Abbiamo più controllo sui nostri ricordi di quanto credessimo
Le istruzioni su cosa è bene memorizzare e cosa no aiutano a fissare i ricordi meglio delle
emozioni: uno studio chiarisce cosa consolida la memoria.
9 ottobre 2025 - Elisabetta Intini
"Le parole seguenti sono importanti, te le devi ricordare": indicazioni come questa sono molto
efficaci nel fissare i ricordi - ci riescono ancora meglio rispetto alle emozioni negative o a una
buona notte di sonno. Uno studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience suggerisce che
abbiamo, sui nostri ricordi, un maggiore controllo di quanto credessimo. E che istruzioni chiare su
cosa sia bene ricordare consolidano la memoria più di ogni altro elemento considerato finora.
Meglio di stress e sonno?
Da tempo è noto che i ricordi associati a emozioni lievemente negative, come un leggero stress o una
paura contenuta, possono fissarsi in modo più indelebile nella memoria, anche se l'esposizione
prolungata a emozioni negative intense sortisce l'effetto opposto (nebbia mentale, difficoltà di
apprendimento e distorsione dei ricordi).
Un altro fattore che influisce positivamente sulla memoria è una buona notte di sonno. Però, anche
cercare di ricordare qualcosa deliberatamente può avere un effetto favorevole nel consolidare i
ricordi. Quale di queste strategie, volontarie o non, aiuta di più?
Da ricordare, da dimenticare
Un gruppo di scienziati del Merrimack College, in Massachusetts, ha sottoposto a compiti di
memorizzazione due gruppi di partecipanti, 45 intervistati online e 53 incontrati in laboratorio.
Metà di ogni gruppo ha ricevuto un centinaio di parole da ricordare al mattino e le ha dovute
ricordare alla sera; l'altra metà ha ricevuto l'elenco la sera e ci ha dormito su, affrontando i
test di rievocazione il mattino seguente. L'attività cerebrale dei partecipanti durante il sonno è
stata misurata con l'elettroencefalografia (EEG).
Metà delle parole in elenco aveva connotazioni emotive negative, l'altra metà, neutre. Inoltre, ogni
parola aveva in abbinamento una nota con istruzioni che indicavano se il termine fosse da ricordare
o da dimenticare.
Istruzioni vs emozioni
I partecipanti hanno in genere ricordato meglio le parole che erano stati esplicitamente invitati a
memorizzare: le istruzioni hanno favorito il consolidamento dei ricordi meglio delle emozioni.
Tuttavia, anche le emozioni hanno giocato un ruolo, diciamo, "di potenziamento": le parole che erano
accompagnate dall'etichetta "da ricordare" e che avevano connotazioni negative hanno avuto maggiori
probabilità di essere ricordate.
Come suggerito da precedenti studi, però, le parole connotate emotivamente hanno avuto anche
maggiori probabilità di generare falsi ricordi: era più probabile che venissero collocate
erroneamente nel gruppo di quelle da memorizzare assolutamente.
Secondo gli scienziati, quando etichettiamo qualcosa come da ricordare, l'ippocampo (una struttura
cerebrale cruciale per la memoria) gli dà priorità, sopprimendo altre informazioni non rilevanti.
La riduzione delle interferenze migliora il richiamo in fase di rievocazione.
E il sonno?
Contro ogni aspettativa, il fatto che i partecipanti avessero dormito o meno non ha avuto alcun
effetto sulla capacità di memorizzare le parole. O meglio, non è stato genericamente il sonno in sé,
bensì l'attività cerebrale avvenuta durante il sonno, a influire sulla capacità di ricordare.
Per esempio, livelli più elevati di fusi del sonno (un tipo di onda cerebrale che assomiglia a una
serie di picchi nell'encefalogramma) durante il sonno REM sono stati associati a un migliore ricordo
delle parole connotate negativamente. Del resto, «i fusi del sonno sono ampiamente implicati nel
trasferimento di informazioni dalla memoria temporanea dell'ippocampo a rappresentazioni più stabili
nella neocorteccia», spiega Laura Kurdziel, autrice principale dello studio.
Al contrario, un altro tipo di sonno, quello a onde lente, è risultato negativamente correlato alla
capacità di ricordare. Può essere - ma andrà verificato in nuovi studi - che il sonno consolidi
selettivamente alcuni tipi di ricordi e non tutti, per esempio quelli che si accompagnano ad
esperienze emotive.
https://www.frontiersin.org/journals/behavioral-neuroscience/articles/10.3389/fnbeh.2025.1643449/ful
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