| ![6c60cf48-3284-4539-9e9a-47d54cdd7a98.png](https://ci4.googleusercontent.com/proxy/ZuyvjfcowU9CijaCKjfJY6p4JjGTkyXa0F4ZtOEKDBY2kAgM_J-hgDJS_yszGDomxsJeoAZgnqjk2PbjW4iVSTndbMWFLXa7oCNPz0CNHByenSp3OC-W1tvy7athwDSOgO1AMd0SWNCYJb3tYF_0Jqvqrw_wlA=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/6c60cf48-3284-4539-9e9a-47d54cdd7a98.png) |
| āCāĆØ qualcosa nellāaria di New York che rende il sonno inutileā
Simone de Beauvoir | | ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/Pu6Mf6xdUuRwjM_ZM7TGJKyat96fMir5k8aO709FV-eNlW5YzGHBDMnp8etdVAEufecVEK0rqWdKcHP6uGX89KNYim8nGfTy8CH95NU9oiOh_naXEx6ivkHErviOui70xkRmVx12mil0DtmQtz37IiavAm2sMg=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/facc2a4c-62e0-de2a-1837-5970a05095f3.png) | | 5 aprile 2024 | | Le altre storie di oggi: | LA STORIAĀ Ā·Ā Lāuomo che scoprƬ New York500 anni fa lāesploratore Giovanni da Verrazzano arriva sulle coste americane e getta lāancora nel punto in cui ora cāĆØ il ponte che porta il suo nome. Intorno a quel ponte cāĆØ un mondo di storie, da Tony Manero alla mamma del āBossā | |
| LA STORIA | | Lāuomo che scoprƬ New York | | diĀ Mario Calabresi | |
| | Il 17 aprile del 1524 una piccola caravella, la Dauphine, che aveva risalito la costa nordamericana, gettĆ² lāancora allāapertura di una baia allora sconosciuta. A guidare la spedizione cāera un navigatore italiano, di nome Giovanni da Verrazzano, che aveva avuto lāincarico dal re di Francia di cercare un passaggio per raggiungere lāOceano Pacifico, la tanto desiderata rotta per la Cina. ScambiĆ² la grande baia per un lago di acqua dolce popolato di canoe indigene e, dopo lāincontro con la tribĆ¹ nativa che viveva sulla costa, decise di proseguire continuando a mappare la costa orientale americana. Oggi, cinquecento anni dopo, in quel punto esatto dove aveva ancorato la nave cāĆØ il ponte che collega Brooklyn allāisola di Staten Island, quello che chiude la Baia di New York, dove comincia la piĆ¹ famosa maratona del mondo. A ricordare quel primo esploratore, nato a Greve in Chianti, ci pensa proprio il ponte che si chiama āVerrazzano Bridgeā. | ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/hrUHEsNL5AwsChN6yUaNnICe2xYvld9wifNPH3ZDRkpkz-KNdXxPSpLv28kyBqFMg8pbB0LvOhIVw0fXiR3jTWhi5sJ5j30CbTARs_W7aVC8HwDRrjhVShgJyeW8bUWvk3CETnIrL3irDHnxsYm-HNzYKmaKag=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/b6009dd8-8605-baee-1ce7-ba83d973091e.jpg) Verrazzano Bridge ĆØ il ponte sospeso che collega Brooklyn a Staten Island sormontando lo stretto braccio di mare che separa i due distretti Molti anni fa avevo letto cheĀ dalle Torri GemelleĀ si potevano vedere il ponte e lāOceano, ero attratto dallāidea cheĀ con un solo colpo dāocchio si riuscissero a guardare i grattacieli e lāAtlantico. CosƬ per tre volte negli anni ho cercato di salirci, ma ogni volta la fila era lunga e faceva o troppo caldo o troppo freddo per stare in coda. Ricordo che lāultima volta che ho rinunciato, a gennaio del 2001, ho pensato: āPazienza, tanto le Twin Towers sono sempre qui, sarĆ per la prossimaā.Ā Otto mesi dopo di quella meraviglia era rimasto solo un cratere fumanteĀ intorno al quale ho passato sette settimane, nel primo servizio da inviato negli Stati Uniti a cui sono stato assegnato. Quando hannoĀ inaugurato la Freedom TowerĀ (che ha preso simbolicamente il posto delle Torri) ho pensato che questa volta non mi sarei fatto sfuggire lāoccasione, cosƬĀ lāestate scorsa ho prenotato il biglietto per tempo e sono salito. Era luglio ma quella mattina una coltre di nebbia e nuvole impediva la vista verso il mare e sulla Baia, cosƬ nemmeno questa volta sono riuscito a vedere il ponte.
Quando ho scoperto, su un vecchio libro, che questo mese di aprile avrebbe segnato iĀ cinque secoli dallāarrivo di Giovanni da VerrazzanoĀ allāingresso della Baia, ho pensato che lāoccasione valesse un piccolo pellegrinaggio allaĀ scoperta di una parte di New York molto poco conosciuta e per nulla di moda. Per arrivarci bisogna prendere la metropolitana R e scendere al capolinea di Bay Ridge, ci vuole circa unāora da Times Square.Ā Quando si esce dalla stazione sembra di stare in un altro mondo, lontano anni luce da Manhattan: casette piccole e basse in un quartiere abitato da generazioni da italiani (qui era nata Adele Zerilli, la mamma di Bruce Springsteen, scomparsa a fine gennaio a 98 anni), greci e irlandesi. Ā ![](https://ci4.googleusercontent.com/proxy/dYvZKBs0NRI3VWh37UnQ4HjfkZx7bILWfpkfxpyKClZ5bfscI4kMHOd-6GdCk53Fg1xP70iR0B_M-31ThMB6kIaoHr6W7RmSnDabBvCSxJZFaB0n7jGzho5CkDORmgvXJOk2zNMn03CbPUl72Uvsjzpi5UEVxQ=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/803467ca-17d5-6ffc-6ada-72efcbd34da3.jpg) Verrazzano Bridge ĆØ il ponte inaugurato nel 1964 e dedicato allāesploratore italiano Giovanni da Verrazzano La Chiesa ĆØ dedicata a San Patrizio, gli avvocati e i caffĆØ sono greci, le pizzerie sono italoamericane come quel ragazzo che per anni ĆØ statoĀ il santo protettore della zona: Tony Manero. Il protagonista del film āLa febbre del sabato seraā, interpretato da John Travolta, qui viveva e lavorava e seduto sulla panchina che guarda la baia raccontava a Stephanie, la sua compagna di ballo,Ā tutte le storie che conosceva su quel ponte inaugurato nel 1964, tra cui la leggenda che nel cemento dei piloni sia sepolto un uomo scivolato durante la costruzione. (Il ponte ĆØ anche il protagonista del dramma finale del film). Ā ![](https://ci4.googleusercontent.com/proxy/zEqgX8oyAJc0sSRTBe7PJNudfdZqkT1qkvI1lG5j18o63pUFIGg4jCYgNcBCtlutI2wbm1_eKe4x5iaKtcX0yLCxTT0KdJeFlGf7UDE1zrWXSy5AYRu4VdeaxdWKT7AOHE0BlnPBLy-ZLZBo6TJ_5Lj1TQexCA=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/4ed4adb6-38fb-e80c-f8a2-3e953c7ec0b2.jpg) John Travolta e Karen Lynn Gorney, ovvero Tony Manero e Stephanie Mangano in uno scatto tratto dal celebre film āLa febbre del sabato seraā ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/0PAEXgP7lEhMtwtMW0vNxPPzwHQy4HK74h37sll2Gf_o-xay0jVoOWcLoi1o61Qwci0KKvR8B1isxy2vM-nQMIIl3RsZZCt4ubk60_pBsfdIp4axb95W4EeAVeiTOWMAJUFqG14fKEpmC5fW2U4zFjt8t8zWpA=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/dcc14519-a463-1e44-e314-19b017939f3b.jpg) Il Coffe Club Diner a Brooklyn Sedersi su quella panchina, dove cāĆØ sempre vento, ĆØ uno spettacolo: passano le navi che arrivano dai Grandi Laghi, al confine con il Canada, scendendo lungo il fiume Hudson per entrare nellāAtlantico.Ā Qui si incrociano chiatte, battelli, barche a vela e navi da crociera. Atletici genitori corrono spingendo carrozzine, gli anziani del quartiere che vivono qui da sempre portano a spasso il cane, cāĆØ chi fa ginnastica e chi la pausa pranzo. Quasi nessuno sa chi sia Verrazzano, al Coffee Club, il diner dove i poliziotti fanno colazione con uova e salsicce, ci sono ancora i segni della parata per la festa di San Patrizio e si parla del nuovo parco giochi per bambini costato 5 milioni di dollari.Ā Non sono previste celebrazioni qui per il cinquecentenario, ma non cāĆØ da stupirsi,Ā lāAmerica gli ha sempre preferito un altro esploratore, lāinglese Henry HudsonĀ (da cui il nome del fiume che corre lungo la parte ovest di Manhattan) arrivato 85 anni dopo ā nel 1609 ā ma per conto degli olandesi che qui diedero vita a New Amsterdam, lāantenata di New York.Ā Solo nel 1964 si decise di dedicare a Verrazzano il ponte sorto sul luogo del suo ancoraggio, anche se fino allāultimo fu in ballottaggio con John F. Kennedy, il presidente assassinato lāanno prima, a cui venne perĆ² intitolato lāaeroporto internazionale.
Allāepopea della costruzione, durata cinque anni,Ā ĆØ dedicato il libroĀ che raccoglie i reportage scritti per ilĀ New York TimesĀ dallo scrittoreĀ Gay Talese che seguƬ i lavori raccontando le vite degli operaiĀ (tra cui i famosi indiani Mohawk, conosciuti per le loro doti di equilibrio e la capacitĆ di lavorare a grandi altezze), delle migliaia di famiglie che vennero sfrattate e le cui casette vennero abbattute per fare spazio alle rampe dāaccesso al piĆ¹ lungo ponte sospeso dāAmerica. Ā ![](https://ci3.googleusercontent.com/proxy/s6a0Smh-pTVHjZ2HAkX7voLYIHUBVjox55UnFeHuxP1ZcMZJfe3UntFDVmen_lAdToF-c3_Ksl_VQyvHZlK20fiue-2Rib5zjNwWpdiPrCnpS8gDe6r9Tp3aXmWg2gfCR1l-XxY6XlM7AoWa5b71K17lh6eo9g=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/a9422e7a-5c27-d721-1816-96e182338930.jpg) āThe Bridgeā ĆØ il libro che lo scrittore Gay Talese ha dedicato alla storia del Ponte di Verrazzano Ć Talese, che oggi ha 92 anni, a spiegare nel libro cheĀ lāomaggio al navigatore italiano conteneva perĆ² una sciatteria, nel contratto di costruzione infatti venne fatto un refuso eĀ il nome ufficiale fu trascritto con una sola āZā: Verrazano Bridge. Ā«Un errore di battitura ā scrisse Talese ā che nessuno corresse e tutti lasciarono correre.Ā Un refuso scolpito nella pietraĀ». Un destino comune a migliaia di italoamericani che hanno visto i loro nomi storpiati e trasformati.
Solo mezzo secolo dopoĀ una petizione lanciata online da uno studente universitario di origine italianaĀ ha raccolto migliaia di firme e ha spinto nel 2018 il Senato dello Stato di New York a passareĀ una legge che aggiunge la Zeta mancante. Di fronte alle resistenze venne sottolineato come sarebbe stato uno scandalo da sanare immediatamente se lāerrore fosse stato fatto con un nome inglese: immaginate se lāaeroporto si fosse chiamato āKenedyā con una N sola. Dopo la firma il governatore Andrew Cuomo si ĆØ perĆ² preoccupato di spiegare che cambiare tutta la toponomastica e i cartelli sarebbe costato diversi milioni di dollari, cosƬĀ si ĆØ deciso di sostituire nel tempo solo quelli che sono rovinati. CosƬ adesso si incontrano entrambe le grafie. Ha cambiato la propria insegna anche la scuola elementare intitolata al navigatore, mentre hanno mantenuto la vecchia grafia i molti negozi, da quello che vende le biciclette piĆ¹ alla moda al concessionario della Bmw, che avrebbero dovuto rifare i loro siti, i social e tutti i materiali pubblicitari. Ā ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/0Ip1rgqipMzZOc6JjBVeJLLlpteaX8Sa8V8Z9HRVk_FuFqybUIYq9Dte8AR3wdubHDmmICNQa331MAFb5mLoUMBF_k49VU5eKI2uvmfLKgAuV97NVHSvbGuDzvcmzufethdZJQbxA1px0LpYoRXz9DJmhwsUhA=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/c8368607-923d-1c81-258f-189952f71e93.jpg) Nella prima foto una delle insegne stradali con il refuso āVerrazano Bridgeā, con una sola Z. Per una questione di costi lo Stato di New York ha deciso di sostituire con la grafia corretta solo le insegne rovinate Il ponte ĆØ tornato agli onori della cronaca proprio in questi giorniĀ perchĆ© la MTA, lāautoritĆ pubblica che gestisce i trasporti, tra cui la metropolitana,Ā ha chiesto agli organizzatori della maratona di New York di pagare 750mila dollariĀ per lāuso del ponte, spiegando che la cifra ĆØ pari ai mancati incassi da pedaggi della domenica di novembre in cui resta chiuso per far passare i 50 mila corridori che arrivano da tutto il mondo. La richiesta ĆØ stata ritenuta irricevibile, ma la MTA ha detto che, visti i suoi problemi di budget,Ā se non avrĆ i soldi richiesti metterĆ a disposizione al massimo uno dei due piani del ponte. Questo significherebbe allungare di molto i tempi di percorrenza di tutta la maratona, che per i piĆ¹ lenti si concluderebbe con il buio, oppure spingerebbe gli organizzatori a ridurre gli iscritti.Ā La discussione ĆØ accesissimaĀ e occupa grande spazio sui giornali e in televisione. Ā ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/t81Q_Ksu1GlYNoLAnWy2u9riZMLmNwjvCKJuZuFlYQ5FtLPrOKJfX78AwcfFmDk7MKWCLfbIOv99e5_WCdBLGfIhHFzS_Cy13maPzxUbfL9fERjC_9BFPjUcD1ly5PMEaKIQrDbgMVM1i2vQpfn8iYQvdWQRfQ=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/28761c11-9936-580b-20dc-4594a216264c.jpg) Ogni anno sono circa 50 mila le persone che si radunano sul Ponte di Verrazzano per correre la maratona di New York Il nome di Giovanni da Verrazzano ĆØ comunque arrivato fino a noi, anche se con fortune alterne,Ā la sua vita non ebbe una conclusione gloriosa: al suo terzo viaggio dallāaltra parte dellāAtlantico si spinse nei Caraibi e morƬ nel 1528, a soli 43 anni, in quelle che sono oggi le Isole Bahamas. Non ci sono documenti ma la tradizione accredita cheĀ il nobile esploratore toscano sia stato ucciso da una tribĆ¹ dedita al cannibalismo. Sulla piazza di Greve in Chianti da piĆ¹ di un secolo cāĆØ una statua che lo ritrae con lāarmatura e lāelmo, ma anche a Battery Park,Ā nella punta sud di Manhattan dal 1909 cāĆØ un monumento in bronzo che lo ricorda, fu realizzato grazie a una raccolta fondi lanciata dal quotidiano in lingua italiana āIl Progressoā, stanco di sentir parlare solo di Henry Hudson. La statua ĆØ ancora lƬ e nessuno, anche in tempi di revisione storica e di politicamente corretto, lāha mai imbrattata o messa in discussione.Ā Giovanni da Verrazzano era un esploratore, non un conquistatore. | |
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