Fwd: šŸ“« Altre/Storie ā€“ 215. Non esistono cattivi ragazzi

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Iolanda D'Onofrio

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Jun 16, 2024, 6:06:29ā€ÆAMJun 16
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Da: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>
Oggetto: šŸ“« Altre/Storie ā€“ 215. Non esistono cattivi ragazzi
Data: 14 giugno 2024 alle ore 06:34:34 CEST
Rispondi a: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>

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ā€œCondanna il crimine, non il criminale.ā€


Mahatma Gandhi

14 giugno 2024
Le altre storie di oggi:
IL PODCASTĀ Ā·Ā Non esistono cattivi ragazziCā€™ĆØ un uomo che da anni accoglie i ragazzi che nessuno accetta, che nessuno vuole ma soprattutto che nessuno vuole vedere. Sono i ragazzi che spaventano le nostre cittĆ , quelli che vengono incasellati nella categoria delle Baby Gang. Quellā€™uomo si chiama Don Claudio Burgio e ha aperto una comunitĆ  che ĆØ un mondo incredibile, che ascolta e che prova a trovare strade e soluzioni che nessuno immagina. A quellā€™uomo e alla sua comunitĆ  ĆØ dedicato un podcast della giornalista Gabriella Simoni. Le ho chiesto di raccontarci questa storia.
IL PODCAST

Non esistono cattivi ragazzi

diĀ Gabriella Simoni*

Conosco don Claudio da tanti anni, da quando lui, per lasciare posto in comunitaĢ€ ad alcuni ragazzi, dormiva in un camper parcheggiato in strada fuori dalle due casette che erano la prima sede di Kayros. GiaĢ€ allora era uno dei pochi che si prendeva in casa i ragazzi rifiutati o fuggiti dalle altre realtaĢ€ cittadine, lo specchio di quello che la nostra societaĢ€ faceva e fa tuttora fatica a guardare in faccia etichettando centinaia di vite con un generico ā€œmicrocriminalitaĢ€ā€. O baby gang. Da allora non ci siamo piuĢ€ persi. O meglio ci siamo visti poco in alcuni periodi, piuĢ€ assiduamente in altri, scambiati rapidi messaggi mentre ero a seguire una delle tante guerre che racconto da ormai 30 anni con lā€™assicurazione che lui avrebbe pregato per me visto che io non lo faccio. Avendo conosciuto quelli della ā€œprima oraā€ sono sempre stata vista con un occhio di riguardo a Kayros. Anche percheĢ molti di quei ragazzi oggi fanno gli educatori. E noi ci siamo conosciuti quando erano sbandati e senza direzione. E sanno che non li ho mai giudicati, traditi, usati.
Don Claudio Ā©Kayros Music

PiuĢ€ di una volta mi sono chiesta, e lā€™ho domandato alĀ Don, come sviluppare tutto quel talento inespresso che ogni volta mi trovavo davanti se qualcuno mi apriva le porte di una vita breve e complicata. E mentre cercavo una risposta ho pensato che forse la cosa piuĢ€ importante era, intanto,Ā far capire che dentro quellā€™unicum definito delinquenza giovanile cā€™erano storie, dolori, lacrime, abbandoni, delusioni che si erano trasformate in rabbia, violenza, aggressivitaĢ€. Da liĢ€ ai reati la strada eĢ€ breve...brevissima. CosiĢ€ da anni invece di andare alla mensa aziendaleĀ preferisco mangiare con i ragazzi di Kayros. Dopo pranzo spesso mi fermo, rimango liĢ€ a osservarli, ascoltarli, percepire quei mari in tempesta che si agitano dentro di loro.

Mi siedo ai lati del campetto di calcio dove giocano a qualunque cosa, basket, tennis, ma anche dove si azzuffano e accennano tiri di boxe. E aspetto. Come nel cortile di un liceo, qualcuno passa e non ti guarda neanche, qualcun altro si ferma e ti mette alla prova, qualcuno infine inizia a raccontare la sua storia e, a quel punto, la prospettiva si ribalta.Ā Chi ti fa paura mostra le sue di paure. Chi sembra ed eĢ€ violento svela cicatrici spesso impossibili da guarire.Ā Chi ti guarda con sfida teme il giudizio del mondo esterno.

In uno di quei pomeriggi ancora caldi di inizio autunno ho pensato che un registratore audio avrebbe impattato meno sulle loro vite di una telecamera, che avrebbe consentito loro di aprirsi, di raccontarsi senza quella necessitaĢ€ di nascondere il volto - visto che sono minorenni o che hanno pene da scontare - che li rende criminali nellā€™immagine prima ancora che ti dicano cosa hanno combinato. Non chiedo mai percheĢ sei qui. Non allā€™inizio almeno. Ma non puoi avere uno schema.Ā Il rapporto con i ragazzi di Kayros eĢ€ fatto di intuito e sensibilitaĢ€. Devi sentirli, non pensare, e sapere quando, cosa, come chiedere. Oppure se tacere e aspettare. Solo chi decide di parlare ti diraĢ€ cose vere o almeno verosimili. Un minimo di adattamento della loro storia percheĢ diventi accettabile, prima di tutto ai loro occhi, la devi mettere in conto.

Il cartello presente allā€™ingresso della comunitĆ  Kayros Ā© Kayros Music

Dopo tanti anni non credevo che potessero ancora sorprendermi. E invece eĢ€ stato cosiĢ€. Ho cominciato ad essere piuĢ€ assidua, a far girare la voce che avremmo fatto un podcast e ogni voltaĀ cā€™era qualcuno in piuĢ€ pronto a parlare. Certo eĢ€ capitato anche di arrivare con una serie di appuntamenti (chiamiamoli cosiĢ€) e di trovare in comunitaĢ€ quellā€™aria sinistra che cā€™eĢ€ quando succede qualcosa che turba lā€™equilibrio. Un permesso revocato a qualcuno, un colloquio andato male, una fuga con guaio a seguire, una rivolta al Beccaria dove don Claudio eĢ€ cappellano.

Improvvisamente quellā€™aria ciarliera e giocosa del quartiere Kayros si trasformava in un pesante silenzio. Non cā€™era anima viva, tutti rintanati con le cuffie alle orecchie, nelle loro stanzette. Sperando di non essere toccati dallā€™onda anomala. Ad aspettare che passasse la burrasca.
E credetemi eĢ€ successo e succede spesso. Allora chiedevo conferma a quelli con cui ho piuĢ€ confidenza, con un semplice ā€œnon eĢ€ giornata, vero?ā€ Poi mi mettevo sul divano dentro se era troppo caldo o troppo freddo, sulle panchine fuori se le temperature erano gradevoli. Stavo un poā€™ liĢ€. Mi facevo gli affari miei. E alla fine tornavo via come ero arrivata.Ā Senza niente se non la certezza che il prete e i suoi fanno un lavoro inimmaginabile. Per recuperare, ascoltare, capire e cercare chiavi che anche quando sono giuste si rivelano alla fine non cosiĢ€ calibrate.
Ā 

Gabriella Simoni nel ritratto diĀ Federica Guni

CosiĢ€ giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, prima da sola, poi con Francesca e AuroraĀ ho raccolto le storie dei ragazzi di Kayros. E piuĢ€ ascoltavo piuĢ€ mi rendevo conto che il segreto di quel rapporto meraviglioso che da anni cā€™eĢ€ tra me e loro eĢ€ uno solo.Ā Nessun pregiudizio. Nessun giudizio. A dire il vero ogni volta che ascolto uno di loro penso ā€œpoteva succedere anche a meā€. I ragazzi di Kayros questo di me lo sanno e lo hanno sempre saputo. Una volta uno di loro mi ha detto ā€œanche tu sei un poā€™Ā narciĀ ziaā€. Credo di aver raramente ricevuto un complimento cosiĢ€ bello. PercheĢĀ significa che non mi sentono come un corpo estraneo, che non percepiscono distanza. Certo non sono una di loro e se lo pensassi sarei superficiale. Non avrei capito la profonditaĢ€ del disagio che li spacca in due.

Tutto questo mi ha consentito di mettermi nella stanzina che oggi non cā€™eĢ€ piuĢ€ tra il cibo per i gatti la macchinetta del caffeĢ€ e le scorte di acqua, accendere il registratoreĀ zoomĀ e parlare a ruota libera come si fa al bar, in un treno con qualcuno che non si incontreraĢ€ mai piuĢ€ o con il tuo migliore amico che non vedi da anni.Ā 

Il podcast ā€œQuei cattivi ragazziā€Ā scritto e narrato da Gabriella Simoni e realizzato da Chora Media con il contributo di Tutela Legale, una compagnia di assicurazioni che favorisce la tutela degli assicurati, diffondendo la cultura del diritto

Questo podcast eĢ€ il risultato di tutto questo. Messo in ordine da una redazione straordinaria, gli altri ragazzi, quelli di Chora, che con me hanno dipanato un filo troppo ingarbugliato percheĢ ci riuscissi da sola. Questo podcast non eĢ€ solo il racconto dei ragazzi che sfasciano, spaccano, rubano e rapinano:Ā eĢ€ un viaggio nellā€™anima di una generazione che non ha definizioni percheĢ non ha radici se non in mille diversi Paesi del mondo e in centinaia di periferie al limite, in cui non si riconoscono piuĢ€. Eppure sono la miscela necessaria per mettere le basi a un futuro senza confini.

Non possiamo piuĢ€ permetterci di ghettizzare e mettere barriere, possiamo solo costruire ponti, disegnare parabole che uniscono vite parallele che altrimenti non si incontreranno mai.
Quando entri a Kayros passi sotto un cartello con una scritta: ā€œNon esistono ragazzi cattiviā€. Partiamo da liĢ€ e ascoltiamoli ā€œquei cattivi ragazziā€.Ā Quello che hanno da dire non giustifica, ma spiega.


*Gabriella Simoni nasce a Firenze. Frequenta scienze politiche. Si innamora del giornalismo dopo aver abbandonato l'idea di diventare antropologa. Lavora in nero per sette anni finchĆ© non approda a Mediaset. Con la Guerra del Golfo e lā€™inizio delle trasmissioni in diretta inizia a occuparsi di conflitti. Era il 1991. Non ha ancora smesso. Quando non ĆØ in trasferta si occupa di carcere, periferie e storie al limite.

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