Inizio messaggio inoltrato:Da: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>Oggetto: š« Altre/Storie ā 208. Caro Aldo, caro PietroData: 26 aprile 2024 alle ore 06:29:45 CESTA: <iole.d...@gmail.com>Rispondi a: Mario Calabresi <altre...@mariocalabresi.com>
āIl test di una buona lettera ĆØ molto semplice. Se sembra di sentire l'altra persona parlare mentre si legge, ĆØ una buona lettera.ā
Arthur Christopher Benson
26 aprile 2024 Le altre storie di oggi:IL LIBROĀ Ā·Ā Caro Aldo, caro PietroUn libro racconta il dialogo a distanza, attraverso lettere e biglietti, tra Aldo Moro e Pietro Nenni, avversari politici che trovarono il coraggio di lavorare insieme e non smisero mai di parlarsi e di dimostrarsi vicinanza anche sulle questioni piĆ¹ private. Uno scambio, il loro, che cambierĆ profondamente lāItalia. E che in tempi di insulti su X ci sembra impensabileĀ
IL LIBROCaro Aldo, caro Pietro
diĀ Mario Calabresi Immaginate Matteo Salvini e Giorgia Meloni scambiarsi lettere in cui discutono le loro idee sul futuro del Paese, immaginate Elly Schlein e Giuseppe Conte mandarsi biglietti per trovare una posizione comune sulle alleanze elettorali, immaginate Matteo Renzi e Carlo Calenda spedirsi cartoline di auguri. E fare tutto questo riservatamente, in silenzio, senza darne immediata visibilitĆ sui social o in un video. Se non riuscite ad immaginarlo, vi capisco. Ma ĆØ esistito un tempo in cui alcuni avversari politici si parlavano, si rispettavano e, se possibile, cercavano punti di contatto, anche quando avevano storie, appartenenze e convinzioni molto distanti. Una lettera riservata di Pietro Nenni a Aldo Moro del 17 agosto 1965.
Ā© Fondazione Pietro NenniĆ uscito in questi giorni un libro che contiene il carteggio, in gran parte inedito, tra il leader democristianoĀ Aldo MoroĀ e quello socialistaĀ Pietro Nenni. Sono oltre 300 tra lettere, bigliettini e telegrammi che giacevano da tempo in vari archivi e che un lavoro di scavo e di ricerca ha riportato alla luce. Ć emersa soprattutto unaĀ corrispondenza intima e privata, in cui i due affrontano temi politici epocali, come la scuola, le disuguaglianze, il divorzio, la guerra, ma anche problemi personali e familiari.
In un momento storico in cui nulla ĆØ privato, in cui ogni cosa ĆØ utilizzata in tempo reale per farne propaganda,Ā quello scambio, durato ventāanni, ĆØ sorprendente. Per i toni, per la profonditĆ e per la civiltĆ delle forme. E poi perchĆ© lo possiamo leggere mezzo secolo dopo:Ā cosa resterĆ della politica di oggi, in cui gli scambi sono fatti per WhatsApp o su X?
Il primo scambio di messaggi, del 1957, fu strettamente personale: la morte del padre di Moro da un lato e lāincidente che aveva procurato a Nenni la frattura di una gamba, dallāaltro. I due, che avevano quasi 25 anni di differenza dāetĆ , si davano rigorosamente del āleiā eĀ il rapporto era molto formale ma poi con il tempo e con lāassiduitĆ le cose si sarebbero sciolte.
SarĆ Nenni a fare il primo passo e a chiedere, nellāottobre del 1962, di passare dal āleiā al ātuā e nel settembre 1965, si arriverĆ anche a un primo biglietto affettuoso di Nenni: Ā«Auguri, caro Moro, per il tuo compleanno. 49 anni! Un sogno per meĀ».
Uno degli esempi piĆ¹ interessanti diĀ cosa significhi un rapporto cordiale anche nelle differenzeĀ ce lo mostra un biglietto di Moro che si rivolge a Nenni con garbo anche se ĆØ irritatissimo con i socialisti sul caso della Zanzara, il giornale del Liceo Parini di Milano che nel 1966 aveva pubblicato i risultati di unāinchiesta sui comportamenti sessuali degli studenti. Moro scrive risentito: Ā«Consentimi, con amichevole franchezza, di dirti che ha destato in me qualche disagio la tua presa di posizione sulla polemica del giornaletto milanese...Ā», ma poi conclude: Ā«Desidero assicurarti che ci consulteremo con te, prima di assumere un atteggiamento proprio del governo nel suo insieme. Con tanta cordialitĆ tuo Aldo MoroĀ».
Il libro che raccoglie tutte queste carte si intitola āIl carteggio ritrovato (1957-1978)ā ā Arcadia Edizioni ā ed ĆØ curato da Antonio Tedesco (direttore scientifico della Fondazione Nenni) e dallo storico Renato Moro, nipote dello statista DC, con due prefazioni scritte dai giornalisti Fabio Martini e Marco Damilano.Pietro Nenni e Aldo MoroĀCome viene ben spiegato nel testo introduttivo di Renato Moro, il primo grande motivo di interesse della pubblicazione di questo carteggio, al di lĆ del tema āantropologicoā dei rapporti politici, ĆØ diĀ mostrare il contributo fondamentale che il centro-sinistra diede alla modernizzazione del Paese. La collaborazione tra forze politiche diverse e lontane, come la Dc e il Psi, diede vita ad una serie di governi (guidati da Amintore Fanfani prima e Moro poi) negli Anni Sessanta che furono capaci di cambiare la faccia dellāItalia. Questo ci mostra che al di lĆ delle forme, la sostanza ĆØ che unaĀ politica capace di analizzare la situazione del Paese, di costruire progetti e di prendere decisioni di lunga visioneĀ puĆ² fare la differenza. Prendo dal libro alcuni dati che lo dimostrano: la percentuale di italiani poveri passĆ² dal 20 al 3,6%; il reddito medio si moltiplicĆ² 4 volte; la speranza di vita alla nascita salƬ da 65 a 72 anni e il tasso di analfabetismo crollĆ² dal 14 al 6%.
Il cantiere politico e sociale aperto allāinizio degli Anni Sessanta porterĆ in un decennio aĀ cambiamenti epocali che nemmeno riusciamo ad immaginare: dallāapprovazione della legge sulla giusta causa di licenziamento allāobbligo per gli ospedali di ricoverare chiunque abbia necessitĆ di cure urgenti (non era cosƬ fino al 1968!), dallo Statuto dei lavoratori alla pensione sociale, dal diritto di famiglia al Sistema Sanitario Nazionale fino allāistituzione delle Regioni con poteri decisionali. Venne istituita la Commissione Antimafia e, nel 1963, venne scritto per legge: Ā«La donna puĆ² accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la MagistraturaĀ».Una lettera di Aldo Moro a Pietro Nenni del 14 ottobre 1965.
Ā© Fondazione Pietro NenniUna lettera di Aldo Moro a Pietro Nenni del febbraio 1968.
Ā© Fondazione Pietro NenniLāattivitĆ di governo si basava anche sulla fiducia e sulla riservatezza, come ci mostra questa lettera del 18 novembre 1965, dettata dallāurgenza di affrontare il terrorismo sudtirolese che mirava a staccare lāAlto Adige dallāItalia, riportandolo sotto lāAustria e che tra il 1956 al 1967 fece oltre 300 attentati, provocando ben 17 vittime.
āCaro Nenni,
ti prego di voler partecipare lunedƬ 22 alle ore 10, a Palazzo Chigi, ad una riunione ristretta e riservata, per esaminare la questione dellāAlto Adige, in vista di un prossimo incontro segreto, che avrĆ luogo prossimamente tra diplomatici italiani e austriaci (ā¦) Ti raccomando vivamente di osservare la piĆ¹ grande riservatezza sia sulla riunione sia sul materiale messo a tua disposizione.
Credimi,
Aldo Moroā
I due si rispettano sempreĀ e, anche nel caso di dissensi, riescono alla fine a capirsi. Di fronte a una lettera di protesta di Nenni per unāesclusione da un incontro internazionale, Moro replica pregando Nenni Ā«di voler accettare queste considerazioni come un amichevole contributo per la elaborazione di una linea comuneĀ». E Nenni, onestamente, ammette due giorni dopo essersi trattato di Ā«un equivoco o, se Moro preferiva, di un suo errore di interpretazioneĀ» di quanto gli era stato detto.
Un ulteriore momento di avvicinamento ĆØ la vicenda della malattia della moglie di Nenni,Ā alla quale Moro partecipĆ² con molto affetto. Quando, nel 1966, la signora Carmen morirĆ , Moro, appena ricevuta la notizia, si recherĆ immediatamente, la mattina presto, a casa di Nenni, per esprimergli tutta la sua vicinanza personale, per poi tornarvi in serata, accompagnato dalla moglie. Nenni lo ringrazierĆ , poi, per la visita alla tomba della moglie: Ā«Ć una piaga la mia che continua e continuerĆ a sanguinare finchĆ© nella tomba raggiungerĆ² la compagna della mia vitaĀ».
I due si scambiavano anche regali e libri eĀ gli ultimi documenti sono quelli relativi al rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Il 16 marzo 1978 lāanziano leader socialista manda un telegramma alla moglie del leader democristiano: Ā«Sono con lei e con la sua famiglia et con Aldo Moro nellāangoscia et nellāattesaĀ». Il 28 marzo Nenni annota sul suo diario: Ā«Sono affranto per la sorte di MoroĀ». Il 30 marzo: Ā«Non so pensare ad altroĀ». Dopo il ritrovamento del corpo di Moro, assassinato il 9 maggio, il vecchissimo Nenni scrive nel suo diario: Ā«I nostri rapporti furono cordiali e lealiĀ», Ā«abbiamo avuto molti dissensi e nessuno scontroĀ». E su Moro: Ā«Era di una grande lealtĆ Ā», Ā«per lui lāapertura a sinistra era un fattore fondamentale per la societĆ italiana e non un miserabile espediente come per tanti altriĀ», concludendo con una profezia: Ā«La perdita si farĆ sentire a lungoĀ».Il libro āIl carteggio ritrovatoā, edito da Arcadia Edizioni, curato da Antonio Tedesco (direttore scientifico della Fondazione Nenni) e dallo storico Renato Moro, nipote dello statista DC, con due prefazioni scritte dai giornalisti Fabio Martini e Marco DamilanoPer capire di che uomini parliamo, riporto qui una testimonianza illuminante del giornalista e scrittore Stefano Godano:
Ā«Il 2 dicembre 1973 ĆØ la prima domenica di AusteritĆ varata dal governo di centro-sinistra capeggiato da Mariano Rumor con Aldo Moro Ministro degli Esteri. I provvedimenti di blocco totale delle macchine nei giorni festivi, la chiusura dei negozi alle 18.30 e dei cinema alle 23.00, lāanticipo alle 20.00 del TG1 erano stati presi in seguito alla guerra del Kippur, scoppiata nellāottobre del 1973, guerra che aveva provocato un fortissimo aumento del costo del petrolio, determinato anche dalla chiusura del canale di Suez. Quello stesso giorno a Roma, a piazza Cavour, allāinterno del cinema Adriano, si svolgeva la prima importante manifestazione per il divorzio e un gruppo di giovani, allāesterno, faceva volantinaggio e raccoglieva delle firme per il ritiro delle basi militari americane e sovietiche nel Mediterraneo.
Allāuscita del cinema Adriano scorgemmo Aldo Moro che camminava completamente da solo nella piazza verso il capolinea dellāautobus. Era vero che il blocco era molto rigido, ma vedere un Ministro salire sullāautobus oggi ci appare qualcosa di inverosimile. E non finisce qui: mio fratello Marco e io decidemmo allāistante di raggiungerlo e salimmo anche noi su quel bus, consegnandogli il volantino antimilitarista. Moro lo prese in mano, lo lesse con molta serietĆ e da lƬ partƬ un dialogo serrato fatto di domande, di riflessioni, di curiositĆ , di simpatie reciproche che non potremmo mai dimenticare.
Tutto durĆ² almeno mezzāora e credo che questo piccolo episodio dimostri chi era Moro, quale attenzione avesse per il pensiero degli altri, quale attenzione avesse per i giovani ā anche di fronte alle loro intransigenti posizioni ā, quale attenzione politica, ma soprattutto umana, per i suoi referenti, spesso rivali nella vita politica italiana. Ma soprattutto dimostra quanto enorme fosse la sua semplicitĆ e la volontĆ di dare lāesempio di una cittadinanza piena e senza sconti per nessunoĀ».
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