| ![6c60cf48-3284-4539-9e9a-47d54cdd7a98.png](https://ci4.googleusercontent.com/proxy/ZuyvjfcowU9CijaCKjfJY6p4JjGTkyXa0F4ZtOEKDBY2kAgM_J-hgDJS_yszGDomxsJeoAZgnqjk2PbjW4iVSTndbMWFLXa7oCNPz0CNHByenSp3OC-W1tvy7athwDSOgO1AMd0SWNCYJb3tYF_0Jqvqrw_wlA=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/6c60cf48-3284-4539-9e9a-47d54cdd7a98.png) |
| āNon sei piĆ¹ lĆ dovāeri, ma sei ovunque io siaā
Victor Hugo | | ![](https://ci5.googleusercontent.com/proxy/Pu6Mf6xdUuRwjM_ZM7TGJKyat96fMir5k8aO709FV-eNlW5YzGHBDMnp8etdVAEufecVEK0rqWdKcHP6uGX89KNYim8nGfTy8CH95NU9oiOh_naXEx6ivkHErviOui70xkRmVx12mil0DtmQtz37IiavAm2sMg=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/facc2a4c-62e0-de2a-1837-5970a05095f3.png) | | 22 marzo 2024 | | Le altre storie di oggi: | LA STORIAĀ Ā·Ā Lāultima fiaba della buonanotteUna figlia cattura i ricordi del padre, malato di Alzheimer e quei momenti diventano il luogo in cui si ritrovano, come quando lei era bambina e lui la faceva addormentare. Quella testimonianza sulla malattia ĆØ diventata il podcast āSmemoratiā, una storia preziosa che ci ricorda quanto sia importante ascoltare le persone che amiamo | |
| LA STORIA | | Lāultima fiaba della buonanotte | | diĀ Mario Calabresi | |
| | Questa ĆØ la storia di una figlia che, durante il lockdown di quattro anni fa, decide di intervistare ogni pomeriggio il suo vecchio padre, quasi novantenne, per tenerlo vivo, per non perdere il filo di un rapporto reso impossibile dal virus e dalle chiusure. Ć la storia di una malattia, lāAlzheimer, che porta via, giorno dopo giorno, ricordi e coscienza. Ć la storia di come la voce possa lasciare traccia e diventare una memoria potente e indissolubile. | ![](https://ci4.googleusercontent.com/proxy/0S0mI5J6th1YHPiicovUWVCRVVjvL1y4IhXAgYz3Frf2mcTdiiUgQ39JxTunUOARwYPTURJAok4gjWgtUyPLYO_q3FvQWNrLElavKzgfnEjtAp5jKB-DZMxHZBc5LQ9jAN4SHdT7e8quU0JIqRJ-PugkNXpDAw=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/2f3c16da-0aed-0cfe-59aa-a376ba8f612c.jpg) Anna Maria Selini insieme a suo padre Giulio Ā«Ć iniziato tutto nel 2020, in piena pandemia. I miei genitori che vivevano a Bergamo ā la provincia piĆ¹ colpita nella prima ondata di Covid ā per fortuna erano in Liguria a svernare. Mia madre era preoccupata:Ā āil Giulioā era piĆ¹ taciturno del solito, forse depresso, per via della clausura, a cui tutti eravamo costretti. Oggi so che si chiamava apatia ed era uno dei sintomi della sua malattiaĀ».Ā A raccontare ĆØ Anna Maria Selini, giornalista e scrittrice, e āil Giulioā (rigorosamente con lāarticolo come lo hanno sempre chiamato al paese) ĆØ suo padre, nato a Calcinate nel 1932. Ā«In quel periodo mi ero fissata di voler scrivere biografieĀ e cosƬ, per esercitarmi e al tempo stesso distrarre mio padre,Ā ho deciso di intervistarlo online. Ci davamo appuntamento a una certa ora - mia madre lo segnava sullāagenda - e anche se qualcuno lo aiutava a collegarsi,Ā ogni volta dovevo rispiegargli tutto. Mio padre era anche un poā sordo e metĆ del tempo lo passavamo io a ripetere le domande, che non aveva sentito, e lui le risposte, che dopo pochi secondi dallāaverle pronunciate aveva giĆ dimenticatoĀ».
PerchĆ© Giulio aveva lāAlzheimer. Il primo allarme era scattato nel 2015, quando si era allontanato e per ore aveva vagato per la cittĆ in stato confusionale:Ā non sapeva dove fosse, nonostante conoscesse bene la zona. Poi si era ricordato di avere nel portafoglio il numero di cellulare della moglie e una persona che lo aveva notato in difficoltĆ lo aveva aiutato a chiamarla. La moglie era stata la prima ad accorgersi cheĀ le sue dimenticanze e una certa svagatezza non erano piĆ¹ normaliĀ nemmeno per la sua etĆ , maĀ qualcosa di piĆ¹, e di diverso. Ā«La diagnosi di Alzheimer per mio padre ĆØ arrivata, per fortuna, ad etĆ avanzata, a 85 anni. Per fortuna, perchĆ©Ā sono le forme precoci solitamente le piĆ¹ violenteĀ e veloci. Mio padre era a uno stadio moderato della malattia e non ha mai necessitato di ricoveri o trattamenti ospedalieri. Se non alla fineĀ». Il Giulio ĆØ mancato il 10 gennaio di questāanno.
Anna Maria perĆ² aveva avuto lāintuizione e la cura di ascoltarlo a lungo, di raccogliere le sue storie e i suoi ricordi in quel lungo viaggio nel passato che avevano fatto insieme.Ā Allāinizio erano memorie familiari, poi aveva cominciato ad andare indietro nel tempo: Ā«Raccontava di personaggi famosi conosciuti quando era bambino. Da una specie di Maciste, finito sulla āDomenica del Corriereā per aver sollevato la bocca di un cannone, al capo fascista della zona cacciato da mia nonna a mestolate. Dal principe Junio Valerio Borghese (personaggio storico della destra eversiva italiana, con Mussolini a SalĆ² e poi organizzatore di un tentativo di colpo di Stato nel 1970) che aveva visto chiuso nello stanzino dellāosteria di famiglia, a un conte morto in carcere per le percosse.Ā Ma come potevo credergli?Ā Negli ultimi anni era diventato una specie di amabile e scaltro bugiardo: non diceva quasi mai ānon mi ricordoā,Ā aveva sempre una spiegazione e un racconto, spesso irreale, che lui, perĆ², sapeva rendere estremamente credibileĀ». Ā ![](https://ci6.googleusercontent.com/proxy/JAiG7VtTeu4xGBt-PoztDpEV-zgt2RjvdWHjHUS3jGWoOmWk2_xJMYKonzSAhtpCfajrlht1bnzP2yJjlHMmKQ59FvuYGEQEQjopCfJTuJ0neFErVSvkrtPpSKmm6gtAhwEn5QLF4AD0C6GrenHThYAT5TK86g=s0-d-e1-ft#https://mcusercontent.com/1e37953e45e4682d4afa6d375/images/3cde00e5-52b2-fe1d-4eab-b59e71121cb0.jpg) Uno scatto di Anna Maria da piccola in braccio a suo padre āil Giulioā Inizialmente Anna Maria pensa che quelle storie siano frutto della fantasia, dāaltronde la memoria del papĆ si stava deteriorando in modo veloce e costante: Ā«Mio padre non riconosceva la stagione in corso, anche se per indovinarla bastava guardare fuori dalla finestra.Ā Spesso non ricordava i nomi dei nipoti e a volte anche di noi figli. Il giorno del mio matrimonio, dopo avermi accompagnata allāaltare, ha chiesto chi si fosse sposato.Ā Era difficile convivere con i buchi della sua memoria, specie per mia madre.Ā Io invece ho deciso di infilarmi in quei buchi. Se nel presente mio padre sembrava evaporare, nel passato, invece, tornava forte. E allora era lƬ che lo portavoĀ». Il padre insiste con le sue storie, e ogni volta aggiunge particolari, cosƬ Anna Maria decide che vale la pena scoprire se siano vere: Ā«Mi sono messa a spulciare gli archivi, sono finita nelle cantine, sono andata a caccia di novantenni, sono finita in un convento di suore e al cimiteroĀ». Ma vuole anche capire la traiettoria della malattia, le sue conseguenze,Ā sapere cosa sta succedendo nella testa di suo padre, cosƬ parla con medici, associazioni per i familiari dei malati di Alzheimer e psicologi.
Raccoglie tantissimo materiale ma non sa cosa farne, allāinizio pensa di scriverne un racconto, ma non trova la forma giusta: Ā«Ho provato con la sceneggiatura, l'autobiografia e anche le memorie familiari, ma c'era sempre qualcosa che non andavaĀ».Ā Poi si iscrive alla prima edizione dellaĀ Chora AcademyĀ (il corso per imparare a fare i podcast) e riesce a entrare: cāerano 300 posti ma le richieste erano piĆ¹ di 4mila. Mentre frequenta lezioni e laboratori le viene lāilluminazione: al centro del racconto ci deve essereĀ la voce del Giulio e la magia che sapeva evocare, cosƬ al termine dellāAcademy presenta il suo progetto, la storia del viaggio nella memoria di suo padre. Passa le selezioni eĀ laĀ sua serie podcast inizia cosƬ a diventare realtĆ . Ā Ma il suo lavoro cresce e da fatto privato diventa un lavoro collettivo, capace di raccontare lāAlzheimer e il dramma dei malati e delle loro famiglie. Lo fa con delicatezza, persino con ironia e leggerezza. Quando ho ascoltato per la prima volta questo podcast, che si chiamaĀ āSmemoratiā, ho avuto la conferma di come la capacitĆ diĀ mettere le persone al centro renda possibile affrontare ogni tema, anche il piĆ¹ difficile e complesso. E lo ha fatto talmente bene che la serie ha trovato anche uno sponsor ā GE Healthcare ā, quello di unāazienda che cercava il modo giusto per sensibilizzare lāopinione pubblica sulla malattia. Ci si affeziona al Giulio, gli si vuole bene, e grazie al lavoro di ricerca della figlia comprendiamo cosāĆØ la malattia e come funziona.Ā Il rapporto tra loro due, durante le interviste, ĆØ meraviglioso: Ā«Era il mondo in cui io e lui ci incontravamo, un tempo tutto per noi, un poā come quando da piccoli la sera i genitori ci raccontano le storie prima di dormireĀ».
Mentre Anna Maria lavorava a Smemorati, Giulio ĆØ mancato, e questo ha fatto sƬ che si buttasse ancora di piĆ¹ nel podcast: Ā«Volevo che il mondo conoscesse il Giulio e volevo tenerlo qui. La scrittura ĆØ stata una prima fondamentale elaborazione del lutto eĀ Smemorati per me ĆØ la piĆ¹ bella conclusione possibile del rapporto con mio padre, un rapporto che l'Alzheimer - anche questo sembrerĆ strano - ha rafforzato. Ć come se il Giulio fosse diventato un suono, per me unico, ma allo stesso tempo capace di arrivare ed emozionare tanti.
Questa storia ci ricorda quanto sia importante raccogliere memorie, ricordi, fare domande e ascoltare. Ogni volta che parlo nelle scuole dico ai ragazzi di ricordarsi che i loro nonni non saranno eterni, che non li devono dare per scontati, ma farsi raccontare le loro vite. Un patrimonio che capiranno nel tempo quanto sia prezioso. Ā«La cosa piĆ¹ bella ā conclude Anna Maria - me l'hanno detta i miei nipoti,Ā mi hanno ringraziato per avergli regalato per sempre la voce del nonno. Non ci avevo pensato, ma un podcast ĆØ anche questoĀ». | |
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