Google Gruppi non supporta più i nuovi post o le nuove iscrizioni Usenet. I contenuti storici continuano a essere visibili.

La Voce 08/07/04 - ( *** ) Marco Polo, la nascita a Curzola un clamoroso falso

2 visualizzazioni
Passa al primo messaggio da leggere

Axel Famiglini

da leggere,
9 lug 2004, 08:36:3909/07/04
a
Marco Polo, la nascita a Curzola un clamoroso falso


Giacomo Scotti mi ha fatto, giustamente, notare che la storia che
attribuisce la nascita di Marco Polo a Curzola, non è altro che un clamoroso
falso. Coloro che hanno diffuso la leggenda che vuole sia stata l'isola
dalmata a dare i natali allo scopritore del Catai, lo hanno fatto con scopo
"promozionale", utilizzando il fatto che sul territorio insulare si
trovassero delle famiglie Polo o Depolo.

La celebre "Casa di Marco Polo", visitata ogni anno da decine di migliaia
di turisti, non sarebbe nient'altro che l'abitazione in cui lo scrittore de
"Il Milione" avrebbe trascorso la notte (questa è solo un'ipotesi) in
seguito alla disfatta navale veneziana, avvenuta nel 1298 nelle acque di
Curzola, per opera delle galee genovesi. Questa sua permanenza costituisce
l'argomento utilizzato da coloro che lo vogliono nativo di quest'area
dalmata. Fin qui non c'è nulla di male.

Come è noto l'orgoglio legato al campanile ha, in molti casi, voluto
attribuire i natali ad illustri personaggi, specialmente se questi non
vantavano un'origine certa. Una situazione molto affine interessò il pittore
veneto Vittore Carpaccio, che nell'ultimo periodo della sua vita si era
trasferito a Capodistria. La casa giustinopolitana dell'artista -ubicata nei
pressi di quella di Nazario Sauro - aveva indotto vari intellettuali
istriani a ritenerlo figlio della città di San Nazario. Solo l'approfondito
studio di Ludwig e di Molmenti dimostrò (nel 1906), attraverso una copiosa
documentazione, l'origine veneziana di Carpaccio, nato da genitori
provenienti da Mazzorbo.

Se ritorniamo a Marco Polo, dobbiamo precisare che pure gli studiosi
jugoslavi erano piuttosto indecisi sulla località d'origine del viaggiatore
in questione. Nell'enciclopedia dell'Istituto lessicografico di Zagabria si
legge che coloro che lo considerano nativo di Curzola, fondano la loro tesi
su un documento del XV secolo ove viene menzionata una famiglia Polo
(Enciklopedija leksikografskog zavoda, vol. VI, Zagreb 1962, p. 135).

Abbandonando il campanilismo, un aspetto ripugnante è sicuramente
l'atteggiamento di determinati ambienti croati che tendono a croatizzare e a
fagocitare tutto ciò che ha avuto origine lungo le sponde dell'Adriatico
orientale, nonché di tutti coloro che misero piede sul territorio dianzi
ricordato. Il fatto che Marco Polo non fosse originario di Curzola, bensì di
Venezia, costituisce un motivo in più per riflettere sullo scempio che viene
creato da certi circoli che percepiscono la storia adriatica solo in chiave
mononazionale, escludendo a priori l'eterogeneità dell'area geografica.

Come abbiamo ricordato la volta scorsa i documentari che verranno realizzati
dall'ente televisivo croato avranno lo scopo di dimostrare la croaticità di
Marco Polo (sic). In realtà non occorre argomentare più del dovuto una tale
affermazione. Se si giunge a tanto, questo è dovuto al fatto che non si
riconosce l'autoctonia dell'elemento romanzo (poi italiano).

Alcuni sono dell'opinione che Venezia avrebbe alterato (leggi italianizzato)
una costa compattamente slava, snazionalizzando il carattere originario di
quel contesto. Questi miti attecchiscono ancora e sembrano diffondersi
sempre di più. Di fronte alle tesi che dipingono l'italiano come
l'oppressore degli slavi (in qualsiasi epoca), non c'è spazio per un
ragionamento serio e pacato. Di conseguenza, nei lavori presentati, c'è una
volontà ossessiva volta a rappresentare un passato "diverso". Si tratta di
imprese folli e anacronistiche. Il caso di Marco Polo rappresenta solo la
"punta dell'iceberg" poiché il problema riguarda molti aspetti della storia
e della cultura della sponda orientale dell'Adriatico.

Per concludere voglio ricordare, ancora, che Pietro Coppo, il celebre
geografo e cartografo veneziano, che si trasferì a Isola d'Istria, viene
presentato sotto varie vesti. Nei volumi dell'Enciclopedia della Slovenia il
summenzionato viene riportato come Pietro Coppo, Peter Coppo ma non
dimentichiamo che riscontriamo anche il nome slavizzato di Pietar Kopic
(sic).

Tanti nomi, che vengono utilizzati liberamente, le cui forme si alternano a
seconda dell'autore che tratta un determinato argomento. L'ultima versione
sopracitata è la testimonianza tangibile di quanto abbiamo argomentato
precedentemente. Nella furia di fagocitare tutto e tutti, per poi
rappresentare i "nuovi prodotti" come espressioni "genuine della cultura
slava", non si fanno distinzioni, in quanto sia gli autoctoni sia coloro che
giunsero in queste terre si trasformano, e, come per magia, ottengono una
nuova identità!

Kristjan Knez


0 nuovi messaggi