Fabio Milazzo: Marco Ambra: TESTE E COLLIMarco Ambra: TESTE E COLLIdi Fabio MilazzoMarco Ambra (a cura di), Teste e colli. Cronache dell’istruzione ai tempi della Buona Scuola, collana gli ebook de «Il lavoro culturale», 2015.
Ed è proprio ciò che rappresenta l’ebook collettivo Teste e colli. Cronache dell’istruzione ai tempi della Buona Scuola (2), un progetto editoriale de «il lavoro culturale» che prova – e secondo noi riesce con successo – a cartografare i territori e gli spazi in cui si dibatte la scuola ai tempi dello «Storytelling» (3). Leggi tutto |
Marino Badiale: Serena indifferenzaSerena indifferenzadi Marino Badiale
Le discussioni sull'euro sono un esempio di questi problemi. La grande difficoltà nella quale si sono trovati quelli come noi, che da anni si sforzano di mettere questo tema al centro del dibattito delle forze antisistemiche, ci ha mostrato con chiarezza quanto forti siano i “vincoli interni”, chiamiamoli così, nelle menti di molte delle persone che ruotano attorno a quel mondo. Per fortuna, da qualche tempo le cose sembra stiano migliorando. Il lavoro di tante persone, gruppi, siti, dai più noti come Goofynomics, a “Voci dall'estero”, a “Orizzonte 48”, all'ARS , a “Sollevazione”, per finire, si parva licet, con un piccolo blog come il nostro, ha finito per immettere nel dibattito una serie di idee, concetti, conoscenze che dovrebbero rendere difficile l'adagiarsi su schemi di pensiero e argomentazioni ormai obsolete. Leggi tutto |
Andrea Fumagalli: Il riscatto del debitoIl riscatto del debitoAndrea Fumagalli
Il rapporto di sfruttamento oggi fuoriesce dal semplice atto lavorativo per andare a intaccare una sfera molto più vasta, quella della vita, o meglio, del modo di vivere. Non è più immediatamente riscontrabile nel rapporto diretto: essere umano (forza-lavoro) vs “macchina”, lavoro vivo vs lavoro morto. Oggi sempre più assistiamo al divenire macchinico dell’umano e viceversa, in un connubio dove è difficile delineare una netta separazione tra la coscienza umana e il mondo artificiale. Da questo punto di vista, lo sfruttamento è sempre più auto-sfruttamento e se, da un lato, tracima verso forme di lavoro gratuito non pagato, rompendone, in tal modo, la gabbia salariale, [ma non nel senso che molti di noi auspicavano con la parola d’ordine del “rifiuto del lavoro (salariato), anzi], dall’altro, lo alimenta tramite nuove forme di precarietà di vita e di indebitamento. Il nuovo libro di Andrew Ross, Creditocrazia e rifiuto del debito illegittimo (ombre corte, 2015) analizza il rapporto debito-credito come nuovo strumento e dispositivo centrale nel processo di governance neoliberista (quindi di sfruttamento). Diversamente da Maurizio Lazzarato (La fabbrica dell’uomo indebitato, Derive Approdi, 2012), Andrew Ross sottolinea come la condizione debitoria non rappresenti un fine in sé per perpetuare il dominio dell’uomo sull’uomo ma piuttosto uno strumento per consentire una maggior dipendenza del lavoro dal capitale all’interno del processo di valorizzazione contemporaneo. Leggi tutto |
Ilaria Agostini: La borsa valori dell’urbanisticaLa borsa valori dell’urbanisticadi Ilaria AgostiniUn nuovo libro di Paolo Berdini "Le città fallite. I grandi comuni italiani e la crisi del welfare urbano" (Donzelli), un efficace panorama dei misfatti dell'urbanistica neoliberista, iniziata negli anni di Craxi e proseguita in quelli di Berlusconi e del suo erede, Matteo Renzi. Il manifesto, 22 aprile 2015 Che il possibile fallimento del comune di Roma e
degli altri centottanta comuni italiani sia il
risultato coerente e legittimo di un sistema
economico-politico esso stesso fallimentare, e non
l’accidentale disfatta legata al malaffare o alle
ruberie di qualche amministratore, è
illustrato con lucidità nell’ultimo libro di Paolo
Berdini: Le città fallite. I grandi
comuni italiani e la crisi del
welfare urbano (Donzelli). Con dovizia di
esempi l’autore dimostra come, nel «ventennio
liberista», la gestione della polis
– l’urbanistica – abbia acquisito assoluta centralità
nelle scelte politiche di un paese in cui il «mattone
di
carta» e la privatizzazione dei servizi al cittadino
hanno aggravato la miope scelta dell’edilizia come
motore dell’economia
nazionale. |
Ma il mercato non vale, per Expo?Ma il mercato non vale, per Expo?Ora, la storia che “i giovani rifiutano i contratti per l’Expo” era una solenne idiozia. I dati sui numeri di assunzioni, di rifiuti, i contratti e le retribuzioni offerti erano totalmente infondati. E fin qua, ordinario giornalismo all’italiana con contorno di editorialisti che, dall’alto di una carriera di garanzie e sicurezza economica, a loro tempo alla portata di quasi tutti, sparano luoghi comuni a caso sui giovani choosy. Insomma, nulla su cui perdere tempo. Rimane invece da analizzare l’idea che sta alla base della polemica. E cioè: “Come osi rifiutare un lavoro? Con la crisi, la disoccupazione e tutto il resto, come ti permetti di rifiutare un qualsiasi lavoro, addirittura pagato? Quando ci sono frotte di persone disperate che ammazzerebbero per un lavoro, tu sputi in faccia a chi ti dà l’opportunità di lavorare?“ Bene, la risposta è molto semplice; tra l’altro l’avrete già sentita e, anche spesso, citata a sproposito anche dai suddetti eroi dalla pensione pronta e dal sopracciglio alzato facile: la risposta è “IL MERCATO”. Leggi tutto |
Sudore, dolore, rabbia. Un viaggio nella fabbrica globaleSudore, dolore, rabbiaUn viaggio nella fabbrica globaleCi sono saggi e inchieste che vale la pena leggere, poiché capaci di illustrare le dinamiche economiche e politiche che formano i più importanti processi sociali del nostro tempo a partire dalle esperienza materiali di vita dei soggetti che ne sono toccati. Testi come quello di di Pun Ngai, Lu Huilin, Guo Yuhua e Shen Yuan “Nella fabbrica globale. Vite al lavoro e resistenze operaie nei laboratori della Foxconn” (ed.OmbreCorte, 2015, 20euro, edizione italiana a cura di Devi Sacchetto e Ferruccio Gambino), che descrivono cosa succede in quel mondo apparentemente lontano e invece così vicino come la Cina su temi come la dialettica formazione/lavoro, le relazioni industriali e le lotte sociali che ne derivano, ragionati e descritti nell'ottica dell'analisi del ruolo che questi assumono nella Cina parte integrante e attore decisivo del sistema-mondo. Da sfondo alle descrizioni minuziose delle modalità e dei sistemi di sfruttamento organizzati delle “vite al lavoro” di cui si parla nel titolo, c'è infatti uno sguardo globale complessivo, che incardina la situazione specifica alle dinamiche della globalizzazione neoliberista. E' innegabile che la Cina intesa come “fabbrica del mondo”, come luogo centrale del sistema della produzione votata all'export e ai bassi salari, sia uno dei temi centrali di studio della nostra epoca di economisti, sociologi, scienziati politici di ogni orientamento volti a emettere previsioni su quello che sarà il nuovo ordine mondiale del XXI secolo che si sostituirà al caos attuale dovuto al crollo verticale del momento unipolare americano. Leggi tutto |
Leonardo Mazzei: La biscaLa biscaLo Stato italiano scommette in derivati e perde decine di miliardidi Leonardo Mazzei
Spesso si parla dello Stato biscazziere, colui che gestisce il gioco d'azzardo nazionale traendone benefici economici non piccoli. Ma c'è anche un altro Stato, quello che nella bisca ci va come un giocatore qualunque per farsi spennare dal biscazziere di turno. In questo caso la bisca è quella globale del capitalismo-casinò, mentre il biscazziere è normalmente un signore ben vestito che rappresenta gli interessi di qualche grande banca d'affari, solitamente americana. In queste bische non si va per giocarsi qualche spicciolo, ma per concludere affari miliardari, con la firma di contratti derivati. Ora, cos'è un derivato? Come dice la parola, il derivato è un prodotto finanziario il cui prezzo deriva dal valore di qualcos'altro, il cosiddetto "sottostante". La sottoscrizione di un derivato altro non è che l'accettazione di una scommessa sull'andamento di quest'ultimo. Leggi tutto |
Mario Pezzella: Il capitale è ormai un simulacroIl capitale è ormai un simulacroMario Pezzella«Un parricidio compiuto. Il confronto finale di Marx con Hegel» di Roberto Finelli, per Jaca Book. Il fenomeno originante dell'economia capitalistica è l’astrazione: svuota ogni essere umano asservito come forza-lavoro e lo colloca in una povertà assoluta, di totale desolazione
Questa è la domanda di partenza di Roberto Finelli nel libro Un parricidio compiuto. Il confronto finale di Marx con Hegel (Jaca Book, pp.404. euro 35). Di contro ai più tradizionali marxismi della contraddizione e dell’alienazione, l’autore pone al centro dell’opera del filosofo di Treviri un crescente affermarsi dell’astrazione in ogni piega del reale. Il marxismo della contraddizione si muoveva secondo la dialettica del rovesciamento: esso sottolineava il contrasto tra forze produttive e rapporti di produzione, che conduce al crollo dell’ordine capitalistico. È la stessa forza lavoro ad essere il motore del rovesciamento. Nello sviluppo del capitale, perde i suoi caratteri qualitativi, differenzianti; ma proprio per questo – superando ogni limite individualistico — diviene soggetto collettivo all’altezza dei mezzi di produzione creati dal capitale. Dal «marxismo della contraddizione» Finelli prende congedo. Il fenomeno originante del capitale è l’astrazione, che svuota ogni essere umano asservito come forza-lavoro; essa non crea una virtualità rivoluzionaria ma tende a collocarlo in una povertà assoluta, di totale desolazione: «soggettività povera, fino alla vuotezza di sé». L’enfasi del capitalismo attuale sull’individuo «imprenditore di se stesso», il passaggio dal lavoro corporeo al lavoro immateriale, non mutano la desolazione del lavoratore dominato: le nuove ideologie del capitale esaltano un’apparenza sociale di liberazione, che appartiene alla rivoluzione passiva, del capitalismo di fine ’900. Finelli la definisce un simulacro, compiendo un sottile détournement su un termine amato dalla filosofia postmoderna: il simulacro non è alleggerimento dell’essere, ma sintomo sociale del capitale. Leggi tutto |
Giorgio Riolo: Edoardo Galeano, un critico antisistemaEduardo Galeano, un critico antisistemadi Giorgio Riolo
Diciamo subito che il valore letterario e di contenuti degli scritti di Galeano era veramente grande. Fossero libri o i suoi tipici folgoranti pezzi giornalistici, egli mostrava quale forza si può celare nella penna, se la si sa usare e a qual fine usarla. Sciascia ricorreva a questa metafora della penna come spada, pensando al suo ruolo di scrittore e di intellettuale. Impensabilmente coincidente con quello che l’analfabeta bracciante siciliano riteneva a proposito del valore, dell’importanza della cosa scritta. Ma oggi con il minimalismo, la ciarlataneria chiassosa, le parole in libertà, in ogni dove (la falsa democrazia del Twitter, Facebook e minchiate varie), tutto ciò assume distanza, alterità omerica, biblica. La cultura, la letteratura, la grande arte non cambiano il mondo, sicuramente. Ma è sacrosanto che esse contribuiscano a preparare, a invogliare, a spingere gli esseri umani a “desiderare” un altro mondo, a cambiare la propria vita e la vita quindi dei gruppi associati. L’antropologia culturale viene prima della politica, sostanzia la politica e la spinge in avanti. Non al contrario, come taluni bonzi si ostinano a pensare e a praticare. Il risultato necessario, di causa ed effetto, come il giorno segue alla notte, è inevitabilmente la malapolitica. Leggi tutto |
Alberto Bagnai: Fondo monetario, Dr Jekyll e Mr HydeFondo monetario, Dr Jekyll e Mr HydeAdatta messaggi a diktat della politicadi Alberto BagnaiIl Fondo si smentisce spesso: l’austerità fa male, ma in Grecia no, la flessibilità crea disoccupati e deprime i salari, però va applicata. Motivo: i “tecnici” sono al servizio delle potenze globali o locali dominanti “Contrordine compagni”. Il popolo di Twitter ha salutato con uno sberleffo la notizia fornita dal ilfattoquotidiano.it il 10 aprile scorso: il Fondo monetario internazionale (Fmi) ci avrebbe ripensato, “liberalizzare il mercato non spinge l’economia”. Nota Mauro Del Corno che questa presa di posizione, sostenuta nell’ultimo numero del World Economic Outlook (Weo), azzoppa il principale cavallo di battaglia dell’ideologia liberista, inforcato dal compagno Renzi per farci adottare il Jobs Act. Il lettore potrebbe essere colto da un certo sgomento: “Ma come!? Istituzioni così prestigiose sconfessano l’anno dopo ciò su cui spergiuravano l’anno prima? Allora è vero che nel procelloso mare della crisi siamo privi di bussola, perché, come amano ripetere gli epistemologi da bar, l’economia non è una scienza! Certo – concluderà il lettore – siamo proprio messi male!”. Ci sentiamo di rassicurarlo: la verità è che siamo messi peggio, perché a livello scientifico non c’è stato alcun cambiamento di rotta. Che le riforme del mercato del lavoro a base di flessibilità fossero come la Corazzata Kotiomkin di fantozziana memoria (“92 minuti di applausi”) gli studi specialistici lo avevano appurato da tempo e senza appello. Leggi tutto |
Elisabetta Teghil: “Dimenticanze?”“Dimenticanze?”di Elisabetta TeghilIl Patriarcato è un tipo di organizzazione sociale e familiare in cui, in senso riduttivo, i figli entrano a far parte del gruppo cui appartiene il padre, da cui prendono il nome e i diritti che essi a loro volta trasmettono ai discendenti diretti o prossimi nella linea maschile, in senso espansivo, è un tipo di organizzazione sociale in cui al genere maschile viene riconosciuto un ruolo di comando, di guida e di riferimento in una struttura gerarchizzata e piramidale in cui il femminile ha un ruolo subalterno. Il sesso, strettamente inteso come fisicità, non avrebbe niente a che fare con il maschile ed il femminile che sono precise costruzioni sociali, ma è successo e succede che questa identificazione e sovrapposizione sia voluta e strutturata sin dalla nascita. I bambini/e interiorizzano prestissimo il ruolo che viene loro assegnato dal sociale e identificano se stessi/e con il ruolo sessuato che viene loro destinato in base al sesso biologico. Il ruolo sessuato viene così fatto proprio prima ancora della consapevolezza e della conoscenza del sesso biologico. Leggi tutto |
Luca Baiada: 25 aprile: che cos’è una Liberazione?25 aprile: che cos’è una Liberazione?*di Luca Baiada
«Sulle rive dei fiumi di Babilonia ci siamo seduti / e abbiamo pianto al ricordo di Sion». Così comincia il Salmo 137, uno dei più celebri. Ha perso la moglie e i figli, Giuseppe Verdi, ed è allo stremo delle forze. Ai moti rivoluzionari è seguita la repressione, è povero e solo, medita il suicidio. Il libretto del Nabucco, che gli hanno proposto di musicare, è aperto alla pagina di un coro ispirato a quel Salmo: «Va pensiero sull’ali dorate…». Col cuore in subbuglio scrive e scrive, e presto l’opera è compiuta: la sua vita è salva, il Nabucco infiammerà i teatri e sarà monito. Non solo le bombe di Felice Orsini, anche quelle parole, «o mia patria sì bella e perduta», diranno all’Europa l’urgenza della questione italiana. Anche dopo l’8 settembre 1943 qualcuno giurerà di aver sentito quel coro: dalle voci dei soldati, chiusi nei carri in corsa verso il Brennero. A immaginare quei treni che si arrampicano sulle Alpi pieni di uomini, vengono i brividi. Seicentomila, deportati come schiavi in Germania. Davvero cantavano quel coro, passando il confine? È nobilmente reale che sia stato udito, ma se i suoi rintocchi avessero abitato più le orecchie di chi lo sentiva, che le bocche affamate di chi era trascinato via, sarebbe un cortocircuito percettivo formidabile. Leggi tutto |
Quarantotto: Welfare, spesa pubblica, pensioni e crescitaWelfare, spesa pubblica, pensioni e crescitaInganno senza finedi Quarantotto1. Dunque, secondo Eurostat, l'Istat dell'Unione europea, l'Italia ha una delle più basse spese pubbliche pro-capite in €uropa. Capirete, dunque, che un paese che si trovi a "dover" riprendere a crescere per poter far quadrare i conti, - cioè, in soldoni, a dover avere un PIL finalmente in crescita (dopo tre anni consecutivi di recessione indotta da manovre fiscali) per garantirsi un gettito crescente e rispettare i limiti di deficit strutturale di medio termine (flessibilizzati dall'UEM)- non "dovrebbe" procedere a tagli della spesa pubblica. Neppure per garantire un'attenuazione della pressione fiscale che, peraltro, è proclamata a voce...ma non risponde alle attuali indicazioni del DEF. Come potere vedere qui, effettuati corretti ed elementari calcoli sul rapporto tra PIL e entrate dello Stato (che, a onor del vero, non includono soltanto quelle tributarie, sebbene le privatizzazioni tendano a intaccare notevolmente le altre voci di entrate, in specie da dividendi): Leggi tutto |
Daniel Zamora: Michel Foucault: liberalismo e criticaMichel Foucault: liberalismo e criticadi Daniel Zamora
L’intervista, concessa in occasione dell’uscita del volume – a cura dello stesso Daniel Zamora – Critiquer Foucault. Les années 1980 et la tentation néolibérale (Aden Editions, 2014) e tradotta poi in inglese qui dalla rivista Jacobin, ha originato un vivace dibattito (qui un riepilogo) che ha avuto risonanza anche Oltreoceano (qui e qui).
C’è un grande equivoco di fondo nel dibattito contemporaneo attorno alla figura di Foucault. Si tratta della sua storicizzazione e canonizzazione all’interno di una tradizione di pensiero sezionata in categorie predeterminate, dalla quale discende la crescente volontà filologico-esegetica dei sempre più numerosi foucaultiani sparsi per il mondo, o – a contrario – la critica serrata a singoli passaggi e interpretazioni testuali, magari relativi all’antichità. Zamora si innesta su questo terreno scivoloso con una “vecchia” innovazione, più affine all’intervento militante contemporaneo che all’analisi a distanza: la critica del portato politico e della ricaduta sociale all’interno di una cornice ideologica ben circoscritta. All’apparenza distanti, queste due strategie riposano su un medesimo presupposto: il passaggio dal lavoro con i testi e il pensiero di Foucault al lavoro sui testi e il pensiero stessi. Leggi tutto |
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Jacques Sapir: La Grecia e l’Arroganza EuropeaLa Grecia e l’Arroganza Europeadi Jacques SapirJacques Sapir prevede i prossimi passi della crisi greca. I paesi dell’eurozona giocano duro e mettono la Grecia all’angolo. Varoufakis è convinto di potersi giocare le sue carte, perché se la Grecia esce dall’euro chi ha più da perdere è proprio l’eurozona. Ma per gli eurocrati la questione non è razionale: è ideologica. Andranno avanti fino alle estreme conseguenze, fino al disastro o alla completa sottomissione di Syriza e della democrazia greca intera La questione di un possibile default della Grecia nei prossimi giorni o settimane è ormai all’ordine del giorno. Ma questa questione è talvolta confusa con quella della liquidità interna. Come spesso accade, questa questione è attualmente il principale strumento politico usato dall’eurogruppo per strangolare la Grecia e cercare di imporre politiche che sono state rifiutate dagli elettori il 25 gennaio. Questo già dice molto sul concetto di democrazia dei principali leader europei e particolarmente di M. Jean-Claude Juncker (un recidivo in questo campo, che aveva dichiarato, dopo le elezioni del 25 gennaio: “non ci possono essere scelte democratiche che vanno contro i trattati europei” [1]) e M. Moscovici. Aggiungiamo che le recenti dichiarazioni di Schäuble [2] sono perfettamente in sintonia. Si può constatare che per i leader dell’Unione Europea la parola «democrazia» è soltanto uno slogan privo di contenuti . Leggi tutto |
Comidad: TTIP: La finanziarizzazione del pensieroTTIP: La finanziarizzazione del pensierodi ComidadLa conferenza stampa congiunta di Renzi e Obama della scorsa settimana si è risolta nella solita esibizione di protervia lobbistica, allestendo una sorta di spot pubblicitario sul Transatlantic Trade and Investment Partnership; con l'aggiunta di un minispot nello spot, sull'Expo di Milano. Nello squallore generale della rappresentazione - resa ancora più desolante da quegli atteggiamenti da amiconi che sono diventati d'obbligo in questo tipo di appuntamenti internazionali -, sono risultate comunque istruttive le argomentazioni di Obama a sostegno del TTIP. Alla domanda di un giornalista circa eventuali opposizioni di esponenti democratici del Congresso Usa al TTIP, Obama ha replicato che, data la scontata contrarietà dei sindacati americani al nuovo accordo commerciale, sarà inevitabile che anche alcuni congressmen del suo partito si affianchino a queste proteste sindacali. Da parte di un presidente "di sinistra" dovrebbe risultare stonato questo atteggiamento di disprezzo preventivo verso l'opinione dei sindacati, che sarebbero sempre spaventati dalla mitica "competizione". Per compensare la contraddizione, Obama ha sottolineato di non essere stato eletto dalle camere di commercio, ma dai lavoratori. Obama ha quindi offerto all'uditorio soltanto una garanzia personale, da testimonial pubblicitario qual è. Nè Obama, né tantomeno Renzi, si sono dunque minimamente degnati di rispondere alle tante obiezioni concrete che sono state mosse al TTIP, il quale, in base ai proclami ufficiali, apparirebbe come un accordo stranamente "superfluo", dato che il libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico già c'è. Non si tratta perciò di aumentare la "competizione", ma, al contrario, di favorire la sempiterna caccia ad ulteriori privilegi fiscali ed immunità legali da parte delle corporation multinazionali. Leggi tutto |
Militant: Expo 2015: tutti i perché della lottaExpo 2015: tutti i perché della lottaMilitantL’Esposizione universale che comincerà il 1° maggio e terminerà il 31 ottobre si intitolerà “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Sostituendo le parole pianeta e vita con il termine capitalismo, appare evidente come la vetrina dell’Expo rappresenti il crogiolo di tutte le contraddizioni, l’ennesimo gigante fieristico che serve a rilanciare gli interessi capitalistici italiani e non solo. L’azionariato di Expo spa è composto per il 40% dal Ministero dell’Economia, per il 20% dalla Regione Lombardia, il 20% per il Comune di Milano, il 10% per la Provincia di Milano e il 10% dalla Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato. Dunque a partecipazione in maggioranza pubblica mentre partner ufficiali quali Enel, Telecom, Fiat-Chrysler, Intesa-San Paolo, Samsung e Selex (facente parte del Gruppo Finmeccanica) parteciperanno in misura minima per quanto riguarda le spese, ma in misura enorme per quanto riguarda i profitti e visibilità. Parliamo di un Consiglio di amministrazione presieduto dalla vicepresidente di Confindustria che è anche a capo del Gruppo Bracco (operante nel settore chimico farmaceutico). Perfino il terreno su cui sorge, circa 100 ettari, è di proprietà della Arexpo Spa (divisa in quote tra Regione, Comune di Milano, Comune di Rho, Provincia e Fondazione Fiera), la quale ha ceduto i diritti di superficie al grande evento fino al 2016. “Portano soldi, fanno girare l’economia”: questa l’opinione comune. Leggi tutto |
Edoardo Greblo: Di cosa parliamo quando parliamo di sinistra?Di cosa parliamo quando parliamo di sinistra?Edoardo Greblo*
Eppure, nonostante ciò, è possibile individuare una caratteristica definitoria in grado di unificare una costellazione di forze i cui ideali si presentano così radicalmente diversificati: si tratta dell’idea che la sinistra non sia solo una delle parti che alimentano la vita democratica, non sia solo, cioè, il luogo dello spazio politico contrapposto a quell’altro luogo dello spazio politico che è occupato dalla destra. E questo perché la vita della sinistra coincide con la vita della politica, nel senso che essa è la “parte” che attribuisce alla politica il compito di imporre regole e norme all’economia e al sistema sociale, mentre la destra, al contrario, ritiene che la politica sia un male necessario e che la sua funzione ordinativa vada ridotta allo stretto necessario. Leggi tutto |
Luciano Vasapollo: Cuba ha scelto il male minoreCuba ha scelto il male minoreNel caos mondiale il Sud America offre il quadro più saldoF. Sebastiani intervista Luciano Vasapollo
La nuova fase di relazioni diplomatiche tra
USA e Cuba arrivano in uno scenario internazionale
che dire caotico è davvero poco. Il sistema capitalista utilizza tutti i metodi a sua disposizione per risolvere le crisi. Penso che questa sia una crisi di sistema, è la crisi del modello capitalista e non hanno ancora trovato il modo per risolverla. Dobbiamo dire che, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi, ci sono state molte guerre di espansione imperialista in tutto il mondo. Il XXI secolo è caratterizzato da una forte competizione globale inter-imperialista nella quale gioca ancora un ruolo centrale quello degli USA, ma va rafforzandosi anche l'imperialismo europeo che oggi come oggi, per noi, ha un forte impatto economico, commerciale e sociale. Le cose non sono necessariamente quello che appaiono. Leggi tutto |
∫connessioni precarie: L’ultima strageL’ultima strage∫connessioni precarie
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Manlio Dinucci: "All'interno di un vuoto politico il problema più grande è l'informazione""All'interno di un vuoto politico il problema più grande è l'informazione"Sputnik Italia
intervista Manlio Dinucci*
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ilsimplicissimus: Ucciso dal fuoco nemico a nostra insaputaUcciso dal fuoco nemico a nostra insaputadi ilsimplicissimusBisognerebbe aver perso il naso per non sentire gli odori nauseabondi che salgono dall’ultima vicenda di fuoco amico, l’uccisione a colpi di drone di un cooperante italiano in Pakistan. Innanzitutto perché l’attacco Usa al presunto covo di Al Qaeda in cui ha perso la vita Lo Porto era avvenuto a gennaio e la certezza della sua identità è stata raggiunta, secondo le fonti ufficiali, ai primi di marzo: dunque Obama sapeva quando ha incontrato Renzi a Washington e ha taciuto in totale disprezzo dell’Italia oppure l’ha detto al nostro premier il quale si è ben guardato dal farne cenno in totale disprezzo degli italiani. Quello stesso dimostrato dai media che evitano di porsi questo elementare interrogativo. Già questo allunga ombre molto inquietanti su una vicenda che non sta in piedi da qualsiasi parte la si guardi e che purtroppo non è che un singolo caso di storture e inganni assai più globali e radicali. Per esempio come mai, dopo mesi di presunte e pazienti indagini (centinaia di ore di sorveglianza, recita il mea culpa ufficiale) è stato attaccato a colpi di drone un covo terrorista, senza nemmeno sospettare che lì vi erano due rapiti storici come appunto l’italiano Lo Porto e l’americano Weinstein? E come mai adesso si conoscono le identità degli uccisi dal dna? Che sistema è quello di sparare praticamente alla cieca, come in un videogioco e solo dopo inviare una squadra terrestre per vedere se si è fatto centro e chi si è fatto fuori? Leggi tutto |
Aldo Giannuli: Il nodo del fiscoIl nodo del fiscodi Aldo GiannuliPer quanto possa sembrare scandaloso al lettore europeo, la legislazione americana prevede una tassazione “regressiva” sul reddito, per cui i lavoratori dipendenti pagano le tasse per una aliquota del 35% mentre i redditi superiori al milione di dollari annuo pagano il 15% (1). Questo in ossequio al mantra neo liberista, per cui sono i ricchi a consumare ed investire, quindi devono pagare meno tasse degli altri, perchè così investono e stiamo meglio tutti. Infatti, i ricchi investono, ma in altri titoli finanziari per fare altro denaro che reinvestiranno in altri titoli finanziari e così via, senza che questo crei un solo posto di lavoro. La cosa, a pensarci bene, fa un po’ ribrezzo, al punto che persino quel gentiluomo di Warren Buffet si è detto stufo di pagare tasse percentualmente inferiori a quelle della sua segretaria. Anche il Presidente della Francia, Françoise Hollande (2), minacciava sfracelli tributari contro i ricchi (per la verità, lo ha fatto un po’ meno in occasione della sua visita alla City a Londra, quando ha spiegato che non ce l’ha con la finanza). E dunque si levi il grido: “Tasse ai ricchi!”. Giustissimo, ma come? Leggi tutto |
Norbert Trenkle: Critica dell'Illuminismo: 8 Tesi.Critica dell'Illuminismo: 8 Tesi.di Norbert Trenkle
2 - L'enorme salto qualitativo compiuto dalla "Dialettica dell'Illuminismo", sta nel fatto che analizza "l'altro della ragione" e la minaccia che esso rappresenta. Ovviamente, anche il pensiero razionalista volgare non ha mai perso di vista il fatto che la ragione si trova costantemente sotto la minaccia di una possibile insorgenza dell'irrazionale, ma lo interpreta in maniera puramente leggittimatrice. Leggi tutto |
Lapo Berti: La legge del più forteLa legge del più forteDemocrazia: ultima chiamatadi Lapo BertiPerché il salvataggio delle banche è stato anteposto o, addirittura, contrapposto al salvataggio delle persone? C’è una sola risposta possibile: perché è prevalsa la legge del più forte. Una domanda semplice, forse banale, e una una risposta altrettanto semplice, che ai più appariranno ovvie. Ma che ovvie non sono
Non è così e, forse, non lo è mai stato. Il sogno della democrazia si è da tempo trasformato in un sonno tormentato da incubi. E i bruschi risvegli, che sempre più spesso ci toccano, ci disvelano un mondo in cui di democratico in senso proprio non c’è praticamente nulla, specialmente se guardiamo alla sostanza del processo democratico, che dovrebbe investire il modo in cui vengono prese le decisioni che coinvolgono le condizioni e l’interesse di tutti e che, quindi, dovrebbero quanto meno rispettare la volontà della maggioranza. Leggi tutto |
Roberto Ciccarelli: Tutto è comune, anche DioTutto è comune, anche DioRoberto Ciccarelli
Dardot e Laval propongono una teoria dell’istituzione, del diritto all’uso e di una prassi socio-politica per liberare il principio del “Comune” dalla reificazione giuridica di “bene”, vale a dire dalla sua principale contraddizione. Lo Stato e il mercato non sono gli angelici portatori di un verbo impersonale al servizio di tutti, ma i vettori della normalizzazione o della distruzione dell’agire comune. Nella prefazione alla traduzione italiana, Stefano Rodotà ricorda che i “beni comuni” rappresentano una nuova tassonomia dei beni il cui scopo è esprimere la personalità di ciascuno e permettere l’esercizio dei diritti fondamentali. I “beni comuni” rappresentano inoltre una dislocazione del diritto dall’ambito proprietario e mercantile a quello dell’uso collettivo. Legittimamente, scrivono Dardot e Laval all’altro capo del volume, questa teoria vorrebbe liberare ciò che comune agli uomini dal comando dello Stato e dalla proprietà privata. Il suo problema è che continua a usare la categoria giuridica di “bene comune” (o di “beni comuni”) che ha logicamente bisogno di uno Stato. Leggi tutto |
Elisabetta Teghil: “Mercanti di morte”“Mercanti di morte”di Elisabetta TeghilCome al solito e come sempre, quando succede una tragedia più grande di quelle che quotidianamente attraversano il nostro presente, allora tante e tanti si sbracciano in cordoglio peloso, lacrime istituzionali, interesse simulato e strumentale. Un barcone stipato di migranti si è rovesciato nel mediterraneo due giorni fa, il bilancio dei morti/e è pesante, ma fa effetto perché sono morti tutti/e in una volta…si sa il numero fa notizia, ma ne muoiono quotidianamente in quantità minore e passano così in un silenzio noncurante. “Una tragedia immensa”(Enrico Letta, Pd, presidente del consiglio, tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013) “Provo vergogna e orrore; è necessario rivedere le leggi anti-accoglienza” (Giorgio Napolitano,Pd, presidente della repubblica, tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 ) “…L’escalation dei viaggi della morte è il segno che siamo in presenza di un’organizzazione criminale che sta facendo tanti soldi e rovinando tante vite. Il nostro Paese non può consentire che si faccia commercio di vite umane e noi li prenderemo. Questo chiediamo alla comunità internazionale”…..“Anche oggi un’operazione delle forze di polizia e dell’ordine italiane ha portato all’arresto di altre 24 persone, siamo a 1.002 in totale” ( Matteo Renzi, Pd, presidente del consiglio, sul ribaltamento del barcone del 19 aprile 2015.) Leggi tutto |
Aldo Giannuli: Renzi è ai limiti del colpo di Stato. Intervenga MattarellaRenzi è ai limiti del colpo di Stato. Intervenga MattarellaAldo GiannuliLa vicenda della legge elettorale sta andando oltre ogni limite costituzionale. Un Parlamento eletto grazie ad un sistema elettorale incostituzionale e nel quale quasi un quinto degli eletti ha cambiato bandiera, sta per varare una legge elettorale che ha gli stessi difetti di incostituzionalità. Per di più questa è opera di un solo partito che, grazie al premio di maggioranza ed ai cambi di casacca, ha trasformato il suo 25% in una probabile maggioranza di seggi, che non si capisce chi rappresentino, anche perché una parte importante dei deputati di quello stesso partito è contraria e gli elettori avevano votato per quelli che oggi sono in minoranza. Già questo è un quadro di totale anomalia, che segnala la degenerazione autoritaria delle nostre istituzioni. Leggi tutto |