Sul pericolo di dati pubblici poco protetti: Tim Berners-Lee

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Roberto Cibin

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Nov 11, 2016, 4:07:37 AM11/11/16
to spaghett...@googlegroups.com
Oggi mi sono imbattuto in questo articolo del Guardian https://www.theguardian.com/technology/2016/nov/01/tim-berners-lee-warns-danger-of-chaos-unprotected-public-open-data

dove mi sembra che si usino un po' a caso i concetti di open data, public data ecc.

In pratica, ciò che si dice è che, se non vengono protetti adeguatamente, i dati pubblici (e gli open data) possono essere usati per creare il caos nelle città (deviare il traffico ecc.) o per guadagni illeciti. Mi sembra un po' la scoperta dell'acqua calda, soprattutto se queste parole sono messe in bocca a Berners-Lee e Shadbolt.

Che ne pensate?

Alberto

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Nov 16, 2016, 12:36:30 PM11/16/16
to Spaghetti Open Data
Grazie, Roberto! 

I miei 0.2 cent: c'è una discussione da fare. Man mano che la gente diventa più brava a scrivere bot e a trarre vantaggio dalla manipolazione dell'informazione (vedi l'intrusione russa nelle elezioni USA), la qualità media dell'informazione in rete (dati compresi) diventa meno affidabile. Il web, insomma, diventa più come la posta elettronica: il messaggio medio di email è spam. Allo stesso modo, il pacchetto medio http potrebbe essere, in breve, un pezzo di un'informazione taroccata. A questo punto, anche i servizi basati su open data in tempo reale diventano difficili da garantire, costosi etc. 

Questo va molto al al di là del tema open data. Se il tema vi appassiona, la cosa migliore che ho letto è un romanzo, Maelstrom, dello scrittore e biologo Peter Watts. Watts immagina una rete talmente infestata da bot e algoritmi che manipolano informazione per riprodurre se stessi da divenire inservibile. Gli umani combattono un equivalente informatico della lotta integrata in agricoltura, rilasciando in rete antivirus e antibot; ma si sono largamente ritirati dalla rete per tutti i compiti strategici, che sono stati spostati su un'infrastruttura completamente nuova e mantenuta sterile. 

Alfredo Serafini

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Nov 16, 2016, 2:24:55 PM11/16/16
to Spaghetti Open Data
@RobertoC
grazie della segnalazione, molto interessante!

@Alberto mi cerco il romanzo grazie :-) e rispondo al volo:
l'informazione "social" sarà sempre più piena di rumore, non c'è dubbio. Secondo me però più che alle informazioni tarocche bisogna seriamente fare attenzione alle reti tarocche.
É molto probabile che sempre più ci fideremo delle nostre reti, per filtrare, saremo costretti a farlo a suon di "fiducia" (vedi blockchain ed algoritmi sui network che consoci molto meglio di me :-)), di suggerimenti semi-automatici (ML, etc), di profilazioni etc Questa è pure d'altro canto la linea di orizzonte attuale dei vari motori di ricerca, con il rischio in parte di chiuderci in tante gabbiette soggette a bias determinati nella migliore delle ipotesi dalle community di riferimento.

Come dici tuil tema si amplia e andiamo ben oltre quanto possibile discutere qui, e per Open Data. Però va sottolineato come non a caso Lee si vada interessando già da un po' al progetto SOLID [https://solid.mit.edu/], che secondo me  può essere visto invece assolutamente inerente ai temi della lista, benché in maniera forse non immediatamente evidente. Ad esempio non escluderei che in uno stadio avanzato del progetto possano emergere concetti come quello di "Agente" o simili, che da anni ricorrono nel semantic web prima e nei linked data poi.

Sui dati in tempo reale a mio avviso il punto è che ciò che oggi definiamo come Open Data è distinto per necessità di semplificazione e divulgazione dal resto, ma personalmente non percepisco suddivisioni reali di ambito, credo che il tema del degrado di affidabilità del contenuto informativo dei dati sia legato a diversi fattori con cui bisognerà via via sempre più fare i conti, ed in un contesto molto più ampio degli Open Data.

la butto là sperando di no nandare troppo fuori tema: sarebbe carino al prossimo SOD reclutare qualcuno intanto per venire a parlarci in modo pratico di come adottare la crittografia (vpn di navigazione, GPG su email, eventuali usi correlati specificamente ai dati). 

Alberto

unread,
Nov 16, 2016, 4:51:18 PM11/16/16
to Spaghetti Open Data
Ottimi spunti, Alf! 

Roberto Cibin

unread,
Nov 17, 2016, 8:32:58 AM11/17/16
to spaghett...@googlegroups.com
Grazie ragazzi per le riflessioni, davvero interessanti e meriterebbero di essere analizzate in profondità. Ricordo qualche anno fa girava una sorta di quiz, o gioco dell'oca basato su tutte le tipiche preoccupazioni avanzate da coloro che non vogliono aprire i propri dati. Ricordo che una di queste riguardasse il timore che alcuni dati potessero essere usati per pianificare attacchi terroristici. Ricordo che la risposta era tranquillizzante ma non ricordo bene quale fosse! La cosa va comunque tenuta in considerazione.

e' interessante Alfredo quando parli di "fiducia", un concetto che diventa sempre più centrale all'interno di società sempre più specializzate e con conoscenze sempre più complesse. Già agli inizi del '900 il sociologo Max Weber sosteneva che il processo di razionalizzazione intellettualistica in atto in Occidente non rendeva l'uomo maggiormente cosciente delle proprie condizioni di esistenza rispetto a un "indigeno": più o meno diceva che il viaggiatore nel tram non è tenuto a conoscere i meccanismi attraverso cui la vettura si mette in moto, ma gli basta “fare assegnamento” sul movimento di tale macchina. Questa cosa sta diventando sempre più radicale mi sembra. Vabbè, mi fermo qui che sto iniziando a diventare noioso e OT!

@Alberto grazie, libro già recuperato!

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