"Napoli, Napoli. Di lava, porcellana e musica", Museo di Capodimonte, 21 settembre 2019 - 21 giugno 2020

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Napoli, Napoli. Di lava, porcellana e musica
Al Museo di Capodimonte, dal 21 settembre, la mostra in collaborazione con
il teatro San Carlo di Napoli
di Clelia Esposito - 05 Agosto 2019

Apre il 21 settembre 2019 al Museo e Real Bosco di Capodimonte, la mostra
Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21
settembre 2019 – 21 giugno 2020), promossa dal Museo e Real Bosco di
Capodimonte, in collaborazione con il Teatro di San Carlo di Napoli, con la
produzione e organizzazione della casa editrice Electa.

Le 18 sale dell’Appartamento Reale, riproposte in una spettacolare e
coinvolgente scenografia, ideata dall'artista Hubert le Gall come la regia
di un’opera musicale, saranno il palcoscenico d'eccezione sul quale andranno
in scena il Teatro di San Carlo e le porcellane di Capodimonte, con la
musica, vero filo conduttore della mostra. L’allestimento racconterà la
storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli
anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II, come una favola, con il
susseguirsi di scene della vita quotidiana caratterizzate da estrema
raffinatezza estetica e gioia esistenziale ma che hanno come sottofondo il
passaggio del potere, i cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti
estetici. Il visitatore potrà immergersi in un mondo incantato e, grazie
all'uso di cuffie dinamiche, potrà ascoltare le musiche (da Giovanni
Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni Paisiello, da
Leonardo Leo a Niccolo Jommelli) selezionate per i vari temi artistici di
ciascuna sala.

Il percorso di mostra

Il percorso di mostra inizia con la sala della musica sacra (con Pergolesi e
lo Stabat Mater), poi l'omaggio a Napoli capitale della musica con strumenti
musicali provenienti dal Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli
(pianoforti di Paisiello e Cimarosa e l'arpetta Stradivari) messi a
confronto con un dipinto di Gaspare Traversi e un quadro di Louise Nicolas
Lemasle raffigurante le Nozze della principessa Maria Carolina di Borbone
con il duca di Berry, del 1816, in cui si riconoscono Paisiello e Paganini,
e la sala della Restaurazione con il 'trasloco' della famiglia Murat e il
ritorno dei Borbone al potere, dopo l'esilio palermitano, immortalato come
in un'istantanea nel tentativo di coprire il ritratto dell'imperatore
Napoleone con la bandiera borbonica. Ampio spazio è riservato al Grand Tour,
nato dalle epocali scoperte di Ercolano nel 1738 e di Pompei nel 1748,
espressione di una civiltà classica sofisticata che si raccontava nella sua
quotidianità. Gli scavi furono il più grande evento culturale della fine del
secolo e furono utilizzati dai Borbone, che ne controllavano gli accessi,
come un vero e proprio strumento di propaganda e grande attrazione del Regno
delle Due Sicilie. Il Grand Tour divenne la meta imprescindibile per gli
aristocratici e gli intellettuali di tutta Europa per completare la propria
formazione sociale e intellettuale. È scenograficamente riproposto da Hubert
Le Gall nel salone Camuccini con sculture di Righetti, biscuits di
Tagliolini, bronzetti della fonderia Chiurazzi, terraglie e porcellane Del
Vecchio e Giustiniani, vasi archeologici della collezione De Ciccio, e
manichini che indossano i costumi di scena di Emanuel Ungaro. “L’episodio
più interessante del mio viaggio è stata la visita a Pompeia. Qui ci si
sente davvero trasportati nell’antichità” scriveva Stendhal nel 1817. A
sottolineare il ruolo di Napoli capitale è Charles de Brosses intorno al
1740: “A mio parere Napoli è l’unica città d’Europa ad avere davvero l’atmosfera
di una capitale: il movimento, l’affluenza di persone, la grande quantità di
servitori e il frastuono che ne consegue; una corte bene organizzata e
decisamente brillante, il seguito e lo sfarzo dei gran signori: tutto
contribuisce a darle quell’aspetto vivace e animato che hanno Parigi e
Londra. Il basso popolo è turbolento, la borghesia frivola, l’alta nobiltà
fastosa…”. E, qualche anno dopo, nel 1787 Goethe affermava: “Se mi propongo
di scrivere parole, sono sempre immagini quelle che sorgono ai miei occhi:
della terra feconda, del mare immenso, delle isole vaporose, del vulcano
fumante; e per rappresentare tutto ciò mi mancano gli strumenti adatti”. Il
percorso di mostra continua con l'Egittomania, un gusto nato a Napoli e poi
diffuso in tutta Europa con le campagne napoleoniche in Egitto, la Cina e le
cineserie con lo spettacolare boudoir cinese della Regina Maria Amalia
portato a Capodimonte nel 1865 dalla reggia di Portici, la sala della
materia con la nascita degli studi di mineralogia e vulcanologia che
incantarono l'ambasciatore di Inghilterra lord Hamilton, provenienti dal
Real Museo Mineralogico, inaugurato nel 1801 che oggi raccoglie oltre 3.000
reperti, e dal Museo Zoologico nato nel 1813. Entrambi sono attualmente
confluiti nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell'Università
Federico II di Napoli. Tra i reperti prestati è presente in mostra una
medaglia coniata nella lava del 1819 e raffigurante Ferdinando, re del Regno
delle due Sicilie. Il Vesuvio è narrato in pittura nelle sue più importanti
eruzioni ed è testimoniato dai reperti minerari esposti: vesuvianite,
granato, leucite, lazurite, ematite e altri. In queste sale le porcellane,
quasi in rivalità con la natura, da una parte imitano la materia mineraria,
dall’altra illustrano il sublime del Vesuvio. Particolarmente interessante
la sala dedicata agli animali, presenti in esemplari tassidermizzati
provenienti dal Museo Zoologico dell'Università Federico II di Napoli. I
reperti ornitologici del Museo Zoologico, risalenti al IX e XX secolo, sono
stati raccolti in differenti località geografiche, ed alcuni di questi
reperti sono provenienti da importanti collezioni storiche tra cui quella di
Mario Schettino, amico di Francesco Saverio Monticelli e valente
tassidermista, realizzata tra il 1901 e il 1937 e poi donata al Museo, e
quella di Cecilia Picchi, ornitologa fiorentina attiva a cavallo tra
l'Ottocento e il Novecento.

Tra i prestiti, sono da segnalare le specie provenienti dal Bosco di
Capodimonte, che aiutano ad individuare una rappresentazione della fauna
locale nel primo ‘900: lo Sparviere, il Falco cululo, il Gufo reale, il
Lodolaio, molti dei quali a rischio estinzione, e la Volpe, ancora oggi
abitualmente avvistata nel sito reale. Molti di questi uccelli, esposti in
una grande voliera che occupa la sala, sono raffigurati sui principali
servizi di porcellana e terraglia delle Manifatture di Napoli che
competevano, per maestria, con quelle di Vienna e di Sèvres. Si comprende,
così, che un servizio da tavola è anche un catalogo naturalistico della
fauna del Regno, come nel servizio di Carditello, storica fattoria e tenuta
di caccia reale, finemente decorato con uccelli del Bosco.

Nel Salone delle Feste trionfa il personaggio ermafrodita di Pulcinella,
protagonista della commedia dell'arte settecentesca: comico e tragico,
ingenuo e scaltro, approfittatore e generoso, sbeffeggiatore del potere che,
proprio con il suo ermafroditismo, sovverte la rigida e tradizionale
organizzazione sociale dei sessi, autofecondandosi partorisce altri
Pulcinella: il trionfo ironico della vita. Muore Pulcinella e passa la
maschera, come succede per la Corona reale. Pulcinella, proprio come il re,
non può morire. Morto il re, viva il re. Morto Pulcinella, viva Pulcinella.
Le ultime sale espositive sono dedicate al gioco, una tradizione di Napoli,
affascinata dall'azzardo e dal destino (carte, scacchi, dama, roulettes,
tric-trac e altri); seguono i vezzi della moda (la passione per parrucche,
orologi, tabacchiere, bastoni, ventagli); le feste e più in generale il
sentimento di vivere della corte e della plebe rumorosa, dei lazzari che non
rinunciano ad adornarsi e a sedurre. Non a caso, i più lussuosi costumi
della collezione del San Carlo sono quelli dei lazzari di Odette Nicoletti
per L'osteria di Marechiaro di Giovanni Paisiello, messa in scena nella
stagione 2001-2002 per la regia del M° Roberto De Simone. L'ultima sala
ospita un videomapping dell'artista Stefano Gargiulo che riporta su quattro
grandi monitor immagini della Napoli di ieri e di oggi, scene delle
principali opere tratte dall'archivio storico del Teatro San Carlo, molte
delle quali sotto la direzione artistica del M° De Simone (maggio 82 –
dicembre 87) e poi Capodimonte, reggia e museo, sintesi di quella Napoli del
Settecento ancora capitale delle arti. È questa l'atmosfera unica che la
mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica vuole ricreare
accompagnando il visitatore nella vita teatrale e quotidiana di Napoli,
vivace, frivola e gioiosa quanto tragica, sotto la continua minaccia delle
eruzioni del Vesuvio. Un viaggio multisensoriale all’interno della Reggia
borbonica, trasformata per l'occasione in un vero e proprio spettacolo
teatrale, nato dall'incontro tra la musica e le arti applicate. Un’esposizione
con oltre 1000 oggetti, 600 porcellane delle Reali Fabbriche di Capodimonte
e di Napoli, più di 100 costumi del Teatro di San Carlo con firme
prestigiose (da Ungaro e Odette Nicoletti) strumenti musicali del
Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di
arredo e animali tassidermizzati oggi conservati al Museo Zoologico di
Napoli (oggi confluito nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche
dell'Università Federico II di Napoli).

La trilogia

Un progetto ambizioso, l’ultimo di una trilogia di esposizioni volute dal
direttore Sylvain Bellenger, dedicate alla valorizzazione delle collezione
museali, dopo Carta Bianca. Capodimonte Imaginaire (12 dicembre 2017-12
dicembre 2018), Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere (21
dicembre 2018-30 settembre 2019).

Una storia senza tempo: Napoli nel XVIII secolo

La mostra narra, mettendola letteralmente ‘in scena’, una storia senza
tempo, quella della Napoli del XVIII secolo, attraverso due protagonisti d’eccezione:
il Teatro San Carlo e la Reggia di Capodimonte con i suoi tesori d’arte,
entrambi voluti da Carlo di Borbone. Dal suo arrivo nel 1734 Carlo di
Borbone, il sovrano, creativo e grande imprenditore, che voleva rilanciare
Napoli al rango di una grande capitale, mise in atto una politica di
rinnovamento della vita culturale, elemento fondante di ogni Stato
illuminato. Nei 25 anni del suo regno, tra le altre imprese riformatrici,
fece trasferire da Parma, ducato di cui aveva ereditato i beni, la celebre
collezione Farnese. Commissionò una reggia destinata ad ospitarla,
Capodimonte, realizzata da Giovanni Antonio Medrano, lo stesso architetto a
cui affidò la costruzione nel 1737, in soli 9 mesi, del Teatro San Carlo.
Nel 1743 fondò, con la moglie Maria Amalia, all’interno del Real Sito di
Capodimonte, una manifattura di porcellane che potesse competere con le
celebri fabbriche europee di Vienna, Sèvres e Dresda e che si è poi rivelata
fra le più grandi in Europa. La mostra abbraccia anche il Regno del figlio
Ferdinando I, che incrementò la collezione di Capodimonte; il Regno di
Napoli all’inizio dell’Ottocento retto da Giuseppe Bonaparte e Gioacchino
Murat, durante il quale la Reggia, esclusivamente residenziale, venne
disseminata di manufatti di gusto neoclassico in gran parte provenienti
dalla Francia; e infine gli anni di Francesco e Ferdinando II autore del
completamento della reggia.

Il catalogo

La mostra sarà accompagnata da un catalogo in grande formato di oltre 200
pagine, pubblicato da Electa, riccamente illustrato e completato da
fotografie della mostra allestita nell’Appartamento reale, realizzate da
Luciano Romano. I testi scientifici del volume approfondiranno, con
contributi originali, temi vari e molteplici della Napoli illuminata,
toccando, grazie alla penna di numerosi autori specializzati (tra gli altri
Patrick Barbier, Sylvain Bellenger, Piergiulio Cappelletti, Alessandro De
Simone, Elsa Evangelista Paola Giusti, Giusi Giustino, Linda Martino,
Giuseppe Merlino, Antonio Palma, Patrizia Piscitello, Rosanna Purchia …)
aspetti quali la musica, il teatro, l’opera, ma anche la vulcanologia, le
scienze naturali, le manifatture e le arti applicate, in un connubio di
punti vista che ricreerà la ricercata magia della corte di Carlo e
Ferdinando.

L’allestimento

È curato da Hubert le Gall, un artista e scenografo francese, nato nel 1961.
Le Gall realizza sculture e arredi poetici combinando diversi materiali,
come ha fatto con il bronzo, con una libertà tale da diventarne la cifra
artistica. In quanto designer, si distingue dai suoi contemporanei per lo
sguardo da scultore e per la riflessione ironica sulla forma e la funzione
degli oggetti. Molte sue creazioni sono esposte nelle collezioni permanenti
di musei francesi e internazionali come il Musée des Beaux-Arts di Montréal
(Québec) o il Musée « La piscine » di Roubaix. Ha realizzato molteplici
progetti per il Mobilier National e per numerose ambasciate francesi all’estero.
È rappresentato nel mondo da una decina di rinomate gallerie.

Nel 2014 e 2015 tiene due esposizioni personali al Musée de Beaux-Arts di
Riom e al Château Borély a Marsiglia. Dal 2002 Hubert le Gall conduce,
parallelamente al suo lavoro di artista e designer un’attività di scenografo
per i più grandi musei di Francia e d’Europa. A lui si deve, tra la altre,
gli allestimenti della mostra su Claude Monet al Grand Palais e su Pierre
Bonnard al Musée d’Orsay.

Nel 2015 collabora con grandi nomi dell’alta moda. La Maison Hermès gli
affida il ruolo di direttore artistico dell’esposizione « Wanderland », che
farà il giro del mondo. Per la Maison Ruinart realizza una serie di sculture
intitolate « Calendrier de verre » (Calendario di vetro). Precursore di
quella che è oggi l’attività dello scenografo, contribuisce a conferire alle
esposizioni una dimensione narrativa e plastica che ne garantisce il
successo. Numerosi musei fanno appello ai suoi consigli per l’assetto delle
sale delle esposizione permanenti.

Gli orari: 8.30 - 19.30 tutti i giorni, chiuso mercoledì.

Il costo del biglietto: intero 14 euro, ridotto (18-25 anni) 8 euro,
gratuito (1-18 anni) e possessori Artecard.


Napoli
Data/e: da 21 Settembre 2019 a 21 Giugno 2020
Telefono: 081 7499130
Pagina fb Museo Capodimonte https://www.facebook.com/museodicapodimonte/

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La Napoli Borbonica in mostra a Capodimonte

Published: 21 Settembre 2019 09:04 Updated: 26 Settembre 2019 18:17
Author Rino Mastropaolo

Una grande mostra dal titolo “Napoli Napoli… di lava, porcellana e
musica” a Capodimonte con oltre 1000 oggetti nelle 18 stanze
dell’Appartamento Reale tra porcellane di Capodimonte, costumi del San
Carlo, strumenti del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli e
tanto altro

Dal 21 settembre 2019 al 21 giugno 2020 nel Museo e Real Bosco di
Capodimonte, si terrà una bella mostra dal titolo Napoli Napoli… di
lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger, che ci
racconterà la storia di Napoli capitale del Regno dal 700 all’800.

Una mostra realizzata dal Museo di Capodimonte con il Teatro San Carlo
di Napoli che nelle 18 sale dell’Appartamento Reale ci mostrerà le
bellezze quotidiane dell’epoca, tra i costumi del San Carlo e le
porcellane di Capodimonte, con la musica vero filo conduttore della
mostra. Infatti con speciali cuffie che si attivano passando di sala
in sala potremo ascoltare le splendide opere di grandi autori
napoletani da Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni
Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli.

Una scenografia spettacolare e coinvolgente, ideata dall’artista
Hubert le Gall, farà da cornice alla grande storia di un’epoca
attraverso l’esposizione di oltre 1000 oggetti, tra cui 600 porcellane
delle Reali Fabbriche di Capodimonte e di Napoli e più di 100 costumi
del Teatro di San Carlo alcuni molto rari.

Non mancheranno poi gli strumenti musicali del Conservatorio di San
Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di arredo e,
infine, particolari animali tassidermizzati oggi conservati al Museo
Zoologico dell’Università di Napoli.

Un allestimento scenografico e bellissimo che racconterà, come una
favola, con il susseguirsi di scene della vita quotidiana, la grande
storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre,
dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II,

Orari
Dal 21 settembre 2019 al 21 giugno 2019 – Aperta tutti i giorni,
tranne il mercoledì, dalle 8.30 alle 19.30 – La biglietteria chiude
alle 18.30

Biglietti
– € 14 intero / – € 10 convenzionati San Carlo* e titolari Carta
Freccia / – € 8 ridotto per visitatori di età compresa tra 18 e 24
anni / – € 6 nelle domeniche e nelle altre giornate ad ingresso
gratuito /Gratuito per i minori di anni 18 e per i titolari di
Artecard

Maggiori informazioni Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica
http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/aspettando-la-mostra-napoli-napoli-di-lava-porcellana-e-musica/

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Mar 15, 2020, 12:08:27 PM3/15/20
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Si ricorda che, a causa dell'emergenza sanitaria in atto,
i musei stanno osservando un periodo di chiusura
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Sep 4, 2020, 6:58:25 AM9/4/20
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La mostra Napoli, Napoli. Di lava, porcellana e musica
Pubblicato il 12 Settembre 2019

Apre il 21 settembre 2019 al Museo e Real Bosco di Capodimonte, la mostra
Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21
settembre 2019 – 20 settembre 2020), realizzata dal Museo e Real Bosco di
Capodimonte con il Teatro di San Carlo di Napoli, in collaborazione con l’associazione
Amici di Capodimonte onlus, con la produzione e organizzazione della casa
editrice Electa.


Le 18 sale dell’Appartamento Reale sono riproposte in una spettacolare e
coinvolgente scenografia, ideata da Hubert le Gall, artista e scenografo
francese di fama internazionale.

Come la regia di un’opera musicale, sono il palcoscenico d’eccezione sul
quale vanno in scena il Teatro di San Carlo di Napoli, con i suoi costumi
sapientemente selezionati dalla direttrice della sartoria Giusi Giustino, le
porcellane delle collezioni di Capodimonte e la musica, selezionata da Elsa
Evangelista e commento di Alessandro De Simone, vero filo conduttore della
mostra.


L’allestimento racconta la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del
Settecento e oltre, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando
II, come una favola.

Scene della vita quotidiana caratterizzate da estrema raffinatezza estetica
e gioia esistenziale ma che hanno come sottofondo il passaggio del potere, i
cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici.


Il visitatore potrà immergersi in un mondo incantato e, grazie all’uso di
cuffie dinamiche, potrà ascoltare le musiche (da Giovanni Pergolesi a
Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo
a Niccolò Jommelli) selezionate per i vari temi artistici di ciascuna sala.

Napoli è l’unica città d’Europa ad avere davvero l’atmosfera di una
capitale: il movimento, l’affluenza di persone, la grande quantità di
servitori e il frastuono che ne consegue; una corte bene organizzata e
decisamente brillante, il seguito e lo sfarzo dei gran signori: tutto
contribuisce a darle quell’aspetto vivace e animato che hanno Parigi e
Londra. Il basso popolo è turbolento, la borghesia frivola, l’alta nobiltà
fastosa…
(Charles de Brosses, 1740)


Si entra in scena attraversando il trompe-l’oeil dedicato al Teatro di San
Carlo dell’artista Tommaso Ottieri.

Si inizia con la musica sacra di Pergolesi e lo Stabat Mater, poi con la
profana si rende omaggio a Napoli capitale della musica con Cimarosa e
Paisiello.

Louise Nicolas Lemasle raffigura le Nozze della principessa Maria Carolina
di Borbone con il duca di Berry, del 1816, in cui si riconosce proprio il
maestro Paisiello.

Si racconta il ‘trasloco’ della famiglia Murat e il ritorno dei Borbone al
potere, dopo l’esilio palermitano.

Ampio spazio è riservato al Grand Tour nato dalle epocali scoperte di
Ercolano nel 1738 e di Pompei nel 1748, espressione di una civiltà classica
sofisticata che si raccontava nella sua quotidianità.


È scenograficamente riproposto da Hubert le Gall nel salone Camuccini con
sculture di Righetti, biscuit di Tagliolini, bronzetti della fonderia
Chiurazzi, terraglie e porcellane Del Vecchio e Giustiniani, vasi
archeologici della collezione De Ciccio, e manichini che indossano i costumi
di scena di Emanuel Ungaro.

E poi ancora l’Egittomania, le Chinoiseries con lo spettacolare boudoir
cinese della regina Maria Amalia portato a Capodimonte nel 1865 dalla reggia
di Portici.

I reperti provenienti dal Real Museo Mineralogico e dal Museo Zoologico
raccontano gli studi di mineralogia e vulcanologia – primi esempi dell’interesse
illuministico per la catalogazione come approccio alla conoscenza – che
incantarono l’ambasciatore di Inghilterra lord Hamilton e che oggi sono
confluiti nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università
Federico II di Napoli.

Anche gli animali, presenti in esemplari tassidermizzati, provengono dal
Museo Zoologico dell’Università Federico II di Napoli.


Le specie provenienti dal Bosco di Capodimonte aiutano ad individuare una
rappresentazione della fauna locale nel primo ‘900: lo Sparviere, il Falco
cuculo, il Gufo reale, il Lodolaio, molti dei quali a rischio estinzione, e
la Volpe, ancora oggi abitualmente avvistata nel sito reale.

Molti di questi uccelli, esposti in una grande voliera che occupa la sala,
sono raffigurati sui principali servizi di porcellana e terraglia delle
Manifatture di Napoli che competevano, per maestria, con quelle di Vienna e
di Sèvres.

Si comprende, così, che un servizio da tavola è anche un catalogo
naturalistico della fauna del Regno, come nel servizio di Carditello,
storica fattoria e tenuta di caccia reale, finemente decorato con uccelli
del Bosco.

Immancabile protagonista, il Vesuvio è narrato in pittura nelle sue più
importanti eruzioni ed è testimoniato dai reperti minerari esposti:
vesuvianite, granato, leucite, lazurite, ematite e altri.


Se mi propongo di scrivere parole, sono sempre immagini quelle che sorgono
ai miei occhi: della terra feconda, del mare immenso, delle isole vaporose,
del vulcano fumante; e per rappresentare tutto ciò mi mancano gli strumenti
adatti.
(Goethe, 1787)


Le porcellane, quasi in rivalità con la natura, illustrano il sublime del
Vesuvio.

Nel Salone delle Feste trionfa, con una sala a lui dedicata, il personaggio
ermafrodita di Pulcinella, protagonista della commedia dell’arte
settecentesca.

Comico e tragico, ingenuo e scaltro, approfittatore e generoso,
sbeffeggiatore del potere che, proprio con il suo ermafroditismo, sovverte
la rigida e tradizionale organizzazione sociale dei sessi, autofecondandosi
partorisce altri Pulcinella: il trionfo ironico della vita.

Muore Pulcinella e passa la maschera, come succede per la Corona reale.
Pulcinella, proprio come il re, non può morire.

Morto il re, viva il re. Morto Pulcinella, viva Pulcinella.

E ancora… il gioco, la moda e le parrucche, le feste raccontano il
sentimento di vivere della corte e della plebe rumorosa, dei lazzari che non
rinunciano ad adornarsi e a sedurre.

Non a caso, i più lussuosi costumi della collezione del San Carlo sono
quelli dei lazzari di Odette Nicoletti per L’osteria di Marechiaro di
Giovanni Paisiello, messa in scena nella stagione 2001-2002 per la regia del
M° Roberto De Simone.

L’ultima sala ospita videoproiezioni dell’artista Stefano Gargiulo / Kaos
Produzioni che riporta su quattro grandi monitor immagini della Napoli di
ieri e di oggi, scene delle principali opere tratte dall’archivio storico
del Teatro San Carlo, molte delle quali sotto la direzione artistica del M°
De Simone (maggio 82 – dicembre 87) e poi Capodimonte, reggia e museo,
sintesi di quella Napoli del Settecento ancora capitale delle arti.

È questa l’atmosfera unica che la mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana
e musica vuole ricreare accompagnando il visitatore nella vita teatrale e
quotidiana di Napoli, vivace, frivola e gioiosa quanto tragica, sotto la
continua minaccia delle eruzioni del Vesuvio.

Un viaggio multisensoriale all’interno della Reggia borbonica, trasformata
per l’occasione in un vero e proprio spettacolo teatrale, nato dall’incontro
tra la musica e le arti decorative.

Una mostra che celebra l’unità delle arti.

Un’esposizione con oltre 1000 oggetti, 300 porcellane delle Reali Fabbriche
di Capodimonte e di Napoli.

Più di 150 costumi del Teatro di San Carlo con firme prestigiose (da Ungaro
e Odette Nicoletti).

Strumenti musicali del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Dipinti, oggetti d’arte e di arredo e animali tassidermizzati oggi
conservati al Museo Zoologico di Napoli (oggi confluito nel Centro Musei
delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università Federico II di Napoli).

Orari

Dal 21 settembre 2019 al 20 settembre 2020

Aperta tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 8.30 alle 19.30

La biglietteria chiude alle 18.30


Biglietti

– € 14 intero

– € 10 convenzionati San Carlo* e titolari Carta Freccia

– € 8 ridotto per visitatori di età compresa tra 18 e 24 anni

– € 6 nelle domeniche e nelle altre giornate ad ingresso gratuito

Gratuito per i minori di anni 18 e per i titolari di Artecard



*I titolari di abbonamento alla stagione 2019/20 e gli iscritti alla
Community del Teatro di San Carlo avranno diritto ad accedere alla mostra al
prezzo riservato di 10 euro (anziché 14). Per ogni biglietto (o abbonamento)
utilizzato per assistere agli spettacoli della Stagione 2019/20 che verrà
esibito al botteghino del Museo di Capodimonte, si avrà diritto ad un
biglietto scontato per la mostra Napoli, Napoli di lava, porcellana e
musica.

I visitatori della mostra Napoli, Napoli di lava, porcellana e musica
potranno beneficiare di uno sconto del 10% sull’acquisto dei biglietti per
gli spettacoli della Stagione 2019/20 esibendo il tagliando d’ingresso alla
mostra presso il Botteghino del Teatro di San Carlo.


Come arrivarci

Oltre alla navetta Shuttle Capodimonte (dal centro cittadino in soli 22
minuti) scopri tutti i modi per raggiungerci sulla pagina del sito web.

A partire dal 21 settembre 2019 e per tutta la durata della mostra:

Shuttle andata e ritorno + ingresso al Museo di Capodimonte + mostra Napoli
Napoli di lava, porcellana e musica (validità giornaliera):

adulti 18 euro

dai 18 ai 24 anni 16 euro

dai 5 ai 17 anni 6 euro (si riferisce alla sola tariffa trasporto, l’ingresso
al museo è gratuito)

bambini fino a 4 anni gratis


Informazioni

081 7499130 (tutti i giorni 10.00-18.00 tranne il mercoledì giorno di
chiusura del museo)


Prenotazioni e acquisti online:

da rete fissa: 848 800 288

da cellulare e dall’estero: + 39 06 399 67 050

(Dal lunedì al venerdì 9.00-17.00. Sabato 9.00-14.00)

www.coopculture.it


Scopri tutto sulla mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica
http://www.napolilavaporcellanaemusica.it/




Gino Di Ruberto [GMAIL]

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Sep 16, 2020, 8:47:28 AM9/16/20
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Napoli Napoli..di lava, porcellana e musica: la mostra sulle bellezze della
grande Napoli Borbonica prorogata a Capodimonte

Published: 14 Settembre 2020 11:35 Updated: 20:29 Author Rino
Mastropaolo

Prorogata fino a Pasqua 2021 al Museo di Capodimonte la grande mostra sulle
bellezze della grande Napoli Borbonica

E’ stata Prorogata la mostra “Napoli Napoli.. di lava, porcellana e musica”
fino al 6 aprile 2021, la bella esposizione che ci farà conoscere, nel museo
di Capodimonte, le bellezze della grande Napoli Borbonica. Iniziata il 21
settembre 2019 la mostra, a cura di Sylvain Bellenger, racconta la storia di
Napoli capitale del Regno dal 700 all’800.

Una mostra realizzata dal Museo di Capodimonte assieme con il Teatro San
Carlo di Napoli che, nelle 19 sale dell’Appartamento Reale, ci riporta le
bellezze e le grandezze quotidiane dell’epoca, tra i costumi del San Carlo,
le porcellane di Capodimonte e tanto altro,

La musica è il vero filo conduttore della mostra e, ora con una speciale
app, potremo ascoltare di sala in sala le splendide opere di grandi autori
napoletani dell’epoca da Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni
Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli.

Le bellezze dell’epoca d’oro del Regno di Napoli

Oltre 1000 oggetti, tra cui 600 porcellane delle Reali Fabbriche di
Capodimonte e di Napoli e più di 100 costumi del Teatro di San Carlo, alcuni
molto rari, presentati in una scenografia spettacolare e coinvolgente,
ideata dall’artista Hubert le Gall che farà da cornice alla grande storia di
un’epoca.

E poi gli strumenti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella di
Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di arredo e, infine, particolari animali
tassidermizzati oggi conservati al Museo Zoologico dell’Università di
Napoli.

Un allestimento scenografico straordinario che racconterà, come in una
favola, con il susseguirsi di scene della vita quotidiana, la grande storia
di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli anni di
Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II.

Avremo pertanto ancora tempo per ammirare un’esposizione che celebra la
bellezza della città di Napoli nel ‘700, nella musica e nell’arte”, che è
già stata, nonostante il particolare periodo, molto apprezzata dal pubblico.

Un’app per ascoltare le musiche

Per rispettare le normative vigenti il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha
creato un’app dedicata alla prenotazione obbligatoria dei biglietti e all’ascolto
delle musiche della mostra Napoli Napoli, vero filo conduttore di tutto il
racconto e dell’allestimento.

L’app è scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone da Playstore e
Appstore e consente di poter riascoltare le musiche, anche una volta
terminata la visita.

Vi ricordiamo che a Capodimonte vige ancora un biglietto di accesso ridotto,
comprensivo delle mostre in corso come quella su Gemito
https://www.napolidavivere.it/2020/09/03/gemito-dalla-scultura-al-disegno-mostra-al-museo-di-capodimonte/
https://groups.google.com/g/infonapoli-newsletter/c/Sssb871K-z4/m/i_pqxKQqCAAJ
:

• € 10 intero
• € 2 ridotto per visitatori di età compresa tra 18 e 25 anni
• Gratuito per i minori di anni 18 e per i titolari di Artecard

Il biglietto ha validità giornaliera e dà la possibilità di lasciare il
museo e rientrare anche più volte fino alla chiusura.

Maggiori informazioni: Museo e Real Bosco di Capodimonte
http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/prorogata-fino-a-pasqua-2021-la-mostra-napoli-napoli-di-lava-porcellana-e-musica/#more-27567

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