giorno, le scatto una foto con due arcobaleni come sfondo: si sciocca! - Neanche io ne avevo visti due insieme, mai - rimasi stupito.

Mia figlia dichiara d’essere diventata ballerina di tip tap e riesce anche a suonare il pianoforte di Bella Star, il quale sui suoi passi l’accompagnò intonando il pezzo sul suo rumore ritmato per il saggio che stava mostrando.- Era una marmocchietta, ora é una signorina.

La bimbuccia in ufficio, mentre aspettavamo un cliente, si adopera alla macchina da scrivere. - Leggo, quando finisce di battere con le dita sui tasti, che cercava un qualcosa in pareggio tra fantasia e realtà; è la storia di una ragazzina in un paesello chiamato Mexico, la quale dopo essere stata rapita da un fantasma che emetteva dei ” Woahhh “ lunghissimi, non si spaventa, ma si preoccupa solo di chiedere alla mamma, rivedendola “ Ma perché ti sei preoccupata? “. – Della Corte, la segretaria della domenica, insegnante elementare, maestra in aula di suoi coetanei dai sette agli otto anni, quando lesse la storia, chiese un bicchiere d’acqua, perché le battevano i denti. - Ti devo fare una casa in mezzo al mare, le disse un cliente, impazzito dalla sua bellezza e maestria. - Con gli ormeggi dai denti d’oro, ci sarebbe d’aggiungere mentre gli squali intorno tengono lontano i disturbatori. - Che romanticismo: “ Woahhh “ sembra un ulolato.

Con Della Corte e Bella Star stemmo al Pitti Immagine.- Da un padiglione andando ad un altro, apparve a noi, il più grosso industriale di maglie, proprio nel punto con l’erba.- Effetto luce senza pecore. - Presi anche contatto con un grossissimo cravattificio inglese per sviluppare un discorso accessori, gli piacquero molto le cinture che indossavamo noi e le sue cravatte in Campania si sarebbero vendute benissimo. - Avevo addosso la cintura ics quadro, di un verde muschio unico. - Bella Star quella impossibile da trascrivere, ma divertente da raccontare: di linea cornuta da uomo, nel senso del play boy, uno che ha tredici fidanzate come fa a gestirle? – Infatti era sempre chiuso in casa con la mamma che assicurava tutti “ Mio figlio non c’é “. - Dalla morte di mia madre, quella cintura non la indossai più. - La segretaria della domenica, ne portava una strettissima in vita, con mascherine da “ facce scolpite nella pietra che disegnano la città “. – Le cinture che indossavano loro, erano molto particolari sul lato posteriore e per metterle in risalto dovevano anche girarsi.- Le borchiette di “ Facce scolpite nella pietra che disegnano la realtà “ erano in rame, ma richiamavano quelle mascherine allegoriche di stucchi, ai porticati delle case, cui moltissimo si notano qua, impreziosendo l’entrata. - Con il rame, molto tempo prima, avevo inaugurato la collezione " Shock Look " per rientrare, dopo anni, nelle boutique, senza mi dicessero “ Ma che fine hai fatto … siamo già forniti ”? - Insomma, meglio evitare preamboli che potevano precludere il rientro con successo, dopo anni nel settore, con il rame buon conduttore si viaggia sicuri da qui a già sai dove.- Erano i tempi dell’incontro dei Presidenti, quel primitivo meeting, tra il primo cittadino americano e quello russo costituiva l'evento più importante del pianeta di quel momento.- Le sorti del mondo nella prima metà degli anni ottanta si stavano esprimendo in qualcosa di positivo. - Il pellame era eccezionalmente tinto a mano, da aspirazioni filo deserto per uomini blue, la fibbia era in rame, ottone e nikel, questi tre metalli in simbiosi formano un campo magnetico bioritmico ottimale per l’energia umana - cosa che serbavo nel mio bagaglio culturale dal tempo della rappresentanza in Farmacia, quando con successo entrarono sul mercato i bracciali della vita. - La modellistica era dedicata al cobra, il taglio del pellame ne rappresentava la linea donando l’effetto visivo della stilizzazione del serpente richiesto, e questi due cobra che s’incontravano nello spazio, facevano design esagerato e calzavano a pennello per l’incontro tra Reagan e Gorbaciov e loro relativi discorsi di separazioni del mondo, in fila per due, destra e sinistra con me al centro: Sirepope blues, blusette, canotta in maialino; poco credeva il nostro salvadanaio porcellino da insaccati alle loro chiacchiere circa le divisioni planetarie, chiedeva solo un mercato un po’ più ricco. - A distanza di una decina d’anni da quel incontro leader, è caduto il muro di Berlino e stiamo vivendo una democrazia soddisfacente. - Tutto é bene quando finisce bene, specialmente se c’é qualche soldo in più da spendere, il quale manca attualmente nelle tasche dei cittadini, e bisogna darsi da fare in tale direzione per appoggiare quella parte di pubblico che tira a vantaggio del commercio, della produzione, del lavoro.

Tornai a Londra dopo una quindicina d’anni; era Natale di due anni fa e riscoprirla fu bel avventura. - É più fantasiosa, forse a livello architettura moderna é insuperabil, non me l’immaginavo così splendida, specialmente in Docklands, il futuro si respira a pieni polmoni, invece viene presentato con qualche problema dovuto all’acqua.– Ho passato la palla al direttore del giornale più importante d’Inghilterra, scrivendogli per la sua rubrica, che l’acqua potrebbe essere depurata grazie a particelle filtranti di carbonio o in virtù della elettrolisi, conseguentemente sfruttata, quale pura ed … il vuoto creato dal prosciugamento d’essa, riempirlo con poco cemento e molto poliuterano espanso.- Con un litro di petrolio, se ne produce una quantità enorme di questi nottolini e ne bastano pochissimi per ottenere una resistenza notevole, un centimetro quadrato di tale prodotto, sopporta il peso di un individuo adulto; tutto si realizza in un batter d’occhio e con poca spesa, il poliuterano risolverebbe ogni problema di smottamento che sembra preoccupare i giornalisti e l’opinione pubblica, per tali costruzioni ciclopiche su terreno friabile. - L’idea é valida, garantita dal made in Japan. - Venne a galla per risolvere il sottosuolo di Viale Colli Aminei dove risiedevo ai tempi del terremoto. - Il sottosuolo di Napoli é tutto vuoto – invece nel sottosuolo di Docklands c’é tutto, pure l’acqua, non vedo cosa ci sia da temere.- Se accettano l’idea che ho postato, dietro la pagina libro minimale “ Titolto “ potrei fare qualche soldo.- Economicamente parlando, non ancora prendo i proventi dal Benefit. - Ho speso in un mese, otto, novecento sterline per acquisti al supermercato alimentare, senza bere e senza muovermi mai da Kilburn, il posto più economico di Londra, mi sembra eccessivo. - Ohibo’! – E dire mi ero ripromesso: basta con la vita dissoluta, vado a Londra per risparmiare, producendo cultura scritta, favole, invece sembra stia qua per magnare a porco, direbbero le malelingue bene informate. - Il sottosuolo napoletano é affascinante, un’unica cava, non solo teschi da esposizione al Cimitero delle Fontanelle. - Anticamente, nell’età romanica, si estraeva la pietra di tufo dal sottosuolo, scavando un buco dalla superficie. Ad imbuto rovesciato si penetrava nelle viscere della terra, allargando sempre più il foro, mentre si procedeva discendendo.- Dopo qualche secolo di lavoro, un enorme cono nel sottosuolo era prodotto assicurato, ed il mio palazzo, era proprio la ciliegia su questo cono gelato, dove, quando mi sovveniva l’idea ai tempi del terremoto, mi ghiacciavo al sopraggiungere del pensiero susseguente del cono all'incontrario. Effettivamente c’è da cercare gli antichi fori del salvadanaio, grazie ad un sopraluogo in nome della stabilità. – Ricordo sprofondò la strada, proprio davanti casa. – Senza questo vuoto, dove le onde sismiche decantavano il loro effetto dirompente, il terremoto degli anni ottanta avrebbe causato danni incalcolabili.- Se riflettiamo sui problemi della crosta terrestre, scopriamo di avere tantissimo da fare per la sicurezza. Fine programma liquidi in associazione d’idea, beviamo acqua inquinata, non mica petrolio gasato purificato all’essenza di fogna filtrato dall’ingegnere dell’acqua?

Mia madre e tutte le vecchiette chiesa come lei asseriva San Gennaro i segni di qualcosa nefasta sarebbe accaduta, li stava trasmettendo tutti, prima del terremoto.- É vero, la lontananza monta amore, rende più romantici, fino al punto di asserire: di tutta Napoli il ricordo che mi manca in testa è quel “ Piezzo di cappiello “ di San Gennaro, sarà forse perché padre Morelli, il mio professore delle materie letterarie alle scuole medie, m’é rimasto impresso e con lui l’ampolla, la quale quando il Santo deve fare il miracolo, lui stringe tra le mani con il suo sangue gremito. - Le stesse mani che ha lasciate impresse sulle guance di tutta la Terza C, eccetto me e fatto strano, ogni volta ci penso mi viene da ridere, e lo stesso effetto scaturisce in tutta la scolaresca che ad incontrare chiunque di quella classe, è impossibile non ricordare quei giorni d’ilarità scanzonata. – Padre Morelli, unico e solo che tutti ricordano d’acchito, figurasi quando lo vidi sul giornale: che sballo! - A scuola, tutti volevamo bene a Padre Morelli. - A me non ha dato mai uno schiaffo, mio fratello li prendeva anche per me; purtroppo per il sottoscritto, nessuno é stato in ginocchio quanto me, in tutta la storia della scuola: che tortura! – Ora, quando vado in chiesa m’inginocchio, mai, salvo un attimo prima e dopo la comunione. - Padre Morelli mi rimandò a settembre in tutte le materie, davvero; non fui ammesso agli esami, sinonimo sarebbe stato dire bocciato, in novantanove per cento dei casi, così è. - In seconda media fui bocciato, invece di andare a scuola, spesso prendevo la strada del bosco, dove ero bravo a giocare a pallone. Da ripetente, in seconda C, mi ritrovai nella classe con mio fratello più piccolo, mi responsabilizzai onde dare buon esempio, andando tutti i giorni a scuola e fui promosso. – L’anno successivo, terza media, anche se cascava il mondo, tutti andavamo a scuola, nelle ore di Padre Morelli, il quale poi essendo insegnante di lettere era presente quasi tutti i giorni, tra italiano, storia e geografia, ed allora quando spiegava era uno spettacolo unico: si rideva con la pala, possedeva una mimica impossibile al controllo, ed allora volavano schiaffoni da colonna sonora incredibili, si piangeva dalle risate, si studiava che era un piacere. – Io, non ricordo niente di quanto spiegasse, salvo trattenermi dal ridere sulle ginocchia. - Ad agosto andai a studiare nel seminario, dalla figlia del fattore, amico di mio padre e di tutti noi, si passava sempre da lì per andare nella Basilica di Santa Maria Landi, la cui statua di marmo nel giorno del terremoto cadde in piedi sul sagrato, al centro della scalinata, da un’altezza di una quarantina di metri, senza scalfirsi. - A settembre fui promosso a pienissimi voti, non ci fu materia nella quale m’espressi appena sufficiente, ovunque perfetto, il preside della commissione esterna che m’interrogò in storia e scienze naturali, si rivolse alla professoressa Leonia e le chiese come mai non fossi stato ammesso agli esami di giugno, lei candidamente rispose: condotta, anche se non é assolutamente cattivo, aggiunse. - Più di esternare un sorriso imbarazzato convenevole, immagine seria, cosa potevo fare? Non mica potevo raccontare di Sivori che faceva impazzire tutti quanti al San Paolo e la croce vera per i romani era SPQR nel segno di Omar, che oltre ai romani aveva una spiccata propensione a punire tutti quelli con la maglia a strisce nere.

Riccardomustodario

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Aug 22, 2019, 6:49:17 PM8/22/19
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On Wednesday, August 21, 2019 at 4:30:53 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:
A settembre di due anni fa il Seminario di Viale Colli Aminei si vestì a nuovo, niente di meno Papa Karol Wojtyla al secolo pastorale Giovanni Paolo XXIII ivi si fermò per molti giorni, aria collinare, salubre, vista sul mare. - Una mattina distrattamente apro il cancello, subito dopo il mio palazzo c’é una curva, quindi non vedevo le macchine che provengono da sopra e neanche feci caso per la verità alle auto, tutte ferme e silenziose, motori spenti, ad un più attento esame mi resi conto che gli autisti leggevano il giornale senza imprecare. Non credo ai miei occhi: gli autisti super strippati napoletani che se ne fregano del traffico?- Boh! - Non ricordo mai di essere uscito cinque minuti prima, di mattina adoro la puntualità, sarà stato quel silenzio particolare a darmi maggior spinta, velocità?– Fatto é, andai a vedere cosa fosse successo e notai attraversando la strada, che un po’ più giù, all’altezza del seminario, una folla notevole di persone con tanto d’infermieri sulle scalinate e sui muretti dell’ospedale e della clinica vicino, e chiedendo a qualcuno cosa fosse successo, seppi che c’era il Papa, allora ivi mi recai. - Uhà!- Sua Santità proprio qua! - Ad un paio di numeri civici da casa mia!- Sopraggiunge sui tacchi a passo svelto, la maestrina Della Corte, la quale tutte le mattine passava sotto la mia finestra per andare a lavoro e si presentò quel giorno, proprio mentre usciva l’auto Papale, nella sua luminosità frontale, avanzava ed io mi pregustavo il momento in cui avrei visto il bel faccione del Papa nelle sue vesti molto particolari, uniche.- La segretaria della domenica iniziava a piagnucolare “ Non vedo, non vedo, non vedo “ siccome veramente ha bisogno di un po’ di Santità, con tutti quegli injuci che va combinando, la presi come segno del signore e la sollevai; ti pareva non l’alzassi in cielo, pesa cinquanta grammi, tale fu lo slancio a momenti si azzeccava al palo dalla luce, magari … avrei guardato il Papa, il quale passò ed io non lo vidi ed ancora lo aspetto che faccia visita pastorale a Londra. – Dispettoso l’autista andava piano nel sopraggiungere frontale, appena il Papa mi fu davanti, Madonna e come scappò l'autista; qualcuno s’ingelosì o cosa? - Di Della Corte non ho recapito, e voglio vedere il Papa, non so se rendo l’idea, specialmente ora, hanno restaurato la cattedrale sotto casa, abbandonata da prima che mi trasferissi qua, e chissà da quando era chiusa al servizio pastorale? – Cosa potevo dire a chi mi chiedesse del Papa? - Beh, sai, come macchina preferisco la Jaguar d’epoca, color ottanio, tettuccio apribile con interni e capotine sabbia? - Dopo qualche giorno telefona Bella Star “ Vieni qua, corri, corri andiamo sul palco con il Papa, il nostro tastierista dirige l’orchestra: il Papa, il palco e noi “. - Forse dormivo, per strada non c’era traffico, lo ricordo bene, mi pare fosse sabato, scesi di casa tra la doccia e mentre mi vestivo, a tempo record, mi ritrovai sulla tangenziale insieme ad altre centomila auto intorno, bagnato di sudore, senza poter andare, per ore intere, in nessuna direzione, capii perché il Papa avesse fatto cenno all’autista di scappare; purtroppo dal Vaticano, valutare il traffico napoletano e uguale che programmare più facile e breve convertire prima il resto del mondo al cattolicesimo. - Quel giorno c’erano centomila e più persone in Piazza Plebiscito ed un milione, tra le quali io, bloccate nel traffico.

Nel seminario si studia per diventare preti; i pretini, al bar sotto casa mia, acquistavano caramelle e cioccolatini. - Sono cresciuto con tantissimi pretini intorno, credo non esista un altro posto al mondo con tanti pretini, purtroppo in questo tempo, la vocazione al sacerdozio va scemando e la differenza da trent’anni ad oggi si nota e come, e non solo al bar sotto casa o nelle sottane. - I preti contemporanei vestono stile metropolitano, specialmente ai capelli, hanno dimenticato ogni segno distintivo, manca poco li vedremo con copricapo da cow boy, mentre allora, con la tonaca svasata ed a campana allacciata da una fila infinita di bottoni e la chierica ed il copricapo a disco volante, erano spettacolari, infine cosa dire del collettino particolare, unica nota bianca in tanto nero, e le calze rosso porpora?

Un paio d’anni fa, un cliente mi chiese di misurare un capo spalla, lo indossai ed assunsi posizione braccia conserte mani alle spalle. – Questi si mise a ridere, assicurando fossi uguale ad un prete. – Lo odiai in quel momento, e se la cavò bene, altrimenti gli avrei dovuto fare grazia di penitenza per essere stato blasfemo nel nominarmi prete invano, non lo avrei mai promosso sagrestano. - Sempre la stessa persona, incontrò Gustavo al centro e questi gli comunicò ero morto. – Mi diedi semplicemente scomparso da Napoli per una settimana, stavo andando nella Valle del Non per ricerca colori, paesaggi oltre montuosi, e per scaricarmi dai negativi in prospettiva giunti da chissà dove a danno dell’immagine originale; ogni tanto bisogna pur cambiare fotografia, non può essere sempre Vesuvio. - Andai un po’ ovunque in Italia, senza mai giungere alla valle suddetta, troppa pioggia; quella zona inoltre, la ricordavo magica. Avevo ammirato la Valle del Non un mattino in macchina, conoscendola meglio risulta vero capolavoro della natura. – Fu bello quando quel Mio caro cliente dal flash sacerdotale mi rivide – non credeva ai suoi occhi. - Non prestai molta attenzione a quanto gli avessero detto, perché i Bellazzi seguono il mito della chiacchiera a tutti i costi, l’importante è si parli, in quanto poi a concludere già sai. - Questo dato di fatto, incluso il pallorum ractatio omnia mala fugit é di rigore per mantenersi in vita dopo dicerie del genere; giusto per non restare senza far niente dopo la morte; mi faceva ridere assai, incontrare persone che non sapevano se darmi le condoglianze o cosa. - Basta che pagate i sospesi e non c’é problema, anche se morissi verrei a chiederveli lo stesso.

Dopo la vacanza del Natale, rientrai da Londra, ritemprato a dovere. - La città, cui avevo rivisto da poco con piacere, era più giusta che mai. - Una volta conseguito il diploma, anni prima, ivi trascorsi quattro, cinque mesi, prima di partire militare. - Era semplicissimo trovare lavoro, grazie all’agenzia, ogni qualvolta finivano i soldi, del lavoro precedente. - Si poteva vivere benissimo, grazie ad un’infinità di lavori temporanei facili da procurarsi, e poi il tipo dell’agenzia, ben capiva l’antifona, il piacere di vivere, in primis, costituiva ciò che interessava gli studenti, specialmente italiani, dopotutto é anche molto inglese guadagnarsi da vivere studiando, il guaio nostro é che “ Gli esami non finiscono mai “ dice Eduardo, ed io ero venuto in Inghilterra, con i soldi che la mia mamma, aveva lasciato sul comò la mattina, per iscrivermi all’Università. - Il primo lavoro fu proprio sotto casa, dove abitava la mia futura moglie e dove alloggiavo. Per andare a lavorare in una lavanderia industriale, bastava aprissi la porta, prendessi l’ascensore ed attraversassi la strada a meno di dieci minuti a piedi dalla City; così entrai nel mondo del lavoro di questi lidi. - Il primo giorno fu estenuante; attaccata alla parete una macchina a nastro, la quale si parava davanti per otto ore consecutive; con tale attrezzatura mi aiutavo per rimettere il rotolo di cotone, sporchissimo e maleodorante, lungo e largo, in linea, pronto per essere processato nella sua catena di lavorazione di lavaggio industriale. - Cotoni attorcigliati, annodati da misteriose mani, le quali neanche sapevano asciugarsi? - Rotoli usciti dai loro alloggi, giungevano in un carrello dove erano ammassati, ed anche se puliti, ugualmente prendevano il tanfo degli sporchi ed a lavorarci sopra, ad appena cinquanta centimetri di distanza dal mio posto, c’era poco da stare allegri. - Ridonato dinamismo a tutto il rotolo, bisognava piegarlo su se stesso, con tante strisce a seguire partendo dal capoverso e si proseguiva creando un tappetino a balze sovrapposte, da un metro e mezzo l’una, misura d’apertura comoda di braccia. - La macchina serviva nei casi complicati, quando proprio il nastro era difficilissimo da sciogliere, altrimenti era più sbrigativo procedere a mano.- La maggior parte dei rotoli che giungevano da me erano ingarbugliati, tanto da richiedere l’aiuto di tutti i mezzi che avevo a disposizione, per venirne a capo, nel più breve tempo possibile. - Azionavo dei pulsanti e dalla macchina usciva il rotolo - con la mano lo portavo da un lato prima e poi dall’altro onde ottenere due metà sorrette al centro da un’asta di sostegno. - Lo stenditoio automatico, era dotato di movimento ondulatorio, però accompagnarlo con la mano, spesso era necessario per condurre a termine un lavoro indubbiamente scomodo, sorpassato. – Quella prima notte m’addormentai più tardi del solito, nauseato e stanchissimo - il mio posto di lavoro, produceva sempre straordinario mi dissero, quando mi vennero a chiedere di restare, per ultimare il più possibile la produzione. - Non ero certo lì, per aspettar Natale in quel atmosfera, anzi, e dopo tutto non avevo bisogno di tanti soldi e volendo potevo sempre chiederne a casa, piuttosto prestare attenzione a non vomitare per rimettere in linea carrelli di rotoli fuori guida. - L’indomani mattina stendo il rotolo, quello che mi sembrava più ben messo di tutti, per quasi tutta la lunghezza del capannone, senza disturbare i compagni di lavoro che erano occupati perimetralmente, e senza neanche sentirmi osservato, non spizzicavo una parola d’inglese, stesi tutta la striscia sul pavimento ed azionando la velocità al massimo e pilotandola quando bastava per stendere a modo il tessuto, in meno che non si dica, risolsi il problema. – Quel giorno verso l’una massimo, dovetti terminare ogni pezzo che giaceva nel carrello dei rotoli sporchi, c’era troppa roba accantonata e stendendola dal capoverso, ero anche lontano dal corpo asciugamani più impregnato, il mio lavoro di colpo, diventò senza affanni e pulito, in quanto il rotolo libero dai nodi perdeva il tanfo tipico dei punti non ossigenati.- Ero compiaciuto di me stesso e non solo per il look, infatti dalla prima esperienza occupazionale, potevo ritenermi soddisfatto, me l’ero cavata incredibilmente bene, per quello che mi fu prospettato il giorno precedente e che dovetti accettare per forza, perché come inizio e senza neanche saper parlare, cosa si può chiedere a parte ringraziare, per quanto viene offerto?- Il giorno dopo alle dieci e qualcosa intervallo del tè, uscivo dalla fabbrica, andavo a comprare il giornale, mi facevo un bel sedile coi rotoli, per farla breve, neanche a Hollywood si sono mai viste cose simili?–Il mio posto di lavoro, era quotidianamente, in poco tempo sbarazzato da ogni faccenda infernale e rumorosa di un'attrezzatura che vibrando smuoveva tutto il circondato. - Il Boss, giunse a lavoro con la sua Jaguar, mentre io entravo, lasciò la macchina ben visibile, parcheggiata sotto casa dove abitavo ed a breve, tutto era ordine ed io leggevo il giornale, si trattenne una vita a chiacchierare con la tipa che lavorava accanto a me, da vero capo in testa dell’azienda, in odore di trasformazione, qualche anno dopo si passò agli asciugatoi ad aria calda, meno lavoro e più igiene, per un mondo sempre più turistico a dimensione d’uomo. – Il mattino seguente venne a trovarmi a lavoro la mia ragazza, mi sembra con la sorella, se ben ricordo e anche con amiche e parenti e tutti a curiosare fieri non avessi niente da fare, per la mia bravura e che i tempi erano maturi per cambiare ambiente, nella scalata sociale. - Ormai sapevo quasi cento parole d’inglese. - Tutti i miei superiori, sembravano soddisfatti del mio lavoro e di risparmiare pagamenti per orari straordinari.- Per i rotoli di carta igienica per le vignette ” La Costellazione del Lupo Azzurro ” mi snodavo veloce appresso ad un attrezzo vibratore di fasce, il quale divorava la stesura delle strisce, vignette, quale apparecchio felino sbrana pecore al ketchup. - Dopo due settimane di lavoro ringraziai e salutai, non ero certamente nato per lavori al chiuso e volevo nuove esperienze, ed intorno Angel, dove abitavo, le agenzie pullulavano ed avevo bisogno di qualche bagno culturale in musei o equivalenti, per dare ragione alla mia visita di viaggio di conoscenza da esercizio intellettuale.

Giunse una telefonata dall’aeroporto, era sbarcato a Londra Vittorio Spalletta, che poi fondò in futuro la sua CEE “ Con Entusiasmo e Volontà “ cui ho scritto all’inizio dell’opera. - Se ne tornava a Napoli, qualcosa non quadrava, a destinazione, il suo bagaglio prese un altro aereo. - L’aereo della famiglia, probabilmente, figurarsi se non lo avessero marcato stretto - lo facevano scappare con moglie e figli? - Sarebbe stato divertente assai insieme a Londra, ma meglio così. - Per quanto mi concerne, la riccardomustodario’s international band, è presentata bene da tutte le sue sfumature. - Agli inglesi snob, i quali si chiedevano dell’Europa e degli italiani, recapitai i saluti del mio amico, ringraziando del pensiero gentile d’essere passato a trovarmi e nell’aeroporto quel dì, dimenticai il borsello ed il passaporto, con soldi ed annessi e connessi. – Di lì a poco, bussarono alla porta i poliziotti, con il mio borsello, integro, così come lo avevo lasciato, iniziai in quel frangente ad amare la polizia, anche se non li avevo mai odiati, li trovai splendidi e per la prima volta scoprii il concetto della sicurezza; a momenti giungevano a casa prima loro che io.- In passato un solo incontro con la polizia, fu durante uno sciopero studentesco arrestarono un mio amico, il quale niente stava facendo se non “ Cretinetty “ chiesi ai poliziotti di rilasciarlo, altrimenti si rovinava lo scherzo, e quelli incarrettarono nel furgone pure me. – Era il sessantotto o forse qualche anno prima, scioperavamo per le suppellettili della scuola: inefficienti come l’Istituto Enrico Fermi, succursale Via Domenico Fontana, aperta per far fronte all’enorme numero di studenti che in quegli anni produceva Napoli. - Quel giorno giunsi a scuola in orario, il portone era aperto, ma nessuno entrò, e quando mio padre si presentò per prelevarmi dalla stazione di polizia, non ebbe nulla da ridire, se andassi o meno a scuola, salvo un “ Stavo col pensiero … “. - A Londra i poliziotti li trovo efficientissimi, senza neanche il bisogno delle armi.

Due settimane da turista in quei meravigliosi anni settanta, con il flash in testa, molto fantasioso per la verità: Londra prolungamento del Golfo di Napoli, uno sballo assoluto di città, gente, musica, pullman, tutto poteva apparire sconvolgente. - Rispetto massimo si respira nel Regno, il cittadino lavora di buona lena, accarezzando l’idea di sognare quanto vale. - Londra capitale dalle tante, troppe possibilità di riuscita, ciò nonostante anche qui i figli di papà d’allora vezzeggiavano il comunismo quale questione culturale di quel momento, anche se poi, dal discorso anticapitalista che dichiaravano, erano i primi a farsi bene i conti a vantaggio delle loro tasche, sempre più borghesi. - I segni del progresso del momento di cultura sessantottina che si manifestò sino ai primi anni settanta, costituivano due realtà, proletaria e borghese, più una terza a parte costituita dai ricchi, cui a viaggiar da cosmopolitica si tracciava un’unica visione di ricchezza facente capo alla City isola londinese. Londra città ironicamente classista, ben quattro classi diverse, però senza tanta differenza tra le parti, salvo non si paragoni la prima all’ultima, esempio filologico di Aristocrat, da Upper Class ad Upper Road, un’unica linea di classe, tutti si viveva bene, ed erano evidenti questi modi d'essere, si notavano e si sentivano nell’aria, senza neanche andare a disturbare la pubblicità luminosa e consumistica per eccellenza in Piccadilly Circus o nell’underground, quantomeno leggerla nella mostra della Pop Art, nella Tate Gallery, laddove lavorava il mio futuro suocero e tanto volentieri andavo a fargli visita. - Era tutto un unico paese: il costume, la pubblicità, l’arte, la musica, lo sport, ci facevano più simili di quanto pensassimo, prima che imparassimo a parlare altri linguaggi, ci chiedevamo perché il pullman a Londra fosse diverso e là, di fronte a quel due piani rosso, si restava a bocca aperti incantati, quando si saliva in esso, al piano superiore, davanti, se si aveva la fortuna di trovare posto più turistico. - Tutto molto eccitante, da far sentire al centro del mondo, non spettatore attraverso i giornali, finalmente in visita reale ai locali del centro, dove in qualcuno era buio anche di mattina, si poteva ascoltare suono di chitarre sfrenatamente Rock.

Di lunedì mattina mi presentai in agenzia, il tipo dai capelli rossi e dall’aria birichina che la gestiva, dopo avermi fatto delle domande su Litz Taylor e Sophia Loren, decise ben parlassi l’internazionalese e mi spedì nella compagnia del gas. – Il lavoro era niente male, part-time, in genere permetteva di sopravvivere una settimana; uscivo anche all’aperto per mettere la benzina a dieci furgoni, i quali si rifornivano una volta al giorno, il resto chiacchiere per imparare l’inglese, tra un tè e l’altro. - Poi ritornando in agenzia “ Buongiorno - how are you - sono terminati i soldi. - Bobby Charlton, Beatles, Gigi Riva, Rolling Stones, Patty Pravo “ nome questo ultimo, che lui non conosceva, il quale probabilmente dovette dare l’impressione fossi ancora più internazionale, suonava inglese, tanto che mi spedì nell’ufficio della compagnia elettrica. – L’idea ufficio non l’ho mai avuta tanto in studio, a meno che non fosse mio, tipo l’ultimo piano della torre in Docklands non andrebbe male. - In quel ufficio, dovevo correggere delle cose complicatissime o forse facilissime, solo che non avevo capito bene cosa mi avessero detto, comunque lo feci, ma non era il mio ideale di lavoro e poi nessuno era tifoso dell’Arsenal.- Non ricordo quanto tempo sia stato in quel posto, l’amico dalle grandi conversazioni “ Pasolini, Ken Russell, Twiggy, Ornella Muti “ che ancora non era famosa e neanche io la conoscevo, quindi avrò detto qualche altro nome che ora non ricordo, insomma, mi manda in una fabbrica di campanelli, una volta stabilito che io sia avvezzo alla musica. - Troppi lavori, uno dietro l’altro, allora dopo una settimana cultural turistica vengo indirizzato nel deposito Archimede, non so se rendo l’idea … Pentax – motori marini. - Il posto m’ispirava, come aspirante magazziniere, subito mi distinsi per la mia dimestichezza alla paletta mobile, con la quale mettevo i motori in pile ordinate, alzandoli con le braccia metalliche, trasportando i colli di cartone, da un punto l’altro del deposito, sollevando l’imballo tutto dall’interstizio di base schermato in legno; che descrizione; insomma, tutto il magazzino si trovò in fila ordinato da un punto all’altro. - Spostando i motori, era un po’ come fare scuola guida matematica, infatti, la mattina disegnavo delle linee immaginarie a terra, sulle quali mi muovevo a memoria, dopo aver caricato le batterie al massimo dell’energia per l'elevatore, il quale poteva incapsulare tanta potenza e pure ciò destava curiosità in me, non avendo mai visto un motore elettrico di quella portata. - Il lavoro seguente fu al reparto pubblicità dell’Omega – avevo uno spazio con tavolo proprio sulla finestra, come se dovessero vedermi di faccia, nella stanza in cui operavo c’era un cartello, una locandina pubblicitaria di quattro atleti greci, questi dovevano trasmettere l’idea dell’orario – poster da Olimpiadi, laddove la forza fisica é continuamente in gara con il tempo in tante discipline. - Questi atleti classici, su fondo satinato nero, erano naturali come il loro tema: uomo in gara col tempo; tale idea da allora mi ha accompagnato sempre. – Quel posto é stato il più piacevole di tutti e quando stavo per lasciarlo, perché rientravo in Italia, era Natale, carinamente ebbi in regalo quel poster, il boss me lo arrotolò in un contenitore sicuro. – Lì erano tutti speciali, per la verità ovunque erano di gentilezza squisita, non ricordo mai di aver incontrato persone non a modo. - Prima di partire, vado a salutare l’amico dell’agenzia, il quale speranzoso di un ritorno dopo il servizio militare, mi regalò un bel portafogli di cinghiale.

Qualche giorno prima delle vacanze natalizie ero a casa. - La mia mamma si preoccupava che se non fossi partito per il servizio militare, mai e poi mai avrei potuto rimettere piede in Italia; inutile raccontarle storie di bracconieri che sconfinano con facilità. - Non le voleva proprio sentire, mai, assicurava mio padre.

Nell’ultimo post natalizio di due anni fa, entusiasta dai nuovi sussulti architettonici, ho trovato Angel completamente cambiata e lo stabilimento sotto casa dove lavoravo, é diventato un centro residenziale con segnali post industriali, una via di mezzo tra ufficio ed abitazione. - Gli uffici crescono e se ne costruiscono sempre di più, anche a Napoli, nel nuovo centro commerciale, ne sono sorti migliaia. – Eppure sembra ci sia ben poco da fare, mentre in procinto di uscire dalla recessione studiamo l’un l’altro sistema a livello europeo onde stabilire come muoversi sul mercato.- Per la serie: dall’orlo del trapasso di un’epoca al nuovo business europeo il tratto é breve, e come potrebbe essere diversamente, tra pochi anni sarà tutto cambiato. - Accertato nel vecchio continente siamo molto ricchi e volenterosi, bisogna solo credere ed operare di conseguenza, superando barriere commerciali che c’inchiodano ai bordi dell’opera incompiuta: la società.

Agli albori della collezione ics cerchio: Dio sta all’amore come l’energia sta al bene, ultimo mio, periodo napoletano, libravo un’altra interpretazione del pensiero che mi portavo appresso da secoli, la quale vedendo Martina, lietamente s’inserì nell’aria commerciale. - Lei amava discorrere temi artistici che a lungo andare la travolsero spiritualmente sulla strada del Buddismo, direbbe qualche materialista esasperato nel voler addurre a me la causa di tanta animosità inutile, invece no, perché l’esercizio spirituale è meglio dell’ozio. – Ultimamente si vedeva spesso, perché lavorava nella regione, ed essendo donna si sentiva frustrata dalle alte sfere dell’azienda che le precludevano la carriera. - Maschio potente o maledetto che sia, lei non demordeva e stava sondando tutte le Aziende del livello della sua che avessero bisogno di un capo area marketing. - Trovava nelle avversità precludenti al rampantismo spunto di per andare all’attacco.– Le suggerii dimenticarsi la religione buddista, la quale salendo troppo, esclude dalla carriera cristiana, alla fine per me le religiose son tutte monache in cerca di santità, in altre parole in cerca di cariche più vicine al Dio del nostro territorio, inoltre le chiesi dipingermi un quadro con gli angioletti, per una prossima collezione, cui avevo linee intuitive in testa, da sviluppare. – Ironia della sorte, non passò un mese ed erano già sulla rivista moda più accorsata.- Avrei dovuto credere ad un imbroglio d’interessi spirituali o ad un fatto che lei avesse legato al dito, come potevo leggere in un altro quadro, da lei riprodotto?


Distrazioni di qualche anno scorso, grazie a Della Corte che acquistò i biglietti un paio di settimane prima, andammo a vedere il concerto di Tina Turner.- Dei cretinetti dietro di noi, tossivano, starnutivano, facevano casino; tutte le star del gruppo con il quale ero al concerto, se ne fregavano altamente, anzi il cantante lanciò un acuto che elettrizzò l’aria, più dei megawatt della Rock Star sul palcoscenico più il chiasso dei tipacci di terza fila che avevamo dietro, compreso; i quali volentieri avrebbero esclamato: comprende, qualora avremmo chiesto loro di seguire il concerto come si deve. Ehilà, i tipacci sarebbero stati disintegrati dal concerto, se questi della Rock Bella Star band avessero avuto un’anima meno trash, cui afferrata l’antifona, mi comportai di conseguenza: il concerto di Tina Turner mi piacque moltissimo! - Era una giornata piovosa, nello stadio non si stava tanto stretti e poi mentre ascoltavo Night Bus, ammirando le scenografie del bel palco, altresì seguendo attentamente la bravura dei musicisti, allorquando quelli del gruppo del trio dei postumi, si sfiancarono con le loro tarantelle, quindi potei apprezzare gli strumentisti veri, specialmente il sassofonista, ed in quel mentre il cantante del gruppo di Bella Star mi fece sentire anche la sua voce, che non avevo mai udito prima lanciarsi su una nota e mi giunse netta, chiara e precisa, così come si era levata nel cielo della notte.– Ed ecco mossi da chissà quali richiami, in quel di Cava giunsero casinisti cui sopra menzionati, e nonostante invitassi a muoverci, di andare sotto al palco, dove potevano ascoltare musica più bombardata, loro senza neanche degnarmi di uno sguardo, ma senza neanche schifarmi, non si smuovevano. - Quelli sono dispettosi assai; una cosa, più di una volta é inutile dirla, può capitare di ritrovarsela infilata in un reef rock, poco lusinghiero. - Decido di andare al bar, avevo sete, il palco era enorme, si vedeva e si sentiva bene da tutte le parti.- Mi ristoro e porto agli amici pacchi di pop corn senza drink, non mica avevo chissà quante mani? - Quelli neanche si smuovono, nonostante la bocca arsa dal sale, in edizione Torture Jungle.- Il concerto diventava entusiasmante, quantunque i cafoni alle spalle non demordevano onde rinunciare al caos che producevano; il gruppo non si scomponeva, non cambiava posto, lì, con la bava alla bocca, Della Corte e Bella Star ridevano prestando attenzione a non consumare la saliva, per la sete precedente più il sale post cedente. - Inutile aggiungere, secondo il più integerrimo costume tosto rock del momento, seguissero solo il concerto: impettiti!

Tornando da Londra dopo una vacanza natalizia, ho l’impressione tutti i commercianti si lamentino più del dovuto, a loro dire, i clienti sono più preoccupati che interessati. - In casi abnormi, tipo la guerra del Golfo imminente contro l’Iraq, la gente si coinvolge più di se stessa, addio look, quindi giù lagnanze, giuste, causa la guerra, procediamo speditamente all’abbrutimento. - Uguale dimensione, avevo fiutato, dai telegiornali londinesi, causa gli alimentaristi e paradosso fu quando in vicinanza della data dell’ultimatum all’Iraq, si svuotarono i negozi per far posto agli alimentari stipati in credenza.- Mio padre, anche lui, voleva riempissimo le stive, cosa che tralasciai, se non per il necessario e qualche giorno in più, giusto per stare pace con la coscienza, nei suoi confronti.- La sconfitta del dittatore irakeno, dopo gli avvertimenti di rito, era senza via di scampo, si leggeva bene l’epilogo della faccenda.

La guerra mi sconvolse per l’alto indice di qualità scientifica dei mezzi in campo.- L’altissima tecnologia balistica, chissà cosa serbava ancora, qualora Saddam fosse stato più preparato? - Il vincitore ha sempre un’arma in più! - I missili Patriot: superlativi! - Senza il nostro mito contemporaneo tosto, il tragicomico dittatore Saddam Hussein, non avremmo mai conosciuto a che punto la follia della stupida guerra da vincere a tutti i costi fosse giunta. - Il dittatore era convinto, bene si leggeva nella sua faccia ideale scolpita nella pietra che disegna la città della torre di Babele crollata sotto il peso della confusione biblica, del senso di documento storico dell’umanità, ma il suo pensiero non risultava in sintonia con il mondo democratico. - Anch’io sono altrettanto certo di quanto asserisco, infatti, prima della guerra del Golfo avevo partorito “ Fino a che punto la confusione mentale ti coinvolge nelle manifestazioni affettive “ e spero di non fare la stessa fine del dittatore e per tanto mi adopero a pensare sempre meglio, nel senso reale a disposizione dei popoli della storia e così dovrebbero far tutti. Esiste una dittatura del pensiero intellettuale?

Stile metropolitano, stile manager, stile anglo americano, si susseguirono anno dopo anno, in un triennio che agli sprovveduti poteva sembrare tutto uguale, mentre per gli esperti, cioè gli addetti ai lavori era ben diverso, nacque il dubbio di fare un qualcosa più riconoscibile, di più facile identificazione per il pubblico, più allegro, che intonasse nell’universo rappresentato dal cerchio, delle ics, le quali alimentassero dubbi per le stelline che non esplodevano ed a noi autori del fashion come adoperarsi nel figurarsi propellente per lanciarle nel firmamento.

Ero troppo preso dall’entusiasmo del lavoro. - Bella Star si meravigliò, quando seppe non ero stato a trovare la persona delle cravatte conosciuta in Fiera. - Ci passai da fuori, come avrei non potuto, era sulla migliore strada di Londra a livello moda ed al solo pensare di moltiplicare gli impegni, furono le energie che avevo a disposizione a preoccuparsi per me. - In quel momento, non era un affare da seguire, dopo la stagione dalla quale uscivo, rafforzare le lacune di produzione soggiunte, non era errato. - Il fatto che lui si preoccupasse, fu segnale di stimolo efficacissimo, infatti, diventò un ottimo venditore e scrivemmo anche a qualche azienda importante, e gli lasciai pure materiale, se avesse voluto continuare con gli accessori e volendo, poteva scegliere la professione della rappresentanza tranquillamente, se lo preferiva, era introdotto nei migliori punti vendita, le ditte sarebbero state fiere di averlo come agente, qualora come stellina splendente, gli sarebbe stato difficile durare.- Da parte mia stavo pace, inseguendo il mio mito Londra, e non Hollywood, come lui si prefiggeva.

Da settembre o poco prima, tutto era stato programmato scientificamente fino all’estate, assolutamente non volevo rivivere nessuna esperienza dell’anno precedente. - Bella Star trovò giusto non oberarsi d’ulteriori impegni, era prossimo ad incidere il disco.

Si lavorava molto e la sera non uscivo più come sempre prima, spesso per fare compagnia a mio padre, e con mio zio e fratelli che passavano da casa tutti insieme, un paio di volte la settimana, si giocava a carte. - Nel rientrare da Londra scopro di aver cambiato stanza, mio padre occupa il mio letto, asserisce é più comodo, fu la prima mossa pseudo mamma, la quale aveva sempre avuto la fisima di cambiare la disposizione della camere; nella nuova stanza, c’é troppo di lei ed a volte può sembrare ossessivo, ma più passa il tempo e più diventa interessante. – Dichiaro la novità dell’ambiente a Bella Star, il quale si trova d’accordo sulle idee fisse delle madri, tragiche in generale, a volte da ridere, come nel caso alla scoperta dei loro inciuci.- Durante il giorno salgono gli zii a far visita a mio padre, più la cara signora del piano terra, la quale due volte al giorno, puntuale bussa alla porta per misurargli la pressione, anche quando lui sta bene. - Se mio padre non era in forma, nulla cambiava a carte, vinceva uguale, dove io perdevo il più delle volte e se ci rimettevo solo un paio di diecimila lire, me l’ero cavata bene, soprattutto quando c’era mio fratello piccolo, il quale faceva dell’impegno al tavolo, una questione direttamente proporzionale alla puntata in pecunia.

Durante il periodo della guerra, la politica la fa da padrona, generalmente voto scheda bianca per non sporcare. – Non capisco perché la gente complichi così tanto la questione politica, forse perché i partiti in Italia saranno pressappoco quarantasette e s’aspetta il morto che parla? - Per farla breve: bisogna dare i numeri, per poi iniziare daccapo a rompere le scatole?- Attualmente, si sono aggiunte anche le leghe, le quali per conquistarsi consensi parlano solo e male dei meridionali o dei marocchini che il Sindaco di Milano ha osato assumere all’ospedale, a suo dire costretto a rivolgersi in Africa, causa i milanesi che non accettano lavori umili, tipo infermieri, essendo tutti manager, se non dottori, inoltre i meridionali vincitori di concorso per hobby, rifiutano il trasferimento al nord: che casino! - Ed il buzzurro si offende e crea la Lega Nord? – Il principio della Lega Nord è stato in grado d'involgarire sul nascere l’unica discussione di classe interessante promossa dal Sindaco di Milano. - Ironia della sorte, questo anno, nelle lezioni di due mesi fa, il provincialismo d’Italia delle Leghe, ha raccolto più consensi di tutti a Milano. – Pace e decenza tra buzzurri settentrionali e cafoni meridionali.

Dopo lo spettacolo della guerra, la critica presenta lo show del nostro Presidente Cossiga, il quale inizia a parlare senza dire niente e minacciando addirittura dichiarazioni al fulmicotone in direzione dei bene informati, creandosi un atteggiamento attendista per caso; qualche giorno fa, ho trovato una pagina di giornale dove se ne sta in Irlanda - forse voleva informare circa ciò che non si conosceva di me montato all’inciucio internazionale.

In un mese ho preso solo tre giornali italiani, peccato i soldi spesi meglio, siano risultati quelli per il Corriere dello Sport e non per un quotidiano sociale, politico, spettacolare. Al Corriere dello Sport ho scritto per la rubrica dei lettori che senza D. A. Maradona il calcio é meglio si dia all’ippica, altro che chiacchiere.

Verso febbraio mio padre s’ammala e con il passare delle settimane, sempre più gravemente. - Era trascorso un anno e pochi mesi dalla dipartenza di mamma e lo spettro di papà andato mi terrorizzava, così decisi di prendere in mano le redini della situazioni. - Iniziai a preoccuparmi della malattia, seguendone il decorso e come incanalarlo sulla retta via della guarigione.- Erano due anni quasi, che la sera scendevo il cane per i suoi bisogni ed ora cucinavo pure, per Pippo, papà e per me, tre portate diverse. - Cosa devo dire: in nome dell’amore si fa presto a darsi un pizzico sulla pancia ed accollarsi le responsabilità di sorta. - Unica prerogativa che chiesi, testimoni in cucina, Bella Star e mio zio, fu di non rompere le scatole ai miei impegni presenti, nominando quella del primo piano dai potere occulti, i quali a momenti stavano per passarli come benefici, alla Cossiga per dirla in breve, il quale sa tutto lui per i bene informati, ma non per gli altri che veramente lavorano, i quali nonostante si comportino democraticamente, corrono pure il rischio di essere controllati senza volerlo, praticamente spiati in nome di una Ragione di Stato che non si capisce quando tozza con la speculazione in atto d'ufficio. - Più d'uni mi notò applicato alle enciclopedie per mettere insieme, a rigor di logica, giusto per non dire scientificamente il mio credo verteva principalmente sul recupero della volontà di mio padre, la quale stava andando a farsi benedire, allora tutti, e ve n’erano molti che avevano voce in capitolo, si diedero un tocco di serietà concreta.

A volte bisognava portare il cane in braccio nel cortile per i suoi bisogni – c’erano giorni in cui non voleva scendere, perché si stancava, allora si andava sul terrazzo. - Aveva quasi vent’anni ormai, se non di più, e fu di vitalità incredibile, quando s’arrotolò appresso alla salsiccia che gli servii insieme al riso e non potendola azzannare, perché non aveva i denti, fui richiamato dal suo agitarsi. - La salsiccia, uscita dalla scodella, rotolava sul pavimento e lui l’inseguiva abbaiando ed incavolandosi, la stringeva tra le gengive, facendola schizzare in avanti, perché non capiva quella situazione a lui nuova ed io non avevo calcolato che bisognava tagliargliela in pezzettini, così come feci dopo.- Pippo, il cane barbone, altezza media pelo lungo, sapeva essere comico, come quando si rimirava allo specchio dopo la tosatura, spaventato prima ed ossessionato poi dal non riconoscersi, s’impauriva, abbaiando andava a nascondersi terrorizzato, e noi ultimamente, a tale immagine improvvisa che si parava davanti ai suoi occhi, temevamo potesse svenire, di conseguenza lo preparavamo all’uopo.

Mio padre e Pippo erano diventati una settimana una sola cosa.- Del mio genitore si parlò di prodigio, quando cinque anni prima superò il grosso intervento, cui neanche il chirurgo dava tante speranze di riuscita. - Era affetto da cancro alla milza con metastasi, indubbiamente superata l’operazione, rimase delicato, ciò non escludeva si recasse ovunque volesse, guidando o a piedi. - Chi mise in mezzo le statistiche davano un ritorno della malattia dopo cinque anni, superati i sessantacinque, stava avendo ragione, e questo destino dal quale sembrava impossibile prescindere, non mi é mai piaciuto, infatti andando alla USL comunicai al dottore che tranquillamente sarebbe arrivato oltre gli ottanta anni e lui mi rispose, novanta o cento perché no, basta seguire i dettami, e ci sono ottime probabilità di andare molto oltre negli anni, assicurò. - La milza, é grande quanto un pugno chiuso di una mano media, e quando gli fu asportata, con mio cugino fisioterapista dell’ospedale, andai in laboratorio d’analisi a vederla. - Era un insieme di sangue raggrumato con tanti nottolini bianchi, simili a chicchi di riso, dalla grandezza del cuore di un toro, mi sembrò dopo che mio cugino mi aveva delucidato sulle dimensioni normali, il che spiegava la protuberanza che si era venuta a formare all’altezza degli organi e che lui mostrò prima di andare in ospedale, turbato dal suo aspetto fisico, mentre si vestiva stancamente, guardandosi allo specchio, non ricordo chi altri fosse presente a parte la mia mamma, che quella volta non rise pensando al malato immaginario.- La sera eravamo in ospedale, dopo aver avvertito mia zia fisioterapista. - Oltre alla milza, asportarono anche una parte del fegato, pure i polmoni non é che fossero del tutto sani, c’era un principio cancerogeno da metastasi - fortuna cuore e reni tenevano, altrimenti il chirurgo, chissà se avesse tentato l’intervento cui dava poche chance di riuscita. - Causa il cancro, il sangue in circolo va ad invadere gli altri organi, diffondendo il male nelle altre parti del corpo e diventa impresa ardua arginare la terribile malattia. Mio padre, é sempre stato un ottimo dottore di se stesso ed anche di tutti noi, per la verità. - Da piccoli, noi figli, eravamo sempre più o meno in fila: chi per la pillola o la siringa ricostituente o lo sciroppo o cos’altro che alla fine era lui a venire appresso altro che fila.- A quaranta anni, da ragazzo ad oggi, non sono mai stato dal medico, eccetto un paio di volte in venti anni e più.- Se proprio c’era bisogno del dottore, mio padre gli telefonava ed immancabilmente aveva pronto la pillola di turno. - Di conseguenza, quando presi l’enciclopedia tra le mani, la linfa vitale tornò a scorrergli nelle vene, perché come minimo, si dovette sentire motivato dalla curiosità della conoscenza, di vedere io cosa sapessi e siccome a creare storie fantascientifiche che funzionano sono maestro, siano esse a conduzione statica per loro o dinamica per me, quasi immediatamente avvertì sia lui che gli altri, dovevano darsi una mossa intellettuale esagerata se volevano mettersi in competizione con me, quindi meglio se zittivano in quanto bisognava salvare il moribondo. - L’influenza era la cosa che mio padre temesse di più, perché non avendo anticorpi, o meglio, essendo il suo fisico sensibile, trovava difficoltà a produrne di anticorpi, allora immediatamente il bacillo si diffondeva in tutto l’organismo, con conseguenze immaginabili sui valori corporei. – Questo, l'influenza, era il suo punto medico che non conoscevo.- Quella volta però non soffriva d’influenza, come la precedente primavera, periodo in cui vissi tutto normalmente, infatti, tranquillamente me ne uscivo, perché tanto era solo un’influenza, mentre cosa significasse per lui, me lo stava rivelando solo allora.- Per stargli vicino il più possibile, avevo fatto della mia ex stanza, la più lontana dal resto della casa, il punto dove lavoravo, insieme a Bella Star.


Riccardomustodario

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Aug 22, 2019, 7:06:16 PM8/22/19
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On Thursday, August 22, 2019 at 11:49:17 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:
- Mio padre, da un po’ di tempo, non apriva mai la porta a chicchessia, senza prima avergli esaminato la faccia, per stabilire cosa trasportasse, eventualmente, nei suoi cromosomi. - Per questa ragione, mi disse dei problemi dell’influenza, un giorno che io o Bella Star, demmo adito ad uno starnuto – altrimenti, non ci avrei mai pensato.

Contro l’influenza, l’unica alternativa, é la terapia d’urto, la vaccinazione, la quale é potente e provoca un forte abbattimento, ma in un soggetto che ogni anno, minimo una volta, si ritrova a trasfusioni di sangue per ristabilire gli equilibri tra globuli bianchi e rossi, é indispensabile.

Ottimizzati i valori che a mio padre più destavano preoccupazioni, preparo la mia arringa per riportarlo sulla via dell’entusiasmo della vita, fermo restante, alla stessa é sempre stato molto attaccato.

Inizio a parlargli della mancanza di partecipazione, la quale non gli è consona, ma traspare allorquando girato su un lato faccia al muro, non rispondeva più a quanto capitasse o si dicesse intorno. - L’avvilimento, dichiaravo solo a lui nella stanza, quando tutti gli altri se n’erano andati, può in genere scaturire dalla tensione per l’enorme paura della morte, la quale può sembrare un toccasana per l’ammalato che comincia a sentirsi in solitudine profonda, e non trova niente di meglio che mettersi nelle braccia di Dio, per trovare finalmente la pace. - Roba da cimitero d’elefanti. - Lo stress mentale cui si é sottoposti in tali frangenti, é enorme, l’ammalato inizia anche a valutare la sua vita terrena e scopre che essendo meritevole di Paradiso, tutto sommato, se ciò equivale a non soffrire più, il gioco può valere la candela, la quale rischia di spegnersi.- Aiuto!- Sembrava morto? – Assolutamente no! – Uguale se ne stava girato dall’altro lato senza segni di vita, faccia al muro. - Ed io, che con il libro in mano, speravo di trasmettergli chissà quale verità che non stavo leggendo? - Me tapino! - Valutare attentamente, perché mamma se ne fosse andata per il suo timore di tornare a soffrire nell’angoscia di sentirsi strumento sperimentale e nello stesso tempo non voler morire, era indispensabile.- Questo primo discorso, si era risolto un buco nell’acqua, mio padre non era stato ricettivo, ma l’argomento costituiva buon viatico per quanto mi prefiggevo.

Quando si ritrovò pieno di tubicini che uscivano da tutte le parti del corpo tuffandosi in buste e sacchettini di plastica appesi intorno al letto, sulla falsariga di questi discorsi insopportabili alla vista, con lui m’iniziai alla terapia della volontà grazie alla quale ci liberiamo delle noie; lui che in quanto a scocciarsi era maestro, in questa direzione, dava qualche apprensione.- Analizzando la situazione allo stato attuale, il recupero da raggiungere nel modo più idoneo, rappresentava quanto cercavo e ciò sondavo, sperando che fosse lui stesso a suggerirmelo, senza scervellarmi tentavo d’andare il più possibile al di là della terapia filosofica della chiacchierata mera a se stessa, donavo alla parola pilotata tangibile significato di volontà che lui doveva recepire ad ogni sillaba, almeno questo, era il mio intento. - Del recupero della volontà o dello spirito d’essa, ne avevamo discusso anni addietro; dell’importanza dello Yoga o di Zaratustra: la volontà dello spirito che si materializza in forza vitale, senza andare al Creatore, come lui stava facendo. – Andando con la ragione al superuomo, non poteva stare là abbandonato sul letto nell’attesa dell’addio senza replicare alla vita. – Il fascismo non replica alla vita. È ciò “ Un’amicizia “ di H. Hesse? – Libri molto conosciuti in casa e tra i pochi che ho letto - in definitiva: perché remare contro la cultura di famiglia nel senso di conoscenza della questione? - Non poteva risparmiarsi riposta!

I Santoni indiani riescono ad annullare la materia; il corpo assurgendo a spiritualità totale, è capace di resistere quaranta metri nel sottosuolo, grazie ad un filo d’aria attraverso un catetere. - I Santoni indiani non si ammalano, chissà se muoiono mai, ho letto qualche giorno fa che in India ci sono ben duecentotrenta milioni di religioni, in sostanza ogni nucleo familiare fa fede a se stante. – Non penso le divisioni apporteranno crescita di un popolo e tra le tante diverse conduzioni sociali, i pachistani si sono divisi dagli indiani, tra i due modi d’essere, preferisco mio padre, sebbene non volle trasmettermi nessun segno da Santone, nel momento che avevo esposto a lui, tutto il mio impegno. - Secondo me, un accenno santone non guasta, come quando c’é da rientrare dal limite del proprio corpo, laddove tra realtà e finzione c’è bisogno del nostro tocco scenico per un acuto che al momento non s’intravede, allora per non andare all’impegnativa santità, rivolgiamoci al nostro medesimo essere santone terra terra.

Nel chiedere lumi a mio zio, e su come dovessi procedere, questi mi consigliò di rivolgermi alla moglie di mio cugino al primo piano, la quale a quanto appariva, che sapesse ogni cosa di tutti non era mistero, e fosse anche in grado di dare consigli, non meravigliava. - Per mia sfortuna, incontrandola anni addietro al centro, dove abbondano i negozi di libri, alla sua richiesta di cosa cercassi, risposi ero interessato a dei testi nuovi nel loro genere: uno trattava una concettistica a me sconosciuta fino ad allora “ Artesegni “ ed un altro circa il procedere disegnando, genialmente, con il parietale destro; questi due testi, appena usciti, da pochi giorni sul mercato, non trovavo.

Ne dissi abbastanza a mio zio, il quale é una persona molto dolce, ricordando a mia madre, diavolerie di sorta nel palazzo non erano mai piaciute e lei aveva sempre affermato che lui, zio Pio, era buono così come il nome. – Capì perfettamente l’antifona e questa cosa qui, pure dovette avere il suo effetto, quando ne parlò con mio padre, nel momento che questi tornò, ad essere ricettivo. – In sintesi: le fattucchiere saranno per taluni anche divertenti, ma meglio non immischiarsi in loro, se si vuol vivere tranquilli e mantenere la propria identità, spirituale e materiale.

In quei giorni, mentre salivo con Bella Star le scale, al pianerottolo di mio cugino in questione marito strega, s’aprì la porta, e forte si levava alta la voce del grande tenore che con quel inno, aveva aperto i mondiali. - Cosa interessasse a me della musica classica, e quanto a Bella Star tutto immerso nel Rock, se non la curiosità di mio cugino di parlare anche con Bella Star, per farselo tifoso, perché tanto, tutti fanno mercato musicale, secondo il suo pensiero, e figurati quando avrebbe inciso il disco, con lui e tutti gli altri al suo primo piano, i quali conoscevano tutti e tutto: successone. - Vincerà era il flash sul quale mio cugino voleva far leva per portarlo su in cima, vertice che io troncai in quanto il grande tenore non godeva di tutto il mio consenso per la sua linea d’abbigliamento che firma, come si può ammirare in Baia Domitia esposta in vetrina, dove sembra avere difficoltà ad esprimersi con gli stranieri, i quali lo mitizzano ed affollano il posto. - In conclusione, essendo io interessato, centomila volte più alla moda che alla musica, bye bye alle stranezze spirituali, in un settore dove non si vince a chiacchiere, bensì in virtù di linee di conoscenza moda, cui la strega può essere solo un look flash, una volta ogni dieci anni, e W gli stilisti veri, e povero Gianni Versace o Valentino Garavani, ormai leggenda, e tanti altri a ritrovarsi colleghi del grande tenore, senza saper cantare, e qualora i fashion design veri avessero qualcosa da ridire, questi, il gran maestro della voce, è in grado di uno “ Strillo “ nei timpani da stordire - non lo so – come se bastasse ago, cotone e forbice per diventare grande stilista, o la voce per vendere al mercato sonnolento o più probabilmente lo so, sebbene non riesca a farmi sentirete da chi di potere governativo onde mettere ordine in tanta confusione che si sta generando tra settori e marchi, i quali funzionano e devono produrre sempre di pìù e per forza, per loro e le fattucchiere del medesimo giro che hanno generato, cui io voglio starne alla larga. - Bella Star, con le buste in mano della spesa come me, quattro buste salivano le scale in fila per due, continuando a mangiare cioccolata salutò anche lui e proseguimmo in su la scalinata a mani appese; da parte mia, pensando a questi pazzi manicomio di spiritualità arbitraria, i quali hanno la presunzione di pensare che se mi rivolgessi a loro avrei successo di stilista, non so se dovevo ridere o piangere, quindi meglio liberarsene. – Intanto, per la collezione uscita tutta difettata, con chi dovrei prendermela? – Chi più di tutti genera confusione e perché?

Più mi di tutto mi andò sul naso, se fossi diventato il grande design che sono, presente in tutte le migliori vetrine del mondo e non solo in Campania, con la mia collezione, eccetto quella dedicata alle “ Marunnelle “ altrimenti avrebbero ironizzato è stato Dio, per niente i profittatori spirituali straniti o blasfemi che siano, avrebbero tirato acqua al loro mulino e chissà quanta gente a mia insaputa dovetti avere alle calcagna nel momento che stavo per smuovere ogni angolo della terra. – Ohibo’! - Mi soggiunge della beata mia madre che manda tutto a rotoli giusto in tempo: meglio il successo per vie artistiche più precise, fa più orgoglio di famiglia cristiana.

Sta scritto sul biglietto da visita che sono un designer e forse non capisco questi lookogeni tipo “ Azzurra “ capolavori d’ingegneria indubbiamente, ma sol perché la barca in questo momento va forte nell’immaginario collettivo, bisogna propinarla in tutte le salse e così via? Ogni anno v’é uno sconfinamento nuovo che non mi torna, un abuso che stanca a lungo andare, come se i vari stilisti e non lo faccio per ripetermi: Versace, Armani o Valentino e tantissimi altri del settore, non rispondessero appieno alle esigenze di mercato dell'immagine, indubbiamente c’é qualcosa che mi sfugge, ma dove cercarla?

Bella Star si fece promotore di andarcene al Villaggio, e da lì passammo a casa mia, dopo che Tina andò in escandescenze non trovandosi nelle mie ricerche in quanto a lei più è confacente il prodotto veloce. Comunicai all’amico che si era proposto con nuova sede lavorativa, la mia famiglia a livello rompiscatole era niente a confronto la sua, posta da lui sempre in prima fila in quanto tale di caratteristica scatole. - Subito si rese conto della cosa, leggendo la traghetta fuori la porta Musto ad ogni piano e mai arrivando al quarto, altrettanti ne notava fino all'ingresso, laddove finalmente giungemmo. - Quando lui si chiese perché avessi rifiutato l’invito di mio cugino ad entrare, neanche gli risposi più di tanto, se non che mia madre perdonava tutto, salvo quando s’incavolava causa qualcosa di sbagliato, allora era capace di tagliarmi proprio la luce, aveva il potere di non farmi ragionare più come si conviene, in quanto, a livello spirituale, doveva essere come dice lei, punto e basta, dunque e meglio è, non iniziare proprio, la discussione. - Afferrata l’antifona, non se ne parlò più, figurarsi se avessi inseguito qualcosa d’aberrante secondo il suo credo. - Più di una volta Bella Star mi fece notare parlavo di mia madre come fosse viva. – Avrei forse potuto fare altrimenti con tanti gruppi paranoici che si adoperavano in associazioni equivoci? – Bella Star aveva ben chiara la sintesi dei discorsi inerenti alla confusione mentale, e bene aveva asserito che lui non si lasciava coinvolgere, mantenendo il controllo della situazione, gestendola addirittura, quindi ci si capiva a volo, grazie alla lucidità dell’espressione appena accennata di un pensiero brillante da brindisi mentale, il quale prende immediatamente forma man mano che stappato dal sub conscio si estrinseca nella sua purezza visiva ossigenata, riconosciuta anche dagli altri, perchè paragrafo espresso nel modo più elementare possibile.

Immediatamente per taluni, o man mano in antitesi per i più resistenti, sembra invece nel caso succitato fattucchiera che coinvolge tutti facendoci dichiarare: è così che viaggia insieme?
Tutti ne ridono delle stregonerie, poi nel proprio essere scopriamo le fatture minano la personalità, dal subconscio al conscio, il passo dello spiritismo si sviluppa inesorabilmente nell’ambiente, poi giunse Bezzabea, la quale andò addirittura all'inconscio ed al pre-conscio. Mettiamola così: strategia. Parlo come se mia madre fosse viva? Ciò può passare per spiritismo, il quale a ben argomentare, nulla a da spartire con lo spiritismo ufficiale dei maghi e fattucchiere, quindi sminuisco ciò che ritengo una piaga sociale, rendendo normale quanto paventano dai ciarlatani di straordinariamente magico aldilà della moda, dell'arte.

La casa di mio padre è messa in vendita, mia sorella trovava difficile recarsi da lui ogni giorno, vive poco fuori la città con il marito in una villa enorme, sarebbe stato più facile per tutti, dissero, se mio padre si fosse trasferito lì, proprio mentre mi stavo abituando all’idea casa patronale laboratorio e tanto seppi per caso nell’intervallo, ivi un attimo, per accertarmi tutto fosse O.K. mi recai, ritrovandomi tra tanta gente immerso e quasi tutti sconosciuti, i quali trattavano la compravendita, insieme ad agenti immobiliari.

Per quel autunno inverno, ero partito in quinta, tutto si stava svolgendo secondo i programmi, questa situazione di vendita improvvisa della casa poteva sconvolgere le abitudini con ripercussioni sulla produzione, per questo motivo mi accertai dei tempi.- Mi fu assicurato che prima la cosa si risolvesse, i tempi sarebbero stati larghi, di conseguenza, tornai a lavoro come se niente fosse, dopo aver dichiarato, per allungare ulteriormente i tempi di compravendita, che il prezzo richiesto era irrisorio ed il medesimo bisognava rivedere. - Il giorno dopo, la casa é venduta, per la metà del valore che avevo espresso, con la postilla bisognava lasciarla tra aprile e maggio per non incorrere nella penale, la quale essendo ragionevole, m’ispirò a rivedere il tutto.

A dispetto della mia volontà, gli affari subito vanno in porto. - Almeno si conclude qualcosa, avrebbe asserito un mio caro cliente.

Mio padre, a suo dire, preoccupandosi per me, balenò l’idea di affittare una casa insieme, più piccola e senza i quattro piani da salire, in modo si potesse muovere comodamente. - Mia sorella e mio fratello non furono propensi, considerando a modo loro, papà si fosse ridotto a fare il mio fac totum e prospettarono anche qualche appartamento ove potesse vivere da solo, al centro del luogo in cui era nato, a pochi passi da dove si sarebbe spostato in primavera inoltrata.- Non entravo nei particolari, in ogni modo, così come si faceva, per me andava bene e più che indispettirmi mi divertiva, la loro gelosia nei miei confronti, e mio padre mi raccontava dei loro progetti ed a me poco interessava. – Erano un po’ tutti convinti, quando mi vedevo con i nostri genitori, era solo per comodi miei, assolutamente fuori pista e non lo sapevano dichiarare, probabilmente ad essi doveva piacere parlare del mio pressappochismo nei confronti della realtà familiare proiettata nella nuova dimensione sociale " Single ".- Poverino mio padre, si trovava da un giorno all’altro, in cui tutti si promossero per averlo con se, dagli stessi condotto a valutare di vivere da solo, che poi tale non sarebbe stato, in quanto nel luogo al centro di ogni suo interesse da sempre, tipo gli amici, il circolo, la politica, la squadra di calcio e tutto il resto; e tutte le cose si svolgevano in quel luogo dei cento metri di zona. - Mio padre, avevo dimenticato presidente altresì della squadra di palla a volo femminile, si divertita lui stesso a mettere voci del genere in giro, per sondare con chi e per come, era meglio si trasferisse; già si sapeva sarebbe andato con mia sorella. - Bisogna riconoscere fu abile a valutare meglio i suoi affetti, in queste indagini a largo spettro, in cui riuscì a mescolare le responsabilità di tutti noi, restando lui, pietra dura, conoscenza impenetrabile. - I vecchietti hanno bisogno d’attenzioni, e lui ne richiamò ad iosa anche nella scelta di dove andare.- Andai a vedere una casa per tornare a vivere da solo, ed apriti cielo alle chiacchiere familiari: a vivere da menefreghista - di nuovo? – Sia ben chiaro, voce di famiglia non di popolo, infatti, subito nacque un’altra soluzione di separazione che induceva al temporeggiamento; allora presentai a tutti, da parte mia ero ben lieto andare incontro a ritornare ad essere l'io prima della visita di un mio fratello in ufficio, allorquando la massima di Lorenzo il Magnifico funzionava e come e da sempre mi trovavo perfettamente in sintonia con essa, stavo benissimo, inseguendo il mito del “ Quanto é bella giovinezza che ci sfugge tuttavia, del domani non c’é certezza, chi vuol essere lieto sia “. - Davvero! - Da quando ero rientrato a pieno regime nell’ambiente familiare, per ascoltare mio malgrado le loro critiche, spesso acide, ero diventato più vecchio, anche dei miei fratelli e sorelle coi quali ci sono quasi dieci anni di differenza in più o in meno, ed era evidente ad ognuno che appena un paio d’anni prima, ero il più giovane di tutti. - A mio padre questo discorso, piacque moltissimo, e convinto fosse la migliore soluzione per tutti, si trasferì da mia sorella, ed avrebbe voluto che ivi mi recassi pure io; inutile dilungarsi sulla questione, tanto che per metterlo tranquillo iniziai a telefonare all’ex moglie, a mia figlia, con la quale non potevo neanche più comunicare, perché aveva dimenticato l’italiano.

A proposito di decenni trascorsi, presentando delle maglie al Vomero ed ansioso di rivedere un’amica incontrata una notte d’estate al Borgo Marinaro in quel di Castel dell’Ovo, la quale non vedevo da almeno dieci prima, le telefonai essendo dalle sue parti, in un bel giorno di dicembre assolato. - Ci eravamo persi di vista dall’estate, perché ognuno impegnato nel troppo lavoro, lei come disegnatrice di gioielli ed indossatrice, a parte le pratiche per il suo divorzio, io come descritto.

Sia il dicembre dell’anno prima o dopo, cambia poco o molto é uguale, alla fine c’é in uno la partenza di mamma ed é quanto basta per renderlo differente, perché solo per lei dicembre era sempre Natale e bisognava stare insieme con la famiglia, di conseguenza tutte le altre vicissitudini, fanno parte del gioco. Natale non c'è più: cucù.

Quella notte d’estate fu veramente un bel incontro inatteso. Anfea é una bella persona: artistica, carina, comica, intelligente quanto basta e molto teatrale.- Per un paio d’anni e forse più, abbiamo fatto comitiva insieme a tanti altri, direi sette o otto e che poi ognuno frequentasse altre comitive poco tange. - Molta gente di quel periodo é scomparsa, nel vero senso della parola, come a dire: ci vuole la mia mamma per ripigliarli dal Purgatorio e creare la comitiva Paradiso tagliata al lattosio, evvai con La Dolce Euchessina. - Sconvolgente naturale, ero certo, lei non sarebbe mai diventata tossica, Anfea, dimostrazione lampante della perfetta forma in quel momento pre natalizio, nonostante l’incidente.- Eccezionale incontro, ogni qualvolta incrocio un reduce di quel periodo. - Dagli anni settanta agli ottanta, la gente più bella ed acculturata di quel tempo, ha fatto i conti con le droghe pesanti – una generazione intera é stata decimata e le comitive piangevano molti lutti. - Senza dire sciocchezze, avevo l’impressione di essere l’unico senza scosse, cioè reduce dall'esperienza dall'esistenza di quegli anni ed incontrare lei fu di un fantastico indescrivibile: una persona come me! - Tutti i personaggi che uscivano di notte per far bella la città, nei locali cui allora se n’aprivano a iosa, dopo poco balzati alla notorietà, si notavano in giro in cerca di ero per gli aghi.– Lei per non bucarsi e per farlo noto immediatamente a tutti, si tatuò sul braccio un fallo lungo quanto tutto l'arto, per non perdersi nei vortici degli amici dediti alla droga e dopo un viaggio nell’avventura del mondo si fermò a Bali, dove vive e sono invitato.- Io, per non essere inseguito dai fantasmi della droga conservati sotto vuoto, mi sposai e mai bucai. - Anfea aprì lo scrigno e mi mostrò le sue foto, quelle più care, iniziando da un vecchio baliese - fu emozionante, scoprire in lui i tratti del volto, uguali identici ad un nostro carissimo amico morto di over dose. - Finalmente una persona, che mi distraesse un attimino da mio padre e le sue attenzioni, e senza dirci niente di speciale, continuammo a chiacchierare come se non ci vedessimo dall’altro ieri, piuttosto dall’altro decennio. - Che bello questo feeling di conoscenza solidificata nel tempo. Magia d’incontro con una persona vera, con la quale mi riconosco sintonizzato a dovere nell’armonia dell’amicizia. - Ci si può innamorare per il piacere di essere vivi e ritrovarsi dieci anni più giovane, causa l'aver cancellato quegli anni per non ricordare i caduti nel buco della siringa?

Questione di volontà, di carattere, di fascino che se ne va e non si vuol perdere, il tempo passa, afferrandolo per la coda, lo si fa stare più lungo a questi lidi. – Immaginando chi pensa, che scrive e ride, e con la scusa é tardi mi suggerisco “ Telefonerò domani " ora sono impegnato ap come lavorare sul primo libro minimale “ Titolto “ che aspetta la pubblicazione e della relativa spiegazione sarebbe questo romanzo " La Costellazione del Lupo Azzurro " che non finisce mai e dal quale ben si possono ricavare vignette onde edificare la stessa storia, della carta igienica fumettata, anti vomito tossico a passeggio nello spazio, voglio raccontare. - Per andare all’attacco ci vorrebbe un investigatore privato e non per scoprire chi si fa dei miei beni, bensì per salvarci dalle droghe.

Con una stilista come Anfea, mi piacerebbe ripigliare completamente la tavola, dai piatti in ceramica di Capodimonte alla posateria, nella quale inserire le pietre. - La posateria sarà fantastica, é già tutta disegnata, e ciò funzionava e va messo dopo, anche se hanno già copiato la linea, però posso sempre cambiarla e le pietre restano, sempre più dure e preziose. – Al centro di un gioco senza frontiere, quando si complicano i fatti, colui a tramar potrei essere io, nel momento che leggono e non risolvono, la colpa dovrà pur essere di qualcuno asseriranno, o no? - É vero!– Esclameranno i più normali che confondono genialità con follia o viceversa o divertimento mio a volte di partenza, però procedendo con intelletto, ogni cosa si pianifica ad uso e consumo sociale, perché é la fede che calibra gli avvenimenti, in quanto é la grazia di Dio a farci inferiori a Lui medesimo, perché Dio é Amore e qua cerco i soldi, il successo, grazie alla sua misericordia accetto il momento ed allora dovrò pazientare ancora un poco onde veder stabilito un ottimale rapporto soldi amore e non tanto odio causa danaro così come si vede nei telegiornali.

Negli ultimi tempi, con la crescente solitudine degli individui e di conseguenza del mondo, s’avverte di più la presenza di Dio ed il bisogno d’amore tra le parti, siano esse materiali o spirituali. – Solo quando saranno frugati tutti i dubbi e le vicende delle umane genti splenderanno nella loro più mera chiarezza, saremo baciati d’amore divino, impossibile da raggiungere, da ottenere nella vita terrena, per tale motivo ancor più affascinante è riuscire a conquistare divinità terrena per dire addio all’ultimo bacio strappa lacrime, inseguendo un’altra commedia, al di là della spiritualità contemporanea ed io, dalla totalità di questa dimensione, mi faccio troppo prendere, cullare dal sogno dell'addio all'ultimo bacio strappalacrime, insomma addio alla morte.

Quel giorno di dicembre che telefonai Anfea, scusandomi fossi scomparso ed esprimendo tutto il mio desiderio di rivederla, lei fu meravigliosa dichiarandomi di essere stata impegnata uguale e sarebbe uscita in dieci minuti, perché doveva comprare qualcosa d’intimo ed era quasi pronta per recarsi al negozio: che fortuna.


Anfea mi condusse in tutti i negozi di corsetteria della zona, soffermandosi sui reggi seni, dopo che eravamo passati dalla Boutique della mia cliente di maglieria, la quale aveva acquistato maglie da Tina ed altre ne aveva terminate con scene riportate tessite su tessuto: un boom del momento. - Come posai una maglia sul banco, una cliente del negozio s’avvicinò e mi rivolse delle domande sulla merce, la informai dell’articolo e principalmente circa la scena rappresentata. - Lei rimase impressionata dalla descrizione del prodotto, tanto che mi propose se potevo interessarmi della vendita del suo complesso turistico, da poco costruito in una località nel basso salernitano. - Pattuimmo anche l’ingaggio: settantacinque milioni più i premi, la signora acconsentì, al che le feci presente di un ulteriore esborso fino a centoventi, altrimenti Anfea chi la pagava? - Tra l’altro, iniziava a dare segni di volersi dedicare ai suoi acquisti di corsetteria.– Chiaramente la costruttrice, donna manager attenta, voleva solo me e con Anfea, la quale si compiaceva dei suoi seni, quindi, dopo incasso e saluti, ci spostammo nel negozio di corsetteria, un po' più in là lungo la strada, da poco se n’era aperto uno stupendo. - La donna manager scimmiottina s’era posta in concorrenza con Anfea ed io non avevo colto sfumature d’occhiate tra loro? - Facile! - Però simpatico.- Come volevasi dimostrare, con lei le cose divertenti si accavallano per un incredibile ma vero, a pensarci, noto a momenti é l’una del mattino, sono appena stato a telefonare ad Anfea, non risponde nessuno, figurati se sta mai a casa a questa ora. - Sarebbe stato divertente injuciare qualcosa a telefono, ancora più piacevole se aggiungo non la sento da più di un anno.

In famiglia, essendo i miei molto cattolici, mi avevano appiccicato il ruolo di pecora nera, altrimenti pare una comunità funzioni appena, se non ci fosse uno capace di assorbire i mali secondo il punto di vista bigotto, ed essendo io quello dalle spalle più larghe, tutto era scaricato su di me e come uscirne, era un affare loro che facevano e disfacevano senza addivenire a capo di niente. - Questo dato di fatto, fu uno dei tanti che ci trovò d’accordo, tutti in famiglia, nelle nostre confidenze del perché, durante la convalescenza di mio padre.

Tornato da Londra, misi l’annuncio sul giornale, la casa si vendeva per quattrocentocinquanta milioni, garantendo a tutti che avessero ricevuto la loro quota già pattuita, inoltre mi sarei accollato la penale, giusto per togliermi lo sfizio di non essere stato interpellato, e ciò se lo dovevano ricordare. – Tutti o quasi iniziarono a mettere in dubbio il perché del loro operato ed avanzando le più svariate motivazioni, incomprensibili per la verità, volevano entrare nella cosa. - Vendo la casa per trecentocinquanta milioni, dovevo solo chiudere il contratto, e c’era la persona interessata, ci sarebbe stato per me un utile netto di sessanta milioni extra, nonostante ne pagassi quaranta di penale.

Decido di trattare la cosa direttamente con l’acquirente, il quale aveva l’opzione, naturalmente aveva già acquistato l’appartamento un mio cugino, tra l’altro, questi ha calcato il mondo degli affari, gestendo un negozio alimentare specialità salumeria, mestiere di pesi e misure come il padre di Bambule’, la ballerina nel guardaroba traforato. - Giovane, sposato con prole e laureato in lettere, insomma uno in gamba, mio cugino di secondo grado, per trattare un affare tra incompetenti frettolosi di risolvere chissà cosa, andava benissimo a soffiare sul fuoco. - Questi in prima istanza, m’affermò che avrebbe aggiunto dieci milioni, i quali chiaramente avrei preso io.- Tutti si scagliarono contro di me – giustificando che per dieci milioni, non si sarebbero sporcate le mani. – Era per me quanto bastava per rinunziarvi e semplicemente per dimostrare loro che non sapevano fare niente, buoni solo a sparlare di me, perché tanto se perdi dieci ugualmente ne perdi cento, avrebbe sentenziato Tina e siccome stiamo aperti per guadagnare, ditemi voi che voglia ho d’incassare qualsiasi danaro passi sotto al mio naso.
Tempo prima, avevo detto a Bella Star che me ne sarei voluto andare da Napoli ed avvicinarmi a mia figlia.- Fatto strano, si trasferì per lungo tempo, da mia zia la figlia del primo fratello Nino, la cui moglie era mia cugina, la quale non ce la faceva più a stare lontana da Napoli, quindi mia nipote, in quel periodo viveva con la sua nonna, mia zia.

Mio fratello vive a Bolzano, é un alto funzionario dello Stato, persona precisa ed affabile, sempre disponibile, infatti fece anche da compare a mia sorella quando lei si sposò. - Visto che Nino divorziò, mia sorella buttò la fede nel cesso, disconoscendolo come compare e fratello. - Non ho parole! - Mio fratello, probabilmente sarebbe morto se non fosse stato aiutato da mia madre, la quale lo condusse per le orecchie in ospedale, dopo essere andata fino al confine con l’Austria, perché lei sa cosa avesse captato del figlio che se n’era sceso dallo sportone, dove da buona forchetta primeggiava; stava giungendo al punto di non riuscire più ad ingoiare, neanche i liquidi. - Mia sorella, compreso l’ala buona del palazzo, strega in testa primo piano, voleva che l’eredità fosse data a mia cugina, in quanto nostro fratello era giudicato da lei, moralmente labile, intanto, della liquidazione e di mia madre e di mio padre, nessun ha visto niente e la pecora nera della famiglia, in merito, non sa un tubo, almeno per lo sfizio, sarebbe levito portarmi a conoscenza, non fosse altro per amore di letteratura; non mica è facile riempire libri, s'abbisogna di avvenimenti veri, robe da amore odio non tragedie.- Sia ben chiaro, tutto questo senza rancore, da parte mia e dello stesso fratello in questione, penso, tanto si scrive uguale e quando si è in avere non bisogna dare.- La cosa che più funzionava in quei frangenti era considerare chicchessia meritevole di appartenermi, mettendo in luce la volontà di mia madre, la quale non voleva assolutamente si frequentassero ciarlatane dalla spiritualità equivoche, le quali sicuramente offendono il Cristo durante le loro strane assemblee, mentre tutti sembravano essere in vocazione con la strega del primo piano, e questo dato di fatto lo facevo bollire in pentola a fiamma ardente, altro che incensi, patate, scope vecchie e feticci vari. - Quando i cristiani si scocciano non ce n’è per nessuno, l’inferno è stato inventato apposta per chi supera il limite. - Questi erano gli avvenimenti che si respiravano da gennaio a tutto aprile, intervallati da una ventina di giorni con stress indice cento. - Mi piacque mio fratello Nino, il quale mi chiese “ Ma perché ti chiami rimuda? ”. – Non sapeva di Mustodario, e neanche approfondii la prima domanda.

Tornato da Londra, perfettamente “ rimuda “ solo lavoro, il quale non mi stressa affatto, nella settimana prima di partire avevo anche preparato come sarei giunto per filo e per segno fino all’estate. - Panoramica generale: non credevo molto all’imminente guerra, quale causa di recessione che per me é e resta un periodo di transizione. - Lo scotto del noviziato, lo si paga fatalmente, prima d’ogni cambiamento storico, economico e politico. - L’Europa che sta nascendo rappresenta un contributo enorme all’umanità, la quale assorbirà e miscelerà le abitudini ed i costumi del vecchio continente, rendendolo più dinamico, pronto per una cultura comune, la quale non abbiamo, ma regge grazie al perbenismo della storia di ognuno, e nazioni e cittadini, compreso fratelli e sorelle, preti e suore. - Attualmente stiamo studiando cosa bisogna translare da una cultura ad un’altra e questo é un altro dato negativo o positivo che sia, il quale produce un costo, fortunatamente garantisce anche qualche lavoro, altrimenti sarebbe la fine. - La ricerca scientifica assorbe moltissimo, ma se manca non si può trasformare niente. - Da questo punto di vista la recessione di Londra mi sembra oro colato, il quale si raccoglierà appena il resto del mondo sarà pronto. - La City ed i centri commerciali in essa sparsi trasmettono un’infinità di segnali sempre più pronti al decollo. - Sono sicuro già a settembre, si leggeranno articoli più entusiasti e fiduciosi circa il rilancio di mercato.

Londra é una famiglia enorme, affluiscono in questo punto, genti e razze da tutto il mondo, amalgamandosi in breve in un unico gran rispetto d’umanità. - Kilburn é un posto molto dinamico, fin troppo, se provenissi da uno di quei paesini carini e sperduti d’Italia, sicuramente mi piacerebbe un mondo, ma vengo da una città super trafficata, quindi preferisco cambiare dimensione.- La chiese cristiane tradizionali, da queste parti sono affollatissime, ciò nonostante penso mi debba dare una mossa, ormai questa zona NW2 la conosco bene, e vorrei cambiare, preferisco Angel, non lontana da vedere sulla cartina, ma per giungervi con l’underground, bisogna salire su tre linee diverse.

C’é una tipa dai capelli lunghi, sarà alta un metro e sessanta, cammina con un basso coperto dai capelli, salita sul pullman é scesa la fermata prima della mia, ossessionata dal mezzo affollato. - Fa molto caldo: selezione di passi, di capelli, di bassi. - C’é una macchina targata Sassari, davanti all’albergo poco distante dalla mia finestra, con la bandiera della Sampdoria – qualcuno sarà giunto su questi lidi per la finale di Coppa Campioni e se la starà prendendo comoda per smaltire la delusione. - Abito poco distante da Wembly, questo m’inorgoglisce, quando ci sono le partite di cartello, si notano molte auto con bandiere in corteo. - Andare allo stadio dell’Arsenal ad Highbury, con l’underground é un viaggio che si può evitare con l’upper train.- Quest’anno ci sono sia il Napoli che Arsenal in Coppa Uefa, il giorno delle finali sarò in Polinesia. - Come si fa tifare contemporaneamente sia il vincitore che il perdente?

Un pomeriggio, mentre ero preso alle faccende lavorative con Bella Star, si presentò mio fratello più piccolo, consigliandomi di soprassedere, perché papà stava malissimo; quasi mi vuole anticipare, preparare, fu la mia impressione. - C’era molta gente quella volta e di colpo sembrò stessi precipitando in una situazione enorme, molto più grande di me. - Papà era stanco ed abbattuto.- Resto scioccato dal vederlo quasi esamine.- Me ne scendo da casa con Bella Star e noto nel viale c’é la nuova illuminazione. - Mio cugino marito della strega, aveva anch’egli finito i lavori in casa dopo che era tornato dal Kuwait causa la guerra; lui era sempre sulle navi in quella zona calda del pianeta, come Capitano sulle petroliere. - Questo lavoro delle luci in quel periodo, lo trovavo di cattivo gusto e di pessimo augurio e chissà dove lo andrò a renderlo positivo nella sua azione dinamica un giorno, per non portamelo appresso in chiave scocciante.

Si ferma sotto la finestra, un furgone con tanto di scritta “ Preghiera universale “. - Non essere attaccato ai soldi, credo sia un errore da parte mia, con tali pensieri in testa e nelle tasche, la gente intorno, é ben lieta di distrarre, diventando più carina, senza aggiungere c’é chi profitta di tali leggerezza e specialmente ora che sono al lumicino, si fortifica la volontà di giungere alla parola fine di questo romanzo e considerare di fumare meno e pure iniziare a correre per andare all’attacco delle spettanze che mi competono, cioè fare gol con i miei scritti ovvero arricchirmi.

Quel periodo d’enorme trambusto a casa, quando seriamente mi dedicai alla guarigione di mio padre, fu scocciante, i fedeli direbbero martoride - e ridi solo tu non ho capito? Scocciava molto dover sopportare un’infinità di segnali avversi, tipo la rottura del frigorifero: ogni volta che lo aprivo notavo spostati i numeri del tachimetro, fintanto, sempre in quei giorni, saltò il termostato, inoltre il rubinetto della lavatrice, avvitato talmente forte che per aprirlo mi slogai il polso. - Tra questi incomprensibili avvenimenti più evidenti, i quali mi condussero alle lacrime, fin che non decisi di far piazza pulita di tutti i feticci, in altre parole, ogni inutilità che serbavamo in casa doveva scomparire, preoccupandomi di ciò che era indispensabile, come il frigorifero che facemmo riparare e la manopola dell’acqua, la quale andavo a controllare per non ritrovarmela manomessa. - Buttai un sacco di roba – la terra abbandonata sotto al balcone, iniziava ad ingrossarsi di stranezze, souvenir che m’apparivano alloggiati in malo modo nell’ambiente, volarono via, infine, tutto era messo in bella mostra, in evidenza; tanto lo sapevo, s'individuano gli uomini invisibili al servizio delle streghe e rido pure io. - Cinque stanze più bagno e cucina, due corridoi ed in ogni ambiente tantissime cose stipate nei mobili ed incredibilmente la cameriera voleva sapere da me dove mettere i calzini, perché non c’era spazio e mio padre ormai non era più ricettivo, invece di svegliarsi e raccomandare ciò che bisognava fare a chi di dovere. – In effetti si, mi ero fissato, ed avevo fatto della “ Fissazione “ il modus indispensabile per riuscire in imprese ardue.

Riccardomustodario

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Aug 26, 2019, 8:00:22 AM8/26/19
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On Friday, August 23, 2019 at 12:06:16 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Anni prima, all’entrata della porta, avevo scritto “ Sfiorare l’impossibile: chiarezza “ e quella volta che mio padre non rispondeva agli impulsi, non lo so, salvando lui e poche persone tra i presenti, di tutti gli altri, avrei fatto un bel lancio appresso agli oggetti che volavano e per non andare in galera, me ne uscii con Bella Star, c’era da ammattire causa il pressappochismo o il tanto oppressivo senso inutile, se non controproducente addirittura, di quasi tutti.

Mio padre se ne stava faccia al muro, io ero dall’altro lato che lavoravo nel laboratorio provvisorio, da dove non provenivano rumori, ma musica.- Mio fratello, quando mi disse che si era al chi sa se vivrà e la musica era di cattivo gusto, mi distolse da un non so, e restai ancora più confuso quando entrai nell’altro ambiente, dov’erano tutti.- Nella stanza ci dovevano essere una ventina di persone in caciara incredibile, anche Pippo, il cane nero con qualche pelo bianco di vecchiaia, se ne stava sul divano tramortito come il suo tutore ed io dovevo accudirli. - Non avevano neanche mangiato, papà e Pippo, seppi dai presenti, i quali si erano prodigati per la bisogna, vanamente. Paranoia è inventarsi un'esistenza libera dalla ventidue alle tre del mattino, tanto dalle nove alle ventuno di sera bisogna lavorare otto ore minimo, ed ora invece di vita by night mi ero ridotto a non so manco io cosa di quel ore le quali, con tutta la buona volontà, non si chiudono gli occhi.

L’indomani mattina, dopo una notte insonne per la casa, pulendo e sgrossandola di feticci che buttavo nel giardino abbandonato, visivi a tutti, e non sotto la terra di nascosto come faceva la strega con le patate o cosa sa lei per la casa ove apri un cassetto e non sai cosa esce, feci ben presente che quelle pratiche da prosciugamento di linfa vitale era meglio non seguirle e condannarle.- Eppoi c’erano i balconi. Rientrando dal balcone dell’ex cucina, poi diventata studio, la pianta di mia madre era ridotta al minimo d’esistenza. – Quel balcone é freddo d’estate, figurarsi d’inverno. - Riposi la pianta, insieme a tutte le altre che erano in casa, alcune d’esse erano agli sgoccioli del loro essere, vegetali sparsi negli ambienti. Dopo aver accudito le piante, le alloggiai in un unico punto, vicino al balcone esposto a mezzogiorno.- In studio, compare una piccola piantina, spostandola, m'accorgo ha la linea spezzata, la butto subito esorcizzandola ed augurandole di continuare a vivere nella terra abbandonata, attaccata al palazzo di fronte, perennemente in fase d’ultimazione, dove la stavo lanciando, piuttosto che rompere le scatole sulle mie pelli preziose, nell’attesa d’essere lavorate, le quali certamente non andavano tagliate come rami.- Lo scheletro del palazzo mai finito che si parava davanti al nostro edificio, togliendoci visuale e pregio, danneggiava così come la mancanza d’ascensore nel nostro stabile, cui nonostante migliaia di riunioni condominiali non si era mai riusciti a trovare un accordo per istallarlo – senza aggiungere che lo stesso, avrebbe dato pregio a tutto lo stabile, a beneficio d'ogni inquilino, primo piano compreso.

Il palazzo sicuramente fu ingegneria notevole quando fu costruito, certamente non passava inosservato, addirittura con luccichii nell'intonaco gratinato. - Per amore di verità, due liquidazioni, quelle dei miei genitori, non ho capito a livello d’ingegno dove siano andate ad arricchire e sarà merito di chiarimento nel proseguimento del viaggio introspettivo, altrimenti sarei calunnioso e passibile d’attenzioni ben più accorte dall’istituto delle specifiche psichiche.- I condomini, sicuramente si volevano molto bene, ma l’ascensore non fu mai costruito, quindi mi abituai a saltare da un piano all’altro. Saltare era uno spasso unico, la prima volta fu valutabile quale fattore del rischio che corrono i centravanti quando si lanciano nella mischia piena d'avversari, quindi dovevo riuscirci essendo allora calciatore. Afferravo la ringhiera curvato su essa nella massima estensione del corpo con i piedi ben solidi a terra e di slancio con volè laddove la rampa torna per presentarsi diritta al piano inferiore, mi trovavo più o meno così come ero partito al livello sottostante. In quattro salti, in pochi secondi avevo scalato il palazzo e la domenica segnavo pure, poi venne il tempo dei tacchi e tanto non si poteva. - Avessi calunniato circa le liquidazioni saltate, sarei da sedia elettrica, asserendo la verità quale premio mi sarà corrisposto? - Giorno verrà i politici che sosterranno la verità andranno in Paradiso, anche se quel dì, adoperandosi per il taglio dei diritti economici acquisiti dai lavoratori, principalmente inerente a quanto abbia creduto nei contributi la massa operaia, cui seguendo il corso dell’abbattimento d’ogni ricchezza che stiamo osservando, annotare tra poco, elimineranno pure la tredicesima, quattordicesima e premio di produzione, insomma non si procreerà più onde evitare di produrre pezzenti. - Quando la ricchezza cresceva per tutto il sistema, notavamo c'era sempre qualche voce nuova a scuotere gli animi del consumismo, della produzione, Tredicesima, poi quattordicesima fino ad indennità rischio, eccetera; attualmente inizi anni novanta, ci ritroviamo da una decina d'anni senza alcuna novità interessante per la busta paga del lavoratore, poniamo tale stato di fatto causa della recessione, certamente di questo passo perderemo la realtà della lotta di classe, del progresso sociale sudato, guadagnato ed ogni cosa andrà ad arricchire esclusivamente politici o banche. Chi vivrà vedrà.

L’indomani mattina, con gli occhiali e senza chissà quale stanchezza nonostante poco avessi dormito, mi recai a ritirare le analisi. - Tutti i valori erano enormemente sballati, non corrispondevano neanche ai minimi di guardia. – Che l’organismo fosse ancora attivo, non si poteva leggere su quel foglio che mi diede il giovane medico, chiedendomi pure di che mi preoccupassi - mi sembrò di riconoscere un coetaneo di un tempo, forse frequentavamo lo stesso istituto, scuola anti stress al Vomero. - Era da tempo, che ogni settimana, andavo a ritirare le analisi.- Salendo le scale, bussai alla porta di mio zio, mostrandogli il documento ambulatoriale. - Quel giorno aspettavo il dottore, il quale non si presentò. – Avvilimento. - Alla prima telefonata che feci per accertarmi cosa fosse successo, la moglie del medico rispose il marito era uscito ed alla seconda chiamata, m’invitò a rivolgermi rivolgermi a zia Elena, moglie di zio Pio, dottoressa e collega del marito, e probabilmente, ivi lo avrei trovato, quantomeno avrei avuto delucidazioni.- Il messaggio era chiaro e forte: “ Caro mio, leggi le analisi e ti rendi conto “.

Dopo un’abbondante doccia tonificante, mi siedo sul lettino di mio padre ed armato di sicurezza psicologica non indifferente, gli chiedo se volesse mangiare qualcosa o ascoltare musica o cos’altro, purchè la smettesse di starsene rivolto faccia alla parete. - Non aveva neanche la forza di parlare, tanto che raccogliendo tutte le energie, mi assicurò lui mi volesse bene ed essendo vecchio, doveva morire ed io non dovessi preoccuparmi più di tanto.

Rassicurai l'uomo in avanzato percorso sul viale del tramonto, se fosse morto non sarebbe stata una gran perdita, purtroppo sarebbe partito per il Creatore anche Pippo, il quale lo emulava per filo e per segno, nonostante io non stravedessi per il cane, perdere due anime in casa nello stesso momento suonava disgrazia, anzi volevo non se n’andasse nessuno dei due.- Parlavo a macchinetta con guida automatica, in virtù della quale una frase doveva per forza partorire una reazione associata, dalla quale doveva risultare impossibile non scomporsi, fregandosene. - Operazione difficile la domanda ad effetto, importante era ricondurlo in essere. Essa domanda, rappresentava l’unica arma disponibile in grado di stimolare le cellule dell’intelletto suo, le quali da lì a poco avrebbero salutato e sarei stato finito, altro che valente interprete degli insegnamenti della vendita. - Con la responsabilità che gli affido, circa il cane, il quale doveva mangiare, trovo la scusa per intavolare il discorso cibo. - Com’é difficile far trovare ad una persona, anche se attaccata alla vita, i motivi per continuare a credere in essa, nel momento dell’abbandono del suo corpo.

Quel pomeriggio fu molto calmo, certosini e silenziosi passavano i visitatori di tanto in tanto – non ci furono commenti, nessuno disse la sua. - Nel laboratorio che mi portavo appresso, il quale posto dove concentrarmi é sempre stato confacente, grazie all’Enciclopedia Medica mi rendevo conto della malattia.- Ero diventato estremamente logico. – In mancanza di conoscenza la teoria conduce giocoforza ad un punto d'interessante comprendonio.
La logica fa comprendonio in mancanza di conoscenza ferrata.

Verso le dieci di sera ero in cucina, con i libri sulla tavola, dalla quale si notava oltre il corridoio, di faccia, sul letto mio padre, non più come un rabbino faccia al muro, il quale vuole espiare i suoi peccati, ciò in un frangente gli dissi, per motivarlo anche religiosamente, a darsi una regolata onde non cadere nel ridicolo spirituale. - Ambiente a luci basse ed io sempre più immerso nello studio dell’Enciclopedia, vengo carpito da un sussulto:-<< Riccardo, nun perdere tiempo, aggia murì, va te cocca, nun voglie manco cchiu le medicine >>. – Questo discorso gli costò una fatica enorme, traspariva dal gesto della mano sul volto che dalla bocca andava a lambire gli occhi, in uno stato di crescente abbandono nella disperazione di una commozione, la quale a stenti riusciva a gestire, lui, ed io senza nulla trasparire nell’emozione della mia voce entrai in camera sua esordendo:- << Non ti preoccupare: vivrai! - Se solo non ti abbatterai distruggendomi. - Ho sognato mamma! - Disperata nel suo pianto mi esortava a muovermi - fare presto - avvertendomi che stava morendo papà e che dovevo salvarlo.- Tutto ciò era lì, entrando dal cancelletto nel Viale, mentre lei era poggiata alla prima o seconda finestra. - Il sogno che appartiene a molto tempo fa, attualmente, mi suona annunciazione >>.

A sentire “ Ho sognato mamma “ mio padre rizzò le orecchie ed ebbe un fremito - ahimé! - Constatò non aveva la forza di sollevare neanche il capo.- Profittai della sua ricezione per suggerirgli di mangiare qualcosa – durante la giornata erano passati a salutarlo in molti e tra questi Rosina, la quale da vera crocerossina si prendeva cura di lui, che se ne stava dal mattino del giorno precedente faccia la muro, con le spalle voltate alla realtà che gli scorreva intorno, mentre c’era chi, come la persona della porta accanto, la quale aveva preparato per lui una delicata pastina con polpetta che gli avrei scaldato per rimetterlo in sesto. - Mi assicurò non aveva fame e bene avrei fatto dividerne qualche cucchiaiata con Pippo, in quanto a lui, una premuta d’arancia con un po’ di zucchero, sarebbe stato più che sufficiente.- Gli preparai quanto chiese, ben lieto di sorreggergli il bicchiere. - Bevve dalla cannuccia, in neanche un quarto d’ora molto intenso.

Acquistava mio padre, le arance da “ Vincenzo Friarielli “ amico suo d’infanzia, il quale gliele sceglieva con molta cura, come il resto della frutta e verdura, tutto di primissima scelta – era difficile trovare prodotti vegetali migliori, rivolgendosi altrove nella zona, e quando mi trasferii qualche chilometro, sulla stessa strada più sopra sposandomi, mio padre trovava difficile comprendere come sopportassi la spesa al supermercato sotto casa, dopo essere stato abituato diversamente, con il prodotto di prima qualità scelto appositamente da Friarielli, il quale garantiva arance così buone, non le trovavi neanche in Sicilia, nonostante provenissero da lì, perché le migliori gli appartenevano storicamente e per tale motivo erano le più care del mondo che un fruttivendolo possa acquistare, ciò nonostante lui le offriva a prezzo ragionevole.

L’indomani mattina feci la spesa e dopo essermi fermato dal salumaio e dal fruttivendolo in questione “ freschezza “ rientrando a casa, notai dall’altro lato della piazzetta il medico che s’intratteneva con qualcuno, figurarsi se l’avessi disturbato mai, sembrava guardare nella mia direzione, salutai con un cenno, ebbi anche l’impressione che volesse parlarmi, restò solo tale, anche se proseguendo pensai che i medici, così come si fermano nei corridoi degli ospedali, ritengono quasi ovvio che i parenti di un ammalato si rivolgano loro direttamente. - Bisogna pure aggiungere che stando con un amico equivalente alla Super Star che ho sempre avuto ben presente in me – mi chiesi se forse Bella Star non avesse avuto soggezione nel chiedere ragguagli al medico, timoroso di rompere le mie speranze e comunque meglio così, gli avrei telefonato di nuovo.

La sera precedente, dopo che Pippo ed io mangiammo qualcosa, lui verso l’una e mezza di notte bevve un’altra premuta d’arancia, al fin che io potessi andare a dormire, vittoria che ottenni una mezz’oretta dopo aver posto questo discorso:- << Pa’, come sai mamma, ogni giorno e da quando sono nato, ha detto cinque Ave Maria per me. – Secondo te, una che é Beata in Paradiso, per chi prega se non per un Santo? – Con questo non voglio affermare sono un Santo, perché sai bene non lo sono, senza aggiungere i Santi sono tali da morti ed io voglio campare molto e se ci metti un pizzico di volontà mi faciliterai il compito e vivrai assai pure tu. – Mamma sta vicino a me per te e non ti preoccupare, ce la faremo e tu non devi credere solo in virtù della fede, ma preoccuparti anche di sorreggere il tuo fisico, maggiormente ora. - Mio padre, seguendomi dapprima sul perplesso, notavo con il trascorrere del tempo dalla sua espressione imbambolata negli occhi lucidi velata in un sorriso, voleva aprirsi in un discorso che non trovavo da avviargli e neanche mi sfiorava l’idea di ascoltarlo, piuttosto mi premeva, iniziarlo di nuovo alla vita. - Misi in mezzo che se il medico non si fosse presentato all’appuntamento, era perché s’aspettava dapprima il referto del cardiologo, cosa che mi era sfuggita, ritenendola ovvia, senza aggiungere che il cuore ad occhio e croce batteva bene, inutile misurargli la pressione in quel momento, era senza energie, non toccando cibo da due giorni, nonostante ciò tutto funzionava per il meglio. - Tenendo ben presente, se avesse qualcosa da suggerire, per indirizzare bene la sua guarigione, la esprimesse, in modo tale avremmo raggiunto lo scopo del miglior stato di forma anzitempo. – Trasmissione voglia di esistere: avviso ai naviganti, proseguire secondo logica, nella tempesta della vita.

Potevano essere le due di quella notte, quando il fatto fu messo da me come segue:-<< Pa’ non puoi stare senza medicine – saranno due giorni che non ne prendi.– Per esempio … facciamo finta che da poco s’é fatto buio e siamo alle sette di sera, quale pillola da queste scatoline si prende a quel ora? – Asserendo ciò, afferrai con intenzione scocciata ma lieto di leggere per lui, uno dei tanti foglietti d’istruzioni sui medicinali, sopra al comodino che aveva di fianco al letto. - Come minimo ve n’erano una decina, di quei pezzi di carta piegati, leggermente diversi l’un l’altro. - Iniziai a leggere le istruzioni sulla tabella degli orari e tra questa e quel altra indicazione medica, ci soffermammo su quanto sembrava essere più importante, ne ingurgitò la dose tranquillamente e così facemmo mattino, studiando in comune accordo, tutti i medicinali.

Dopo poco s’invitò il cardiologo, il quale assicurò che sarebbe passato nel primo pomeriggio come avvenne e tra un ammiccamento ed una battuta, infuse coraggio ed il giorno dopo ritornò il suo medico curante preferito.

Dopo una ventina di giorni, era uscito dalle fiamme dell’inferno della morte, per espiare qualche altro peccato, prima d’essere pronto per il Paradiso e tranquillamente tornò ad uscire. – Per il paradiso la morte significa essere chiamati al momento giusto, mentre per inferno e purgatorio? – Dante che fantasia. - Analoga esperienza, anche se non tanto grave, l’avevamo vissuta tempo prima, quando mia sorella condusse mio padre a salutare il mare, dove abita lei, in una fredda giornata di primavera e la cosa più drammatica del “ Duo mentalos “ era notare che andassero raccontando quella esperienza in giro, e mio fratello Franco, dichiarava pure io dovevo preoccuparmi di papà, tanto c’era la nostra sorella a verificare fino a che punto complicare l’esistenza, e se fossero dicerie malvolentieri espresse o meno cosa tange, tra di noi? – Fortuna a detta di mamma lui, Franco, é: geloso, tirchio, intelligente, nervoso, ma anche molto, ma molto affettuoso con tutti quanti in famiglia e siccome su quest’ultimo dato di fatto, non avevo nulla da eccepire, anzi, era immancabile per la verità, era a casa tutti i giorni o quasi, quindi passasse un po’ più spesso era giusto, in quanto avevo vissuto ben tre settimane, senza tregua.

Dopo la prima settimana, diventò quasi feroce, quando ricominciò a connettere appieno avvertii il cambiamento.- Mio padre Non accettava mettessi la sveglia nella sua stanza, per ricordarmi che a quel ora doveva prendere la medicina, infatti la ruppe, allontanando la sua ora.- Siccome era diventato un grosso intenditore di musica rock, misi fuori la radiosveglia mia, la quale si sente benissimo e non é dotata di quel nervoso tic tac, semplicemente odioso.- Niente da fare: pretendeva dolcezza assoluta! - La medesima che lui aveva dedicato a mamma. - Dovevo ricordare ogni cosa secondo i suoi dettami. - Fortuna che dopo un paio di giorni, finalmente può stare seduto sul letto ortopedico, con tavola a listelli, rivestita in gomma piuma coimbendata in tela, fodera in gomma ignifuga stampata serpente, stesse caratteristiche per lo schienale, cui donava unico corpo.- Questo letto era stato programmato da me, molti anni prima, per i benefici del sonno ed il serpente era lì, scelto come motivo ispiratore evocante i capelli delle Muse. - Lo schienale ad angolo retto si prestava ottimamente alla pratica Yoga, seduto in posizione, si poteva viaggiare e respirare benissimo nell’esercizio dello spirito.

Negli intervalli dalle cure che prestavo a pa’ o al cane, mi dedicavo ad accudire le piante di mamma - ve n’erano sette, una per ogni membro della famiglia.– Notai nelle stesse “ teste “ vi fosse di tutto - lei ci parlava con le piante, e tolsi tutto ciò che vi trovai: cotone, mollette per i panni, cerchi, ogni cosa che non capivo assurgeva a feticcio e mi chiedevo se l’avesse posto lei per parare la strega del primo piano o qualcuno altro per farmi fissare a collezione. - Fatto é ripulii ogni cosa, secondo mio costume e la pianta tornava ad essere pianta.

Ridare smalto alle piante fu un lavoro immane: bisognava rimetterle in sesto senza prescindere dal muschio intorno ad un arbusto finto, il quale teneva insieme i rami che s’inerpicavano fin su, trattenuti da invisibili fili di nailon.- Togliere le foglie secche ed i rami esamini, potarle a dovere per tonificarle, dopo aver rimosso la terra, preoccupandomi di versare acqua per quanto bastava.- La stessa pianta di mamma, rientrata dal balcone dei sette venti, dopo qualche giorno diede cenno di timida ripresa, grazie anche a quegli aggeggi che filtrano l’acqua, goccia dopo goccia ad intervalli fissi, inumidendo il muschio.

La freschezza delle piante ossigenò anche Pippo, il quale in presenza di gente si accucciava; per timore di essere calpestato dagli sbadati, soggiornava in camera da pranzo.- In una radiosa giornata assolata che entrava dal balcone socchiuso, gli servii il pranzo nel raggio di sole tra le piante all’aria fresca e pulita, e lui, allorquando finì di pranzare, mi ringraziò con un’orinata chilometrica – non n’aveva mai fatta tanta, in genere ne bisognavano dozzine minuscole, prima di riprendere la via di casa, dove non si permetteva mai di osare tanto.- Lo avrei sbranato, altro che, se non ci fosse stato mio padre, il quale non permetteva si sgridasse il cane, ed in quei giorni non volevo si turbasse minimamente.- Pippo non é un cane stupito dagli avvenimenti come sembra, é capace anche di comunicare, di sorridere, di piangere, di sognare - ultimamente lo avevo scoperto sonnambulo, come lo era Nino, che obbligava talvolta mio padre a seguirlo, non appena apriva la porta nel cuore della notte, andando fin su al terrazzo.- Non ci potevo pensare, mi faceva ridere davvero, quando raccontavano questa cosa qui – la sera prima di andare a letto mi ripromettevo di non dormire per seguire la scena, purtroppo dopo cinque minuti piombavo nel sonno più profondo.

Nel momento della dedizione totale al culmine dello stress feroce, feci presente a tutti che avendo dichiarato guerra al diavolo, chiunque fosse stato notato in contatto con la strega del primo piano, sarebbe stato da me male accetto, in quanto in quel momento avevamo bisogno d’energie d’Amore da parte di tutti e non chiacchiere che potevano nuocere sia pa’ che me appresso a lui.- Per dimostrare non scherzavo fui sul punto di bruciarle pure la casa, tanto fiero ardire dimostravo, che lei se n’andò in vacanza facendo finta di niente, dopo che mio cugino, suo marito, s’incavolò con me, perché innaffiando le piante gli avevo bagnato l’auto, forse temette volessi spegnere il fuoco per Pippo che pregustava arrosto, così come il ballerino n’aveva fatte salsicce.– Cosa c’é da sperare, da uno con lo stemma sulla tuta con la doppia “ DD ” da diavoli in fiamme del Golfo Persico?

Per trasmettere il messaggio a tutti, chiaro e forte che non stavo scherzando, in salumeria, mentre facevo la spesa c’era in diretta radio, l’estrazione del lotto - chiamai i numeri e questi uscivano: quattro, sedici e cinquantuno, come la mia data di nascita più dieci – ti pare poco?- Sedici non é solo la fortuna, ma é anche dieci più sei ed ovunque sarai ti sniderò, oh produttore di zizzania, che speculi sugli interessi della gelosia.

In salumeria era comparsa un’acqua rinomatissima e buonissima, che avevo richiesto espressamente giorni prima.- Quante volte avessi bevuto l’acqua di quella sorgente in passato e quanto mi sia sostenuto con essa, é difficile quantificare. - Era stata ritirata dal mercato, perché a detta di qualche produttore dalle mani in pasto molto potenti, inquinata. - Ironia della sorte, tutte le fotomodelle consumavano solo quel acqua mangiando una fetta di limone in accompagnamento, e così risultavano presenti in linea perfetta; la medesima sorgente era nella zona dei laboratori dei confezionisti d’abbigliamento famosi, di pochi mesi prima. – Volevo assolutamente vietare si perpetuasse un altro dramma, da tutto un fascio un’erba, a favore di qualche speculatore capace in produzione di zizzania, per i suoi tornaconti.

Sappiamo a Napoli sono stati dapprima gli Spagnoli e poi i Francesi – ogni nuovo Regno, per affermare la propria potenza, in Europa e nel mondo, voleva il Regno di Napoli o Delle Due Sicilie. - Da questo biglietto da visita di potenza, era esclusa l’Inghilterra, al culmine del suo splendore, senz’altro il Papa per tenerla vicina avrebbe dato qualche terra in conquista, ma erano protestanti e per questa ragione viaggiavano molto ed anche bene per la verità.

Con i regnanti di altri paesi in Italia, a parte gli austro ungarici, si stava bene, essendo popoli neolatini sia di Spagna che di Francia, noi napoletani eravamo quasi ossequiati; e li rispettavamo come raccomandati dal Papa. - Dopo poco, questi sovrani, i quali chiunque fossero, in ogni caso erano delle stesse famiglie da corsi e ricorsi storici del sangue blu e diventavano più meridionali di noi e l’Europa che contava, parlava sempre più il nostro linguaggio.- Filosoficamente, la scuola di Londra era molto più vicina al pensiero della scuola di Napoli che altre. - I filosofi della Natura: Bernardino Telesio, Campanella e Giordano Bruno avevano instaurato un vero filo diretto fino al Nord, come pure Giovanbattista Vico.

Nella lottizzazione d’Italia, per motivi religiosi, gli Imperatori quando venivano a Roma per essere incoronati dal Papa, trovavano il viaggio più allettante, potendosi spingere fino a Napoli, loro sogno di virilità di potere.- Con la Benedizione del Papa in testa ed il Maschio Angioino tra i propri beni, assurgevano ad invincibili, innalzando i loro vessilli sui nostri castelli.

Quando il transalpino Garibaldi, nato a Nizza, un dì in quel d’Italia, mosse per il Bel Paese osannando liberazione, a Napoli del chi li capisce questi francesi, si concepì ben poco, ed ancora meno chiaro fu quando l'eroe dei due monti si fermò a Teano, restando nell’attesa del grosso dell’esercito guidato da Vittorio Emanuele dal Piemonte, per consegnare l’Italia nelle mani degli Aosta.- Il mio trisavolo Carlo Pisacane, con trecento ardimentosi e forti ci lasciò le penne e mio nonno diceva “ Io andò … “ ma il rapporto era sproporzionato: mille contro trecento, in pratica tre, virgola tre periodico contro uno moltiplicato dieci, e non è che ad uno aggiungi zero e stai pace. A numeri sproporzionata viene a mancare il confronto e se il Regno di Napoli fosse stato francese, così come non dichiaravano i Borboni, dalla Francia non sarebbero giunti rinforzi? - I tre, virgola tre periodico al quadrato intanto, attraverso la breccia di Porta Pia, stavano mettendo a ferro e fuoco pure Roma – la città sacra. – Cose da pazzi!

Teano é proprio nella zona della sorgente dell’acqua in questione, la quale dona tanta forza, ed il generale dal cavallo bianco, la barba rossa ed il cappotto verde, proprio lì volle che si formasse virtualmente il Regno d’Italia ed ora per invidie leghiste, dovremmo sopportare un’altra tagliata economica a vantaggio d’acque di chissà dove?

Tra i grandi condottieri, da Carlo V a Napoleone, determinati alle vicende nostre, nei secoli di conquiste in terre italiche, l’unico che non é stato in Italia, é Enrico VIII, Gran Monarca, capace di cambiare addirittura la logica della Fede per il bisogno di avere un erede, il quale donasse continuità al suo Regno, ottenendo con la sua Riforma, un risultato non semplice. – Specialmente a quei tempi, una scomunica del Papa, bruciava più delle fiamme dell’inferno. – Intanto il Regno aveva bisogno di una moglie fertile e del divorzio, quindi scisma anglicano. - Si era venuta a creare una tipica situazione da fermento storico filosofico di pensiero elevato – beato chi lo ha vissuto, quel momento. - Il bello sarebbe stare nei dubbi del timore della scomunica d’Enrico VIII e nella medesima ansia del Papa, il quale avverte il rifiuto di un Regno alla sua croce e contro la quale non muove ulteriormente facendosi da parte, perché avverte il dramma della situazione estrema, sicuramente restando coinvolto appieno, nel seguire gli sviluppi teocratici della questione.

Quid: andando in un posto, m’indicò tutte le vie – giunti a destinazione, mi fece notare ivi era passato solo la sera precedente e lui ricordava tutte le strade.- Questione di fascino di quel luogo? – Lui é stilista. –Napoli é ricca d’unicità ammiccanti alla fantasia di stilisti in trasformazione piacevole: maquillage.

Ho visto un marchio come il mio, però verticale e con i colori dentro: che fantasia sportiva! – Aggiungere se chiede sia lecito copiare o trasformare, fa meglio, è il minimo, in modo tale da non farmi restare aperto per lavoro inutilmente, quarantotto ore su ventiquattro? - Certamente il problema del tempo muore, se pensiamo che pur vivendo cent’anni, rispetto all’Eternità, siamo meno di zero e non c’é Gennaro Esposito che tenga a quel punto, dove io vorrò essere cremato e veder partire la sonda con le mie ceneri nel sole rimbalzar tra le stelle cui appartiene la stessa Costellazione del Lupo Azzurro. - Credo poco, in soluzioni di vita umana, al di fuori della Terra.

Mia figlia in ufficio, quel giorno disegnò due fantasmi che giocano a tennis, forse il ricordo l’aveva serbato da quando stemmo a villeggiare a Procida; la lontananza produce anime dark, anni di Moda sempre più nero? – Gli Incas, i fantasmi del Re Sole. - Quando uscirono i registratori di cassa ci rivolgemmo alla Sharp, per tenerli in esposizioni sia nello Show-room che nel listino d’arredamenti negozi, erano i migliori, ed i commercianti in quel periodo non discutevano d’altro, peccato il giapponese che ce li spiegò ci fece capire ben poco; c’era tra noi, chi voleva conoscere come sfuggire al fisco, come far produrre al nero quel aggeggio infernale, il quale rendeva gli incassi fantasma. – La prima domanda rivolta al giapponese, dal collega, il quale c’erudì su come obnubilamentare una multa, fu: come si fa a non registrare tutti i dati per il fisco?

Dopo qualche settimana, papà dava incoraggianti segni di ripresa e per completare il discorso d’amore intorno a lui, partii in direzione Trentino Alto Adige per andare a prendere mio fratello. – Poco tempo prima, ero stato a Roma, per presentare dei documenti, circa dei soldi che spettavano al mio genitore, fu un viaggio divertentissimo. – Parcheggiata l’auto, fuori la stazione di Mergellina, viaggiai sul rapido, con il quale si giunge al Centro di Roma in minor tempo, qualora si usi l’auto, nonostante l’autostrada sia poco trafficata di buon mattino presto, eccetto in prossimità dei caselli, inutile aggiungere sul raccordo anulare di Roma, dalle sette del mattino in poi, traffico con la pala. - Mentre aspettavo il treno sul punto più lontano della pensilina, venne verso di me il Sindaco di Napoli, questi assicurava un amico che aveva accanto, cui lui non ricordo cosa garantiva, infatti una volta giunto a Roma, si sarebbe fatto sentire e come, perché un’Azienda Pubblica Nazionale, cui lui sa cosa, insomma, sembrava un comizio al buio a passo lento, fortuna sopraggiunse il rapido, era l’alba, non avevo sonno, ma che sveglia mattutina. - Nel treno conobbi una ragazza, somigliava moltissimo a Tina, laureata in Psicologia Penale, la incontrai nel pomeriggio per Roma e mi meravigliai molto, che dopo aver passeggiato tutto quel tempo insieme, non mi avesse telefonato dopo. - Comparve appena ebbi finito tutti i miei compiti nella capitale, ero uscito dalla metropolitana e guardando Roma, mi chiedevo sul da farsi, se andare a fare un giro a Via Frattina o tornarmene a Napoli ed apparve lei, per una passeggiata al centro e mentre si passava per indotti olà parallela notammo bruciava un appartamento all'ultimo piano.

Andando alla stazione in macchina, ebbi l’impressione di essere seguito. - Fortunatamente questo pedinare era manifestazione già assorbita sin dai tempi dei clienti del conoscesse tutto, praticamente ero assalito dall’amletico dubbio la volessero mettere a santità tanto da indurmi a cambiare direzioni; capitava questi citassero nomi a caso o meno, combacianti ai miei parenti e figurati che distrazione ritrovarmi in un unico amalgama come non piace a me, e con la voglia zero di rifare gli sketch gratis, se non a perdere, meglio tralasciare. – Lui, il mio cliente che andava in chiesa, sicuramente voleva fungere da alter ego alla strega del primo piano, per questo sarebbe da ringraziare insieme a tutti coloro con i quali si muoveva, ma io volevo la mia intimità: che casino! - Se glielo avessi chiesto, avrebbe rinnegato compromettendosi e se lo avessi fatto notare a Bella Star per delucidazioni, avrebbe risposto che ero il più famoso della città e di me si sapeva tutto per i loro induci e sarebbe crollato ogni cosa uguale. – In certi casi soprassedere è preferibile; il tempo presterà giudizio, per rinsavire chi di dovere.


Rimuda r


Acquisto il biglietto per il Trentino e nella stazione fui fermato dalla Polfer, a loro dire, ero un miliardario o un regista e per questo motivo dovevano indagare. - Mi portarono nel loro posto di comando, nella stazione di polizia ferroviaria onde sapere per filo e per segno cosa avessi fatto da lì a poco, infatti quando la smisero di ridere e mi lasciarono andare, feci tutto l’opposto. - Ci dovevano essere più di venti poliziotti, in quella stanzetta e non ricordo come mi trovai in comunicazione pure con Bella Star e suo cognato, collega dei gendarmi. - Passò anche un giapponese buddista, casomai avessi dimenticato il bonsai, il quale aperto un libro, mi chiese delle indicazioni, da numero uno: Sharp.

“ Tredici ” si è cancellato un paragrafo inerente alle lucine luminose a corollario binario tredici è in partenza un treno per Torino, questi se la svignò improvvisamente, mentre annotavo un binario di quella cifra non è mai situato al centro della banchina; non ne esistono, credo, stazioni con ventisei binari di partenza, o arrivi che siano.
Ritrovato il paragrafo sulla versione precedente:
Nel treno che partiva per Torino, il primo a lasciare la stazione, mentre stavo per salire in carrozza, scorsi un volto che avevo visto di sfuggita aprendo il portone del palazzo; faccia di quelle appartenenti alle clienti della strega. - Chiaramente il treno se ne andò senza di me e salii poco dopo su un convoglio in partenza, il quale lasciò la stazione a volo, quasi senza preavviso, appena dopo che scesi dal precedente, mi accorgo che la scritta “ Binario 13 “ s’illuminò come se fosse un film, tutti i numeri ottenuti con luci da effetto luminaria per la festa al paese, in una cornice quasi stellata e quadrata. - A parte se fosse stato binario cinque o sei, era assai, tredici non è mai al centro della banchina d’arrivo o di partenza; dipende dal lato come dicevamo da bambini mettendoci al centro?


Nella cabina letto c’era un tipo che m’invitò alla chiacchierata, questi si presentò tal di nome Salvatore. - Mi ricordava come si chiamasse, lo zio che abitava la porta di fronte al quarto piano, molto comico, perché rammentava avvenimenti e rideva da solo e ciò sin da giovane, in quel di Ischia me ne accorsi, in villeggiatura con loro, la moglie faceva la spola di vaporetto e lui avendo più licenze se la spassava. - Salvatore asserì di essere del centro ed esattamente, dove la mia mamma assicurava d’avere i negozi ed i depositi sotterranei che arrivavano non proprio all’altro lato della città, ma quasi. - La mia mamma, aveva un punto di vista diverso da suo padre, mio nonno era nobile, mentre lei si accontentava della Repubblica, anche perché all’inizio della guerra, il padre lasciò moglie ed una carretta di figli e se n’andò in Germania. - La mia mamma assicurava che quando lei era bambina, andava a villeggiare in carrozza e contando i soldi, una lira per volta a centesimi, metteva insieme il milione, cosa che custodivano in casa, a quei tempi guadagnare “ Mille lire al mese “ era il sogno di una canzone ed i delinquenti non esistevano proprio.

Ad un certo momento esco per andare in bagno, al ritorno e non c’è più nessuno - un freddo ghiaccio: la finestra é aperta; questo Salvatore era suonato strano, meglio cambiare cabina. - Aiuto! - Tutto il vagone é vuoto. - Allora vado in seconda classe, lì sembrava ci fosse qualcuno e lì soltanto: vergogna di una realtà sempre più pezzente. - C’é una cabina con il segnale di una nota stazione televisiva – uno, per impaurirmi mi sgrida. - Finalmente il treno è nella curva che apre lo sguardo alla campagna ed all’Acquedotto Romano, si ferma.- Mi godo il paesaggio notturno, lo scemo che aveva alzato la voce se ne stava chiuso nella sua cabina – il treno era quasi vuoto, per non dire deserto salvo qualche presenza fantasma, in cerca di scene a soggetto e poteva diventare angosciante, se non fosse giunto dopo poco a Roma. – La classe non è acqua. - Scendo dalla vettura, un tale dal finestrino mi chiede dove fosse diretto quel convoglio ferroviario, poi asserendo lui che io ignorassi “ Non sei sicuro “ dichiarò, ed io non replicai essendo livello come da acqua del luogo che scorre alta su la classica campagna pastorale. – Salvatore era un pastore? –Distaccatamente, non sputai in faccia, a colui il quale aveva alzato la voce, per non benedirlo, ossequiandolo di troppe confidenze, mentre guardavo a terra una scopa nuova del tipo che usano le streghe, la quale forse volava in quel posto e manco alzai il dito medio verso il suo naso. - Esco dalla stazione e c’é un albergo “ Gemelli “. - Se fossi morto in quel momento, tra magie bianche e nere, il palazzo sarebbe cresciuto lievitando nella noia. - La religione sembrava voler nominare santi e martiri nuovi - in quel periodo, più d’uni iniziava a credere facessi miracoli, il film in atto sarebbe assurto a scasso, ma come difendersi dalla televisione o dalla celluloide? – Cerco ben altro a livello artistico!

Prendo un taxi, uscendo dal quale si bloccano fortemente le gambe, dopo poco mentre cammino, si rompe una stringa della scarpa, essa é ancora oggi in quello stato di corda sfilacciata, nonostante quel mocassino l’avessi calzato un’infinità di volte da allora. - Tenere presente l’esistenza del diavolo, eventualmente calpestandolo, é salutare per il cuoio; Attila affermava “ Dove passa il mio cavallo non cresce più erba “ e quando trova il lupo, dove scappa? - Le pecore al pascolo, con un tipaccio simile come Attila, bisogna pur difenderle, altrimenti termina il gioco.

Riccardomustodario

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Aug 28, 2019, 12:58:53 PM8/28/19
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On Monday, August 26, 2019 at 1:00:22 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Avevo una figurella di San Michele, la quale non trovo più sul davanzale - m’é comparso da qualche giorno un dolorino al torace sinistro - dormo con le finestre aperte, mi scoccio di chiuderle, sono complicatissime, ho fatto ricerca, ovunque sia andato, non ne ho viste altre simili, di figurine.

Scendo dal taxi in San Pietro, potevano essere le tre – la luna era alta - dopo che al Hotel Gemelli, il portiere di notte affermò fosse tutto esaurito, così come le auto con personaggi sempre più spettacolari che percorrevano una dopo l’altra l’antispazio dell’albergo, fin che non giunse un taxi.

Nella Piazza di San Pietro mi sento sicuro – ho molte caramelle in tasca, n’avrò mangiate un centinaio, si fa per dire al quadrato, dal momento della partenza da casa, verso le otto di sera. - Un pullman turistico entra in Piazza San Pietro, saluta strombazzando e prosegue scomparendo - noto una pattuglia di Carabinieri verso le transenne, vicino al sagrato del Vaticano. - Dopo una mezz’oretta l’auto se ne va e compare una vecchietta cenciosa con uno strano pastrano mantella nero, tipo la vecchietta che incrociavo puntualmente di notte, in prossimità dei vicoli, cui più antichi e stretti non si può, oltrepassando in auto il centro storico di Napoli. Martina assicurò avesse scoperto l'anziana donna cenciosa a parlare ai colombi in Santa Chiara. - La vecchietta esce dalla Piazza e va ad abbeverarsi ad una fontana, m’avvicino per vedere se non fosse la medesima in pellegrinaggio da anni, lontana dai Vicoletti tra Spaccanapoli e l’Università, lei sembrò importunata o quasi scoperta, non so, me n’andai. - In Piazza si rompe un molare superiore, mentre proseguivo sui tracciati della pavimentazione di San Pietro masticando caramella: non sarei mai diventato Papa, perché da ragazzo non volli chiudermi in seminario e nemmeno seguii i buoni consigli del parroco di Monte Cassino Chernobyl quel monastero voleva mi rinchiudessi durante la confessione. - Stanco, siedo dondolandomi sulla pesante catena, pensando alle fatiche ed a qualche scelta da isolamento temporaneo mentale di un paio d’ore fino al mattino. – Alzandomi a palla S.P.Q.R. dalla catena, leggendo la scritta sull’obelisco “ Questo é il punto dove il diavolo é sconfitto “. – Uhà! - Non ho mai esclamato preghiera con tal enfasi come l’Ave Maria di quella volta, la quale evocava “ Sivori punisci questi romani “. - All’alba, persone frettolose, iniziano ad animare la Piazza del Vaticano, una delegazione entra in un portone, mi presento per essere ammesso anch’io, le alabarde delle Guardie Svizzere mi bloccano il passo. – Verso le otto la Basilica di San Pietro apre i suoi battenti, mentre me ne stavo in un raggio di sole a scaricare le tossine della notte. - Entro in Vaticano e mi siedo alla prima fila, più indietro, alla mia destra c’é un’impalcatura che sembrava da lavori in corso … con telecamera mimetizzata, dall’altro lato un’altra telecamera, la stessa emittente televisiva era presente anche nel luogo Santo? – Ma fosse Santo anche il treno del binario tredici? - Cose da pazzi! - Oltre la balaustra dell’altare, un inserviente alzò una scopa, appena avevo scorto la telecamera, meglio cambiare aria, primo mattino da aria spettacolo gay significa precludere vendite da donna in cerca di marito; per quel che mi concerneva, il viaggio era bene stato vittorioso. - Sapersene andare, da celibe è da uomo vero, pure é importante!

Non ricordo chi Santo cristiano si santificò, dopo essere appartenuto ad un’altra religione; in questo pensiero giunto alla stazione di Napoli, un cartello in tabaccheria richiamava l’attenzione circa il bollo sulla patente che non avevo e l’acquistai, sicuro qual ero di lì a poco m’avrebbero fermato quelli dello spettacolo concorrente, come minimo, e quanta voglia avessi a discutere, meglio dimenticare. Era già una settimana che viaggiavo sprovvisto di tale tassa necessaria per la guida. - Ero tornato a mani vuote, senza mio fratello, al quale telefonai, questi garantì da lì ad un mese, muoversi dal suo ufficio, sarebbe stato per lui impossibile. – Sufficiente per far capire l’antifona a mio padre, evitare altri discorsi antipatici inerenti a lui, alle fedi buttate nel cesso o che ne so, altrimenti sarei partito, stufo di ascoltare cavolate familiari, causa matrimoni che non si possono e non si devono scindere.

Papà iniziava ad alzarsi, grazie alla cameriera che pressava per rassettare la stanza; il brav’uomo andava ad accomodarsi nello studio, bello a fresco, tra libri ed Enciclopedie cui nessuno si era cibato accanitamente, nonostante quella stanza fosse la ex cucina, fredda, tanto che quando prendemmo il frigorifero ci chiedemmo se non fossimo all’apice del consumismo e chissà cosa sarebbe accaduto dopo aver posto l’elettrodomestico nella cella frigorifero come da natura appartamento? - Dallo studio, punto più lontano dal letto suo, andò fuori al balcone dall’altro lato, esposto a mezzo stampa giorno, dove subito si rianimarono gli altri davanzali dei vicini felici di rivederlo fresco e tosto, e vennero anche tutti i colombi a seguitare, trasmigrando oltre il terrazzo da lato a lato, per salutarlo. - Erano decenni, che dava loro da mangiare, lanciando pane e formaggio sul tetto della scuola materna, forse unica costruzione napoletana degli anni sessanta, nel pieno della speculazione edilizia, alta un solo piano nell’asilo primo edificio sulla strada più uno e forse anche un altro nelle scuola elementare edificio a seguire nel medesimo spazio adibito a scuola educazione “ Mameli Zuppetta “ dall’asilo alla licenza. - I colombi m’erano simpatici, avevamo sempre il pane fresco, fin che non espressi quest’opinione, allora la mia mamma asserì il pane non bisognava buttarlo e per dimostrare era convinta di quanto affermava, lo avvolse in contenitori di plastica per non sciuparlo. – Da quel momento e per una settimana nessuno mangiò pane e si tornò alle vecchie e buone abitudini e lei beata donna, si rassegnò ogni tanto, a ripetere il lavaggio del bucato.

Intanto avevo posto un cappello in posizione strategica. Il copricapo mi aveva accompagnato nell’estate precedente, sotto al sole, proteggendomi altresì dalla caduta dei capelli che rimanevano nel cappello, in realtà, essendo bianco ed i capelli neri, ogni qual volta lo toglievo, mi accertavo che capelli dentro non ve ne fossero, e tale era. – In questo cappello, alloggiato sulla consolle, dove avevo tolto tutti gli oggetti e fatto un altarino particolare, sul quale si leggeva per chi volesse essere dei miei, fare l’offerta guardandosi nello specchio, altrimenti che andassero al diavolo, perché io non avevo né tempo, né voglia d’attendere alle loro sciocchezze, con la mia spiritualità, così come la nostra chiesa comanda: importante! - Mio padre mise la sua centomila lire, e tutti si flesciarono ancora di più. - Quando gli uomini danno di santità, c’é rischio di morire davvero, la gente, detto tra noi, é deficiente sul serio, poi dichiara é il destino a mettere il bastone tra le ruote, e per sopravvivere bene, non bisogna fare altro che chiedere offerte di ricchezza da vivo, specialmente se per tali operazioni liberatorie dalle streghe, dovesse un prete di quelli giusti ante diavolo esagerato immedesimarsi in lui sa cosa, allora bisognerebbe mettere insieme cifre, che forse neppure tutti i soldi della terra sarebbero sufficienti a ripagare da tanto uffizio.

Uscivo sempre meno, mi divertiva immaginarli quando passavano davanti al cappello con la centomila lire dentro e per vederla dovevano allungare la testa a lambire quasi la specchiera, nella quale sarebbe stato difficilissimo non riconoscersi. - … E cosa si chiedevano tutti, compreso mia sorella ed i miei fratelli, se non dove volessi arrivare o cosa chiedessi ovvero ogni ricchezza del mondo per farlo a mia immagine e somiglianza bello e contro la miseria? - Si! - Tutto! – Secondo me, loro non meritavano proprio niente, capiscono meno di nulla e miei sarebbero anche tutti i quadri, perché d’arte in famiglia, a parte mio padre ed il fratello di mia madre, franato sotto la neve del Vajont, stanno a sotto zero totale.

In quel periodo di convalescenza papà mi raccontava la storia del palazzo ovvero della sua famiglia, iniziando dalla madre, amica della signora Cirio, delle cotognate e con lei Dama di Carità. - Mio padre era il prescelto, era indicato per donare ai poveri, perché nella sua veste normale riusciva ad essere commiserevole senza senza accorgersene, esprimeva il gesto con estrema semplicità, in questa mansione accompagnato da suo fratello Pio.- Era escluso da questo servigio Luigi, il fratello più grande, questi, avendo subito la perdita di un occhio, causa l’esplosione d’una bomba, con il suo sguardo vitreo, non sapeva essere miserevole. - M’immagino la scena di mio padre e zio Pio, due spilungoni magrissimi alti più di due metri, i quali vanno in giro a portare doni di carità, come se piovuti dal cielo.

Ricordo perfettamente, quando zio Pio, campione di canottaggio, ad Ischia, sotto i bastioni di Castel Sant’Angelo risaliva dal fondo marino sempre con un pesce arpionato, una volta anche una murena. – In apnea era capace di stare a lungo in immersione: bravissimo! – Una volta si ruppe il motore, dopo che passò il Riva, un motoscafo che allora era impossibile vederne di più belli, avevo visto su tale natante Vittorio de Sica, non ricordo quei personaggi, certamente eravamo nel porticciolo sotto Castel dell’Ovo, dove andavo con amici a fare il bagno, avevo allora avevo si e no dieci, undici anni e trovavo divertentissimo fare lo scugnizzo. - Sicuramente, a veder remare, mio padre, sotto al sole e con il motore in panne, durante l’emiciclo dell’isola d’Ischia, eravamo proprio dall’altro lato, mi augurai come minimo un panfilo. - Mio padre era stranissimo, nel senso che mal sopportava la fatica, eppure quella volta sembrava fregarsene – il mare é sempre stato il suo elemento di forza, vogare gli doveva risultare congenito. – La mia mamma avrebbe dichiarato:- << Come? dall’altro lato dell'isola? – Si è rotto il motore e siete tornati a remi? – Ti rendi conto o no, esiste pure chi manca del canotto di salvataggio? >>. Inutile ricordarle si trattava del motore e non della barca.

Stamattina sveglia al naturale, con gli uccelli a cinquettar alle nove e trenta, la notte scorsa ho scritto fino a tardi. – Noto da ieri segnali che partono in direzione di non dimenticanza del mio compleanno, a leggere teletext pare ciò sia avvenimento importante. - Mentre stavo scrivendo … da ieri … é passato il barbone pulito sotto casa ed ha guardato nella mia finestra, salutando, sembrava stesse già lì, quando ho alzato gli occhi dal foglio. – É il mio compleanno, l’ho invitato a salire per un tea. - Negli uffici del JobCentre mi hanno chiesto come mi chiamassi, presentandomi un documento con doppia iniziale R.D. – sono rimasto strabiliato nel vedere la D. e gli ho chiesto da dove l’avessero pescata, non gliel’avevo mai data? - L’impiegata mi ha fatto firmare due volte ridendo, perché asseriva che la prima non corrispondeva alla precedente, però si vedeva che era la stessa. - Mi sono appena ricordato che negli anni settanta, diedi pure la “ D “ di Dario, evidentemente sarà ancora contabilizzata ed ogni cosa si dovrebbe risolvere più facilmente, se é così sarò più Dario.

Sono stato a fare colazione al solito posto, dove si fermò un tale per carpire la mia attenzione e nel parlare pilotò il mio sguardo sull’altra persona, la quale in quel mentre entrava nel locale, con la t-shirt come il mio marchio, ma con il sole nel cerchio, da un lato, e dall’altro ancora diverso, comunque design inerente e scopiazzato dal mio, seguente a tema, senza annunciare l'originale, forse per timore di non essere riconosciuti tali. - Orbene, s’é fermato sotto al ponte poco distante, quasi di fronte, un Tir d’abbigliamento, così come si legge dalla scritta pubblicitaria sul cassone e sembra non voglia andarsene più. - Gli posso mai ricordare sotto ai ponti non si può sostare? – Ma tant’é! – Mi hanno fatto notare, da Kilburn a Higbury ed Islinghton il treno impiega diciassette minuti d’orologio, ne passa uno ogni venti minuti, chissà perché, quando lo prendo, é sempre a me che capita di aspettare tutti e venti i minuti. - Il mese scorso, tra le due stazioni, per l’andata ed il ritorno, impiegai un pomeriggio intero – ero con il televisore e dopo una quarantina di minuti d’attesa, chiesi al tipo che mi stava vicino da quando tempo stesse aspettando – rispose da un’ora e mezza, allora si adirò così tanto ed imbarazzato dall’aver perso il controllo, preferì andarsene. - Nel treno, c’era una donna dai capelli lunghissimi, bellissimi – in genere nella noia dell’attesa cresce la barba - faceva molto caldo, la sua maglietta aveva cambiato il colore per il sudore, come se fosse shampoo, capelli aggiunti, cotonati e tanto, tantissimo calore. – Un viaggiatore asserì c’era stato questo ritardo, perché i boss erano in riunione, per valutare la nuova piattaforma degli orari o qualcosa del genere.- Proprio a me doveva capitare trovarmi al centro di queste trattative da lontano?

C’é una lettera da Belfast, nella posta stamattina, dove è il centro del Dipartimento di Sicurezza Sociale. - Chiedono presenti un documento del corso di computer che frequentavo. - Uffah! - Lo fanno apposta, a scuola il giorno del compleanno? – “ Gli esami non finiscono mai “ E. De Filippo. - Non fa per me, amo studiare con qualche amico che mi spieghi la cosa, come e quando ne ho voglia, perché non si rivolgono alla Dottoressa Psyco, la quale mi capisce a volo e con lei studierei anche di notte. - Lei per esempio, sa che sono gemelli ascendente gemelli, oggi é il mio compleanno e con tutte queste carte diplomatiche ed il tea con l’ubriaco, non sto capendo ancora perché s’invecchia ed ho dimenticato a che pro dissi alla dottoressa dell’attuale Presidente U.S.A.? – Forse per farle notare che più si sale e più mi spiano, si rese conto anche lei di ciò – chissà perché non rispose a telefono? Forse per quel si sale posto ad hoc in terza persona singolare? - Qualche settimana fa ho incontrato un’infermeria dell’University Hospital, ci siamo salutati e mi ha chiesto come andasse. - Bene! - Potrebbe mai essere diversamente?

Quando sono uscito, perché avevo da fare le solite tarantelle negli uffici, il compagno del tea mi ha chiesto se vi fosse qualche appartamento sfitto – gli ho riposto fossero tutti occupati, anche se tra i pianerottoli poteva notare qualche porta metallica che appariva forzata.

La vicina della porta accanto, mi ha invitato ad andare nella sua chiesa - ho dimenticato l’orario - suonano e si sbattono molto. - Mi hanno dato un mobiletto che va bene per il televisore - si sono fatti promotori di accompagnarmi alla compagnia del gas. – Il pezzo d'arredamento é un po’ antico, ma non é proprio da farne una fiamma, anzi, con un po’ di restauro, può fare la sua figura. – Lei ha buttato tutti i mobili che erano in casa, per fare posto ai suoi, nuovi, i quali mi ha mostrato quando fui invitato a cena. - I suoi figli hanno anche cercato di mettere delle lampadine per le scale e sul pianerottolo, ma l’elettricità non funziona. - Sono di colore, pronti al buon sorriso, lei prima di essere incinta, lavorava in una boutique.

Detto fatto, Il barbone ha occupato una casa – io, glielo avevo assicurato non lo poteva fare. - Lui mi ha recitato tutta la storia dello stabile e poi ha garantito eventualmente potevo ben asserire non lo conoscessi. – Esatto! - Mi risparmia una fatica enorme, per la verità mi dispiace in inverno sia all’addiaccio e ci può lasciare le penne, ma poi, sarà vero non ha un posto dove stare? – Visto e considerato é un angelo, perché viene a rompere le scatole proprio qua? Questo era il regalo del compleanno? - E se fosse stato un diavolo?

Rientro a casa ed incontro Il barbone che usciva. - Un’altra volta? - Gli chiedo come fosse entrato? Risponde d’aver bussato all’appartamento sopra, sostenendo per la casa
avesse anche investito, e mi fa vedere giravite e lucchetti nuovi, appena acquistati, e mettendola sul fatto chiesa, assicura di aver sentito una voce comunicargli scampanando, quella era la casa giusta per lui, dunque gli dovevo prestare la chiave del portone, in modo andasse a doppiarla. - Gli comunico che i fatti chiesa ubriachi, non m’interessano e la chiave se la facesse dare, da chi gli ha aperto. - Da parte mia non ne volevo proprio sapere. – Tra l’altro, poteva anche risparmiasi di dirmi come abbiano aperto dal citofono, ben sapevo non funzionassero. - Questi personaggi di terza fila, i quali vogliono per forza assurgere a primadonna da film della menzogna, iniziavano ad indispettirmi nella loro ola sdrucciolevole, causa l’inaspettato vantaggio cui credono prospettarsi per averli accettati un dì, ritenendoli discreti.- Prima di congedarmi definitivamente, gli ho garantito qualora trovasse una squadra di ragazzini da allenare, si facesse sentire. – In qualità d’organizzatore dei rapporti tra padre e figli di genitori separati da lui istituiti, ha tutte le carte in regola per andarsene a scocciare altrove insieme a loro, ma figurati se i genitori, s’affidassero mai ad un ubriaco e sotto questo punto di vista sto pace - non intavolerà più discussioni intelligenti o pseudo tali, con lui o chi per essi dal troppo alcool. - Concludendo, così ho salutato: sono le dodici e trenta, ora ho da fare, alle cinque e trenta sono di ritorno e dopo un’ora sarò nel parco, dove sarai con la squadra giovanile e non dimenticare un paio di palloni. - Bada bene che sono un mostro, calcisticamente parlando, so tutto, a parte calciatore, sono anche stato direttore sportivo.

Bel fatto calcistico ieri in televisione, un giocatore pone bene in mostra, doti tecniche ed agonistiche ottime. - Da parte mia e da fermo, posso dare i punti a chiunque, ma quando si tratta di correre, ahimè, avrei bisogno d’allenamento.

Sono le sei e trentacinque e non si vede nessuno, eppure avevo notato il neo " Squatter " chiacchierare con quelli del pub che s’illudono di gestire ogni cosa e tutti. – Come volevasi dimostrare non potrà più vantarsi di sciocchezze degne di essere ascoltate e qualora si presentasse con un po’ di gente dabbene, anche questo potrebbe essere un lavoro. – Domani lo istruisco meglio, il che equivale a dire: più lo assillo e più scapperà lontano da me. - Sarebbe il caso presentare campioni video, sui quali studiare. – Ho preparato un elenco di nomi di calciatori illustri, sotto tutti punti di vista, anche di quelli da evitare, tipo la marcatura di Trappattoni su Pelé o la molto peggio di Goicochea su D. A. Maradona o di quei giocatori da emulare tipo Banks o Zoff, Moore o Krol, Bobby Charlton o quel tale Osgood che ben ricordo.

Le vetrine del centro, in alcuni negozi importanti, sono sempre più belle.- In Oxford Circus c’é molta gente, allora riparo in Covent Garden. – C’é una libreria che ha l’aria di pubblicare i suoi testi, d’avere la casa editrice alle spalle, chiedo e mi affermano che i volumi vengono da fuori sede. – Librerie e franchising: impossibile. - Sempre in Covent Garden hanno fatto una pista di sabbia e ci giocano con le paline, come in riva al mare. – Mentre leggevo sulla maglietta di una tipa, uno é corso a prendere una telecamera e me ne sono scappato, la mia bellezza da questi ripresa gratis " No possible ". - Da Charring Cross a Kilburn, appena dieci minuti d’underground: eccellente. - Pioveva e poi il sole, ma seriamente scendeva giù pioggia battente, tanto che nel pub, per andare a casa, mi sono fatto prestare un ombrello che ora ritorno. – Il volume é troppo alto, ma é l’unico mezzo per vincere gli scaldini che soffiano rumore emozionale, infastidendo all’intrasatte ed allora voce per farsi sentire, per farsi notare senza pericolo di cadere nell’oblio, trasmissione segni di vita. - Stanno mettendo ogni cosa tutto l’opposto, ovunque, ci sarebbe quasi da suicidarsi se non fosse peccato. - Un suicidio con la speranza di risvegliarsi nel tremila sarebbe morte apparente ovvero ibernazione? - Questa frase é completamente sbagliata, suicidio significa tutta un’altra cosa. - Sì! – Ma come definire il millennio che non si vivrebbe? - Cosa bisogna fare per svegliarsi in un tempo, cui sperare di trovare competizione a livello, sia di rigore?- É incredibile, nessuno sembra ispirarmi, eccetto qualche persona molta impegnata o forse, tale riflesso di personalità é un’illusione dettata dal bisogno d’essere attivo? – Un labirinto è nel mondo dei nostri giochi, costituiti da mega o micro tecnologie che possono essere pilotati a piacimento da super potenze. - Non c’é problema! – Nel mio piccolo, perdono tutti e gli spiccioli non li voglio! - Nel perdono é fatale si adoperi la chiesa, l’istituto più adatto alla bisogna del fedele, il quale in alcuni frangenti si dimena nella società come pecorella smarrita, fingendo non capirci niente o tutto, ma non si può dire. - Da parte mia, più di una volta in chiesa a settimana, non ci voglio andare e se una domenica mattina non mi sentissi di alzarmi dal letto, perché dal night club di primo mattino rientrato, avendo soldi, ricevuti dalle offerte “ sanrimudadecollato “ o dai miei libri, così come da questo romanzo, il quale tra poco terminerò ed altrettanto mi sento bravo che tanti ne scriverei; dunque, in chiesa potrei anche essere sostituito da due anime in pena, tipo i miei familiari, i quali ben conosco e che invierei personalmente, altrimenti avanzerei sempre soldi da loro, e sicuramente sono più bisognevoli di me, per una penitenza. - Com'era quel fatto senza penitenza non sarai mai ricco? - Ricevendo un sacco di soldi, ci sarebbero da pagare molte tasse e quando si mettono discorsi di gabelle in mezzo, si rischia dover elargire imposte esose all’Erario, sicché quest’Ente funziona solo se sei spettatore, fin quando non si organizzerà scientificamente e nessun potrà sfuggire alle sue reti. - La nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar, ma per le vie dei tigli al rimirar dei gigli … San martino di G. Carducci, sonetto fresco dedicato a rimuda quando mi svegliavo in quel di Viale dei Colli Aminei dall’altra collina saltava un secolo famoso a poetare che sembra tale di grandezza il mio verso. - A rileggere questa frase anni dopo non la capisco, credo qualcosa incroci tra poesia ed atletica, allora meglio chiarire un sonetto non è un saltello. - All'oggi dell'inizio di questo libro siamo aprile, però il mese scorso sembrava luglio, c’é foschia, quando s’inzamano i tempi, anche le stagioni sono difficili da catalogare, il passante ne resta turbato, confuso se non é preparato.

Rientro a casa ed incontro Il barbone che usciva. - Un’altra volta? - Gli chiedo come fosse entrato? Risponde d’aver bussato all’appartamento sopra, sostenendo per la casa
avesse anche investito, e mi fa vedere giravite e lucchetti nuovi, appena acquistati, e mettendola sul fatto chiesa, assicura di aver sentito una voce comunicargli scampanando, quella era la casa giusta per lui, dunque gli dovevo prestare la chiave del portone, in modo andasse a doppiarla. - Gli comunico che i fatti chiesa ubriachi, non m’interessano e la chiave se la facesse dare, da chi gli ha aperto. - Da parte mia non ne volevo proprio sapere. – Tra l’altro, poteva anche risparmiasi di dirmi come abbiano aperto dal citofono, ben sapevo non funzionassero. - Questi personaggi di terza fila, i quali vogliono per forza assurgere a primadonna da film della menzogna, iniziavano ad indispettirmi nella loro ola sdrucciolevole, causa l’inaspettato vantaggio cui credono prospettarsi per averli accettati un dì, ritenendoli discreti.- Prima di congedarmi definitivamente, gli ho garantito qualora trovasse una squadra di ragazzini da allenare, si facesse sentire. – In qualità d’organizzatore dei rapporti tra padre e figli di genitori separati da lui istituiti, ha tutte le carte in regola per andarsene a scocciare altrove insieme a loro, ma figurati se i genitori, s’affidassero mai ad un ubriaco e sotto questo punto di vista sto pace - non intavolerà più discussioni intelligenti o pseudo tali, con lui o chi per essi dal troppo alcool. - Concludendo, così ho salutato: sono le dodici e trenta, ora ho da fare, alle cinque e trenta sono di ritorno e dopo un’ora sarò nel parco, dove sarai con la squadra giovanile e non dimenticare un paio di palloni. - Bada bene che sono un mostro, calcisticamente parlando, so tutto, a parte calciatore, sono anche stato direttore sportivo.

Nessun timore, un marchio buono per ogni stagione é pronto per voi: dai tempi della scuola, avevo una M con gambetto anteriore allungato e la D capovolta che è sempre D e la R a seguire sulla M.- Dario é il mio nome, sol perché diminutivo di Riccardo, le sue cinque lettere che lo compongono, sono contenute nella posizione della lettera settima come D, quinta come A; R e I, prima e seconda, fino all’ottava O, almeno così si legge sul pentagramma Riccardo. - Da gennaio a tutto aprile, nel settore Catering, ho distribuito per Londra centinaia di biglietti da visita Riccardomustodario. - Chiedo scusa se sono scomparso, ma i clienti sappiano che mi stanno tutti a cuore, perché é stimolo della conoscenza del mondo commerciale la forza del raccolto coltivata in un’idea lavorativa: guadagnare di più e meglio seminando. - Tempo verrà tornerò in scena, più breve, preciso e conciso che mai, per ottenere risultati ancora più luminosi. - Il cinque marzo scorso, dopo la pubblicazione di “ Titolto “ andando nello show room dove operavo, per mostrare la macchina da caffé ad un cliente, rientrando con questi in underground, al nostro fianco c’era un agente di pubblicazioni librarie esperto in pubblicità. – Asserì che il marchio da lui notato sulla pagina era valido – gli confermai sono un marchio registrato, solo per l’Italia e da una decina d’anni. - Non presi il suo biglietto da vista, ma appena i cinquanta pence, il costo di due copie, una in più al resto che non avevo da dare a lui, il quale volle acquistare un testo del mio primo libro pagina. – La vendita di “ Titolto “ per un centinaia di copie o poco più, forse anche duecento a pensarci bene, è stata divertente; sarebbero state da regalare, ma quei venticinque pence costituiscono ricordo professionale. - Dal tre marzo, in altre parole, da quando ho iniziato a distribuire le mie copie sulla gelosia, compresa la medesima tra Stati e Stati, mi sento perennemente seguito, anche dagli elicotteri, a parte microcamerato negli spazi da me occupati, le quali sicuramente trasmetteranno nelle stanze dei bottoni tutto di me.- Questa cosa qui la capisco benissimo, quantunque male la sopporti e non mi si venga a ricordare che essendo gli avvenimenti da me posti " Chiarezza " bisogna indagare per la sicurezza. – Indubbiamente, é così, anche se non si fa certo bella figura, con chi ha lavorato molto e bene, in questo caso io, cui la mancanza di premio, vanifica l’impegno costante del sistema tutto dell’uomo, dall’età fino a me. Attivissimo più che mai, nonostante stufo di questo sistema spia onde far sicurezza in virtù di chiarezza e mai non premia. - Questo dato di fatto trasmette solitudine anche se non mi sono mai sentito tanto in compagnia di “ Intelligentia “ come in questo periodo e questo giusto per dirla alla Dante “ Non sempre lo intelletto umano funziona a fin di bene “ e ciò mi fa sentire solo, mi preoccupa, non avendo potere decisionale mi sento in balia d'indagini d'avventurieri politici di ogni sorta, i quali per sopravvivere a livello elettorato hanno bisogno di novità.

Mio cugino sulla stessa verticale del mio balcone, ma al primo piano, neo proprietario della casa dove risiedevo, aveva ottenuto con una pianta di limone, un cerchio che guardava verso l’alto dove m’affacciavo e ciò subito dopo che aspettassi i biglietti da visita battezzati “ X cerchio “. - Quella sera stessa in telegiornale, comparvero i cerchi nelle lenti di un noto politico nazionale, Forlani bucava lo schermo, per guardare direttamente me. – Lui, Forlani, lana fredda, fresca come un limone, nel cerchio degli agrumi di mio cugino mancava la ics, come se lui si chiedesse, nel dubbio, darmi o meno i cinquanta milioni in più per la casa. – Poco male, fatto é si dimentica tutto, quando si ha la mente impegnata ed anche ora che sono al verde, certamente non penso ad arricchirmi con quei soldi lì. - É vero! - I soldi costituiscono sempre o quasi buon materiale scrittorio e siccome ogni personaggio citato in questo libro, una volta pubblicato, avanzerà pretese, lui può ritenersi già pagato ed adoperarsi alla costruzione di una mansarda per me sul tetto, quando passerò da quelle parti. - Fammi specificare circa le pretese cui avevo pensato, le quali si muovevano nella cifra di cinquanta milioni di lire, italiane, non d’altra valuta, meglio specificare, causa ubriachi ad affaccendarsi per gli interessi politici, cui non si sa mai.

Nel palazzo in periodi sparsi, ci sono state continue riunioni condominiali mensili, puntualmente estenuanti e non solo per l’ascensore, saliscendi strumento, sempre all’ordine del giorno. – Una volta a me vietarono di parcheggiare la macchina nel viale, per un po’ di tempo preferii non salutarli più, piuttosto che murarli nel viale, perché dovevano piantarvi un paletto, il quale avrebbe permesso una più facile manovra a chi doveva entrare ed uscire dal garage. – Al termine delle riunioni più d’uni era adirato e poco importava fossero la stessa famiglia, anche se il giorno dopo la situazione tornava ad essere normale, e come poteva essere altrimenti, se erano nati e cresciuti insieme? - L’occhio coglie dove il cuore non batte … mah … un paletto nell’occhio dell’auto, giusto nel faro anteriore destro uscendo dal garage, ma chi sei Polifemo o la sorella di Penelope? – Meglio non pensarci! - Ma come? – Constatare i miei fratelli sempre più spesso sembrano comportarsi come da generazione degli zii precedenti; e perché no? – È molto più comodo attenersi a modelli preesistenti, per chi difetta di fantasia, se non fosse per me, l’egoismo tra tutti loro, raggiungerebbe livello cento.

Molti si chiederanno come mai una persona di classe, di gusto, di fascino, curatore della bellezza, di lettere, di cultura artistica e commerciale, sia fautore e seguace solo di musica Rock come me. - La musica classica mi piace, ma preferisco di gran lunga il Rock, certi autori poi, ben assurgono a veri classici del genere, andando oltre lo stesso canone musicale. – Attualmente, il gusto musicale sta cambiando molto, il computer si sta impadronendo delle note e l’Acid House mi piace molto, anche da ballare. - Da Musto, ottenere un marchio Music é semplice, come se fosse nota, togliendo un pezzettino dalla o finale, e dalla t si ottiene la i, dal cui puntino far partire due alette orizzontali. - Ho disegnato il prototipo veloce di Music come descritto – ne viene fuori una bel etichetta. – Della musica classica, salvo alcune opere, le quali sono veramente belle ed impegnative, entusiasmanti, a volte sforzandosi con l’allenamento della voce, si riesce ad ottenere un’intonazione ottimale, allora risulta un gran bel piacere notare essere dotato dell'acuto rompi vetro. - Esistono dei connubi classico rock che fanno bene alla musica, anche il classico napoletano è niente male.

Nel tempo in cui barcollavo al buio navigando negli oscuri abissi dei meandri della malattia di mio padre cercando di afferrarla, di stroncarla, per scoprire la verità, andai a scavare in ogni cosa tra le scatole di mamma, dove secondo lei era custodito il Tutto. - Vi erano fotografie della nonna paterna, del nonno materno, di zii e zie dell’uno e dell’altro ramo, molti dei quali morti. - La teoria del Tutto chiusa in un cassetto secondo ma a madre conduce alla morte causa mancanza di conoscenza. Non so spiegarlo altrimenti: la morte mi fa rabbia – se fossi in guerra, anche un nemico defunto mi darebbe disappunto. - Quantificare fino a che punto odi le malattie letali é impossibile e la cosa più grave sta nell’accettarle inermi o combattivi fin dove arriva la scienza, perché andando oltre ci si danna senza la conoscenza. - Ma cosa fanno i nostri governanti per una maggiore conoscenza, quale segreto celano per una più lunga esistenza? - Nelle scatole custodite principalmente nel comodino, la maggior parte del materiale riguardava la chiesa e lo spirito che in esso era racchiuso, più un’infinità di catenine da Rosario, medagline e figurelle di Santi, Cristo e la Madonna, cartoline, libri e cassette dei luoghi Sacri. - Ciò che trovai più interessante, quasi scioccante, furono certamente le fotografie dei morti. – Tradizionalmente, un bigliettino cerimoniale con l’effige del caro estinto, a parenti ed amici, dopo i funerali, è spedito previo posta. - Facce e nomi che conoscevo benissimo, alcune delle quali non vedevo da decenni, personaggi che comunque avevano influenzato la mia personalità vivendoci a contatto, tutti ugualmente fieri, con i propri pro o contro, di fare famiglia e dai quali ricevevo molte energie benefiche per distogliere mio padre dal suo momento d’abbandono, parlandone con lui, ricordando e trasmettendo d’essi il lato comico racchiuso in qualche battuta famosa. - La foto di mia nonna fu quella che mi turbò maggiormente – quando ci lasciò, avevo sette, otto anni, la ricordo ancora bene. - Dietro al bigliettino di nonna che m’ispirò sublimandomi, scrissi “ La Fede é la forza della tradizione non l’elegia della superstizione “. - Mi sentii, a guardarla, avvolgere dall’infinito, ricevendone eccelse emozioni atte al coinvolgimento di mio padre in argomenti il più possibile indirizzati alla sua guarigione, la quale sommata alle virtù delle situazioni d’amore antecedenti approdò nel porto sicuro della sua sanità. - Mia nonna rappresentava una cima spirituale, così come la mia mamma in quel momento e ciò era ben impresso nella memoria di mio padre. - Un’altra foto che mi trasmise fremiti particolari fu quella di mio nonno, decisamente, si muoveva in direzione opposta, facendo del commercio la sua molla emotiva, a rotoli, come la sua nobiltà da “ Io andò “. – Miscellando i personaggi, si poteva ben dedurre che senza la commutazione di prodotto circa i loro corrispettivi di motivazioni sociali ovvero collettività che tinge il suo senso politico e religioso nello scambio commerciale donandoci un solo impasto tessuto cui siamo immersi, risulta in effetti che gli elementi: politica, religione e commercio, presi singolarmente, non hanno ragione di esistere, se non in un amalgama etico sociale definito civiltà contemporanea, il cui presupposto è l’armonizzazione tra i contenuti, nel raggiungimento di nobili obietti.

In quel inverno, l’ultimo vissuto a Napoli, dopo la vacanza natalizia di Londra, mio padre era in perfetta forma e la mattina usciva per andare a fare la spesa, cucinava e dopo un’oretta di sonno, andava al “ Circolo Foot Ball Napoli Porta Piccola “ era il Presidente. - Una volta, quando Cané fu trasferito al Bari, il Circolo organizzò un pullman per seguire la gara in trasferta, l’unica in vita sua, e da allora diventò tifoso del Bari. - Per mio padre andare in provincia era una faticaccia enorme, manco dovesse recarsi a piedi e non in macchina, figurarsi andare in un’altra città. - Quando in estate viaggiavamo fino ad Agropoli o in Calabria, e lui doveva guidare, c’era quasi da andare in ritiro come per una finale da Coppa del Mondo.- Il fatto che fosse assurto a tifoso del Bari diventò una vera croce, perché per simpatia a pa’, lo davo vincente sulla schedina e manco quando era in C, azzeccavo il risultato.

Nel pieno delle crisi d’identità collocate nei vari livelli dello stabile, ebbi l’impressione anche Bella Star fosse passato nella banda degli schieramenti opposti e questo quando nello scendere non trovavo più gli occhiali e lui si spazientì ed allora scomparvero pure le chiavi e fortuna non cercavo mai sigarette o accendini prima di uscire, tanto si vendevano a bassissimo costo ad ogni angolo, ma le chiavi? - Fatto strano: cercando gli occhiali noto Bella Star che guarda in direzione di quello dei cani in strada, il quale sembra indichi qualcosa verso di lui, facendogli cenno degli occhiali, i quali poi, compaiono sul mobile dove li cercavo, lui allora s’avvia e quando sono anch’io nel viale, lo vedo parlare dall’altro lato del cancello con mia nipote. - Non immaginavo conoscesse tutta questa gente, alcuni dei quali, neanche io sapevo. - Capisco Bella Star segua un suo punto di vista diverso dal mio o comune nelle circostanze cui ci prefiggiamo tali per il raggiungimento di un obiettivo, ed allora scoperto non fa meraviglia voglia dimostrarmi tutti stanno concentrati sui numeri del lotto o chissà quale altro motivo non ci faccio neanche più caso, altrimenti sarebbe sorto un ennesimo giro in antitesi a tutti i preesistenti ed io, chiedendomi di più circa l’andazzo, ci avrei cavato un ragno dal buco per i miei intenti? principalmente perché, secondo il mio punto di vista, la mia visione dei fatti é più bella, pacifica, divertente e costruttiva per tutti. Per la serie su di me i numeri non si fanno e qualora voglio i terni escono, i tecnologici non chiedono altro per arricchirsi.

Riccardomustodario

unread,
Aug 29, 2019, 1:40:29 PM8/29/19
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On Wednesday, August 28, 2019 at 5:58:53 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:

Pa’ sta sempre meglio, finalmente ritorna l’equilibrio fisico, tanto che vado a trascorrere il periodo Pasquale ad Amalfi, dove Flavio Gioia mi rimette la testa in posizione puntando nord. - Al ritorno, con la stagione primaverile già in atto, in un giro veloce presso i clienti, smaltisco merce e guadagno qualche soldo. - Sono due mesi attendendo i cartellini, la ditta produttrice mi ha fatto vedere quelli da me scelti, come noto, il design d'essi è trasmigrato su biglietti da visita, che ha appena consegnato ad un fabbricante di gelati. – Avrò pur detto a qualche figlia di buona donna che m’interesso di gelati e figurati se qualche ben pensante gay dal centro del mondo nel suo buco deretano o qualche individuo completamente scemo, non si adoperi in punizioni per il bene morale della questione idea. - Il gelato è amorale? No ! Ma i gay pensano sempre là. Come se si divertissero a mostrarmi ciò che partorisco piace? - Ho impressione tutta Napoli stesse iniziando a dare i numeri, che volesse giocare con me una parte, la quale avrei dovuto scoprire, per giungere alla principessa del mistero che non m’interessa. - Ho anche versato duecentocinquantamila lire in più, per avere i restanti cartellini al più presto, cosa che non é stato fatto ed avanzo anche lì e se faccio soldi e mi metto col pallino della concorrenza, li faccio proprio chiudere Etichette Cartellini & Co. – In questo bailamme mi disamoravo sempre più, tanto che ritornai anche un po’ di pellame al mio fornitore preferito, il quale non voleva, ma siccome gliele lasciai se le tenne e probabilmente ancora là staranno, infine essere ricordato da lui é un onore, é stato Presidente del Napoli Calcio prima di Lauro, insieme ad un altro, quando gli azzurri vincono é un piacere che gli dura una settimana, se la squadra perde, di lunedì mattina, é meglio pensare ad altro, specialmente se la sconfitta é frutto di svista arbitrale. – Bellissimo! – Liberarsi, per scrivere veramente Moda, dopo aver favoleggiato tanto, nell’aria.

Vivendo intensamente le giornate in casa, dove tutto il flash della vita mi aveva afferrato per mano accompagnandomi nel viaggio della mia esistenza, fu piacevole e commovente aprire i cassetti del passato, i quali spesso facevano approdare con pacatezza d’animo nel porto della sublimazione spirituale.

L’anno precedente, una bella sera di primavera, sono invitato da Martina a cena, parcheggiammo l’auto, dove lei insistentemente volle fermare, mentre io conoscendo quel punto come le mie tasche, consigliavo di mettersi in un altro posto, dove é vero non si notavano altre auto, ma più sicuro; s’avvicina un tale e senza conoscerci c’indica in quale ristorante stavamo andando, perché dove eravamo diretti era chiuso. - All’uscita dal ristorante ce la prendemmo comoda, osservando qualche vetrina lungo la piacevole strada; passeggiavamo, fino al caffé. - Avvicinarci all’auto, notiamo la stessa che stava prendendo il largo con il tale, il quale sembrava il guardia macchine, al volante. - Martina fu assalita dal panico, non tanto per l’auto in se, dell’azienda tra l’altro, quanto per l’ufficio che trasportava nel portatagli, compreso i computer con tutti i dati, mi confidò dopo.

In quel inverno trascorso in casa, ci fu un programma televisivo, un giallo indiavolato, dopo la prima puntata lasciò tutti con il fiato sospeso, poi l’attenzione scemò man mano che procedeva. - Ti pareva Martina dopo la prima puntata non conoscesse già l’epilogo, da lei intuito da una dichiarazione di un protagonista, la quale affermò di aver mangiato un dolce buono da morire. - Figurati se a lei, direttrice commerciale d’azienda americana, Hollywood non trasmettesse il finale, per impressionare positivamente il cliente, altrimenti, come mai io non fossi giunto a tale conclusione, la quale si rivelò esatta alla fine del giallo e con il diavolo sempre più nano come il produttore del canale che lo irradiava?

I diavoli rappresentano il casino sulla terra, io preferisco Dio: di io, cioé la sintesi di tutti gli io messi insieme. - Miliardi di io che si muovono volenterosamente sulla terra. – I diavoli checché facciano e checché dicano, non avranno mai spazio nel tempo terreno finito, se non quello infernale. – Questi dettami, letti più dal cuore che dalla mente, sono condizionati dal beneficio della spassionata lucidità mentale, la quale potrebbe indurre a bruciare tutto, lettore compreso; ma poi cosa s’andrebbe a raccontare a Dio? – Allora voi m’assicurereste di non preoccuparmi, perché l’Onnisciente é tale senza tempo, quindi già sa.– Proprio perché conosce ogni cosa ci pone continuamente alla prova pur sapendo l’errore che commetteremo fatalmente? – Il casino. - L’errore si perpetua se non si parte dal presupposto: A come Amore.

Sono state due settimane impossibili e dopo una breve convalescenza papà é di nuovo pienamente attivo. – Si dedica allo shopping ed accompagna il cane per i suoi bisogni. Con Pippo si reca da dal veterinario; esce la sera per andare sul circolo, cucina e principalmente si preoccupa io riposassi, non avendomi mai visto chiudere occhio per tutto il periodo che é stato a letto. - Non affermo che da quando inizia ad uscire io dorma tutta la giornata, ma quasi, e per due mesi, esco pochissimo la sera, anche se l’indomani mattina telefono a tutti quanti per farmi raccontare cosa avessero fatto la sera precedente. – Le principesse del passaparola hanno coniato il fatto nuovo del saper chiedere, pare io sia da rimpiangere in proposito, per questo motivo non uscivano, anche se il giorno dopo mi raccontavano dov’erano state la sera precedente del giorno prima.

Telefonando a mia figlia, il vuoto del non capirsi diventa insormontabile, tanto da instaurare un certo riavvicinamento con la madre, la quale traduce qualche vocabolo. – Mia figlia, dall’altro lato, supera la barriera del silenzio farfugliando più sorrisi che parole, la sento più vicina che mai e mi chiedo se vedendola non si complichi ulteriormente la storia, compromettendo il mio fine, nel momento si verrebbe a creare un altro personaggio capace di soggiogarmi o quantomeno assurgere a strumento d’altri per tale scopo.

É primo pomeriggio, stanotte ho dormito pochissimo, entra un raggio di sole nella finestra, esso si posa giusto nel mio occhio, intanto dalla strada sembra non ci sia auto a risparmiarmi il tombino. - Se non desta la luce, il rumore smuove appieno, fin che mi alzo dal divano per non contare quante auto evitino il tombino, stabilito passano numero tot di auto al minuto ed ascoltando tanti tombini smossi, se ne deduce che è meglio mi rimetta a scrivere di ieri al pub; da quando vivo a Kilburn, sono uscito quasi tutte le sere, c’era gente dappertutto. - Dopo un’oretta sono schizzato fuori per respirare e dopo altrettanto tempo, visto che si era sfollato, mi sono detto “ Finalmente potrò avere il mio wisky and coca senza fare l’insostenibile fila di prima “ meglio cambiare e chiedere una pepsi. - Gli americani sono incredibili se non é coca é pepsi, come quelle aziende familiari che si diramano, perché i figli si fanno grandi e devono scegliere una propria strada e se l’attività madre era bar pasticceria, la seconda che si apre diventa bar gelateria e la terza bar rosticceria e la quarta torna bar pasticceria e la quinta chissà. – Il proprietario mi ha affermato il locale era chiuso, si era oltre orario per servire al banco e mi ha dato il drink e non ha voluto neanche i soldi, perché la cassa non si poteva aprire, dicendomi: a domani. - É stato splendido! - Mi ha quasi imbarazzato con la sua precisione e ricevere il drink, da come era partito, é stata una vera sorpresa e non pagarla poi, assurge ad invito ad uscire prima, i pub chiudono troppo presto ed in estate alla dieci di sera c’é ancora luce solare. - Alle dieci fa buio, alle undici c’é la campanella, dopo poco si é a letto a dormire – massima da buon ragazzo inglese, fresco e tosto per il mattino successivo. – I figli delle stelle in estate sono penalizzati, mentre in inverno possono manifestarsi by night sin dal primo pomeriggio, fa subito sera. - Continuando così in inverno, non avrò neanche gli occhi per piangere seguendo il by night costoso e da qui all’eternità come si farà? – Mi sto sciogliendo per una vita più mattiniera. - Lo saprò tra un paio di giorni, quando avrò finito il libro e potrò pensare ad altro.

Il computer dieci anni fa poteva commettere errori? - Oggi é inammissibile! – Nella Banca Commerciale due impiegati dell’agenzia di Viale Colli Aminei, dove avevo incontrato la tipa che truffò tutta la zona, parlando tra loro, mi dissero di un errore di contabilità in linea, il quale aveva accreditato quarantacinque milioni da un conto ad un altro e se il fortunato, l’avesse spesi nella giornata, nessuno avrebbe potuto dirgli assolutamente niente. – Questo mi sovvenne ieri sera guardando nel pub, alcune del chissà a quale lato hanno riempito il portafogli, a volte è una mera questione politica, il riempimento dello stesso … alla Marylin. – Non ho capito! Allora, se io chiamassi James Dean un’attività commerciale, dovrei fare il truffatore essendo in debito con la vita? L'accredito risulta custode di un tipo che è stato imbrogliato, nel momento in cui oggi si stenta sempre più a credere nella morte, e qua stiamo. * Nb. nota scritta oltre il 2010.

Sorseggiando il drink offerto dalla ditta, in attesa di un attacco alla banca da Far West che non giunse, meditavo circa la difficoltà nel colpire un bersaglio a velocità supersonica da dieci mila metri, con precisione al decimo di millimetro senza i congegni alla Patriot che abbiamo visto nella Guerra del Golfo. - Eppure il computer oggi é in una fase dell’impossibile, immaginiamo di mettere Mr. Mac Intosh, con Miss Toshiba sulla stessi scrivania, dopo nove secondi Toshiba diventa Lady con prole. - In questo frangente da pensiero stupido, si presenta una ragazza con un bicchiere quasi vuoto ed una piccola scarda di vetro in mano. - Pensando volesse un drink, le ho affermato che il bar era chiuso. – Lei ha risposto di no, perché aveva ricevuto il bicchiere rotto ed io che credevo volesse leggere nella sfera di cristallo chissà cosa stessi pensando. - Qualcuno ha voluto metterci in contatto circa il mio pensiero sulla velocità che rompe il vetro come un acuto; meglio soprassedere e far finta di niente, i generali danno fastidio in tempo di pace. - Il personale del bar se n’é fregato di avvicinarsi a lei, a me ha dato l’impressione fosse gelosa io avessi avuto il drink. - Lei non tornava al suo posto, così le ho detto di non preoccuparsi perché dalle mie parti si dice: rottura di vetro, entratura di moneta. – Lei mi ha chiesto di dove fossi e saputa la provenienza ha fatto cenno di conoscere bene il posto e subito l’argomento, é diventato più divertente, tanto che tra un missile e l’altro delle portaerei Constellation, sempre nel Golfo, le ho detto del Lupo Azzurro e quando le ho chiesto cosa facesse, lei s’é girata senza risposta, cercando di leggere nel vetro, il quale non era cristallo ma palla sfera. - Forse non dovrei comunicarle, sei bellissima … lei risolve dichiarandomi che vive a Stanmore - le confermo mia cognata è di quelle parti, area di sportivi nati, per ciò conosco la zona, molto verde, nel quale la mia parente s’allena tutto l’anno per correre con successo la Maratona. - Per tale gara, ha ricevuto anche una medaglia e ed ha partecipato pure alle olimpiadi sulla Neve, come rappresentante della sua banca e se buon sangue non mente, ero lieto di conoscere una persona ginnica come lei, sua conterranea, ferma, immobile davanti a me ed allora l’ho guardata. - Non so cosa sta succedendo, ho l’impressione di non ricordare le persone, e se incontro delle facce belle, mi sembra di conoscerle già. – Martina mi disse a Napoli sono tutti belli, non è che al suo paese fossero brutti, però in città c’è più cura per la persona, il trucco, negli ultimi tempi mi sembra di vederne meno, di facce belle e quando le incontro le ricordo. – I miei amici, femmine incluse, noterebbero che essendo loro bellissimi e non vedendoli più, la questione si fa buia, non si riconosce più, allora a livello splendido il tempo cede qualche punto. - La crisi economica, la quale all’entrata degli anni novanta inizia a galoppare, fa la gente meno splendida con conseguente ricaduta sulla bellezza? - Fortuna s’é presentato al banco un barman e le ha dato a parlare, sembra quello della macchinetta delle sigarette che non funzionò, il quale addirittura mise in dubbio … ora capisco, il perché del drink offerto dal boss. - La sera fino a mezzanotte le strade del posto sono ben animate, i pub chiudono e molte stelline si vedono barcollare divertite in una giornata che volge al termine, rincorrendo il mito della bellezza che se ne va. - Prima di rincasare sotto la luna alta, sono passate tre vamp, mentre ero seduto sul muretto davanti casa, si sono fermate a poca distanza da me, una piangeva e due la consolavano.- Con i lumi dell’alcool in testa, mi sono sentito un po’ stupito, spettatore senza espressione. Immagine piagnucolosa ad arte mi sovviene, mentre mi ritrovo a ridere da solo sullo scintillio di luci gialle che provengono dalla finestra, le quali saltano come raggi di luci sulle lacrime irradiandole. – Nel pomeriggio ero stato a Messina Road, che posto carino, ricorda il maremoto, quello dalle onde alte dalle quali non puoi nemmeno scappare sul ponte sullo stretto e ciò non fa allegria. – Spesso, si notano muretti o finestre, attualmente sempre meno, per la verità, i quali sembrano edificati da un muratore con la birra veramente in testa. - Ho trovato trenta pence che non ho preso, non so, se corrispondevano al premio o all’utile o alle tasse o a chissà quale charity? - Prima mi facevano trovare sempre venticinque pence, era il segnale delle spie o controspionaggio per avvertirmi stavano con le mani su “ Titolto “ che costa appunto venticinque pence e così veniva codificato, ciò faceva " in " culturale a cifra, al centro delle speculazioni internazionali, cui non ho beccato un centesimo, mio malgrado vittima delle mie novità. - Non volendo speculare su di me di persona avrei bisogno di un agente. - Per le tasse ci vorrebbe un’amicizia politica che sapesse consigliare bene, roba da vaghi ricordi italiani, di quelli che montano illusione di ricchezza nel sogno comune d’evasione. - Ho mangiato a volo, quattro fette di bacon ed altrettante di pane imburrato per uno snack cena e vorrei scrivere due orette per poi, verso le otto, uscirmene. - Ieri, all’incrocio della stradina dove c’é la targhetta MR16A ho incontrato il professore del corso di computer in bicicletta, guardava verso di me - ero in cuffia, non potevo sentirlo, ho avuto l’impressione volesse dirmi abbiamo classe, dall'aula numero dieci siamo passati alla tredici, gli ho dato un pacca sulla spalla per auguragli buona fortuna.

Scendendo le scale c’era una foto di Lady Diana che ha tentato il suicidio, e la Regina Madre l’ha confortata – vorrei mandare dei fiori, ma come potrei, sono forse titolato, non mica sono il Re di Napoli? – Ahimé! – La mia nobiltà é tutto un fatto campionario “ Modello Principe Castelli nella Città “ per giocare con i conoscenti, clienti inclusi. Potrei mai firmare il bigliettino: suddito figlio di questo tempo, a fine mese festeggia il suo primo compleanno da Londonder, il quale trovando la City piena di voglia di vivere e di giocare, si chiede chi abbia ingrippato la giostra con la sua gelosia, fortuna c’é la Regina Madre a consolare ogni bene. - In quanto a dolcezza, é in buone mani, si rimetterà presto, e vedremo quale sarà il tocco di classe a suggello d’avvenimento. - Chiedermi quale sarà il momento d’Alta Diplomazia che muoverà il portamento, il quale va oltre la Principessa per assurgere a Regina dai confini ben più larghi, é qualcosa che mi piacerebbe discorrere con i sudditi napoletani dalla venatura della vita ben più entusiasta della Principessa in questo periodo, il quale passerà alla prossima intervista. Ed eccoci ad anche i ricchi piangono, ma anche oltre.

Sono stato in chiesa, molto carina, sulla collina, vi si accede previo una stretta stradina, ivi ho già assistito ad una funzione due settimane fa, e mi pare di aver udito il parroco stava per festeggiare i venticinque anni di pastorizio in quel luogo. – Vie molto particolari per giungere lì, romantiche, cimiteri foscoliani, entrando ho notato due grossi timbri ed ho sentito anche un coro meraviglioso. – Il parroco mi ha chiesto se andassi più sopra, m’é parso sottintendesse venticinque; il profitto di un’idea vale ben oltre ed i pensieri economici li soffro, quantificarli non è peccato, allora me ne sono uscito ed entrato nel parco, chissà dove sono capitato, quando mi sono trovato in un punto dove ho avuto l’impressione di essermi sperso e siccome stava passando un pullman e la fermata era vicina, mi sono accorto fossi in tutto un altro posto, chiamato Green … non ricordo cosa, dove ho notato una giovanissima vivere da barbone, mi ha fatto una tristezza enorme, pensare a delle giovani clienti da boutique e come look più e sempre più e poi ritrovarsele che rifiutano tutto, quasi inneggiassero all'anarchia, cui non é cosa si possa accettare dall’oggi al domani, allora sono stato assalito dal dubbio del sociale, il quale induce la povera malcapitata ad essere tale, per meglio far soffermare l’attenzione sul problema della povertà o del rifiuto, mentre gli altri salgono più su, da venticinque a trentacinque nel pensiero economico che si soffre l'idea di chi possiede di più. - La tipa finge povertà mentre studia politica? – Se é così ho centrato completamente: i giovani con i temi del sociale sono di notevole impatto – mi auguro siano messe al bando pure le droghe pesanti, per meglio farli studiare i comportamenti endogeni al chiuso dei loro istituti scolastici, dai quali fuggono senza sapere perché.

Il giorno della partenza, la sveglia suonò molto presto, papà mi porta il caffé a letto, già bello e vestito, dandomi premura ed aiutandomi a scendere i bagagli. - Chiudo il cancello con Pippo che se ne sta arzillo sul sedile posteriore, con il naso dietro al mio orecchio puntato fuori al finestrino e così, cane è padrone, m’accompagnano all’aeroporto. - Durante il tragitto, pa’ mi regala l’anello di famiglia, prima della partenza mi raccomanda di non pensare a lui, ma di preoccuparmi per me. - L’aereo si alza in cielo, andandosene prima in direzione Monte Faito per poi tornarsene sulla stessa linea di partenza, passando per ben due volte sul monumentale quadrato, dove c’é la mia mamma sepolta.

Napoli dall’alto é non lo so … i piloti seguono delle rotte turistiche sempre diverse, spesso l’aereo é inclinato su un’ala ed a volte si vede e tal’altre scompare il punto di riferimento che di solito insegue la costa, e si ritorna a visualizzare con piacere gli alti piani, isole e castelli compresi. - Controllando ogni bene, fosse nella sua ubicazione geografica custodita, salutai gli adorati monti e colli e lo stesso Vesuvio. – Napoli: che sballo dall’alto!

Qualche settimana prima che decisi di partire, Gustavo fu semplicemente fantastico nel garantirmi d’inviarmi fino a cinquanta milioni di lire di merce senza alcun che, qualora volessi dedicarmi alla vendita della maglieria.

Oggi é domenica e mi restano da scrivere sette pagine. – Domenica scorsa trovai un cerchio d’oro enorme, il quale ho portato fino ad ieri l’altro nel braccialetto dell’orologio – gli orecchini mi piacciono. - Stamani non l’ho trovato – l’avrò perso in casa – uscirà – un lobo bucato non é mai stata la mia passione. – Leggere il giornale della domenica é impresa ciclopica, può richiedere una settimana. – L’estate che ci ha accompagnato dai primi di maggio é andata chissà dove, oggi sembra autunno, ieri nel farmi lo shampoo sono caduti un sacco di capelli - non mica siamo nel periodo delle castagne?

Giunto all’aeroporto mi resi conto del dramma dell’appiattimento del tutto: il mio bagaglio era uguale ad un altro, così lo apro e lo richiudo non avendo riconosciuto il primo capo - alla fine resto solo io e sempre la stessa, unica sacca che girava sul nastro. – Ahimé! - Non poteva essere che mia e quella maglia non era altro che il rovescio, totalmente diverso dal disegno damascato frontale. – Fatalmente, m’invitarono al controllo dogana, dove tra un sorriso e l’altro, mi fecero l’interrogazione su quasi la metà del contenuto della sacca. – Prima di atterrare, ammiravo le nuvole dall’alto, superato il primo strato di cielo coperto, un altro più basso si presentava alla vista, nuvole da meraviglia, grigio prismatico e cuneiforme, non ho mai visto niente di simile: perfettamente geometrico, da farmi affermare visione più unica che rara è stata essere al centro delle due distese di grigio che si rincorrevano fino all’orizzonte o forse si fermavano prima, in un bagliore solare, il quale non si riconosceva causa un tempo troppo breve per fissare ogni immagine. – L’ala generava un cometico effetto luminoso sulla sua punta – si atterrò che pioveva.

Dopo un paio di giorni c’é la Prima Comunione di Virginia Maurizia, la quale doveva leggere qualcosa sull’altare, ma fu anticipata da un’altra bambina. – Nessuno se la prese, anzi, sembrò normale che il prete si scusasse tra il serio ed il faceto nel cerimoniale del dopo messa. - Un’altra bambina bisognevole d’affetto più di lei occupava il suo posto, in quel momento mia figlia stava bene accanto a suo padre, fu ciò che pensai.

Le scuole inglesi prendono le religioni troppo seriamente, si studiano tutte e sempre più spesso si rifiutano totalmente dopo averle verificate. - A livello spirituale, stare in linea con le diverse forme di fede, diventa difficile.- Essere atei, forse é molto più semplice che complicarsi l’esistenza cercando di capire la materia spirituale e sue diramazioni sin dalla giovane età, non é impresa da poco, però l’Inghilterra é cosmopolita e nel segno del rispetto, bisogna comprendere l’altro. - Londra é piena, oserei asserire zeppa, di chiese monumentali, eppure ne costruirei altre - non c’é periodo architettonico che si esprima meglio grazie alla chiesa, sempre più spesso trascurata, per amore dell’onnipotente edificio ufficio che ben si vende. – Chiese dalla luce soffusa che si cullano nel ricordo di un giardino d’infanzia lasciata, come quella abbandonata d’Old Street.
Dalla Prima comunione a tutto luglio, passeggiando e giocando con mia figlia, il passo verso la serenità totale fu molto breve. – La riscoperta di Londra, lasciava poco spazio al tempo che scorreva veloce. – La scuola di Virginia Maurizia diede un saggio teatrale, lei recitava la sua parte in un lavoro d’Oliver Twist, una di quelle opere ove non si sa fino a che punto siano per bambini o per gli adulti, le quali fatalmente accontentano tutti, risolvendosi nell’età universale. - Quel giorno era caldissimo e la scuola gremita, c’era anche il nipote di Sir Charles Dickens, insomma, tutto molto ben riuscito. – Lo storico nipote, pare scrivesse anche lui favole – poverino, non dev’essere facile, sopportare il peso di tale grande nome e professione affrontando il confronto dei criticoni, i quali non mancano mai; quando si vuole percorrere strade che dovrebbero essere facilitate, si scopre risultano molto più complicate, essendo attesi al varco.

La City mi piace tantissimo, ci sono molte zone completamente cambiate dagli anni settanta – giro abbastanza in pullman e scopro si perde una quantità enorme di tempo con il conduttore che stacca anche i biglietti – a Napoli, l’autista guida solo, poi c’é l’oblateratrice, con molta gente intorno, casomai sale il controllore. - Se non fosse per il traffico, la città sarebbe veloce. – Ci sono dei pullman che hanno una visuale condizionatissima per i passeggeri, qualora non si salga al piano superiore, mentre vi sono quelli antichi che sono sempre più spettacolari ed è un vero peccato diminuiscano sempre più di numero. – Tra fare il biglietto e dare il resto, ho calcolato che sul percorso si sono persi quasi venti minuti, alimentando talvolta anche traffico, perché il pullman non può ripartire se non terminano tutte le operazioni. - Bisogna poi aggiungere che il solo autista, deve badare pure al solito ubriaco di turno, il quale di notte immancabilmente e puntualmente non ha i soldi per il biglietto. - Alla fine, come bisogna metterla? Siamo forse eterni e possiamo sprecare la nostra vita? Non so! – Andando a zonzo per la città in tempi lunghissimi, vorrei aggiungere l’autista é mal pagato per tutto ciò che fa, dodici pounds e cinquanta pence l’ora mi sembrano pochi, se quantificati allo stress cui viene sottoposto. - Nel bus tradizionale invece, tutto si risolve a dimensione d’uomo, si trova posto e se capita la prima fila sopra, si può raggiungere l’apoteosi - poi s’avvicina il conduttore che stacca i biglietti e segnala all’autista quando questi deve ripartire, nel rispetto dei passeggeri e tutto si svolge secondo un’elementare logica umana del vivere bene il lavoro.

Mi é piaciuta moltissimo la passeggiata sotto al Tamigi, e da Greenwich rientrare al centro, sul battello.

Le serate in Angel erano speciali, per il grosso numero di locali diversi, si poteva visitare più d’uno a sera, naturalmente durante il lungo imbrunire d’inverno.

C’é un posto molto particolare: hanno tagliato una chiesa, lasciando solo il campanile, il quale visto da una certa prospettiva e con le scenografie di un palazzo dalle luci vivide alle spalle, si presta ad un sublime fantastico tridimensionale dell’immagine, che vale la pena di fotografare nella memoria.

Mi telefona papà per chiedermi se andassi in vacanza a Napoli. – La settimana dopo mi telefona mio fratello per affermarmi che papà era morto e l’indomani ci sarebbe stato il funerale.

Giunsi a Napoli, dopo aver fatto scalo a Milano, perché asserirono non c’erano posti per Napoli, ci sono quattro voli giornalieri tra Londra e Napoli – a Ferragosto sono pochi! - Dovetti aspettare una coincidenza a Milano, prima di atterrare a Capodichino. – In chiesa non c’é il prete – era in vacanza – c’é il diacono in sua vece. – Al cimitero troviamo un fosso, quasi per raccomandazione, la quale per mio padre è buio che si veste di luce celeste, grazie ad essa si passa ad occhi chiusi, infatti c’è voluta la scuola privata.

L’aereo entrò nel cielo notturno di Napoli, scenario d’incanto, velato di tristezza senza distacco seppur lasciato, verosimile, date le circostanze. – Vado ad alloggiare nell’albergo, dove si tenevano i Party per i Marines Nato, l’unico che conoscevo. - Cerco più di una risposta nelle correnti ingarbugliate che allontanano l’orizzonte della conoscenza dalla verità – il verismile: qualcosa che sta tra il vero ed il falso ma che non é né vero né falso. – Cade il comunismo: mio padre muore e cade il comunismo lo stesso giorno, mamma muore il giorno di morti o dei santi o quello prima e sepolta il giorno dopo, insomma ciò alimenta interrogativo trapasso a chi resta tra morti e santi in quei giorni. – Forse é questo il segno che cercavo - posso rientrare. – Sono a cavallo di un evento vero, che allontana i fantasmi delle dittature. - Saremo tutti più liberi “ Freedom “ scrissi su una borsa degli anni settanta, che mio padre usava per metterci i suoi arnesi per la pesca. – A volte la pesca era abbondante. - Avevo con me qualche soldo in più che avevo portato per i funerali.

Il mare era poco distante dall’albergo. – A Varca d’Oro ero di casa. - A conti fatti potevo trattenermi una settimana.

Incontro gli amici più Sergio, rappresentante esperto ed amico, al quale avevo affidato il mio campionario che dovetti ritirare di corsa, stava mandandomi in tilt, mi caricò d’ordini in un baleno, mentre ero convinto da lì a qualche mese mi sarei trasferito a Londra. – Gustavo era fuori come Tina. – Liza era a Miami.

Di sera rivedevo gli amici super impegnati: Bella Star il cui disco era agli sgoccioli e Bezzabea, la quale aveva messo a punto il suo programma danza. - Con la Prima Ballerina verso giugno, poco prima di partire, ero stato al mare in un luogo bellissimo e selvaggio, come ce ne sono pochi, quasi inaccessibile, laddove gli scogli sono a dura prova d’abilità, aguzzi, taglienti come lame. - Un tuffo a mare ed a nuoto si raggiunge una grotta conica illuminata dall’alto, sembra quasi una versione acquatica ed in miniatura della Grotta di Maria Cristina del Bosco di Capodimonte - attinenza militare? – Il mare in quel punto si veste di un verde acqua marina incantevole ed incredibile, vi crescono pure dei pomidoro, loro sanno come. – A me il verde ed il rosso, insieme di colore, non torna, ma in quel punto rende e tanto, ogni particolare naturale si esalta fin da risultare difficile esprimere la bellezza a misura di parole, stando immersi in acqua, salendo poi su quegli scogli spinati, si scopre la grandezza del creato, acuminato. - Bezzabea ebbe timore a nuotare nel fascio di luce della grotta ed ultimamente lavorava in un locale, dove ha posto una sua foto nell’acquario. - Ormai era da molto che ivi lavorava, lei madre della pigrizia, presa da niente, se non dalla faticosa danza e dalla cultura, forse da maggio o giugno, impegnata in quel lavoro tutte le sere all’acquario, il suo segno zodiacale nel fascio di luce rosa di maggio; fatto é, questi due mesi primaverili, così come luglio ed agosto estivi, a pensarci dopo, è difficile distinguere, camminano sempre a braccetto, difficile inquadrarli singolarmente, come se il mese, in quel determinato periodo dell’anno, raddoppiasse, e non a caso sono entrambi di trentuno giorni a specchiarsi.

Partii da Napoli in treno, con bagaglio stereo e tutta una serie di cianfrusaglie, da degno aspirante trolley. – Mi accompagnò alla stazione Bella Star e quando il treno si allungò sul suo percorso, mi voltai e volarono gli occhiali, altro che agitar fazzoletti, per nascondere gli occhi umidi di là dai vetri fumé. – Alla partenza misi un ventaglio sulla poltrona di fronte a me e fino a Genova nessuno entrò nella mia cabina, sebbene il treno fosse in tutti gli altri scompartimenti, affollato. – Allora una donna con la figlia, chiese se poteva entrare nella mia cabina, viveva a Parigi ed era innamorata di un pittore dell’interland vesuviano - dichiarò di essere rimasta incantata dalle bellezze della città tutta di Napoli.

Giunto a Londra verso le undici di sera, il tassista mi conduce lungo il Tamigi, perché dalle parti di Trafalgar Square, c’é traffico da dopo teatro.

Londra di notte é illuminata a giorno - Napoli di giorno é diversa dalla città di notte, non tanto per le luci, quanto per la gente in strada durante le ore piccole, dedita alle discoteche affollate durante il fine settimana, il quale dagli anni ottanta inizia il giovedì. - Vivere di notte, é più bello e più costoso, inoltre non bisogna disdegnare una maggiore sorveglianza da parte della polizia, anzi. – Sono convinto che se a Napoli moltiplicassero la sorveglianza, aumenterebbero i turisti – la presenza straniera in città é direttamente proporzionale alla sicurezza che garantiamo nei vicoli, non nel Golfo con le portaerei … degli alleati. - C’é poco da fare: lasciamo la guerra agli americani e pensiamo alla nostra sicurezza civile sul territorio. – Mettiamo che ogni napoletano entusiasta di servire la comunità, entrando nel corpo di polizia, dovrebbe svolgere il servizio nella propria città e ciò senza limiti di numero, bisognerebbe arruolarli tutti, coloro i quali desiderano tale soluzione di lavoro per amore pubblico del proprio bene territorio, e dall’oggi al domani si vivrebbe senza macchine incatenate tra i sedili, sterzo, cambio, pedali, eccetera, le quali fanno del mettersi alla guida, un’operazione più complicata che riuscire a parcheggiare, compreso quegli allarmi costanti e notturni in funzione del chissà perché si volatilizzano insieme all’auto senza che nessuno ascolti niente, quando necessitano richiamare attenzioni

A settembre acquistai un armadio vittoriano, il giorno dopo, quando andai a ritirarlo, notai molte cose strane intorno, oggetti che sembravano parlare di capi d’abbigliamento ormai assurti a feticci di un pensiero moda allontanato dalla memoria per il momento a partire dall’ora al minuto secondo attuale. - La moda brucia ogni cosa troppo velocemente. – Quando il venditore mi consegnò l’armadio, si meravigliò, una volta in casa, di trovarmi con moglie e figlia, diversissime dalla biondona che m’accompagnava all’atto dell’acquisto, così come asseriva lui scherzando. – Tra lo scherzo ed il faceto, la prima cosa che metto nell’armadio é una foto della mia mamma. – Stai pace: non si sa mai - non mica son venuto a chiudermi nel tautolo?- Sempre quello stesso mese acquistai un forno a micro onde ed un televisore per meglio comprendere la lingua. - Ahimé! – I programmi sono americani o australiani, allora mi dedico al teletext, per studiare senza guastare la pronuncia. - Mia figlia assume seriamente il ruolo di conversatrice d’inglese con me, tanto che a gennaio sono pronto per dialogare con chiunque ed in casa si meravigliano dei progressi compiuti in breve tempo, posso anche seguire la televisione, la quale indubbiamente, causa il canale mirato o scelto, involgarisce il linguaggio; un buon libro rappresenta sempre un'altra dimensione culturale, inoltre la lettura trasmette anche il tempo ovvero la pronuncia.

Il sabato vado allo stadio, in genere Arsenal, la domenica seguo tutto il calcio minuto per minuto via radio, il giorno dopo e la sera sono in un posto d’italiani dove promuovono cultura, dicono loro, e sempre lì di domenica, sono in procinto di trasmettere la partita dall’Italia. - S’ingarbuglia la vicenda, pare le emittenti private, anche internazionali, catturino il segnale dalle televisioni di Stato senza sborsare un soldo. - Morale della favola: quando ci sono di mezzo le TV private, non si capisce un tubo … catodico, mentre a livello nazionale, figurati allargando i confini come risultino più allegre le riprese. – Non resta che pagare il canone o dimenticarsi del calcio. - Con l’inizio del campionato c’é anche tutto il calcio minuto per minuto alla radio internazionale programma italiano - cosa che avevo pensato di creare – boh?

I concerti dal vivo di bande minori sono sempre molto interessanti, ce ne stanno a iosa nei club londinesi - niente di meglio! – La musica é potente e trasmette energie di movimento notevole, tanto che inizio pensare ad un lavoro dinamico d’autista, tipo tassista ed al proposito realizzo un disegno, nato dall’osservazione della cartina topografica, in cui avevo verificato alcune strade dall’alto donavano una figura interessante, la quale si manifesta collegando Angel ai punti nevralgici della cittå, almeno su quella cartina è tale e ciò avevo posto in risalto riproducendolo sul foglio trasparente ed opacizzato detto diamantex, dal quale si riporta con facilità il disegno sottostante. Il foglio diamantex lo usavo per dare smalto ai tracciati di arredamenti tecnici, i quali ponevo in essere un tempo, come primo schizzo per facilitare il compito in fabbrica, dove dovevo chiedere la realizzazione di ciò che avevo venduto, specificando per filo e per segno al team dei progettisti, al fin che l’opera andasse realizzata a dovere per il cliente.

A volte mia figlia dà l’impressione di voler apparire più grande della bimbuccia che é. – Non faccio mistero che più di una futura nuova moglie sento il bisogno di una mamma.

Bezzabea mi scrisse una lettera, la ex moglie la raccoglie dalla porta incavolata, sembra che la cosa le dia molto fastidio. - Volendo rileggere la lettera, perché la ballerina é complicata non la trovai. – Iniziai a temere il tempo fosse passato vanamente.

Nel Centro di Cultura Italiana, assisto ad una serata di presentazione culturale, dedicata ad un Professore di Cambridge, questi ha scritto un romanzo, genere “ Cammarera book “ con tanto di famiglia sicula, la quale si trasferisce a Firenze. - L’audience é ben folto, è lui é convinto. – Qualcuno dei Malavoglia da Catania si trasferì a Messina o tutto al contrario, ora non ricordo. - Non ho ancora capito che ci facessero i siciliani a Firenze? - Lui garantiva al Nord ci fosse più lavoro, però essendo i siculi del profondo sud, è risultando per loro siciliani il continente già nord, figurarsi Firenze? – Cor’e mamme … parten’e bastimiente …. - In sala s’aggirava un profondo sud nervoso, questi asseriva il professore non ingarrasse … assai. – Tipico fenomeno di presentazione all’americana, dove fischi e pernacchie suonano applausi.- La cosa più divertente é qil siciliano guardava me sognando il Regno delle Due Sicilie - fammi la cortesia, vattene a Firenze - che esaurimento: eran trecento, eran giovani e forti e sono morti – io andò … figurati tu ed io, non resistiamo nemmeno fino a dopodomani. – Del professore capisco più del sessanta per cento delle sue parole e meno dello zero virgola uno del suo concetto della storia d’Italia.

Una volta in un locale, il manager si creò un fatto in testa e m’invitò ad uscire, capitai ivi dopo tempo e lui fece uguale, sembrava indiavolato – a nulla valsero i miei inviti a riflettere meglio. – Era un locale, per certi aspetti eccezionale e dopo poco, qualche anno, é diventato un’altra cosa e non ho mai capito che cavolo gli abbiano raccontato e chi, conosco solo c’era chi si metteva in gara di ballo con me ed una barman asserì non dovevo dare ascolto a certi, i quali sostenevano fossero artisti, aggiunse pure in faccia loro che non mi dovevano scocciare, perché erano gay ed io ero diverso da loro.

Riccardomustodario

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Aug 31, 2019, 4:47:17 AM8/31/19
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On Thursday, August 29, 2019 at 6:40:29 PM UTC+1, Riccardomustodario wrote:


Anno nuovo, vita nuova, é gennaio, parlo inglese, inizio anche a lavorare, nel settore laddove avevo terminato da rappresentante. – Partendo dal presupposto delle qualità, mi sovviene di un tempo di sostanza economica, cui i tedeschi, nei primi anni settanta davano un valore certo al marco contro un valore incerto lira, così era per loro, i quali si chiedevano che vantaggi avessero nel cambiare la nostra valuta? – Se non l’italica abilità a vendere il fumo dei tubi di scappamento delle nostre super fuori serie da collezione? - Considerando sono bravo nell’organizzare locali e competente d’attrezzature e capacissimo a convogliare persone, prima di parlare di stipendi, mi offro al più forte fornitore del settore, con tanto d’esposizione e capacità produttiva, il quale non offre solo marchi, ma anche servizio d'assistenza compresa; questi trovo grazie ad un’efficiente ricerca di base. – Il lavoro subito s’incanala per il verso giusto, porto clienti in ufficio e molti vengono in fiera, nonostante sia nuovo dell’ambiente. – L’effetto “ Fumo negli occhi “ frase trainante Alta Moda anni sessanta, funzionava, praticamente produceva lavoro, ma chissà i tedeschi per lavoro cosa intendono?- Forse qualcosa filosofia di gruppo alla Lumbard? - Al tirar delle somme, Fiera inclusa, in un mese ho presentato cinque, sei clienti ed ho collezionato più di un centinaio di contatti certi, tanto basta affinché in ditta, si rendano conto di cosa sia capace come veicolo di vendita prima e pubblicitario poi. È tutto svanì, eppure non dovevano fare altro che quantificare il concreto e propormi un non so che, ma forse non l’hanno visto o non ci hanno pensato, mentre io, se ne avessi parlato a loro, risulterebbe mi sono lusingato; esempio, non mica sono scrittore eppure sono quasi alla fine di un libro enorme, il mio primo, figurarsi in altro mestiere che già conoscevo, cosa avrei potuto trasmettere? - Ma l’investimento sulle persone, oggi è qualcosa che si riscontra solo nel calcio, quindi non mi meraviglio affatto se tutto è sfumato. – Forse nei loro panni mi sarei comportato uguale. – “ Vendita prima “ mi sembrò assurdo, la prima volta che mi recassi con un cliente in ufficio, trovare un copia commissioni aperto - come se conoscessi la materia bancaria inglese, la quale é poco differente dall’italiana, però non é uguale. – Un’altra volta, il direttore commerciale, mentre era al telefono, mi chiese se volessi una Ferrari – anche se disgustato dalla guida, causa il traffico o la pancia, per il troppo tempo cui sono stato in macchina, non si può disdegnare una tale auto, sicuramente, voleva trasmettermi apprezzava il mio lavoro e tra breve avremmo potuto parlare anche di danaro, inoltre con gli affari che bollivano in pentola c’era di che arricchirsi. – Secondo me credeva avessi bisogno solo di stringere le trattative che più erano mature e più o meno così era, salvo la mia buon’abitudine a lavorare sui passaggi a giro, nel senso che un cliente, visitato nelle stagioni una dietro l’altra, é lui medesimo ad abituarsi a me ritenendosi cliente e vuole acquistare, perché ha bisogno di tale prodotto, e forte dell’esperienza di questo dato di fatto, ero più che sicuro del successo dell’opera mia, ma i tempi precipitarono causa conseguenze inaspettate, altrimenti avremmo venduto solo noi, infine non mi sentivo corteggiato.

Il primo marzo cambio casa, trasferendomi poco distante da mia figlia - sembra ieri come fosse oggi, parlare al presente é il minimo. - Il week-end del distacco é confortevole, potevo andare e venire da casa a piacimento ed ad ogni ora, in quanto loro lo vanno a trascorrere da una parente fuori Londra. - Quella sera ero in un locale super affollato, due ragazze suonavano un’unica tastiera. – Passo per casa per prendere delle cassette, non tutto avevo trasferito già – e trovo una serie di disegnini sul tavolo fatti da mia figlia – ho l’impressione di trovarmi di fronte al suo modo di vedere la moda e tale era anche per me, in quel momento. – Sono rientrato dal locale perché ispirato e vedere quei disegni funziona ancora di più, allora scrivo “ Titolto “ non ricordo se fosse venerdì o sabato, sembra un unico giorno, così come un solo mese luglio ed agosto, dicono che ventinove bisestile non sia tanto fortunato, allora lo evito alle ore sedici, quando dovetti staccare l’assegno. - A dito medio puntato? – No! – Non soffro le superstizioni! – Scrivere Titolto non occupa molto tempo, é ancora presto, il libro l’ho scritto, non mi resta andare a letto o tornare al locale e questa volta c’é una poltrona vuota in prima fila per me, una delle musiciste mi chiede anche la cassetta che avevo nello stereo, assicurandomi la settimana prossima l’avesse riportata ed avrei potuto ascoltare qualche pezzo che più mi piaceva.

Trovare casa é stato semplicissimo – ho esposto l’annuncio in una vetrina a pagamento di un negozio e dopo averlo attaccato con della gommalina ricevuta dal negoziante, questi mi ha consigliato di guardare nella bacheca vetrina, dove ho notato ciò che cercavo. - Avevo tutto il piano superiore di una casa a tre livelli. – Entrando, continuamente nei negozi per lavoro, l’impressione di essere seguito, maggiormente cresceva, ero anticipato telefonicamente, infatti, ovunque entrassi i futuri clienti erano sempre a telefono e non poteva essere coincidenza, ogni volta, anche se non mi facevo coinvolgere dalla cosa più di tanto, a parte notare gli stessi senza il mobile tra le mani quando passavo all’intrasatte incontrandoli o notandoli dall'altro marciapiedi. - Le cabine telefoniche qui sono simpatiche, hanno l’ossatura metallica con spalle in vetro e tanto di logo dalla doppia immagine stilizzata con trombettella: uno parla e l’altro va spifferando tutto ciò che ascolta e tutto produce, tanto poi il giro che trombettella ha edificato, me li farà ritrovare clienti? Ed il risarcimento danni?

In primavera ci fu un cliente che comprò tavole e sedie, questi sentenziò da fonti sicure, sapeva si era sull’orlo del fallimento. - Un ennesimo? – Possano vaporizzarsi i profumi del negozio sotto casa, con la titolare che si volatilizza con essi e tutto il resto appresso, dopo aver versato i suoi danari nella banca sul conto di un prestanome, se non suo all’estero e vada a quel paese, non mi arenerò certo per lei, a che glielo dichiaravo a fare? – Senza altro, con i beni strumentali si recupera sempre qualcosa. – La sicurezza di questo settore, é data dalla quasi certezza di recuperare il bene che si é venduto. Per inadempienza dell’acquirente, a volte, tra l’anticipo e qualche rata, c’é quasi il guadagno del lavoro svolto, e se avessi continuato questo lavoro, quello sarebbe stato un cliente molto a rischio, e non per me, perché avrei chiesto più d’anticipo ed immediatamente mi sarei rivolto al legale eventualmente qualche importo dalla relativa formula di credito scappava dall’incasso; a quanto sembra qui va per la maggiora, inerente alle attrezzature, il contante più sconto, meglio ancora, ciò fa più stile ricco facendo perdere meno tempo.

Quand’ero nella fabbrica d’arredamenti negli anni ottanta, responsabile di una zona ampia e particolarmente calda, non mi preoccupavo più di tanto dei pagamenti, perché al primo intoppo come minimo avremmo ripreso il locale - tale era la mia filosofia all’interno dell’Azienda. – Ad ogni modo, grattacapi del genere ne ho avuti meno di tutti, perché la selezione dei punti vendita, era la molla che muoveva la mia azione e nei locali da far west, non entravo proprio. - Per la verità, esisteva una sola parola nel vocabolario dei commercianti, date le imminenti elezioni “ Recessione “ cui tutti sembravano abusare, senza che nessuno avanzasse un barlume di speranza d’uscita da una situazione la quale, con il passar del tempo, diventava insostenibile dal punto di vista commerciale, dove l’entusiasmo é prerogativa indispensabile. - Questo cliente, dai bei tavoli e dalle comode sedie, assicurava che un suo parente, dove lui lavorava prima, aveva un posto di pizza al taglio in un’area dall’incredibile affluenza durante il week-end. - Conoscendo la storia di quel punto vendita, fino a pochi mesi prima e da anni, non sapeva spiegarsi come, attualmente contassero centinaia di pezzi venduti, contro le migliaia di appena un anno prima. - La capillare ubicazione di punti vendita in ogni dove, che io sostenevo quale motivo principale di un momento negativo, cui ne paghiamo sempre più le conseguenze, era discorso rifiutato di partenza, non veniva proprio preso in considerazione da lui, perché la “ Recessione “ e non altro, era la causa di tale disfatta economica commerciale. *- Molti negozi dello stesso tipo, in una medesima area commerciale, si guardano l’un l’altro, producendo ben poco, e prodotti simili quasi ovunque, continuavo con la mia tesi, disperdono il cliente, a parte abbattere il prezzo. – Lui insisteva: la recessione farà fallire tutti quanti e per questo motivo i tavoli e le sedie le aveva prese ugualmente, dove lo avevo condotto, ma grazie al suo saperci fare, le aveva pagate per grazia ricevuta. – Si correva il rischio di non capirci più niente, stavo quasi sul punto di vendergli la ventiquattro ore con annessi e connessi prima di salutarlo all’italiana: per vincere la recessione bisogna impegnarsi di più e se non sarai premiato, allora Dio non esiste ed io ben faccio prima ad attrezzarmi, nello scrivere favolette per i posteri, cantando il mio tempo. – Il quadro del futuro che presentava lo spettro della recessione, era tragedia che si poteva leggere negli occhi dei commercianti e stranamente di questa malattia nuova, sembrava soffrissero maggiormente, proprio i dettaglianti dei quartieri più popolari, dove ci s’impaurisce di più del mostro, specialmente se invisibile come la “ Recessione “ purtroppo tutti ne parlavano con timore ed il comune immaginario fatalmente ne restava più affetto, anche perché nei mercatini folcloristici, le manifestazioni emotive, qualunque esse siano, sono sempre più immediate.

É l’amore, che fa cantare le donne al mercato dei fiori, non nascondere il cuore (P.Pravo).

Scrivendo “ Titolto “ per spaziare comodamente nello spazio, la garanzia giaceva nella rottura dell’inerzia commerciale, grazie alla produttività tenace, lungi dalla gelosia di concorrenti … comprimari: l’erba del vicino é sempre più buona ed io la voglio ancora meglio e dopo domani lui mi supera, ed il giorno dopo gli faccio mangiare polvere, evvia discorrendo, insomma, senza la competività commerciale, il sistema crolla. – Parlare di gelosia nel commercio, equivale ad aver studiato male la lezione, perché gli operatori di mercato non amano il concorrente, bensì il danaro, il quale rappresenta il prodotto del lavoro svolto bene. - Se ne deduce che, non ricordo chi, il quale asseriva con i piedi per terra: ferma il commercio ed hai bloccato il mondo! - Ignorando il tapino, c’avessi io la molla principe per far scattare il pianeta, quindi se riesco a rendere produttivo il mondo, grazie ad un qualsivoglia artificio, senza che questi sia necessariamente la gelosia, potrò ben dichiarare “ Il mondo é mio “ così come termina il primo libro da me scritto.

Il venerdì, il mio locatore, sale fino al piano più su della casa, per dirmi, che se non mi sbrigo a fare il bagno, sarei uscito tardi. - Boh? – Esco e scopro che nel pub, dove avrei dovuto riavere la mia cassetta, le musiciste suonano l’indomani. – Vado in un locale dove c’é molta folla, altro che recessione. Fa molto caldo, metto la giacca leggera su una mensola in alto e quando la riprendo mancano delle cose più la travel card – me n’esco e vado in un altro locale, lo zombie alla porta incassa i soldi e dopo cinque minuti si accendono le luci - il locale chiude! – L’indomani mattina ho un richiamo perché ascoltavo musica a volume sostenuto? – Poteva essere il sette o l’otto marzo, mese notoriamente pazzerello, però quante cose, capitarono quella prima settimana? – Rincasando verso l’una la notte precedente, nell’appartamento a fianco, stavano dando un party a volume bombardato e con la musica della cassetta del venerdì precedente. - Dopo che mi é stato chiesto di abbassare il volume, chiedo la mia cassetta di Patty Pravo, che non trovavo e quando salgo dal bagno, la trovo in evidenza sulla scrivania. – Strano: le cassette girano più delle bambole?

Trascorre qualche altra settimana ed il locatore m’invita ad uscire da casa, qualora non chiedessi scusa alla figlia. - Cado dalle nuvole, in ogni caso vado a porgere le mie scuse alla signorina, la quale da la colpa alla madre, anche se si meraviglia che in una settimana non abbia chiuso occhio. – Faccio presente, nel prosieguo sia bene le cose s’affrontino sul nascere, onde evitare le situazioni precipitassero e di questa cosa qui, n’avevo esperienza, perché al Viale Colli Aminei, sembrano molti interessati al discorso e mi chiedono se non fosse per il mio bene? – Posso mai buttarli dalla finestra? - Quieto è l'accenno al consenso, poco convinto per la verità, e con l’unica responsabilità di non passare per bizzarro onde danneggiare la mia immagine. – Loro hanno acquistato il mio libro, anche se il giorno dopo sono divenuti ad un punto di non chiarezza e del quale chiedevano delucidazioni. – Non ho voluto sapere proprio niente e li ho invitati a pazientare quindici giorni, quando sarebbe uscita la seconda pagina. – Mamma ma’, sto ancora scrivendo e che ci vuole per chiarire il primo libro? – Acconsentono all’attesa ed io sempre più convinto, aspetto per quel libro pagina unica, il Nobel e due milioni e mezzo di sterline, così come avevo scritto a Liza, la quale mi risponde con una lettera, dal cui timbro postale si legge la data del mese a venire, passato anch’esso, trenta giorni dopo, ahimé … senza i soldi che mi spettano, anche se altro non fosse, la gelosia, che quella pagina é stata in grado di produrre. – Potenza dell’anticipazione del tempo: che campionario! – Guastato da chi volle andare oltre saltando dalla gelosia all’invidia. - Può una pagina produrre tanto rumore da causare insonnia?

Ad inizio inverno avevo risposto a Bezzabea, la quale voleva trascorrere il Natale a Londra, consigliandola di soprassedere, perché a momenti sarei stato … trovatello.

Una domenica di marzo, nel bus settantatre, il quale transitava per Essex Road dove abitavo: il pullman era di quelli di valore, con conduttore e campanella al filo per richiedere la fermata; gli interni restaurati brillantemente, rimesso totalmente a nuovo, una vera chicca pop art anni sessanta - seduta davanti a me c’era un ragazza dalla lunga chioma, la quale si specchia e mentre si ammira, ora da una parte ed ora un’altra, gli sguardi si incontrano nello spazio del suo specchietto di due fermate, cui lei si trucca gli occhi, mette il rossetto, e si lima le unghia – simpaticissima, anche se non l’ho vista in faccia, se non a sezioni e sempre dal suo specchietto, il quale di tanto in tanto capitava nei miei occhi.

Torno a casa, e la sera vado al club di Swing, quello famoso d’Oxford Street, la band é eccezionale, il cantante mi strizza l’occhio e si muove alla mia maniera. - Peccato il solito noioso giro a continuare, onnipresente ed invisibile, bruci due persone simpatiche in un sol colpo, quel occhiolino suonava tanto lo specchietto della bella coreografa e siccome non voglio avere niente da spartire dagli ignoti di magia bianca o nera che sia, meglio far finta di niente, attento a non lasciarmi coinvolgere da segnali in associazione, i quali premiano un unico stregone intento a strumentalizzarci.

Per ritornare a casa, risalgo sul settantatre. - Nel pullman c’é la stessa tipa del mattino, ci divide solo il corridoio senza il bisogno di specchietti. – Mi racconta é coreografa e sta preparando un balletto. – Balbetto delle mie amicizie ballerine e mi da anche l’indirizzo della sua scuola, la quale ho scoperto ultimamente, é poco distante da dove vivo, attualmente.

Quand’ero piccolo c’era una vecchietta che vendeva caramelle e giocattoli per bambini e la mia mamma mi portava sempre lì – aveva l’abilità di far muovere degli angioletti appesi al filo – la cosa m’incuriosiva abbastanza, anche se m’impauriva un poco. – Sono scomparse un sacco di cose, dovrei cucire un bottone ma non trovo gli aghi, ce n’erano una dozzina, chissà dove saranno andati a finire. - Lo stesso dicesi del San Michele che é importantissimo, perché io credo nell’angelo custode e purtroppo anche nell’esistenza del diavolo, ed avendo San Michele che lo tiene a bada, si viaggia meglio.

Tre anni fa, di questi tempi, un cliente mi aveva confezionato un appuntamento con un fabbricante d’abiti da uomo che voleva incrementare il suo lavoro, avendo tutti i mezzi, ma poca produzione. - Lo incontrai e disegnai due giacche, poi ritornai per visionarle e sviluppare il discorso e per sua sfortuna non lo trovai, ma c’era il figlio, il quale dopo aver sciorinato dei concetti poco chiari, sul suo entusiasmo per il lavoro che languiva, si convinse quelle due giacche erano sue e là stanno.

Il mese di marzo trascorse tranquillo, eccetto quando dovevo trovare la Travel Card tra le tante tasche: impermeabile, giacca, panciotto, camicia, pantalone e valigetta professionale. - Rincasavo in genere alle diciotto, una volta rientrando alle diciassette, telefonò Martina, la quale si complimentò avesse l’eco nella sua cornetta – un paio di settimane prima, le avevo telefonato e si sentiva dal mio lato, sia la clark che l’eco. – Lei era felice questa volta fosse il suo turno di notorietà. – Le specificai avevo scritto un libro e me ne chiese una copia, avanzai pretesa da un milione, per allontanare segnali inerenti anche da parte sua, lei invece mi disorientò asserendo: non c’é problema una pagina tua vale bene tanto, sono sicura che accetti un post datato, in questo momento non ho spiccioli. - Cosa dite? – Il collegamento andò a farsi benedire e non causa nostra, certe gelosie nell’aria non sostengono manco se stesse.

Com’era quel film di ella attrice, la quale prima di chiudere la porta sbattendola, con un assegno tra le mani affermò tra le lacrime solenne: lo so, sei innamorato di me!

Mia figlia si lamentava non mi passavano le telefonate, forse chiamava quando il boss era alle prese con il ketch-up ed il telefono era in cucina?

Rientrando noto una “ Y 10 “ guarda chi c’é? - Parcheggiata davanti casa, targata “ Na R 1 “ Mister locatore mi assicura il proprietario si chiama Gerardo e che vuole conoscermi. - Declino l’invito, preoccupato del giardino, come disse un paio di giorni prima “… E se fosse per il tuo bene? ”. - Vi farei volare tutti, avrei dovuto rispondere. - Incontrare chi mi conosce per sentito dire, pure é imbarazzante, se non c’é nulla da guadagnare e poi chissà da parte di chi e per come, perche? Alla fine mi piaceva stare a vivere cosi! - Ora questi chi è cosa vuole e perchè fino alle tre o chissà quale altro orario che nulla cambia? Secondo una logica Martina, San Gerardo é il mio Santo protettore, quindi avrei dovuto fidarmi, andai anche fino a Foggia, dove c’é la sua Basilica più importante, però Martina é Buddista, il che non é, nota di demerito, però é complicato ed io appartengo ai miei rebus, in virtù dei quali ho deciso di guardarmi dalle persone senza il, dono di chiarezza.

Un servizio televisivo assicurava gli americani dabbene si stessero trasferendo sulle orme della Casa Bianca, allora telefonai a Bella Star, il quale mi sorprese avvisandomi che da lì a poco, questione d’ore, sarebbe volato ad Hollywood per andare a trovare il batterista, questi si era sposato e divorziato immediatamente, pur d’assurgere a vero americano modello. – Avevo inviato loro una cartolina con due principesse al derby – sangue blu, modello principi castelli nella città - non facevano altro che misurarsi le code di cavallo, le quali scendevano sulle loro schiene, in gara com’erano, a chi l’avesse più lunga. - Ero meravigliato ma non sorpreso non rispondessero al mio invito postale.

Aprile fu tutto sommato un bel mese, lavoravo molto e non so quante altre trattative abbia messo sul tavolo degli appunti, alcune delle quali si realizzavano visivamente con planimetrie, una di queste aveva il carisma dell’insolito, con una decina di linee, tutte fuori squadro, le quali mi condussero “ Alla fine del disegno che non si chiudeva “ perché avevo mancato una misura, ma anche con quella, sarebbe stato opportuno tornare sul posto per rivedere il punto focale onde partorire una forma dalla bellezza inusitata, un vestito dai fianchi molto generosi, ma squadrati, evvai con linee asimmetriche, improvvise.

Ero convinto la domenica successiva fosse Domenica delle Palme e siccome il negoziante non poteva muoversi dal suo locale, presi appuntamento per quel giorno, ugualmente sarei andato a messa là vicino. – Il sabato antecedente lo spesi in una discoteca giusta e non ricordo cosa feci l’indomani mattina alle sei, quando mi ritirai nei fumi dell’alcool, sicuramente non mossi alcun che alla sveglia, se non anticiparla, per l’ora legale – ahimé! – Mi alzai dal letto nel pomeriggio. - La batteria s’era mossa dal suo alloggio. – Il giorno dopo mi recai nel locale della meravigliosa coppia, con fiori ed uova pasquali per farmi perdonare e fortuna che proprio domenica, ho visto il marito passare in auto per Shoot Up Hill, dove abito, altrimenti, questo avvenimento lo avrei dimenticato – però, che strano, non dormo mai così tanto, anche se durante il week-end sono abituato a recuperare il sonno perso durante la settimana.

A scuola d’arte diplomatica, non ricordo chi me l’avesse consigliata, avevo conosciuto una ragazza, la quale, mentre vestiva i panni del deputato, asserì io cambiavo la domanda, forse aveva studiato solo quella e si trovò spiazzata, quando gliene formulai un’altra diversa dalla tesi di Titolto, sulla cui chiarezza ebbi l’impressione fosse ferrata e si trovò senza risposte sulla susseguente, dove non confondevo l’immagine precisa che avevo in testa per la prossima collezione, cui lei non poteva minimamente immaginare il look SirePope ovvero io per la gente. Il sociale da collezione: dopo Ics Cerchio, rapporto meraviglia tra Dio Amore Energia e Bene e Modello Principe Castelli nella Cit†à finalmente qualcosa che aggiusti il mondo e le sue genti. – L’avevo invitata a cena, portava lo stesso nome dell’assistente dell’insegnante, con la quale ebbi un diverbio per non aver capito il senso di una parola che suonava acida, invece era tuttaltro e con quest’insegnante, incontrata per caso, intento a sorbire un caffé distensivo, fui sorpreso di vedere la faccia di mia figlia oltre la vetrina, inchiodata in essa, con la madre. La bimbuccia, da lontano tanto un falco e senza occhiali non é, la cosa divenne buffa ed ancora di più, se aggiungo non escono mai alle sei di sera e la madre fu così drammatica che mi vietò di rivederla, la quale andandosene, m’invitò anche a prendere la cosa seriamente, perché non era uno scherzo. - E tutto questo, perché non mi porsero una telefonata? - La sera precedente, era successo che a casa mi comunicassero di una telefonata dandomi l’apparecchio con il filo staccato dalla cornetta, ricollegando la spina, la linea cadde e non seppi mai chi fosse - avevo avuto l’impressione di Bezzabea o forse mi faceva piacere pensare a lei dall’altro lato - potenza dei diplomatici. – Sempre in quel periodo, mi trovai per caso alle nove e trenta di mattina a casa della mia ex moglie e telefonò mio fratello, il quale chiedeva una firma per dei soldi che doveva ritirare per un lascito di mamma - ero andato solo per cinque minuti, come uguale era successo un pomeriggio, allorquando mi avevano chiamato per lavoro – mah? - Pure queste due coincidenze, da vagliare in rassegna causa potenza diplomatica? – La sera che aspettavo la “ Diplomatica “ a cena, in bagno mi accorgo sono scomparsi shampoo e saponi, ero già in acqua …

Il Venerdì Santo o forse il giorno prima, iniziarono i grandi lavori in corso, e non potei fare la doccia, il proprietario cambiò tutto l’impianto e subito dopo attaccò con lavori d’alta tecnologia ebanista da cantiere pasquale: che croce! – Se solo si fossero messi a fare pastiere come i miei genitori, nel Santo periodo e visto erano così tecnici, avrebbero potuto aprire anche una pasticceria, dolce, silenziosa. - Qualche settimana prima, eravamo stati al mercato dei fiori – avevo preso molte piantine tra cui una bella margherita. – Pochi giorni dopo ero sul terrazzo e mi annunciarono era posto vietato a me, perché non lo avevo in affitto, aggiungendo se lo avessi chiesto, forse avrebbero fatto finta di niente. – Trovai anche la terracotta della piantina rotta e pensai fosse stato il gatto. – Ebbi qualche remora, ricordandomi di un noto professionista, il quale affacciandosi al balcone, in un palazzo storico napoletano, cadde con lo stesso. Un amico mi raccontò a Torino nella piazza principale vi fossero solo finestre ed io non avevo nessuna intenzione di entrare nell’archivio terrazzi, avanti popolo: precipizio, che per il duemila tredici risorgeremo, ciò si deduce iniziando dal ottanta otto, considerando e stimando una generazione in recessione cronica, da quattro palle totale, tanto quanti sono i cerchietti contenuti nell'otto di ottantotto.

La sera che avrei dovuto ricevere la mia cassetta, in un pub simpatico con molta gente bella, due tipi squallidi, nonostante avessi scosso il tavolo per non farli sedere, vollero per forza accomodarsi e come sospettavo, annoiarmi, con sequenze di fatti miei, cui volevano entrare per speculazioni loro. - Avevo intuito avessero iniziato il loro show decadente, e tale fu: poggiando sul tavolo mazzette di tessuti, discutendo quale fosse più opportuno scegliere, si adoperavano vanamente, affinché m’introducessi nella questione. – Che indecenza è la presunzione di fare moda, annoiando gli stilisti veri, a pochi centimetri di distanza.

Avanti popolo precipizio: musk.

Quella stessa settimana, ero su una panchina d’Essex Road aspettando il bus, si presentò un fotomodello busta verde con “ Carciofo “ del noto stilista che in quel periodo andava per la maggiore, si sedette accanto a me chiedendomi di accendere una sigaretta e tanto se n’andò, quando finalmente passando un taxi, mi erudì a volo dell’indirizzo, del nuovo santone francese della moda che apriva la sua boutique in London.

La settimana di Pasqua sul giornale c’é una fotografia con il mio nome in bella evidenza sui dei capi d’abbigliamento – telefono a mio fratello invitandolo a smettere di sostituirsi a me – stranamente risponde mio cugino, eppure sono certo di aver composto il numero correttamente e non perché avessi formulato il nostro primo recapito telefonico, il quale ora costituiva parte integrante dei beni acquistati da lui mio cugino nuovo proprietario, cui e andata la casa patriarcale, il quale informo dell’accaduto.

Avevo chiamato un’amica ad Amsterdam, invitandola a passare da me un week-end, stranamente alzando il telefono rispose “ Pronto “ le feci notare che ero a Londra, città a poca distanza da lei così dinamica. – Dichiarò fosse passata la settimana successiva, era amante del Vesuvio. – In quello stesso periodo c’era l’Etna che faceva le bizze, così spedii a Bella Star una cartolina con invito di portare San Gennaro sul Vulcano - non ho saputo più niente, però la lava si fermò, ed é quanto basta. - Fortuna domani inizia il campionato d’Europa, ho scommesso dieci sterline sulla vittoria dell’Inghilterra, tra un paio di settimane ne incasserò cinquanta.

Compare una pianta di margherita a mo’ di spilla su un giornale ed un San Gennaro che piange nelle fiamme del Paradiso e siccome mi vedo con il locatore precedente, chiedo se sapesse a cosa si riferisse – lui mi risponde le piante sono della moglie e gli ricordo mi aveva promesso mi avrebbe spedito le cento sterline della caparra; ad un certo momento la moglie asserì di aver visto una foto di mia sorella sul tavolo ed il giorno dopo persi quella travel card e se avesse visto i capelli di Bella Star, avrebbe pensato alle estensioni da parrucchiere per signora? – Boh? - Mia sorella é molto buona, a detta dei miei genitori, ipersensibile, capacissima di fare suoi i problemi degli altri, quali appartenenti a tutti quei poverini che soffrono deficienze mentali e se un tipo normale le da corda, dopo poco si ritrova senza più misura reale, qualcosa di molto strano gli capita in testa: bonariamente. - É difficile stabilire fino a che punto sia importante essere impegnati per il sociale, ma in quale modo sia giusto esprimersi a misura ottimale, é impresa immane da ottenere, come pendere un filo di pasta con il mestolo di legno che mi diede la signora in questione, con un buco al centro: prendevo da sopra e cadeva da sotto o li acchiappavo dalla coda e sgusciavano dalla testa, come i capitoni.

Avevo appena tolto le cuffie ed aperto la porta e con lo stereo a volume, aprendo l’uscio della mia camera, s’udì qualcosa di veramente sostenuto – e subito si presentò il locatore. – Ero costernato! – Quando rimasi solo, m’incavolai con lo stereo, il quale nonostante pugni e calci non si ruppe. - Una lettera sfilò sotto la porta, era datata due aprile e si era al venti aprile: Pasqua. – Mostrandogli anche i giornali con tanto di cognome mio in esso e su foto carismatiche, gli chiedo cosa li preoccupasse, visto continuamente nascevano disguidi non dipesi da me o quantomeno, non solo da me, e senza che avessi complici. – Questi risposero che la causa delle loro ansie fosse il “ Lavoro “. – Allora proposi di realizzare, grazie all’idea della carta igienica fumettata antirecessione, la quale ben valeva duecentocinquantamila sterline e che si poteva dividere, qualora loro s’impegnassero a trovare l’acquirente, affare da milioni di sterline, contando i sederi: da miliardi. – Da parte mia grazie ai proventi, avrei stampato il mio libro e la susseguente proiezione Nobel, sarebbe stata più in linea e sempre causa il lavoro, non avrei subito stress pilotati cui trovavo difficile venirne a capo. - Quello stesso pomeriggio, la coppia locatrice terminò i “ Lavori in corso “ ed uscì. – Il giorno precedente sulla lettera era scritto che causa disguidi, si vedevano costretti a chiedermi di lasciare la camera, adducendo il fenomeno stereo come tipico esempio del non si capisce – la lettera concludeva con preavviso a lasciare l’appartamento, per il quindici maggio. – Rispondo di preoccuparsi a lasciare il diavolo da parte, e non farsi abbindolare dallo stesso, a Pasqua, é ben diversa, la dimensione lettera … ria.

La settimana di Pasqua, ci saluta e quando sto per riprendere il lavoro, prima di uscire, la proprietaria mi suggerisce di andare a fare una passeggiata, i negozi hanno ancora l’aria festiva in testa. – Profitto del consiglio e decido di andare a Windsor, alla stazione del torpedone scopro avrei dovuto recarmi in altra sede. – I castelli sono sempre stato il mio sogno d’adolescente. – Vado nella nuova stazione dei bus, dove scopro un’ics cerchio sulla rigogliosa fontana del mondo: bellissima! – Talmente familiare che mi dimentico della passeggiata e do anche il biglietto da visita al negoziante proprio lì, assicurando che sarei passato a ritrovarlo a giorni. - Due turisti mi chiedono delle informazioni, affermano che stanno appena tornando da Windsor e di essere argentini ovvio ci mettessimo a parlare del più gran calciatore di tutti i tempi: Maradona e di quanto mi auguro che ritorni, essendosi allontanato da Napoli in cima ai suoi capricci. – Loro si meravigliarono parlassi di Diego Armando con tanta passione, allora accresceva l’enfasi, ben conoscendo ho un’aria decisamente distaccata, la cosa diverte di più. Aria menefreghista interno passione.

Quella mattina nella stazione underground, alla biglietteria l’impiegato mi chiese la data da vidimare sulla travel card settimanale, pensando la richiedessi in previsione del domani affollato - affermai di gradirla in data odierna e lui sembrò meravigliato. – Non comprendevo perché, volevano tutti dare l’impressione che la festività si fosse allungata – era martedì e si lavora pure a Napoli … grasso? - Che paranoia la dieta!

In settimana avevo dimenticato le chiavi e ritirandomi, nessuno fece salti di gioia - mai come quella volta ero convinto d’averle con me – trovandomi in Victoria, le doppiai. – Ricevuta la chiave, guardando gli spiccioli di resto, noto una moneta strana, un dieci pence che credo patacca e mi chiedo, quanto costi di più, falsificare una moneta di tale fattura e valore, quindi gliela ritorno. – Il ragazzo, il quale me l’aveva appena consegnata, mi garantisce che avendola data a me, lui non la voleva – mentre gli parlo – gratto sull’argento ed esce la faccia della Regina che riconosco come vera. – Ridò la moneta e questi un’altra voltala rifiuta, perché era per me. – Quest’usanza non la conosco e m’insospettisce – gliela rimetto sul banco, garantendogli se eventualmente vogliono corteggiarmi, piuttosto argento, d’oro bisogna trasformare ciò che mi deve tornare, al fin che il mondo si liberi della sua confusione.

Più che mai incomprensibile: sto consumando al tavolino di fronte al parco una buonissima fetta di torta, quando sento tuonare i cannoni. – Attraverso la strada e sono sul prato, dove c’é la cavalleria che si appresta ad uscire dal parco, il trombettiere ha un occhio pesto e mi fa un cenno di sorriso … oro nero, vediamo di non invecchiare inutilmente. – I cannoni, sono particolarmente sgargianti, come abbia fatto a non notarli nel verde mi chiedo; la sfilata di cavalleria é proprio un bello spettacolo - qualche giorno prima avevo ammirato lo stesso squadrone in movimento, a Petticoat Lane, se non erro.

Un tipo dalle sopracciglia strane, a Victoria ha preso il pullman e siccome era da tutt’altra parte che comparve alla fermata, guardandomi da persona che sapesse, mentre mi chiedevo se fossi nella giusta direzione, avendolo rivisto, salgo sul pullman appresso a lui e sono contento di ritrovarmi in questo posto da occhio nero, occhiolino, occhio strano e se pur vero che vedere bene dove si mettono i piedi è indispensabile, meglio tre occhi che uno.

Il giorno dopo la telefonata cui rispose mio cugino, in un negozio incontrai un ottico conosciuto, il quale si professò guida turistica – augurandogli ottimi affari, colsi l’occasione per ricordargli mi deve ancora cinquecentomila lire, da dieci anni, cosa che gli prospettai, tanto per vedere come se la fosse cavata questa volta. – Risponde me li deve dare una persona di famiglia – acchiappa una carocchietta educativa - allora si guarda intorno per accertarsi se qualcuno avesse notato la cosa – mi fa meraviglia sapesse di fatti intimi. – Superata la questione immagine brillantemente, subito si dà ad un bordella play esagerato, lui e diecimila ragazze con le quali aveva centomila appuntamenti – ci sediamo ad un bar di Soho che frequento ed immediatamente ha dei fremiti d’ansia del tempo che fugge, deve andare – chiede l’indirizzo per un appuntamento serale, gli consiglio di lasciare il Time Out sul tavolo, per non perdersi tutti gli spettacoli nell’impararlo a memoria – ma proprio non può, gli manca il tempo, come mi dimostra, appena passa il cellulare di polizia, squagliandosela prima di loro. – Sono sicuro non avesse niente da temere, se non voler dare l’impressione di stare a caccaina, dimensione che secondo lui, dà tono più play. – Al suo posto, compare un’orientale che mangia il gelato, poi giunge anche il suo ragazzo. - Com’é bella la gente che non si capisce. – L’ottico voleva argomentare di tutti ed io mi scocciavo di ascoltarlo, é una persona simpatica, il mio problema, é che trovo interessante parlare di me – specialmente, quando poi lui, voleva discutere di Bella Star, non sapevo proprio cosa dire. Con Bella Star é bello parlarci; per sentito dire, é da ottico, il quale, l’ha pure visto suonare sul palco! - Bella Star dai capelli lunghi é un capolavoro assicura la madre, quando non s’esauriscono in gara a chi é più bella tra lui e lei, ancora una volta io, dirà alla fine ognuno di loro.

In tutta quella settimana, da diatribe con i locatori, la quale una vita intera sembrava essa durasse, non terminava mai, rientrato in camera, trovai lo stesso foglietto sotto la porta, perché la Pasqua era finita e si poteva parlare di cose spiacevoli; era l’antifona. - Faranno o meno il verso al diavolo, immersi nella realtà a me avversa degli ultimi tempi sin dall’Italia, date circostanze di magia che non si confanno alla mia indole, pazienza e poco male, quando subentrano le avversità, bisogna affrontarle per dipanarle. - Il bigliettino lo trovai dopo aver fatto il bagno ed alzandomi dalla vasca per prendere l’asciugamani, udii una forte esplosione. – Salito in camera, potevo leggere dalla finestra un certo trambusto di gente in tensione, la quale animava la strada, e dal telegiornale seppi di un attentato nella City.

Riccardomustodario

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Sep 2, 2019, 6:38:07 AM9/2/19
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On Saturday, August 31, 2019 at 9:47:17 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:
Pare un giudice napoletano, stava scritto su un noto quotidiano inglese popolare, e c’era anche una parola che non capii e la chiesi alla signora di casa, la figlia dall’altra stanza, rispose significasse terrorista. – La Ciroen Pallas che avevo, modello ferro da stiro, era di un noto giudice, ma che questa diventasse anche l’appartamento dell’amante di chi andò a terrorizzare mio padre assicurando l’avessi messa incinta, tanto che dovetti presentare un esposto ai Carabinieri, al fin che smettesse sul nascere ogni sorta di rottura di scatole in famiglia. - A volte si complica pure la parte di chi ti conosce una nottata e non lo dimentica il giorno dopo, addirittura dopo una settimana assicura il ricordo sia vivo tanto da sancire portarselo appresso a vita, che a ripensarci, asserire forse stavo ubriaco, è il minimo comun denominatore non lo so - a parte una volta che ritirandomi nel pieno della notte, trovai la porta sprangata e dormii in macchina, allora si che rimasi scosso, presagendo una vecchiaia da turnista pronto a timbrare il cartellino che fa etichetta, preciso, sotto le stelle.

Il terrorismo occidentale, rappresenta il non plus ultra della vergogna. – Al terrorista dei paesi ricchi odierni manca la ragione di esistere – come definire un bombarolo nostrano, se non un essere colto da momento d’abnegazione intellettuale, cui la trattativa diplomatica, perde la sua logica di fondo, precipitando a livello di sottosviluppo socio politico culturale che vuole instaurare, o no? – L’azione terroristica si risolve, il più delle volte, in una serie di costi senza ritorno, senza ricavi, i quali attentano seriamente alla democrazia e relativi budget. - Il terrorismo, in definitiva, é un’azione d’inciviltà, cui dobbiamo misurarci, ogni qualvolta una tragedia simile esplode nel difficile cielo dell’umanità, rendendo più aspra e complicata la negoziazione del bene comune ovvero la crescita nella pace mondiale e come assurgere tutti insieme a costituire umanità migliore, allora restiamo increduli ad interrogarci sugli accaduti di violenza politica, cui auspichiamo vadano annientatati sul nascere, pena allontanamento da un punto sociale più alto. – Dovremmo essere proiettati, grazie al dialogo, nell’era della chiarezza dell’evoluzione politico sociale, e non sentirci intimiditi da un pericolo, il quale da un momento all’altro può farci, in un qualsiasi posto del mondo, vittima d’orrore che non si riesce a domare. Liberarsi dal terrorismo per vivere in una società d'entusiasti della bellezza delle nostre menti, grazie alle relazioni che sappiamo instaurare. - Mettere in chiaro ed in equilibrio il tutto e per ognuno, é un’operazione difficilissima, indubbiamente date le circostanze raccontate dai telegiornali, é più facile distruggere che costruire – edificare ex novo, spesso costa meno che riparare, un po’ come immaginare il nuovo corso della ragion pura, senza sapere quale e cosa bisogna ricostruire o restaurare, senza tener presente che la conoscenza dello stabile mentale é un immobile in movimento sulle rotelle dell’evoluzione.

Ira é sinonimo d’incavolato in italiano, a livello internazionale ed a caratteri cubitali assurge a tutt’altra impressione, infatti sta per organizzazione terroristica, repubblicana, ovviamente autonoma, così com'è una parte dell'Irlanda.

– Tutti subiamo torti, i quali fanno rabbia, io per primo, fino a che punto dovrei adirarmi per le ingiustizie subite? – Forse fin prima della guerra mondiale, era difficile intendersi l’un l’altro e non si trovava soluzione, a livello paesi, se non auto distruggersi bombardandosi vicendevolmente per capire se stessi. – Non si comprende, e poco conta sono cattolico, tanto fino ad una quindicina di mesi fa ero razzista, mi piacevano solo le persone belle ed intelligenti, tutti gli altri, i quali non appartenessero a questa categoria, m’interessavano niente, per esempio a Napoli, su tre milioni d’abitanti, ben pochi ne vedevo più o meno a mia immagine e somiglianza ed allargando gli orizzonti, spero di sviluppare nuove conoscenze di bellezza comune, da allontanare definitivamente momenti d’ira ovvero visioni socio politica sconce. – É più difficile fare chiarezza che accontentarsi della propria confusione – é più complicato amare Dio che ignorarlo – é più arduo essere sociali che barbari – essere un pochino saggi, pare sia impresa immane. – A questo punto, ognuno dovrebbe assurgere un po’ a paladino di se stesso e verso gli altri, e di fermata in fermata si scoprirebbe tutto torna alla grazia delle persone dabbene, così come da samurai s’aiuta sempre un altro samurai, sacramentando, mai!

Durante quei giorni del tempo veloce di un unico dì, trovo di nuovo la lettera circa il termine locazione per insubordinazione, questa volta sul tavolo da cucina, su da me, al secondo livello della casa. – Poco dopo, con i capelli bagnati, scendo per andare in bagno e la coppia proprietaria dell’appartamento è in cucina e chiedo loro vedendoli, come mai non mi avessero detto niente dell’affare toilette paper. – Rispondono di aver lasciato correre. – Allora l’invito a darmi una carta scritta di ciò che avevamo discusso – inizio a scrivere della carta igienica e delle margherite quando la signora fa per strapparmi la carta di mano, impaurendomi, vedo strane analogie comportamentali tipiche di coloro che si adoperano per il mio bene, loro o chi per essi, così come si espressero tempo addietro; certamente non sospettano causa stranologie che si librano nell'aria scoppiano anche bombe ed innocenti pagano le pere cotte e se lo dici affermeranno fa parte del giogo della società economica, e chissà che non abbiano aspettato il momento bagnato per relazionarlo alla volta cui prima m’alzassi dal bagno, di quel acqua nella vasca senza saponi, scoppia la bomba nella City, insomma è tutto e sempre un momento di medesimi affari, ma quale di sorta e per chi e come deve condurli, e siccome lei ha una gestualità, nel mentre del dialogo, inconsulta, me la squaglio timoroso del peggio; prendo la carta e me ne scappo. – Lei, dal molto adirato passa al calmo, avvertendomi che se esco, non torno più – peggio che andar di notte, tale comportamento potrebbe sfociare anche in cinica tragedia, e chi mi salverebbe? – Per le strade del mondo, stanno accadendo cose stranissime e per interessi sempre più bassi, in questi pensieri che s’accavallano a tamburo battente, finalmente mi trovo fuori la porta. – Chiedo aiuto per la polizia – una ragazza giapponese mi avverte, devo solo comporre il numero che sta scritto nella cabina, tra le modalità d’uso, non ho bisogno del gettone. – Come volevasi dimostrare, al momento opportuno, i micro cip giapponesi sanno dove essere: che studiosi eccezionali e come sarebbero grandi se avessero incapsulato anche l’emozione di quel momento. – Gli agenti non prendono la cosa seriamente – allora mi faccio accompagnare da un mini cab alla stazione di Scotland Yard più vicina, il quale deve ancora avere i soldi e quanto prima l’andrò a trovare. - Ritornai alla postazione " Mini Cab " non lo trovai, però ci fu un esponente che asserì di essere a conoscenza delle vicissitudini di quel dì in questione; allora garantii sarei passato per salutarlo e ringraziarlo personalmente, poi pensai, riportare ciò che sto scrivendo attualmente sul loro conto li rende più simpatici, come quando da venti sterline per una corsa si arriva a dieci in sede di trattativa. – Passa un’autoambulanza – l’autista alla guida, si ferma al mio invito, inizio a raccontarle della storia e lei parte col ridere - uffah! - Trovarmi avvolto da personaggi, forse in cerca d’autore, per aver messo il diavolo in mezzo, inizia a scocciarmi oltremodo, e visto e stabilito vogliono solo convincersi io sia divertente e ciò non trovo produttivo, specialmente in sede di pagamenti da riscuotere, le tolgo la scarpa e gliela butto e così vediamo come cammina bene con una scarpa si ed una no. – Questi mi terrorizzano – non mica quelli che incontro con la scusa viaggiano a sinistra, saranno tutti sinistra extraparlamentare del tempio rubiamo idee alla destra? - Tra l'altro io sono democratico - peggio ancora risponderanno loro, aggiungendo, almeno con quelli di destra c'è il divertimento scontro degli opposti estremismi. - Passa in quel mentre, uno stupido giornalista italiano, con un libro sotto al braccio, così come sta scritto sul rapporto redatto da Hilary, l’autista dell’autoambulanza, il quale uomo del giornale, chiede un’informazione senza senso, mal celando il suo intento principe, quello di curiosare, portandosi fin dentro il mezzo, ed invece di prestare ascolto, se ne va divertito. – Il film brutto l’ho visto già – chiedo maggiore sicurezza. – Nello scherzo mi escludono, prendendo la mia costruzione e con essa se la svignano per aumentare il loro successo. – Per esempio la guerra al diavolo, il quale per loro volere possiede il potere di essere assurto a film, mentre io sulle ginocchia in chiesa, prego il Padreterno di rinsavire questi poveri malefici idioti che strisciano a colori perseguitando il cielo. I derby de lo major corno de la fiamma antica: misericordia.

Un paio di settimane fa, mi trovai davanti ad una casa cinematografica americana, almeno così stava scritto, a lettere cubitali e luminose al portone d’entrata – di fronte c’era un furgone della pulizia vestito a mercatino da festa. – Mi sembrò osservare nella fantasia, l’idea luogo comune della sporcizia diventare più invadente, così come quando ci fu il colera, poi arrivano i nostri e si vestì tutto a festa con le telecamere che mostrano la danza tra monnezze in fiamme e teste pittoresche, poco distante da P.za Carità; nel mentre di questo pensiero passa un tale sorridendo. – Doveva essere l’una di notte, nei vicoletti di Soho, manco fosse comparso per registrare la mia impressione, grata al mercatino mattutino della frutta scampato al registratore di cassa, la cui uscita sta facendo piazza pulita del mondo artigianale. – Mi passa davanti e sembra volersela squagliarsela veloce, faccio finta di avvicinarlo ed a voce lo invito ad esprimermi cosa avessi pensato - questi accelera il passo che già un altro s’intravede muovendo come se stesse affondando. D’acqua il mercato s’affoga causa l’ossessiva tassazione di ogni bene sottoposto all’effetto controllo del registratore di cassa d’aumento ulteriore dei tempi di lavoro; scontrino fiscale per personaggi scaltri che ancora s’illudono di farla in barba al supermercato.

Sono contento: uscendo dall’ospedale, sui giornali si legge e si vede Hollywood che brucia, certamente sentono il bisogno di purificarsi, di costruire ex novo un messaggio più trasparente, che torni più splendente nella chiarezza d’intenti - speriamo bene! – Altri due giorni di prigione in casa o ancora una settimana nella stazione di cura e mi sarei ucciso. – Inseguire personaggi del comico film stupido, depista il mondo e la mia arte filodrammatica ne esce disgustata. – Tre, quattro giorni in ospedale sono stati più che sufficienti, considerando prima di due settimane non si esce da quelle mura, me la sono cavata bene, ma se non c’è demenza, se manca la follia, perché avrebbero dovuto tenermi lì? Non mica per non consegnarmi il mondo che mi appartiene, ma di cui non ho alcun documento, nessun attestato, se non un'affermazione nel mio primo libro “ Titolto “? - La tragedia dello stilista, presentata da un pulpito ben più ampio, nel dramma del far belle le masse, il design approdato ad un livello per meri intenditori ovvero addetti ai lavori, poco riesce a trasformare la realtà, allora nel mio caso stilista del sociale meglio è darsi alla scrittura.

Flash back circa l’entrata in ospedale: si presenta la polizia, non mi vuole portare con se. – A proposito, il giornalista che si ferma all’autoambulanza, mi sembra l’identikit di una persona ricercata, cinque, sei mesi prima, le cui immagini furono viste di consueto nei filmati del caso. – Ripeto la storia alla polizia che finalmente si decide di condurmi con se – al comando tutti pensano ad uno scherzo, così i vicini affacciati, pure lo stesso giornalista, differentemente non s’era comportato, infatti, senza ragione mostrava la sua allegria, la stessa infermiera autista, tuttofare, lei sola ed il furgone, scommetto fosse pure medico; almeno lei era giustificata dal nome: Hilary. – Al posto di una chiacchierata riassuntiva, mi trovai in cella – avevo sete – con la saliva ormai colla, attacco delle strisce di carta igienica al vetro, fin che non potendomi controllare, aprono la porta e mi conducono in un altro posto. – Finalmente, terminate le indagini di rito, sono condotto in the University College Hospital alla ricerca del perché. – I poliziotti mi raccomandano di stare tranquillo – hanno assorbito il mio stato confusionale, pare “ Titolto “ in viaggio fino a che punto la confusione mentale ti coinvolge nelle manifestazioni affettive è la prima domanda, e mi garantiscono sarò sotto la loro osservazione speciale – però, devono verificare, perché la questione non é chiara, le indagini devono avere il loro corso ovvio e razionale.

Nella stanzetta, una delle tante del Pronto Soccorso al centro della parete c’é una scritta “ Satan “ poi, dietro alla sedia leggo “ Devil “ a quel punto inizio a tremare, tanto da infastidire tutto il Pronto Soccorso, compreso i vigilantes che non ne possono più – un tale spazientito, accenna ad una mossa di karaté. – Si presenta un medico molto nordico, m’ispira fiducia – solo che aprendosi la giacca, scopre dei ricami a lingue di fuoco sulla cravatta rosso acceso ed una serie di cerchi azzurro paradiso stampati più in lato, caos design totale: inferno! Mentre io avevo in mente la collezione della marunnelle – ohibo! - Quando si dice la teoria degli opposti per la produzione alla fine si toccano le entrate con l'erario ed i master si ignorano o non si vogliono riconoscere.

Voglio uscire dalla situazione d'atmosfera a me non confacente, la quale è a filo messa nera, ciò spiffero a tutti i presenti, compreso quelli ammaccati dagli acciacchi, dai quali mi guardo bene di prolungarmi sulle scritte. – In sostanza, anche se tutto é in bilico più che in equilibrio, non sono nel momento di chissà quali attenzioni per il mondo che mi circonda e mi vuole coinvolgere, per dimostrare mi sono confuso sui miei stessi elementi, per dirla a tono fattore alla Ludovico, amico di Bezzabea, il quale asserì io fossi presuntuoso – mah? – San rimuda decollato non raggiunge il target? – Può essere mai? La presunzione collezione woodoo? Che dal bene, cioè collezione Marunnelle gli speculatori scopiazzatori a tutto spiano fossero giunti a ... Lucifero, c’era da sospettarlo, ma che giungessero fino a tanto ovvero andare spediti fino al più profondo del male senza che il bene si fosse espresso, mi sembrava un sorpreso fuori luogo e violento è poco male nella City sono tutti a caccia di soldi e chi ne ha più ne metta.

Entra in scena un altro dottore, il tipo da un minuto un milione, del so tutto io, non ho tempo, vado di fretta, dia solo risposte a volo, tanto ho già capito tutto! – Temo mi faccia l’eutanasia immediatamente, per evitare di sbagliare diagnosi, invece mi fa una domanda – a tono suo, gli rispondo chiedendogli quanto amasse la sua nazione - non se ne frega proprio – allora possiamo continuare: bisogna emigrare per non trovare leghisti. – Affermo al medico tutto ciò che gli avessi dichiarato era semplice supposizione, sicuramente, comunque non corredata di finzione scenica da parte mia.- Questo dato di fatto emotivo, sembra accomodare sia il suo punto di vista che quello dell’assistente sociale, ed il dottore frettoloso, a questo punto, esce preciso tra le sue carte scomparendo appresso alla sua borsa con aria piena di soddisfatta risposta di valore che ben giustifica il suo tempo. - Avrei voluto aggiungere circa i leghisti che si credono boss, ma in effetti non sono altri che veri pirati da messa in bandiera nera con teschio, i quali quando trovano un tesoro, s’azzeccano proprio sopra – ma ho desistito, per non dare troppa importanza ai Lumbard che sparlano di noi e del volenteroso Sud, anche perché i luoghi comuni pilotati male, ormai hanno raggiunto tutti.

Sono condotto al centro d’attenzione psichica, enunciato esaustivo nella prima parte della storia. – Mi ricevettero due assistenti medici sulle scale: uno dai capelli scuri e l’altro … non mica sembra un paziente che vuole scappare di notte inseguito dal primo infermiere notato immediatamente perché più professionale? – Questi é molto confortevole, pone domande mirate ed afferra il contenuto della risposta e le riporta scrivendo in un baleno – anche se ad un certo momento, nel prendere nota dalle carte che avevo con me, sono costretto a fermarmi, perché la famiglia dov’ero prima, non merita pubblicità gratuita dal sottoscritto. - L’intervista scorre molto divertente – mi trasmette serenità crescente, non fosse altro perché somiglia a mio cugino, infatti, noto nei loro caratteri somatici similitudini più che professionali, la stessa svisata cronica mentale, dettata dalla movenza del volto nell’allegria di un tocco di genialità che innalza l’attenzione al cospetto.

Nella sala giardino, la quale d'erba non era, gli infermieri vedevano la televisione ed io insieme a loro. - Potevano essere le due, tre di notte e del sonno non si vedeva neanche l’ombra. - Si presenta nel cuore del notte Ronnie, lo avevo scambiato per un infermiere: sviene – si riprende - perde le forze - di nuovo torna in se - si abbatte, ma questa volta precipitando nel suo oblio, si scuote; penso voglia giocare, così, a modo suo, giusto per farmi orizzontare al più presto tra le pareti della nuova dimensione. – In un’ora, mi offrì cinque, sei sigarette.

L’indomani mattino, appena m’alzai, l’infermiera del luogo senza tempo dichiarò avevo dormito appena quattro ore e tanti minuti, ma talmente tanti, che traboccavano da tutti i pori e così come si poteva notare ero fresco come una rosa e non si era ancora a maggio. – Mai prima di quel anno, un aprile così bello, non s’era mai visto.

Familiarizzavo sempre più con il luogo, grazie a Ronnie che mi delucidava su tutto. - All’orario delle visite specialistiche – fui introdotto ad una splendida ragazza – era la dottoressa, la quale parlava pure italiano, così come il suo cognome attestava la provenienza, la riconoscerei immediatamente, una tra cento, portamento elegante, fascino Donna Luna. - Le affermo di ritenermi perseguitato da mini tecnologie e lei decide di visitarmi al mio posto letto, dopo aver guardato a naso in su il suo studio. - La dottoressa come prima domanda mi chiede se volessi telefonare a qualcuno – rispondo di no, perché se chiamo l’ex moglie per informarla, lei cade vittima di chissà lei conosce cosa, accrescendo i problemi attuali e siccome non va oltre la gestione dell’ovvio, figurarsi le supposizioni o chiacchiere montate dagli avvenimenti che si accavallano. – Intanto, a ben pensarci, é meglio telefoni, per informare Virginia, alla quale affermare m’allontani per una settimana. - Alla cornetta risponde la madre, incavolatissima, manco conosceva non avessi parlato con entusiasmo di lei. - La visita della dottoressa, mentre sto sul mio letto, con paratine schermate da una tenda, conferma esito soddisfacente, circa il mio stato di salute: respirazione che lei definisce buona, così come il battito cardiaco – il che mi stupisce, perché ogni tanto, ho l’impressione che il cuore scivolasse con dei fremiti suoi propri - glielo confermo e lei annuisce é tutto normale, tanto che mi fa stendere sul letto e mi chiede di seguire il suo dito. - Ci fu una ragazza che pretendeva di essere seguita da me a venti metri di distanza, specialmente quando entrava in dei posti dove era conosciuta, il che si comprende, tenendo presente era giovanissima, ma una dottoressa che m’inviti a seguire il movimento della punta della sua mano, mi suona inaudito, e siccome era carina, la mia presunzione si divertita ad immaginarla pretenziosa di dito, quale indicativo di stella, oltre la terra ed il suo satellite. - Mi sottoposi alla prassi della visita pazientemente.

La sera che giunsi all’ospedale, l’infermiere dai capelli lunghi, stava seduto vicino ad una pietra di giada con montatura in oro, la raccolsi e gliela diedi – lui mi rispose di donarla a chi di dovere il giorno successivo – così la misi in bella mostra sul collo della mia maglia.

Nella sala giardino corredata di televisione e mensa, c’erano un’infinità di puzzle – decisi di dedicarmi anch’io alla ricerca dei pezzettini da incastrare, dopo aver dato un’occhiata alla fotografia, la quale partendo da terra pone in evidenza la fontana con zampillo geiger che si apre sul castello – il puzzle era costituito da più di mille pezzi e la sognatrice dei pittori distratti me lo sconsigliò, assicurando fosse oltremodo difficile. – Lei garantì completava un puzzle di cinquecento pezzi in cinquanta minuti – io, purtroppo, dovetti desistere dall’eseguire il mio prescelto, con la figura del castello, perché mancavano i pezzi dell’acqua.

Giunsi nella clinica collegiale il mercoledì ventidue, il giovedì e durante tutto il venerdì seguente, si cementò l’amicizia con i presenti - quasi tutti di un’umanità sopra l’usuale, essi ben si articolavano in una situazione scenografica che meglio si prestava alla comicità di un momento da vivere con serietà.– A parte tre di loro con i quali m’intrattenevo in partite a carte, due ragazzi, usciti da una rivista moda ed una ragazza che inseguiva forse, l’ipotetico padre tra le forme di un Picasso mai conosciuto, quantunque sfuggito tra i colori di una tavolozza. – Altri presenti, ugualmente meritevoli di considerazione, come il tale che sedeva sull’unica sedia regale della stanza, senza mai offrire una sigaretta, pur tenendole in bella mostra, il quale raramente apriva bocca, ma all’ora dei pasti, quando doveva esprimersi sulle preferenze tra le scelte delle pietanze offerte, allora d’incanto, forma, toni ed accenti erano pompa magna esagerata, la quale a stenti tratteneva ilarità tra i commensali. - Poi c’era Ancie, veramente danneggiata, la quale mi mise in imbarazzo quando iniziò a chiamarmi Sweet Heart, quindi il ragazzo di colore e la tipa che mangiava al tavolo da sola.

Quella sera non avevo fame, così com’ero stato tutto il giorno senza toccare cibo, avevo instaurato lo sciopero della fame per avere le sigarette, mi dava fastidio tutti stessero ad offrirmene anche quando non avevo voglia di fumare.- All’orario di cena chiesi alla damigella dal tavolo solitario di chiacchierare con lei, la quale mi confidò aveva sempre mangiato da sola. - Non era per niente tipa da intrattenimento, ma come si fa a non sentire vicino una persona che manifesta una simile confidenza? – Dopo cena si dimostrò bravissima nella “ Arte della colorazione pura “. – Mi spiego: dava con l’acquerelli colore sul foglio ed accanto n’aggiungeva un altro e poi un altro ancora e se io guardassi per cercarci una forma che non c’era, lei sembrava commiserarmi per mancanza di pensiero elevato, in quanto meglio di quello, i colori non si potevano mettere insieme, oppure Santa Pazienza: passare per ritardato, causa una meritevole d’attenzioni clinico logiche e che Dio mi risparmi da tanta presunzione, ho sempre saputo di essere il migliore nel dare il colore ad un capo, ma giusto così. - O, forse, ero come lei da ragazzino anche se non lo dimostravo? Presunzione quale punto di forza che viene fuori dall’indagine retrospettiva? Dovendo assurgere a scrittore, devo evitare di ritenere passato e presente con questo libro esaurito. Il passato è fonte d’ispirazione notevole e riempie tantissime pagine, le quali più del futuro si presta tanò al lirismo classico, alla poesia. Il futuro è fantascientifico non solo punto moda per l’anno prossimo.

Il giovedì sera trascorse giocando a carte – gli infermieri mi comunicarono si recheranno a casa a prendere ciò che mi necessitava. – Chiedo ed ottengo vi fosse la polizia presente, alla quale telefono spesso: troppe cose strane si susseguono a ritmo incalzante – gli agenti mi comunicano sono all’erta e di stare tranquillo.

Il giorno dopo sono con sigarette e soldi, é un vero piacere ricambiare gentilezze. – La stanza a momenti si mette in moto: produce quel ambiente, più fumo di una caldaia a vapore. – Intanto, quando sarò ricco, mi dovrò ricordare di loro e dell’ospedale e di qualche amico straniero per la charity capa fresca. Sicuramente, mantenere una simile struttura costa, a volte manca il the e talvolta il latte, il bacon a colazione non s’é mai visto, però il rancio é ottimo abbondante. - Ogni qualvolta parlavo con qualcuno, puntualmente squillava il telefono, trasmettendo agitazione nei presenti e la persona con la quale stavo comunicando era urgentemente cercata, specialmente se si trattava di personale d’ospedale – feci notare la cosa alla dottoressa.

A Londra la mettono si lavora con il telefono, a Napoli evitavo ciò; se non ti presenti non vendi e manco incassi; il contatto diretto produce.

Il pomeriggio del venerdì partono in molti – alcuni dei quali non torneranno più, grazie alle rotelle lubrificate durante la permanenza, altri rientreranno dopo il week-end. - Quasi tutti potevano allontanarsi dall’edificio per un numero breve d’ore, forse fino a quattro - non era il mio caso da nuovo arrivato, quindi non lo so.- Quel venerdì passai in rassegna tutti i giornali e riviste che si potevano trovare nella sala, su uno c’era una scritta, la quale racchiusa in un cerchio e con l’aggiunta di due linee sinuose, uscirebbe uguale al mio marchio, cui ne ripercorre anche il movimento e ciò su una giacca la quale ricorda vagamente la mia, presentata nella collezione “Pastorale “ ormai andata un po’ oltre il segno del sogno tra i capelli dei miei vent'anni, sulle note di Beethoven; tra questi pensieri cerco il fatidico busto dell'immenso Maestro di Musica tra le pagine del giornale, per rivedere i miei capelli di un tempo, ahime’, non trovo. – A tutti gli anni settanta, a detta di qualche amico, portavo i capelli come L V. Beethoven. – Non mica i bioritmi delle mie frasi fluide non consentono intervalli con pecore al pascolo come immagine classica della televisione durante l’intervallo? – Andremo a teatro! – Prima mattina in ospedale: appena si entra nell’edificio, un quadro di un tal Riccardo … non so chi sia, mi ricorda molto Positano. – Cosa dire: al corso di Graphic Design, senza aver preso mai un mouse in mano, disegno un lupo perfetto, in neanche un minuto – mah?- Per la verità sembra più una volpe stilizzata. – Alla parete nella stanza giardino, giochetti d’infanzia per sviluppati d’autore, é appeso un quadro alla parete, firmato solo con le iniziali MR, i cui colori sono: mastice e coccio, molto vividi ed un miele quasi senape, con tanto di viola che non é mai stato a tinta con i miei pensieri, escluso il quale ed aggiunto ottanio, si ottengono i colori della mia ultima collezione, con tanto di modello principi castelli nella città, però quel viola, da passione del Cristo, il qual tono fa tanto petrolio, che manca. Scommettiamo, mo’ si fanno venire la pazzaria di un’altra guerra?

Sia un quadro figurativo, paesaggistico o figura geometrica con giochi di colori su fondo nero non ricordo bene. – Tutt’intorno all’ospedale, ho notato uscendo, c’é un’infinità di scritte MSI, fortuna non voto dal settantadue, in cerca come sono di una democrazia al di sopra d’ogni sospetto, magari vestita di monarchia per essere più sicuri non si cada nel dimenticatoio alla ricerca di un'immagine propria nei vari modi di pettinatura: corona. – Ora ricordo: è figurativo!

Nel vuoto dell’ospedale eravamo rimasti in pochissimi. Fuori tutti perfetti, altri non giungevano; la sognatrice dei pittori distratti era lì e con la quale, annoiatissimi entrambi, c’inventammo un gioco. - Questi consisteva più o meno nel passarci a vicenda una stellina di plastica d’argento, facendola roteare come se fosse una trottola sul pavimento. – Ahinoi! - Sopraggiunge una persona nuova: un mostro, il quale scalcia la nostra stellina, ci salta sopra e la schiaccia, impietrendo l’aria della malcapitata di fronte.

Santa pazienza!

Saranno state le dieci di sera, quando dal piano di sopra sopraggiunge una tipa che si accorsa di detersivo da lavatrice. - A quel ora, mettere in moto la lavatrice, in una casa di riposo? – Impossibile! – Vado a controllare nello stiletto, e noto la scatola con il marchio originale era scomparsa e sulla stessa, il nome risultava cambiato, certamente manomesso, addirittura sostituito con quello della casa produttrice concorrente, cui mi rendo conto il giorno dopo, allorquando andai a verificare, per sedare un dubbio, del quale ne avevo parlato alla dottoressa precedentemente, e queste cose sono così assurde che a rivederle di nuovo in gioco, sebbene in salsa diversa, uguale si stenta a credere.

Schiacciata la stellina, termina il gioco e l’indomani mattina l’amica, stette quasi tutta la giornata a letto a piangere per la rottura del suo astro. – Malauguratamente, ascoltando musica da un Walkman, sopraggiunge furiosa, volgare ed invadente la tipa dal calpestio dirompente, la quale mi dichiara di non toccare senza chiedere prima. - Un’infermiera accorse in mia difesa, rassicurai ben avrei potuto cavarmela da solo, ignorandola. – E ciò feci di lì a poco, quando all’inizio dell’incontro di boxe, la nauseante nuova presenza disturbatrice dell’ambiente, si accomodò accanto a me con tanto di cuffia ad alto volume nelle orecchie; per non farmi trascinare nel suo gioco violento, me n’andai.

Sfogliando i giornali di quel giorno, scoprii che il Presidente Americano é gemelli come me e che il Jack di Hollywood, causa il suo noto film sulla follia si sente vecchio, altresì un’infermiera é identica ad un giornalista di qua o una spia di là, la quale alla fine quel è, e tutti quanti qui vogliono stare qua, e sono veramente contento in poco tempo me ne sia uscito dalla casa delle attenzioni psicologiche dimostrando quanto asserisco sono al centro delle culture speculative, le quali da me attingono contro il mio volere e senza spendere un soldo, non è campato in aria.

Era comparso un settimanale importante; in prima pagina tanto di gorilla con scritta “ My life in your hands “ me lo ritrovavo dappertutto. - Nella scrivania, nella hall, nella camera delle donne, dove usavo fare il bagno, perché quello degli uomini era sempre allagato, causa il fotomodello, il quale sognava d’essere Nettuno e lo inondava completamente; per lui la vasca doveva essere piena, fino all’orlo, poi si tuffava dentro … e quando usciva era inutile chiedergli se i rubinetti li chiudesse o meno, tanto, in sala giardino, giungeva sempre prima l’acqua, la quale annunciava lui al seguito sulla cresta dell'onda: che zattera!

Il bagno delle donne, asciutto e più pulito, ordinato e dotato di prodotti accattivanti - peccato ad un certo momento le femmine me lo vietassero. - Tanto io ero in buona fede, in quanto le toilettes erano tutte dal lato delle donne, le quali asserirono di no, seppure erano comunicanti, esse, ovvero le femminucce, facevano notare quelle degli uomini erano più vicine al settore dei maschietti.

In fondo alla hall, nella scrivania, trovo un dizionario inglese italiano, sembra stia lì per me, lo prendo, il tempo speso nella lettura della parola é un bel intervallo culturale e quando sarò ricco: charity in bacon e parole in testa, lo stesso testo ho consultato di tanto in tanto scrivendo questo libro non essendo dotato di vocabolario.

Sul dizionario c’era una sigaretta, tale doveva essere prima che l’hanno fumata, qualche fiammifero ed un posacenere. - Il testo in questione mi trasmette un senso d’impegno nel mettermi a livello e non solo linguistica, in ogni modo, sono in un posto di ricerca scientifica ove forse la più complicata d’essa è farsi capire meglio nella propria indole, cui la comunione costituisce buon ufficio, inoltre i fumi della sigaretta non sono tossici come quelli degli incensi anche se questi in genere accompagno il morto o esorcizzano l’idea degli odori pesanti. – Nella stessa sala con la scrivania c’é anche un pianoforte ed uno scaffale di libri dai titoli bruttissimi – nessuno tifa per un sogno, quantomeno pilotare la mente su una bella pista.

Nella saletta medica un poster bellissimo, che tanti anni fa avevo appeso alla mia parete, come quello dei quattro atleti e tanti altri, monaca inclusa tra calza e stivale, che qui mancano. – Per ricevere qualche bel immagine, bisogna essere nella stanza dei bottoni mentali della dottoressa? - L’ambulatorio medico é pieno di figure serenamente avvolgenti che coprono le pareti tonificando lo scrigno dei ricordi, il quale per l’artista Klimt si apre in quel posto prezioso del suo passato bacio trasmesso alla storia.

Il ragazzo di colore m’annuncia le cose per lui stanno andando sempre meglio - vuole solamente disegnare magliette, cosa che alacremente produce in continuazione e le schizza in modo molto semplice, come del resto le T-shirt sono, specialmente quelle da lavatrice. - Riappare la testona della rottura della stella – l’associo alla banda degli ossessivi e mi preoccupo: la chiesa é sempre più permissiva. – Alla fine tutti asseriranno che stanno girando una parte della mia vita o del mio primo libro. – Ma chi se ne frega? – Salvo questi, di un diabolico qualcuno, il quale non mica vuole fregare tutto “ Titolto “ e suoi annessi e connessi?

Durante il pomeriggio, uno dei due fotomodelli, presenta una cartolina sul comodino, scritta a Lucca, che in napoletano significa grida “ Allucca “. – E timbrata ventuno aprile, ma il due a malapena si legge, se non ad un esame attento della coscienza, trasparente e senza essere intriso d’inchiostro. – Il francobollo é stato comprato a Milano e raffigura lo stadio San Siro, dove sono stato di recente e prima di imbarcarmi dall’aeroporto di Londra, ho trovato una penna stilografica particolare.- Non leggo cosa ci sia scritto sulla cartolina, ma la voglio, cosa che il fotomodello non mi permette assolutamente. - Racconto delle stranezze delle similitudini o analogie all’infermiere e spiego al fotomodello, il quale comprende anche senza sapere effettivamente con chi é in relazione e se é mio amico come asserisce, farebbe bene a prevedere che per tali ragioni, definite per il “ Mio bene “ sono in sua compagnia e di altri che non conosco, conseguentemente auguro a me stesso buona fortuna. – Lui, guardandomi con la sua aria da posa riuscitissima, mi garantisce ci penserà ed annusa nelle ciabatte del collega da fotografia momentaneamente assente – promettendomi convintissimo rifletterà su quanto esposto da me. A ben notare, ha l'aria del tipo che vuole risolvere.

Il fotomodello, andandosene a casa ha portato tutto con se, lasciando il comodino aperto con dentro una croce nel cassetto, la prendo e la metto sul mio letto – mai sia, che la tipastra, calpestata la stella, soffermi le sue attenzioni sul letto. - Il tipo dalla cartolina é una persona splendida nel vero senso della parola – unico neo: vuole fare troppo il tosto, uguale all’altro, solo che questi, é più semplice, forse perché ancora più giovane, appena sedici anni – ero certo che ne avesse più di venti – lui asserì che io ne avessi diciannove – in effetti, sono convinto di averne più altrettanti che non dimostro.

Giocammo a pallone con una palla di plastica ottenuta da una busta del ragazzo di colore, il cui unico neo é ricordare in continuazione che ricevo una telefonata dopo ogni parola e che dovrei tagliare i capelli. - Il fotomodello più giovane asserì che Napoli é una città molto viva, l’altro addirittura parlava italiano. – La sognatrice dei pittori distratti dichiarò di voler emulare tutto ciò che avrei fatto, la presi in parola, purtroppo il giorno dopo il suo piano si risolse in pianto, cadde succube della strega ed io declinai ogni responsabilità, evitandone ulteriori complicanze di gelosie. - Alle pareti c’erano i suoi quadri firmati – lei assicurava assolutamente non erano farfalle quelle che notavo in uno dei suoi dipinti. - Una volta, facendo presente dovevo uscire, in quanto non ero affatto un tempo a vento, inoltre iniziavo a divertirmi poco in un mare di puzzle, quindi non potevo stare in una casa di riposo per menti da riordinare, dove si cerca di rialzare le vele ammainate dopo la bufera onde proseguire il viaggio – lei mi rispose noi non siamo pazzi, ma solo dei bambini che non sono cresciuti in un giardino d’infanzia, come la sala cui eravamo immersi, aggiungendo fosse in quel atmosfera di calma da dieci settimane, perché fuori il mondo é violento, così come in famiglia, a suo dire, quindi non sa dove andare, mentre lì si sente sicura, per dirla in breve: tra brave persone e riprese a dipingere sogni da pittori distratti.

Riccardomustodario

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Sep 3, 2019, 1:53:55 PM9/3/19
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On Monday, September 2, 2019 at 11:38:07 AM UTC+1, Riccardomustodario wrote:
Che romanticismo! – Quali amici svitati mi sono trovato? - Come si fa a non voler bene a gente simile ed a non adoperarsi ad accrescere la conoscenza? - Ronnie, intona continuamente motivi al pianoforte, usa solo due dita, ma con notevole maestria.

Intermezzo: é passato il tipo con la cravatta rosa a pallini azzurri incontrato ai telefoni, domani cambieranno la porta. – E` da poco cessato il trambusto della strada con auto in un’unica coda lunga in sosta a marmitte fumanti da ore, hanno anche messo il cavo misura regime di traffico che dovrebbe calcolare pure la velocità, a parte la direzione in stato d’ebbrezza. - Viabilità che riprende il suo corso, le auto dalla collinetta scendono a valle, come in Viale Colli Aminei anche qui in salita, sulla dorsale della city, che fa di Londra un cratere preistorico o una schiacciatella da meteorite? - Come mi piacerebbe andare in bicicletta, in pianura.

La domenica chiesi di andare in chiesa, avevo già telefonato al prete della parrocchia italiana, il quale garantì, qualora si fosse trovato a passare da quelle parti, sarebbe venuto a trovarmi, giustamente hanno da fare, altrimenti, come si fa a ferragosto a reperire il diacono … intanto, gli amici diventano Buddisti, altarino in casa e bye, bye, lasciandomi da solo in mezzo ai Mussulamani, Are Chrisna e Panzarotti & Zeppolelle…

Quando uscii dall’ospedale andai a trovare il prete e scaduto il tempo dei cinque minuti che mi dedicò, senza dirlo, quasi m’invogliò a scrivere, infatti, sono quasi al termine dell’impresa che fa da versione in prosa alla precedente “ Titolto ”.

Durante la permanenza nel Psico College, quando fu domenica, non c’era molto personale e da solo non potevo uscire, nè assicurai loro che mi avesse accompagnato Cristo sceso apposta per me dalla Croce, altrimenti, veramente non sarei più uscito quel giorno e mai più. – In tutto questo, il personale é così distribuito: un infermiere per ogni quattro persone, più un medico – a conti fatti, i numeri tornano, in modo soddisfacente. - In più mi confermarono sarebbe venuto un prete, però lo dissero con un ammiccamento strano del tipo monaca – al che passai la mano all’infermiera accanto, la quale non sembrò entusiasta della cosa ma si espresse subito al meglio, quando la cara sorella si presentò nel sorriso della sua bella faccia serena, con tanto di nome comico, inciso sulla targhetta alla tonaca, in virtù delle iniziali “ R. C. “ che suonavano Riccardo Comico, seguito dall’importante cognome, maestro della risata. – Glielo riferii e scusandomi sul luogo comune della fede che fa il prete più importante, chiedo di vedere un sacerdote, da fatto vero, insomma non si poteva scherzare continuamente. - Questi giunse di lì a poco, tale padre … non mi ricordo di Milano, il quale é da un paio di mesi in una chiesa lì vicino, ove sono stato ed ho scoperto che il Vicario ha lo stesso e l’identico profilo del più famoso attore comico del cinema a colori inglese e prima la sorella poneva all'attenzione medesimo cognome del più famoso comico del cinema in bianco e nero, e dopo la funzione, qualche domenica successiva, il prelato é anche comparso in televisione. – Al sacerdote in ospedale, dichiaro c’é un film in atto, il quale mi angoscia e gira senza il mio volere, e fa e disfà confondendo anche le immagini. - Lui mi afferma devo andare più piano, in quanto il fatto lo conosco, per questo motivo parlo veloce e complicato e siccome vuole capirci pure qualcosa, ha bisogno di tempo. - Riceve moltissimi flash in continuazione e si mette in linea di velocità riflessiva, ciò é garanzia a tutto quanto sia stato affermato e quando se ne va mi benedice. – Qualche giorno dopo, vado in chiesa e trovo la controfigura del notissimo attore comico ricordando anche l'altra superstar che la monaca evocava. E prendo la comunione confrontandomi tra comiche e religione. - Si! – Vabbeh! - Quella, era la chiesa vicino all’ospedale. - Più flesciati di così, non saprei.

Quel giorno se non erro, c’era l’infermiera dell’eterna beatitudine, la quale si tinse la ciocca di capelli sulla fronte in bianco, per assumere saggezza più di quanto ne possiede. – Non é il caso darsi colori ai capelli, specialmente col bianco, é contro natura – a quaranta anni sono ancora con i capelli nero " Naturale " sigh! - Qualche giorno prima un infermiere dalla scarpe assurde, dalla camicia che non ti dico e dalla pancia prorompente nella cintura che a stenti ce la faceva più a contenerla, vuol per forza prenda la medicina. - Queste cose me le trovo scritte su dei foglietti dove annotavo ciò che destava la mia curiosità, e non solo, ma anche per avvertirli, del loro modo di essere pilotati, il quale andrebbe rivisto, tanto é sgamato. Ero certo leggessero sui miei foglietti annotati, altrimenti perchè ero sotto osservazione? Il fatto importante è questa volta non erano la spie a leggere, ma personale sanitario autorizzato dal governo, altresì tale situazione risultava ideale a porre in luce quanto mi preme, cioè liberarmi dai sistemi spionistici incrociandoli. - Non a caso dopo la citazione sui foglietti, circa la loro facile lettura in quanto osservassero e attuassero, la questione assurse a livello più competitiva, dimostrando mancanza di dolcezza di fondo.

Un’infermiera mi informò circa lo spillo alla maglia, esso era della ragazza dalla colorazione pura. – Quando glielo consegnai lei si meravigliò lo avessi io, garantendo d’essere sicura non avermi mai conosciuto prima. - Lo affermò in modo quasi interrogativo, come se più che a me, chiedesse una risposta a se stessa, la quale io non potevo afferrare. - Ebbi l‘impressione iniziasse a temermi, perché non mi sarei mai fatto pungere. - L’antropologo Konrad Lorenz, spiega l’aggressività come insieme di slancio impetuoso e paura nello stesso tempo, effetti che si riflettono nel comportamento loco motorio del disturbato, ugualmente, potevo leggere nel movimento della parola ricercata nella sua memoria e mi chiedevo quando sarebbe giunta alla soglia dello stato di allerta, allorquando l’aggressività prevale sulla paura aprendo ad uno slancio di serenità: mai, causa un cocktail di fermenti che non si miscelano. Esistono ingredienti caratteriali, i quali in natura rendono aggressivi serpenti a sonagli, squali, felini e rinoceronti dal corno bianco evviva discorrendo? Ma per gli umani qual è la ricetta anti aggressività. - Bene - E guai se così non fossi stato in ricerca; non riuscire a quantificare l’aggressività sarebbe assurto a vero attentato alla mia serenità ed alla capacità che credo di avere nell'infondere sentimenti amorevoli, specialmente in circostanze bisogno particolari, quando in un frangente avevo avuto la sensazione di un odio non identificato che andava sedato crudo com’era sorto, mentre ero contento dell’amicizia instaurata con il signore della poltrona, il quale viveva con gli altri il suo conflitto territoriale e siccome avevo fatto scattare in lui le molle giuste, con me si mostrava articolato e docile. Le forze armate sono un attestato pesante di aggressività che ci prende in consegna sin dalla nascita, difendendoci, da chi? - Dai nemici che non conosciamo ma esistono. - Come risolvere il gravoso problema delle armi? - Ai critici che si domandano perché lo scrivessi solo ora nella fase ultima della limatura dell’opera, dopo un paio precedenti, rispondo per affermare certe cose bisogna essere più maturi e poco male ciò mi chiedessi da tempo andato, molto andato.

Un’amica di anni addietro chiese in regalo un mio spillo, poi asserì che tali oggetti donati è meglio dimenticarli, salvo chi riceve non punge chi offre. – Come fare a vincere ogni timore senza farsi pungere o viceversa?

Il giorno dopo la visita del prete, giunge a Londra Sua Emittenza, io non ho niente contro le TV private, tanto quanto, potremmo addirittura dichiarare meglio lui, piuttosto taluni che l’osteggiano, perché incapaci di fare altrettanto. – Mi chiedo altresì, come si faccia da politico ad andare contro gli interessi dello Stato per favorire Silvio? – Esponente privilegiato da taluni, Sua Emittenza risulta impastato con i più affermati dei nostri rappresentanti a Montecitorio, bravissimi nel farsi buggerare da lui, indubbiamente il più preparato speculatore in concentrato di potere commerciale del nostro tempo, indiscutibilmente sfruttatore, come nessun altro prima di lui, del bene comune.

La dottoressa mi licenziò, dopo che aveva cambiato un concetto espresso da me poco dianzi; quando glielo feci notare, mi assicurò potevo andare, anche se fosse stato meglio a suo dire rimasto a meditare sull’accaduto.

La sera precedente avevo telefonato ad un mio fratello, il quale sembrò alquanto seccato ed a conoscenza delle vicende, indubbiamente, dovevo risultare impossibile per chi ben poco aveva da spartire con la fantasia che si materializza in sogno organizzato alla perfezione.- Subito dopo la telefonata, vedo il fotomodello con una maglietta con tanto di scritta “ Grazie Azzurri “ probabilmente lo avevo liberato da un incubo.

Divagazioni sull’importanza del senso della vita come valore assoluto che talvolta sfugge perché mancano le sigarette, pur non essendo io un fumatore incallito. - Allora do un anello di pietre preziose in cambio di un pacchetto di sigarette, le quali poi avrei ripagato riprendendo l’anello in pegno, oggetto ricevuto da una zingara in cambio di un biglietto per il treno che la conducesse lontana; per la verità mi offrì moltissimi preziosi, in cambio del tagliando. - Anelli che non accettai, perché non sono un profittatore, né complice, infatti lei mi raccontò che doveva fuggire un uomo più zingaro di lei ed io le credetti, dichiarandole bastasse uno di quegli oggetti preziosi in cambio di uno sciocco biglietto, poteva sceglierlo lei, quale ritenesse più idoneo. - Ricevetti un anello con pietre bianche e nere, movimento sinuoso, con l’affermazione mi porterà fortuna, la quale in quel momento volevo barattare per mantenere in vita una boccata d’aria vuota, incolore, in cambio di un pacchetto di sigarette, senza le quali mi sentivo vago non sapendo che fare, perché senza fumare ho bisogno di riflettere passeggiando, lavorare o essere impegnato e là dentro iniziavo ad annoiarmi molto, il flash novità era sedato. - Allora lo buttai e tale fu la fortuna: di li a poche ore, ero libero dalle pareti bianche a tende con colori che non piacciono manco ai vecchi.

Stamani ho trovato un orecchino d’argento, eppure ne vedo passare abbastanza di persone a testa china in cerca di chissà quale tesoro. – Dovrò pur beccare un orecchino di diamanti un giorno, da far invidia al tesoro della Torre.

Vado a far visita a mia figlia, la quale é premurosa e piena di attenzioni nei miei confronti, mi sta in braccio per quasi tutto il tempo.


Avrei potuto terminare il libro anche stanotte, ma scrivere delle rotture di scatole, e del diavolo da combattere perché guasta la realtà, ormai ciò è discorso antico e qua non siamo eterni, di conseguenza la parola finedel romanzo storico sociale innanzitutto moda degli ultimi quaranta anni che sto per terminare nella luce diurna s’esprime meglio, il mattino é l’ideale, così come si legge nel caffé che avevo sotto casa a Napoli: nero come il diavolo, ardente come il caffè, e tali di furor commerciale ci svegliamo effettivamente in città, pronti ad immergerci nella jungla del traffico, dei clienti, dei fornitori, delle banche e di quanto manca per rendere il nostro tempo più veloce, o abbonda il tempo al proprietario del veicolo, il quale se la prende comoda nonostante fosse scattato per l'ennesima volta l'allarme, e bollette di accompagnamento merce, e di servizi, fatture incluse. - Lavorare è una tragedia, i clienti, ricevuta una fattura di presenza fiscale che giustificano il marchio presente nella Boutique, vogliono le restanti venti forniture al nero, con la Stradale che paventa continuamente lo spettro dell’arresto ai fornitori, non so dove riparare, in tutto ciò si sta vendendo meno, molto meno, figurati l’allegria per chi deve pagare le tasse da piccolo esercente, con le spese che ha, le quali montano da negozio ad industria. Allarme: rischiamo diventar indiavolati per la produzione, la ricchezza, intanto bisogna pur progredire economicamente e Dio paga con il Paradiso.

I giochi di società diventano sempre più sofisticati, direttamente proporzionali con il doppio senso - magie nere e bianche si mescolano con facilità estrema per volontà del conduttore.

Il giorno prima, nella clinica del sovraccarico mentale, avevo dato ordine all’ambiente stanza pianoforte, ripulendolo dal trambusto di cose che produceva in eccedenza; c’era anche un cartello da seggio elettorale, tra gli oggetti che buttai, svuotai i posa cenere, i quali ammorbavano l'aria, misi in fila le sedie e principalmente incolonnai tutti i libri che traboccavano dalla scaffalatura, convinto tra poco basterà il mio testo per illuminare tutto il settore commerciale libreria di cultura contemporanea. – Divertente! - E che te ne fai di “ A Silvia “ di Leopardi, brava massaia dalle finestre aperte? – Chissà che avranno pensato? - I fotomodelli scommetto avranno divaricato circa cosa non si deve fare per passare il tempo! – Ridonato splendore all’ambiente, mentre gli altri erano alle prese con il giochino cattura emozioni spirituali forti, prendo un libro chiesa enorme, forse era la Bibbia che io non ho mai letto né m’interessa farlo, in quanto per me la religione é come mi é stata tramandata da mia madre, catechismo compreso. Spiritualità intrisa in un tutto bene che si miscela con la mia esperienza, formando una sola sublimazione, piuttosto tante derivanti strutture religiose, come accade alle sacre scritture sparse per il mondo dei profeti. - Immerso in questa atmosfera del io impegnato in un punto più alto a livello luogo comune, con la croce sul libro poggiato sul pianoforte, recito le mie orazioni, mentre gli altri giocano in compagnia della terribile che ha schiacciato la stella.

La sera precedente che mi comunicarono potevo andare, fui invaso da profumi intensi d’incensi come succedeva salendo le scale – lo dissi all’infermiera e lei assicurò mi confondevo: non provenivano dal primo piano, bensì dal bagno – sali usati per meglio godere dei benefici dell’acqua calda tonificata nella vasca.

Tutto é bene ciò che finisce bene.

La mia ex moglie mi comunica hanno telefonato i proprietari e se va bene per me, posso ritirare i bagagli e di lasciar correre tuti gli accaduti, perché mi hanno additato seguace di strana religione … la fede nella mia espressione ai massimi livelli, non lo hanno aggiunto - peccato! - Ah, ah! – Come volano le notizie e come tutto sembra strano quando si é diversi dalla massa a condizione di comportamento, il quale assume un tono semi tradizionale, giusto perché manca la struttura culturale individuale, essendo la massa più lenta a recepire. - Non mica avrei realizzato un altare pianoforte se invece d'essere in un ospedale fossi stato in una chiesa? Forse avrei dovuto stare lì tre quarti d’ora, il tempo necessario per una messa, ciò a volte, per me rappresentano un’eternità, allora quando inizio a scocciarmi di stare in chiesa, medito sul sacrificio circa il tempo riflessivo del mondo antico che fa cultura, conoscenza? – Ma è sempre la stessa storia! - Il tempo della preghiera in chiesa, eredità lasciata dai miei genitori a me, cui non di rado trovo difficile scattare un attimo prima del vigile che fischia l’alt, sintonia, proprio a me, in mezzo al traffico che scorre ed io in chiesa a soddisfare l’esigenza del mondo e del suo bisogno d’amore della terra e delle genti, le quali lo colorano con la loro bellezza? - Fluidità d’intenti.

Avevo scritto un appunto sulla copia del giornale e sullo stesso non c’é più, avranno cambiato copia o vogliono farmi notare tale quotidiano é l’unico che si vende, quindi me lo ritrovo dappertutto o forse preferiscono semplicemente trasmettermi sono un visionario?

Il nastro gira sulle note di Ray Charles “ … all my life sono stato così bleus ed ora sto perdendo te … ” mi manca il concerto di Rod Stewart; ma come si fa ad uscire con una vestaglia da camera, di raso rosa? - Inavvertitamente, mi trovo in strada con due orologi sul polso. - Che ora é dall’altra parte? – Bisognerebbe chiederlo a Mickel Jackson che si prende cura di noi bianchi, razza minoritaria del pianeta terra, diventando del nostro colore, dimenticando che siamo dispettosi e capacissimi di scambiarci, però, che fatto sconvolgente ed incredibile ha compiuto? – Oggi, ancora mi chiedo risponde a verità
o é la finzione scenica, la quale si é sostituita alla realtà, fino al punto che accettandola per tale, neanche ci interroghiamo più dove stiamo andando effettivamente, perché tanto c’é La Costituzione del Lupo Azzurro che vede e provvede in seno al motivo della giustizia d’amore.






FINE















Scritto dalla fine d’Aprile1992 al 11.6.1992
trascritto al computer e postato su IAS dal 9.12.2003/3.4.2004
Le parole evidenziate sono stati inserite durante la trascrizione 2003
HYPERLINK "http://groups.google.com/groups?selm=6b47902b.0312091753.14b1e253%40posting.google.com" http://groups.google.com/groups?selm=6b47902b.0312091753.14b1e253%40posting.google.com 2003 I edizione digitale
Newsgroup: it.arti.scrivere
Da: rmcl11...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario)
Data: 9 Dec 2003 17:53:52 -0800
Locale: Mer 10 Dic 2003 01:53
Oggetto: La Costellazione del Lupo Azzurro
manoscritto 1992
Rivisto e corretto nel 2007 aggiunte altre parole, evidenziate anch’esse in grossetto
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