[Freelosophy] Del presente

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giangi

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Sep 9, 2010, 7:04:40 AM9/9/10
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Come avrete notato, è passato un po' di tempo dal mio ultimo scritto, non perchè avessi abbandonato o dimenticato, bensì necessitavo di un periodo evolutivo? che portasse il me stesso più alto verso nuovi flussi, non senza criticare vecchi idealismi e presunte convinzioni. La crescita necessita di una fredda e netta visione della posizione, ed io, ancora vincolato da etica e metafisica, ero parte di uno schieramento quasi prevedibile, già passato. Il sentimento tanto semplice, quanto geniale: "io sono, non ero", illuminò quel me stesso e lo distolse dal piacere di ciondolare tra poesia e infinito, muovendolo verso un mare ancora più in tempesta, ma con una nave decisamente più robusta e libera.
La capacità di osservazione porta l'uomo a prendere le distanze da se stesso e lo predispone al cambiamento, con ferma durezza ma senza dolore: è una necessità dettata dalla conoscenza e non dalla condizione, che imprime se stessa finale nella nuova forma dell'individuo. Osservandomi con occhio critico, notai che operavo da "artista" e non da "uomo libero", nel senso che appartenevo più a un qualsivoglia periodo storico o indottrinamento metafisico/religioso, che al presente di me stesso libero da ogni vincolo e presunta verità, per quanto gioioso e libero questa potesse farmi sentire. Operando da "artista" attuavo e alimentavo un procedimento di stallo, quasi involutivo. Attribuendo un'anima alla natura, conferendo a questa una forza ideologica e considerando sacro il piacere che mi dava una poesia o la meraviglia di una sinfonia, vivevo comunque di metafisica! non che mi dispiacesse, ma è comuqnue giunto il momento di metterla in discussione! Metafisica o religione che differenza c'è se non il nome?
Il mio essere "romanticista" muoveva me stesso contro chi si opponeva a una determinata visione della vita che non fosse affine idealisticamente, di conseguenza attaccavo tutto ciò che apparteneva a un'etica diversa, professando libertà che ritenevo avere, ma che in realtà non avevo! Godendo del passato si rischia di non godere del presente e della vera libertà. L'artista, o il poeta, con tutto il piacere che può darci, vagheggia comunque tra falsità e fantasia: il suo compito è di deliziarci e farci quasi volare. Quante volte leggendo Shakespear, Emerson o Milton avreste voluto mettervi in punta di piedi e iniziare a danzare? quante volte ascoltando Corelli, Beethoven o Mozart siete stati perforati da una fitta al petto e catapultati nei migliori cieli stellati? Come la religione delizia i deboli, così le opere più belle di tutti i tempi deliziano gli uomini superiori, ma il compito di questi ultimi non è di fermarsi a questo piacere, ma di procedere verso una più ampia e libera veduta!
Si riparte da qui, con un'inaspettata irriverenza, con la voglia di non prendersi seriamente e di non credere davvero in quel che si fa, senza alcuna pretesa di verità, ma con la voglia di tutto.

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Postato da giangi su Freelosophy il 9/09/2010 11:39:00 AM
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