In questo articolo su tomshw
(
https://www.tomshw.it/open-data-fuffa-comuni-imprese-li-usano-pochissimo-97854
) una disamina schietta (e impietosa) di Unioncamere sugli opendata
della PA.
Al di là delle critiche condivisibili sulla frammentazione e scarsa
uniformità di tanti dataset pubblicati in autonomia (che però a volte
sono a livello regionale, quindi non ininfluente), ci sono dati
nazionali pubblicati dai ministeri e tutti quelli che oggi finiscono nei
portali nazionali (vedi ad esempio i bandi e le gare, gli interventi per
la sicurezza, il patrimonio culturale, ...) che sono a copertura totale
e anche di buona qualità.
Fa invece un po' sorridere pensare che l'utilità degli open data
pubblici secondo l'articolo sarebbe di consentire "alle imprese di
informarsi in modo approfondito sulle caratteristiche e sulla
segmentazione dei potenziali clienti, identificandone attività,
spostamenti e trend di comportamento, con una descrizione dettagliata
del territorio (geografica, urbanistica, sociale, culturale e
demografica) per una pianificazione raffinata e affidabile delle
attività di business", una finalità che non solo travalica le competenze
della Pubblica Amministrazione, ma che probabilmente non sarebbe neppure
del tutto legittima. Soprattutto se questa richiesta viene da chi
gestisce dati che potrebbero essere di interesse nazionale per la
programmazione anche amministrativa, come quelli sulle imprese e sul lavoro.