Aggressività e autolesionismo hanno basi comuni nel cervello

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Nov 6, 2025, 4:08:19 AMNov 6
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Aggressività e autolesionismo hanno basi comuni nel cervello

Un circuito nel cervello che cambia in chi ha subito traumi infantili collega i comportamenti
aggressivi verso il prossimo e quelli lesivi per sé.

6 novembre 2025 - Elisabetta Intini

Aggressività e comportamenti autolesionistici sono spesso collegati, e non è raro che si manifestino
contemporaneamente nelle persone con una storia di trauma infantile. L'associazione tra questi due
aspetti del comportamento è nota da tempo in ambito clinico, ma come sono connesse, le due cose, nel
cervello? Una ricerca pubblicata su Science Advances ha individuato ora il circuito cerebrale che
collega questi due comportamenti - un percorso che viene profondamente modificato dopo un trauma.

La ricerca potrebbe avere un rilievo terapeutico e sociale, dato che entrambi i comportamenti sono
un motivo importante di preoccupazione per le ricadute che hanno sull'individuo e sulla società.

Cervello fuori equilibrio

Studiando il cervello di topi, gli scienziati del Centro per la Ricerca in Neurobiologia del
Virginia Tech (Stati Uniti) hanno scoperto che i traumi in età precoce rendono iperattivi i neuroni
lungo il percorso cerebrale che collega il nucleo reuniens (una regione primitiva del cervello
importante per i meccanismi di regolazione della paura) all'ippocampo, una struttura fondamentale
per la memoria e l'apprendimento.

Il trauma altera le proprietà molecolari del cervello e sovraeccita uno specifico canale del calcio,
che permette ai neuroni di scambiare segnali nervosi e dunque regola la loro capacità di
trasmissione. Quando questi neuroni sono iperattivi, il rischio di aggressività e comportamento
autolesionistico aumenta.

Dolore che slatentizza

Secondo gli autori dello studio, il dolore (quello fisico, ma anche quello emotivo) può fungere da
porta di accesso per l'emergere di questi comportamenti aggressivi, verso il prossimo o verso se
stessi, una volta che il circuito neurale ad essi sotteso è disregolato nel cervello. In ultima
analisi quindi, non ci sarebbero solo ansia e depressione alla base di questi gesti eclatanti, ma
anche ferite neurobiologiche profonde, resi più evidenti dalla difficoltà del cervello di
rielaborare il dolore.

Migliorare le terapie

Lo studio va ad aggiungerci alle tante altre prove su come un vissuto infantile difficile possa
incidere in modo duraturo non solo sulla psiche, ma anche sulla biologia e la struttura neurale del
cervello di chi è esposto a traumi. La speranza è che la scoperta contribuisca a sviluppare terapie
più efficaci per prevenire comportamenti aggressivi e autolesionistici nelle persone più a rischio.

https://dx.doi.org/10.1126/sciadv.ady5540

da focus.it


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