Informazioni: Lettera di Maria Buoncristiano.

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Oct 10, 2024, 12:20:07 PM10/10/24
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Consiglio UICI di Basilicata sotto scacco.

 

Di Maria Buoncristiano

 

Gent.mi tutti,

per opportuna conoscenza vi racconto quanto è accaduto dal 13 aprile 2023, data in cui il  consiglio regionale di Basilicata è stato ingiustamente commissariato, e quanto sta ancora accadendo nonostante la sentenza n. 9525/2024 che  ha dichiarato l’illegittimità del commissariamento stesso.

 

Attenendomi scrupolosamente ai fatti oggettivi resto a disposizione di chiunque voglia leggere tutta la documentazione comprovante ciò che mi appresto a raccontare, precisando che sono sempre pronta ad un confronto pubblico sulla questione.

 

Intanto ricordo che da Statuto il consiglio regionale di Basilicata, come le altre regioni con due sole province  è costituito da 7 componenti ma al momento in conseguenza delle dimissioni dello scorso anno di 3 consiglieri e la surroga del consigliere, primo dei non eletti dall’assemblea della sezione di Potenza siamo in 5 di cui uno assenteista; il presidente della sezione di Matera.

 

In base alle norme statutarie e regolamentari il nostro consiglio regionale non poteva essere commissariato anche nel caso in cui si fosse dimessa la maggioranza dei consiglieri ed in tal caso la Presidente, ovvero io, sarebbe comunque rimasta in carica per la gestione dell’ordinaria amministrazione fino al reintegro dell’organo. Ma la Direzione Nazionale, con un abuso di potere, ha commissariato il consiglio UICI di Basilicata affermando che si era dimessa la maggioranza dei componenti (3 su 5 escludendo, però,  nel computo i componenti di diritto)  ingenerando anche nel Giudice Stefano Iannaccone del Tribunale di Roma l’errore, in fase di sentenza cautelare. Il medesimo giudice, infatti, nella sentenza di merito del 3 giugno 2024, scrive che, contrariamente a quanto da lui affermato nella cautelare, è stato tratto in errore e che, quindi, non si trattava di 3 su 5 come sostenuto dalla Presidenza Nazionale, ma di 3 su 7.

 

Ribadisco che anche se si fosse dimessa la maggioranza il consiglio, comunque, non poteva essere commissariato. Dunque il Giudice ripristina il consiglio della Basilicata al momento prima del commissariamento, tanto è vero che il 6 giugno la DN con delibera n. 54 ha immediatamente revocato, il commissario straordinario Corradetti succeduto alla Varriale che, ricordo essere consigliera dimissionaria e coniuge del consigliere e componente di direzione Angelo Camodeca.

 

Il 14 giugno 2024  è stato formalizzato il passaggio di consegna tra il decaduto commissario straordinario e la Presidente Regionale.

 

Il consiglio regionale ha ripreso le attività con la surroga del consigliere per la sezione di Potenza e l'elezione della Direzione regionale. I due consiglieri dimissionari della sezione di Matera non potevano essere surrogati dal momento che la sezione non ha primi dei non eletti e deve svolgere l’assemblea per eleggerli.

 

I lavori, di fatto, sono stati attenzionati, personalmente, dal Presidente Barbuto il quale avrebbe potuto presentare appello sul punto della Basilicata per far valere le proprie ragioni, ma non lo ha fatto, scegliendo di utilizzare lo strumento del ricorso gerarchico prima, della diffida e del secondo commissariamento, poi.

 

Ma andiamo per ordine.

 

Nelle sedute consiliari del 26 giugno e 1° luglio alle quali era presente il Presidente nazionale non si è presentato il componente  di diritto, Lanzillo  il quale non si è fatto sostituire e né ha giustificato la propria assenza. Come è noto  il componente di diritto ha il dovere di partecipare e se impossibilitato, deve delegare il suo vice. La medesima situazione si è verificata nella seduta del 15 luglio alla quale sempre il Presidente di Matera  ha inviato una mail nella quale dichiarava palesemente la volontà di non partecipare e, addirittura, consigliava di non tenere la seduta  in vista delle decisioni che sarebbero state assunte il giorno dopo dalla DN, ovvero il 16 luglio 2024.

 

Nelle due sedute il Presidente Nazionale ha sostenuto che il consiglio non aveva il numero legale per deliberare la surroga del consigliere subentrante e che, pertanto non poteva nominare la Direzione regionale, ma non ha in alcun modo richiamato il consigliere assente, la cui omessa partecipazione rappresenta una palese violazione del disposto di cui all’art. 21, commi 3 e 5 del Regolamento Generale. Finanche la  delibera della DN n. 81 del 29 agosto,  riporta l’assenza di Lanzillo  senza riferire, però,  che si tratta di assenza ingiustificata e che era assente anche il suo vice.

 

E’ scorretto intellettualmente  parlare di mancanza di numero legale allorquando proprio la presenza del componente di diritto, per niente richiamato all’ordine,  avrebbe risolto la questione, secondo l’interpretazione di Barbuto. Tuttavia, va precisato, che la prerogativa di consigliere si acquisisce al momento stesso dell’accettazione della carica e della verifica da parte della segreteria del godimento dei diritti civili e politici e che non necessita di alcuna delibera di surroga, a cui si appella il Presidente Nazionale.

 

Lo  Statuto e il  regolamento, infatti, non prevedono alcuna delibera, tanto è vero che lo stesso Presidente Nazionale  ha adottato in consiglio nazionale per l’atto di surroga,  una prassi ambivalente e, come riferimento, si prende in esame il verbale del CN del 6 luglio 2021 dal quale si evince chiaramente che il consigliere Prelato subentrante a Pimpinella viene contato  già tra i presenti e non vien fatta né una presa d’atto e né tanto meno una delibera. Nel verbale del CN del 29 e 30 aprile 2022, invece viene deliberato il subentro di Zoccano, probabilmente a motivo del fatto che il consigliere subentrante era  primo dei non eletti ma a parità di voti con altri candidati non eletti.

 

Ciò detto il Presidente nazionale che è il massimo esponente della nostra associazione istruisce il 7 luglio un ricorso gerarchico nei confronti del consiglio lucano e badate bene, lo firma, lo presenta e lo illustra lui stesso in direzione nazionale come si evince delle delibere n. 67 e 68  del 16 luglio e, addirittura egli stesso vota la seconda delibera  (n. 68/16 luglio 2024).

 

Per essere più chiari il Presidente Nazionale unitamente alla Direzione non adotta atti nei confronti del componente di diritto Lanzillo, volontariamente e deliberatamente assenteista, ma istruisce un ricorso gerarchico nei confronti del consiglio regionale di Basilicata, che ricordo è stato ripristinato dalla Sentenza del giudice.

 

Per fare una metafora non si sanziona colui che oggettivamente arreca un danno ma la parte offesa. Per correttezza intellettuale, devo affermare, che  corrisponde al vero il fatto che nei due consigli non è stato invitato il componente della DN Camodeca, che per altro poteva essere, opportunamente informato, dal Presidente Nazionale e che nella seconda convocazione manca nel testo la parola “urgente”.

 

Certo, questi elementi sono stati considerati da Barbuto violazioni gravi, ma, non ritenete che sia molto più grave che il legale rappresentante dell’UICI non abbia richiamato, né lo fa ora, ai propri doveri il componente di diritto assenteista, Lanzillo?

 

Ma c’è di più la Direzione Nazionale, nella riunione del 29 agosto, ha adottato la delibera n. 81 con la quale ha definitivamente e formalmente sancito la nullità del subentro del Consigliere e della nomina della Direzione Regionale perché a suo parere mancherebbe il numero legale ma continua ad avallare il comportamento dell’assenteista ingiustificato, Lanzillo.

 

Il 12 settembre scorso, inoltre, la Direzione Nazionale, udite, udite,  ha diffidato tutti i componenti del consiglio a partecipare alla riunione del Consiglio Regionale, convocata per il 18.9.2024, dichiarando che in caso contrario avrebbe potuto ricorrere nelle opportune sedi giudiziarie.

 

Insomma si diffidano i consiglieri che cercano di svolgere correttamente il proprio ruolo, anzichè il solo che dovrebbe essere diffidato, ovvero chi scientemente non partecipa: Lanzillo.

 

Anche nel consiglio del 27 settembre scorso Lanzillo risulta essere stato assente ingiustificato. Il consiglio, infatti, ha ritenuto irrituale e priva di ogni ragionevole motivazione la nota che  lui stesso ha inviato a mezzo mail  la mattina del  27 settembre 2024 con la quale comunica l’impossibilità sua personale e del suo vice a  partecipare alla seduta per motivi personali.

 

Nella seduta del consiglio del 27 settembre, inoltre,  non hanno partecipato né il Presidente Nazionale e né il componente della DN, Angelo Camodeca, il cui mancato invito nelle sedute consiliari del 26 giugno e 1° luglio, vi rammento,  è stato  considerato dalla DN “Violazione grave”.

 

 

Sembra una commedia dell’assurdo, ma questa, è purtroppo, la verità  dimostrata dai fatti e dalle delibere e altra documentazione che saranno messe a disposizione di chi vorrà leggerle.

 

Preciso che tutta la documentazione citata, comprese le missive di lanzillo,  è agli atti processuali del Tribunale di Roma sia per la richiesta di esecuzione della Sentenza che per l’appello le cui udienze sono state rispettivamente fissate per il 4 e 31 marzo 2025.

 

A coloro i quali sostengono che non si può costringere una persona a partecipare, dico che è vero, ma è altrettanto vero  che il regolamento prescrive un preciso dovere per i componenti di diritto e che tale principio non è tutelato dalla dirigenza attuale.

 

A chi dice che non sono in grado di riunire un consiglio faccio rilevare che se anche fosse e non è così perché siamo sempre presenti 4 su 7, preciso che in virtù della sentenza del Giudice, io sono e rimango presidente, fino a sentenza opposta. Faccio anche rilevare che fino al 13 aprile 2023 tra me e Lanzillo intercorreva una reciproca e consolidata stima ventennale di amicizia e collaborazione associativa che questa governance dirigenziale ha compromesso. Tutti i miei tentativi di confronto e chiarimenti sono stati vani, né la riprova che Lanzillo non risponde alle mie telefonate, né ha mai risposto alle richieste istituzionali indirizzate a mezzo mail e pec alla sezione di Matera, anche quelle semplici del tipo: nominativo del rappresentante dei centralinisti.

 

Ma non è finita qui. La DN nella seduta dell’8 ottobre ha commissariato nuovamente il consiglio regionale lucano per le medesime ragioni per le quali il giudice del Tribunale di Roma aveva dichiarato l’illegittimità del commissariamento del 13 aprile 2023, ovvero l’assenza del numero legale secondo, ovviamente la libera interpretazione di Barbuto e Direzione ed ora, si legge nella nota,  anche per  la mancata elezione della direzione regionale che come già indicato è stata completata il 9 luglio 2024.

 

La comunicazione di commissariamento mi è stata notificata con una semplice nota a firma del presidente nazionale senza alcuna indicazione di delibera che ad oggi non ho ancora ricevuto.

 

Tra l’altro ieri 9 ottobre 2024 sono stata prontamente rimossa dalla chat istituzionale del CN dalla vicepresidente Legname alla quale ho fatto rilevare che non era il caso di tale repentina estromissione.

 

Inoltre, in  presenza di una sentenza precisa e per altro non appellata dalla Presidenza Nazionale, non ci sono atti e delibere interne che tengano.

 

In conclusione come definireste questi comportamenti e atteggiamenti della  compagine  dirigenziale UICI?

 

Mi raccomando, però,  le vostre gentili valutazioni non palesatele e non diffondetele, poiché esiste il famoso ordine del giorno approvato a maggioranza nel consiglio di novembre scorso che pone attenzione alla libera espressione di soci e dirigenti. Come ricorderete avevo chiesto ai consiglieri Taverna e Benzoni firmatari dell’ordine del giorno di ritirarlo.

 

Nel restare a disposizione di chiunque voglia chiarimenti mi scuso per la lunghezza del testo.

 

Grazie, Maria buoncristiano.

 

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