Si favoleggia circa la "umanit�" di Cavour, ma in una lettera
del 25 ottobre 1860, indirizzata a Persano, chiedeva di "inviare
i prigionieri napoletani a Genova" (in condizioni igieniche
vergognose), da dove avrebbero proseguito per i "campi
di concentramento" in Lombardia, Piemonte, Val d'Aosta.
Grande dovette essere la meraviglia di questo losco figuro,
quando venne a sapere dal generale La Marmora, incaricato
di un'ispezione nei campi di prigionia, che quel "branco di carogne"
rifiutava di arruolarsi tra le truppe sarde e "non voleva prestare
un nuovo giuramento, avendo giurato fedelt� a Francesco II".
Migliaia di ufficiali e decine di migliaia di soldati semplici
furono imprigionate, con infiniti patimenti ed un alto numero
di morti per malattie, per fame, per freddo.
Coloro che riuscirono a sopravvivere, odiati come ex nemici
in armi, derisi come soldati di Franceschiello, disprezzati
come cafoni meridionali, rientrati nei loro paesi d'origine,
molto spesso, andarono ad ingrossare le file della rivolta contadina
(dai piemontesi chiamata "brigantaggio").
Nell'ottobre 1860, Cavour aveva fatto organizzare la farsa
dei plebisciti (in cui vi furono solamente intimidazioni, violenze
e brogli elettorali), che sancirono l'annessione del Regno di Napoli
al Piemonte.
Alcuni anni fa fu rinvenuto il manoscritto-confessione
di una "spia"(agente segreto) che aveva operato per conto
del governo piemontese, Filippo Curletti.
Da quelle pagine ingiallite dal tempo emergeva, in tutto
il suo tragico squallore, l'incredibile perversione del conte
di Cavour; una schiavit� psicologica, una malefica schizofrenia
che condizion� fortemente la vita politica dello statista piemontese.
Egli, infatti, non esit� a tramare con diabolica e, spesso, gratuita
ferocia contro le istituzioni degli altri Stati sovrani della penisola
e contro la stessa gente del popolo.
Quelle confessioni, scritte sul letto di morte da uno dei principali
testimoni di quelle nefandezze, sono servite a diradare quel misticismo
storico menzognero, che ha fatto del Cavour un simbolo sacro
ed intoccabile di una nazione nata male e sviluppata peggio,
dove una parte di essa, il Sud, dopo quasi un secolo e mezzo,
ancora langue in una condizione di sottosviluppo economico
e di abbandono politico e sociale.
Nella sua qualit� di agente, Curletti venne messo al corrente
dei numerosi segreti e complotti, che erano stati alla base
degli avvenimenti sfociati, poi, nell'unificazione della penisola
italiana e nella vittoria definitiva dei liberali.
Tali segreti lasciano emergere finalmente come il risorgimento,
ben lungi dal poter essere definito un movimento popolare, voluto
dalla gente e realizzato da eroi disposti a sacrificarsi in nome
della libert�, fu invece in realt� un'azione lungamente programmata
e pianificata da alcune �lites borghesi che, machiavellicamente,
non esitarono ad adottare stratagemmi tutt'altro che onesti
o eticamente ortodossi, per giungere allo scopo.
Leggere i carteggi riguardanti i cosiddetti "padri della patria"
lascia sgomenti, in quanto il loro contenuto � rivelatore
di una vicendevole ostilit� che contraddice drammaticamente
l'idea scolastica di una reciproca stima ed affezione.
Come siamo lontani, anni luce, da quella oleografia risorgimentale,
cos� bene presentataci e fattaci studiare sui libri di scuola!
E, purtroppo, vuoi per disinformazione, vuoi per pigrizia mentale,
vuoi per malafede, vuoi per disinteresse verso tali argomenti,
ancora oggi, sono moltissimi gli Italiani ad essere convinti
che gli avvenimenti storici in questione si siano svolti proprio
come � stato loro "dato a bere" e che i protagonisti degli stessi
siano stati dei "grandi uomini", piuttosto che individui loschi,
spregevoli, disonesti e mascalzoni.
Il 17 marzo 1861, grazie agli intrighi di Cavour, alle sue invasioni
banditesche, ai suoi bugiardi dispacci ed ai suoi plebisciti-truffa,
veniva proclamato il Regno d'Italia. Cavour, in Parlamento,
sentenzi� che bisognava "imporre l'unit� alla parte pi� corrotta (sic!).
Sui mezzi non vi � dubbiezza: la forza morale e, se questa
non bastasse, quella fisica".
Della forza morale non fu possibile scorgere alcuna traccia.
La forza fisica, invece, fu assicurata da una siepe di baionette
che risultarono assai affilate.
Giacinto de' Sivo comment�: "Cominciava l'arte del boia".
Ecco chi era Camillo Benso, conte Cavour!
Azione e Tradizione
TORINO: QUEL MUSEO VA CHIUSO IMMEDIATAMENTE.
COMUNICATO STAMPA
La Segreteria del Movimento Politico Cattolico
"Azione e Tradizione" esprime con forza tutto lo sdegno
e l'indignazione nell'apprendere che il museo antropologico
criminale dedicato al razzista Cesare Lombroso risulta
ancora aperto al pubblico a Torino.
Gli "studi" pseudoscientifici del Lombroso furono alla base
degli innumerevoli e sistematici casi di deportazioni, omicidi,
arresti di massa compiuti durante l'unificazione d'Italia
ai danni dei meridionali.
La teoria lombrosiana secondo la quale la conformazione del cranio
denoterebbe un'intrinseca propensione al crimine � stato l'humus
culturale nel quale � nato e si � alimentato il cosidetto risorgimento
italiano.
Dedicare ufficialmente un museo ad un personaggio squallido
e pericoloso come il Lombroso appare fuori luogo ed offensivo
nei confronti dei patrioti meridionali che, per difendere il Trono
e l'Altare, scelsero la via dell'Onore combattendo gli invasori
piemontesi al soldo della finanza massonica nordista ed inglese.
La questione del museo dedicato al razzista Lombroso, si inserisce
nella mai rimarginata questione del risorgimento che, lungi dall'essere
affrontata con seriet� ed obiettivit�, continua ad alimentare in chiave
apologetica quella che invece fu un'opera di conquista e di colonizzazione
dell'indebitatissimo Piemonte nei confronti del florido ed avanzato
Regno delle Due Sicilie.
Un'operazione di annessione forzata condotta col tradimento di alcuni
generali dell'esercito borbonico sul libro paga degli invasori che
spianarono la strada al ladro di cavalli e massone Garibaldi.
Successivamente, ai danni dei meridionali, furono orchestrate
vere e proprie azioni terroristiche dall'esercito del neonato
Regno d'Italia: intere citt� date alle fiamme, donne, bambini
e padri di famiglia ammazzati ed i cui cadaveri vennero esposti
per giorni interi nelle piazze dei paesi, migliaia di meridionali
deportati e condotti nei campi di concentramento nordisti
come quello di Fenestrelle.
Il risorgimento decret� l'avvio della corruzione, degli appalti truccati,
delle tangenti e dei lauti guadagni a favore di funzionari pubblici che
dilapidarono in soli due mesi di governo dittatoriale di Garibaldi le casse
del Regno delle Due Sicilie. Cavour, Mazzini, Garibaldi, Vittorio
Emanuele II, Cialdini in un paese onesto intellettualmente sarebbero
stati annoverati tra le fila dei terroristi, dei malfattori e dei ladri.
Invece questa banda di delinquenti e criminali continua ad essere
celebrata ed osannata come eroica e composta dai padri della patria.
Questo fu il risorgimento e Lombroso una delle sue stampelle. I suoi studi
condotti in un clima di positivismo scientifico rappresentarono la culla in
cui prolifer� quel clima anticattolico che dovette condurre all'infame 20
settembre del 1870 con l'aggressione fisica alla Roma papalina.
A nulla valgono le giustificazioni abbozzate dai responsabili
del museo circa la contestualizzazione degli studi di Lombroso.
Sarebbe come dedicare un museo al medico nazista Josef Mengele
senza prima aver spiegato l'intrinseca pericolosit� del nazionalsocialismo.
D'altronde, nazionalsocialismo e risorgimento hanno
un comun denominatore: il razzismo biologico posto
a fondamento del rispettivo agire politico.
Riscossa cristiana
Recensione di
Paolo Mariani - L'ACCADEMIA E LA LOGGIA,
Rivoluzione e massoneria alle origini dell'Italia moderna
- Ed. Il Cerchio, 2007 - pagg. 122, euro 14,00
Risorgimento italiano e risorgimento massonico
di Piero Vassallo
La necessit� di attuare l'unit� politica sul fondamento
dall'unit� spirituale degli italiani si manifest� alla fine
del XVIII secolo, quando gli antichi stati della penisola
si dimostrarono incapaci di opporre un'efficace resistenza
militare all'armata dei cleptomani discesi, sotto il vessillo
della fellonia giacobina, dalla Francia affamata dalla rivoluzione.
La strutturale impotenza dei poteri politici fu compensata
dalla spontanea, eroica insorgenza dei popoli italiani, i quali,
con armi di fortuna e tattiche improvvisate, ostacolarono duramente
l'azione dei saccheggiatori francesi.
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http://tinyurl.com/n26avf
http://tinyurl.com/mvf7qz
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http://tinyurl.com/lpmvz2]
La funzione provvidenziale degli insorgenti - i Viva Maria -
commosse Vittorio Alfieri, prima di essere nobilmente esaltata
da Giovanni Gentile, il quale, senza esitazione, attribu� alla rivolta
popolare il merito di aver destato la consapevolezza dell'obbligo
di unificare la politica italiana in vista della resistenza all'invasore.
Le insorgenze antigiacobine hanno rappresentato il cuore antico
del futuro italiano. Sono state il primo, nobile atto del vero,
cattolico, e purtroppo non realizzato, risorgimento italiano.
Una risma di letterati di scuola massonica, Ugo Foscolo,
Vincenzo Cuoco, Pietro Colletta, Goffredo Mameli,
Luigi Mercantini, Giuseppe Garibaldi, Mario Rapisardi,
Giovanni Verga, Luigi Settembrini ecc., quasi anticipando
l'azione gramsciana, si affrett� a produrre e diffondere
dozzinali poesie, memoriali grondanti, pistolotti retorici,
romanzi inverosimili e storie disinformanti, riuscendo
nell'impresa di usare la letteratura quale vettore del progetto
liberale finalizzato allo snaturamento del vero patriottismo.
La cattiva letteratura fu l'antefatto e la musica di fondo del risorgimento
liberal-massonico, che ebbe il sopravvento sul risorgimento italiano.
Gli scritti degli autori di loggia, opere per lo pi� di bassa qualit�,
erano tuttavia adatte ad innestare sul corpo sano e ingenuo
del patriottismo l'artificiale ostilit� verso la fede cristiana,
che fu infatti sostituita dalla passione per quella libert� tiranna,
che pretendeva di sopprimere, sulla base avventizia dell'ideologia
democratista, i corpi sociali intermedi nati e viventi da secoli
senza necessit� di suffragi universali e di grotteschi plebisciti.
Gli studiosi di scuola tradizionalista hanno omesso di studiare
l'apporto dei poeti e dei narratori al risorgimento massonico,
con il risultato di restringere l'indagine storiografica
di orientamento revisionista all'esame delle filosofie,
dei filosofemi (ad esempio la grottesca produzione
del Mazzini) e degli intrighi di palazzo, trascurando
lo studio di quella strategia anticattolica e antitaliana
che fu attuata dai letterati di servizio.
Uno studioso specializzato in studi letterari, Paolo Mariani,
ha finalmente colmato una lacuna proponendo, nel saggio
"L'accademia e la loggia", edito dal Il Cerchio di Rimini,
il profilo degli autori che produssero gli inni, le canzonette
e le leggende che esaltavano il falso patriottismo, ed esaltandolo
lo facevano salire sul carro della rivoluzione massonica.
Carro di cui il card. Giacomo Biffi ha rivelato la somiglianza
con quello condotto dal collodiano Mangiafuoco, ingannatore
degli ingenui in cammino verso il paese dei balocchi.
Mariani ricostruisce il progresso compiuto dalla trama massonica
attraverso la letteratura affabulatoria prodotta dagli apologeti
del falso risorgimento. E opportunamente ha descritto i mostriciattoli
anticristiani e antitaliani striscianti sotto la pelle del finto
patriottismo.
Ad esempio, lo sgangherato delirio gnostico, che strappava all'insicura
penna di Giuseppe Garibaldi la definizione della propria anima quale
"scintilla vicinissima al nulla, ma pur parte di quel tutto supremo Oh!
S� di Dio! S�! Particella dell'eterno".
Analogo il grido comicamente panteista ed escatologico alzato
dall'infelice Goffredo Mameli:"L'uom si confonde con Dio,
e indiato al gran tutto si unisce, si fa l'uom una sola famiglia
perch� � giunta l'et� dell'amor".
Oggi possiamo dire che Marrazzo ha svelato la natura
dell'ecumenico amore raccomandato dalla famiglia letteraria
asservita ai progressisti del XIX secolo...
Il saggio di Mariani si raccomanda agli studiosi e ai politici
intesi ad approfondire le meccaniche della sovversione
e dello stordimento mediatico.