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Galli della Loggia

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Vento

unread,
Mar 29, 2009, 5:09:59 PM3/29/09
to
Un editoriale che mi sembra cogliere perfettamente nel segno: il PDL è il
primo partito al mondo che nasce avendo come nucleo della propria identità
l'opposizione a qualcosa che non esiste.

Le ombre del passato


di Ernesto Galli Della Loggia
Anche un ascolto o una lettura superficiali del discorso di Silvio
Berlusconi al Congresso di fondazione del Popolo della libertà consentono di
coglierne immediatamente il cuore ideologico: è l'anticomunismo. Tutto il
resto appare solo accennato, sbrigato in poche parole e comunque affatto
generico. All'anticomunismo, invece, è stata riservata la parte centrale, e
anche retoricamente ed emotivamente quella più insistita, di un discorso
tutto tenuto-come è forse giusto per un'occasione fondativa, e in obbedienza
d'altronde a una tradizione molto italiana - su un registro sostanzialmente
storico, rivolto al passato. Le parole di Berlusconi collocano il Pdl in
questa prospettiva: e dunque politicamente esso nasce contro la sinistra, lì
è la sua principale ragion d'essere. E la sinistra è il «comunismo », tra i
due termini egli stabilisce di fatto una sostanziale equivalenza. La
tradizione socialista- riformista, men che meno quella laico-democratica,
non esistono; così come non esiste alcun rapporto tra esse e l'esperienza
politica dei cattolici (se ho letto bene neppure citata): Craxi, non a caso,
è solo un amico personale del presidente del Consiglio che in pratica ha il
solo merito di averlo anticipato nello sdoganamento della destra.
Affermando questa centralità dell'anticomunismo, Berlusconi compie la stessa
operazione che la prima Repubblica compì con l'antifascismo. Di fronte allo
scarso rilievo fondante della Carta costituzionale, al suo ancora più scarso
valore ideal- simbolico (una costante storica delle nostre Carte: dallo
Statuto albertino alla Carta del lavoro fascista), al vuoto che essa così
lascia, egli usa l'anticomunismo allo stesso modo in cui la prima Repubblica
e i suoi gruppi dirigenti usarono per quarant'anni l'antifascismo: come
reale ideologia fondativa dell'ordine politico e motivo di
autoidentificazione legittimante. E perciò, insieme, come motivo di
esclusione nei confronti di tutto quanto non può essere ricondotto a essa.
Non solo: ma come la prima Repubblica e suoi uomini si sono sempre
compiaciuti di riferirsi alla Costituzione qualificandola sì come
democratica, ma ancora più spesso attribuendole la qualifica politico-
ideologica di «antifascista », allo stesso modo, ma rovesciando
l'interpretazione, Berlusconi non nasconde di considerare anche la
Costituzione «comunista». «A ideologia, ideologia e mezza» sembra essere
ancora oggi il suo motto: anche perché non ignora che il cuore del Paese,
alla fin fine, batte molto di più dalla parte dell'anticomunismo che
dell'antifascismo.
Ma tutto ciò pone Berlusconi in contraddizione con quello che pure -l'ha
detto lui stesso ed è da credergli-costituirebbe un suo effettivo desiderio:
essere l'uomo della pacificazione nazionale; soprattutto, rappresentare un
vero elemento di novità e di rottura rispetto alla vicenda italiana. Infatti
l'antagonismo, la contrapposizione frontale, insiti nel proclama
anticomunista mal si conciliano, anzi, diciamolo pure, rendono impossibile
ogni proposta di pacificazione. All'opposto, perpetuando antichi baratri
divisivi, inasprendo antichi scontri, esse collocano irrimediabilmente il
presidente del Consiglio e il Popolo della Libertà nel solco del vecchio,
nella storia dell'Italia del Novecento, della sua guerra civile apertasi nel
1915 e che avrebbe dovuto finire (ma ahimè non è finita) nel 1991. Dunque,
pur cercando di imprimere sulla fondazione del Popolo della Libertà il
significato di un nuovo inizio, pur cercando di indicare questo nuovo inizio
nel consolidamento definitivo del bipolarismo e nel declino epocale della
sinistra, il discorso di Berlusconi testimonia di come nella sostanza più
profonda il suo tentativo urti frontalmente contro la base ideologica vera
che egli ha voluto dare alla fondazione suddetta, l'anticomunismo. E di come
contro questo scoglio minacci di naufragare.
Il punto è che il presidente del Consiglio appare tutto immerso,
biograficamente e culturalmente, nella prima Repubblica. Lì stanno con ogni
evidenza i suoi riferimenti ideali, a cominciare dall'antifascismo e
dall'anticomunismo. Ma come possono essere l'uno e l'altro compatibili con
la rottura, con il nuovo? Lo ha capito Gianfranco Fini, che nel suo discorso
al Congresso non ha fatto spazio neppure una volta, se non sbaglio, alla
parola comunismo, mentre non casualmente si è impegnato a disegnare le linee
programmatiche che il Pdl dovrebbe fare sue da domani; che, invece di
intrattenersi sul passato, ha preferito guardare all'avvenire.


Sokar

unread,
Mar 29, 2009, 7:19:03 PM3/29/09
to
Il /29 mar 2009/, *Vento* ha scritto:

> Un editoriale che mi sembra cogliere perfettamente nel segno: il
> PDL è il primo partito al mondo che nasce avendo come nucleo della
> propria identità l'opposizione a qualcosa che non esiste.
>
> Le ombre del passato
>
>
> di Ernesto Galli Della Loggia
> Anche un ascolto o una lettura superficiali del discorso di Silvio
> Berlusconi al Congresso di fondazione del Popolo della libertà
> consentono di coglierne immediatamente il cuore ideologico: è
> l'anticomunismo. Tutto il resto appare solo accennato, sbrigato in
> poche parole e comunque affatto generico. All'anticomunismo,
> invece, è stata riservata la parte centrale, e anche retoricamente
> ed emotivamente quella più insistita, di un discorso tutto
> tenuto-come è forse giusto per un'occasione fondativa, e in
> obbedienza d'altronde a una tradizione molto italiana - su un
> registro sostanzialmente storico, rivolto al passato. Le parole di
> Berlusconi collocano il Pdl in questa prospettiva: e dunque
> politicamente esso nasce contro la sinistra, lì è la sua
> principale ragion d'essere. E la sinistra è il «comunismo », tra i
> due termini egli stabilisce di fatto una sostanziale equivalenza.

... gli stessi argomenti di Riina durante le sue dichiarazioni nei vari
procedimenti giudiziari o rilasciate ai giornalisti perché le
pubblicassero, poco prima che il popolino della libertà non diventasse
una realtà

S.

--

Giosuè Darducci

unread,
Mar 29, 2009, 11:24:14 PM3/29/09
to

"Vento" <bel...@dkdn.it> ha scritto nel messaggio
news:gqoo1q$nju$1...@aioe.org...
>

Parole Parole Paroleeeeee
http://www.youtube.com/watch?v=wrlew2G6nvA

Luigino Ferrari

unread,
Mar 30, 2009, 1:45:16 AM3/30/09
to
"Vento" <bel...@dkdn.it> wrote:

>Un editoriale che mi sembra cogliere perfettamente nel segno: il PDL è il
>primo partito al mondo che nasce avendo come nucleo della propria identità
>l'opposizione a qualcosa che non esiste.
>
>Le ombre del passato
>
>
>di Ernesto Galli Della Loggia
>Anche un ascolto o una lettura superficiali del discorso di Silvio
>Berlusconi al Congresso di fondazione del Popolo della libertà consentono di
>coglierne immediatamente il cuore ideologico: è l'anticomunismo. Tutto il
>resto appare solo accennato, sbrigato in poche parole e comunque affatto
>generico. All'anticomunismo, invece, è stata riservata la parte centrale, e
>anche retoricamente ed emotivamente quella più insistita, di un discorso
>tutto tenuto-come è forse giusto per un'occasione fondativa, e in obbedienza
>d'altronde a una tradizione molto italiana - su un registro sostanzialmente
>storico, rivolto al passato. Le parole di Berlusconi collocano il Pdl in
>questa prospettiva: e dunque politicamente esso nasce contro la sinistra, lì
>è la sua principale ragion d'essere. E la sinistra è il «comunismo », tra i
>due termini egli stabilisce di fatto una sostanziale equivalenza.

>.
E qui mi fermo basta ed avanza per dire , che malgrado il
marxi-comunismo sia - eccetto poche eccezioni - sparito nel mondo, le
sue ideologie, negativita', fisse - in particolare, nel Bel Paese -
sono ancora imperanti.
Sul proseguo, constatato che ante come oltre Berlusconi c'e' il nulla,
presagisco che la maggioranza degli italiani per convinzione o per
rassegnazione abbia deciso di optare e quidni di dare fiducia a
Silvio Berlusconi.

Ciao
Luigino Ferrari
luf...@tin.it

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