Il giorno martedì 4 agosto 2020 23:06:35 UTC+2,
m...@max.it ha scritto:
> Il 04/
> >
> > Viceversa, alcune persone non direttamente toccate da questo virus, o dalle potenzialità devastanti che porta con sé, si permettono di negare che esista e per questo sfanculano e deridono le misure minime che siamo chiamati a rispettare, e chi in coscienza decide di rispettarle.
> >
>
> Grazie per questo piccolo spaccato d'esperienza vissuta e per la
> testimonianza della tua concretezza e realismo con cui stai affrontando
> questo periodo. E io sempre basito di fronte alle persone di che
> descrivi sopra: che fra l'altro non è che siano poche, ho anche amici
> "laureati" (non che la laurea conti di per sè qualcosa eh) che prendono
> la posizione di Pierpaolo in nome della "liberta".
Chi mi conosce sa che sono una persona concreta, ottimista, ancorata alla realtà. So ascoltare e so riflettere sulle esperienze altrui. Sono anche convinta che il modo migliore per esorcizzare le nostre paure passa per la conoscenza, non per i complottismi. Quanto più sai come stanno le cose tanto meno ti spaventi, così da comportarti in modo adeguato alle circostanze.
Questo virus esiste, in poco meno della metà degli infetti non provoca sintomi importanti, in un'altra percentuale fa pochi danni, in un'altra percentuale fa danni tremendi, in un'altra percentuale (2,5-3% degli infetti) ti ammazza. Con tutte le condizioni intermedie. Gli effetti a lungo termine, però, ci sono ignoti.
Ci saranno? Non ci saranno? Saranno reversibili? Quanto a lungo la malattia e/o la positività asintomatica lasciano immuni? Queste cose (e molte altre) ancora non si sanno. E temo che per alcune passeranno anni prima che le sappiamo.
Noi, come dobbiamo comportarci? Direi da persone responsabili.
Sappiamo che ci sono tre misure semplicissime ma fondamentali per difendere noi stessi e gli altri: igiene delle mani (e sono una sostenitrice dei vecchi acqua e sapone), distanza adeguata dagli altri, uso della mascherina quando questa distanza non è possibile mantenerla. No a baci-abbracci-strette-di-mano. Il che non significa non baciare o abbracciare partner, figli, genitori. Significa che con tutti gli altri di cui poco si conoscono i percorsi è decisamente meglio non farlo. Non ho baciato/abbracciato tutte le mie amicizie del mare, che sono tante e con cui mi frequento da anni. E dire che ne avrei avuto proprio molta voglia! Ma pazienza, l'affetto e la gioia del rivedersi si può manifestare anche in altri modi.
Il mio amico stretto si è ammalato verso il 15 di marzo, ma non è riuscito a capire come. E' una persona responsabile che adottava le misure già ampiamente pubblicizzate dal 23 febbraio in poi.
E' stato lasciato a casa senza mai essere visto da un medico e senza cure di alcun tipo, salvo tachipirina, per 6 giorni.
E' stato ricoverato al settimo, quando le difficoltà respiratorie hanno cominciato a essere importanti.
Dopo 2 gg di ricovero a Carpi, trattato con farmaci sperimentali per cui ha dovuto firmare, ha avuto un drastico peggioramento ed è stato spostato a Modena.
Dopo altri 2 gg di reparto con gommini nel naso, è finito in intensiva col famoso casco.
Il passo successivo, come gli avevano preannunciato, sarebbero stati sedazione e intubazione. Che per fortuna si è risparmiato. 63 anni, sanissimo, non fumatore, maratoneta.
La settimana col casco non è stata una passeggiata, come ci ha raccontato. E intanto continuavano a dargli farmaci sperimentali (quelli che secondo alcuni media erano "risolutivi") e a incrociare le dita. Da notare che questo è stato l'iter di molte persone, tra cui i 3 vecchi amici di infanzia che poi non ce l'hanno fatta, dopo oltre 2 mesi in ospedale fatti di apparenti miglioramenti e drastiche ricadute. Perché poi il virus arriva a spappolarti dentro, non è solo polmonite.
Per oltre 2 settimane sua moglie e le sue figlie non lo hanno mai sentito, né sono potute andare a trovarlo, anche solo un saluto e un bacio di là dal vetro della rianimazione. Che vogliono dire tanto sia per chi è di là, sia per chi è di qua da quel vetro, come chiunque ci sia passato potrà confermare. La famiglia riceveva 2 telefonate al giorno dal personale ospedaliero, sempre gentilissimo. Alla mattina e alla sera. Stop. Quando finalmente il mio amico è stato in grado di mandare a casa una sua foto sotto il casco sembrava di aver vinto i mondiali. Per non parlare del primo sms, della prima telefonata, dopo oltre 2 settimane di silenzio.
Lui alla fine è stato fortunato nella sfortuna. Sfortuna di essersi ammalato nel pieno della crisi sanitaria, fortuna di averci levato le gambe (sembra) con pochi strascichi.
Chi si ammala oggi non viene lasciato 6 giorni a casa con la febbre a 40 intanto che il virus comincia a fare danni importanti. Oggi viene assistito subito. E questo perché?
Perché il lockdown ha permesso di vuotare gli ospedali e le intensive; perché qualche settimana in più di conoscenza del virus e delle sue svariate manifestazioni cliniche hanno permesso di affrontarlo meno alla cieca. Se è vero che non esiste terapia specifica, è altrettanto vero che adesso esiste un qualche protocollo da applicare in base alla sintomatologia del paziente. Ma questo non significa che non ci sia ancora chi ci lascia la pelle, anzi.
Da notare che moglie, figlie, suocera (89 anni) e zia (92), tutte conviventi, non hanno mai manifestato sintomi. Nessuna è stata sottoposta a tampone, semplicemente non ce n'erano. Durante tutta la quarantena sono state sentite 2 volte al giorno dai volontari dell'ospedale che raccoglievano dati ed eventuali sintomi.
L'altro giorno ho portato la macchina dal carrozziere. Mi ha detto che anche lui, tra marzo e aprile, s'è fatto un mese di ospedale, due settimane in intensiva, anche lui mi ha raccontato la costante sensazione di annegare che lo ha accompagnato per molti giorni. Anche lui alla fine ci ha levato le gambe, anche lui non sa come è stato contagiato. Lui però non si è ancora del tutto ripreso, e sono passati mesi.
Tutto questo è successo in Emilia Romagna, che può contare sul sistema sanitario migliore in Italia. Dove quel sistema non è mai collassato, a differenza di alcune zone della Lombardia.
Perché lo racconto? Per "terrorizzare"? No, per fotografare la realtà - che comprende anche due ultra 90enni (una in RSA) positive e asintomatiche. E i/le figli/e di amiche positivi/e asintomatici/e o con sintomi minori.
E mi chiedo: visto quanto poco sappiamo di questo virus e delle sue conseguenze, della sua diffusione, delle sue potenzialità, vale davvero la pena rischiare di ritrovarci nella situazione di marzo 2020, quando ciò che ci viene richiesto è un disagio davvero minimo? Io dico di no.
Per inciso, ho sempre pensato che la storia dei guanti fosse una sonora stupidaggine. Ciò che conta è l'igiene. Mano sporca e guanto sporco si equivalgono, i guanti sono utili o indispensabili solo in certe condizioni, non indiscriminatamente. Ma nonostante lo pensassi, ho sempre indossato i guanti dove richiesto, perché se serve a tranquillizzare chi è confuso allora suvvia, a me costa poco infilarmeli.
L'altro giorno alla cassa del supermercato una signora mi ha fatto una scenata perché a suo dire le stavo "attaccata". In realtà ero a oltre un metro di distanza ed entrambe indossavamo la mascherina. Le ho chiesto scusa e sono indietreggiata di mezzo metro. In fondo a me cosa costa farla sentire tranquilla? Anche se non era una situazione a rischio?
Questo per dire che se è vero che ci sono persone che estremizzano da un lato, ci sono altre che estremizzano dall'altro (negazionisti). A me viene da pensare che siano solo ignoranti (non adeguatamente informate), ma quella che estremizza da una parte non rappresenta un pericolo per la salute pubblica, quella che estremizza dall'altra (negazionisti/riduzionisti) invece è un pericolo per la salute pubblica.
> Non sappiamo che cosa ci aspetta, puo' essere davvero che l'agente sia
> meno virulento.
Ti metto qui un paio di link, nel caso non li avessi già letti
https://www.galileonet.it/coronavirus-carica-virale/
https://ilmanifesto.it/il-virus-non-e-piu-debole-lo-ammettono-anche-i-virologi-ottimisti/
Entrambi mi paiono equilibrati. Nel primo c'è anche il link allo studio del team Zangrillo, Silvestri et al che non ho ancora letto. Entrambi sfatano il mito della "guerra tra esperti".
E fin che siamo in argomento. Le dichiarazioni di fine maggio di Zangrillo sono state fortemente (volutamente?) fraintese, complici i media a caccia di click. Se Pier Paolo avesse compreso quanto Zangrillo ha detto nel recente video che lui stesso ha linkato, sarebbe stato meglio (per lui, eh. E per chi gli sta intorno).
Adesso da alcune parti, come Pier ci ha più volte ricordato, c'è una certa indinnazioneh!!1! per i verbali del cts secretati dal governo. Tranquillo PP. Quei verbali saranno resi pubblici a breve. Il Consiglio di Stato deciderà il 10 settembre, e tutto lascia a pensare che finalmente li leggeremo.
Sono curiosa? Certo che sì.
Mi aspetto cose eclatanti che "non cielo dicono"? Certo che no.
E ben comprendo perché si sia chiesto il secreto fino a emergenza finita (e sì, non la è - come il resto di Europa ci sta dimostrando). Il governo, nel suo ricorso alla sentenza del TAR, ha argomentato di aver richiesto il segreto per questioni di ordine pubblico.
Mi stupisco? No.
Mi indinnoh!!1! ? No.
Basta guardare l'uso strumentale che si è fatto delle dichiarazioni di Zangrillo di fine maggio. Che non ha detto "é finita!!! liberi tutti!!", ha detto solo che CLINICAMENTE Sars-CoV2 non esisteva più. Cioè che in quella data le manifestazioni cliniche (ospedaliere) del virus erano enormemente ridotte rispetto a 2 mesi prima. Il che è sicuramente vero. Ma questo non implica che la situazione resterà immutata dei secoliseculorum.
Ora, se i verbali del cts sono scritti in techichese, quel linguaggio che la persona della strada non comprende e quindi è facile che gli sciacalli-avvoltoi-media in cerca di click possano verosimilmente strumentalizzare pro domo propria, bene ha fatto il governo a chiederne il segreto. Del resto s'è visto cosa è successo quando i media hanno anticipato il lockdown. Fuggifuggi e a me chemmefrega? Eh sì, noi italiani siamo fatti così.
Diverso il discorso svedese, dove le autorità hanno fatto appello al senso di RESPONSABILITA' civile dei propri cittadini. Sono state (quasi) premiate. Noi possiamo dire lo stesso, quando c'è gente che non sopporta nemmeno il fastidio di una mascherina, o del distanziamento?
Non è forse lo stesso per i vaccini? Alla fine in Italia s'è dovuto mettere l'OBBLIGO, laddove in mezza Europa quell'obbligo non esiste. Perché? Perché altrove la gente comprende responsabilmente, senza doverla obbligare per legge, l'utilità dei vaccini. In Italia purtroppo no.
> Mah! Visto che sotto sotto sei la sua malcelata ossessione ;), può
> essere che con te Pierpaolo abbia un barlume di ravvedimento
Non esiste. Pier Paolo lo scrisse lui stessi e molto chiaramente qualche tempo fa, non-discutendo (cioè offendendo) Leonardo. Chi ha voglia si cerchi il suo post.
Ora vado a memoria e uso perifrasi, ma il senso di ciò che scrisse era che quando lui discuteva con Leonardo (che reputa un sempliciotto colpito da effetto Dunning-Kruger capace solo di googlare, proprio come me) la sua autostima ne usciva aumentata, molto rinfrancata. E con questo si spiega il suo recente comportamento, che è poi solo una ripetizione già vista nel corso degli anni.
Più o meno il ciclo che ho visto ripetersi più e più volte è questo: quando Pier va in crisi ("momento no" per stare in argomento) perché l'ultimo rimedio/ritrovato/illuminazione che sembrava avergli dato "risoluzione definitiva" o almeno sollievo (ed euforia) dai suoi affanni fallisce lo scopo, lui deve trovare il modo di "accrescere la sua autostima", per cui viene qui a cercare lo scontro. Scotro da cui è sicuro di uscire "vincitore", perché in sostanza si comporta da (omissis) e qualcuno alla fine glielo manda (affanculo). Così, convinto com'è di essere sempre nel giusto, può finalmente dire "accidenti come sono ganzo!!! L'ho zittito con le mie dotte argomentazioni!", senza rendersi conto che ha solo insultato e offeso il suo interlocutore, e l'intelligenza di noi tutti. Ma per il suo senso di autostima è sufficiente.
Non deve essere sfuggito, infatti, che Pier alterna momenti di "addio per sempre, non mi meritate" (fase 1-euforia) con la ricerca ossessiva dell'attenzione di "qualcuno a caso" con cui polemizzare, così da potersi "ricaricare" (fase 2-depressiva). Vedi gli innumerevoli e poco celati riferimenti a me, a mio fratello, a un non meglio qualificato "voi", al Cicap, a "Chiedi le prove", ecc. (tutte cose che mi riguardano) che Pier ha fatto nelle ultime settimane, non ultimo il venire sul mio profilo Facebook a lasciare commenti provocatori e, quando ho cancellato, ricorrere al vecchio post dedicato. Lui che non so quante volte ha scritto che con me "non ci vuole discutere". Allora che razzo rompi?
Perciò no. Nessun "ravvedimento", solo una sua infruttuosa ricerca di una "terapia" in corner per il suo malessere. Un usarmi (adesso che Leo glielo ha mandato definitivamente, come altri prima di lui) come caprio espiatorio, come punching ball per le sue frustrazioni. Quando alla fine si raschia il fondo del barile e non è rimasto altro che me, la sua ossessione, con cui prendersela. Tanto sa che sono troppo buona d'animo per non lanciarli l'osso che così insistentemente richiede.
La sua ossessione non è necessariamente malevola. Però lui è convinto che con me (con gli insulti, il mettermi in bocca cose mai dette, il rifiuto di un confronto civile con me) si ricarica di "autostima" e può tirare avanti qualche altra settimana, prima di ripiombare nei suoi "momenti no" da cui non sa come uscire. Se non prendendosela con me.
Vabbé, sopportiamo cristianamente. A costo di vedermi nuovamente ricoperta di insulti, mi permetto di dargli un consiglio: "cambia paradigma" (locuzione molto amata dai ciarlatani di cui si nutre).
Love & peace