È ufficiale il Foia italiano

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Andrea Maurino

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Apr 5, 2013, 2:35:56 PM4/5/13
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Giovanni Gentili

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Apr 5, 2013, 2:59:31 PM4/5/13
to spaghett...@googlegroups.com

il #dica33 della trasparenza
sarà in vigore dal 20 aprile...
correre a rettificare siti :-)

meglio il decreto 33 che niente

Il giorno 05/apr/2013 20:35, "Andrea Maurino" <andrea....@gmail.com> ha scritto:
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Francesco Minazzi

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Apr 5, 2013, 4:56:32 PM4/5/13
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Sembra FOIA, ma non è

francesca Esse

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Apr 6, 2013, 12:40:48 AM4/6/13
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Si, non chiamatelo FOIA 

Francesco MAGAGNINO

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Apr 6, 2013, 3:37:54 AM4/6/13
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perchè sembra FOIA, ma non è?

Alberto

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Apr 6, 2013, 5:48:55 AM4/6/13
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Anch'io vorrei capire perché.

Francesco Minazzi

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Apr 7, 2013, 4:53:52 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
Perché non attua davvero la total disclosure e non è intervenuto sul diritto di accesso (L. 241/90). 
Qualche link:


E comunque non crediate che il FOIA USA sia il non plus ultra della trasparenza: http://www.openthegovernment.org/node/3908

Alberto

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Apr 7, 2013, 8:06:46 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
Francesco, grazie davvero dei links. Molto utili.

Ma ancora non capisco. Se posso approfittare della tua competenza giuridica ancora un momento:

Leggo qui: http://saperi.forumpa.it/story/69856/trasparenza-e-anticorruzione-ma-non-chiamatelo-foia . L'articolo inizia riportando una dichiarazione di Elena Aga Rossi:

Ciò che ancora manca è la bi-direzionalità dei processi di trasparenza posti in essere: se da un lato, infatti, con gli ultimi interventi normativi si definisce il ruolo proattivo della PA imponendo la pubblicazione delle informazioni, dall’altro si ignora il ruolo attivo del cittadino che faccia richiesta di accesso ad atti pubblici (dati, informazioni, procedimenti, comunicazioni, ecc.)

 Più sotto si descrive il nuovo provvedimento. Il punto 6 dice:

6. viene introdotto un nuovo istituto: il diritto di accesso civico. Questa nuova forma di accesso mira ad alimentare il rapporto di fiducia tra cittadini e PA e a promuovere il principio di legalità (e prevenzione della corruzione). In sostanza, tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, non hanno ancora divulgato.

A me queste due affermazioni sembrano incompatibili. O ho diritto alla pubblicità delle informazioni non divulgate oppure no! Quale delle due è corretta?

Guido Romeo

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Apr 7, 2013, 8:46:31 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com, spaghett...@googlegroups.com
Alberto, 
Il "diritto di accesso civico" e' una gran trovata, ma uno specchietto per le allodole. 
Non modifica il tuo diritto di accesso che rimane regolato dalla legge 241. 

Stasera ve lo scrivo per bene, ma non chiamate lo foia...

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morena ragone

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Apr 7, 2013, 9:43:59 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
Continuo a non capire tutta questa attenzione verso il Foia.
A parte le strutture radicalmente diverse dei due ordinamenti giuridici (italiano e statunitense), il Foia non è la grandissima rivoluzione che si pensa.
Quando Obama nel 2009 ha messo mano alla OGD, ha espressamente detto che occorreva garantire ai cittadini l'accesso alle informazioni pubbliche.
Peccato che il Foia esistesse già da alcuni decenni.
Per come la vedo io, dovremmo ragionare molto di più sulle nostre specificità e sulle nostre criticità.
Altrimenti, resta tutto com'è.
Buona domenica.

Morena

guido romeo

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Apr 7, 2013, 10:16:23 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com
@francesco: grazie della citazione di Diritto Di Sapere.

@alberto: del perché il decreto non è un foia avevamo scritto più approfonditamente qui:

ci eravamo basati su  un "leak" perché era l'unica cosa disponibile allora. Ma da quel che vedo alla prima lettiga del testo in gazzetta, tutte le osservazioni sull'accesso sono ancora valide.


Insomma, c'abbiamo ancora tanto da fare!

A presto,
Guido

Francesco Minazzi

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Apr 7, 2013, 10:26:05 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com

"morena ragone ha scritto: il Foia non è la grandissima rivoluzione che si pensa"     

Esattamente come dice Morena, parliamo di ordinamenti giuridici diversi e di un'incomprensione di fondo sul FOIA, che non è la panacea della trasparenza, non a caso ho messo il link di openthegovernment. 
Alberto come ha detto Guido bisogna distinguere pubblicazione proattiva e total disclosure dal diritto di accesso: quest'ultimo è regolato dalla legge 241/90 in modo piuttosto stringente e, in sostanza, il principio vigente in Italia (ma anche altrove) è "L'informazione non è accessibile in generale, a meno che non la renda tale una specifica norma e purché sussista un interesse qualificato del richiedente"; mentre il principio inverso che noi tutti chiediamo (anche quando parliamo di OD) è "L'informazione è sempre accessibile e proattivamente pubblicata, salvo i casi di riserbo tassativamente indicati dalla legge (es. Privacy, sicurezza nazionale)". Motivo per cui l'accesso civico, per quanto è un passo avanti, non vi deve ingannare. Questo decreto trasparenza porta novità importanti, ma non siamo ancora al livello di trasparenza che desideriamo: ad esempio non è previsto un obbligo di pubblicazione dei bilanci comunali, per dirne una, se non limitatamente agli estratti del rendiconto per i soli comuni con abitazione superiore a 20.000 anime (L. 67/87). 
Spero ti abbiamo chiarito i dubbi.


--
Dott. Francesco Minazzi Sent from iPhone

guido romeo

unread,
Apr 7, 2013, 10:27:49 AM4/7/13
to morena ragone, spaghett...@googlegroups.com
Morena,
il diritto di accesso, alla base di istituti come il foia, è il cardine dell'opengov e molto di più solo. A me interessa soprattutto come giornalista perché è grazie al Foia se sono venute fuori "affair" scottanti come i voli segreti della Cia, ma anche tanti scoop che hanno portato al Pulitzer oltreoceano.

Per il mondo dell'informazione italiano sarebbe una rivoluzione avere un vero foia e imparare a usarlo (invece di aspettare che qualche fonte - non sempre disinteressata - "faccia venir fuori" una notizia…).

Spero che tu possa rivedere la tua posizione sul Foia perché è prima di tutto nelle PA che bisogna cominciare a lavorare.

Su Obama: sono cittadino Usa, registrato come elettore democratico e l'ho votato due volte. Peccato che la sua dichiarazione sul foia sia il contrario di quello che ha fatto nella pratica…


Sul nostro ordinamento giuridico: la 241 era già vecchia quando uscì e adesso è giurassica. Va rivista e in fretta e non solo per confronto con gli Usa… Guarda quello che stanno facendo e hanno fatto recentemente Croazia, Ruanda e Messico.

Cmq a Perugia, come Diritto Di Sapere presentiamo i risultati del primo monitoraggio sul campo di come si accede all'informazione in Italia. In pratica avremo una misura di quanto siamo distanti dai paesi che il Foia ce l'anno (non solo dagli Usa).

A presto,

Guido


Il giorno 07/apr/2013, alle ore 15:34, morena ragone <mm.r...@gmail.com> ha scritto:

Continuo a non capire tutta questa attenzione verso il Foia.
A parte le strutture radicalmente diverse dei due ordinamenti giuridici (italiano e statunitense), il Foia non è la grandissima rivoluzione che si pensa.
Quando Obama nel 2009 ha messo mano alla OGD, ha espressamente detto che occorreva garantire ai cittadini l'accesso alle informazioni pubbliche.
Peccato che il Foia esistesse già da alcuni decenni.
Per come la vedo io, dovremmo ragionare molto di più sulle nostre specificità e sulle nostre criticità.
Altrimenti, resta tutto com'è.
Buona domenica.

Morena


Il giorno domenica 7 aprile 2013 14:46:31 UTC+2, Guido Romeo ha scritto:

Francesco Minazzi

unread,
Apr 7, 2013, 11:06:38 AM4/7/13
to spaghett...@googlegroups.com, morena ragone


"Spero che tu possa rivedere la tua posizione sul Foia perché è prima di tutto nelle PA che bisogna cominciare a lavorare." Guido, ti dirò, secondo me siamo molto più avanti noi giuristi "progressisti" europei in merito al concetto normativo di trasparenza (tanto che la direttiva UE sul riuso è del 2003, la Dichiarazione Kundra del 2009) e in merito a come vogliamo ridisegnare la normativa sull'accesso e sulla pubblicazione, che non gli americani, i quali finalmente cominciano a rendersi conto dei limti del FOIA (meglio quello inglese a mio avviso), ma sono opinioni personali ovviamente. Fermo restando che purtroppo è innegabile che la normativa sull'accesso e sul riuso che abbiamo in mente noi non riusciamo ancora a farla approvare ed assorbire culturalmente, mentre loro qualcosa di legislativo migliore della nostra attuale normativa ce l'hanno. 
 
Su Obama: sono cittadino Usa, registrato come elettore democratico e l'ho votato due volte. Peccato che la sua dichiarazione sul foia sia il contrario di quello che ha fatto nella pratica… Spezzo una lancia a favore di Obama, ma preciso che parlo per ipotesi perché non ho ancora avuto tempo di approfondire: il FOIA è una legge, come tale dovrebbe essere modificata dal Congresso, sicché l'incidenza di Obama su di essa è limitata, se rimane vera la divisione dei poteri, pertanto immagino sia per questo che la realtà dei fatti non corrisponde alla sua dichiarazione. Ammesso che si voglia dar fiducia per forza ad Obama, ma qui scendiamo in un off topic politico che è meglio non aprire :)

Buona domenica a tutti!

morena ragone

unread,
Apr 8, 2013, 12:18:47 PM4/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
Si, sostanzialmente è opposta la ratio, ma non è detto che sia un male, se riusciamo a tracciare una mediana, cosa che vorrei provassimo a fare anche approfittando di Perugia.
In tema di bilanci, però, ci aiuta il comma 15 della l. 190/2012, che dispone che "Nei siti web istituzionali delle amministrazioni pubbliche sono pubblicati anche i relativi bilanci e conti consuntivi, nonche' i costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati ai cittadini". 
Come obbligo di pubblicazione, imho dovrebbe ricadere sotto la previsione dell'art. 7, quindi va in open data ed è soggetto all'accesso civico.
Quello che noto, al di là di valutazioni più complete che mi riservo di fare non appena riuscirò ad avere una visione d'insieme - che, confesso, mi sfugge - è che nonostante la volontà espressa di riorganizzare l'esistente, molti obblighi sono e restano esterni al d. lgs. 33/2013, e ci toccherà ricostruirli, anche per capire su cose poter fare accesso civico, nel caso.

Morena

Andrea Nelson Mauro

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Apr 8, 2013, 12:39:29 PM4/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
acchiappati: riusciamo a definire meglio per track sull'accesso a perugia? daje :)

guido romeo

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Apr 8, 2013, 3:36:36 PM4/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
bene, credo che avremo tanto da discutere a Perugia…:))



Francesco Minazzi

unread,
Apr 8, 2013, 3:41:44 PM4/8/13
to spaghett...@googlegroups.com
E meno male che abbiamo da discutere, conflitto e diversità di opinione sono i genitori del progresso :)


Dott. Francesco Minazzi
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francesca Esse

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Apr 9, 2013, 12:41:14 AM4/9/13
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Ecco, proprio sull'Applicazione del 190 ho dei dubbi, nel senso che nel l'allegato del decreto 33/13 non c'è traccia di alcuni obblighi introdotti con la 190 (ma non solo)...
Su sito CiVIT ormai parlano solo di corruzione e la trasparenza è rimasta al l'agosto 2012...
A chi si appella?
Anche exart.18, ora è cambiato molto, i dati richiesti sono diminuiti, bisogna rifare i tools...

francesca Esse

unread,
Apr 9, 2013, 12:48:01 AM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com, spaghett...@googlegroups.com
Per aiutare su ricostruzione dei diritti su accesso civico credo sia necessario partire da cosa è scritto su ogni programma trasparenza, capitolo "altri dati pubblicati", che ogni PA deve aver elaborato e descritto al suo interno. Oltre alla sezione trasparenza ci sono tutti gli altri obblighi di pubblicazione che esulano da questa ma che ovviamente rientrano nell'accesso civico, no?

Andrea Nelson Mauro

unread,
Apr 9, 2013, 8:28:59 AM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com
ragazzi, questa discussione è meraglioso, mi sono permesso di twittarla :)

ho fatto anche lo shortlink > http://goo.gl/EtxL8

Guido Romeo

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Apr 9, 2013, 9:06:47 AM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com
Io penso sempre male, ma siamo almeno d'accordo che scegliere il termine "accesso civico" quando non si va in alcun modo a toccare il diritto di accesso ha un significato. O no?




2013/4/9 Andrea Nelson Mauro <andrea.ne...@gmail.com>
ragazzi, questa discussione è meraglioso, mi sono permesso di twittarla :)

ho fatto anche lo shortlink > http://goo.gl/EtxL8

Ernesto Belisario

unread,
Apr 9, 2013, 11:25:17 AM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com
Ringrazio Andrea Nelson Mauro per la segnalazione della discussione (come sapete, sono un noto lurker).
Dallo scambio di messaggi ricavo una convinzione: alcune cose che noi danno come scontate ancora non lo sono.

1. Il decreto n. 33/2013 non è un FOIA (e neanche suo parente lontano).
 Una norma di tipo "FOIA", infatti, significa che chiunque può richiedere di accedere alle informazioni detenute dalla PA (con ovvie eccezioni), mentre nel nostro ordinamento "trasparenza" significa: a) diritto a trovare on line una serie corposa di informazioni (riordinate proprio dal decreto 33); b) diritto di accesso a tutti gli altri atti e documenti: tale diritto, però, può essere esercitato solo da coloro che - in relazione agli atti - possano vantare un interesse diretto, concreto ed attuale alla loro conoscenza.
Questo diritto di accesso è regolato dalla Legge n. 241/1990 che, all'art. 24, ancora prevede espressamente che  "non sono  ammissibili  istanze  di  accesso  preordinate  ad  un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazioni".
Il nuovo decreto 33 non modifica questo diritto, ma ne introduce uno nuovo fittizio (c.d. "accesso civico") relativo alla possibilità di richiedere solo le informazioni che dovevano essere obbligatoriamente pubblicate sul sito dell'Ente.
Contrabbandare il "diritto di accesso civico" come qualcuno ha fatto (fortunatamente non in questa lista) è un'operazione che non denota ignoranza, ma scarsa onestà intellettuale.

2. Abbiamo bisogno di un FOIA. 
Sul fatto che il nostro ordinamento abbia bisogno di maggiore trasparenza, credo che non ci sia bisogno di particolare argomentazioni: ce lo dicono tutte le classifiche internazionali (a cominciare da quelle sulla corruzione). Recepire il modello del FOIA (così come auspicato dall'iniziativa www.foia.it di cui sono tra i promotori) significherebbe adottare uno standard usato in tutti i Paesi all'avanguardia nella lotta alla corruzione (e nelle politiche di Open Gov); tra l'altro, non si tratta di un modello solo statunitense, dal momento che sono oltre 80 i Paesi che hanno già adottato legislazioni di questo tipo (dall'UK alle Filippine).

Quanto al discorso sulla "primazia" tra FOIA e Open Data, lo trovo un falso problema: si tratta di due strumenti che vanno usati congiuntamente (come la stessa esperienza USA ci dice).

E non è una scoperta recente: “L’evoluzione del diritto all’informazione, nelle tre accezioni del diritto di informare, di informarsi e di essere informati, è precondizione dell’emergere di nuovi diritti di cittadinanza, intesi
quale partecipazione consapevole e informata al processo decisionale pubblico” (Kant).

Un saluto a tutti,

Ernesto 

francesca Esse

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Apr 9, 2013, 11:59:13 AM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com, spaghett...@googlegroups.com
Vorrei ricordare che fu il primo comunicato stampa uscito dopo il CDM a parlare di "Foia italiano", di certo non è stata una invenzione di qualcuno su Twitter o di qualche giornalista non particolarmente attento alle problematiche della trasparenza... 

Simone Cartello

unread,
Apr 9, 2013, 12:04:25 PM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com, spaghett...@googlegroups.com
Grazie dei chiarimenti :) 


Il giorno 09/apr/2013, alle ore 17:25, Ernesto Belisario <ebe...@gmail.com> ha scritto:

Andrea Nelson Mauro

unread,
Apr 9, 2013, 2:10:17 PM4/9/13
to spaghett...@googlegroups.com
Cmq, non voglio fare il democristiano, (#votantonio #twitantonio), ma credo che tutto ciò che qui si è condiviso è abbastanza complementare.

  • da un lato la necessità di una normativa seria sull'accesso ai dati 
  • dall'altro il fatto che in questo paese non c'è un rispetto delle norme diciamo così omogeneo.
Voglio dire: se si fa il FOIA e poi la trasparenza non si concretizza per problemi di tutt'altro genere?
Dopodicché io vedo la cosa molto sotto il profilo giornalistico, facendo questo mestiere e ho visto cose che voi umani... :) 
Gente che portava pasticcini agli impiegati dell'ufficio delibere del comune, per farsi fare fotocopie invece di dover ricopiare a mano
fascicoli sui rimborsi dei politici che venivano diffusi per vendetta da chi era stato trombato...

Quando avrò tempo scriverò un paper dal titolo "Chi ha paura della trasparenza?"
ovviamente se qualcuno lo scrive prima di me, mi risparmio le fatiche da orari nerd.

Piano B: facciamo un ebook tutti insieme? 

eh eh :)

Tommaso Del Lungo

unread,
Apr 10, 2013, 5:59:19 AM4/10/13
to spaghett...@googlegroups.com
http://saperi.forumpa.it/story/69569/povera-trasparenza-morta-asfissiata
dell'ottobre 2012 :)

Tommaso Del Lungo
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Redazione FORUM PA
06.684251
t.del...@forumpa.it
www.forumpa.it
skypename: El_ToT

Il 09/04/2013 20.10, Andrea Nelson Mauro ha scritto:

karloff

unread,
Apr 10, 2013, 9:34:46 AM4/10/13
to spaghett...@googlegroups.com
Anch'io offro il mio contributo al paper: appunti che avevo da parte, tratti da uno scritto del filosofo Mario Perniola, che vi propongo a monito dell'uso incondizionato del termine "trasparenza" (molto di voga, a giudicare dagli ultimi decreti) e a parziale sostegno di quanto di utile c'è nella 241:

"Con Rousseau avviene un cambiamento profondo: la nozione di trasparenza diventa assoluta. Il rifiuto dell'esteriorità, identificata con il male, con la menzogna, con l'inganno lo conduce a perseguire una nozione di trasparenza senza sfondo che la trasforma in un valore incondizionato. Il vetro e il velo, così, per Rousseau non sono più condizioni della trasparenza, ma ostacoli a essa. In questo modo il trasparente non è più qualcosa di intermedio tra materiale e spirituale, tra visibile e invisibile, ma una specie di anticosa per definizione, una dimensione puramente spirituale che si identifica con l'ideale di una comunicazione immediata. Il punto di partenza di questa esperienza è l'autocoscienza, l'introspezione, la trasparenza dell'io rispetto a se stesso. Rousseau cerca una trasparenza in sé e per sé, un possesso immediato di se stesso: non si tratta più di gestire abilmente, delicatamente e sapientemente il passaggio di qualcosa in sé non trasparente attraverso una superficie trasparente, ma di abolire ogni opacità considerando il trasparente l'unica realtà la cui esistenza è giustificata. La trasparenza non è più qualcosa che sta in mezzo, è un estremo, un fine in sé: dietro la trasparenza non stanno più le cose che essa consente di vedere. Al contrario le cose occultano la visione della trasparenza.
A prima vista sembra che l'io abbia un pieno e totale possesso della conoscenza del proprio sentire; ma, come ha mostrato Jean Starobinski nel suo bellissimo studio su Rousseau La trasparenza e l'ostacolo, la situazione si complica a partire dal momento in cui questa autoevidenza chiede di essere riconosciuta dagli altri con la stessa immediatezza con cui è presente al soggetto. Il problema chiave dell'esperienza di Rousseau sta proprio in questa difficoltà: la trasparenza assoluta, l'occhio vivente, non riesce a sua volta a trasmettersi agli altri; l'intera opera di Rousseau è attraversata dalla preoccupazione e dall'angoscia di essere frainteso, misconosciuto, ingiustamente condannato. Tra la trasparenza dell'io a se stesso e I'immagine che gli altri hanno di questa trasparenza si frappone sempre un ostacolo che è insuperabile. La storia dell'avventura umana e letteraria di Rousseau è la vicenda di questo sforzo continuamente ripetuto e sempre destinato ai fallimento: la trasparenza in sé e per sé non riesce a trasparire all'esterno. L'esito finale di questa impresa disperata è paradossale: si può evitare il fraintendimento solo a condizione di essere completamente ineffettuali e invisibili. Infatti le nostre azioni hanno sempre conseguenze prive di rapporto con le nostre intenzioni e le apparenze sono sempre diverse, se non opposte, alle realtà intime della nostra autocoscienza. Per essere definitivamente dalla parte della trasparenza - conclude Starobinski - bisogna morire.
[…] Con Rousseau la trasparenza cessa di essere un enigma per diventare un'aporia, nel senso letterale del termine, cioè un passaggio impraticabile, una strada senza uscita.
[…] Contro una concezione cosi esangue e autodistruttiva di trasparenza, l'oscurantismo ha buon gioco nel rivendicare i diritti del caos, della confusione indiscriminata di tutto con tutto: esso considera la trasparenza come una pericolosa utopia che, con la lusinga della comunicazione universale, brucia, acceca e inaridisce l'intera civiltà umana.
[…] il vero nemico del trasparente non è perciò l'opaco, che costituisce anzi il suo indispensabile complemento, ma il torbido, che impedendo la visione preclude ogni possibilità di conoscenza e di azione.
L'opacità svolge una funzione protettiva essenziale; la cultura, il sapere, le arti, il processo di civilizzazione, non meno degli organismi viventi, hanno bisogno di opacità tanto quanto di trasparenza: tutto ciò che è in statu nascenti non può essere esposto prematuramente all'esterno.
[…] Mentre nel fenomeno della trasparenza l'aura dell'oggetto, protetta dal vetro di una teca, si trasmetteva anche a chi lo contemplava, l'effetto "vetrina" involgarisce ciò che è esposto suscitando l'impressione di vanità e di millantato credito. La torbidità oscurantista mette in mostra tutta la sua volgarità quando il posto del vetro è preso dalle materie plastiche infrangibili. Infatti, a partire dal momento in cui si può esporre qualcosa o qualcuno senza fargli correre più nessun pericolo, senza che il fatto di mostrarlo costituisca più una sfida, viene meno ogni delicatezza e l'esposizione assume i tratti dell'arroganza e dell'insolenza.
Un potere trasparente non è qualcosa che si mostra spudoratamente e continuamente, ma ha i caratteri della invisibilità e della visibilità. È invisibile perché lascia passare attraverso di sé la volontà di coloro sui quali si esercita, ma nello stesso tempo è visibile perché si assume la responsabilità ultima della decisione. Proprio perciò un potere trasparente non ha normalmente bisogno di esporsi, perché è già esposto continuamente per il fatto di esserci, di rispondere responsabilmente dei propri atti.
L'esposizione del potere trasparente è lo stato d’eccezione, il caso d'emergenza nel quale esso deve riaffermare la propria legittimità attraverso una sfida.
[…] Mentre il filtro del vetro colorato mostra qualcosa e qualcosa occulta, la torbidezza oscurantista, eliminando ogni possibilità di discriminazione e omologando tutto su uno stesso registro, o mostra tutto e cade nell'osceno, o occulta tutto e cade nell'omertà. Oscenità e omertà non sono peraltro che le due facce d'una stessa situazione il cui aspetto totalitario era già apparso evidente nei regimi polizieschi e dittatoriali del Novecento. Una trasparenza che non sia anche discrezione è oscurantismo: abolisce la distinzione tra vita pubblica e vita privata e realizza un controllo capillare e implacabile sulla condotta dei sorvegliati.
(da Mario Perniola, Disgusti, 1998, costa&nolan)

Alberto

unread,
Apr 10, 2013, 1:25:15 PM4/10/13
to spaghett...@googlegroups.com
Con la spiegazione di Ernesto ho finalmente capito. L'accesso civico è una specie di "lato domanda" a un obbligo di pubblicazione della PA ("lato offerta"). Forse non è proprio fumo, ma ci manca poco, e certamente non è FOIA. Scusate l'ottusità.

In realtà, più ci penso più FOIA mi sembra una policy adatta a un contesto come quello italiano, in cui le PA sono molto diverse tra loro per capacità operativa e attitudine. Qui non funziona dire "entro la data X dovete fare tutti quanti queste cose [segue lista]", perché per alcuni la lista è realistica o perfino facile, mentre per altri è impossibile. Funziona l'incentivo positivo ("se fai questa roba ci guadagni un po' di risorse pubbliche o un po' di visibilità politica"), che consente un guadagno di efficienza alle amministrazioni che sanno fare. FOIA può essere un contrappunto all'incentivo positivo, una tutela per i cittadini che hanno la sventura di vivere nella giurisdizione di PA che non sanno fare trasparenza per niente o quasi. 

Ernesto Belisario

unread,
Apr 12, 2013, 1:39:42 AM4/12/13
to spaghett...@googlegroups.com
Esatto, è la garanzia di un livello minimo uguale per tutti :)

Ernesto
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