SSRN è uno dei pochi casi in cui si è creato un repository disciplinare utilizzato. Gli altri sono ArXiv per matematici e fisici, Repec per gli economisti, ma non me ne vengono in mente altri, della stessa importanza. I repository disciplinari sono uno dei vari modi in cui si può struttare l'accesso apertto (e sono un'ottima cosa). Fanno parte di quella che viene detta "via verde",
cioè il caricamento di articoli in archivi sia istituzionali che disciplinari (quando ci sono).
Vero, però la peer review è compiuta, gratuitamente, sempre da gli scienziati. Le riviste fanno il loro lavoro, ovviamente, ma se fosse così difficilecome dice l'articolo, non avrebbero un m,argine di profitto del 40%.
The publishers claim that they have to charge these fees as a result of
the costs of production and distribution, and that they add value (in
Springer's words) because they "develop journal brands and maintain and
improve the digital infrastructure which has revolutionised scientific
communication in the past 15 years". But an analysis by Deutsche Bank
reaches different conclusions. "We believe the publisher adds relatively
little value to the publishing process … if the process really were as
complex, costly and value-added as the publishers protest that it is,
40% margins wouldn't be available." Far from assisting the dissemination
of research, the big publishers impede it, as their long turnaround
times can delay the release of findings by a year or more.
Ad ogni modo, esiste anche la "Gold road", la creazione di vere e proprie riviste referate ad accesso aperto: con software oramai standardizzati (HyperJournal, OpenJournalSystem)
gruppi di ricerca possono decidere di creare la loro rivista e pubblicare lì. Qui a Bologna, ad esempio, forniamo questo servizio e possiamo fornire sia un ISSN che poi la disseminazione attraverso i vari aggregatori. E' ovvio che perchè queste riviste acquistino importanza e prestigio ci vuole del tempo e della dedizione (o anche solo un impact factor), ma i costi sono decisamente minori e la gestione della rivista è relativamente semplice.
Scusate il pippone,
ma mi pare di dire cose non del tutto conosciute, chi le sa abbia pazienza.
Andrea