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Brano interessante sulla fisica di Aristotele e quella di Galilei

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Multivac85

da leggere,
18 set 2012, 13:25:5618/09/12
a
In questa discussione volevo invitare chi volesse a commentare la
seguente citazione di un testo relativo ai rapporti tra la visione
della fisica moderna nata con Galilei e quella della filosofia della
natura dell'antichità di Aristotele, per il momento preferisco non
riportare il nome dell'autore e dell'opera, per evitare che chi legge
questo brano sia influenzato da tali informazioni (non mi risulta
peraltro che parti di questa stessa versione del brano siano in questo
momento presenti altrove in rete). Trovo il brano alquanto
interessante anche perchè porta un punto di vista che non so se vi è
già noto ad alcuni di voi:

"La fisica moderna è definita fisica matematica perché utilizza in un
senso caratteristico una ben specifica matematica. Essa può procedere
solo matematicamente, poiché, in un più profondo senso, per sua natura
è già matematica. [...] Dal fatto che la fisica sorga esplicitamente
nel significato di una fisica matematica, ciò vuol dire che per mezzo
di essa e per essa viene determinato anticipatamente e in un modo
principale qualcosa che già è conosciuto. Tale determinazione riguarda
nient'altro che il progetto di quello che per la conoscenza della
natura a cui vogliamo arrivare dovrà costituire la natura essa stessa,
cioè un insieme coerente e chiuso in sè del moto dei punti massa nel
rapporto spazio-temporale. La scienza greca non è mai stata esatta e
non lo è stata perché per sua stessa natura non poteva esserlo e non
aveva alcuna necessità di esserlo. Perciò non ha nessun senso ritenere
che la scienza moderna è più esatta della scienza antica. Proprio per
questo non si può affermare che la teoria di Galilei della caduta dei
gravi è vera mentre che quella di Aristotele, secondo la quale i corpi
leggeri tendono all'alto, è falsa. Questo perchè la visione greca
della natura dei corpi, dei luoghi e dei rapporti fra di essi riposa
su una differente interpretazione degli enti e determina similmente
una diversa modalità di vedere e indagare gli eventi naturali. Nessuno
arriverà a sostenere che i versi di Shakespeare siano più progrediti
di quelli di Eschilo".

Che ve ne pare di queste affermazioni? Vi siete fatta qualche idea
sull'autore di questo brano? Vi trovate d'accordo o no riguardo a tali
opinioni? E come approfondireste al riguardo il tema della differenza
tra il modo di Aristotele e quello di Galilei nel comprendere i
processi della natura?

Ciao.

Luciano Buggio

da leggere,
26 set 2012, 05:01:3026/09/12
a
On 18 Set, 19:25, Multivac85 <multiva...@gmail.com> wrote:

(cut)
> "La fisica moderna è definita fisica matematica perché utilizza in un
> senso caratteristico una ben specifica matematica. Essa può procedere
> solo matematicamente, poiché, in un più profondo senso, per sua natura
> è già matematica. [...] Dal fatto che la fisica sorga esplicitamente
> nel significato di una fisica matematica, ciò vuol dire che per mezzo
> di essa e per essa viene determinato anticipatamente e in un modo
> principale qualcosa che già è conosciuto. Tale determinazione riguarda
> nient'altro che il progetto di quello che per la conoscenza della
> natura a cui vogliamo arrivare dovrà costituire la natura essa stessa,
> cioè un insieme coerente e chiuso in sè del moto dei punti massa nel
> rapporto spazio-temporale. La scienza greca non è mai stata esatta e
> non lo è stata perché per sua stessa natura non poteva esserlo e non
> aveva alcuna necessità di esserlo. Perciò non ha nessun senso ritenere
> che la scienza moderna è più esatta della scienza antica. Proprio per
> questo non si può affermare che la teoria di Galilei della caduta dei
> gravi è vera mentre che quella di Aristotele, secondo la quale i corpi
> leggeri tendono all'alto, è falsa. Questo perchè la visione greca
> della natura dei corpi, dei luoghi e dei rapporti fra di essi riposa
> su una differente interpretazione degli enti e determina similmente
> una diversa modalità di vedere e indagare gli eventi naturali. Nessuno
> arriverà a sostenere che i versi di Shakespeare siano più progrediti
> di quelli di Eschilo".
>
> Che ve ne pare di queste affermazioni? Vi siete fatta qualche idea
> sull'autore di questo brano?

Spero proprio che non sia un italiano che scrive in italiano, perchè
non sa scrivere e non conosce il significato delle parole che usa ed
il linguaggio minimo dell'epistemologia. d'altra parte non sembra
neppure un traduzione (pessima) in italiano da un'altra lingua.

Luciano Buggio

Multivac85

da leggere,
28 set 2012, 10:44:3128/09/12
a
Confermo la tua impressione e aggiungo quindi come ulteriore indizio
che il testo originale è in una lingua straniera, se per incapacità di
scrivere intendi lo stile della prosa ti posso dire che questo è lo
stile abituale dell'autore anche nel testo originale e quindi già
questo rende di per sè ardua una traduzione italiana perlomeno
scorrevole. Per quanto riguarda il suo uso dei termini epistemologici,
potresti essere più preciso? Aspetto ancora un po' a svelare l'arcano
dell'identità dell'autore, tanto per sentire almeno qualche altra
impressione, soprattutto sul tema del confronto tra Aristotele e
Gailei e vedere se magari qualcuno sa individuare il nome possibile
dell'autore o magari sa almeno ricordare letture simili in cui si
possono leggere posizioni simili...

Ciao.

Luciano Buggio

da leggere,
1 ott 2012, 09:21:1101/10/12
a
On 28 Set, 16:44, Multivac85 <multiva...@gmail.com> wrote:
> On 26 Set, 11:01, Luciano Buggio <bugg...@libero.it> wrote:
>
>
>
>
>
> > On 18 Set, 19:25, Multivac85 <multiva...@gmail.com> wrote:
>
> > (cut)
>
> > > "La fisica moderna � definita fisica matematica perch� utilizza in un
> > > senso caratteristico una ben specifica matematica. Essa pu� procedere
> > > solo matematicamente, poich�, in un pi� profondo senso, per sua natura
> > > � gi� matematica. [...] Dal fatto che la fisica sorga esplicitamente
> > > nel significato di una fisica matematica, ci� vuol dire che per mezzo
> > > di essa e per essa viene determinato anticipatamente e in un modo
> > > principale qualcosa che gi� � conosciuto. Tale determinazione riguarda
> > > nient'altro che il progetto di quello che per la conoscenza della
> > > natura a cui vogliamo arrivare dovr� costituire la natura essa stessa,
> > > cio� un insieme coerente e chiuso in s� del moto dei punti massa nel
> > > rapporto spazio-temporale. La scienza greca non � mai stata esatta e
> > > non lo � stata perch� per sua stessa natura non poteva esserlo e non
> > > aveva alcuna necessit� di esserlo. Perci� non ha nessun senso ritenere
> > > che la scienza moderna � pi� esatta della scienza antica. Proprio per
> > > questo non si pu� affermare che la teoria di Galilei della caduta dei
> > > gravi � vera mentre che quella di Aristotele, secondo la quale i corpi
> > > leggeri tendono all'alto, � falsa. Questo perch� la visione greca
> > > della natura dei corpi, dei luoghi e dei rapporti fra di essi riposa
> > > su una differente interpretazione degli enti e determina similmente
> > > una diversa modalit� di vedere e indagare gli eventi naturali. Nessuno
> > > arriver� a sostenere che i versi di Shakespeare siano pi� progrediti
> > > di quelli di Eschilo".
>
> > > Che ve ne pare di queste affermazioni? Vi siete fatta qualche idea
> > > sull'autore di questo brano?
>
> > Spero proprio che non sia un italiano che scrive in italiano, perch�
> > non sa scrivere e non conosce il significato delle parole che usa �ed
> > il linguaggio minimo dell'epistemologia. d'altra parte non sembra
> > neppure un traduzione (pessima) in italiano da un'altra lingua.
>
> > Luciano Buggio
>
> Confermo la tua impressione e aggiungo quindi come ulteriore indizio
> che il testo originale � in una lingua straniera, se per incapacit� di
> scrivere intendi lo stile della prosa ti posso dire che questo � lo
> stile abituale dell'autore anche nel testo originale e quindi gi�
> questo rende di per s� ardua una traduzione italiana perlomeno
> scorrevole. Per quanto riguarda il suo uso dei termini epistemologici,
> potresti essere pi� preciso?

(cut)

Ho riletto con pi� attenzione quel testo, e ritiro quel pesante
giudizio: devo ammettere che nell'emetterlo mi sono fatto influenzare
dalla mia opinione che uno che non sa strutturare, in particolare
scrrvendo, un periodo (il che rappresenta il livello minimo
dell'esercizio della logica), non abbia i numeri per trattare
problemi epistemologici.

Chiedo scusa per la mia arroganza.

Luciano Buggio

Multivac85

da leggere,
2 ott 2012, 10:23:5402/10/12
a
On 1 Ott, 15:21, Luciano Buggio <bugg...@libero.it> wrote:
> Ho riletto con più attenzione quel testo, e ritiro quel pesante
> giudizio: devo ammettere che nell'emetterlo mi sono fatto influenzare
> dalla mia opinione che uno che non sa strutturare, in particolare
> scrrvendo, un periodo (il che rappresenta il livello minimo
> dell'esercizio della logica),  non abbia i numeri per trattare
> problemi epistemologici.
>
> Chiedo scusa per la mia arroganza.
>
> Luciano Buggio

Interessante, io comunque noto che a volte affermazioni come "non si
può affermare che la teoria di Galilei della caduta dei gravi è vera
mentre che quella di Aristotele, secondo la quale i corpi leggeri
tendono all'alto, è falsa" siano, se non scorrette perlomeno
problematiche, perchè possono essere intese nel senso che scoperte
scientifiche ormai consolidate siano non dei reali passi avanti su cui
non si può più tornare indietro ma al massimo siano dei semplici
"diversi modi di vedere il mondo" su cui però non sarebbe corretto
dire che essi siano più corretti di altri.

Insomma, intendo dire questo, penso che sia corretto dire che se si
lascia cadere da cinque metri di altezza contemporaneamente una piuma,
una sfera di piombo e un uomo, ritengo che sia una verità dimostrata
in modo indiscutibile che tutti e tre, attrito a parte, toccano terra
nello stesso momento, in circa un secondo. E ciò era vero sia oggi,
sia al tempo di Galileo e sia al tempo di Aristotele, e dunque
occorrerebbe affermare che Galileo ha indiscutibilmente ragione e che
Aristotele aveva indiscutibilmente torto nell'affermare che la
velocità di caduta fosse legata al peso dei corpi. O non è così?

P.S.: un altro indizio riguardo al brano: è stato scritto negli anni
Trenta del '900 e l'autore non era un fisico di professione. Comunque
nel prossimo messaggio che manderò svelo finalmente l'arcano, è
comunque un nome molto illustre...

Ciao.

Multivac85

da leggere,
14 ott 2012, 19:59:5814/10/12
a
Come promesso svelo l'identitą dell'autore del brano citato nel primo
post: si tratta del filosofo Martin Heidegger e il brano fa parte del
saggio "L'epoca dell'immagine del mondo", contenuto nella raccolta
"Sentieri interrotti" del 1950. Che idea ne avete ora? Peraltro faccio
notare che ho citato un brano molto simile scritto da Thomas Kuhn nel
thread "La base metafisica della fisica", contenuto in un saggio
posteriore a quello di Heidegger... Un'influenza dell'uno sull'altro o
semplice convergenza di idee? Chissą...

Ciao.
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