Erede 159, linee guida per una vera Alfa Romeo

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18 feb 2009, 05:10:4218/02/09
a Hainz
Da: hainz (Messaggio originale) Inviato: 15/04/2008 18.27
Erede 159, linee guida per una vera Alfa Romeo

Questo articolo nasce dalle innumerevoli discussioni che ho avuto sia
con un mio amico ingegnere che con i professori del Politecnico di
Milano: il professore Mastinu di costruzione del veicolo e il
professor Gobbi di ottimizzazione del veicolo, che ringrazio per la
loro disponibilità a rispondere alle mie infinite domande.
Tutto nasce dalla seguente domanda: “Perché Alfa Romeo non ha successo
come le auto tedesche?”. In parte ho già risposto a tale domanda con
l'articolo sulle ammiraglie tedesche, ma voglio addentrarmi in
un'analisi più approfondita e tecnica.
Come già descritto nel precedente articolo è ormai chiaro come sia
fondamentale tornare alla trazione posteriore e sviluppare nuovi
motori V6 benzina e diesel, ma cerchiamo di vedere come si possa
essere i primi della classe e costruire non solo una vera Alfa per il
segmento D (erede della 159), ma un'intera gamma di vetture in modo da
aumentare i volumi e le economie di scala.
Partiamo dal cosiddetto benchmarket, cioè l'analisi della concorrenza
e, in particolar modo, dei loro difetti.
Il concorrente più simile e che ha avuto più successo negli ultimi
tempi è sicuramente Bmw. Le berline tedesche hanno una meccanica
sofisticata, motori potenti al tempo stesso poco assetati e la
trazione posteriore o, eventualmente, integrale.
Andiamo più in dettaglio analizzando la station wagon del segmento D
premium più venduta del mercato: la 320d Touring.
Aprendo il cofano di quest'auto, come ho fatto realmente avendola in
casa, si nota come il motore sia in posizione molto arretrata,
lasciando venti centimetri tra il motore e il radiatore. Per dare dei
numeri il 4 cilindri diesel Bmw si trova più della metà dietro l'asse
delle ruote anteriori, in modo tale da accentrare il più possibile le
masse per ottenere una guida più piacevole possibile. Perché allora
non cercare di arretrare ulteriormente il motore di qualche centimetro
e allungare il passo di una decina in modo tale da posizionare il
motore dietro l'asse anteriore?
Così facendo il motore non si trova più l'intralcio dell'asse delle
ruote anteriori, posizionandolo più in basso con l'effetto di
abbassare fortemente il baricentro (si sposta una massa di 180kg più
in basso anche di 10 cm!). Di conseguenza si riesce anche ad abbassare
tutta la trasmissione: dal cambio all'albero di trasmissione alle
ruote posteriori. Si migliora l'handling (la tenuta) della vettura,
perché il baricentro della vettura arretra e si abbassa, oltre al non
trascurabile beneficio di aumentare lo spazio a bordo: infatti salendo
sulla serie 3 ci si accorge di come lo spazio per il guidatore sia
estremamente limitato dalla presenza del tunnel centrale molto alto e
soprattutto largo, il tunnel nella zona posteriore crea una forte
gobba che limita lo spazio per le gambe del quinto passeggero,
peggiorandone fortemente il comfort.
Come ho già spiegato nell'articolo sulla Maserati il veicolo è
progettato per la peggiore combinazione di tutte le varianti e,
infatti, il cofano della serie 3 è progettato per alloggiare anche i 6
cilindri in linea e anche il V8 dell'M3, che, ovviamente, vanno a
riempire i venti centimetri lasciati liberi dal 4 cilindri diesel.
La considerazione fatta precedentemente per il 4 cilindri diesel, cioè
quella di arretrare dietro l'asse il motore, non è fattibile da Bmw,
sempre fedele al suo 6 cilindri in linea.
Questo risulta un grosso limite, perché la soluzione da me proposta
sarebbe valida anche per un 6 cilindri a V con angolo di 60° che è
addirittura più corto del 4 cilindri, questa configurazione è quella
del motore per eccellenza delle Alfa Romeo.
Abbiamo però detto di come per essere competitivi con la triade
tedesca (Audi-Bmw-Mercedes) bisogna anche rivaleggiare sulle potenze
delle versioni sportive. Bmw, ad esempio, sulla M3 è arrivata ad avere
420cv, ma se consideriamo che dai motori V6 bi-turbo Porsche e anche
Nissan, con la sua recentissima GT-R, sono riuscite ad ottenere 480cv,
avendo anche consumi molto limitati e, quindi, emissioni C02 più basse
delle altre super-sportive.
Passiamo ora al reparto sospensioni. La scelta di mettere il motore
dietro l'asse anteriore con disposizione longitudinale e la trazione
posteriore permettono una certa libertà di scelta delle sospensioni
anteriori, non a caso Bmw adotta uno schema abbastanza “povero”, cioè
il McPherson.
Non bisogna però dimenticare che le sospensioni migliori sono quelle a
quadrilatero alto, che garantiscono la miglior tenuta oltre ad un feed-
back al volante incredibile (chi ha 147 sa cosa intendo), perciò la
scelta ricade su queste.
La posizione arretrata del motore, come abbiamo visto nell'esempio,
comporta anche l'allungamento del passo, con la conseguente miglior
stabilità dell'auto, a costo, però, di una minore agilità della
vettura.
Per sopperire a tale inconveniente, si può recuperare tale svantaggio
adottando delle sospensioni posteriori sterzanti. La scelta ricade,
quindi, sulle sospensioni multi-link che hanno cinque bracci di
collegamento tra la scocca e la ruota, uno di questi viene definito
asse di sterzo e risulta bloccato. Se, invece di fissarlo, si adotta
un sistema di comando idraulico o elettrico collegato ad una
centralina, si riesce ad effettuare la sterzatura, recuperando non
solo l'agilità persa dall'allungamento del passo, ma anche riuscendo
ad andare oltre, come fatto da Renault sulla nuova Laguna GT.
Come abbiamo visto la costruzione del pianale della futura 159 è
sicuramente sofisticata e costosa, ma tale base può essere “modulare”:
allungando il passo per creare l’ammiraglia 169, permettendo ,quindi,
di utilizzare tale pianale per molti veicoli. Facciamo qualche
esempio:
Alfa 159 berlina e station wagon;
159 coupè e coupè-cabriolet;
coupè ad alte prestazioni rivale di Porsche 911 (Alfa Brera, nel suo
giusto posizionamento);
Suv medio, sulla falsariga dell'X3 di Bmw, eventualmente leggermente
più grande visto che la futura generazione dell'X3 aumenterà di
dimensioni per lasciare spazio al più compatto X1.
Abbiamo parlato dell'installazione di motori 6 cilindri a V e 4
cilindri in linea (diesel e benzina), ma non dei V8, sicuramente
esagerati per auto del segmento D, ma non per auto dei segmenti
superiori, soprattutto se si pensa ad un futura vendita nel difficile
mercato nordamericano. Questi motori sono installabili sulla
piattaforma come è stata pensata, perché la lunghezza è paragonabile a
quella di un 4 cilindri in linea, mentre la larghezza impone
l'utilizzo di sospensioni a quadrilatero alto. Tali sospensioni sono
state già previste per garantire un comportamento di strada superiore
tanto necessario per un'Alfa Romeo, permettendo di non modificare
nulla a livello tecnico con elevatissimi vantaggi per le elevate
economie di scala. Quindi si può mantenere inalterata tutta la parte
anteriore, modificando il passo nella parte centrale dell'auto, per
aumentare lo spazio a bordo, un po’ come fatto da Audi con il suo
M.L.B. (modular whell-base). Riporto qualche esempio di auto con il
pianale a passo lungo:
Alfa 169 berlina e station;
eventuale coupè grande Alfa (rivale della serie 6 Bmw o della Clk
Mercedes);
Suv grande Alfa ed eventualmente Suv sportivo, magari marchiato
Maserati per rivaleggiare con la Porche Cayenne (ho in mente il
Maserati Kubang, presentato come concept e mai immesso in commercio,
perché le filosofie progettuali di Audi, all'epoca alleata, e Ferrari
erano molto lontane).
Inoltre non bisogna dimenticare gli ottimi rapporti del Gruppo Fiat
con il nuovo possessore di Jaguar, cioè l’indiano Ratan Tata. Se si
raggiungesse un accordo per la condivisione di tale pianale (e quindi
anche dei costi di progettazione) si otterrebbero ulteriori economie
di scala. Il know-how tecnologico sull’alluminio degli ingegneri
inglesi potrebbe essere utile per avere una scocca in alluminio molto
leggera, fondamentale per la riduzione delle masse e , in definitiva,
delle emissioni/consumo. Una scocca interamente in alluminio prodotta
per una così grande numero e varietà di auto, permetterebbe un costo
aggiuntivo rispetto alla versione in acciaio decisamente basso,
impossibile da raggiungere dagli altri concorrenti.
Se poi la condivisione riguardasse anche i motori sia benzina che
diesel i risparmi per entrambi i gruppi sarebbero incredibili.
Sfogliando i listini di Jaguar ci si rende conto di come anche questa
casa automobilistica abbia storicamente e attualmente motori 6
cilindri a V sia benzina che diesel oltre ai V8. Bisogna anche
sottolineare che Tata ha comprato Jaguar soprattutto per Land Rover,
la quale ha motori 6 cilindri a V diesel, ma anche più interessanti 8
cilindri a V sia diesel che benzina. I V8 diesel risulterebbero molto
utili per Alfa, mentre i V8 benzina Jaguar potrebbero essere
soppiantati da motori provenienti da Modena. L'integrazione sarebbe
perfetta perché sia Jaguar che Land Rover adottano motori aspirati o
sovralimentati mediante compressore volumetrico, non utilizzato né da
Ferrari né da Maserati. Si potrebbe avere quindi questa gamma di
motori V8 a benzina:
aspirato votato alla surplesse di guida per Jaguar e Land Rover;
versione col compressore volumetrico per le versioni performanti delle
due case inglesi;
aspirato più votato alle prestazioni per Alfa e Maserati;
versione bi-turbo per Alfa ad alte prestazioni;
versioni bi-turbo speciali per Maserati e per Ferrari, che , ricordo,
dovrebbe utilizzare un V8 3600cc bi-turbo per la prossima F430.
La base del motore di tutti questi motori (il basamento) potrebbe
essere la medesima per tutte le versioni ed è, tra l' altro, la parte
più costosa da produrre di un motore.
Se effettivamente questo mio pianale/piano sia seguito, prevedo un
innalzamento incredibile delle vendite e dei profitti del Gruppo Fiat,
non rimane che attendere e vedere cosa verrà fatto e soprattutto come.

Da: hainz Inviato: 22/04/2008 18.23
Ulteriori vantaggi dello schema da me presentato per quanto riguarda
la dinamica di guida e i motori:
per mantenere ancor più in basso il baricentro nelle versioni a 4
cilindri si può fare come Bmw: inclinare il motore su un lato
(addirittura si possono mantenere i 45 gradi delle versioni V8,
riutilizzando alcuni attacchi motore).
La disposizione longitudinale del motore permette di avere un migliore
raffreddamento delle turbine. Per evitare surriscaldamenti viene
studia il layout del vano motore in modo da garantire che il flusso di
aria che attraversa il radiatore (a 80-90 gradi circa) arrivi anche
alle turbine, le quali si trovano durante il loro funzionamento a
oltre 900°C nelle condizioni più critiche.
Mi spiego meglio facendo un esempio: se si volessero mettere
trasversalmente il motore V6 bi-turbo previsto per le versioni
prestazionali una turbina si troverebbe esattamente dietro al motore.
Posizionata in quel modo l'aria che entra attraverso il radiatore non
riuscirebbe a raffreddarla perché dovrebbe aggirare il motore, mentre
l'altra turbina sarebbe investita perfettamente dall'aria. Inoltre per
effettuare la manutenzione della turbina posteriore bisognerebbe
smontare completamente il motore, con costi decisamente proibitivi. La
disposizione longitudinale del motore, invece, garantisce il perfetto
raffreddamento delle turbine, le quali ricevono esattamente la stessa
quantità di aria.

Ci sono anche vantaggi nella sicurezza passiva del veicolo:
Urto pedone. Rispetto alla concorrenza il motore si trova più indietro
e molto in basso, risultando vantaggioso nei crash test dei pedoni;
infatti la testa del pendone che colpisce il cofano si trova molto più
lontano dal motore, che è una parte molto dura, garantendo alti
punteggi in questo test oppure si possono avere cofani molto più
bassi, quindi con linee più sportive.
Crash-Test. Avere la trazione posteriore permette di assorbire
l'energia derivata dall'urto frontale; la trasmissione trasmette
questa energia anche alla parte posteriore dell'auto, contribuendo ad
una resistenza maggiore negli incidenti peggiori. Inoltre permette di
ottimizzare la deformazione della parte anteriore dell'auto,
garantendo una decelerazione più costante agli occupanti durante
l'impatto e ,quindi, punteggi più alti nel Cash-test Euro-NCAP.

Da: hainz Inviato: 05/05/2008 15.49
Ulteriori vantaggio “motoristico” a cui ho pensato recentemente:

Ho descritto come la disposizione a V dei 6 cilindri benzina e diesel
sia vantaggiosa per la sua compattezza, ma oltre a ciò è interessante
sottolineare come permetta di ottenere prestazioni superiori.
Per spiegare e avvalorare ciò faccio riferimento ad un motore del
passato che ha sfruttato questo vantaggio: il 2000cc V6 turbo Alfa
Romeo montato sulla 164. In un primo tempo su quest'auto era stato
montato il 4 cilindri turbo Fiat, ma questo motore non riscuoteva il
favore del pubblico, già turbati dall'avvento della trazione anteriore
su un' Alfa imposta dalla Fiat. Fu allora deciso di derivare una
versione turbo dal V6 Alfa. I manager Fiat volevano un 2000cc per
mantenere l'auto soggetta all'iva del 20%, mentre gli ingegneri Alfa
volevano una cilindrata superiore: un 2300-2500cc, perché tale
cilindrata permetteva di avere una curva di coppia più favorevole e
solo in Italia vi era l'i.v.a. al 38% per auto con motori di più di
due litri; i manager ebbero il sopravvento e l'auto mostrava
un'incredibile potenza e reattività a regimi elevati, ma con una
risposta del motore (detta in gergo motoristico “guidabilità in
basso”) poco consona ad un'Alfa Romeo. Questo motore era disposto
trasversalmente e disponeva di una sola turbina montata anteriormente
al motore (ricordo la difficoltà di ottenere la doppia turbina di
questa disposizione). Il propulsore fu presentato nel 1991 e disponeva
di 210cv, mentre la concorrenza raggiungeva i 185cv con i motori 4
cilindri turbo (Lancia Thema in primis) o utilizzava motori aspirati
di cilindrata superiore come Mercedes e Bmw.
Come faceva a raggiungere i 100cv/litro? Sebbene i giornalisti del
tempo si focalizzassero sull'utilizzo dell'iniezione elettronica con
controllo della detonazione e la regolazione elettronica del turbo il
vero vantaggio era un altro.
Ricordiamo come, rispetto ad un motore aspirato, il motore turbo-
sovralimentato immette più aria e più benzina all'interno della camera
di combustione, così facendo si riesce ad ottenere potenze superiori,
ma a scapito di una quantità di calore da smaltire ben superiore
rispetto alla versione aspirata; l'architettura a V, che presenta due
teste motore al posto di una sola, viene in aiuto, perché, a parità di
cilindrata e numero di cilindri, la superficie di dissipazione è
maggiore di quella di un 6 cilindri in linea, riuscendo a raggiungere
potenze da primato, come ci si aspettava da un'Alfa. Al contempo si
riescono a raggiungere elevati regimi di rotazione perché si
mantengono basse le torsioni sia dell'albero motore che degli assi a
camme, perché risultano decisamente più corti rispetto ad un 6 in
linea. Questo è uno dei “segreti” degli ingegneri Alfa, i quali
sopperivano con l'ingegno alle difficoltà economiche aziendali di quel
periodo, che li portò prima vicini all'accordo con Ford e solo
successivamente svenduta alla Fiat, con l'aiuto dell'allora capo
dell'Iri Romano Prodi.
Allora come oggi l'architettura a V risulta fondamentale sia per il
ritorno generalizzato della turbo-sovralimentazione che per l'avvento
della doppia sovralimentazione, la quale richiede una dissipazione del
calore anche alle basse velocità e regimi del motore.

Da: Giulio_Aero Inviato: 08/05/2008 16.13
Sono d'accordo su tutto tranne sul fatto che ritengo completamente
inutili i motori diesel V8 e spero che la nuova generazione Alfa (che
tutti speriamo a TP) non li monti.
Alla fine che vantaggio hanno? a questo punto tanto vale prendersi un
V8 benzina o un 6 cilindri biturbo diesel.
Qualche tempo fa autoblog parlava di un possibile abbandono dei v8
diesel da parte di tutti marchi tedeschi in favore di 6 cilindri bi-
turbo con potenze simili se non maggiori per le nuove ammiraglie.

Giulio Grimoldi

Da: hainz Inviato: 08/05/2008 18.58
E' vero che autoblog dice che ci sarà un possibile dismissione dei V8
diesel da parte di alcuni marchi tedeschi, però Audi ha appena
presentato il Q7 V12 diesel e, proprio nell'ultimo Quattroruote, il
responsabile dei motori diesel ha annunciato che Audi non intende
fermare la produzione dei proprio V8 a gasolio.
Per quel che riguarda Alfa Romeo i V8 diesel eventualmente potrebbero
essere utili per l'eventuale Suv grande, non per 169, e per
l'eventuale Suv Kubang di Maserati, soprattutto dopo che anche Porsche
potrebbe adottare tale motore sul suo Cayenne.
Oltre al segmento Suv l'altra nicchia di mercato in cui sono presenti
V8 diesel è quella delle ammiraglie, coperto unicamente da Maserati
con la Quattroporte che potrebbe avere un V8 diesel se riuscisse ad
ottenere una silenziosità e prestazioni adeguate.

Da: SuperPikkio85 Inviato: 15/10/2008 18.12
Sono assolutamente d'accordo su tutto quanto di tecnico esposto.. Il
problema è come convincere il manegement in tempi di crisi economica
ad gettarsi in un investimento del genere? Un patner è fondamentale e
lo shopping del signor Ratan Tata è un'occasione che non bisogna farsi
sfuggire. Un pianale unico modulare se utilizzato da Alfa, Maserati,
Jaguar e Land può trovare quella massa critica giusta per poter essere
remunerativo, in più dal punto di vista strettamente progettuale non
ci sono differenze tali da non poter standardizzare davvero una
grandissima serie di componenti. Pensate alla trazione posteriore
comune alle italiane e alle inglesi, dalla quale è facile, conveniente
ed efficiente realizzare trazioni integrali per Land (ma anche una
berlina oggi la deve avere in gamma). Inoltre esse presentano gamme
nei medesimi segmenti, quindi posso condividere declinazioni dello
stesso pianale (D, E ecc derivate comunque da uno stesso progetto)
senza comunque in nessun modo pestarsi i piedi perche mi viene
difficile pensare che un cliente jaguar possa scegliere alfa e
viceversa, esse aggrediscono lo stesso mercato da 2 poli differenti..
dubito che entrino poi in diretto conflitto.
Ci sono diversi effetti fortuiti che rendono possibile questo salto.
Non dimenticate inoltre che per la "fortunata" stire 939 si sono spesi
900 milioni di € per 159 e 300 milioni per Brera e spider.. il che
porta la spesa a quota 1 miliardo e 200 milioni (per un progetto nato
inoltre prematuro). A mio avviso parliamo di un investimento in questa
ipotetica joint-venture italo-indiana di cifre analoghe se non
inferiori, ma dai risultati decisamente superiori.
Potrebbe inoltre essere condiviso il sito produttivo, che vista la
necessità di disfarsi di Pomigliano potrebbe anche essere inglese per
quanto riguarda il seg D e italiano per quanto riguarda magari
ammiraglie (pensando a Modena o Mirafiori, sotto utilizzate
entrambe).. Insomma di carne a fuoco c'è nè molta..
E non dimenticate che nella coppia potrebbe inserirsi anche Bmw che
tanto grossa appare tanto quanto velocemente se ne può andare spinta
dalla crisi che colpisce tutti.. Decimerebbe i suoi costi a vantaggio
dei concorrenti tedeschi, audi in primis, che fà parte di un gruppo
indigesto a tutti gli attori..

Da: Sanzo Inviato: 15/10/2008 20.17
Il problema attuale del sottogruppo FIAT-AlfaRomeo-Lancia è la
mancanza di motori adeguati alla trazione posteriore e, cosa da non
sottovalutare, la mancanza di trasmissioni adeguate a potenze medio/
basse visto che per potenze medio/alte si potrebbe sfruttare il gruppo
trasmissione/cambio Maserati. Svillupare un gruppo trasmissione/cambio
partendo da zero o quasi è un costo sia sul piano economico (relativo
visto il ritorno di immagine e soldi) sia sul piano del tempo molto
critico...
Piccolo appunto personale, visto che si è tirato in gioco altre
società automotive un problema del gruppo intero, ad esclusione di
Ferrari, è l'organico progettuale/sperimentale sottodimensionato e
sparso per tutta Italia. Prima di intraprendere una strada che
riguarda lo sviluppo di nuovi modelli a trazione posteriore, punterei
ad ampliare l'organico e mettere a disposizione strutture e MEZZI
adeguati per poter lavorare.

Da: hainz Inviato: 17/10/2008 15.13
Una opportunità mancata per tornare alla trazione posteriore era
avvenuta con la 159, la quale avrebbe potuto disporre di una
piattaforma a trazione posteriore da condividere con Gm. Purtroppo si
decise di progettare un pianale tutto nuovo, il "Premium" da
condividere con Saab per la 9-3, ma visti gli elevati costi di
progettazione e produzione la marca scandinava si è ritirata dal
progetto e ha optato per il pianale Epsilon utilizzato della Vectra.
Il problema forse è stato che gli americani si comportavano più da
proprietari e non da alleati, oltre alla solita mancanza di previsione
del futuro/lungimiranza.
Per quanto riguarda i motori sono in arrivo, FPT sta iniziando a
recuperare il tempo perso e dovremo vedere con la "169" i nuovi V6, ma
tra poco dovremmo vedere anche il 1,8 turbo su cui ho fatto la tesi.
Il problema vero è costituito dai cambi manuali per la disposizione
longitudinale che attualmente non stanno sviluppando, gli automatici,
invece, sono sempre stati comprati e la stessa Maserati adotta un
cambio automatico della tedesca Zf come Bmw.
Dal mio punto di vista credo che l'alleanza tra Alfa e Jaguar sia
strategica perché i clienti sono tendenzialmente differenti; invece
non sono d'accordo verso l'integrazione con Maserati, la quale
dovrebbe mantenere il suo status superiore a quello di Alfa Romeo.
Per me Maserati dovrebbe rimanere legata a Ferrari condividendo
pianali con essa e mantenendo la disposizione transaxle, sinonimo di
sofisticazione e di eccellenza meccanica. Questo, però, non
significanon avere punti in comunecon il polo "Alfa-Jaguar", perché ad
esempio si potrebbe utilizzare la base meccanica della GranTurismo S
(quella transaxle) anche per la Jaguar Xk, la quale dal canto suo
fornirebbe know-how tecnico per la scocca in alluminio di entrame le
case.

Ceroni Enzo

Da: hainz Inviato: 30/10/2008 14.08
Come scritto anche da me in questo gruppo l'idea di Marchionne ( e di
De Meo) è quella di progettare l'erede di 159, la Giulia, sul pianale
della futura 149 in modo tale da aumentare le economie di scale e
concludere l'avventura 159 costosa da produrre (anche perché utilizza
un pianale ad essa dedicato e non condiviso con nessun'altra auto) e
con motori benzina non Fiat.
Questa operazione è sicuramente valida, soprattutto in un momento di
crisi internazionale come ora e non preclude la mia idea di costruire
un pianale a trazione posteriore. Infatti se la scelta fosse quella di
realizzare una sorta di berlina della 149 a cavallo tra i segmenti C e
D erede vera di 156, quindi compatta e corta (sui 4,55 metri come
l'attuale serie 3). Con queste dimensioni compatte “Giulia” lascerebbe
ampio spazio ad una vettura a trazione posteriore da posizionarsi tra
i segmenti D ed E sui 4,7 metri come l'ultima A4 e che potrebbe
costituire la base della produzione dedicata all'America.

Ceroni Enzo
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