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Artiglieria Italiana vs T34 (tutto in un unico post)

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Manu

unread,
Oct 7, 2001, 7:36:32 AM10/7/01
to
AVVISO: questo post contiene le 5 puntate tutte insieme non c' è nulla di
nuovo qundi non impazzite a rileggerlo tutto.

Ed eccovi il polpettone tutto insieme:

Il trhead "matilda vs 47/32" mi ha fatto prendere così bene che ho deciso di
postare un' articolo di F. Cappellano apparso qualche tempo fa (maggio 2000)
su Storia Militare riguardante le vicende del 120° Regg. art. mot. del
Regio Esercito contro i T34 Sovietici nel luglio 1942. Trovo che sia molto
interessante in quanto descrive le prestazioni c.c. di artiglierie non
specificatamente progettate per questo ruolo [l' ottantotto insegna..].
Premetto che non sono un' esperto di proietti ne di corazzature ciò che
conosco sono i principali tipi di artiglierie italiane utilizzate nella II
gm. Riporto quindi l' articolo così com' è commenti e critiche sono graditi.

Il testo è abbastanza lungo quindi lo posterò a puntate. Spero che lo
troverete interessante:

Sreafimovich, 30 - 31 luglio 1942.

Dal diario del 120° Reggimento artiglieria motorizzato, Ucraina, 30 luglio
1942.

Partiamo con il riassunto dei combattimenti che interessarono la batteria da
75/97/38 ( denominazione italiana del cannone c.c. da 75/34
mod. 97/38 ceduto dai tedeschi agli italiani n.d.r.)

"[...] Il mattino del 30 settembre si procedeva allo studio dello
schieramento di 4 gruppi - I e II/120°; II/201° e LXII/30° - e della
batteria c.c. 75/97/38 del 120° che dovevano
prendere parte all' azione offensiva che doveva portare all' eliminazione
della testa di ponte di Sserafimovitch [Serafimovich], una pioggia
insistente cominciò a cadere. - Per tema che le piste dovessero divenire
impraticabili, fu dato ordine ai gruppi di assumere immediatamente lo
schieramento predisposto senza attendere il tardo pomeriggio, e così i
gruppi erano appena arrivati nella loro zona di q. 210,1 - anzi il II/201°
aveva ancora la 4° btr. in marcia - quando verso le 13,30 appariva all'
improvviso la prima ondata di carri armati. - Data la zona di schieramento :
anfiteatro poco ondulato e la postazione dei vari gruppi, tutti presero
parte con i loro cannoni alla lotta sferratasi contro i carri. [...]
BATTERIA DA 75/97/38 del 120° Giorno 30: La btr. era schierata un km. a
Sud-ovest di q. 210,1 per sbarrare le provenienze ai carri eventualmente
provenissero da Nord, da Ovest, da Est. - Visibilità 180° su tutta la piana,
eccetto un tratto di circa 20 metri in profondità per 100 metri in larghezza
, a circa 200 metri dalla btr. causa leggero avvallamento. - Circa mezz' ora
dopo l' apparizione dei primi riprese a piovere e continuò con rovesci d'
acqua sino alle ore 16 circa. Per la btr. da 75/97/38 posso suddividere
tutta l' azione svolta contro i carri in varie fasi: Prima fase: I carri
apparvero all' improvviso verso le ore 13.30 sbucando dal costone di q.
210,1 circa 1000 metri dalla batteria. - Il tiro viene iniziato a circa 800
metri e vengono sparate 30 granate a caricamento cavo e 30 granate a scoppio
con i seguenti risultati: - carro armato medio T34 n.78 viene colpito sulla
prua in basso immediatamente sotto il gancio destro di traino - il colpo ha
immobilizzato immediatamente il carro. - carro armato leggero n. 315 è stato
colpito sulla parte superiore a sinistra con granata a scoppio - venne visto
incendiarsi ed allontanarsi per una ventina di metri - quivi si fermava
bruciando. - altro carro armato leggero venne colpito sulla corazza frontale
con granata a scoppio ed immediatamente si arrestò. Nulla si può dire sulla
sorte degli equipaggi essendo l' attenzione degli artiglieri concentrata
sugli altri carri che apparivano. Seconda fase: Tre carri armati intanto
proseguivano: due spostati nettamente a sinistra; l' altro verso il centro
della radura della zona dello schieramento. Su quest' ultimo si concentrò il
tiro della btr. sparando a circa 300 metri di distanza n. 20 granate a
carica cava. Risultati: - carro armato T34 n. 76: venne raggiunto da
parecchi colpi; ma due soli hanno avuto effetto: uno sulla corazza frontale
immediatamente a destra della mitragliatrice e l' altro lateralmente alla
torretta - ambedue i fori sono di diametro molto piccolo non avendo le
granate avuto effetto pieno causa la conformazione della corazzatura. - Il
carro rimase immobilizzato al secondo colpo utile. - Esaminato in seguito
questo carro presenta anche uno squarcio nella lamiera orizzontale di
protezione dei cingoli (spessore circa 10 mm) mentre la lamiera verticale
appare intatta. Non ritengo possa trattarsi di un colpo proveniente dall'
esterno, essendo impossibile ad un proietto arrivare a contatto con tale
lamiera orizzontale senza incontrare i cingoli: - questi infatti non sono
stati colpiti da alcun proietto - ritengo piuttosto che una scheggia della
corazza proiettata da uno dei due colpi messi a segno abbia provocato lo
scoppio di un proietto del cannone da 76 mm. del carro stesso. - Gli altri
due carri intanto piegavano verso sinistra, scomparendo dietro un costone
invano inseguiti dal tiro (circa 10 granate a caricamento cavo, distanza di
tiro circa 600 m.) Terza fase: Dopo circa mezz' ora, improvvisamente,
affioravano fra l' erba le torrette di due carri che avanzavano verso il
centro della batteria - spostati a mano i pezzi di pochi metri per meglio
sparare - vennero sparati alcuni colpi che non arrivarono a segno o, per lo
meno, non ebbero risultati, ma che ottennero però di far deviare i carri, i
quali a grande velocità si riportarono dietro il costone, scomparendo alla
vista della btr. Ma poco dopo il primo di questi due carri (T34) ricompariva
puntando direttamente sulla btr e facendo fuoco col cannone e con le
mitragliatrici. La btr. aprì subito il fuoco e furono sparate circa 10
granate c.c., ma di queste una sola riuscì ad immobilizzarlo a circa 8 metri
dal II pezzo. - il colpo aveva preso in pieno il risalto della torretta sul
lato del cannone ed otteneva il pieno effetto uccidendo tutto l'
equipaggio. Un secondo T34, n.77, spostato sulla sinistra, avanzava dopo
circa un quarto d' ora, dopo essersi occultato in un cespuglio. - Venivano
sparate 8 granate a caricamento cavo, delle quali una colpiva in pieno la
torretta sul fianco sinistro immobilizzando il carro l' effetto del colpo è
stato pieno. - La torretta veniva anche forata da uh proietto da 75/32 della
4a btr. che avendo visto la minaccia dei carri armati, immediatamente si
schierava sulla destra della btr. da 75/97/38. Detto colpo urtava sull'
otturatore del cannone da 76 mm di cui era armato il carro, ma non scoppiava
[e l' equipaggio riempì le mutande (scusate l' umorismo fuori luogo)
n.d.r.].
Giorno 31: La btr. da 75/97/38 è in posizione nei pressi della strada che
porta a q.197,4 - 180 nei pressi del laghetto. - Detta posizione fu presa di
comune accordo fra il Ten. Guglielmi, Comandante la btr. 75/97/38 del 120°
ed il Ten. Lohler, Comandante di due pezzi anticarro tedeschi in posizione
sulla sinistra della strada. - Distanza della btr. da 75/97/38 della strada
circa 500 metri. Visibilità ottima. I carri appaiono improvvisamente lungo
la strada verso le 13, procedendo alla massima velocità, a circa 600 metri
dalla batteria. Vennero sparate circa 15 granate a c.c. delle quali una
colpiva un carro del tipo T34 immobilizzandolo. Il colpo arrivava sulla
torretta laterale. Poco dopo altri carri si presentavano e la sezione
sparava 14 granate a c.c. e una ventina di granate a scoppio avendo ultimate
le prime. Risultati: - Un carro T34 colpito alla torretta, si incendiava e
si arrestava dopo una cinquantina di metri bruciando. - Due carri leggeri
colpiti con una granata a scoppio restavano immobilizzati. - In questa
azione il Ten Lohler con i suoi pezzi distruggeva un carro T34 e due
leggeri. In definitiva la batteria da 75/97/38 del 120° nei giorni 30 e 31
luglio riusciva a distruggere o ad immobilizzare: giorno 30 - 4 carri T34 3
2 leggeri; giorno 31 - 2 carri T34 e 2 leggeri.
EFFETTO dei proietti. Granata a c.c.: deve colpire i punti vulnerabili del
carro, altrimenti non dà l' effetto desiderato. - Sui carri immobilizzati
infatti sono state notate molte tracce di colpi di granata c.c. (nettamente
riconoscibili per le tracce di fusione), che però non hanno avuto effetto
causa la sagomatura delle corazzature. - Nei colpi utili, il foro è
provocato per fusione dellacorazza e si retringe verso l' interno- l'
effetto distruttore è dovuto alla proiezione delle particelle fuse della
corazza verso l' interno. - Granata a scoppio: sui carri T34, nessun
effetto. - Si sono dimostrate efficaci contro carri leggeri."
"II Gruppo da 75/27 del 120°. Giorno 30 luglio: Il gruppo era schierato più
avanti e a destra degli altri, nei pressi proprio della q. 210,1. La prima
ondata di carri, ore 14 circa, capitava sulla 6a e 4a btr. così all'
improvviso che ben tre pezzi della 6a e due della 4a venivano completamente
schiacciati prima ancora che si potesse dirigere il tiro contro di essi. Ma
ben presto tutti e quattro i carri armati di tipo leggero vennero distrutti
dai pezzi del gruppo rimasti efficienti. Vennero adoperate granate da 75
mod.32 senza innesco. - I colpi efficaci sono stati quelli diretti sui
fianchi dei carri e nei cingoli, a distanza inferiore ai 100 metri. - Le
granate hanno in tale punto perforato la corazza e sono scoppiate nell'
interno squarciando la corazza stessa per un raggio di circa 20 cm, I colpi
diretti contro la parte anteriore del carro non hanno avuto alcun effetto
utile anche se sparati a soli 10 metri. Verso le ore 16 una seconda ondata
composta di due carri egualmente del tipo leggero veniva fermata e
distrutta, ma dopo che essi avevano fuori uso l' ultimo pezzo della 6a
batteria e uno della 5a. - Anche contro questi due carri furono sparate
granate da 75 mod.32 senza innesco.
Giorno 31: Il gruppo su sei pezzi (uno era stato rimesso in efficienza
durante la notte) era in posizione nei pressi della strada a Nord della
curva di livello di q.160, quando verso le 13,30 vedeva sbucare dal costone
antistante poco più di 150 metri, quattro carri (due del tipo T34 e due
leggeri) che si precipitarono sui pezzi distruggendone 4 ed incendiando 6
autocarri e 7 trattori che erano poco lontano. - Gli unici pezzi efficienti
spararono sino alla distanza di 10 metri e sia un carro T34 che due leggeri
furono immobilizzati. Solo un T34 riusciva ad invertire la marcia. Anche in
questa posizione furono sparate granate da 75 mod. 32 senza innesco."
"I GRUPPO da 100/17 del 120°, Giorno 30-31: In tutti i due giorni i carri
nemici non si sono avvicinati molto al gruppo rimanendo ad una distanza
variabile fra i 700 e i 1000 metri [e te credo! una suppostina da 100mm non
è il massimo che si possa desiderare : )] . Il gruppo ha sparato adoperando
granate mod.32 con innesco mod.10 e senza innesco ......."
II GRUPPO da 75/32. Il gruppo è stato sottoposto all' attacco dei carri solo
il giorno 30 e solo con due btr. giacchè la 4a ancora in marcia si schierava
al fianco della 10a. Il primo carro T34 compariva innanzi allo schieramento
del gruppo con direzione Nord-est Sud-owest e a grande velocità. Contro
detto carro il gruppo non potè aprire il fuoco dato che le due btr,
schierate avevano come direttrice di tiro Sud-ovest Nord-est. -Intanto altri
carri del tipo T34 e del tipo leggero apparivano e le due batterie
cominciavano a far tuonare i loro cannoni.
L' efficacia dei proietti perforanti da 75/32 si è dimostrata molto buona,
in quanto le corazze dello spessore di circa 8 cm. [sic] sono state
perforate nettamente. La distanza di tiro perchè i proietti siano efficaci
non deve superare i 200-300 metri, distanza che permette di colpire i carri
con la quasi totalità dei colpi. - La maggiore vulnerabilità del carro si ha
quando questo si presenta sul fianco e per la maggiore dimensione delle
sagome e per il minore spessore delle corazzature. - Minore effetto hanno
iproietti nella parte anteriore del carro, sia per il maggiore spessore
delle corazze che per la maggiore inclinazione, per cui si verificano dei
solchi profondi tracciati nel metallo da proietti giunti con piccoli angoli
di impatto, senza che però questi riescano a forare.

LXII/30° da 105/32. Anche il LXIIda 105/32 prese parte alla lotta contro i
carri il solo giorno 30 luglio. La sua azione venne sussidiata da due obici
da 76 mm di preda bellica sovietica. Proietti impiegati: - Per il 105/32
granate mod.32 con spoletta e innesco I.O.40 carica 3a ; per il 76 russo
granate originali che si suppone abbiano effetti perforanti.
Risultati ottenuti: - un carro T34 immobilizaato alla distanza di 400 metri
da una granata da 105 scoppiata fra ruota e cingoli. Una ruota risulta
deformata e il cingolo interrotto per una lunghezza di 30 cm. Il carro
immobilizzato venne colpito successivamente nella parte superiore da altra
granata da 105, ma senza alcun risultato apprezzabile. L' equipaggio, che
saltò fuori dal carro venne catturato. - Un secondo carro T34 veniva colpito
alla distanza di circa 150 metri da un pezzo da 76 mm mentre, sfilando sul
fianco, tentava di aggirare lo schieramento del gruppo. La granata penetrava
attraverso la parte inferiore dello scafo e scoppiava all' interno,
provocando l' annientamento dell' equipaggio. Osservo che in una situazione
come quella del 30 luglio in cui ogni artigliere - indipendetemente dal
calibro, maneggevolezza e proietti in dotazione - deve fare del suo meglio
per lottare contro l' offesa corazzata, il cannome da 105/32 ha ottenuto un
risultato positivo con il proietto che sembrava apriori il meno idoneo, e
cioè la granata mod.32 munita di spoletta innesco I.O. 40. - Gli scudi da
105/32 hanno resistito efficacemente alle raffiche delle mitragliatrici
costituenti l' armamento secondario dei carri T34. A 500 metri le pallottole
hanno appena scalfito l' acciaio degli scudi. Esprimo per il 105 il parere
che il tiro con proietti non innescati previsti dalle norme emanate dall'
Ispettorato di Artiglieria può essere conveniente contro carri armati
leggeri; sempre che la velocità di traslazione del carro possa permettere
alla bocca da fuoco il puntamento in direzione; contro carri armati di
grnade tonnelaggio la granata mod.32 disinnescata ha poche probabilità di
vincere - per sfondamento - la spessa corazza della torretta e delle parti
superiori. Conviene invece il tiro con proietti innescati, cercando di
colpire la parte inferiore del carro per ottenere la rottura dei cingoli. -
Un carro armato immobilizzato, qualunque ne sia il tonnellaggio e l'
armamento si può considerare già vinto.

Mitragliera da 20 mm: I proietti si sono dimostrati nulli contro i carri
T34, poco efficaci contro i carri leggeri. - Infatti due carri leggeri
riuscivano a schiacciare due pezzi da 20 mm nonostante i serventi
continuassero a far fuoco fino a 10 metri [onori a loro!].

Per quanto ho riferito risulta:
1) Ottimi pezzi c.c. si sono dimostrati i 75/97/38 impieganti granate c.c. e
i 75/32 impieganti granate perforanti, Buoni i 75/27 impieganti granate
mod.32 senza innesco. Degli altri pezzi da 100/17 e 105/32, poco
maneggevoli, non si può pretendere molto. - Poco efficienti i proietti c.c.
della mitragliera da 20 mm.

2) A distanza superiore ai 500 metri NESSUN PROIETTO DA' VERO RENDIMENTO
[......rabbrividiamo.....brrrrr] - distanza utile per i tiri contro carro da
50 a 300 metri [idem come sopra].

3) Cercare di poter colpire i carri non nella perte frontale, ma in quella
laterale e possibilmente nei cingoli [semplicissimo con dei pezzi da
campagna!]

4) Calma e nervi a posto nei serventi dei pezzi, solo così il cannone avrà
sempre, come ha avuto in questa azione, la sicurezza di vincere sulle
corazze.

Nella zona di quota 197,4 - 180 vi sono molti carri T34 e leggeri in stato
di poter essere recuperati e trasportati indietro per poter effettuare su di
essi prove balistiche [......]"

Valutazioni dell' autore.

" Dallo svolgimento dell' azione di Serafimovich risalta lo scarso
addestramento dei carristi russi, supplito però da una notevole aggressività
e sprezzo del pericolo. Ogni singolo plotone carri oprò a livello autonomo,
senza un coordinamento a livello compagnia. L' azione slegata della
formazione corazzata e la mancata alternanza di fuoco e di movimento tra le
singole pedine del plotone fu determinata forse anche dall' assenza di
apparati radio a bordo, almeno sui carri gregari. L' istruzione degli
artiglieri italiani si rivelò invece adeguata: la batteria da 75/34 seppe
riconoscere a distanza la sagoma dei carri T34, rispetto a quella dei carri
leggeri [ considerazione abbastanza ovvia.... e si fosse trattato di spirito
di sopravvivenza piuttosto che di addestramento! ], concentrando su di essi
il tiro con granate a carica cava, riservando ai BT il munizionamento
ordinario. Durante l' azione i pezzi vennero spostati a mano per prendere di
fianco i carri nemici. Gli artiglieri del gruppo da 75/27 utilizzarono
subito granate senza spoletta dal miglior effetto controcarri, come
prescritto dalle norme. Nella mischia accesasi presso q. 210,1 gli
artiglieri rimasero ai pezzi, sparando a bruciapelo sui carri. In questa
occasione risultò, però, carente il servizio di vigilanza e di sicurezza,
che favorì l' irruzione di sorpresa dei carri russi."
"L' ottimo rendimento in funzione controcarri delle artiglierie della 3a
divisione celere non fu dovuto certo al caso, ma il frutto di un intenso
addestramento volto alla tecnica di puntamento e tiro diretto contro
bersagli mobili ed a vaste esperienze a fuoco contro sagome reali di carri
russi catturati. Fin dal maggio 1942 la 3a divisione celere aveva fatto
eseguire tiri sperimentali con armi della fanteria e artiglierie contro
carri sovietici di preda bellica; l' esercitazione a fuoco, condotta insieme
a reparti tedeschi, mirava soprattutto a verificare l' efficacia del
munizionamento perforante ed ordinario contro le corazze laterali dello
spessore di 15 mm di un carro BT da 14 tonn. rimasto impantanato nelle linee
italiane durante la battaglia di Natale. Furono utilizzati: proiettili
calibro 8 mm sparati da una mitragliatrice Fiat mod. 14-35, senza
apprezzabili risultati [ hanno pure fatto la prova !?!? sigh.....]; proietti
perforanti - esplodenti da 20 mm della mitragliera contraerei Breda mod. 35,
con perforazione netta della torretta e dello scafo a 150 m di distanza;
proietti perforante da 47/32 a 150 m, con perforazione netta dello scafo e
lesioni alla parete opposta; granate da 75/27 ordinarie e mod.32 spolettate
a 150 metri, con nessun effetto e senza spoletta, con effetto di sfondamento
della corazza dello scafo; granate ordinarie da 100/17 spolettate a una
distanza di 450 metri, con perforazione della torretta e dello scafo. Furono
effettuati, inoltre, esperimenti con ordigni esplosivi da parte di una
squadra di distruttori di carri ricorrendo a: 6 bombe a mano legate insieme
e munite di impugnatura, con l' effetto di spezzare la cingolatura e
sfondare la parte superiore della corazza di scafo all' altezza del vano
motore; 2 bombe a mano legate insieme e collocate intorno alla bocca da
fuoco del cannone, con il risultato di ovalizzare leggermente la canna; una
bottiglia Molotov senza provocare incendi.
Sulla base dei risultati ottenuti, il Comando Artiglieria della divisione
Principe Amedeo Duca d' Aosta [di cui il 120° faceva parte n.d.r.]
trasse degli ammaestramenti riassunti in una breve memoria sull' impiego
delle artiglierie nel tiro controcarri. Vi si raccomandava di aprire il
fuoco solo alle minori distanze a motivo della facilità di puntamento, dell'
elevato valore della velocità residua del proietto sparato con la carica
massima, della traiettoria tesa e dei minimi tempi di volo della granata In
relazione alla velocità di traslazione del carro. Con i pezzi da 75 e 100 mm
in dotazione la distanza massima di intervento non doveva essere superare i
500-600 m. Oltre tali valori le possibilità di colpire diminuivano
sensibilmente e l' azione controcarri perdeva il fondamentale vantaggio
della sorpresa. Il cannone doveva sparare alla celerità massima di tiro e
molto importante era la ripartizione degli obiettivi tra i pezzi, affinché
ogni cannone della batteria sapesse contro quale carro della formazione
nemica dovesse rivolgere il tiro. Nella esecuzione del Fuoco controcarri,
tra un carro in movimento in direzione frontale ed un altro in direzione
obliqua, era preferibile sparare contro quest' ultimo, anche se non
minacciava direttamente lo schieramento d' artiglieria, in considerazione
della maggiore vulnerabilità della corazzatura laterale del carro. Da ciò la
convenienza di predisporre l' incrocio dei fuochi fra i pezzi della
batteria.
Per ordine del Comando Artiglieria del XXXV° corpo d' armata (C.S.I.R.) i
tiri di addestramento vennero ripetuti in data 3 giugno 1942 alla presenza
del generale Mazzarini, comandante della 3a celere e del generale Dupont,
comandante dell' artiglieria dello C.S.I.R. Le esercitazioni si svolsero
sempre contro un carro BT fermo con corazzatura intatta, utilizzando un
cannone da 75/27 mod.12 del reggimento artiglieria a cavallo, un pezzo
controcarro di preda bellica russa da 45 mm ed un fucilone sovietico da 14,5
mm. A distanza di 300m sparando granate mod. 32 da 75/27 con spoletta mod.
10/40, con spoletta mod. 10 senza innesco e senza spoletta si ottennero
sempre gravi danneggiamenti contro la corazza laterale del carro. A
completamento di tali esperienze il comando del Corpo di Spedizione Italiano
in Russia diramò a tutte le unità dipendenti delle norme circa i tiri
controcarri. In attesa della distribuzione dei proietti perforanti da 75/27
si ordinava di impiegare contro i carri armati le granate mod.32 munite di
spoletta ed innesco. Quantunque il proietto senza spoletta o senza innesco
garantisse maggiori capacità di perforazione, era da ritenersi preferibile
l' uso della granata spolettata ed innescata, dato che nel primo caso non si
realizzava alcun effetto se non si colpiva in pieno il carro e si ottenevano
scarsi effetti locali se non si colpivano parti vitali del mezzo."
"Molto si è discusso sull' impreparazione tecnica evidenziata dal Regio
Esercito nell' affrontare l' Armata Rossa e le condizioni ambientali in
terra di Russia. Un' analisi serena ed obiettiva, ricavata comparando le
prestazioni di armamenti ed equipaggiamenti in dotazione agli eserciti
italiano, russo e tedesco nel 1941 riesce a far giustizia di molti luoghi
comuni e stempera giudizi quantomeno ingenerosi sul grado di operatività del
C.S.I.R. Al momento dell' invasione tedesca, la massa dei carri armati russi
era costituita da carri leggeri T26, carri veloci BT-5/7 e tankette T37 e
T38. I T34 in servizio erano meno di 1000, mentre i carri pesanti KV 1/2 non
superavano le 500 unità. I T26 ed i BT erano già stati affrontati e battuti
in Spagna dal Corpo Truppe Volontarie; la loro protezione massima non
superava i 25 mm, che li metteva alla mercé dei cannoni italiani da
accompagnamento e controcarri da 47/32 e 65/17. Anche le mitragliere Breda
da 20/65, alle brevi distanze e sulle pareti laterali della corazza,
potevano
risultare letali ai carri russi.
Il C.S.I.R. non subì attacchi di consistenti formazioni corazzate sovietiche
fino all' estate del 1942. Le divisioni Principe Amedeo Duca d' Aosta
(P.A.D.A.), Torino e Pasubio, in previsione del loro invio in Russia,
vennero rinforzate con numerosi cannoni da 47/32. Considerando anche il
battaglione controcarri di corpo d' armata, ogni reggimento di fanteria
italiano poteva disporre di una compagnia rinforzata di cannoni da 47/32,
eguagliando la dotazione di armi controcarri di un reggimento di fanteria
tedesco dell' epoca (*). Le informative sull' esistenza dei carri T34 e KV1
giunsero in Italia agli organi competenti solo verso la fine del '41. Così
scrive il Capo di Stato Maggiore Generale Cavallero in data 27 dicembre 1941
allo Stato Maggiore del Regio Esercito:

[ Da recenti notizie risulta che il solo materiale di almeno 88 mm di
calibro può avere ragione sui moderni carri pesanti russi. E' evidente che
per il futuro dovremo orientarci, per l' azione contro i carri medi e
pesanti, all' impiego del pezzo da 90/53 ]

Le tanto vituperate divisioni autotrasportabili italiane godevano di un
livello di motorizzazione superiore alla massa delle grandi unità tedesche
che partecipavano all' operazione "Barbarossa", costituite da divisioni di
fanteria appiedata con artiglierie e servizi a traino animale. L' esercito
tedesco impiegò in Russia con buoni risultati l' unica divisione di
cavalleria disponibile, mentre da parte russa si ricorse largamente dal 1941
al 1943 a corpi di cavalleria. Nessuna particolare impressione doveva quindi
suscitare l' invio sul fronte orientale della 3a divisione celere con due
reggimenti di cavalleria ed uno di artiglieria a cavallo. Nel 1941 la
produzione di carri medi M 14/41 era appena sufficiente a ripianare le
perdite delle divisioni corazzate e motorizzate impiegate in Libia. Nel
corso della prima controffensiva italo-tedesca in Africa settentrionale
dall' aprile 1941, l' "Ariete" disponeva ancora di battaglioni carri
montati su L 3. Nella considerazione che i pezzi di artiglieria italiani a
traino meccanico da 75/27 e 100/17 fossero materiali antiquati e di scarse
prestazioni, ogni divisione di fanteria ricevette un battaglione mortai da
81 in rinforzo, portando la dotazione divisionale di tali armi a ben 72
pezzi. I due gruppi di cannoni da 75/46 mod. 34 erano quanto meglio si
possedesse il Regio Esercito in fatto di artiglierie contraerei mobili di
produzione nazionale (**). Per garantire la mobilità nel territorio russo
caratterizzato da scarsa viabilità e numerosi corsi d' acqua, la componente
del genio era rappresentata da 4 battaglioni tra artieri, pontieri e
trasmissioni. Il C.S.I..R. ebbe, poi, un proprio corpo aereo della Regia
Aeronautica composto da 83 velivoli da caccia e da ricognizione. Nel
dicembre 1941, Messe, ritenuto il miglior generale italiano della seconda
guerra mondiale, dopo l' esperienza di 5 mesi di guerra in Russia, chiese a
Roma l' assegnazione di due ulteriori divisioni preferibilmente alpine, la
trasformazione della divisione celere motorizzata ed il rimpiazzo dei
quadrupedi andati perduti per la costruzione di un raggruppamento truppe a
cavallo, che riteneva avrebbe potuto trovare proficuo impiego in quel
particolare ambiente geografico. Anche senza considerare il progettato
impiego delle divisioni alpine "Julia", "Tridentina" e Cuneense" nelle
montagne del Caucaso, nell' esercito fin dal 1941 avevano operato con
successo nelle pianure russe interi corpi d' armata di truppe da montagna.
Ciascuna divisione alpina ebbe in rinforzo 2 compagnie cannoni da 47/32 ed
una compagnia armi d' accompagnamento di battaglione dotata di mortai da 81
e 6 pezzi da 47/32. L' A.R.M.I.R. ricevette le migliori artiglierie d'
armata, da campagna, e controcarri presenti in Italia. I 90 pezzi da 75/34
mod. 97/38 e da 75/32 mod.37, gli unici disponibili del regio esercito,
erano in grado di avere ragione anche dei carri T34 come dimostrato a
Serafimovich (***).
I cannoni e gli obici pesanti da 149/28 di origine tedesca, da 149/40 e da
210/22 erano tra le migliori realizzazioni dell' 'epoca. Pur senza ricorrere
agli ottimi cannoni da 88/55 e da 75/50 ceduti dai tedeschi ed impiegati in
Africa settentrionale, i reparti contraerei furono rinforzati da altri 3
gruppi da 75 /46 muniti di centrali di tiro Gamma e Gala. Anche per le
artiglierie divisionali fu fatto quanto era nelle possibilità, assegnando al
2° corpo d' armata 72 obici da 75/18 mod.35 e sostituendo i pezzi da 100/17
con i cannoni da 105/28 con maggior gittata e migliore potere d' arresto
controcarri. Prima della seconda battaglia del Don giunsero in Russia
granate controcarri E.P. per i calibri d' artiglieria divisionale da 75 e
100 mm (****). Il precipitare degli eventi nell' inverno 1942-43 impedì il
prospettato invio all' 8a armata del 10° raggruppamento semoventi cingolati
da 90/53, del 557° gruppo semoventi da 75/18 e di 3 gruppi di obici campali
da 149/19."

FINE

Note:

Non riporto la storia del 120°, inserita anch' essa in questo poderoso
articolo, perché [oltrechè per le dita] penso siano di maggiore interesse
gli aspetti operativi. Unica notizia da riportare è la data di presa in
carico dei 75/34 tedesco/francesi. Il tutto avviene ufficialmente il 6
giugno 1942 quando viene costituito presso il reggimento la 10a batteria
controcarri.

(*)= La Pasubio aveva 16 cannoni da 47/32, 16 da 65/17 e 16 da 20/65. La
Torino aveva 28 pezzi da 47/32 e 16 da 20/65. Il II battaglione controcarri
di corpo d' armata da 47/32 allineava 24 pezzi

(**)= Tra l' agosto del 1941 ed il marzo 1942 il 4° e 19° gruppo da 75/46 e
20/65 abbatterono almeno 16 velivoli.

(***)= Verso la fine del 1942 i tedeschi cedettero agli Alpini una batteria
di 6 cannoni controcarri da 5 cm Pak38.

(*****)= Furono inviati in Russia anche quantitativi di proietti E.P. da 47
e 65 mm.

Manu

unread,
Oct 7, 2001, 7:40:41 AM10/7/01
to
Cosa ne pensate dell' episodio (IV puntata) che costò la perdita di ben 5
pezzi del II
Gruppo
(ricordo che furono schiacciati! )

Io mi chiedo:

1) Non si sarebbero potute inviare delle pattuglie, magari a cavallo, in
servizio di vigilanza avanzato?

2) Sti T34 sono sbucati dal nulla? Erano il primo esempio di carro armato
silenzioso? (roba di tecnologia stealth!)

3) Non si sarebbe potuto collocare uno o due pezzi (sempre pronti) in modo
da prendere d' infilata lo schieramento come prima risposta in attesa
della
reazione dell' intero gruppo? [ipotesi azzardata! non datemi del
visionario: )]


Saluti

Emanuele


Amedeo Matteucci

unread,
Oct 8, 2001, 1:00:16 PM10/8/01
to
Credo che la 'sorpresa' dei T-34 fosse dovuta al loro relativamente scarso
numero, al fatto di muoversi in piccoli gruppi e soprattutto al fatto che
pare ci fosse abbondanza di dossi ed erba altissima.
Comunque il fatto che la maggior parte degli scontri veda i pezzi italiani
già schierati in batteria mi pare indicativo del fatto che non ci fosse una
sorpresa totale.

A proposito ma il fatto che i carri leggeri in questi scontri fossero dei BT
è una supposizione dell'autore o che cosa? A metà 1942 i BT in circolazione
dovevano essere ben pochi inoltre non erano il carro leggero pre-guerra
costruito nel maggior numero di esemplari, con buona pace di Suvorov :).
Probabilmente si trattava di T-60 o similari.

ciao

Amedeo


Manu

unread,
Oct 15, 2001, 2:58:48 AM10/15/01
to
Ciao Amedeo, scusa te rispondo in ritardo ma avevo perso il numero di
StoriaMilitare da cui avevo tratto l' articolo.

Amedeo Matteucci


> Credo che la 'sorpresa' dei T-34 fosse dovuta al loro relativamente scarso
> numero, al fatto di muoversi in piccoli gruppi e soprattutto al fatto che
> pare ci fosse abbondanza di dossi ed erba altissima.
> Comunque il fatto che la maggior parte degli scontri veda i pezzi italiani
> già schierati in batteria mi pare indicativo del fatto che non ci fosse
una
> sorpresa totale.

Non lo so.....io non mi sono mai trovato in una situazione simile......ma
diamine non sentire proprio nulla. Magari gli artiglieri non sono riusciti
ad arrivare per tempo ai pezzi? Mah...

> A proposito ma il fatto che i carri leggeri in questi scontri fossero dei
BT
> è una supposizione dell'autore o che cosa? A metà 1942 i BT in
circolazione
> dovevano essere ben pochi inoltre non erano il carro leggero pre-guerra
> costruito nel maggior numero di esemplari, con buona pace di Suvorov :).
> Probabilmente si trattava di T-60 o similari.

Adesso ti posso rispondere : )
L' articolo parla di BT 7 e 8 con relative foto. Te le mando. Di più nin
so!

Ciao

Emanuele

Manu

unread,
Oct 15, 2001, 2:58:49 AM10/15/01
to
Ti ho mandato le foto dei BT 7 ma ho fatto un pò di casino con lo
scanner......il rislultato e che le e mail sono venute un pò pesantine...
scusa, mi cospargo il capo di cenere : (

Ciao

Emanuele


Amedeo Matteucci

unread,
Oct 15, 2001, 1:42:53 PM10/15/01
to
Grazie tante per le foto.
Comunque il mio dubbio sui BT non riguardava i carri catturati oggetto di
prove ma i carri leggeri che hanno partecipato all'attacco dei giorni 30 e
31 descritto nell'articolo. Personalmente mi pare difficile che fosser BT,
quindi mi chievo su quali fonti si fosse basato l'autore per fare queste
affermazioni.

ciao

Amedeo


Manu

unread,
Oct 17, 2001, 7:28:27 AM10/17/01
to

Da quanto ho potuto vedere l' autore ha attinto quasi unicamente al diario
del 120° indi per cui le affermazioni secondo le quali carri BT avrebbero
partecipato agli scontri sono da attribuire a chi lo ha compilato o ai
singoli comandanti di gruppo. Può darsi che questi ultimi si siano
sbagliati.

Saluti

Emanuele


Amedeo Matteucci

unread,
Oct 18, 2001, 7:01:08 AM10/18/01
to
Mi pare di ricordare che l'autore non avesse citato esplicitamente pezzi di
diario dove si nominassero i BT in relazione agli avvenimenti dei giorni 30
e 31 (correggimi se sbaglio). Tra l'altro rimane ancora in piedi
l'interrogativo su quali fossero i BT utilizzati per i test. Se mi permetti
manderei le foto ad un mio amico per maggiori dettagli. Personalmente mi
sembrano BT-7 o 7M, per quanto riguarda i citati BT-8... penso che non siano
mai esistiti!
ciao


Amedeo
Manu <bastaschifezzele...@tin.it> wrote in message
vXdz7.5084$V75.1...@news1.tin.it...

Manu

unread,
Oct 18, 2001, 1:36:38 PM10/18/01
to

"Amedeo Matteucci" wrote:
> Mi pare di ricordare che l'autore non avesse citato esplicitamente pezzi
di
> diario dove si nominassero i BT in relazione agli avvenimenti dei giorni
30
> e 31 (correggimi se sbaglio). Tra l'altro rimane ancora in piedi
> l'interrogativo su quali fossero i BT utilizzati per i test. Se mi
permetti
> manderei le foto ad un mio amico per maggiori dettagli. Personalmente mi
> sembrano BT-7 o 7M, per quanto riguarda i citati BT-8... penso che non
siano
> mai esistiti!

Azz.. hai ragione, effettivamente nel diario si parla di generici carri
leggeri, e il Cappellano che nell' articolo vero e prorio li chiama BT 7 e,
forse qui ho fatto confusione io, BT 5. Da anche un elenco dei principali
mezzi di cui era dotata l' Armata Rossa al momento dell' invasione tedesca.
Dice, per altro, che proprio i BT erano già stati affrontati e battuti in
Spagna. Comunque manda pure la foto e fatti dire di che carro si tratta. Che
il Cappellano si sia fatto una cappella? Forse, ingannato dalla
denominazione, ha sbagliato la tipologia di carro leggero indicata nel
diario?

Saluti

Emanuele


Amedeo Matteucci

unread,
Oct 18, 2001, 2:27:22 PM10/18/01
to
Allora se non dimentico nulla i carri leggeri ruotati-cingolati serie BT
effettivamente entrati in servizio con la RKKA sono: BT-2, BT-5, BT-7,
BT-7A, BT-7M (altri BT sono esistiti in forma prototipica o quasi). Dalle
foto inviate ad una prima analisi i carri possono essere: BT-7 (produzione
1937), BT-7 (produzione 1939) oppure BT-7M. Gli altri sono out.
Ma ovviamente questo non dice nulla sui carri leggeri che hanno partecipato
agli scontri in questione.

Saluti,

Amedeo


Amedeo Matteucci

unread,
Oct 18, 2001, 3:01:25 PM10/18/01
to
Tra l'altro. Mi potresti dire qual'è l'origine delle foto dei BT sottoposti
a test? Ovviamente intendo l'archivio da dove sono state prese, non il
numero della rivista :)
ciao

Amedeo


Manu

unread,
Oct 19, 2001, 1:34:46 PM10/19/01
to

"Amedeo Matteucci"
> Tra l'altro. Mi potresti dire qual'č l'origine delle foto dei BT

sottoposti
> a test? Ovviamente intendo l'archivio da dove sono state prese, non il
> numero della rivista :)


Allora, ho controllato, non viene riportata alcuna fonte in entrambi gli
articoli.

Ciao

Emanuele


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