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Midnight in Paris (per par condicio anche su FB)

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maitre Aliboron

da leggere,
16 mag 2011, 12:49:1316/05/11
a
Il vecchio Woody ritorna in un film che mi sembra essere notevolmente distante
dalla sua produzione ultima, meno incentrata sulle dinamiche di coppia (seppure
presenti), piu' intimo e ammantato di una sorta di garbato pudore.

In questo film si ritrovano l'ironia di "Annie Hall" (la gag di McLuhan e'
riadattata e riproposta in qualche punto e i battibecchi Tony Roberts/Woody
Allen tra East/West coast che vengono riproposti in chiave di nuovo/vecchio
continente); la magia come espediente narrativo del "mid-summer night dream";
i ricordi e il vagheggiare nostalgico di epoche passate e mitizzate di
"Radio Days" e di "Zelig"; il mondo parallelo della "Rosa Purpurea"; l'auto
ironia di "Hannah e le sue sorelle"; l'atto di amore immenso verso una citta'
(i suoi luoghi, la sua storia, i suoi abitanti, la sua arte: la sua anima)
di "Manhattan" che si mostra negli scorci di Parigi che costituiscono
l'introduzione del film e che ritroviamo nelle sue inquadrature quasi-statiche,
nei suoi campi e contro-campi e nei dialoghi sintetici o prolissi, comunque
densi. Insomma tutto l'Allen che amiamo e che si rivela attraverso una confessione
esplicita dei gusti artistici e dei miti letterari dell'autore.

Parigi e' sempre Parigi e vale anche piu' di una messa, ma interpretare questo
film come un semplice atto d'amore dell'autore, chiaramente dichiarato dal suo
alter-ego Owen Wilson (perfetto) per questa citta' sarebbe riduttivo.

L'espediente narrativo non e' originale, ma funziona alla grande. Non voglio
anticipare nulla della trama, e per questo non e' possibile parlare piu' di
tanto del film. Il protagonista, come chiunque di noi potrebbe esserlo, e'
condotto ad una scelta che potrebbe cambiare la sua vita. Lo sviluppo porta ad
una risoluzione che forse non tutti saremmo portati a condividere, ma e' una
scelta chiara le cui motivazioni sono disseminate qua e la' tra le pieghe dei
dialoghi. Una odissea personale nello spazio e nel tempo in cui ciascuno e'
portato ad identificarsi, confrontarsi, riflettere, interrogarsi e decidere:
il perscorso del protagonista e' anche il percorso dello spettatore.

I dialoghi sono asciutti, le battute fulminanti, lo script e i tempi sono ben
congegnati, la scelta dei temi musicali e' ottima e denota il gusto sopraffino
di questo autore che alla veneranda eta' di 75 anni suonati dimostra ancora di
avere qualcosa da dire. E poi, cosa da non sottovalutare, non si finisce mai
di ridere, dall'inizio alla fine, in maniera sempre composta ed intelligente,
cosa che non mi capitava da parecchio tempo.

Il film e' un atto di amore alla vita, all'arte come possibile fuga dal reale
(tesi che sara' poi inequivocabilmente rigettata dal finale), al genio creativo
dell'uomo, al suo bisogno di comunicare e di trovare la propria dimensione.
Cosa e' l'arte? Chi e' l'artista? Quali funzioni svolgono i due? Rifugio da una
esistenza altrimenti grigia? Barlume di assoluto al quale, consciamente o meno,
tutti aspiriamo? Illusione e grande impostura che ci aiuta a vivere meglio?

Grazie Woody per questa piccola perla. Che Dio ti conservi ancora a lungo e
conservi la freschezza e l'originalita' delle tue idee, la tua maniera di
vedere e ragionare sul passato, i tuoi titoli di testa e coda, sempre bianchi
su fondo nero con quel carattere di stampa (quasi un marchio di fabbrica) a cui
ci hai abituato, la tua filosofia fatta di quotidianita' e piccole cose, fatta
di confronti tra Universo e Chinatown, tra infinito e infinitesimo, tra l'uomo
che aspira all'assoluto e l'assoluto stesso, in cui siamo immersi, che ci
scivola sopra, come un pettine tra capelli impomatati di brillantina, che non ci
cambia di uno iota ma che ci rende in un certo senso migliori.

Battuta migliore:
(Piccolo SPOILER inessenziale per lo sviluppo della trama)

Incontrando Luis Bunuel ad una festa, Allen/Wilson gli dice pressappoco:
- Signor Bunuel, avrei una idea per un suo film: immagini una cena dove ci
sono alcune persone, e alla fine della cena nessuno riesce ad uscire dalla
stanza...
- Ma perche'? Che idea stupida. Perche' non dovrebbero poter uscire?
- Non si preoccupi, lei... Ci pensi e basta...

(il dialogo e' un po' piu' articolato in realta', ma il senso e' quello).


Il messaggio è stato eliminato

Giff

da leggere,
16 mag 2011, 16:03:2316/05/11
a
Il 16/05/2011 20:59, SAP ha scritto:

> Grazie, appena possibile recupero questo Allen, non posso dire
> ovviamente nulla non avendolo visto.

Damn, in Italia esce a Dicembre! E nella Svizzera tedesca a Settembre.
Pero' e' gia' fuori in Romandia, mi sa che Sabato vado a farmi un giro
da quelle parti.

Giff

da leggere,
16 mag 2011, 16:04:0816/05/11
a
Il 16/05/2011 18:49, maitre Aliboron ha scritto:

> Insomma tutto l'Allen che amiamo e che si rivela attraverso una
> confessione
> esplicita dei gusti artistici e dei miti letterari dell'autore.

Le premesse sembrano ottime, grazie Maitre.

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