Salvatore Cavaleri: Padri e padroniPadri e padroniScritto da Salvatore Cavaleri
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Francesco Paolo Cazzorla ( Zu Fra ): La semplicità non è così sempliceLa semplicità non è così sempliceFrancesco Paolo Cazzorla ( Zu Fra )A Giovanni, lui dovrebbe sapere perché
Sostenendo questo però ci si dimentica, altrettanto spesso, da dove deriva quell’immediatezza; che cosa alimenta quella semplicità così vivida, così facilmente introiettabile, tale da conquistare – con quel suo potente accesso – le nostre percezioni, la nostra gamma di emozioni, e tutto quello che diventeremo una volta averla assimilata, una volta averla assorbita. Se dimentichiamo cosa c’è dietro – quale sia stato il processo che l’ha portata fino a lì – affinché quella semplicità sia così genuina, così chiara, e si mostri in quel modo così piacevole tale da esaltarci, affascinarci, catturarci in quel suo inconfondibile brio; se non riusciamo ad avvertire cosa veramente la rende tale, probabilmente quella semplicità durerà poco, e sarà semplicemente (!) una semplicità di “facciata”, che subito dopo averla vissuta creerà necessariamente un vuoto interiore, una specie di mancanza, e che andremo a sopperire cercandone ancora, e poi ancora, sempre di più, magari della stessa “semplice” specie. Leggi tutto |
Gustavo Piga: Cosa hanno in comune Alesina, Giavazzi e Renzi? TantoCosa hanno in comune Alesina, Giavazzi e Renzi? Tantodi Gustavo PigaLa Banca Centrale Europea ha ridato fiato, oggi, a Alesina e Giavazzi 1.0. In soffitta, dopo pochi mesi di innovazione prototipale, A&G 2.0, che chiedevano al governo Renzi di tenersi su di un deficit del 3% di PIL, negoziando con l’Europa una riduzione delle tasse senza accompagnarla immediatamente con un calo delle spese pubbliche. Era l’epoca, solo pochi mesi fa, in cui si temeva il quarto anno di recessione consecutiva ed il rischio di una guerra sociale pericolosissima nella penisola. Pericolosissima per tutti, anche per quelli poco interessati alle sorti di breve periodo dell’occupazione, come i nostri due economisti. Ma l’azione della BCE, autorizzata dalla Merkel, che ha abbattuto il cambio euro-dollaro e ridato un pizzico di ossigeno alle imprese internazionalizzate, specie del Nord, ha fatto rientrare il senso di emergenza che aveva motivato il loro cambio momentaneo di posizione. Siamo dunque tornati al vecchio modello, quello puramente ideologico e nemmeno un pizzico pragmatico: abbassare le tasse abbassando la spesa. Ideologico perché A&G sanno benissimo che questa ricetta distrugge PIL e occupazione (altrimenti perché passare alla versione 2.0?) ed è motivato solo da un desiderio di avere meno pubblico nell’economia. Poco pragmatico perché dalla recessione non siamo fuori e le tensioni sociali rimangono fortissime, altro che ripresa. Leggi tutto |
Marco Omizzolo, Roberto Lessio: manifesto Come mangiare bene grazie alla fame altruiCome mangiare bene grazie alla fame altruiMarco Omizzolo, Roberto LessioIl problema non è la quantità di cibo, ma nell’accesso a quel cibo e in chi lo controlla Approfondendo il tema «Nutrire il pianeta, Energia per la vita», lo slogan dell’Expo di Milano, le cose non quadrano e una cinica ipocrisia di fondo emerge chiaramente. Secondo il Word Food Programme nel mondo ci sono 805 milioni di persone che soffrono la fame: in particolare nei paesi in via di sviluppo un bambino su 6 è sottopeso. Nel contempo, grazie a comportamenti alimentari distorti, ci sono 1,5 miliardi di persone in sovrappeso e circa 500 milioni di obesi. Questi due estremi sono in realtà legati tra loro. La fame è al primo posto tra i fattori di maggior rischio per la salute ed uccide ogni anno più persone di Aids, malaria e tubercolosi messe insieme. Il sovrappeso invece, con le sue implicazioni cardiache e tumorali, è il principale problema sanitario nei paesi del cosiddetto primo mondo. Ad agevolare tale assurdità ci sono i cambiamenti climatici, i conflitti bellici e lo sfruttamento ambientale. Aggiungiamoci la vocazione predatoria del nostro capitalismo, in particolare l’uso indiscriminato delle risorse naturali e sociali, e possiamo tirare le somme. Stando ai dati ufficiali, sul pianeta c’è già cibo a sufficienza per sfamare tutta la popolazione mondiale. La superficie agricola arabile a nostra disposizione (4,1 miliardi di ettari), cioè terreni sufficientemente fertili e con buone precipitazioni di pioggia, permetterebbe ad ogni essere umano di mangiare cibo per almeno 5.000 calorie al giorno: circa 8 piatti di pasta e fagioli per intenderci, un pasto semplice ma completo. La terra oggi coltivata basta anche per produrre fibre tessili, ottenere materiali da costruzione per uso abitativo e persino rimboschire una superficie grande 30 volte l’Italia. Sono cifre apparentemente incredibili che in realtà si ricavano incrociando i dati della Fao. Leggi tutto |
L.Del Savio e M.Mameli: L’euro che divide: lotte nazionali e solidarietà internazionaleL’euro che divide: lotte nazionali e solidarietà internazionaledi Lorenzo Del Savio e Matteo MameliDue accademici italiani, Del Savio e Mameli, denunciano su Truthout mistificazioni e pericoli del cosiddetto progetto di integrazione europea: l’unione monetaria è stata innanzitutto lo strumento per favorire l’unione degli oppressori (le élite finanziarie e industriali) contro gli oppressi (le classi lavoratrici), nonché il catalizzatore di quegli squilibri di finanza privata che si vorrebbero ora risolvere scaricandone il peso sui contribuenti e sollevando un popolo contro l’altro. È tempo di ritrovare una solidarietà tra gli oppressi, a cominciare però da quella dimensione che già Marx e Mazzini nell’Ottocento dicevano essere quella fondamentale: la dimensione nazionale, entro cui bisogna ricondurre scelte e sovranità. (La citazione di Bagnai a metà articolo sembra giustamente dare credito a chi in Italia — e anche in Europa — ha avviato questo discorso)
L’impatto divisivo dell’euro si è manifestato in una quantità di modi diversi. Sottraendo la politica monetaria agli stati nazionali, irrigidendo il sistema dei cambi, e adottando delle politiche che hanno avvantaggiato soprattutto l’economia e i settori finanziari dei paesi economicamente più forti, la moneta unica ha ampliato il divario tra i paesi più deboli (come la Grecia e la Spagna) e i paesi più forti (specialmente la Germania). Ciò ha comportato nei paesi più deboli la distruzione di potenzialità industriali ed economiche, e livelli molto elevati di disoccupazione, rendendoli così ancora più deboli. Gli accordi all’interno dell’eurozona hanno avvantaggiato soprattutto le élite finanziarie e industriali dei paesi più forti. Specialmente prima della crisi del 2008, queste élite hanno potuto trarre profitti prestando denaro alle banche dei paesi più deboli, finanziando in questo modo il consumo di beni che venivano prodotti dalle loro stesse imprese. Queste élite hanno potuto attingere al vasto bacino di lavoratori qualificati, ma disoccupati, dei paesi economicamente più deboli. Hanno anche potuto acquistare a basso prezzo alcune delle più pregiate attività industriali di tali paesi. Leggi tutto |
Claudio Napoleoni: Il capitale monopolistico di Baran e Sweezy e la teoria marxiana del valoreIl capitale monopolistico di Baran e Sweezy e la teoria marxiana del valore*Claudio Napoleoni
Per economia monopolistica si intende una economia in cui le singole imprese sono in grado di influenzare direttamente i prezzi di vendita. In questa fase le imprese, pur non rinunciando a farsi concorrenza, tuttavia in genere non scelgono la via di farsi concorrenza giocando al ribasso dei prezzi, in quanto ciò da un lato non consentirebbe una vittoria sicura, dall’altro lato causerebbe rilevanti perdite. La tesi che viene respinta in blocco da B. e S. è la tesi che individuerebbe l’esistenza nella moderna industria monopolistica di una figura particolare, il ‘manager’, avente scopi diversi da quelli perseguiti dai padroni delle aziende, che sarebbero quelli della massimizzazione dei profitti. Secondo questa tesi i manager si proporrebbero più che altro di espandere al massimo le dimensioni dell’azienda ricorrendo ad autofinanziamenti cospicui, non distribuendo cioè una gran parte degli utili realizzati dall’azienda. Ruolo simile a quello dei manager avrebbero gli azionisti non direttamente impegnati nella direzione dell’azienda. Leggi tutto |
Guido Grassadonio: Sulla creazione politica, critica filosofica e rivoluzioneSulla creazione politica, critica filosofica e rivoluzioneUn saggio di Emanuele Profumidi Guido Grassadonio*
Essendo, sin dal titolo, un volume manifestamente filosofico, il legame più forte è forse proprio col saggio del 2010. Con una differenza non da poco: Profumi prova ora a staccarsi da Castoriadis. Non nel senso di un’abiura delle tesi del maestro, quanto piuttosto in quello di una elaborazione originale di una propria filosofia politica. Filosofia politica che si radichi sì all’interno del post-marxismo castoriadisiano – con una ripresa evidente di alcune tematiche marxiane e la critica ad altre – sapendo però allo stesso tempo ri-orientare il proprio centro di interesse verso alcuni orizzonti – in particolare l’idea di creazione politica – che muovono oltre Castoriadis. Un Castoriadis oltre Castoriadis se volessimo risolvere la descrizione con una battuta rievocativa, che sicuramente spiacerà all’autore, non esattamente affine filosoficamente ad Antonio Negri. Leggi tutto |
Leonardo Pegoraro: Il revisionismo storico da Nolte e Furet a FergusonIl revisionismo storico da Nolte e Furet a Fergusondi Leonardo PegoraroRecensione a Il revisionismo storico. Problemi e miti di Domenico Losurdo Si potrebbe constatare – banalmente e al limite della tautologia - come la ricerca storiografica, nella sua reinterpretazione del passato e nella sua continua riesamina dei risultati della ricerca precedente, costituisca per definizione un’incessante operazione revisionistica. Da questo punto di vista, a meno che non vogliano limitarsi ad emulare pedissequamente i loro predecessori, tutti gli storici appaiono in qualche modo come dei revisionisti. Tuttavia, i revisionismi non sono tutti uguali. Un conto è il revisionismo allaMarc Bloch e Lucien Febvre, gli storici della Scuola delle Annales che introducono nello studio della storia altre discipline come l’economia, la sociologia e la geografia. Un altro conto è il revisionismo alla Ernst Nolte e Francois Furet, che demonizzano la tradizione rivoluzionaria e relativizzano il fenomeno del fascio-nazismo. Conviene allora parlare, nel primo caso, di legittime - e talvolta, come nell’esempio citato, straordinarie - riletture e reinterpretazioni della storia; nel secondo caso, in un’accezione negativa, di revisioni storiografiche. Leggi tutto |
Francesco Piccioni: Se anche Gramellini si spaventa per il programma "dovete morire"Se anche Gramellini si spaventa per il programma "dovete morire"Francesco PiccioniCapita, il sabato sera, che ci si dimentichi di spegnere la televisione alla fine del telegiornale. E capita dunque di ritrovarsi ad un certo punto davanti al cicaleccio semiserio tra Fabio Fazio e Massimo Gramellini. Un duetto il più delle volte insopportabile per chiunque si trovi ad affrontare una vita aspra e complicata, perché è predominante - in quell'ammiccare reciproco tra i due conduttori - l'impressione che ci parlino del mondo come se l'unico punto di vista plausibile, accettabile, ammissibile, fosse il loro. Cioè quello di una fetta alquanto ristretta di "borghesia delle professioni", quella che ha raggiunto il successo e un più che discreto benessere. Ma capita anche che la realtà sociale si faccia spazio e "buchi", non tanto lo schermo, quanto il velo di buonsenso perbenista steso su ogni problema rilevante, in genere strizzato a questioncella morale. E' capitato ieri sera, quando Gramellini, riferendo delle dimissioni dal lavoro di un professionista semi-anziano (un 55enne), viste dal punto di osservazione del suo dirigente 34enne, ha scoperto che viviamo tutti in un sistema di fatto inumano (non ha usato questa parola, certo). Quell'uomo, infatti, si era dimesso non si sa bene per quale ragione contingente, ma perché da lungo tempo trovava intollerabile essere "diretto" da uno che poteva essere suo figlio. Leggi tutto |
Stefano Zecchinelli: Resistenza somala e disinformazione dell'ImperoResistenza somala e disinformazione dell'Imperodi Stefano Zecchinelli
Prima di tutto è importante capire che cosa è realmente successo in Somalia negli ultimi anni. Da dopo la caduta di Siad Barre – uomo di fiducia degli occidentali nella guerra contro l’antimperialista governo etiope di Menghistu ( poi deposto nel 1991 ) – la Somalia è stata teatro di scontri e faide fra numerosi signori della guerra. Solo la progressiva costituzione dell’Unione delle Corti Islamiche ( UCI ) impedì il dilagare di questi massacri. Ma cosa sono le Corti Islamiche ? Si tratta di una libera unione di religiosi, giuristi, intellettuali, patrioti che hanno difeso le comunità autoctone dai mercenari colonialisti organizzandosi in strutture comunitarie. Leggi tutto |
Jacques Rancière: Gli "ideali repubblicani"Gli "ideali repubblicani"Intervista a Jacques Rancière
Tre mesi fa la Francia sfilava in nome della libertà d’espressione, ma le ultime elezioni dipartimentali sono state segnate da una nuova ascesa del Fronte Nazionale. Come analizzate questa rapida sequenza apparentemente contraddittoria? Non è affatto sicuro che ci sia una contraddizione. Tutti, certo, erano d’accordo nel condannare gli attentati di gennaio e nel felicitarsi per la reazione popolare che è seguita. Ma l’unanimità richiesta sulla libertà di espressione ha implicato una confusione. In effetti, la libertà d’espressione è un principio che governa i rapporti fra gli individui e lo Stato, vietando a quest’ultimo di impedire l’espressione di opinioni avverse. Quello che invece è stato calpestato il 7 gennaio a «Charlie» è un principio ben diverso: il principio che non si spara a qualcuno perché non si ama quanto dice, il principio cioè che regola il modo in cui individui e gruppi vivono insieme e imparano a rispettarsi a vicenda. Leggi tutto |
Riccardo Achilli: Analisi del DEF 2015Analisi del DEF 2015di Riccardo Achilli
Iniziando dal quadro previsionale di finanza pubblica, esso si basa su una ipotesi di progressivo irrobustimento, sotto forma di vera e propria ripresa, della crescita, che quest’anno dovrebbe attestarsi sullo 0,7%, per poi arrivare all’1,4% nel 2016 ed all’1,5% nel 2017. Tale ipotesi si bassa su una ripresa delle esportazioni, che dal +2,7% del 2014dovrebbero crescere del 3,8% nel 2015 e del 4% in ciascuno dei due anni 2016 e 2017, degli investimenti privati (che dopo il calo di 3,3punti nel 2014 dovrebbero crescere di 1,1 punti nel 2015, e di 2,1punti nel 2016) e dei consumi interni, che dovrebbero crescere dello0,8% nel 2015 (dopo lo 0,3% del 2014) fino all’1,4% nel 2017.Completa questa rosea previsione una riduzione di spesa per interessi sul debito pubblico pari a 0,3 punti di PIL (ovvero, per un risparmio pari a poco più di 4,9 miliardi). Leggi tutto |
Franco Rella: Morte della civiltà?Morte della civiltà?Monica Pepe intervista Franco RellaA partire dalla distruzione da parte dell'Isis della porta di Nergal sul sito di Ninive e di altre impronte della storia dell'umanità, come si relaziona questa epoca con la civiltà e con la bellezza? Rella. Benjamin ha scritto che ogni documento di cultura è anche un documento di barbarie. Una passeggiata nei Fori Imperiali a Roma ne è una straordinaria illustrazione. Certo, con il passare del tempo il monumento, eretto per celebrare una vittoria, e di converso una sconfitta, si allontana dall'occasione che lo ha generato. Non testimonia più un potere attuale, ma piuttosto l'opera del tempo che si deposita su di esso, lo modifica, spesso lo risignifica. Accanto al Monumentum, vale a dire a ciò che deve
essere ricordato, c’è la damnatio memoriae,
ciò che deve
essere dimenticato. Dall’antichità ai nostri giorni la
gestione della memoria e la gestione dell’oblio sono
state strumenti
politici, strumenti di potere. |
Maurizio Sgroi: Il signoraggio implicito degli americaniIl signoraggio implicito degli americaniMaurizio SgroiConosciamo tutti l’esorbitante privilegio, come lo ebbero a definire i francesi, di cui godono gli americani, in quanto emittenti della moneta internazionale. Se ne parla dagli anni ’60, e malgrado la tanta letteratura che è stata scritta nel frattempo su questa sorta di signoraggio esplicito, ossia la differenza fra quanto costa agli americani emettere la moneta e quanto ci guadagnano dall’utilizzo che ne fanno loro, magari all’estero, e gli altri paesi, che tale signoraggio devono pagare, assai meno si conosce su un altro tipo di signoraggio, che è squisitamente implicito. Mi riferisco, in particolare, al costo che gli americani scaricano indirettamente sui paesi che usano il dollaro per le loro transazioni commerciali e finanziarie, derivante dal fatto che il costo del dollaro, come ogni cosa, dipende dalle scelte di politica monetaria degli Usa. Se vi sembra esoterica, questa domanda, forse è perché non ricordate che in giro per il mondo circolano circa 9 trilioni di asset denominati in dollari, emessi quindi da paesi non americani, con i quali il mondo dovrà fare i conti una volta che la Fed deciderà di cambiare le sue scelte di politica monetaria. Leggi tutto |
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Sergio Cararo: Sulla Libia si fa strada l'escalationSulla Libia si fa strada l'escalationSergio Cararo"Bombardiamoli con i droni". "Inviamo le truppe". Sullo scenario Libia e traffico dei migranti nel Mediterraneo si rincorrono le proposte più svariate. L'opzione più esplicita l'ha fornita il gen. Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell'Aereonautica Militare e oggi presidente della Fondazione Icsa (uno dei vari think thank sulla “sicurezza”). Ad una domanda dell'agenzia Askanews sul come intervenire per frenare il flusso di rifugiati e le stragi di migranti nel Mediterraneo, Tricarico risponde: "Attuando un controllo sulle coste anche con l'utilizzo di Predator armati di cui l'Italia al momento non dispone. Vanno colpiti, senza spargere nemmeno una goccia di sangue, le imbarcazioni e i natanti che vengono utilizzati per il traffico di esseri umani. Queste imbarcazioni non devono prendere più il largo. Per fare questo è fondamentale che vi sia un pieno coinvolgimento delle forze libiche. Dobbiamo convincerli - sottolinea Tricarico - a farlo insieme anche dicendogli 'decidete voi quando e cosa colpire' perchè non è una guerra alla Libia ma è una azione di polizia per il perseguimento di un obiettivo comune". L'Italia - ha aggiunto Tricarico - può assumere un ruolo guida in questa missione sotto l'ombrello dell'Unione Europea. "Siamo i titolari più accreditati". Tricarico auspica inoltre che in tempi brevi il governo si attivi per dotare i Predator dell'Aeronautica militare italiana degli armamenti idonei. Leggi tutto |
Salvatore Palidda: La strage continuaLa strage continuaSalvatore PaliddaL’annegamento di 700 forse 900 migranti il 17 aprile 2015 è l’ennesima conseguenza diretta di due fatti principali: la riproduzione delle guerre e il proibizionismo delle migrazioni. La maggioranza dei media continua a vomitare lacrime da coccodrillo, vili ipocrisie, falsità e addirittura il compiacimento da parte degli sciacalli; ancora una distrazione di massa per nascondere le vere cause di queste stragi e i responsabili. Soprattutto dal 1990, la maggioranza degli emigranti fugge le guerre o le conseguenze dirette o indirette di queste: palestinesi, ruandesi, sudanesi, eritrei, congolesi, originari dei Balcani, iracheni, afgani, sub-sahariani, kurdi e oggi siriani e ancora altri di altre zone di guerra che i nostri media raramente menzionano. La riproduzione delle guerre dal 1945 a oggi è dovuta innanzitutto al continuo aumento della produzione delle armi e al suo commercio legale e illegale da parte delle principali potenze mondiali e dei paesi loro alleati. È risaputo che le armi e i soldi dell’Isis provengono soprattutto dagli Emirati amici degli Stati Uniti o anche della Russia e talvolta della Cina. Leggi tutto |
Infoaut: Libertà, svastiche e carri armatiLibertà, svastiche e carri armatiInfoaut
Già: esiste nella storia traccia, però, di stati senza carri armati e polizie segrete? A ben vedere, no. Le istituzioni che Gramellini vuole, in negativo, difendere (quelle “democratiche” sotto il cui potere viviamo) possiedono (e usano in continuazione) carri armati senza omettere di spiare i propri cittadini, aumentando anzi la potenza del controllo sociale (vedi le intercettazioni telefoniche e cibernetiche di massa e l’educazione alla delazione e all’abiura portata avanti senza posa dal sistema giudiziario e dalle istituzioni formative). Leggi tutto |
ilcuneorosso: La grande crisi globale e le sue prospettiveLa grande crisi globale e le sue prospettiveRedazione ilcuneorosso
Spiegazioni superficiali, insufficienti, mistificanti La grande crisi in corso ha ricevuto spiegazioni differenti e contrastanti. Tralasciamo qui quelle fornite dagli esponenti del neo-liberismo che possono ridursi a pochi chiodi fissi ribattuti in modo ossessivo: le cose non vanno perché in economia c'è ancora troppo stato e poco mercato; ci sono ancora troppi ostacoli alla concorrenza e al libero mercato; ci sono ancora troppe protezioni per il lavoro. Le affronteremo occupandoci delle politiche anti-operai e dei governi europei e italiani che ad essi continuano ad ispirarsi anche dopo l'esplosione della crisi, certi - a ragione, dal "punto di vista" capitalistico - che indichino l'unica via praticabile per uscirne. Leggi tutto |
Quarantotto: Città globali e denazionalizzazione-globalizzazione "buona"Città globali e denazionalizzazione-globalizzazione "buona"La "cosmesi finale"di Quarantotto
Poi, interagendo con voi nei commenti, mi è sovvenuta la spiegazione. Il punto è presto detto: esiste l'idea di una globalizzazione buona, tale perchè: a) lo Stato abbraccia l'internazionalismo e denazionalizza la sua azione e ciò ne potenzia l'efficienza per qualunque obiettivo voglia raggiungere: questo è un corollario dell'idea che l'internazionalismo (dell'indistinto) sia sempre e comunque cooperativo, (mentre l'assetto di Westfalia sarebbe intrinsecamente "inefficiente"); b) lo Stato ne risulta depotenziato e destrutturato e questo pure - in aggiunta all'internazionalismo che si espande- sarebbe un bene in sè. Forse perchè lo Stato nazionale può essere solo autoritario, fascistoide e guerrafondaio, mentre invece gli Stati de-sovranizzati e filo-globalizzazione, adeguandosi alle privatizzazioni e liberalizzazioni imposte da FMI, UEM e troike varie, sarebbero altamente libertari e progressisti; Leggi tutto |
Paolo Favilli: Coalizione sociale, uscire dai bizantinismiCoalizione sociale, uscire dai bizantinismiPaolo FavilliLa discussione su «coalizione sociale» e «coalizione politica», come quasi sempre succede nel travagliato mondo della «sinistra», rischia di avvilupparsi in un intrico di bizantinismi verbali. A costo di usare l’ascia invece del bisturi cerchiamo di sfoltire il groviglio e far emergere gli elementi davvero importanti di dissenso e di consenso. Mi sembra che, nonostante il percorso continui a rimanere accidentato, le ragioni del consenso stiano diventando prevalenti rispetto a quelle del dissenso, e che le forze (o meglio debolezze) che si muovono, abbiano maturato una consapevolezza largamente comune. La convinzione che, senza un deciso salto di qualità in tale direzione, qualsiasi spazio in cui far crescere un minimo di efficacia oppositiva alla versione italiana della «nuova ragione del mondo» è destinato a chiudersi rapidamente e per tempi prevedibilmente assai lunghi. La convinzione che la crisi della rappresentanza dei subalterni sia, come dice giustamente Revelli, «sociale e politica insieme». E che cosa è un soggetto che si prova ad invertire i meccanismi di una crisi di tale portata se non un «soggetto politico»? E si può davvero sostenere che la «coalizione sociale» sia cosa «altra» rispetto a tale soggetto? Leggi tutto |
Aldo Giannuli: Renzi sta rottamando il PdRenzi sta rottamando il Pddi Aldo GiannuliIl capogruppo alla Camera, Speranza, si è dimesso, la scissione incombe; Bologna i tesserati al Pd sono scesi di colpo del 25%; a Roma dilaga il fenomeno delle tessere false e, stando al rapporto di Fabrizio Barca, il partito è pieno di affaristi, trafficoni e delinquenti vari; a Napoli il trionfo regionale di De Luca sta aprendo falle molto consistenti con l’abbandono di chi non è disposto a votarlo; come peraltro in Liguria, dove le denunce di Cofferati (non raccolte da nessuno) stanno provocando uno smottamento; in Sicilia è la candidatura di un esponente di Fi, in una lista comune, a provocare dimissioni di consistenti gruppi di iscritti; in Puglia c’è protesta per la candidatura di Mele a sindaco di Carovigno. E poi gli scandali che ormai investono regolarmente uomini del Pd in compagnia di esponenti di Fi. Può bastare? Il Pd è in preda ad una “sindrome da sfasciamento” che non potrebbe essere più evidente. Civati dice che i suoi seguaci, ormai, sono più fuori che dentro il partito. E potrebbe dirlo anche Bersani dei suoi, se avesse una qualche capacità di guardare in faccia la realtà. Leggi tutto |
Alejandro Nadal: Liberté, égalité, fragilité. Dialogo Stiglitz-VaroufakisLiberté, égalité, fragilité. Dialogo Stiglitz-Varoufakisdi Alejandro Nadal*Il 16 settembre 1992 gli speculatori forzavano la svalutazione della sterlina. La Gran Bretagna cercava di mantenere la parità di 2.7 marchi sulla sterlina. Ma questo obiettivo era insostenibile perché il tasso d’inflazione era superiore a quello della Germania. Gli speculatori non persero tempo. Nonostante l’incremento dei tassi di interesse a Londra, George Soros e altri passarono all’offensiva. La Banca d’Inghilterra perse la battaglia e Soros intascò più di mille milioni di dollari, trasformandosi nel campione delle speculazioni dei mercati valutari. Nel 2009 Soros donò 50 milioni di dollari per la creazione dell’Istituto di nuovo pensiero economico (INET, la sua sigla inglese), per permettere ad una nuova generazione di economisti di affrontare le sfide del XXI Secolo. Il bilancio dei primi anni di vita dell’INET è irregolare e lungi dall’aver generato grandi cambiamenti nel pensiero economico. La scorsa settimana l’INET ha organizzato una conferenza a Parigi con il curioso titolo di “Liberté, égalité, fragilité” (ineteconomics.org). Il momento clou della conferenza è stato il dialogo tra il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz e il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis. Leggi tutto |
Philippe Plassart: Se avete amato la crisi finanziaria del 2008, vi innamorerete della prossimaSe avete amato la crisi finanziaria del 2008, vi innamorerete della prossimadi Philippe Plassart
"I mercati azionari vanno al massimo e vedono la vita tutta rosa, mentre l'economia reale continua a dare segni di sofferenza. Qualcosa non torna, qualcuno si sta sbagliando", analizza Véronique Riches-Flores, economista indipendente. Leggi tutto |
Enzo Traverso: Che cos’è il Totalitarismo?Che cos’è il Totalitarismo?Enzo TraversoAnticipiamo il Post Scriptum di Enzo Traverso alla nuova edizione del suo importante saggio dedicato al dibattito sul Totalitarismo. In libreria a partire dal 22 aprile per le edizioni ombre corte
Un utile lavoro “archeologico” ha permesso di riscoprire alcuni testi dimenticati, ma le posizioni già note sono state sostanzialmente riaffermate. Per una sorta di inerzia intellettuale, i Cold Warriors hanno continuato a scrivere libelli anticomunisti, sia rivisitando la storia del Novecento sia tentando incursioni nel presente, alla ricerca di nuovi epigoni dei demoni antichi. Da un lato, alcuni storici collaudati a corto di idee ci hanno spiegato per l’ennesima volta che la chiave di lettura degli orrori del XX secolo risiede nelle ideologie malefiche di fascismo e comunismo; dall’altro, giovani studiosi sensibili alle sfumature sono giunti, dopo un esame approfondito, alla conclusione che “Mugabe e Ben Laden sono più vicini a Mussolini e Lenin di quanto appaia a prima vista”. È davvero difficile far prova di maggiore sottigliezza analitica. Come un sito musicale online che offre ai consumatori varie rubriche – classica, opera, jazz, rock, world, ecc. –, il “totalitarismo” è diventato una specie di grande magazzino fornito di dipartimenti nei quali catalogare gli innumerevoli nemici della democrazia liberale e della società di mercato, dai classici intramontabili (fascismo, comunismo) ai più esotici dittatori postcoloniali, includendo una sezione di “novità”: Bin Laden, Mahmud Ahmadinejad, Hugo Chavez e, perché no, Evo Morales, ecc. Leggi tutto |
Leonardo Mazzei: «Acque inesplorate»«Acque inesplorate»di Leonardo MazzeiI cinque motivi di preoccupazione del capo dell'oligarchia eurista
Naturalmente, Draghi ha minacciato Atene - «dovete fare di più se volete salvarvi» - cercando al tempo stesso di rassicurare il resto dell'eurozona ed in particolare i mercati finanziari - «siamo meglio equipaggiati rispetto al 2012 e 2010». In cosa consista il «miglior equipaggiamento» è presto detto. In primo luogo, non bisogna scordarcelo mai, il cosiddetto «salvataggio» della Grecia è consistito nell'acquisto dei titoli ellenici detenuti dalle banche degli altri paesi dell'eurozona, al primo posto quelle francesi (5 anni fa esposte per 78 miliardi), al secondo quelle tedesche (con un esposizione nel 2010 di 45 miliardi). In questo modo non si è «salvata» la Grecia, come si pretenderebbe. Si sono invece salvate le banche, trasformando ancora una volta un rischio privato in un aumento del debito pubblico. La conseguenza di questa operazione è che oggi, in caso di default della Grecia, a pagare sarebbero gli stati e non più le banche. In secondo luogo, Draghi si riferisce ovviamente al QE (quantitative easing), uno strumento effettivamente in grado di attenuare le tensioni sui tassi dei titoli del debito pubblico, ma solo entro certi limiti. Leggi tutto |
Alessandra Daniele: Chamber of deputiesChamber of deputiesdi Alessandra DanieleLa conduttrice si volta verso il suo ospite. |
P.Dardot, C.Laval: L’emergenza strategica del comuneL’emergenza strategica del comunedi Pierre Dardot, Christian LavalIn anteprima un estratto del nuovo libro di Dardot e Laval "Del comune o della rivoluzione nel XXI secolo" [...] in uscita il 22 aprile con DeriveApprodi. Il volume è stato presentato il 18 aprile, alle ore 17,30 presso Esc Atelier.
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Maria Grazia Bruzzone: Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?Maria Grazia BruzzoneLa RocciaNera negli opachi intrecci fra fondi di investimento e megabanche che si stanno comprando tutto
Ma chi è, cos’è BlackRock, a cui l 'Economist ha dedicato una copertina? Come si colloca nel paesaggio finanziario globale?
IL CONTESTO. E’ quello della finanziarizzazione e globalizzazione dell’economia. Il valore complessivo delle attività finanziarie internazionali primarie è passato dal 50% al 350% del Pil globale dal 1970 al 2010, raggiungendo i $280mila miliardi – solo il 25% del quale legato agli scambi di merci. Mentre il valore nozionale dei ‘derivati’ negoziati fuori dalle Borse ( Over The Counter) a fine giugno 2013 aveva raggiunto i 693mila miliardi di dollari. Una gran parte sono legati al mercato delle valute. E al Foreign Exchange Market o Forex, si scambiano mediamente 1.900 miliardi di dollari al giorno. Fin qui Limes. Leggi tutto |
Raffaele Alberto Ventura: Farro per fermare il declinoFarro per fermare il
declino
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Alberto "Abo" Di Monte e Zeroviolenza: Il grande bluff: Expo 2015Il grande bluff: Expo 2015Alberto "Abo" Di Monte* e Zeroviolenza"Nutrire il pianeta, energia per la vita". E' questo il claim scelto per l'edizione 2015 dell'esposizione universale. Parole, quelle della kermesse che Milano ospiterà dal 1 maggio al 31 ottobre, che alludono ai temi del food e della sensibilità green per offrire copertura "di senso" ad un evento pensato anzitutto per rinverdire l'immagine turistica della città di Milano. Peccato che il "food" sia appunto un prodotto di marketing (si vende) a differenza dal cibo (che invece si mangia), peccato per i 1600 ettari di territorio fertile cancellati da autostrare inutili e nocive, peccato per i contratti atipici stipulati dai sindacati confederali con contorno di lavoro volontario. A partire dal 2008, dietro la patina sostenibile
cucita sapientemente dalla governance di Expo, abbiamo
visto Milano intraprendere la via della
rinuncia ad un progetto sul suo futuro. Archiviato il
sogno dell'Expo "diffusa e sostenibile" l'edificazione
di una fiera novecentesca di 1,5 milioni
di metri quadrati, con corredo di matassa
autostradale, ha drenato quasi 10 miliardi di risorse
dalle casse pubbliche, sottraendole alle politiche di
cui Milano avrebbe più bisogno: abitare, mobilità,
verde.. Leggi
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CMattarella e De Gennaro fanno le vittime per conto della NATOomidad:Mattarella e De Gennaro fanno le vittime per conto della NATOComidadEra scontato che l'episodio dell'eccidio al palazzo di Giustizia di Milano diventasse il pretesto per il solito vittimismo del potere. Non era invece preventivabile che l'operazione di santificazione della magistratura venisse condotta in modo così maldestro dall'attuale Presidente della Repubblica. Persino il consueto "roleplay" con la stampa berlusconiana è andato del tutto fuori del segno, tanto che Vittorio Feltri ha potuto sin troppo facilmente spingere l'affondo sino alla ridicolizzazione delle dichiarazioni di Mattarella. Se non fosse stato infatti per l'artificiosa demonizzazione della magistratura attuata in questi anni dagli opinionisti al servizio del Buffone di Arcore, forse certe evidenze sarebbero saltate agli occhi. Come ha detto Mattarella, la magistratura è sempre "in prima linea", ma lo è solo per condannare i deboli, come i No-Tav, e per assolvere invece lo stesso Buffone, le banche, le multinazionali, i potenti in genere. In questa lista degli "assolti" di professione non poteva mancare Gianni De Gennaro. Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l'Italia per "tortura" in merito ai fatti di Genova del 2001, De Gennaro ha incassato il sostegno di Renzi e del presidente della Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha dichiarato che De Gennaro non può pagare per tutti. Sinora, per la verità, non ha pagato per niente e per nessuno, ma il vittimismo di rito ci sta lo stesso, poiché rafforza l'alone del potente. Da parte di Forza Italia si è puntato sul fatto che l'assoluzione di De Gennaro da parte della Corte di Cassazione non può essere considerata meno della sentenza della Corte Europea. Leggi tutto |
Alfonso Gianni: Le carte di Tsipras nella partita dell’euroLe carte di Tsipras nella partita dell’eurodi Alfonso GianniE' duro per l'Europa dei banchieri accettare la prospettiva di un'Europa dei popoli. Eppure è questa la minaccia rappresentata dalla Grecia di Tsipras. Se l'infezione si allargasse, allora lo 0,4 per cento della popolazione rischierebbe di diventare un po' più povero Nuovo giro di vite della Troika sulla Grecia. Si torna a parlare di Grexit. Non è la prima volta in queste settimane, ma ora il tempo stringe. La liquidità scarseggia e il paese ellenico deve restituire tra maggio e giugno al Fmi 2,5 miliardi di euro. A giugno e luglio scadono altri due bond verso la Bce per un importo ancora superiore di 6 miliardi. Se non dovessero venire rimborsati cesserebbe anche la linea di credito di emergenza (Ela) da 73 miliardi messa a disposizione a caro prezzo dalla Bce per sostenere le banche greche. E’ da dubitare che l’Eurogruppo di Riga del 24 aprile si mostri più comprensivo. Situazione disperata dunque? Non è detto. La partita è ancora complessa. La linea di Varoufakis è chiara: «Faremo compromessi con la Ue ma non finiremo compromessi». Alexis Tsipras dichiara alla Reuters che il governo lavora per una soluzione che «rispetti il recente mandato popolare come il quadro operativo dell’Eurozona», precisando però che restano quattro punti di disaccordo – non tecnici, ma politici – in materia di rapporti di lavoro (del resto il mercato del lavoro greco è già del tutto deregolamentato), di sicurezza sociale, di aumento dell’Iva, di privatizzazioni. Ovvero il cuore del programma sociale di Syriza. Leggi tutto |
Anna Lombroso: Marinetti a Pompei, marionetta in EuropaMarinetti a Pompei, marionetta in EuropaAnna LombrosoPer caso vi ricordate quando è cominciata la rivendicazione dell’ignoranza, come qualità essenziale per esprimere al meglio dinamismo, fattualità, spirito di iniziativa, insieme all’ineguagliabile virtù della mediocrità come motore di vicinanza meglio ancora di mimesi col popolo bue, la plebe disordinata, il volgo disperso e quindi esposto alla fascinazione dei leader della peggiocrazia? Con Mike Bongiorno, che aveva elevato la gaffe a figura retorica celebrativa della bellezza di non vergognarsi della propria pochezza, del pressapochismo, dello sproposito, fino alla provocazione? Si direbbe di si, a vedere come si presenta e si dichiara la sua creatura oggi più influente, il ragazzino d’oro della Ruota che fa crescere la sua fortuna sulla nostra disgrazia, quello che canzona i professoroni e prende per i fondelli i professorini di scuola, quello che vuole che gli Uffizi facciano la grana magari con l’ausilio di qualche falso Leonardo, quello che ha inaugurato la bella abitudine di dare in prestito Ponte Vecchio per le festine degli amici come si faceva una volta con lo scannatoio, quello che vorrebbe cancellare le figure moleste di controllori e sovrintendenti rei di ostacolare la smania costruttiva dei signori del cemento. Leggi tutto |
Daniele Benzi: Integraciòn o muerte! Venceremos?Integraciòn o muerte! Venceremos?L'America Latina nel suo labirintoDaniele Benzi
L’America Latina vive oggi importanti processi di trasformazione politica ed economica e di conflitto sociale relativamente intensi in uno scenario mondiale in cui gli equilibri geopolitici e le dinamiche dell’accumulazione capitalista stanno mutando profondamente. Uno sguardo sommario agli eventi dell’ultimo anno e a quello in corso, anche se probabilmente poca cosa rispetto alle accelerazioni della turbolenza globale, confermerebbe facilmente quanto si dice. Per questa ragione, andando un po’ più indietro, se è lecito affermare che la «lunga notte neoliberale» – intesa come modello di governo non solo relativo alla sfera economica – sia già passata nella regione, gli avvenimenti del decennio appena trascorso e del nuovo che è iniziato sconsigliano l’uso di prefissi ed etichette generiche destinate senz’altro a non durare nel tempo. Ancora più importante, però, invitano ad essere cauti nella proposizione di analisi e schemi che abbiano la pretesa di fornire una visione compiuta di ciò che sta succedendo sul piano geopolitico e geoeconomico regionale, specialmente per quanto riguarda i processi di integrazione, e sul ruolo presente e futuro dell’America Latina nella difficile transizione del sistema mondiale. In quattro brevi interventi propongo più modestamente una panoramica ed alcuni spunti di riflessione sulle alternative contraddittorie in campo ed i conflitti da esse innescate. Discuto in questa prima parte alcuni problemi dell’eredità economica, politica e sociale del neoliberismo ancora assai palpabili nei limiti programmatici e difficoltà pratiche dei governi della cosiddetta «svolta a sinistra». Leggi tutto |
Domenico Moro: Europa, l'euro è irriformabileEuropa, l'euro è irriformabileIntanto i profitti vanno sempre dalla stessa parteDomenico Moro
Un governo sotto ricatto Partiamo dalla Grecia. Il governo greco è stato eletto con il mandato di eliminare la pesante austerity che ha determinato un vero e proprio massacro sociale. Per attuare tale mandato, il governo Tsipras ha intrapreso una strada ragionevole e per niente estremista, quella della rinegoziazione dei vincoli di bilancio con i governi europei, a partire dal più importante, quello tedesco. Leggi tutto |
Massimo Cuono: Il termidoro sessuale del neoliberalismo italianoIl termidoro sessuale del neoliberalismo italianodi Massimo CuonoIda Dominijanni, Il Trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi, pp. 256, € 14, Ediesse, Roma 2014 Nel nuovo libro di Ida Dominijanni vi sono almeno due temi che meritano di essere riproposti nel dibattito pubblico italiano, in cui la figura di Silvio Berlusconi e il ruolo storico e politico del berlusconismo vengono sempre più spesso derubricati a questioni morali, quando non meramente penali. Il primo merito di questo volume è restituire al ventennio berlusconiano tutta la sua portata politica, spazzando via la tesi dell’anomalia italiana: altro che eccezionalismo, il berlusconismo è neoliberalismo all’italiana, coacervo autoritario di liberismo economico (l’imprenditore che si è fatto da solo) e tradizionalismo morale (il premier campione di virilità), indice che, se di neoliberalismo si può parlare, bisogna riferirsi innanzitutto a un’ideologia pervasiva e radicalmente disegualitaria, diffusa ben al di là della sola penisola italica. Come ogni ideologia che si rispetti, il neoliberalismo non è fatto di potenti cattivi che tramano nell’ombra (di cui Berlusconi sarebbe una versione folkloristica) contro vittime innocenti, ma si tratta anche, e soprattutto, di quadri mentali diffusi a livello sociale, di pratiche quotidiane consolidate di cui tutti partecipiamo, più o meno consapevolmente. Leggi tutto |
Christian Marazzi: Inversione di flussoInversione di flussodi Christian MarazziIn questi giorni i quotidiani finanziari hanno pubblicato dati e analisi del Fmi e della Banca dei regolamenti internazionali che indicano una vera e propria inversione di flussi di capitali dai paesi emergenti verso i paesi occidentali. Si tratta di questo: a partire dal 2009 e fino a circa la metà dello scorso anno, i 15 paesi emergenti, tra cui in particolare Cina, Russia, Corea del Sud, Taiwan e Tailandia, hanno conosciuto un forte e continuo afflusso di capitali dai paesi occidentali più colpiti dalla crisi finanziaria. In questi anni, per contrastare la crisi, paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno adottato politiche monetarie molto espansive, abbassando praticamente a zero i tassi d’interesse e iniettando quantità enormi di liquidità sui mercati finanziari (il famoso quantitative easing). Come da manuale, questo afflusso di capitali alla ricerca di rendimenti più elevati ha favorito l’indebitamento delle grandi imprese dei paesi emergenti e la speculazione dei mercati immobiliari. Leggi tutto |
Stefano Petrucciani: Democrazia in Crisi?Democrazia in Crisi?di Stefano Petrucciani
Ragionare oggi sulla democrazia significa innanzitutto prendere atto di un paradosso. Per un verso, la democrazia sembra ormai porsi, nel ventunesimo secolo, come l’unica forma politica la cui legittimità nessuno o quasi osa più mettere in discussione: la si può interpretare (e la si interpreta di fatto) in modi diversi, certamente anche in modi che noi europei giudicheremmo antidemocratici, ma, in ogni caso, essa viene percepita come un valore politico dai sostenitori delle più diverse visioni ideologiche. D’altra parte, però, almeno in Italia e in Europa, bisogna riconoscere che la democrazia attraversa una fase piuttosto critica, segnata da sfiducia o da disagio, come molti politologi hanno da tempo rilevato1. Appare pertanto necessario interrogarsi su quali siano le cause o le ragioni che determinano questo stato di largamente diffusa insoddisfazione, su quali siano i punti critici attorno ai quali esso si addensa, sui processi sociali e politici ai quali si può far risalire. Il panorama che ci si squaderna davanti, se si prova a ragionare su questo tema, è estremamente variegato e complesso; il tentativo che intendo fare, perciò, è quello di cercare di metterne in risalto alcuni tratti più forti o più caratteristici. Il tema più eclatante dal quale può essere opportuno partire sembra essere quello della rappresentanza. In prima istanza, infatti, la crescente sfiducia dei cittadini, costantemente rilevata negli ultimi anni da sondaggi e da analisi politologiche, sembra appuntarsi proprio sui consolidati meccanismi della democrazia rappresentativa, a cominciare in particolare dal Parlamento e dai partiti. Che l’insoddisfazione dei cittadini rispetto a questi cardini della vita democratica moderna sia diffusa e crescente è sotto gli occhi di tutti. Leggi tutto |
Militant: L’anti-marxismo congenito del pensiero post-strutturalistaL’anti-marxismo congenito del pensiero post-strutturalistaMilitant
Pur non avendo noi particolari competenze filosofiche, il testo di Rehmann, con l’importante prefazione di Stefano Azzarà, chiarisce in che termini il pensiero di Nietzsche, o per meglio dire della triade Spinoza-Nietzsche-Heiddegger, sia stato utilizzato in funzione antagonista e superatrice del pensiero marxista o, anche qui per meglio specificare, della linea di sviluppo che da Hegel porta a Lenin tramite la necessaria evoluzione operata da Marx ed Engels della dialettica hegeliana. Tale ribaltamento ideologico avviene tramite il lavoro in particolare di due autori ancora oggi presi a modello di un certo “pensiero rivoluzionario”, Deleuze e Foucault, massimi esponenti di quel gauchismo parigino travolto dalle sommosse del maggio francese e per via di queste costretto a convertire parti importanti della propria impostazione filosofica in funzione di un discorso “di sinistra” legittimante quei moti di ribellione. E’ infatti opportuno ricordare, con Rehmann, che Foucault, “impressionato dal movimento del Sessantotto, compie uno spostamento a sinistra che spiazza completamente molti suoi contemporanei. Bisogna tener presente che la sua pubblicazione sino a quel momento di maggior successo, Le parole e le cose, del 1966, a causa del suo aspro regolamento di conti con Marx era stata interpretata da molti come un libro “di destra”. Leggi tutto |
M.Badiale, M.Bontempelli, F.Dinucci: Invito all'esodoInvito all'esodoMarino Badiale, Massimo Bontempelli, Federico Dinucci
I due articoli che vi propongo, in varie puntate, non sono stati pubblicati su "Koinè", ma su "Diorama letterario", la rivista di Marco Tarchi, e volevano essere una presentazione a interlocutori esterni delle tesi fondamentali che gli autori andavano elaborando. Il primo articolo, "Invito all'esodo", è stato pubblicato nel numero 150, Febbraio-Marzo 2002, di "Diorama Letterario". Gli autori sono Marino Badiale, Massimo Bontempelli, Federico Dinucci. (M.B.) Leggi tutto |
Andrea Baranes: Il fallimento della finanzaIl fallimento della finanzadi Andrea BaranesLo scandalo SwissLeaks, in cui la HSBC è accusata di avere aiutato decine di migliaia di clienti a nascondere i propri soldi su conti cifrati, è tornato alla ribalta in queste settimane. L'ennesimo caso che mostra come troppo spesso i maggiori gruppi bancari giochino un ruolo di primo piano in operazioni di al limite, e spesso ben oltre il limite, della legalità. Parliamo di una banca sola. E' quasi impossibile anche solo elencare gli scandali, gli abusi e i crimini recentemente emersi a carico del sistema finanziario: dalle manipolazioni del mercato delle valute a quello dei tassi di riferimento (Libor e Euribor), dagli episodi di corruzione all'evasione fiscale, a moltissimi altri ancora. La stessa HSBC nel 2012 ha ricevuto una multa di 1,9 miliardi di dollari dalle autorità statunitensi per una vicenda legata al riciclaggio del denaro di cartelli della droga messicani. Leggi tutto |
Enrico Grazzini: Crisi, moneta parallela all’euroCrisi, moneta parallela all’euroIn Grecia e in Italia è l’unica soluzionedi Enrico GrazziniIn Grecia Alex Tsipras si preparerebbe a emettere una nuova moneta parallela all’euro. Anche in Italia alcuni economisti, tra i quali spicca la figura di Luciano Gallino, propongono una moneta complementare all’euro per uscire dalla crisi. In Grecia secondo il Financial Times e la Reuters si avvicina il giorno in cui il governo greco emetterà una moneta parallela all’euro. Infatti le trattative con le cosiddette Istituzioni (la ex Troika, cioè Ue, Bce,Fmi) vanno male e tra poco lo stato greco non avrà più soldi per pagare i debiti e i suoi dipendenti. La liquidità scarseggia. La Ue non vuole pagare i 7,2 miliardi che aveva promesso al precedente governo greco, e Tsipras non sa come pagare pensioni e stipendi ai dipendenti pubblici. Da qui le voci sulla possibilità che il governo socialista di Syriza decida di emettere una moneta alternativa per pagare gli stipendi, pur continuando a rimanere nell’euro. La moneta parallela, secondo ufficiose fonti governative greche, darebbe luogo a un credito dei cittadini verso lo stato greco. Gli assegnatari, in primis pensionati e dipendenti pubblici, potrebbero utilizzarlo per pagare le tasse o per scontarlo in banca ricevendo una somma in euro, ma inferiore al valore nominale del titolo. In questo modo potrebbe pagare i dipendenti pubblici e risparmierebbe euro preziosi per ripagare i creditori esteri, cioè Fmi, Bce e Europruppo. Leggi tutto |
Walden Bello: TTIP e TPP: chi raccoglierà l'ira popolare?TTIP e TPP: chi raccoglierà l'ira popolare?Thomas Fazi intervista Walden Bello
Thomas Fazi: Oggi gli accordi di libero commercio bilaterali e regionali (o meglio, gli accordi megaregionali, come il TTIP e il TPP) hanno di fatto sostituito i negoziati nel seno dell'OMC. Siamo entrati in una nuova fase della globalizzazione? Walden Bello: Si. Credo che la fase trionfale della globalizzazione, che ebbe il suo zenith negli anni '90 e poi cominciò a decadere dopo le mobilitazioni di Seattle del 1999, sia definitivamente finita. Leggi tutto |
Marco Tabacchini: L’insistenza discreta della guerra civileL’insistenza discreta della guerra civiledi Marco TabacchiniUna recensione a Stasis. La guerra civile come paradigma politico. Homo sacer, II, 2 di Giorgio Agamben (Bollati Boringhieri, 2015).
Eppure è lo stesso intraprendente e disinvolto broker a offrire la chiave per una diversa comprensione della sua vicenda: al momento di aizzare contro le potenziali vittime di turno i suoi dipendenti, i suoi «fottuti guerrieri», intimando loro di strozzare i propri clienti con le azioni da vendere, Jordan Belfort non esita a svelare l’aspetto omicida e terroristico del loro impiego, nonché il potenziale distruttivo di quei telefoni neri che, al pari di ogni altro congegno, non sanno funzionare da soli, ma necessitano di essere usati da qualcuno, senza il quale «sono soltanto attrezzi di plastica, come un M-16 carico senza un marine che prema il grilletto». Leggi tutto |