Gli sguardi da un’altra epoca, Intragallery di Palazzo Bivona, Via Imbriani 48, Napoli, fino al 20 giugno 2010

17 views
Skip to first unread message

Assistente2

unread,
May 29, 2010, 4:59:55 AM5/29/10
to InfoNapoli...@googlegroups.com
Da:
http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=34436

Gli sguardi da un’altra epoca
di Alessandra Giordano
Napoli e La Belle Epoque nei ritratti immortali di Raffaella Campolieti
Fino al 20 giugno alla Intragallery di Palazzo Bivona a via Imbriani 48


Gli occhi. Grandi, immensi, stupefatti, tondi, interrogativi. Ti guardano
senza pudore, dritti, fissi, immortali, sotto acconciature ricce e
voluminose o cappellini bon ton, aggraziati da lunghe collane di perle. I
ritratti di Raffaella Campolieti ritornano da noi, nella città natale dell’artista
che vive da trentadue anni al Lido di Venezia. La mostra è già stata alla
Biblioteca Nazionale nell’ottobre del 2007, dove il direttore Mauro
Giancaspro le ha dedicato un’appassionata prefazione al bel catalogo del
Sogno di Polifilo che contiene anche gli interni del Gambrinus fotografati
da Iodice e un articolo della Serao.

Da pochissimo è andata via dalla Libreria Guida a Portalba che pure l’ha
applaudita tanto. Ed è tornata, nel centro della movida napoletana, in una
piccola Galleria, l’Intragallery (appena inaugurata all’inizio dell’anno),
articolata tra le fondamenta dell’antico palazzo Bivona dove “vengono
realizzati dei sogni o potremmo dire delle visioni o più empiricamente dei
progetti”, grazie all’instancabile lavoro delle sue curatrici. L’architetto
Annamaria De Fanis e l’Interior Design Paola Montanino, da anni incantate
dalla sapienza e dalla maestria dell’artigianato campano, sono riuscite tra
queste mura a ricavare uno spazio atto a promozionare la creatività di tanti
artisti come Alba Rosa Mancini, Massimo Ursumando, Asad Ventrella con le
loro tecniche di oreficeria si sono uniti a quelli di Sandra Dipinto dando
luogo ad accessori unici di plastica e metallo. Lisa Weber e di Rosario
Renino realizzano opere in ceramiche e maiolica grazie ad antiche tecniche.
E poi ancora Enzo Distinto e Annibale Oste, Guido La Puca, Gennaro
Terracciano, mentre sogni tra le trame di Trude Tortora con il suo telaio
viennese, diventano accessori di grande eleganza.

In questo spazio multiforme hanno fatto, dunque, la loro comparsa Raffaella
Campolieti e i suoi visi, soprattutto femminili, ritratti di donne di tutti
i ceti e le età, rese smarrite e malinconiche dal tocco rapido e incuriosito
del pennello dell’artista che divagando, dà spazio alla sua fervida fantasia
tra acrilici e cartoni.

Ha cominciato tardi a farsi conoscere la Campolieti, ma ha percorso in
fretta la strada del successo, tanto che una permanente dei suoi ritratti
dei Borbone è stata acquisita dalla Fondazione Banco di Napoli. Sono ormai
un cult le veneziane famose e i personaggi rubati qua e là dalla storia e da
immagini d’epoca, dopo anni di studio sull’abbigliamento e le mode del
tempo.

La incontriamo nell’affollato vernissage, accanto al marito molisano
Giuseppe Campolieti, noto scrittore “mondadoriano” e al giornalista Pier
Antonio Toma che la presenta garbatamente al pubblico napoletano.
“Siamo grati alla Campolieti per questa mostra poiché la Belle Epoque ha
lasciato il segno a Napoli come a Parigi gemellate da questa stagione
bellissima – ha detto Toma - dove sono nate le sciantose, il teatro leggero,
la musica, le canzoni… nel 1890 a Napoli facevano la loro comparsa il Salone
Margherita, la prima canzone pubblicitaria come Funiculì funiculà ed
effervescenze dal punto di vista culturale e artistico come Armando Gil,
Pasquariello, Di Giacomo, Russo, Mastriani tra fascino e pubblica
amministrazione scandalosamente disastrosa!”.

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages