Proposta per SOD - open data che vengono dal mondo della ricerca

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Pennisi Aline

unread,
Nov 22, 2010, 3:00:43 PM11/22/10
to spaghett...@googlegroups.com
Tra le tante cose che mi sono venute in mente a Senigallia e dintorni, faccio una proposta per aggiungere al repository SOD un altro tentacolo.

Finora abbiamo lanciato un appello per raccogliere links su open data prevalentemente della PA, in un continuum tra statistiche (che il contribuente ha già esplicitmaente pagarto perché fossereo rese pubbliche) e dati amministrativi.

Perché non fare anche un appello affinché ricercatori che lavorano in istituzioni pubbliche (o che sono finanziati da risorse pubbliche) e che fanno delle rilevazioni originali ossia raccolgono dati primari, rilevanti e di interesse, non li forniscono alla conclusione della loro ricerca in formato open a chiunque altro voglia elaborarli?

Magari con una licenza apposita come quella che ci ha spiegato a Senigallia Ernesto.

In fondo il "ricercatore" dovrebbe essere più sensibile alla questione e potrebbe dare il buon esempio.
SOD potrebbe anche qui mettere qualche stelllina...

Pietro Blu Giandonato

unread,
Nov 22, 2010, 4:51:07 PM11/22/10
to spaghett...@googlegroups.com
Un'ottima idea, e la naturale "contaminazione" che il concetto di
"open" dovrebbe produrre in ogni ambito e settore in cui si generi
conoscenza.

A questo link [1] un report RIN/NESTA (UK), utile per comprendere
perché il mondo della ricerca dovrebbe aprire dati e conoscenza.
Perché semplicemente gli conviene.

pb

[1] http://www.rin.ac.uk/our-work/data-management-and-curation/open-science-case-studies

--
---
Pietro Blu Giandonato
AlterGeo http://www.altergeo.eu
My web 2.0 life http://bit.ly/giandonato
<http://bit.ly/giandonato>Linkedin http://it.linkedin.com/in/pietroblu

Alberto Cottica

unread,
Nov 22, 2010, 5:04:57 PM11/22/10
to spaghett...@googlegroups.com
Su questa roba il buon Stefano Durì dovrebbe avere molto da dire. Stefano, ci leggi?


Stefano Costa

unread,
Nov 23, 2010, 2:57:41 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
Il giorno lun, 22/11/2010 alle 21.00 +0100, Pennisi Aline ha scritto:

Perché non fare anche un appello affinché ricercatori che lavorano in istituzioni pubbliche (o che sono finanziati da risorse pubbliche) e che fanno delle rilevazioni originali ossia raccolgono dati primari, rilevanti e di interesse, non li forniscono alla conclusione della loro ricerca in formato open a chiunque altro voglia elaborarli?

Una cosa del genere è stata lanciata lo scorso anno nel Regno Unito, sono i Panton Principles http://pantonprinciples.org/

L'iniziativa era anche stata premiata come SPARC Innovator http://www.arl.org/sparc/innovator/panton.shtml

Possiamo pensare a una traduzione in italiano?

Ciao
steko

-- 
Stefano Costa
Coordinator, Working Group on Open Data in Archaeology
http://wiki.okfn.org/wg/archaeology
The Open Knowledge Foundation
http://www.okfn.org · http://opendefinition.org/

Federico

unread,
Nov 23, 2010, 3:43:42 AM11/23/10
to Spaghetti Open Data
Ci sono diverse iniziative legate al mondo della ricerca (e anche
delle biblioteche) sull'apertura
dei dati e sulle pubblicazioni con licenze aperte; in Italia, fronte
biblioteche ma non solo
c'è Bonaria Biancu (che Matteo conosce) che sta facendo un gran lavoro
alla Bicocca.
http://bonariabiancu.wordpress.com/


On 23 Nov, 08:57, Stefano Costa <stefano.co...@okfn.org> wrote:
> Il giorno lun, 22/11/2010 alle 21.00 +0100, Pennisi Aline ha scritto:
>
>
>
> > Perché non fare anche un appello affinché ricercatori che lavorano in
> > istituzioni pubbliche (o che sono finanziati da risorse pubbliche) e
> > che fanno delle rilevazioni originali ossia raccolgono dati primari,
> > rilevanti e di interesse, non li forniscono alla conclusione della
> > loro ricerca in formato open a chiunque altro voglia elaborarli?
>
> Una cosa del genere è stata lanciata lo scorso anno nel Regno Unito,
> sono i Panton Principleshttp://pantonprinciples.org/
>
> L'iniziativa era anche stata premiata come SPARC Innovatorhttp://www.arl.org/sparc/innovator/panton.shtml

Matteo Brunati

unread,
Nov 23, 2010, 4:04:48 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com

> Ci sono diverse iniziative legate al mondo della ricerca (e anche
> delle biblioteche) sull'apertura
> dei dati e sulle pubblicazioni con licenze aperte; in Italia, fronte
> biblioteche ma non solo
> c'� Bonaria Biancu (che Matteo conosce) che sta facendo un gran lavoro
> alla Bicocca.
> http://bonariabiancu.wordpress.com/
>

Gi�, a volte a veder le date mi viene da sorridere.
Era il maggio 2008.
Qui c'� una discussione sul tema open science con Bonaria e Fabio
Metitieri ( oggi scomparso ):

->
http://bonariabiancu.wordpress.com/2008/05/02/open-data-web-semantico-e-science-20/

Il tema era stato oggetto di dibattito ad un barcamp selezionato con chi
ha portato i barcamp in Italia ( ed era presente anche Federico tra
l'altro ):

-> http://sci.bzaar.net/

La cosa interessante era che, sintetizzo:
- il mondo social per i ricercatori semplicemente non esisteva, nel senso
che il ricercatore cerca i fondi per la ricerca, e non riesce a fare quasi
niente altro. ( la ricerca viene fatta dai dottorandi in effetti )
Figurarsi pensare all'economia della condivisione.
E quindi alla sua componente open data, in quel momento in fase nascente.

- condividere non � esattamente semplice per chi fa ricerca. Almeno per
quanto riguarda il pre-paper, per non farsi fregare le idee. La
condivisione dei dati non era contemplata per un fatto di modello e di
tempistica, alla fin fine... Non si era premiati per farlo, e farlo era un
dispendio di energie non indifferente.
Per chi volesse, Paolo Massa era il ricercatore che ha presentato il suo
punto di vista:

-> http://sci.bzaar.net/2008/05/26/paolo-massa-a-scibzaarnet/

Io avevo portato un'idea collaborativa sull'aggregazione dal basso di
tutte quelle entit� che promuovino l'innovazione e l'open innovation,
saltando il livello politico di competizione locale e territoriale, che �
il vero blocco per far emergere il quadro complessivo.
Soprattutto per il lato offerta.

->
http://www.dagoneye.it/blog/2008/05/19/scibzaarnet-spunti-a-gogo-nella-conversazione-iniziata/

Il tema � comunque di assoluto interesse.
Da quel barcamp � stata fatta una sintesi condivisa, che credo meriti una
lettura:

-> http://sci.bzaar.net/2008/05/27/brainstorming/

Il format � stato una specie di ignite prima che fossero coniati in questo
modo, tra l'altro .)
Fortuna che il Web non dimentica eh eh

Matt

raffaele messuti

unread,
Nov 23, 2010, 5:39:34 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
2010/11/23 Federico <fed...@tin.it>:

> Ci sono diverse iniziative legate al mondo della ricerca (e anche
> delle biblioteche) sull'apertura
> dei dati e sulle pubblicazioni con licenze aperte; in Italia, fronte
> biblioteche ma non solo
> c'è Bonaria Biancu (che Matteo conosce) che sta facendo un gran lavoro
> alla Bicocca.
> http://bonariabiancu.wordpress.com/

Ciao a tutti (mia prima mail),

in italia sono gia' molte le universita' che si sono dotate di
repository open-access
in cui pubblicano i prodotti della ricerca (papers, tesi di dottorato, etc)
http://www.openarchives.it/pleiadi/modules/mylinks/viewcat.php?cid=18

http://it.wikipedia.org/wiki/Accesso_aperto

e tutti questi repository gia' espongono i metadati attraverso un
protocollo standard
oai-pmh (http://www.openarchives.org/OAI/openarchivesprotocol.html)
che ne permette con facilita' l'harvesting e il riuso (sono metadati
in xml, si parte
dal semplice oai_dc dublincore, a formati contenitori piu' complessi,
mets o mpeg21).

Da quel poco che ho visto io pero' difficilmente si trovano pubblicati dati raw,
ma sempre documenti (pdf, doc) che includono in forma tabellare o altro i dati.

Bisognerebbe fare un giro nei repository, tra i contenuti di
discipline statistiche per iniziare,
e vedere cosa c'e' dentro.

saluti

/r

Stefano Costa

unread,
Nov 23, 2010, 5:44:17 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
Il giorno mar, 23/11/2010 alle 11.39 +0100, raffaele messuti ha scritto:

Da quel poco che ho visto io pero' difficilmente si trovano pubblicati dati raw,
ma sempre documenti (pdf, doc) che includono in forma tabellare o altro i dati.

Raffaele,
hai colto nel segno. A questo problema di formati aggiungerei anche quello delle licenze, che quasi sempre consentono la consultazione ma non l'estrazione / riuso. In rapporto all'accessibilità di molti prodotti della ricerca, è comunque una buona situazione. La considero una buona base per rendere effettivamente aperti quei dati.

Ciao
steko

-- 
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology

Andrea Zanni

unread,
Nov 23, 2010, 6:18:12 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
Da poco lavoro al CIB di Bologna,
e mi occupo della biblioteca digitale,
per cui pure dei repository (tesi di dottorato, articoli, ecc.)
La stragrande maggioranza del prodotto della ricerca (almeno qui a Bologna)
sono tesi ed articoli, finora non ho visto dati di alcun genere.
E' comunque molto difficile far capire ai ricercatori/dottorandi/professori
l'importanza dell'accesso aperto sulla loro ricerca,
devo ammettere che non ho mai letto motivazioni/ragioni serie sul cndividere anche i dati
della ricerca.
Mi sembra un passo importante ma ancora più difficile,
credo sarebbe utile condividere fonti e informazione su questo punto.

Andrea Zanni

Irene Celino

unread,
Nov 23, 2010, 6:23:37 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
Ciao,
Mi sembra che nessuno abbia segnalato ScienceCommons [1] iniziativa nata proprio in questa direzione da parte di quelli di CreativeCommons. Ovviamente riguarda più la licenza che il formato, ma credo cmq che sia un tentativo interessante di condivisione di dati scienfico-accademici.

Ciao
Irene

[1] http://sciencecommons.org/

titti cimmino

unread,
Nov 23, 2010, 6:26:02 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com

Il giorno 23/nov/2010, alle ore 12.18, Andrea Zanni ha scritto:

Da poco lavoro al CIB di Bologna, 
e mi occupo della biblioteca digitale, 
per cui pure dei repository (tesi di dottorato, articoli, ecc.)

ottima occasione per coinvolgerti nell'onda!

La stragrande maggioranza del prodotto della ricerca (almeno qui a Bologna)
sono tesi ed articoli, finora non ho visto dati di alcun genere. 
E' comunque molto difficile far capire ai ricercatori/dottorandi/professori
l'importanza dell'accesso aperto sulla loro ricerca, 
devo ammettere che non ho mai letto motivazioni/ragioni serie sul cndividere anche i dati
della ricerca. 

ecco qualche spunto:
Il punto cruciale è il potere , il valore dell’open data e più in particolare del Linked Open Data: valore che sta nella partecipazione e trasparenza per il cittadino, nella richiesta stessa dei dati per chi dal punto di vista commerciale contribuisce alla pubblicazione e al riuso dei dati e per i ricercatori come sotto brevemente riassumo:
• Mettere i dati di ricerca a disposizione del pubblico in un formato riutilizzabile, separato da qualsiasi applicazione particolare.
• Collegare i  propri dati di ricerca a set di dati prodotti da altri gruppi di ricerca, o dati provenienti da settori correlati. Per esempio, un gruppo di chimici che lavorano su un particolare composto in grado di collegare i loro set di dati ad altri  forniti da gruppi di lavoro sullo stesso composto, ai dati su altri composti e ai dati  prodotti da un gruppo di fisici che lavorano in un settore correlato da una diversa angolazione.
• Consentire la navigazione, la ricerca e le query sui linked data. Questi ultimi possono essere utilizzati in modo analogo ai dati di un database relazionale, ma invece di essere limitati ai propri set di dati  è possibile accedere a tutti i dati collegati.
• Se si desidera, esiste la possibilità di utilizzare gli standard del Semantic Web per ricavare nuove informazioni effettuando un  reasoning formale.

Le considerazioni di cui sopra sono valide anche per dati che non siano di ricerca scientifica: basta guardare a data.gov.uk

Mi sembra un passo importante ma ancora più difficile, 
credo sarebbe utile condividere fonti e informazione su questo punto. 

è (anche) per questo motivo che il gruppo lavora :)


Andrea Zanni



Il giorno 23 novembre 2010 11:44, Stefano Costa <st...@iosa.it> ha scritto:
Il giorno mar, 23/11/2010 alle 11.39 +0100, raffaele messuti ha scritto:


Da quel poco che ho visto io pero' difficilmente si trovano pubblicati dati raw,
ma sempre documenti (pdf, doc) che includono in forma tabellare o altro i dati.

Raffaele,
hai colto nel segno. A questo problema di formati aggiungerei anche quello delle licenze, che quasi sempre consentono la consultazione ma non l'estrazione / riuso. In rapporto all'accessibilità di molti prodotti della ricerca, è comunque una buona situazione. La considero una buona base per rendere effettivamente aperti quei dati.

Ciao
steko

-- 
Stefano Costa

http://www.iosa.it/
 Open Archaeology



_________________________
Titti Cimmino

http://titticimmino.com
http://twitter.com/titticimmino
http://identi.ca/titticimmino/

iChat   tittic...@mac.com
skype id:  zen...zero

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fax 0818931230














titti cimmino

unread,
Nov 23, 2010, 6:27:49 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com

Il giorno 23/nov/2010, alle ore 12.23, Irene Celino ha scritto:

Ciao,
Mi sembra che nessuno abbia segnalato ScienceCommons [1] iniziativa nata proprio in questa direzione da parte di quelli di CreativeCommons. Ovviamente riguarda più la licenza che il formato, ma credo cmq che sia un tentativo interessante di condivisione di dati scienfico-accademici.

per il formato ecco ciò che occorre nel caso specifico:

Andrea Zanni

unread,
Nov 23, 2010, 9:34:24 AM11/23/10
to spaghett...@googlegroups.com
Il giorno 23 novembre 2010 12:26, titti cimmino <tici...@gmail.com> ha scritto:

Il giorno 23/nov/2010, alle ore 12.18, Andrea Zanni ha scritto:


Da poco lavoro al CIB di Bologna, 
e mi occupo della biblioteca digitale, 
per cui pure dei repository (tesi di dottorato, articoli, ecc.)

ottima occasione per coinvolgerti nell'onda!
Non ci avevo fatto caso, ma anche Raffaele (qualche mail sopra)
fa parte del CIB, siamo vicini di scrivania. ;-)
La stragrande maggioranza del prodotto della ricerca (almeno qui a Bologna)
sono tesi ed articoli, finora non ho visto dati di alcun genere. 
E' comunque molto difficile far capire ai ricercatori/dottorandi/professori
l'importanza dell'accesso aperto sulla loro ricerca, 
devo ammettere che non ho mai letto motivazioni/ragioni serie sul cndividere anche i dati
della ricerca. 

ecco qualche spunto:
Il punto cruciale è il potere , il valore dell’open data e più in particolare del Linked Open Data: valore che sta nella partecipazione e trasparenza per il cittadino, nella richiesta stessa dei dati per chi dal punto di vista commerciale contribuisce alla pubblicazione e al riuso dei dati e per i ricercatori come sotto brevemente riassumo:
• Mettere i dati di ricerca a disposizione del pubblico in un formato riutilizzabile, separato da qualsiasi applicazione particolare.
• Collegare i  propri dati di ricerca a set di dati prodotti da altri gruppi di ricerca, o dati provenienti da settori correlati. Per esempio, un gruppo di chimici che lavorano su un particolare composto in grado di collegare i loro set di dati ad altri  forniti da gruppi di lavoro sullo stesso composto, ai dati su altri composti e ai dati  prodotti da un gruppo di fisici che lavorano in un settore correlato da una diversa angolazione.
• Consentire la navigazione, la ricerca e le query sui linked data. Questi ultimi possono essere utilizzati in modo analogo ai dati di un database relazionale, ma invece di essere limitati ai propri set di dati  è possibile accedere a tutti i dati collegati.
• Se si desidera, esiste la possibilità di utilizzare gli standard del Semantic Web per ricavare nuove informazioni effettuando un  reasoning formale.

Le considerazioni di cui sopra sono valide anche per dati che non siano di ricerca scientifica: basta guardare a data.gov.uk

Grazie per queste informazioni, danno forza ad un ragionamento
che è utile portare sul tavolo con i professori e ricercatori.
Mi piacerebbe sapere se qualcuno in lista conosci buoni esempi di dataset provenienti
da ricerca scientifica, e più in generale progetti open access
che accolgono anche dati (oltre che documenti).
A livello di biblioteche accademiche (che sono poi quelle che gestiscono
solitamente gli istitutional repositories) gli unici dati che conosco
sono i dataset di record bibliografici (ad es. il CERN li ha rilasciati l'anno scorso).
Che mi pare comunque un ottimo inizio.

Andrea Zanni
 

Stefano Durì - ASTER

unread,
Nov 24, 2010, 1:12:46 PM11/24/10
to Spaghetti Open Data
scusatemi, ma il periodo, per vari motivi, non è dei migliori e quindi
non riesco a seguirvi se non saltuariamente.
giusto due note:
- Non so se qualcuno l'ha già segnalata, ma mi pare interessante
questa iniziativa: http://www.myexperiment.org.
- Un lavoro che ho sempre avuto in mente di fare senza poi averne il
tempo è utilizzare gli Open Patent Services dello European Patent
Office (http://www.epo.org/patents/patent-information/free/open-patent-
services.html) per selezionare i brevetti delle Università e dei
centri di ricerca pubblici in Italia. Era partito un progetto di
questo tipo all'Università di Bologna, ma poi mi sembra che si sia
fermato (http://www.patiris.unibo.it/). Volendo, ci si potrebbe
costruire sopra - in collaborazione con i titolari dei brevetti - un
servizio di segnalazione di tecnologie licenziabili
(Naturalmente si possono anche effettuare ricerche abbastanza rozze
tipo questa:
http://v3.espacenet.com/searchResults?bookmarkedResults=true&submitted=true&DB=EPODOC&locale=en_ep&sf=a&&PA=(alma+or+uni%3F+or+universit*)+and+bologna&PGS=10&CY=ep&LG=en&ST=advanced)

Enrico Damiano

unread,
Nov 27, 2010, 4:22:12 AM11/27/10
to spaghett...@googlegroups.com
Cari tutti, volevo segnalarvi il video dell'evento che si è tenuto il 24/11 presso la SISSA di Trieste
WORKSHOP ON SCIENCE JOURNALISM AND POWER IN 21st CENTURY

in particolare la sessione del pomeriggio (io sono tra i relatori)
The future of scientific information in Italy

Guido Romeo parla di open data ,)

Mentre venivano esposti i concetti di open data, open access e riuso dei dati ho avuto l'impressione di grande attenzione e partecipazione da parte del pubblico presente in aula.

Enrico
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