geomedia pubblica un articolo contro la liberazione dei dati geografici

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Maurizio Napolitano

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Jul 12, 2011, 5:52:34 AM7/12/11
to Spaghetti Open Data
L'articolo si trova qui
http://www.rivistageomedia.it/201107103458/Approfondimenti/perche-i-dati-geografici-non-possono-essere-liberi-se-vogliono-essere-onesti.html

In breve questi i punti
- i dati geografici costano molto per essere accurati
- i costi della produzione di tali dati devono essere coperti con la vendita
- i dati gratuiti non hanno valore
- i dati liberi non sono certificati
- non ci si può fidare dei dati liberi
(ma leggetelo perché sicuramente dimentico qualcosa o scrivo troppo
sintetico e quindi posso essere frainteso)


ammetto che alcune osservazioni potrebbero essere interessanti ma vanno difese.

Di mio ho scritto questa risposta
http://de.straba.us/2011/07/12/in-risposta-a-renzo-carlucci-su-geodati-non-devono-essere-liberi/

Ton Zijlstra

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Jul 12, 2011, 6:12:03 AM7/12/11
to spaghett...@googlegroups.com
Interesting notion to say "geo data can't be free".

Yet they are (to a large extent) in e.g. the UK, Netherlands (including all buildings and addresses, next to the INSPIRE portal), Denmark (through a nice API) and Greece (as part of their INSPIRE portal).

What are the steps the Italian government has taken to implement the INSPIRE Directive? Any opportunities there to move towards open data? (that directive is meant to harmonize geo data across the EU, some member states take it as an opportunity to turn geo data into open data as that is also increasing interoperability)
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Interdependent Thoughts
Ton Zijlstra

t...@tonzijlstra.eu
+31-6-34489360

http://zylstra.org/blog
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2011/7/12 Maurizio Napolitano <napo...@gmail.com>

Maurizio Napolitano

unread,
Jul 12, 2011, 8:20:33 AM7/12/11
to spaghett...@googlegroups.com
thanks Ton
I'm surprised by your answer.
I guess that you are able to understand the italian language.
If it's so i invite you to read the article and my answer.
In any case i wrote a short summary of the article made by a writer
for a italian journal about geographical informations system.
The situation in Italy is another.
There are some regions that offer the geodata with little restrictions
(example: no commercial), other with a download without a license, and
other formulas.
The Piemonte Region distributes a lot of geodata with a open license.
About the INSPIRE directive there is a lot of rumors, but each Regions
started to use it.
I believe that within a year, many other regions will begin to release
the geodata in open data "style"
thanks for your contribution

--
Maurizio "Napo" Napolitano
http://de.straba.us

Ton Zijlstra

unread,
Jul 12, 2011, 8:47:26 AM7/12/11
to spaghett...@googlegroups.com
Hi Maurizio,

With six years of Latin in school and Google Translate as standard plugin in my e-mail I manage :) And of course it helps to already know it will be about open data ;)

thanks for your reply, I will have a look at the articles you link to.

best,
Ton

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Interdependent Thoughts
Ton Zijlstra

t...@tonzijlstra.eu
+31-6-34489360

http://zylstra.org/blog
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Donatella Solda-Kutzmann

unread,
Jul 12, 2011, 9:09:50 AM7/12/11
to spaghett...@googlegroups.com
Maurizio

io non la metterei sul piano della guerra aperta. 
Penso che entrambi abbiate ragione, a patto di applicare i vostri ragionamenti a categorie/qualita' diverse di dati. 

Ricorda Sheridan alla OKConf di Berlino e la sua richiesta di teorizzare un business model per gli open data, basato sulla sua esperienza a legislation.gov.uk: anche in quel caso ribadiva che e' un dato comune l'insufficienza del budget governativo (leggi: tasse) per produrre e mantenere dati di qualita' elevata. 
Diceva che nel suo caso l'incentivo open data aveva funzionato: condividi parte dei dati nell'aspettativa di ricevere il supporto della comunita' o di grandi societa' che operano sul campo (che ti supporterebbero alla stregua di iniziative beneficenza).

Magari mi sbaglio, ma ho l'impressione che questa teoria non sia facilmente traslabile al caso dei dati geostazionari/ambientali per le differenti caratteristiche intrinseche dei dati (i secondi mi pare abbiano costi di produzione e gestione ben piu' elevati).

Come ho avuto occasione di dirti di persona, mi sentirei di tenere separati gli auspici dal mondo reale: chi non vorrebbe avere un'infrastruttura informativa completamente aperta, che sia allo stesso tempo sostenibile nel lungo termine, autorevole e di qualita'. 
Magari si potrebbe arrivare a quel punto per gradi - ricordi a Berlino? non ti aspettare il big bang, ma un graduale apporto di contributi open (il graduale potrebbe applicarsi a categorie, qualita', e altri dettagli). 

Staremo a vedere come si evolvera' 

Donatella

ps
in relazione al tuo articolo (scusa la pedanteria)
la direttiva sulla PSI e' stata recepita in Italia con il DLgs 36/2006 - gli articoli del CAD (52-68) sui formati aperti si riferiscono ai dati pubblici della PA intesi come organigrammi, recapiti, bandi di concorso etc. 










2011/7/12 Maurizio Napolitano <napo...@gmail.com>



--
Donatella Solda-Kutzmann
(PL) 0048 662 051423
(IT)  0039 328 7470091 
       

Maurizio Napolitano

unread,
Jul 12, 2011, 10:07:04 AM7/12/11
to spaghett...@googlegroups.com
2011/7/12 Donatella Solda-Kutzmann <naty...@gmail.com>:

> Maurizio
> io non la metterei sul piano della guerra aperta.


urca ... io intendevo dire che la "guerra aperta" è fra dire se ci
sono più errori in openstreetmap che in teleatlas.
Forse potevo dire che diventava una guerra di religione :)

> Penso che entrambi abbiate ragione, a patto di applicare i vostri
> ragionamenti a categorie/qualita' diverse di dati.
> Ricorda Sheridan alla OKConf di Berlino e la sua richiesta di teorizzare un
> business model per gli open data, basato sulla sua esperienza a
> legislation.gov.uk: anche in quel caso ribadiva che e' un dato comune
> l'insufficienza del budget governativo (leggi: tasse) per produrre e
> mantenere dati di qualita' elevata.

Quando ho scritto quella cosa sulle tasse ho pensato a te :)
Mi ricordo che mi avevi fatto presente la questione.

> Diceva che nel suo caso l'incentivo open data aveva funzionato: condividi
> parte dei dati nell'aspettativa di ricevere il supporto della comunita' o di
> grandi societa' che operano sul campo (che ti supporterebbero alla stregua
> di iniziative beneficenza).
> Magari mi sbaglio, ma ho l'impressione che questa teoria non sia facilmente
> traslabile al caso dei dati geostazionari/ambientali per le differenti
> caratteristiche intrinseche dei dati (i secondi mi pare abbiano costi di
> produzione e gestione ben piu' elevati).

Dipende dal dato.
In ogni caso credo che la copertura delle spese debba essere
ragionevole e non necessaria per creare un ente o qualcosa di simile.
La verità è che servirebbe un reale caso da studiare.
Diamo tempo al tempo.
Ti faccio però presente che NASA rilasciata quei tipi di dati da sempre.

> Come ho avuto occasione di dirti di persona, mi sentirei di tenere separati
> gli auspici dal mondo reale: chi non vorrebbe avere un'infrastruttura
> informativa completamente aperta, che sia allo stesso tempo sostenibile nel
> lungo termine, autorevole e di qualita'.
> Magari si potrebbe arrivare a quel punto per gradi - ricordi a Berlino? non
> ti aspettare il big bang, ma un graduale apporto di contributi open (il
> graduale potrebbe applicarsi a categorie, qualita', e altri dettagli).
> Staremo a vedere come si evolvera'

Concordo pienamente.
La cosa che però mi fa "senso" nell'articolo presentato su geomedia è
che a scriverlo non è una persona che raccoglie quella tipologia di
dato, ma una che fa studi sui quei dati (dove sicuramente qualche dato
lo produrrà anche).

> ps
> in relazione al tuo articolo (scusa la pedanteria)
> la direttiva sulla PSI e' stata recepita in Italia con il DLgs 36/2006 - gli
> articoli del CAD (52-68) sui formati aperti si riferiscono ai dati pubblici
> della PA intesi come organigrammi, recapiti, bandi di concorso etc.

Grazie!
Come sai non sono un giurista.
Mi commenti il blog con questa cosa?
Altrimenti lo faccio "a mano" :)

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