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La Costellazione del Lupo Azzurro

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Riccardomustodario

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Dec 9, 2003, 8:53:52 PM12/9/03
to
Inizio a sentire il peso del freddo della storia che grava sul mio
fisico, indolenzendo la spalla destra. - Senzatetto sotto le stelle,
ho la forza morale da gestire un intercity lunghissimo, strapieno di
stress mentale - e non mi tange, vedere appena guardo di lato,
arrivare una locomotiva con un simbolo che sembra il mio marchio
registrato. – Sono le ore undici del mese di maggio, caro alla
Madonna e ricco di rose, mai troppe, per onorare il mio trisavolo
Carlo Pisacane che con trecento giovani, baldanzosi e forti, mosse
contro i Mille di Garibaldi, per salvare il Regno di Napoli o delle
Due Sicilie.

Tifosi con sciarpe di due squadre di calcio, con maglie e facce
variopinte in modo diverso, sfilano in stazione serenamente, dopo
esservi entrati a suon di cori annunciati scompaiono nei sottopassi,
seguiti da poliziotti, che scortano il corteo sportivo.

Giusto per la cronaca: sono seduto su una panca con scritta, che
non voglio leggere, per non sforzarmi nel ricordare, quando avrò visto
scorrere, questi caratteri per la prima volta sotto i miei occhi,
perché sicuramente ci sono già passato, dove ora mi accingo a
scrivere, pensando ai simbolismi nei tunnel sottostanti ed alle tante
pareti bianche, le quali con effetti e colonna sonora, potrebbero
assurgere a tragitto meraviglia culturale contemporanea.

Sono ritornato sulla stessa panca, dopo che mi ero allontanato
cinque minuti, per andare a comprare le sigarette, le quali hanno il
potere di aiutarmi a mente locare ... ohiboh! - Cosa compare? - Una
sorta di corteo - una decina d'uomini trasportano a braccia una barca,
il legno dal sapore antico sembra meritevole di restauro – siamo su
un'isola fantastica – avverto che mi si vuol trasferire il tema
ecologico " salviamo il mare " o che so ... tanto per dirla alla
maniera della gente di porto " marinai: donne e guai ". – In Italia si
è sempre detto che la Marina è il fiore all'occhiello delle Forze
Armate, forse per questo la ferma era di due anni - qui la penseranno
come minimo uguale, in quanto è proprio grazie al mare, che
l'Inghilterra
è diventata la potenza mondiale che è – specialmente durante il
periodo d'oro del Regno della Regina Vittoria - ho visto ultimamente,
un film in televisione, dove mi ha scosso il Suo enorme potenziale
d'amore. – Penso che pure Giulio Cesare, avrå fatto errore di
valutazione, nella presunzione del pensiero che tutti i popoli
potessero confarsi alla linea principale - purtroppo non sempre
l'intelletto umano funziona a fin di bene, diceva un " amico antico "
di secoli or sono, quindi continuo il mio viaggio spedito alla ricerca
del bello così come ho sempre fatto, senza pensare a chi devo erudire,
perché con tali illustri esempi avanti, leggo a priori che sprecherei
acqua e sapone: le masse aspirano ad altro, piuttosto che A nobili
contenuti dell'esistenza.

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusCmputerLuceInTerraStellare una realtà per tipi da slalom

Riccardomustodario

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Dec 10, 2003, 7:38:07 PM12/10/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03120...@posting.google.com>...

IAS 10.12.03

Scrivo per affermare il mio intelletto, cercando di risolvere la
realtå che mi appartiene, in una visita specialistica da manicomio,
per stabilire fino a che punto, il concetto del mondo esterno, a volte
nella sua esasperazione demenziale di gelosia, mi avvolge – e per
questo motivo aspetto il Nobel dal mio primo libro minimalista, dove
una parola o un simbolo assurge a pensiero, il quale frammentandosi,
può perdere ricettività. – Questo è un problema che ho vissuto nella
moda, settore in cui si fa tanta ricerca e dove spesso tutto diventa
solo un pour parler con gli addetti ai lavori, se si è avuto il buon
senso di selezionare i punti vendita a priori, perché in quelli
frequentati dalla maggior parte dei compratori, certi discorsi non si
avvertono neanche lontanamente, in quanto nei punti vendita a
rotazione veloce, le argomentazioni d'acquisto si manifestano in poca
cosa culturale ovvero un non identificato insieme, che fa appunto
sicurezza di massa. – In virtù della presa di coscienza per queste
fenomenologie, si può affermare che si è creato nel mondo, un gruppo
di genti intelligenti, le quali riconoscono di stare insieme, grazie
all'immagine, se non addirittura ad una mossa di un gesto ricercato e
riuscito che li accomuna chissà per quali magie.

Sono nato il quattro giugno alle quattro e quarantacinque di
mattino, praticamente gemelli, con ascendente gemelli, più io siam
cinque, eppur non facciamo mai massa – se facessi una riunione tra me,
avrei bisogno di almeno tre sedie ed un altro alla lavagna, sempre di
me.

Mi angoscia il fatto che lo scrivere un libro presuma immaginare
chisså quante pagine … in non so quanto tempo … in chissà quale posto
mi andrei a ficcare? – Ma come si fa a stabilire se una cosa pensata è
stata scritta e chisså dove, in quale parte del libro riportata, una
volta superate le centinaia di pagine? – Se inizio a mettere gli
interrogativi all'opera, mi fermerò prima del previsto – la confusione
mentale mi coinvolgerà inevitabilmente, data la mancanza di
professionali†à scrittore, allora nella salvaguardia dell'Io,
manifestazione affettiva artista, arriva in rinforzo la certezza di un
punto antico " sfiorare l'impossibile: chiarezza ".

Stanno succedendo molte cose strane nel mondo d'oggi – in ospedale,
tra i tanti giornali che mi " perseguitavano " ho scoperto che il
Presidente è gemelli ed esagerando il concetto di gelosia, devo per
forza avere fiducia in un tale segno, piuttosto che altri al suo
posto, anche se un giornale stamani titolava: che Dio salvi l'altra
parte dell'Oceano. – Volendo andare a cercarle, aumentano le
responsabilità, ma qual è l'altra parte dell'Oceano? - In America ce
ne sono due o no ed in Africa non lo so?.

A proposito di Dio … ieri fui investito da due messaggi chiari e
forti: passando davanti ad una chiesa secolare restai incantato dalla
sua bellezza, mi affacciai in punta di piedi ed il suono invitante di
un organo mi accompagnò dentro, stava appena iniziando la funzione
religiosa – alla fine tutti passeggiavano nello spazio divino – c'era
molta gente – sono stato uno degli ultimi a trovare posto, poi molte
persone in piedi, hanno affollato la chiesa.

L'altra notte avevo sognato mia madre tutta sorridente che dava dei
soldi al pazzoide che lava le scale nel nostro palazzo, il quale di
taglia è minimo cinquantadue, ma adora vestire le mie quarantotto,
nelle quali risulta molto goffo per la verità, altro che linee
strettissime anni settanta se non un pochino prima. – Mi sono
svegliato ridendo e mi sono accorto che pioveva – si era verso le
cinque " mamma mia che acqua e sono senza scarpe " verso le sette mi
sono risvegliato e vi erano chiari segni di bella giornata.

Ho trovato la matita tra le tasche del mongomero verde mela cinereo
ed ho rovistato in quelle della ventiquattrore, in più ho dato una
sbirciatina alle varie cose in esse contenute, tipo depliants e fogli
di giornali, per passare direttamente all'inventario di ciò che ho con
me: un translator, una rollina, sia in centimetri che inches – il
libretto della messa caro a mamma e diverse carte illustrative, avute
nelle varie peripezie da raccontare più avanti.

Non sono stato in bagno da quando sono uscito dall'ospedale – sono
le quattordici e quaranta – mi cibo principalmente di dolci,
cioccolata, caffè. – Dopo un atto grande acrobatico – in quanto pure
essendo puliti, non mi fido mai abbastanza, dei servizi igienici
pubblici ed avvertendo la forte pressione nelle budella ho temuto che
si potevano verificare schizzi di rimbalzo dalla caduta libera a
contatto con l'acqua. – Punto e basta, senza specificare troppo,
altrimenti si scivola nel volgare a parte la parentesi della carta
igienica che è troppo un fatto importante da meritare una pausa di
riflessione – vado a consumare un sandwich.

Torno a scrivere dove ero seduto prima – ho con me un caffè che sto
sorseggiando e mai ho provato tanto piacere a bere un caffè inglese,
come sempre bollente, enorme, per noi italiani che non siamo abituati
a tale quantità è difficile non farlo traboccare almeno da una parte,
scottandosi e sul rinculo del bruciore, ecco che anche l'altro lato
della mano subisce la stessa sorte, da tutto un balia nelle onde
vaporose in un bicchiere … sento freddo ed a stare chinato per
scrivere, inizio a stancarmi, fortunatamente la ventiquattro ore mi fa
da scrivania e non mi pesa sulle gambe, sulla cui sinistra altezza
polpaccio, lato esterno, ho una voglia di caffè – in estate con
l'abbronzatura, sembra un'isola deliziosa con i peli che fanno da
vegetazione al vento, quando vado in bicicletta.

Sono le quattordici e trenta e più o meno ieri nella stessa ora
attuale entravo in un hotel, dove risiedo, secondo i vari uffici che
si occupano di me. – Orsù dunque, direbbe Totò, una volta entrato
nella stanza, dove
nel pomeriggio di ieri, per ben due volte, sono uscito senza chiave. –
La prima volta sono rimasto fuori, perché la porta s'è chiusa
immediatamente e con forza dietro di me, quindi sono uscito, per
evitare di pensare ai perché. –
La seconda volta, sono uscito lo stesso, mentre volevo solo andarmi a
sedere nella hall, magari telefonare alla dottoressa o all'avvocato,
il quale a pensarci bene lo proferirei ancora più nordico, certe
faccende, più vengono giudicate con un alto punto vista e meglio è. –
In questo momento una bella ragazza dalla gonna scozzese, alzandosi,
urta la mia valigetta scherzando con la madre, la quale s'era seduta
sulle sue gambe – s'incamminano verso il binario cinque, dove non c'è
treno alcuno, tanto meno gente in attesa – le seguo con lo sguardo,
curioso di vedere chi arriva ... a conti fatti, sono uscito due volte,
giusto per non sentirmi chiuso dalla porta ed è piacevole essere
catturato da alcuni sorrisi senza sbocchi, se non incamminarsi lungo
un binario per l'infinito. – Ma perché Edimburgo si gemellò con Napoli
- forse per il piacere di prendere un treno che fili in discesa
nell'altra direzione? – Un cliente, che ha una boutique uomo
importante, in un paese dell'entroterra campano, il quale stagioni fa
è stato uno dei primi a presentare un noto marchio inglese
d'impermeabili, che ora tanto si portano, mi ha confidato di andare
sempre in vacanza e non ricordo da quanti anni, esclusivamente ad
Edimburgo – per qual motivo e per la musica che ascoltava quasi non
afferravo - ora capisco … la dolcezza di una movenza, da festival del
sorriso, difficilmente perde il suo fascino, ripresentandosi anno dopo
anno, sempre più ammaliante.

La musica rock mi ha accompagnato sempre negli anni da me vissuti –
sono quaranta e non quarantuno come ha scritto ieri il tale alla
reception dell'ostello – quando glielo ho fatto notare, pronto ha
replicato ispido: sei del cinquantuno, allora sono quarantuno –
inutile aggiungere che la data del compleanno è di là da venire – non
vale la pena mettersi in competizione con tipacci simili! – Non sempre
il tempo la beltà cancella, mia mamma a sessant'anni e più la guardo e
più mi sembra bella – diceva un noto scrittore italiano del tempo che
fu da me passato sui banchi di scuola. – Tra i miei anta ed gli anta
più venti, ce ne sono giusto tanti e sfido io, impossibile trovare un
coetaneo più bellissimo di me – comunque, già ho assodato e diffuso il
concetto che la bellezza non ha età, quindi andiamo avanti con
tranquillità, come da frutto di saggezza
estetica.

Negli anni trascorsi da stilista, compito facilitato dall'essere
baciato da fertile immaginazione fantastica che si materializza
tecnicamente grazie ad un elaborato logico immediato, in quanto per i
gemelli è ovvio arrivare alla fine saltando i passaggi intermedi, dati
per scontati – situazione utile a guadagnare tempo, non nascondo
l'impressione, di vivere tale sensazione a livello latente, nel
subconscio che subito viene a galla, qualora l'interlocutore m'avverte
che c'è mancanza di qualche elemento. – In questo momento, mi rendo
conto di avere notevoli difficoltà a rientrare nel mondo dei per bene
al quale appartengo. – Per ottenere ciò, devo analizzare al meglio la
mia coscienza e conoscenza, cercando di rendere tutte le frasi il più
chiaro possibile, per facilitare il compito a chi mi deve leggere e
giudicare ed a me stesso – i per bene si distinguono, perché
rispettano tutti i passaggi.

Avrei bisogno di nuova cultura, per continuare a spaziare nello
spazio comodamente, come scrivevo ad un'amica il mese scorso, dopo la
pubblicazione del mio primo libro pagina " Titolto " ormai roba antica
- farebbe bene a lasciare il passo all'equipoggino, qualcosa del tipo
più persone che lavorano su un stessa idea, senza nutrire dei dubbi se
la cosa l'ho scritta oppure pensata, tanto c'è sempre un altro che
tiene il passo, ormai non è più solo un mero fenomeno di scrittura,
ogni tanto bisogna pur pensare: non sono ancora a conoscenza di tutti
i dati intermedi, di altri più importanti. – Forse ci vorrebbe la mia
segretaria dei giorni festivi – il nero per capelli qui si chiama
black raven – quando un giorno i capelli saranno bianchi, chissà che
non avrò una segretaria per le feste comandate – pensando solo al
lavoro, si finisce che si seguono gli affari anche a Natale, perché
non tutti hanno la Pasqua o il Ferragosto. - Ieri, primo maggio, festa
del lavoro, ero in giro nei vari uffici ad inseguire benefici sociali.

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusCmputerLuceInTerraStellare una realtà per tipi da slalom

/12/03

Riccardomustodario

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Dec 11, 2003, 7:04:54 PM12/11/03
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> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03120...@posting.google.com>...

>
> 11 /12/03

Ho appena fatto una passeggiata in stazione - questo posto diventa
sempre più familiare – ormai cammino al centro, prima ero sempre sui
lati – mi vergogno: non sono mai stato con il pantalone del pigiama o
con le pantofole per strada. – Le ciabatte, pur essendo del tipo quasi
ottimo, non sono fatte per camminare al di fuori delle pareti
domestiche, proseguo prestando attenzione, anche se non sono abituato
a guardare per terra - le pietruzze o i tappi di bottiglia metallici
fanno male sotto i piedi – se vedo del vetro rotto, cambio marciapiede
… o torno al coperto – la stazione è ampia e la pavimentazione è
liscia. - Ricordo che andai a vedere un film con un'amica di scuola,
ci facemmo un sacco di risate – l'attore principale aveva la
disavventura di finire spesso con i piedi … non voglio neanche
pensarci.

Mi sono specchiato in una vetrina enorme – se mi vedessero quelli
che mi conoscono bene, asserirebbero
tra i sorrisi, che la follia è il minimo comune denominatore tra me,
il pigiama, la maglia, il mongomero, le calze, le pantofole e la
valigetta da rappresentanza. – Ricapitoliamo iniziando da terra, con
l'illusione di elevarsi nello spazio, senza andare in Paradiso, se non
nell'ora della morte, a cento e più anni. – Pantofole: color cacchina
scuro con riporti in finta pelle, con tanto di marchietto su fondo
verde che ne certifica la provenienza – suola … ahimè! – Tra poco
uscirà il ditone avvolto in un calzettone tubolare ex bianco, ottenuto
dal bucato dei colori mischiati era una volta, quando l'ex moglie
aveva il potere di farmi veder presentare davanti agli occhi pedalini
e mutande or nel monocolore del rosato or dell'azzurrino, uscito nel
verso del colore più forte che tuffava in lavatrice. – Pantalone
pigiama, con una tasca al lato destro, rosso, quasi corallo … colore
dei pazzi?!. – No! – Assolutamente … oh Dio … certamente non da uomo
in the city - di giorno tra l'altro: non ho parole!. – Indubbiamente
in casa, a luci basse va benissimo, è come se volesse assurgere ad
accessorio da camera. – Maglia di colore verde muschio intenso,
collettino sabbia modello polo, quattro bottoni.- Mongomero colore
acido già descritto, anche la fodera è naif – sui bottoni metallici ho
scoperto che c'è una " N " in una corona imperiale – devo prestare
attenzione, potrebbero scambiarmi per Napoleone, la competizione è
esagerata … quasi tagliente, non vorrei incontrare Nelson dietro
l'angolo, una palla di cannone potrebbe squarciare il legno lucido
della mia ventiquattrore: affondandola, e di nuovo tornerei a pensare,
ad un siffatto modello in legno e cuoio che ho in testa da sempre.

Sono uscito il pomeriggio del ventotto aprile dall'ospedale, dove
ho trovato un'organizzazione perfetta – roba da mandare tutti in
processione per la penitenza, pena il bruciore ai piedi qualora si
fermassero a contemplarmi più del dovuto. – Scherzi a parte, ho un
ricordo bellissimo di tutto l'ambiente in generale, personale e
pazienti, ai quali rivolgo i migliori auguri di guarigione. Sedici
pazienti che occupano tutto un piano, con tre turni di quattro
infermieri, più una dottoressa ed un dottore che ho visto solo nel
meeting principale che ho avuto al piano di sotto in un'atmosfera
surreale con innumerevoli facce conosciute e non - sembrava che tutto
il personale fosse in quella stanzetta dalla luce bassa, più guardavo
nel profondo ed altre facce scorgevo … tra le quali ho avuto
l'impressione che vi fosse una persona inerente al mondo del libro, se
ho capito bene, durante le presentazioni, nel breve scambio di
chiacchiere e volti. – Resta il fatto che tutti asseriscono di non
aver letto il mio primo libro – ugualmente, tutti dichiarano che io
sono scrittore e senza dirlo m'invitano a scrivere rapporti
sottilissimi, difficilissimi, bellissimi. – Non lo so se questo fatto
esiste davvero, ma lo sento, quindi lo scrivo: il guaio per me, nasce
quando le persone si mettono insieme, addirittura energizzano l'aria,
per avere la presunzione conforto di convincersi, che lo stanno
facendo per il mio bene. – A livello mentale è già successo e si
ripete e puntualmente compatisco, perché sono cristiano che non vuol
finire sui carboni ardenti e perdonando, come minimo se ne guadagna in
salute. - La sera precedente al congedo, avevo scritto dei segni
salutari in cucina – l'indomani mattina recatomi nel posto per,
curiosamente, ho visto arrivare tutti i pazienti nello stesso momento
nel vano dove ero per prepararmi un tea, come se si fossero fissati un
appuntamento … così ho fatto la voce alta, mi sono dato un tono
deciso, facilmente interpretabile nel non voler essere scocciato da
associazioni di persone, e trasmettendo loro questo messaggio di
speranza di forza individuale, metto i puntini sul in modo di motivar
me stesso a non deluderli.

Da un punto di vista turistico l'Europa è fatta. – Per chi è di
Napoli ed ha commesso errori di valutazione culturale ed anela ad
espiar il proprio peccato, è consigliato di andare a sedersi su una
scultura di legno
non ricordo se in Oxford o Cambridge ed ivi raccomandarsi al Signore
in attesa di rinsavirsi. – Ho conosciuto, in un locale francese dove
fanno i croissants più buoni di Londra e frequentato da persone
simpaticissime lo scultore che l'ha fatta, il quale mi ha accennato il
messaggio pseudo demenziale della sua opera primitiva, mostrandomi la
foto della poltrona ottenuta da un tronco, tagliato da lui stesso, se
ho capito bene – da qualche parte dovrei avere l'indirizzo – promisi
che gli avrei mandato una copia del mio libro. – Altre persone
conosciute in questo locale record: la tipa che scala le montagne o
l'altra che esce una volta al mese perché " ha studiato molto "
probabilmente come risparmiare o Miss Capello dell'isola tanto più a
nord, la quale si vanta di avere un ottimo parrucchiere … veramente ci
dovrei andare anch'io, non riesco più a gestire i miei capelli e
stanno perdendo colore.

Profittate degli artisti capaci di suggerirvi benessere anche
stando seduti e lieviterete in codesta posizione meditando, fino
all'apoteosi, per poi poter tornare a piedi nella propria chiesa per
conoscere la vera essenza del battesimo che già c'è stato, perché gli
errori con l'intelligenza attuale, sono peggio del peccato originale.-
Un giornale del Nord di questi giorni cita un tale a Montecitorio di
voce napoletana e dalla coda di paglia – chissà perché, ogni volta che
entra Napoli in ballo, per i midia internazionali, se non è camorra è
barzelletta. – Per questi ci sarebbe da farli andare sulle ginocchia
da Pompei fino ai Camaldoli, dove c'è la bellissima statua di San
Gerardo mio protettore.

Riccardomustodario

unread,
Dec 13, 2003, 1:33:41 AM12/13/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03121...@posting.google.com>...


Sono le cinque e quaranta del pomeriggio, più o meno a quest'ora lo
stomaco inizia a reclamare il dinner, il pasto principale della
giornata, ho terminato le sigarette e non è che ne accerto la mancanza
come aperitivo – anche le caramelle
al mentolo e miele, buonissime, sarebbero piaciute tanto a mio padre,
sono finite.

C'è molta folla in questo momento – ho mangiato un hamburger e
bevuto una coca cola piena di ghiaccio ed ho appena buttato nella
pattumiera il bicchiere di carta di un caffè bevuto osservando i tanti
colori delle magliette sportive dei tifosi delle squadre che oggi
hanno
giocato, in luoghi serviti dal circuito underground e ferroviario
direzione nord e che ora se ne tornano a casa, chi in cori entusiasti
per la vittoria e chi mesto per la sconfitta. – Questa stazione è
forse la più importante di Londra, non a caso è King's Cross.

Il week-end tifoso è intenso per me – l'Arsenal è la mia preferita
il sabato ed il Napoli la domenica, posso ritenermi fortunato –
attualmente i più felici sembrano quelli dello Sheffield United, che
stanno alzando i loro cori alle stelle nello sventolio di bandiere
inglesi, procedono in modo educato e bello.

Il calcio capita come il cacio sui maccheroni per ciò che voglio
esprimere ora, cosa che ho fatto presente anche al prete ed alla
dottoressa: la magia. – Al prete che è romano e quindi mi è simpatico,
perché ho vissuto a Baia con un amico, vero storico della
restaurazione dell'arte – con in testa la cultura di quel posto di
mare, d'antichi napoletani, praticamente romani, che ivi andavano in
villeggiatura, ho dichiarato convinto che mi sento scocciato dalle
magie … e lui mi ha risposto che le magie bianche o nere che siano,
non esistono. – Alla dottoressa che doveva appurare il mio stato
psichico, ho assicurato che iniziavo temere che pure lei fosse stata
avvicinata dall'aria delle cosiddette magie bianche, quelle che hanno
la presunzione che s'informano e danno consigli per il mio bene,
discorso che mi sarebbe piaciuto continuare con il prelato, ma questi
asserendo che non esistono, lo ha troncato sul nascere – forse se
fosse stato Lumbard, avrebbe risposto diversamente, lì esistono altri
modi di stare insieme, altre filosofie di gruppo, altre forme
esoteriche di riuscita, ma figurarsi, con l'aria di Montecitorio che
ha respirato da bambino, non potrà mai essere sfiorato dall'idea di
magia, con le tante indovine al servizio dei parlamentari che per
leggere il futuro danno fastidio a me. – Le magie bianche, spiegavo
alla dottoressa per quello che ho intuito: vertono all'esaltazione di
un singolo, il quale si ritrova a ricevere l'insieme d'energie che lo
portano al successo, magari a discapito di un altro più meritevole e
quindi non fa classe, perché non si può profittare di chi incapace di
rivolgersi ad un mago o stregona, perché si sente superiore e per ciò
non può pagare le pene di un mondo che vuole circuirlo senza il suo
volere – tra l'altro la mia mamma lo diceva " non si fa " riferendosi
a questi modi occulti e strani che si stavano diffondendo e che
assicuravano come minimo il successo, il quale risulta per me,
decisamente amorale, se ottenuto in questa maniera, tipo i tanti
successi di squadre del calibro dell'Inter, del Milan della Juve.In
Italia il calcio sembra fenomeno da guerra di secessione americana e
per taluni non fa niente, che da quell'evento ad oggi, siano passati
secoli. Non a caso, anche quest'anno il Napoli era la più forte e le
alte camminavano a spintoni: potenza del Palazzo Lega calcio. – A San
Siro quest'anno ero presente: una vergogna! - Roba da fare allibire la
povera Montessori
sulla nuova mille lire, poverina come l'ho vista mortificata " non c'è
più educazione " sembrava dirmi. – negli ultimi vent'anni il Napoli ha
fatto una tombola di punti nella prima partita di campionato – della
prima partita dell'anno nuovo non si puø dire altrettanto – su
quaranta punti in palio ne ha guadagnati solo tre e figurati se quei
cornutoni che programmano il calendario, non avessero messo per quella
giornata in cartellone: Milan Napoli – magia bianca o rossonera,
comunque la si metta non mi piace, è marcatamente antisportivo. –
Notizia di questa settimana: il più forte giocatore iberico alla
Fiorentina. – Peccato che la società viola si sia rovinata l'immagine
non pagando un giocatore al Napoli che glielo aveva venduto
sulla parola – il presidente azzurro ha commentato la cosa con spirito
di superiorità e per lui che è notoriamente calcolatore, non sarà
facile dimenticare cinque miliardi di mancato incasso. Qualcuno ha
barato: hanno fatto San Gennaro Santo di serie B e questi figurati se
ci pagano, con la scusa che sono più artisti di noi, dicono loro. –
Dobbiamo darci una mossa assolutamente, non possiamo mortificare il
nostro Santo Patrono - non mica possiamo sempre tirare in ballo come
fiore all'occhiello culturale il Rococò ed il Cristo velato dalla
Cappella San Severo?. – A Napoli si respira vita ed arte dappertutto –
lo stesso anche a Londra per la verità. - Certo che ci sarebbe da
sbariare pensando alla geografia artistica che farebbe notizia se non
ci fossero continuamente assurde guerre: artisti aiuto!. Risollevarsi,
ma come?- Da più parti s'è levato un coro, la convinzione che l'arte
sia finita – forse a ben pensarci una quindicina d'anni fa questo
fatto sembrava cronico, oggi sicuramente si è concretizzato – allora
per risolvere il fatto stesso alla maniera di Wagner " gli uomini e le
cose stanno come il ponte sul fiume " ed io sto fermo come un treno
sotto la volta della stazione, pensando a Bertrand Russell che
asseriva " prendere coscienza di un problema significa risolverlo
ameno per la metà " e strada facendo fino a cento e perché non vedeva
futuro nei giovani
continuava " i giovani sono cresciuti con la mano fredda della bomba
atomica sulle spalle e come alzano la testa urtano contro il computer
– il potere sempre più logoro, sempre vecchio ed egoista non da spazio
" – Questo fenomeno lo stiamo vivendo ancor oggi, figurarsi per i
giovani artisti – anche se bisogna convenire che fortunatamente
proprio ultimamente il " potere " ha dichiarato che bisogna studiare
un nuovo capitalismo perché il precedente è stato un fallimento –
speriamo bene!.

Nel mio libro che parte con il quadrato come spazio sicurezza,
traspare l'incommensurabile ottimismo dell'Amore che può anche farsi
gelosia. – Il giornale stressa malcontenti in Los Angeles –
probabilmente ci sono nell'aria grossi cambiamenti che vengono a galla
a Hollywood, che nell'ultimo ventennio è stata la capitale del
simbolismo dell'immagine esasperata del capitalismo. – Da parte mia,
possono fare quello che vogliono, ciò non toglie che voglio per il
libro e per i film un sacco di soldi, a parte che vorrei creare
un'altra organizzazione d'immagine visiva che potrebbe iniziare a
prendere corpo con il venticinque per cento delle entrate, da elargire
a favore del " Club degli Artisti Falliti " il più famoso del quale è
un tale che conosco, suona ben quattro strumenti, vive ad Hollywood e
canta pure. – Indubbiamente è uno che da solo giå riempie il palco –
suona la batteria, suo strumento principale, cosa che non ha mai avuto
- inutile aggiungere che non ci sia nessuno più bravo di lui se lo si
sente parlare e se non sbaglio è anche disegnatore o qualcosa giù di
lì, insomma una frana, seriamente allegra … ma di una cosa sono certo:
nel concerto pastorale suonò divinamente con il caldo, la polvere, la
sete, il fumo, le pecore, gli spazi incontaminati e sterminati,
nonostante lo martellassi, il concerto andø avanti benissimo, anche
quando dava segni d'insofferenza per le zanzare che lo punzecchiavano
senza pietà producendo di tanto in tanto qualche fuori tempo di cassa
accompagnato da un suo " ahia ". – In tutto questo l'elemento è
sicuramente promosso, perché prepara una pasta al forno divina, alla
maniera della madre, come asserì lui, la quale se è bona come cucina,
sarà da Lady Scacco Matto. – Restando nel tema concerto pastorale che
si tenne al Lago Patria fui colpito dal promotore della pensata,
arrivò con il furgone e quasi tutti gli strumenti, suoi di proprietà,
compreso generatore e pony – organizzazione perfetta, per niente è
tedesco.– Poi c'era l'incredibile chitarra solista più veloce del
momento, capace di esprimere tremila assolo in tre note ed in appena
nove secondi - liutaio bravissimo, da anni ad Hollywood – ritorna di
tanto a casa a date fisse per scadenza del permesso di locazione sul
passaporto. – Infine al basso suonava il mio migliore amico degli
ultimi anni, musicista scicchissimo, il quale è stato anche mio
direttore commerciale per due anni e se mi vedesse in pantofole, mi
cristallizzerei negli specchi, fallimento totale su tutti i fronti,
uscendone con un solo acuto centrale da squarciare tutti i lati.

Vado a farmi una passeggiata verso le ultime panche, dove c'è la
bilancia – stamani segnava settantatre chili e mezzo – bugiarda! – Io,
peso settantadue chilogrammi.- anche in clinica c'era una bilancia –
l'infermiera psico che mi seguiva quel giorno, come vide il peso mi
prendeva emozionalmente lato pancia, invitandomi a salire sul piatto
mi assicurò " Riccardo non ti preoccupare, questa bilancia è
anticipata di due, tre pounds ".

Ha volte mancava lo zucchero ed a volte il tea – bisogna ovviare
senza farsi prendere dal panico, penso fosse il messaggio. – Quello
che più mi traumatizzava era la scelta delle tende, tutte uguali,
anche negli uffici – colori che singolarmente sono anche carini, messi
insieme scendono di tono l'ambiente, forse è questo che si vuole dagli
effetti melangiati, che fanno differenza d'ambiente marcata dal mondo
esterno, per teste che è meglio tenere più calme.

Il concetto dell'io esterno ovvero quello che vuole apparire agli
altri, mi piace perché fa moda, anche se talvolta per difesa della mia
personalità sarò apparso l'opposto o forse è solo un far finta di
rompere con l'etichetta, giusto per non essere schiavo degli status
simbol, della pubblicità, con la preoccupazione che accondiscendendo
ad essa, mi sarei potuto riflettere nella realtà contemporanea, dove
sembra che gli intelligenti o perbene siano stupidi e perdenti.

Mamma mia quanto ho lottato!.

La lotta è un concetto acido. – Al concerto pastorale, il cantante,
quinto elemento dl gruppo, interpretò in modo esemplare specialmente
gli ACDC tanto che alla fine si mise a piangere, come solo le ranelle
sanno fare, quando si trovano davanti ad una superstar. – L'aveva
preparata quella scena drammatica o era frutto dello stress fisico e
mentale, della birra, del fumo, della situazione emotiva riuscitissima
che raramente si ripete, del pubblico: io, più le varie stelline
presenti, di cui una addirittura assurse a Donna Luna sotto al sole
che a volte sembra brillare più forte del nostro satellite per
dispetto astrale di giornata, quando la luna vuole per forza fare la
splendente anche di giorno?.

Sono le otto e trenta, è sera da Donna Luna e mille guai, mi hanno
scocciato, li disconosco, appartengono ad un lontano passato, vado a
specchiarmi - forse stasera non esco.

Sono le dieci e mi trovo nell'ostello - le luci si spengono a
mezzanotte – Non avrei mai immaginato di tornare a quarant'anni in un
ostello. A cavallo degli anni settanta, gli ostelli della gioventù,
era quanto più di moda ci potesse essere nel mondo studentesco. – I
più belli? – Sicuramente: Villa Camerata, residenza fiorentina di
Mussolina – Isola Zaccheria di Venezia, dove sono stato nell'inverno
del settantadue o l'anno prima? – Poco cambia! – giunto a Venezia
immediatamente ricevetti un flash eccezionale Venezia acqua alta –
acqua più acqua – si camminava sulle palafitte sicuramente del
settantadue, perché quell'anno mi dovevo diplomare e ci fu una
situazione che rischiava di diventare pesante con una ragazza di
classe mia con la quale non c'era più niente da dirsi. – Quale
occasione migliore per andare a svernare a Venezia, con il Carnevale e
la Biennale? – Mia madre esaurita: proprio quell'anno, finalmente
stavo per terminare gli studi me la svignavo – mio padre, invece, si
preoccupava che a Febbraio facesse troppo freddo.

Riccardomustodario

unread,
Dec 14, 2003, 10:20:12 AM12/14/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03121...@posting.google.com>...

Inutile aggiungere che li convinsi facendo presente che se l'anno
precedente avevo sgobbato sui libri quattro mesi, per recuperare tre
anni di studi, in sette mesi non potevo perdere l'esame importante,
quello del diploma.
I soldi li avevo, già dall'anno predente producevo collane ed
orecchini, addirittura a volte ero costretto comprare dalla
concorrenza … il cerchio con tre chiodi che si contorcevano alla
maniera del Cristo sulla Croce del Masaccio andava subito a ruba, lo
stesso dicesi il diavoletto collana, vera opera d'arte, che plasmavo
con la ceramica cotta nel forno della cucina. – Questo lavoro
bijouttomane nacque perché in cinque anni di scuola sono stato sempre
in seconda, vuoi all'Istituto Tecnico, vuoi alla Ragioneria, sono
stato anche costretto a cambiare scuola ed indirizzo di studi, perché
non ci si può iscrivere per più di due anni alla stessa classe, fin
che non sono approdato alle Magistrali dove finalmente ho raggiunto il
Diploma, passando dall'Istituto privato J.F.Kennedy.
In famiglia eravamo in sette, tutti con il flash della bella vita e
della giusta apparenza in testa e nessun può dire di aver desiderato
qualcosa nella casa patriarcale, enorme, fino al quarto piano senza
ascensore, esposta a mezzogiorno, quindi senza riscaldamento, ma con
tanto panorama. - Vedevo il mare, il Vesuvio, i Camaldoli, Ischia
Capri, Sorrento e l'aeroporto, compreso il Palazzo Reale nel Bosco di
Capodimonte, più San Martino con relativo Castello. – Negli anni
sessanta ci fu la terribile calata di cemento, che ha cambiato il
volto a tutti i quartieri, passata sotto il nome " mani sulla città "
bucata ... mi verrebbe voglia di scrivere è come poi l'ho vista in
futuro dalla finestra della mia stanza, attraverso lo scheletro di un
palazzo mai finito, unico esempio di buon senso in difesa della
proprietà, contro la deturpazione totale del paesaggio, cui tutti
abbiamo assistito in quegli anni.
Il palazzo fu costruito da mia nonna paterna Esposito, Dama
Benemerita di Carità rimasta vedova e con cinque figli nei suoi primi
trent'anni. – Mio nonno si chiamava Riccardo come me e di lui so ben
poco, non avendolo conosciuto – la famiglia di mia nonna aveva la
fonderia. – Esposito è il cognome più comune a Napoli, i trovatelli
così sono battezzati – Musto è cognome forse originario d'Aversa, zona
di mozzarelle, di scarpe e storia Normanna.

Mani sulla città ha costruito tantissimo per soddisfare il bisogno
d'investimento dei cittadini, i quali hanno sempre ritenuto la propria
città, un bene di valore nel quale investire sicuro, se poi
aggiungiamo che negli anni sessanta si è avuto il boom economico,
inutile meravigliarci dello scempio a beneficio della proprietà.
Jean Jacques Rousseau asseriva solenne:- << Maledetto il primo uomo
che mettendo un paletto nella terra dichiarò: questo è mio! >>. – Ad
Aversa c'è un istituto di pena famosissimo – nelle pagine di cronaca
nera degli anni sessanta, quando si leggeva di un criminale che era
spedito in quella locazione, la causa era da ricercare
nell'offuscamento della ragione, in genere questo avveniva per delitto
sulla proprietà o per gelosia e quando la smettono è sempre tardi.

Nel palazzo erano tutti fratelli e sorelle di mio padre, più un
cugino e due ragionieri. – Sicuramente, durante il giorno, noi eravamo
i più rumorosi, quando i miei genitori erano a lavoro giocavamo a
pallone, puntualmente si rompeva qualche vetro o altra suppellettile.
- La sera c'erano gli strilli di mamma e la domenica si dovevano
levare alte le preghiere della brava persona del piano di sotto, con
la quale il saluto è stato sempre amorevole – mia madre affermava che
era una Santa ed io ci ho sempre creduto. – Lei per esempio, soffriva
molto più di noi lo schermo del palazzo mai finito davanti ai suoi
balconi, perché faceva ombra per un paio d'ore al giorno e più si
scendeva di piano e tanto più l'ombra allungava le sue ore. – Il
palazzo fu costruito sul terreno di mia nonna ed in cooperativa tra
tutti gli inquilini, familiari e non, e tutti si avvalsero del diritto
del Codice Civile di far sospendere i lavori del costruttore dal
palazzo ombra che ci toglieva la salute, per mera speculazione grazie
all'abuso di potere di un luogo comune che la faceva da padrona " mani
sulla città " e se gli altri che si trovano con le proprie finestre in
quelle di fronte, avessero fatto come la mia famiglia, oggi,
probabilmente, avremmo una Napoli tutta finestrata all'aria fresca.

Pare che Center Point famoso palazzo di Londra, sia stato ultimato
poco tempo fa, dopo venticinque anni, almeno così mi disse il driver
del mini cab, passando da quelle parti con un cliente al quale volevo
proporre degli arredamenti per il suo negozio con tanto di macchina da
caffè. – Lavorare nel settore dei beni strumentali qui, sembra più
difficile, non esiste la cambiale – in Italia la cambiale muove le
montagne ... spesso di carta.

Sto scrivendo nell'ostello, è appena giunto un tipo simpatico ed un
po' guascone dell'Australia, ieri era in Galles, terra che lo ha
affascinato molto per il modo ospitale ed amichevole della gente che
vi abita, per la bellezza delle donne e per qualche posto
dall'atmosfera magica che ha visitato, con case antichissime e ben
tenute ed incredibilmente senza energia elettrica – paesaggio fatato:
ci devo andare! – Proprio ieri leggevo sul giornale di una stupenda
Abbazia del dodicesimo secolo, dove si tiene un festival ogni estate -
meglio scriverlo per ricordarlo, farà parte dello stesso itinerario.

A propositi di festival: al concerto del Lago Patria mancava
qualche persona della comitiva del Villaggio tipo il forestale, la
decoratrice e la stilista, la quale s'è appena diplomata ed è pronta
per andare all'Università. – Boh?! – In Italia ormai son tutti
stilisti ed i sarti? – Mi chiedo chi farà il lavoro manuale, eppure si
produce tantissimo. – Il tipo forestale invece, è un supertosto al di
fuori della produzione, se non d'ascolto o critica musicale, si esalta
nel mantenimento di folle inferocite davanti al palco ai concerti,
compreso trasporto strumenti per superstar, non lo smuovono neanche
gli schiaffoni della madre che vorrebbe mettesse senno. – La comitiva
del Villaggio era formata da una dozzina di persone con tante altre
che giravano intorno occasionalmente tipo i " Donna "
il gruppo Rock " impegnato " per antonomasia - suona sette sere alla
settimana dal vivo e puntualmente con la Birreria strabocchevole di
fans – gruppo che di volta in volta da a chi sembra capace di volare
la possibilitå di esprimersi. – Ultimo arrivato il batterista
Hollywoodiano senza strumenti e non perché gli manchino i soldi per
comprarsela, infatti, vive a Los Angeles in villa con piscina. –
Siccome gli voglio bene gli ho consigliato di non fare il furbo,
perché tale situazione è livello più basso dell'intelligenza,
allontana il comprendonio, specialmente quando asseriva che era il
migliore nel suonare a " feeling " e mi guardare con espressione
ammiccante e sorridente aspettando qualche tagliata. - Come si deve
interpretare questo fatto: s'allenava nella sua mente senza rompere i
timpani? – Non glielo mai detto, anche se l'ho sempre pensato in modo
spettacolare per quello che è. – La Comitiva del Villaggio era di
stanza a casa di Pussy, supermetallara tosta che abitava proprio nel
parco, dove la maggioranza degli inquilini erano ufficiali americani
Nato. – Di tanto in tanto mancava la luce, il marito abbandonato per
caso del gassista, mal gestiva la nostra presenza. – La maggior parte
di queste ragazze hard, era del tipo che quando usciva dal villaggio,
esclusivamente di sera, per andare al club, era come se stesse per
mettere piede a Beverly Hills se non ad Oxford Circus – tipica
tagliata dell'Hollywwodiano che soffriva l'impernacchiamientos
femminile: rossetti e belletti. – Il parco era dotato di barriera di
doppia barriera d'accesso, con tanto di vigilanza, di piscina e di
campi da tennis proprio di fronte al terrazzo comitiva – gli infissi
erano rigorosamente neri, bellissimi per come lasciavano filtrava la
luce, attenuandola – una volta varcata la porta d'entrata era sempre
mezzanotte. – A volte si entrava in quella casa e si stava quattro
cinque giorni di filato, ivi perdendo totalmente la dimensione del
tempo, chiedere a qualcuno che giorno fosse, equivaleva a fare
tombola, qualora si ricevesse risposta esatta – eccetto il tipo
forestale che lavorava nel negozio di dischi allora più Trush d'Europa
e per farla, era costretto a fare la spola, d'altronde della musica sa
tutto, anche se non capisce niente escluso il Rock, di cui sa titoli
dei dischi e nomi degli interpreti, quindi è pieno di responsabilità.
– Aveva non so quante migliaia di dischi, d'alcuni gruppi, dischi
doppioni ma d'edizioni diverse – la libreria a parete iniziava a
stargli stretta. – Alcune ragazze dovevano sostenere gli esami di
Stato – il musicista in cerca di un accordo a feeling era sempre
impegnatissimo: mille faccende, in alcune delle quali ti voleva fare
anche entrare, tanto per verificare uno che ne pensasse, secondo lui …
in più era anche sportivo, infatti, si prestava a passatempo sportivo
dal terrazzo, giocando a tennis – in più aveva da badare alla
fidanzata ed alla cucina per tutti noi – mentre la proprietaria della
casa si preoccupava molto serenamente al caffè di tanto in tanto, alle
carte ed a tenere la situazione sotto controllo, senza affaticarsi
molto. – Io sono arrivato in quella casa, nella notte del quattro
giugno, mio compleanno, notte in cui mi fu impossibile raggiungere la
città, perché tutte le strade che dal Fusaro, dove abitavo, portavano
al centro, erano bloccate dal traffico, tangenziale compreso.

Riccardomustodario

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Dec 19, 2003, 6:19:09 PM12/19/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message perché tutte le strade che dal Fusaro, dove abitavo, portavano

> al centro, erano bloccate dal traffico, tangenziale compreso.

Non potendo procedere in direzione città, mi fermai da quelle parti a
cena – con la speranza che la circolazione defluisse e nel frattempo,
entrai in un ristorante dove, manco a farla apposta, conoscevo tutti.
– Era il luogo di lavoro estivo di una numerosissima famiglia, la
quale d'estate seguiva la clientela al mare, trasferendosi in larga
parte, per far funzionare un complesso corredato di bar, pasticceria,
ristorante e pizzeria.

Dopo aver pranzato, mal digerii costatare che le auto erano ancora
inchiodate all'imbocco della tangenziale – così uno del bar, da vero
digestivo, m'invitò ad andare con lui ed un amico sottoufficiale che
l'accompagnava, in un locale, che a suo dire, mi sarebbe piaciuto,
poco distante e sempre in direzione opposta – sicuramente, una volta
uscito da questo posto, sarei andato ovunque liberamente e poco male
che fosse stata notte inoltrata.

Entrammo nel locale del Villaggio, dall'altisonante nome di un
grosso navigatore inglese del passato e fui molto impressionato dal
cantante di un gruppo rock, che in quel momento stava suonando - anche
gli strumentisti erano molto bravi, ma la voce aveva qualcosa in più,
infatti, dopo conoscendolo, non avrei giustificato che uno piombato da
Roma, vivesse on the road la sua avventura rock, magari dormendo nel
Villaggio in auto, se non fosse stato così convinto che i musicisti
napoletani, sono bravi davvero.

Durante il concerto, conobbi i rockettari splendidi che assistevano
allo show ed a chiusura del locale mi ritrovai nella casa dagli
infissi neri, dove si viveva il down della megawattica strumentazione,
in partite a scopone, discutendo delle più svariate argomentazioni,
principalmente musicali e dove il buio, non lasciava posto all'alba,
neanche al sopraggiungere della luce solare.

Più o meno verso le tre del mattino, dopo che c'era stato un viavai
numeroso di persone, la casa iniziava a svuotarsi ed ogni divano
diventava letto – su uno di essi, piuttosto piccolo, ma aperto,
c'erano addirittura cinque persone, compresso me.

In quel periodo avevo un bellissimo abito color ghiaccio, che si
scioglieva sotto al sole, tenendomi fresco nella maglia traforata, che
indossavo da sottogiacca - sul bavero importante del doppio petto,
portavo uno spillo grammofono, mortificato nella sua forma originale,
fino a diventare un contorto, quanto armonico, porta fiore, in cerca
di margherite, le quali iniziavano a scarseggiare, nelle aiuole sparse
sul territorio e non certo a causa mia che le avrei piantate ovunque.
- La sera prima, infatti, con la mia ex socia Bellazzi ed il fratello
con la fidanzata, ci spingemmo fino ad Amalfi, preludio di compleanno
– rincasai alle cinque di notte e sicuramente, alle nove del mattino,
sarò uscito per lavoro.

A quei tempi dividevo l'ufficio con la socia Bellazzi, come adorava
definirsi lei, con la quale producevo T-shirt particolarissime. – Lei,
tra l'altro, era la proprietaria di mezzo parco e quasi tutti i negozi
sottostanti – situati nell'area occidentale della città – zona
industriale, super trafficata e popolare. – Tra i nostri clienti,
annoveravamo la figlia del più noto personaggio della Napoli che se ne
va d'esportazione "‘O pate è pate e' sadda rispetta' pecchè 'o
zappatore nun sa scorde ‘a mamma ‘e nun mo facitece ricere cchiu'". -
E bello mostrare il campionario alla figlia, ha un senso del rispetto
particolarissimo, oltre ad una bella e funzionante boutique dall'altro
lato della fascia della città. - Ho notato che l'attore in auge, sui
cartelloni del momento, somiglia al noto padre della nostra cliente,
capace di riempire i teatri, con le sue sceneggiate, pure a New York.
– Vabbeh!. – Abbiamo pur sempre un asso nella manica originale: il
numero due della sceneggiata, abita nel parco dove ho l'ufficio, con
tanto di segretaria che lo idolatrizza, come suo concittadino più
riuscito.

La signorina Bellazzi, nel suo familiare, era convinta d'essere la più
bella, anzi bellissima, perché lo dichiarava sua madre – lo stesso
dicesi del fratello, con il quale ho passato ventiquattro ore e più al
giorno, quasi ininterrottamente, per un paio d'anni insonni, se non
dormendo la domenica. – Per questo motivo più altri, il padre
s'incavola di frequente, avendocela ora con me, ora con il figlio o la
figlia o la moglie, che difende tutti a spada tratta e probabilmente
lui, a quel punto mal digerisce anche se medesimo, alla ricerca dei
suoi perché. – Personaggio molto pittoresco, carattere particolarmente
simpatico, indubbiamente supertosto, il quale subito non direbbe mai
niente, ma pian piano accompagna ogni cosa che non gli va a genio, con
centomila parolacce, plasmate nelle sue incazzature.

Conoscevo tutti i posti della Campania dove si poteva raccogliere
una margherita da poter infilare, tra i sottili listelli d'argento,
fungenti da tasti del grammofono, comprato da un mio amico antiquario,
con il quale al tempo della comitiva del Villaggio, dividevo
l'appartamento al Fusaro.

Fratel Bellazzi, aveva l'abitudine a girare continuamente in
macchina, sempre con l'aria condizionata accesa, temperatura polare
anche d'inverno, si viaggiava ben coperti in auto, nella Tema appena
uscita, blue notte - capelli gelatinati e bagnati, eppure, non ricordo
mai di soffrire di raffreddore – tempo dopo, nell'abito color
ghiaccio, ero addirittura assurto ad iceberg. – La linea cornuta da
uomo, nel senso del play boy, poteva essere di successo anche in
Lapponia, dove gestire tredici donne, deve essere ancora più
difficile, date le distese sterminate, da coprire con cervi a tirar la
slitta. –


Ironia della sorte, quel Natale avevo partorito la nuova
collezione. che verteva intorno al tema " La confusione mentale, fino
a che punto ti coinvolge nelle manifestazioni affettive " che nasceva
come da espressione della psicologia demenziale da raccontare. – Mi
piaceva immaginarla artisticamente, avvolta nelle scintille che si
dipanano a spirale tra i vicoletti, partendo dal centro Vico Belle
Donne a Chaia nei segni luminosi a mo' di stellette, con dei punti
interrogativi ed esclamativi, una sorta di divieto o consenso
d'inversione ad U ed un cuore tra linee sinuose.

Nel programmare questa linea, la vedevo come un ordine mentale da
non perdere, fatto con segnali di riporti in pelle e metallo,
evoluzione delle linee precedenti, con qualche inserto, anche un
attimino demenziale se vogliamo. Un'altra indicazione, di questo
genere, era la linea " i diavoletti " nel senso di scugnizzielli e
dulcis in fondo, la linea " pastorale " com'evoluzione della
precedente collezione, la quale s'era manifestava iniziando
dall'immagine moda dei cervi, animali unici, nelle loro corna
ramificate a ceppe, forse i più allegri ed invernali che esistano tra
tutti i quadrupedi, capaci anche di volare, nell'immaginario
collettivo, portano la slitta con i regali di Babbo Natale. – La linea
continuava sviluppandosi, fino a giungere ai corni d'osso di bue. – Il
tema della confusione mentale doveva esaltarsi sul jeans, cui ci
prefiggevamo in ufficio, di venderne ad iosa – come sempre succede
strada facendo, vista l'impossibilità di mettere insieme borchiette
con riporti di pelle e metalli scintillanti etc. in così breve tempo,
per non arenarci … ebbi la felice intuizione di passare alla linea che
avevo incapsulato nel preconscio, qualora nascesse il bisogno
d'emergenza " sanrimuda decollato " nel senso dell'aereo (che non ci
fosse mai tempo, iniziava a scocciarmi e seriamente, incominciavo a
pensare, di piantare tutto). – Figurati se la ex socia non se ne
uscisse immediatamente, che bisognava inserire santabellazzi liberata
facendo Linea comune " sanrimuda decollato & sanabellazzi liberata "
addio etichetta – bisognava aggiungere poche lettere … etc. altrimenti
iniziava con il lamentarsi, per poi diventare a breve, completamente
pazza. – Siccome le volevo bene acconsentii e fu ben fatto! – Il
master venne benissimo e tanto ancora si poteva dare.

La Bellazzi era un personaggio incredibile: un giorno si sentiva
sponsor, specialmente quando non c'erano idee in giro, un giorno
stilista ed un altro rappresentante – ancora più confusa, risultava …
ahimè! – Quando voleva fare la socia. – La linea, sulla quale
c'eravamo tuffati in quel momento, prevedeva le nostre effigi come
santini, a medaglietta appesi al giubbino, più altri accessori
metallici e fibbie in osso ed applicazioni in ottone. - La socia era
entusiasta, facevamo i conti di quante migliaia e migliai di capi
avremmo venduto – se il diavolo non spuntava le sue corna sui nostri
campioni che vedevamo nascere, sulla carta del nostro progetto.

Nel negozio d'articoli Sacri, poco distante dal Duomo di San
Gennaro, in una delle tante stradine antiche napoletane, acquistiamo
una miriade di santini, colombe e delle bellissime madonnine in
ceramica e croci, quanto di più minuto esistesse in materia. – Dal mio
amico restauratore, prendo del pallino Luigi Filippo o Stile Impero,
praticamente inizio ottocento, periodo che non voleva il bidè nella
case inglesi, perché era Impero, farsi il bagno, nella brezza soffusa
delle gentil palme. – Nello studio il modello esce immediatamente
preciso: spettacolare!.

Fratel Bellazzi, arriva dopo qualche giorno, con un camion pieno di
jeans, acquistati nei migliori punti che sa lui, in giro per l'Italia
– non abbiamo che l'imbarazzo della scelta, per il modello più
confacente alle nostre esigenze. – Viviamo, ormai, nella dimensione
dello stile post industriali, ed io sono contento di non dover
sfruttare l'altra linea jeans che conservavo in testa, qualora sarebbe
sopraggiunto un periodo di vacche magre, visto che c'eravamo prefissi
di passare alla produzione con più dedizione, dovevamo per forza avere
in serbo sbocchi prolifiqui … dalla padella alla brace: evitiamo la
confezione e becchiamo l'accessorista … sacro – e questa volta, non
possiamo neppure imprecare …!.

Avevo il laboratorio pieno di karung, che usavo per cinture
preziose le quali presentavano un taglio particolare su un lato " una
stilizzazione di figura di donna vista in sezione " la signorina
Bellazzi, asseriva che tale forma fosse ispirata a lei, il che stonava
un poco, quando era con me e ci trovavamo al cospetto di titolari gay,
i quali erano la maggioranza del mio portafogli clienti. - Dopo un
paio di stagioni, la forma dalla quale tagliavo, consumandosi, partorì
un gonfiore sui lati, come un pallone pronto a volare. - Le cinture
erano foderate con gomme ignifughe, materiale che se brucia, non
produce ossido di carbonio, sovrastate con pellicole a foglie di
sughero originale, rivestite in pelle di serpente karung, con fibbie
in ottone e corno.- Il fatto del sughero entrò molto in testa ad un
mio cliente, che aveva una boutique nel beneventano, profondo
conoscitore del settore, aveva notato e se l'era segnato, che i miei
discorsi venivano presentati come novità l'anno seguente, da stilisti
che allora andavano per la maggiore. – Questo dato di fatto, da lui
portato in evidenza, a Napoli, non era mai stato novità.

Mi piacerebbe vedere una mostra d'Antonello da Messina,
le sue facce m'incantano. – A Londra si fanno mostre d'ogni genere e
continuamente. – L'arte si respira forte in città.– Questa piazza,
dove scrivere sta diventando un rincorrere veloce d'idee da riportare,
le quali mi saltano in mente per i più svariati motivi velocemente,
come i passeggeri che affollano questa zona, sarebbe interessante se
s'abbellisse, dandosi un tocco estetico – la struttura monumentale
preesistente qui intorno è notevole, per esempio l'edificio di
St.Pancras: è semplicemente stupendo! - Ma meriterebbe un restauro.

Nella serie dei pensieri sparsi, non so perché mi sovviene che in
quel periodo del Villaggio, Fratel Bellazzi arrivò con uno stilista,
mi sembra di Torino, che mise a deposito, per qualche giorno in
ufficio e lo stesso fece la sorella, la quale si presentò il giorno
dopo, con una tipa da Milano, che ivi si fermò ugualmente.

Nella comitiva del Villaggio, nacque un'intesa immediata con Bella
Star che diventò il direttore commerciale dei progetti che avevo in
testa – questi aveva capelli lunghissimi, chioma ordinata, in
concorrenza con le ragazze più belle della città. – Non ricordo chi
mise in mezzo il gioco della domanda e mi colpì un suo concetto
complicatissimo, sulla risposta negativa, la quale deve per forza
partorire una domanda positiva, un po' come quando guardiamo il
telegiornale senza smarrirci – dalla serie " Il telegiornale come
risposta sociale " - Una cosa del genere, senza TV, l'avevo sul mio
marchio registrato, un saliscendi tra linee sinuose che si articolano
tra le difficoltà della vita, presentato tra l'altro, in quel luogo
balneare, otto nove anni prima - marchio che non prevedeva
assolutamente forzature, sebbene è difficile non incontrarne, e poi le
difficoltà non sono negatività.

Mi piace molto Liverpool station, con la pista di pattinaggio sul
ghiaccio a cielo aperto, al centro di un emiciclo d'uffici. –
Costruzioni nuove, bellissime, specialmente sul lato esterno. – A
sciare sul ghiaccio coi pattini, non ho mai provato – sicuramente, mi
troverei in difficoltà. - Per un giovane imbevuto di cultura musicale
metallara, dark, trash è fatale che una tal espressione di negativo
positivo, rappresenti un livello notevole da verificare in risposta al
suo pubblico, facendogli smorfiacce dal palco e, fatalmente, quelli
gli si lanciano addosso e lui se ne frega, perché ha il Forestale,
capace di respingere tutti gli attacchi.
16.12.2003

Riccardomustodario

unread,
Dec 20, 2003, 6:43:38 AM12/20/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03121...@posting.google.com>...

> 16.12.2003

Sono tornato sulla panca, una di quelle in fila da chiesa, sono tutte
affollate e mi ricordano del divano tra gli infissi neri. – Non
ricordo chi mise in mezzo il gioco della domanda - ho preciso la
fotografia mentale di com'eravamo disposti, la prima persona che avevo
accanto in senso orario, sicuro diede una risposta dopo la Pussy e la
sua amica Decoratrice, mentre Bella Star cercava di quadrare come si
doveva formulare la domanda. – S'inizia con la lettera A, che per me
va subito a capello, nell'idea dell'acqua. - Non ricordo lo sviluppo
delle parole che si potevano sviluppare in pensiero, conoscendo la
situazione, la Decoratrice, sicuramente, dovette mettere in mezzo
qualcosa inerente alla gelosia che rimbalzò su Pussy con " l'amore che
distrugge " tema che dovette affascinare la stilista nella risoluzione
dei suoi perché la cui sequenza, dovette cadere nel dimenticatoio in
attesa di rappresentazione, perchè Bella Star dovette rispondere in
tutt'altra direzione, mettendosi al centro della situazione lanciando
un messaggio da R che mi chiamava in causa ed al quale risposi in
shock look mentale che li inchiodò con questa frase " la confusione
mentale, fino a che punto vi
coinvolge nelle manifestazioni affettive ". - Ma perché è una domanda?
– Fu la loro risposta mentre si guardavano tra lo stupito, lo
sconvolto e l'entusiastico, espressioni che si potevano leggere nelle
loro facce che trasferivano velocemente i pensieri fin che la risata
risolutrice iniziø a pronunciare le sue risposte: Pussy cultura
femmina tosta, madre spirituale della Decoratrice, amica del
Forestale, Napoli – Londra di continuo e siccome era la più
emozionale, tutti convogliammo su di lei le nostre attenzioni,
ovviamente mascherò benissimo i suoi sentimenti accennando " si … mi
coinvolge un pochino, ma non mi lascio trascinare … " o così speri "
aggiunse qualcuno, tipo la Decoratrice che affermò seccamente " No! –
I miei bordellini mentali li scelgo io! ". – Bella Star asserì "
Inutile fare commenti: la situazione è sotto controllo "
Qualcuna, dopo dieci minuti assertivi mentali sotto osservazione, si
alzò dal divano per andare a dormire, nella fusione di un sorriso, che
continuava nel pensiero. – Cambiammo argomenti, perché a loro, quando
avevo presentato la domanda, piaceva che stessi rispondendo, piuttosto
che chiedendo replica, da esporre in vetrina - sto ancora aspettando
che l'alcool cessi il suo effetto.

Camminando, giusto per quadrare il seguito della storia, sono
appena giunto in un parco mai visto prima, eppure pensavo di conoscere
tutto di, specialmente dalla piazza in direzione della City. – Conto
tre campi di calcetto, due di tennis ed un parco giochi per bimbi e
molto verde, per accomodare adulti sul prato assolato, a prendere la
tintarella. – Oggi è molto caldo e domenica – domani, Bank Holiday
sarà ancora festiva – c'è molta gente nel parco assolato.

La polizia si era fermata sul mio notes a spirale – affermandomi
che avrei dovuto spostarmi dalla stazione, probabilmente, vogliono
farmi muovere, ho pensato, visto che da un giorno e mezzo ero seduto
su quella panca. – Prima dichiaravo di provenire da Napoli e
puntualmente loro replicavano italiano. - Mentre stilavano il
rapporto, si è scoperto, che sono europeo bianco, segue che esistono
anche europei neri o gialli. – Ottimo riferimento da centro del mondo!
– Da tener presente, qualora nascesse il bisogno di professionalità,
infatti, qui non manca nessuno e, qualsiasi area del pianeta desti
interesse di mercato, c'è sempre un'agenzia dove cercare la persona
giusta con la quale capirsi immediatamente, con tanto d'attestato
educativo from Oxbridge o equivalente.

Tempo dopo, rivolsero la domanda senza risposta a me. – Dichiarai
che ero interessato a scoprire il pathos in ciø che facevo ovvero i
miei feeling – ed in coscienza costatavo, che se la situazione era
sotto controllo ero contento e se non, poco cambiava, perché uguale
era il giudizio di me stesso, alla ricerca di un perché da sviluppare,
davvero: anche " inzamato " la situazione risultava sotto controllo.

Non ricordo più le cose che ho scritto ieri, o meglio,
le ho presenti, ma non so fino a che punto le ho sviluppate. - Mi
spiego: quasi tutto si è svolto come un accenno veloce a ciø che mi
preme sviluppare - fino a che punto è stato iniziato un discorso sarà
difficile quantificare in futuro – ci vorrebbe una scheda a parte per
ognuno, così come si usa nei portafogli clienti che si rispettano.

La dottoressa s'è rifiutata a due telefonate – ha fatto dire di
richiamare più tardi – o si è principesse o lo si è lo stesso, ormai,
anche gli uomini stanno diventando tali - la verità è che era
impegnata. - Un principe come me, può mai stare a telefonare
continuamente?.

L'amico Hollywoodiano che quando non fa lo smargiasso a tutti i
costi è una persona splendida splendente, è fidanzato con una ragazza
americana, figlia di un generale Nato. – La ragazza aveva lo starnuto
facile, allergia che non gli passava neanche al miagolio del suo gatto
siamese a coda tronca, che sembrava soffrisse per lei replicando ad
ogni starnuto, con un assolo di miagolii, fin che trovando qualche
fessura aperta nella notte d'estate, non scomparve. – Tutti erano
dispiaciuti - la Decoratrice aprì la borsetta, n'estrasse i Santini e
recitò un'Ave Maria per il gatto, nella speranza di un ritrovamento. –
Sapevo che i gatti hanno bisogno della coda per una questione
d'equilibrio – poco male, dovette aver pensato il generale,
l'indomani, dall'alto delle sue mansioni di controllo, in un mondo
sempre più " strippato " quando la figlia gli portò la notizia.

Nella casa del Villaggio la vita continuava, si commentano le
partenze per diversi di loro, compreso il batterista a feeling, il
quale inizia a parlare di villeggiatura - allora parte: si fa
cinquecento seicento chilometri, in cinque sei ore è di nuovo nel
Villaggio. – Tipico napoletano lontano da … non si può sta'. – Ero
rimasto notevolmente impressionato dal sentimento fedele della
Decoratrice, che lesse la preghiera dalla " figurella " Santa – lei,
con tanto di flash cantante rock tenace, si risolveva in tanta
tenerezza che fa moda. – Si presenta per i saluti il cantante romano
che parte per Hollywood con la fidanzata. – Poco dopo arriva il più
forte chitarrista conosciuto, il quale saluta a sua volta, perché sta
fare altrettanto. – Solo il tipo Hollywoodiano non trova pace e va su
e giù per l'Italia senza sosta, in cerca del gatto … militare?! – In
nottata era scomparso un porta polvere da starnuto d'argento che avevo
– poi ricomparve – a quelli che si chiusero nella stanza con
l'oggetto, scomparve il gatto, ma non il raffreddore. – Scherzi
ufficiali da gatto: si morde la coda e se scappa in cerca di essa.

La sera nel Villaggio si usciva sempre alle dieci e qualche volta
si andava anche in trasferta, come quella domenica, in cui si suonava
in birreria, stracolma di gente, persone anche nell'adiacente parco
dei divertimenti " Edenlandia " ovunque – si rientrò a notte
inoltrata. – Il mattino seguente, parte alle sei del mattino, Bella
Star in motorino, per andare a lavorare in Fiera ed il giorno seguente
vado a lavoro anch'io. – Organizzo le cose per la segretaria e mi
preoccupo di ultimare l'ultima consegna, che avevo in programma, prima
di dedicarmi all'autunnale, dopo una breve pausa. – C'era da fare
qualche incasso, specialmente per abbigliamento, e forse ci sarebbe
stato qualche altra telefonata di bisogno d'accessori da parte dei
clienti – la segretaria, aveva tutte le consegne, le quali la
preoccupavano assai, compreso ricordare alla socia degli incassi,
prima che lei li stressasse per me … sanrimuda decollato, andava a
riposarsi un paio di giorni, per rituffarsi nell'autunnale più
convinto che mai.

Rientrando da Formia, incontro Bella Star, esattamente fuori al
Villaggio - stava rientrando da lavoro. – Stetti un paio di giorni nel
Villaggio, in costante contato con la
socia e l'assistente in ufficio, con la speranza che i tempi
maturassero incassi più veloci. – In macchina pensavo che produrre è
difficile, vendere è complesso, incassare è un'avventura –
bisognerebbe disciplinare il mercato, specialmente per gli incassi –
nei punti vendita, stanno nascendo troppi avventurieri. – Si sprecano
molte energie inutilmente – lavorare in questo modo, inizia a costare
moltissimo, troppi andarivieni, in alcuni casi, prima di riscuotere,
possono rovinare una stagione – allora fermarsi è meglio che vendere,
quando la stagione ha già vissuto il suo corso. – Bella Star sembrò
capitare proprio per distrarmi, da qualche vendita affrettata di fine
stagione, in cui c'è tutto da perdere e niente da guadagnare. – Saper
aspettare, come e quando tuffarsi nel mercato, facendosi trovare
competitivo e preparato più che mai, è importante per essere vincente,
pronto a dare tutto, nel breve tempo in cui, si risolve una stagione
di vendita.

Avevo in quel periodo con un amico Restauratore, la casa al Fusaro.
– Il primo giorno fu incredibile: sistemammo la casa, convinti che le
donne è meglio tenerle lontane. – Me n'ero andato dall'abitazione dove
ero prima, con la mia ex mogli e figlia, anche perché quando veniva
qualche amica i vicini, sembrava guardassero straniti, soffrendo
nostalgia per la persona lasciata e siccome veramente soffrivo la
lontananza di mia figlia, decisi di sloggiare tranquillamente, tra
l'altro il contratto era in scadenza
di locazione ed il proprietario mi aveva offerto anche dei soldi, cosa
che dopo poco sarebbe mancata,e, se aggiungo che la socia voleva che
dormissi in ufficio, il quale essendo grande e con merce dentro
destava preoccupazioni, mi sembrò ovvio andare a vivere con un amico
lontano da donne complicate che ti possono rintracciare a tutte le
ore, fino a farmi odiare il telefono, figurarsi il portatile. –
Scartando la soluzione: casa con amico – sarei andato a vivere dalle
parti della collina dei Camaldoli in una soluzione più spirituale,
forse anche Yoga, che avevo vissuto e mi piaceva. – Parlandomi delle
bellezze e stranezze della zona era intento alle " scagliole ". –
Conoscevo la zona, certamente non come lui che l'aveva vissuta molto
più di me, infatti ani prima si era trovato a costruire una vela, la
quale una volta ultimata era più grande del cancello d'uscita. –
Visitando il suo laboratorio, sono incuriosito da mille cose –
richiriamo l'ambiente e mentre lui è impegnato, aziono una pistola dal
tubo staccato dal compressore e con sommo stupore di entrambi, dalla
canna esce tanta acqua. – La zona è stupenda! – Sicuramente, la
preferita dagli antichi romani, che ivi andavano in villeggiatura, con
la scusa di interrogare la Sibilla, lì con piacere, Nerone e la madre
Agrippina vivevano i loro baccanali preferiti - fin che l'Imperatore
non si dovette flesciare troppo con il fuoco,
da lasciare sulle nostre coste i suoi sudditi al seguito di corte che
ancora oggi respirano quell'aria di sufficienza dedicandosi al vino
DOC buonissimo, ottenute con molte uve da taglio d'importazione ed al
gioco delle bocce, fumando la pipa, mentre le donne fanno tutti gli
altri lavori. – Insomma, in quelle zone, si vive da vero stile Impero,
mi sembra che le uve, vengono dalla colonia di Solopaca, terra molto
fertile e che conosco benissimo. – La nostra abitazione era a
pochissima distanza dal Tempio di Venere, cupola enorme, sventrata a
metà, con di fronte il porto con il cimitero delle navi, Bacco Tabacco
e Venere ed addio mare in cerca di colonizzazione … - Nelle acque
della zona, ricca dei migliori ristoranti, ogni tanto qualche pazzo
scatenato nuotatore, che passeggia sott'acqua, raccogliendo taratufi,
riporta un po' di prezioso a galla. – Dall'alto guardando il mare, si
vedono case antiche sul fondale – se le avessi scoperte prima, pure io
mi sarei scatenato in passeggiate sottomarine. – Io stavo benissimo,
da vero vulcano in movimento d'idee, da sopra e di sotto, quale sono,
in quella zona sismica, dove si vivevano mediamente, dalle dieci, alle
quindici scosse al giorno di assestamento – se ne incontrava per
strada più d'uni, che portasse il conto di movimenti tellurici
quotidiani.

Sempre in laboratorio, l'amico restauratore, mi chiese di scavare
tra una pila di libri accantonati che facevano corollario a poche tele
ammuffite, dove avrei trovato un quadro d quadro bruttissimo: più
spolveravo e più si straniva, allora mi diede una sostanza chimica,
che lo metteva in risalto e si vedevano buche e macchie
incomprensibili, lui scherzando della cosa, mi diceva che fossero
segni lasciati dalle fatture. - Su una pergamena dipinta si leggeva
che tale diavolo fosse il principe della morte. – Quel quadro mi dava
fastidio lo avrei bruciato, se lui non chiedesse minimo una milionata,
così come stava, dopo il restaurato, chissà quanto avrebbe chiesto -
non mi piaceva per niente – già prima si era accesa la luce da sola e
l'acqua … – Io, chiedevo per le fatture, che i clienti le onorassero
per aver consegnato loro merce da vendere e niente più m'interessava
in materia – se non ciò che era prescritto dalla legge e se il mondo
di pagamenti venisse onorato secondo accordi, il mondo del lavoro
risolverebbe i suoi problemi di luminosità, come dalla notte al
giorno.

Il problema principale dell'antiquariato è che l'antico è la morte
del post moderno – la progettazione futura con esso muore – se non
come fare il nuovo, uguale identico al vecchio, muffe comprese. – Non
gli avevo mai espresso questo mio pensiero, perché lui buffone, o
forse altamente professionale, sarebbe stato capace di asserire che
faceva tutto lui – invece se lo inventava, quando voleva vendere
abbassando il prezzo, dichiarando che il pezzo, era molto rovinato e
quasi il cinquanta del lavoro era suo, per tali motivi, l'acquirente
si trovava di fronte ad un affare.


Avevo conosciuto il Restauratore, quando aveva un ristorante in
città, stile Luigi Filippo, doveva essere nelle sue intenzioni, mai
ultimate, perché se ne stava disamorando a causa del personale, e
della dispersione di esso, che giocoforza si viveva, dalla struttura
del locale, cosa di cui si accorse, mentre lo realizzava e affermare
che mancava poco, per asserire " Signori clienti vi presento un
gioiellino ".

Professionalmente parlando, appena conosciutolo, gli vendetti una
cioccolattiera prima ed una macchina da gelato espresso dopo. –
Quest'ultima operazione fu molto più articolata –iniziò tecnicamente
parlando alla cinque del pomeriggio e si esaurì verso le cinque del
mattino, dopo che avevamo girato per tutta Napoli in macchina, una
volta che lui verso l'una di notte aveva chiuso il suo locale.
Ero splendido splendente come venditore, se riuscivo a vendere
un'attrezzatura che costa un occhio, ad uno pieno di dubbi,
specialmente quando bisogna cacciare soldi per il contemporaneo
robotizzato. – Durante la trattativa, lui si superò con una frase che
s'inchiodò nella mente " Riccardo non fare l'artista – a Napoli si
dice: l'artista per la fame perde la vista " allora misi in atto tutte
le mie capacità professionali, senza via di scampo, se non nel
portafoglio, per la mia collezione artistica cliente, con firma e
tanto di anticipo.
20.12.03

Riccardomustodario

unread,
Dec 21, 2003, 11:28:06 AM12/21/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message

a Napoli si
> dice

Qualche mese dopo, l'Italia vinse i Mondiali di calcio in Spagna. –
Durante quel periodo c'eravamo intrattenuti spesso, specialmente dopo
la chiusura, andando in giro, presso i locali dei suoi colleghi, che
lavoravano fin quasi all'alba, dimostrandosi prodigo di presentazioni
- public relationship ideale. – La sera della vittoria degli Azzurri,
tutti si riversarono per strada. – Abitavo non molto distante e
trovandomi a passare da quelle parti e vedendolo soccombere sotto la
marea di clienti, mi misi alla macchina da gelato, previo suo invito,
la quale era situata sul ciglio del negozio – la folla aumentava
sempre di più – nel locale non c'era una mattonella libera – un
personale da cento unità, non sarebbe bastato. – Essendo quasi del
quartiere ed avendo frequentato per anni, poco distante, la comitiva
del locale concorrente al suo, conoscevo un sacco di gente da quelle
parti, se non tutti quelli flesciati con il look, tra l'altro, una
dozzina d'anni prima, sempre su quelle strade importanti, avevo avuto
un laboratorio lavorazione pelle moda e, siccome fare la fila per la
bolletta era faticoso, perché si riversarono centinaia di migliaia di
persone quella notte in strada ed era affollato ovunque, tanto che le
macchine non circolavano più, insomma, furono più gelati che offrii,
che quelli che furono pagati, nel buon nome pubblicitario dell'azienda
e d'augurio festivo al nostro calcio, infatti, l'anno dopo arrivò
Maradona, scommetto preso dalla nostra generosità e vincemmo
finalmente lo scudetto.

Quella notte il Restauratore incassò una tombola, come diceva lui,
di soldi: era contento.

Passò qualche mese e lo incontrai per il centro, indaffaratissimo e
con barba lunga, andava di corsa da uno studio notarile all'altro,
avvocato compreso. – Gli avevano chiuso il locale a causa del
personale: vertenza, e lui neanche voleva riaprirlo. – Per lo stesso
motivo aveva smantellato i laboratori di restauro: dalla padella alla
brace. – Concludo che sta vivendo un momento particolare,
d'idiosincrasia da personale, non riuscendo più a gestirlo e che
secondo lui non sa neanche produrre per quello che guadagnava. – Era
disperato, se non esaurito. – Da buon missionario quale sono in certi
frangenti, decido di riordinargli le idee e gli plasmo il concetto
nuovo d'attività in testa, al quale lui s'è trovato sensibile perché
furono i quid vincenti per le mie vendite precedenti e che lui aveva
sviluppato a tutte le svariate funzioni del
suo snack bar ristorante, momento atipico.

Riapriamo il locale e dopo un immane lavoro di pulizia e
rimessaggio e qualche cambiamento durato un paio di giorni, lavoro per
lui un mese tutte le sere, fin quando non si riabitua al lavoro. –
Chiaramente non chiedo soldi, perché le vendite del settore, producono
ben altro che poche ore di sera lavorative per tre o quattro
settimane, per un amico e per salvare un locale, del mio portafogli
clienti. – Dopo qualche tempo il locale si riprese e lo cedette
ritornando al suo lavoro originale di restauro, dove la sa lunga.

I guai al Fusaro, iniziarono quando la sua fidanzata, s'ingelosì, e
da buon medico qual era, subito trovò la diagnosi, andando a vivere in
una casa più in là e non proprio di fronte al terrazzo dove vivevamo.-
S'incavolò, cambiando finestra, dopo che vennero a trovarmi quattro
amiche, di quelle che fan bella Napoli di notte ed allora lei, per poi
decidere di non lasciarlo e di convivere con lui, ed a me, la casa in
questa nuova dimensione, andava stretta – così ognuno iniziø a pensare
ad una nuova locazione fin che nel giro di un anno, andarono a vivere
insieme, felici e contenti.

Nello stesso periodo la socia voleva che comprassimo una casa per
noi sul mare, proprio nel punto più bello e panoramico della zona
puteolana, sul mare e con dei vicini amici. – Purtroppo la socia
quando s'avvicinavano le scadenze, di qualsiasi tipo, scompariva – io
dovevo pagare e poi dovevamo fare i conti e quando ne parlavamo, lei
la metteva in modo che non dovevo preoccuparmi, perché, eventualmente,
lei era sempre miliardaria … come mi facevano notare gli stessi
familiari, intanto, ridendo e scherzando se n'andavano sempre i soldi
miei ed ecco che è diventata ex socia.

L'anno precedente, alle tintarelle di luna del Villaggio, avevo
conosciuto Monile, una ragazza olandese. – Erano i tempi in cui in
testa frullavano i " buchi neri " la percezione del tempo e dello
spazio nel " quadrato " lo spazio sicurezza nella filosofia
demenziale, del periodo militare. – Monile venne a trovarmi, mia
ospite per una settimana, anche in questo periodo di cui sto
scrivendo, in cui mi dividevo tra Villaggio, Fusaro ed Ufficio.

La stagione precedente, il mio punto di forza vendita era Postano,
dove mi s'indicava come rimuda ecologico, a causa delle fodere che
usavo, le quali rappresentavano una vera novità per il settore.

Il litorale Domitiana è stupendo, peccato la speculazione ed il
depuratore di Cuma. – Una volta vi portai mia madre e l'ex moglie -
ebbi lo sfizio avventura di andare al mare lì, a prendere il sole
proprio ad un metro dalla linea di corrente - una cosa assurda:
l'acqua depurata dal collettore esce dalla fogna e si vede una
striscia madida che se ne va in corrente. – Mi chiedo se non si passa
fare di più a livello di depurazione?. – Forse lì lo si vuol mantenere
sporco, perché c'è ancora chi va ad interrogare la Sibilla?. –
Peccato! – Se si pulisse il mare, gli incontri tra il Tirreno ed il
fiume Volturno cambierebbero colore, volto – producendo movimenti
ondosi al di sopra d'ogni sospetto d'Assessorato d'Igiene e Sanità. –
Con mio padre impiegato in tale sezione, ho passato giornate intere
dedite alla pesca, nella sua pilotina Capodorso, pescando sulla linea
dell'orizzonte, dove il mare è di un azzurro intenso e pulito e dove
una volta alzammo con le lenze
centinaia di pesci, tra stelle, auglie e luvari, quale sia il loro
nome scientifico non so, però son buonissimi – la nostra barca
sembrava il miracolo di Gesù Cristo, quando tornammo, non sapevamo a
chi donare tutto quel ben di Dio.- Inutile aggiungere che era la prima
volta che mi recassi a pesca con lui e non mi ero mai dedicato a tale
pratica, se non quando mi sposai e le giornate festive diventavano
lunghe. - A mio padre non piace il supermercato alimentare, ha sempre
avuto il pallino che il cibo bisogna comprarlo giorno per giorno, solo
il lunedì era ammesso mangiare qualcosa del precedente, come la salsa
del ragù, la quale mi piaceva tanto, da indurlo a farne doppia razione
ed ora che non abitavo più con lui, sicuramente poteva dedicarsi al
suo passatempo preferito: naso all'insù a pensare agli ingredienti per
la giornata - aveva un frigorifero grandissimo con un vano ghiaccio
quanto bastava a produrre il freddo necessario. – Mia madre lo
confortava nei suoi pensieri, giustificando che alla fine, escludendo
carne, pesce, salumi e verdure, si poteva preparare per il pranzo
poc'altro, quindi non si capiva, cosa si scervellasse a fare, nel
languido ricordo di un palato non soddisfatto in guerra.

Ottima cuoca è la signora Bellazzi, passione notevole per la cucina
- ricerca culinaria continua - livello, veramente eccezionale – palato
fine - da concorrere con i migliori cuochi.

Pussy e la Decoratrice, partono, vanno a Londra. – Con Irma e
Bellastar passiamo un lungo week-end a casa di quest'ultimo. – Pussy è
incredibile, capace di svenire, non cederà mai al grasso.

Quell'anno avevo visto poco i miei genitori, fin che non misero in
moto le loro ricerche ed un pomeriggio bussò mio fratello in Ufficio,
il quale m'invitata a farmi sentire perché erano preoccupati, a parte,
che a suo dire, da soli per molto tempo, non potevano restare. –
Stetti un paio di settimane da loro, ma era difficile, anche da
spiegare, prima, perché erano sofferenti e poi perché … come si fa a
dire a due ammalati di cancro che non devono prepararmi da magiare o
ricordarmi il pranzo continuamente, perché io sono alienato dalla
linea, dalla dieta e loro mi preparavano piattoni?. – Non m'incavolo
mai e quando dico le cose sorrido, e quelli per niente si pensavano
diverso ed aumentavano le dosi. – Poi avevo l'abitudine di rincasare
di notte e temevo di disturbare, insomma, stavo benissimo altrove, e
da poco ero tornato single, senza che si preoccupassero del perché non
rincasassi. - Con la loro mentalità, sotto pressione dai midia
confondi idee, arrivarono a pensare che addirittura mi drogassi,
chiaramente, pensiero avvallato da mia sorella. – Lasciati i miei
recapiti, anche telefonici, mi ripromisi di stare da loro un paio di
giorni la settimana e ogni volta che avessero avuto bisogno
d'assistenza. – Telefonavo quotidianamente e quando non potevo andare,
perché impegnato, ero capace di chiamare prima senza rispondere e poi
telefonando di nuovo subito dopo rispondendo, in modo da abituarli
anche a ricevere telefonate da amici miei e da chiunque pensando a me,
senza preoccuparsi, parlassero o meno, non sentendo la mia voce:
questione di feeling. - Mia madre era tenerissima, quando andavo
trovarla e lei s'alzava dal letto e si pettinava, indossava una veste
più ordinata che celasse i segni gualciti dei panni sul letto,
confortata da mio padre e dalla preghiera, cercava di mascherare le
smorfie della sofferenza.

Non era stata molto contenta di vedermi in Aprile indossare
continuamente il giubbino con i santini e le marunnelle – secondo lei
era bassa speculazione. – Allora, dovetti prodigarmi non poco, sia
lei, sia la religione mi stanno a cuore. – L'inviati a ricordarsi
quando stavo a scuola Enrico Fermi al Vomero, pensarci bene e che
fermata, non sono andato più in là della seconda in cinque anni,
nonostante cambiassi istituto, eppure scrivevo cose tipo Dio sta
all'amore, come l'energia sta la bene. – Mamma mia, che ricordava
perfettamente questo discorso, le ridevano gli occhi e quando si
fermava in quest'atmosfera, la situazione era ideale.

Non andavo in chiesa di spontanea volontà, per una Santa Messa, più
o meno dal periodo della Prima Comunione, eppure la chiesa ed il
pensiero che essa custodisce mi piace e ne avvertivo il bisogno
spirituale del momento per bilanciare le armonie delle mie linee,
frutto del mio modo di essere. - Quindi questa collezione che si
poteva leggere sul giubbino, era un punto di forza cui volevo
prepararmi a calzare al meglio della mia personalità, forse andata un
attimo oltre con sanrimudadecollato, ma tant'è, la moda è esagerata
nei suoi contenuti minimi – esistono Santi molto più importanti di me
che non lo sono, ma se proprio devo pensare al di là – sicuro il mio
posto è in Paradiso, il più vicino possibile a Dio e non per
presunzione.

In Raffaello, il grande Maestro della forma e del colore, l'armonia
c'è data dalla plasticità del tratto della figura, sempre arrotondata
scivola lungo il volto, sulla spalla, scendendo fino al piede, dal
braccio alla mano, per poi seguire sull'altro corpo, il tutto
racchiuso in un rombo, cioè due triangoli, se non quattro che
bilanciano l'opera, assurgendola a vera opera d'arte.-
Il triangolo, in religione, si associa subito all'idea di padre,
Figliuolo e Spirito Santo. – Lo stesso triangolo scandisce il tempo
nel metronomo, dandoci l'armonia a bilanciarci con Dio, secondo la
nostra direzione nell'armonia ovvero come circolare nel cerchio di
Dio: il Paradiso o l'Eden per chi non si sente pronto ad assurgere a
luce più ardente paradisiaca universale celestiale, dove l'azzurro è
il colore dell'incommensurabile: il mare, il cielo, l'universo, cioè
il bene dello spazio infinito, dove la vista si confonde con altra
luce, proveniente da ogni dove, lasciando il pensiero della
classificazioe delle misure, allo stesso punto, in presenza di Dio.

Riccardomustodario

unread,
Dec 24, 2003, 12:54:38 AM12/24/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...

> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message
il colore dell'incommensurabile: il mare, il cielo, l'universo, cioè
> il bene dello spazio infinito, dove la vista si confonde con altra
> luce, proveniente da ogni dove, lasciando il pensiero della
> classificazioe delle misure, allo stesso punto, in presenza di Dio.

Sveglia! - Le cinture con le campanelle, questo esprimevano, dove
la forma era l'armonia ed il bilanciamento, suono. - Quasi tutti che
seguivano questo discorso asserivano che mi ero confuso, perché è il
suono a produrre l'armonia … spesso stonata dei musicisti alle prime
armi, in cerca di bilanciamento tra i movimenti sulle note, era la mia
risposta. - L'importanza di questi concetti demenziali è che tutto può
significare ogni cosa e l'opposto di esso ed in questa cultura stiamo
evolvendo o è solo impressione di fede mia commerciale, nella
convinzione che ogni prodotto, prodotto bene, produce.
Con quest'affermazione, ero ben in linea con un mio amico
che negli anni settanta istituì un'azienda " CEE " che si leggeva "
con entusiasmo e volontå " e chiamò me come direttore commerciale,
perla selezione del personale, nonché la formazione dello stesso. –
Durante le selezioni si presentò un tale con una busta, quando venne
il suo turno, estrasse un LP " The Wall " ed asserì forte che anche i
Pink Floyd dichiarassero lo stesso, io stessi a raccontargli tutte
scemate. – L'avrei ucciso, se non esistesse pena fisica o morale – non
aveva capito niente, né di me, né dei Pink.

Prima di conoscere la comitiva del Villaggio, dove la musica Rock
la si ascoltava ventiquattro ore al giorno, ero stato al concerto dei
Pink Floyd a Cava dei Tirreni. – Stadio stracolmo, eppure a quel
tempo, non si sentivano proprio più. – Il concerto fu bellissimo ed io
lo vissi da tutti i punti di vista dello stadio.– Sono stato a tanti
concerti, e resto convinto che quello è stato il più bello, a parte il
più sentito e non solo perché i Pink Floyd fossero il fenomeno più
psichedelico dell'era, suoni che entravano nella pelle, capaci di far
sentire una vibrazione di un altro pianeta a livello ph. – Situazione
che si espanse nel pubblico, quando si ricordò in " Wish you where
here " uno del gruppo passato alle cure specialistiche, sotto
osservazione mentale.– Finito il concerto, per i duecento dal
parcheggio all'imbocco dell'autostrada ci vollero ben due ore e mezza
d'orologio. – Avevo la macchina in posizione impossibile, essendo
arrivato all'inizio del concerto, invece del primo ad andarmene,
diventavo l'ultimo - aspettai che il traffico defluisse per mettermi
in macchina. – I Pinki nel pullman con ampie porte finestrate, erano
contenti di stare nel traffico, per loro doveva suonare ulteriore
atmosfera concerto, probabilmente. – Non mi pesava aspettare, stare in
giro, durante l'attesa che quella piacevole folla scemasse. – Mi stava
tutto bene forse sentivo la mancanza del Gazibo che la notte serviva
cornetti bollenti e Nutella caldissima fino all'alba, ne metteva tanta
che al primo morso un'esplosione di cioccolata usciva dall'altro lato
e ci si trovava tutti inquacchiati nelle risate. – Tra tutti quelli
che ho conosciuto, specialmente Bella Star, di fronte alle leccornie,
sembrava fatto apposta per essere inzamato.

L'indomani mattina nel Parco Europa, inserisco nel cervello, che
ultimamente è definito sempre più spesso amplificatore, le cassette
del concerto con le finestre aperte – intorno è tutta una festa –
eccetto la vicina che qualche volta attraverso i rintocchi alle pareti
o battendo la scopa vicino alla finestra, mi aveva invitato ad
abbassare il volume - non per lei, bensì a suo dire " I bicchieri
trocoleano ".– Nota: nel Parco si porta un cantante popolare, idolo
indiscusso, che tra l'altro, è il più famoso a livello internazionale
addirittura, forse secondo, solo al papà della mia cliente, figurarsi
se non si strapazzassero alla musica rock. – Sento un rumore agli
infissi, mentre sono chino sul tavolo a lavoro, sorridendo perché già
so cosa m'attende, sto per portarmi alla finestra, quando un qualcosa
rumoroso, sempre più vicino fino a sentirmelo sulla spalla -
stupefatto?! – Non lo so! – Contento di non dover abbassare il volume,
inizio a parlare col pappagallo " Onoratissimo di essere il tuo
prescelto, chissà da dove sarai scappato, sappi però che non posso
tenerti. – Non ci sono mai, non so quando torno eccetera - se proprio
vuoi ti troverò un'accomodazione e nel frattempo se qualcuno si farå
vivo a reclamarti, tanto in questo parco si sa immediatamente tutto,
anche se distante molti chilometri, tornerai dai tuoi padroni "
conosco una persona che ha il negozio proprio sotto al palazzo, la
quale sarà contenta di tenerti. – E così dopo un anno il pappagallo è
ancora lì, forse la pubblicazione della storia ci dirà da dove viene.

C'è chi vuole esprimersi per librarsi ma non ce la fa perché
l'originale è altrove ed allora si trova in una condizione di
Purgatorio perenne che non si risolve, se non nella speranza della
prossima – al Trend Gold Work, clinica universitaria ospedaliera, per
stabilire il quoziente psico attitudinale ed eventuali affezioni dei
personaggi in cura, diversi erano degni del Villaggio.

Bella Star mi ha presentato due ballerine: la prima ballerina del
più importante balletto nazionale di danza classica, ora con il
balletto francese equivalente, ed un'altra prima ballerina, non meno
brava, ma a suo dire, più svogliata e di cui ho visto anche il saggio
al teatro Bellini: La Regina Nefertiti.

Maradona è stato il più bravo ballerino, riusciva a stare sul
ciglio della pedana ad un metro da me, seduto a guardarlo, muovendo
solo il sinistro ed era capace di farsi notare, nel locale dove io ero
il miglior ballerino. – Diego era in giro tutte le notti e la domenica
giocava pure. – Una volta lui usciva con il suo manager dal night
ultimo a chiudere in città ed io entravo, il mio amico Bellazzi
asserisce che scendendo sentì Diego Armando dichiarare al manager " ma
che sfaccimme … e' mai possibile ca chisti cca s'arritirane sempe
dopp'e me? " a me sembra strano che Diego fosse arrivato ad essere
tanto napoletano dalla serie " primi " pronti ad immetterci nel
mattino in un morso mela fresca: buongiorno. – Maradona è il più bravo
calciatore di tutti i tempi, peccato sia stato tanto polemico in
occasione della trasferta in Russia, rovinandola prima della partenza,
escludendoci manca, nella nostra bacheca e peccato pure, quando si
regalò lo scudetto al Milan, quando avevamo un distacco enorme sulla
stessa. – Vabbeh! - La cortesia c'è stata restituita l'anno seguente,
però, quando si hanno un nugolo di ragazzini che ti hanno in cima ai
loro pensieri, idolo indiscusso, un attimo più d'attenzione alle
dichiarazioni è di dovere.

Erano i tempi in cui avevo in testa una collezione stile manager,
tutti impazziti per i soldi, del tipo vado " dal direttore di banca a
farmi prestare trenta milioni " che faceva tanto Yappi, roba da girare
il mondo, come fece Lindsay Kemp, ballerino incredibile, con il
bambino dopo lo spettacolo al Maschio Angiolo – lui ed il bambino,
dopo che della madre n'aveva fatte tutte salcicce per il cane … dal
direttore di banca … è finita la ricotta.

Insomma, caro Diego, puoi girare tutto il mondo, ma se non torni a
Napoli, è inutile che t'incavoli che stai diventando un barilotto e "
Napoli by night vista dall'alto ti sfotte ". - Per te vale il motto:
come è bello il chiattone mio, la classe non è acqua. – Sai benissimo
che sarai quello che sarai, ma ti voglio e ti vogliamo un mondo di
bene. – In più c'è da chiarire una Coppa Campioni, specialmente con i
russi non s'è capito niente, ma anche con il Real Madrid la cosa, non
è che sia tornata chiara a porte chiuse, la prima nostra trasferta
importante?.

Terzo giorno, che sarà come i precedenti, dedicato al libro
impegnativo che sto scrivendo - il primo della mia collana letteraria
" Titolto " fu più faticoso scriverlo a macchina che pensarlo. - Era
costituito di una sola pagina - partendo da simboli, si articolava in
concetti ben radicati e vissuti in quel momento. - Per Dante
Alighieri, il tre rappresentava il numero perfetto, perché
immediatamente, il pensiero volava fin su la Santissima Trinità e
quindi anche cento era numero perfetto, formato da tre moltiplicato
trentatre più uno, l'unità, cioè Dio, somma di Padre, Figliuolo e
Spirito Santo.– Ne consegue che anche il triangolo è figura
particolare, avendo tre lati capaci di raccogliere tutte le forze nei
loro vertici tutti uguali, da potere delle punte. – Nel triangolo
scaleno e rettangolo, i valori degli angoli cambiano, dando vita a
diversi punti di vista che Dante sperimentava nel provare duro calle e
come sa di sale lo pane nello scendere e salir l'altrui scale. – Caro
Dante, io, mi son scocciato, avrei bisogno di Castel dell'Ovo, del mio
trisavolo Pisacane, chissà come è diventato bene demaniale – Oddio,
qua i castelli pure abbondano, ma ci vogliono i soldi. – Il sole
picchia: sono le nove e trenta – sto facendo colazione in un posto
ristoro dai lati tutto finestra - un unico profilo di vetro ed io
seduto nell'angolo.

Ieri ho parlato degli amici - stanotte ho dormito poco e male - se
non li si pensa si sta ben svegli, altrimenti fanno a gara a chi deve
assurgere a primadonna ed io mi trovo, mio malgrado a pagarne le pere
cotte.

E venuto a galla dal subconscio, una profonda carenza d'affetto,
telefonerò a Virginia Maurizia, per sapere da lei, chi le ha messo in
testa che è la mia fidanzata.

Sono giunto in un parco con are di pietra secolare, Ugo Foscolo nei
Sepolcri, citava Napoleone e l'editto di Saint Clois – l'Imperatore
voleva che i corpi fossero cremati, per evitare che le città
divenissero un unico cimitero.

Nella libreria presso Essex Road, dove vivevo fino a dodici giorni
fa ho scoperto che Ugo Foscolo non è presente nel computer eppure con
la lettera " F " l'elenco degli scrittori è chilometrico – per
accertarmi digitai il nome di qualche suo collega famoso come
Shakespeare, appena lo vidi comparire sul monitor, mi dissi convinto
di stare in libreria.

I computer della libreria hanno un tono particolare, quando li ho
di fonte sembrano volermi trasmettere che sono stato svogliato,
altrimenti i miei libri sarebbero sugli scaffali da un pezzo. – Sono
stato con mia figlie diverse volte nelle librerie, specialmente nel
settore che lei conosce benissimo, quello fino a dieci anni, che per
me va bene per imparare l'inglese, avendo studiato francese a scuola.
– L'inglese l'ho portato nel programma tre in uno scuola privata
J.F.Kennedy, mentre il francese l'ho studiato ben due anni alle medie
ed ancora lo ricordo. –
L'Istituto privato del tipo " paga che vai " è situato presso la
stazione centrale della città, mia residenza precedente. – Si entrava
a scuola alle quattordici: avevo tutto il tempo di alzarmi, fare
colazione leggere il giornale, a quel tempo il " Roma " era di rigore
per passare da pagnottista " Il Mattino " o comunista " Unità " del
popolo tutto uguale comunista modello Russia. - Unità che non aveva
niente da spartire con la visione Dantesca, dove i personaggi
importanti, si susseguono in passerella a tema famiglia per uscirne da
Dio. – Il giornale ufficiale della sinistra era l'" Unità " documento
vergogna, che si proponeva di farci assurgere ad un unico essere
stereotipato, agnostico, pseudo intelligente da " Paese Sera " per il
Mezzogiorno. – Padre spirituale del Movimento Sociale, che allora
raccoglieva nelle sue file, coloro i quali credevano nell'individuo al
di fuori della massa, era Giorgio Almirante, unico esempio di politico
che la diceva bene a difesa dei valori cari al Foscolo: Patria,
coraggio, amore del lavoro corporativo eccetera, contro l'altra
campana che presentava sindacati, sciopero, internazionale comunista,
insomma, forza coraggio, avanti popolo alla riscossa che dopo aprile
viene maggio e con la primavera finalmente possiamo andare in Russia a
trovare il compagno
lui fatica ed io magno. – In Italia a quel tempo, i personaggi che
s'incontravano, i quali avevano contatto con il pubblico erano quasi
tutti comunisti, per farla breve alle elezioni, molti di questi che
erano di sinistra sotto la pressione pubblica votavano democristiano
nel chiuso delle cabine elettorali – a sinistra qualcosa non quadrava
a livello personalità. – A destra eravamo pochi e fieri.
I miei amici stavano tutti a sinistra, salvo pochi che poi erano
ugualmente molti, perché più o meno ci si sapeva tutti tra migliaia. -
Il ricordo bello che ho degli amici di sinistra è che lo stile,
l'arte, la cultura pura se vogliamo, senza andare al super uomo, sono
tutti elementi al di sopra delle sfere terrene, anche del pensiero
politico – ed allora si faceva veramente seriamente …

All'Istituto J.F.Kennedy arrivavo, con un quaderno sotto al
braccio, attraversando il Bosco, passando davanti alla Reggia Museo di
Capodimonte …

Madonna mia quanto sei bello, attento al Lupo, ti mangia
24.12.2003

Riccardomustodario

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Dec 25, 2003, 4:30:45 PM12/25/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message

All'Istituto J.F.Kennedy arrivavo, con un quaderno sotto al
braccio, attraversando il Bosco, passando davanti alla Reggia Museo di

Capodimonte che si vedeva dal balcone della cucina, uscivo dal Bosco,
lato Porta Grande, da lì percorrendo la discesa del Presepio, tagliata
nella pietra di tufo, ero nei Vergini e nei Cristallini, zona
popolarissima.- Questo tragitto, da casa al mercatino popolare, mi
piaceva moltissimo, da lì attraversavo una fetta del centro, per
entrare in Forcella, ed attraverso la Duchessa ero nella piazza della
Stazione poco distante da scuola, appena dopo l'entrata
dell'autostrada - se mi fossi servito dei mezzi pubblici avrei
impiegato molto più tempo.

All'Istituto privato la retta mensile da pagare era abbastanza
alta. – Una volta passando dalla stazione, c'erano i magici giocolieri
… burloni con le tre carte " questa vince e questa perde " pure con
l'orecchietta era la carta vincente, impossibile non individuarla,
infatti misi i soldi sopra, convinti di farmi passare lo sfizio e
subito le banconote misero le ali. – Superato il primo giorno di
smarrimento passando davanti al segretario, il successivo iniziavano a
scarseggiare i libri di Ragioneria, miei e di altri e non certo per
pagare la retta, così fui costretto ad inventarmi un lavoro e
m'inventai artigiano. – Misi insieme un bel po' di collane con chiodi,
ceramiche " Das " nome della creta già preparata che bisognava solo
modellare, decorare e cuocere. – Mi piaceva dire che erano fatte con
il Das, ben pochi sapevano cavarci capolavori da esso. – A scuola le
cose andavano al meglio – avevo cambiato indirizzo, passando alle
Magistrali, le cui materie mi erano molto facili da studiare, bastava
leggere per capire, sapere tutto: finalmente!.

A proposito di ceramiche; finito il giubbino feci un giretto presso
i clienti e subito la risposta fu entusiasta, solo sotto l'ufficio, la
boutique ne ordinò una decina che moltiplicato il numero dei clienti
che avevo diventava immediatamente quattrocento, aggiungendone
altrettanti per i pantaloni, il numero diventava immediatamente
consistente e se lo si sviluppava a livello nazionale siamo ad
ottomila, il conto si faceva grosso ed era solo un modello.- La
segretaria contava i pezzi ed a malapena si poteva soddisfare il primo
ordine, le marunnelle di ceramica scarseggiavano. – Tornai dal
fornitore, che l'anno dopo scoprii essere un amico di mio zio, avendo
ville al mare confinanti o qualcosa del genere e con il quale s'è
trovato casualmente a parlare di me in villeggiatura. – Nel suo
negozio, premunendolo di accelerare la consegna, la aggiornai alla
bisogna per quattrocento capi più altrettanti, da ricevere al più
presto, nonostante le consegne fossero per la stagione successiva.

Il negoziante, quella volta era molto più disponibile,
forse aveva parlato con mio zio … e mi disse " caro Riccardo tremila
pezzi per te non le faranno mai ". –
" Tremila! " Che spavento! – Era per me una quantità notevole, per la
verità i primi, a livello regionale avrebbero dovuto partorire
seimila, però lui aveva detto che le aveva sempre, quindi perché ci
dovevamo riempire di pezzi e da pagare per lavorarci, venderli e poi
incassare … e dire che nella prima visita si era parlato di
cinquecento che era quante ne volevo. – Lui mi garantisce che quelle
medagliette erano fuori produzione da molto tempo e per riaprire un
ciclo lavorativo del genere, bisognava ordinarne una cifra che
giustificasse l'impresa, altrimenti era meglio dimenticare. – Quando
si dice la bellezza non ha età, fatte così bene, dovevano stare lì
chissà da quanti decenni … volendo, suggeriva ancora il negoziante,
avrei potuto avere lo stesso lavoro in plastica, costava anche molto
meno, ma non mi piaceva più e dello stesso parere sarebbero stati pure
i clienti che avevano visto il master - meglio aspettare tempi più
opportuni, facendo meglio i conti. – Attualmente, dovrebbe riposare,
senza marunnelle, in un borsone a casa di mia sorella, insieme ad
altre cose.

Tornando al periodo scolastico; ero in vacanza con la mia famiglia
ad Acropoli, il primo anno che si andava lì.
La prima sera che esco, acchiappo uno schiaffone, da uno del posto,
che si dovette fissare per la sua gelosia – lo stesso successe anche a
Rino, l'unico a cavarsela della comitiva " P.B.C. " Chiarina, la
Quagliaro e Maria Pia Vianale non furono neanche sfiorate dal
problema. – Mio fratello dopo poco fece una comitiva suo con due
sorelle e mio cugino. – Il che era divertente perché comunque ci si
vedeva nei posti insieme e poi sembrava una succursale. – Con Chiarina
mi vidi anche in inverno, in occasione della partita Roma Napoli –
ricordo che venne a prendermi alla stazione, chissà a quale binario,
bellissima e buonissima nella minigonna vertiginosa, con stivalone
giaccone con pelliccione.

A Roma arrivammo in due tronconi, una cinquecento con cinque di
noi, più Pietro ed io. - Pietro, era il mio amico col quale passavo la
maggior parte del tempo, ricordo che asserì che Chiarina non le
piaceva, perché a suo dire la trovava robusta – lui era cinquanta
chilogrammi in tutto e poi era fidanzato con l'amica della mia ragazza
del tempo.– Allora per fargli cambiare parere, uscì in quel tempo un
film " New York New York " la prima attrice tipo Chiarina, ragazza
ideale per storie d'amore che si risolvono in cotta che sale
vertiginosamente e nello stesso modo, poco dopo si dimentica,
bruciando tutto fino all'incenerimento, lasciando calore nel ricordo.

Londra è definita la città del verde e del grigio, si ha la
sensazione che in qualsiasi direzione si vada, dopo appena un miglio
s'incontri qualche parco. – Il Bosco di Capodimonte ci starebbe bene,
farebbe la sua figura, ma come si trasporterebbe la Grotta di Maria
Cristina? – Le grotte non sono facile da costruire. – Pure la pista di
pattinaggio … si fa per dire, sull'altra grotta, quella dei misteri,
con l'acqua che scorre sotto e non si sa da dove proviene o dove vada.
– Quand'ero bambino quel posto incuteva timore a tutti noi, l'asilo
l'ho frequentato nella scuola nel Bosco, poco distante da quel punto –
c'erano strane storie, tipo la maestra caduta dentro, perché un
bambino s'era avvicinato troppo all'imbocco del boccaporto che si
tuffava nell'acqua, lasciando intravedere la stessa apertura
dall'altro lato – ogni volta che mi trovo là, ho l'impressione di
vivere il passato, come mistero che non cresce, se non nella
confusione della città. – Il Bosco per me non ha misteri, conosco ogni
sua zolla di terra, anche quelle più nascoste, nei pomeriggi e per un
paio d'anni, è stato il punto favorito per gli amori selvaggi del
tempo – con Claudia era difficile non essere presenti un giorno,
mancava solo che ci facessimo una capanna – tra i sedici ed i diciotto
anni è stato così che ho impegnato quasi tutti i pomeriggi, eccetto la
domenica per lo stadio. – Con Claudia è durato quasi un anno, ciò non
toglie, che ci sono stato con altre, come si portava in quel periodo
hippy, figlio dei fiori da fate l'amore non la guerra … di pomeriggio,
perché la mattina con gli scioperi, non si capiva niente.

Riuscire a sfiorare l'impossibile, ottenendo così garanzia futura,
grazie alla chiarezza che si fa largo nelle coscienze, è il
presupposto più nobile al quale aspiro a livello sociale, in quanto
nella barbona realtà presente, anche il precedente risulta avvilito e,
ciò non può essere, perché il passato è la fede della tradizione, non
l'elegia della superstizione. – Questo concetto nel Palazzo, dove
vivevo prima lo sanno bene, perché lo scrissi dietro al bigliettino
funebre di mia nonna Esposito Concetta, invitando a non perdere tempo,
appresso ad idee malsane, d'indovine da strapazzo.

Nella seconda metà degli anni sessanta a scuola andavo con gli
occhiali, leggermente fumè, antistanchezza da ultimo banco, quando
riuscivo ad entrare, prima che chiudessero i battenti all'orario
prestabilito, vestivo di nero con panciotto, nella cui tasca avevo, la
cipolla del tempo, appesa alla catenina d'oro – oro antico era la
preziosa cravatta che portavo allora, - Meglio queste cose le scrivo,
possono sempre servire da collezione … chiaramente, camicia bianca –
bottoni in osso.

Non è che mi dispiaceva arrivare tardi a scuola – l'Istituto
dell'amico Pietro, il quale aveva l'auto, era vicino alla mia scuola e
lì frequentava gli studi Chiarina e la sua fidanzata. – In macchina si
andava in giro, in genere posti balneari, d'inverno quasi solitari se
non frequentati da filonisti. – Altrimenti, s'andava ai dancing
mattutini o al cinema. – A quel tempo la gente che marinava la scuola
era innumerevole, ogni mattina ce n'era più che allo stadio, che a
quei tempi ne contava centomila, di spettatori ogni domenica sugli
spalti. – Circolare per la città con i Bus era qualcosa d'impossibile
per il traffico, e tutti gli Istituti erano severissimi – la maggior
parte d'essi, come il mio per esempio, alle otto e dieci chiudevano i
battenti e raramente facevano entrare nella seconda ora.

Un altro passatempo preferito era andare dal sarto a misurare la
giacca, peccato che più di un abito all'anno non potevo onestamente
chiedere, visto i risultati che ottenevo a scuola - in compenso spesso
andavo dalla camiciaia, dal pantalonaio e dalla magliaia. – Il mio
sarto era Nicola Crino, il primo penso, ad avere la sua etichetta
personalizzata, lo ricordo con orgoglio, perché la scelta del sarto
era un fatto personale molto importante ed ognuno era convinto di
servirsi dal migliore, figurarsi io che veramente avevo l'optimum. –
Il sarto della giacca, non era mai lo stesso per i pantaloni, dei
quali ce n'erano ad iosa
ed ognuno aveva una sua linea particolare, quindi si cambiava
spessissimo. – La pantalonaia che ricordo con più simpatia era in Via
Antesaecula, capiva tutto a volo e così faceva secondo richiesta. -
Strada benedetta, per aver dato i natali a Totò, il Principe della
risata, il quale nacque proprio nel palazzo della sarta dai capelli
bianchi, poi quella strada diventò non so – prima perché ivi o nel
vicolo appresso andai a dare degli esami andati buca e poi per aver
incontrato una confezionista, dolcissima, ma per nulla organizzata
come voleva farmi credere, la quale impiegò un mese per svelarmi il
mistero della confezione che è diverso sartoriale e come cucito e come
taglio – e dire che glielo avevo riferito all'inizio, ma lei deviava
le risposte sulla Bellazzi, diventando superamiche ed insieme
asserirono addirittura " Ma che ne sai tu delle donne? ".- In
quest'atmosfera cercavo di arrivare alla fine della … spedizione,
allorquando arrivò una tipa da Milano con l'hobby delle cifre –
immediatamente faceva l'analisi dei costi di tutto. – La Bellazzi
stava valutando se rivolgersi altrove o meno per la confezione.

Un pomeriggio in ufficio di sabato mi reco in ufficio per prendere
dei documenti – trovo la porta chiusa, con la chiave dall'altro lato
della serratura. – Sento la voce di un uomo che garantisce di non
poter aprire, perché in desabillè e mi afferma che può buttarmi ciò
che cerco giù dalla finestra. Non sarà mica un UFO?.

E dal settantadue che non mi reco alle urne elettorali con
passione, eccetto per mio padre, il quale è sempre il primo dei non
eletti in città, dagli anni sessanta. – Puntualmente, il candidato
vincente del suo partito, è un tipaccio della Sanità, stesso quartiere
della sarta confezionista, avventuriera di quel momento. – Noi
risiediamo a qualche chilometro o forse meno in linea d'aria, sulla
collina che dalla Sanità, cimitero delle Fontanelle porta fin sopra ai
Camaldoli, il punto più alto della città. – Altro che teschi, quello
ci fa fritti veramente, almeno sanasse, nel buon nome del quartiere …
- La cosa più assurda delle elezioni è che tutti asseriscono di votare
per mio padre e lo dicono semplicemente, perché così fanno e così è. –
Tra l'altro non si giustifica l'enorme numero di voti che mio padre
mette insieme, in rapporto alla reale forza del suo inutile partito –
cosa ci faccia un altro candidato dello stesso colore e proprio lì,
rimane per me un mistero enorme?.

Scarto minimo di voti … uhè, uhè! - La tipa dal capello rosso,
dapprima si è fatta notare ed ora in topless, si distende
sull'asciugamani.

Votavo solo per mio padre, ormai elezione dopo elezione, era
diventato uno sfizio particolare aspettare i risultati, dando sempre
di più e lasciando le altre schede, quelle non inerenti alla
Provincia, in bianco, per paura di sporcarle … evitando la
responsabilitå di errare, di giudicare male, tra la variopinta scelta
di nobili intenti e simboli.

I comunisti sono al tramonto – questo, attualmente, è un dato di
fatto ineccepibile: bandiera rossa è prossima all'alzata della
bandiera bianca. – I democratici in questa direzione, sembrano aver
lavorato bene … e forse il centro destra merita spartirsi i voti della
sinistra, insieme al centro sinistra stesso: il potere è sempre più
solido – ciò che poco si capisce, sta nel nuovo capitalismo, il quale
deve sostituire il vecchio ed è da studiare, attraverso la crisi
industriale, prodotta dall'inflazione, sfociata in recessione, che
sembra senza uscita di sorta.

Ohibò: capitalismo da studiare! – In genere quando s'inizia a
parlare così, significa che bisogna individuare le cause ed allora c'è
solo da sperare che questo lavoro di definire con precisione i perché
della flessione socio economica, non divenga settennale, nella sua
complicatezza di partenza senza senso da sette colli … andiamo in
cerca del nostro Re, per risolverci al più presto nella giusta
dimensione.

Ritornando al fatto del vestito nero … dopo che Maria Pia era
assurta a Miss Capannina – cosa che non voleva fare, e dopo che nel
mezzo della villeggiatura ero stato a sostenere gli esami per essere
ammesso al terzo anno di Ragioneria nell'Istituto presso Via
Antesecula e dove mi ritrovo un professore che mi da del comunista,
sol perché avevo gli occhiali, il capello flesciato e la camicia
variopinta, insomma, quel professore mi diede talmente fastidio, che
per rispondergli a tono, mi ritrovai bocciato, nonostante fossi
raccomandato.

Ritornai ad Acropoli, ultimo arrivato in materia scuola, ma con
tanta conoscenza da chiacchierare per qualsiasi discorso. – In mia
assenza era successo quanto segue: la comitiva, per allietare la tarda
serata, si era portata dalle parti della Taverna dei Monaci,
indossando lenzuola bianche – malauguratamente per loro, nell'ora
insolita, un montanaro si trovò a transitare con la moglie incinta a
bordo di un Ape furgonato modello ante guerra. – Questi tornò dopo
poco, con altri rurali, suoi conterranei di rinforzo, impietositi dal
racconto del padre del futuro nascituro e ruppe testa, ossa o naso,
più o meno a tutti i fantasmi - questa fu la rivelazione al pronto
soccorso, venuta a galla, una volta che si sparsero le voci nel paese
– un'ecatombe! – Se poi la moglie fosse incinta o meno, poco conta. -
Potenza dell'esame pensai: finalmente una bocciatura che mi va a
fagiolo per il tempo perduto lontano dalle mie faccende abituali,
piuttosto che rallegrarmi con loro che in mia assenza, si erano
sentiti morti. –

Bisognava vendicarsi. – Si organizza la sfida alla gentil tenzone:
sport. - Gli ‘gnafoni del posto, contro i metropolitani, al campo di
calcio, dove io delizio il pubblico con giocate magistrali ed uno di
quei gol famosamente poetici del tipo " spettatori v'illumino
d'immenso " ed impegnandomi anche in pressing.– Il risultato non lo
ricordo, se vincessimo o pareggiassimo – sicuro, loro erano molto
allenati ed annoveravano giocatori di calibro, uno dei quali passato
addirittura al Napoli, dove si espresse con successo e tanti altri.

Si torna a casa a settembre e con parte della comitiva PBC, però
con molti esterni sempre in vacanza ad Acropoli, si va alla
Piedigrotta, l'ultima che Napoli ha vissuto: peccato! – Era una bella
festa – purtroppo il traffico ha cambiato usi e costumi della società.
- Scendendo dalla collina del Vomero la scaletta di San Francesco,
arrivammo a Mergellina. – Maria Pia perse un tacco ed intonava un
ritornello forgiato da lei per l'occasione " Un taccheto si, un
taccheto no " mentre un altro canticchiava " Se l'ha visto un Re … "
ed io rimbalzavo da uno scalino all'altro sulle note del mio inno
preferito, intraducibile ed a detta di Rino, fratello di Chiarina, del
mitico Jmmy Hendrix, sinceramente non mi risultava, però cosa cambiava
e poi faceva chik.


Ad ottobre si aprirono le scuole e ci perdemmo di vista, si tornava
ai conoscenti abituali. – Incontrai Maria Pia
ferma, appoggiata ad una macchina, sotto le luci nella strada più
trafficata del Vomero in salita, di fronte al tabaccaio. – A me, con
il vestito nero ed il Roma in una tasca dell'abito, sembrava avvolta
in una bandiera rossa piuttosto che con un foulard al collo, ma ciø
che era peggio è che stava con un coro di altri costumisti, poi
rivelatosi extra parlamentari conciati come lei, che le facevano da
corollario. – I nostri sguardi s'incrociarono, ignorandosi
intensamente calamitati nei quattro occhi dei nostri pensieri. –
Quante volte avrò sbagliato a far assurgere qualche persona a prima
donna, mi piacerebbe sapere, specialmente da un'amica alla quale ho
voluto bene sinceramente, era quello che forse, lei non lesse in me o
forse lo decifrava fin troppo bene e mi piacerebbe sapere il perché
del suo mettersi in competizione. – Com'era strano, scoprire persone
care, che bell'e bbuono per darsi una dimensione politica,
s'atteggiavano a sinistristi, lo si leggeva immediatamente dalla
facile costumanza, allora diventava tutto di un'emozione inspiegabile.
– Il tempo non perde tempo, però a volte, per fare presto si
commettono errori difficili da pareggiare. – Tu, cara Maria Pia stavi
nei PBC – cosa ci fai nella massa? – Risponderai con la teoria degli
opposti estremismi che alla fine si toccano? - Non puoi! – Allora non
c'era, questa filosofia ed io vorrei tanto sapere i motivi che ti
hanno distratto dall'infinito, conducendoti all'opposto, cosa per me,
difficile da afferrare, non essendo stato mai in antitesi a … questi
mi vogliono mettere alla prova, nella perversione del sociale … la
tipa inizia ad agitarsi e vistomi distratto a scrivere si è rimessa la
maglia e sembra scocciata … allora meglio dare un tocco al posto,
riportandolo un tono più su: acchiappanza!.

Riccardomustodario

unread,
Dec 26, 2003, 9:40:38 PM12/26/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...


La tipa tutta foruncoli, saranno due ore che sta al sole, mi mostra il
libro che sta leggendo, sembra piuttosto impacciata alla domanda "
scusi signorina – sono uno scrittore: posso scrivere di lei? " Mi
mostra la foderina del libro che sta leggendo ed asserisce che posso
fare quello che voglio, anche le vignette per la carta igienica che le
avevo dichiarato di avere in progettazione … a questo punto inizia a
preoccuparsi e mi confida che preferirebbe continuare a leggere … le
chiedo ancora un minuto critico d'attenzione, in nome della carta
igienica fumettata, grosso momento d'incontro tra: cartai,
disegnatori, scrittori, industriali, inventori, traduttori, tipografi,
venditori, spedizionieri, cassieri, cessi anti recessione. – Confusa,
dapprima mi guarda le pantofole, poi il montgomery, prezioso come la
ventiquattrore. – Percepisco che sta misurando me con la sua pezza
sulla quale e stesa, il libro che ha tra le mani, preso in libreria e
tutto il resto cui è coinvolta, quindi augurandole un buon
proseguimento di giornata la saluto, prima di trovarmi immerso in
un'inindentificabile immagine.

Nell'Europa, la tradizione è lenta, e questo dato di fatto, oggidì
non è sinonimo di classe. In America, per la fretta, a leggere sul
giornale d'oggi, c'è guerriglia. – In Australia sono talmente pochi:
quindici milioni e mezzo d'abitanti, decisamente troppo soli per lo
spazio sterminato che occupano e per questo motivo è difficile
quantificare fino a che punto possano essere interessati alla
velocità, ragione che induce gli Americani del Nord ad accusare quelli
del Centro e del Sud andino di rallentamento dello sviluppo per il
loro continente America. – Tokyo ovvero la velocità: Tokyo.

C'è una bionda bellissima che si è fatta notare da campione
giocando a finsbury – è saltata per afferrare il disco e mentre era in
fase discendente già si aggiustava la gonna rimettendosi in ordine …
di tessuto strecht, con stampato a fiorellini – ha fatto tutti i
movimenti benissimo: complimenti.

Sono tornato alla panchina in king's Cross ed è apparsa la
poliziotta che ieri m'aveva invitato a muovermi – era questa volta in
abiti borghesi, l'ho riconosciuta subito nel suo chiodo nero.- Le ho
chiesto se poteva accompagnarmi a prendere le scarpe, già sapeva la
storia dal giorno prima … zio Bill aveva buttate tutte le mie cose in
delle buste in macchina e se non le avessi ritirate al più presto …
mentre parlava, mangiava pure, con il ketchup che gli tingeva il muso
… non lo so … aveva preparato tutto in meno di dieci minuti … tempo
necessario permettendo tra il dire ed il fare … pochissimo era passato
da quando la mia ex moglie mi aveva avvertito che il locatore, il
quale mi aveva dato l'alloggio in fitto, era su tutte le furie e
voleva sbarazzarsi di tutte le mie cose, in più stava ricevendo
telefonate incomprensibili … e dire che avevo detto a tutti di non
coinvolgerla, perché incapace di gestire le situazioni, specialmente
le mie, infatti, asseriva che Bill gli sembrava stranissimo … sapesse
a me, com'è parso, specialmente mentre gli parlavo, con quel ketchup
che gli tingeva il viso.

Intanto, all'ufficio che si occupava per il mio alloggio, mi
avevano asserito di disdire la camera in albergo, perché avrei
cambiato locazione per la notte a venire e che il mio caso si
presentava difficile e sempre lì mi hanno dato un documento con il mio
nuovo alloggio, uguale identico al precedente e mi dicono di
dichiarare quell'indirizzo anche al job center. – Torno in albergo,
dove succede un fatto a dir poco diabolico, specialmente se paragonato
all'altro di zio Bill, in quanto molto simile a livello di stress
pilotato dalla velocità nella non esistenza del fatto. – Stavo in
albergo, a letto leggendo, avevo fatto da poco la doccia, lavato le
mutande, quando mi sono reso conto che l'indomani sarebbe stato sabato
e quindi avrei ritardato la mia visita dall'avvocato e chissà quando
tornerò in possesso delle scarpe e di tutto il resto?. – Ci vorrebbero
settantadue ore di sonno … non l'avessi mai pensato … sento la chiave
che gira nella toppa – entra l'albergatrice facendo finta di essersi
spaventata chiedendomi con tono energico, com'è che fossi lì!. – Ero
da un paio d'ore in camera, e seguo la sua scenata, come se fosse
interprete senza palcoscenico, e normalmente le dico,
senza mostrarmi per niente scocciato, che l'Home Office mi ha dato un
documento da consegnarle, come ho fatto, più altri da dare ad uffici,
dove sarei passato poi.- Lei asserendo che non è vero, repentinamente
si prende le chiavi asserendo che se non me n'andassi subito, avrei
ricevuto un record da criminale. – La storia inizia spazientire ed è
meglio mettere un punto importante: la invito a chiamare la polizia. –
Quando giungono gli agenti scopro che non ascoltano, perché non sanno
a chi dar ragione e garantendomi di essere dispiaciuti mi raccomandano
di andarmene. – Piego le mutande, bagnate le metto in tasca, esco e
subito dopo, sono fuori anche loro, ai quali ricordo che trovo
stranissimo che tutto ciò accada alle sedici e trenta, momento in cui
l'Home Office chiude – ci dev'essere nell'aria qualche strana energia
che mi circonda.

Loro, mi avevano dato, due indirizzi di ostelli, mentre uscivo
dall'albergo, situati entrambi dalle parti di Covent Garden – zona
piuttosto chicchettina e come sono conciato inizio a sentirmi,
imbarazzato più che buffo: non ci voglio andare. – Leggo sulla mappa
il nome della prima strada facendo attenzione tra road, street, close,
square eccetera, con la speranza che non fosse proprio lì al centro,
ma in qualche punto più defilato … non ho sigarette … esco dal
tabaccaio con appresso qualcuno - gli chiedo dove fossero quelle
strade – lui subito risponde " West Si Two " faceva il postino proprio
da quelle parti?.

Arrivo agli indirizzi segnalati e mi dicono che non ci sono posti,
allora decido di tornare dove ero stato precedentemente, due notti. –
Tra l'altro l'ostello pareva quasi deserto l'ultima volta che vi ho
dormito, salvo un tipo che venne verso mezzanotte, il quale mi
raccontò d'essere appena uscito da galera per aver emesso assegni a
vuoto. –
Questo discorso lo trovai familiare, anche se non n'avevo mai firmati
di scoperti, come mi sentivo in quel posto. – Questo avevo in testa
quando comparve un pullman numero trenta con scritta king's Cross - vi
salii avolo e mi trovai a Trafalgar Square e lessi scendendo, da
dietro trentotto?!. – Entro nei sottopassi, deciso di prendere
l'underground – la polizia mi sorpassa per fermare due " bullettini "
che fanno caciara e li interroga – dopo di che gli stessi agenti mi
raggiungono con un sorriso serio e mi chiedono cosa portassi nella
ventiquattrore e quale fosse la causa della mia preoccupazione. –
Racconto la storia del pullman con contorno comico tra il serio ed il
faceto, aggiungendo di voler prendere il treno, perché il binario pur
essendo parallelo non inganna, è tutto più logico – i treni devono
seguire per forza la linea - i pullman … mi salutano senza neanche che
aprissi la valigetta. – Resto col dubbio del trenta addebitandolo come
sogno a mamma – che pregustando il primo maggio festa sua, cioè dei
lavoratori, visto che continuamente asseriva che lei tutta la sua vita
non aveva fatto che lavorare ed io a poltrire e qua non lo so … in
questi giorni cosa sta succedendo? - Altro che ventiquattrore al
giorno e di legno tra l'altro è questa valigetta!. - Non posso
deluderla come una testa di legno - se lei ha lavorato tutta una vita
per me, come quotidianamente avvertiva quando recitando cinque Ave
Maria al giorno, solo per me, mi raccomandava alla Madonna
… la quale sembra divertirsi a trasmettermi tutte le sue ansie - cosa
che non gli ho mai detto per rispetto e probabilmente questo fatto
delle sue preghiere ha generato le gelosia dei restanti quattro figli
ed ecco che mi ritrovo a lavorare per tutti e, seppur Santo, meglio
condirlo con un pizzico di peccato … fa più umano … - Uffah ho
sbagliato uscita e sono un'altra volta a Trafalgar, mentre devo
seguire l'indicazione Strand. – Agli agenti avevo detto che mi avevano
messo in un film vignettistico scocciante con il trenta avanti e
l'otto dietro, ne avevamo riso di questo fatto e per non lasciarci la
pelle con la P 38 visto che le frecce alla San Sebastiano non si usano
più per la serie Paradiso aspetta, c'è qui un tris pronto per la
giocata " droga, sesso e rock & roll " e c'è chi ultimamente, ha
aggiunto al trittico del pensiero, anche religione, facendo poker ed a
questo punto, si può stare ben certi, che da Santo non si muore.

Riccardomustodario

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Dec 27, 2003, 4:12:28 PM12/27/03
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Il confine tra Dio e droga è sulla stessa linea quando si tratta di
stupefacenti leggeri, appena si calca la mano, la spiritualità inizia
a scemare vertiginosamente, fino a scomparire, soggiogata nella
volontà da effetti fasulli che offendono Dio e guidano i sentimenti
nella valle della perdizione. - La coscienza comune avverte di
smarrire un'entità e poco pu? nel suo recupero - ricca di fede si
adopera nella preghiera al Cristo ed al Suo messaggio importante "
Onora il padre, la madre e tutto il Creato e non offendere te stesso,
fatto a mia immagine e somiglianza ".

Ma cos'è il Creato? - Andava chiedendosi don Abbondio, in quel ramo
del Lago di Como … o no?.

Ogni tanto passa quello della pulizia - muove le panche.
Perché non fanno delle panche che piovono dall'alto ed all'occorrenza
si ritirano per i centimetri necessari?. –
Avvitandosi nella salita dal mignolo, la spirale balza sulle
granitiche colonne dai capitelli imperiali della monumentale St.
Pancreas che domina la piazza, nella sua pietra, la quale, una volta
pulita, dovrebbe essere color coccio, colore ideale per mettere in
risalto le meravigliose guglie e tutte quelle linee in fuga saltate …
dalla panchina. – Attenzione: il tipo spazza pure le pantofole.

Da queste parti ci dovrebbero essere i collegamenti principali
ottocenteschi canalizzati, quando, a quanto pare, tutto il Regno era
navigabile, grazie a queste rete leonardesca, che sa d'antico, ma
molto funzionale ancora oggi. – Opera maestosa, di viabilità
incredibile, tra una chiusa e l'altra, da vivere con quei barconi
alloggi, che fanno tipica la zona di Camden come piace a mia figlia,
non certo per le bancarelle. – Dev'essere un'esperienza esaltante,
muoversi su queste sponde interne e scoprire segni di un paio di
secoli or sono, quando le merci su solidi zatteroni raggiungevano la
Scozia, lungo questo itinerario, centro focale di tutti i collegamenti
nei secoli – sembra un documentario.

Faccio di tutto a non pensare al dito medio: mi duole.
La matita è sempre più corta, ne tolgo pezzettini con i denti, per
farci uscire la punta. – Quando arrivo sull'orlo destro, mi fa male
anche il mignolo a causa della spirale che tiene insieme
quarantaquattro " sheet " che tradotto in italiano significa pagine. –
Lo stesso termine traduce anche le parole: lenzuolo e merda. –
Praticamente, solo con uno sheet, si catturano i pensieri avvolti
nella mia testa in un lenzuolo di carta merdosa … potenza della carta
igienica umettata – sembra un joint " recicled paper "
sta scritto sul notes quaderno.

La gente sospira, tossisce, starnutisce, sospira, s'infastidisce
per niente, s'ammira i suoi arti sempre più fitti di tatuaggi,
lasciando poco spazio color pelle o forse è per questo che non
m'accorgo, che quando sbadiglia, non si porta la mano alla bocca?. –
Volevo fare un piccolissimo tatuaggio sul braccio – tema: divieto di
sosta. – I Bellazzi n'avevano uno piccolissimo al polso, capitava
sotto l'orologio – una mezzaluna con stella – una carinata
indubbiamente – però l'idea del tatuaggio, non mi ha mai attirato
tanto, anche se ora è molto moda.

Nel Villaggio, una volta trovammo nel garage, un segnale di divieto
di sosta, davanti al parabrezza della macchina, lato guida, che in
Italia è in senso opposto. – Sicuramente dovevo essere con Bella Star
ed Irma – Erano giorni in cui pioveva molto, continuamente e la
campagna circostante della Domitiana, dai colori pastorali, con
l'acqua acquisiva dei toni smaglianti.

Bella Star voleva il tatuaggio di Jessica Rabbit sulla spalla – non
mica ci vogliono questi artifici, per essere direttore commerciale "
rimuda " con il bicchiere in mano al pianoforte – pure lui non lo ha
fatto perché poi pensa di scocciarsi – inutile asserirgli che c'è chi
afferma che togliendoli con il laser, non resta alcuna macchia …
soffro il dolore … si lo so il laser … strumento infernale, se non lo
si sa usare … ci vuole esperienza … i raggi mi piacciono, ma quelli
solari … i CD trasmettono un altro suono: migliore, più aperto … si,
ma il piatto … LP è bello … la foderino … il piatto che gira è bello,
importante … a volte mi dimentico di mangiare. - Quale tatuaggio
avesse in mente Irma non mi ricordo – sicuramente avrà pronunciato
previo richiesta " mi piacciono i tatuaggi ". – Bella Star ha sempre
asserito che Irma in testa non aveva proprio niente ed io, per forza
volevo perdere tempo, nello scoprire cosa si nascondesse in quel
niente. - Irma portava la stessa pettinatura che aveva mia figlia
l'ultima volta che venne a Napoli – era mia figlia, di sette, otto
anni che voleva fare l'adulta o era lei che non era cresciuta?. –
Irma, aveva la pelle bianchissima in piena estate, e la si vedeva solo
di notte più viva, assurgendo a " Donna Luna " totale. -

Ricordo che raccontai a Bella Star, dipingendolo sul tergicristallo,
il quadro pastorale come lo immaginavo: una donna scende dalla colina,
situata al lato destro del quadro, una mucca sulla sinistra, al centro
un piezzo d'albero, con tanto di mela e serpenti pitoni tra fusto e
ramo, pecore sparse e pastore che veste panni di cenci pesanti,
infeltriti, così come doveva essere la cartolina del quadro stesso che
avevo in testa.
27/12/03 8:58 pm

Riccardomustodario

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Dec 29, 2003, 4:33:35 AM12/29/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...

pecore sparse e pastore che veste panni di cenci pesanti,


> infeltriti, così come doveva essere la cartolina del quadro stesso che
> avevo in testa.
> 27/12/03 8:58 pm

Dipingere con il dito, dall'altro lato del vento, senza pennelli e
colori, grazie alla descrizione della scena, per
avere qualcosa da dire viaggiando, in senso figurato: nella realtà ci
muovevamo molto e non solo con il pensiero.

Un giorno in spiaggia con le ballerine e Bella Star, stiamo a
prendere il sole, raccontandoci fatti nostri, tra una battuta e
l'altra. – Due indigeni, play del posto,io vivevo poco di distante da
quella spiaggia - ci abitavo da poco - tirano e ritirano dalle parti
nostre una stupida pallina da tamburello, con la quale infastidivano
giocando per mettersi in mostra. – Scocciato, principalmente, perché
gli argomenti non erano affatto semplici, Bezzabea per esempio,
esperta in conscio e subconscio e qualcos'altro di quella materia che
ora non ricordo, perse il filo dell'argomento, nel momento che fu
colpita dalla pallina. – Le prime ballerine quando si concentrano,
fanno uno sforzo messo in evidenza sospeso nell'aria, abituate a fare
pressione sulle punte degli allucioni senza trasparir fatica,
prediligono cambiare situazione se si rompe l'armonia, infatti Naola
subito intavola un nuovo giro con " Se l"Arcivescovo di Costantinopoli
si fosse disarcivescostantinopolizzato,
t'Arcivescostantinopolizzeresti tu se l'Arcivescovo si fosse
disarcivescostantinopolizzato? " – Quando Bella Star mi presentò
questo fatto, risposi di no, adducendo come motivo, che non sapere
perché si fosse disarcivescostantinopolizzato, non mi spronava per
quella carica, che si pelasse pure la sua gatta. – Bella Star
raccontava, dei suoi complessi esercizi con il mignolo della mano
sinistra, per stringere le note del basso e manco a farlo apposta,
ogni volta che Bezzabea prendeva la parola, arrivava la pallina. –
Afferro la pallina, buttandola lontanissima ed invitandoli a farsi più
in là – inutile aggiungere che i tre, al mio fianco " spasi "
maledettamente al sole, se ne fregavano di degnarmi di uno sguardo e
quelli sempre più bulli, facevano anche la parte minacciosa:
indurivano i bicipiti, sotto lo sguardo vigile e divertito della loro
comitiva … uno di loro viene quasi a punta di naso e dice " Ma perché
che faresti? " – Non ricordo per quale magia si allontanarono, sedando
i loro bollenti spiriti, di sfida superatletica. – Il giorno dopo ero
sulla stessa spiaggia con Irma, nel momento topico del calore
arrivarono gelati ed acqua minerale – si volevano scusare e volevano
essere amici: benissimo!. – Pretesto del loro comportamento del giorno
precedente, fu la motivazione di aver pensato che fossi con tre donne
- neanche i peli sulle gambe di Bella Star avevano notato: che scifo!.
– Questa storia, a chiunque la si raccontava, produceva un sacco di
risate – pure ora a trascriverla mi viene da ridere e mi sforzo ad
accennare appena un sorriso, evitando seriamente, di passare per
balordo sotto la cupola della stazione che fa da ombrellone.

Bellazzi si preoccupava che sempre più persone, a suo dire di
notte, si trattenevano in ufficio e la segretaria si disperdeva
appresso al poco impegno profuso da me nel lavoro in quei frangenti. –
Inutile aggiungere - carte alla mano - a luglio avanzato nel nostro
settore così è - tutto quello che c'era da fare e non era poco, ma
neanche molto per la verità, veniva svolto da me con diligenza - al
centro di questa discussione, improvvisamente ed inaspettata, telefona
l'Olandesina, appena giunta alla stazione. – La socia ha un gesto di
stizza e per poco non rompe il telefono, sul cristallo della scrivania
o viceversa è il vetro a subire la peggio e mi accompagna alla
ferrovia. – L'anno precedente che cosa avrei fatto per non farla
partire, ora neanche immaginavo perché arrivava, forse per far
incavolare ulteriormente la Bellazzi, in quanto secondo lei eravamo
impegnatissimi, dovevamo lavorare … proprio ad agosto?.

Agosto è bellissimo a Napoli. – D'incanto la città si svuota –
scompare il traffico. – Qualche notte prima, avevo incontrato a Castel
Dell'Ovo Varia, una carissima amica degli anni settanta, da poco
tornata da Bali, dove si era trasferita. – La Bellazzi, non volendo,
ha cancellato una bellissima telefonata con lei, del tipo: come
parlavamo dieci anni fa - registrata sulla segreteria telefonica con
istruzioni in giapponese. – Varia è stilista di bijoutteria e lavora
per una non identificata compagnia delle Indie. - Varia abita dalle
parti di Bezzabea, la quale me la ricordava moltissimo e glielo dissi
pure e quando andai a visitare la stilista, qualche giorno dopo averla
incontrata, passai a salutare la ballerina, ed ebbi anche un mazzo di
rose che lei aveva avuto regalato di buon mattino.

Mi scricchiola la testa – dopo tre notti, non si può tornare nello
stesso ostello – poco male – spero per domani mattina di finire questo
quaderno notes e di organizzarmi per il prosieguo, come si fa al
computer: scomposizione di tutti i dati, sui quali edificare il resto
della storia fino al termine. – Elencare: materia, soggetto o persona,
avvenimenti, periodo ed altro – fino a questo momento, le pagine
scritte, sono cresciute, paragrafo dopo paragrafo, quasi in
associazione d'idee e non posso certamente andare a rileggere per
vedere cosa va sviluppato, anche se più o meno ricordo i temi
accennati e quali di essi meritano di essere elaborati, in uno stato
attuale sempre predominante, perchè nella dimensione odierna, guai a
prendere sotto gamba il presente.

Scrivevo dell'Olandesina che dopo aver fatto la doccia ed allagato
il bagno, si ritira in cucina uscendone dopo qualche ora con un bel
quadro. – Mi raccontava della segretaria e del figlioletto, mentre lei
dipingeva l'acquerelli, si sentiva osservata come se stessero in fila
indiana ad aspettare il pullman proveniente da Londra, poco distante.
– Il ragazzino allungava il collo sulla punta dei piedi, per meglio
vedere il suo lavoro raccontato da lei, sulla falsariga della
sceneggiata napoletana, che con la segretaria, riesce sempre bene.

L'Olandesina vuole per forza andare al mare, glielo dice anche al
Bellazzi " dobbiamo lavorare, non stiamo in villeggiatura ". La Nord
europea ha appena sostenuto un lungo viaggio e non certo vuole
rilassarsi poltrendo su un divano - poverina, a momenti s'incavola per
davvero - allora nel pomeriggio mi ritrovo con Bella Star e Bezzabea
alla spiaggetta privata – onde evitare di ritrovarmi sull'altra
spiaggia, con tre donne … - Appena arrivati, Bezzabea s'invola da una
parte direzione montagna che inizia a scalare, con agilità
incredibile, trascinandosi dietro Bella Star, il quale in bilico su
una pietra sporgente sull'acqua e sotto al sole non sa più procedere
in nessuna direzione e sotto pressione del martellamento della
ballerina " ma dai metti una mano là, un piede qua … forza che facile,
ce la fai " … - mostro la scena comica alla bionda che sta gustandosi
l'aliscafo che sbuca dal promontorio lontano, che niente a che da
spartire con Bella Star imbalsamato, mentre Bezzabea continua a
procedere sostenendosi sui fili d'erba. – L'Olandesina si tuffa
nell'acqua, coprendo in cinque secondi, cinquanta metri con cinque
bracciate, numeri e tempi da stratosfera, con una sola mano si riesce
a portare tutte le cifre in zona medaglia. – L'anno precedente ero più
allenato e non riuscivo a starle dietro in acqua … i due sulla
montagna, sbalorditi dalla campionessa più veloce di un aliscafo,
cadono in acqua. – Mi preoccupo " vuoi vedere che quegli xxx per
ridere s'affocano? ". - A volte si accavallano, tante le cose, una
dietro l'altra che non sai quale mascella frenare, specialmente a mare
poi, bisogna tenerle tutte e due chiuse. – Come volevasi dimostrare,
dopo poco riemergono entrambi con le mani sulla bocca. – Mi tuffo
anch'io ed in un baleno sono dalla, nuotatrice eccezionale, l'anno
precedente mi aveva sbalordito veramente.- Quel giorno passammo pure
sotto casa del mio amico Restauratore ex Ristoratore e la sua
fidanzata Dottoressa, già conosciuti dalla mia amica appena giunta,
l'anno precedente in quel medesimo luogo.
29.12.03

Riccardomustodario

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Dec 30, 2003, 1:58:49 PM12/30/03
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...
> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...

> 29.12.03
Avevo conosciuto l'Olandesina, nell'agosto dell'altro anno,
allorquando i Bellazzi, Tina e Gustavo partirono per la Costa Azzurra
con Fangio Di Mattino, noto boutiquomane vomerese, col quale ci si
vedeva ogni notte, padrone di una casa a Nizza … la vacanza sarebbe
stata gratis. – La Costa Azzurra mi piace, però mi scoccio, andare
sempre allo stesso posto … la verità è che Napoli ad agosto è un
incanto di solitudine e non ci fu verso, non volli partire. – Niente
di meglio quando si è soli, fare amicizia con sconosciuti - in
quest'ottica, conobbi l'Olandesina, mentre ero in cerca, senz'affanni,
di un tale conosciuto, che non trovavo. – I miei amici, non erano
neanche arrivati in Francia che il telefono iniziava a squillare
continuamente, perché stavano per ripartire, per venirmi a prendere. –
A raccontarlo sembra una battuta, ma se li si conosce … s'intuisce
subito che quelli si trovano solo con loro stessi e senza di me
soffrivano. – Appena fatte dodici ore di viaggio, ne volevano fare
altrettante immediatamente, più altre dodici per ritovarsi dov'erano
da pochi minuti: che stress.

Ero in vacanza – stavo benissimo – la città era mia e l'Olandesina
era la più bella visitatrice di passaggio che vi fosse quel dì e dopo
una settimana, amici più di prima e se nessuno l'avesse conosciuta,
ora non sarei a scrivere di lei, facendola assurgere ad intimità della
rilassatezza. – Finalmente, potevo rivedere persone, tipo il
Restauratore, che non incontravo da tempo. Vistare qualche volta in
più i miei genitori ed anche continuare a programmare il lavoro
attraverso Master più sperimentali: vacanzieri.

Sono le dieci ed un quarto – sono stato in bagno – atto grande con
bidè, ottenuto con batuffoli di carta igienica imbevuti d'acqua. – Ho
bagnato i capelli, sciacquato la faccia e lindo e pindo sono uscito
fuori la stazione, dove si stanno ingrossando le file dei barboni …
robe da inedito accampamento … vuoi vedere che questi hanno lo stesso
mio problema di tre giorni in ostello…? – Più di tanti non si può
stare, metti che questi fosse il numero dei rimasti fuori…?. – Ah
no?!. – Hanno acceso i riflettori … stanno ad interpretare un film ".
– Ecco la dimostrazione! - Dirò alla dottoressa: c'è un brutto film
che mi perseguita e che ancora continua. – Solo l'arte: la
Letteratura, ci può salvare!.

Andammo a trovare un amico ad Ischia, doveva essere il weekend
precedente al … tutti in vacanza. – Giungemmo ad Ischia con delle
nuove amiche di Fangio Di Mattino, il quale garantiva che il mese
successivo, si sarebbe sposato con una di loro. – In albergo fummo
condotti da due taxi motorette, che ci avevano assicurato che ci
avrebbero portato in un posto ottimo e vicino … talmente tanto … sulla
montagna, l'Epomeo, non saremmo mai giunti ad Ischia Porto senza taxi.
– Restammo lì e dopo aver pranzato, Gustavo andò a trattare il conto -
dopo di lui venne il turno Di Mattino e quando all'albergatore già
fumavano le cifre in testa, passai per la cassa e dopo un ulteriore
sconticino, pagai a tanto albergatore, il quale già ci attendeva per
il week-end successivo.

L'incontro con Galletti e la sua band fu sconvolgente " Ragazzi
stamattina non ho capito niente … ". – Normale pensammo tutti noi – è
proprietario di un paio di night di successo e la mattina se è
sveglio, è stanco … che ti è successo (chissà che sfaccimma di guaio,
avrà combinato questa volta) già ci ridevano gli occhi al pensiero di
cosa venisse sciorinato. - L'amico continua il discorso: " No ragazzi
– vi prego – è un fatto serio … è entrata nel porto, la Caremar,
mentre un'altra stava facendo manovra – quegli scemi (riferito agli
amici) della sua Galletti & co. non hanno ormeggiato bene la barca
(uno yacht di legno, molto particolare, un sacco di cabine) la quale è
andata contro la banchina ed è affondata " Sto andando avanti ed
indietro " continuò lui " Come faccio a dirglielo a mio padre? - Ho
chiamato il cantiere del porto, informatolo dell'accaduto, dopo poco
sono arrivati i tecnici, con una gru ed hanno alzato la barca, dal
fondo del mare – stiamo ancora a togliere acqua – l'hanno riparata
della falla che si era aperta e devo ancora pagare ". – Non ricordo
chi asserì: caro Galletti, stavamo appunto pensano di venire a dormire
da te, ma … se vuoi che si parli con il cantiere perché sei
addolorato, aggiunsi io, sono già stato ultimo in albergo … ed ho
intenzione di scalare la classifica. –
Lui molto carinamente, come sempre d'altronde,
affermò che da lì ad un'oretta, non ci sarebbero stati problemi,
liberata la barca dalla restante parte d'acqua, controllata la parte
elettrica e l'elica, si poteva, anche uscire in mare. – Ci guardammo
in modo inequivocabilmente sorridente sofferente a rimettersi in mare,
dopo la traversata, anche se breve con il traghetto, ed il pranzo
da poco finito.

Galletti ha una sorella, che allora era in Brasile, avendo chiuso
il night cittadino per ferie estive, la quale è stata la fidanzata di
Gustavo per lungo tempo. – Alle tre di notte il locale chiudeva,
l'ultimo pezzo della serata era mio. – La signorina Galletti non
riusciva a fare i conti di cassa, la voce c'era e prendeva tutti,
eccetto il pianista, bravo, per la verità nel suo lavoro di piano bar,
era forte, capace di scatenare da solo, una folla di centinaia di
persone e per molte ore – solo un po' geloso, quando cantavo io e se
n'andava sui tasti, per fatti suoi. – Dai pochi rimasti in sala, sbuca
un uomo, che avendomi ascoltato cantare si presenta: è forse il più
noto titolare di Pompe Funebri della città, vuole per forza fare il
mio manager, a suo dire, ho una voce eccezionale ed anche un tono
comico spettacolare. – Gustavo subito si candida sponsor, non era
ancora iniziata l'avventura ed i due già non si trovavano e per me,
poco cambiava, perché continuavo ad essere il più noto ballerino rock
house napoletano ed ora giunto a Londra ho scoperto di esserlo anche
qua. – Intanto, trovavo anche più divertente ballare davanti al
pianista, che stabiliva meglio i miei virtuosi ritmi, dopo avere
ascoltato il canto.

In una delle rarissime sere che non sono uscito, Gustavo venne al
Fusaro con la sua ragazza e Dora - con la quale, e forse, sarebbe nata
anche una storia. – Sicuramente Gustavo, geloso, si presentò verso la
mezzanotte con loro, per dimostrare a Dora che io senza di lui non
uscivo, quindi era meglio che lei andasse a cercarsi uomini, da
qualche altra parte se non pregasse lui.

Il Restauratore, in una delle sue escursioni in giro per l'Italia,
ritornò in compagnia di un amorevole batuffolo miao, gattino Persiano
da Lecce, città ricca di storia e molto bella - non ci sono mai stato,
ma conosco la Puglia. – Il micio viene alloggiato sotto al tavolo del
ferro da stiro, sempre pronto per l'uso, in un angolo della cucina,
vicino alla finestra. – Chissà perché, ogni volta che si metteva in
funzione la lavatrice, la casa si allagava, non restava altro che fare
le pulizie generali - la casa era sempre pulitissima. – La pulizia del
pavimento, grazie ad abbondante quantità d'acqua, una volta che si
apriva una piccola botola centrale, l'avevamo sperimentata nel suo
ristorante, in seguito ai grandi lavori di riorganizzazione, per la
nuova apertura. – A casa mia in autunno, ero vittima degli
allagamenti, quasi ogni volta che pioveva ed anche in altre stagioni,
se non prestavo attenzione, potevo incorrere in tale disavventura. –
In autunno, la causa delle apprensioni, era costituita era delle
foglie, che cadendo nel terrazzo, otturavano il chiusino dello
scarico, e durante l'anno, del vento che trasportava qualche busta o
d'inquilini dei piani di sopra, i quali distrattamente facevano cadere
qualche panno, steso ai balconi. – Ovviai all'inconveniente,
installando un rubinetto nel terrazzo e con una pompa, sempre pronta
per l'uso, due volte la settimana, facevo pulizie generali all'aperto:
pavimento, vetri, tapparelle - era quasi un divertimento, che faceva
belle e rigogliose anche le piante. – Il Restauratore e Micio Gatto
passavano le notti a litigare, avendolo lui, educato nel modo più
vizioso possibile, diventava sempre più difficile dargli un
ordinamento non dico da lupo … almeno non da rompiscatole. – Poco dopo
che il gattino era stato sistemato nel suo alloggio, questi iniziava
una passeggiata per la casa, in cerca di un topo che non ci stava, e
per pariare, conduceva una sua ricerca perimetrale, molto particolare,
da dietro la colonna entrava nella mia stanzetta - il letto a
cassettone, accostato al muro, non gli permetteva il passaggio,
agilmente balzava da terra e puntualmente planava con i suoi artigli
sulla mia mano sinistra e giunto sul cuscino, mi camminava in testa,
per entrare finalmente, nell'altra stanza, da dove poco dopo,
partivano gli strilli. – Sopportavo Micio Gatto, perché mi ricordava
mia figlia, la quale piccolissima a quattro zampette, si lanciava
dalla sua culla sul nostro letto e così proseguendo sempre sul ciglio,
veniva a dormire vicino a me, che stavo con il cuore in gola, ogni
volta che quest'operazione scattava nel profondo della notte. – Potevo
sentire l'alito ed il battito del cuoricino, ansioso nella
concentrazione di Micio Gatto, ogni volta che questi s'apprestasse ad
un salto, perché la maggior parte di questi, erano su di me: dalla
mano al cuscino, dal cuscino alla testa e dalla testa al comodino. –
Micio Gatto graffiava e quando stazionava sul mio capo, avvertivo la
mia e la sua suspance, prima di spiccare lo scatto felino sul
comodino, avvicinato il più possibile, per farlo smammare, il più
presto possibile, specialmente quando non ce la facevo in tempo, a
mettere la testa sotto al cuscino. – Puntualmente, quando schizzava
dal comodino aveva il potere di farmi ritrovare la radiosveglia con le
luci negli occhi – vivere costa caro e senza sacrificio non si
costruisce niente, ma non è il caso di dormire con i numeri luminosi
negli occhi come se non esistesse suoneria, per quelle poche ore che
dormivo. – Micio Gatto entrava nell'altra stanza e s'andava a coricare
sul cuscino del Restauratore che dormiva nel letto grande, perché la
casa l'aveva trovata lui, e dopo poco si appiccicavano ed allora
sbraitando, quasi mortificato che m'avesse svegliato, riponeva
spiccare un salto il Micio nella sua bagnarola di plastica rossa con
tutti i confort.

Dal Fusaro a Casoria impiegavo un'ora – dal Fusaro a P.za San
Pasquale quaranta minuti. – Due tre docce quotidiane – capello sempre
bagnato - in sostanza sempre sveglio, fresco e tosto, salvo sei ore,
di sonno massimo, eccetto la domenica che passavo, solitamente a
dormire, dalla mattina alla mattina del lunedì. - Salvo imprevisti,
questa notte che s'avvicina, potrei passarla scrivendo, mi sento ben
sveglio per completare il rally tre giorni d'inchiostro, parole e
pensieri, fin che il notes quaderno sarà riempito - non è neanche
tanto piccolo, dimensione A4 per ventiquattro righi quasi ottantanove
facciate.
30.12.03

Riccardomustodario

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Dec 31, 2003, 7:35:54 AM12/31/03
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03123...@posting.google.com>...

> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.03122...@posting.google.com>...

> 30.12.03
Il rumore del motore ben conosciuto prima, più le loro voci poi,
m'indussero ad aprire la porta prima che bussassero – inutile
aggiungere che s'espressero in coro " Ora ti stai ritirando? " o " Ma
che è … senza di noi non riesci dormire? " oppure " Oggi sei andato a
Montesarchio? ". – Incredibile, come la gente avesse sempre da ridire
- solo qui le persone non parlano mai e stanno veramente in
concorrenza con Bologna, la mattina luccica e la notte sbrovogna, come
fatto da calzare d'abbigliamento formale, altro che cliente
beneventano allegro. - Benissimo! – Ho deciso! - Bisogna tornare come
ai tempi acquisizioni clienti arredamenti negozi, zona tangenziale
Vomero: brevi precisi concisi - così dovrò comportarmi, la prossima
volta con la polizia.

Mentre girano il film – è passato quello che ieri mi catalogò come
" White European " e gli ho chiesto che sono ancora senza scarpe e lui
sarebbe perfetto se mi accompagnasse a riprendere le mie cose.– Mi ha
garantito che in questo momento era impegnato ed ha abbassato la
testa. – Mi piace come stanno lavorando: sanno tutto – mi tengono
sotto controllo - per dimostrare che c'è un sacco di gente bella senza
casa, hanno pulito la piazza, che ho evitato, perché non vorrei
proprio uscire sulla pellicola e si mi hanno inquadrato all'intrasatto
non mi va – la stessa cosa dissi anche al concerto …. - Penso sia un
documentario sociale per la televisone, ottima informazione, per chi
chiuso in casa s'è dimenticato di vivere, di vedere un po' più in là
con la punta del proprio … che bel naso aveva Dante Alighieri, dalla
faccia si lanciava, annusando ogni sapere.

Betty viene attaccata dal gatto, mentre gli altri parlottavano con
il Restauratore nell'altra stanza – Gustavo incurante dei graffi,
afferra Micio Gatto e lo getta verso la sua bagnarola, questi come se
avesse le ali, plana sul tavolo da stiro e guarda tutti, fiero, delle
sue nove vite, facendosi sberleffi anche della finestra aperta alle
sue spalle.

Una volta incontrai al centro Bambule' d'into negozio, innamorata
di un certo sig. … Vespa, poco distante dai quartieri e da dimenticare
ora. – La rividi e decidemmo di spendere la notte da me, dopo che
eravamo stati in giro nei vicoletti famosi della Napoli by night, tra
P.za de' Martiri e P.za San Pasquale ed iniziammo a muoverci verso
casa, a notte inoltrata. – La signorina, strano ma vero, aveva una
sveglia nella borsa, la quale, stranamente trillò alle nove precise,
manco avesse ricevuto a chilometri di distanza l'input dalla
saracinesca del negozio, che stava aprendo in quell'attimo e bisognava
correre, per disattivare l'allarme già scattato, così lei di
soprassalto, balzò felina sul letto esclamando disperata: ho fatto
tardi!. – Mistero! – Il gatto, durante la notte, s'era infilato tra le
lenzuola e non trovando il Restauratore che s'era assentato, chissà
cosa dovette combinarle. – Lei per la paura cadde dal letto antico,
abbastanza alto, perché avrebbe dovuto alloggiare il cantero sotto. –
Le luci del mattino mostravano ecchimosi e graffi sparsi sul corpo,
prodotti dal gatto e dalla caduta – si rideva da morire, lavandosi
frettolosamente, per la preoccupazione del ritardo che incuteva quel
mattino.

Prendemmo la Cumana, porta prima in centro, dove lei lavorava ed io
ero diretto quella mattina – con la macchina avremmo impiegato trenta
quaranta minuti in più, minimo, a parte il problema parcheggio.

Le garantisco, che i suoi titolari precedenti, mi avevano confidato
che lei era una venditrice veramente in gamba e non era il caso di
continuare la lagna, se come asseriva era sempre precisa con la
sveglia in borsa. – Valutando le sue capacità, inizia a dimenticare la
parte drammatica. – Ottimo: avevo preso le distanze da un altro motivo
del perché, nelle sue giustificazioni con gli altri, in cui mi
scocciavo pensare che fossi stato associato " rimuda, inizia la visita
dei clienti alle dieci – prima i rappresentanti non sono ben visti bei
negozi … ". – Meglio liberarle la mente, da eventuali fatti, che non
avrebbero interessato nessuno, specialmente del settore - il che
sicuramente, era una mia fantasia – ecco che è carpita,
dall'entusiasmo che trasmette il panorama " … Però com'è bello la
mattina viaggiare in Cumana … che dal Fusaro fino ad Agnano è
incantevole – che bei colori! " dichiara " Come il verde da Avellino
al casello o venendo dalle isole in Aliscafo, se si preferisce il mare
" aggiungo io.

Bambule' si presentò una volta a casa senza preavviso, a momenti
crollava l'armadio, subito si flesciò in esso: danzatrice nella
penombra.

Per far costruire quel mobile, rischiai il linciaggio – dovetti
sopportare le critiche di mezzo mondo, che si amplificarono quando
realizzai la cucina. – Non ci potevo fare niente: gli spazi erano
quelli, e forse quel progetto spinto che mi era balenato in testa, fu
la chiave che mi fece dire " si " e me la cavai benissimo, fu il
giudizio finale, dei più avveduti. - La casa era di misure contenute,
ma aveva sei porte, immerse in due stanze più accessori e senza
ripostiglio, potevano sembrare eccessive.

Qualcosa non mi è chiaro: quanto costa una casa in un palazzo? –
Diciamo approssimativamente, che con venti milioni si possono avere le
maniglie d'oro. - Tenendo presente i valori del suolo, ubicazione,
rilevanza storica eccetera - penso che un bene durevole, che minimo
svolge le sue mansioni d'alloggio, producendo per quattrocent'anni,
giustifichi una pigione di cinquecentomila lire al mese e non di più,
pena il peso sulla bilancia della vita per la maggior parte dei
cittadini, con scadimento di tutte le restanti attività. – Messa così,
vedo la cosa un ottimo investimento per lo Stato, se si vuole creare
famiglia: popolo, senza importare numeri d'oltre continente, tanto lo
stesso come Italia, non diverremo mai, paese cosmopolita. – Si
potrebbe sempre andare a fare il pastorale in Australia: spazi
incontaminati, sterminati, di fantasmi mai esistiti. – In ostello, un
compagno di stanza delle ultime due notti, mi ha raccontato di paesi
con poche centinaia d'abitanti dell'Australia, lontanissimi numeri
analoghi di chilometri, dai capoluoghi di provincia, che a loro volta,
sono distanti migliaia di chilometri da altre città. – Ha aggiunto che
in Australia gli italiani sono ben voluti, uno di loro, ha anche una
statua al centro di Sidney. - Certo fare l'allevatore … boh?!. - Il
fattore dev'essere un fatto simpatico: la casa, la mucca, il grano, il
corso d'acqua vicino, ma figurarsi se gli afroasiatici che ora la
fanno da padrona, tra le masse che si spostano per il mondo, vogliono
lavorare la terra nel loro sogno d'industria.

L'Australia mi piace, perché nel suo cielo si vede la stella Sirio,
la più luminosa dell'Universo e godere della sua luce dev'essere
adorevole.

Da giovinotto adoravo fare l'alba, specialmente a Postano, dove il
paesaggio ha qualcosa di raccolto e di magico. - Erano i tempi in cui
Richard Burton e Liz Taylor occupavano le pagine della cronaca rosa
mondiale, i quali erano stati in quel luogo, che allora andava per la
maggiore, personaggi alla Zeffirelli, per esempio, erano abitue' e
dove io non potevo mancare … altrimenti a che ero diventato a fare
maggiorenne? - Ormai avevo sedici anni … si! – Dev'essere quella
l'età, perché l'anno precedente avevo appeso le scarpette al chiodo,
in quanto mio padre non volle comprarmi la moto, che i miei amici già
avevano dall'anno prima, perché proprio all'ora, iniziò la guida senza
patente, per motori fino a cinquanta di cilindrata e l'anno dopo, non
giocando più a pallone, me n'andavo quasi ogni giorno a Salerno ed
avrò fatto questo per cinque sei mesi. - A calcio giocavo benissimo,
con un documento leggermente corretto nella cifra finale, non avendo
l'età o per essere più precisi: l'uno si era azzerato.

A Positano non ero molto ben … visto dalla madre di Merina,
titolare di un bar, ristorante albergo, più mezza montagna, asseriva
che io la distraessi, lei doveva lavorare, non calcolava che ciò la
rendesse più frizzante: la mamma non vuole … - Chissà cosa avrebbe
detto se mi avesse incontrato a Salerno, quando non la facevo andare a
scuola – filoni a bizzeffe.

A calcio ero bravissimo, segnavo gol a grappoli, nel bosco poi, non
avevo mai perso con nessuno, calciatori professionisti compreso …
almeno al primo campo.

Quasi mi dispiacque non giocare più a calcio, però n'avevo le palle
piene, stavo a fare quello da dieci anni - la moto m'avrebbe messo un
tigre in più nel motore e non c'è niente da fare, senza di essa, si
era out. – Chi aveva la moto era di un'altra dimensione. – Ricordo che
ci fu una cotta con una ragazza – si chiude la storia momentanea, e
questa per farmi dispetto, si mette con un bruttogeno … il quale però,
aveva la Moto Morini, proprio quella che io desideravo: che disdetta e
quello chissà che si dovette pensare … che deficienti!.

Non so, per esempio il film di Brighton, sulla scogliera con tutte
quelle moto, specialmente Vespa e Lambretta super specchietti
retrovisori con la musica della colonna sonora che cambiava un'epoca …
anni sessanta, testimoni di un tempo al di là dello stesso, nella
spettacolare cornice di un mare a costa alta, inebriato nella
metamorfosi del brivido degli interpreti. – Quadrophenia: che fenomeno
stereo avvolgente da tutti i lati!. – Le moto inglesi che belle, ma io
non avevo l'età e sa la colonna era di un altro gruppo - pazienza: mi
hanno scocciato pure le moto.

Riccardomustodario

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Jan 1, 2004, 7:17:14 PM1/1/04
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Dalla serie " La classe non è acqua " nonostante manchi da un
ventennio e molto di più, dai campi di calcio, riesco ancora ad
indirizzare una sfera di cuoio nella direzione voluta e sono pronto a
scommettere su di me su ogni cosa, purché non s'imbrogli, usando
artifici strani: appartengo al mondo
del " Leale " e sostengo senza ombra di dubbio che questo libro
diverrà un best seller e tutto il resto sarà facilitato, visto che la
letteratura è la regina delle arti e tutto si sviluppa in essa.

Forse perdo, perché non mi piace scommettere e se prima ho scritto
di scommessa è stato giusto per dare il senso di ciò che volevo
esprimere, anche se per la verità, sia per i miei amici sia per me, il
giocare con soldi in palio, messi da noi, era forse indispensabile,
perché senza il premio finale, quando si giocava a calcio nel bosco,
calciobalilla o altri giochi da bisca, nella gara non si profondeva
l'impegno dovuto senza la scommessa che era anche pretesto di presa in
giro più sonante per i perdenti.

Qualche anno dopo, passato il tempo delle lacrime agli occhi di mia
madre, che assolutamente non voleva che pa' mi avesse comprato la
moto, altrimenti sarei come minimo morto, a suo dire, il mio migliore
amico era Pietro Boschi, studente indefesso, finalmente uno peggio di
me – lui l'anno dopo, invece di laurearsi data l'età, avrebbe dovuto
diplomarsi. – Conosceva quasi tutti gli studenti di Napoli, in virtù
della sua lunga attività scolastica che allora si esaltava nel momento
del Mak Pi, - Se n'organizzavano d'importanti e chi voleva vendere
biglietti nel suo Istituto si rivolgeva a lui, proprio perché aveva un
giro enorme d'amicizie ed il più tipo. – Con questi biglietti
arrivavano normalmente, anche un mucchio di soldi che avrebbe dovuto
restituire. – I concerti che si organizzavano erano di forte impatto
di pubblico: Patty Pravo, New Trolls eccetera, insomma, i migliori del
tempo, si riempiva il Palazzetto dello Sport. – Errico, carissimo
amico comune del tempo, anche lui quattro, cinque anni più di me, era
giocatore d'azzardo incallito, era convinto che dove si giocava
s'imbrogliava, ma lui riusciva a cavarsela comunque – lo stipendio
veramente lo salutava: buongiorno ed arrivederci nella stessa giornata
- totale. - A Napoli, a quel tempo, era di moda lo Sferisterio – dove
El pelotar de la bala che vince, sicuramente è d'accordo con gli
scommettitori tra il pubblico, cosa che ci asserirono gli stessi capi
combriccola, che addirittura osarono dire che all'inizio ci facevano
vincere, per pelarci meglio: che imbroglioni!. - Quando grazie al
terremoto, questo edificio crollø e non è stato più costruito, anche
perché, per farlo bello e monumentale come quello di Ascoli, non era
il caso, e la città tutta, su quelle macerie, che non avevano fatto
vittime sotto le pietre telluriche, emanò un sospiro di sollievo. –
Nonostante le grosse perdite serali, avevamo sempre soldi, a parte
telefonate continue di organizzatori che chiedevano i rimborsi dei
biglietti al mio amico, altrimenti non ne davano più – allora ecco che
questi ebbe l'idea dei biglietti contraffatti. – Negli anni sessanta,
tutte queste cose brutte non esistevano, la vita era tutta un Mak Pi o
tutta una dimostrazione studentesca, quando non si era intorno ai
cento giorni dall'esame e se penso, che a causa di un gioco, si può
rovinare l'immagine di una città, come Napoli, nota per la sua onestà
che si vuole mettere in linea con la bontà che la distingue, mi sento
un Zanto …

I Mak Pi a Napoli come fenomeno spettacolare di notevoli dimensioni
di pubblico, hanno avuto la durata di pochi anni, facendo da
battistrada per concerti sempre più frequenti, fino alla struttura del
teatro Tenda, creato apposta, per lo spettacolo musica, evitando
problemi di andare a chiedere spazi ad altre organizzazioni, in genere
sportive.

Il giorno dopo gli esami di stato di Boschi, ci vedemmo a Villa
Camerata a Firenze. – L'appuntamento in quell'ostello, che allora era
luogo d'incontro dell'èlite degli studenti mondiali, lo avevamo già
stabilito, un paio di settimane prima. – Ero partito in anticipo,
perché non avendo niente da fare - avevo pensato bene di arricchire il
mio bagaglio culturale in giro per l'Italia che adoravo, nella sua
totalità geografica – allora non esisteva Bossi.

Quando fui raggiunto da Pietro, ci trasferimmo a Marina di Massa,
dove l'albergatore Papà Giovanni, era famoso per la sua ospitalità. –
Curiosità: in quell'ostello incontrammo Errico e mio fratello.– Loro
viaggiavano nella cinquecento blu e noi nella bianca, pochi giorni
prima acquistata da Pietro, nuova di zecca. – Andammo in Francia,
forse quel giorno stesso, mio fratello doveva incontrarsi con una
ragazza ungherese e siccome era fidanzato con la sorella di Errico,
questi per non crearsi scrupoli, decise di inseguire anzitempo, il
fine del nostro viaggio: andare a Monaco da Carolina, di cui eravamo
innamorati entrambi, e lei doveva scegliere il migliore tra noi e
l'escluso, non doveva ingelosirsi. – Appena passammo la frontiera, ci
accorgemmo di essere i più belli, per la verità questo non ci
meravigliò affatto. – Stemmo davanti al castello un paio d'ore e
siccome della Principessa neanche l'ombra, ce ne andammo a Saint
Tropez, dove ci trattenemmo abbastanza, come a Cannes, ma dove
restammo più a lungo fu Marsiglia.

Durante la notte sulla Costa Azzurra, eravamo quasi sempre in
viaggio a chiusura delle balere – una ragazza ci chiese un passaggio e
ci portò a casa sua. – L'indomani mattina mi svegliai e bevvi del
liquido giallo che era sul comodino – non lo avessi mai fatto: era
concentrato d'arancia di cui io, neanche sapevo l'esistenza e che
andava bevuto con aggiunta d'acqua, lo seppi dopo. - Nell'andare in
cucina, scoprii che la tipa ci aveva chiuso dentro, non voleva che ce
n'andassimo e lei doveva andare a lavorare. – Uscimmo dalla finestra.

Inizio ad avvertire la stanchezza – sono le quattro meno un quarto,
temo di arenarmi, secondo i propositi
di terminare al più presto, questo quaderno d'appunti con spirale
laterale che mi sacrifica oltremodo la mano destra nello scrivere.

Qualche giorno fa è venuta fuori la news scientifica della spirale
antiprostata. – E proprio vero, se non vuoi farti la uallera alla
pizzaiuola non devi fare altro che leggere La Costellazione del Lupo
Azzurro. – Amen.

Oggi nella Housing Office, da me sempre definita Home Office, la
quale forse è un'altra cosa, mi hanno detto che c'è una casa per me in
Acton. – Bello! – Se si aggiunge una " i " suona come action, azione.-
Userò questa casa come habitat – ecosistema delle mie qualità attive,
le quali non sono poche. – Sicuramente le facce del posto saranno
bellissime: impegnate. – Acton è dalle parti del ponte di Hammersmith.
– Il ponte di Hammersmith, lo ricordo benissimo, è forse quello che mi
piace di più: color bianco azzurro se ricordo bene, con riporti in
rosso e fregi in oro - struttura bassa ed armonicamente antica. –
Stetti da quelle parti, nel momento della ricerca di attività
turistico alberghiera, cui volevo dedicarmi, per vivere la mia
avventura con più autonomia, senza il pensiero della moda. – Ivi venni
in contatto con un ufficio importante, che calamitava una dozzina di
attività, cui si potevano vendere in un sol colpo, un considerevole
numero di macchine da caffè … per esempio. Passa in questo momento la
poliziotta di ieri in borghese ed ora come ieri l'altro è in divisa, m
ha sussurrato all'orecchio mentre scrivevo: dove hai preso jeans e
scarpe? – Le dico degli ultimi avvenimenti, che a breve riporto, dopo
aver terminato il pensiero che stavo
per scrivere, prima che lei mi salutasse additandomi con un " Good ".
- A Londra, il settore Catering offre opportunità eccezionali –
quantificare quanto ci sia da fare è impossibile – tra l'altro è uno
dei pochi settori produttivi e nella quasi totalità dei suoi esercizi.

Sei, sei, millenovecentonovatadue, matita nuova nella mia
beautifull ventiquattrore di legno laccata.

Ieri mattina mi sono recato all'Housing Office, dove mi hanno
avvertito di un cambio di direzione – sarei andato a Shoot Up Hill
Kilburn – stranamente mi sono addormentato mentre aspettavo – in
genere, senza un comodo letto, non riesco a chiudere occhi – chisså
quanto dovevo essere stanco?. – In sala d'attesa ho incrociato Ancie e
due infermiere – lei mi ha chiesto una sigaretta senza neanche dire
Hallo – è noto che se non fuma è seriamente ansiosa – le ho lasciato
il pacchetto. – Nei giorni che ero in ospedale ero senza soldi, perché
così ero uscito dal bagno e lei mi offriva sigarette senza che neanche
chiedessi. Che lei non abbia neanche salutato, per motivi più
impellenti, n'abbiamo riso tutti i presenti, conoscendola e sono
proprio contento di averli incontrati prima di ricevere la chiave,
perché mi ricordano un periodo d'esperienza interessante e colgo
l'occasione di augurar loro di tutto cuore, i migliori auguri.

FINE I Parte
La Costellazione del Lupo Azzurro scritta a Giugno Trascritta in bella
e pubblicata su Ias Dicembre 2003

Scritto in più chiaro di quanto m'aspettassi a parte qualche parola
incomprensibile da Eserciti nella Polvere.
Claude Albert 1899 1983 fisiologo belga, mise a punto
un'ultracentrifuga per lo studio dei componenti cellulari; Nobel nel
1974 con Duve e Palato. - Questo è venuto fuori mentre cercavo
l'editto di saint cloude o come cavolo si scrive ed Sgià c'è - se ne
puø parlare con più tranquillità.




face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusCmputerLuceInTerraStellare una realtà per tipi da slalom

m aora del 2. 1.2004 Auguri

Riccardomustodario

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Jan 2, 2004, 6:16:09 PM1/2/04
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La Costellazione del Lupo Azzurro

II parte


L'altro ieri sera andai a far visita a mia figlia, la madre,
provvidenzialmente cucinò un primo con formaggio abbondante sciolto
nella salsa – avrei mangiato anche il piatto, dove rimasi quasi tutto
il sugo ed un po' di pasta perché imposto dalla linea. – Per secondo
ci fu carne che ho appena assaggiai, pensando tra me " se solo potessi
mangiarla domani, invece di mettermi ai fornelli … " purtroppo la
dieta, impone sacrifici che vanno rispettati, per non ritrovarsi
quadrati.

Mia figlia è stata eccezionale, mai tanto affettuosa come quella
sera, mi ha ceduto il suo posto letto, dopo il racconto delle ultime
mie vicissitudini - avevamo passato la serata giocando a Connect Four
" hai bisogno di una ventina d'ore di sonno " dichiarò quando
s'avvicinò l'orario, di ritirarsi.

L'indomani alle sette e trenta ero già sveglio, pronto per aver la
sgridata sgradita di Maryse, ex moglie, la quale non vuole che si fuma
nelle camere e poco male che ci fosse la finestra aperta. – Sapendo
che lei non vuole si fumi e che lo facessi per dispetto, fu la
motivazione sentenza, della sua incavolatura mattutina e per questo
motivo, potevo anche andarmene, senza rimpianti.

Nella stanza ordinata di mia figlia, ci sono: giocattoli, libri e
fotografie alle pareti – ieri ne ho scoperta una nuova, l'immagine di
una ballerina, ritagliata da una prima pagina e messa in evidenza, tra
gli idoli della canzone.

Dopo che Virgola è andata a scuola, sono uscito e mentre aspettavo
l'ascensore è uscita dalla stessa Maryse, riferendomi che aveva
dimenticato d'informarmi, che la scuola grafica " Cequer " aveva
telefonato per sapere mie notizie. – Mesi addietro, avevo registrato
il mio nome per il corso di computer animato e neanche ricordavo di
aver sentito o letto questo nome e quando lei ha pronunciato la parola
alla francese " chèque " per un attimo ho pensato che qualcuno dei
tanti debitori, mi avesse spedito qualcosa.

Mi sono recato in Camden Town, il mio posto preferito dopo Angel,
ed ivi ho stipulato il contratto del gas e della luce – solo per
quest'ultima, ho dovuto versare ben centocinquanta sterline d'acconto.
– Tanto! - Quando la cassiera ha ringraziato incassando, ero sul punto
di raccomandarle di svolgere le sue mansioni alacremente - con la
somma versata assurgevo ad azionista. - Questa, da azionista vignetta,
esce un capolavoro, specialmente in qualche borsa del terzo mondo,
dove con tale somma illuminano la città, per un numero d'ore non
inferiore o superiore a …?.

Mi sono presentato in tutti gli uffici: Job Center, DSS e Housing
Benefit, per quest'ultimo sono dovuto arrivare fino a Neasden, nella
zona di Wembley, che conosco per aver assistito alla finale di Coppa
tra Arsenal e Totthenam – finita zero a zero, con suddivisione del
trofeo, un'esposizione semestrale in bacheca, prima per l'una e poi
per la squadra. - Potenza del sorteggio: ci sarà un premiato per chi
vivrà l'emozione immediatamente. – Metti che il vicino di poltroncina
mi abbia raccontato baggianate…? - Le due squadre, si sono dimostrate
a dir poco allucinanti, per gli errori e la pochezza di uno
spettacolo, veramente indegno: tutti rincorrevano a mucchio la stessa
palla, che scompariva come nel rugby - che paranoia!. – Wembley è un
bel posto, pieno di verde – lo stadio è imponente – si vede bene,
nonostante la pista che al San Paolo o all'Olimpico.

Davanti casa c'è un albero chiuso nel catrame, ora lo vedo in
fioritura, gialla - sarà un glicine?!. - Chissà come sta il Bonsai che
ho affidato a Rosetta Abete?.

E domenica e da due giorni risiedo a Kilburn – a sentire questo
nome proprio di località è impossibile non pensare a to kill uguale
uccidere e burn uguale bruciare, oppure ‘o bur come si dice in
dialetto - Shoot Up uguale sparare sopra e Hill collina o ammalato –
che indirizzo da guerre spaziali, per la comica inglese con gli
irlandesi, di cui questo posto è pieno zeppo, tanto da essere definito
in Irlanda la sesta loro regione.

Qui non mi trovo. – Preferisco Angel e poi non ho capito com'è che
ci sono negozi dal nome uguale, seppur vendendo prodotti diversi – fa
parte della confusione del posto, che qui si definisce " busy ". –
Oddio, la zona è dinamica, forse fin troppo, per essere ubicata a
Londra in zona due: c'è più gente e negozi qui che al centro. – Uscirò
da questo posto, con un‘esperienza di carattere nordica completa,
anche se scoccia calarmi, immediatamente dopo la clinica, in questa
nuova realtà.

In una settimana, ho scritto appena una pagina, dopo la maratona di
tre giorni e poco più che mi ha portato a questo punto. – Ho avuto
tante cose da fare, mi son distratto ed ora ciò che temevo è accaduto:
non ricordo più con esattezza, cosa ho scritto precedentemente -
dovrei rileggere, ma non ne ho voglia. – Prima cosa da puntualizzare
per non essere ripetitivo, è non telefonare più alla dottoressa - c'è
ben poco da dire e non vorrei nascesse, tra tanti libri presenti
all'ultimo meeting, un Principato della gelosia book.

Mercoledì sera sono stato al corso d'animazione – il professore mi
ha detto che mi trovo nel posto giusto. Mistero: in un'aula con la
scolaresca ci si rivolge ad un singolo, invece che alla classe e
d'achitto?. – Sono andato in una delle classi Learning and Speaking
better English, frequentate all'inizio, dove s'impara a pronunciare la
parola. – La classe, allora, era costituita da una ventina di noi in
rappresentanza delle diverse regioni mondiali – ognuno pronunciava
secondo i propri dettami linguistici – alla fine la parola la sapevi
senz'altro scrivere, cosa che avrei dovuto fare in un'altra classe, di
livello superiore, – dove passai, perché mi sentirono parlare e
stabilirono che conoscessi più di trecento parole. – Parlare è stato
sempre il mi forte, ricordo il Dottor De Velocis della Fabbrica
d'Arredamento Negozi, che asserì " Riccardo, dici cose sensate – ma
non so fino a che punto parli per convincermi della tua tesi o per il
piacere di ascoltarti? ".

Mi piaceva andare a studiare, ero nel college il lunedì e mercoledì
in una classe ed il martedì ed il giovedì in un'altra, frequentata da
extraterrestri, cioè quelli che hanno difficoltà enormi ad imparare
l'inglese e più lo parlano più creano un'altra lingua, cui io
appartengo, senza falsa modestia.- Le trecento parole che mi erano
state quantificate, come mio bagaglio conoscenza, erano supportate da
nuove che s'inserivano grazie allo studio previo un traduttore
tascabile, che da la traduzione dall'italiano o viceversa – sul
foglietto delle istruzioni è scritto che raccolgono quarantamila
parole – ma non è vero, chissà a cosa si riferiscono … forse al
complesso di tutte le voci memorizzate nell'aggeggio elettronico, il
quale ha anche funzioni di convertitore di pesi, misure eccetera. –
Leggendo la parola sul dizionario, secondo la pronuncia, ha affrettato
la conoscenza della lingua.

La prima insegnante che ho avuto, scozzese d'Edimburgo, è stata
eccezionale, nel fare l'appello invece di muovere la penna per segnare
i presenti, muoveva il registro, il quale dopo un giro completo, s'è
trovato al posto di partenza. – Lo ha fatto solo quella volta –
peccato. – Una volta mi disse di non perdere il contegno " behaviour "
era caldo ed avevo sbottonato la camicia. – Nell'altra classe, tutti
inglesi, compreso l'insegnante di Manchester, si respirava un'aria più
birichina – l'insegnante parlava della differenza tra il Cockney e
l'importanza dell'inglese corretto, il proponimento finale di tutti
intorno al tavolo d'altronde, se in età adulta, età media circa trenta
anni, era decisione comune studiare bene, quando una delle quali "
Diane " disse fuck-off, mentre l'insegnante ci delucidava sulla
buon'educazione e tutti risero pensando alla segreteria, che ogni
giorno chiedeva i soldi, perché nessuno voleva pagare il corso, mentre
la nostra insegnante pensò alle voci che venivano di là dai separè,
che avevano inserito per fare dalla nostra aula, spazio per un'altra
classe, da dove arrivavano parole … indecifrabili.

Infatti, quando prima di tornare a salutare in aula, che
frequentavo prima – ho incontrato un ex compagno di classe, che mi ha
detto ridendo, di aver pagato la retta.

In tutto questo vi svelerò un segreto: ho dedotto che l'inglese si
scrive in un modo e si pronuncia in un altro e fin qui non ci piove -
il bello sta nel pronunciare la parola secondo le caratteristiche
tecnico tattiche dell'interlocutore, se poi ci togli quell'" ic " che
fa un petit peu ubriaco, sei al capolinea.

Bene! – Per trasferire sempre meglio l'inglese nella mia testa,
penso di convogliare le quattro azioni principali: scrittura, lettura,
ascolto della parola e ripetizione della stessa, in una sola
operazione che le racchiuda tutte. – Innanzitutto, avrei dovuto
riportare a penna, con calligrafia chiara tutte e quarantamila le
parole – cosa che assolutamente non credevo fossero, poi registrandole
ed ascoltandole, senza trascriverle di nuovo altrimenti avrebbe
portato via tanto di quel tempo che il metodo sarebbe scaduto nella
sua immediatezza, mentre è importantissimo scriverle tutte per la
prima volta, perché anche questo è un modo, d'entrare nell'essenza
della parola … e se avessi fatto ciò dieci volte, cioè leggerle mentre
le ascoltavo e simultaneamente le pronunciavo, anche mnemonicamente se
volevo, tutto sarebbe divenuto appreso in automatico, come quando
riconosciamo un suono comune da un rumore che ci è familiare, il quale
meglio di tutti, ci da anche l'idea del tempo che trascorre
nell'ascolto – tipo il tintinnio di una moneta caduta sul pavimento
che da un'altezza maggiore, produce più rumore e più a lungo della
stessa da un'altezza inferiore.

La professoressa di pronuncia ha dei capelli lunghissimi. – Quando
mi ha rivisto, non frequento la sua classe da un pezzo, perché dopo
poco, stabilirono, che come extraterrestre cockney andavo bene, quindi
mi cambiarono classe – mi ha chiesto sorridendo, se fossi stato
ammalato. – Ho risposto che tale era stata la causa della mia assenza.

Decisi di abbreviare il numero delle parole da trascrivere,
eliminando tutti i termini brutti, si fatica meno e si evita qualche
figuraccia e poi così facendo andava bene, per ciò che mi prefiggevo:
mia figlia asserì che era difficile comunicare, lei aveva dimenticato
l'italiano ed io non parlavo inglese – chiesi quattro mesi di tempo
per imparare e quello mi sembrava il miglior migliore, per mettermi
alle spalle, trent'anni studente più giovane. – Virginia, è
preoccupante per come prende seriamente lo studio, come sfida con se
stessa – un
paio di giorni fa, s'era messa a piangere, perché non era riuscita ad
imparare le tabelline in due ore. – Se non fossi riuscito ad imparare
l'inglese per parlare con lei in quattro mesi? – Che esaurimento da
numeri demenziali! – Non ci voglio neanche pensare!.

Trascrivo tutte e parole, circa sedicimila, su una cinquantina di
fogli, con relativa traduzione in italiano e mi metto in cerca di una
" fairy voce " l'attenzione si sofferma su una tale che si realizza in
modo improprio. – Sarebbe bello proporre la cosa all'insegnante dai
capelli lunghi, che ha una voce molto musicale ed i bioritmi giusti,
anche quando è in cantina. – Lei non era la mia insegnante, ma
divideva l'aula in cui ero, con la sua classe, e mi distraeva vederla
che si conficcava ciø che le capitava a tiro, nella lunga e folta
chioma, mentre io sto perdendo i capelli: che odio.

Chiesi a Lady Pronuncia, la collaborazione della sua preziosa voce
e lei acconsentì, fermandosi alla lettera " I " la mia insegnante
asserì che così studiando, sarei diventato un pappagallo, più di
accennare ad un sorriso consenziente non potevo … magari fossi in
grado di ripetere tutto. – Quando mi diede la cassetta registrata,
notai qualcosa di particolare nei tempi, che ad un primo esame
risultavano sbagliati, dapprima troppo lenti, poi quasi errati, per
poi andare sempre più veloce, come parl'I voleva dire lei?!.- Vabbeh!
– Morale della favola: l'esperimento era riuscito e poteva essere
produttivo ed io imparavo comunque, perché conoscendo le situazioni e
la voce, era rilassante anche quando gracchiola di proposito e poi
mentre ascoltavo leggevo e ripetevo la parole mettendole sempre più in
linea mentale, memorizzandole. – Eppure, quando le chiesi se lei
avesse una " Fairy Voice " mi rispose che non esiste in inglese una
tale affermazione, perché " fairy " significa un qualcosa nel vento …
ma io non sono calvo avrei voluto aggiungerle e decisi che meglio
sarebbe stato non continuare discorsi, perché con la capa di merda che
mi ritrovo, forse è meglio si fosse fermata alla lettera " I " e sugli
aggettivi inerenti alla testa, la cosa si ferma qui, perché altri,
escluso mio padre, non sono ammessi a fare commenti spropositati sui
miei capelli, se non suggerire come portarli o come mai li ho così
neri naturali.

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusComputerLuceInTerraStellare una real†à per far rinascere i
morti
voglio a mammà & papà DNA
2.2.2004

Riccardomustodario

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Jan 4, 2004, 6:07:50 AM1/4/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04010...@posting.google.com>...
E caldissimo da un paio di giorni – si suderebbe anche immersi
nell'oceano. Ieri, ho ricevuto la visita degli assistenti sociali;
viaggiano a coppia – lui ha i bermuda. – Mi hanno chiesto documenti
più propri – i miei sono scaduti, però la patente non l'accettano. -
La patente in Italia è il documento che vale di più, ho detto loro -
per averlo bisogna dimostrare di essere abilitati alla guida ed
integri moralmente – mentre per la Carta d'Identità bastano due
testimoni, che fanno tale dichiarazione di conoscenza per professione,
stazionando fuori agli uffici, dove sempre trovano clienti, perché
portarsi due conoscenti allo sportello Comunale, costerebbe di più. -
Il Passaporto è il documento più Ufficiale in assoluto, però non sono
sicuro se richieda un incartamento superiore alla Patente, per la
quale bisogna pagare anche il bollo annuale ovvero la tassa,
altrimenti i progetti non decollano, ma stazionano nello spazio come
nel traffico. – " Due testimoni per un minimalista " mah?!. – Non si
porta più il minimalismo – uno è poco e due sono … e si parte di
nuovo, trafila per gli uffici – dove scopro che non sono nato qui. –
Dove cavolo mi hanno mandato … questi figli di XXX mi stanno
sfottendo?. – Chi fa da se per tre … qui si crede ai cittadini, non mi
sembra d'essere tanto sfornito di documenti, anzi … Gli assistenti
sono simpatici: una ne fanno e cento ne pensano. – Qualche giorno fa
sono stato di nuovo alla " Cequer " dove ho incontrato il " very "
English come s'identificò lui, quando gli chiesi di dove fosse, dopo
che lui lo aveva chiesto a me e dicendo very, voleva trasmettermi nel
linguaggio veloce computerizzato, che per parlare con me, lui non
aveva bisogno di tradurre mentalmente … ma perché secondo lui io …?. -
Inutile confidargli che parlo anche francese e latino … rosa rose
rosse … meglio non aggiungere niente di nuovo, che si traumatizza se
non sa rispondere, pensai, che intelligenza da Eqque qua Pappagoda,
meglio soprassedere, altrimenti cadrei in competizione e farei la
figura dell'ignorante … e siamo solo al mercoledì ed il week-end è
lontano.

Mi sento come se tutti dovessero, indagare girando alla larga dalla
questione intelligente, dove se mi capitano a tiro, poi mi osservano
controluce, come se fossi di un'altra essenza: trasparente!. – Può
essere mai che un singolo sia superiore ad un gruppo compatto? –
Impossibile! – Altrimenti, il minimalismo non sarebbe finito e se
fosse finito giusto per spirito di squadra intellettiva …? – Ma chi ti
ha detto che è finito? – In ospedale, in un frangente, hanno asserito
che forse io non socializzavo. – Orbene, ieri ho scoperto una copia
del giornale locale sotto la porta – una donna, la quale dovrebbe
essere l'esaminatrice, risiede localmente, si descrive veramente a
modo, molto carina, psicologa, più altre qualità, dichiarano di essere
in cerca di un uomo - allora per sedare ogni dubbio, le ho risposto
come segue: scrittore molto carino, artista intelligente, gentleman
bellissimo, eccetera e senza preamboli le ho dato anche l'esatta
ubicazione di dove risiedo e tra l'altro, scrivo di fianco al
davanzale della finestra, qualora fossi passato inosservato per strada
ed ora a lei misurarsi la palla, fesserie non ne racconto.

Ha citofonato qualcuno - non mi sono neanche degnato di vedere
dalla finestra chi fosse, chiedeva se sapessi … gli consiglio di
bussare al flat uno o due che, dovrebbero essere gli unici abitati …
mentre si confondeva appresso alle sue chiacchiere, ho avuto il dubbio
che l'annuncio fosse un bluff o che lui si ponesse in contrapposizione
di gelosia della bella psicologa molto a modo e non l'ho spedito a
quel paese, per buon'educazione – anche perché, probabilmente, essendo
gay e mandandolo a fare in culo, non me lo sarei più tolto dai piedi.

Alla scuola d'animazione il professore ci ha inviato a disegnare un
oggetto dinamico dall'immediata sensazione d'azione, che grazie
all'animazione, si sviluppasse nel tempo. – Alla fine del mio lavoro:
un orologio - ho notato che anche il mio compagno very English
accanto, aveva fatto la stessa cosa – il mio, avendo sei scomparti,
era diventato una bussola. – Il professore vedendolo, ha detto di
cambiare soggetto, e non perché vi fossero due spazi in più o
altrettanti ne mancassero, per le posizioni intermedie - mi ha
consigliato di disegnare un insetto – aggiungendo di prendere spunto,
dalla visione dei filmati della settimana scorsa. – Gli ricordo dei
filmati che non ho visto, e … gli insetti non m'interessano perché
appartengono allo stilista Moschino, il quale con quei temi, una
decina d'anni fa, ha fatto delle collezioni di felpe stupende. – Ma
come faccio a dire questa cosa qua al professore, il quale non da
tempo alle domande, che già intuisce … mi ha messo su un computer
avanzatissimo, nonostante avessi dichiarato d'essere principiante – mi
sento da evviva il parroco e lui dice che va bene ed io mi guardo
intorno, chissà dove vorrei aggrapparmi, per non passare da
rimbambito.

Si conviene con il professore, che ho bisogno di una guida libro,
grazie alla quale prendere dimestichezza con il computer. – Il
professore mi ha detto di non preoccuparmi più di tanto, ma di
concentrarmi sulla storia da sviluppare. – Non mi trovo! – Ho
l'impressione che vogliano andare dritto spedito sulla carta igienica
fumettata ed il personaggio dell'insetto non è ideale, anche se
minimale. – Muovo un tasto ed esce un terrazzo, che apre sei finestre
… di nuovo sei finestre?! - Manca solo che annaffi le piante? - Ma
come? – C'è incompatibilità tra elettronica ed umidità. – Guardo
intorno e sembra che il computer si preoccupi che volessi affacciarmi
alle fineste sul terrazzo … per cosa?! - Le piante … ed in mancanza
d'acqua … stop! – Non perdere la direzione. - Troppo complicato ed io
troppo deficiente in inglese e non m'interessa sacrificarmi per
studiare questa materia, se non in lingua madre e poi … è vero che
siamo pur sempre nell'era minimalista, ma non vedo perché debba fare
tutto io: invenzione, soggetto, scene, dialoghi … il professore pensa
di aiutarmi con i disegni … e poverino avrà le sue brave ragioni per
crederci, ed è difficile fargli intendere che tutte queste mansioni
contemporaneamente, non mi calzano più e neanche per gradi. – Uscendo
a fine lezione avrei voluto dirgli che la storia, sul piatto
dell'orologio con la bussola, c'è tutta – mi manca il disegno … ma
l'ho fatto … non va bene … ci vuole l'insetto?!.

- Siamo nell'era della velocità. – Center Point: la realizzazione
grazie all'idea. – Il bello è che ognuno può dire la sua. - L'inglese
che conosco mi sta bene, tanto non sono votato alla carriera
diplomatica o del traduttore da strapazzo, tra il parietale destro ed
il sinistro: esaurito imbalsamato, sulle strisce pedonali.

Se ho capito bene, per lui, l'idea dell'orologio con la bussola,
aveva sì, insito in se, la successione dello spostamento in tutte le
direzioni … forse cercava più anima nel campo d'azione. – Per me
spaziare di più, significa avvalorare ciø che ho dichiarato al Job
Center " scrittore, divulgatore di nuove idee etc. " e l'orologio con
la bussola, è un pezzo forte da realizzare, nella mia collezione, che
mi porto appresso da anni, e essa rappresenta, il fine della mia
azione.

O.K.! – Esempio di spostamento del tempo in tutte le direzione. - …
O, a secondo della bisogna: una delle prime volte che si usciva
insieme, per lavoro con la socia Bellazzi – lei stabilì che dividevamo
tutto, per esempio la Jeep, in tre mesi mi costò nove milioni – che
generosa. – Lei guida male per quelle strade – non nel senso della
guida pura, quanto per la poca conoscenza della provincia di Napoli –
una vera bolgia, dove nell'errore di un senso unico … da una stradina
millenaria all'altra, si perde una giornata. – Premessa: con la Jeep
non feci un incidente, e non è che per la strada giusta, mi sfuggisse
ciò che si parava davanti. -– Voler bene ad un'amica costa coßì tanto?
– Ciorta mia … meglio lasciar perdere.

Orbene, la mia bussola era sempre stata la visualizzazione della
nostra terra, nei suoi punti cardini: il Vesuvio, le isole, la
penisola sorrentina, San Martino, promontori più o meno visibili da
tutta la città, provincia compresa, fino al Matese, specialmente di
notte sotto le luci, è anche bello, riconoscere la direzione
indicativa, grazie a sculture naturali illuminate.

Orizzonti: punti di vista che s'innalzano allargando la conoscenza
- asseriva un famoso musicista dei Donna. – Si stava appesi ad un
punto di cotone che si rincorreva nel ricamo, con Antonella tra un
appartamento e l'altro se non in diversi palazzi, insomma, tutto un
quartiere, di uno dei paesi più abili nell'artigianato artistico,
della fascia cittadina era all'opera, per la confezione del nostro
prodotto che allora era " boom ". – È difficile definire lo stress che
quell'oggetto del desiderio femminile sopportava prima di entrare in
vetrina. – Tina, nella scelta del modello da proporre alla vendita,
era stata eccezionale - aveva ricavato dei disegni da un libro e
facendoli dipingere sulle magliette, andava ad arricchire il tutto con
payette – lavoro certosino che impiegava moltissimo tempo e richiedeva
anche concentrazione massima tra i fasonisti. – Lavorando insieme ed
analizzando i tempi, scegliemmo dai libri che aveva acquistato, una
vera biblioteca d'arte fotografica, i disegni che rendevano e forse
impiegavano anche minor tempo ed in più ci rivolgemmo alle
professioniste del ricamo e delle applicazioni. – All'inizio non ero
molto d'accordo nello sfruttare capolavori d'arte, ma quando lei mi
chiese se li conoscessi e la mia risposta fu negativa - subito lei
asserì che i tali artisti dovevano ringraziarla e gratificarla, se
grazie ala sua intuizione stavano diventando conosciuti per ciò che
meritavano. – Come darle torto?. – Per accelerare il lavoro, divulgai
la tecnica dello spolvero, lezione imparata dal mio amico restauratore
e di cui riporterò a tempo debito, a parte interessarmi di tutte le
operazioni che immediatamente, andarono a gonfie vele.

La tecnica dello spolvero, piacque moltissimo, in uno dei più
artistici palazzi della Napoli antica – dove i figli del padre della
pittura post-atomica … mondiale … che tempi e che personaggio!. –
Questi, il professore, Preside in pensione dell'Accademia di Belle
Arti, era intimo di artisti del calibro di Andy Wharol e De Buy, cui
ne era precursore e certamente non gli piacque che la figlia stesse a
riportare i lavori di altri maestri del passato per le nostre
speculazioni. – Lo stesso, identico discorso che la socia aveva fatto
a me, sortì lo stesse effetto di successo e lui si squagliø come burro
al sole, chiedendomi se sapessi chi avessi di fronte, visto che
parlavo con cognizioni di causa artistica e fortuna che del periodo …
fino al pallino Luigi Filippo non s'era proprio accennato, altrimenti,
probabilmente, sarebbe venuto a galla che ne sapevo una in più. –
Quando mi portò nelle camere per la casa, a vedere i suoi quadri, non
rimasi stupito dalla sua arte, come non resto ugualmente stupito,
davanti ad un Wharol, ma fui sempre più incantato da lui e questo
certamente non cambiø il suo giudizio nell'atteggiamento da
industriale d'altri tempi in cerca di frusta, quasi ossessivo, per la
fretta che mettevo, verso i suoi figli, come scherzava asserire lui
perché li vedeva tanto lavorare e sembrava chiedersi tra il serio ed
il faceto, con espressione tipica napoletano verace: San Gennaro …
aiutami tu … chissà in cosa ho sbagliato?. – Risposta: in niente! –
Siamo ancora vivi! - Professore: siamo arrivati al capolinea, non per
l'atomica di cinquant'anni fa, ma grazie al computer, possiamo andare
in vacanza.

Il professore con moglie e figli – era in pensione da tempo e da
quando s'era sposato, le suppellettili di casa quelle erano, e quelle
sono rimaste, sempre più lucide per la verità – non cambiava niente e
poco c'era da fare perché: siamo vittime predestinate della bomba
atomica e l'unica cosa che ci distingue nella conoscenza, è accettare
il ruolo con dignità. – Questa era la sintesi della sua lezione
accademica, la quale se proiettata in una realtà, in cui l'artista per
la fame perde la vista, come diceva il mio amico … perbacco, quando si
mette l'arte in mezzo, sempre più spesso il labirinto s'imbroglia. –
Sia ben chiaro, questo dato di fatto, non angosciava il professore, se
non a livello di produzione artistica, e fatti i quadri che fece, ha
smesso di dipingere, dandosi all'insegnamento, con successo. – Tra di
noi c'era molto feeling e mi divertiva dichiarargli che l'avrei
portato nel mondo del lavoro. – Era stupendo incontrarlo in strada, a
fare shopping con la moglie: gente grande nella loro semplicità, che
trasmette quella sua malcelata angoscia di generazione che si scusa
per aver partorito la bomba atomica … che non abbiamo. – Un figlio
lavorava al cimitero, un'altra artista come lui dipingeva balene
chilometriche e faceva di tutto per non farle estinguere in un mare
sempre più inquinato – insomma personaggi bellissimi, tra i quali
spiccava Raffaello, il riuscito col fiocco dall'" Accademia di
quell'anno ". – Non era per me, il momento d'argomentare d'arte - tra
persone a livello, il punto di vista comune, lo si trova sempre. – Ero
indubbiamente facilitato, nel farmi seguire, dall'essere stato
presentato dal fratello di una delle mie clienti, che riconosceva in
me, delle qualità
artistiche.

Venivo da un paio di settimane di stress particolarmente intenso,
il mio lavoro registrava un arretrato, in più n'avevo messo in mezzo
un altro – ma lo sopportavo benissimo – il peggio era passato. –
Dovevo essere impegnato, in quel tempo del trambusto emotivo, alla
collezione dei " ferri pompeani " resistenti alla ruggine, grazie ad
un filtro naturale, da esposizione in bella mostra alle esalazioni di
gas vesuviani, i quali miscelandosi con la brezza marina, impastata di
salsedine, generano un ossido particolarissimo che si dovrebbe
avvertire anche con il naso. – Di colpo in bianco, mio padre era stato
giudicato finito, dal responsabile del reparto oncologico dei
Caldarelli, il quale dopo averci delucidato le caratteristiche dello
stato di salute, che a suo dire faceva letteralmente " schifo " a
causa di un cancro con metastasi che coinvolgeva più organi e quindi
era inutile, farsi illusioni … - Non piangevo da … sempre, cioè mai –
per la prima volta realizzavo, cosa fosse l'idea della morte. – Forse
fu quella drammatica realtà, nella quale mi aveva precipitato con la
sua diagnosi, che indusse il chirurgo a non darci speranze, ma a
tentare l'operazione, cosa che avrebbe fatto comunque, ma in tutta
onestà, non si sentiva di darci alcuna garanzia di successo.

La bomba atomica – la morte – i ferri pompeani – e l'Inghilterra
leader in moda post atomica: la pace oltre la guerra - con le gonne di
Grienne, del non ci pensare ed anche se rotte, bombardate o gualcite,
lascia vivere – tutto si rimette in ordine, pronto per la vetrina:
perfetto!. – M'immagino cosa farebbe Grienne, il padre … oh pardon! -
La madre del post atomico nel costume, se s'ispirasse ai quadri del
professore … colori eccezionali. – Fatto è che Il professore è molto
ospitale e soffre gli artisti e Grienne lo è – sono del settore e
garantisco, anche se qui sembra meno profeta che all'estero: auguri ed
all'attacco.

Ma papà, chi me lo da un'altra volta? – La moda anni settanta? –
Io, più cento! – Mio padre è alto due metri e due centimetri –
quadrato: spazio sicurezza.

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusComputerLuceInTerraStellare una real†à per far rinascere i

morti voglio a mammà & papà uhe' uhe' DNA

Riccardomustodario

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Jan 6, 2004, 4:31:00 PM1/6/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.0401...@posting.google.com>...
Ohilà! – Cosa non vedo: la foto della rockstar Bruce Springsteen
sul cartellone che annuncia il suo prossimo concerto londinese, con
tanto di jeans strappato. - Come volevasi dimostrare, la stilista del
post atomico, c'è tutta, anche questo è un suo momento.

Attenzione: cosa scopro. – Nella vetrina di un negozio ben messo,
della dinamicissima Kilburn, c'è un'esposizione posta in concorrenza
con i Charity Shop di fronte e di fianco. – Presenta made in Est Asia,
su tutta la linea vestivamo alla marinara, una nave carica di … avviso
per i naviganti: è arrivato un fouson, moltiplicato un milione, costo
una sterlina e novantanove – un giacchino nuovo, con bottoni in
metallo dorato, appena sballato e cartellinato, tre sterline e
novantanove – con appretto più busta e cuccetta.

Realizzare in quest'atmosfera commerciale, l'oggetto del desiderio
del tempo, distaccato dalla bussola in cerca di una posizione
commerciale confacente – a questo punto differenziandoli, portandone
uno per ogni polso da: un, due', tre, passo in marcia, senza perdere
la direzione, a causa del prezzo e sua relativa rincorsa verso il
basso, annullando il piacere dell'acquisto, diventa un'impresa. –
Guardando ai mercati orientali passa la voglia di lavorare.- Noi
ragioniamo ad optional, cioè ad aggiungere cifra su cifra, quando
abbiamo di fronte il compratore, gli venderemmo anche ciò che non è
confacente al suo bisogno. – In questo caso: orologio con la bussola
ovvero due idee in un unico oggetto, sarebbe uguale a maggior prezzo,
se non doppio. – A parte che l'idea non c'è proprio, quindi, quando la
si presenterà sul mercato, uscirà come novità ed il prezzo
conseguentemente, salirà da solo sulla spinta della curiosità che
desterà. – Gli asiatici, chiaramente escludendo i giapponesi,
annullerebbero tutto il nostro marketing, perché la loro fetta di
mercato sulla nostra piazza è direttamente proporzionale al prezzo al
ribasso che offrono per qualsiasi prodotto in questione - quindi
sarebbero capacissimi di offrire l'orologio bussola, allo stesso allo
stesso prezzo del solo orologio, tanto, più di tanto, come ragionano
loro, il consumatore non può spendere.

L'oggetto bussola – ricordo del tempo perenne della pancia da
evitare e di come non perdere la direzione della linea. – Quello che
adoravo nella socia, era quel suo trasmettermi l'idea di sapersi
adattare alla dieta imposta - solo alimenti a calorie controllate –
non si poteva sbagliare: il Tirreno ad Ovest, il Monte Quisisana a
Sud, il Vesuvio ad Est e noi che dovevamo andare a Nola più ad oriente
del Vulcano, venivamo da Torre del Greco, che lasciavamo alle spalle,
così come il mare. – Palesemente, bisognava andare in una sola
direzione: diritto e così facemmo. – Tina, seduta a fianco sviluppava
le commissioni e quando arrivammo in una strada a metà Vesuvio, asserì
che se avessimo continuato saremmo caduti nella bocca del Cratere e
tornò ai suoi conteggi. – Invece di fare la navigatrice: cimentarsi
con cartine nel tenere la rotta, si articolava a portare in linea
l'amministrazione, organizzare il da farsi o leggere l'oroscopo ed il
segnale strada senz'uscita, dov'era andato a finire?. – Fortunatamente
di queste cose si rideva, anche perché, cambiando itinerario, ogni
tanto si scopriva qualche nuovo negozio, che a quel punto ubicato, si
poteva rivelare una vera cattedrale o un miraggio.- È sempre meglio
fare attenzione, quando si naviga sulla terra ferma, specialmente
dalle nostre parti, sempre in movimento, terremoti a tutta forza …
pare che per un altro millennio dobbiamo stare quieti.– Forza, è
venuta l'ora di buttare giù un sacco di edifici senza ragione
d'esistere architettonica, bruture, nate negli sessanta, escono fuori
alla voce " Mani sulla città " o tipo l'Italsider, del non è mai
troppo tardi per una " Edition Demolition " in nome di un bel discorso
ecologico e turistico, da sviluppare a dimensione d'uomo. – Pasolini
insegnava etica del paesaggio: invitando tutti a demolire il muro di
Berlino pisciandoci sopra.

L'orologio con bussola da studiare su punti opposti, cinghiette
laterali, magari a molla - saltare per allungare il tempo, senza
perdere il senno, per timore del divieto di sosta. – Chisså chi aveva
messo il segnale stradale sulla centoventisette davanti al parabrezza
- auto modello sommergibile, sempre in acqua, per il come pioveva di
quei giorni e perché, nel periodo pastorale del Villaggio? – Il tempo,
l'età….

Il concerto pastorale, si svolse a Napoli Nord Est: Bella Star
adorava queste visioni che si allargavano. – Progettammo anche l'idea
del locale all'aperto, multi funzionale che nella nostra città estiva,
sarebbe andato benissimo e Il Night sotto le stelle, o Boite à la
Belle Ètoile o … se stasera non piove vedrai le stelle, come dicono
gli inglesi e poco se fosse nuvoloso, tanto ci si accede in macchina.
– Lo spazio da spettacolo si articolava così: al centro una buette
bar, molto acquatica nel suo design ed ai quattro lati, innanzitutto
schermo con i film di Totò a Sud, luce soffusa, effetto bianco nero,
idea allegra, sicurezza d'ambiente. – Musica dal vivo a Nord – sport
ad ovest ed a … Bella Star fu geniale, piazzando le ballerine. – Non
avevo mai pensato alla loro spettacolarità … finalmente potevo pensare
ad altro. – Sarebbe stato un successone – con i drive in che
funzionavano ovunque con successo, anche in televisione e noi avremmo
coinvolto tutta la città e schiattato tutti i cessi della concorrenza.
– Calcolammo anche i costi: duecento milioni, erano sufficienti –
unico problema, la camorra e la stessa polizia, la quale non protegge
la camorra, ma se ne infischia d'eliminarla. - Lasciammo stare prima
di continuare, le autorità non danno garanzie di coltivare un
progetto, addirittura volevano chiudere la caffetteria di P.za dei
Martiri, perché attirava clienti d'ogni specie ed a tutte le ore. –
Sarebbe stata inettitudine amministrativa inaudita, se uno dei pochi
salotti della città, avesse chiuso per problemi di sicurezza.

Una volta ero in provincia di Salerno dove un negoziante, sentendo
alcuni prezzi, una cintura post industriale costava
trecentocinquantamila lire e non potendola avere per meno asserì " Va
bene! – Ora ti porto nel posto giusto! ". – Mi presentò un suo amico
che stava per aprire un negozio nuovo, da lì a qualche settimana -
questi trattava le migliori griffes che esistevano sul mercato della
calzatura, forse fin troppo, tanto che trovai la cosa un attimino
sconvolgente. - Mi spiego: se la scarpa è di Armani, l'abito di che
deve essere?. – Per me non è che cambiasse molto, anzi, bene per lui,
meglio per il sottoscritto e questi, mi fece vedere le commissioni,
aveva ordinato dai più conosciuti stilisti d'abbigliamento, più che da
fabbricanti di calzature. – Le cose che avevo gli piacquero molto e
voleva vedere anche la bijoutteria da donna, cui gli avevo parlato, e
che non avevo con me, per timore di ingolfare ulteriormente il
produttore. – Prendemmo appuntamento per la settimana successiva e mi
diede appuntamento verso le undici di sera. – Solitamente, sono dalle
parti dei vicoletti a quell'ora, quindi niente di meglio che dargli
appuntamento alla caffetteria.

Avevo un cliente nella zona puteolana, unico che non trattasse
abbigliamento o beni di categoria inerente. – Questi si convinse che
era il più bravo produttore di bijuotteria, tanto bella, quanto fatta
bene e volle per forza che si facesse qualcosa insieme. – Lui
insegnava, la moglie conduceva il negozio ed io inserivo tra una
chiacchierata e l'altra con i miei clienti, anche la sua linea e
siccome io producevo, non è che avessi tanto tempo a disposizione, lui
garantì che sarebbe stato preciso nel produrre la merce, in modo che
avrei fatto un a sola consegna, tra il mio de il suo. – Come cliente
era perfetto – il negozio funzionava, quando gli arrivarono i miei
ordini, m'invitò a casa, nel suo laboratorio nel garage spazioso, ebbi
la dimensione di quanto lavoro ci fosse da fare, cosa che ben sapevo
producendo io pure ed intuendo cosa volesse trasmettermi, l'assicurai
che avrei cessato di proporre il suo listino, anzi d'inserire nella
commessa da evadere, pure i campioni immacolati, per liberarci delle
commesse al più presto, prima che si sciupasse ulteriormente. –
Poverino, veramente da lì a poco avrebbe iniziato a dare i numeri, e
non voleva chiudere i nostri contatti lavorativi, ripromettendosi di
assumere qualche persona più in là, appena terminate gli ordini sul
tavolo, il discorso si sarebbe ripreso più forte che mai. – Intanto,
tra le sue cose e qualche mio suggerimento, era uscito un campionario
da far faville e tutti si tuffavano sopra per gli acquisti e dopo
poco, con la concorrenza sempre in agguato, chissà … e poi la mia
azione è nelle boutique e lì un'idea marginale all'abbigliamento, come
può essere un certo tipo di orecchino, più di una,due stagioni non fa
notizia e per questa ragione in quel momento di vuoto di mercato, i
gioielli di pietra Szwarosky incastonati costavano più dell'oro,
metallo prezioso che addirittura in quel momento era considerato
volgare, se non in lingotti. – Infatti, qualche pazzo innamorato senza
speranza, iniziava a regalare lingotti d'oro, invece che rose … si
iniziava a raccontare nelle boutique, cosa che si sarebbe dovuto
leggere sulle vignette. – Infine arrivarono i produttori di ducati e
sterline d'oro, stesso peso anima in sabbia e la mia bijuotteria
forte, di ferro pompeano, iniziø a stancarmi, anche perché avevo già
veduto quello che c'era da vendere … ed il sabbia è colore arrapao,
non presente sul mercato pensao.

Incontro il cliente del negozio di scarpe, come da appuntamento
preso, alla Caffetteria e gli mostro il campionario. – L'elegante
posto, quella sera era pieno zeppo di clienti bellissimi, ed un pezzo
alla volta, mostrai tutto, annotando i quantitativi per l'ordine. –
Non sembrò che stessimo lavorando e pure sul tavolo saranno comparsi
una ventina di pezzi. – I camerieri che si accorsero della cosa,
annuirono con piacere, presagendo una lauta mancia e poi io ero
cliente affezionato e conoscevo pure la signora fuori delle sigarette
fuori al bar. – Fin che dal Centro Direzionale, non arrivø la
fischiata che avrebbero chiuso la Caffetteria, e per toglierli dalle
orecchie, ivi, consigliai la ex socia di prendere un ufficio. – Ciò
non toglie che farei aprire più caffetterie che uffici….

Sempre a tema Caffetteria e che ben mi servisse in questo momento
mi sovviene di un gruppo di amici del Restauratore, tra cui
un'educatrice letteraria ovvero colei, persona meravigliosa che legge
la storia dello scrittore, mettendola in ordine, correggendola nelle
tre " g " d'acquagggine e via discorrendo, perché a volte, si sa, per
la fretta … mi chiedo se scrivo come parlo o, parlo come scrivo,
dovrebbe domandarsi il conduttore della radio che s'impapera.

Come tutte le domeniche, anche oggi sono stato a messa. – Chiesa
stupenda, sembra una cattedrale - sapore del tempo antico: forme,
materiali, odori – organo a canne lunghe – altare, con baldacchino in
legno ai lati, uno per il coro, ed un altro di fronte, per i fedeli:
meraviglioso!. – Sono entrato in punta dei piedi, intimorito da tanto
spazio ed il cappellano, poco distante, mi ha indicato la strada fino
alle panche - sull'altare profumi d'incenso. – Sulla prima fila di
panche vi erano due persone, una donna sulla seconda panca, ed io
quarto, andai ad occupare la terza fila. – La settimana precedente,
ero stato in Quex Road, dove c'erano migliaia di fedeli in chiesa,
l'attuale più intimo, mi stava benissimo, dopo tanto trambusto. – … E
dire che in questo quartiere, con edifici da Bingo che sembrano chiese
riadattate, avevo avuto l'impressione non ci fossero santuari, invece
ben noto, che la voce del Signore è molto presente.

Inizia la Messa – entra il prete con due capellani – incredibile,
sono più alti di me, in terza fila scalare – non mica sono tanto
basso? – Parte la musica … e cos'era? - Fosse dipeso da me – quella
funzione l'avrei resa interminabile: organista e coro da centodieci e
lode. – C'è stato un solo momento d'impaccio da parte mia, quando ho
avuto l'impressione che il Cristo ed i Santi non fossero proprio
quelli, cui sono abituato, ma poi il prete nel suo inglese, mi ha
chiarito tutto attraverso le preghiere e per essere così alto
sicuramente … dev'essere protestante - ma com'è che mio padre, due
metri e due centimetri d'altezza, era cattolico osservante
tradizionale, come c'è stato tramandato sin dai tempi lontani di
Cristo?.

Mia figlia doveva farsi la comunione, allora andavo con lei tutte
le domeniche in chiesa – vicino la sua abitazione, c'è la chiesa
italiana, dove non ho problemi, con le mie deficienze attuali, in
materia lingua.– Che sciocchezza avevo scritto, la spiritualitå è un
altro linguaggio, superiore a qualsivoglia discorso, seppur artistico.
– Il coro nella chiesa che sto descrivendo, era superbo, pure in
latino, avevo di fronte a me, la manifestazione canora di un incanto
da cappella che si esprimeva al di sopra della rappresentazione stessa
– la tipa che stava davanti, di spalle mi fece cenno che sotto la
panca avrei trovato i testi per seguire messa e coro. Com'avrå fatto a
sapere cosa avessi bisogno senza vedere, rimane un mistero e se non mi
viene svelato nulla tange, perché la chiesa è fulgida di energie
altissime, che si muovono nello spazio in nome Dell'Amore Divino …
ohi, ohi! – Chisså cosa avrå pensato uno del coro, quando alla fine ha
sbadigliato ed appoggiandosi al muro, ha fatto cadere un'alabarda, che
per poco non lo beccava in testa. – C'era poco prima, stato un momento
di pausa, allorquando una corista ha messo la sua testa su un libro
enorme – proprio di fronte a me – trasmettendomi ansia, per la seconda
parte del libro, che appena mi accingo a scrivere – questi avranno
intuito che io per me, ho tanto da dire e chissà quando metterò la
parola fine a questa avventura letteraria, la quale sebbene proceda
più lenta della precedente, si dimostrerà molto più lunga, perchè sto
scoprendo che ho ancora tantissimo da esprimere, anche per ciò che ho
scritto già, il più delle volte è stato solo un accenno di una
situazione, come è d'uopo, quando si prende nota. – Perché se non me
li scordo questi fatti li riporto, alla fine, devo solo dimostrare di
non essere pazzo e di illuminare la strada per gli agnostici. – Quanta
fatica ricevere un Premio Nobel e due milioni e mezzo di sterline, che
mi aspetto per il primo libro minimale " Titolto " e non mica per
renderlo comprensibile, devo scrivere un'Enciclopedia?. – La corista
in questione con il testone sul librone, enorme, pesante per i miei
proponimenti, aveva una bella faccia – corollata da una chioma di
capelli neri e quando chinò la testa, a mo' di pettinessa, mise in
mostra una matita, da un lato all'altro di una ciocca degna di nota.

Un'altra bella nota, era il Maestro del coro e la parte finale
dell'organista, quando si è aperto al massimo, facendo faville – ero
convinto che fosse l'altoparlante – guardando con più accuratamente,
attraverso una porta cancelletto, ho potuto scorgere un vecchietto
arzillo, che si dimenava alle tastiere. – Alla fine della messa, sono
andato verso il coro ed ho visto l'organo che stava in alto, sopra la
mia testa e che si lanciava fin sotto al soffitto, che avevo notato
all'entrata, ma, durante la funzione, era assurto a tutt'altra
dimensione e meritava d'essere visto meglio. – Per quanto concerne le
preghiere Ave Maria, Padre Nostro, Credo, non noto alcuna differenza
con la Chiesa Protestante, per questo motivo asserivo che il prete,
m'aveva trasmesso sicurezza nella sua lingua, forse la cosa che mi è
mancata è stata la comunione – momento particolare, congiunzione
spirituale, dalla forte intensità emotiva, nata dall'incertezza di non
sentirsi di meritare tanto, che man mano si attenua, trasformandosi in
un crescendo fino alla librazione dall'entusiasmo che persino sfiora
l'ardire di scocciare il Signore, chiedendo nell'umiltà della
preghiera, d'illuminare i cari, laddove s'avverte l'impossibilità di
poterci arrivare da soli ed a quel punto arriva, a fortificare il
momento, anche lo scambio del segno della pace: apoteosi.

Chi " coglie coglie " come si dice a Napoli, andavano in chiesa i
nostri avi, durante la seconda guerra mondiale, e leggevano nel volto
di tutti, la paura delle bombe. – Ora, in periodo di serenità, la
persona che è accanto, chiunque essa sia, assurge a persona più bella
e meritevole di pace che esiste ed altrettanta ne trasmette. Si!- Sono
convinto che l'introduzione del Segno della Pace sia un bel momento
liturgico.
5.1.2004

Mia figlia dice che sono razzista, forse vuole dire egoista. -
Ritiene egoista peggio di razzista? - Fortuna che quando asserì ciò
rise ed io altrettanto e questo mentre si discuteva del lungo periodo,
dalla mia Prima Comunione al Febbraio novantuno, senza che sia mai
andato in chiesa a prendere la Comunione di spontanea volontà e per
questo motivo, mia madre mi aveva anche apostrofato " ateo ".

Come stilista d'accessori moda, principalmente cinture, fatte per
mantenere tutto il mondo in vita, impresa difficile si, ma possibile,
perché nelle cinture da uomo si hanno tre centimetri d'altezza nella
lunghezza circolare in cui esprimersi. - La linea donna, raggiunge i
sei centimetri d'altezza ed una volta ne produssi addirittura una
linea da otto – inutile aggiungere, che in tanto più spazio, è più
facile esprimersi. – Quattro è la misura ideale.

Una volta stetti con una ragazza sul letto di casa mia
e lei alla fine, quando ormai era alba, asserì guardando il calendario
che godere quattro volte in un quella notte non era in sintonia con il
giorno che ci apprestavamo a vivere: cinque agosto e stava per
rispogliarsi… - Le dissi che sono gemelli ascendente gemelli, più io
cinque e lei non era stata con me, bensì con il mio oroscopo, quindi
più che il calendario, doveva seguire il giornale, nella pagina
dedicata ai segni zodiacali - questo fatto le andò proprio a quel
servizio.

Sempre a tema cinture, è da aggiungere che ne facevo di stupende e
tutte vendute in boutique di alta moda, dove sono esposti le più
grosse firme del settore, compreso i francesi e qualche giapponese –
raramente qualche inglese, anche se si pensa che Ralph Lauren o
Vievienne Westwood – nomi grossissimi, prima o poi dovranno esplodere
– ormai sono fin troppo bene conosciuti, dagli addetti ai lavori. -
Forse preferiscono una produzione mirata e misurata, moltiplicare le
vendite nel settore moda, non sempre rappresenta un vantaggio – io mi
comporto uguale, con la scusa che sono geloso e produrrei solo per me,
cerco di vendere ai clienti più sani, in nome della selezione dei
punti vendita. –

Quest'idea della ricerca verso il meglio, valeva anche per la
cerchia d'amicizie – ora che sono entrato in chiesa, in nome di Dio,
devo accettare tutti, quantomeno trovarli piacevoli e di questo ne ho
parlato con mia figlia, la quale punzecchia, se commetto qualcosa che
secondo lei non va. – Intanto vado in chiesa più di lei, poi si vedrà.
– A proposito: uscendo dalla chiesa, dove sono stato ultimamente, uno
del coro corse per andare alla macchina, parcheggiata poco davanti,
sulla strada che stavo percorrendo – gli chiesi di che anno fosse la
chiesa – mi rispose che la domenica si fanno ben tre funzioni – ci
tornerò.

Ieri mia figlia e la madre mi hanno fatto visita per vedere dove
vivo – è piacevole cucinare di tanto in tanto per qualcuno, ci si
mette d'impegno, ciò che ho preparato è piaciuto ed hanno anche
asserito di trovarmi in forma. – Virginia, tra un paio di settimane,
sosterrà il saggio di Danza. – Frequenta la classe di tip, tap in una
scuola molto nota e dalla quale sono usciti diversi personaggi famosi
ed ora vivrå il suo momento teatrale. – Costo del biglietto dieci
sterline.

Allo spettacolo saggio delle più brave ballerine d'Italia non pagai
niente, Oddio, i biglietti non c'erano proprio. - Per lo spettacolo in
P.za del Plebiscito " È Festa per Napoli " Naola si mortificava di non
avere biglietti per nessuno, neanche per i genitori, lei, prima
ballerina della più importante scuola di Danza di Napoli e del più
importante balletto nazionale nella città verdiana, non aveva
tagliandi d'entrata … figurati gli altri, quindi inutile cercare. –
Pochi posti a sedere, in una delle piazze più grandi del mondo solo:
ballerine, autorità e midia, che quella sera vivevano l'estasi delle
scuole più importanti del mondo e dei loro più bravi ballerini. –
Bezzabea, invece, non solo non aveva il biglietto, ma neanche faceva
parte del corpo di ballo, eppure Naola garantiva che era la più brava,
ma non classica … - qualche mese dopo ebbi il piacere di assistere al
saggio di Bezzabea nel teatro Bellini, completo in ogni ordine di
posti – lei Regina delle Nefertiti, moglie di Amenofi, aveva prenotato
per me il palco in capo al mondo, quinto piano, quasi sul palcoscenico
per corona … rlo. – Vabbeh! - Lei ha sempre ritenuto che io fossi un
genio.

In quel periodo vi è stato anche Lindsay Kemp – ho ammirato un paio
di suoi spettacoli, ne ricordo uno in particolare, dove lui è alle
prese con un diabolica macchina, con la quale fa della moglie, una
collana di salsicce che da al cane. – Lindsay, è indubbiamente, il mio
ballerino preferito. - Il suo spettacolo nel Maschio Angioino mi
lascia qualche dubbio: alla fine dal pubblico, mentre questi sfollava,
fece salire sul palcoscenico una ragazzina e con lei iniziò a roteare
nell'aria, e roteava e roteava e mai si fermava … - La madre fiera che
la figlia fosse sul palcoscenico, seguiva con passione, poi iniziø a
preoccuparsi, ma figurati se lui roteando potesse carpire l'emozione
di uno sguardo, con le torri che gli giravano in testa –
incredibilmente, quando cessò non sembrò neanche stranulato da tanto
girare … forse erano d'accordo – ma cosa cambia? - Quell'essere ha un
equilibrio unico: è un ballerino!. – Spettacolo nello spettacolo, se
la madre non lo avesse fermato terrorizzata, non si sarebbe fermato,
nella frenesia vertiginosa di un coro, formato da se stesso più
quell'appendice di corpo che aveva attaccato alle braccia tenendolo
per mano, che avviluppava tutto e tutti e con il quale aumentava
l'intensità della sua armonia – non c'è niente da fare: è un
ballerino!. – La bambina torna alla madre e lui ancora continuava,
ormai c'ero solo io e se non avessero calato le tende chissà cosa
sarebbe successo, mentre lui continuava la sua danza di ballerino
immenso. - È strano – ho scoperto che Lindsey Kemp è più noto a Napoli
che a Londra, la sua città – vabbeh! - Agli artisti succede sempre di
non essere profeti in patria e poi in Italia si decantano le sue doti
al di là del ballerino, pure come scenografo, costumista, coreografo e
tutto ciø che è inerente allo spettacolo e secondo me. – Secondo me è
il più grosso divoratore di palcoscenico dell'ultimo ventennio.
6.6.2002

Riccardomustodario

unread,
Jan 8, 2004, 3:45:32 AM1/8/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.0401...@posting.google.com>...
i palcoscenico dell'ultimo ventennio.
> 6.6.2002
che altezza:da dve è uscita questa data? Boh??
era 1.6.2001

In " È festa a Napoli " il balletto che mi piacque di più fu "
Momix " brillanti. – Naola, che in quel periodo era arrivata a Napoli
e che da poco avevo conosciuto e frequentavo, era piuttosto seccata
dal mare, temendo di beccarsi una scottatura che avrebbe rovinata la
serata che si apprestava a vivere - andando a salutare la sua ex
scuola, le fu chiesto dalla Maestra, di far parte del balletto in
rappresentanza della città.

La sera dello spettacolo, mi trovavo dalle parti del luogo
inaccessibile, senza permesso - tutta la piazza era transennata per lo
spettacolo. – Uscii dal bar della signora simpatica di Piazzetta
Carolina, immerso in un poker Corpo Diplomatico e stando al centro,
tra le due file, entrai oltre le paratine di legno, rispondendo
compiaciuto, al cenno solenne di un ufficiale che m'indicava il passo
e andandomi a collocare proprio al centro: tra registi, cameraman,
giornalisti e fotografi. – Ad un certo momento inizia lo spettacolo
proiettato sui grandi schermi, con il Nettuno che si sta sollevando
dalle acque all'interno di Palazzo Reale, alla mia immediata sinistra
vedo seduto i più famosi parlamentari del momento: Pomicino, Gava e
compagnia, quindi, per non essere divorato dalle elezioni, decido di
andare incontro al Nettuno e chi vedo … se non Naola con il suo Corpo
di Ballo?. - In uno degli enormi stanzoni del Palazzo Reale con tutto
il balletto, la quale in un attimo, subito vince lo stupore "
Naturalmente e giustamente le star fanno tutto loro " dichiara. - Alla
fine dello spettacolo, arriva Bezzabea che aveva perso Luca, uno
scenografo in cerca di copione, che saputo che stavo venendo a Londra,
voleva che gli mandassi materiale di un regista dal nome
difficilissimo, per la sua tesi. – Lo scenografo in questione, a suo
dire, quest'anno ha dato al cinema una bellissima versione di Procolo
o Prospero, ora non ricordo bene di Shakespear - esistono dei nomi
inusuali, con i quali non si è mai certi e manco a farla apposta si
somigliano pure.

Mi sovviene di una vignetta con Tina e un certo signor Quid,
trapiantato in ufficio da Gustavo, che aveva acquistato,delle belle
cose in vari punti d'Italia fino a Novara, grazie anche ai buoni
uffizi del signor Quid, che a suo dire era uno stilista in gamba e di
cui in ufficio non sapevamo che farcene, però l'ospitalità è un
piacere e portammo il nostro nuovo amico, con noi che come da agenda
continuammo i nostri soliti appuntamenti di lavoro. – Ci fermammo a
pranzo nella zona di Bosco Reale, proprio a pochi metri dalla bocca
del Vesuvio, dove gli americani volevano costruire la Walt Disney
europea, la quale fu portata a Parigi. – Nei paesi vesuviani è facile
incontrare ambienti millenari, poi scoperti dalla lava e situati al di
sotto del livello stradale o che si arrampicano sulla montagna tipo
Oplonti. – La terra era caldissima quel giorno, anche se c'era vento –
conoscevo delle persone che avevano delle fumarole addirittura in casa
… boh?! - Ci rimettemmo in macchina e dopo duecento metri, Tina mi
pregò di fermare al più presto – immediatamente fuori dell'auto, balzò
nel primo negozio aperto, una macelleria. - Quando fece ritorno, a
fatica si tratteneva dalle risate, raccontandoci che uscendo dal
bagno, i macellai, familiari con le lame, le chiesero increduli, cosa
ci facesse con il coltello tra i capelli?.

È da un po' di tempo che sono in posizione d'attesa d'avvenimenti
piacevoli, intanto riporto qualche fatto strano: sono stato tutta la
giornata senza orologio. – Esistono anche i fatti strani piacevoli,
questo non lo è: verso le sette, quando sono rincasato, ho scoperto
l'orologio sotto al piumone. – Ho ancora da mettere in ordine - non
tutte le valige sono state svuotate e i contenuti sistemati come si
conviene, e proprio in camera da letto, c'è qualche cosa in più, fuori
posto – ciò non giustifica che stamani perdessi l'orologio ed ora
subito ne noto il rigonfiamento, sotto il piumone. – Nell'altra stanza
ho il tavolo da stiro con il ferro in posizione, pronti via, non fa
una piega, con spinetta inserita in posizione off. – Ci vorrebbe The
Iron Lady per uscire temperato, come l'acciaio. – Attaccato alla
finestra c'è il tavolo, scrivo appoggiato al davanzale: è rilassante.
– Sulla parete di fronte, di fianco al tavolo da stiro, c'è lo
stenditoio con delle mutande appese, poi le copie dei libri da vendere
" Titolto " ed infine dischi e stereo, dall'altro lato un divano, con
i giornali vicino, ma fuori posto - a terra vi è un elenco telefonico,
più carte varie che ora sistemerò, tra il divano ed il mini guardaroba
con rotelle - altri armadi a muro, sono sparsi nella casa. – Di volta
in volta che uso abbigliamento od oggetti, prendendoli dalle valige,
pulisco o lavo per poi mettere in ordine nei mobili, dove resteranno.
– È stato tutto così frenetico, che non ho ancora deciso la giusta
ubicazione d'ogni cosa. – La finestra guarda ad Ovest, la strada è
molto trafficata – da pochi giorni hanno montato un palo, con una luce
che dovrebbe meglio evidenziare un segnale notturno, illuminando di
più la mia finestra – sembra una telecamera, come ho detto alla coppia
dai tanti figli del piano terra – la più piccola è da concorso: bella
assai. - Mentre scrivo, il furgone della polizia entra nella casa,
giusto di fronte per fare manovra, uscendone tra gli accessi ad " U "
per immettersi di nuovo su Broadway direzione Crickelwood – Telecamere
fuori la finestra, più agenti, neanche li nomini e sono giå là, più
protetti di così è impossibile: a me il Nobel!. – Quando venne ad
abitare la famiglia numerosa, al piano terra con giardino, dissi loro
delle prime tre o quattro notti, essendo da solo nella spaziosa
villetta, o forse c'era qualcun altro, poco cambiava, non mi sentivo
tanto tranquillo. – L'apprensione era dovuta, all'aver notato uno
strano movimento di barboni, intorno al caseggiato, questi entrati nel
nostro cortile, avevano anche tentato di forzare la serratura –
infatti, accesi la luce e feci rumore e loro hanno desistettero dai
loro intenti, andando a dormire più in là. – Prima che venissero loro,
aggiunsi ai miei nuovi vicini, questa villa, sembrava proprio un luogo
disabitato, anche perché c'era parcheggiata un'auto abbandonata, con
le ruote anteriori a terra – come se volesse invitare, il viandante
disperso a passarvi la notte.

Il Sunday Times è sparso un po' ovunque nella casa: è
un'enciclopedia, un'infinità di sezioni fascicoli o inserti, tra ieri
ed oggi ne ho letti i primi due, tra l'altro, non ho ancora aperto
quello dedicato a Marlene Dietritch e che dovrebbe stare dalle parti
del divano.

Nell'estate che nessuno voleva partire numero due, gli unici che lo
fecero convinti, prima che s'involassero tutti, furono i coniugi
Bellazzi, i quali partirono per un avacanza e dopo poco erano di
ritorno perché con il pensiero dei figli e della casa dissero. –
Avevano prenotato e pagato una cifra considerevole ed il figlio
gustavo prese la palla al balzo per convincerli una volta di più ad
acquistare uno yacht da tenere a mare perennemente. – Nessuno voleva
partire, ma poi s'involarono tutti, addirittura incontrai, tornando
dai telefoni di Stato, per una telefonata a volo a mia figlia, Irma e
Mena, zaini alle spalle e feci loro ritardare la partenza, cui non
erano tanto convinte, portandole con me. - Alla fine solo io rimasi a
far la conta con i miei documenti scaduti, cui mi accorsi il giorno
prima della partenza e per rinnovarli scoprii che avevo bisogno
dell'ex moglie, anche se, per la sola Carta d'Identità valida per
l'espatrio, per vedere mia figlia, quindi, invitai loro a venire in
vacanza per l'atto d'assenso. - Assurda situazione si era creata: loro
potevano andare dove volevano per la doppia nazionalità ed io essendo
italiano non potevo muovermi dal territorio senza il consenso
straniero.- Erano venuti in visita il Natale precedente, sette, otto
dicembre ed il giorno dopo ci fu la neve. – Dicevo a mia figlia nella
lunga passeggiata per la città che Napoli e Londra si somigliano, solo
due ore e mezzo d'aereo e poi Londra è la cittå del verde e lei
aggiungeva del grigio, infatti, bastava guardarsi intorno per
rendersene conto continuavo … allora lei dichiarava che il Bosco è più
bello. - … Beh, la neve, i colori cristallini come i gioielli della
Regina, fanno colore nel loro candore, ricchi di fascino e di storia:
preziosi - tipo la Mostra del tesoro di San Gennaro che si tenne nel
Museo di Capodimonte, dove gli argenti scintillavano come diamanti o
come di fronte alla Pala d'Oro a Venezia, luoghi sacri dove si ammira
tanta ricchezza che non tange, perché lo spirito arricchendosi di
beatitudine si domanda " Madonna mia che incanto! - Noi siamo tutto
questo: Universo raffinato! ".
7/1/04

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusComputerLuceInTerraStellare una real†à per far rinascere i

morti - 'Nhuè 'nhuè voglio a mammà & papà 'Nhuè 'nhuè DNA

Riccardomustodario

unread,
Jan 9, 2004, 4:40:36 PM1/9/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04010...@posting.google.com>...
7/1/04

Per la prima volta ho annotato i capisaldi di ciò che mi preme
scrivere, ripromettendomi di accorciare talune storie ed
eventualmente, escludere qualche nome, pazienza e senza offesa, non si
può scrivere tanto: un libro non è un'enciclopedia.

Il Sunday Times titola a tutta pagina " Due regine a confronto ". -
Lady Tatcher a confronto con la Regina – mi chiedo come si faccia? –
La Regina trasmette molta più sicurezza della Signora di Ferro dai
colletti inamidati e poi la vedo molto più sobria e saggia, non
ostenta niente di più, nei suoi discorsi è parca di giudizi: regale. –
I politici invece, devono continuamente districarsi tra le loro stesse
chiacchiere. - Lady Tatcher ha dimostrato d'essere molto valida come
leader, ma per essere paragonata ad una regina ci vuole ben altro. –
Per esempio Bezzabea, Regina delle … non mi ricordo cosa, eppure,
posso garantire, che i suoi fiori sono sempre freschi - Alba docet.

Ogni cosa, nasce si sviluppa e muore - quando si è in difficoltà,
basta chiedere aiuto e si sta pace. – Il guaio dell'ignoranza può
essere una tragedia, se l'interlocutore non sa abbracciarsi la croce e
perdonare la perdita di tempo. – Le Regine hanno molta pazienza. -
Lady Tatcher subito mandò la flotta in Argentina. – La politica
richiede un'azione diversa dalla comune comprensione.

Entrando dal cortile, la porta principale non è smaltata, per le
scale manca la moquette e bisognerebbe dare una pulitina alle pareti.
– In casa, l'ambiente è stato affrescato da poco, compreso gli
infissi, una manata in cucina, macchia di colore, sembra una fattura
da "mani sulla città" allora l'Iva non c'era proprio, chissà a quale
voce l'avranno contabilizzata?. – Da cambiare: carpet in bagno e
cucina e moquette nelle camere.

Ricordo una volta che passeggiando per Upper Street
c'era un gruppo di quattro persone – la ragazza in strada disse ai tre
sul ciglio del marciapiede, mentre io passavo: " Peccato che abbia
dimenticato ciò che pensò – era veramente geniale! ". – Mi sembra che
fossi in cuffia e stranamente, a volte ho l'impressione di sentire
anche le voci delle persone, senza nulla manipolare.

Io non lo so. – Ma se volete leggere e registrare i miei pensieri,
ditelo!.- Sono un esperto in Marketing & Marchandising – involgere o
cercare di coinvolgere gli altri, nei miei pensieri produttivi, e
senza subcaptoactionem, ma dal vivo, è il mio lavoro e mi piacerebbe
guadagnarne qualcosa.

Volevo andare nel parco a scrivere, quello più lontano, invece sono
in quello più vicino casa, con un centinaio di altre persone, a godere
del bel sole. – Mi sono seduto ad una sedia, come le suppellettili
della scuola, di tanti anni fa – ha lo schienale un po' rotto, ma
funziona, come banco ho la ventiquattrore di legno, con dentro
qualcosa dal corso d'animazione. – Ieri ho incontrato un barbone
pulito, il quale mi diede a parlare, in uno dei tanti uffici visitati
la settimana scorsa e per il fatto che sto scrivendo, pare debba
essere ricompensato senza andare in pellegrinaggio: i barboni subito
fanno linea con l'idea del divino. – Ieri sera, quando mi licenziai
della sua compagnia – asserì che doveva andare a comprare del latte e
se riesce a smettere di bere – la monaca che mi ha presentato e che
lui dichiara essere una Santa, veramente lo è. – Questo posto è made
in Irlanda - le loro burla in odore di alcool del non si capisce bene
sono tante – essendo nuovo, faccio buon viso a tutti - non è difficile
e mette buona salute.

È molto caldo, altri due tre giorni così e sarò abbronzantissimo –
ho anche giocato al pallone che sa di mastice, nuovo – nel calciarlo
sembrava mi ricordasse che la classe non è acqua. - Ho chiesto alla
ragazza dell'altro albero dov'è una fontana – ci siamo incontrati a
metà strada tra i due alberi e mi ha porto la sua bottiglia –
ricordandomi che non si puø stare senza acqua in una giornata così
calda - ho assicurato che l'indomani, mi sarei corredato, anche di
creme solari – il sole picchia forte, lei è all'ombra ed è tutta
peperoncino – domani ha gli esami, ha dichiarato, quasi si scusasse di
studiare nel parco.

Studia politica. – Le ho ricordato che politica è sinonimo
d'impegnato socialmente – essere al servizio della comunità equivale a
rendere la vita comoda per i cittadini. – Nel parco si respira
politica riuscita, perché la gente pensa beatamente ad altro e c'è chi
fa funzionare la cosa per il bene comune - non poteva stare in un
palcoscenico migliore, nella sua vigilia d'esami ed ho concluso il
discorso dicendole del giorno precedente quando sono stato in un parco
da favola: Hampstead Heath, dove lei si meraviglia di non esserci mai
stata.

Ho cambiato posto, il ricordo del parco di ieri fa lupo
e non vorrei sbranare la pecorella … ohi, ohi! – È comparso un tale
con una mozzarella ed un cane, di quelli piccoletti e feroci - lui
tira il bastoncino e l'animale corre - speriamo non lanci da queste
parti, e dire che qua intorno ci stanno tanti bambini – prima o poi
bisognerà portare a guinzaglio tigri e leoni, per stare alla larga da
queste bestie? – Troppi cani in questo parco – se lo sapevo non
cambiavo posto … e mangiavo la pecorella.

Ho incontrato il tipo barbone pulito, mi ha chiamato mentre uscivo
dal giornalaio, dove non ho trovato quotidani italiani, ve n'era solo
uno che non mi piace, il nome che lo contraddistingue non è confacente
al regno. – Un attimo please, che faccio un latro sorso, era in
compagnia di una scultrice spagnola, la quale si lamentava per avere
problemi nel fare la faccia, dichiarando che io l'avessi simmetrica. –
Le ho risposto che se mi rivedesse tra un paio di mesi non le sarå
difficile trovare la mia faccia cambiata … questione di acconciatura e
relativa espressione. – Non capiva, allora il barbone mi ha detto che
se l'accompagnavo un po' distante, un suo amico gli avrebbe dato del
fumo e me lo avrebbe offerto. - Non fumo, ma la scultrice era
paranoica, quindi smamma!. – Mi ha condotto in tutta una serie di
stradine stupende, per la veritå volevo andare da quelle parti, ma lui
essendo della zona, ha scelto meravigliosi itinerari che sulla
cartina, non sono evidenziati. – Mi ha condotto in un punto
particolarmente panoramico dove ci sono due chiese, in una d'esse c'è
un San Pietro Martire placido interrogativo e dove San Cosmo è
bellissimo e mi ha fatto ricordare che io sono stato battezzato nella
chiesa di San Cosimo e Damiano e va ricordato a che in quel periodo di
Secondigliano, dove sono nato e cresciuto fino ad un anno d'età, non
sapevo leggere né scrivere e non ero cosmopolita, ma grazie al
battesimo, alla fede ed alla scuola di Capodimonte con tanto di chiesa
di Santa Maria delle Grazie, dove ho fatto la Prima Comunione, ho
raggiunto traguardi da vero Cosmopolita.

Il barbone, pulito mi ha condotto su per una stradina che lambisce
un bel cimitero all'aperto e giunti alla sommità c'è la bella
chiesetta di Santa Maria delle Grazie, dove ha bussato alla porta
privata del Vicario e questi mi ha dato gli orari delle Sante Messe. –
Siamo poi, passati per un luogo abbandonato, ha dichiarato che ivi,
vuole fondare il suo club – fatto di padri soli, che quando vedono la
domenica i propri figli, non sanno dove portarli. – L'idea mi è
sembrata oltremodo brillante e mi sono fatto suo adepto per tale
impresa - mi sono anche procurato di mettergli in ordine le idee – lui
ha asserito che tutto era a puntino, infatti, aveva avuto
un'intervista da un giornalista per tale iniziativa, che sarebbe
sicuramente andata in porto. – Mi ha anche garantito d'avere amici
editori e tutti ultraottantenni e mi ha portato in un pub
ultrasecolare, che a suo dire, è frequentato da questi soggetti. –
Volevo acquistare una cartolina – il barman è stato eccezionale: ne
volevo una, me ne ha offerte tre – significa che una la metterò a
parete, nella bacheca delle foto antiche.

Heath significa polmone, cuore, salute – non ha caso Hampstead
Heath sta per: posto salutare della zona Nord di Londra. – Abbiamo
camminato cinque ore, sicuramente, ed a vista d'occhi, non mi è
sembrato mai, di essere stato in punto già passato. – I metri quadrati
dell'Heath sicuramente saranno superiori al Bosco, dove abitavo prima,
ma di quanto? – Di questo luogo il barbone pulito conosce ogni
macchia, ogni campo, ogni cespuglio. – Si camminava su dorsali
alberate, con fusti d'alta vegetazione e si procedeva su campi
spaziosissimi e dall'erbetta ordinata ed era tutto un susseguirsi che
mai non finiva – poi mi ha mostrato delle piscine di soli uomini e
delle altre di sole donne – a tal proposito ho l'impressione che si
stia partorendo una separazione eccessiva tra le parti. – Tanto che
gli chiesi se tutte queste ostentate ironie sulla manifestazioni
single che lui sembrava vivere bene non fossero dipesi dalla sua idea
D.A.D. o da discriminazioni sui sessi, che così come stava andando la
cosa, indubbiamente si tingeva di comicità – queste cose lui le
gestiva bene, infatti, la risposta sua, è stata condurmi in una bel
posto ristoro nel parco, gestito da una monaca – la quale a suo dire
compie miracoli.

Non ci credo! – I miracoli li fa solo San Gennaro – non c'è niente
da fare su questo io sono tifoso, altrimenti come spiegarsi, che noi
Napoli, squadra che in un secolo non ha mai vinto niente, abbiamo
avuto il miglior giocatore di tutti i tempi sui nostri scudetti? –
Certamente miracoli non ha fatto quel Papa di cui non ricordo neanche
più il nome e che morì mentre ero in Jugoslavia in vacanza – quello
era più politico che santo. – San Gennaro è come San Francesco o come
San Riccardo, tanto per dire, il tre aprile giorno della sua
ricorrenza si apriva a Londra quest'anno una Mostra Importante che ho
giå visitato in autunno e mi ricordo bene anche la cassetta che avevo
in cuffia quel giorno: Euromitics. – Era carissimo il biglietto
d'entrata – mi chiedo perché non facciano un biglietto annuale per
accedere in tutte le Mostre – chiaramente scontandolo, in modo che
pagando una volta ci si toglie anche il pensiero e si programma in
anno artistico. - Se San Gennaro e San Francesco sono quello che sono,
Patroni in Italia, sicuramente San Riccardo patrono d'Europa sarebbe
eccezionale. – Più avanti nel tempo, non ricordo se mentre scrivevo La
Costellazione del Lupo Azzurro o dopo - ora lo riporto, eventualmente,
nella rielaborazione finale, dopo che avrò scritto tutto ed anche se
pubblicato su Ias, dovrò per forza pubblicare una seconda edizione
riveduta e corretta - … qualcuno malignò che San Riccardo fosse il
protettore dei femminella: che vergogna!.
Non c'è niente da fare: toppo bello San Riccardo - vedi i gelosoni che
fatti strani che vanno mettendo in mezzo? – San Riccardo protettore
dei femminella: uffah!.

Si camminava nel parco da ore – volevo fermarmi- il barbone pulito
in marcia indefessa mi porta attraverso una strada molto trafficata –
dichiarando che di lì ha poco saremmo arrivato in un punto dove potevo
stare anche un'ora e non ci sarebbe stato problema, lui sarebbe
rimasto fuori.– Arriviamo fuori un bell'edificio che fa da Museo –
eravamo stati prima dall'altro lato, dove c'è il ristoro della suora.
– Raccomandazioni prima di entrare: appena varcata la soglia, di
fronte, mi sarei imbattuto nel quadro di un suo antenato, cosa che mi
ha mostrato appena siamo entrati – al che gli ho chiesto se tali
natali, da trasbordare con fierezza non gli procurassero turbamenti,
lui ridendo ha risposto di no – salvo un brevissimo periodo che poi
pare, avesse risolto brillantemente. – Nel museo c'è un quadro di
Gainsborough, che subito ho riconosciuto nel suo prezioso stile
pre-Rapahelsit, molto romantico e d'altri belli del seicento inglese
con quegli sfondi incredibilmente oscuri, che fanno molto ambiente
monacale in libera uscita nel parco che non ho trovato.- Chissà
perché, m'aspettassi un quadro di questo genere, ma non sono rimasto
deluso, un Turner ha destato tutto il mio stupore nella sua ironica
espressione di un capitano, minimamente scalfito dalla tempesta di
mare che si avvicinava, facendo presagire che la situazione era
totalmente sotto controllo " Capita' ma si' sicuro " risposta mimata,
scritta nella pipa " non ti preoccupar sto qua io. - Questi fatti qua,
del giorno precedente, ho raccontato alla bellina dell'acqua nel
parco.

Il barbone pulito, si accostò ad una figura che avevo in mano e che
usavo come cartellina, mentre in un ufficio avevo da poco parlato con
l'impiegato. – Mi disse che la figura nella guida New Display
millenovecentonovantadue della Tate Gallery, era della moglie
dell'artista, la quale poverina nell'acqua gelida … - uffah! – A me i
morti non piacciono, anche se sono artistici, forse era meglio che
questa storia non me la raccontava.- Continuò rinfrancandomi, che la
modella stette male perché la foto è di una scena greca, ma per darle
veracità, l'artista aveva fatto immergere la moglie nella vasca da
bagno con acqua corrente di Londra, non dell'agio greco … dove sono
stato e ricordo perfettamente quel luogo, tanto che la pagina sta
aperta su quell'immagine e non sulla foderina, perché quella foto mi
trasmette un bellissimo momento artistico di Venere alla Donna Luna,
volto imbiancato, molto particolare - invece guarda cosa mi viene
raccontata da un barbone pulito che conosce anche Jhon Everett
Millais, la cui moglie morì l'indomani mattina a causa del troppo
stare nell'acqua ghiacciata, fu la terribile conclusione della sua
storia, cui sembrava non volesse arrivare.

Pagare il senso con la morte non può essere, è troppo
un'ingiustizia … gli artisti muoiono vecchissimi, l'arte è una cosa
viva e quando si è morti è passata, non c'è più gusto, escluso per la
critica che prolifera in circostanze stranissime cui sono state
vittime gente meravigliosa tipo Salvator Dalì o Jhon Lennon la cui
esecuzione mi suona sempre più fenomeno Kult, molto negativo per i
tempi attuali e drammaticamente, i politici non fanno niente per
arginare questi movimenti sempre crescenti, anzi gelosi di tanta
popolarità, sembra li favoriscano, mentre io vado tutelato: l'arte non
è un optional in un mondo sempre più artistico e di cui si sente odore
se non a naso all'insù come i lupi.

Nel notare il mio intelletto erudito, ho avvertito che sarebbe
stato contento se gli avessi chiesto com'è che sapesse tutte quelle
cose, visto che aveva parlato di vasca da bagno, senza neanche dire
buongiorno. - Alla domanda sull'educazione subito è partito in quinta:
ha studiato per otto anni in convento – poi è scappato, per mettersi a
vendere il pesce a Dublino sua cittå - dopo che la barca affondò
riparò a New York, ivi, la sorella è sposata con un italiano. – Sempre
a suo dire, in America vivono venti milioni d'irlandesi e quattordici
in Australia più dodici in Irlanda … insomma fa che "I" italiani ed
irlandesi mettano insieme più gente che un continente, gli ho riferito
tirandogli un po' di bacchettate, quando ha iniziato a parlare quasi
da super stato e per tutte le chiacchiere che stava raccontando, senza
neanche soffermarmi più del dovuto, sulle cose che diceva, tanto
andava uguale, a ruota libera, su ogni dove.

In un censimento mondiale italiano, forse risulterebbe che siamo
più alle'tero che non in Patria. – Il Presidente d'Italia Cossiga ha
abdicato, consiglio d'Andreotti, nessuno me lo toglie dalla testa e se
n'è andato in esilio nel consolato italiano d'Irlanda, che a suo dire,
è il più bello del mondo.

9/1/0

Riccardomustodario

unread,
Jan 11, 2004, 10:17:14 AM1/11/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04010...@posting.google.com>...
> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04010...@posting.google.com>...

Io me ne vado e quelli vengono … se metto che zio Bill asserì che
avrei dovuto sloggiare per il quindici may … forse qualcuno l'aveva
illuso che stava arrivando un italiano più illustre - mi vien da
ridere.

Sempre quella mattina dell'intervista del barbone pulito, che
faceva domande per stabilire se io sapessi … quanta birra bevesse –
avevo comprato delle immagini sacre dei Santi, in uno dei negozi poco
distanti da casa, lato Broadway, in genere vado dall'altra parte –
qualunque direzione scelgo, sempre in salita si torna, abito quasi sul
dosso. – L'iconografie delle Madonne sono le solite, anche quella di
San Miche non è che sia diversa, però non avevo mai notato che
sconfiggesse il diavolo semplicemente calpestandolo, senza neanche
usare la spada, infatti, la stessa è nella mano opposta alla bilancia
e con i diavoli, tanti artifici non servono, stanno talmente sotto,
che appena tentano di uscire alla ribalta, basta la semplice pressione
della suola per rispedirli all'inferno. - Sicuramente è meglio
mostrarle queste cose alle genti del mondo, per ciø ho comprato queste
figurine sacre in un negozio indiano ed è inutile andarlo a dire al
venditore, perché già lo sa. Come se i fatti di Dio non fossero stato
niente nella Creazione del tutto e di cui noi, ancora non abbiamo
afferrato, il vero significato intrinseco, perché il male sta nel non
aver mai mostrato il bene a certe persone, che pensano che quel che
conoscono, sia l'unico modo di esprimersi. – Nei fatti di Dio, i
peggiori sono gli atei – che speculano nella grazia di Dio,
ostinandosi a dichiararsi, al di fuori della stessa. – Per esempio:
sono stato in prigione o in manicomio, poche ore la prima volta e
qualche giorno la seconda, però senza la grazia della Regina che regna
per dovere divino, l'essenza della Corona sta messa quasi in questo
modo, ed a ben rifletterci, la realtà non puø essere tanto dissimile,
chissà ora dove sarei, e non mi si venga a affermare che sono stato in
quei posti per visita charity o per spirito sociale, andando a
sindacare la situazione, oltre quelle porte per migliorarle. – Sia
lodato San Gennaro, sempre sia lodato - e pure la Beata Vergine di
Pompei – i luoghi più sacri e ricchi di devozione, secondo mia madre
ed anche per me. - La prima volta che camminai " mi lasciai " come si
dice in gergo, fu a nove mesi e nella Basilica di Pompei, con tanto di
fontana sorgiva d'acqua ferrosa in piazza – se non è miracolo questo:
alzati e cammina, Lazzaro.

Il barbone pulito vedendo le immagini sacre si meravigliò che una
Madonna non avesse la medaglietta
dei miracoli, tanto che ieri, quando mi condusse nel posto ristoro
della suora dei miracoli, stressò questo fatto – le dichiarai che lui
conosce la storia dei santi meglio di me ed anche la suora, mise fuori
una medaglietta.

Tornato a casa ho rovistato tra le cose, cercando delle medagliette
che avevo in una busta – non le ho trovate. – Sono stato tentato di
aprire il sacchettino con i santini che mi confezionò la signora
Bellazzi e che ho nel portafogli, ho desistito e quando sono uscito,
ho controllato ben bene che tutto fosse a posto: rubinetti, gas, luce
e termosifoni, chiavi comprese. – Ricordo che una volta Gustavo, non
trovando le chiavi, per cercarle meglio, s'arrampicò sul palo della
luce.

All'inizio della salita, sotto al ponte, hanno messo una targhetta
nuova dal sapore antico " MR16A " – I pullman sedici ed il trentadue
passano sotto casa. - Sul davanzale c'erano tre pietre di coccio e
quattro penny. – Ieri, dove avevo notato la targhetta, trovai una
persona che si era fermata mentre scendeva lungo la strada, per
leggere un cartello che saliva sul lato opposto, come l'avrà notato
prima di fermarsi. – In tutto questo guardare in tutte le posizioni,
incontrai il mio professore di computer animazioni e gli ho sostenuto
che ho pensato la storia e che in ogni modo non è una cosa che devo
fare espressamente io, in quanto all'uopo ci sono i design ed i
tecnici dei computer, i quali se aspettano me perdono terreno. – S'è
messo a ridere, ed è buon segno. – Immagina in televisione che quando
uno ride ridono tutti perché parte il segnale alla francese?!.– Per
mia madre alla francese significa quello che non si capisce (ndr)
Allora gli ho raccontato velocemente del flash che ho è delle
Costellazioni – io dei Gemelli vado incontro alla Bilancia, il Sole
attratto dal magnetismo della mia mente mi scoppia in testa e mi duole
il capo … ingrossando questo bernoccolo che non si schiatta. - Da
questa esplosione nasce la luna che in uno dei tanti pezzi disseminati
nello spazio va a schiantarsi sul volto di una donna che era da quelle
parti – Il professore ascoltava serio, ed a questo punto gli ho
affermato che era come nella televisione e lui si è messo a ridere,
pensando alla carta igienica. – Continuo spaziando su Giove dai colori
anni settanta eccetera e sul quale si sarebbe potuto mettere un bel
pacchetto di persone. - La Terra e la Luna solo gli unici corpi
celesti femminili e tutti gli altri pianeti ce la vogliono con il
nostro e relativo satellite in modo libidinoso, pure Venere – non mica
Venere è plurale fenminile? - Cosa che non ho detto, altrimenti si
sarebbe confuso. – Infine ho assicurato che mi ero iscritto, perché
volevo riprendere l'attività d'arredamenti negozi – e disegnare al
computer: bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti, sarebbe stata
garanzia di boom - ora il mercato s'era sciolto di nuovo, dopo la
stasi della recessione e delle elezioni.– Ci salutammo - deve fare
colazione ed andare a scuola. – Considerazioni finali: posso
scommettere con chiunque, che tra gennaio a maggio di quest'anno,
prima non so, in tutta Londra se si son vendute venti macchine da
caffè, è assai per quello che ho costatato. - Londra rappresenta un
mercato da quattromila pezzi l'anno. – Sicuro di un'esplosione futura
di mercato in quel settore, dato l'attuale momento di congiuntura che
volge al termine, avevo pensato al computer grafico, per meglio
sfruttare la cosa.

Il computer rappresenta la scomposizione elementare di tutti i
dati, è fatto proprio per te, mi suggeriva Bella Star, visto che sei
in stile italico elementare, com'è che lo fuggi?. – Nei libri mastri
della Camera di Commercio di Napoli alla voce " rimuda " si legge
questa dichiarazione << Due linee sinuose, in minuscolo ed in corsivo,
sovrastate da una scritta " rimuda " in stile italico elementare, il
tutto racchiuso in un cerchio >>. – Nozioni da master: con spirito
elementare, sono in Inghilterra, per tastare cosa si dice al di fuori
di Napoli & co. sparsa per il mondo?.

Ho rimesso l'orologio con la data – oggi è ventisei – ieri segnava
venticinque – la cosa strana sta nel fatto - che non vedevo
quest'orologio da minimo due mesi, eppure l'orario era pressappoco
preciso – è un automatico e la carica non dura tanto. – Stamani mi
sono accorto che la sveglia segna mezzora di differenza e non mi
ricordo se in anticipo o in ritardo - l'ho rimessa in orario
distrattamente.

La segretaria dl week-end – mi ha spedito una lettera datata trenta
aprile internamente e trenta marzo sul timbro postale – sul foglio si
legge tra l'altro che di lì a poco si sarebbe trasferita a Ravenna. –
Boh?!.

Le due linee sinuose che si leggono nel marchio rappresentano le
difficoltà e le gioie della vita. – Sono due linee ascensionali e
parallele che salgono per poi declinarsi e dopo aver toccato il fondo
del cerchio, corrono verso l'alto, dove incontrano il cerchio che a
malapena riesce a frenare la velocità di tale slancio emotivo
costruttivo. - Non c'è verso dallo spazio non si esce. – Il cerchio
rappresenta l'Universo – lo dice la parola stessa Uni Verso, il cui
centro è rappresentato da Dio e tutti i punti, sono equidistanti dalla
circonferenza – quale? – Se non allo spazio di tutto, che può partire
da un penny, per non dire una cellula, fino allo spazio infinito
circolare dell'immaginario. – Asserire che essere immersi in una
figura a tutto spazio equidistante dal centro o dire che si è defilati
in una posizione qualsiasi è la stessa cosa, in quanto Dio è tutto,
ovunque, in ogni dove. - … E qua non ci vuole la Bocconi, per tradurre
il comprendonio della linea rimuda, al centro di un cerchio su due
linee sinuose, che abbelliscono il marchio registrato, pronto per la
moda – il e per registrarlo, hanno chiesto pure un sacco di soldi di
tasse. – Tasse e clero in Europa: cattolici, protestanti, calvinisti –
dimentico qualcuno: ma?!.

Ho perso la concentrazione nello scrivere – aspettavo alle dodici e
quindici i due assistenti sociali e questi tardano. – Allora mi sono
messo a stirare: jeans, camicia e tutina ginnica che acquistai con
Bella Star. - Che fattura: per due pezzoline, una cifra da capogiro,
almeno mi mettessero le ali … bussa la porta … una persona distinta …
apro. – È stato inviato dal Council, in giacca e cravatta tweed –
perfetto stile scozzese, mi ha fatto vedere le mazzette di colori e
scegliere la moquette, dopo aver preso le misure. – Scartando subito i
ble ed i rossi in evidenza ho preferito per un color ruggine sabbiato
e pensandoci bene, tra poco questo flat mi piacerå veramente. – Mi ha
garantito che per il ventotto ci sarå il fissaggio al pavimento della
moquette e dei carpet, sia in bagno, sia in cucina: benissimo!.

Bisognerå solo escogitare com'evitare il caos di Kilburn, che mi
starebbe anche bene al limite … purtroppo non ho incontrato un
inglese.- Il punto è: se non mi fossero piaciuti gli inglesi, che
sarei venuto a fare a Londra – non mica solo questa piazza amplifica
le idee?. – Che strano: dopo Kilburn, c'è Maida Vale, forse il posto
più tranquillo del mondo.

Nei pub intorno casa, la musica Rock è un optional molto raro, si
suona di violino, in chiave folk. – Mi chiedo se sanno che gli inglesi
sono conosciuti principalmente per la musica rock, che indubbiamente è
la migliore del mondo o forse credono, che noi in Italia passiamo il
tempo pensando di aver perso la guerra? – Meglio l'Acid House dei
locali americani intorno al Lago Patria – a parte il fatto che mia
madre salvø dalla fame due inglesi prigionieri e questi, se lo sono
ricordato, fino a fare ricerche sui giornali, per ringraziare
pubblicamente mia madre.

Fu bello quando la dottoressa mi dichiarò " Riccardo, puoi andare,
sei libero anche se vorrei che restassi un altro poco qua – fuori c'è
troppo stress ". - Sapesse quanti altri punti bisogna chiarire …
11/1/04 3:11 pm

Riccardomustodario

unread,
Jan 12, 2004, 4:39:35 AM1/12/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...

> Fu bello quando la dottoressa mi dichiarò " Riccardo, puoi andare,

> sei libero anche se vorrei che restassi un altro poco qua ? fuori c'è
> troppo stress ". - Sapesse quanti altri punti bisogna chiarire ?


> 11/1/04 3:11 pm
>
> face&Bene
> rimudaSirePope

> AdoremusComputerLuceInTerraStellare una real?à per far rinascere i


> morti - 'Nhuè 'nhuè voglio a mammà & papà 'Nhuè 'nhuè DNA

11/1/04 3:11 pm

Meglio dirlo in musica: nei pub di Camden, si può ascoltare rock
dal vivo, così come in Angel – gli strumentisti rock sono uno
spettacolo, spesso si sentono bravissimi senza saper suonare e fatto
positivo, non bevono mentre suonano. – Nei pub del quartiere dove vivo
attualmente, i musicisti suonano folk a feeling con la birra. – Nel
mio pub preferito di Angel, appena costruito, la musica dal vivo è
gestita da una gruppo di matti originalissimi e bravissimi, ci danno
dentro anche con la sceneggiata, nei loro costumi degli anni a cavallo
tra i sessanta ed i settanta. - Il cantante, vera anima del gruppo,
calza una parrucca che più voluminosa non si può e si diverte poi, a
farsi vedere con i suoi capelli cortissimi che durante la scena, non
può sbattere. – Quel locale è perfetto – il manager ha sempre un
tavolo per me – lo incontrai ieri l'altro, all'entrata
dell'underground e mi disse di passare per il suo pub, perché ci
sarebbe stata la serata con il gruppo … non ricordo mai il nome:
uffah! - Invece era lui, diventato parruccone come il cantante: che
risate nell'attesa del gruppo, che è da ascoltare e da vedere
assolutamente.

Volevo continuare a scrivere per strada, quando un tale si è
avvicinato e per forza mi ha dato un invito per un fatto chiesa da
vivere nella serata. – Gli ho fatto notare che in chiesa vado solo di
domenica e non intendo cambiare le mie abitudini, tra l'altro stasera
devo andare a scuola ed a prendere la televisione - tra poco inizia
l'Europeo che questa volta vedrò da molto vicino, si gioca in Svezia.
– L'Inghilterra ha molte speranze di vincere - tifando Italia ed
Inghilterra penso sarà difficilissimo non esultare per il risultato
finale. – Forse dovrei prendere un cavo, vedo che c'è la presa della
ricezione del segnale centralizzata, può anche darsi che con l'antenna
incorporata di cui è dotato l'apparecchio, in questa zona si vedrå
bene, in Angel non era la male la visione. – La persona che voleva che
andassi nella serata a messa, mi ha pregato di prendere un suo
biglietto da visita, sembra una cartolina postale – nel porgerlo mi
dava le sue credenziali: abitare poco distante da me e potevo
rivolgermi a lui, per qualsiasi problema d'elettricità. – Leggo sul
biglietto cartolina l'indirizzo del suo ufficio: Leicester Square –
uffah – questi sembrano che mi vogliano per forza pilotare in ciø che
facessi prima di entrare in ospedale – non mica sono smemorato? – A
Leicester Square, frequentavo la scuola di Danza Swing " Notre Dame "
ma in questo momento ho altro da pensare, cosa che gli ho segnato sul
suo biglietto, casomai volesse fare qualcosa d'interessante nella
serata, vada pure a danza. – Stranezze una continuazione.– A me
scoccia essere seguito – persone interessate alle calcagne e senza
sapere perché si ostinano a seguitarmi, mi spaventano, anche se posso
intuire le loro speculazioni sulla mia persona, infastidiscono
oltremodo, sarebbero da considerare fatture che non incasserò mai,
perché sfruttate dalle loro forze occulte. – Fossi ricco, fossi
superstar, potrei anche capire, ma questi sì facendo, mi schiacciano a
terra prima di decollare: si zucano tutto.

Sabato scorso sono stato in un mega locale in kilburn - penso che
un tale cocktail di musica in un locale, mi sarå difficile
riascoltare, si è pure esibito sul palcoscenico un gruppo Acid Rock. -
Mi sono divertito moltissimo, eccetto quando il DJ ha fatto girare sul
piatto dei lenti che non potevano ballare neanche i lentissimi –,
infatti, ho temuto che in tanto languore dolce, sarei potuto cadere
affetto da cellulite ed ecco che subito è ripartito con dei pezzi
scatenati che mi hanno liberato di qualche chilo di grasso sciolto in
sudor liquido in un baleno. - Alle tre di notte, sulle note di Dio
salvi la Regina, si sono accese le luci e dopo che tutti abbiamo
ascoltato l'inno in piedi, quasi sull'attenti il locale ha aperto i
battenti per l'uscita.

Oggi non si esce - bisogna finire il libro – sono nel parco a
scrivere e di nuovo un sacco di cani … dal lato dove ci sono i bambini
le bestiole sono in numero minore, ma ci sono uguale. – Ohilà! -
Compaiono di fianco due levrieri bellissimi – finalmente cani
dall'aspetto dolce e mansueto.

La moglie di zio Bill asserì che il marito rincasa alle nove e la
sera non si apre la porta – avevo bussato per riprendere le mie cose
alle nove meno dieci … e lei aveva fatto presente delle abitudini
della sua casa alla mia ex moglie, nonostante io avessi sempre messo
premura di non coinvolgerla nelle mie situazioni, in quanto già trova
difficile gestire le sue, figurarsi anche le mie - A questo punto gli
esperti d'inzamamientos che la coinvolgono in faccende mie – li
considero complici da stabilire - cosa che ho detto chiaramente alla
dottoressa ed alla polizia, la quale non è andata tanto oltre, mi ha
solo portato in ospedale, per appurare chi mi spia o se questa
situazione è solo frutto della mia presunzione e quindi sono patetico
pazzo manicomio, che a fine aprile millenovecentonovantadue è uscito
dalla casa di cura dell'University Hospital per puro miracolo.

Quando sono andato a riprendere i miei averi, nella casa di zio
Bill, dove il fitto era pagato fino al primo maggio e lui aveva
dichiarato che avrebbe buttato tutto per strada, qualora non mi fossi
presentato per il ritiro, prima della data del fitto saldato a suo
tempo e tante altre chiacchiere che la stessa ex moglie mi assicurava
che si stava inventando di sana pianta e che anche a lei sembrava
strano per le cose che andava enumerando – pure a me sembrò che gli
fosse andato di volta il cervello, come se fosse in contatto con
qualcuno che chissà cosa gli raccontava.–Infatti, quando andai qualche
giorno prima, come già ho riportato e tutto era in buste di plastica –
aprì il cofano per farmi vedere che faceva sul serio e presi la
ventiquattro che era sul mucchio – garantendogli che di lì a poco
avrei ritirato tutto come da scadenze contrattuali – la moglie poi,
affermò che pensava che io ero fuori per lavoro e si meravigliø di
vedermi la prima volta in pigiama, come quando ero uscito – sembrava
stessero recitando. – Per la verità, un sacco di chiacchiere inutili,
che decido di troncare andando a ritirare i bagagli.- L'inquilino del
piano di sotto, ha un furgone e pare che questo faccia, secondo le
regole del buon vicinato mi rivolgo a lui, piuttosto che ad un mini
cab. - Incredibilmente, questi mi chiede trenta pounds – un mini cab
avrebbe chiesto massimo quindici, gli faccio notare – lui si attesta
sulle venticinque sterline, i bagagli son troppi … – all'orario
pattuito per il trasloco – si fa trovare con moglie e figli nel
furgone – io devo accomodarmi dietro, senza neanche un posto seduta:
quest'uomo è totalmente fuori?!. – Quasi quasi non salgo, ma, siccome
questa storia, prima si chiude e meglio è, decido di far finta di
niente. – Arrivati a destinazione, metto i miei beni nel furgone – zio
Bill salutandomi, mi augura tutto il bene di questo mondo - gli
ricordo i cento pounds d'acconto – lui mi garantisce " no problem "
domani li avrebbe spediti al mio recapito – mentre l'altro si
affrettava a dare il mio indirizzo … non so … gli stacco il
bigliettino dalle miei chiavi e glielo lascio. – Sono passati una
ventina di giorni da quella volta – sto ancora aspettando - come le
piante, n'avevo prese di molto carine: fioriranno. – Decisi di fare il
trasloco di venerdì, perché con l'avvicinarsi del week–end si è tutti
più disponibili – la moglie mi aveva assicurato telefonicamente, che
potevo andare quando volevo, come avevo previsto, era la giornata
giusta. – La mattina di quello stesso giorno vennero a consegnarmi il
divano, nuovo come pure un semiguardaroba e quattro sedie – poi,
qualche giorno dopo, ne vennero a prendere due – mi feci firmare una
ricevuta – non sto capendo niente, con tutta questa gente, che si
presenta alla porta – del tipo: assodato che il tavolo l'ha accostato
alla finestra, non ci vanno quattro sedie, per questo motivo le
ritiriamo o che ne so?.

Apro la ventiquattrore togliendone i fogli degli appunti delle
vicende in ospedale, allorquando avevo deciso di focalizzare la
situazione trascrivendola, e tra gli altri contenuti scopro il libro
messa di mamma, non è ingombrante sta nella mano. – A casaccio ne
leggo una pagina, inerente a ciò che bisogna fare nel periodo e mi
ritrovo a seguire gli insegnamenti di quel libretto per quel giorno
con devozione d'emotività controllata, viva, perché nuova: maggio il
mese delle rose … stranamente. - Potevo mai aprire quel libricino in
un periodo migliore?.

Ho detto a scuola, nella classe d'Inglese, dove mi sono recato
nell'intervallo dall'aula del computer, che il professore d'animazione
è mostruoso, vuole che io disegni tutto ciø che ho in testa – tutti ne
ridevamo di questa situazione - me tapino. – Parecchi di noi alunni,
sono abbronzantissimi – l'Inglese lo si puø studiare anche al sole di
questi giorni, ma il computer…? – Ritornato in aula di grafica il
professore mi ha chiesto come volessi iniziare – gli ho proposto il
banco bar con retrobanco compreso i clienti per un total look
elegante. – Mi ha bocciato l'idea, perché troppo complicata, per un
principiante, mentre ha appoggiato quella della Costellazione: sto
camminando nello spazio … lui fa cenno che sono giå nel difficile …
perø … continuo la descrizione simulando la scena completa in un
tutt'uno uguale a me - aggiungo uno specchio, giusto per non disegnare
tutta la scena. – Perfetto! – Dichiara lui, sei entrato nel computer,
la tridimensionalità è di questo strumento - una volta partorito il
primo disegno, il seguente si manifesta con semplicità, per l'altro in
profonditå che in simbiosi dovrebbe esprimere la Costellazione dei
Gemelli. - Si decide di partire dalla stella e mi mostra una serie di
seghetti, grazie ai quali si dovrebbe ottenere il design con faciltà.
– Ho l'impressione di sentirmi immerso nel mio marchio - tutte quelle
lineette familiari a suo tempo contemplate come proiezione design. –
In un impeto da carta igienica fumettata plano - potenza
sanrimudadecollato, è proprio vero, a terra c'è troppa cacchina,
checchetti, checcona: bisogna elevarsi!.

L'altro ieri sera, un tale addetto alla pubblicità si appicicò a
me, e camminando, in una mezzoretta si fumø mezzo pacchetto di
sigarette, mie, l'indomani a suo dire si sarebbe dovuto incontrare con
una bellissima ragazza ed un amico gli avrebbe dovuto prestare dei
soldi, perché lui in tasca, non aveva che due chiavi e tecnologia … se
la squagliò, quando andò a finire con i piedi nella … s'incavolø di
brutto e cambiò direzione – chissà cosa doveva girare …? – Faceva il
misterioso su un tipo di giornale che avrei dovuto conoscere – gli
riposi che non sapevo di cosa stesse parlando e se non me lo voleva
dire chiaramente, non continuasse con i suoi discorsi perditempo, ai
quali non prestavo ascolto.- Le mie collezioni sono frutto d'anno in
anno e sono le uniche novitå che seguo con attenzione e per i suoi
giornali che avrei anche potuto prendere qualora m'avesse detto do
cosa si trattasse senza indovinelli … altrimenti gli restava pur
sempre l'accendino anni sessanta, che aveva in tasca insieme alle
chiavi ed alla tecnologia andata in fumo, con il mio pacchetto di
sigarette. – Meglio chiudere ogni discorso per favore e figurarsi
quello con i piedi … benedetto!.

La prima Costellazione che compare sullo schermo mentre muovo il
mousse, è quella del Lupo Bianco, così come appare il foglio o forse
vogliono metterlo in bella mostra, in effetti, potrebbe essere un
pastore belga e bisognerebbe attrezzarsi con paletta onde evitare … la
veritå è che l'ho disegnato io, ma poco ci credo.

Riprendo a disegnare ed invece del banco bar esce uno stivale,
fatto abbastanza bene come scarpa, tanto è vero, prima di farla
diventare scarpone devo faticare abbastanza. – Non vorrei essere
incapsulato nei soliti luoghi comuni: italiano, stivale, scarpe. –
Qualcuno vuole farsi gioco di me?. – Se è così c'è da riaprire le
galere o come minimo mi devono dare Castel dell'Ovo - così iniziamo
seriamente a stabilire se Modello Principi Castelli nella Cittå è una
collezione vera o semplicemente una copia da Villa in Città come
titolava Vogue, rimpicciolendo. – Intanto, se soffro l'insicurezza di
qualcuno che manovra il computer, facendo comparire ciò che non ho
disegnato è finita – non c'è più gusto!.

La Costellazione del Lupo Bianco è meravigliosa. – La prima sera
che sono uscito ci fu un lupo bianco a guinzaglio lungo, mai visto un
cane più bello, il quale giunto alla mia altezza si fermò – questione
di feeling: ci ammirammo! – Chissà cosa dovette pensare il suo
padrone?.

Stamani sono uscito ed ho incontrato il barbone pulito. Mi ha
biasimato che stavo andando nella direzione sbagliata. – Mi sono
scocciato di quest'uomo, sembra che compaia apposta – di fatto, gli ho
risposto seccato. – Sono andato all'ufficio Benefits, cosa che avrei
dovuto fare ieri, ma a causa dei tanti impegni: tra gli assistenti
sociali non venuti, il tipo dei carpets e la scuola più altre cose
impellenti, che ora mi sfuggono, avevo completamente dimenticato che
era in programma la visita all'ufficio importante di questo momento.-
Mi hanno assicurato che tra breve riceverò anche gli arretrati, perché
Belfast, dove risiede il centro pilota bel e veloce, non ha ricevuto
ancora niente. – I fatti vanno a rilento – eppure la quadratura del
tutto è ha portata di mano – lo sento.
12/1/04 12:58 am

Riccardomustodario

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Jan 13, 2004, 5:28:59 AM1/13/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...
Dormire sul divano nei primi giorni è stato un po' difficile –
senza riscaldamento - la notte era freddo – mi coprivo con
l'impermeabile, avendo sotto il capo delle maglie a mo' di cuscino. –
Ora funziona tutto, ed a letto si dorme bene, anche se la finestra è
proprio a pochi metri dalla strada molto trafficata. - Mi sono
abituato al rumore – dove vivevo prima, in Angel da zio Bill, la
tranquillità era ben diversa.– Le previsioni del tempo in casa, sono
direttamente proporzionali a: luce, acqua, gas e termosifoni, una
miriade di tasti, pomelli, timer ed altri pulsanti, con i quali
bisogna familiarizzare immediatamente – sullo scaldino a gas è tutto
scritto rigorosamente in inglese - naturalmente.

Dedicandomi alla casa è di rigore la musica da compagnia tra un
lavoro ed un altro.– La Musica in inglese si scrive Music, mancano due
pezzettini per trasformarmi in note - uno per la t ed uno per chiudere
la o, i quali ricavandoli dalla u si ottiene Misto, Masto, Mesto …
uffah … Mosto e mentre canticchiavo in ordine alfabetico fino a Musto
… Dario, ho tirato fuori della scatola una cassetta a casaccio e sulle
note di " You are the best " sono cadute le chiavi del gruppo
metallico attaccato alla porta … - Uha! – Questi son potenti ho
pensato - prima e dopo - può essere mai possibile che se sto pensando
a me, non debbano rompano le armonie … qualcuno bussa alla porta – non
è Tina Turner, ma quello del van di ieri: aiuto! – Questi ha tra le
mani un oggetto, che a stento riconosco, con il quale si fanno
comparire e scomparire monete – lo comprai a Covent Garden, ma non
l'ho mai usato, perché non sono mai riuscito a mettere insieme cinque
pezzi da cinque scellini, unica moneta con la quale sembra funzioni. –
Un altro pezzo l'ho scoperto stamani in una busta, ne manca un terzo e
più di tutto mi chiedo, come abbia fatto a trovarlo, nel furgone ha un
caos indescrivibile?.

Si ritorna a vestire in modo civile: via il montgomery verde acido
ed eccone un altro dai bagagli – questo è verde intenso, molto
inglese, come si porta ora ed in un'ultima rovistatine pare non manchi
niente, tutto a posto, a parte certe lettere: che injucio
internazionale! – Mi sono recato a West Hampstead, un'altra storia
rispetto ai miei dintorni – che sono autosufficienti al massimo – ma
troppo affollati e poi un sacco di gente negli uffici dei benefits –
indubbiamente c'è molta gente senza lavoro ed il computer tende
continuamente ad ingrossare le file – fortuna che grazie alla social i
soldi per sostenersi sono asssicurati, come la casa per vivere - una
certa dignità individuale in nome della sicurezza sociale è garantita,
ma in Italia? – Gli italiani senza lavoro non sono pochi ed in un
mondo sempre più " turistico " bisognerà assolutamente prendere
provvedimento. – Inutile aggiungere che con ottanta sterline ogni
quattordici giorni ci compro niente e che le cifre vadano riviste,
però bisogna convenire che in un momento di transizione, in cerca di
lavoro, avere la garanzia di sopravvivenza, senza colpo ferire per le
proprie tasche, è importante. – È importante considerare che quando si
da qualcosa, si può anche dipendere tant'altro e questo fa equilibrio
sociale. – Per esempio sono convinto che assistendo in questo modo i
cittadini, la camorra subirebbe una bella batosta, invece prolifera,
perché c'è ben poco da fare, per sbarcare il lunario. – Siamo arrivati
che per combattere la delinquenza, non bisogna fare figli, perché
lavoro per tutti, è inutile che c'illudiamo, non c'è. – È mezzanotte:
l'orario delle streghe – meglio non scrivere ora, potrei pentirmene in
futuro, per l'entrata indesiderata nelle mie pagine, di qualche strega
di passaggio nel cielo delle scope dell'ora zero. – Mezzanotte e
dieci: si riprende! – Come? - Con un bel tavolo dove sedere l'Europa e
contarci nelle tasche e nelle tasse. – Povera Germania, si trova a
pagare di più?. – Noho! - Basta che faccia prestiti a tasso agevolato
e non perde niente, aspettando che gli altri si adeguino. - E gli
altri grandi? – Più o meno è come la Germania – solo che i tedeschi,
se si mettono in testa che devono costruire, sono i più larghi
nell'elargire.– Per marcia Nobel sicura, vorrei essere rappresentato
dal manager di quel giocatore tedesco, il quale dichiarò di essersi
scocciato di giocare a pallone, voleva dedicarsi alla famiglia, senza
problemi … legati al danaro. – In fin dei conti, per farlo desistere
dai suoi intenti, poco distanti, da quel ramo del Lago di Como,
dovettero aprire notevolmente i portafogli, per fargli ritornare la
passione del tappeto verde.

Stasera ho camminato abbastanza – Narcisus e Pandora street o road
– belle strade mai passate prima – mi sono anche sperso da quelle
parti. – Fosse almeno arrivata una Venere a riportarmi sulla retta via
– ora non starei qui a lamentarmi. – Di cosa? – Ah … prima di
disorientarmi in Narcisus, ho incontrato molte belle signorine – ero
talmente convinto di fidanzarmi, che avevo lasciato anche il divano
letto aperto. – Passeggiare dopo cena tiene in forma – non trovare
l'uscita in Narciso puø fare acido? – Non penso. - Certe cose mi
mancano: tipo mozzarella di bufala, pomodoro all'insalata, qualche
salume, però qui si mangia bene – basta solo dedicarsi ai fornelli,
cosa che non sempre mi entusiasma.

Mi sono rotto di stare nel calcio – lavoro da sempre – ho voglia di
stare un po' in famiglia, di fare il turista, diceva il calciatore. -
Quando andai a Milano, pochi mesi fa, per la Fiera Catering – con
colleghi di lavoro dell'Azienda d'Arredamenti Negozi con la quale
lavoravo negli anni ottanta – si andò a San Siro a vedere il Napoli. –
L'arbitro ci annullò un gol regolare e si pareggiò – sotto lo stadio
comprai una sciarpa. – Nell'underground, sulla strada del ritorno, due
ragazzi inglesi mi chiesero come fosse stata la partita – loro erano
tifosi del Chelsea, ma erano stati a vedere una partita del Mondiale
di Rugby, se ricordo bene. – Dichiararono che il loro giocatore
preferito, era il centravanti tedesco di cui ora mi sfugge il nome … -
Affermai convinto che il Chelsea ha un paio di giovani di sicuro
avvenire, e che senza Maradona ho l'impressione che il calcio sia
diverso. – Sulla sciarpa c'è un'infinitå di " N " noi pensiamo sempre
alla natività di tutte le cose belle e non ci rendiamo conto che
rischiamo d'essere negativi, se non usciamo da favole tipo il Lupo
Cattivo – troppo buono, invero, li deve annusare a distanze
chilometriche i camorristi e sbarazzarci totalmente dalla delinquenza,
così come dall'Italsider che deturpa ed inquina, dal depuratore di
Cuma, dal sovraffollamento che rovina un ambiente che solo duemila
anni fa, era il preferito dagli Imperatori Romani, ovvero dagli Dei
sulla Terra di allora, e chi più ne abbia, più ne metta, per rendere
tutto perfetto.

È di moda Yappies – suona come Hippy di vent'anni fa – che bello
scrollarsi vent'anni di dosso, in un sol colpo, mi ritroverei con
tanti capelli, magrissimo.- Quello che mi piace degli inglesi, è che
quando, si fa un fatto per bene, loro lo portano ad un livello
esagerato.
Ora per esempio, con la scusa che sulla brutta copia non si capiva,
abbiamo perso una dozzina d'anni – aspettiamo di vedere cosa produrrà
la bella e poi si giudicherà, perché il tempo passato per maturare
esperienza, non è mai buttato al vento.

Andando a fare shopping, ho visto in un negozio abbandonato, un
sole ed una luna insieme ad una maglia, unica cosa in vetrina,
lasciata così da mesi. - Il sole, sulla falsariga di come avrei voluto
farlo per la Costellazione: con i raggi. – Niente di peggio che vedere
le cose che si vogliono realizzare – come se volessero stressare, che
l'hanno già fatto da tempo. - Bisogna cambiare soggetto, e si va
sempre più nel difficile ed io con il computer sono a zero: uffah! –
Avevo anche pensato alla luna con tanto di faccia che avevo
individuato, mentre pensavo a questo fatto, è comparsa la persona?!. –
Sono strabiliato, ma non troppo, perché poco dopo, in un Charity Shop
compaiono due pappagallini tipo quelli che producevamo noi sulle
T-shirt famose con applicazioni e mettendo tutte le sequenze insieme,
resto ugualmente al centro di attenzioni che mi rompono, quindi meglio
soprassedere, tanto è il solito giro, in cui non ci guadagno niente,
anzi se non sono prudente, ci rimetto qualcosa.

Durante la collezione delle " Marunnelle " vivevo da ateo, senza
esserlo, e questa può essere l'unica ragione secondo la quale, mia
sorella con mia madre morta, additò me come causa del decesso. –
Rimasi sbigottito di tale dichiarazione. – Mica tanto? – Certamente
lei non viveva da cristiana più di me. – Perché dico questo? - Mia
madre era grave, e morì perché non trovava conforto nella sua
spiritualità in me non credente, potrebbe essere la sua tesi ed il
discorso non fa una piega – solo che io non sono mai stato ateo, anzi,
perø figuarati quelli … nei loro discorsi sani: Riccardo … Madonnelle
e Santini sui jeans - che speculazione … atea! – Sentenza
inequivocabile. – Mettiamo che essendo morta appropriamoci di questa
situazione essendo morta, appropriamoci di questa situazione per non
morire e vediamo come va lo stile Matusalemme. – È bassa speculazione?
- La verità è che mia madre pregava ogni giorno con me in testa, lei
Beata, quindi io sono Santo – solo che mi sono distratto. –

C'è chi non si distrae mai – alcune persone le vedo dappertutto e
sempre con lo stesso fine – ce ne sono diverse che soffrono il mio
fascino, mentre chi mi piace, appena mi degna, di uno sguardo. - Nota,
conoscerò di vista una cinquantina di persone belle, che mi permettono
di dichiarare che la gente mi piace.

Nel punto più alto del parco si vede Londra ed un tale, ascoltando
il mio inglese, si meravigliò che conoscessi la città così bene. – Non
mica si gira parlando?. – Gli inglesi sono abituati a viaggiare per
mare ed in acqua è bene stare a bocca chiusa, le coste qui sono
richiamo per marinai nell'Oceano, mare agitato, onde alte e lungo
questo mare glorioso, si legge la storia del mondo, quando tutto è
calmo.

Il barbone pulito è stato di aiuto negli uffici - poi quando doveva
ritirare i soldi è andato in escandescenze " abbiamo fatto i soldi "
ha gridato da pazzo manicomio. - Me ne sono andato, anche perché gli
irlandesi facilmente la mettono sul fatto che loro sono più mafiosi
degli italiani nei loro discorsi da luoghi comuni, ai quali non
appartengo. – Meglio evitare dialoghi senza testa né coda, da
imbarazzo intellettuale. – Addirittura nel pomeriggio mi ha bussato
alle spalle – forse ha dimenticato il nome – se dovessi incontrarlo di
nuovo gli annuncerò che ho un appuntamento con una ragazza e … buona
notte.

Ricordo quella sera che decisi di partire per Bolzano, per andare a
prendere mio fratello Nino, per farla finita con le tribolazioni che
si stavano ammontando continuamente, dal palazzo in casa. - Mi
ritrovai a P.za San Pietro … all'obelisco – dove mi sentii libero da
tutti i mali - e chi se l'aspettava che san Pietro è fratello maggiore
maggiore e se non l'avessi capito bene … se ne cadde pure un pezzetto
di molare superiore a sigillo, che mi trovai impastato in una
caramella.

Tempi lontani, quando si spendeva con faciltà, la macchinetta delle
sigarette, ha mangiato i soldi senza dare il contenuto richiesto – ho
guardato il barman con un certo cipiglio convenuto e lui sorry: è
vuota - money back.

Le banche non sono chiare – specialmente quando si hanno i conti
comuni, la cosa diventa ancora più complicata – ebbi l'impressione, se
non certezza che mancassero cento sterline – lo andai a dire
all'impiegata e lei mi rispose che non poteva controllare l'estratto
conto in quel momento, ma l'indomani senz'altro lo avrei ricevuto. –
Andai a casa e trovai la notizia che la banca aveva telefonato. – Non
ci pensai più, stamani, controllando sull'estratto conto, mi sembra
strano che in questa settimana, abbia speso, solo cento sterline.- I
soldi sono una cosa seria meglio perdere trecentocinquanta sterline,
piuttosto che affidare i soldi ad una banca che non ti garba. –
Cavolo: andrø ad estinguere un conto, per versare tutto su quello che
più mi da più fiducia – tant'è - l'altro me lo consigliò la mia ex
moglie: bancarella. – Parlando di soldi: devo iniziare a guardarmi
dalle spese – che inghippo – non so farne a meno e mi piace spendere.
- Questa settimana ho ripreso la televisione da loro, ne avevano due e
dopo mi ringrazieranno pure, perché la sera staranno in una sola
stanza e faranno più famiglia.

Spendo senza sciupare, perché sono un buon prodotto consumistico,
però spendo molto.– Secondo i canoni dell'economia politica mondiale
degli ultimi trent'anni, l'uomo non è più un animale politico, bensì
un prodotto che deve soddisfare e consumare i bisogni creati dalla
società – il risparmio crea l'inflazione. – Non è più così, perché il
prodotto, per essere edificato, non ha più bisogno della manodopera. –
La Fiat Uno, non ricordo quante migliaia di macchine al giorno produce
e quanti operai ha in fabbrica? – Presenze e nulla più - fa tutto il
computer – gli addetti ai lavori sono diventati sorveglianti. – Una
volta si vendevano molte più macchine, anche perché i dipendenti
acquistando in azienda, avevano un forte sconto.

Sulla strada di casa: un tale sta parcheggiando ed ecco che
un'auto, Uno bianca, sosta proprio dove voleva mettersi lui. - Una
camicia con cerchietti argentati sovrapposti su un tessuto di raso
pesante. – L'uomo porta una ventiquattrore ed una borsa – gli si apre
la valigetta – mi sembra strano, che quella camicia sia sopra il tetto
dell'auto - si vede che non è uno straccio, da abbandonare sul tetto
dell'auto. – Inizio a camminare più piano, voglio vedere chi prende
quella camicia - l'uomo con valigetta e giacca in mano, dato il mio
passo mi raggiunge, lo guardo in faccia: è sudato. – Arrivo dalle
parti di casa e lo vedo che entra nella roulotte parcheggiata poco
distante – mi chiedo perché avesse sostato l'auto così distante –
poteva essere sua la camicia, chissà perché la lasciata lì? – Forse
aveva scommesso: vuoi vedere che la prende e sudava freddo per aver
perso?.
12.1.2004

Riccardomustodario

unread,
Jan 13, 2004, 6:26:03 PM1/13/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...
> rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...

12.1.2004

Sto scivolando troppo in basso, con la scusa che le persone mi
piacciono, mi sto allenando a scrivere di loro e vorrei liberarmene,
per quello che producono d'osceno sui fatti miei, tipo un manifesto
Live che sembrava Love, che ho appena visto con tanto di scritta
inneggiante a qualcosa di sinistrista, tipo a MUSTO togli la L ed
ottieni Misto. - Sarebbe da chiedere al pennuto segretario comunista,
o chi per essi, per il lavoro. – Un tipo ginnico, in abbigliamento
turistico, mentre facevo per alzarmi, mi ha urtato il braccio, va
perdonato, sarå ubriaco – infatti ho chiesto anche scusa – quando non
si capisce, è meglio stare alla larga. - Forse vuole riferirsi al
fatto che s'imbrogliano a darmi il resto, per farmi atteggiare
d'essere largo di manica? – Avvenimenti shop, in edizione banca, con
contorno di personaggi che vogliono mettersi in mostra, confondendosi
sui livelli.

Esistono due negozi dallo stesso nome " Visionario " una volta in
uno di essi acquistai un capo, che non ebbi, altrimenti si sarebbe
guastata la vetrina. – La tipa della vignetta, mi consigliò di
sceglierne un altro differente e poco male che fosse un po' più caro.
– Uscii dal negozio con il pacco in mano, chiedendomi se a metà maggio
non ci dovesse essere lo sconto sul prezzo in vetrina su capi
invernali, come il piumone che avevo appena acquistato.- Diciamo la
verità: la donna dai capelli rossi, aveva proposto un acquisto, in un
modo così da commerciante navigato, che non potevo uscire a mani
vuote, andava premiata.

Ultimo pensiero prima di andare a dormire: ho parlato del diavolo,
o meglio di un commerciante che ne sa una più di lui - ora vado a
dormire, è notte fonda, sono stanco, non vorrei sognare niente di
strano, clienti che non vogliono pagare o altro - ho bisogno d'angeli,
sulle note di uno Swing fino alla sveglia - meglio dormire con la
figurella di San Michele sotto al cuscino. – Buonanotte!.

Stamani mi sono alzato alle dieci, superconvinto mi son preparato e
corredato di tutto l'occorrente nella ventiquattrore, ormai assurta a
mia scrivania da campo, mi sono portato nel parco dove sto scrivendo.
– Una bellezza si sta sedendo proprio di fronte a me, a ritmo anni
sessanta – in cuffia ascolto " The Animals " noto gruppo d'epoca,
sperando che tengano lontano i cani da zoo ed ho con me anche i Toto,
chitarrogena supersveglia. – Uscito di casa, mi sono accorto di aver
dimenticato la crema solare e senza imprecare, perché non è mio
costume, sono risalito ed ora mi spalmo, dopo essere passato per il
punto bar colazione mattino vicino, poco distante dalla targhetta
MR16A, meglio farsi sempre ricordare dall'antispionaggio – il tavolo
era occupato, forse era una spia. – Ben venga allora, una colazione a
sacchetto nel verde, dopo che lo squillo del telefono mi aveva
lasciato nell'attesa del caffè, la ragazza con cuffietta in testa, la
quale a suo dire, non ha rivali nel fare il caffè, mentre lo stava
preparando, ha dovuto portarsi alla cornetta, fortuna che ha fatto in
tempo con le pinzette ad imbustare il dolce e siccome si faceva
desiderare a lungo, un altro barman ha preso le sue veci ed ora sto
bevendo il mio caffè bollente che si mantiene tale per più di mezzora
in questi bicchieroni termici.

Da quando è nata la linea " Modello Principe Castelli Nella Cittå "
non lo avessi mai fatto: apriti cielo – tutte le donne a Napoli sono
diventate principesse e c'è anche competizione tra le stesse, in
quanto non tutte possono assurgere a tale livello, senza mettere che
c'è sempre minimo un'altra principessa che non vuole e non tende la
mano ad una pretendente al suo gradino. - Le donne sono una cosa
tremenda. – La danza è un buon fatto, perché in essa la selezione
artistica, è quasi naturale – la più brava è Prima Ballerina e le
altre fanno il Coro. – A volte vedo queste facce scolpite nella
pietra, che disegnano la realtà che si scippano la faccia, si
graffiano nevrotiche, perché non ce la fanno a salire nel mio
castello: non ho le trecce.

La realtà del M.P.C.N.C. era nei colori: coccio, ottanio, mastice
– accessori shock look che vestono l'abbigliamento. – I pellami, fatti
preparare all'uopo, erano perfetti, anche se bisognava aspettare,
inutile ricordare ai fornitori che il computer è veloce: la vacca
mette le corna sugli stand, ed in un baleno si trova insaccata e con
la pelle pronta per la concia ed a questo punto non si capisce perché
in conceria si perde tanto tempo.– Ho bisogna computerizzare anche il
mettere insieme le parti di pelle, il cucirle e farle vedere negli
uffici, degli addetti ai lavori seduti comodamente ai computer … per
la vendita?- Mandando a monte la bellezza della passeggiata per i
negozi?.- Sta passando la persona che per prima intervistato al job
center, deve essere una tipa veramente tosta, ha un orecchino nel
naso, ma come farå, se casomai a gennaio dovesse venirle il
raffreddore? – ora siamo in estate vabbeh domani mi porto anche il
costume – qua sembro innevato di creme: bianchissimo. – Si è seduta
un'altra stellina, ho scoperto alzandomi e guardandomi intorno - è
passato un cane mentre scrivevo dei computer – e mi sono scomposto,
così come la scomposizione elementare di tutti i dati, che abbiamo già
esaminato. - Siamo turisti: infatti, nel deserto esistono ancora i
nomadi. – La tipa si è seduta dove quando poco dopo che sono giunto,
era passato un poliziotto sorridente.

Si sta aprendo il mercato? - Gheddafi è pieno di gas e combustibile
e se lo desse a prezzo ragionevole, figurati quante Jaguar, bar,
gelaterie strade, cultura, eccetera gli si potrebbe proporre. –
Tecnologicamente, siamo capaci di rendere fertile pure il deserto, se
lui decidesse di occidentalizzarsi come si conviene, senza sprecare
soldi in armamenti che alimentano solo odio improduttivo per
l'umanità. - Da parte mia posso offrire carta igienica umettata, perø
nel deserto non mica ci stanno gli indiani?.

Quando scrissi dell'Italsider … dopo andai, in una discoteca
megagalattica e la notte rincasando avevo qualche assillo. – Il giorno
dopo, mia figlia e la madre, erano a pranzo da me – la sera avrei
fatto tardi a messa. – Figurarsi la mia mamma – ansiosa, la sognai sul
porticciolo di Nisida, dove sono in custodia i ragazzini discoli e mai
sia che l'indomani mattina non fossi stato ben sveglio, alle undici
pronto per andare in chiesa - perché fare questioni con mia mamma,
anche se distante miglia, è meglio … andare a messa, che da Nisida a
Poggioreale, dove sono in custodia gli adulti, il passo è breve. –
Mamma mia! – Siamo nati per visitare le chiese del mondo. - Quante
chiese cattoliche ci stanno in un mondo sempre più turistico? – Fammi
sapere dall'al di là. – Ciao.

Ci sono dei canali stranissimi – l'acqua prima è alta e poi è bassa
- non ho capito bene, come funzionano queste chiuse – deve essere un
sistema scalare. – Non noto saliscendi sul territorio, eccetto che in
Camden. – Salvo che i canali non siano lunghi chilometri, perché il
tragitto da qui al Tamigi, lo conosco come le mie tasche. – Le merci
viaggiavano da King's Cross in Scozia su zatteroni e quanto tempo
potevano impiegarci? – Una settimana? – Sette giorni artistici su un
natante da canale, fino ad Edimburgo per una vacanza da favola nel
frattempo annunciare: signore e signori ho scritto la parola fine - il
libro è terminato - il lupo di mare, data la calura estiva, si
trasferisce sulle montagne scozzesi dove è appena giunto.

Ci fu un'artista che mise gli escrementi in scatola - io ne
feci spilli da uomo stilizzati con pietre in ferro pompeano, e punto
luce in strass. – Ci fu una scrittrice che scrisse paura di volare. -
Bisognerebbe viaggiare in macchina potente, per andare alla ricerca
del tempo perduto, o con torcia elettrica visitare quei posti che
rifiutano l'energia elettrica ed a lume di candela cercano di fuggire
idee esasperatamente consumistiche. - Il mondo ha due linee: il
cerchio ed il quadrato degli angeli – sembra una torta democristiana.

Avevo adocchiato una partita di pelle, ottima per la mia bisogna. –
L'acquistai e lo stesso feci per una fibbietta da calzature, la quale
era molto cara nel suo settore, ma per cinture era una sciocchezza e
se metto che io esulavo un attimino dal settore stesso, in quanto
l'alta moda è un altro discorso, praticamente il costo del prodotto se
non era zero, poco ci mancava rispetto alla vendita, ma la ricerca era
esagerata. – Il quadrato rappresenta lo spazio sicurezza che esiste in
ognuno di noi, vale a dire la casa. – Questa cosa qui l'avevo in testa
da sempre.- Irma in ufficio fece un disegno allucinante: un quadrato
pieno d'inchiostro?! - Esatto: il moto perpetuo di un punto che si
sviluppa in macchia da cestinare – magari bastasse così poco per avere
la pelle sempre pulita. – Il pellame di vitello prima scelta che avevo
acquistato era in pelle satinata e liscia, con tanti piccoli
cerchietti – un vero capolavoro da buchi neri, dove la percezione del
tempo e dello spazio è la stessa cosa, punto in cui, essendo più
veloci della luce si entra nell'eternità. – Figli della notte, nemici
del sole, figli di buondonne, cosa dite?! – Niente! – Semplicemente
che sto tutto sudato, come se stessi lavorando o pregustando quando le
dovrò riprodurre in scala mondiale, per i miei clienti che vorranno
acquistare l'Eternitå. – Ne vendetti molte migliaia, ma ce ne sarebbe
da mettere in magazzino per milioni, in una nuova dimensione
d'entusiasmo di mercato.

Fa molto caldo. - Non ho sofferto tanto, neanche l'anno scorso
ad agosto. – La corrente del Golfo non è uno scherzo. – Pensavo che
sarebbe arrivata fin qua ghiacciata, invece, pare abbia acceso i
termosifoni anche nel parco.

La cintura quadrata, di cui sopra – la quale si legge, in virtù
dei suoi tredici tagli, ed ognuno d'essi racconta una storia. - Nella
parte centrale racchiude l'idea della forza per poi, grazie a due
stilizzazioni asimmetriche di figure di donna viste in sezione
svilupparsi in " nessuna giustizia, nessuna libertà, cioè basta con le
parole grosse, ma solo un pizzico d'amore, vero, nella sua essenza più
pura, più mera, più minima: minimale. – Tempo prima, con questa
dichiarazione, si era aperto il momento culturale che stiamo vivendo
tuttora, in un simposio intellettuale a San Francisco. – L'America che
gran paese! - È capace di girare pure il minimalismo, fortuna che
fanno tutto loro, pure lì arrivano molti protestanti, la religione
muove il mondo senza saperlo. – Senza dubbio, se una cosa non arriva
in America è sinonimo di fallimento – non capisco perché è sempre
l'America che deve mettere i puntini su tutto?.- Ha più mezzi!.
13/1/04 10:02 pm

face&Bene
rimudaSirePope
AdoremusComputerLuceInTerraStellare una real†à per far rinascere i

morti 'Nhuè 'nhuè voglio a mammà & papà 'Nhuè 'nhuè DNA

Riccardomustodario

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Jan 14, 2004, 10:01:33 PM1/14/04
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...
13/1/04 10:02 pm

Mamma mia: lo spazio, la luce, il tempo, i suoni, i colori,
artifici da Padreterno, in visita celeste sui nostri lidi terrestri,
ahinoi, divisi in tante spiritualità
non sempre comprensibili o determinati che siamo, da situazioni
contingenti, occasionali, che nel dubbio non riusciamo a sfruttare a
volo, lasciandoci trasportare in una scelta, tipo la liberazione di
una poltrona, come quella dell'Arcivescovo di Costantinopoli, ancora
vacante o meno, in ogni modo alla ricerca di un perché ben preciso.

A MUSTO se togli la L resta MISTO. – Mio cugino soleva annunciare
che afa fa Mustafà. – Mio nonno materno non aveva la " I " lui diceva
" io andò ". – Mio padre con trentasette di febbre s'inchiodava nel
letto vittima della fiacca – sfidando l'ilarità di tutti noi, mamma
compresa, che andava a lavorare, anche con trentotto di febbre. – Il
nonno paterno, morì giovanissimo, pare che il suo cuore cedette
anzitempo, non l'ho mai conosciuto, si chiamava Riccardo come me. - In
famiglia eravamo convinti che papà, a causa del decesso prematuro del
genitore, fosse malato immaginario originale. – Fino ai miei vent'anni
in tutta Napoli avrø incontrato massimo tre, quattro Riccardo, a parte
mio cugino. – A Salerno conobbi una Riccarda, fu il massimo, e siccome
era una bella ragazza ed io ero bellissimo, volle regalarmi, per farsi
ricordare, una stupenda giacca di pelle, che lei aveva preso a Resina,
che allora faceva chic, quando si riusciva trovare qualcosa di
particolare da poter sbandierare, indossandola. - Quella giacca dovrei
averla su qualche foto.

A mia mamma piaceva fare le spese nei negozi di Via Duomo, una
volta, potevo avere si e no dieci anni - scelsi delle scarpe "
polaccchine " di camoscio " verde " erano appena uscite - mai visto
niente di simile. – Non ero molto convinto per la verità, e siccome
nessuno dei miei genitori sembrava entusiasta della scelta, tanto meno
mio fratello, pensai: vabbeh! - Le prendo! – Se non mi piaceranno
quando andrò ad abbinarle, avrò anzitempo, delle altre paia, oppure ci
ritroveremo tutti con le scarpe verdi, in men che non si dica. –
Lasciammo le buste in macchina ed andammo nel negozio d'abbigliamento
a comprare le maglie – quando rientrammo trovammo l'auto svaligiata. –
Era la prima volta che facemmo un'esperienza del genere – da allora i
topi d'auto sono stati e sono tuttora, una vera tragedia. – Il
commercio per poter respirare, essendo il trasporto di vitale
importanza per il settore, si è trasferito da Piazza Mercato al nuovo
Centro Commerciale in Provincia.
Come centro commerciale, penso non sia secondo a nessuno in Europa e
siccome ha aperto i battenti, quando la crisi era già in atto,
talvolta da l'idea, di una preziosa cattedrale nel deserto – in fin
dei conti, spostarsi in centro costruito apposta, è stata corretto per
tutti i grossisti. – Al CIS manca una sola cosa: il verde – lo spazio
c'è – perchè non piantano gli alberi?.

Ero rimasto senza scarpe, perché si era a chiusura di negozi,
neanche ci rendevamo conto, di essere stati miracolati, perché
possedevamo ancora la macchina, è da tener presente, qualche anno
dopo, che i furti d'auto erano sempre più numerosi: il topo d'auto era
diventato zoccolone. – Mia madre lavorava pure di sabato, mezza
giornata, come mio padre d'altronde, però senza di lei non si poteva
andare a fare spese, perché era convinta di conservare amicizie
antiche con i commercianti del centro, i quali le facevano pure lo
sconto, perché da bambina e fino alla guerra, aveva i negozi da quelle
parti. – Ero sicuro, che lei avesse tutte le settimane, qualcosa da
comprare a Via Duomo, perché lì si sentiva ragazzina e poi quello che
mi stava veramente bene, era la sua amicizia con la signora della
pasticceria, quindi la tappa alle leccornie, era obbligata, per i
saluti. – Mia madre negli acquisti, metteva la cosa come diceva lei ed
anche un tantino in competizione, come se fosse stata la titolare di
chisså quale negozio, per poi acconsentire con quel suo sorriso beato
a ciø che diceva il negoziante e magari pagava anche di più, il che la
rendeva ancora più rispettata. – Erano i tempi in cui, non vi era in
vetrina il prezzo al pubblico, ed ogni vendita era una trattativa. -
Mio padre invece, era veramente conosciuto, quasi venerato, da tutti i
commercianti alimentari della città, in quella strada, dove mia mamma
entrava con semplicità incredibile in tutti i negozi, comprava
cravatte, in un negozio che per la verità, ne aveva di stupende, come
le camice. – Con mio padre in alcuni quartieri mi sentivo come Gesù
Cristo, stavano tutti a fare doni – a volte mi chiedevo, perché non si
chiamasse Giuseppe. – Gli uffici d'allora erano una vera tragedia –
bisognava fare delle file che prendevano giornate e mio padre stava
proprio ad uno di quei sportelli, ma lo stesso non poteva favorire
nessuno, perché conosceva tutti, però se proprio insistevano, potevano
ritirare il libretto sanitario sulla sua sezione di partito o nella
sua sede sportiva, guadagnando dieci minuti, dopo tre quattro ore
d'angoscia. Le sue sedi, delle pubbliche relazioni, si sovvenzionavano
principalmente con i proventi di questi favori, scuse d'incontri
d'affari per le mogli, che si tramutavano in partite a carte da tempo
libero – Mia mamma, viceversa, andava su tutte le furie – perché
asseriva che lui ci rimettesse nella gestione di queste attività extra
domestiche e con cinque figli poi … - Pure io sono convinto che lui ci
rimettesse in questa sua dimensione, però la cosa la vedevo splendida,
questione d'immagine, per ciò apprezzavo il suo modo di vivere, che
lui solennizzava come " attività politica ". – Ero ancora più sicuro
che lui ci rimettesse, perché a carte o a biliardo, non l'ho mai visto
perdere e tutto quello che vinceva, andava nel salvadanaio del fitto o
dei palloni o del campo di calcio. - Ad un certo momento, molto ma
molto di lå negli anni, prendendo le parti di mamma e facendo la sua
parte, ad un certo momento glielo dissi " ma perché non hai
imbrogliato, come tutti i politici che fanno politica e sei ancora
convinto che hai fatto politica? ". – Rispose di si! – Politica è
stare dalla parte della gente. Asserì. – Peccato che dopo sei sette
mesi spirasse e che mia sorella, né io, ci trovassimo allo stesso
punto, nello stesso momento, altrimenti, avrebbe incolpato del suo
decesso a me, mentre io sto ancora cercando il colpevole: la morte e
come sconfiggerla e se non riesco muoio disgraziato – il guaio è che i
miei contemporanei pensano al calcio, piuttosto che premersi le
meningi. – Sono convinto che anche quel modo, di scioccarlo sulla sua
considerazione politica, dovette stimolare le cellule della
conservazione della specie, che in lui erano sempre state fortissime,
ma che ad un certo punto, fu sul punto di cederle, completamente.– E
poi se sapevo di aver perso, perché imbrogliato, avrei provato più
gusto nel non ritrovarmi broccco.

Un altro Musto l'ho conosciuto, o meglio, si presentò
commercialmente … chisså proveniente da quali ricerche di mercato, con
un cartellone pubblicitariø enorme – forse il più grande, mai visto
all'epoca. - Allora dovevo essere quindicenne. – Questi, aveva una
fabbrica di guardaroba e mise il suo cartellone " Guardaroba Musto "
proprio davanti al palazzo nostro, conosciutissimo come " palazzo
Musto " con tanto di forma di nave. - Nessuno della mia famiglia, zii,
cugini eccetera, dichiarò che lo conoscesse … boh?!.
Erano i tempi in cui mio padre, insieme al carissimo zio Pio,
affermava che io non capivo niente, incapace quale ero, di distinguere
una prua da una poppa e per tale ragione, puntualmente, ero bocciato a
scuola, perché avevo i galeoni inglesi in testa. - La nostra casa,
all'ultimo piano, dava l'impressione d'essere ancora più in alto di
tutte, qualora uscendo dal cancello del palazzo, da prua si andava
verso poppa, situata in salita lungo la strada. - Nei vascelli dei
secoli scorsi e relative storie di mare, in salita si andava sui
loggioni dei galeoni e da quella mia osservazione infantile … zio e
genitore si articolavano a costruire barche, casomai io e la scuola
non fossimo compatibili all'infinito come sembrava, potevo sempre
darmi alla pesca che allora non mi piaceva proprio. – Loro sì che
pensavano che non mi accontentassi del gozzo e volessi la nave …
d'epoca addirittura. – La nostra abitazione, era benedetta da mia
madre, perché la più ariosa, ovviamente la più panoramica di tutte,
con qualsivoglia punte cardinale
dalla collina sotto controllo. – Il panorama da casa mia era qualcosa
d'incredibile, si vedeva ovunque, dal mare alla montagna: Eden. – Un
dì arrivarono gli anni sessanta – ci sta pure chi li chiama i favolosi
anni sessanta – la causa della dèbacle odierna, della città a
dimensione d'uomo.– L'inizio del declino della città – il centro
storico esplode – sotto la pressante spinta dell'intero territorio
cresciuto a dismisura, spesso proprio in virtù del nuovo mito della
comodità, pubblicizzato dal consumismo che fa assurgere Napoli in un
baleno a Metropoli ossessiva, almeno intorno al mio palazzo, dove
iniziano a circondare con un'infinità di palazzi, attaccati l'uno
all'altro e sempre più alti, eccetto l'edificio di fronte, la scuola,
che si è messa, alla stessa altezza del nostro palazzo.- Se fossi un
pittore, come mi ritrarrei in questo momento dagli occhi lucidi
ricordando quel periodo - basterebbero sessanta lacrime, a sciogliere
il colore?. – Poi arrivø il cartellone guarda … la roba di Musto che
non c'è più: il panorama!. – Il ricordo più bello che serbo della
visuale, addirittura con colonna sonora, è l'entrata nel porto delle
navi – la collina di Capodimonte, faceva da cassa di risonanza ai
segnali che rimbombavano nell'aria e di sera ci si affacciava per
vedere le navi illuminate.– Mi rivedo seduto al balcone, con mio padre
che andava e veniva dalla cucina, con una frutta sbucciata, mentre
guardavo il panorama. – Lui veramente sapeva dipingere, difatti, mi
regalø un macchina fotografica " Yashika " allora era quasi il top,
così affascinato dal panorama … a volte mi portava dell'acqua, ridendo
che non bevessi vino, consigliava di bere il vino, a suo dire,
l'acqua, arrugginisce i bastimenti a mare. – Al che gli feci togliere
l'abitudine d'avere bottiglie di Wisky o Rum in casa, le scolavo come
se niente fosse – ed ecco che la credenza si riempiva d'altre
bottiglie, che non toccavo. – Un lupo ad osservare il mare, segue una
sua rotta precisa, specialmente nella cambusa.

Ogni anno s'andava in villeggiatura, dapprima a Sorrento, poi ad
Ischia, in un punto incredibile, scelto chiaramente da mamma - la casa
più alta che esisteva sull'Epomeo. – Il terrazzo di quella casa era un
incanto - il mare che si vedeva da lì era enorme, mentre dalla nostra
sala da pranzo si rimpiccioliva sempre. – Un giorno pioveva, il mare
era molto increspato e non scendemmo a mare. – L'ho ancora presente,
quella fotografia mai scattata. – A fine luglio restai ugualmente lì –
perché finita la locazione del mese prenotato da mia madre – iniziø
quella di mio fratello, che si era sposato da poco.
- La differenza tra gli anni sessanta ed oggi è tutta qui: mio
fratello con moglie e prole – ragioniere presso una ditta privata di
trasporti, con appartamento in fitto in zona residenziale – poteva
permettersi anche la villeggiatura ad Ischia tutto il mese d'agosto -
in più aveva appena comprato la macchina, di media cilindrata.-Oggi, a
parte che non c'è lavoro, non so quali spese possa affrontare un
ragioniere, che dopo un anno di lavoro si sposa, eccetera.

Com'era quel fatto: lo spazio sicurezza che esiste in ognuno di
noi, punto forte della psicologia demenziale del quadrato. -
Inebriatosi perdutamente nell'azzurro mare di debiti per l'acquisto
dell'alloggio, gli italiani degli anni settanta iniziarono a
dimenticare di vivere. – Guardando indietro ci si chiede: chi ha
promosso questa linea, che ha cambiato la società, mettendo in cima ai
pensieri dei lavoratori, l'investimento nel bene casa, facendo
lievitare i costi di un tetto, a dismisura d'uomo, le banche o i
politici?.
<< Non ti curar di lor, ma guarda e passa – vuolsi così colà ove si
puote, indi poscia e più non dimandar >>.

nb. Queste due pagine di stasera, la undici e la undici e la del
secondo tomo, le ho gonfiate parecchio, mi son piaciute assai. – Sono
cose che si trovano sicuramente scritte più avanti – ciø presume,
maggiore attenzione in seguito, per non riportarle di nuovo – nello
stesso momento e come sempre, quello che ho inserito ex novo e che non
si trova sul testo originale, è stampato in un altro carattere
distintivo
15/1/04 2:46 am

Riccardomustodario

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Jan 15, 2004, 5:27:26 PM1/15/04
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15/1/04 2:46 am

Da tutti i continenti si danno da fare per farsi presenti, perø non
rispondono a richiesta d'invito economico – poverini, temono sia un
fatto cacchina, allora per dissimulare remore di sorta, con le persone
che parlo della questione, presto maggior cura.

Il prete della chiesa italiana, seguì il mio discorso e sentenziø "
Rivolgiti al consolato, perché per la religione, il fatto non
sussiste, non c'è reato ". – Uscito dall'ospedale ero andato a trovare
il buon padre, chiedendogli aiuto contro i diavoli, o frustrati che si
personificano tali, per magie loro, mal riuscite per la società.

È tutto chiarito! – Il consolato dovrebbe garantire il mio lavoro.
– Quale consolato? – L'ONU?! - Che consolazione …!– Quando ho scritto
questo libro, mi sentivo italoinglese, oggi sono angloitaliano, a
parte che la parola inglese, mi piace più d'anglo.

Secondo me, la parola inglese ha più sound di francese. –
Eppure, la musica house, deve essere nata in Francia, perché ivi le
mamme, non volevano che i figli uscissero di casa - c'era il lupo
cattivo nel bosco, famelico e peggio della mamma più strippata di
loro, per tenerli a bada, e questi poverini, non sapendo che fare si
diedero alla musica " intelligente " urtando da parete a parete, con
il capo senza ammortizzatore sulla stessa nota e di tanto in tanto
cambiando, carpendo un'altra nota, magari da qualche disco graffiato,
giusto per il bisogno computerizzato, di un movimento musicale. – La
musica che piace è il Rock – l'House ha futuro e lo ascolteremo
sicuramente in tutte le salse: si presta – mi aspetto un buon House
Rock.

Stamani nel parco non c'era nessuno – poco dopo è passata una
ragazza con un cagnolino delizioso – e poi una bambina di neanche un
anno, è giunta fino a me nel suo passo poco sicuro – mi sono messo a
camminare insieme con lei carponi, in direzione dei suoi genitori. – È
stato uno spasso. – I bambini, quando iniziano a camminare, hanno una
comicitå unica.

L'afa, di oggi pomeriggio, era soffocante, davvero ad un certo
momento, il parco sembrava soccombere di brutto alla mancanza
d'ossigeno. – Sono tornato a casa e mi son messo a lavare l'unica
porta non smaltata, e lo stesso ho fatto con calzini e mutande e non
sufficientemente bagnato, ho fatto una doccia, vero toccasana, in
certi frangenti. – Nella riconquistata freschezza, sono tornato a
scrivere e ora che siamo a sera, vado a radermi, dopo aver dato voce
ad una cassetta a volo di un gruppo che i ricorda un mio cugino di
secondo grado dal cognome simile. – Durante la seconda elementare, ci
fu la gara delle tabelline – lui ed io in finalissima – il maestro
aggiudicò lui come vincitore. - Non fui tanto sicuro, che avesse
pronunciato il risultato del prodotto delle cifre da moltiplicare
prima di me – ma era il migliore della classe ed onde evitare,
esultanza da stadio, qualora avessi vinto … la classe non è acqua, a
scuola passavo per svogliato, feci vedere a casa anche il premio, cosa
fosse accaduto, mio padre lo seppe dalla cugina, ed io me la ridevo, e
da allora non ho più studiato la matematica e bene ho fatto, perché
altrimenti il tempo per imparare le altre materie non l'avrei mai
trovato – non nascondo che mi piacerebbe avere a disposizione un
professore e tornare sui libri. - Bhe! – Vincendo il Premio Nobel – di
conseguenza arricchendomi, un professore privato che mi spiegasse la
materia, lo pagherei ben volentieri. – La lezione di matematica è "
arida " studiarla da autodidatta è sinonimo di stare fuori, mentre con
una guida competente nella scienza delle equazioni, in cui mi faccio i
conti e non mi trovo, la discussione sui numeri e postulati, assurge a
disquisizione filosofica significativa.

Gli ultimi a scuola, saranno i primi nella vita, soleva dire Padre
Morelli. – All'Enrico Fermi si faceva a gara a chi arrivava ultimo,
addirittura se ne cadde la strada. –
Papini asseriva che il bambino che esiste in noi ci prende per mano e
ci accompagna nel cammino della nostra vita. – La gatta di Papini si
chiamava Bucchina – se fosse stato un cane, avremmo potuto immaginarlo
a guinzaglio e non con il poeta a rincorrerla mentre insegue un
topolone. – Ernest Hemingway affermava che l'uomo si esprime
attraverso il lavoro – mi chiedo quanti uomini facciano un lavoro che
li soddisfi?. – Secondo Papini, la bontà di Dio si esprime
incondizionata, verso gli umani e le naturali vicende del Creato che
alla fine perdona anche Lucifero. – " Papi' sta fuori! " - Ha
dimenticato il Purgatorio, o più facilmente, ha sottovalutato che la
fine della fine, può essere quasi infinita. – Il Paradiso è il
Paradiso e questo fatto che chi si pente in fin di vita, può anche
andare in Purgatorio, non è che suoni tanto giusto a chi è stato per
tutta la vita con piede dentro ed uno fuori – però, finché c'è vita,
c'è speranza di rinsavirsi, e siamo tutti in attesa di buone nuove,
noi, anime pie.

Dieci e venti e sono nel parco, sono in tutina – mi scocciavo di
vestirmi – ed eccomi casual, tempo libero, sportivo: facile – così
come la scritta che porto sulla tuta New York città di footing per
eccellenza: Superman, Rambo e tanti altri eroi dinamici, quindi anche
se dovesse venirmi la … alla pizzaiuola - pussa via! - Devo finire il
libro!.- Ieri sulla busta originale della tuta ho cancellato York,
applicandoci su, del nastro adesivo nero per l'elettricità, che
attaccava più del mastice e con il pennarello d'oro ho scritto Nobel -
lavori da scrivania per restare seduto e non allontanarmi dai fogli da
scrivere – avevo quelle cose sul tavolo ed ecco che è comparso la
scritta " New Nobel " e se gli americani vogliono leggere New York
sulla mia busta, devono sperare che al prossimo concerto della
letteratura si faccia il mio nome – allora toglierø le striscette
isolanti, d'adesivo nero, pronto per un altro Premio da inseguire e
sul quale piombare come un falco, perché vinto il primo, il secondo è
più bello ancora e siamo solo al ventinove maggio
millenoventonavantadue.

Ieri, sono stato nel locale della settimana scorsa – il gruppo Acid
House non ispirava molto ed un centinaio di persone non riuscivano ad
esprimersi in pedana. – Dopo poco me ne sono andato, ripromettendomi
di tornare a notte fonda. – Sono nel pub – non mi servono – vorranno
farmi rientrare nel locale.- È appena entrato un femminella con un
cane da guerra esagerato - lo porta anche sciolto – mi ha guardato
stranissimo. - O.K.! – Il gruppo Acid House è più moda - sono
d'accordo! - Ma anche più sperimentale ed io mi scoccio di seguire i
saggi che non partono.- Vado in discoteca per muovermi, per sentirmi
in forma, per smaltire eventuali gassi che non ho, ma che si
potrebbero formare e se cento persone non sanno come muoversi, non
potete pretendere che io mi metta al centro della sala a fare la
Primadonna, per stasera, qua resto!.

Non ricordo chi disse " le rosse, che sfortuna - in amore, si
zucano sempre il mio fidanzalato ". Nerone dai riccioli rossi, volle
bruciare la città, per costruirla più bella – è stata la fiamma buona
sorte per Roma? – Al Fusaro i resti romani son pochi ma ben presenti,
quelli che non ha bruciato Nerone, che viveva quei lidi d'estate, l'ha
ingoiato il mare. – Nerone bruciando, andò oltre, bastava dissertare …
non riesco a concentrarmi è passata proprio ora una bicicletta e mi
sono girato pensando ad un cane a ruota.- Nerone, piuttosto che
discorrere a lungo sul da farsi, per esempio una bella partita doppia
architettonica, avrebbe risolto ugualmente, come l'edificazione
dell'Istmo di Corinto. – L'Imperatore al suono della lira,
probabilmente, adorava realizzare, opere ciclopiche come dovette
essere la ricostruzione di Roma per quei tempi, o il Tempio di Venere
sfondato di Baia. – L'Istmo di Corinto è uno dei pochi punti dove mi
son sentito piccolissimo – alzando lo sguardo al cielo e proiettando
lo stesso tra le due pareti rocciose, si ha l'impressione che l'imbuto
aperto dal cielo enorme, sia l'occhiello nel quale osservare la nave
di passaggio, in una profondità chiusa ed abissale vista dall'alto,
dove rilevarne le coordinate ed affondarla giocando alla battaglia
navale.- Nerone l'avrebbe bruciata la nave - per ricostruirla più
bella?. – È possibile costruire una petroliera meno brutta?. – Il
petrolio ha scocciato ed inquinato troppo, mi piacerebbe se fosse
eliminato: tragedia da oli travasati in stive impunite e sciacquate a
mare.– Ora mi sovviene, della gonna ad imbuto di Versace. - La sua
scomparsa, ed il modo dell'addio, mi fanno piangere, e le lacrime
s'ingrandiscono sempre più. - Se penso al costume, indossato per
strada, nel viaggio attuale della moda, squallidamente commerciale,
bruciato, così come pare, da una cultura kult, che si diffonde a
macchia d'olio divorando se stessa, pilotata da un potere intimidito e
compromesso da ciò che non sa spiegarsi. - Versace era super e
divertente, e senza di lui i trendisti, non trovano più gusto ad
asserire che Versace è il migliore, a filtrare dalla base degli
stilisti italiani e quando penso che forse, abbia pagato, perché
voleva giocare con me ed il potere non glielo ha permesso, sono
inconsolabile. – La moda ha perso una persona che è più del mito dello
status simbol del suo marchio, del suo nome. – Chi conduce il
baraccone economico, un domani forse, riuscirà a quantificare il
danno. - Bruja in spagnolo significa strega. - I novelli Nerone,
hanno bruciato Versace – il concetto di bellezza, è inequivocabilmente
in perdita, e dove sta andando tutto il settore, maggiormente
angosciato, poco dopo la scomparsa dello stilista, dall'agghiacciante
news di Dodi e Diana?. - È assurdo, piangere, in pochi giorni, tutta
una fetta importante, della cultura della bellezza del mondo
commerciale: il design di moda sulla bocca di ognuno, la First Lady di
tutti gli stilisti, la Principessa, la più fotografata del nostro
tempo ed il boutiquomane per eccellenza. – I nostri eroi, ci salutano
nello stesso tempo di un'estate, in circostanze tragicamente analoghe:
non ci posso credere!.

NB.Ritorno nel 1992, cambia il carattere e mi scuso se la postilla
è stata più lunga del previsto: personaggi di statura superiore
entrano dappertutto e Versace lo soffro benedettamene. – All'inizio
della loro scomparsa, era drammatico, tra lui e Diana mi sembrava che
ogni cosa
si fermasse nella loro tragedia
15/1/04 10:14 pm

Riccardomustodario

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Jan 16, 2004, 9:06:42 PM1/16/04
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Il giaccone quadrato, infeltrito, verde acido con i bottoni di
metallo che comprai da un cliente di Capua, una sera d'inverno senza
frontiera e cartelli di segnaletica stradale né illuminazione. –
Nitido buio particolare, poco lontano, le luci del villaggio ed i pini
che costeggiano la strada, con la stella polare sotto la luna in un
cielo terso, dove non c'era null'altro, eccetto noi ed i bufali, i
quali nella zona abbondano. - Procedevamo in direzione nord, la costa
era a sinistra.– Guardando il cielo, sbagliai deviazione e figurati se
Bella Star non s'avvedesse mai, dove stessimo andando, impegnato nella
musica qual era, per lui, tutto faceva colonna sonora, specialmente
una strada secondaria dal tono minore. – Altro che strada, eravamo in
un'ufaraia. – Me ne resi conto quando giungemmo su una lingua di
terra, di cui a malapena m'avvidi in tempo utile -la striscia
carrabile, si tuffava al centro di un quadrato, vuoto come se fosse un
trampolino. - Mi sembrava strano e cosa ancora più incomprensibile,
affacciandoci dai finestrini, non scorgevamo niente. – Essendo il
responsabile, scesi dall'auto ed a stento non sprofondai nella mota. –
Facendo molta attenzione, ed in retromarcia, uscimmo dal luogo
preferito dai bufali, i quali a quell'ora, fortunatamente, dovevano
essere nella stalla per la notte. – Arrivammo dal cliente, il quale mi
doveva pagare una milionata, come da appuntamento ed acquistai, per la
prima volta, un capo verde acido da uomo, un po' incenerito, come la
zampata che diedi nella mota. – Non mi ricordo chi disse: il verde è
il colore dei soldi. - A quel tempo ero affascinato dai colori della
castagna – tanto che quando feci la collezione di tailleur da donna
con la Bellazzi come colore, il verde petrolio lo centrammo
all'unisono … e Nerone con la mamma Agrippina nel verde del Fusaro,
cantava l'incendio di Roma, sulle cui ceneri, riedificarla più forte e
bella che mai. – Il Vesuvio, la Solfatara, dovettero fermentargli la
mente. - Napoli è così - trasmette un sacco d'emozioni particolari e
bisogna saperle cogliere nel verso giusto.

La prima volta che dormii, dopo anni, dai miei genitori – la
mattina quando mi alzai, entrai in cucina e la mia mamma mi passò il
telefono - era Martina. – Come avesse fatto a sapere che ero lì, resta
un mistero – asserì che non sapendo dove rintracciarmi aveva pensato
bene di digitare il mio recapito illo tempore. – Poco dopo telefonò la
socia Bellazzi. – Queste due telefonate di ragazze, così, a freddo, mi
dispiacquero per la mia mamma, la quale poteva fraintendere sulle
cause della rottura del matrimonio. – Mio padre invece, vedendo Bella
Star e rispondendo una volta a Gustavo telefonicamente, il quale
s'espresse da par suo, pensando che la voce dall'altro lato fosse la
mia, era sul punto di fraintendere in tutt'altra maniera.

Martina, direttrice commerciale di una multinazionale
importantissima, viveva in un residence della sua azienda a
Montecatini. – Dagli anni studenteschi non ci siamo persi di vista,
incontrandoci d'anno in anno. – Rara era una mia cliente degli anni
settanta, quando con un amico producendo accessori facemmo boom a
Napoli e con un portafoglio cliente, che andava ingrossandosi anche in
Italia. – Quando partii per far di Roma una seconda Napoli, e c'ero
riuscito, nel primo giro potevamo già enumerare una ventina di
clienti, il mio socio scoprì l'eroina ed arrivederci Roma, good-bye
all fiderzein, non ci fu verso di rinsavirlo e dopo qualche anno gli
regalai tutto ciò che avevamo in comune, pur di respirare aria
disinquinata – restandomene minimo sei mesi nel bosco. – Rara, stava
vivendo un periodo disastroso che si aggrava sempre, sin da quando
nella zona, si aprirono due boutique della sua immagine, più una terza
… colore del Napoli. – I conti del suo negozio erano più rossi che
mai, quando le consigliai di chiudere e di darsi alla rappresentanza –
cosa che le disse anche un amico comune, rappresentante, il più
esperto del settore, il quale la prese sotto la sua custodia. –
Incontrandola nelle boutique di clienti comuni, lei si dichiarava
sempre più soddisfatta della sua scelta, fin che non arrivarono le
dolenti note della chiusura dei conti, i quali nella rappresentanza,
sono un vero strazio quando si è rappresentanti diretti, figurarsi da
subagente. – Non si trovava più con il suo datore di lavoro, andò in
crisi e mi coinvolse nelle sue angosce. – Aveva asserito, per darsi
forza nel chiudere il suo negozio nei pressi di casa mia, su una
strada che adoro essendoci nato, che quella via le portava sfortuna.–
Per rincuorarla le proposi di mettersi insieme e lei toccando il cielo
con un dito, si adoperò fin tanto che dopo qualche giorno eravamo già
a Firenze e Carpi per contattare le ditte. – Immediatamente,
l'azienda, per la quale più si struggeva, c'invitò a Firenze e le
propose il contratto di rappresentanza in esclusiva per tutta la
Campania. – Da lì andammo a Carpi, zona dalla quale, lei l'anno
precedente aveva scelto in Fiera delle aziende che si rivelarono
l'arricchimento del rappresentante con il quale lavorarava – aziende
che si dispiacquero della rottura dei rapporti, perché lei aveva
classe e riconoscevano la sua bravura, ma che restarono con il loro
rappresentante, il quale, in tutta onestà, era valido – oddio, ogni
tanto qualche chiacchiera di troppo, poco male, ai modisti a volte è
concesso, qualche striscia da cronaca rosa in più. – I signori di
Carpi non li avevo mai visti prima. – Dopo una decina di giorni, Rara
ha un'agenda piena d'appuntamenti le cose vanno bene e lei pensa che
può far tranquillamente anche da sola e ci salutiamo, perché la socia
si era ingelosita non poco, dimenticai anche di fare i conti. –
Bellazzi era la più bella e ricca napoletana del momento, stilista e
con il pallino di dimostrare d'essere più in gamba di me. – Infatti,
sotto sua pressione, sicuramente, il padre di casa a Carpi, arrivø con
una ditta che le calzava a pennello " Capricci " e che ci stava
benissimo per chiarirci sui nostri punti di vista in materia lavoro. –
Con Rara ci fermammo a Montecatini per la notte, profittai per
incontrare Martina, la quale fu molto carina nel venirmi a prendere e
portarmi nel suo residence dove aveva più computer che stereo. – Ero
molto stanco perché eravamo partiti prestissimo, con il buio e
sull'autostrada, avevamo perso ore, a causa di un incidente unico: un
tir scoperto, s'era messo di traverso, occupando carreggiate centrali
nei due sensi, l'incidente coinvolgendo altre autovetture lasciava
pochissimo spazio per il flusso d'auto e conseguentemente s'era
formata, una coda chilometrica. – Passando oltre il punto
dell'incidente, notai che il tir era pieno di porci ammassati, in
piedi, pietrificati evidentemente dall'urto o dalla frenata. – Poveri
porci, insaccati tra le sponde del tir. – Fermi nel traffico
dell'autostrada, incontrai un conoscente della Boutique " Pullman " in
Corso Rettifilo, imbottigliato nella sua auto. – Vabbeh! -
Sull'autostrada si fila, una via retta fino a Firenze, cinque ore e
siamo lì.

L'indomani mattina Martina si alzò prestissimo, alle sei e mi tirò
letteralmente dal letto. – Mi condusse per strade e viuzze, pure i bar
per la colazione erano chiusi – giunti ad un palazzo antico, salimmo
sopra, fin sulla mansarda ed aprì un ragazzo, il quale stava
praticando la sua recita mattutina, inginocchiato davanti ad un
tempietto buddista. – Ringraziai della gentilezza, di volermi iniziare
come uno di loro, ma proprio quella mattina non era il caso. - Un po'
ci provai, ma era uno strazio. – Loro si riferivano allo strazio che
non sapessi recitare e di evitare di preoccuparmi, perché avrei
imparato. – Non riuscivo a scoprire dove s'annidasse l'allegria di
stare un'ora sulle ginocchia. – Facemmo colazione in un bel bar, lei
sembrava molto allegra, eravamo i primi clienti. - Dopo una
mezz'oretta, quando Rara fu pronta per uscire, ci recammo a Firenze.-
Tornato a Napoli, Martina mi fece telefonare da un maestro della
recita buddista e di a lì a poco, seppi che suonava con la banda
musicale più famosa d'Italia, la quale aveva uno spettacolo
settimanale, quello più seguito, sulla rete nazionale: suonava il
piffero. – Che vergogna! – Non ero riuscito a stare in ginocchio! - I
buddisti non mi convincevano. – Mi documentai e scoprii che i buddisti
sono penitenti e ripetenti e di che cosa si pentano e cosa ripetino,
non lo capii allora e neanche ora lo voglio sapere.

In genere la mattina faccio le cose con calma, anche se in fretta,
quella mattina ero stato solo veloce. – Al Fusaro ero: veloce, calmo
ed attento, perché la doccia aveva dei punti zampilli - come si
muoveva il tubo flessibile, usciva uno spruzzo bollente, in più punti
lungo il filo snodato e quindi iniziavo a muovermi armoniosamente,
dicendo buongiorno sotto l'acqua.

Il pastore belga è sempre più nero. – L'Europa è sempre più
cattolica, più protestante, più mussulmana, più buddista e tante altre
divisioni, che si sviluppano continuamente in nome di una libera
ricerca di Dio che non si capisce, perché debba sperdersi da Cristo.

Ai tempi di Pasolini e dei chiodi romani, si portava la noia ed io
scrivevo cose tipo la Monotonia del tempo: noi c'illudiamo di vivere,
una vita, ma non ci accorgiamo di sostenere un momento, un attimo
lungo, cinquanta o cent'anni, con la stessa monotonia, senza alcuna
armonia. – Pasolini dovette andare ben oltre, nel rompere le solite
armonie, vivendo il suo strazio da pazzo scatenato, in ricerca di
novità - chissà cosa dovette trasmettere al suo esecutore? – Tipo di
borgata – bullo – non molto intelligente.

Ai tempi dei giri d'Italia, prima che il mio socio perdesse la
volontà, causa forza d'aghi maggiore, facemmo tre quattro giri fino a
Bologna - mettendo insieme, un bel numero di clienti. – A Firenze non
siamo mai riusciti a trovare clienti, imbattendoci sempre in negozi
troppo moda o troppo commerciali. - Sarà forse causa di Michelangelo e
della sua ultima pietà, la Rondanini, l'incompiuta per eccellenza –
fatto è, che un paio di punti vendita giusti, medio fine punta fine,
mi chiedevo dove fossero. -
Sicuramente c'erano, perché negli anni ottanta li ho visti, ma quando
son pochi è come se non ci fossero o forse eravamo noi che arrivavamo
a Firenze con lo spirito particolare degli anni precedenti.

Michelangelo lavorava anche di notte, al lume di candela con
martello, colori, pennello e scalpello. - Il mio amico Restauratore
asseriva che l'artigianato è da considerare arte minore, ed io avendo
prodotto cinquantamila cinture negli anni ottanta, sia da considerare
un non artista e qualora mi facesse male il braccio, non potrei
lamentarmi.

La mia ex socia Bellazzi, ha sempre avuto i miei recapiti
telefonici, sarebbe il caso telefonarle per darle l'attuale che non
ho. – Mi farei anche una bella chiacchierata con il padre, sicuramente
il libro ne trarrebbe beneficio.

Il mio amico Restauratore andò a vivere con la dottoressa - si
fidanzarono. – Andai a trovarli - non c'era più il gatto –
volatilizzato. – Era assente chi rompeva le cose per farle
antichizzare – si sperava che il gatto tornasse.

La verità è che mi piace andare ha rilento dopo lo sprint iniziale
– attualmente i fatti che stilo sono più pieni – hanno più sapore:
ponderatezza

Bambule' entrò nel guardaroba, che era un mobile enorme e non
saldo tra le parti, a fare la spogliarellista,
vibrava tutto, mentre io non riuscivo trovare la frusta Art Deco'.– Un
paio di giorni dopo, il mio amico non trovava un dito di una statua,
una porcellana antica di Capodimonte, allegoria della primavera. –
Rifare il dito ad arte: che paranoia Luigi Filippo Stile Impero!. - Ed
ora senza il gatto come se la sarebbe cavata? – La sua fidanzata era
per il genere moderno.
17/1/04 1:56:06 am

Riccardomustodario

unread,
Jan 18, 2004, 12:24:16 AM1/18/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.0401...@posting.google.com>...
La frusta era in laboratorio, fu trovata dopo, tra i tanti imbrogli
che ivi erano ammassati. - Chissà el frojon, con quale sventurato
l'avesse usata che volendo scardare sul prezzo, l'avrà esaurito non
poco?. – mai sia che l'avesse saputo mia madre " Non solo vive con un
uomo, in stanze separate, ma ha anche la frusta?! ".

Martina la conobbi che frequentava l'Università d'Economia
Politica.- Viveva dalle parti dell'Orientale,
facoltà di lingue. – Quasi tutti studiano Inglese, sono pochi quelli
che studiano Francese, Spagnolo, Tedesco, Russo, eccetera. - Non ho
mai capito perché, la Facoltà di Lingue si chiamasse Orientale, mi
suona come un mistero di taglio internazionale, gli studenti sono
migliaia e quelli che studieranno Giapponese o lingue dei paesi di là,
si conteranno su una mano, effettivamente, non ne ho mai conosciuti. –
Tagliare una fetta di torta per gli studenti di lingue Orientali,
equivale a lasciarla quasi intatta. – La torta per gli studenti di
Lingua Inglese finisce immediatamente, restano nelle guantiere vuote
solo le bandierine.

Erano i tempi in cui frequentavo una comitiva d'amici, i cui
personaggi di spicco, immancabili, erano Valerio, Sandro e Natale, il
cui unico hobby serale, era fare le " acchiappanze " e si scommetteva
pure, chiaramente senza soldi, ma sarebbe stato meglio, perché in
certi frangenti, tipo la gara a chi ne acchiappasse di più, perdere
era molto antipatico, infatti, non si ammetteva che Natale per
esempio, il quale si vantava d'avere tantissimi rivali in città,
perdesse con un concorrente che abitasse poco distante da lui,
dall'altra del bosco dove eravamo noi - dovette essere in quest'ottica
che conobbi Martina. – Le capitò di passare sulla nostra strada con
quattro cinque amiche – indossava uno stranissimo saio francescano di
canapone, del tipo delle sacche girate fino a Bologna, perché le Alpi
stancano e superarle era impresa titanica, da romani. – Martina aveva
degli occhi enormi, che uscivano dal cappuccio ed illuminavano la
stupenda P.za del Gesù Nuovo, dove c'incontrammo. – Allora
m'interessavo di prodotti farmaceutici, principalmente da banco – ero
preparatissimo su tutto, ogni volta che ci vedevamo, mi prospettava di
iscrivermi ad una nuova facoltà – scoprì che tutte, sembravano
calzarmi a pennello. – A quei tempi ero esperto in panorama, infatti,
conoscevo tutti i punti, dove si faceva sesso panoramico.

Una volta con una ragazza d'Amburgo, alta due metri, il mio amico
Pietro Boschi doveva stare in ansia, per gli ammortizzatori della sua
cinquecento nuova di zecca, fortuna che c'era il femminella sardo che
lo distraeva. - Per trovare un punto panoramico a Marsiglia, a momenti
si faceva mattino – lo stesso mi capi†ò con una ragazza spagnola a
Lerici, un posto molto panoramico, ma con il caso Lavorini nell'aria,
poco mi fidavo.- Il caso Lavorini sconvolse l'Italia, prima di allora,
non vi era mai stato una vicenda di perversione da cronaca nera. –
L'omicida si dichiarò subito innocente, ma figurati chi gli credesse.
– Il punto più sessualmente panoramico è stato in un finestrone del
Castello di San Martino, con una ragazza del Rione Traiano, dove disse
di abitare, mi regalò anche una fedina d'oro che aveva al dito. – La
conobbi nella Floridiana, uno dei punti dove si sostava volentieri,
quando si giungeva tardi a scuola e la porta d'entrata era chiusa.-
Dopo qualche anno restaurarono il Castello – oggi è un capolavoro,
bello da vedere dalla mia ex finestra.

Adiacente al Castello di San Martino, c'è l'omonimo Museo che
conserva dei veri tesori d'arte in miniatura, tipo il presepio nel
guscio di noce o d'uovo ed uno stupendo quadro di Mancini "
Prevetariello ".

In uno di questi giri " turistic love " una sera d'inverno ci
trovammo nella zona industriale, molto dark, deserta quando le
maestranze smettono di lavorare. – Candele per un tête a tête si
alzano da ciminiere annerite dalla fuliggine, a guardarle, fanno più
buia la notte – le ombre della superficie lunare saltano subito
all'occhio - potenza della libidine scenografica decadente, in altri
frangenti sarebbero stati occhi.- Dopo La Costellazione del Lupo
Azzurro, in ambienti tipo, si sono organizzati i Free Party, peccato
che nel millenovecentonovantadue non esistessero, altrimenti sarebbe
stato bello descrivere qualche momento vissuto in essi.

Mi piaceva uscire con Martina, era della provincia d'Avellino,
quasi Puglia, con l'auto in due ore di macchina
ci si arriva. – Non conoscendo la città, se non il centro e Posillipo,
dove abitava una sua parente, viveva il mito di Napoli e niente di
meglio, che scoprire con lei, i meandri più nascosti o più
particolari, secondo la sua angolazione o quello che m'ispirasse.

A casa si era cinque figli, più i genitori – riuscire ad ottenere
il bagno era una conquista. – La mia mamma lavorava nella zona
industriale – dove ci trovavamo quella sera e mentre raccontavo a lei,
ciò che sto descrivendo ora. – La mia mamma, andava continuamente in
bagno, fortunatamente, era l'unica che ivi non amava leggere, la sua
rivista preferita " Famiglia Cristiana " forse allora, si doveva
vendere in Italia, più di Panorama. – A quei tempi avevo un
ottocentocinquanta targata ET (nota: dalla finestra, vedo una
continuazione, un pullman che passa e spassa, con la scritta ET :o) i
Marketing internazionali sono qualcosa d'incomprensibile e molto
rischioso, meglio dimenticare la targa originale).

Le mie letture preferite erano, della serie fumetti: il Grande
Blak, Capitan Miki e Topolino, poi il quotidiano Roma, la cui pagina
sportiva ho iniziato a leggere prestissimo e la Settimana Enigmistica
– riuscire a leggere un articolo, quando dovevo andare in bagno era
un'impresa. – La rabbia maggiore era trovare la porta aperta senza
nessuno dentro e non avere nulla da leggere – in quel preciso istante
volevo diventare " Tiramolla " un altro glorioso fumetto del tempo,
capace di allungarsi come un elastico, grazie al quale aprire la
consolle di stile importante con specchiera e tirarne fuori qualcosa
da leggere nel frattempo dei bisogni. – La consolle era di formica. –
Gli anni sessanta, sono stati gli anni tassativi della formica, non si
poteva avere niente altro di nuovo nelle case italiane – salvo
acquistare, robe da fissati delle tarme: di legno. – La formica anche
se di buona, fattura resta pur sempre formica. – La mia mamma per non
farla rovinare, perché gli spazi erano poco capienti e spesso nella
foga si rovesciava tutto il contenuto a terra, fece costruire sempre
in formica, un mobile con scaffali, che occupava un interspazio tra le
pareti, dove si misero giornali ed enciclopedie portatili, in modo che
se proprio aveva letto tutto, perché rigorosamente era vietato
rileggere, potevi sempre dare uno sguardo a ciø che m'interessava,
sicuramente di meno delle vicende di Carlo ed Alice che mi facevano
pisciare sotto dalle risate. – Insieme a Martina quella sera venne
fuori questo fatto " Le vignette di Carlo ed Alice sulla carta
igienica, in modo che quando Riccardo torna dalla scuola, non si deve
scervellare per trovare da leggere ".– Da ragazzo l'ubriaco mi faceva
ridere, oggi lo trovo patetico: peccato!. – L'idea era entusiasmante,
solo che Martina, puntualmente, arrivava a dei suoi punti competitivi,
in cui risultava impossibile sviluppare qualche discorso insieme,
altrimenti in quasi vent'anni che son passati, si sarebbe già
realizzata. – Addirittura asseriva che era la sorella che non riusciva
a spuntarla con me … che non avevo complici. – Dio sta all'amore come
l'energia sta al bene, in matematica si esprime
Dio:Amore=Energia:Bene.– Dopo qualche giorno edificø da vera futura
menager, il discorso delle bollicine benefiche " Se noi libriamo
energie positive, queste vagano nell'aria, e sotto forma di bollicine
ci torneranno, migliorandoci " incredibile, aveva il supermercato i
testa: la Coca Cola.

18/1/04 5:19:51 am
La frusta era in laboratorio, fu trovata dopo, tra i tanti imbrogli
che ivi erano ammassati. - Chissà el frojon, con quale sventurato
l'avesse usata che volendo scardare sul prezzo, l'avrà esaurito non
poco?. – mai sia che l'avesse saputo mia madre " Non solo vive con un
uomo, in stanze separate, ma ha anche la frusta?! ".

Martina la conobbi che frequentava l'Università d'Economia
Politica.- Viveva dalle parti dell'Orientale,
facoltà di lingue. – Quasi tutti studiano Inglese, sono pochi quelli
che studiano Francese, Spagnolo, Tedesco, Russo, eccetera. - Non ho
mai capito perché, la Facoltà di Lingue si chiamasse Orientale, mi
suona come un mistero di taglio internazionale, gli studenti sono
migliaia e quelli che studieranno Giapponese o lingue dei paesi di là,
si conteranno su una mano, effettivamente, non ne ho mai conosciuti. –
Tagliare una fetta di torta per gli studenti di lingue Orientali,
equivale a lasciarla quasi intatta. – La torta per gli studenti di
Lingua Inglese finisce immediatamente, restano nelle guantiere vuote
solo le bandierine.

Erano i tempi in cui frequentavo una comitiva d'amici, i cui
personaggi di spicco, immancabili, erano Valerio, Sandro e Natale, il
cui unico hobby serale, era fare le " acchiappanze " e si scommetteva
pure, chiaramente senza soldi, ma sarebbe stato meglio, perché in
certi frangenti, tipo la gara a chi ne acchiappasse di più, perdere
era molto antipatico, infatti, non si ammetteva che Natale per
esempio, il quale si vantava d'avere tantissimi rivali in città,
perdesse con un concorrente che abitasse poco distante da lui,
dall'altra del bosco dove eravamo noi - dovette essere in quest'ottica
che conobbi Martina. – Le capitò di passare sulla nostra strada con
quattro cinque amiche – indossava uno stranissimo saio francescano di
canapone, del tipo delle sacche girate fino a Bologna, perché le Alpi
stancano e superarle era impresa titanica, da romani. – Martina aveva
degli occhi enormi, che uscivano dal cappuccio ed illuminavano la
stupenda P.za del Gesù Nuovo, dove c'incontrammo. – Allora
m'interessavo di prodotti farmaceutici, principalmente da banco – ero
preparatissimo su tutto, ogni volta che ci vedevamo, mi prospettava di
iscrivermi ad una nuova facoltà – scoprì che tutte, sembravano
calzarmi a pennello. – A quei tempi ero esperto in panorama, infatti,
conoscevo tutti i punti, dove si faceva sesso panoramico.

Una volta con una ragazza d'Amburgo, alta due metri, il mio amico
Pietro Boschi doveva stare in ansia, per gli ammortizzatori della sua
cinquecento nuova di zecca, fortuna che c'era il femminella sardo che
lo distraeva. - Per trovare un punto panoramico a Marsiglia, a momenti
si faceva mattino – lo stesso mi capi†ò con una ragazza spagnola a
Lerici, un posto molto panoramico, ma con il caso Lavorini nell'aria,
poco mi fidavo.- Il caso Lavorini sconvolse l'Italia, prima di allora,
non vi era mai stato una vicenda di perversione da cronaca nera. –
L'omicida si dichiarò subito innocente, ma figurati chi gli credesse.
– Il punto più sessualmente panoramico è stato in un finestrone del
Castello di San Martino, con una ragazza del Rione Traiano, dove disse
di abitare, mi regalò anche una fedina d'oro che aveva al dito. – La
conobbi nella Floridiana, uno dei punti dove si sostava volentieri,
quando si giungeva tardi a scuola e la porta d'entrata era chiusa.-
Dopo qualche anno restaurarono il Castello – oggi è un capolavoro,
bello da vedere dalla mia ex finestra.

Adiacente al Castello di San Martino, c'è l'omonimo Museo che
conserva dei veri tesori d'arte in miniatura, tipo il presepio nel
guscio di noce o d'uovo ed uno stupendo quadro di Mancini "
Prevetariello ".

In uno di questi giri " turistic love " una sera d'inverno ci
trovammo nella zona industriale, molto dark, deserta quando le
maestranze smettono di lavorare. – Candele per un tête a tête si
alzano da ciminiere annerite dalla fuliggine, a guardarle, fanno più
buia la notte – le ombre della superficie lunare saltano subito
all'occhio - potenza della libidine scenografica decadente, in altri
frangenti sarebbero stati occhi.- Dopo La Costellazione del Lupo
Azzurro, in ambienti tipo, si sono organizzati i Free Party, peccato
che nel millenovecentonovantadue non esistessero, altrimenti sarebbe
stato bello descrivere qualche momento vissuto in essi.

Mi piaceva uscire con Martina, era della provincia d'Avellino,
quasi Puglia, con l'auto in due ore di macchina
ci si arriva. – Non conoscendo la città, se non il centro e Posillipo,
dove abitava una sua parente, viveva il mito di Napoli e niente di
meglio, che scoprire con lei, i meandri più nascosti o più
particolari, secondo la sua angolazione o quello che m'ispirasse.

A casa si era cinque figli, più i genitori – riuscire ad ottenere
il bagno era una conquista. – La mia mamma lavorava nella zona
industriale – dove ci trovavamo quella sera e mentre raccontavo a lei,
ciò che sto descrivendo ora. – La mia mamma, andava continuamente in
bagno, fortunatamente, era l'unica che ivi non amava leggere, la sua
rivista preferita " Famiglia Cristiana " forse allora, si doveva
vendere in Italia, più di Panorama. – A quei tempi avevo un
ottocentocinquanta targata ET (nota: dalla finestra, vedo una
continuazione, un pullman che passa e spassa, con la scritta ET :o) i
Marketing internazionali sono qualcosa d'incomprensibile e molto
rischioso, meglio dimenticare la targa originale).

Le mie letture preferite erano, della serie fumetti: il Grande
Blak, Capitan Miki e Topolino, poi il quotidiano Roma, la cui pagina
sportiva ho iniziato a leggere prestissimo e la Settimana Enigmistica
– riuscire a leggere un articolo, quando dovevo andare in bagno era
un'impresa. – La rabbia maggiore era trovare la porta aperta senza
nessuno dentro e non avere nulla da leggere – in quel preciso istante
volevo diventare " Tiramolla " un altro glorioso fumetto del tempo,
capace di allungarsi come un elastico, grazie al quale aprire la
consolle di stile importante con specchiera e tirarne fuori qualcosa
da leggere nel frattempo dei bisogni. – La consolle era di formica. –
Gli anni sessanta, sono stati gli anni tassativi della formica, non si
poteva avere niente altro di nuovo nelle case italiane – salvo
acquistare, robe da fissati delle tarme: di legno. – La formica anche
se di buona, fattura resta pur sempre formica. – La mia mamma per non
farla rovinare, perché gli spazi erano poco capienti e spesso nella
foga si rovesciava tutto il contenuto a terra, fece costruire sempre
in formica, un mobile con scaffali, che occupava un interspazio tra le
pareti, dove si misero giornali ed enciclopedie portatili, in modo che
se proprio aveva letto tutto, perché rigorosamente era vietato
rileggere, potevi sempre dare uno sguardo a ciø che m'interessava,
sicuramente di meno delle vicende di Carlo ed Alice che mi facevano
pisciare sotto dalle risate. – Insieme a Martina quella sera venne
fuori questo fatto " Le vignette di Carlo ed Alice sulla carta
igienica, in modo che quando Riccardo torna dalla scuola, non si deve
scervellare per trovare da leggere ".– Da ragazzo l'ubriaco mi faceva
ridere, oggi lo trovo patetico: peccato!. – L'idea era entusiasmante,
solo che Martina, puntualmente, arrivava a dei suoi punti competitivi,
in cui risultava impossibile sviluppare qualche discorso insieme,
altrimenti in quasi vent'anni che son passati, si sarebbe già
realizzata. – Addirittura asseriva che era la sorella che non riusciva
a spuntarla con me … che non avevo complici. – Dio sta all'amore come
l'energia sta al bene, in matematica si esprime
Dio:Amore=Energia:Bene.– Dopo qualche giorno edificø da vera futura
menager, il discorso delle bollicine benefiche " Se noi libriamo
energie positive, queste vagano nell'aria, e sotto forma di bollicine
ci torneranno, migliorandoci " incredibile, aveva il supermercato i
testa: la Coca Cola.

18/1/04 5:19:51 am
La frusta era in laboratorio, fu trovata dopo, tra i tanti imbrogli
che ivi erano ammassati. - Chissà el frojon, con quale sventurato
l'avesse usata che volendo scardare sul prezzo, l'avrà esaurito non
poco?. – mai sia che l'avesse saputo mia madre " Non solo vive con un
uomo, in stanze separate, ma ha anche la frusta?! ".

Martina la conobbi che frequentava l'Università d'Economia
Politica.- Viveva dalle parti dell'Orientale,
facoltà di lingue. – Quasi tutti studiano Inglese, sono pochi quelli
che studiano Francese, Spagnolo, Tedesco, Russo, eccetera. - Non ho
mai capito perché, la Facoltà di Lingue si chiamasse Orientale, mi
suona come un mistero di taglio internazionale, gli studenti sono
migliaia e quelli che studieranno Giapponese o lingue dei paesi di là,
si conteranno su una mano, effettivamente, non ne ho mai conosciuti. –
Tagliare una fetta di torta per gli studenti di lingue Orientali,
equivale a lasciarla quasi intatta. – La torta per gli studenti di
Lingua Inglese finisce immediatamente, restano nelle guantiere vuote
solo le bandierine.

Erano i tempi in cui frequentavo una comitiva d'amici, i cui
personaggi di spicco, immancabili, erano Valerio, Sandro e Natale, il
cui unico hobby serale, era fare le " acchiappanze " e si scommetteva
pure, chiaramente senza soldi, ma sarebbe stato meglio, perché in
certi frangenti, tipo la gara a chi ne acchiappasse di più, perdere
era molto antipatico, infatti, non si ammetteva che Natale per
esempio, il quale si vantava d'avere tantissimi rivali in città,
perdesse con un concorrente che abitasse poco distante da lui,
dall'altra del bosco dove eravamo noi - dovette essere in quest'ottica
che conobbi Martina. – Le capitò di passare sulla nostra strada con
quattro cinque amiche – indossava uno stranissimo saio francescano di
canapone, del tipo delle sacche girate fino a Bologna, perché le Alpi
stancano e superarle era impresa titanica, da romani. – Martina aveva
degli occhi enormi, che uscivano dal cappuccio ed illuminavano la
stupenda P.za del Gesù Nuovo, dove c'incontrammo. – Allora
m'interessavo di prodotti farmaceutici, principalmente da banco – ero
preparatissimo su tutto, ogni volta che ci vedevamo, mi prospettava di
iscrivermi ad una nuova facoltà – scoprì che tutte, sembravano
calzarmi a pennello. – A quei tempi ero esperto in panorama, infatti,
conoscevo tutti i punti, dove si faceva sesso panoramico.

Una volta con una ragazza d'Amburgo, alta due metri, il mio amico
Pietro Boschi doveva stare in ansia, per gli ammortizzatori della sua
cinquecento nuova di zecca, fortuna che c'era il femminella sardo che
lo distraeva. - Per trovare un punto panoramico a Marsiglia, a momenti
si faceva mattino – lo stesso mi capi†ò con una ragazza spagnola a
Lerici, un posto molto panoramico, ma con il caso Lavorini nell'aria,
poco mi fidavo.- Il caso Lavorini sconvolse l'Italia, prima di allora,
non vi era mai stato una vicenda di perversione da cronaca nera. –
L'omicida si dichiarò subito innocente, ma figurati chi gli credesse.
– Il punto più sessualmente panoramico è stato in un finestrone del
Castello di San Martino, con una ragazza del Rione Traiano, dove disse
di abitare, mi regalò anche una fedina d'oro che aveva al dito. – La
conobbi nella Floridiana, uno dei punti dove si sostava volentieri,
quando si giungeva tardi a scuola e la porta d'entrata era chiusa.-
Dopo qualche anno restaurarono il Castello – oggi è un capolavoro,
bello da vedere dalla mia ex finestra.

Adiacente al Castello di San Martino, c'è l'omonimo Museo che
conserva dei veri tesori d'arte in miniatura, tipo il presepio nel
guscio di noce o d'uovo ed uno stupendo quadro di Mancini "
Prevetariello ".

In uno di questi giri " turistic love " una sera d'inverno ci
trovammo nella zona industriale, molto dark, deserta quando le
maestranze smettono di lavorare. – Candele per un tête a tête si
alzano da ciminiere annerite dalla fuliggine, a guardarle, fanno più
buia la notte – le ombre della superficie lunare saltano subito
all'occhio - potenza della libidine scenografica decadente, in altri
frangenti sarebbero stati occhi.- Dopo La Costellazione del Lupo
Azzurro, in ambienti tipo, si sono organizzati i Free Party, peccato
che nel millenovecentonovantadue non esistessero, altrimenti sarebbe
stato bello descrivere qualche momento vissuto in essi.

Mi piaceva uscire con Martina, era della provincia d'Avellino,
quasi Puglia, con l'auto in due ore di macchina
ci si arriva. – Non conoscendo la città, se non il centro e Posillipo,
dove abitava una sua parente, viveva il mito di Napoli e niente di
meglio, che scoprire con lei, i meandri più nascosti o più
particolari, secondo la sua angolazione o quello che m'ispirasse.

A casa si era cinque figli, più i genitori – riuscire ad ottenere
il bagno era una conquista. – La mia mamma lavorava nella zona
industriale – dove ci trovavamo quella sera e mentre raccontavo a lei,
ciò che sto descrivendo ora. – La mia mamma, andava continuamente in
bagno, fortunatamente, era l'unica che ivi non amava leggere, la sua
rivista preferita " Famiglia Cristiana " forse allora, si doveva
vendere in Italia, più di Panorama. – A quei tempi avevo un
ottocentocinquanta targata ET (nota: dalla finestra, vedo una
continuazione, un pullman che passa e spassa, con la scritta ET :o) i
Marketing internazionali sono qualcosa d'incomprensibile e molto
rischioso, meglio dimenticare la targa originale).

Le mie letture preferite erano, della serie fumetti: il Grande
Blak, Capitan Miki e Topolino, poi il quotidiano Roma, la cui pagina
sportiva ho iniziato a leggere prestissimo e la Settimana Enigmistica
– riuscire a leggere un articolo, quando dovevo andare in bagno era
un'impresa. – La rabbia maggiore era trovare la porta aperta senza
nessuno dentro e non avere nulla da leggere – in quel preciso istante
volevo diventare " Tiramolla " un altro glorioso fumetto del tempo,
capace di allungarsi come un elastico, grazie al quale aprire la
consolle di stile importante con specchiera e tirarne fuori qualcosa
da leggere nel frattempo dei bisogni. – La consolle era di formica. –
Gli anni sessanta, sono stati gli anni tassativi della formica, non si
poteva avere niente altro di nuovo nelle case italiane – salvo
acquistare, robe da fissati delle tarme: di legno. – La formica anche
se di buona, fattura resta pur sempre formica. – La mia mamma per non
farla rovinare, perché gli spazi erano poco capienti e spesso nella
foga si rovesciava tutto il contenuto a terra, fece costruire sempre
in formica, un mobile con scaffali, che occupava un interspazio tra le
pareti, dove si misero giornali ed enciclopedie portatili, in modo che
se proprio aveva letto tutto, perché rigorosamente era vietato
rileggere, potevi sempre dare uno sguardo a ciø che m'interessava,
sicuramente di meno delle vicende di Carlo ed Alice che mi facevano
pisciare sotto dalle risate. – Insieme a Martina quella sera venne
fuori questo fatto " Le vignette di Carlo ed Alice sulla carta
igienica, in modo che quando Riccardo torna dalla scuola, non si deve
scervellare per trovare da leggere ".– Da ragazzo l'ubriaco mi faceva
ridere, oggi lo trovo patetico: peccato!. – L'idea era entusiasmante,
solo che Martina, puntualmente, arrivava a dei suoi punti competitivi,
in cui risultava impossibile sviluppare qualche discorso insieme,
altrimenti in quasi vent'anni che son passati, si sarebbe già
realizzata. – Addirittura asseriva che era la sorella che non riusciva
a spuntarla con me … che non avevo complici. – Dio sta all'amore come
l'energia sta al bene, in matematica si esprime
Dio:Amore=Energia:Bene.– Dopo qualche giorno edificø da vera futura
menager, il discorso delle bollicine benefiche " Se noi libriamo
energie positive, queste vagano nell'aria, e sotto forma di bollicine
ci torneranno, migliorandoci " incredibile, aveva il supermercato i
testa: la Coca Cola.

18/1/04 5:19:51 am

Riccardomustodario

unread,
Jan 18, 2004, 11:34:47 PM1/18/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...

18/1/04 5:19:51 am

Della mia ignoranza, ne ho già parlato e la confusione dei marchi,
generata dai fumi vaporosi delle bollicine, produce confusione
difficile da verificare, nel dubbio e senza l'aiuto di
un'enciclopedia, di un vocabolario, di un testo da consultare. –
Ironia della sorte, ho sempre con me quando scrivo, un translator
elettronico che puntualmente ogni volta che cerco una parola, mi
dall'equivalente prossima di essa, per esempio digitando Riccardo, non
esce Richard, in modo da controllare dove inserire la " h " bensì
rich. – Ho capito: meglio ricco che ignorante!.

Martina, si trasferì nella zona della Ferrovia ed una volta, mentre
risiedeva dalle parti del Corso Arnaldo Lucci, conobbe una
fattucchiera ed ebbe con lei una stranissima riunione. - Dopo mi
dichiarò che era convinta che io fossi andato là, perché nel momento
topico del trans, dalla pentola, pare stessero cucinando pasta e
fagioli, uscì cibo moltiplicato da San Gerardo, che lei assicurò fosse
mio Santo Protettore, quindi come non poteva, il Santo condurmi da
lei? – Sarà questa la causa di una nuova Buddista in Italia? – Che bel
fatto nuovo ho pensato! – Decisamente, quando penso, le novità
fioccano - sono sicuro che quando sarà a conoscenza di questo dato,
affermerà che non è vero, perché l'ho sempre serbato nel mio archivio
mentale questo concetto sulla conduzione, ma dovevo escogitare una
questione shock look di presentazione.

Non è che fossi dispettoso con mia madre, per la verità, raramente
ho fatto ciò che lei mi aveva inculcato di lasciar perdere. – A meno
che non si trattasse d'esperienze nuove, tipo i capelli lunghi o
marinare la scuola. – Per esempio: la mia mamma mi aveva sempre
assicurato di stare alla larga, dalla gente strana e da tutto ciø che
potesse sembrare paranormale e ne raccontava, non pochi d'aneddoti
assurdi, vissuti da lei in prima persona, quindi ero ben vaccinato da
questi imbrogli di spiritualità.

La medium iniziò a parlare latino e non mi ricordo quale altra
diavoleria di carattere imperiale - a momenti la stavano portando a
Roma … la parlamentare, invece che a Pompei, zona più vicina o forse
fecero solo un giro per la Ferrovia, ora non ricordo cosa mi raccontò
di preciso.

La stazione centrale la vogliono trasferire a Casoria per dare
spazio alla città, sarebbe un buon fatto, specialmente con
quell'insulsa pensilina che s'aggitta fin quasi la statua di
Garibaldi, che da quando sono entrate in scena le Leghe di Bossi,
trovo di un'insipidezza unica. – La stazione degli anni cinquanta era
un vero gioiello. - Come costruzione nuova, della seconda metà del
secolo non è male, forse la più grande d'Italia nel suo genere
contemporaneo, quindi si puø immaginare lo spazio che occupa e quasi
al centro della città. – Nell'area della stazione Garibaldi si
registra il settanta per cento degli scippi dell'intera città,
spostarla, darebbe a tutta Napoli, più sicurezza turistica.

Sempre nel periodo di quell'estate in cui nessuno voleva partire
per le vacanze, mi trovai con Irma a Bella Star, a casa di
quest'ultimo, la cui mamma, Vicepresidentessa delle Casalinghe
Campane, stremata da un anno di lavoro, aveva chiesto al marito
brav'uomo, di andare in vacanza, lasciando la casa in santa pace, a
detta del figlio.

Ci sarebbe da scrivere tantissimo di quei giorni, meglio
tralasciare perché si risolsero assurdamente in gelosia, quasi
esaltandola. – Si usciva da casa, principalmente di notte, più o meno
ci s'incontrava tutti, dalle dieci alle dieci e trenta, per andare a
passare la nottata in ogni dove ci fosse animazione quella volta sotto
la luna. – La mattina ci si alzava tardi o meno e nonostante ciò
ognuno era abbronzato, eccetto Irma, sempre più bianca, fino ad
assurgere a Donna Luna perfetta per il suo pallore. - Nella notte di
Ferragosto ricordo bene, mentre una luna sempre più piena, più enorme,
e poco distante mi guardava dal cielo, salutai e me n'andai – stavano
impazzendo: sicuro se non lo avessi fatto, m'avrebbero trascinato nei
meandri della loro follia. – Fosse stato precisamente Ferragosto o più
o meno il venti non lo ricordo bene, forse per sapere la data esatta,
basterebbe rimettere la luna in quella precisa posizione per ricavarne
la data – ho forse far passare una cinquantina d'ore, dalla partenza
del Forestale per Londra, il quale telefonò all'amica d'Irma, per
annunciarle che a Londra si vociferava che Bella Star fosse Guy … De
Mopassant?!. – Centomila injuci – mi davano fastidio, specialmente
proprio allora, con la riapertura dei battenti del lavoro e con tali
tarantelle, se le avessi seguite le loro teste, facilmente sarei
precipitato su per la discesa, così come mi sarei trovato in qualche
pezzo tarantella Rock, eventualmente in sviluppo dance, dall'ora ti
acchiappo, oh passo, che mi sfugge, lungo il cammino.

Andai con i miei amici ad accompagnare l'Olandesina al treno, lei
si rivolse al controllore per la sua cuccetta prenotata – sembrava
parlasse in italiano notò Bezzabea, guardando la cosa da fuori e di
cui né Bella Star, né io, ci accorgemmo. – Bezzabea era convinta che
io l'inglese non lo parlassi e comunicassi con lei in italiano.

In orari diversi, cercavo di passare quotidianamente due tre ore da
mamma. – In Ufficio ero veramente nelle braccia di Sant'Antonio. - Nel
P.co Europa non c'era nessuno, tutti in vacanza, il custode sembrava
la persona più calma che esistesse in questo mondo. - Fin che non si
presentò Bellazzi che mi fece sentire trentanovenne arzillo, tanto da
passare facilmente per ventinovenne. – Sua dichiarazione di
presentazione post Ferragosto, vacanza bruciata, da quando ti conosco,
iniziò la sua requisitoria, ti piace solo fare bordella: sesso droga e
rock and roll, e fortuna che non ti droghi, insieme a quel matto di
mio fratello, peggio di te una continuazione e chisså in questo
momento, quali personaggi schifosi peggio di te stai frequentando. –
Non c'è niente da fare, la Principessa dell'Assurdo, era appena
arrivata!. – Tina era ed è tuttora una ragazza perbene di robusta e
sana morale – aggiunse pure che non avevo una famiglia. – Madonna,
immacolata sembrava ella … chissà cosa si chiedesse ed in quale
Santuario fosse passata in quei giorni che non c'eravamo visti e dove
volesse condurre tutto il suo discorso? – In mente mia pensavo no
problem – assegni da incassare n'avevo molti, anche nel cassetto
n'erano un paio, quindi potevo ben affrontare tutte le spese che
avremmo dovuto fronteggiare, nonostante i mancati incassi che
c'eravamo prefissati, data la risoluzione negativa delle Medagliette,
causa forza maggiore e che probabilmente, l'aveva costernata più del
necessario.– Mentre sceglievamo le icone metalliche e per non essere
blasfemo volevo farne di nuove con sanrimudadecollato nel senso
dell'areo, veduta dall'alto, immagine fotografica elevatissima - lei
si tuffò immediatamente sulla sua immagine & santantonellaliberata e
la cosa forse l'aveva illusa più del dovuto, e mentre io avevo
accantona la cosa per quel momento, la sua metamorfosi dell'illusione
in delusione, stava mostrando in quella circostanza i suoi segni. –
Acconsentire all'aggiunta di santanonellaliberata, non mi costò
fatica, lo feci perché in fondo le volevo bene, però, ciò non
giustificava che desse a me la colpa, perchè se lei non era ancora
miliardaria, ciò era dovuto al ritardo che portava il suo conto, a
causa mia, cosa che espresse appena mise la famiglia in mezzo, sapendo
che su tale tasto, destava la mia attenzione … Quasi quasi le
telefono, chiedendole di spedirmi dieci, venti, trenta … no! - Forse
no? – Trenta certamente non me li spedisce e fortuna che c'è sempre
uno che conta, altrimenti la nostra vita, sarebbe come una barchetta
in mezzo al mare, cantava il noto cantautore della donna cannone. –
Miss Bellazzi, quando non riesce a convincermi delle sue idee o meglio
di ciø che non vuol dichiarare, perché sa solo lei, cosa le passi in
testa mischiata alla sua gelosia, in cui spesso, non trovando pace,
diventa ferocissima, il che in lei non guasta, perché è un aspetto
della sua femminilità, già stabilito a priori, quando non fa a pugni
con la realtà, palesemente diversa.
18/1/04 2:59:27 pm

Riccardomustodario

unread,
Jan 19, 2004, 7:14:35 PM1/19/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04011...@posting.google.com>...
In un paese del Vesuvio, una cliente, conduttrice di una profumeria
molto elegante, aveva esposto una locandina della cosmetica, che in
quel momento andava per la maggiore, per aver centrato l'immagine
femminile più bella che si potesse esprimere a livello acconciatura. -
Non vendo in profumerie, tranne in rari casi, tipo quel punto vendita,
che aveva qualcosa di più, in una località dove non n'esistevano
boutique equivalenti e lei fu ben predisposta nel commissionarmi un
buon ordine, quando le presentai la mia Azienda, facendogli pure i
nomi dei clienti che fornivo a pochi chilometri di distanza.

Sempre nello stesso periodo, il mio portafogli clienti s'arricchì
di un altro nome, Miss Bellazzi, la quale gestiva la Boutique più
grande di Napoli, non ricordo bene se tre o quattro piani, forse
eccessivi per un negozio da capi scelti. – Sfortuna volle che la prima
volta che uscissimo insieme, lei asserisse " Non capisco cosa mi sta
succedendo, tipica espressione di tutti gli uomini, che mi confidano
di trovarsi cambiati totalmente, dopo avermi conosciuta! ".
- Come si fa a dire questo ad uno stilista?.
– È forse lei, la fiamma che arde l'inferno della gelosia d'altre
donne?. - Togliamo le altre persone di mezzo, torniamo ad essere noi
due, e riprendendo dall'inizio: è forse lei la fiamma che arde
l'inferno, per il troppo incavolamientos spropositato, quando non si
trova con sanrimudadecollato, sempre più vicino al Paradiso sulla
terra?. – La sua mamma, pompiera – dichiara che la figlia esce da
dentro al fuoco – ci credo!.- È indispensabile saperne una più del
diavolo, il commercio sta diventando una cosa impossibile, però
mostrarmi le proprie capacità, ogni volta si presupponga che un
allucco rinsavisca … che scocciatura … è inutile scrivere, perché
anche negli altri settori, non è che si avverta più allegria e
sinceramente, è nel commercio che mi son fatto, le migliori risate.

Non è che conosca altri settori per la verità. - Non scrivo perché
voglio fare lo scrittore, ma perché voglio i soldi, Premio Nobel
incluso, e per questo sono a Londra, al centro del mondo testimone,
perché è la vendita che attesta la bontà del prodotto, e "La
Costellazione del Lupo Azzurro" deve produrre più d'ogni libro, a
parte La Bibbia, ed a questo punto, meglio non andare troppo oltre,
altrimenti si piglia collera Gesù Cristo, dice la mia mamma.

Questo letto è troppo artistico e cosa bisognerà cullare tra i
pensieri per un settembre d'avanguardia o quantomeno di partenza con
successo, per la vendita autunno inverno?. – Squilla il telefono è
Bella Star, il quale chiedendomi che fine avessi fatto da qualche
giorno mi raccontava che stava studiando " basso " seriamente,
assicurandomi dei notevolissimi suoi progressi – infine concludendo,
quella sera non potevo fare a meno di uscire: arrivava Naola,
entusiasta tra una tournèe ed un'altra, di fare chissà cosa. – Naola è
molto impegnata ed è Prima Ballerina veramente, le è stato asportato
un rene e ciø nonostante ha strabiliato tutti, tornando sullo stage,
senza nulla mostrare che ne scadesse la rappresentazione, anzi, più
brava che mai, tanto che la sua compagnia le aveva garantito che
scaduto il contratto, cui furono costretti a presentare alla sua
sostituta, l'avrebbero richiamata. - Lei nel frattempo, e forse ancora
con le ferite fresche, aveva meravigliato il miglior balletto di danza
classica francese ed ora era da lì che rientrava, per una breve
vacanza nella sua città. – Contemporaneamente anche Bezzabea, aveva
deciso di diplomarsi Prima Ballerina e chissà perché, s'era diplomata
prima, maestra elementare, che sicuramente per lei, sarà stato più
difficile. – Almeno quando mi diplomai io, gli anni di studio per
l'Abilitazione Magistrale erano quattro – lei addirittura cinque,
ballerina qual'era che ha impiegato più tempo di tutte essendo più
brava?!. – Resto perplesso, sul perché non avesse dato il saggio
prima, salvo prescindere, che andare a scuola può piacere molto.

Naola è personaggio, nel vero senso della parola e vedi quante
persone e con grazia, muove da casa per andarla a salutare. - I
migliori o i peggiori che esistono in questo momento in città, secondo
te le vanno incontro? - Avrei voluto, la sera successiva dichiarare a
Tina aggiungendo " Prima Ballerina si nasce o meglio si diventa,
grazie alle qualitå ed alla disciplina! ".

In una calda sera d'estate a casa della socia. - Lady Bellazzi, il
marito era fuori sede per lavoro, Gustavo ed io, abbandonati nelle
poltrone e Tina più fresca e tosta che mai nel salone, accompagnando i
suoi discorsi, tra una volè e l'altra, sfiorando il pianoforte chiuso,
che non sapeva suonare, data la mancanza di tempo per imparare,
cercando di farci assurgere a suo coro, esclama rivolta a me " Per
forza dobbiamo fare la ditta ". – Si sparge nell'aria divertita di
tutta la famiglia Bellazzi un tacito assenso, che suonava più o meno "
Non vorrei mai stare nei panni di Riccardo in questo momento, con Tina
così motivata, è meglio che sta zitto e fa fare tutto a lei e vediamo
dove vuole arrivare ". – Loro, però non sapevano. che la tipa, in quel
momento era perfetta, sol per la gelosia delle Prime Ballerine e lo
stesso Bella Star che la turbava non poco. – Se Tina fosse costante,
non ci sarebbero problemi, ma mi scocciavo dire queste cose, in quel
momento c'era atmosfera di piacevole novità ed ero ben predisposto a
viverla al meglio.- Lo sapevano benissimo, i precedenti erano
conosciuti: si partiva insieme e poi avrei dovuto fare tutto io e per
un'analoga situazione, avevo già tagliato i nostri rapporti
precedentemente e poi la mamma, alla fine, prendeva pure le parti
della figlia, già era successo, ed il giorno se ne uscì pure che a me,
si diceva tutto, tanto ero come uno di famiglia ormai. – In effetti il
padre, ogni tanto per zittirli, usava le maniere pesanti, come loro
stesso confidavano, per la loro insopportabilità conosciuta in
famiglia e di cui non se ne poteva fare a meno. - Mo', non lo so,
avrei dovuto pigliare le pistole dall'armeria a parete, e fare una
strage? – E darle ragione circa il suo credo " Gli uomini per me
impazziscono ". - Lei, senza garanzie di continuità, convinta che
quando ci s'innamora, si può anche diventare deficienti e siccome non
sa stare, senza essere innamorata s'inventa i fatti o forse teme che
io mi sia innamorato e figurati che allegria ritrovarsi con un socio
rimbambito. – Indovina chi viene a cena sotto mentite spoglie?. – Una
prima donna o un attore?! - Il fratello sorridendo, garantisce che la
sorella è cambiata – la mamma si consola guardando i suoi gioielli –
io, in una situazione di favore, poco parlo e molto mi godo lo
spettacolo. - La socia quando si mette d'impegno, sa attirar
attenzioni e la curiosità di veder svelato il suo fine, cresceva.- In
genere quando si crea un'Azienda, bisogna pensare al pubblico cui si
vuole andare incontro ed identificarsi in esso e per ciò che si offre.
- Sotto forma d'Azienda di Servizi, d'Azienda di Produzione o
d'Azienda di Capitale, con la nostra società di fatto, figura
scomparsa anche dal codice, tra l'altro, facevamo tutto compreso il
prodotto, distribuzione ed incasso, a parte la progettazione, non
esisteva formula aziendale, che non ci appartenesse. – Si partiva
baldanzosamente, con sani propositi, e dopo due settimane massimo,
Cenerentola spariva ed io mi dovevo sobbarcare un lavoro immane.– Non
avevo nulla da dire se non mi si prospettava una continuità d'azione,
di almeno un paio di mesi, come la prima stagione di lavoro in comune,
quando ci fermammo proprio perché arrivò l'estate ed ai costumi da
mare non avevamo pensato.
Sempre in piedi, cosa piuttosto insolita per lei, aprì l'agenda e con
un semplice sguardo, partì con una sfilza di nomi da etichetta
d'azienda, che dovevano sancire l'ufficialità di una nuova avventura
di società, senza che le precedenti fossero fallite.- A me " Dati "
piaceva e l'avevamo ben pubblicizzata. – Se qualcuno si soffermava
sull'interesse di un nome, lei velocissima passava al prossimo,
rincorrendo la prossima fermata, che già pregustava, dichiarando " Ah
ti piace questo? – Senti, senti quest'altro! ".– Bocciai l'idea "
rimuda " che lei pose su piatto d'argento, come eventualità bene
accetta,
e che io non mi soffermai più di tanto nella fretta di scelte, perchè
tale marchio doveva solo servire, per una collezione d'Alta Moda da
programmare con tutti i crisma, tra l'altro, la collezione d'accessori
per l'autunno, già era pronta e se lei fosse piombata in ufficio,
qualche giorno dopo, sarebbe stata completa ed in sintonia con il
pronto programmato per l'imminente settembre, mancava solo quel tocco
per dare dinamicità ulteriore a tutto il discorso, cosa che richiedeva
qualche altro giorno ed un'altra visitina ad alcuni fornitori.- Da
parte mia, il lavoro " rimuda " era in cassaforte fino a dicembre. –
Lei al mio diniego, non fu scontenta e fece per cacciare un ulteriore
foglietto – impressionando di conservare nomi ancora più preziosi ….-
" Iamme belle - facimm'ampresse " esclamò la mamma aggiungendo "
Trasferiamoci in cucina, altrimenti non si pranza ". – A questo punto
proposi " Donna Luna ". – A bocca aperta si rimirò nello specchio,
guardando tanto di luna e stellina, uguale il tatuaggio, lo aveva
anche il fratello " Abbiamo anche il simbolo ".


note
Son cose che succedono ai comuni mortali: sto andando a rilento. –
All'inizio viaggiavo a cinque sei pagine al giorno.- È da una
settimana che si e no ne trascrivo due, massimo tre. – Mi piace tutto
di quello che sto leggendo e trascrivendolo mi soffermo per lo stesso
numero di ore quattro o cinque, delle settimane precedenti, stando
meno alla tastiera però e più al monitor, assorbito nei ricordi che
avevo dimenticato e quindi niente di più divertente che
riviverli mnemonicamente. – Non ci avevo mai pensato, per timore di
arenarmi e se decisi l'estate scorsa che questo inverno lo avrei
passato al calduccio della rielaborazione delLa Costellazione del Lupo
Azzurro fu principalmente perché avevo già scritto tantissimo ed era
giunto il momento di soffermarmi, costasse anche un paio di mesi, per
completare a dovere la mia biblioteca da offrire al lettore, che a
quanto pare non arde dal desiderio se non per suggerire che è meglio
che brucio tutto. – Un altro dato importante del rilento è il seguente
" L'ansia del Madonna mia e quanta fatica c'è da fare è passata sono a
molto più avanti della metà dell'opera " e da quando scrissi che
aspettavo un tale ed invece arrivò un tal altro che si legge tutto in
modo ancora più incomprensibile e per afferrarne il contenuto ci vuole
per forza il sottoscritto che ne possiede le chiavi di lettura. – I
due che, probabilmente, si scambiarono appuntamento e mansioni, mi
diedero l'impressione che tacitamente volessero suggerirmi: attento
alle spie O.K. ma non dimenticare il controspionaggio – ecco spiegato
il motivo del perché di qualche volta senza capire, a parte il fatto
che non ho mai cancellato, una parola e quindi certe frasi, capita, di
sentire la mancanza del decifragnolo.
Ma diciamo la verità se non spiano me, a chi devono osservare e
peccato che lo Spin Doctor non c'è più, altrimenti registrava pure chi
marcava fogna o no?.
Intanto prima è saltato il documento ed ho perso un altro paio d'ore
per riscriverlo. - Più si lavora e più vien scritto bene? - Così pare.

In un paese del Vesuvio, una cliente, conduttrice di una profumeria
molto elegante, aveva esposto una locandina della cosmetica, che in
quel momento andava per la maggiore, per aver centrato l'immagine
femminile più bella che si potesse esprimere a livello acconciatura. -
Non vendo in profumerie, tranne in rari casi, tipo quel punto vendita,
che aveva qualcosa di più, in una località dove non n'esistevano
boutique equivalenti e lei fu ben predisposta nel commissionarmi un
buon ordine, quando le presentai la mia Azienda, facendogli pure i
nomi dei clienti che fornivo a pochi chilometri di distanza.

Sempre nello stesso periodo, il mio portafogli clienti s'arricchì
di un altro nome, Miss Bellazzi, la quale gestiva la Boutique più
grande di Napoli, non ricordo bene se tre o quattro piani, forse
eccessivi per un negozio da capi scelti. – Sfortuna volle che la prima
volta che uscissimo insieme, lei asserisse " Non capisco cosa mi sta
succedendo, tipica espressione di tutti gli uomini, che mi confidano
di trovarsi cambiati totalmente, dopo avermi conosciuta! ".
- Come si fa a dire questo ad uno stilista?.
– È forse lei, la fiamma che arde l'inferno della gelosia d'altre
donne?. - Togliamo le altre persone di mezzo, torniamo ad essere noi
due, e riprendendo dall'inizio: è forse lei la fiamma che arde
l'inferno, per il troppo incavolamientos spropositato, quando non si
trova con sanrimudadecollato, sempre più vicino al Paradiso sulla
terra?. – La sua mamma, pompiera – dichiara che la figlia esce da
dentro al fuoco – ci credo!.- È indispensabile saperne una più del
diavolo, il commercio sta diventando una cosa impossibile, però
mostrarmi le proprie capacità, ogni volta si presupponga che un
allucco rinsavisca … che scocciatura … è inutile scrivere, perché
anche negli altri settori, non è che si avverta più allegria e
sinceramente, è nel commercio che mi son fatto, le migliori risate.

Non è che conosca altri settori per la verità. - Non scrivo perché
voglio fare lo scrittore, ma perché voglio i soldi, Premio Nobel
incluso, e per questo sono a Londra, al centro del mondo testimone,
perché è la vendita che attesta la bontà del prodotto, e "La
Costellazione del Lupo Azzurro" deve produrre più d'ogni libro, a
parte La Bibbia, ed a questo punto, meglio non andare troppo oltre,
altrimenti si piglia collera Gesù Cristo, dice la mia mamma.

Questo letto è troppo artistico e cosa bisognerà cullare tra i
pensieri per un settembre d'avanguardia o quantomeno di partenza con
successo, per la vendita autunno inverno?. – Squilla il telefono è
Bella Star, il quale chiedendomi che fine avessi fatto da qualche
giorno mi raccontava che stava studiando " basso " seriamente,
assicurandomi dei notevolissimi suoi progressi – infine concludendo,
quella sera non potevo fare a meno di uscire: arrivava Naola,
entusiasta tra una tournèe ed un'altra, di fare chissà cosa. – Naola è
molto impegnata ed è Prima Ballerina veramente, le è stato asportato
un rene e ciø nonostante ha strabiliato tutti, tornando sullo stage,
senza nulla mostrare che ne scadesse la rappresentazione, anzi, più
brava che mai, tanto che la sua compagnia le aveva garantito che
scaduto il contratto, cui furono costretti a presentare alla sua
sostituta, l'avrebbero richiamata. - Lei nel frattempo, e forse ancora
con le ferite fresche, aveva meravigliato il miglior balletto di danza
classica francese ed ora era da lì che rientrava, per una breve
vacanza nella sua città. – Contemporaneamente anche Bezzabea, aveva
deciso di diplomarsi Prima Ballerina e chissà perché, s'era diplomata
prima, maestra elementare, che sicuramente per lei, sarà stato più
difficile. – Almeno quando mi diplomai io, gli anni di studio per
l'Abilitazione Magistrale erano quattro – lei addirittura cinque,
ballerina qual'era che ha impiegato più tempo di tutte essendo più
brava?!. – Resto perplesso, sul perché non avesse dato il saggio
prima, salvo prescindere, che andare a scuola può piacere molto.

Naola è personaggio, nel vero senso della parola e vedi quante
persone e con grazia, muove da casa per andarla a salutare. - I
migliori o i peggiori che esistono in questo momento in città, secondo
te le vanno incontro? - Avrei voluto, la sera successiva dichiarare a
Tina aggiungendo " Prima Ballerina si nasce o meglio si diventa,
grazie alle qualitå ed alla disciplina! ".

In una calda sera d'estate a casa della socia. - Lady Bellazzi, il
marito era fuori sede per lavoro, Gustavo ed io, abbandonati nelle
poltrone e Tina più fresca e tosta che mai nel salone, accompagnando i
suoi discorsi, tra una volè e l'altra, sfiorando il pianoforte chiuso,
che non sapeva suonare, data la mancanza di tempo per imparare,
cercando di farci assurgere a suo coro, esclama rivolta a me " Per
forza dobbiamo fare la ditta ". – Si sparge nell'aria divertita di
tutta la famiglia Bellazzi un tacito assenso, che suonava più o meno "
Non vorrei mai stare nei panni di Riccardo in questo momento, con Tina
così motivata, è meglio che sta zitto e fa fare tutto a lei e vediamo
dove vuole arrivare ". – Loro, però non sapevano. che la tipa, in quel
momento era perfetta, sol per la gelosia delle Prime Ballerine e lo
stesso Bella Star che la turbava non poco. – Se Tina fosse costante,
non ci sarebbero problemi, ma mi scocciavo dire queste cose, in quel
momento c'era atmosfera di piacevole novità ed ero ben predisposto a
viverla al meglio.- Lo sapevano benissimo, i precedenti erano
conosciuti: si partiva insieme e poi avrei dovuto fare tutto io e per
un'analoga situazione, avevo già tagliato i nostri rapporti
precedentemente e poi la mamma, alla fine, prendeva pure le parti
della figlia, già era successo, ed il giorno se ne uscì pure che a me,
si diceva tutto, tanto ero come uno di famiglia ormai. – In effetti il
padre, ogni tanto per zittirli, usava le maniere pesanti, come loro
stesso confidavano, per la loro insopportabilità conosciuta in
famiglia e di cui non se ne poteva fare a meno. - Mo', non lo so,
avrei dovuto pigliare le pistole dall'armeria a parete, e fare una
strage? – E darle ragione circa il suo credo " Gli uomini per me
impazziscono ". - Lei, senza garanzie di continuità, convinta che
quando ci s'innamora, si può anche diventare deficienti e siccome non
sa stare, senza essere innamorata s'inventa i fatti o forse teme che
io mi sia innamorato e figurati che allegria ritrovarsi con un socio
rimbambito. – Indovina chi viene a cena sotto mentite spoglie?. – Una
prima donna o un attore?! - Il fratello sorridendo, garantisce che la
sorella è cambiata – la mamma si consola guardando i suoi gioielli –
io, in una situazione di favore, poco parlo e molto mi godo lo
spettacolo. - La socia quando si mette d'impegno, sa attirar
attenzioni e la curiosità di veder svelato il suo fine, cresceva.- In
genere quando si crea un'Azienda, bisogna pensare al pubblico cui si
vuole andare incontro ed identificarsi in esso e per ciò che si offre.
- Sotto forma d'Azienda di Servizi, d'Azienda di Produzione o
d'Azienda di Capitale, con la nostra società di fatto, figura
scomparsa anche dal codice, tra l'altro, facevamo tutto compreso il
prodotto, distribuzione ed incasso, a parte la progettazione, non
esisteva formula aziendale, che non ci appartenesse. – Si partiva
baldanzosamente, con sani propositi, e dopo due settimane massimo,
Cenerentola spariva ed io mi dovevo sobbarcare un lavoro immane.– Non
avevo nulla da dire se non mi si prospettava una continuità d'azione,
di almeno un paio di mesi, come la prima stagione di lavoro in comune,
quando ci fermammo proprio perché arrivò l'estate ed ai costumi da
mare non avevamo pensato.
Sempre in piedi, cosa piuttosto insolita per lei, aprì l'agenda e con
un semplice sguardo, partì con una sfilza di nomi da etichetta
d'azienda, che dovevano sancire l'ufficialità di una nuova avventura
di società, senza che le precedenti fossero fallite.- A me " Dati "
piaceva e l'avevamo ben pubblicizzata. – Se qualcuno si soffermava
sull'interesse di un nome, lei velocissima passava al prossimo,
rincorrendo la prossima fermata, che già pregustava, dichiarando " Ah
ti piace questo? – Senti, senti quest'altro! ".– Bocciai l'idea "
rimuda " che lei pose su piatto d'argento, come eventualità bene
accetta,
e che io non mi soffermai più di tanto nella fretta di scelte, perchè
tale marchio doveva solo servire, per una collezione d'Alta Moda da
programmare con tutti i crisma, tra l'altro, la collezione d'accessori
per l'autunno, già era pronta e se lei fosse piombata in ufficio,
qualche giorno dopo, sarebbe stata completa ed in sintonia con il
pronto programmato per l'imminente settembre, mancava solo quel tocco
per dare dinamicità ulteriore a tutto il discorso, cosa che richiedeva
qualche altro giorno ed un'altra visitina ad alcuni fornitori.- Da
parte mia, il lavoro " rimuda " era in cassaforte fino a dicembre. –
Lei al mio diniego, non fu scontenta e fece per cacciare un ulteriore
foglietto – impressionando di conservare nomi ancora più preziosi ….-
" Iamme belle - facimm'ampresse " esclamò la mamma aggiungendo "
Trasferiamoci in cucina, altrimenti non si pranza ". – A questo punto
proposi " Donna Luna ". – A bocca aperta si rimirò nello specchio,
guardando tanto di luna e stellina, uguale il tatuaggio, lo aveva
anche il fratello " Abbiamo anche il simbolo ".


note
Son cose che succedono ai comuni mortali: sto andando a rilento. –
All'inizio viaggiavo a cinque sei pagine al giorno.- È da una
settimana che si e no ne trascrivo due, massimo tre. – Mi piace tutto
di quello che sto leggendo e trascrivendolo mi soffermo per lo stesso
numero di ore quattro o cinque, delle settimane precedenti, stando
meno alla tastiera però e più al monitor, assorbito nei ricordi che
avevo dimenticato e quindi niente di più divertente che
riviverli mnemonicamente. – Non ci avevo mai pensato, per timore di
arenarmi e se decisi l'estate scorsa che questo inverno lo avrei
passato al calduccio della rielaborazione delLa Costellazione del Lupo
Azzurro fu principalmente perché avevo già scritto tantissimo ed era
giunto il momento di soffermarmi, costasse anche un paio di mesi, per
completare a dovere la mia biblioteca da offrire al lettore, che a
quanto pare non arde dal desiderio se non per suggerire che è meglio
che brucio tutto. – Un altro dato importante del rilento è il seguente
" L'ansia del Madonna mia e quanta fatica c'è da fare è passata sono a
molto più avanti della metà dell'opera " e da quando scrissi che
aspettavo un tale ed invece arrivò un tal altro che si legge tutto in
modo ancora più incomprensibile e per afferrarne il contenuto ci vuole
per forza il sottoscritto che ne possiede le chiavi di lettura. – I
due che, probabilmente, si scambiarono appuntamento e mansioni, mi
diedero l'impressione che tacitamente volessero suggerirmi: attento
alle spie O.K. ma non dimenticare il controspionaggio – ecco spiegato
il motivo del perché di qualche volta senza capire, a parte il fatto
che non ho mai cancellato, una parola e quindi certe frasi, capita, di
sentire la mancanza del decifragnolo.
Ma diciamo la verità se non spiano me, a chi devono osservare e
peccato che lo Spin Doctor non c'è più, altrimenti registrava pure chi
marcava fogna o no?.
Intanto prima è saltato il documento ed ho perso un altro paio d'ore
per riscriverlo. - Più si lavora e più vien scritto bene? - Così pare.

Riccardomustodario

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Jan 20, 2004, 12:49:28 PM1/20/04
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Riccardomustodario

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Jan 21, 2004, 8:03:34 AM1/21/04
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rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04012...@posting.google.com>...

I " giusto " saranno troppi o troppo pochi, sono ancora convinto che
il successo sia il risultato del programma iniziale e degli individui
che lo sopportano. – Per questo motivo mi piacciono i giapponesi, che
hanno nella figura del Samurai, un mitico esempio della saggezza e
della virtù, al servizio del bene comune. – I nipponici sono
cresciuti, grazie all'anticipare i tempi, seppure di poco e mi chiedo
se non fosse il caso di rivolgermi a loro, per l'impressione che tutti
sappiano i fatti miei, e del bisogno di non stare fuori tempo, da
quest'idea corporativa, nel vero senso della parola, dei microcip che
mi leggono in testa, facendomi arrivare secondo, sullo sviluppo dei
miei pensieri. – I giapponesi sono cresciuti
sotto l'ombrello atomico, grazie alla sicurezza americana
della Nato se vogliamo, a ben vedere, bisogna stabilire che in Europa,
non siamo secondi a nessuno, e darci una mossa più attiva, in quanto a
farci divorare dall'ansia della noia, siamo maestri.

C'è qualcosa che non quadro - il discorso del quadrato, non
quadra.– Se traccio una diagonale ho due triangoli, gemelli, dove
moltiplicando lato per lato separatamente, non ho più l'area e
moltiplicando un lato per quattro non ho più il perimetro … uffah! -
Nei triangoli gemelli la vita è più complica, ma può essere anche più
comoda, qualora un triangolo che viene da un lato, si combina con
triangolo che viene dall'altro lato, in un'unica diagonale, con la
quale, attenzione pericolo, stiamo pace: gemelli con ascendente
gemelli, più io siamo a cinque e possiamo tornare a moltiplicare come
nel quadrato, lo spazio sicurezza, in cui gli inglesi incutono molta
fiducia da W l'Europa.

I leghisti milanesi, se vogliono essere perdonati, devono andare in
pellegrinaggio fino a Verona, capitale della polentonia nordista ed
insieme a loro, andare fino a Torino e con essi a Parigi e dopo voglio
vedere se hanno ancora il coraggio di asserire che sono francesi. –
Che vergogna! - Essere leghista perché mal si sopporta il francesismo
della Valle d'Aosta, nel buon nome del national padanesimo. – La
realtà dei grandi temi della politica italiana: boh?!. – E se non lo
fanno con tanto di penitenza sulle ginocchia, che si prendessero pure
l'Italia, da parte mia, sono ben lieto di tornare al Regno di Napoli,
alle origini del mio orgoglio.

Tornando alle emozioni vere, di quelle che si leggono, come quando
si esce da una casa d'osservazione psichica dopo cinque giorni e se si
è schizzati non si puø venir fuori prima di ventotto, o, leggermente
scossi, prima di quattordici, e se questa clinica è a Euston, potenza
della città, così dove è situata, leggo tu stoni.- Ed a questo punto,
è meglio chiarire, che non sono stonato mentale, eventualmente in
società, mi dovesse capitare di fare un tiro ad uno spino, né vocale.
- Figurati quando i segnali dell'underground mi presentano " Eu " si
legge " you " da cui " tu stoni " incredibile, questi son pazzi! -
Proprio a me che ho il metronomo in testa, doveva capitare di
soffermarmi, su una scritta d'emotività di follia collettiva
intenzionale, che conduce senza scampo alla lapidazione di Gesù
Cristo: chi è senza peccato lanci la prima pietra. – Rockettari
assurdi: qual'è la differenza del peccato - dai tempi di Cristo ai
tempi d'oggi?.

Tornando ai fatti inerenti a … in una calda sera d'estate … dopo
etichette e bigliettini da visita, il pomeriggio ci dedichiamo alla
ricerca dei tessuti. – In testa avevo il quadrato pastorale: la forma
poteva anche essere rettangolare, ottenuta da due quadrati. – Avevo in
testa un giacchino corto, quadrato, con gilè in un unico corpo, un sol
capo racchiuso da un sol bottone gioiello unico nella sua asola, due
tasche con patta di panno infeltrito, un pantalone sigaretta, un
cappello, uno stivale di pelle leggermente martellata e calda. –
Fortuna che stivale e cappello non ci coinvolgevano direttamente. – La
linea d'abbigliamento da mattino, pomeriggio e perché no sera,
certamente serata non gala, stava nascendo. – Lo stile pastorale, con
sfondo della campagna inglese, veniva preso a modello, suonava più
scic – non mica potevo dire: stile pastorale, campagna Lago Patria,
nelle nostre zone? - Sarebbe diventato tutto troppo facile e scendeva
fatalmente il prezzo. – Tina aveva in testa un non mi ricordo bene su
un lato della giacca che faceva tailleur, che poi funzionò benissimo,
come inserti partendo dal collo ed un cappotto foulard e dei bermuda
invernali, da inserire sotto qualsiasi capo: belle idee. – La mia idea
piacque moltissimo e sinceramente, le sue le trovai entusiasmanti e
siccome per me era importante che lei dimostrasse la sua bravura,
evitare che si apparasse continuamente con me, pure era responsabilità
pesante ed aveva detto bene e quindi meglio allungarle le mani della
sua bravura, con la speranza che lavorasse di più. - Smisi di pensare
a partorire altro dalla mia testa, impegnandomi a migliorare solo le
sue idee, a parte fissarmi con un cappottone stile francescano, che
doveva essere realizzato in cashmere e che ci avrebbe fatalmente
protratto il lavoro fino a dicembre, che poi era quello che chiedevamo
una stagione un po' più lunga perchè tra settembre, ottobre e
novembre, non si ha neanche il tempo di organizzarsi che il tempo è
già volato. – Madonna mia e quanto cashmere comprammo, solo se ci
penso, sento un caldo… - l'unica cosa che non trovammo fu
l'infeltrito, che non esisteva in nessun compartimento di tessuti in
Italia, ma che da sempre m'incantavano, davanti alla vetrina di
forniture militari. – Nel negozio militare ci fornimmo.- Pagammo una
cifra inconcepibile, la campagna in Crimea, sicuramente sarà costata
meno. – Il mio completo era beautiful, giacca gilet e pantalone in tre
motivi diversi in sintonia magica, armonia di un'unica fusione visiva.
– Quello di Tina pure era venuto perfetto – seduti uno di fronte
all'altro, in un'ora nascevano cose nuove belle e diverse, sulla
falsariga del primo disegno di ognuno, per poi mischiarsi tra le
parti, per divenire un'unica linea.

Dopo una settimana avemmo in ufficio i master della collezione:
giacche, cappotti, pantaloni, bermuda, camicie e non so chi Santo ci
salvò, se non mettemmo in mezzo anche gli impermeabili, i quali ci
piacevano e molto. - I master facevano molto bellino sullo stendino –
la linea era validissima – sicuro avremmo venduto e bene. – In ufficio
intanto, s'ingrossavano le suppellettili di cartamodellli tessuti,
passamanerie ed altro. – Tiziana, la povera segretaria, iniziava a
capirci più niente, presa com'era anche dall'altro lato, come prima
esperta, settore cinture, iniziava a dare segni di cedimento, se non
arrivasse un'altra persona in suo soccorso. – Noi, intanto, non ci
capivamo con la persona che ci aveva dichiarato che la confezione
doveva essere per forza sartoriale e come era organizzata lei non
poteva farci quel tipo di lavoro, quindi fummo costretti a rivolgerci
altrove, dalla persona che subito familiarizzò con la mia socia e che
abitava dove da ragazzo avevo la mia pantalonaia e dove, avevo
sostenuto da privatista un esame andato buca a scuola, nel periodo dei
fantasmi in villeggiatura.

Era da metà agosto che passavo le notti da mia madre, erano mesi
che soffriva veramente e nei momenti caldi del lavoro è anche
importante stare un po' più raccolti, più concentrati su ciò che si
deve fare, perché il settore abbigliamento, è fatto di questioni così
veloci e delicate, che facilmente possono sfuggire di mano.

Ottenuti i campioni subito piovono gli ordini.– La tipa della
confezione, esaurita, perchè non organizzata a quel livello di lavoro
pressante e che aumentava di ora in ora, determinando in lei una
confusione incredibile, e non sapendo, come dichiararci che pensava,
che noi scherzassimo, quando parlavamo di ordini di quelle quantità,
che per lei è rappresentavano solo confusione.– Dopo che la socia
n'aveva decantato oltremodo le sue qualità, asserì di avere i tempi e
i modi e la classe del sartoriale, abbandonò il terreno, mentre io la
invitavo solo ad essere un po' più attiva sul lavoro e lei invece
guardava me, mentre stirava e non voleva diventare " ciuccio da fatica
" e la cosa più drammatica è che neanche mi diceva: cuci questo
bottone! – Niente! – Doveva fare tutto lei ed una sua assistente più
lenta di lei, certamente bravissime, nel loro lavoro, ma sicuramente
non stavano a realizzare un quadro, quello era un quadrato … un capo
d'abbigliamento!. - Alla fine questa è la situazione e probabilmente,
dovette anche arrivare altro lavoro in casa, da fornitori suoi soliti,
gelosi della nostra escalation.

Una sera aperto il portone del palazzo Musto, fui invaso da fumi
ed odori che mi assalirono da tutte le parti – ero stanchissimo, quasi
invidiavo quelli, che avevano la capa fresca, da dedicarsi alle loro
riunioni e chisså se erano produttive. - Ogni volta che entravo o
uscivo dal portone, c'era sempre una ragazza nuova che giungesse in
contemporanea all'uscio. – Scherzando con mamma le dicevo di quelli
del primo piano e chissà cosa facessero, che non sapevo, chiedendo che
messe praticassero. – Mia madre rispondeva commiserevole " Speriamo
che il Signore faccia loro la grazia " pregandomi d'essere anche il
peggiore degli atei, cioè di non credere in nulla di spirituale, ma di
non andare lì. - Una volta di giorno, vi entrai appena in quella casa,
per salutare mia cognata che viveva nel Trentino e non la vedevo da
molto tempo e stava affacciata, quindi andai a salutarla.- Dopo poco
salutai e fu molto facile uscirne, in quanto la strega sosteneva che
quella stanza era bellissima, purtroppo per lei, avevo altri colori in
testa – allora vedevo il rosso come colore molto volgare, a parte
antipatico, in quanto i fumi vaporosi del comunismo, non erano in
Italia, ancora dissolti.

Riccardomustodario

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Jan 21, 2004, 2:38:05 PM1/21/04
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Donna Luna aveva acceso la luce in testa a tutti.

Il mattino seguente eravamo all'etichettificio, il migliore che
esistesse, a detta di Miss Bellazzi, con il quale aveva già avuto
contatti di lavoro. – Ivi, dopo aver tracciato ciø che chiedevamo e
stabilitolo nei dettagli, staccammo anche l'assegno di cospicuo
anticipo, più di due milioni e dispari, per un po' di cartellini. – In
una ventina di giorni avremmo ritirato tutto.

Le cose da fare per l'abbigliamento erano di una semplicità estrema
– a quei tempi, ero immerso nelle forme del quadrato e com'esprimerle
al vertice del loro ascendente.- Da lì partoriva la linea, alla
ricerca suo cerchio. – Anche il cibo per esempio, iniziava a girare
insaccato in questa forma geometrica, dalla versatilità sempre più
compatta, come mi assicurò Martina, vedendo il letto, dal design
innovativo, che avevo realizzato anni prima. – Esso esprimeva appieno,
la ragione del mio biglietto da visita " Spaziare nello spazio
comodamente " ottenuto rigidamente a filo d'aria, senza dispersione di
luce. - Martina aggiunse che il supermercato, era sempre più prodotto
quadrato e non sarebbe stato difficile, che avessimo mangiato salcicce
di tale forma, da lì a breve e questo discorso, lo codificò in una
sigla che non ricordo, decisamente in serie optimum: con l'indice di
penetrazione nell'aria nel piano di uno scaffale, da parte di una
salsiccia quadrata.

In Angel, un negozio raccoglieva chiavi, per aprire la testa agli
sprovveduti, che dimenticavano l'essenzialità della bellezza del loro
corpo trascurandolo. – In Kilburn questo negozio non c'è, perø qui si
beve: rossetto al guinness, è il boom delle belle donne del momento in
questa zona, e sono tante, come le schiume da naso. – Il bisogno delle
creme per il corpo è indispensabile: consumare la crema, significa
anche consumare il grasso, che si accumula consumando energia
elettrica, davanti al televisore, quando stando seduto, si adito alla
formazione dei cuscinetti adiposi, che una volta formatisi, diventa
impresa, quasi impossibile smaltire. – Queste cose le so bene, perché
fui il primo a presentare in farmacia ed in città le Ricette Naturali,
nuovissime, e per quel tipo di discorso che mi entusiasmava e perché
volevo lavorare in città, cambiai Azienda. – Tre anni, fin quasi nel
Lazio o in Puglia, avevano lasciato il segno e le Ricette Naturali
furono un ottimo tonificante trampolino moda, dove approdai da lì a
poco. – Il training Ricette Naturali verteva sulla sicurezza delle
donne senza cellulite, a leggere sui giornali di media tiratura, pare
che di questa cosa qui, si soffra anche a Londra – ben vengano le
creme che rilassano,
mentre tonificano.

Un paio d'anni fa nacque il quesito interessante sui poteri forti
della nostra società e chi la sapesse più lunga nella vita sociale: la
banca o il governo?. – Tutti risposero il governo, perché sta a tale
autorità dettare le leggi che determinano e regolano l'ordinamento
della vita sociale, ovvio che il governo in questa diatriba, inventata
ad arte dai giornalisti, mostrasse tutta la sua potenza sulla banca,
non a caso qualche tempo prima, il governo brasiliano, aveva azzerato
tutti i soldi, cambiando completamente valuta dall'oggi al domani: il
governo può!.-
In effetti i giornalisti volevano denunciare al mondo che le banche
potevano sostituirsi al potere politico legalmente, eleggendo in
Parlamento i loro presta nomi economici: per essere eletti ci vogliono
i soldi. – L'elezione di un politico costa una tombola di soldi e più
se ne mettono sul piatto e più il successo è garantito.

Il Restauratore, che per idiosincrasia con le maestranze dei suoi
laboratori artigianali, diventò Ristoratore, non si rendeva conto del
perché il suo ristorante, non rispettasse il consumo, delle galline
dell'anno precedente, come era attestato sui libri avuti in dotazione
dalla proprietà che aveva rilevato, focalizzando la causa della crisi,
sulla diminuzione del potere d'acquisto della famiglia, in virtù
dell'indebitamento mutuo casa, punto finale della risoluzione ottimale
dei suoi perchè. – Egli osservò, su una strada di notevole indice di
penetrazione personaggi sul marciapiede, dove il suo negozio era
ubicato, che al Vomero, le famiglie che si stavano formando, fossero
tutti prese dall'acquisto della casa e ciò ne diminuiva la ricchezza
del momento, in proiezione di una sicurezza di là da venire nel tempo,
la quale obiettivamente, non si può ignorare. - La casa aggiungeva,
assolutamente non deve essere ignorata, altrimenti si dimostra, di non
essere uno speculatore avveduto, un affarista. – Era sceso anche il
consumo di patatine – e non mica gli potevo dichiarare che se avesse
acquistato le case, prima che queste costassero più delle banche, ora
poteva speculare a piacimento sui suoi immobili, piuttosto che
lamentarsi di galline e patatine che a stento si muovevano dalla
vetrina dei cibi cotti?.

In città le parole sulla bocca di tutti, specialmente operatori
commerciali che negli anni settanta hanno iniziato rimpiangere i
sessanta sono state: inflazione, poi sostituita dalla crisi, termine
comune, ma in quel periodo subentrava per non saper uscire
dall'inflazione, per poi assurgere a recessione.

Si sa, gli europei bianchi sono per natura un po' annoiati, di
contro gli europei di colore, vanno all'attacco degli status simbol,
che non hanno mai
posseduto, secondo tradizione storica e questo sviluppo di mercato e
cosa può produrre, è ancora da verificare e per farlo bene, in Italia
sulle nostre coste, sbarcano sempre più turisti. – Dal Restauratore,
lavorava una coppia da poco sposata, part-time e solo di sera – la
mattina erano impegnati altrove – il ragazzo era sudamericano –
avevano comprato la casa e quando si è giovani i soldi non bastano
mai.

La banca, cioè Mandelli, l'allora presidente degli industriali
d'Italia dichiarava…, a questo punto è meglio precisare che gli
industriali lavorano con i soldi delle banche, se poi n'entra molto di
danaro, possono anche diventare azionisti della banca o rivelarla
addirittura è un altro discorso, se ne deduce che l'industriale, come
figura, è più vicino alla banca che non al governo - che un presidente
sia più o meno politicizzato, è fatale. - … Affermava, il nostro
presidente degli industriali, che a sentire i suoi iscritti, sembrava
stessimo precipitando a rotoli, ciø nonostante lui aveva un solo credo
" La produzione " perché quando si lavora e si lavora bene, se non si
è premiati, significa che Dio non esiste. – Aveva affermato qualcosa
che forse resterà negli annali, come punto alto in assoluto per il
cattolico che crede nel lavoro, benedetto da lui in quel momento, e
siccome in esso credo principalmente, quasi quasi, a parte le fatiche
di Cristo e l'incommensurabile ed unica Sua sopportazione, iniziai ad
andare anche in chiesa, per partecipare alla costruzione del premio
del lavoro nell'attesa cristiana.

A quei tempi lavoro nel settore Arredamenti Negozi dell'interland
napoletano, è senza falsa presunzione, da ditta a livello locale, era
assurta ad Azienda quasi di spessore regionale, nella mia zona, era
sicuramente tra le più importanti in assoluto, a parte le industrie,
si sentiva moltissimo e sempre più crescevamo ovunque, perché la rete
vendita di cui facevo parte, era validissima. - Agli Arredamenti che
producevamo, si aggiungeva la bontà dei prodotti in listino ed il
servizio assistenza che non aveva confronti con la concorrenza. –
Delle attrezzature da bar ristorante gelaterie, i nostri listini erano
molto bene accorsati e con prodotti leader, quali erano assurti,
grazie al nostro impegno, l'Azienda decise di decurtare i compensi, in
quanto c'era molto da penare per le vendite. – Appena fecero questa
proposta – forte della mia visione degli Arredamenti, chiesi il doppio
di quello che percepivo prima. - Dopo qualche giorno si dichiarò che
l'Azienda pensava che produrre qualitativamente era inconveniente -
meglio sarebbe stato rivolgersi a fabbriche d'arredamenti lineari, ve
n'erano a iosa che offrivano i migliori prodotti e meglio sarebbe
stato mettersi a raccogliere solo danaro, piuttosto che penare per il
successo d'arredamenti complicati, senza aggiungere che quando il
danaro inizia ad affluire, iniziano storie da far west, con tanto di
pistole da evitare.– Tutto questo per aver cambiato una macchina da
caffè, l'orgoglio del concorrente della mia zona, che non vendeva
neanche la metå di ciò che producevo io, ma che mi aveva battuto con
la sua squadra di calcio.- Alla vendita della macchina da caffè, noi
avremmo dovuto aggiungere, anche il banco, eventualmente e senza
impegno perché il trasporto…. – Tant'era e tant'è. - Per i soldi
sapevo come prenderli, la stima che avevano di me potevo ben
negoziarla, un accordo soddisfacente per entrambe le parti non sarebbe
stato difficile da raggiungere, purtroppo, insormontabile, si era
arrivati agli antipodi del mio discorso salottiero e culturale della
questione: negozi che fanno bella la città! - Dopo qualche settimana,
ivi, non lavoravo più ed amici più di prima, infatti, ci siamo rivisti
a Milano in Fiera, per una scanzonata rimpatriata, stadio San Siro
compreso.

Per dimostrare che credo in quello che faccio, nel buon nome della
personalizzazione, registrai il marchio che sviluppai e progettai,
nello stesso momento che avevo deciso di salutare i materiali pesanti
e nel buon nome della cultura dell'oggetto, partorisco una linea di
cinture moda da sballo ed in men che non si dica, tre, quattro mesi, è
di nuovo nei migliori negozi della Campania.

Sono sempre stati molto carini con me, i titolari e la direzione
della settore Turistico Alberghiero, più di una volta m'invitarono a
rivedere le mie posizioni, addirittura avevano inserito, anticipi
provvigioni cospicui – ma mi ero imbarcamento in un'operazione troppo
entusiasmante, per astenermi dai miei propositi, che iniziarono
immediatamente con l'ultimo flash non realizzato appieno negli
Arredamenti: il letto quadrato, come dianzi descritto. – Perché dal
letto? - Se non come computer che ci permette di spaziare nello spazio
comodamente, seguendo tutto da dove siamo, senza corse forsennate. –
Produrre il letto mi portò via una tombola di tempo e di danaro. - Nel
Villaggio, lo stesso della comitiva dei musicisti conosciuti molti
anni dopo, avevo un locale in fitto, il proprietario mi aveva venduto
un progetto d'ultimazione, di un centro commerciale che non c'era,
perché nonostante mancasse poco, non l'hai mai ultimato. - In quel
posto, sono stato l'unico che pagò, dopo la bussata di questi a casa,
alla quale rispose mia moglie molto spaventata. – Comunque, nonostante
la vendita interna, non esistesse, i miei affari esterni dal
laboratorio negozio andavano a gonfie vele, altrimenti, i soldi del
locale, il proprietario senza scrupoli, non li avrebbe avuti mai, se
non una contro denuncia, come avevano fatto gli altri.

Gli affari andavano bene, tornato nel giro, sembrò quasi che gli
stilisti ritrovassero divertente sbizzarrirsi con le cinture. –
Bisognava solo incrementare la produzione e dedicarsi alla vendita a
tambur battente. – Il direttore della banca, mi diede un appuntamento
per il pomeriggio – all'orario stabilito il tipo atletico e dalla
spiccata pronuncia toscana non si fece trovare. – Il giorno dopo sul
giornale: la banca finanzia i boss. – Cosa dite?!.

Che strano! – Pensavo: quando facevo le cose da studente, andava
tutto bene e sempre liscio come l'olio funzionavanø - quando lasciai
la rappresentanza farmaceutica, con il mio compagno di ventura, ci si
lavorava nella preparazione del prodotto, e poi quasi ci si divertiva
facendo soldi, in giro per l'Italia ed in un nonnulla organizzammo un
laboratorio negozio, sebbene in un palazzo, in uno dei punti più
commerciali della città e dopo pochi mesi avremmo anche potuto
spostarci, se non si fosse convinto che era meglio che continuava da
solo e che a tal proposito, mi avrebbe dato pure i soldi per aprirmi
un altro negozio. – Figurarsi mai, se pensassi a lui con i soldi che
aveva per rincorrere l'eroina ed il tempo che gli sfuggiva dalle mani
per lavorare e che non trovava più?.– Così mi dedicai ad aprire i
negozi ad altri e cercando anche di ottenerci qualcosa mi sembrò
fatale rispondere all'annuncio di ricerca di personale qualificato,
mentre ero sullo Scoglione al sole beato di Posillipo. – A settembre
mi trovai una banda di persone genuine e ruspanti alle spalle, che
producevano arredamenti e che cambiando ottica commerciale mi
traumatizzarono, facendomi immaginare chissà quali fantasmi già
vissuti, che si affacciavano per disturbare i miei progetti.

Insomma, la linea Donna Luna, nasceva con tale bagaglio di Donna
vissuta, non disturbate i fantasmi di bianco candore e c'è ancora
molto da scrivere, mentre alla mia socia si offriva nella sua purezza
di prodotto giusto, al prezzo giusto, al momento giusto.
20/1/04 4:44:58 pm

peggiore degli atei, di non credere in nulla di spirituale, ma di non


andare lì. - Una volta di giorno, vi entrai appena in quella casa, per
salutare mia cognata che viveva nel Trentino e non la vedevo da molto
tempo e stava affacciata, quindi andai a salutarla.- Dopo poco salutai
e fu molto facile uscirne, in quanto la strega sosteneva che quella
stanza era bellissima, purtroppo per lei, avevo altri colori in testa

– allora vedevo il rosso, tonalità molto volgare, a parte antipatico,


in quanto i fumi vaporosi del comunismo, non erano in Italia, ancora
dissolti.

Indubbiamente, un bel posteriore, avvolto nel tessuto rosso, è
l'ideale della passione.- Il rosso da sera, abito lungo è bello. - Il
rosso vivido, sul tessuto non mi piace assolutamente.

I fatti di stregoneria del primo piano non mi sfioravano proprio,
scemi loro, che guastano il loro tempo, in cose brutte, era il mio
commento. - Mi dispiaceva però, che mamma fosse oltremodo infastidita,
dall'avere una parente siffatta nel palazzo e dalla quale non si
poteva prescindere, perché ognuno che veniva a visitarci, chiedeva dei
fumi e degli odori, quindi la discussione nasceva di conseguenza e ciò
iniziava a darmi fastidio.

Quell'estate, un'amica strega, della ragazza di Gustavo,
interrogando i suoi poteri cartacei, aveva detto a lui, con me
presente, che il suo migliore amico era interessato e siccome lui non
disse niente, il mio punto di vista, in virtù della nostra amicizia,
scemò.- Se lo avessi detto alla sorella lei subito avrebbe dichiarato:
stagli più vicino, è la fidanzata che vuole allontanarlo da tutti per
averlo più a se.- Non era il caso, perché Gustavo è il tipo che prima
d'ogni altro, vuole tutto e tutti per se e figurati con il fatto che
io ero interessato alla sua amicizia, mentre la sua era sincera … -
Anche se, è per tutti questi fatti, che da lontano, gli voglio più
bene che da vicino.

Iniziano ad arrivare i primi capi confezionati in ufficio, si
mettono insieme le prime consegne. – Avevo scadenze da capogiro. – Una
decina di milioni per i pellami, tre o quattro per gli accessori ed
una ventina per i tessuti e solo da parte mia, più varie e solite
spese di gestione, più altrettanti, minimo, che avrei dovuto
guadagnare. – Apriti cielo: l'etichettificio ci giura, che per la
prima volta nella loro storia, non capiscono perché non arrivi il
lavoro tessito sull'etichetta, che se ben ricordo, l'avevano affidato
ad un laboratorio fuori sede, un sacco di chiacchiere, che mi rifiutai
quasi di seguire, chiedendo solo, quando avremmo avuto il nostro
ordine soddisfatto.

Ottobre di quell'anno è uno strazio. – la mia mamma sta sempre
male – dapprima quando rincasavo, si alzava dal letto, si pettinava,
si cambiava una veste, ora si preoccupava solo che mangiassi e che non
mi trascurassi. –
Avevo iniziato anche a rassettarmi il letto, che lei non voleva
allontanare dalle sue mansioni. - Scomodo in tutti sensi e non so come
abbia fato mia sorella, a dormirci sopra per tanti anni, su quel
tavolaccio terapeutico.-I sentimenti, nei momenti difficili
dell'esistenza, prendono il sopravvento sulla materia, altrimenti
l'etichettaro sarebbe volato dalla finestra e la confezionista,
sprofondata dallo stesso piano terra. – In quel periodo amavo tutti,
altrimenti, mi sarebbe stato impossibile trovare la forza a continuare
e pensavo alla difficoltà della mia giornata, niente in confronto al
giorno che si levava per mamma ed alla santa pazienza di mio padre nel
confortarla dal dolore.

Aiuto! – Bella Star mi telefona, è in ospedale, dall'altro lato
della città. - Negli intervalli passo pure a trovare Bella Star. - La
comitiva del Villaggio che si era dispersa si ritrovò in ospedale, più
attiva e curiosa che mai, l'avvenimento lasciava qualche perplessità.
– L'amico americano aveva sviluppato delle fotografie, e n'estrasse
una foto, presentandola come importante, perché in essa, era stato
ripreso il pubblico ad un suo concerto e tra questi " Riccardo guarda,
ci sei anche tu! " - Lui … il grande musicista, dichiarava che io a
livello musicale sono pubblico – non sapeva niente di quel che stessi
passando in quel periodo e per ciø lo benedissi, per avermi fatto
ridere, delle sue sciocchezze. – Detto tra noi – essere fotografato
perché fare da pubblico a lui, al cuoco maledetto, che una volta
deliziò il mio palato con la pasta al forno: che vergogna!- Come mi
piacerebbe rivedere ora quelle foto dimenticate.

Si accende una luce: abbiamo trovato un laboratorio che è
l'insieme di un pool di confezionisti, sparsi nel raggio di una
trentina di chilometri, dove ognuno è specializzato in qualche cosa:
sviluppo taglia e tagliatori, capo spalla, gonna e pantaloni, quattro
punti ubicati in luoghi diversi. – Da un laboratorio all'altro, costi
quel che costi, ce la dobbiamo fare, come trottole siamo ovunque, in
quei quattro punti disseminati nell'alta Domitiana o nell'entroterra
da quelle parti. - Si rompe il cambio della macchina, senza neanche
toccarlo. Incredibile!– Tina s'incazzò ancora di più perché era lei
che stava alla guida e sapeva con sicurezza che non aveva fatto niente
di sbagliato, eravamo sul rettilineo in quinta, a filo di gas senza
altre auto come di solito su quella strada in quella stagione. – Nella
piazzola di servizio, con l'auto, la strada i pini, il paesaggio
campestre, dall'altro lato avevo visto anche una marchettara che
conoscevo, della zona calda del Medio Oriente, che frequentava tutti i
locali Nato, insomma, mancava solo la foto per la copertina fotografia
Vogue. – Avrei voluto essere un toro per abbattere tutti i pini a
testate, nella speranza di dimenticare tutto e di iniziare daccapo,
per la curiosità di vedere se avessi rifatto lo stesso. – A parte
trovare prima i confezionisti, penso che avrei rifatto tutto uguale,
dal primo giorno della mia nascita.

Il laboratorio dove ci recavamo era in fase avanzata di produzione
per i nostri capi, i bermuda verde olio sulla cuccetta erano molto, ma
molto carini - i bermuda coccio erano giusti per quell'autunno, ma
forse un momentino avanzati - i capi spalla erano ancora da montare. –
A velocitå di crociera salta il cambio?!.

Tina in preda all'isterismo impreca contro una fattura misteriosa
che non riusciva ad individuare, facendo montare ancora di più la
nevrosi, perché eravamo in gara col tempo e lei seguiva le Sibille. –
Io, non credo a queste cose anche se la sera, aprendo il portone del
palazzo, ero assalito da lezzi nauseabondi. – Decisamente non davo
credito a queste potenze, minimamente avessi avuto la testa di Tina,
avrei fatto piazza pulita di tutto e di tutti, incensi e persone,
monito che attuai mesi dopo con alcuni oggetti che si prestavano
all'uopo, per meglio rendere l'idea a casa mia, ed il messaggio arrivò
preciso, cento per cento tale, mio padre in testa.

La mia mamma che passava la notte, lamentandosi sul letto e
invocando continuamente mio padre, iniziava a non chiamarlo più, ad
usare la campanella, eventualmente mio padre fosse a prepararle
un'acqua e zucchero o limone in cucina, da accompagnare la prossima
pillola.

La mattina prestissimo ero in laboratorio, ero riuscito ad
accaparrarmi i più bei pitoni che esistessero e dovevo sfruttarli – il
laboratorio stava diventando una miniera e non avevo proprio
intenzione di dormirci dentro per fare da guardiano. – In laboratorio
era passato a farmi visita convalescente Bella Star, il quale si
faceva partecipe dei miei problemi e del perché fossi così impegnato e
di quanta merce, era in giro nell'ufficio. – Capivo perfettamente che
avevano avuto un'impressione distorta dei miei impegni, tra metå
giugno e metà agosto, pure quando andavo a lavoro, sembrava stessi in
vacanza ed anche allora non è che davo segni di cedimento o
dimenticassi la gelatina nei capelli.

Compare per magia Martina - per registrare la collezione? – Quando
mi sposai, lei uscì dal portone dopo aver vidimato la sua laurea ed io
andavo a registrare i miei documenti familiari, ero con mia moglie e
mi padre tra l'altro.- Fu curioso e simpatico salutarla, di lì a poco
sarebbe partita, grazie ad una Borsa di Studio della Camera di
Commercio, per una ricerca di mercato negli U.S.A.- Doveva fare un
presentazione di marmette, fiore all'occhiello delle piastrelle
italiane. – I marmi in Italia grazie agli artisti, contano e come,
esponiamo opere che incantano, tipo la Pietà del Michelangelo o "‘A
Cap'e Papule" in Piazzetta Nilo popolarmente conosciuta come " 34 ". -
Martina è importante come persona, a parte gli affetti – ottima per
mente locare e fare il punto della situazione. - Una figura esterna,
in certi frangenti può essere l'ideale, quindi, per non farla
scomparire, le chiedo di prestarmi dei soldi. – A pensarci bene, non
sono convinto che la statua di Capa Tosta, raffigurasse il Nettuno, il
Dio del Mare è sempre con il tridente, questo invece sembra che abbia
uno strumento o una conchiglia tra le mani e poi non è in posizione
eretta, ma stesa come se stesse su una nuvola a fregarsene del
bordella sottostante, di cui a malapena gli arriva il vociare dalla
Calabria. – Poco distante da quel punto, si può ammirare il Cristo
Velato, il quale come momento artistico è di qualità superiore,
essendo documento del Rococò napoletano, precursore del Barocco che ha
invaso l'Europa.
21/1/04 7:16:17 pm

Riccardomustodario

unread,
Jan 22, 2004, 7:08:49 PM1/22/04
to
rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario) wrote in message news:<6b47902b.04012...@posting.google.com>...

Una sera di fine ottobre, torno a casa, la mia mamma quando la
saluto nella sua camera da letto, mi abbraccia piangendo,
dichiarandomi che non vuole andare in ospedale e che non vuol morire.–
Non ero preparato ad esortazioni di quel genere – c'era quasi tutta la
famiglia e molti del palazzo, non ricordo chi mancasse e quella
preghiera di vita, quasi m'imbarazzava. – Tutti i presenti mi davano
segnali di convincimento e d'assenso che in ospedale sarebbe stata
curata meglio. – Da quando mi ricordo, vale a dire da quando sono
nato, non so quante volte mia madre è stata da specialisti, in
ospedale per interventi, così come in ambulatori. – Le tolsero un rene
giovanissima, n'aveva tre – cancro - diverse cisti in testa -
un'allergia alla pelle delle mani. – Avrei voluto essere da solo con
mia madre ed ascoltare tutto quello che avrebbe voluto dirmi -
nell'abbracciarla, sentivo solo il vuoto del mondo, che sprofondava
sotto le mie spalle, tanto era diventata gracile e sottile, consumata
dalla malattia.– Certa com'era, che non stava andando in ospedale a
togliersi i calcoli al rene, la mia mamma lasciø la casa, dove avrebbe
preferito morire.- Pure a me avevano detto dei calcoli al rene e come
la mia mamma non vi avevo creduto, anche se la speranza è l'ultima a
morire.- Aveva sopportato bene, un paio d'anni prima, un'operazione di
cancro alla vescica – e per un mero fatto estetico non le avevano
applicato la borsetta.- L'operazione, dopo l'asportazione del male,
riuscì nel congiungimento del canale uretale, all'intestino retto.– A
suo tempo non mi avevano interpellato, perché mia sorella è un genio
nelle chiacchiere di medicina sperimentale e mio padre e tutti gli
altri, la seguivano convinta delle sue letture, sulle evoluzioni
scientifiche.- Quasi certamente avrei optato per la borsetta, anche se
parlare con il senno del poi è semplice.- A livello corporeo penso sia
indispensabile, andare sempre verso la soluzione più facile, fa parte
della natura delle cose in stile italico elementare e non so, fino a
che punto avrei accettato, a cuor leggero, quest'idea di congiunzione
complicata tra due parti, con tanto di borsetta garantita. – La
chirurgia ha fatto passi da gigante, oggi non si muore se la si
rispetta, era la lezione imparata dopo il grande intervento di papà,
che precedette di sei sette mesi, quello di mamma. – La quale moriva,
qualche giorno prima e senza un'ulteriore operazione chirurgica, che
assolutamente non voleva, perché il suo corpo si era ridotto al
lumicino e per l'ansia che aveva trascinato tutti preoccupati per
papà, che aveva bisogno di più rilassatezza.- Quest'ultima cosa qui,
fu messa da tutti come prerogativa prioritaria – vivendo le notti con
loro, posso garantire di non aver mai notato segni di disperazione,
indubbiamente, era una situazione difficilissima, ma la vivevano
benissimo, nel loro orgoglio di fede.- Forse proprio questa fu la
preoccupazione, che si consumassero entrambi nel loro amore.- Da parte
mia il conforto, che in quell'ultima stagione vissuta di notte con
loro, gli ho trasmesso conforto nelle ore più difficili della
giornata, cosa che nella nostra cultura " Adda passà a nuttata " è di
buon auspicio, ciò non esclude che ci vedremo a Filippi..

A lavoro nessuno sapeva niente di cosa stesse accadendo, eravamo
talmente oberati d'impegni, che non era il caso coinvolgere
chicchessia. – Un amico comune con i Bellazzi, neolaureando medico,
aveva il padre che lavorava in ospedale, dove lo incontrai. – Quando
morì la mia mamma, Gustavo mi telefonø per le condoglianze,
chiedendomi se mi servivano cinque sei milioni per il funerale,
ringraziai delle condoglianze, reclinando l'offerta.

In ospedale, mentre mia madre moriva, per coinvolgere tutti in
qualcosa che distraesse, mio fratello ragioniere mise in mezzo il
discorso dei soldi e ben venne, perché dapprima guardandoci come a
dire: ti sembra il caso proprio ora? – Tutti ci rendemmo conto che la
vita era quella e quella è.- A parlare di soldi, si realizza salute.

Pensando alla telefonata di Gustavo, il giorno dopo, dissi in
famiglia che avevo un amico manager pompe funebri esagerato, ma non
era proprio il caso, perché a schiattamuorti, papà aveva amicizie ben
più solide,intime,
dall'infanzia. - Conoscenze che ci hanno fatto quasi sempre ridere
della morte, non come elemento in se, come battute.- Il mio manager,
come volle farsi lui, asseriva che nel locale, mentre cantavo ci fosse
la sorella di Berlusconi, sua amica intima, e siccome cantavo dalle
tre alle tre e trenta, temetti che la storia di sorel Berlusca fosse
montata ad arte, per portarci via Maradona, quindi cambiai un attimino
atteggiamento, andando al suo negozio, convinto che gli volessi
vendere dalla gonna alla cineprese che non avevo, per vedere fino a
che punto, era inserito nello spettacolo.- Non acquistò niente, e caso
volle che Gustavo si fidanzasse con una ragazza che vivesse dalle sue
parti, quasi a ridosso della boutique della moglie, ed ivi il mio
amico, aprì un negozio alla sua fidanzata, che data la vicinanza, era
concorrente, anche se nel palazzo, del manager maggioritario di uno
scherzo.

L'indomani mattina in abiti non miei - dopo la morte di mio zio,
esequie alle quali partecipai emotivamente coinvolto appieno, per la
prima volta, quando tornai a casa, buttai i vestiti indossati per
l'occasione - mi sentivo la morte addosso.- Cosa non si fa per
pubblicizzare idee di vendita – sigh - perdono!. – Entro in chiesa,
gremita, e vado convinto davanti, leggo sulla panca il nome della
donazione " Famiglia Musto " chiedendomi se fosse sempre stata in quel
posto o l'avevano spostata per l'occasione. – Non vedo mio padre,
eppure eravamo entrati insieme.– Stava nella seconda fila, con mia
sorella e tutti i fratelli … sulla sinistra? - Inizia la funzione, mi
sento mortificato, che non sia andato più in chiesa, dalla prima
comunione, quantunque mi sentissi in pace con il Padreterno, sia per
le mie azioni nel tempo, sia per le preghiere di mamma, rivolte a
chiedere clemenza a Dio, Supremo Celeste nei miei riguardi, infatti,
ho l'impressione che il prete mi guardi con molto affetto.

Non passano pochissimi minuti dall'inizio del rito che compare
accanto a me Tina e dall'altro lato la segretaria. – Appena il prete
inizia a parlare Tina mi prende la mano stringendola, sento una
corrente di vita, lo stesso fa l'assistente, scaricandosi l'energia. –
Quanto abbia voluto bene Tina in quel momento, è difficile da
raccontare.- Alla fine della funzione, mentre il feretro scende
dall'altare e lo seguo con lo sguardo, guardo mio padre, tra mia
sorella ed il marito.- Tina nel vederlo, mi raccomanda di stare con
lui e di non preoccuparmi - avrebbero pensato loro al lavoro.– A
pensarci ora,come mi sarebbe piaciuto vederla entrare in chiesa,
sicuramente avrà fatto cenno alla segretaria di andare dall'altro lato
e lei volando, sarà giunta sulla prima fila, dov'ero.

La sera che morì mamma, quando tornammo a casa, mi misi a lavare i
pavimenti in cucina ed in corridoio – tutti mi guardavano
incuriositi.- Non sapevo che fare e pensai di darmi alla cosa più
ovvia, quello che mamma sempre faceva e con fatica, perché quel
pavimento era sbagliato, troppo poroso, forse da giardino.- L'acqua ha
un potere rilassante considerevole, la sua freschezza, il nostro
fisico, l'avverte più d'ogni altra cosa, io non bevo molto, però ho
sempre fatto due docce al giorno, attraverso i pori, pure si
ristabilisce, l'equilibrio liquido corporeo. - L'acqua è trasparente e
quando non c'è tanto cloro, è un piacere guardarla e vederla scorrere
ed ascoltarla, non certo dal rubinetto, incanta.

Le finestre di casa sono ampie e qualche tempo fa stavo per
pulirle, quando il tipaccio del piano terra, prima la moglie e poi lui
sbraitarono in mia direzione, perché stavo
facendo cadere acqua di sotto, esternamente, lontano dalle loro
finestre, tra l'altro.- Non valeva la pena soffermarsi a parlare con
loro, aspettai che uscissero con il furgone, per continuare a pulire.-
Chissà perché dovettero temere che si bagnasse il loro mezzo, poco
distante da dove poteva cadere qualche zampillo - non mica avrei
chiesto i soldi della benedizione, che a loro non avrei dato, neanche
per tutto l'oro del mondo?. – Per amare e sentire un posto tuo,
prerogativa essenziale è la pulizia - già i carpets destavano qualche
perplessità - figurarsi se non mi fossi messo di sentinella alla
finestra, aspettando che uscissero per lavare i vetri.

Pensando all'agonia di mamma degli ultimi tempi, la sera del
commiato sbucciando una mela, mi tagliai un dito.- Strano!-Sono
abituato a lame affilatissime, più dei bisturi e non mi taglio mai.-
Mi tagliai anni prima e nel giorno di San Gennaro, nella fretta di una
consegna, mi staccai una fetta di polpastrello del pollice sinistro. –
La raccolsi dopo averla osservata, con tutti quei filamenti bianchi,
che s'agitavano per non morire, e disinfettate le parti, le
ricongiunsi per andare in ospedale, dopo aver ben fermato il sangue,
stringendo intorno alla ferita con una garza.- Avrò fatto cadere San
Gennaro in terra quel giorno? – Non lo so e neanche me lo chiesi,
l'indomani, come si sciolse il sangue.- A pensarci oggi, mi domando,
se San Gennaro ed il Padreterno, non chiedessero maggior rispetto.-
Non mica era colpa mia, se essendo stato retrocesso a Santo di serie
B, San Gennaro, in tale giorno, non era più festivo da astenersi dal
lavoro? - Avevo una consegna impellente, da portare a termine.

La mia mamma ci salutò il giorno dei morti o morì il giorno prima ed
il giorno dopo fu sepolta.- Mio padre si trasferì per qualche giorno
da mia sorella e dopo la prima notte, che mi trovai da solo tornai a
lavorare. – Mi piace stare a casa da solo, quello che non sopporto, è
pranzare da solo. – Sono un cuoco coi fiocchi, però so cucinare poche
cose. – La mia mamma non sapeva cucinare, però non aveva rivali nel
preparare la sua pastiera, il sanguinaccio, la cioccolata, gli
struffoli, gli gnocchi ed i peperoni, come non ne ho mai mangiato
altrove.- Come facesse ad essere così brava in leccornie resta un
mistero, forse dipeso dai suoi nobili trisavoli.

I due miei manager si nominarono tali, trovandosi subito d'accordo
l'un l'altro, senza cacciare una lira - si vede subito, quando un
elemento è valido e gratis per giunta.- Chissà chi fosse la sorella
del noto personaggio, caso mai rispondesse a verità, che una persona
si spacciasse per lei nel locale o fosse veramente tale - cosa non
difficile, perché in quel posto, tutti i più noti protagonisti che
passavano in città in quel periodo, là trascorrevano le ore piccole.-
Quell'anno perdemmo uno scudetto già vinto, colpa dello spogliatoio o
del calcio scommesse, come si vociferò insistentemente? - Se così sarà
stato, con il vantaggio acquisito, si saranno arricchiti a dismisura,
scommettendo sulla sconfitta dello scudetto, ma poco ci credo, anche
se questa era, la voce di popolo più ricorrente.

Ogni volta che scrivo di mamma esco puntualmente fuori tema.-
No!-Tutto il libro è scritto in questo modo, sembra che poi ritorni
sui miei passi ripetendo, invece proseguo in chiave di sviluppo
costante secondo una linea ben precisa.- Mi compiaccio per i
risultati, data la mancata d'esperienza e mi auguro che lo stile sia
una piacevole novità per i lettori.-Nel saliscendi del mio marchio,
non avevo mai immaginato, prima di questo momento che scrivo, di
procedere in siffatto modo sino alla fine. – Papà, più avanti,
asserirà che la temperatura sale e scende a causa del cancro che
scombussola tutti i valori, nella sua azione.- A livello letterario,
noto che la qualità di questo romanzo sale sempre, speriamo di
arrivare a Stoccolma…prima del cancro.- Un polipo al colon, mi è stato
levato l'anno scorso e forse quella è stata la molla che mi ha spinto
a realizzare la bella di quest'opera che consideravo immane, per le
circostanze, che ho riportato nelle pagine precedenti.- Ciò non toglie
che quando parlo di mamma sono condizionato - me ne rendo conto perché
passano ore, prima che riprendo la matita in mano, dopo che ho scritto
qualche strofa inerente a lei, il mio stato d'animo, riflette un
particolare stato d'animo unico.-Per un paio di notti ho dormito da
solo, dopo essere stato, un giorno da un mio fratello ed un altro
dalla sorella.- Nella specchiera del bagno, mi rividi, flash
sconvolgente, riflesso d'immagini del ragazzino che ero fino ad
allora, una sequenza velocissima con l'identico gesto della mano nei
capelli - con le dita a pettine che segue la lunghezza dei capelli
fino a in fondo, partendo dal basso ridar movimento alla chioma, mosse
dettate più che altro, da una vertigine.


FINE II PARTE

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