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Strapuntino (ah ah ah!) L'intero libro

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Patrizio Marozzi

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Oct 24, 2004, 1:27:56 AM10/24/04
to

Strapuntino (ah ah ah!)
Di Patrizio Marozzi

premessa

Questo libro iniziato mercoledì 24 marzo 2004 alle ore 16.20 si conclude
oggi 30 ottobre 2004 con l'invio per la sua lettura completa in tutti i news
groups su cui ho scritto per la sua realizzazione, in esso vi sono aggiunte
tre mail inedite. Per la sua versione integrale, integra faccio riferimento
a quella direttamente inviata da me, o incisa su cd rom, nella sua forma
originale inalterabile e quella da me stampata su carta.
news groups:
it.cultura,
it.cultura.libri,it.discussioni.giustizia,it.economia,it.istruzioni.scuola,i
t.arti.varie,it.arti.scrivere,it.arti.cinema,it.annunci.varie,fr.rec.bibliop
hilie,fr.rec.arts.theatre,es.soc.cultura.teatro,de.soc.handicap,Chinese.talk
.politics,it.media.tv,chile.cine,can.arts.sf,alt.politics,alt.peace,alt.movi
es.david-lynch,alt.mexico,it.discussioni.pena-di-morte
alt.jornalism,alt.jornalism.criticism,alt.books.bukowski,alt.books.Dylan-tho
mas,it.notizie,it.politica,it.spettacolo,japan.lang.latina,pl.rec.film,rec.a
rts.ascii,sdnet.theatre,uk.announce.events,uk.culture.arts.theatre,uk.educat
ion.schools.it,uk.finance,uk.politics,uk.politics.economics,uk.politics.elec
toral,alt.business,alt.cult-movies,alt.culture,alt.culture.African.America.a
rts,alt.fan.noam-chomsky,alt.fan.patty-smith,alt.Japanese

Chiunque ritenesse di intervenire sappia che io non risponderò a nessuno
argomento che riguarda quanto qui io ho scritto.

Caro Papa, e Mondadori

Faccio un breve cenno, scritto, al fatto che il Papa ha deciso di pubblicare
il suo ultimo libro per la mondatori. Che io abbia l'opinione che le case
editrici italiane siano piene di ignoranti, tutti ben qualificati, credo non
interessi. Ma che il Papa abbia ceduto al qualunquismo del consenso
culturale con il quale viene gestita l'editoria Italiana e la cultura tutta
che è per lo più elusivamente ed esclusivamente delegate appunto al fine del
"consenso". Mi fa ancor di più ritenere che la "qualità artistica" è viepiù
in ambito altro rispetto all'appagamento con cui il consenso è costruito. E
mi chiedo Caro Papa, dopo avere letto e visto come lei ha voluto
confrontarsi con Michelangelo, cosa ardua per moltissimi, [Non chiederlo ai
contemporanei, ma chiedi a Michelangelo,
(o forse anche ai presenti!?).
Chiedi alla Sistina.
Così tanto raccontano queste mura!]
Tanta chiarezza contemporanea merita la classicità. E allora che senso ha in
un'epoca referenziale al consenso, come questa, che il Papa finisca con una
sua opera nelle maglie dell'azienda pubblicitaria di Berlusconi. Ma lo sa
che io neanche "mi pagassero" ci pubblicherei, e semplicemente per il fatto
ch' è il modo più elementare per separare l'Arte dalle tecniche del
consenso, che vogliono omologare; di questi tempi è quasi impossibile
pubblicare in Italia. (chi sa leggere in Italia.?) E allora per la
distribuzione non credo abbia problemi, o crede anche lei con me che ci
siano troppo "capre" in chiesa la domenica, non credo. E allora ripeto, che
l'artista, specialmente nella condizione del Papa, che non ha certo bisogno
di fare degli spot pubblicitari per divulgare una sua opera, non cada nell'
illusione che chi pensa non sappia dove trovarlo, e si dimostri creatore in
quanto artista, rompa la logica del consenso bieco e frivolo, lei che può,
magari si faccia stampare il libro da una tipografia sconosciuta, e lo
distribuisca senza magari nessuna casa editrice impressa sulla copertina.
"Sappia che io non la leggerò in mondadori, perché "la libertà" sceglie."


Liberta per l'individuo. Irak, subito libero, responsabile e pacificato.

È da chiedersi dove conduce l'imbecillità emotiva, a cui tutti vogliono
concorrere per essere i più bravi. In fondo è una delle cose più libere e
spontanee del nostro pianeta. Dire spontanee in effetti, è un imbecillità
quanto l'imbecillità emotiva. In effetti è un gioco senza fine del io
stimolo e tu mi rispondi, così io mi sento stimolato e ti ristimolo. Durante
i periodi più "neri in cui le orde facevano "uno sorta di stimolo su chi è
che si ammazza di più, l'uno con l'altro, sono stati interpretati come un
ottundimento dei sensi, che in effetti è più un ottundimento della coscienza
e del pensiero. La qual cosa poco originale che accade a forza di reagire
alle emozioni più banali e superficiali, è una gara con se stessi che fa
dello stimolo emotivo l'unica cosa su cui stabilire la propria emotività,
una sorta di imbecillità emotiva studiata contro se stessi in ragione dell'
imbecillità emotiva con cui si è stati stimolati. Tanto che ad un certo
punto non c'è verso, di riuscire a capire e ragionare se non in conseguenza
dell'appagamento stimolatorio. Il grado più realistico dell'imbecillità
emotiva si raggiunge con l'uso delle armi, in ragione dello stimolo che
dalle armi stesse o per mezzo di esse si riceve. Ora trasversalmente sembra
che l'imbecillità emotiva stia propagando ovunque sul pianeta e l'unica cosa
che resta da fare per costoro, è fare a gara per vedere chi è più imbecille
in tutti sensi, tanto da non capire che si è di danno non solo per se
stessi, ma anche deleteri per il pensiero in generale in una sorta di
ricerca di potere a chi fa provare lo stimolo più forte, che però
stranamente è legato alla follia del generare il trauma, in base a questa
assurda percezione del mondo, si pensa si producano dei pensieri. In effetti
è proprio qui l'assurdo dell'imbecillità emotiva, che l'evento traumatico è
l'unica percezione dell'esistenza concreta del pensiero, che si rappresenta
in quel che si prova. Sarà per le tecniche di manipolazione della coscienza
del liberismo psico economico, ma di certo non è nell'effetto che produce lo
stimolo emotivizzato, l'unica rappresentazione della realtà del pensiero, e
in maggior ragione la sua efficacia sulla coscienza, e dignità della realtà,
e qualità dell'espressione dell'intelligenza della persona. Ora non è una
scoperta che quelle persone che ancora riescono a produrre una propria
realtà psico emotiva, di coscienza intelligente, si trovino a realizzare la
possibilità di relazione, in un ambito dove c'è una competizione su chi
strumentalizza chi, per essere emotivamente mobbizatori appagati quanto
mobbizzati. Ma quel che mi fa fingere di stupirmi, - alla mia mente
intelligente - è il fatto che per qualsivoglia pressione di imbecillità
emotiva, l'unica risposta ad essa è cercare di strumentalizzare gli altri
per la loro imbecillità emotiva, perdendo il confronto con se stessi, e di
quanto ci si sia strumentalizzati, da essere diventati degli imbecilli
emotivi che usano le tecniche dell'imbecillità emotiva. Pari pari a quelle a
cui si oppongono. Finendo per chiudersi in qualcosa che svilisce la dignità
umana, sotto una percezione emotiva traumatica che ottunde i sensi e la
coscienza per essere stimolati a ciò che da potere, e da cui è rischio non
si riesca ad elevarsi ed affrancasi per tornare a pensare liberamente,
quanto concretamente nelle possibilità creatrici della coscienza, che si
affranca dalla morte per la vita e per avere il massimo da essa. I valori
universali che sono patrimonio e realtà di ogni essere umano in qual si
voglia parte del mondo si trovi, fanno sì che la libertà sia una ricerca
comune di qualità che va dal singolo individuo, per estendersi alla sua
molteplice partecipazione; il processo inverso va quasi sempre per gradi di
affermazione, per effetto del consenso, tramite, appunto i gradi di
imbecillità emotiva. Ora il gioco del tutto è superficiale per quanto non
possa sembrare dalla diversità dei patimenti che i singoli individui possono
patire, è in effetti qualcosa di trasversale. Se in effetti i problemi dei
ricchi sono qualcosa di difficilmente superabile in noia, il modo di
affrontare i problemi degli altri non è detto che sia sovente intelligente,
ma l'espressione della dignità della propria libertà e coscienza in essere
qualifica il grado di intelligenza, al di là dell'immediatezza dell'
imbecillità emotiva. Ora facendo un abuso sull'individuo che in effetti
governa il potere spesso per mezzo della sua ricchezza, non è difficile per
nessuno riscontrarvi un sorta di imbecillità emotiva, che nel suo profondo
stato di immaturità non può far altro che compensare per mezzo di altro
potere denaro e consenso. E questa è una verità che si esprime in tutto l'
arco in cui le persone si strutturano in questo modo, se perdessero ciò
sarebbero svuotate, è difficile che riescano a scegliere o essere veramente
libere, ma onestamente è pieno di emuli emotivi, che non fanno che cercare
ciò, più che la loro persona e la libertà di esistere. Al di là di ogni
grado del potere, o per esso degrado. Quando l'essere umano sia lontano dall
'affrancarsi dal non saper scegliere se essere Caino o Abele, conseguenza
del proprio stato emotivo o artefice, in ragione solo di se stesso che non
conosce tutto della propria coscienza, è incerto. E allora per quelle
persone che cercano la propria dignità anche nell'espressione dell'altro, c'
è da faticare in tutto il mondo, con tutti questi che vogliono per se stessi
e per gli altri il potere dell'imbecillità emotiva, per tutti gli immaturi
che nel loro ottundimento confondono nella paura la vita e la morte, la
gioia e l'emozioni, la coscienza e l'intelligenza, il peccato con il
perdono, il non uccidere con l'uccidere. Concludo questa mia che se non si è
capito è anche riflessione del non uso dell'informazione e cultura che si fa
anche in tv. Con un richiamo, ad un Irak di tutti gli irakeni, unito, oltre
che libero di esprimere la sua dignità, nella qualità della vita, senza la
violenza, e nella dignità del non uccidere. E su tale argomento è l'ultima
volta che mi leggerete in questo forum, al di là delle non citate demenze
della tv. Libertà per ogni individuo di buona volontà e che possa
condividere tale essere, nella cultura così espressa.


Concorso "contenuto" 2004

Concorso "contenuto"
di
Patrizio Marozzi

Concorso per opere di "Video Arte - sperimentazione cinematografica"
Non a scopo di lucro e senza pubblicità, di alcun genere.
L'opera/e scelta dall'autore è da inviarsi per mezzo raccomandata all'
indirizzo:

Patrizio Marozzi
Via IV Novembre, 19
63037 Porto D'Ascoli A.P. (Italia)

entro il 30 ottobre in formato nastro VHS o DVD. (non restituibili)
Il risultato delle opere più apprezzate - in ipotesi di tre - sarà
comunicato agli interessati, quanto prima, in forma scritta, che nell'
opinione sulla loro opera saranno esplicitamente riconosciuti come vincitori
di un euro simbolico.

e-Mail Concorso....@tele2.it o patrizio...@tele2.it


Pièce colpo di teatro 29/06/04 ?(anche in Cervantes)?

. a tutti gli stupidi che hanno dato vanto a se stessi della stupidita di
chi non lo è, se ancor più stupidi ora accusano chi non lo è di non esserlo
stato, e di non esserlo per confermar ciò che essi credevano di se stessi. A
costoro e a coloro che sono andati nei fatti degli altri, né volessero dei
loro fatti, e gli altri ne sapessero. A tutti i veri autistici che
comunicano nel mondo virtuale senza identità vera, né falsa. A tutti gli
intelligenti che se la prendono con se stessi per non aver capito, al
contrario degli stupidi.
A tutti i falsi i bugiardi, i fedifraghi, a tutti quelli che sono in ragione
di non minimo di due e che non sono mai stati uno. A tutte le associazioni,
consociazioni, che si distinguono per il grado di sopruso associativo che
esprimono sulla libertà del singolo, a tutte queste Chat "in certa identità"
. A tutti gli "studenti" che non sanno cosa significa capire, e alla loro
stupidità, che non rinunciano a farsi premiare in un modo o nell'altro, per
un giorno o per tutta la vita. A tutti quelli che dicono di sapere qualcosa
senza volere sapere che quel che sanno lo sanno perché ripetono se stessi a
nome di qualcun altro, pretendendo di sapere quello che non hanno mai fatto
e che non sanno dire, per dire quel che gli altri fanno, proprio mentre gli
altri lo fanno, e loro dicono come farlo senza farlo, senza soluzione. A
tutti gli impossibili che vivono di mobbing e appagamento, che non sanno
rinunciare a muoversi senza pensare e a pensare senza capire perché si
muovono. A tutta questa falsa immagine, falso teatro dell'associazione per
la dimostrazione della "stupidità di esistere, di essere più di uno e per
questo contare di più, più arte".
Annuncio che in un frammento di tempo di un giorno di Maggio c'è stato l'
evento dell'esposizione di una fotografia dell'investimento di un topo, con
la soprascritta Because. La scena teatrale si è svolta sulla porta in via IV
Novembre 21, 63037 Porto D'Ascoli A.P. Italia senza preavviso. Si sono avute
nel mese di Giugno alcune pièce all'interno dietro tale porta, anch'esse in
un tempo non programmato, della giornata. Chiunque ha preso parte alla pièce
avuta all'esterno, ne ha preso visione casualmente.
Pertanto per ovvia conseguenza dell'immagine la rappresentazione, non è
stata possibile per altri di chi la rappresentata e per chi casualmente la
recepita. "Dato la non programmabilità dell'evento", si ritiene impossibile
la partecipazione programmata alla pièce." Il vuoto di ogni forma
consociativa associativa di partecipazione, di ogni forma costruita con
denominazione di ambiente artistico, informativo, e derivato da ciò
culturale, non ha avuto il significato, il significato di rappresentarsi all
'interno del contenuto artistico, della pièce, per l'unicità dell'evento, e
della sua immagine. Che può essere percepita come può esserlo la
collocazione della propria coscienza - della pièce per cui non è stato
possibile partecipare -
Cordialmente
L'attore, autore, regista della pièce, Patrizio Marozzi


In linea di senso dell'essere "diciamo intellettuale", in Italia ci sono
stati Dante Alighieri, Leonardo Da Vinci, Giacomo Leopardi, E Pier Paolo
Pasolini. Ora sembra chiaro ed evidente che le Possibilità di studio, e
metodo usate che so, da Leopardi, siano alla portata di tutti - insomma
tutt'altro che proibitive - per gli italiani, anzi esse si sono di gran
lunga accresciute, con le possibilità, diciamo della modernità. Ora non è
detto che tutti, vogliano essere come Leopardi, ma chi volesse non ha gli
impedimenti sociali che vi erano all'epoca in cui è vissuto Leopardi. Ora,
qui nasce il problema tutti vorrebbero essere come Leopardi, ma come spesso
accade in un ambiente diviso per classi, è più facile dire quel che viene
detto da tutti su leopardi, che cercare di fare un percorso contemporaneo,
che per lo meno sia comparativo nell'indipendenza dell'intelletto, con
quello Leopardiano. E' evidente che via via che l'Italia si è trasformata, è
diventata sempre più certa la possibilità, di avere un'opinione collocabile,
che una realtà della propria opinione. Ora è facile stabilire che ciò
avviene per mezzo dei processi che costituiscono la forma mentis, che negli
ultimi anni hanno fatto meccanismo come evento dell'informazione, e della
manipolazione delle tecniche della percezione, per l'appagamento e identità
sulla costruzione dell'opinione più conveniente, per il proprio riferimento
di classe. Ora, ciò ha determinato sul piano mondiale lo stabilirsi delle
classi come cultura stessa del profitto e delle sue possibilità.
Virtualizzando in toto le possibilità di libertà di consapevolezza
volontaria, delle possibilità del metodo di studio Leopardiano. La
virtualità maggiore è quella di stabilire un riferimento di classe non sulla
conoscenza, ma sulla presunzione di una collocazione" che stabilisce lo
spostarsi dell'opinione conveniente al di là delle possibilità delle
capacità, individuali, e della propria opinione - al consolidamento, di essa
e della realtà - ma su una diversità per mezzo dello stabilirsi del potere,
come possibilità di quel ch'è possibile conoscere, indipendentemente dalla
realtà delle possibilità del conoscere, ma solo come attributo,
aggettivizzazione, sostantivo del potere conveniente. Sembra che ciò non
abbia a che fare con la tassa sulla casa. In realtà in base a questo
giochino poche persone stabiliscono un gioco conseguenziale per stabilire la
collocabilità dell'opinioni, l'interpretazione della convenienza e il gioco
delle classi: insomma una "virtuale" monarchia economica, che sembra
attendere un dio, o l'immaterialità del suo stesso esistere. Ora nel gran
caos dell'individuo contemporaneo ch'è sempre più lontano dalle possibilità
reali del metodo leopardiano, a favore del potere per il metodo, per cui
ogni opinione e
coscienza umana trova simpatia anche quando dice di ignorarlo. si è generata
una cosa assurda della virtualità per il controllo, denominata liberismo,
che non ha niente a che fare con il sentimento leopardiano, con il non
volere essere tanto quanto lui, né con la libertà, né tanto meno con la
"realtà della solidarietà". Ora esso ha come principio la costruzione della
proprietà privata portata alle estreme conseguenze della ricchezza, dando
un'illusione così forte all'individuo che per mezzo "delle ricchezza si può
essere superiori a Leopardi - superiori appunto associativamente senza avere
un'opinione propria per mezzo "delle capacità, che si è espressa
comparandosi con la disponibilità del suo metodo - rimanendo prigionieri
della virtualità della costruzioni delle classi, per diversificare la
propria opinione.
E Allora perché la ricchezza non può far essere come dio?. Insomma da questo
sistema in atto, che socialmente si accresce sul profitto, al di là della
realtà della solidarietà, sulla virtualità delle regole base della realtà, a
favore della virtualità del debito economico su base mondiale, e sulle
ipotesi coercitive per la riduzione virtuale del debito e in definitiva
delle possibilità reali, la deduzione è quella che la ricchezza e la
proprietà privata non hanno più nessun equilibrio, e quindi il senso della
collettività è del tutto aleatorio e può poggiare su qualsiasi opinione
anche sulla menzogna, intensa come vera, economicamente, e che l'unico
interesse per partecipare è quello economico come potere ed espansione
[tanto Dio non può essere più intelligente], le soluzioni che da esso
provengono anche in natura, possono non essere convenienti per il potere e
"gli appagamenti". E
allora per tornare più direttamente sull'argomento della tassa sulla "prima
casa", si dovrà attendere il processo di classe (che andrebbe superato.
Pasolini) che il debito sia così fuori controllo, che l'illusione che il
denaro può tutto stabilisce, rende legittima la libertà di possedere una
casa, perché il denaro dei più privati, dei privati, che neanche si
conoscono, addirittura, è l'unico metodo, l'unica possibilità economica, che
può spendere e determinare la classe dominante del feudo del mondo,
siffatto, anche in Italia; allora quando la ricchezza non potrà pagare
perché è L'unica che paga, la tassa sulla casa sarà giusto toglierla, perché
l'uguaglianza delle possibilità stabilirà ciò ch'è conveniente e
inevitabile, solo per questa determinazione si toglierà la tassa sulla prima
casa. O No!?
Ma!?

20 Luglio 2004
Mi permetto di aggiungere, un mia breve riflessione, in aggiunta allo stato
d'animo, che io ho rilevato nella tua riflessione. La causa di un disastro,
è sempre compartecipativa, e non si possono esimere da ciò i diretti
responsabili la decisione. Se in uno stato di collusive corporazioni,
l'apparire sembra tutt'uno, è proprio è proprio perché si perseguono
interessi di parte, che possono essere o privilegi, o convenienze del
momento (più o meno presente). L'incapacità chiama l'incapacità, e spesso
asseconda la prevaricazione, per affermarsi. L'insolvibilità, non solo di
una spiegazione legittima, ma anche della capacità della soluzione del
problema rende spesso ridicolo ogni sistema giudiziario (è la strada più
breve per la pena di morte), e tende ad auto giustificare ogni sua
deficienza analitica. Quando ciò avviene c'è poco da capire su tale
costrutto giuridico. (mi permetto d'indicarle a tal proposito il valore
della vera letteratura, ch'è molto più concreta per la soluzione e
l'analisi, e il superamento dei limiti stessi, delle illusioni che
pretendono di determinare la realtà, chissà un giorno potrà leggere anche
alcuni dei "miei" che hanno seguito questa vicenda, quando ancora era nei
canoni, di una letteratura al di la del significate giuridico e come
possibilità della realtà che spiega e risolve attraverso l'immagine pensante
della riflessione, delle varie forme di letteratura, compresa quella della
spiegazione giuridica. Per ciò che riguarda questo caso, così risolto sul
piano giuridico, farebbe tremare qualsiasi corte di analisi giuridica
internazionale, tanto che farebbe sobbalzare qualche altra corporazione. La
ringrazio della possibilità di questa riflessione, e le dico sempre più in
alto la libertà di pensiero. Abbasso la mediocrità della vanità di esistere.


La Libertà è semplice

Mobbing termine infausto dell'aglofilismo mondiale, americana parola di un
presente già troppe volte trascorso.

Qual è la differenza tra una persona psicologizzata ed una pubblicizzata?
Nessuna, entrambe ragionano in funzione della nosografia della psicologia,
c'è
la nosografia dei comportamenti controllati per mezzo della patologia. Se
lo psicologo applica l'empirismo nosografico, si differenzia dalla patologia
per il dire che dà all'intenzione "nosografica" lo scopo della sua volontà,
della rappresentazione dell'intenzione - mentre nella patologia "si dice"
che l'intenzione non ha la volontà. Difatti nell'applicazione empirica di
tale nosografia, non vi è nessuna differenza tra le due cose evento, se non
un subordinato della volontà per mezzo della volontà, dove la psicologia
dice di spiegare per mezzo della volontà applicata "nella nosografia dell'
evento". Difatti la psicologia del comportamento non esiste se non per altro
mezzo. La linea di continuità dell'empirismo nosografico, tra una persona
psicologizzata e pubblicizzata sta nell'aderenza della nosografia come
concetto empirico che si riproduce in funzione della spiegazione della
volontà nosografata della volontà della spiegazione della realtà per mezzo
dell'effetto psicologizzato della pubblicità della spiegazione
nosograficamente visibile nel comportamento empiricizzato a tale scopo della
persona. Tra la psicologia la psicologizzazione e la scimmia l'unica realtà
non psicologizzata è quella della scimmia, lo psicologo che studia per
diventare una scimmia non vi riuscirà mai, pertanto la psicologia non esiste
per quel che esiste come volontà che deve affermarsi sull'empirismo, per
riprodursi per emulazione dei comportanti pubblicizzati psicologizzati nella
nosografia della volontà di affermazione e di potenza, a cui la persona
trova aderenza come evento che causa la spiegazione e di conseguenza
controlla l'efficacia dell'evento dell'effetto causato. La psicologia del
comportamento è la causa e la spiegazione di se stessa. Se l'individuo ha
una psicologia e una intelligenza innata, "l'individuo psicologizzato" ha
solo la volontà, per dimostrare di avere una psicologia pubblicizzata.

Gossip termine per il protagonismo e l'appagamento per ignoranza tutt'altro
che un neologismo, ma uso funzionale psicologizzato dell'ipotesi del
neologismo, pubblicizzato. Atto nosografico della persona che per mezzo
della volontà per ignoranza perviene all'abilità come affermazione della
psicologizzazione che si pubblicizza. Il gossip si sostanzia come
decadimento del significato a favore, a favore dell'evidenziamento
nosografico del segno come stato di coscienza emozionalizzata per lo
stimolo, per mezzo della manipolazione del senso e del significato che
appaga più la volontà che l'intelligenza. Si sostanzia associando l'atto
della parola all'immagine che appaga come stimolo di senso
spettacolarizzato, in funzione non di una relazione d'argomento, ma come
associazione dell'evento. I gossip di professione e gli emulatori sociali,
sia umani che tecnologici: "si impicciano dei fatti degli altri, per far sì
che gli altri si impiccino dei fatti loro, e per manipolazione, menzogna
edulcorazione del significato profondo, costruzione della falsità, spostare
l'appagamento verso la propria immagine, o distorcere l'immagine del
gossippato. In realtà come ogni tecnica psicologizzata il gossip sembra
irrilevante. Ma è la base del mobbing funzionalistico, sia spettacolarizzato
che circoscritto.

Il mobbing si diffonde al di là della volontà, ma usa le tecniche della
volontà, manipolando la volontà, la coscienza. Il mobbing è gestito dalle
tecniche della psicologia vi si aderisce per appagamento e obnubilamento
della coscienza. Il mobbing può essere applicato ovunque, e su chiunque,
ovunque è in ballo l'identità e la coscienza, mobbing culturale, dovunque è
in atto la percezione, "mobbing emisferiale". Una società mobbizzata
alimenta continuamente la competizione il mobbizzato così si trasforma in
mobbizzante. L'appagamento in stimolo, la forza in volontà, il "disturbo in
comunicazione".
Per il mobbing spesso ci vogliono risorse economiche, o sistemi
associazionistici psicologizzati, gestiti o auto alimentanti. L'evoluzione
massima del mobbing è sempre la guerra.

"Chiediti se si può comunicare direttamente ai pensieri e ai sensi -
chiediti il valore di ciò, l'autenticità - per mezzo del conoscere e della
conoscenza, l'esperienza con l'altro, e se ciò non sia possibile farlo se
non per mezzo di un'associazione, per mezzo "di un oggetto e il suo
significato derivato", se non è altrimenti la società è altamente
condizionata, e la realtà così formata è fuori sia dall'identità, che dalla
personalità, (la realtà della comunicazione è inibita dal controllo del
significato della spiegazione). (Non è più possibile parlare da soli, mai,
"la nosografia" ha sostituito il significato astratto). [la
psicologizzazione esprime in pieno le epoche del metallo/i] L'anonimato
diventa il paradosso dell'indifferenza, come ostilità, interesse tribale. O
la persona ineffabilmente esistente, nel rumore dei movimenti, l'assenza del
silenzio dei pensieri, (un maestro zen sputerebbe in faccio come Koan)

"La gran voglia di essere stupidi. Tutto passa tra chi è più cretino e per
questo chi è meno cretino. Il confronto sull'intelligenza e la conoscenza
non esiste - o si cerca di non farlo esistere.
"non si vuol sapere che significa né la parola cretino, né intelligente".
Impedire che parli e che accada ciò, per dire che il confronto è "vero" solo
tra chi è più o meno cretino.
Paradosso reale: chi è intelligente non può dire la verità.

Il mobbing è la morte anche della noia, la noia è noiosa.
Chiediti se vuoi essere semplice come la libertà?.

Non solo una proposta antimafia

Abolizione del fondo monetario internazionale.
Banca solidale Onu a fondo perduto.
Demilitarizzazione degli stati, abolizione del commercio d'armi, controllo
sull'uso del porto d'armi.
Abolizione della pena di morte.
Abolizione del monopolio.
Capitale azionario di ogni azienda non superiore al 20% - reddito per
azionista non superiore al reddito annuo medio nello stato. L'azionista non
ha più di un azionariato per stato.
Diritto d'autore, libertà d'identità.
Abolizione del copyright e del brevetto internazionale.
Abolizione della proprietà aziendale multinazionale.
Abolizione del monopolio sistemico di rete.
Azzeramento del debito.

(robba di Cesare)


Non avendo altro da fare, Patrizio Marozzi scrisse:

> Non solo una proposta antimafia
> Abolizione della pena di morte.

Abolizione dell'uso di sostanze stupefacenti?
Vedo che tu ne fai un uso sconsiderato...

il tedesco


Per un anonimo come te è sempre difficile affrontare la realtà, è più facile
giocare con la volontà dell'illusione, magari contando i morti, finché non
si manifesta la propria morte, e finisce l'illusione. E' strano, ma è la
stessa logica dei mafiosi - certo "poi" parlano di tantissime altre cose per
confondere questa realtà.


Visto quanto hai scritto, non sei la persona più qualificata per parlare di
illusioni.
Ah, per quanto concerne l'anonimato, mettere nome e cognome in calce ai
messaggi non è avere le palle, ma solo essere ingenui....

Andrea


Che io non sia un mafioso è ovvio, anche per te. Poi, che cosa c'entra in
questo lo sperma, credo lo sappia tu, e non aggiungo altro commento a quel
che hai detto.

Almeno la capacità di sintesi ti fa onore, non credo sia possibile mostrare
con altrettanta chiarezza la propria condizione in così poche righe.

Andrea


Per un anonimo come te è sempre difficile affrontare la realtà, è più
facile
> giocare con la volontà dell'illusione
Rileggi bene il tuo primo post, poi vediamo chi di noi è l'illuso e chi il
realista....

il tedesco


Caro inesistente la questione concernente è, se si vuole essere, e con chi.
Altro è dove e con cosa. In nome e per nome di chi."


Caro illuso hai già mostrato ampia capacità di sintesi, mentalità da
utopista sinistroide e una serie di castelli mentali notevole e
probabilmente senza uscita. Se adesso mi perdi anche l'uso della lingua
italiana.....

Andrea


E' evidente che la "dissociazione" inizia ad "associarti con la tua
identità" - è ancor più evidente il tuo bisogno di associarti - "al termine"
in quanto locuzione inesistente. per andare in una risposta al di là della
relazione. Se ciò per te ha a che fare con il tema della pena di morte, e
del suo principio espresso dal sistema mafioso, in tal modo si manifesta
anche un congiuntivo assente nel "termine". che rende ancor più precaria, la
realtà, evidenziando il desiderio di manipolarla, "aggettivando" un
atteggiamento associativo sul significato del comportamento altrui, sulla
base di un anonimato associativo (...)
Se nella tua intenzione vi è la ricerca di evidenziare l'intenzione, anche
psicologizzando l'assenza dell'identità, spero che ciò non sia una
risoluzione, per capovolgere il fatto e l'intenzione, sul piano
dell'affermazione che determina la spiegazione come risultato proiettivo,
che dà all'anonimato la funzione della spiegazione, e all'identità l'indice
di colei che proietta l'identità. Un po' come dire che ciò ch'è reale e
visibile necessità della spiegazione [...], mentre ciò ch'è "irreale
dimostrazione" è vero, perché non ha bisogno di essere spiegato, in quanto
basta affermare ch'è vero. Insomma la volontà dell'illusione che manifesta
un'identità al di là dell'identità.


Fin dal tuo primo post non hai trattato alcunchè di confacente alla pena di
morte, ed è proprio a questo tuo messaggio che ho risposto. Crisi di
coscienza da Off Topic, la tua?
Questo modo di scrivere, così estraneo alle tue capacità, meccanico
nell'esposizione dei concetti e squallido nella forma, può invece essere
descritto come un manifestazione di codardia: celandosi dietro espressioni
non proprie che si suppongono essere meno comprensibili ai più
(coerentemente con la tua natura di illuso) si tenta di cammuffare il nulla
intrinseco al proprio pensiero, affidando il proprio a qualcun altro. Non è
cosa adatta alle tue capacità, tant'è infatti che lo stai facendo un pò a
caso.....La tua persona si riflette nelle idiozie che hai scritto nel post
di apertura, scritte in un linguaggio semplice, primitivo quasi. Non fuggire
anche da te stesso, anche se mi rendo cono che motivazioni ne avresti, cosa
ti rimarrebbe altrimenti?

Andrea


Senta non so quale sia il transfert, che associa il suo "complesso" alla mia
identità (dopo la sua ricerca di associativa manipolatoria, che è ancora
evidente). Per me questa questione ha termine con questo mio messaggio.
all'anonimato più di questa psicologizzazione, non posso concedere.


Dunque ci troviamo di fronte ad un turbamento psicologico scaturente
dall'anonimato.
Interessante...

Andrea


("se il "mobbing" fosse una finzione, il delinquente apparirebbe sempre
intelligente, proprio come un'illusione", ed è proprio questa finzione che
non è irreale)

C'è qualcuno che mi sa dire, quale possa essere il risarcimento per la
vittima di un mobbing automobilistico - qualora raramente sia possibile non
solo acclararlo, ma far ricadere la responsabilità sull'organizzazione. Ma
qualora lo si scopra prima, dato che non è dato sapere quale sia il livello
di nocumento che per mezzo di esso si vuole arrecare alla vittima, è a
priori ipotizzabile l'omicidio colposo? E dove si esplica la volontà di
"ferire" e dove iniziano le legittime possibilità di difesa? ma dato che
queste ultime posso benissimo immaginarle (almeno per ora), vorrei sapere
quali possibilità si hanno di inibire un mobbing, senza subirne fastidi e
ricerca di prove, quasi non del tutto acclaranti se non si ha l'abilità di
superarlo, o riuscendo in fine a dimostrarne nei danni subiti, una qualche
forma di risarcimento legittimo? E il delirio di onnipotenza di chi
organizza un mobbing si deve esprimere in tutta la sua possibilità di
"sofisticato controllo", con la demenza che ne deriva, vista come "capacità"
di affermazione sociale, ma al ribasso "della qualità"?


Caro Patrizio,

Grazie per tuo nuova adresso E-mail. Spero tutto passo bene. Io ha passato
due settimane in Olanda. La gente parla troppo, non ascolta è brutta, non
conosce il silenzio, sono stata contenta di tornare in Belgio.

Patri, é il possibile avere una fotografia di té par E-mail ?

Tanti baci. A il prossimo E-mail.

Chantal


Cara Chantal, le maniere della gente sono sempre peggio, un po' ovunque, è
la stupidità di questo tempo. Per il resto, a me le cose vanno bene, e a
parte la stupidità l'arroganza e il parlare e pensare a vambera, che anche
qui c'è sempre di più, insomma una gran viltà dei sentimenti, e poca
personalità, verità e sincerità. Io continuo felicemente a scrivere i miei
libri, sto scrivendo il mio 30esimo; e ti posso garantire che sono opere di
grande importanza. Per quel che riguarda il calcio, mi dispiace per
l'Italia, ma anche il calcio non è più lo sport autentico di una volta e
nella situazione generale quel che prevale è l'ignoranza, l'imbroglio e la
bugia, C'è poca realtà ovunque, spesso solo un associarsi tra somari per
contare più di uno che dice e fa la verità, e dà qualità spessore sostanza
alla realtà, in quanto vera indipendentemente dalla somma di chi mente. Un
intellettuale italiano molto importate, Pasolini, disse: chi dice la verità
è perduto, quasi che il paradosso sia quello di non poter dire la verità
altrimenti non si è ascoltati. E appunto come hai detto tu la gente, molta
di essa non conosce il silenzio, e non sa ascoltare nessuno neanche se
stessa - fugge e imbroglia pur di non sapere - Questa è un'illusione
pericolosa, e già nel mondo se ne vedono le conseguenze. In Italia la
situazione è paradossale, la gente non sa di cosa parla, ne come ne parla,
c'è un controllo da parte della stupidità sulla libertà e l'intelligenza,
che ha tolto alla comunicazione la libertà di esprimersi e conoscere. C'è un
condizionamento che rasenta l'imbecillità, la paura di liberarsi da questo
condizionamento. In realtà sembra tutto un'associazione mafiosa, dove per
questo s'intende l'artificioso stare insieme della gente solo per credere di
avere controllo e potere per mezzo di ciò, è l'ignoranza che così
rappresenta se stessa come conoscenza. Tutto non fa che ruotare intorno alla
stupidità della vanità. E la vanità è l'unico argomento su cui stabiliscono
in associazione ciò ch'è bene, ciò ch'è male, senza ciò ch'è giusto e vero.

Cara Chantal, non so che dirti, se ti parlo del mondo mi sembra, anzi senza
mi sembra che abbia scelto di impazzire, o chissà per lui qualcosa di
peggio - comunque a me pare sempre, la vita, bellissima, ciò vuol dire che
non tutti sono pazzi o peggio - di fatto gli incontri sociali sono fatti per
lo più tra dementi associati insieme che non sanno quello che dirsi e per
questo non sanno tacere, e pensa che per lo più pensano quello che si sono
detti con il cervelletto facendo degli strani gesti che assomigliano ma
purtroppo non sono come quelli delle scimmie - sarà per questo che non
riesco a farci quello che vorrei e a questo punto tanto vale andare con le
scimmie, che quando cianno le voglie son più chiare delle donne, e può darsi
che venga pure a me la voglia. E non stanno lì a dire e fare che lo fanno se
o lo fanno ma, o lo fanno se e ma, senza sapere se viene prima il se il ma
né che cosa significhi e tralasciano con chi. A meno che questo chi non sia
un'associazione che gli prefabbrica il ma e il se. Insomma ti sto a dire
queste cose forse perché ciò troppa voglia di una donna, o forse perché
sinceramente mi hanno stufato, come può stufarti qualcosa che non esiste e
su cui non puoi fare affidamento, né speranze, né silenzi. E se non scherzo
con te di queste cose con chi devo scherzarci con le frigide ingenerose e
interessate di ciò ch'è falso che confondono un palo della luce con un uomo,
quasi che ambedue producano in un modo o nell'altro elettricità e, se basta
questo allora non capisco perché non si fanno mettere la spina e basta, o
forse è ciò che fanno, solo un po' di corrente alternata, che scambiano per
sesso e amore - se mi arrabbio me le faccio tutte, senza dargli la
possibilità di far finta di pensare, facendogli un piacere, non facendole
apparire per quel che sono stupide. Come vedi mi diverto non poco, e più
sono cretine e più vogliono avere il potere di apparire più cretine e in
questo mi stupiscono, perché ci riescono e mi sembra impossibile che
riescano a farlo apparire così bene.
Per il resto ho finito un altro libro ed anche questo è incredibile, non
certo per il fatto che io scrivo, ma per il fatto di ciò che ho attorno, ma
non si può essere così certi di questo.
Salutami tutti quanti, un Bacione grande
Patrizio

"Protezione per le minoranze: "la donna clonata" se pensa."


Dal dizionario di economia editato diversi anni fa dalla rivista il mondo:
Behaviorismo (Dall'inglese behaviour, comportamento). Indirizzo psicologico
particolarmente diffuso negli Stati Uniti. Tale scuola ha sostenuto che ogni
comportamento corrisponde alla stimolazione di varie stimolazioni. Lo schema
behavioristico, prettamente meccanicistico, esclude in ogni evento psichico
l'intervento della direzionalità e della scelta, fattori che sono stati
posti in luce da altre scuole, come eminentemente umani e differenzianti il
comportamento dell'uomo da quello di altri animali. Un'altra branchia dell'
intelligenza artificiale ha cercato di superare tale concetto, immaginando
che il cervello fosse pari al processo di un computer "cognitivismo". "Ora
la carenza d'immaginazione e di reale intelligenza da costoro sperabile, non
può certo sperare che sia il monolite di Kubrik a ristabilire un sano
processo astratto nel loro pensiero, voglio dire anche nel vostro che non
riuscite a vedere un film sempre che ci sia che faccia anche pensare." E
allora che vi rimane la speranza che la clonazione non muoia prima dell'
originale nel rincorrere il tempo biologico di esso, altrimenti addio
immortalità, addio coscienza oggettiva del bene e del male. E allora come
annullare lo spazio e il tempo se non pensando che non esista, e allora
sperare in un sistema compensativo, la formazione dell'organo come pezzo di
ricambio che giochi con la gravità per mezzo di cellule staminali embrionali
nella speranza che il clone per queste, nel pezzo di ricambio stabilisca un
processo biologico invariate rispetto alla variazione del tempo biologico
della cellula per il clone. Difatti non si immagina a cosa siano dovuti e
voluti in definitiva dei gemelli per clonazione, se non per la
falsificazione del tempo biologico come progetto della sua evoluzione
probabilistica. In definitiva il giocare meccanicamente con la quantistica
biologica senza spazio e tempo, stabilirà forse un nuovo metabolico virale,
inimmaginabile nella gestione. Ma a prescindere forse da questo come
possibilità che forse qualcuno con la coscienza cercherà di affrontare.
Quando si percepiranno certe conseguenze negative, sarà troppo tardi. Ma che
volete farci behavoristicamante non c'è fisicismo più forte: esclude in ogni
evento psichico l'intervento della direzionalità e della scelta. E ciò sarà
pur sempre "economicamente conveniente". Per tutti quelli che
connettivamente cognittiviscono. Io so che tu sai quello che io non so e
perciò io so quello che tu non sai, ma costoro sanno proprio tutto. Chi sarà
più servo o più schiavo?!


"super euro" (nickname)
Se imparassi ad usare pure la punteggiatura in maniera migliore sarebbe più
facile poterti leggere.

"È ovvio che non la vedo, del resto non capisco questo bisogno di essere
invisibile, il vostro desiderio di essere visibile a tutti i costi, non
chiarisce bene il fatto che la rende visibile. In effetti se la mia
spiritualità mi dà libertà, il poter parlare la carnalità può essere
altrettanto loquace, voglio dire il fatto stesso che esiste il poter
toccare. E allora questo imperfetto immaginario che sta alla letteratura
come un'oralità invisibile, cade preda, anche se solo sembra vi possa
cadere, del diventare un poster come comunicazione visibile dell'invisibile
che comunica la sua visibilità per interposta immagine. In questo mondo di
poster che immaginano se stessi, badando di essere visti essendo visibili in
realtà nessuno si tocca - e il fatto di essere visti non dà memoria all'
identità dell'oralità e rischia di portare la persona sulla linea precaria
di un'oralità letteraria interposta dall'immagine del poster che si vuol
rappresentare comunicando con gli altri - e allora la differenziazione non
sta nella possibilità dell'imperfetto dell'"oralità muta" dell'essere
poster, ma sta nella possibilità dell'oralità di essere identità che si
mostra per mezzo del segno della letteratura in quanto personale modo di
toccare, come solo la letteratura può fare al di là di un poster che
rappresenta la visibilità dell'invisibiltà, per mezzo della visione degli
altri poster che si crede di toccare, ciò che si legge e ciò che si scrive
non può stare che dentro la capacità di vedere toccando l'invisibile
rappresentato dall'invisibile della propria identità. Che non parla soltanto
con se stessa ma con l'alterità della possibilità della coscienza, (anche)
per mezzo dell'identità della "letteratura". E allora probabilmente si può
dire con Passoa, con Faust: "Ah, tutto è simbolo e analogia!" e in effetti
essi - tutti i personaggi di Passoa - sono l'espressione autentica di ciò; l
'autore come realtà molteplice dell'invisibile che si guarda, e allora la
letteratura può anche chiedersi anche con Faust: "Tutto trascende tutto - ed
è più o meno reale di quello che è. L'invisibile è visto dalle possibilità
del visibile dell'identità che sa interrogarsi, e per quanto e in quanto sa
mostrarsi in sé a al di là di sé. Il poster così può diventare un manifesto,
non un'immagine anonima che non chiarisce l'imperfetto della sua
rappresentazione e frappone il poster all'identità: un Io e un Noi
vincolante dall'oralità invisibile del segno del poster come consenso tra i
poster, che rischia di auto censurare la letteratura, sia nella possibilità
di toccare come della comunicazione dell'oralità, e con l'oralità, senza un
silenzio, né un "immagine." " Può essere solo un'ipotesi collettiva." Per
altro che devo dirle lo stesso "Pessoa" ha dato all'esempio il significato
che l'autenticità di quel che si vede, non sottostà che all'identità che
guarda al di là del "consenso del poster"."

Io, stato padrone e tu!?

Questa abitudine degli italiani di fare pettegolezzi e chiacchiere ovunque,
e per qualsiasi tornaconto. E ieri sulla pagine web del corriere della sera,
leggo che per ricchezza borsistica io sarei lo stato padrone, e che tale
notizia il corriere la diffusa su tutti i cellulari italiani, magari
istigando gli stessi alla molestia con il loro uso, "tra questi oggetti" che
si muovono ovunque senza senso. Cioè io sarei lo stato padrone, e tutte
quelle cifre astratte che rappresentano altrettanto possesso di oggetti, di
quei tizi citati, e di cui io non ripeto il nome per non alimentare il
pettegolezzo, che cosa rappresentano per quanto pochi essi siano?. È bene
innanzi tutto chiarire che tra quello che io non ho chiesto e che mi sono
fatto, e quello che mi si voleva dare, lo stato tutto è di gran lunga in
credito con me. E vorrei vedere questi tizi che si sono presi tutto quello
che gli hanno dato, che lo stato padrone gli ha dato, ora fanno intendere
che io sarei lo stato padrone perché per ora e non si sa per quando io sarei
il più ricco in borsa. Qualunquistici giocatori dell'astratto che vi siete
creati una realtà che non vi fa vedere quello che c'è intorno a voi, tanto
che il primo in classifica non solo usufruisce dello stato, ma è pure pagato
da esso, e mentre lo stato s'indebita lui aumenta i profitti e fa pure le
leggi dello stato, e viene a dire a me che sono lo stato padrone. Posso
capire quando parla con tutta quella schiera a scendere che sta sviluppando
oltremodo la lingua in funzione di raccogliere le briciole, certe volte
anche già digerite e che mi vorrebbe dire che se gli italiani passano da uno
spot pubblicitario all'altro quando cambiano, pensando di cambiare qualsiasi
cosa - e si vorrebbe dire ch'è colpa mia. Perché poi è bene chiarirla anche
questa questione, che sì io sono italiano, ho la fortuna di vivere in una
parte della terra molto bella, ricolma della maggior spiritualità artistica,
e se io posso godermela non si può certo dire che per questo io sono
padrone. Perché sia chiaro una volta per tutte io per mezzo delle persone
libere ho a disposizione l'intero pianeta, ma non è mica un oggetto, che poi
uno se lo tiene in cassaforte, voglio dire l'intelligenza e la libertà non
sono mica un oggetto, o un suo derivato. Per questo certo mi posso anche
arrabbiare, perché per il fatto de sta lingua che s'allunga non è che ci
siano poi un granché d'individui liberi. E allora voi del corriere della
sere, chi o per chi, non "venitemi" a dire che sono io lo stato padrone, che
si sa come va a finire che con questa nomea codesti per dire che non
usufruiscono dello stato si prendono tutto quello che c'è da prendersi, gli
oggetti naturalmente, non di più, ma si sa quanto ci sono tanti oggetti che
pensano che gli oggetti sono tutto, dopo c'e chi ce li ha se li tiene come
fossero solo suoi, insieme ad altri quattro o cinque per il mondo - e
sinceramente non si sa per chi, perché sfugge ogni motivo intelligente per
la spiegazione di ciò - vogliono tutto e tutti, e allora sì potrei fare il
padrone stato e chiedere indietro quello che lo stato non mi ha dato, e di
cui non ho avuto bisogno: l'intelligenza altrui, ma so bene che nessuno
stato potrà darmela.
Tra retorica da risorgimento e liberismo, il presente è proprio occulto.

Gli altri continuarono
come fosse - nulla.
"Per alcuni minuti lo vidi riemergere dall'oscurità: tra le mani teneva un
serpente di un paio di metri senza più la testa, che zampillava sangue.

"Sinceramente ho l'impressione di conoscere questo racconto, ma non sono
andato a cercare quale mi ricordasse. E' ovvio che se per esso è d'uopo la
pubblicazione, ciò appare quasi conveniente (di questi tempi). D'altronde
c'è da dire che dal breve brano, è un po' incerto stabilire la poetica
dell'autore e un valore più reale sull'opera, dell'opera. Da quel che ho
letto lo sviluppo mi appare prevedibile, il pensiero di quel che si legge
anche, ma del resto quale premio letterario di "questi tempi" non è così
conformato. E allora mi sono permesso d'immaginare come potrebbe essere,
"perché io lo legga", trovandolo interessante, "come interiore che legge
l'esteriore" - per approfondire un po' la storia, che così com'è - è sì ben
costruita, ma per costruire un'ipotesi di curiosità generica, che a me
risulta, poco "viscerale" e convenzionata".
Ringraziandola,
Patrizio Marozzi


"ale" <aorsi[.]@[.].it>
Ciao, mi potreste dare la vostra opinione su questo pezzetto di
racconto?
grazie

Nuove dal continente
[.]
Gli altri continuarono
come nulla fosse.
Dopo alcuni minuti lo vidi riemergere dall'oscurità: tra le mani teneva un
serpente di un paio di metri, senza più la testa, che zampillava sangue.
[.]


ciao
Ti ringrazio per la critica.
L'unica cosa che non ho capito è quando parli di una tua visione del
racconto, per rendertelo più interessante: "come interiore che legge
l'esteriore"
Potresti spiegare meglio cosa intendevi?

Per il resto sono d'accordo con te praticamente su tutto.
Quello che sto provando a fare ora è cercare di scrivere in modo decente.
Per perdere la forma di scrittura da "dilettante": ed è molto
faticoso.
Secondo te cosa c'è ancora in questa scrittura che sa di
dilettantesco?

Che si possa trovare un tema più interessante e viscerale è di sicuro vero.

Grazie.

Ale


Credo che la cosa più importante per un autore, sia la necessità che ha di
scrivere e in questo la poetica che riesce a vivere, attraverso l'esperienza
che si fa scrittura, in quanto reale esperienza che viene espressa nelle
molteplici possibilità dell'essere scrittore, autore di se stesso: per mezzo
di ciò la poetica è dove è lo scrittore nel momento in cui scrive e al di là
di questo momento, nell'essere stesso della sua coscienza che s'interroga,
interrogando se stesso e il mondo, al di là del visibile e nell'immagine
della realtà della poetica del "vero". Non so sinceramente se abbia senso,
in questo caso dare ad un termine la connotazione interpretativa della
genericità - usi il termine dilettantesco - come che in questo vi sia un
derivato opposto. Se è così, il termine è nella questione del volere
generico, in rapporto ad un consenso altrettanto generico, insomma la
ricerca così, va "senza un Sé e sta allo "stessi" come stare che non c'è -
allora l'espressione è priva non solo dell'autore, ma della realtà della
poetica in quanto derivante di un derivato, ch'è semplicemente il risultato
di un prodotto estemporaneo del consenso, del codice predominante che agisce
sulla coscienza convenzionandola, appunto come derivato appropriato del
consenso. "(in questa breve circumnavigazione che ho fatto di tale senso"),
l'esperienza dell'autore, e difatti l'esigenza della ricerca, come
espressione presente della poetica, perde la possibilità di essere propria
in ragione della conseguenza del derivato del consenso esterno, al di là
dell'autenticità della poetica, che così falsifica l'esperienza non solo
dell'autore, ma anche dell'ipotetico lettore che rischia sempre di
falsificare se stesso - in ragione della falsificazione della verità
espressa dalla poetica dell'autore - e rischia non solo di falsificare la
realtà, ma priva la libertà, la capacità dell'autore di essere libero e
pertanto creativo (oltre un segno convenzionato, che omologa la capacità del
lettore). In questo percorso è proprio l'individuo con la sua capacità di
affrontare se stesso nel modo - più unico possibile - a dare alla "sua"
esperienza la visione della realtà, libera dalla finzione stessa della
realtà, anche per mezzo delle molteplici possibilità della rappresentazione
della scrittura.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
patrizio...@tele2.it


Newsgroups
Senti, ma che gusto ci trovi nello scrivere in questo modo?
Non ti fa sembrare più intelligente, davvero.

Ale


Senti senza niente impara a rispettare chi scrive, se vuoi imparare a
leggere, quello che non vuoi scrivere. E tieniti stretto quello di cui pensi
essere proprietaria/0 (è cui o su cui basi tutto") - compreso chi non ti
legge. che l'essere pagati è cosa buona a tutti, quanto il pagare per essere
letti e venduti. Sei poca cosa come lettrice, quindi non rispetti i tuoi
lettori, Se vuoi ti posso dare il nome di qualche casa editrice in cui ti
accetterebbero come loro lettrice, chissà potresti essere fautrice di
qualche nuovo best sellers. Anzi con questo spot pubblicitario che ti sto
facendo vedrai che ne avrai molti dalla parte tua. Pensa il più ricco
d'italia si è arricchito mettendo spot in mezzo ai film di fellini ed ora è
molto più apprezzato di fellini. Tu mi sembri ben spottizzata sicuramente
sei alla sua altezza. Quindi che cosa vuoi di più dalla vita, tanto più che
a dirlo sono io. Spot Spot Spot. non c'è di meglio. Potrei dire che ti
invidio molto per il tuo servilismo, ti fa sembrare così vero. Che potresti
essere uno di quei tipi "che tanto vanno in giro per l'Italia, con quei
giochi di effetto contrasto, appagamento, difetto contrasto, quella roba del
mobbing sociale, di cui ancora non si è ben capito chi siano gli
specialisti. ma non te lo dico, sennò va a finire che l'ho inventato io.
Cazzeggia di meno e se ti sembro arrabbiato, sappi che sto scrivendo. e per
favore non rispondermi - perché io non potrò più farlo - cascando dalle
nuvole, con certi interrogativi pubblicitari.
Patrizio Marozzi

L'improprio desiderio di condannarsi dell'individuo

Qual è la differenza tra un comportamento individuale legato alla pubblicità
e un pubblicitario. Credo oramai nessuna il pubblicitario è ossessionato nel
sapere l'effetto che ha avuto la sua pubblicità, e lo fa nel modo meno
svelato possibile, quasi fosse qualcosa da far sapere a tutti i costi, per
sapere quale sia la risposta alla sua comunicazione e l'effetto che ha avuto
sulla coscienza dell'individuo (oramai tale termine è un eufemismo giacché
il senso di individuo è solo collettivo, uniformante e il più impersonale
possibile.]) E in effetti l'individuo è continuamente in cerca di risposte
che confermino l'effetto pubblicitario della sua comunicazione con l'altro -
anche questo termine è oramai un eufemismo perché in effetto" gli altri
aumentano l'effetto, in quanto interesse comune della comunicazione
pubblicitarizzata, in assenza appunto di una persona sola. Difatti se per il
pubblicitario l'affermarsi della comunicazione è finalizzato al potere dell'
oggetto, per l'individuo la comunicazione è finalizzata al potere dell'
effetto per la gratifica della verifica dell'ipotesi di risposta che si è
immaginato di avere - tale rimbalzo associativo porta la comunicazione all'
affermazione della volontà per avere la risposta socialmente pubblicizzata,
in un "intimo pubblicitario" collettivo. Dove in conseguenza di una
qualsiasi comunicazione si ha una risposta il più determinata possibile, ai
fini della comunicazione pubblicizzata. E della proiezione che l'individuo
pubblicitario vuole per risposta. (se un individuo parla da solo o pensa
tutti vogliono appropriarsi, "dell'immagine che essi pensano pensi" e
renderla propria quanto pubblicitaria, l'individuo da solo non pensa. Perché
non può controllare l'effetto di quel che comunica se fuori dai canoni
pubblicitari della volontà, la libertà e la responsabilità diventa
frustrante per "L'intimo pubblicitario). Alla base di ciò c'è quell'effetto
sempre associativo, di come far percepire e associare all'immagine, l'
immagine. un modo che ridotto ai minimi termini riuscirà a falsificare l'
ipotesi della telepatia, a favore dell'effetto telepatico pubblicitario dell
'intimo pubblicitario del pensiero. Un effetto un'immagine, un'immagine l'
immagine dell'effetto, come volontà e rappresentazione dell'intimo pensiero
pubblicitario. [solitamente quando si evidenziano certe conseguenze la
persona pubblicizzata, tende a far finta di conoscerle e che in effetti non
significhino niente, guarda caso proprio attivando un intimo pubblicitario
che non fa che affermarle, determinarle al di là di un senso critico, e di
percezione delle conseguenze] Se vi capitò di vedere ad esempio il film
Roger Dodger, (pubblicitario - di Dylan Kidd) in quel del cineforum di San
Benedetto del Tronto [o non so in quale altro posto] be' "c'era" la
possibilità che per evidenziare la possibilità naturale espressa dal film
come normalità della percezione per mezzo della visione cinematografica, tra
bracci che si alzavano e cellulari che si accendevano in sala, "questa
normalizzazione della risposta" annullava le conseguenze mostrate dal
contenuto del film, [ma può anche moltiplicarle] tranne naturalmente per chi
voleva vedere e capire il film. Senza che persona altrettanto pagante lo
disturbasse. (se c'è bisogno di leggi per fare ciò.L'intelligenza di cosa).
"C'è ancora qualcuno che sa cos'è un bel film, che riesce a pensare per
capirlo, e magari immagina pure, o nel gergo sogna, per capirlo meglio?.
Difatti l'atto e la coscienza di una società che fa dei comportamenti l'
agire di tecniche psicologiche su cui stabilisce il più e il meno, di non si
sa bene cosa, solo sulla risposta che evidenzia la volontà sulla propria
identità, come conseguenza dell'intimo psicologizzato e pubblicitario, ha
continuamente bisogno di percepire sistemi che normalizzino l'effetto della
propria volontà pubblicitaria, sull'identità. E nella comunicazione,
ovunque. (magari di test che gli dicano ciò ch'è giusto e sbagliato). E in
questa fattispecie di frammentazione umana, il concepire la conoscenza col
evento di un'alfabetizzazione che ha come fine quello di difendersi da chi è
alfabetizzato, quasi in una sorta di ignoranti accademici con un conto in
banca, su cui questa vanagloria studentesca, che farebbe impallidire la
gioventù senza Dio, di Horvath, tanto per vanagloriare le citazioni -
sarebbe quella che stabilisce la conoscenza, come pubblicità del consenso,
che per pubblicità si dice libera di fare ciò che vuole, e stabilire qual è
l'abito vero e quello falso: "ma chi si veste!"
Mondo contemporaneo che darebbe a Barabba ciò che si merita, la libertà
perché giudicato un genio agli occhi degli ignoranti e la morte per chi?
"E in presenza di ciò"
Che ti vedo su una rete nazionale, ch'è in atto tra le varie sperimentazioni
psicologiche una sorta di stimolazione di autocoscienza del bambino in età
infantile, dove in ragione del suo spostarsi controllato, "si stabilisce"
attraverso il movimento più o meno laterale la sua consapevolezza riguardo
all'approccio sessuale di un pedofilo, e codesti infanti si muovono come
scimpanzé addestrati, devono abbassarsi davanti ad un pupazzo che raffigura
un re e poi alzarsi, muovi il braccio di qua e muovi il braccio di su.
Sinceramente non entro nel merito se codesto infante arriverà così
precocemente con tale comportamento addestrativo a differenziare la sua
sessualità da quella dell'ipotesi della pedofilia - e non so con quale
consapevolezza acquisita, per tali mezzi, - che avrà dovuto concettualizzare
consapevolmente, e non in maniera subliminale, con tale mezzi educativi.
Perché sia chiaro ricordare, che se l'infante nella peculiarità della sua
esperienza, si trova nella sua costruzione comunicativa in rapporto con il
significato dei sui gesti con quelli dell'altro, e viacaso finisce per
concettualizzarli in quel momento in cui scopre che chiedendo perché, ha una
risposta, è l'esperienza e l'intelligenza che autonomamente sviluppa che lo
porta a rendere qualitativi tali significati della comunicazione. E allora a
me questa pantomizzazione del suo muoversi mi è parsa tanto
convenzionalmente associabile a come rendere tecnicamente funzionale la
percezione infantile in prospettiva di altre tecniche psicologiche che
funzionalizzano la comunicazione. E questa è quella logica così tanto
confacente ai più, la riproduzione controllata, per mezzo di una decodifica
che può essere decodificata per mezzo di un codificatore - quali possono
essere, anche, le varie specializzazioni in cui si è funzionalizzato il
pensiero, dalla psicologia del comportamento, alla pubblicità "al vecchio
uso degli aggettivi della sociologia" fino alle attuali scienze della
comunicazione - dove tutte insieme "codeste" in rapporto all'effetto
ottenuto dalla riproduzione controllata dei processi naturali
funzionalizzati da tali tecniche di controllo, acclarano l'effetto della
volontà e il significato che se ne vuole trarre. Il gioco di tale
comunicazione per il controllo della comunicazione è nel portare i
comunicanti (volenti e partecipanti!.?) a fare una cosa in funzione di una
spiegazione e dire qualcosa in funzione del controllo sulla spiegazione - in
sostanza si fa una cosa per controllare la risposta e se ne dice un'altra
per avere un effetto ed uno stimolo dall'immagine che se ne ricava. In
parole povere uno che dice fa e chiede, e comunica non ha risposta se non
altera il senso della propria identità in funzione di uno stimolo sensoriale
motorio che attiva l'effetto dell'appagamento. In definitiva poco importa
realmente ciò che si vuole e se una cosa è vera o falsa, l'importante è che
sia funzionale ai giusti stimoli che controllano la volontà della
comunicazione: l'intimità della funzione dell'identità pubblicitaria dell'
individuo. Difatti si pseudo infantilizza l'individuo come adulto
perfettamente funzionale, come infante già non infantile ma infantilizzato
funzionalmente, "già paro all'adulto", a cui basta stabilire un effetto che
stabilisca il perché della critica sociale e culturale del perché e come
perché infantilizzato e psicologizzato e pubblicitario e produttivo, in
riferimento alla razza e alla classe sociale. Se si può essere artefici di
superiore volontà anche essendo infingardi appaganti, come conoscenti che
non danno all'odio l'apparenza, la valenza che dice della qualità della
competizione - tanto più in presenza del significato come riproduzione del
significato che funzionalizza la realtà come spiegazione del perché
conveniente, al di là del reale perché. quanti rinunciano all'appagamento
per comunicare?.
Dopo l'epoca dei mobbizzatori mobbizzati professionali ora siamo in piena
epoca di mobbizzati mobbizzatori, in cerca di odio appagamento e volontà.
Quale differenza.?.
Questa lotta contemporanea di contemporanei contro contemporanei per la
contemporaneità come primato della contemporaneità, in definitiva che valori
ha, la lotta per il primato, quasi che su questa ipotesi di classifica il
valore della volontà non debba sottostare a quello di che cosa si è si vuole
essere (in effetti esiste un solo valore nella vita, ed è la vita stessa
come possibilità di essere conoscitori di ciò ch'è possibile alla scoperta
della verità, della libertà al di là di qualsiasi ipotesi classificatoria).
Questo valore della volontà, che potenzia il linguaggio in funzione della
parola che controlla e domina, che trasforma il dire in io ho fatto fare,
vieppiù stabilisce una sorta di verità classificatoria, dove in ragione del
"Difetto (un'ipotesi di verità simile alla menzogna più conveniente) e
contrasto = per stabilire la virtù, la classe la struttura, il
provincialismo, la convenienza - il difetto sublima il dover morire, il
contrasto la compensazione di avere volontà sulla vita e la compensazione
nei comportamenti sociali gli individui, la convenienza delle virtù così
costruite, determinano la verità al di là della verità. Cos'è questo strano
gioco mentale iper pubblicizzato che fa sì che la capacità che si ha di
autodistruggersi, stabilisce il suo consenso sulla convenienza di essere
superiore perché distrugge ancor di più l'altruità come inferiore!?. E
questo sesso che fa del desiderio e dell'oggetto il diretto artefice di un
occultamento o palesamento dell'oggetto come individuo, o donna, in ipotesi
tra la "prima e la seconda scelta". al di là della scelta e della volontà e
come auto controllo per la proiezione del contrasto. E scelta della
compensazione e appagamento che stimola il contrasto e la volontà al di là
del sesso e "nel" difetto - associazioni e condizionamenti -?
La libertà di cellularizzarsi, emotivizzarsi, tanto da sperare di non avere
sentimenti, sublimando anche con ciò la paura dei sentimenti più semplici,
in associazioni molteplici quanto univoche e nascondenti di ipotesi
pubblicitarie convergenti e funzionalistiche. Se una persona presente parla,
un contemporaneo si cellularizza e parla al cellulare - far apparire il
presente contemporaneizzato sempre meglio di ciò ch'è migliore nel passato:
regredire in transfert eterni di eternità. "Essi credono nel cellulare non
capiscono quando si parla da soli - e quando parlano da soli lo fanno come
se stessero parlando al cellulare, credono nel cellulare e a quel che gli
dice"; una proiezione continua senza pause o meglio momenti reali d'
introspezione - senza forma mentis si vuole essere la forma mentis
inesistente, o la forma mentis che non esiste. "Essi si sentono contrastati
da ciò? E allora si son padroni delle etichette della coscienza!? Dei
connotati che si ripetono e che si in-determinano per l'affermazione della
volontà delle percezioni, senza un Sé e stessi come stare che non c'è.
"Io faccio all'amore con chi fa all'amore, e il sesso anche - non con il
cellulare - l'invidia diventò "totale". La funzionalità del mobbing un
obbligo e milioni di persone contro costui alzarono il braccio in un
riflesso condizionato, anche non avendo il cellulare in mano e lo portarono
all'orecchio, e se fosse stato lui a farlo tutti tutti non sarebbero
riusciti a capire cosa stesse facendo, e su e giù a cellularizzarsi con "l'
oggetto in mano".
"Essi non riescono proprio a capire? Hanno paura di ciò? O peggio!"
"C'è sempre una profonda differenza tra un punto ! e l'imposizione della
volontà come fascinazione interna per l'esterno, come potere e pena e
sentenza." "la libertà non è una possibilità"

Venezia 2004

"ho circa sedici anni e sono al cinema a vedere "La Luna" di Bernardo
Bertolucci."
È un film dove vedo molti richiami simbolici, e in essenza la crisi della
comunicazione orale, che tra il figlio tossicodipendente e la madre sfocia
fino all'impossibilità, della ricerca di una comunicazione nell'atto della
madre che masturba il figlio in crisi di astinenza, (se non scordo male)
queste cose le sto dicendo proprio nel 1979. non ricordo se fosse vietato il
film, probabilmente, ma già a 14 anni avevo visto film per anni 18. non per
il fatto di appartenere come adesso alla categoria dei giovani, che sembra
tutti vogliano far credere dia dei privilegi particolari. Ma la sostanza era
che all'epoca quel che mi interessava più che essere giovane o giovane
giovane, era ed è essere una persona. Certo adesso ci sono i giovani questo,
e i giovani questi - i giovani che sanno tutto perché vviagggiano. E sembra
che i cosiddetti vecchi siano più rimbambiti dei vecchi e giovani. E allora
che succede a Venezia non solo il fatto che i critici hanno "malmenato
Michele Placido", chissà guardandosi l'un altro e rimbalzandosi il concetto
di quello che vedevano, forse, chissà, è dà vedé il film. Ma sembra che
Nicole Kidman fa scandalo perché entra nuda nella vasca da bagno mentre fa
il bagno il figlio di dieci anni, e gli dà un bacio perché, perché sembra
che sia la rincarnazione del marito morto. Non vorrei aver commesso un
errore di riassunto, nel qual caso non sarebbe da prendere in
considerazione, e non dire ch'è un cosiddetto gossip o iper tale, magari
intelligente. Ora io non so che cosa voglia rappresentare tale situazione
che vede protagonista l'attrice Kidman. Ma certo detta così non è che poi
più di un bagno in una vasca mi sembra apparire, o appaia. Ora se si ride o
si è seri, ma! E sembra quasi che manchi la storia al film tanto si grida,
forse, all'ipotesi di scandalo, sembra che tali scene siano già state
censurate negli Stati Uniti. (a proposito io non ho ancora capito se la
versione italiana del film con la Kidman di Lars von Trier, sia iper
tagliata o no) Comunque tornado all'oggi, bisogna un po' capire la finzione
filmica. Perché sia chiaro che io la Signora Kidman non l'ho proprio mai
incontrata, né avuto modo di parlarci, colloquiarci, e nell'ipotesi
scambiarci dei gesti affettuosi, che mi possano far dire che vorrei farci
all'amore, e nel qual caso ciò fosse non lo verrei proprio a dire qui.
Pensando queste cose senza realmente sapere quale sia la vita vera privata
della Kidman in questo momento. E allora che cosa è che si vede in un film,
una scena in un certo qual modo artefatta per chi guarda. E allora c'è un po
' di differenza tra il conoscere la Kidman e vederla sullo schermo. Non è la
stessa cosa stare in un posto con una persona e non esserci - e allora quel
che si vede sullo schermo accade, ma l'attore fa anche accadere qualcosa d'
altro che si sa esserci e non, ma non proprio appare. Insomma la vita
privata dell'attore deve essere sua. E allora è bene non esagerare con la
realtà, che so, io, per un po' di tempo ho tenuto sullo schermo del mio
computer la foto nuda della Kidman che si guarda allo specchio - tratta dal
film di Kubric, ma sapendo chiaramente, quel che ho detto sopra, tra la
conoscenza di una persona, e questo momento della sua professione, Poi un
giorno ho guardato più attentamente la foto e vi ho disegnato solo con il
tratto esterno, un cuore rosso sul ventre e ho stampato la foto, e
graficamente la cosa mi appare anche creativa.


In questa contemporanea situazione in cui la comunicazione e sfociata in una
catastrofe del senso del significato, nella sua qualunquistica e per ciò
indecifrabile situazione di post post moderno. Che ha come sola ipotesi il
costrutto che se il peggio esiste il peggio va affermato, magari
strategicamente - come della catastrofe imminente "che si sta generando,
in-generando, rigenerando nel post post moderno. Sarebbe bene per tutti
quelli che per ben "più di un decennio" e quelli che dall'inizio del
secolo",
si sono posti di fronte alla spiegazione del termine "post moderno" nel modo
più conveniente possibile, semplicemente emulando le conseguenze, in una
critica che le giustificasse, come evento che consolida non la possibilità
della realtà, ma la sua falsificazione per mezzo del dato di fatto che la
riproduzione delle conseguenze, sia la spiegazione e la realtà etica della
conseguenze al di là della scelta della consapevolezza della libertà, e
della scelta individuale come autore che risolve le conseguenze negative con
la realtà, per mezzo della ricerca della verità possibile per l'esistenza,
la vita. E' bene che questa maggioranza "in costoro" sappiano il senso di
tale termine, usato proprio nel suo non significato per pura convenienza
riproduttiva. Della negazione. O ciò che l'oggetto non può essere".

Jean Francois Lyotard

Post-modernità : la resistenza al sistema

DOMANDA: Prof. Lyotard, Lei è noto, tra le altre cose, per aver coniato il
fortunato termine "post-moderno" per definire l'epoca attuale. Come dobbiamo
ripensare, nella post-modernità, il progetto di una società non repressiva e
di una emancipazione dell'uomo?

Il termine "post-moderno" designa uno sviluppo tecnologico e scientifico che
ha delle ricadute immediate sulla vita quotidiana e sulla politica. La
questione decisiva, per me, è questa: per quanto riguarda la scrittura, la
pittura, il buon cinema - insomma gli oggetti della nostra creatività-; si
può dire che è il sistema che li produce? Le automobili si vede bene che le
produce il "sistema", che ci sono uomini che si mettono al servizio della
produttività, in modo da conseguire una perfezione sempre maggiore. La
stessa cosa si può dire per i missili interstellari o per gli aereoplani. Ma
quando si scrive, quando si dipinge, quando si fa musica: si può dire che è
il sistema a produrre tutto ciò? C'è una azione del sistema, sia pure
inconsapevole e invisibile?
Di fatto il carattere invasivo dello sviluppo e della logica della
produzione penetra addirittura nei laboratori, nelle redazioni, persino
nella camera dove lo scrittore lavora per ottenere, alla fine, il prodotto
che il sistema saprà smerciare e far circolare.
Credo che la crisi delle cosiddette "avanguardie" derivi dal fatto che il
sistema impone questo ordine: «ne abbiamo abbastanza di pittori
inguardabili, di scrittori illeggibili, e così via. Dateci dei prodotti
decifrabili e spendibili!». Non dimenticherò mai un editore che un giorno mi
disse: «senta, noi la pubblichiamo, però ci dia qualcosa di leggibile!».
Che cosa voleva dire? Esigeva una merce che potesse essere messa in
circolazione sul mercato culturale. Qui subentra la nozione di "industria
culturale": il sistema penetra fin nella testa del pittore, del cineasta o
dello scrittore per fargli fare ciò di cui il sistema ha bisogno, perché la
cultura continui a circolare.
Immaginate Van Gogh davanti alla scelta del giallo o del rosso. Si vede bene
che qui c'è un lavoro sul colore, che non è richiesto da nessuno se non
dallo stesso Vincent. Ma da dove sorge l'esigenza che ci fa perseverare
nello sforzo di pensare, di scrivere o di fare della musica o della pittura
o di produrre immagini?
Secondo me noi siamo abitati, senza saperlo, da quella che Lacan chiamava la
"cosa", che non è mai soddisfatta. Siamo abitati, nelle produzioni
simboliche, dal mercato culturale, dal sistema, da ciò che esige
comunicazione e circolazione. Il sistema non è mai soddisfatto dei nostri
scambi comunicativi con gli altri: probabilmente non ci domanda niente, ma
verso di esso ci sentiamo in debito. In realtà dovremmo tentare, non direi
di esprimere, ma almeno di dare forma a ciò che esso rifiuta. E' un atto di
resistenza: e solo questo atto può essere all'origine delle opere culturali,
comprese le opere inutili.

(intervista tratta molto tempo fa dal sito EMSf)


Cara, Chantal prova a telefonare quando vuoi, ma non ti preoccupare - con
tutte le cose che devi dire dopo non sai "come dirle". Non ho capito se devi
andare in Turchia o ci sei già stata - ma non importa cedo che tu ci sia già
stata, forse.
Devo dirti anche che se puoi usa anche il mio indirizzo e-mail
patrizio...@tele2.it Non riesco a capire il motivo né la causa - che
credo non ci riguarda - ma sono già due volte che come ricevo la posta che
mi spedisci sull'attuale indirizzo, il computer inizia a fare delle cose
strane (l'altra volta anche non subito) e devo togliere l'e-mail
"naturalmente mi tengo il contenuto".
Un bacione
Patrizio

(annuncio news groups 12 Settembre 2004)

Concorso "contenuto" 2004

Concorso "contenuto"
di
Patrizio Marozzi

Concorso per opere di "Video Arte - sperimentazione cinematografica"
Non a scopo di lucro e senza pubblicità, di alcun genere.
L'opera/e scelta dall'autore è da inviarsi per mezzo raccomandata all'
indirizzo:

Patrizio Marozzi
Via IV Novembre, 19
63037 Porto D'Ascoli A.P. (Italia)

entro il 30 ottobre in formato nastro VHS o DVD. (non restituibili)
Il risultato delle opere più apprezzate - in ipotesi di tre - sarà
comunicato agli interessati, quanto prima, in forma scritta, che nell'
opinione sulla loro opera saranno esplicitamente riconosciuti come vincitori
di un euro simbolico.

e-Mail Concorso....@tele2.it


"La vita come libertà e possibilità per la vita"

Con il nome del Dio,
ricco in clemenza,
abbondante in misericordia

se "la debolezza del corpo" fosse sufficiente per capire il significato
della paura, forse non vi sarebbe possibilità alcuna della realtà
spirituale, eppure è proprio dalla debolezza del corpo che la paura si
espande, che sovrasta che inibisce, che schiaccia la coscienza, fino alla
schiavitù e alla inerzia della stasi del pensiero, e quando ancora possibile
del cuore e delle emozioni che lo animano.
E allora qual è la forza che spinge la schiavitù "la debolezza del corpo" o
la schiavitù (stessa) che rende il corpo privo della consapevolezza della
sua debolezza, privando la spiritualità della possibilità di non soggiacere
ai limiti che "la debolezza del corpo" le impone. E allora è sufficiente il
libero arbitrio per stabilire le possibilità della misericordia? che
stabilisce i limiti in cui la schiavitù deve sottostare alla "debolezza del
corpo". Perché può apparire semplice con esso stabilire, il giudizio, ma
esso è bastevole per capire l'infinità possibilità della clemenza e della
misericordia: è giusto chiedersi, "con il giudizio del mio libero arbitrio
conosco, riesco ad essere ricco in clemenza, abbondante in misericordia,"
come possibilità che trascende la possibilità del libero arbitrio? E allora
l'uscita dalla schiavitù, non è per il "libero arbitrio" la compassione che
pone l'affrancamento dalla schiavitù, per chi è "preda della debolezza del
corpo"? Dio può porsi dei limiti affinché vi siano limiti alla liberazione
di chi è schiavo? E deve chiedersi ancora l'uomo, può prescindere dalla
liberazione dalla schiavitù, la sua misericordia, e più la misericordia di
Dio, come superamento spirituale del libero arbitrio umano, e da esso essere
profuso ad ogni uomo per essere libero dalla schiavitù? - chiunque è in
preda alla schiavitù è un ostaggio della morte, della debolezza del corpo,
che lo tenta continuamente, a rimanere prigioniero nel suo libero arbitrio -
Non si chiede di liberare un ostaggio, ma nell'abbondare della misericordia,
cerca il coraggio e la perseveranza di vincere la schiavitù, affinché il
libero arbitrio non si perda, sia preda della schiavitù e della morte di chi
è ancora schiavo, e ottuso nella coscienza con la paura della debolezza del
suo corpo, che stoltamente continua a mostrare come forza e sopruso proprio
sul libero arbitrio, incerto della sua fine come inconsapevole della
schiavitù del suo presente.
"Tutti gli ostaggi dovrebbero essere liberi" e non è l'abbondante
misericordia di Dio ad impedirlo, ma la sconfitta di chi è schiavo, la
paura, che non sa appartenergli - come altro da se stesso.

Sinossi scritta l'undici settembre duemilaquattro

11 Settembre 2004, Zapping sull'informazione
Proporre un video che per dimensione tecnologica non può avere nessun
riscontro di carattere pecuniario, può rappresentare l'esserci della
realizzazione di un'opera. In ragione di questo in fin dei conti, mi viene
da chiedere quale sia lo scopo, la ragione di ogni festival, o azione
organizzata: se non quella di rendere produttivamente economico il riscontro
dell'opera con il mercato, sia per determinarne uno che non esiste, sia per
generare un indotto in uno che ha già a priori il proprio concetto di
retribuzione. Credo sinceramente che le due cose in sostanza non siano
affatto diverse. E allora in questo, quale significato ha la realizzazione
di un'opera che non si pone, non ricerca la priorità in quanto detto, ma si
determina nello sviluppo di una e della ricerca artistica, per porsi sovente
in una posizione inconciliabile con la determinazione di accademismo
economico? In concreto il problema che si determina è se la valenza
oggettiva della ricerca, sia accettabile dal sistema di rappresentanza ch'è
in atto nel sistema di valutazione referenziale in essere nella struttura
"adibita". Se per paradosso nella funzione di opera vi è un "discorso" che
pone il linguaggio dell'opera in contrasto con le caratteristiche
referenziali dei codici che ne determinano la "valenza" - questo
può benissimo significare che il concetto di critica referenziale, ha nel
suo essere una perturbazione
autoreferenziale che fa si che il processo creativo sia determinato da
"concettualità" a priori che riducono la
valenza in un ambito codicistico prestabilito, tanto da non tener in conto
la sua "trasformazione". Ora in questo ambito se un'opera, per sua specifica
ricerca, esula da quelli che possono essere i codificati mezzi di
trasmissione, ponendo in discussione, con il suo essere anche la definizione
del mezzo tecnologico usato -
quell'a priori, pone in discussione anche il concetto di trasformazione
sostanziale della ricerca, facendo
dell'atto autoreferenziale il criterio di comprensione oggettivo, e rendendo
virtuale il sistema creativo
nell'attualità del sistema di rappresentanza economica. Questa
caratteristica è evidente anche ora con la
possibilità di avere masterizzatori DVD per computer a prezzi accessibili -
si producano film in digitale per
poi copiarli su pellicola (e con l'uso di macchine digitali costosissime).
Se nello "scimmiottamento" della logica
cinematografica di una miriadi di produttori di video, che non hanno fatto
altro che incrementare il corrispettivo critico del sistema accademico - per
stabilire chi fosse quello che meglio scimmiottasse la grammatica del
cinema, senza per nulla porsi in essere nella ricerca del linguaggio - trovo
a dir poco sintomo di inettitudine (da parte di chi ha i mezzi economici)
che non si sia avviata la possibilità di distribuzione e fruizione di cinema
indipendente, nell'ambito di sale oramai qualitativamente
"determinate", in formato DVD, per mezzo del sistema elettronico, senza
copiatura su pellicola. Ciò ovviamente per lo sviluppo di un sistema
creativo che si aggiunge a quello su pellicola, senza però scimmiottarne le
logiche di spesa, ma portando un ampliamento del linguaggio anche nell'
ambito di una cospicua riduzione delle spese sia di produzione (peculiare
del sistema digitale) che di distribuzione. E non sono affatto stupito che
nella dimensione riduttiva della rappresentazione artistica contemporanea il
fatto di una realizzazione che determina accessibilità e basso costo, possa
determinare, nella forma mentis del fruitore un pregiudizio sulla qualità
dell'opera. Eppure prima o poi le stesse sale cinematografiche attuali,
finiranno per trasmettere tramite proiettori via satellite, ma questa è
soltanto una parziale inibizione, futura,
del sistema creativo già presente ora.
Tornando a parlare del video che presento: "11 Settembre, Zapping
sull'informazione", è stato realizzato in
S-VHS-ET, ma la versione su VHS è per me considerata master. L'opera è
realizzata usando il massimo delle
possibilità tecnologiche che in quel momento il mondo a messo in atto per
trasmettere l'evento, il mio utilizzo di queste tecnologia mi ha fatto
fruitore e attraverso la mia fruizione ho sviluppato la mia ricerca
dell'informazione per mezzo del mio apparato di ricezione televisivo
satellitare, nello sviluppo di un linguaggio interattivo deduttivo. Al
contrario di una ipotetica cabina di regia - dove la contemporaneità degli
eventi è visibile in contemporanea nei monitor presenti nella sala di regia,
la mia ricerca dell'informazione per la costruzione degli eventi che
coinvolgevano il mondo in quel momento è avvenuta ipotizzando deduttivamente
quale canale televisivo scegliere, questa "logica" in uso tra i
telespettatori di tutto il mondo è stata da me usata in tempo reale per
l'intera durata del video, facendo del montaggio un evento deduttivo in
diretta. Per me autore, la qualità tecnologica dell'opera è corrispondente a
quella del VHS, dissento soltanto dal fatto che la casualità ha voluto che
il nastro usato avesse il difetto di produrre
ogni tanto delle brevi rigature bianche. A tale evento da me non
preventivamente ipotizzato non è stato in
alcun modo possibile ovviare, causa la perdita di integrità dell'opera.
"Ora vi è la versione masterizzata su DVD, la durata è di 3,40 minuti.
"Pace"
Patrizio Marozzi
P.S
Scusate mi è stato impossibile riprodurre, in un'altra lingua. EXCUSE MI IS'
STAY IMPOSSIBLE REPRODUCE, IN AN' OTHER LANGUAGE.

Maurizio P[.], sinceramente non so chi ti dà lo stipendio, ma non riesco
proprio a capire se lo cerchi da me. Già un'altra volta ti sei associato
alla mia, per farti il tuo spottino pubblicitario - anche se l'altra volta
tra capre e cavoli interpretativi linguistici, hai sviluppato un'apologia di
reato dandomi del BR, magari perché avrai visto qualcosa di rosso nella tua
immaginazione, e tanto ti è bastato per pensare di avere qualche autorità.
(a tal proposito chiedi al news se l'ha conservata). Allora a titolo
informativo sono andato sul tuo sito e ho visto che vuoi fare una
comparazione di genere linguistico tra la costituzione, e "l'ipotesi di
costituente" che dovrebbe sviluppare una linguistica trasformativa della
costituzione. Ti dico sempre a titolo informativo, che io ho realizzato
un'opera che dagli atti della costituzione per tematiche di comparazione o
meglio di sviluppo, tra la corte costituzionale, le proposte legislative
nell'applicazione della costituzione, vere e proprie tematiche di confronto
e
di coerenza dei principi che la rappresentano, "il dialogo linguistico" va
ad evidenziare una sua oggettività proprio dalla lettura dei principi da
parte del cittadino, nei corrispettivi della sua rappresentazione,
quant'anche della sua ricerca d'espressione. Insomma è un opera organica
complessa, forse, ma esplicativa dell'idea dell'autore, quale autore che
legge e fa dell'analisi il proprio sguardo che interpreta su una linguistica
"svolgente". Ed io l'ho fatto come autore più che cittadino italiano,
proprio come qualcuno che può essere letto come individuo che comunica con
il lettore al di la del fattore nazionale, ma nella propria libera capacità
intellettiva nella singolarità della propria coscienza, al di là della
violenza o della guerra. Altresì questa ipotesi letteraria che sembra essere
una letteratura di gruppo, non sarebbe tale nella dimensione della
letteratura d'arte, non sarebbe tale come scrittore che singolarmente
partecipa e osserva la realtà rappresentabile e spiegabile nel principio
stesso della possibilità della libertà che va a trasformarsi al di là di chi
la rappresenta. Quando sarà dato di leggerla, ancora non so, ma lo so io" -
Per il resto caro Maurizio P[.] usa qualche altro per i tuoi spot - .
Cordialmente
Patrizio Marozzi


Gentili di danza. it, vi chiedo se conoscete l'indirizzo internet - o
postale di Merce Canningham. Se poteste indicarmelo mi sarebbe veramente
utile.
Vi invio i miei cordiali saluti e ringraziamenti
Patrizio Marozzi

(non sono riuscito a trovare il modo per inviare a Merce Canningham il mio
brano musicale, che volevo ascoltasse e coreografasse - è proprio in linea
con ciò che ha intenzione di fare).


L'Italiano

Mi sono venduto i ministeri, venduto le strade e i beni artistici, ho
aumentato le tasse e le spese, diminuendo i guadagni, e aumentando i
profitti, dopo quando avrò un gran debito taglierò le tasse e mi papperò
tutto
Sono un cafone un ignorante e presuntuoso e il futuro è mio.

(L' ITALIAN.
MI AM SOLD THE OFFICES, SOLD THE ROADS AND THE GOOD ARTISTIC, HAVE INCREASE
THE TAXES AND THE EXPENSES, DECREASEING THE EARNINGS, AND INCREASING THE
PROFITS, AFTER WHEN HAVE' AN GRAN DUE CUT' THE TAXES AND MI EAT UP' ALL.
AM AN BOOR AN IGNORANT AND CONCEITED AND THE FUTURE IS' MY)


"BES ENOUGH!"


THERE IS THE TIME SACRED, THAT PROFANE, THAT CAN' BE THANKFUL AND NOBLE, AND
CAN' MANIFEST THAT BLASPHEMOUS.
" NOW WITHOUT MORE' TIME " YOU IS' GONE UNTIL BEYOND THE BLASPHEMOUS TIME.
PEACE TO PERSON FREES AND INTELLIGENT - STOP TO POWER STOP TO WAR WITHOUT
END.

(Basta!
C'è il tempo sacro, quello profano, che può essere grato e nobile, e può
manifestarsi quello blasfemo. "Ora senza più Ora" si è andati fin oltre
quest'ultimo. Pace alla persona libera e intelligente, stop al potere stop
alla guerra senza fine.)


Melissa

Costumanza
Dal dizionario Aldo Gabrielli
custumanza (pl. -ze), sf. Disus. Costumànzia. 1. modo di vita, di
comportamento comune a più persone. A un intero popolo, a un paese, a una
regione; usanza, consuetudine. Operano consuetamente e secondo la loro
costumanza loro antica (FRA GIORDANO); Le razze e le costumanze tartare
(LEOPARDI); La barbara costumanza del duello (GUERRAZZI); Le volubile
costumanze e le mode (PANCRAZI). 2. ant. o letter. Comportamento abitudine
di una persona; abitudine, costume. De lo star con Deo hai costumanza
(JACOPONE); Ella voleva. prendere le costumanze d'una buona e diligente
massaia (NIEVO); Piuttosto aveva questa buona costumanza: non prendeva mai
il resto (PANZINI). 3. ant. o dell'uso toscano. Buona creanza, garbo,
costumatezza. 4. disus. Familiarità, consuetudine di vita con una persona,
dimestichezza. 5. disus. Ciò ch'è consueto, ordinario. Vostra cera gioiosa,
Poi che passa e avanza Natura e costumanza Ben è miracolosa (CAVALCANTI).
Derv. di costumàre. Sec. XIII. co-stu-man- za.

E già la costumanza umana potremmo dire se non fosse ciò un abuso del
virtuale sul reale, ma di fatto è proprio con questo: potrebbe dire" che
spesso si dice e si fa costumanza del comunicare. Perché se la cultura è
comunicazione del reale come del vero, per la qualità dell'evento della
relazione - s'è costumanza sia profonda per essere cultura che comunica con
quel ch'è vero e non si atteggia ad esso, o alla ipotesi che lì per lì si
conviene "dire", come se ciò sia di fatto altro di bene fare, tanto che
appare pur se non esiste, come maniera o virtuale imbroglio, che fa dire per
quando pensare e fare": "Io ti dico ma non ti faccio dire, perché io voglio
dire che sei tu che non mi fai dire - voglio che tu dica quello che voglio
io! Vedi che sei tu che non mi fai dire, l'importanza della menzogna è quel
che di più vuol essere per far dire e far fare quello che "immagina". E
tutto sta nel far dire prima quello che si immagina sia la risposta, "quasi,
al di là dell'importanza se sia vero o falso, o apparire così vero, se non
per una falsificazione della comunicazione, come della cultura. Una
ristrettezza delle ipotesi che sembrano aprirsi all'impossibile solo per
negazione, di fatto della realtà della comunicazione, per mezzo della
manipolazione della curiosità, per l'imposizione di ciò che debba
interessare: come del volere "dire". E allora una delle "esecuzioni dell'
immagine" di tale modo modale della quotidianità contemporanea dell'intero
pianeta, mi si "affaccia agli occhi", anche per mezzo delle svariate e-mail
che mi giungono - che non sono ipotesi di sconosciuti che su tale ipotesi
potrebbero aprirsi e acquisire la comunicazione e la cultura del possibile
conoscersi (di fatto rarissime) ma nell'incredibile mancanza di
comunicazioni vieppiù si svolge una modalità sintomatologia dell'
informazione come manipolazione del fare della risposta, nei modi spesso più
assurdi, come dell'imitazione e dell'impossibilità stessa di rispondere all'
imitazione ch'è un anonimato senza neanche poter essere un soggetto, o la
sua ipotesi rappresentativa con la realtà, finanche nella realtà tecnica
della tecnologia, insomma un bit molesto che maschera l'ipotesi di un io
cosciente per incoscienza del reale.
Non dirò e non farò un elenco di tutte le varie situazioni che mi si
prospettano in questo modo, ma ho raccolto una di queste lettere,
sinceramente bella quasi da sembrare vera (ipotesi da me non confrontata
dato che non ho neanche provato a vedere se il mittente rispondesse al suo
indirizzo), che in effetti è in linea con altre di tale argomento, che di
già mi sono giunte, non so a quale scopo. Ma in essa nella sua sviscerata
drammaticità, c'è una costruzione sottile d'ipotesi, che s'è vera
indubbiamente va aperta in qualche modo, senza che sia di vincolo il suo
significato (che mi è del tutto misterioso). Se l'assurdo ha un senso ciò
può essere una sua reale rappresentazione al di là del mittente sconosciuto
di questa lettera che può andare così a raccontare un'altra storia senza
sapere neanche "esso s'è vera. Se vi è una perdita della cultura, certo non
riguarda me ne la mia possibile capacità d'ipotesi "di scriverla".

Da: [.]
Data: 2004/10/08 ven AM 03:27:10 GMT+02:00
A: patrizio...@tele2.it
Oggetto: Re: cheerful heart


I am Mrs. Melissa [.], and I humbly imploy you to take time of your precious
schedule, to review this letter. My late husband was a wealthy merchant and
we both resided in Belgium. He died two years ago of HIV/AIDS, and I happen
to be dying of the same disease. His Family believes that I infected him
with the deadly virus, and has since continued to make my last days
miserable. I am basically lying here in my room in our house in Pretoria
waiting for my time to come. It was my husband's wish that we gave most of
our wealth to charity since we have no children, and that is exactly what I
have tried to do, but his greedy brothers whom he since settled, would
rather keep the money for themselves. Since I became confined to bed, all my
efforts to make charitable donations have been truncated by them and as such
I cannot trust them anymore. All these ugly incidents have continued because
my late husband did not believe in writing a Will as his brothers had
promised to carry out his wish, but have now reverted to the contrary. In
view of the above fact, I decided to contact a neutral person to help me
claim the funds, which my husband deposited with a foreign firm abroad, and
open a foundation that will care for my own family and manage the Fund
according to the wish of my late husband; that our names be immortalized by
our charitable acts as we are not fortunate enough to have had children. My
attorney shall be on hand to have the necessary documents prepared and the
deposit certificates transferred to your name and see you through the whole
process of claiming the fund. Should you be interested, please contact me
via my email so that I can have my attorney start the process of
transferring the funds to you name. Thank you. Mrs.

Melissa [.].


Io sono la Signora Melissa [.], e io ti chiedo di prendere il tuo prezioso
tempo per ascoltarmi, per riesaminare questa lettera.
Il mio defunto marito era un agiato mercante e ognuno di, noi risiedevamo in
Belgio.
Egli morì due anni fa di HIV/AIDS, e io sto morendo della medesima malattia.
La sua Famiglia crede che io li contagiai con il virus mortale, e i miei
giorni trascorrono, continuano per i miei miseri giorni del giudizio.
Io sto giacendo qui nella mia camera nella nostra casa in Pretoria
aspettando che il mio tempo giunga.
Era desiderio di mio marito che noi donassimo la nostra ricchezza per la
carità, noi non abbiamo bambini, ciò è quel che io ho provato a fare, ma i
suoi avidi fratelli per il loro agio, preferiscono possedere il suo denaro e
tenerlo per loro.
Da quando io diventai confinata a letto, tutti i miei sforzi per fare
donazioni caritatevoli, sono stati troncati da loro e come tale io non posso
fare di più, confidargli di più.
Tutti questi brutti contrattempi continuano, perché il mio defunto marito
non credeva nello scrivere un testamento che suo fratello non rispettasse la
promessa di esaudire il suo desiderio, essendone ora del tutto contrario.
Considerato quel che ho raccontato, io decisi di contattare una "persona
neutra" per aiutarmi a pretendere i titoli di risparmio, che mio marito ha
depositato all'estero, dove aveva l'azienda, e aperta una fondazione pensata
per la mia propria famiglia e gestita in conformità con la speranza del mio
defunto marito; ché i nostri nomi potessero essere ricordati dalle nostre
azioni di carità, per noi che non siamo stati molto fortunati nel desiderio
di avere dei bambini.
Il mio procuratore è in possesso dei necessari documenti e provvederà che
gli attestati del deposito siano trasferiti a tuo nome e ti assisterà per l'
intero processo dell'acquisizione del fondo. Dovresti essere interessato,
per favore mi contatti tramite il mio [EMAIL] affinché io possa avere la
possibilità di avvisare il mio procuratore per le pratiche di trasferimento
del fondo a tuo nome. Ti ringrazio.
Signora.

Melissa [.].

Flash, voltando pagina chiuse il libro

. che ad osservarli ti viene quasi in mente che riesci ad ascoltarli, quasi


parlassero propri a te. Con te. Sono seduti o camminano per la stanza, ma se
fossero in mezzo ad una strada forse sarebbe lo stesso, non te ne
accorgeresti perché non ti vedi.
- "Falla corta, la libertà non è una conseguenza della morte, non è con la
paura di vivere che si è persone libere, che si sceglie di essere se
stessi."
- "Sì ma il lasciar credere che ciò, già si sa, è un po' crederci e aiuta di
molto quello che si vuole far credere."
- "E senti un po', allora è già quel che ti ho detto, insomma per credere
alla calunnia bisogna essere un calunniatore, e perché a me non mi si
propone di credere alla calunnia, e c'è invece chi è felice di crederci,
creando quei giochi associativi, dove pur di essere protagonisti si finisce
per mentire profondamente a se stessi, tanto che tanto, che si vuol credere
a tutti i costi anche quel che non è vero, che si è affermato e capito per
vero, mentendo anche sul significato. Proprio come in quei giochi televisivi
dove in ragione dell'appagamento del premio si può essere più cretini che si
può, l'importante è che più persone possibile si sentano alla stessa
stregua."
- "La volontà, la volontà vince sempre, come realtà che dà al presente il
controllo totale sull'infinito, come unica conseguenza e principio del
significato che la volontà gli dà."
- "Un po' come dire che se la verità esiste al di là dello stato stesso di
coscienza, per ipotesi anche l'incoscienza più profonda per mezzo della
volontà ha efficacia e forza sul principio stesso della verità che ne regola
la realtà. Se la verità esiste in sé tanto da scoprirla, la volontà è l'
unica manifestazione dell'affermazione di qualsiasi presente."
- "Appunto non per ipotesi."
- "Ma ciò è anche la distruzione dell'infinito del presente."
- "Fin quando c'è consociativismo corporazioni lobby, potere finalizzato
allo scopo il gioco non può che essere, che fatto di queste, "parti." In
ogni suo grado e livello."
- "In che modo, e quali le parti."
- "Psicologia" Pubblicità" Finanza". Un po' come dire senza nessuna
differenza."
- "La solita vecchia storia dell'inevitabile sconfitta nella lotta tra il
potere e la morte, il mondo in preda al sopruso e alla stupidità. Un po'
come dire di non sapere riconoscere se non per etichette, per essere l'
etichetta. Credo che ti lascerò solo alla drammatica noia che proponi con
tutti i più che vorranno seguirti.


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