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Iolanda D'Onofrio

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Da: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>
Oggetto: šŸ“« Altre/Storie ā€“ 206. Come suona il mondo
Data: 12 aprile 2024 alle ore 06:29:46 CEST
Rispondi a: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>

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ā€œĆˆ la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica ĆØ il canto della terra.ā€


Bob Marley

12 aprile 2024
Le altre storie di oggi:
LA STORIAĀ Ā·Ā Come suona il mondoCā€™ĆØ un concerto che si ripete identico da migliaia di anni, ĆØ il suono della natura e degli animali delle foreste primarie del mondo, quelle dove lā€™uomo non ĆØ mai arrivato. Cā€™ĆØ un professore che da 25 anni va a caccia di questi suoni e li registra, perchĆ© non vadano perduti e per testimoniare la perfezione anche sonora del nostro pianeta
LA STORIA

Come suona il mondo

diĀ Mario Calabresi

Ci sono concerti che si ripetono ogni giorno, sempre alla stessa ora, da un tempo infinito. Non sono mai esattamente identici, ma ogni musicista conosce alla perfezione la sua parte. Nessuno, da migliaia di anni, si permette di disturbarli e i teatri che li ospitano hanno decine di milioni di anni dā€™etĆ . Ci sono i concerti dellā€™alba, quelli del tramonto e i piccoli concerti notturni. E poi cā€™ĆØ David che ha deciso di registrarli questi concerti perchĆ© tutti possano sorprendersi di questa meraviglia.
David Monacchi durante uno dei suoi viaggi per raccogliere e campionare i suoni della natura @Alex D'Emilia

David Monacchi ĆØ un musicista, un professore di ConservatorioĀ a Pesaro, un ingegnere del suono ma soprattutto il creatore di unā€™arca in cuiĀ raccoglie e porta in salvo i suoni piĆ¹ antichi della naturaĀ per trasmetterli alle future generazioni. Il suo progetto si chiama ā€œFragments of Extinctionā€. David ha cominciato nelle foreste intorno a casa sua,Ā voleva raccogliere e campionare i suoni del boscoper utilizzarli nelle sue composizioni, ma poi in quelle notti ha capito che cā€™era giĆ  tutto e che bastava ascoltare. Ā«I primi soldi che ho guadagnato li ho spesi in un microfono, sono andato a prenderlo in Germania. Ho cominciato subito a fare registrazioni negli habitat del Montefeltro, non lontano da Urbino, dove sono nato e cresciuto. Quando arrivava la primavera per me era un'ossessione riuscire ad andareĀ ogni notte a registrare i rapaci notturni, poi gli usignoli e, a primavera avanzata, i grilli e tutti gli altri insettiĀ».
Venticinque anni fa, David legge un articolo scientificoĀ di Edward O. Wilson, che ĆØ stato uno dei piĆ¹ grandi esperti di biodiversitĆ ,Ā in cui si parla del rischio di una sesta estinzione di massa sulla Terra, causato dallā€™impatto di una sola specie, quella umana su tutto il resto dellā€™habitat naturale: Ā«Quell'articolo mi ha segnato. Ho capito che dovevo andare nelle foreste primarie del mondo, nei luoghi dove la mano dellā€™uomo non ĆØ mai stata presente perĀ raccogliere e testimoniare la ricchezza di una biodiversitĆ  straordinaria e antichissimaĀ».

CosƬ inizia una serie di viaggi che diventano il grande progetto della sua vita:Ā centinaia di registrazioni, ognuna di 24 ore, in tre continenti, focalizzandosi in particolare sull'Amazzonia, il bacino del Congo e il Borneo.
Ā«Abbiamo cominciato in Amazzonia, insieme a Greenpeace, e con loro abbiamo disegnato un viaggio sul Rio delle Amazzoni e poi su un affluente del Rio Branco che si chiama Rio Jauaperi. Una vasta area di foresta primaria in cui vivonoĀ solamente 300 esseri umani lungo 250 chilometri di fiume. Lā€™impatto umano ĆØ nullo. La prima notte sono stato svegliato dalle voci delle scimmie urlatrici che da tre aree diverse della foresta lanciavano il loro canto mattutino per suddividersi gli alberi da fruttaĀ».
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Ogni missione dura circa cinque settimane. David Monacchi raggiunge gli habitat piĆ¹ ricchi di suoni e poi per tre settimane registra @Alex D'Emilia

Ā«Il giorno dopo ho aperto i microfoni eĀ raccolto il primo ā€œDark Chorusā€, il coro del crepuscolo: quando dalla luce si passa al buio. Il tramonto ĆØ un processo che dura dai 40 ai 50 minuti: dipende da quanto ĆØ alta la foresta, da quanta luce filtra. Ma ĆØĀ uguale in tutte le foreste primarie del mondo. Ci sono questi 40 minuti dove uccelli, insetti e mammiferi passano il campo acustico a anfibi, insetti e uccelli notturni. ƈ una rivoluzione che ha dell'incredibile:Ā sono 40 minuti che parlano della musica del pianetaĀ».
Questo ĆØ il concerto di cui vi parlavo, che avviene intorno alla linea dellā€™Equatore doveĀ ci sono esattamente 12 ore di luce e 12 di buio: Ā«Le specie hanno utilizzato questo orologio preciso del ciclo circadiano per fare le loro vocalizzazioni in quel determinato punto della giornata.Ā Se tu guardi lā€™orologio sai che da milioni di anni si ripetono le stesse partitureĀ e cā€™ĆØ lo stesso identico paesaggio sonoroĀ».

Per avere idea di cosa si trattiĀ potete ascoltareĀ la nuova puntata del podcast Altre/Storie, con lā€™intervista a David Monacchi e una serie di sinfonie come quella che ogni giorno al tramonto viene creata dalla Natura nella Danum Valley, nella parte settentrionale del Borneo, in Malesia, la foresta primaria piĆ¹ antica del pianeta. Alle 6 del pomeriggio quando inizia il coro del crepuscoloĀ si sentono cantare uccelli di varie specie e molti insettiĀ tra cui la piĆ¹ grande delle cicale, la megapomponia imperatoria che ha la grandezza di una mano. Quando il buio prende il sopravventoĀ il richiamo che si sente piĆ¹ forte ĆØ quello amoroso dellā€™Argo maggiore, un grande e goffo uccello della famiglia dei fagiani che puĆ² raggiungere i due metri di lunghezza e ha piume colorate con macchie a forma di occhio. In sottofondo si sentono i gufi.

David, dopo il primo ascolto 25 anni fa, resta sconvolto eĀ da quel momento la sua vita cambia profondamente: Ā«Ho abbandonato la composizione, ho abbandonato la musica e mi sono reso conto che il mio lavoro era proprio quello di prestare tutte le mie conoscenze perĀ creare un archivio di suoni di ecosistemiĀ ad altissima biodiversitĆ  completamente indisturbati e sconosciutiĀ».
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Lā€™ultima puntataĀ della mia serie podcast Altre/Storie per Chora Media

Ogni missione dura circa 5 settimane, la prima impresa ĆØ riuscire a raggiungere le zone di registrazione, ovvero gli habitat piĆ¹ ricchi di suoni. A seconda delle zone si usano le canoe, si seguono le piste degli elefanti o si deve aprire un varco nella foresta.Ā Poi per tre settimane si registra. Le difficoltĆ  e i pericoli sono tantissimi: Ā«Nellā€™ultimo viaggio in Amazzonia abbiamo fatto le registrazioni in un'area in cui cā€™erano 148 specie di serpenti per ettaro. E verosimilmente un terzo di questi sono velenosi.Ā LƬ ogni movimento richiede unā€™attenzione assoluta e mille precauzioniĀ». Ci sono poi i problemi medici, dalla dissenteria alla malaria, e il caldo. Ma nulla di tutto questo ha mai scoraggiato David se da un quarto di secolo continua a partire.

Il risultato di questa visionaria fatica si puĆ² ascoltare in un luogo magicoĀ che si chiama ā€œSonosferaā€ ed ĆØ allā€™interno dei Musei Civici di Pesaro. Si tratta di una sorta di anfiteatro che puĆ² ospitare sessanta persone in una struttura completamente isolata dai rumori esterni.Ā Grazie a 45 altoparlanti si prova lā€™esperienza, al buio, di unā€™immersione sonoraĀ negli ecosistemi incontaminati delle foreste primarie equatoriali.
Per due settimane (dal 16 al 28 aprile) questa esperienza si potrĆ  fare anche a Milano. Grazie alle iniziative di Pesaro capitale italiana della cultura 2024, la Sonosfera ĆØ stata infatti smontata e trasferita nel Cortile dā€™Onore dellā€™UniversitĆ  Cattolica del Sacro Cuore entrando a far parte del circuito delle mostre del Fuorisalone (qui il link per prenotarsi).
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La SonosferaĀ® ĆØ un teatro per lā€™ascolto profondo di ecosistemi e musica, nato per il progetto ā€œFragments of Extinction ā€“ Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemiā€ e realizzato dal Comune di Pesaro. La Sonosfera sarĆ  temporaneamente installata al Fuorisalone di Milano, dal 16 al 28 aprile, nel cortile dellā€™UniversitĆ  Cattolica del Sacro Cuore. @ Alex D'Emilia

Si puĆ² avere la sensazione di stare nella foresta tropicaleĀ senza i pericoli, i disagi e le zanzare, ma soprattutto per cogliere il messaggio piĆ¹ prezioso del progetto: Ā«Testimoniare e salvaguardare. Non sappiamo se fra cinquantā€™anni ci saranno ancora questi habitat, questi concerti cosƬ complessi.Ā Il cambiamento climatico avrĆ  un grande impatto sugli habitat primariĀ e quindi anche sulla parte acustica di questi ambienti.Ā Per questo bisogna ascoltare, per testimoniare, conoscere e salvaguardareĀ».

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