Il cervello non è programmato per rimanere sveglio oltre la mezzanotte

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Oct 27, 2025, 4:49:49 AMOct 27
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Il cervello non è programmato per rimanere sveglio oltre la mezzanotte

Tra mezzanotte e le sei l'attenzione nei confronti degli stimoli negativi si intensifica, rendendoci
più inclini ad assumere comportamenti rischiosi.

26 ottobre 2025 - Chiara Guzzonato

Vi siete mai ritrovati nel cuore della notte, incapaci di dormire, con la mente invasa da pensieri
negativi? Sembra che questa tendenza alla negatività abbia una spiegazione scientifica, connessa
alle funzioni dei ritmi circadiani.

Secondo uno studio del 2022, il nostro cervello non sarebbe progettato per rimanere sveglio oltre la
mezzanotte: passata quest'ora, infatti, la nostra attenzione agli stimoli negativi aumenta
(probabilmente in memoria di un passato da cacciatori, che ci imponeva di rimanere allerta per
evitare l'attacco di possibili predatori) e questo può poi alimentare un sistema di ricompensa
alterato, rendendoci particolarmente inclini ad assumere comportamenti rischiosi.

COMPORTAMENTI PERICOLOSI. Gli autori utilizzano due esempi per spiegare la loro ipotesi: quello di
un eroinomane che riesce a controllare la dipendenza di giorno, ma vi soccombe di notte; e quello di
uno studente universitario che soffre di insonnia e, durante le sue notti bianche, inizia a sentire
un senso di solitudine, sconforto e disperazione.

Entrambi gli scenari, sottolineano gli autori, possono essere fatali e spingere i protagonisti al
suicidio: l'insonnia e il sonno disturbato sono da tempo fattori di rischio scientificamente
riconosciuti per pensieri e comportamenti suicidi, e alcune ricerche evidenziano un rischio tre
volte superiore di suicidio tra mezzanotte e le sei del mattino rispetto a qualunque altra fascia
oraria.

Una ricerca del 2020 ha anche evidenziato un maggiore uso di droga durante la notte: in un centro
per il consumo controllato di droghe di Barcellona è stato registrato un rischio notturno di
overdose da oppioidi 4,7 volte superiore rispetto al normale.

UN LEGAME INESPLORATO. Fino a oggi la scienza non ha ancora studiato a fondo in che modo
deprivazione di sonno e ritmi circadiani influiscano sul circuito di ricompensa: sappiamo davvero
poco sul modo in cui la mente umana funziona per circa sei ore al giorno, e di come professionisti
come piloti o dottori – dai quali spesso dipende la vita di molte persone – possano sopportare notti
insonni nelle quali devono svolgere lavori mentalmente impegnativi. Sarà dunque importante che
ricerche future si concentrino su queste tematiche, indagando in modo più approfondito il
funzionamento notturno del cervello.

https://www.frontiersin.org/journals/network-physiology/articles/10.3389/fnetp.2021.830338/full

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0955395920301134

da focus.it


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