Il "Chapter 11" di Chrysler

1 view
Skip to first unread message

Hainz

unread,
May 13, 2009, 4:51:16 AM5/13/09
to Hainz
Il Chapter 11 di Chrysler

La crisi del 2008 ha portato Chrysler alla procedura di fallimento
controllato, il “Chapter 11”. Tale procedura permette di tagliare le
parti non produttive e redditizie dell'azienda e di mantenere le parti
sane, questo è un vantaggio per Fiat che prende il 20% di un'azienda
senza debiti, con solo le attività che funzionano e potrà renderla
remunerative nel breve periodo.
Inoltre con questo tipo di “fallimento” si dovrebbero rinegoziare
tutti gli accordi, perciò a vantaggio di Fiat, anzi di FPT, che potrà
montare i propri motori sia diesel che benzina ed eventuali cambi.
Un appunto in più merita la produzione europea di Chrysler che ha
affidato la produzione del proprio Suv best-seller, il Gran-Cherokee,
alla Magna-Styer (proprio la “rivale” di Fiat nell'acquisto di Opel).
Siccome in Italia i siti produttivi sono sottodimensionati rispetto
alla domanda Chrysler potrebbe demandare a Fiat o a Opel la produzione
in uno stabilimento italiano della futura GranCherokee (attesa nel
2011 ma già completamente definita). Inoltre il Suv americano utilizza
attualmente motori V6 diesel di Mercedes, i quali potrebbero essere
sostituiti dal tanto atteso V6 Multijet Fiat che ha tanto bisogno di
qualche auto in più su cui essere montato per poter essere
economicamente fattibile.
Recentemente ho visto un video interessante su La7 nel programma
“Reality” al seguente link:
http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=reality
Particolarmente interessante quello che dicono il sindacalista UAW che
sottolinea il cambiamento di mentalità negli americani che, dopo aver
visto raddoppiare il costo della benzina nel giro di pochi giorni,
hanno capito l'importanza delle auto con bassi consumi. Gli fa eco il
venditore Anthony Viviano: “prima la gente comprava l'auto senza
guardare il consumo, ora è la prima cosa che guarda”. “Guardate
quest'auto [Dodge Challenger], è una bomba e bisognerebbe cambiare un
solo dato per ottenere un successo commerciale: al posto di avere un
consumo urbano di 13 mpg [5,53km con un litro] ci fosse scritto 23
[9,78 km/l] o ancor meglio 33 [14km/l].”
Questo venditore, per di più di origini italiane, capisce esattamente
il vero problema delle auto americane, ribadito anche da un operaio
Dodge che rimembra le piccole Fiat degli anni '70: non bisogna
cambiare le auto o avere auto piccole, ma avere grandi auto con
consumi bassi. Viviano mostra anche il GranVoyager e sottolinea come
per l'utilizzo che ne fanno gli americani servirebbe un motore diesel,
perché l'ibrido sulle sterminate distanze a velocità costante non
apporta nessun significativo miglioramento.
Perciò sicuramente un po' di Fiat 500 saranno vendute negli Stati
Uniti (specialmente nelle città della costa Est più Europee), ma
bisogna soprattutto portare e montare sulle auto americane i nuovi
motori diesel Fiat (i Multijet 2,0 e il V6) e benzina con il Multiair.

Ceroni Enzo – Hainz 13/05/2009

P.S. Un mio parente mi ha raccontato recentemente che negli Anni '60
portava le Fiat 1100 in America in nave e i locali gli avevo detto che
apprezzavano molto le 1100 poiché erano spaziose, dai consumi irrisori
e affidabili, ma che mancava una rete di assistenza capillare
necessaria soprattutto allora data la minor affidabilità e la maggior
manutenzione da effettuare. Da questo si capisce come con questo
accordo Fiat ottiene una rete di vendita particolarmente fitta e utile
per le sue auto dato che assisteremo ad una condivisione di
piattaforme e motori tra i due gruppi.

P.S.2: Anche per General Motors si parla di fallimento, ma per la ex
casa automobilistica più grande al mondo si parla più di uno scorporo
a cui, tra l'altro, è interessata Fiat sia per le attività europee di
GM Europa nella quale ci sono Saab e Opel, ma soprattutto per la
remunerativa attività Sud americane.
Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages