Fwd: šŸ“« Altre/Storie ā€“ 210. Liliana Segre e la gratitudine

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Iolanda D'Onofrio

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May 10, 2024, 12:17:25ā€ÆPMMay 10
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Da: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>
Oggetto: šŸ“« Altre/Storie ā€“ 210. Liliana Segre e la gratitudine
Data: 10 maggio 2024 alle ore 06:34:27 CEST
Rispondi a: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>

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ā€œIo sosterrĆ² sempre che il ringraziamento ĆØ la memoria del cuore.ā€


Lao Tzu

10 maggio 2024
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IL PODCASTĀ Ā·Ā Liliana Segre e la gratitudineChi ha conosciuto il male sa vedere e ricordare il bene. Come racconta la Senatrice che non ha mai dimenticato certi volti. E il sapore di unā€™albicoccaSALONE DEL LIBROĀ Ā·
IL PODCAST

Liliana Segre e la gratitudine

diĀ Mario Calabresi

Cosā€™ĆØ la gratitudine? ƈ un sentimento speciale, raro. Intimo. Il vocabolario Treccani ne dĆ  questa definizione: "Sentimento e disposizione dā€™animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene (ĆØ sinonimo diĀ riconoscenza, ma puĆ² indicare un sentimento piĆ¹ intimo e cordiale)". Io aggiungerei che ĆØ un sentimento che quando lo si prova poi non svanisce, resta nel tempo, ĆØ tenace. Ma quante volte nella vita riusciamo ad essere davvero grati a qualcuno?
Liliana Segre Ā© FONDAZIONE OSPEDALE ALBA- BRA Onlus

Lā€™ho chiesto aĀ Liliana Segre, che da ragazzina venne deportata e sopravvisse ai campi di sterminio nazisti per diventare molti anni dopo una testimone dellaĀ ShoahĀ e oggi senatrice a vita. Lei ha guardato indietro e mi ha raccontato i momenti in cui, nei suoi 93 anni di vita, ha provato piĆ¹ forte il senso della gratitudine e lo haĀ conservato nel suo cuore.
Quattro anni fa, allā€™inizio di questa newsletter, ero andato a trovarla dopo aver ascoltato ilĀ meraviglioso discorsoĀ che aveva fatto al Parlamento europeo, dove aveva raccontato ancora una volta quella ragazza di 13 anni cheĀ sopravvisse al campo di sterminio di AuschwitzĀ e a una marcia della morte durata mesi. Era stato lƬ, davanti ai rappresentanti di tutte le nazioni del continente, cheĀ dopo aver ricordato la sofferenza del passatoĀ aveva rivelato quella del presente: Ā«Da tre anni almeno sento che i ricordi di quella ragazzina che sono stata non mi danno pace. Quella ragazzina lƬ che ha fatto la marcia della morte, che ha brucato nei letamai, quella che non piangeva piĆ¹, ecco, quella ĆØ unā€™altra da meĀ». Per questo mi aveva raccontato (lā€™intervista la potete leggere qui) cheĀ avrebbe fatto un passo indietro, ritirandosi nel privato e coltivando un poā€™ di silenzio.

Poi la cronaca del nostro tempo le ha impedito di sottrarsi alla necessitĆ  della testimonianza. CosƬ sono tornato a intervistarla in occasione del premio Gratitudine 2024 che le ĆØ stato assegnato dalla ā€œFondazione ospedale di Alba-Braā€. E proprio nellā€™auditorium voluto dalla Fondazione dellā€™ospedale intitolato a Michele e Pietro Ferrero le ho fatto lā€™intervista che poteteĀ ascoltare nel podcast Altre/Storie.

Lā€™ultima puntata del mio podcast Altre/Storie con lā€™intervista a Liliana Segre

La prima sensazione di gratitudine ha una data: 1Ā° maggio 1945.Ā Il volto di un soldato americano e il sapore di unā€™albicocca. Ā«Noi siamo sulla strada, questa fila di donne scheletro. Libere, ma non sappiamo dove andare, non sappiamo dove siamo.Ā Avevo fatto la marcia della morte, che era durata mesi, ma non sapevo esattamente dove fossi. EĀ abbiamo visto arrivare questi carri armati americani, con soldati che si sporgevano, uomini che avevano combattuto fino al giorno prima e che buttavano su tutti quelli che incontravano, anche sui tedeschi che scappavano, sigarette e cioccolato. E io raccolsi, eĀ fu la prima cosa che mangiai dopo un anno e mezzo di semi digiuno, una albicocca seccaĀ». Liliana Segre ne ricorda ancora oggi il gusto alla perfezione. Ā«Ho visto in questi soldati americani unā€™allegria che non ho poi mai piĆ¹ visto.Ā Questi ragazzi che avevano vinto erano cosƬ contenti e generosissimiĀ con tutti quelli che incontravano, anche senza sapere chi fosseroĀ».

Poi mi ha raccontato di Susanna, che si ĆØ occupata fino allā€™ultimo dei suoi nonni, prima che i nazisti li portassero via, e poi ha conservato le memorie di famiglia. Susanna ĆØ scomparsa da cinquantā€™anni ma lei non lā€™ha mai dimenticata e la va a trovare al cimitero di MondovƬ.
E poi i compagni di scuola che non le voltarono le spalleĀ dopo le leggi razziali, figli di famiglie coraggiose,Ā e quelli che la nascosero in casaĀ e la nutrirono prima che fosse catturata e deportata.

Insieme a Liliana Segre durante il premio Gratitudine 2024 Ā© FONDAZIONE OSPEDALE ALBA- BRA Onlus

Dopo tanti anni, li ricorda tutti alla perfezione,Ā perchĆ© la gratitudine fissa nella memoria volti, sensazioni, gusti e profumi: Ā«Nessuno di loro lo ha fatto per interesse, ma solo per generositĆ . Sono meravigliosi, nella mia memoria sono i fiori rimasti in un prato secco. Sono piccoli eroi che non sanno neanche di essere stati eroi, ma lo sono statiĀ».

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