Quando, all'origine dei tempi, l'Homo sapiens ha trovato per la prima volta un suo simile a terra, rigido ed esanime, l'ha accerchiato improvvisando un rituale per poi trascinarlo il pi lontano possibile, affinch non tornasse tra i vivi. Da quel momento - prima apparizione memorabile della morte sulla Terra - l'umanit ha iniziato a fare i conti con la precariet della propria vita, e si divisa in due schieramenti: quello dei pessimisti e quello, molto pi nutrito, degli ottimisti.
I primi contano un numero sempre troppo esiguo: sono filosofi illuminati - come Schopenhauer, Nietzsche e Camus -, che tentano di squarciare il velo che ci occlude la vista impugnando dottrine antinatiste e vaticini apocalittici, o scrittori visionari che colgono nelle atmosfere dell'orrore e del soprannaturale l'unico scenario possibile in cui ricostruire e smascherare la grande recita dell'esistenza. Gli ottimisti, invece, vivono una vita inconsapevole, gioiscono nel meccanismo genitale della riproduzione, erigono chiese e santuari per divinit chimeriche, si riconoscono in una nazione, uno stato, una cultura, e credono che vivere vada bene. Sono loro gli insospettabili cospiratori che congiurano per tenere nascosta la verit: la razza umana destinata all'estinzione.
Thomas Ligotti, autore di culto della letteratura americana e unico erede di H.P. Lovecraft e Edgar Allan Poe, propone un approccio filosofico ai grandi temi di cui gi si occupato come narratore, e si fa portavoce di un oracolo fatale. Ne "La cospirazione contro la razza umana" - opera che ha costituito la bibbia esistenziale della prima stagione di "True Detective" - Ligotti si muove dietro le quinte dell'esistenza e mette alla prova le grandi paure dell'uomo: il terrore per la morte e la fascinazione per la natura ibrida di non morti, zombie e anime "ritornate"; gli sconsiderati progetti d'immortalit, messi in atto da medici e scienziati; il folle desiderio di sopravvivere dando alla luce figli destinati a patire la stessa sofferenza.
Mettendo in scena i drammi pi perturbanti della nostra razza, "La Cospirazione" invita a un attraversamento eroico e viscerale della storia umana, nelle sue turpitudini e nei suoi slanci trionfali, nel determinismo della sua sorte ma anche nella tenacia delle sue ribellioni.
In una sura del Corano si legge che il giorno in cui Allah cre le tenebre era un marted. (1) Lo stesso giorno della settimana in cui, sotto gli occhi sgomenti di gran parte della popolazione mondiale, le Torri Gemelle del World Trade Center di New York sono state abbattute da due aerei dirottati da attentatori suicidi. Nella stessa mattina, a pochi minuti di distanza, un altro aereo si schiantato a Washington, sul Pentagono, simbolo della Difesa statunitense. L'11 Settembre 2001, il "Marted delle Tenebre", stato un attacco in mondovisione, progettato per avere la massima copertura dei media, in tutto il dispiegarsi del suo orrore. Nelle ore e nei giorni successivi all'attacco, telespettatori di ogni parte del globo hanno assistito alle scene di dolore seguite al crollo delle Torri, ed alle operazioni di salvataggio compiute dal corpo dei vigili del fuoco newyorkesi, nel tentativo di diminuire il numero delle vittime sepolte sotto le macerie. Gli occhi di tutti erano puntati sul tragico scenario della superpotenza statunitense, colpita per la prima volta, dopo l'attacco a Pearl Harbor del 7 Dicembre 1941, all'interno dei suoi confini. In una delle dichiarazioni immediatamente successive all'evento, George W. Bush, presidente degli Stati Uniti, dichiarava: "Quest'amministrazione non parler dei piani che ha o non ha. Troveremo i criminali [...] e gli faremo scontare le loro colpe". (2) I criminali in questione furono ben presto identificati con l'organizzazione terroristica Al Qaeda, capeggiata dal saudita Osama bin Laden, che in un videomessaggio inviato alla televisione araba Al Jazeera rivendic l'attacco alle Twin Towers, proclamando con esso la sua guerra al popolo americano, colpevole di sostenere l'occupazione israeliana della terra di Palestina. (3) La rivendicazione, in realt, avvenne solo un anno dopo l'attentato terroristico. Eppure, gi pochi giorni dopo il crollo delle due torri, i servizi di intelligence statunitensi avevano individuato in Al Qaeda il responsabile di quella che stata definita da molti esperti un'operazione di terrorismo aereo straordinaria. (4) L'FBI e la CIA furono messe sotto accusa per non aver intercettato, grazie ai potentissimi mezzi messi a loro disposizione, nessun segnale che facesse prevedere l'attacco. Le polemiche colpirono anche il famigerato Echelon, il Grande Orecchio elettronico puntato dai servizi segreti americani sul resto del mondo, rivelatosi completamente sordo nel momento pi critico degli Stati Uniti dalla fine dell'ultima guerra mondiale. Ma tralasciando le inevitabili recriminazioni che hanno seguito l'attentato al World Trade Center, quello che importa rilevare che le uniche vittime dell'11 Settembre 2001 non furono i morti causati dai dirottamenti aerei e dalla guerra che ne seguita. La tragedia delle Torri Gemelle ha accelerato drammaticamente un processo gi in corso negli Stati Uniti da molti anni: le libert individuali garantite dal Bill of Rights del 1791 hanno cominciato a divenire un bersaglio sempre pi fragile della guerra al terrorismo proclamata dal Presidente Bush all'indomani della strage. Nel Novembre 1995, un sondaggio commissionato dalla CNN ha rivelato che il 55% della popolazione americana era convinto che il Governo fosse "diventato cos potente da rappresentare una minaccia per i comuni cittadini". Tre giorni dopo l'11 Settembre, il 74% dei cittadini ha dichiarato invece che "gli americani dovranno rinunciare a una parte delle loro libert personali". L'86% ha infine dichiarato il suo accordo sull'adozione di misure di controllo altamente invasive in cambio della sicurezza. (5)
Quello che successo nel Settembre di quattro anni fa, insomma, pu essere interpretato in due modi diversi: pu aver costituito un evento rilevatore di mutamenti sociali e politici gi in atto, ma anche un'opportunit irripetibile affinch alcune politiche di controllo sociale, prima soltanto discusse o auspicate, divenissero realt.
Gi un anno dopo l'attentato dell'11 Settembre 2001, l'associazione Reporters sans frontires denunciava i cambiamenti in atto in ambito di sorveglianza e libert individuali, descrivendo come, sotto l'egida della guerra al terrorismo, i controlli su Internet e altri mezzi di comunicazione elettronica fossero aumentati in maniera esponenziale. Alcune delle democrazie occidentali sono state descritte, dall'associazione, come "predatori di libert digitali". Nel rapporto, diffuso nella sede dell'associazione a Parigi, si legge tra l'altro: "Ad un anno dai tragici eventi di New York e Washington, Internet pu essere inclusa nell'elenco dei 'danni collaterali'. Le cyber-libert sono state minacciate e le fondamentali libert digitali amputate". (6)
Negli Stati Uniti, non era ancora trascorso un mese dal crollo delle torri gemelle, che gi il Congresso aveva approvato, senza alcuna opposizione, (7) il cosiddetto USA Patriot Act, una sommatoria di provvedimenti tesi ad aumentare i poteri di polizia in ogni campo, particolarmente in quello del controllo sulle comunicazioni. O, pi esattamente, volendo ripetere le parole pronunciate dal presidente George W. Bush nel firmare la legge, una sommatoria di provvedimenti tesi a "porre i sistemi di sicurezza nazionale all'altezza della sfida generata dalla proliferazione delle tecnologie di comunicazione, leggi nate nell'epoca dei rotary telephones". (8) Sul piano tecnologico, poi, l'amministrazione americana stata rapidissima nel presentare un progetto molto dettagliato e gi completo, denominato Total Information Awareness (TIA) (9), ma subito ribattezzato dall'Electronic Privacy Information Center (EPIC) "Terrorism Information Awareness", e per fortuna rimasto solo un progetto. (10)
Gli Stati Uniti non sono rimasti soli in questa corsa allo spionaggio elettronico. Secondo un rapporto congiunto di EPIC e Privacy International, leggi molto simili al Patriot Act sono state emanate in molte altre nazioni: Australia, Canada, Danimarca, Gran Bretagna, Germania, Singapore, India e Svezia. In Canada, ad esempio, il Communications Security Estabilishment, una sorta di NSA canadese, ha ottenuto l'autorizzazione ad acquisire tutte le informazioni possibili su gruppi terroristici e presunti tali, usando il metodo del profiling, che delinea, attraverso il controllo incrociato, le origini razziali e nazionali delle persone, nonch le loro transazioni finanziarie. (11) In Germania, dopo l'11 Settembre, stata scartata la bozza di una legge che sarebbe stata pi liberale nei confronti dell'immigrazione, e nello stesso momento sono stati adottati parametri pi rigidi nella legislazione che regola le libert di movimento dei cittadini. (12) Inoltre, sia in Germania che in Gran Bretagna, sono stati presi in considerazione nuovi sistemi di identificazione digitale per i cittadini, con lo scopo di rafforzare la sicurezza ed i controlli alle frontiere, grazie ad un sistema di smart card che memorizzano su chip elettronici ogni informazione sul loro titolare. In quasi tutti gli stati dell'emisfero occidentale, infine, sono stati introdotti strumenti legislativi e si rafforzata l'azione amministrativa per imporre la conservazione delle comunicazioni elettroniche e l'analisi del clickstream (13), limitando cos l'uso libero di Internet. Come se non bastasse, subito dopo l'11 Settembre, molti stati hanno provveduto a togliere dalla rete tutte le informazioni su se stessi che potevano, in qualche modo, essere d'aiuto al terrorismo. Con la conseguenza che, mentre i Governi nazionali acquisiscono sempre pi informazioni sugli individui, questi sono sempre meno a conoscenza di ci che gli stessi Governi fanno o progettano. E' indubbio, dunque, che l'attentato al World Trade Center ha avuto effetti a dir poco catastrofici sulle garanzie di libert civili in tutte le grandi democrazie occidentali. La preoccupazione pi grave riguarda per la probabilit che molti di questi provvedimenti, che sono stati adottati con leggi speciali, d'emergenza, provvisorie, diventino la regola a cui dovremo abituarci. Con la prospettiva di assistere all'alienazione permanente dei "diritti inalienabili", in un contesto in cui le democrazie, trascinate dall'ossessione antiterrorista, si trasformano in mere parodie di se stesse.
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