I Simpson e gli Open Data

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Ernesto Belisario

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Sep 7, 2013, 5:46:16 AM9/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
Cari Spaghettari,
esco da un lungo periodo da lurker per segnalarvi un mio "tentativo" di divulgazione in materia di Open Data attraverso "i Simpson": http://blog.ernestobelisario.eu/2013/09/07/i-simpson-e-gli-open-data/

L'ho utilizzato qualche giorno fa a Potenza, durante un evento in piazza e mi è sembrato che il feedback dei presenti sia stato buono (ho avuto la conferma di quanto siano conosciuti i Simpson :D).

Che ne pensate?

Buon WE a tutti,

Ernesto


Cristian Consonni

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Sep 7, 2013, 6:19:35 AM9/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
Penso al fatto che "I Simpsons" sono (c) - all rights reserved di Mr.
Groening quindi sono un po' perplesso...
(e mi sembra che il rischio sia "ah, ma allora se uso Google Maps è open data")

C

Luca Corsato

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Sep 7, 2013, 8:16:31 AM9/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
la suggestione è bella e la comunicazione è efficace, ma ribadisco la perplessità di Christian. Sono dell'idea che sia sempre più necessario liberare le attività artistiche dai incasinatissimi diritti e SIAE varie, per cui va benissimo usare i Simpson ma sempre soggetti a copyright ...



C

--
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Marco Brandizi

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Sep 7, 2013, 2:29:09 PM9/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
<flame-mode?>
La presentazione � piacevole e spiega bene quello che c'� da spiegare.
Per�, sinceramente, mi sembra un po' ingenua, come mi sembrano ingenui
altri discorsi simili, ascoltati in questa comunit�.

Due cose che mi vengono in mente:

- Lotta alla corruzione, ambiente migliore, meno sprechi, pi�
efficienza. S�, certo, gli open data possono dare un contributo
fondamentale in questa direzione. Ma a volte sembriamo convinti che
basti pubblicare i dati sul web. Come se fossero necessari per scoprire
che siamo uno dei paesi pi� corrotto, traffichino, burocratico,
corporativo, nepotista, mafioso del mondo. Io penso che i dati aperti
possano servire soprattutto a minoranze agguerrite per combattere. Poi
pu� essere che qualcuno di buona volont� combatta dall'interno del
sistema dell'intrallazzo, ma mi pare che fondamentalmente ci siano
potenti nemici della trasparenza (e spesso anche del buon senso) e siano
decisamente da tenere presente.

- Crescita economica, impulso all'economia immateriale, c'� bisogno del
contributo di tutti. Anche queste cose, in s� sono ineccepibili. Poi
per� ci pensi meglio e ti ricordi che il Governo Britannico investe
decine di milioni di sterline e ha strutture che si occupano a tempo
pieno di queste cose (http://tinyurl.com/ks7oala). Lo stesso Ernesto ha
gi� accennato in passato che in Italia la situazione � ben diversa
(http://www.agendadigitale.eu/egov/392_open-data-molte-parole-contraddizioni-e-nessun-investimento.htm).
Certo, vedere che gli Italiani compensano con l'inventiva e la passione
la mancanza di soldi e di organizzazione � molto bello, ma � inevitabile
pensare ai limiti di questo approccio, alla diffusione disomogenea di
queste cose, all'incapacit� di scalare e realizzare progetti di ampio
respiro.

</flame-mode?>

comunque bella presentazione, grazie di averla segnalata!

Ciao,


On 07/09/2013 10:46, Ernesto Belisario wrote:
> Cari Spaghettari,
> esco da un lungo periodo da lurker per segnalarvi un mio "tentativo"
> di divulgazione in materia di Open Data attraverso "i
> Simpson": http://blog.ernestobelisario.eu/2013/09/07/i-simpson-e-gli-open-data/
>
> L'ho utilizzato qualche giorno fa a Potenza, durante un evento in
> piazza e mi � sembrato che il feedback dei presenti sia stato buono
> (ho avuto la conferma di quanto siano conosciuti i Simpson :D).
>
> Che ne pensate?
>
> Buon WE a tutti,
>
> Ernesto
>

--

=========================================================================
Marco Brandizi <marco.b...@gmail.com>
http://www.marcobrandizi.info

Andrea Raimondi

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Sep 8, 2013, 4:21:27 AM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Stamattina ero a fare colazione in una piccola pensione thailandese e mi sono fatto davvero un sacco di risate. Presentazione perfetta per un pubblico estraneo al tema, che quindi necessita o di un modello comunicativo abbastanza diffuso (come i simpson) o di un modello nuovo ed efficace (ma non mi pare che ci siano tutti questi graphic designer/animator pronti a dare una mano su temi del genere). Quindi direi: voto 9! Per quanto riguarda quanto fin'ora detto sopra:

1. Obiezione Gmaps: non la farebbe un estraneo al tema. Un "addetto ai lavori" certamente capirebbe che non si tratta di quella questione. Un rompipalle la farebbe, facendo però la figura dell'idiota. Quindi direi che il pericolo non c'è

2. Obiezione copyright: allora ..non mi pare che utilizzare i simpson sia un problema effettivo. Credo invece che irrigidirsi troppo sulle questioni del diritto d'autore lo sia. E forse ancora più grande, perché riguarda l'attitudine di questa comunità. Se avessimo esteso la comunicazione sul tema anche a fasce di solito escluse dal discorso, sono sicuro che avrebbero avuto più risonanza i vantaggi che le piccolezze evidenziate. Se utilizzare i simpson ci permette di espandere il pubblico di cittadini attenti alle questioni di opendata e trasparenza, allora direi che ce ne possiamo fregare del copyright. Se pensiamo che la questione del diritto d'autore irrigidisca la creatività e il riuso, ma poi siamo altrettanto rigidi nel combatterlo, secondo me, stiamo sbagliando strada. In questo mese ho conosciuto persone dai 20 ai 30 anni, austriaci, inglesi, tedeschi, cinesi, e tutti, quando raccontavo che lavoravo con gli opendata, sapevano di cosa stavo parlando. In Italia, quando mi capita lo stesso, c'è il deserto comunicativo. E questo significa che abbiamo fallito, fin'ora, nell'espandere la consapevolezza civica sul tema. Non facciamoci sconti, almeno tra di noi.

Contenuto della presentazione: Marco concordo con quello che dici. Ma questo è solo lo stato dell'arte nel nostro paese. Non facciamoci limitare dagli stessi limiti che combattiamo. La lotta per sovvertire un modo di condurre la dimensione civica è necessariamente graduale. Altrimenti è puro sovversivismo. E te lo dice un eversivo, come mi chiama Roberto Scano. La colpa di quel che c'è è solo e tutta nostra. Quindi si, "piangiamo tra saggi invece di ridere tra stolti", ma poi lavoriamo duro tutti i giorni per quello che vogliamo cambiare. Personalmente sono stanco dei pessimismi, perché la nostra creatività nel progettare il nostro futuro merita più spazio dei problemi che ora ci impediscono di vederlo.


Best

Andrea

morena ragone

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Sep 8, 2013, 6:12:54 AM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Senza entrare nel merito di questa questione, rispondo ad Andrea sul "fregarsene" del copy e gli suggerisco di farsi una chiacchierata con Luca Corsato in merito.
O anche con me, in separata sede.
Buona domenica.

Morena

Riccardo Grosso

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Sep 8, 2013, 6:30:38 AM9/8/13
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110 e lode Andrea Raimondi ! W i Simpson :)


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Andrea Raimondi

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Sep 8, 2013, 8:00:29 AM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Morena guarda che non sto mercanteggiando principi. Sto solo dicendo che (nel contesto della discussione di prima) l'uso che Ernesto ha fatto dei simpson non lo additerei come criminoso (al contrario di quanto uno dovrebbe fare davanti ad una violazione) nè sottolinerei troppo l'elemento copyright rispetto allo scopo del suo tentativo di divulgazione. Oppure se lo facciamo, dobbiamo anche ammettere, cosa che in SOD viene fatta poco davvero, che cadiamo in questi "errori", perché obbligati dalla nostra scarsa capacità di avere un impatto vero ed efficace sulle persone, nonostante le grandi competenze di tutti qui dentro. Se non ammettiamo questo utilizziamo la nostra competenza per nasconderci alla vista i nostri limiti. E questo, secondo me, è uno dei più grandi peccati.

Andrea Raimondi

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Sep 8, 2013, 8:01:43 AM9/8/13
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Francesco Minazzi

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Sep 8, 2013, 12:31:25 PM9/8/13
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Mi sembra un po' capzioso combattere il copyright violandolo, passiamo dalla ragione al torto; sarebbe come dire che, siccome la tassazione è troppo elevata in Italia, allora evado o ne pago di meno facendo un po' di nero (che poi è esattamente quello che è successo e guardate come siamo ridotti). Cambiare il modello del copyright impone di capirlo e rispettarlo: è un errore abbastanza comune pensare che open=no copyright oppure open=copyleft, rendere qualcosa aperto non significa rinunciare al diritto d'autore su di esso. Sfido chiunque a non incazzarsi se e quando vedrà una propria opera violata (se non incazzarsi, un minimo di fastidio per il "furto"). 
Andrea, non è una questione di irrigidirsi sul copyright, ma di innovare nel rispetto delle norme, degli scopi, dei diritti e dell'onestà: ne ho conosciuta troppa di gente che si sciacqua la bocca con la trasparenza, l'onestà, la probità, per poi rivelarsi il primo dei truffaldini. Pertanto, almeno personalmente, mi piace vedere in SOD azioni disruptive ma sempre rispettose di tutto: non è una rivoluzione armata (e anche lì ci sono dei limiti). La questione del diritto d'autore non irrigidisce la creatività in sé per sé, ma per l'abuso che ne fanno a livello lobbystico (tipo la RRIA). Non ho capito se intendevi legare la "questione copyright" con la conoscenza degli OD da parte dagli stranieri, ma se è così mi sembra inconferente: non certo per quello conoscono più di noi gli OD, ma perché altrove s'investe di più nel tema, come hai detto a proposito dello UK.
Niente di personale contro Ernesto ovviamente (anche perché le slide potrebbero rientrare nel fair dealing di cui all'art. 70 LDA, ,ma non le ho viste quindi non saprei), solo non sono d'accordo sul fregarsene del copyright a fini comunicativi. Il fine non giustifica i mezzi.
Nulla da eccepire sul dover ammettere gli errori, ma con colpa lieve: perché stiamo parlando di un tema complesso, iperarticolato, con così tante sfaccettature che è difficile da gestire e interpretare epistemologicamente. Siamo stati poco efficaci nel divulgare, non solo per tali motivi, ma anche perchè abbiamo di fronte una platea diversa da inglesi, americani, danesi, scandinavi, etc, visto che gli italiani soffrono un digital divide culturale e infrastrutturale maggiore del loro.
Per concludere, in realtà mi sembra anche un falso problema la divulgazione di massa: il mondo moderno è diventato sin troppo complesso e nozionistico, lo scibile è iperfetato, non si può pretendere che un certo argomento sia conosciuto da chissà quante persone. Di quanti temi ognuno di noi non conosce? Il mio vicino ad esempio fisico non conoscerà gli open data, ma io potrei non conoscere il momento torcente che lui saprà benissimo. La competenza diventa sempre più specifica, divisa per nicchie: non si può pretendere che il popolo deliberi su tutto, perché tutto non può sapere, bensì la divulgazione dovrebbe riguardare l'ingresso nei processi decisionali, nel tessuto imprenditoriale, laddove degli OD possa farsi diffusione e uso ad esempio (capisco che può sembrare classista, ma per me la democrazia moderna è un fallimento, seppur necessario).
Scusate le divagazioni e buona domenica!

Andrea Nelson Mauro

unread,
Sep 8, 2013, 1:00:28 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
due cents al volo
1) ottimo il messaggio divulgativo
2) sui diritti forse si poteva fare una cosa del tipo "Le slides che avete appena visto non avrebbero potuto essere fatte perché le img sono coperte da copy" in modo da attirare l'attenzione sul tema a fine speech.

Insomma, dura lex sed lex! :)

Alessio 'Blaster' Biancalana

unread,
Sep 8, 2013, 1:13:24 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com

Grande Nelson pirata come sempre ;)

Ale
Inviato da Android

Ernesto Belisario

unread,
Sep 8, 2013, 1:34:38 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Ragazzi, innanzitutto grazie per i feedback.

Prima di affrontare le perplessità sul merito, ci tengo però a chiarire una cosa: a prescindere da discorsi di opportunità, le mie slides non violano la normativa in materia di diritto d'autore. Su questo state sereni, Matt Groening non mi farà causa... e se proprio dovesse, qualche avvocato lo conosco :)

La mia richiesta di feedback era relativa al merito, e cioè alla opportunità di trovare forme/modi di una divulgazione più efficace.
Quello che noto è che - come dimostra anche questa discussione - c'è un autocompiacimento nell'elitarismo che in molti casi contraddistingue il dibattito sugli open data; molto spesso si tratta di discussioni destinate ad iniziati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quel cambiamento culturale (delle amministrazioni, delle imprese e della società civile) che tutti auspichiamo, almeno in pubblico, non arriverà senza un'opera importante di alfabetizzazione che deve necessariamente avvenire su più livelli (ovviamente, la discussione "in piazza" avrà contenuti e registri diversi dal seminario o dal corso universitario).

Sono fermamente convinto, infatti, che senza alfabetizzazione la domanda di dati continuerà a scarseggiare e, senza domanda, l'offerta continuerà a rimanere insoddisfacente.

Naturalmente, ogni attività di divulgazione comporta una semplificazione necessaria. Ricordo che Sant'Agostino nell'incipit dei "Sermones in psalmos" scriveva 

"Sic etiam potius loquamur: melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi" (trad. "Preferisco esprimermi in questo modo: è meglio che mi riprendano i grammatici anziché non mi comprenda la gente").

My two cents,

Ernesto

Francesco Minazzi

unread,
Sep 8, 2013, 1:46:21 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Appunto Ernesto: alfabetizzazione digitale imprescindibile, senza le basi come si fa? :) 
--
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Ernesto Belisario

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Sep 8, 2013, 1:52:20 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Seguendo il tuo ragionamento di prima l'alfabetizzazione non sarebbe necessaria o ho capito male?
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Alberto

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Sep 8, 2013, 1:58:23 PM9/8/13
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Bella questa discussione!

I miei due cents: il mio cuore è con Ernesto e i due Andrea. Quano sento parlare di copyright, mi viene subito prurito (e occhio: io sono un ex musicista professionista, firmatario di contratti discografici e autore di musica, quindi la mia critica al copyright non è quella banale di "embè? Io scarico quello che mi pare").

Dal punto di vista dell'attitudine del movimento OD, invece, mi convince di più la posizione di Francesco (e mi pare anche di Morena). Nelle varie comunità che ho contribuito a montare ho imparato ad apprezzare il contributo di quelli che Andrea Raimondi, qualche messaggio più su, definisce "i rompipalle". Nel mio giro europeo, per esempio, c'è gente che odia Facebook di un odio implacabile. Altri odiano Facebook, Apple e Google. Ne ho conosciuti alcuni che sono contrari a qualunque login, e quindi usano solo PiratePad. In questi casi, quando posso, cerco di adattare la posizione del gruppo a quella del suo membro più... diciamo "puntiglioso". Ci sono tre ragioni per questa mia attitudine:
  1. Se cerchi, in modo sistematico, di essere accogliente verso le persone puntigliose, diventi accogliente verso chiunque.
  2. Se qualcuno ti chiede "ma perché usi PiratePad"? Tu hai una risposta seria, preparata per te dal puntiglioso. Viceversa, se decidi che del puntiglioso non te ne frega nulla e continui  nel comportamento in discussione, non hai una risposta salvo "boh, andava bene a tutti...".
  3. soprattutto, a volte le persone puntigliose sono dei veri pilastri della comunità. Anche su SOD, ragazzi, abbiamo la nostra brava percentuale di supernerd, e in generale non siamo molto rappresentativi della massa: ma mi pare evidente che senza queste 650 persone gli open data in Italia non si fanno, o si fano con una lentezza glaciale. Quindi, se voi domani mi dite – con sufficiente convinzione – che non sopportate qualcosa, io cerco di adattarmi. Magari vi dà fastidio l'uso della parola "hacker": allora io smetto di usarla e cerco di convincere gli altri frequentatori del gruppo a fare altrettanto. Magari non sono d'accordo, questa parola mi funziona, ma per me non è poi così importante usarla, mentre invece mantenere l'ambiente di interazione accogliente per tutti è molto, molto importante.

Aggiungo un commento sul caso specifico. Ernesto è uno dei migliori presentatori che conosco, e non credo faccia scelte casuali su questa roba. Però – a giudicare solo dalle slides, perché non ho sentito la presentazione – non mi pare che la Springfield dei Simpson aggiunga molto valore alla sua presentazione. Homer e gli altri appaiono perlopiù in slides generiche (tipo la 4). Il gioco funziona perché i Simpson, come tutti questi prodotti pop di grande successo, sono metafore multipurpose che vanno bene più o meno per tutto: non è difficile immaginarsi una serie di slide su "I Simpson e PRISM" o "I Simpson e la candidatura dell'Italia alle Olimpiadi del 2026". Di converso, altre metafore pop multifunzione – da Paperopoli a Mordor – sarebbero andate altrettanto bene. Quindi, perché non utilizzare metafore pop nel pubblico dominio? Che ne so, Biancaneve, la Divina Commedia, Beowulf. Questo potrebbe dare appeal di massa – che, se capisco bene, era l'intenzione di Ernesto – e nello stesso tempo non mettere a disagio i più... puntigliosi tra noi (e fuori). :-)

Francesco Minazzi

unread,
Sep 8, 2013, 2:00:37 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
No dicevo l'esatto contrario: come parlare di OD a chi non è dotato almeno delle conoscenze informatiche di base? Quando parlo di OD con amici, spesso non capiscono proprio perché l'uso massimo che fanno del computer è facebook. Per questo parlavo di digital divide, penso sappiamo tutti quanti cittadini abbiano poca consapevolezza: un mio conoscente pensava che la Pec fosse un programma gestionale quando gli ho chiesto se l'avesse attivata o.O 
Per annullare l'iscrizione a questo gruppo e a tutti i suoi argomenti, invia un'email a spaghettiopend...@googlegroups.com.

morena ragone

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Sep 8, 2013, 2:38:55 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Il discorso è in astratto e mi permette di fare qualche considerazione in generale sulle osservazioni lette.
Replico subito ad Alberto: a mio avviso, non si tratta di essere puntigliosi, ma di rispettare o meno delle norme. Da giurista, sono abituata a cercare di cambiare quello che non condivido, se si tratta di norme (esperimento che, come alcuni di voi sanno, abbiamo fatto più volte e con successo, anche su tematiche care a tutti noi).
Ma anche a voler lasciare da parte le questioni più squisitamente tecniche, ci sono le creative commons, che servono proprio a questo, e che consentono di usare materiale altrui in modo totalmente lecito: possiamo utilizzarle per pubblicare i nostri lavori, tanto per cominciare. Credo nell'esempio in proprio, prima ancora che nelle operazioni di forzatura, perchè manifesta una scelta, un'adesione vera ad un principio.
Sarei felice se il copyright non esistesse (fatta eccezione per il diritto morale, che invece mi piace molto), e se le opere potessero essere usate liberamente da tutti, per tutto.
Ma così non è.
Per cui, rispetto la norma e, intanto che cerco di cambiarla, provo strumenti alternativi.

Morena

Alberto

unread,
Sep 8, 2013, 2:50:18 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Morena: ma si violano norme qui? Non si può sostenere che il lavoro di Ernesto sia fair use, come altri osservano nel thread?

[In casi estremi, la violazione di norme stupide e inique può essere difesa. Aaron Swartz, per esempio, è stato accusato di violarne una, ma non ce la faccio proprio a condannarlo moralmente, indipendentemente da quello che potrebbe dire un giudice. Ma, certo, questo non è un caso estremo.]

Ernesto Belisario

unread,
Sep 8, 2013, 2:54:10 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Concordo con Morena, il rispetto delle norme è doveroso, al massimo si combatte (legalmente) per cambiare quelle che non si condividono.
Nel caso specifico, citare "i Simpson" nel corso di una presentazione (a scopo divulgativo) non è affatto illegale, per fortuna :)

Quanto all'efficacia della presentazione, Alberto, grazie per le tue osservazioni (ovviamente le slides contenevano solo una traccia). Ne farò tesoro per il futuro e spero che arrivino presto altre presentazioni "pop-oriented" :)

Ernesto

PS Sia i contenuti del mio blog che le mie slides sono sotto CC (come sanno i tanti che li riprendono, non sempre citandomi :D )

Ernesto Belisario

unread,
Sep 8, 2013, 3:01:17 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Perdonami, avevo male interpretato questo tuo passaggio: "non si può pretendere che un certo argomento sia conosciuto da chissà quante persone".

Ovviamente concordo sul fatto che esista un'emergenza "cultura digitale", ma credo che non possiamo aspettare che sia risolta prima di iniziare a ragionare di divulgazione. Sono due temi che devono procedere di pari passo.

Ernesto

Ernesto Belisario

unread,
Sep 8, 2013, 3:02:10 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Alberto, ma certo che non si violano norme... non scherziamo ;)

Andrea Nelson Mauro

unread,
Sep 8, 2013, 3:03:09 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
per chi non l'avesse visto, ecco il video sugli opendata costruito su biancaneve http://www.youtube.com/watch?v=vWmyBQTdim0&feature=youtube_gdata_player
(rispetta tutte le leggi sul copyright, info nella desxription)

Francesco Minazzi

unread,
Sep 8, 2013, 3:21:29 PM9/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Ernesto, non me lo rimangio quel passaggio: lungi da me escludere il nostro impegno divulgativo, credo però che la discussione scoperchia un bel problema. Non credo ovviamente negli elitarismi, ma neanche nella massificazione: si sono troppo frammentate le cobmpetenze e le conoscenze in questo mondo, forse capire il target di destinatari (più ampio possibile certo) mi pare essenziale, affinché la "specializzazione" su certi temi si diffonda. Gli OD (come qualsiasi altro tema, il discorso è generale) non devono essere di nicchia, ma mi sembra fisiologicamente impossibile diventino appannaggio di tutti (rectius: della conprensione di tutti). Voglio cioè banalmente aprire a ragionare su come si possono creare formazioni esperte di gente su ogni tema. Di modo che le decisioni vengano prese in maniera partecipata da chi ne capisce, non dalla massa indistinta del popolo. In questo vedo il limite della democrazia attuale, il mio discorso è anche volutamente politico. Qui siamo arrivati a parlare di un tema fulcro del futuro assetto della forma di stato: come trasformarequesta democrazia arlecchina in un processo decisionale consapevole; e scusate il parziale OT, ma è molto stimolante su più fronti questo 3d :) 

Il giorno domenica 8 settembre 2013, Andrea Nelson Mauro ha scritto:
per chi non l'avesse visto, ecco il video sugli opendata costruito su biancaneve C'era una volta l'Open Data © 2013 DOLiWOOD feat Open Data Venezia

(rispetta tutte le leggi sul copyright, info nella desxription)

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