Inizio messaggio inoltrato:Da: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>Oggetto: š« Altre/Storie ā 200. Non ĆØ vero ma quasiData: 1 marzo 2024 alle ore 06:29:52 CETA: <iole.d...@gmail.com>Rispondi a: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>
āVoglio fare qualcosa per altre persone usando il giornalismo.ā
Anna Politkovskaja
1 marzo 2024 Le altre storie di oggi:LA STORIAĀ Ā·Ā Non ĆØ vero ma quasiQuattro anni fa nel dare vita a Altre/Storie avevo in mente un luogo dove poter coltivare il tempo lento. Uno spazio che mi permettesse di raccontare la vita delle persone in modo autentico e approfondito, andando oltre la narrazione mordi e fuggi che, purtroppo, caratterizza il mondo dellāinformazione. In questi quattro anni, in cui Altre/Storie ĆØ diventata anche una serie podcast, non ho mai smesso di interrogarmi sul ruolo e sul futuro dei giornali e dei siti di informazione, cercando di immaginare nuove strade per sanare la profonda crisi che stanno vivendo. Al festival di Chora ne ho discusso con il direttore de Il Post Luca Sofri, vi racconto il nostro incontro che potete ascoltare anche nellāultima puntata del mio podcastLA MOSTRAĀ Ā·Ā Storie di uomini, donne, montagne, mareA CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia a Torino fino al 14 aprile si svolge la mostra āMichele Pellegrino. Fotografie 1967-2023ā. Cinquanta immagini attraverso cui ĆØ possibile scoprire la passione di Michele Pellegrino per la sua terra e la fotografia. Vi consiglio di visitarla
LA STORIANon ĆØ vero ma quasi
diĀ Mario Calabresi Altre/Storie ha compiuto quattro anni. Ć nata nel febbraio del 2020, alla vigilia dellāinizio della pandemia, e giĆ alla terza uscita eravamo chiusi in casa a osservare il mondo dalla finestra. Con questa newsletter ho cominciato allora a raccontare le storie con un punto di vista diverso: concentrandomi sulle persone, sulle vite e sfuggendo alla dittatura della cronaca che salta freneticamente da una storia allāaltra. Il titolo lāavevo scelto convinto che ci fossero āAltre storie da raccontareā, convinto che ne valesse la pena. Questa che leggete ĆØ la newsletter numero 200 (senza contare tutte quelle speciali che uscirono durante il primo lockdown) e non mi sono mai pentito di essermi imbarcato per questa avventura che si svolge allāalba ogni mercoledƬ e giovedƬ. La prima newsletterĀ Altre/Storie del 21 febbraio 2020 con l'illustrazione di Marta SignoriQuesta newsletter ĆØ figlia di anni di riflessioni sul mondo dellāinformazione, sui difetti che ho sempre cercato di combattere, primi tra molti il sensazionalismo e lāapprossimazione. CosƬ questo spazio ĆØ stato pensato perĀ accogliere racconti autentici, curati e approfonditi, che non pagassero il prezzo dellāansia e della fretta ma si prendessero il tempo necessario per essere cercati, scritti e letti.
Tre anni fa Altre/Storie ĆØ diventato anche un podcastĀ (senza una cadenza fissa) che vuole dare voce e far ascoltare la voce di questi racconti e cheĀ mi ha regalato incontri meravigliosiĀ (penso con molto affetto alla puntata con il partigiano Piero Corte che oggi non cāĆØ piĆ¹ e cheĀ potete ascoltare qui).
La forza del podcast ĆØ lāintimitĆ che restituisce, la calma con cui si possono raccontare le persone e la profonditĆ che si raggiunge nel dialogo. Mi sono talmente innamorato di questo mezzo da aver dedicato questi ultimi tre anni a Chora Media, casa editrice di podcast che ho contribuito a fondare e oggi dirigo.
āLāultima puntata del podcast Altre/Storie registrata durante il mio incontro con Luca Sofri al festival Chora Volume 1, che si ĆØ tenuto a Milano dal 16 al 18 febbraio 2024, e che poteteĀ ascoltare quiIn questo tempo perĆ²Ā non ho mai smesso di interrogarmi, ogni giorno, sul presente e sul futuro del mondo dellāinformazione, non senza preoccupazione. Ć un mondo attraversato da una profonda crisi, messo continuamente in discussione e sotto accusa, che prova a trovare nuove strade.
Al Festival di ChoraĀ (che si ĆØ tenuto al Conservatorio di Milano il 16-17-18 febbraio)Ā ho discusso dello stato di salute dei giornaliĀ e dei siti di informazione insieme al direttore deĀ Il PostĀ Luca Sofri. Luca ha una newsletter settimanale che si chiama āCharlieā (esce ogni domenica mattina) e il cui sottotitolo recita: āUna newsletter sul dannato futuro dei giornaliā.
Ci siamo confrontati su tre temi che mi stanno particolarmente a cuoreĀ e la nostra chiacchierata (in edizione ridotta)Ā la potete ascoltare in questa nuova puntata del podcast.
Il primo tema che a me colpisce tantissimo ĆØĀ la confusione tra il vero e il verosimile: viviamo in un tempo in cui il verosimile se soddisfa una serie di bisogni e domande ĆØ acriticamente preferito al vero. CosƬĀ si ripetono storie che creano scalpore, indignazione e scandaloĀ ma che in breve tempo si rivelano inconsistenti e spesso non vere.
āInsieme a Luca Sofri durante lāincontro al festival Chora Volume 1CāĆØ poi il prevalere della pancia sul cervello, la vittoria di ciĆ² che provoca indignazione e di fronte a questo diventa impossibile ragionare,Ā provare a capire o a leggere il contesto in cui accadono le cose.
Infine,Ā cāĆØ il tema per me piĆ¹ preoccupante, quello che sta avvelenando il dibattito pubblico italiano: la cronaca nera. Oggi qualunque sito, programma televisivo, telegiornale e spazio social ĆØĀ invaso di cronaca nera. In certe giornate sono arrivato a contare anche 14 titoli di seguito di cronaca di omicidi, incidenti, disastri. Questa deriva mi preoccupa tantissimo perchĆ©Ā sta completamente cambiando la percezione della nostra vitaĀ e perchĆ© sta avvelenando il dibattito pubblico.
ā
āDi questo abbiamo parlato con Luca Sofri e di questo tornerĆ² a parlare qui, convinto come sono cheĀ la qualitĆ di una societĆ e di una democrazia sono intimamente legate alla qualitĆ della sua informazione.
LA MOSTRAStorie di uomini, donne, montagne, mare
Michele Pellegrino ĆØ il fotografo della fatica, del silenzio e delle nuvole. Michele Pellegrino ĆØ il fotografo della montagna e delle sue genti. Ā«Il mio tempo sta finendo ma anche quello dei paesaggi che ho conosciuto. Mi ricordo che andavo in montagna e cāera tanta di quella neve che ci si perdeva dentro, oggi ĆØ pochissima e dāestate ĆØ una pietraia che frana. Non riconosco piĆ¹ il paesaggio con cui sono cresciutoĀ». In questāepoca in cui domina lāattimo presente, Michele segue il passo con cui ha camminato tutta la vita: non ha fretta, non corre, non insegue lāistante che un secondo dopo ĆØ giĆ dimenticato. E in questa pazienza, in questa attesa, in questo mistero si puĆ² ancora trovare ā direbbe il poeta Franco Arminio ā il senso del sacro. Insieme a Michele PellegrinoĀLa prima volta che ho incontratoĀ Michele PellegrinoĀ era la vigilia del suo 89esimo compleanno, un sabato mattina.Ā Era contento di raccontare la sua storiaĀ ma un poā dispiaciuto perchĆ© quello solitamente ĆØ il giorno in cui fa il pane.Ā Lāho ascoltato per quasi tre ore e mi ha trasmesso cosƬ tanta passioneĀ che salutandolo ho pensato che con la sua energia potrebbe accendere le luci di tutto il paese. Ho raccontato il nostro incontro su questa newsletter (la trovate qui).
Michele ĆØ convinto cheĀ la fotografia debba far vedere le cose che in genere nessuno guarda, deve spostare lo sguardo. E poi deve raccontare. Ā«Una bella foto la puĆ² fare chiunque ma la differenza ĆØ mettere un poā di foto insieme cheĀ raccontino una storia, che illuminino una vicenda umana. Ho lavorato piĆ¹ di otto anni per fare le clausure, suore, frati, eremiti, un lavoro unico e difficilissimo. Unāesperienza totale.Ā Ho conosciuto di tuttoĀ e ho perso la fedeĀ».
āĀ© Michele PellegrinoIn questi mesi a Torino, fino al 14 aprile,Ā CAMERA - Centro Italiano per la Fotografiarende omaggio alla fotografia di Michele Pellegrino attraverso una mostra antologica di cinquanta immagini che raccontano la passione e lāamore di Michele per la sua terra e la fotografia. Se ne avete modo e tempo vi consiglio di visitarla.
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