Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

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Apr 26, 2011, 6:52:24 AM4/26/11
to STUDIO BIBLICO
Dalle «Lettere pasquali» di sant'Atanasio, vescovo
(Lett. 14, 1-2; PG 26, 1419-1420)

Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede





Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente ci fa dono della
sua visita. Egli promette di restarci ininterrottamente vicino. Per
questo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo» (Mt 28, 20).
Egli è pastore, sommo sacerdote, via e porta e come tale si rende
presente nella celebrazione della solennità. Viene fra noi colui che
era
atteso, colui del quale san Paolo dice: «Cristo, nostra Pasqua, è
stato immolato» (1 Cor 5, 7). Si verifica anche ciò che dice il
salmista: O mia esultanza, liberami da coloro che mi circondano (cfr.
Sal 31, 7). Vera esultanza e vera solennità è quella che libera dai
mali. Per conseguire questo bene ognuno si comporti santamente e
dentro di sé mediti nella pace e nel timore di Dio.
Così facevano anche i santi. Mentre erano in vita si sentivano nella
gioia come in una continua festa. Uno di essi, il beato Davide, si
alzava di notte non una volta sola ma sette volte e con la preghiera
si rendeva propizio Dio. Un altro, il grande Mosè, esultava con inni,
cantava lodi per la vittoria riportata sul faraone e su coloro che
avevano oppresso gli Ebrei. E altri ancora, con gioia incessante
attendevano al culto sacro, come Samuele ed il profeta Elia.
Per questo loro stile di vita essi raggiunsero la libertà e ora fanno
festa in cielo. Ripensano con gioia al loro pellegrinaggio terreno,
capaci ormai di distinguere ciò che era figura e ciò che è divenuto
finalmente realtà.
Per prepararci, come si conviene, alla grande solennità che cosa
dobbiamo fare? Chi dobbiamo seguire come guida? Nessun altro
certamente, o miei cari, se non colui che voi stessi chiamate, come
me, «Nostro Signore Gesù Cristo». Egli per l'appunto dice: «Io sono la
via» (Gv 14, 6). Egli è colui che, al dire di san Giovanni, «toglie il
peccato del mondo «(Gv 1, 29). Egli purifica le nostre anime, come
afferma il profeta Geremia: «Fermatevi nelle strade e guardate, e
state attenti a quale sia la via buona, e in essa troverete la
rigenerazione delle vostre anime» (cfr. Ger 6, 16).
Un tempo era il sangue dei capri e la cenere di un vitello ad
aspergere quanti erano immondi. Serviva però solo a purificare il
corpo. Ora invece, per la grazia del Verbo di Dio, ognuno viene
purificato in modo completo nello spirito.
Se seguiremo Cristo potremo sentirci già ora negli altri della
Gerusalemme celeste e anticipare e pregustare anche la festa eterna.
Così fecero gli
apostoli, costituiti maestri della grazia per i loro coetanei ed anche
per noi. Essi non fecero che seguire il Salvatore: «Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (Mt 19, 27).
Seguiamo anche noi il Signore, cioè imitiamolo, e così avremo trovato
il modo di celebrare la festa non soltanto esteriormente, ma nella
maniera più fattiva, cioè non solo con le parole, ma anche con le
opere.



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