Newsletter Sinistrainrete

63 views
Skip to first unread message

tonino

unread,
Jun 6, 2021, 7:23:45 AM6/6/21
to sante gorini

Giorgio Gattei: Tre Saggi per un pianeta (intervista a Saggio Massimo)

maggiofil

Tre Saggi per un pianeta (intervista a Saggio Massimo)

Cronache marXZiane n. 4

di Giorgio Gattei

index098tdoIl pianeta Marx è un corpo astrale paradossale perché ad ogni rotazione aumenta nella massa di Valore per la logica della Accumulazione del Profitto (quale Pluslavoro realizzato) che completa le due logiche dello Sfruttamento e della Trasformazione che abbiamo considerato nelle Cronache precedenti. Ciò pone però un interrogativo in merito al suo destino nello spazio: che cosa gli potrà mai accadere a forza di crescere di dimensione? Per saperlo si devono interpellare i tre Saggi che lo abitano (c’è chi, equivocando, li ha declinati al femminile equiparandoli alle Norne, che sono tre divinità nordiche che parlottano fra loro mentre intrecciano la fune del destino attorno all’albero del mondo). Questi tre Saggi non sono poi altro che tre rapporti economici che misurano lo stato di salute e di tendenza del pianeta: essi sono Saggio di Pluslavoro, Saggio di Profitto e Saggio Massimo, che è il più lontano da tutti ma è anche il più importante, con i primi due che sono stati visti al telescopio nel 1867 dal primo “mappatore” del pianeta Karl Marx, mentre il terzo è stato visitato nel 1960 dal grande esploratore Piero Sraffa che ne ha dato conto nella relazione scientifica Viaggio di merci a mezzo di merci.

Stando per lungo tempo sul pianeta Marx, anch’io ho voluto andare a conoscere Saggio Massimo (e sarei stato il secondo dopo Sraffa!) che abita in una località periferica distantissima e con mia grande sorpresa ho visto che esso era il perfetto gemello di quel “Rosseggiante” che Jack London aveva scovato nel 1916, ultimo anno di sua vita, «nell’oscuro cuore di Guadalcanal» al fondo di una giungla fetida e malvagia e che gli indigeni del luogo veneravano col nome di Nato-dalle-stelle perché era precipitato in tempi lontani dalla volta del cielo.


Leggi tutto

Marino Ruzzenenti: La tecnopolitica non salverà il mondo

gliasini 

La tecnopolitica non salverà il mondo

di Marino Ruzzenenti

Monsoons bn 1 1024x1536La lettura di un testo non è mai stata per me così intrigante come Prevenire. Manifesto per una tecnopolitica, di P. Vineis, L. Carra, R. Cingolani (Einaudi 2020). Per svariate ragioni. Innanzitutto il titolo e il sottotitolo. Prevenire per chi ha una cultura ambientalista e democratica è un concetto quasi sacro, fondamentale per preservare la buona salute sia della natura che degli umani. Tecnopolitica, invece, presenta immediatamente delle ambiguità, perché da un canto evoca l’idea oligarchica del governo dei sapienti in alternativa alla democrazia implicitamente considerata governo dei mediocri, e dall’altro sembra proporre ancora una volta la tecnologia come chiave di volta per la soluzione dei problemi dell’umanità. Insomma, titolo e sottotitolo evocano risonanze di ossimoro. Gli interrogativi aumentano se poi si tiene conto che il libro è uscito l’anno scorso e che uno degli autori, Roberto Cingolani, è ora direttamente coinvolto in un ruolo preminente come tecnico nell’attuale inedito governo Draghi, il cui collante dovrebbe essere proprio una politica al di sopra e al di là delle ideologie e degli schieramenti partitici, in nome delle cose tecnicamente fondate da farsi per la salvezza del Paese. In questo senso un saggio apparentemente profetico che avrebbe anticipato (preparato?) di qualche mese gli eventi. Ma lo stupore non finisce qui. La firma di Roberto Cingolani, personaggio ormai troppo noto, è preceduta da due altre firme importanti.


Leggi tutto

Enzo Traverso: Spettri della Comune

jacobin

Spettri della Comune

di Enzo Traverso*

Come spiegare la longevità e la freschezza del ricordo della Comune? La risposta si trova nella sua straordinaria dimensione simbolica. Il suo lascito è stato difeso o condannato, ma nessuno ha potuto sminuirne l’impatto

comune parigi jacobin italia 1320x481C’è una contraddizione paradossale tra l’ascesa e la caduta fulminea della Comune di Parigi, un’esperienza straordinariamente effimera la cui vita non superò i settantadue giorni, e la sua presenza durevole nella nostra coscienza storica.

Visto attraverso la lente di quella che gli studiosi chiamano convenzionalmente «storia globale», ciò che accadde a Parigi tra il 18 marzo e il 28 maggio 1871 è quasi insignificante. I lavori più recenti sulla storia del XIX secolo – si pensi alle opere di studiosi come Christopher Bayly e Jürgen Osterhammel – la evocano soltanto come un dettaglio minore della guerra franco-prussiana. Se l’Ottocento fu il secolo del decollo del capitalismo industriale e finanziario, dell’urbanizzazione e della modernizzazione, del consolidamento degli imperi coloniali e della persistenza dell’Antico Regime in un continente già dominato dalla borghesia, la Comune di Parigi non significa quasi nulla.

La Comune, infatti, non ebbe un ruolo decisivo neppure nella guerra franco-prussiana, poiché arrivò sette mesi dopo la capitolazione di Napoleone III e la proclamazione della Repubblica, e due mesi dopo la firma dell’armistizio che trasferì l’Alsazia-Lorena alla sovranità tedesca. All’inizio di marzo, l’esercito prussiano vittorioso aveva già sfilato sugli Champs-Élysées, previamente isolati dal resto della città con un «cordone sanitario».


Leggi tutto

Andrea Fumagalli: Introduzione allo studio dell'economia politica

machina

Introduzione allo studio dell'economia politica

di Andrea Fumagalli

0e99dc
              4d6662f7e7db47fe96466da2527f0536mv2Questa settimana ospitiamo un contributo di Andrea Fumagalli, economista ed interlocutore privilegiato della rubrica Transuenze, che anticipa il libro «Valore, moneta, tecnologia» in uscita per la collana Input. Si tratta di un articolo di introduzione allo studio della storia dell'economia politica, propriamente formativo in quanto concepito per coloro che si approcciano allo studio dell'economia. Crediamo che un contributo teorico di questo tipo possa aiutarci ad analizzare le trasformazioni del lavoro e della produzione. 

* * * *

«Con la frantumazione della filosofia morale in quattro branche distinte e autonome (la teologia naturale, l’etica, la giurisprudenza e l’economia politica), preconizzata da Francis Hutchenson e resa canonica dal suo ben più celebre allievo, Adam Smith, prende avvio la strana storia di un’affascinante scommessa intellettuale: la ricerca del senso e del fine del lavoro umano alla luce di una rinnovata ragion pura (la “razionalità economica”), indipendente dalle suggestioni evocate dall’antica condanna biblica, e di una pressante ragion pratica (“l’analisi sociale”) imposta dall’insorgere del capitalismo come modo di produzione storicamente determinato». 

Così, con le efficaci parole di Francesco Campanella [1], si può enunciare la nascita dell’economia politica come disciplina umanistica e sociale a sé stante. Parliamo di disciplina umanistica e sociale, perché l’oggetto di studio è l’analisi dell’evoluzione dei rapporti economici tra gli esseri umani. E in quanto disciplina umanistica, l’analisi economica ha sempre presentato punti di vista e metodologie d’analisi diverse e spesso contrapposte. 


Leggi tutto

Marco Adorni: Un libro necessario. I confini contano di Frank Furedi

lafionda

Un libro necessario. I confini contano di Frank Furedi

di Marco Adorni

obj109142137 1.jpgfliberopf5407637Ci sono libri che ti costringono a prendere una parte, che non ammettono vie di mezzo. Si tratta di opere d’intelletto che, anche quando non sono direttamente politiche, incorporano una funzione politica perché spingono il pensiero a confrontarsi in modo libero e disincantato con lo spirito del tempo.

In epoca di cancel culture, nazi-femminismo, polizia linguistica, antibinarismo, esaltazione fondamentalistica dell’apertura (in tutte le declinazioni possibili), dell’ibridazione (idem) e dell’identitarismo liberal (individualistico o di gruppo), un libro del genere è sicuramente Why Borders Matter: Why Humanity Must Relearn the Art of Drawing Boundaries del sociologo Frank Furedi, la cui traduzione in italiano, I confini contano. Perché l’umanità deve riscoprire l’arte di tracciare frontiere, è stata pubblicata il marzo scorso con i tipi di Meltemi.

Operazioni come questa fanno bene a tutti, anche quando fanno male ai più; sono pubblicazioni che agiscono come vaccini quanto mai necessari al tempo della pandemia dell’indifferenza, quando non dell’aperta ostilità, verso quegli strumenti che l’astuzia della ragione storica ha “inventato” per erigere la democrazia moderna.

Di quali strumenti si tratta? Pensiamo al principio culturale di nazione; al concetto politico di patria; all’idea di politica come libero confronto dialettico tra opposte argomentazioni all’interno dello spazio pubblico; all’esistenza di un immaginario sociale fondato su tolleranza attiva, ovvero sia sulla capacità di ascolto sia sul coraggio parresiastico di «dire la verità» al potere; alla presenza di leggi che tutelano la privacy, la libertà e la coscienza individuale; a uno stile di pensiero fondato sulla distinzione binaria tra bene e male, sacro e profano, diritto e dovere, piacere e sacrificio, l’io e l’altro.


Leggi tutto

Marco Pondrelli: La Cina e la Rivoluzione d'ottobre

sinistra

La Cina e la Rivoluzione d'ottobre

di Marco Pondrelli

Questo articolo di Marco Pondrelli è contenuto nel libro collettivo “La Cina e il leninismo del Ventunesimo secolo” con contributi di F. Giannini, A. Pascale, M. Pondrelli, D. Burgio, M. Leoni e R. Sidoli, e si può trovare per intero su www.mondorosso.wordpress.com.

lenin itIl 1917 segnò la storia mondiale così come, ovviamente, la storia dei comunisti. Il movimento comunista internazionale si legherà all'esperienza sovietica facendo della difesa di quell'esperienza un imprescindibile fronte della sua battaglia. Guardando al resto del mondo Lenin e tutto il gruppo dirigente bolscevico sapevano che per rafforzare l'esperienza sovietica era necessaria la vittoria della Rivoluzione in Germania, paese che era individuato come il tassello fondamentale dello scontro. La rivoluzione tedesca fu però sconfitta e con essa la possibilità di far dilagare la rivoluzione nel resto d'Europa.

A questo punto a Mosca il confronto fra i bolscevichi si articola su due piani fra loro intrecciati, che ancora oggi attraversano il dibattito fra i comunisti.

Innanzitutto si crea una contrapposizione che potrebbe essere riassunta da due termini: cosmopolitismo e patriottismo. Dopo la morte di Lenin il dibattito si incarnerà nelle due figure di Stalin e di Trockij, quest'ultimo si fa portavoce della necessità di esportare la rivoluzione incarnando la prima posizione, quella cosmopolita. I comunisti non devono limitarsi a governare il loro paese ma devono esportare la rivoluzione nel mondo. Stalin incarna la seconda posizione. Trovo illuminante l'opinione di Luciano Canfora il quale scrisse che dopo la presa del potere i bolscevichi si trovarono “dinanzi ad un bivio: o compenetrarsi con il Paese e fare i conti con l'enorme peso della sua tradizione e della sua storia, ovvero continuare a mantenersi 'straniero in patria' in attesa della 'rivoluzione mondiale'. Un dilemma che si incarna […] in due persone concrete: Trockij, ebreo, cosmopolita e fortemente internazionalista; Stalin, georgiano e convinto assertore della necessità dell'innesto nel concreto terreno di 'un Paese solo' del credo comunistico”[1].


Leggi tutto

Un amico di Winston Smith: L’Emergenza Covid e la strage delle coscienze

ilrovescio

L’Emergenza Covid e la strage delle coscienze

di Un amico di Winston Smith"

Nota: ad articolo già pubblicato, ci siamo accorti di un’imprecisione nel citare un testo di alcuni nostri detrattori, oltre che di un paio di aspetti che meritavano di essere meglio definiti (l’abbiamo fatto adesso aggiungendo due note, la 2 e la 5). Sostituiamo quindi la precedente versione con questa, leggermente riveduta.

external content.duckduckgo.com 10

Una strage tuttora in corso

La grande montatura medico-spettacolare nota come Emergenza Covid-19 dovrebbe essere ricostruita seguendo due filoni: da un lato il gonfiaggio dei “casi” (compresi i morti per altre patologie) attraverso l’abuso dei test diagnostici detti “tamponi”; dall’altro l’aggravamento della malattia attraverso il boicottaggio sistematico, da parte delle autorità sanitarie nazionali e internazionali, di ogni cura efficace o anche solo promettente nell’affrontare il morbo. Se al primo aspetto accenneremo brevemente (visto che influirà anche nel determinare il “successo” dell’attuale campagna militar-vaccinale), ci concentreremo ancora una volta sul secondo: da un lato perché negli ultimi mesi, in Italia, la questione delle cure domiciliari ha visto nuovi e scabrosi capitoli; e dall’altro perché, sotto i nostri occhi e sulla nostra pelle, continua a consumarsi una vera e propria strage di Stato silenziosa, che non può e non deve essere ignorata da chi tiene minimamente a cuore la propria sorte e quella dei propri simili.

Senza ripercorrere tutta la storia di quali e quante cure sono state negate (servirebbe un libro, o almeno un documentario)1, cerchiamo di inquadrare brevemente che cos’è il Covid-19 da un punto di vista sanitario (e almeno dal nostro punto di vista, con tutti i limiti costituiti dal fatto che non siamo né medici né scienziati).


Leggi tutto

Anna Stefi: Come stanno gli adolescenti?

doppiozero

Come stanno gli adolescenti?

Una conversazione con Gustavo Pietropolli Charmet

di Anna Stefi

screen shot 2017 11 01 at 13.31.36Incontro Gustavo Pietropolli Charmet rigorosamente a distanza, come in dad, dietro a uno schermo. Non ha bisogno di grandi presentazioni: è noto il suo lavoro con gli adolescenti e i suoi libri credo siano lettura cui non possa sottrarsi chiunque lavori – insegnante, formatore, psicologo, educatore – con i ragazzi. Ho letto il suo Il motore del mondo, uscito ad agosto e già recensito su queste pagine, ma la ragione per cui gli domando un appuntamento è che, come ho raccontato, sono in un vuoto di senso che rende difficile il mio tempo in classe e mi fa pensare urgente la necessità di interrogare la scuola, quanto accaduto, dove siamo e cosa questo tempo ci ha mostrato in modo più evidente di prima.

* * * *

AS: Professore, come stanno gli adolescenti? Come è stato questo tempo di restrizioni, di frequenza con i coetanei ridottissima, a stretto contatto con la famiglia: cosa ha determinato?

GPC: Come stanno? La pandemia ha fatto due vittime: gli anziani li ha fatti fuori, e gli adolescenti li ha malmenati. Non lei direttamente, ovviamente, perché gli adolescenti non hanno nemmeno visto la morte e la malattia atroce; in primo piano hanno visto le misure preventive, le restrizioni, le rinunce, tutte apparentemente rivolte a loro: calcio, concerti, sport. Ogni cosa. Chiusi in casa.


Leggi tutto

Alfonso Gianni: L’incerto futuro dell’Europa

alternative

L’incerto futuro dell’Europa

di Alfonso Gianni

matrignaL’ormai celebre sofagate di Ankara non è stato solo un incidente diplomatico o uno strappo alle regole più comuni del galateo, ma ha assunto un significato ben più profondo. Ha rappresentato, con la plastica evidenza del posizionamento dei corpi - quelli di Ursula von der Leyen, che sta a capo della Commissione europea, e di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo - una domanda di per sé non nuova, ma aggravata dalla durezza dei tempi: che cosa è l’Unione europea? Semplicemente, come in effetti la intendono la maggior parte delle elite nazionali, un’organizzazione internazionale votata alla soddisfazione di obiettivi e interessi economici? O qualcosa di più, meglio di diverso, almeno in nuce, ovvero un soggetto politico e istituzionale capace di agire in modo unitario e riconoscibile a livello internazionale? E in ogni caso funziona o no il sistema di governance che lungo gli anni la Ue è andata costruendosi?

Sappiamo da tempo che l’idea della costruzione dell’Europa fondata su una convergenza economica, che poi avrebbe partorito strada facendo le sue strutture politiche ha avuto fin dai suoi primi passi la netta prevalenza sugli ideali di Ventotene, sia dal punto di vista teorico (si pensi alle elaborazioni e ai modelli funzionalisti di Jean Monnet o di David Mitrany) che pratico. Tuttavia il volgere del secolo ha messo in fibrillazione l’intero impianto che su quei principi era fondato.


Leggi tutto

Emilio Maggio: Afferrare il secolo alla gola

operaviva

Afferrare il secolo alla gola

Il nuovo numero di aut aut

di Emilio Maggio

YqZhSiKUok 940x784A connecting principle
Linked to the invisible
Almost imperceptible
Something inexpressible
Science insusceptible
Logic so inflexible
Causally connectible
Yet nothing is invincible
Synchronicity, Police

Per il filosofo americano Eugene Thacker l’uomo contemporaneo è inestricabilmente implicato in un mondo divenuto a lui incomprensibile in quanto ciò che lo qualifica maggiormente è proprio la perdita del senso dell’orientamento. Il suo smarrirsi denota non solo i limiti di una lingua consona a descrivere questo sentimento di disagio ma soprattutto la difficoltà per l’umano a comprendere l’inumano o a pensare l’impensabile1.Viene così a cadere la condizione necessaria che permette all’uomo di esercitare il suo controllo sul mondo: la struttura antropocentrica di un soggetto che non è più in grado di espletare la sua presunta superiorità – mentre diventa sempre più problematico discernere il vivente dal non vivente, l’umano dall’inumano, la vita dalla morte.

La scienza, dalla teoria della relatività alla fisica quantistica, ha reso evidente come il tempo e lo spazio siano concetti labili e relativi, legati cioè a doppio filo alla coscienza umana. Il concetto della sincronicità, introdotto da Jung, vuole dimostrare come il principio di causa-effetto non sia sufficiente a spiegare il rapporto tra un soggetto agente e un oggetto stabilito e come piuttosto la realtà in cui ci troviamo immersi nonostante tutto sia costituita da relazioni occulte.


Leggi tutto

Michele Castaldo: Sui morti di Mottarone

lacausadellecose

Sui morti di Mottarone

di Michele Castaldo

WhatsApp Image 2021 05 23 at 16.22.33Ci risiamo con l’errore umano, l’incuria dell’ultima ruota del carro, la ricerca del capro espiatorio e la responsabilità personale dell’accaduto. Ovvero tutto poteva essere evitato “se solo” ecc. ecc..

Siamo perciò ancora una volta alla miseria umana, alla cronaca di qualche giorno, al rimbalzo di responsabilità, alle “indagini”, alle inchieste, o – anche, perché no? - all’istituzione di una commissione d’inchiesta, visto che non si capisce bene a chi apparteneva la responsabilità della gestione politica oltre che economica della funivia, il ruolo delle regioni, dei comuni, e così via all’infinito, fino alla prossima tragedia o alla prossima strage. Tanto, una in più una in meno cosa si vuole che conti, basta che passino alcuni giorni e tutto si raffredda, tutto si dimentica, e la giostra continuerà a girare grossomodo come prima.

Ma da un po’ di tempo a questa parte alcune tragedie e disastri inducono alla riflessione persino i grandi pensatori e propagandisti dell’unico sistema sociale possibile, il capitalismo. Si avverte nell’aria una sorta di impotenza rispetto a quanto avviene. Ci sbagliamo? Può darsi, ma a leggere certi editoriali come quello di Antonio Polito sul Corriere della sera di giovedì 27 maggio, cioè pochi giorni dopo l’accaduto, ce la conferma: c’è smarrimento.

Le cose sono molto più complicate di come le si vorrebbe presentare e vanno inquadrate nella dinamica temporale per capire, cioè nella ricerca delle la cause delle cose più che la ricerca del responsabile, come sono portati a fare i grandi commentatori, che si ergono a professoroni di diritto e di etica per relegare nell’angolo buio dell’errore dell’individuo e salvare così un sistema di valori dell’attuale modo di produzione.


Leggi tutto

Andrea Sartori: Tulsa 1921. Realizzazione e massacro di un sogno (americano)

paroleecose2

Tulsa 1921. Realizzazione e massacro di un sogno (americano)

di Andrea Sartori

GettyImages
            956085464.0Esattamente un secolo fa, un intero quartiere (Greenwood) abitato da circa 10.000 afroamericani nella città di Tulsa, in Oklahoma, venne dato alle fiamme, causando morti e devastazione. Gli aggressori erano una folla inferocita di uomini bianchi, risentiti e insofferenti del fatto che una popolazione di colore avesse raggiunto, tramite l’impegno e il lavoro, un livello di prosperità economica e sociale superiore al loro. A neanche sessant’anni dall’abolizione della schiavitù (1865), Greenwood era infatti conosciuta come l’America’s Black Wall Street.

In un lungo reportage interattivo e a più mani del 24 maggio 2021,[1] il New York Times sottolinea come, per la white mob di Tulsa, il colore scuro della pelle non potesse combinarsi con una condizione di benessere. La violenza dei bianchi infuriò per due giorni, dal 30 maggio all’1 giugno, diede alle fiamme 35 isolati e più di 1.250 abitazioni, uccise 300 persone poi sepolte in fosse comuni, distrusse chiese, negozi, banche e altre fiorenti attività commerciali. La dinamite lanciata dagli aerei in volo, secondo gli storici, rappresenta il primo attacco dal cielo sul suolo statunitense, il precedente – per mano americana – di Pearl Harbor e dell’11 settembre. All’atroce danno si sommò la beffa, quando i residenti di colore, accusati d’aver incitato le sommosse, vennero detenuti in campi di prigionia.


Leggi tutto

Carlo Formenti: Sulla filosofia imperfetta di Costanzo Preve

perunsocialismodelXXI

Sulla filosofia imperfetta di Costanzo Preve

Ovvero: come valorizzare le intuizioni di un marxista eretico, riconoscendone i limiti ma anche andando al di là delle scomuniche di cui fu vittima

di Carlo Formenti

Dopo il post su Bordiga, proseguo la riflessione su alcuni autori che, pur avendo portato un contributo significativo alla teoria marxista, sono stati messi all’indice e rimossi dalla sinistra a causa delle loro tesi “eretiche” e politicamente “scorrette”. Questa seconda puntata è dedicata al pensiero di Costanzo Preve

preveIn uno dei miei ultimi lavori (1) ho dedicato un paragrafo al “caso Preve”, nel quale osservavo come il contributo di questo autore controverso e geniale alla teoria marxista sia stato oggetto di una rimozione radicale, se non di un vero e proprio linciaggio ideologico, sia per le sue critiche feroci a una sinistra in via di autodissoluzione (formulate in tempi in cui ciò era ancora considerato intollerabile), sia perché la scomunica di cui fu vittima a causa di tale “colpa”, contribuì ad esacerbarne il carattere ombroso, innescando certi suoi atteggiamenti provocatori che gli costarono un isolamento pressoché totale. In questo scritto proverò a spiegare i motivi per cui ritengo importante – tanto sul piano teorico quanto sul piano politico – rivisitarne certe intuizioni che meritano di essere approfondite cercando, al tempo stesso, di evidenziarne limiti e contraddizioni. A tale scopo prenderò in esame due testi distanziati da un quarto di secolo: La filosofia imperfetta (1984) e Finalmente! L’atteso ritorno del nemico principale (2009) (2). La parte dedicata a quest’ultimo testo anticipa alcuni dei temi che affronto nella Prefazione che ho scritto per una nuova edizione, prevista per il prossimo settembre.

 

1) La filosofia imperfetta

Il libro del 1984 si articola in cinque parti dedicate, rispettivamente, 1) ai tre “discorsi” che, secondo Preve, sostanziano il corpus teorico marxiano; 2) ad alcune delle principali correnti marxiste del Novecento; 3) al pensiero di Heidegger, indicato come la vetta più elevata del pensiero borghese novecentesco; 4) all’utopia concreta di Ernst Bloch; 5) all’ontologia dell’essere sociale di Gyorgy Lukacs.


Leggi tutto

Veronica Marchio: Alla ricerca di nuove soglie: il senso politico del pensiero di Romano Alquati

machina

Alla ricerca di nuove soglie: il senso politico del pensiero di Romano Alquati

di Veronica Marchio

0e99dc
              6b925c288f3a45ccb4afeaa25a2d19b5mv2Continuiamo ad approfondire il rapporto tra le nuove generazioni militanti e il pensiero di Romano Alquati. Un pensiero incarnato in un metodo, un metodo incarnato nelle trasformazioni della composizione di classe e della specifica civiltà capitalistica. È quanto sostiene Veronica Marcio, autrice di questo prezioso contributo. L’autrice ipotizza dunque cosa può voler dire mettere collettivamente a verifica alcune categorie e questioni proprie di un discorso teorico incompleto. È esattamente l’incompletezza delle sue ipotesi, tuttavia, che può divenire per noi oggi griglia di lettura e valutazione della realtà contemporanea, invece che repertorio di risposte certe su di essa.

* * * *

Alla domanda sul perché riprendere in mano il pensiero e gli scritti di Romano Alquati oggi, si potrebbe rispondere in tanti modi. Anzitutto ricostruendo una bibliografia dei suoi lavori, passaggio decisamente necessario al fine di collocarne storicamente le riflessioni. Non è però compito di questo scritto elencare o soffermarsi su tutti i testi che compongono l’enorme quantità di riflessioni alquatiane, perlopiù inesplorate. Mi limiterò a ipotizzare cosa può voler dire provare collettivamente a incarnare alcune categorie e questioni proprie di un discorso teorico incompleto, almeno quello che è legato alla sua produzione teorica dagli anni Ottanta in avanti. È esattamente l’incompletezza delle sue ipotesi che può divenire per noi oggi griglia di lettura e valutazione della realtà contemporanea, invece che repertorio di risposte certe su di essa. 


Leggi tutto

Bollettino Culturale: Introduzione al concetto di "capitalismo di stato" in Charles Bettelheim

bollettinoculturale

Introduzione al concetto di "capitalismo di stato" in Charles Bettelheim

di Bollettino Culturale

capitalismo socialismo finanziario 1200x675L’analisi del carattere della formazione sociale sovietica è stata ed è oggetto di accesi dibattiti tra intellettuali dalle più diverse sfumature teoriche e politiche. Questo lavoro si propone di analizzare un'interpretazione secondo la quale la formazione sociale sovietica sarebbe un tipo particolare di capitalismo, il capitalismo di stato, come proposto dall'economista francese Charles Bettelheim.

Bettelheim iniziò a utilizzare il concetto di capitalismo di stato alla fine degli anni '60, tuttavia, ricevette una spiegazione più dettagliata in “Le lotte di classe in URSS”. Quest'opera, composta da tre volumi (di cui solo i primi due sono disponibili in italiano), rappresenta uno sforzo dell'autore per "riesaminare" il passato dell'URSS, analizzando i momenti decisivi che ha attraversato questa formazione sociale. Cercherò di analizzare il concetto di capitalismo di stato proposto da Bettelheim nei primi due volumi de Le lotte di classe in URSS.

Bettelheim propone un'analisi che ha come argomento centrale la natura dei rapporti di produzione e il carattere delle forze produttive generate nell'ambito di queste relazioni, concentrandosi, allo stesso tempo, sui processi della lotta di classe che hanno configurato questo specifico assetto sociale. Per Bettelheim, sotto la copertura della proprietà statale, furono mantenuti nell'URSS rapporti di produzione simili a quelli dei paesi capitalisti. Il carattere limitato delle trasformazioni nei rapporti di produzione sarebbe l'origine di processi che cumulativamente sfociano nel fallimento del processo rivoluzionario e nella riproduzione dei rapporti capitalistici sotto forma di capitalismo di stato.


Leggi tutto

Marco Montelisciani: La Comune di Parigi e il problema della rivoluzione

lafionda

La Comune di Parigi e il problema della rivoluzione

di Marco Montelisciani

[Estratto della prefazione al volume La Comune di Parigi. Raccolta di otto conferenze di Arturo Labriola]

Comune di Parigi 1 800x534 1Il volume che viene qui pubblicato raccoglie la trascrizione di otto conferenze tenute da Arturo Labriola nel 1906, in occasione del trentacinquesimo anniversario della Comune di Parigi. Per chi, come gli uomini e le donne di questa nostra contemporaneità, ha avuto in sorte di vivere in un tempo post, in un «tempo senza epoca»[1], nel quale si presentano «davanti a noi solo avvenimenti, niente eventi»[2], può risultare persino spiazzante l’approccio all’insieme degli avvenimenti di cui questo libro tratta e al modo politico, parziale, partigiano, ma non per questo privo di rigore, in cui l’autore ne dà conto. Appunto, perché l’insieme degli avvenimenti qui narrati, analizzati e commentati costituisce un evento, inteso come un fatto nel quale e attraverso il quale si esprime una forza capace di dire l’epoca. Un evento che si frappone nel preteso continuum della storia, per sostituire alla consolatoria apparenza di uno scorrere la realtà conturbante di un irrompere. In questo irrompere che dice l’epoca, che impone un ritmo nuovo e diverso al movimento che gli esseri umani compiono nel terreno discreto e nient’affatto fluido della storia, risiede l’arcano della Comune di Parigi, del suo fascino, della persistenza del suo mito, dell’interesse e dei dibattiti che, dopo centocinquanta anni, ancora oggi suscita.

Il bagno di sangue proletario riservato a Parigi dalla reazione del governo repubblicano di Thiers chiude il secolo breve delle rivoluzioni in Francia.


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 30271

Un amico di Winston Smith: L’affare Covid. Tra Emergenza spettacolare ed epidemia dolosa

2021-03-15 Hits 3454

Ernesto Burgio: La prima pandemia dell’Antropocene

2021-03-18 Hits 2445

Domenico Moro: Draghi e il grande reset del capitalismo

2021-04-06 Hits 2100

Antonella De Ninno: “Tachipirina e vigile attesa”. Perché il Ministero ricorre contro la sentenza del TAR?

2021-04-30 Hits 2051

comidad: La sopravvivenza della Russia sempre meno compatibile con l'esistenza di Gazprom

2021-03-25 Hits 1956

Jay Bhattacharya: Rischio di contagio dagli asintomatici minimo, varianti sopravvalutate, mascherine inutili

2021-04-02 Hits 1870

Giorgio Cattaneo: Appello a Draghi: ascolti Ippocrate, che i malati Covid li guarisce a casa

2021-04-06 Hits 1841

Marino Badiale: Fine partita. Ha vinto la barbarie

2021-03-18 Hits 1806

Antonio Martone: Dallo “stato di paura” all’identità del clic”

2021-03-17 Hits 1671


Modifica la tua Iscrizione

Clicca qui se vuoi cancellarti

tonino

unread,
Jun 8, 2021, 3:57:29 PM6/8/21
to sante gorini

Patrizio Paolinelli: Il conflitto sociale al tempo del Covid

patriziopaolinelli

Il conflitto sociale al tempo del Covid

Mario Michele Pascale intervista Patrizio Paolinelli

31lettere due torino d ritagliare 0La pandemia da Covid-19 sta allentando la morsa. Le vaccinazioni procedono a ritmo spedito e già si intravede la luce alla fine del tunnel. Ma mettere tra parentesi gli anni 2020-2021 potrebbe essere un errore. La pandemia ha messo a nudo molte criticità di sistema: economiche, politiche, sociali.

Patrizio Paolinelli, sociologo e giornalista, autore di Rabbia. Polemos e il Leviatano, uscito recentemente per i tipi di Asterios editore, indaga i punti in cui il sistema si incrina generando rabbia sociale.

Se nella prima fase del contagio l’Italia intera cantava piena di speranza dai balconi, nella seconda fase il malcontento è montato, l’entusiasmo e la fiducia sono scemati, la rabbia ha invaso le strade. Ed è paradossale come Polemos, il padre di tutte le cose secondo Eraclito, abbia accompagnato la trasformazione della protesta da online, quindi baricentrata sull’uso intensivo ed estensivo dei social network, a offline, portando in piazza le categorie maggiormente colpite dalla crisi economica conseguente al lockdown.

Paolinelli, dopo aver tracciato un quadro generale, chiama in causa una serie di analisti. Attraverso lo strumento dell’intervista porta avanti un’operazione maieutica: solo attraverso Socrate si può analizzare Polemos. L’autore dialoga con Francesco Schettino, docente di economia politica, Maria Grazia Gabrielli, Segretaria generale FILCAMS CGIL, Marino Masucci, Segretario Generale FIT CISL, Giovanni Sgambati, Segretario generale UIL Campania e Napoli, Giulio Sapelli, storico dell’economia, Paolo Ferrero, vice presidente del partito della sinistra europea.


Leggi tutto

Commonware: Un punto di vista "autonomo" dalle fabbriche

commonware

Un punto di vista "autonomo" dalle fabbriche

di Commonware

Intervista a un operaio a cura di Kamo Modena ripresa dall’omonimo blog

lavoro986gQuella che segue è una chiacchierata che abbiamo fatto con un lavoratore di un’azienda metalmeccanica della nostra città. Una specie di “carotaggio atipico” su quello che si muove nelle fabbriche e nella composizione operaia “tradizionale” che per la maggiore caratterizza il nostro territorio. Il nostro interlocutore è una figura mediana, politicizzata, che incorpora saperi e attitudini sedimentati dalla vicinanza o partecipazione a cicli di lotta ed esperienze politiche esauriti, ma che al contempo non è inquadrata in percorsi all’interno di sindacati, organizzazioni partitiche o strutture specifiche. Proprio per questo ci ha interessato la “sua versione” liminale, che evita da una parte quella distanza ideologica o quei filtri (sia “politicisti” che “sindacalisti”) che spesso dividono l’attivista, il delegato o il funzionario da uno sguardo lucido sul livello di massa, e dall’altra quell’aderenza al punto di vista dell’interesse generale che è il senso comune delle classi dominanti. Crediamo che queste parole possano essere utili per approfondire un’analisi di fase e di tendenza oltre gli slogan e le semplificazioni, per “misurare la temperatura” in determinati settori e per dare un punto di vista alternativo – o elementi per un ragionamento – rispetto alla questione della lotta di classe nel suo rapporto con la sindacalizzazione del conflitto. Buona lettura.

* * * *

Ciao. Partiamo questa conversazione chiedendoti di presentarti sommariamente prima di iniziare con qualche domanda più specifica.

Lavoro in una fabbrica metalmeccanica emiliana, di media grandezza, sicuramente non piccola, come operaio, quindi tutto parte da questo mio punto di vista, sicuramente parzialissimo, e da quello che tocco con mano e vedo ormai da diversi anni.


Leggi tutto

Alberto Bradanini: Iran e Vicino Oriente. Rompicapo regionale e grandi potenze

inchiesta

Iran e Vicino Oriente. Rompicapo regionale e grandi potenze

di Alberto Bradanini*

iranUna sana adesione al principio di complessità consiglia la massima cautela quando si tenta di dare un senso agli eventi che si dipanano nel cosiddetto Grande Medio Oriente, definizione con la quale definiamo solitamente la regione che dall’Iran, attraversando i territori mediorientali propriamente detti, abbraccia anche i paesi del Nord-Africa che si affacciano sul Mare Nostrum.

Come altrove, anche qui i fattori identitari sono costituiti dalla lingua, l’etnia, il colore della pelle, la religione – questa a sua volta suddivisa in confessioni (o famiglie religiose) talora ostili l’una all’altra – che interagiscono in modo diverso a seconda dei tempi e dei luoghi. La religione, messaggera di orizzonti messianici, occupa un posto centrale nelle identità di quelle popolazioni, vittima e insieme protagonista di settarismi, arretratezze socioculturali e posture antimoderne, cui si aggiunge un’endemica instabilità politica che impedisce l’affermarsi di priorità centrate sullo sviluppo umano, il controllo pubblico delle risorse e la giustizia sociale. A quanto sopra si sommano poi le pesanti interferenze esterne dell’Occidente americano-centrico, di stampo neocoloniale e imperialista, che soffiano sul fuoco delle diversità storiche, etniche e religiose, con la complicità delle oligarchie locali, civili o ecclesiastiche fa poca differenza, per imporre come sempre la propria agenda di potere ed estrazione di risorse.


Leggi tutto

Cambiare★Rotta: Ripartenza sulla nostra pelle

cambiarerotta

Ripartenza sulla nostra pelle

Governo Draghi nemico di giovani e lavoratori

di Cambiare★Rotta

Sono di ieri le ennesime dichiarazioni di Mario Draghi sulla ripartenza, intercettato durante una visita a Spezzano di Fiorano nel giorno della festa della Repubblica, il giorno dopo una contestazione che abbiamo portato a Bologna durante una sua visita al tecnopolo col presidente dell’Emilia Romagna.

Tante bella parole, dagli elogi al decreto Semplificazioni, alla retorica di un’Italia viva che vuole una ripartenza improntata sull’imprenditorialità e il progresso, con un Presidente che ha ringraziato ‘i sacrifici’ attuati dai suoi cittadini durante questa crisi sociale ed economica, grazie ai quali sarà possibile un’Italia nuova, innovativa e competitiva. Un paradigma, quello della Ripartenza di un’Italia Unita (che per molti settori superflui non si è mai fermata, a discapito della salute dei lavoratori), che va a scontrarsi con la realtà di una ripresa economica che sarà appannaggio di poche aziende, quando invece le nuove generazioni e gli sfruttati vedranno solo peggiorare la propria condizione.


Leggi tutto

Anna Lombroso: Da ora, e per sempre, impunità

ilsimplicissimus

Da ora, e per sempre, impunità

di Anna Lombroso

Se vi state incazzando perché viene riconosciuto uno scudo penale al personale medico che somministra i vaccini, esonerandolo così da ogni responsabilità perchè non possiede le necessarie informazioni e la cognizione degli effetti che il suo atto può produrre, chissà come vi siete adirati quando analoga protezione è stata concessa a imprenditori e manager che invece sapevano benissimo le conseguenze delle loro azioni criminali.

Ah no? non vi siete incazzati? Non ve ne siete nemmeno accorti? O forse l’avete saputo, ma avete ritenuto che si trattasse di un nobile compromesso in nome della realpolititik, di un obbligatorio cedimento – appena ritoccato anche dalla banda degli onesti, dopo che la misura di salvataggio era stata adottata, Renzi vigente, dal suo cortigiano Calenda – alle ragioni dello sviluppo, dell’occupazione e del futuro della città di Taranto, in cambio di posti di lavoro, benchè severamente decurtati, e del mantenimento nell’arena della competizione produttiva di un colosso ridotto ormai a funesta archeologia industriale, offerto come omaggio a una multinazionale spietata che lo voleva per togliere di mezzo un concorrente.


Leggi tutto

Igor Giussani: Elena Cattaneo, il biodinamico e il debunking debunkato

decrescita

Elena Cattaneo, il biodinamico e il debunking debunkato

di Igor Giussani

Personalmente non ho mai creduto nella ‘neutralità’, chi si vanta di perseguirla mi sembra dimostrare più che altro ignavia. Werner Heisenberg, con la sua famosa affermazione secondo cui “ciò che osserviamo non è la natura in se stessa ma la natura esposta ai nostri metodi d’indagine”, ha persino negato la possibilità stessa di un esame ‘oggettivo’ della realtà così come la intendeva la fisica classica.

Per tali ragioni, non credo nel debunking che si proclama imparziale confutatore di menzogne: il solo decidere cosa sbufalare o meno rappresenta di per sé una (legittima) scelta di campo. Attribuisco invece una grandissima importanza all’onestà intellettuale, cioé quell’atteggiamento grazie al quale non ti fai problemi ad ammettere la veridicità di fatti che collidano con credenze e valori personali. Senza di essa, non è possibile alcun dibattito sano ma proliferano solamente falsità e mistificazione.

Nella querelle sollevata dalla senatrice e biologa Elena Cattaneo riguardo alla proposta di legge del senatore Mino Taricco che equipara i prodotti da agricoltura biodinamica a quelli biologici, di onestà intellettuale se ne trova veramente poca.


Leggi tutto

comidad: Gli Hobbit del signore delle emergenze

comidad

Gli Hobbit del signore delle emergenze

di comidad

Il povero Alessandro Di Battista aveva scritto addirittura un libro contro il politicamente corretto. Quando però il politicamente corretto gli si è presentato in forma di emergenza, non lo ha saputo riconoscere. Eppure l’emergenzialismo è il figlio prediletto del politicamente corretto, o viceversa.

Negare un’emergenza è politicamente scorretto, si passa da ignoranti, egoisti e irresponsabili, da “negazionisti”. Non conta nulla che non si nega affatto l’esistenza della malattia ma appunto l’approccio emergenziale, che non fa altro che peggiorare le cose. Il politicamente corretto ha già pronta un’altra definizione per chi cerca di fare queste precisazioni: “riduzionista”. Per il politicamente corretto non esiste dogma o “valore” che non possa finire nel tritacarne della critica più corrosiva, a patto però di non dubitare mai del telegiornale. L’atteggiamento politicamente corretto è quello dell’eretico con le brache calate.


Leggi tutto

György Lukács: L’irrazionalismo come fenomeno internazionale nel periodo dell’imperialismo

gyorgylukacs

L’irrazionalismo come fenomeno internazionale nel periodo dell’imperialismo

Prefazione a La distruzione della ragione

di György Lukács

e1e1314be581632fc40af1dcb702ec73 XLQuesto libro non pretende affatto di essere una storia della filosofia reazionaria o addirittura un trattato sul suo sviluppo. L’autore sa bene che l’irrazionalismo, di cui viene qui presentato l’affermarsi e l’estendersi a indirizzo dominante della filosofia borghese, è solo una delle tendenze importanti nella filosofia reazionaria borghese. Benché non vi sia praticamente filosofia reazionaria che non celi un determinato elemento irrazionalistico, il campo della filosofia reazionaria borghese è molto più ampio di quanto non sia quello della filosofia irrazionalistica, nel senso proprio e rigoroso del termine.

Ma neppure questa limitazione basta a circoscrivere il nostro compito. Anche in quest’ambito più ristretto, non si tratta di fare una storia vasta e particolareggiata dell’irrazionalismo, che aspiri alla completezza, bensì di tracciare la linea principale del suo sviluppo, di analizzare le tappe e i rappresentanti più importanti e più tipici. Questa linea principale va presentata come la risposta più significativa e grave di conseguenze data dalla reazione ai grandi problemi degli ultimi centocinquanta anni.

La storia della filosofia, alla stessa maniera della storia dell’arte e della storia della letteratura, non è mai, come pensano i suoi storici borghesi, semplice storia di idee filosofiche o magari di personalità. I problemi e i modi di risolverli vengono stabiliti per la filosofia dallo sviluppo delle forze produttive, dall’evoluzione sociale, dallo svolgersi delle lotte di classe.


Leggi tutto

Giovanna Morelli: Le pandemie nella ratio epocale

comuneinfo

Le pandemie nella ratio epocale

di Giovanna Morelli

EXSiJ3EXQAARQ1kUno sguardo ampio, critico e profondo sul virus che si è abbattuto, a scala planetaria, sull’orrore che eravamo arrivati a considerare normalità, esaltandone alcuni dei tratti peculiari. Uno sguardo che consente di provare a leggere la crisi del nostro tempo non come fenomeno isolato ma di farne “archeologia del presente”, secondo la grande lezione del più impietoso critico novecentesco dell’espropriazione della salute. Giovanna Morelli, appassionata studiosa del pensiero di Ivan Illich, racconta la sua lettura dei diversi saggi che compongono “Transitare le pandemie“, un libro essenziale per cercare una chiave ermeneutica, un’occasione di nuova consapevolezza per affrontare molti dei nodi che avvolgono il caos mediatico che avvolge il Covid 19 e, soprattutto, i suoi contesti. Dalla stigmatizzazione del mito della Scienza come entità monolitica alla capacità di leggere il presente nelle tracce segnate dal passato, passando per la nefasta deresponsabilizzazione intellettuale ed etica tanto preziosa per affermare la naturalizzazione delle logiche dell’emergenza.

* * * *

Accomunati dall’eredità umana e intellettuale di Ivan Illich, i cinque firmatari di questo prezioso libro affluiscono da diversi ambiti di ricerca e luoghi di provenienza: Italia, Messico, Canada e Pennsylvania. Amici e stretti collaboratori di Illich, cui si accompagna Fabio Milana, curatore dell’edizione italiana dell’opera omnia. Attraverso i vari saggi[1] (le cui date, dall’aprile 2020 al febbraio 2021, incorniciano un anno di Covid-19) il testo sviluppa un pensiero lucidamente critico, supportato da una ricca documentazione, ed elabora incertezze, certezze più o meno millantate, dolori, speranze, commozione e rabbia che ci hanno attraversato in questo “momento storico atroce” abbattutosi sulla storia del pianeta con violenza distopica e ciò non pertanto maledettamente reale.


Leggi tutto

Franco Palazzi: Virus come metafora

iltascabile

Virus come metafora

Che parole usare, per questa crisi?

di Franco Palazzi*

magritte
            coronavirusLa metafora non è mai innocente. Essa orienta la ricerca e fissa i risultati”, scriveva Jacques Derrida. Apparentemente, non vi è nulla di più banale di una metafora: l’atto di trasferire a un oggetto il nome che è proprio di un altro, per ricorrere alla definizione aristotelica. Un gesto che ognuno di noi compie innumerevoli volte nel corso di una giornata – il mare ci sembra una tavola, il tempo viene convertito senza battere ciglio in denaro

La leva che Derrida utilizzava per scardinare in un sol colpo il linguaggio e l’uso completamente trasparente che la filosofia voleva farne era, nella formulazione di Aristotele, la parola proprio, che rimanda alla necessità di una metafora di essere appropriata: se diciamo “il mare è una tavola” intuiamo facilmente che il richiamo è alla piattezza della sua superficie, ma cosa significherebbe una frase come “il mare è un anatomopatologo”? Il suo senso non è chiaro, ma al tempo stesso è impossibile stabilire se esso sia completamente assente – e se il mare, alla stregua dell’anatomopatologo, facesse riemergere sulla battigia i corpi dei naufraghi, riconsegnandoli alla storia proprio come fa il medico legale nell’atto di identificare un cadavere sfigurato? La metafora, ci suggerisce questo esempio, deve fare i conti con il rischio ineliminabile dell’incompletezza, della mancanza di un punto di approdo pienamente soddisfacente.


Leggi tutto

Giorgia Tolfo: Come il linguaggio modella il nostro pensiero e determina la nostra visione politica

chefare

Come il linguaggio modella il nostro pensiero e determina la nostra visione politica

di Giorgia Tolfo*

Che la lingua definisca la nostra esperienza e dia forma alla realtà che ci circonda è un assunto abbastanza ovvio. Che ci siano parole che esprimono concetti o sensazioni che non trovano traduzione in un’altra lingua è cosa altrettanto chiara. Posso pensare di descrivere minuziosamente la saudade, l’unheimlichkeit o l’ostranenie ma nessuna descrizione catturerà mai l’essenza di queste parole che esistono appunto come significanti, involucri.

Non si tratta qui solo di intraducibilità, ma del fatto che certi termini nascono in una determinata condizione storica, emotiva o culturale, e poi si trasferiscono in un’altra lingua, a volte riadattandosi (calchi) a volte invadendo la lingua (prestiti). Non si tratta di mera intraducibilità, perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai per un russo esistano venti parole per definire la neve e per un saudita altrettante per definire le sabbie del deserto. Si tratta piuttosto di esperienza: per ciò che non ho esperito non esiste parola.


Leggi tutto

Giorgio Cesarale: Garantire l’accesso allo studio per tutti, non un reddito “scientifico”

micromega

Garantire l’accesso allo studio per tutti, non un reddito “scientifico”

di Giorgio Cesarale

Perché non convince l’idea di Matteo Cerri e Valter Tucci di tassare i ricchi per finanziare “un reddito a quei 18enni che si iscrivono a corsi di laurea scientifici e che proseguano gli studi con profitto”.

Qualche giorno fa, il ministro dell’istruzione inglese del governo Johnson, Gavin Williamson, ha parlato di alcuni corsi di laurea che sarebbero “dead end”, delle strade senza uscita, perché lascerebbero gli studenti con un pugno di mosche in mano. Anzi no: con “nothing but debt”, con un mucchio di debiti da saldare. L’accusa non è stata circostanziata, ma è probabile che egli si riferisse agli “arts subjects”, visto che il suo ministero aveva, una settimana prima della dichiarazione, tagliato i fondi per essi del 50%. All’altro capo del Commonwealth, il governo australiano ha deciso, sul finire dell’anno scorso, di aumentare fino al 113% le tasse universitarie per i futuri studenti di diritto e humanities, con lo scopo di foraggiare le iscrizioni ai corsi di laurea nelle discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), per esercitare le quali il paese sarebbe bisognoso di importare manodopera, invece di generarla per conto proprio.


Leggi tutto

Philip Johnston: La strategia Zero Covid

vocidallestero

La strategia Zero Covid

di Philip Johnston

Dal Telegraph, un articolo che, discostandosi dal coro dei sostenitori del controllo totale del virus e delle sue varianti, cerca di ritornare al principio di realtà in base al quale le mutazioni dei virus sono inevitabili e l'unico obiettivo sensato, oltre alle vaccinazioni per chi le vuole fare, deve essere quello di investire largamente nel sistema sanitario e nelle terapie

Nessun decesso per Covid non sarebbe abbastanza. Vogliono che il lockdown venga prolungato fino a quando la malattia non sarà del tutto debellata.

Che importanza ha un nome? Molta, sembrerebbe, se il nome riguarda una variante del coronavirus ed è considerato un affronto all'autostima nazionale. Il governo indiano ha presentato con successo una petizione all'Organizzazione mondiale della sanità per ridenominare il ceppo B.1.617.2, più comunemente noto come variante indiana, come Covid Delta. Questo per evitare lo "stigma geografico", anche se non ricordo che simili scrupoli siano stati espressi sulla mutazione Kent, felicemente indicata in Francia come “variant anglais”.


Leggi tutto

Piero Bevilacqua: La scienza vecchia della senatrice Cattaneo

manifesto

La scienza vecchia della senatrice Cattaneo

di Piero Bevilacqua

Agricoltura. Negli anni '20 e '30, grandi agronomi tedeschi hanno studiato e sperimentato, in Europa e negli Usa, avviando una scienza alternativa all'agricoltura chimica

Capisco, ma solo fino a un certo punto, l’indignata requisitoria che la senatrice Elena Cattaneo ha svolto contro l’agricoltura biodinamica il 20 maggio al Senato. Neanche io credo nell’efficacia dei preparati biodinamici. Per mentalità e formazione culturale diffido istintivamente dalle impostazioni esoteriche. Tuttavia io ho avuto modo di conoscere molti agricoltori biodinamici, non solo europei e americani, ma anche australiani. Grazie a Terra Madre, l’iniziativa promossa da Carlo Petrini, a Torino, ne ho conosciuti non pochi, i quali, di fronte alla mia incredulità, hanno vantato con entusiasmo il successo delle loro pratiche. Ho talora assaggiato ortaggi coltivati in aziende biodinamiche e posso testimoniare che quanto a intensità di sapore sono di gran lunga superiori a qualunque consimile prodotto da agricoltura industriale.


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 30653

2021-03-15 Hits 3495

2021-03-18 Hits 2470

2021-04-06 Hits 2123

2021-04-30 Hits 2070

2021-03-25 Hits 1972

2021-04-02 Hits 1888

2021-04-06 Hits 1859

2021-03-18 Hits 1829

2021-03-17 Hits 1681

tonino

unread,
Jun 10, 2021, 11:16:08 AM6/10/21
to sante gorini

Emiliano Brancaccio: Il falso mito del banchiere eroe

tpi

Il falso mito del banchiere eroe

“Basta con la retorica sul whatever it takes: Draghi alla Bce strozzò la Grecia per salvare le banche tedesche”

Enrico Mingori intervista Emiliano Brancaccio

vampiriIntervista all'economista Emiliano Brancaccio: "La verità è che con il whatever it takes Draghi smentì se stesso e le teorie liberiste di cui era ed è portatore. Il premier è un tecnocrate di destra. Sul blocco dei licenziamenti deve essersi perso tutti gli studi empirici che dimostrano come la flessibilità ostacoli l'occupazione. Sul Fisco non farà mai quella riforma in senso progressivo che ha promesso e vi spiego anche perché. Il Recovery? Scordatevi i 209 miliardi, saranno al massimo 60. E saranno usati più per incentivi che per investimenti. Intanto in Europa si stanno già preparando al ritorno dell'austerity"

L’austerity? Chi la crede morta e sepolta si sbaglia. I falchi del rigore sono stati costretti dalla pandemia a prendersi una pausa, ma sono già pronti a tornare. L’avvertimento arriva dall’economista Emiliano Brancaccio, professore di Politica economica all’Università del Sannio, che in questa intervista a TPI boccia sonoramente le politiche economiche del “tecnocrate” Mario Draghi e smonta la retorica del “whatever it takes”: con quella frase, dice, “Draghi, in realtà, smentì se stesso”.

* * * *

Professore, durante un recente dibattito con il suo collega Daron Acemoglu del Mit di Boston, lei ha esibito una serie di ricerche empiriche secondo cui la flessibilità del lavoro non favorisce la crescita dell’occupazione ma al contrario la ostacola. Le chiedo: il blocco dei licenziamenti negli ultimi 15 mesi è servito a contenere l’emorragia di posti di lavoro oppure – come dicono Draghi, Confindustria e l’Ue – ha inquinato il mercato favorendo i garantiti a scapito dei precari?


Leggi tutto

Michele Riondino: Ex Ilva, “Vendola colpevole perché debole con i più forti”

micromega

Ex Ilva, “Vendola colpevole perché debole con i più forti”

Rita Cantalino intervista Michele Riondino

L’attore tarantino commenta la sentenza del processo “Ambiente Svenduto”: “La classe politica e imprenditoriale è responsabile di crimini contro un’intera comunità. La difesa di Nichi Vendola? Ricorda più un Berlusconi dell’ultima ora che Gramsci”

Schermata del 2021 06 09 14 31 13Il 30 maggio a Taranto è stata una giornata molto importante. Dopo sei anni e più di trecento udienze la Corte d’Assise ha emesso la sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto, che ha sancito il disastro ambientale e sanitario in città, distribuendo circa 300 anni di carcere a imprenditori, politici e tecnici coinvolti nei fatti.

Abbiamo intervistato Michele Riondino, attore da sempre molto attento alle dinamiche della propria città e tra coloro che ogni anno portano avanti la manifestazione Uno Maggio, festival cittadino che è divenuto, dal 2013, palco per gran parte delle vertenze ambientali del Paese.

* * * *

Michele, cosa è successo a Taranto la scorsa settimana?

La sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto ha condannato una classe politica e imprenditoriale, colpevole di crimini contro la città e contro un’intera comunità. Si tratta di una sentenza che certifica ciò che la società civile ha sempre sostenuto: avevamo ragione nelle nostre battaglie, quando chiedevamo giustizia ambientale e sociale. Anche se, nonostante la condanna, anche adesso il sistema Impresa Italia continua a fare orecchie da mercante.

 

Ti riferisci alle reazioni dell’ex Presidente della Regione Nichi Vendola? Come commenteresti le sue uscite?

Sulla forma in cui le ha espresse preferisco non esprimermi nemmeno. La sua dichiarazione parla da sé, ricorda più un Berlusconi dell’ultima ora che Gramsci e solo per questo dovrebbe porsi delle domande.


Leggi tutto

Domenico Cortese: Sblocco dei licenziamenti e liberalizzazione del subappalto

lordinenuovo

Sblocco dei licenziamenti e liberalizzazione del subappalto

Un attacco frontale alla dignità e alla sicurezza dei lavoratori

di Domenico Cortese

Lavoratore pavimentazione stradaleNel decreto legge Sostegni-bis è stato stabilito che il blocco dei licenziamenti non andrà oltre il 30 giugno per le grandi aziende e fine ottobre per le piccole e medie imprese. L’unica “concessione” che il governo Draghi sembra fare alla classe lavoratrice coinciderebbe con l’istituzione di una Cassa integrazione agevolata per le aziende accompagnata dal divieto, per queste, di licenziare. In altre parole, vince Confindustria su tutta la linea, con il solo ammortizzatore sopravvissuto per i lavoratori concesso a patto di espungere totalmente ogni voce di costo per il padronato.

Infatti, dal 1° luglio 2021 i datori di lavoro che non potranno più utilizzare la cassa integrazione ordinaria Covid-19 prevista dal decreto Sostegni (i.e. massimo 13 settimane tra il 1° aprile 2021 ed il 30 giugno 2021) potranno accedere alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria prevista dal D.Lgs. n. 148/2015 senza tuttavia pagare contributi addizionali fino al 31 dicembre 2021. Durante l’utilizzo dei predetti ammortizzatori, le imprese resteranno allora vincolate al divieto di licenziamenti.

Il quadro che si profila lungo l’estate del 2021 diviene perciò estremamente pesante per i lavoratori, non tanto e non solo per le conseguenze occupazionali che lo sblocco apporterà (si va dai 150 mila posti di lavoro che si perderanno secondo la Fondazione Adapt1 ai quasi 600 mila stimati da Bankitalia e ministero del lavoro2, che si aggiungerebbero ai 900 mila occupati in meno da inizio pandemia) quanto per il crollo del potere politico e negoziale che risulta già evidente da un intervento dei sindacati confederali fiacco e convenzionale.


Leggi tutto

Fabrizio Marchi: Perchè ho scelto il Partito Comunista

linterferenza

Perchè ho scelto il Partito Comunista

di Fabrizio Marchi

Alle prossime elezioni amministrative di Roma che si terranno il 10/11 ottobre di quest’anno ho deciso di CANDIDARMI, come indipendente, con la lista del Partito Comunista guidato da Marco Rizzo. Voglio spiegare, molto brevemente, le ragioni di questa mia scelta.

Sono da molto tempo convinto della necessità di costruire ex novo una nuova forza popolare, di classe, Socialista, in grado di rappresentare una reale alternativa all’ordine sociale, economico, politico e ideologico dominante. Una forza politica che, allo stato attuale, purtroppo, non esiste.

A tal fine, è innanzitutto necessario chiarire un equivoco che ingenera molta confusione nelle persone. E cioè l’esistenza di una “sinistra” (che non a caso scrivo fra virgolette) neoliberale (ma vale anche per quella cosiddetta “radicale”) del tutto funzionale e organica, se non simbiotica, all’attuale sistema capitalista.


Leggi tutto

Leonardo Mazzei: Covid e vaccini: controinchiesta

sollevazione2

Covid e vaccini: controinchiesta

di Leonardo Mazzei

Allora, tutto va ben Madama la Marchesa?

A sentire i media parrebbe di sì. Catastrofisti quando spaventare è d’uopo, ottimisti e perfino euforici quando si tratta di incensare i loro idoli: così funzionano i gazzettieri d’oggidì. Ed il loro servilismo nel decantare le sovraumane doti del Salvatore di turno – chissà perché sempre un big delle banche e della finanza! – è pari soltanto a quello di cui danno prova davanti alla nuova religione laica di una scienza depurata dal dubbio e dalla ragione. Dunque, viva Draghi e viva il sacro vaccino!

Come tutte le narrazioni efficaci, la loro è di una semplicità impareggiabile. Da quasi un anno e mezzo ci dicono che siamo in lotta con un mostro capace di sterminare l’umanità. Contro di esso ogni arma è invana, salvo il fenomenale vaccino. Nella sua trepida attesa c’era solo da isolarsi, distanziarsi, rinunciare alla vita ed al lavoro senza protestare, barricandosi in casa muniti di un unico farmaco: la leggendaria tachipirina. Poi, come sempre d’oltreoceano, la salvezza è arrivata, riaprendo così alla speranza di una vita normale.


Leggi tutto

Alessandra Ciattini: Cosa succederà in Cile? È veramente finito il pinochetismo?

la citta
              futura

Cosa succederà in Cile? È veramente finito il pinochetismo?

di Alessandra Ciattini

La vittoria dei cosiddetti indipendenti in Cile pone delle questioni: chi sono e come si muoveranno?

Il 15 e 16 maggio passato si è svolta in Cile una votazione cruciale: si trattava di eleggere sindaci, consiglieri, governatori regionali – per la prima volta scelti dalla cittadinanza – e soprattutto i delegati destinati a comporre la Convenzione costituzionale incaricata di scrivere la Costituzione democratica cilena.

Una richiesta fatta a gran voce sin dai primi giorni nelle proteste esplose a partire dal 18 ottobre 2019, poiché negli articoli della Costituzione tuttora vigente, emanata dal regime militare di Pinochet nel 1980, stanno i fondamenti del modello neoliberista sperimentato e applicato in Cile da oltre trent’anni, che ha provocato tanti disastri, come la privatizzazione dell’acqua. Come vedremo più avanti la richiesta della base era l’Assemblea costituente e non la Convenzione costituzionale; una differenza di non poco conto.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Positivismo e scuola

sinistra

Positivismo e scuola

di Salvatore Bravo

 

Il nuovo regime scolastico

L’anno scolastico volge al termine, le circostanze pandemiche hanno favorito i processi che erano in atto da decenni, in primis la riduzione della scuola a semplice costola del mercato. Si è trattato di un anno di passaggio, già da più parti si proclama che la nuova normalità investirà la società tutta. Per la scuola si prevede un’accelerazione sulla digitalizzazione e la trasformazione dei docenti in quantificatori, in registratori delle competenze. Docenti anonimi per una scuola al servizio della crescita economica. La persona e la comunità scompaiono dietro la cortina di ferro dell’asservimento al mercato. È il mercato de facto a stabilire fini e contenuti dei programmi e l’azione didattica, ogni fine costituzionale è ridotto ad elemento di sottofondo secondario. L’articolo tre della Costituzione per il quale la Repubblica promuove il libero sviluppo delle personalità, ed a tal scopo rimuove le disuguaglianze iniziali, è superato dalle logiche acquisitive e competitive. La scuola (articolo 33 e 34) presidio e prassi della democrazia è sostituita dalla legge del mercato.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: Discussioni circa la teoria della crisi di Itoh

bollettinoculturale

Discussioni circa la teoria della crisi di Itoh

di Bollettino Culturale

unnamed 1k86hLa letteratura marxista dedicata allo studio delle crisi economiche è piuttosto ampia e poco condivisa. I diversi filoni teorici tendono a concentrarsi su un solo aspetto del processo di riproduzione del capitale ed a collocarlo come elemento determinante della crisi. Il sottoconsumismo cerca di spiegare la crisi adducendo l'incapacità della società di consumare tutto ciò che produce; i teorici della sproporzione sottolineano che lo squilibrio tra i vari settori produttivi impedisce la piena realizzazione del valore prodotto; la teoria della carenza di manodopera sostiene che l'aumento dei salari può essere una barriera all'accumulazione, e così via. Tutte queste spiegazioni puntano ad aspetti osservabili dell'apparenza del fenomeno, ma non riescono a identificare i nessi causali sottostanti in modo tale da riunire le contraddizioni del capitalismo in un corpo teorico coerente e consistente.

Lo scopo di questo articolo è analizzare, alla luce della legge generale dell'accumulazione del capitale e di altri sviluppi teorici di Marx, gli argomenti della teoria della crisi basata sulla scarsità di forza lavoro (nota anche come profit squeeze). Makoto Itoh, il principale rappresentante di questo filone teorico, intende dimostrare che l'aumento dei salari, derivante dall'esaurimento dell'esercito industriale di riserva, costituisce una barriera all'accumulazione e, quindi, l'elemento causa della crisi. Questa proposizione contraddice la tesi fondamentale dell'opera di Marx secondo cui il capitalismo produce inevitabilmente una sovrappopolazione relativa che tende a ridurre i salari, anche se presenta, in alcuni periodi, un aumento dei tassi salariali.


Leggi tutto

Mariano Guzzini: Che farcene del “Che fare?” di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij

cumpanis

Che farcene del “Che fare?” di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij

di Mariano Guzzini

Schermata del 2021 06 08 14 45 30aMi si consenta di ricordare a me stesso ed al “lettore perspicace” (come lo chiama Černyčevskij) le circostanze che mi misero in contatto con l’edizione italiana del “Che fare?” di Černyševskij, edito nel febbraio 1977 dagli Editori Riuniti. Quaranta quattro anni fa.

Per me quello fu un anno di svolta.

Dal giugno dell’anno prima ero segretario – a 33 anni – della federazione provinciale del Pci di Ancona (14.300 iscritti, veri), avevo in agenda il viaggio in Unione Sovietica che spettava ai segretari di federazione dei capoluoghi di regione appena eletti, per farsi conoscere al Cremlino, e soprattutto per conoscere dall’interno la sorgente dell’ “Oro di Mosca” (Cervetti), e stavo preparando un congresso provinciale in vista del primo congresso regionale, di Pesaro, sull’onda dell’entusiasmo per l’avanzata elettorale dei comunisti del 20 e 21 giugno 1976, il migliore risultato della storia del Pci. Arrivammo al 34,37%, guadagnando oltre sette punti. La Dc si attestò sul 38,71, perdendo qualcosa (4 seggi, mentre noi ne conquistammo ben 49) e cominciando a sentire il fiato dei comunisti sul collo.

Quel libro arrivò in federazione nel solito pacco che gli Editori riuniti spedivano a tutti i componenti del Comitato centrale per far circolare tutto quello che erano in grado di stampare, grazie al sullodato “oro di Mosca” e al nostro lavoro di autofinanziamento. Non ho mai fatto parte del Comitato centrale, ma ero in grado di intercettare quei pacchi dono e di alleggerirli di qualche volume, grazie alla benevola indifferenza del destinatario, Paolo Guerrini, che proprio in quella tornata del 15 giugno era entrato in Parlamento proponendomi alla segreteria da lui tenuta fino a quel momento.


Leggi tutto

Mimmo Sersante: L'intelligenza in lotta

machina

L'intelligenza in lotta

Su Hans-Jürgen Krahl

di Mimmo Sersante

Schermata del 2021 06 08 14 45 30L’intelligenza in lotta è il titolo di alcuni testi di Hans-Jürgen Krahl, tratti da Costituzione e lotta di classe del 1971, di recente riproposti dalla casa editrice ombre corte. In questo articolo Mimmo Sersante non si limita a una recensione del nuovo volume, ma ripercorre i tratti centrali del pensiero e della prassi del militante tedesco, il suo atipico rapporto con la Scuola di Francoforte, le grandi anticipazioni contenute nelle riflessioni sul ruolo nella produzione contemporanea dell’intelligenza tecnico-scientifica, la sua ricezione nel contesto politico italiano, le assonanze e le divergenze con la costellazione operaista. Per scoprire e riscoprire che delle letture di Krahl c’è ancora oggi bisogno per addentrarci nei caotici enigmi della composizione di classe. 

* * * *

Se non un déjà vu, certamente un-già-visto questa riproposizione da parte di ombre corte – titolo: L’intelligenza in lotta. Sapere e produzione nel tardo capitalismo – di taluni scritti di Hans-Jürgen Krahl tratti da Costituzione e lotta di classe, l’edizione italiana di Konstitution und Klassenkampf del ’71 e prontamente tradotto in italiano dalla Jaca Book. Eravamo nel ’73 e la casa editrice affiliata a Comunione e Liberazione da qualche anno non mancava di stupire i compagni con le sue proposte editoriali come quella che ospitava per l’appunto Krahl: Saggi per una conoscenza della transizione. Qualche nome e qualche titolo, tanto per ricordare: S. Amin (L’accumulazione su scala mondiale), P. Naville (I rapporti di produzione nelle società socialiste), E. Preobrajensky (La nuova economia), H. Jaffe (Processo capitalista e teoria dell’accumulazione), C. Bettelheim (Pianificazione e sviluppo accelerato) e poi Althusser, Flechtheim, Serge, finanche Bachelard ecc.


Leggi tutto

coniarerivolta: Semplificare la vita a sfruttatori e profittatori

coniarerivolta

Semplificare la vita a sfruttatori e profittatori

di coniarerivolta

C’è una parola, un concetto che meglio di ogni altro descrive il funzionamento del cosiddetto Recovery Fund: la condizionalità. È un termine che è sempre stato al centro delle nostre analisi, un principio che torna e riemerge ad ogni occasione, e che ci permette di contrastare la favola di un’Europa solidale, pronta a riversare fiumi di milioni sul nostro Paese. Condizionalità vuol dire che ogni euro concesso è subordinato all’adempimento di una serie di obblighi, all’attuazione di riforme stabilite dalle istituzioni europee e all’adesione al progetto politico dell’austerità, in maniera tale che a fronte dell’euro ricevuto oggi si paghi un prezzo, politico ed economico, ben più caro nei prossimi anni in termini di ulteriore austerità.

Nelle prime occasioni in cui si è parlato di Recovery Fund, sulla scia del mito dell’Europa del progresso, la condizionalità poteva apparire un concetto astratto, difficile da mettere a fuoco. Ma oggi, il Governo Draghi ha iniziato a dargli forma e sostanza con il Decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, noto anche come Decreto Semplificazioni.


Leggi tutto

Paolo Bertinetti: Un vero utopista

lindice

Un vero utopista

di Paolo Bertinetti

Tutto Orwell, un successo strepitoso non sempre capito fino in fondo

Tutti sanno che George Orwell è quello della Fattoria degli animali, anche se non hanno mai letto il libro. E moltissimi conoscono la frase più famosa di questa favola per i nostri giorni, “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, senza sapere che si trova nelle pagine di questo libro. Tutti sappiamo inoltre che La fattoria degli animali è la denuncia dello stalinismo, con Stalin che è il porco di nome Napoleone (Cesare, nella traduzione francese), con i cani che sono la polizia segreta e i cavalli che rappresentano le masse lavoratrici. Ma il libro, come lo stesso Orwell precisò, è anche la denuncia di come qualsiasi rivoluzione con le caratteristiche della Rivoluzione russa si traduca nell’affermazione di nuovi padroni che sfruttano e opprimono il popolo allo stesso modo dei padroni di prima. Il libro fu respinto non solo da Gollancz, l’editore di Orwell, ma da altre quattro case editrici, tra cui la Faber, per cui lavorava T. S. Eliot, che ne apprezzò la “nitida prosa” ma che lo giudicò portatore di un messaggio di negatività.


Leggi tutto

Lu Yang: La "soluzione cinese" si dedica a ridurre il divario Nord-Sud

marx xxi

La "soluzione cinese" si dedica a ridurre il divario Nord-Sud

di Lu Yang*

La situazione attuale si potrebbe riassumere così: mentre gli Usa di Biden si occupano di trovare un “colpevole” della pandemia, la Cina cerca soluzioni. Soluzioni non solo per se stessa, ma per il mondo intero, nella coscienza che il destino dell’umanità è comune, non solo nella pandemia ma su un piano più generale. Mentre gli aiuti occidentali sono sempre stati “interessati” (ad acquisire sfere di influenza, a rovesciare governi sgraditi, a limitare altri stati amici ma rivali), gli aiuti cinesi, provenendo da un paese che solo pochi anni fa era uno dei meno sviluppati (e che quindi ricorda cosa esso significhi in termini di vite umane), si impegnano ad aiutare gli altri paesi a intraprendere un proprio percorso di crescita che riduca la differenza di sviluppo tra Nord e Sud del mondo. Solo un nichilismo storico può impedire agli occidentali di vedere la differenza tra gli aiuti cinesi e quelli americani; su questo nichilismo si basano i tanti articoli che denunciano “il debito cinese” dei paesi in via di sviluppo, dimenticano lo strozzinaggio fatto dagli occidentali e dalle loro organizzazioni negli ultimi decenni.

Questa solidarietà internazionale acquista tanto più importanza in periodo di pandemia.


Leggi tutto

Antonio Martone: Censura e libertà

sinistra

Censura e libertà

di Antonio Martone

Una delle utopie più ricorrenti presenti nella mente dell'uomo è un mondo in cui non vi siano più individui che obbediscono, né altri che comandano. Sembra che tale utopia sia destinata a rimanere tale.

La grande innovazione dell'Occidente moderno, grazie alle radici poste nella filosofia greca e nel diritto romano, è stata quella di cancellare l'obbedienza nei confronti degli uomini per sostituirla con quella verso regole universali e astratte, ossia nei confronti della legge. Dal punto di vista istituzionale, ovviamente, sto parlando della liberaldemocrazia o, per esprimermi con maggiore esattezza giuridica, dello Stato di diritto.

Ebbene, a partire da qualche decennio, sembra che lo slancio moderno che aveva edificato lo Stato di diritto si sia esaurito. Sembra che perfino nell'ambito delle istituzioni, per non parlare della cosiddetta società civile, lo sforzo di tutti sia concentrato sul desiderio di affermare il proprio potere con ogni mezzo, affrancandosi dalle regole comuni.


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 30958

2021-03-15 Hits 3535

2021-03-18 Hits 2500

2021-04-06 Hits 2140

2021-04-30 Hits 2094

2021-03-25 Hits 1990

2021-04-02 Hits 1908

2021-04-06 Hits 1880

2021-03-18 Hits 1855

2021-03-17 Hits 1695

tonino

unread,
Jun 14, 2021, 12:25:53 PM6/14/21
to sante gorini

Eros Barone: Alla ricerca dell’alleato: la Agrarfrage di Karl Kautsky

sinistra

Alla ricerca dell’alleato: la Agrarfrage di Karl Kautsky

di Eros Barone

bagna1La Questione agraria (1899) di Karl Kautsky si compone di tre parti distinte, anche se fra loro logicamente connesse: una prima parte generale e prevalentemente teorica; una seconda parte dedicata all’analisi degli aspetti specifici dell’agricoltura sul finire del secolo XIX, con una particolare attenzione alla Germania; una terza parte conclusiva in cui sono formulate le grandi linee del programma politico della socialdemocrazia tedesca nei confronti dei contadini e riguardo ai problemi dell’agricoltura. Il fine che viene esplicitamente perseguito dall’autore è quello di «… studiare se e come il capitale si impadronisce dell’agricoltura, la trasforma, rende insostenibili vecchie forme di produzione e di proprietà e crea la necessità di nuove forme. Soltanto quando avremo risposto a queste questioni potremo vedere se la teoria di Marx è applicabile all’agricoltura o no…». 1 In altri termini, Kautsky si è prefisso di sottoporre Il Capitale ad una specie di verifica, e quanto questa sia stata positiva è testimoniato dall’influsso durevole di quest’opera sull’ala sinistra della socialdemocrazia e sul pensiero di Lenin in particolare. 2 Nelle note seguenti si cercherà di porre in luce le categorie teoriche, i contenuti più rilevanti e il metodo dialettico che caratterizzano il ‘magnum opus’ kautskiano e, grazie anche al confronto con l’elaborazione di Lenin sullo stesso tema, ne rendono quanto mai ricca ed istruttiva la lettura.


Leggi tutto

Francesco Giuseppe Laureti e Stefano Guarrera: Infrastrutture e globalizzazione: una sfida strategica

kriticaeconomica

Infrastrutture e globalizzazione: una sfida strategica

di Francesco Giuseppe Laureti e Stefano Guarrera 

the suez canal port said egypt 1 1 696x353Fin dall’antichità, le infrastrutture riflettono la capacità, tipica dell’essere umano, di rimodellare il territorio secondo le proprie necessità. Se è vero che, in origine, era il fabbisogno di beni di prima necessità e di materie prime a guidare i commerci dall’Europa attraverso le rotte del Mediterraneo e, in seguito, su distanze ben più lunghe, fino all’Estremo Oriente, ecco che l’esigenza di facilitare gli spostamenti, velocizzare il flusso di merci, semplificare le comunicazioni e collegare gli angoli più remoti del globo emerge prima di quanto si sia portati a credere.

Eppure, c’è chi offre una versione più prudente e attenta alle sfide e ai rischi che possono derivare dalle dinamiche economiche e geopolitiche innescate e catalizzate dalle opere infrastrutturali di carattere strategico.

Nel suo The Great Convergence: Information Technology and the New Globalization, Richard Baldwin, professore di Economia internazionale al Graduate Institute di Ginevra, racconta di come la pax mongolica che vigilò sulla Via della Seta tra XIII e XIV secolo non fu soltanto fattore di sviluppo dei commerci tra Occidente e Oriente, ma anche motivo di rapida diffusione della peste bubbonica. L’epidemia senza precedenti che spazzò via tra un quarto e metà della popolazione europea era stata veicolata dai traffici commerciali di un tentativo di globalizzazione, secoli prima della comparsa di treni e battelli a vapore. L’Europa sarebbe uscita prostrata da questa terribile crisi.


Leggi tutto

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: Alla lotta contro i licenziamenti e contro il governo Draghi!

ilpungolorosso

Alla lotta contro i licenziamenti e contro il governo Draghi!

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

external content.duckduckgo.com905rSiamo ad un passo dallo sblocco dei licenziamenti di massa, e sulla stampa di regime, il regime-Draghi, è partito il battage propagandistico dell’“andrà tutto bene”, che già ci assordò tempo fa, e abbiamo visto com’è andata. Al megafono il forzista Brunetta, ministro della p.a.: “Siamo alla vigilia di un nuovo boom economico. Stiamo vedendo all’opera gli ‘spiriti animali’ della nostra Italia. Con le nostre riforme (…), una rivoluzione gentile. È il momento Italia” (la Repubblica, 30 maggio). Il capo di Bankitalia Visco ha lanciato l’identico messaggio.

 

C’è euforia nei palazzi del potere

Il boom di cui parlano sarebbe in realtà un semplice rimbalzo dal fosso (-8,9%) in cui è caduta nel 2020 l’economia italiana insieme a quella mondiale; un rimbalzo che, se andasse “tutto bene” (+4,3% nel 2021, +4,0% nel 2022), la riporterebbe nel 2023 ai livelli del 2019, che erano inferiori a quelli del 2007. Ma non è detto che vada come prevedono.

La loro euforia si fonda sull’ipotesi di una ripartenza a razzo di Stati Uniti e Cina in grado di trainare l’intera economia mondiale. Su questa ripartenza a razzo gravano, in realtà, diverse incognite, che potrebbero farla cortocircuitare anche piuttosto a breve. A cominciare dall’andamento della pandemia da covid-19 nel mondo, e dalla non remota possibilità di nuove pandemie in arrivo.


Leggi tutto

coniarerivolta: La Commissione Europea annuncia il ritorno dell’austerità

coniarerivolta

La Commissione Europea annuncia il ritorno dell’austerità

di coniarerivolta

Da ormai qualche settimana, è tutto un profluvio di ottimismo ed entusiasmo per la ripresa economica italiana, sparso a piene mani da membri del Governo e istituzioni internazionali. Nonostante la realtà che ci circonda dica esattamente il contrario, nonostante l’incombente cancellazione del blocco dei licenziamenti sia destinata a far esplodere il numero di persone che perderanno un lavoro, i principali mezzi di comunicazione provano a dipingere una realtà alternativa. Mentre però l’attenzione pubblica è catturata dalla propaganda, le istituzioni europee lanciano segnali inequivocabili su quella che sarà la gestione delle finanze pubbliche nel post-pandemia: esattamente la stessa di prima, con il ritorno a spron battuto di una rigida applicazione del progetto politico dell’austerità.

Basta leggere, d’altronde, alcune recenti dichiarazioni di Paolo Gentiloni, il commissario europeo all’economia. L’occasione è fornita dalla conferenza stampa sul Semestre Europeo (sì, quel Semestre Europeo, l’elenco dei compiti a casa da fare per avere accesso al cosiddetto Recovery Fund).


Leggi tutto

L'Indispensabile and Davide Sabatino: La cultura dell’ipocrisia: al di là dello sfogo e del piagnisteo

lafionda

La cultura dell’ipocrisia: al di là dello sfogo e del piagnisteo

di L'Indispensabile and Davide Sabatino

La cultura in Europa (e un po’ in tutto il mondo) si trova in uno stato di narcolessia acuta da almeno trent’anni. Da tempo infatti non si riescono più a sentire voci capaci di risvegliare, con la forza di un pensiero profondo, le coscienze civili ormai sempre più disperse e lasciate sole in preda al panico generale. La spinta verso una deriva totalitaria, in molte delle decisioni politiche di questi ultimi tempi – pensiamo ad esempio all’estensione a oltranza di quel delicato principio giuridico che si chiama stato di emergenza – è diventata una spinta sotterranea che rischia di spostarci sempre di più in scenari politici e sociali poco confortanti. Stiamo assistendo a una continua delegittimazione, da parte della stampa di regime, di tutte quelle posizioni non allineate al sistema. Esse subiscono etichettature d’ogni genere: “complottiste”, “negazioniste”, “antidemocratiche”, “massimaliste” eccetera eccetera. Senza, tra l’altro, distinguere i ciarlatani dai premi Nobel, creando così una confusione tremenda che non aiuta nessuno a comprendere quale sia davvero l’entità dei problemi.


Leggi tutto

Thomas Frank: Se si conferma l'ipotesi del virus artificiale, sarà un terremoto morale

vocidallestero

Se si conferma l'ipotesi del virus artificiale, sarà un terremoto morale

di Thomas Frank

Dal Guardian, Thomas Frank invita a riflettere sulle conseguenze potenzialmente devastanti di una conferma sull'origine artificiale del virus. Dopo aver elevato gli scienziati ai più alti posti di responsabilità per la gestione della pandemia, e dopo aver bollato come falsa e complottista l'ipotesi di una fuga dal laboratorio di Wuhan, con tanto di fact-checking e di censura sui social, improvvisamente la narrazione si capovolge. Quale sarà l'effetto sull'atteggiamento di fiducia sinora mantenuto da milioni di persone che hanno pagato un altissimo prezzo?

C’è stato un momento in cui la pandemia di Covid sembrava confermare tante delle nostre ipotesi. Ha gettato il discredito su quelli che consideravamo i cattivi. Ha elevato quelli che pensavamo fossero eroi. Ha fatto prosperare le persone che potevano facilmente lavorare da casa e riempito di problemi le vite di quegli elettori di Trump che vivono nella vecchia economia.

Come tutte le piaghe, il Covid è stato percepito spesso come la mano di Dio sulla terra, che flagellava le persone per i loro peccati contro l'istruzione superiore e separava visibilmente i giusti dai malvagi privi di mascherina.


Leggi tutto

Antonio Di Siena: Scacco matto a Letta in 9 mosse

lantidiplomatico

Scacco matto a Letta in 9 mosse

di Antonio Di Siena

Il giochetto è molto semplice.

1. Per mantenere la competitività in un Paese con una moneta non svalutabile bisogna comprimere i salari.

2. L’italiano mediamente istruito, però, a lavorare con salari da fame non ci vuole giustamente andare.

Quindi.

3. L’economia viene sistematicamente depressa con l’austerità e il lavoro precarizzato, creando occupazione instabile e disoccupazione di massa. Condizioni ottimali per obbligare molti nuovi poveri ad accettare il ricatto del lavoro sottopagato.

4. I salari bassi impoveriscono complessivamente il Paese e deprimono la domanda interna. Facendo crescere la necessità di aumentare la quota di beni prodotti in Italia da esportare all’estero. Rafforzando così il punto 1 (ma anche il punto 2).


Leggi tutto

Leo Essen: L’obbedienza alla ragione è un invito alla rivolta. La proto-Grammatologia di Hamann

coku

L’obbedienza alla ragione è un invito alla rivolta. La proto-Grammatologia di Hamann

di Leo Essen

images037hdrNel 1756 Johann Georg Hamann, concittadino e amico di Kant, si reca a Londra per una missione segreta. La ditta Berens (Isaiah Berlin, Il mago del Nord) gli affida una missione la cui esatta natura è a tutt’oggi un mistero. Il compito di Hamann sarebbe stato quello di proporre agli inglesi un eventuale distacco dell’area baltica «tedesca» dall’Impero russo e la nascita di uno Stato autonomo o semiautonomo. La missione si conclude con un nulla di fatto.

A Londra Hamann abita in casa di un insegnante di musica, inizia a suonare il liuto e si vota a una vita di terribile dissipazione. Dopo solo 10 mesi accumula debiti per 300 sterline, versa in uno stato di prostrazione, miseria e solitudine. Poi lascia la casa del musicista e si trasferisce in una modesta pensione, dove, da buon pietista, il 13 marzo 1758 inizia a rileggere le Bibbia. Annota i suoi progressi spirituali giorno per giorno.

Tornato in Germania rifiuta l’invito di Kant di scrivere un manuale di fisica a quattro mani, e nel 1767 accetta un posto di funzionario all’Amministrazione generale delle imposte e dei dazi.

Nel Settecento, la Prussia di Federico il Grande, è, tra tutte le provincie tedesche, la più progressista. La burocrazia di Berlino deve raggiungere il livello di quella francese. Esperti stranieri, soprattutto francesi, vengono invitati alla corte di Potsdam e messi al lavoro. La lingua della corte è il francese.

Ai francesi (Voltaire, Maupertuis e La Mettrie, solo per citare i più famosi), dice Berlin, vengono assegnati gli incarichi intellettuali di maggior prestigio. Sono messi a capo degli uffici amministrativi dello Stato, con grave onta di tutti i veri prussiani (specie nella zona orientale del paese, roccaforte del tradizionalismo), che brontolano, ma obbediscono.


Leggi tutto

Alberto Lombardo: L’analisi concreta della situazione concreta

cumpanis

L’analisi concreta della situazione concreta

Appunti su “L’Imperialismo” di Lenin

di Alberto Lombardo*

Immagine per articolo di LombardoIl contributo di Lenin alla teoria marxista è stato inestimabile. Egli ha vissuto il trapasso definitivo dalla fase prevalentemente concorrenziale del capitalismo a quella imperialistica. Nel suo famoso L’imperialismo. Fase suprema del capitalismo, dell’aprile del 1917, egli delinea gli aspetti storici di questo trapasso.

Dice Lenin:

Ma, a mano a mano che le banche si sviluppano e si concentrano in poche istituzioni, si trasformano da modeste mediatrici in potenti monopoliste, che dispongono di quasi tutto il capitale liquido di tutti i capitalisti e piccoli industria, e così pure della massima parte dei mezzi di produzione e delle sorgenti di materie prime di un dato paese e di tutta una serie di paesi.

L'”unione personale” delle banche con l’industria è completata dall'”unione personale” di entrambe col governo.

Inoltre

Per il vecchio capitalismo, sotto il pieno dominio della libera concorrenza, era caratteristica l’esportazione di merci; per il più recente capitalismo, sotto il dominio dei monopoli è diventata caratteristica l’esportazione di capitale.

Lenin poi fornisce le celebri 5 caratteristiche che definiscono l’imperialismo.

«Se si volesse dare la definizione più concisa possibile dell’imperialismo, si dovrebbe dire che l’imperialismo è lo stadio monopolistico del capitalismo.

… i suoi cinque principali contrassegni [sono]:


Leggi tutto

Erald Kolasi: Lo Stato ecologico

antropocene

Lo Stato ecologico

di Erald Kolasi

Fiume JinshaIl problema centrale dell'economia è la scarsità, o almeno è così che si racconta la storia. L'argomento di base è che abbiamo desideri infiniti ma risorse limitate, e poiché non possiamo avere tutto ciò che vogliamo, dobbiamo necessariamente ideare un sistema per distribuire beni e risorse. [1]

Entrare nell'economia di mercato efficiente, con i suoi prezzi e salari fissati dalle forza magica della domanda e dell'offerta, presunti guardiani del magazzino del nirvana economico. C'è un nocciolo di involontaria verità dietro questa narrazione. I limiti naturali impongono certamente scarsità assolute impossibili da superare. Ad esempio, nel sistema solare la quantità di uranio è fissata, e anche se sintetizziamo determinate sostanze utilizzando altre sostanze, la quantità totale che possiamo produrre sarà comunque limitata dalla disponibilità delle materie prime che entrano nel processo di produzione. Non possiamo andare contro al principio di conservazione dell’energia.

Sebbene i vincoli naturali sull'offerta siano importanti, la maggior parte delle scarsità economiche che governano le nostre vite sono in realtà sociali e artificiali. La domanda e l’offerta non sono forze naturali che fluttuano nell'aria; sono realtà artificiali stabilite da un ambiente sociale interattivo che coinvolge governi, corporazioni, istituzioni e classi. I cicli di domanda e offerta sono costrutti sociali progettati per rispondere a una domanda fondamentale: chi ottiene cosa?


Leggi tutto

Andrea Zhok: La sovranità italiana in una prospettiva storica

lantidiplomatico

La sovranità italiana in una prospettiva storica

di Andrea Zhok

Qualche giorno fa ho letto sulla rivista Limes alcune considerazioni scritte in forma anonima da un ufficiale americano in congedo. Nulla di davvero nuovo, né sconvolgente, solo un promemoria della situazione reale dell'Italia in rapporto agli USA.

<<“Che cosa abbiamo? Il controllo militare e di intelligence del territorio, in forma pressoché totale. E quel grado, non eccessivo, di influenza sul potere politico -soprattutto sui poteri informali ma fondamentali che gestiscono di fatto il paese. Quello che voi italiani ci avete consegnato nel 1945 -a proposito, se qualcuno di voi mi spiegasse perché ci dichiaraste guerra, gliene sarei davvero grato- e che non potremmo, nemmeno volendolo, restituirvi. Se non perdendo la terza guerra mondiale.

In concreto -e vengo, penso, a quella «geopolitica» di cui parlate mentre noi la facciamo- dell’Italia ci interessano tre cose. La posizione (quindi le basi), il papa (quindi l’universale potenza spirituale, e qui forse come cattolico e correligionario del papa emerito sono un poco di parte) e il mito di Roma, che tanto influì sui nostri padri fondatori.


Leggi tutto

Luciano Vasapollo: Il triplice comando capitalistico sul lavoro salariato

contropiano2

Il triplice comando capitalistico sul lavoro salariato

di Luciano Vasapollo

La cosiddetta “economia pura” (ammettendo che esista come uno statuto scientifico in un senso formale ed esplicativo della realtà) non riesce a offrire una teoria del modo di produrre del capitalismo (mpc) nelle sue forme di movimento, leggi e tendenze per ogni epoca (che è precisamente il livello di astrazione raggiunto da Marx nel Capitale).

Ma è necessario in effetti passare alla pratica, con una serie di casi concreti, per comprendere l’attuale fase di globalizzazione della produzione e della riproduzione sociale in termini capitalistici, considerando la teoria del modo di produzione capitalistico come un processo globale.

In questo senso, si tratta di economia applicata e non di un tentativo puramente accademico, che individua le varie economie applicate all’ambiente, all’ingegneria, alla sociologia, tra gli altri aspetti.

Presentare una critica complessiva – non esaustiva – significa anche suggerire possibili linee di approfondimento, sia affrontando il materiale empirico sia esaminando aspetti qui appena accennati, e sviluppando le determinazioni concettuali che vengono proposte, talvolta in modo semplificato.


Leggi tutto

Christian Marazzi: La guerra delle tasse

tysm

La guerra delle tasse

di Christian Marazzi

Siamo ancora al prologo, ma la guerra delle tasse sembra davvero iniziata. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden intende aumentare la pressione fiscale sulle società e sui più ricchi per finanziare il piano delle infrastrutture e quello a sostegno delle famiglie americane più povere. La strategia fiscale di Biden, diametralmente opposta a quella del suo predecessore Donald Trump (che aveva abbassato le imposte societarie dal 35 al 21%, mentre Biden intende aumentare l’aliquota al 28%), prevede anche un accordo internazionale per stabilire un’aliquota minima del 21% per le grandi multinazionali che dovrebbe disincentivare le società americane dal cercare ospitalità in altri lidi, come la Svizzera, per sfuggire al fisco statunitense.

In Italia, il leader del PD Enrico Letta ha lanciato la proposta di una tassa sull’eredità dei più ricchi (oltre 5 milioni di euro) per finanziare un assegno di 10 mila euro da dare ai diciottenni quale forma di risarcimento per le difficoltà subite durante la pandemia.


Leggi tutto

Anna Lombroso: La falsa Ripresa è iniziata

ilsimplicissimus

La falsa Ripresa è iniziata

di Anna Lombroso

Lo so, sembra una considerazione marginale, invece la dice lunga sull’atteggiamento del ceto dirigente il nome che è stato dato alle misure che dovrebbero favorire la ripresa, in attesa della cornucopia europea: “Ristori” prima, e “Sostegni” poi. Termini adatti a definire mancette e beneficenza caritatevoli quanto arbitrarie nel primo caso, sostantivo evocativo di grucce, stampelle, meglio ancora bastone nel secondo, che la carota proprio non ce la meritiamo.

Le indiscrezioni filtrate ad arte, raccomandano di prendere atto della benevolenza di Draghi, oggetto di rimbrotti da parte della Banca d’Italia, per via della sorprendente audacia dimostrata dal banchiere di dio tramite comunione e liberazione, persuaso della bontà di qualche licenzioso scostamento dal pareggio di bilancio (40 miliardi di euro per 2021) per il suo Recovery domestico, probabilmente guardato dai suoi padroni di Bruxelles con l’indulgenza che si riserva a una giovanile e scapestrata leggerezza, sia pure dettata dall’etica del profitto.


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 31356

2021-03-15 Hits 3570

2021-03-18 Hits 2519

2021-04-06 Hits 2156

2021-04-30 Hits 2110

2021-03-25 Hits 1999

2021-04-02 Hits 1920

2021-04-06 Hits 1893

2021-03-18 Hits 1873

2021-03-17 Hits 1705

tonino

unread,
Jun 14, 2021, 12:45:39 PM6/14/21
to sante gorini

Giorgio Gattei: Il “lupo marxicano”

cumpanis

Il “lupo marxicano”

di Giorgio Gattei

Giorgio Gattei, docente e storico del pensiero economico ed economista marxista italiano, che ha partecipato al dibattito apertosi nella Sezione Quadri di "Cumpanis" sulla questione Sraffa - Marx, ci invia questo suo prezioso contributo, con Sraffa ancora protagonista

Immagine pierino e il lupoCome fu che Pierino Sraffa chiuse in gabbia il “lupo marxicano”, ma lasciandoci la chiave per ridargli la libertà ("Dianoia", giugno 2018)

Quando nel 1988 ho letto per la prima volta Pierino e il lupo di Gianfranco Pala (dono graditissimo dell’autore) adesso ripubblicato da Franco Angeli, mi sono divertito come non mai: brillante, intelligente, irriverente, prendeva a pretesto l’omonima favola sinfonica (1936) di Serghei Prokofiev (la cui storia è riportata integralmente, a spizzichi, nel corso del libro) per servirsene come il canovaccio per narrare, come recita il sottotitolo, «come fu che Pierino (Sraffa) riuscì a catturare il lupo marxicano salvandolo dai fucili dei cacciatori, epperò facendolo rinchiudere in gabbia».

Tuttavia il libro è prolisso, zeppo di note e di due appendici che fanno quasi un volume a parte, e poi tratta di un argomento, quale la “teoria del valore-lavoro e dintorni”, che oggi pare questione d’archeologia. Ci sono, insomma, troppe parole e troppi animali, col richio che il lettore poco addentro alle segrete cose della “triste scienza” (la political economy di un tempo) finisca per perdersi in tanto zoo. Certamente una ristampa alleggerita di alcune parti polemiche (su temi che allora erano oggetto di feroci dibattiti, ma che adesso non dicono più nulla) avrebbe favorito, ma tant’è: lo si è voluto ripubblicare tale e quale. Trattandosi tuttavia di un libro importante che riporta in scena argomenti cruciali (“critici”, come avrebbe detto il lupo marxicano) che mai andrebbero dimenticati dagli economisti, azzardo un riassunto della trama e ci ricamo un po’ sopra per dar conto anche del seguito della storia di Pierino e del suo lupo, che fortunatamente non si è fermata al 1988, vigilia del più tristo 1989.


Leggi tutto

Giacomo Gabellini: L’illusione della globalizzazione fiscale

osservatorioglobalizzazione

L’illusione della globalizzazione fiscale

di Giacomo Gabellini

america bidenIl gigantesco pacchetto di stimoli fiscali elaborato dall’amministrazione Biden e recentemente approvato dal Congresso ha suscitato grandi speranze, nonostante gli enormi problemi legati alla sua applicazione pratica. In concreto, il governo prevede di finanziarlo tramite «il più grande aumento delle tasse mai visto dal 1942», a carico delle fasce alte della società e delle aziende. Secondo i calcoli di Washington, i circa 2.000 miliardi di dollari richiesti dal piano dovrebbero essere rastrellati mediante l’innalzamento delle aliquote relative ai prelievi sugli utili societari (dal 21 al 28%) e sui profitti delle imprese multinazionali Usa realizzati all’estero (dal 10,5 al 21%). Per evitare che l’inasprimento della pressione fiscale all’interno dei confini statunitensi accentui ulteriormente la già spiccatissima propensione delle imprese Usa a spostare la propria sede fiscale all’estero e a ricorrere al fenomeno dell’estero-vestizione per sfuggire al fisco nazionale, Biden e il suo segretario al Tesoro Janet Yellen hanno cercato di richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla necessità di porre fine alla competizione fiscale in cui gli Stati Uniti sono pienamente coinvolti quantomeno dal 2010.

In quell’anno, mentre annunciavano pubblicamente l’intenzione di porre l’abolizione del segreto bancario in cima alla scala delle priorità, governo e Congresso ufficializzavano l’introduzione del Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca), una legge che impone a qualsiasi istituzione finanziaria, sia statunitense che straniera, di fornire alle autorità tutte le informazioni riguardanti i clienti statunitensi.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: Una nuova internazionale nera, dalla Spagna all’America Latina

lantidiplomatico

Una nuova internazionale nera, dalla Spagna all’America Latina

di Geraldina Colotti

719x410c50L’attualità dell’America latina mette in primo piano le elezioni di domenica 6 giugno in Messico e in Perù, mentre continuano le proteste in Colombia, a cui il governo Duque risponde con massacri silenziati dai media occidentali.

Al riguardo, iniziamo col raccogliere l’invito del filosofo messicano Fernando Buen Abad che si occupa di semiotica radicale e combattiva e che, alle sue riflessioni sulle elezioni in Messico, ha premesso la vignetta di un cervello in gabbia come invito a non ottundere il pensiero critico seguendo le menzogne mediatiche. In Messico, che conta 129 milioni di abitanti, andrà alle urne un totale di 94 milioni di aventi diritto. Voteranno per il rinnovo della Camera dei Deputati, dove si eleggeranno 500 nuovi membri. A livello locale, si vota in 15 governazioni, 30 municipi e 30 congressi locali.

Morena, il partito del presidente Lopez Obrador, si presenta in una coalizione denominata Juntos Hacemos Historia, e composta anche dal Partido del Trabajo (PT), dal Partido Verde Ecologista de México. I due partiti di destra, il Pri e il Pan, vanno invece uniti nell’alleanza Va por Mexico. Un dato significativo per un paese nel quale le violenze patriarcali e omofobiche sono molto elevate, è il record di candidati alla Camera dei movimenti LGBTIQ+ , e il fatto che quasi il 2% degli oltre 5.300 candidati ai diversi incarichi ha dichiarato in un’inchiesta di identificarsi come parte della comunità. In queste elezioni, vi sono candidati che si definiscono transgender, omosessuali e muxe, un terzo genere riconosciuto all’interno della cultura degli zapotechi di Oaxaca, nel Messico meridionale, che indica una persona alla quale è stato assegnato individualmente il sesso maschile, ma che si veste e si comporta con modalità femminili.


Leggi tutto

Giorgio Gattei: Sulle intenzioni sraffiane

cumpanis

Sulle intenzioni sraffiane

di Giorgio Gattei

In questa Sezione "Scuola Quadri" si è aperto un dibattito, alto, tra Federico Fioranelli e Ascanio Bernardeschi sul rapporto Sraffa-Marx. In questo dibattito interviene ora Giorgio Gattei, docente e storico del pensiero economico ed economista marxista italiano. "Cumpanis" ringrazia il professor Gattei per averci inviato questo suo importante contributo

Vorrei intervenire nel dibattito che si è aperto sulla vostra rivista sul tema “Marx o Sraffa” con gli interventi di Fioranelli e Bernardeschi. Io non sto né con l’uno né con l’altro, perchè del secondo non ritengo affatto che la revisione sraffiana della critica di Marx sia «ben poca cosa» e del primo contesto che Sraffa, «anziché misurare le merci in lavoro, come Marx e Ricardo, misuri il lavoro in merci». Sono entrambi giudizi che, a mio parere, non colgono le genuine intenzioni sraffiane che comunque è stato anche per colpa sua perchè in Produzione di merci, per ragioni che suppongo personali e politiche (Sraffa era un ebreo comunista che ha vissuto a Cambridge fino agli anni della “caccia alla streghe maccartista”, così che in Pdm – che non è affatto un “librino”: da quando in qua i testi scientifici si valutano a peso? – , ha dovuto essere più che reticente ma che nelle carte private, che adesso sono tutte disponibili, ha svelato il suo vero obiettivo che era quello di rifondare Marx.


Leggi tutto

Giacomo Di Martino: Uno sguardo al DEF: austerità o crescita?

kriticaeconomica

Uno sguardo al DEF: austerità o crescita?

di Giacomo Di Martino

Lo scorso 12 maggio il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che “il Patto di Stabilità è inadeguato” prendendo così le distanze da posizioni rigoriste ancora presenti e forti in Europa. Una posizione, questa, ulteriormente rimarcata il 20 maggio quando rispondendo all’ipotesi di un aggravio della tassa di successione proposta dal segretario dem Letta ha opposto un fermo “non è il momento di prendere soldi ma di darli”. Tuttavia, analizzando il Documento di Economia e Finanza (DEF) emerge un quadro radicalmente diverso.

Il Patto di Stabilità e Crescita, seppur formalmente sospeso, sembra continuare a proiettare la propria influenza sugli indirizzi di politica economica del nostro Paese: dall’attuale livello di deficit/Pil dell’11,8% (un numero peraltro destinato a salire) il Governo prevede una riduzione al 5,9% per l’anno prossimo fino ad arrivare al 3,4% nel 2024 [1]. Dunque, un vero e proprio percorso di rientro tutt’altro che graduale ed espansivo.


Leggi tutto

Fabrizio Marchi: Alle soglie del “Grande reset”

linterferenza

Alle soglie del “Grande reset”

di Fabrizio Marchi

La crisi pandemica non ha fatto altro che peggiorare le condizioni economiche, sociali ed esistenziali delle classi lavoratrici, cioè della maggioranza delle persone, quelle che non hanno beni al sole e la mattina devono alzarsi per andare a lavorare, quando un lavoro ce l’hanno, o per cercare di procurarselo, quando non ce l’hanno. Assisteremo nei prossimi anni ad un grande processo di ristrutturazione del sistema capitalista a livello mondiale che non promette nulla di buono per le classi popolari e subordinate.

Ne ha parlato di recente anche Klaus Schawb (in un suo recente libro), fondatore del World Economic Forum, docente di economia all’Università di Friburgo, un master in Public Administration all’Università di Harvard, in poche parole uno dei massimi ideologi del capitalismo contemporaneo.

Le grandi imprese multinazionali della logistica, dell’e-commerce, della comunicazione e della farmaceutica stanno facendo e faranno profitti elevatissimi, mentre masse di persone perderanno il proprio lavoro o saranno costrette ad accettare condizioni lavorative e salariali sempre peggiori, sempre più precarie e sottopagate. Tante altre saranno costrette a chiudere la propria attività oppure a cederla a chi ha mezzi finanziari importanti.


Leggi tutto

Eros Barone: A proposito delle gite scolastiche

sinistra

A proposito delle gite scolastiche

di Eros Barone

Uno studente sedicenne di Corsico muore nel corso di una gita scolastica in Trentino, cadendo dalla bicicletta. Ancora una volta i ripetuti e diffusi incidenti, alcuni dei quali mortali, che costellano le gite scolastiche ci mostrano che la farsa può anche degenerare in tragedia. Come insegnante, ormai in pensione da alcuni anni, appartenevo a quella minoranza che, sia nei consigli di classe sia nei collegi dei docenti, non ha mai mancato né di denunciare il carattere socialmente classista né di contestare la validità culturale e formativa delle gite scolastiche, denominate nelle circolari ministeriali, per antìfrasi, ‘viaggi di istruzione’ (l’antifrasi è una figura retorica con cui si vuole significare il contrario di ciò che si dice, come nella frase “quel brav’uomo di Nerone”).

D’altronde, i nostri antenati romani sapevano assai bene che “nominibus mollire licet mala”, ossia che è permesso mitigare i mali dando loro altri nomi.


Leggi tutto

Martin Kulldorff: Perché ho parlato contro i lockdowns

lafionda

Perché ho parlato contro i lockdowns

Sulla necessità di sfidare il senso comune sul Covid

di Martin Kulldorff

lockdownNota introduttiva a cura della Redazione de La Fionda

Dall’inizio dell’epidemia di Sars-Cov-2, abbiamo assistito all’amplificarsi e all’imporsi di un approccio e di una dinamica politica, mediatica e scientifica, che ha fatto della censura e della politicizzazione di dubbi argomentati, di opinioni, posizione scientifiche autorevoli o addirittura di farmaci e protocolli terapeutici, una forma di gestione di ciò che nel discorso pubblico e nello spazio sociale delle democrazie occidentali, può esser considerato legittimo e dicibile, e di ciò che invece deve essere rifiutato come fake. Si tratta di un metodo di controllo o, per meglio dire, di governo della pubblica opinione e del suo spazio di accettabilità e di legittimità: metodo che era già radicato e praticato nell’era pre-Covid, rispetto, ad esempio, a temi riguardanti l’Unione Europea, le questioni economiche e monetarie, o ancora i rapporti geo-politici tra gli Stati o i problemi legati all’immigrazione, ma che ha fatto dell’epidemia e della questione sanitaria il nuovo campo d’azione e di delimitazione del discorso pubblico.

Questo metodo di governo della pubblica opinione, così come delle posizioni scientifiche, ha sostanzialmente racchiuso le maggiori questioni problematiche riguardanti l’epidemia, delimitando il campo del discorso considerato legittimo perché certificato da autorità politiche, TV, giornali e social media come vero, e costruendo, al tempo stesso, una cappa di indicibilità su chi ha sollevato dubbi e interrogativi capaci di mettere in discussione quella narrazione ufficiale. La sola possibilità di espressione libera che non incorra né nel meccanismo di delegittimazione pubblica e mediatica, né nella conseguente censura, consiste nel presentare le tesi opposte alla narrazione certificata e vera, come delle pure ipotesi senza alcuna pretesa veritativa.


Leggi tutto

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli: Trump, Fort Detrick e il Covid 19

cumpanis

Trump, Fort Detrick e il Covid 19

Il colpevole silenzio degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Schermata del 2021 06 02 19 45 35 2 1 pdfTutta una serie di variegate informazioni e di fatti concreti, combinati strettamente tra loro a partire da alcune clamorose anomalie, provano e attestano oltre ogni dubbio che:

1. Il coronavirus ha iniziato a contagiare e devastare il mondo trovando il suo luogo di origine e di propagazione nella base militare e nel laboratorio batteriologico di Fort Detrick, collocato nello stato del Maryland degli Stati Uniti, fin dal luglio del 2019 e quindi più di tre mesi in anticipo rispetto ai casi riportati a Wuhan e in Cina;

2. Il governo Trump, gli apparati statali americani e l’amministrazione Biden in carica dal gennaio del 2021, hanno via via cercato, coscientemente e costantemente, di coprire e nascondere tale gravissimo evento di contaminazione durante il periodo compreso tra il luglio del 2019 e il presente, ossia per due lunghi e sanguinosi anni: una menzogna permanente e perfettamente consapevole di Washington che ha direttamente causato e prodotto il dilagare della paurosa strage di più di tre milioni di esseri umani, insanguinando dall’estate del 2019 quasi tutto il nostro pianeta e provocando circa 600.000 vittime innocenti nella stessa America.

Fin dal 1943 e senza soluzione di continuità uno dei principali siti militari statunitensi per la guerra batteriologica, Fort Detrick, registrò al suo interno una prima e innegabile “fuga” verso il mondo esterno del batterio che causa l’antrace (una gravissima infezione, con sintomi molto simili a quelli creati dalla polmonite) già il 18 settembre 2001, ossia solo una settimana dopo gli attentati dell’11 settembre.1


Leggi tutto

Marco Cattaneo: Le confusioni di Wolfgang Schaeuble

bastaconeurocrisi

Le confusioni di Wolfgang Schaeuble

di Marco Cattaneo

Il piromane torna sul luogo del delitto fischiettando, con le mani dietro la schiena, e una scatola di cerini in tasca. Da un paio di mesi Wolfgang Schaeuble delira sui principali mezzi di informazione – Project Syndicate, Sole 24 Ore, Financial Times – riproponendo le ricette che hanno devastato mezzo continente e lasciando intravedere non troppo velate minacce a Mario Draghi e all’Italia se non ritornerà sul sentiero dell’austerità fiscale.

Come se i disastri del 2011-2013 non fossero avvenuti. Come se una pandemia che ha prodotto milioni di morti e bloccato per vari trimestri mezza economia mondiale fossero un non-event.

Altri commentatori hanno ampiamente confutato le assurdità propalate del nostro amico Wolfgang. Io mi limito a un’osservazione in merito a un passaggio del suo ultimo articolo sul FT, dove afferma che


Leggi tutto

Franco Berardi Bifo: Tempo di immaginare l’inimmaginabile

effimera

Tempo di immaginare l’inimmaginabile

La rivolta cilena e il doppio cervello che occorre esercitare

di Franco Berardi Bifo

Il Cile non è un posto qualsiasi. Per chiunque abbia vissuto le vicende dei movimenti sociali degli anni 60 e 70 Cile significa il luogo in cui la controrivoluzione globale cominciò l’11 settembre 1973.

Un colpo di stato guidato da un generale fascista di nome Augusto Pinochet abbatté con la forza delle armi il governo socialista di Unidad Popular, uccise il presidente Salvador Allende, e massacrò trentamila persone nel corso degli anni seguenti al golpe. L’intellettualità cilena fu costretta all’esilio per decenni.

Ma Pinochet non era solo: il criminale nazista fu appoggiato e protetto dal presidente Nixon e dal segretario di stato Henry Kissinger, e le misure economiche imposte dal dittatore divennero il laboratorio del neoliberismo. Chi crede ancora che capitalismo liberale e nazismo siano due cose diverse non ha capito quel cosa significò il colpo di stato di Pinochet sul piano globale: la rottura violenta della democrazia sociale e l’inaugurazione di un’aggressivo sistema di privatizzazione, di riduzione dei salari e di devastazione sistematica del pianeta.


Leggi tutto

Francesco Galofaro: L'attacco Solarwinds e la violazione della sovranità algoritmica

marx xxi

L'attacco Solarwinds e la violazione della sovranità algoritmica

di Francesco Galofaro - Università di Torino

Il 13 dicembre 2020 l'agenzia Reuters e il Washington Post hanno reso noto un attacco informatico su larga scala che avrebbe coinvolto il dipartimento USA del tesoro e del commercio, attribuendo la responsabilità a gruppi di hacker russi. Pochi giorni più tardi, Mike Pompeo confermò il sospetto, mentre Donald Trump preferì chiamare in causa i cinesi. Ovviamente le accuse sono state smentite, ma in questo genere di conflitto si direbbe sia l’accusato a dover provare la propria innocenza, il che è l’ideale per chi cerca pretesti e casus belli per strumentalizzare l’opinione pubblica.

Il tipo di attacco informatico in questione è noto come 'supply chain' (catena di approvvigionamenti). Per replicarsi, il codice maligno sfruttava gli aggiornamenti rilasciati tra marzo e giugno del 2020 di un software, Orion, prodotto dalla ditta Solarwinds con sede ad Austin, Texas. Fin da principio è stato chiaro che i rischi per la sicurezza non riguardavano solo le suddette agenzie USA: tra i clienti di Solarwinds figurano tutte le 500 principali aziende americane, 10 fornitori di telecomunicazioni, le forze armate, i servizi segreti, la presidenza USA.


Leggi tutto

Claudio Giunta: Che deve fare un rettore

ilpost

Che deve fare un rettore

di Claudio Giunta

«Succede, mettiamo, che un docente della loro università, un docente già parecchio chiacchierato, posti su Twitter una foto di Hitler con un commento simpatetico; oppure che su Facebook o su Twitter o su Instagram un altro docente parli male del Presidente della Repubblica, o degli ebrei, o delle donne»

Succederà ancora, è inevitabile, quindi forse ha senso riflettere pacatamente sulla cosa.

I rettori delle università italiane bisogna capirli. Vengono eletti da colleghi, personale tecnico-amministrativo, studenti: in qualche modo devono rendere conto a loro. Ma soprattutto devono rendere conto a un consiglio d’amministrazione, al Senato accademico, alla Consulta dei Direttori. E poi anche un po’ al potere politico locale, ai giornali, al “popolo del web”. Succede, mettiamo, che un docente della loro università, un docente già parecchio chiacchierato, posti su Twitter una foto di Hitler con un commento simpatetico; oppure che su Facebook o su Twitter o su Instagram un altro docente parli male del Presidente della Repubblica, o degli ebrei, o delle donne; oppure che un altro docente in una conversazione su Zoom sbraiti che Giorgia Meloni è una scrofa, una rana dalla bocca larga, e altro turpiloquio; oppure che un altro docente metta in circolo una foto scattata in una libreria Feltrinelli in cui il libro di Giorgia Meloni è girato a testa in giù, con allusione a Mussolini a Piazzale Loreto; eccetera.


Leggi tutto
 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 31695

2021-03-18 Hits 2546

2021-04-06 Hits 2173

2021-04-30 Hits 2130

2021-03-25 Hits 2015

2021-04-02 Hits 1943

2021-04-06 Hits 1900

2021-03-18 Hits 1896

2021-03-17 Hits 1746

Wolfgang Streeck: L'asimmetria europea

2021-03-29 Hits 1681

tonino

unread,
Jun 17, 2021, 3:09:45 AM6/17/21
to sante gorini

Marco Bersani e Andrea Fumagalli: La tragedia (o meglio la farsa) della tassa minima sui profitti

effimera

La tragedia (o meglio la farsa) della tassa minima sui profitti

di Marco Bersani e Andrea Fumagalli

GlobaltaxAtto I. Il potere delle multinazionali

Secondo il rapporto 2020 Top 200. La crescita del potere delle multinazionali”, elaborato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, le imprese multinazionali sono 320.000 e occupano 130 milioni di dipendenti, pari al 4% degli occupati mondiali. Il loro fatturato è pari a 132mila miliardi di dollari, con profitti netti pari a 7.200 miliardi di dollari. Il 14% di questo fatturato è coperto dalle prime 200 imprese multinazionali.

Molte multinazionali hanno un fatturato superiore al Prodotto Interno Lordo degli Stati: nella comparazione, nei primi 100 posti compaiono 42 multinazionali (con la prima al 25esimo posto). Ma se il confronto viene effettuato tenendo conto delle entrate degli Stati e dei fatturati, le multinazionali presenti nei primi cento posti diventano 69 (con la prima al 13esimo posto).

Sempre secondo tale rapporto, le società quotate in Borsa sono circa 41.000, con un capitale complessivo di 84mila miliardi di dollari, pari al Pil dell’intero pianeta.

Tra gli azionisti delle prime 10.000 di queste società figurano per il 41% investitori istituzionali (assicurazioni, fondi di investimento, fondi pensione), per il 27% azionariato diffuso, per il 14% investitori pubblici, per l’11% imprese private e per il 7% investitori individuali.

I primi dieci fra gli investitori istituzionali gestiscono da soli il 57% della ricchezza totale finanziaria, mentre fra gli investitori pubblici, è il capitale pubblico cinese a fare la parte del leone (57%).


Leggi tutto

Renato Curcio: Lo sdoppiamento virtuale dello spazio pubblico

citystrike

Lo sdoppiamento virtuale dello spazio pubblico

di Renato Curcio

Riprendiamo questo lungo e interessante articolo di Renato Curcio, uscito sulla rivista “Su la Testa” (qui il link)

Algoritmi Medioera e1551717463373 800x445Con l’inizio del terzo millennio l’espansione del continente digitale planetario ha investito l’Italia e coinvolto nell’erosione progressiva dello spazio pubblico gran parte dei suoi cittadini. Con “spazio pubblico” non intendo soltanto quell’insieme di luoghi aperti e reali, ovvero non virtuali, entro cui lo Stato dovrebbe garantire a tutti la libertà di esercitare apertamente i diritti di cittadinanza, d’informazione, di attività culturale e politica in tutte le varianti. Ancora prima, infatti, lo si dovrebbe considerare come uno spazio strategico per la maturazione e il consolidamento delle nostre abilità relazionali; delle capacità di progettazione comune, di collaborazione empatica e di operatività condivisa. Come una grande rete di luoghi immaginati, voluti e liberamente istituiti da aggregazioni sociali autonome e autogestite. Luoghi aperti, dunque, in virtù dei quali possano svilupparsi e assumere una forma storica i momenti di confronto e le forme sorgive della creatività e del mutamento sociale. Nella seconda metà del Novecento gli spazi pubblici post-bellici avevano vissuto in questo Paese un importante scossone. Le deboli attrezzature associative istituite per via burocratica dallo Stato dovettero cedere il passo a nuove esigenze culturali portate avanti da un fermento generazionale e laico nato in alternativa anche ad altre istituzioni robustamente sostenute da enti religiosi o privati.


Leggi tutto

Thomas Meyer: I «disastri naturali sociali» e il nuovo movimento per il clima

blackblog

I «disastri naturali sociali» e il nuovo movimento per il clima

di Thomas Meyer

Venerdi per la cilindrata1.

La rapida diffusione del movimento di difesa del clima nel mondo è veramente notevole (cfr. Haunss; Estate 2020). Notevole è anche l'odio di cui questo movimento è talvolta oggetto, specialmente l'odio contro Greta Thunberg. Semplicemente, il soggetto borghese in crisi non vuole ammettere che il suo stile di vita capitalista è diventato insostenibile. Perfino i più piccoli cambiamenti nelle viti che regolano il sistema, fanno andare su tutte le furie il «cittadino preoccupato». A partire da questo, il movimento per il clima non viene visto come un'occasione o come un'opportunità di riflessione e viene invece, fin dall'inizio, continuamente interrotto da «isteriche reazioni difensive» (cfr. Hartmann 2020, 118ss.). La «virilità tossica» si scarica attraverso innumerevoli commenti di odio e si manifesta per mezzo di "contro-movimenti" assurdi e assolutamente reazionari come i "Venerdì per la cilindrata" (attualmente con circa 500.000 membri). [*1] Coloro i quali vedono la loro automobile come se fosse un'estensione del loro cazzo sembra che si sentano simbolicamente evirati da una ragazza.

Mentre da una parte il cambiamento climatico è diventato ovvio e scontato, dall'altra viene ostinatamente negato dai populisti e dai radicali di destra (come Donald Trump e Beatrix von Storch).


Leggi tutto

Francesco Piccioni - Guido Salerno Aletta: Il debito pubblico? Figlio di una politica demente, ma interessata

contropiano2

Il debito pubblico? Figlio di una politica demente, ma interessata

di Francesco Piccioni - Guido Salerno Aletta

Neanche il tempo di fantasticare sulla “valanga di soldi che ci arriverà dall’Europa” e già bisogna mettere la testa ai tagli di bilancio che bisognerà fare, dal 2023, per “rispettare i parametri del Patto di Stabilità”. Ovvero quel Fiscal Compact che è l’architrave delle politiche di austerità che regolano l’Unione Europea.

La narrazione ufficiale – quella che unisce Draghi e von der Leyen, Letta e Salvini, Meloni e Bersani – ci racconta che “il debito italiano è troppo alto”, “un peso enorme che lasciamo ai nostri figli”, e via di questo passo.

Ma per cosa spende “troppo” lo Stato?

Qui il discorso non può più essere “tecnico”, perché secondo la visione neoliberista – e gli interessi industriali o finanziari – la spesa sociale (pensioni, ammortizzatori, sussidi, sanità, scuola, ecc) è pressoché uno “spreco”, mentre la spesa militare, per infrastrutture inutili a prezzi gonfiati, ecc, sarebbe “buona”.


Leggi tutto

nlp: Ieri Gamestop oggi AMC, itinerari della guerra finanziaria dal basso

codicerosso

Ieri Gamestop oggi AMC, itinerari della guerra finanziaria dal basso

di nlp

La vicenda Gamestop della quale ci siamo occupati in questo articolo ha rappresentato il primo capitolo di una guerra finanziaria dal basso – dai caratteri inediti ma non sorprendenti – di cui AMC rappresenta il secondo. Segnalato in Italia da Intermarketandmore, questo secondo capitolo fa capire come Gamestop, lontana dall’essere la storia di un settore di risparmiatori che resiste al predominio delle grandi entità finanziarie, abbia aperto piuttosto una guerra di predazione finanziaria che, oltre ai grandi soggetti storici che la praticano, prevede la presenza aggressiva di grandi sciami di piccoli risparmiatori. In questo modo, anche dal basso, una parte significativa e specializzata della società si stacca dalle relazioni sociali, dall’economia per entrare nella dimensione della guerra finanziaria senza limiti quella, nella quale vivono già da tempo le grandi entità finanziarie, dove ogni fatto della vita umana può essere trasformato in oggetto contundente del mondo finanziario.


Leggi tutto

Piccole Note: Il biolab di Wuhan nella bufera

piccolenote

Il biolab di Wuhan nella bufera

di Piccole Note

Si fa virale la campagna che vede nel laboratorio di Wuhan l’origine del Covid-19, tesi rigettata in toto dalla comunità scientifica americana, e di risulta dai suoi alleati, al tempo di Trump.

Ciò per contrastare la propaganda repubblicana, che in un memo riservato raccomandava ai suoi esponenti di concentrarsi sulla Cina, accusandola di essere responsabile del coronavirus (Politico). Tesi peraltro caldeggiata dal falco neocon John Bolton fin dal maggio scorso (tra i primi a prendere posizione).

Smentire questa tesi era di fatto, al di là della buona fede di analisti e scienziati, un regalo alla propaganda avversa a Trump, che si ritrovava a essere indicato come l’unico responsabile dei disastri che la pandemia provocava in America.

 

Il mercato degli animali vivi


Leggi tutto

lorenzo merlo: Elementare, Watson!

sinistra

Elementare, Watson!

di lorenzo merlo

Ci si dà da fare con strumenti inadatti. Il razionalismo, per esempio, è un treno senza rotaie quando lo si impiega per indagare il mistero. Ma con gli strumenti idonei possiamo trovare il tassello che sempre manca alla conoscenza

Tanto per intendersi

La teoria delle stringhe e la sua evoluzione, quella delle superstringhe, sono il corpo fondante della Teoria del Tutto. Rappresentano il tentativo di trovare l’origine della natura. Rappresentano gli sforzi per includere tutte le equazioni della fisica in una. Per molti di noi, queste ultime due affermazioni possono stare insieme, sono sostanzialmente una la ripetizione dell’altra. L’assimilazione tra le due affermazioni deriva dalla struttura del pensiero comune. Una struttura che concepisce quanto individuato dalla scienza come la sola, vera realtà. È lo scientismo, quale chiesa della vulgata della Scienza. Una silente religione di fondo contro la quale difficilmente si fa peccato, e se lo si fa, facilmente ce ne si pente.


Leggi tutto

Fabrizio Venafro: Il futuro è oggi. L’urgenza di un modello di sviluppo alternativo

lafionda

Il futuro è oggi. L’urgenza di un modello di sviluppo alternativo

di Fabrizio Venafro

sriLankaIl recente ennesimo disastro ecologico causato dall’affondamento di una nave cargo al largo delle coste dello Sri Lanka, ripropone prepotentemente la questione ambientale e in particolare dell’enorme quantità di plastica prodotta e dispersa nelle acque del globo. Dopo giorni di incendio, la nave affonda disperdendo enormi quantitativi di plastica e petrolio nell’oceano e sulle spiagge. È stato stimato che negli oceani la quantità di materiale inorganico immesso dall’uomo è ormai maggiore di quella di materia organica, costituita da pesci e alghe. Le microplastiche presenti nel ciclo dell’acqua sono ormai diffuse ovunque e fanno parte dell’alimentazione dei pesci (costituendo una sorta di plancton tossico) e tramite questi della nostra. L’invenzione della plastica, salutata quale grande progresso del XX secolo, si sta rivelando un vero e proprio cavallo di Troia per la salute umana. Un materiale che ha insitauna contraddizione dovuta al fatto che, a dispetto della lunga durata, viene impiegato per la produzione di oggetti usa e getta. Quello della plastica è solo uno dei problemi ambientali che ci vengono posti dalle sfide per il futuro e che pongono l’attuale modello di sviluppo sul banco degli imputati. La cosa bizzarra, quasi uno scherzo del destino, è che continuando secondo il modello espansivo perseguito finora, la catastrofe si abbatterà sullo stesso genere umano che ne subirà direttamente le conseguenze e potrebbe autoestinguersi. La Terra sopravvivrà a tutti gli stress cui la stiamo sottoponendo, ma si può dire la stessa cosa per il genere umano? Il nostro è un genere che provoca la propria estinzione e questa è una peculiarità della nostra specie, che pur si distingue per l’uso della razionalità.


Leggi tutto

Rocco Ronchi: Michel Foucault filosofo del secolo

doppiozero

Michel Foucault filosofo del secolo

di Rocco Ronchi

paul
            michel foucault 1Jules Vuillemin, insigne storico della filosofia che molto aveva contribuito alla elezione di Michel Foucault al Collège de France nel 1970, a distanza di appena un anno da quell’evento, nutriva più di un dubbio sulla bontà di quella scelta. Era stata ottenuta al prezzo di non poche negoziazioni con una Accademia poco incline ad accogliere tra le sue file l’autore di un libro inclassificabile come Folie et déraison (in italiano tradotto con il titolo Storia della follia nell’età classica, che era il sottotitolo francese), libro nato da una tesi dottorato che aveva consacrato il giovane studioso proveniente dalla provincia francese (Foucault era nato a Poitiers il 15 Ottobre del 1926) nell’Olimpo della cultura parigina. In Michel Foucault. Il filosofo del secolo. Una biografia, Feltrinelli 2021 (trad. it. Lorenzo Alunni; ed. originale 2011), Didier Eribon racconta di una telefonata preoccupata di Vuillemin a Georges Dumézil, il grande storico delle religioni, che era stato il nume tutelare della carriera di Foucault fin dagli anni del suo apprendistato filosofico all’École Normale. Sembra che gli chiedesse sgomento “Cosa abbiamo fatto? Mio Dio, cosa abbiamo fatto?” (p. 291). Sfogliando i giornali, Vuillemin vi trovava le immagini del neoletto che insieme a Sartre, al quale, però, tutto era a priori perdonato, e ai maoisti, che erano egemoni sulla scena studentesca, si faceva interprete delle rivendicazioni sociali e politiche più radicali. Non mancavano poi imbarazzanti episodi di cronaca.


Leggi tutto

coniarerivolta: Tutti contro il blocco dei licenziamenti: un’istantanea dell’odio di classe

coniarerivolta

Tutti contro il blocco dei licenziamenti: un’istantanea dell’odio di classe

di coniarerivolta

L’ennesima, lunga tragedia che si sta consumando sulle spalle dei lavoratori riguarda il blocco dei licenziamenti. A intervenire nel grottesco teatrino tutto italiano, in cui le giravolte di Salvini e l’accelerata di Draghi avevano messo all’angolo il PD e i sindacati, assecondando tutte le richieste di Confindustria, è stata per ultima la Commissione europea che, solo pochi giorni fa,ha bollatoil blocco dei licenziamenti come superfluo e potenzialmente pericoloso. Nulla di nuovo rispetto a ciò che abbiamo avuto modo di criticarein duenostriprecedentiinterventi. Tuttavia, gli eventi balzati all’onore delle cronache negli ultimi giorni ci permettono di ribadire per l’ennesima volta come posizioni ideologiche e interessate assumano i panni di verità scientifiche che è sempre opportuno confutare, ribaltare e combattere.

Il ragionamento della Commissione europea si svolge come segue: il blocco dei licenziamenti ha riguardato i lavoratori che accedevano alla cassa integrazione; tuttavia, ciò non ha impedito che l’occupazione si riducesse, ma ha limitato l’effetto alle categorie di lavoratori privi di contratti a tempo indeterminato.


Leggi tutto

Carlo Clericetti: Acemoglu e Brancaccio: “Democrazia a rischio”

micromega

Acemoglu e Brancaccio: “Democrazia a rischio”

di Carlo Clericetti

Pur partendo da posizioni teoriche diverse i due economisti, in un dibattito organizzato da Fondazione Feltrinelli e Rai-Radio1, concordano sul fatto che la concentrazione del potere economico sta mettendo in serio pericolo le istituzioni democratiche. Acemoglu: “La mobilitazione sociale può cambiare le cose”. Brancaccio: “Il 2% degli azionisti possiede l’80% dei pacchetti di controllo”

“Da una ricerca che ho condotto con alcuni colleghi è risultato che i pacchetti di controllo dell’80% del capitale azionario mondiale sono posseduti da meno del 2% di tutti gli azionisti del mondo”. L’economista Emiliano Brancaccio, in un dibattito con Daron Acemoglu del Mit di Boston – uno degli studiosi più citati del mondo – tira fuori l’asso dalla manica a sostegno della sua tesi, che riprende la teoria marxiana, secondo cui i capitali tendono inevitabilmente a convergere sotto il controllo di poche mani. “Una espropriazione di capitalisti da parte di altri capitalisti”, spiega; “O, se vogliamo usare un detto popolare, il pesce grosso mangia quello piccolo”. Anche il Fondo monetario, aggiunge Brancaccio, ha parlato di monopolizzazione dei mercati da parte di poche grandi imprese.


Leggi tutto

la citta
              futura

Cosa succederà in Cile? È veramente finito il pinochetismo?

di Alessandra Ciattini

La vittoria dei cosiddetti indipendenti in Cile pone delle questioni: chi sono e come si muoveranno?

Il 15 e 16 maggio passato si è svolta in Cile una votazione cruciale: si trattava di eleggere sindaci, consiglieri, governatori regionali – per la prima volta scelti dalla cittadinanza – e soprattutto i delegati destinati a comporre la Convenzione costituzionale incaricata di scrivere la Costituzione democratica cilena.

Una richiesta fatta a gran voce sin dai primi giorni nelle proteste esplose a partire dal 18 ottobre 2019, poiché negli articoli della Costituzione tuttora vigente, emanata dal regime militare di Pinochet nel 1980, stanno i fondamenti del modello neoliberista sperimentato e applicato in Cile da oltre trent’anni, che ha provocato tanti disastri, come la privatizzazione dell’acqua. Come vedremo più avanti la richiesta della base era l’Assemblea costituente e non la Convenzione costituzionale; una differenza di non poco conto.


 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 32007

2021-04-06 Hits 2194

2021-04-30 Hits 2161

2021-03-25 Hits 2027

2021-04-02 Hits 1949

2021-04-06 Hits 1917

tonino

unread,
Jun 19, 2021, 11:32:02 AM6/19/21
to sante gorini

Anna Carabelli: La rivoluzione incompiuta di Keynes: saggio sulla metodologia

kriticaeconomica

La rivoluzione incompiuta di Keynes: saggio sulla metodologia

di Anna Carabelli

keynes897gfuwNella sua introduzione alla serie di Manuali Economici di Cambridge (1922-3), Keynes scrive: La teoria dell’economia non fornisce un corpo di conclusioni stabilite immediatamente applicabili alla politica. È un metodo piuttosto che una dottrina, che aiuta il suo possessore a trarre conclusioni corrette” (CW XII, 856).

Questo passaggio evidenzia la continuità tra il Trattato sulla probabilità e le opere economiche di Keynes. Nella sua discussione con Roy Harrod nel 1938, cioè nel suo manifesto metodologico più maturo e schietto, quando afferma che “l’economia è una branca della logica, un modo di pensare, piuttosto che una scienza pseudo-naturale”, Keynes sta semplicemente riaffermando la sua posizione precedente (CW XIV, 296).

La visione di Keynes della teoria economica è quindi quella di un metodo o logica, forse meglio descritta come un apparato di ragionamento probabile. Nel capitolo 21 della Teoria Generale, scrive che l’oggetto dell’analisi economica “non è quello di fornire una macchina, o un metodo di manipolazione cieca, che fornirà una risposta infallibile, ma di fornire a noi stessi un metodo organizzato e ordinato di pensare a problemi particolari”. Aggiunge che “dopo aver raggiunto una conclusione provvisoria isolando i fattori complicati uno per uno, dobbiamo poi ritornare su noi stessi e permettere, meglio che possiamo, le probabili interazioni dei fattori tra di loro”.


Leggi tutto

Palim Psao: Alle origini della distinzione tra Marx esoterico e Marx essoterico

blackblog

Alle origini della distinzione tra Marx esoterico e Marx essoterico

di Palim Psao

postmarx
            doppioContrariamente a quanto credono alcuni marxisti, non è stata la corrente della Critica del Valore ad aver stabilito per la prima volta la distinzione tra un Marx essoterico e un Marx esoterico.

Nel contesto dei marxismi tedeschi, questa distinzione è stata utilizzata dalle differenti correnti e dai vari autori del campo marxista; e questo ben al di là di quelli che erano i vari circoli/riviste legati alla corrente della Wertkritik (la quale, in realtà, non ha fatto altro che inscriversi in un dibattito preesistente; cosa che invece non viene affatto recepito dalla grande maggioranza dei marxisti francofoni, in gran parte all'oscuro dei dibattiti teorici marxisti nella Germania degli anni '70).

Per la prima volta, questa distinzione tra i "due Marx" venne fatta, nel 1957, da quello che è stato il primo serio marxologo dopo la seconda guerra mondiale: Roman Rosdolsky, in "Der esoterische und der exoterische Marx. Zur kritischen Würdigung der Marxschen Lohntheorie I–III", in: Arbeit und Wirtschaft, Jg. 11 (novembre 1957) , Nr. 11ff (una rivista sindacalista austriaca, della quale, da parte francese, solo Ernest Mandel sembra esserne a conoscenza, e che segnala questo articolo nel suo "La Formation de la pensée économique de Karl Marx"). Mandel ne riporta solo una parte:

«Più di cento anni fa, Marx incominciò a scrivere le sue lezioni di economia. Si tratta di un periodo considerevole di tempo, soprattutto se si considerano le enormi trasformazioni che il mondo ha subito da allora.


Leggi tutto

Lucia Donat Cattin: Formare un mondo diverso: contro una scuola delle classi dirigenti, per la scuola che emancipa

cambiarerotta

Formare un mondo diverso: contro una scuola delle classi dirigenti, per la scuola che emancipa

di Lucia Donat Cattin – USB scuola

FB IMG 1623210843107 860x280La scuola tradizionale è stata oligarchica perché destinata alla nuova generazione dei gruppi dirigenti, destinata a sua volta a diventare dirigente […] L’impronta sociale è data dal fatto che ogni gruppo sociale ha un proprio tipo di scuola, destinato a perpetuare in questi strati una determinata funzione tradizionale, direttiva o strumentale. Se si vuole spezzare questa trama, occorre dunque non moltiplicare e graduare i tipi di scuola professionale, ma creare un tipo unico di scuola preparatoria (elementare‑media) che conduca il giovinetto fino alla soglia della scelta professionale, formandolo nel frattempo come persona capace di pensare, di studiare, di dirigere o di controllare chi dirige.

A. Gramsci “Quaderni dal Carcere” QXII

L’assemblea di Cambiare Rotta, che si terrà a Bologna il 13 giugno, si terrà in quel luogo perché lì ha avuto inizio quel processo di Bologna, nato a fine anni ’90 del Novecento, volto ad “armonizzare” i sistemi europei di istruzione, che aveva in realtà lo scopo di metterli tutti armonicamente al servizio delle aziende e del sistema di produzione capitalistico. 

In questa direzione sono andate, da quel momento in poi, tutte le iniziative europee sull’istruzione e quelle dei governi del nostro paese, innestando quel pilota automatico che ben conosciamo e che caratterizza le scelte politiche, economiche e sociali dei governi dei paesi europei da vent’anni a questa parte: l’Unione Europea decide e i governi nazionali applicano.


Leggi tutto

Carlo Formenti: La guerra fredda contro la Cina

perunsocialismodelXXI

La guerra fredda contro la Cina

Ovvero l'autogoal dell'occidente

di Carlo Formenti

biden jimping putin c imagoeconomicaMentre scrivo queste pagine, il neo presidente Biden viaggia per il mondo nel tentativo di costruire un fronte euroatlantico in funzione anticinese e antirussa, ovviamente sotto egemonia statunitense. Un progetto che costerebbe caro agli alleati europei (per i quali uno sganciamento dalla partnership economica con la Cina comporterebbe effetti catastrofici), per cui è prevedibile che raccoglierà molti consensi sul piano formale assai meno sul piano sostanziale. Ancor più irrealistico appare l’obiettivo di rompere il legame fra Cina e Russia, convincendo la seconda a schierarsi con l’Occidente, soprattutto perché fondato non su aperture e concessioni, bensì su continue provocazioni politico-militari – vedi Ucraina e Bielorussia – e sanzioni economiche (con il risultato che per la Russia l’alternativa obbligata diventa quella fra capitolazione e ulteriore avvicinamento alla Cina). Pura stupidità, sopravalutazione delle proprie forze, sottovalutazione di quelle degli avversari? Probabilmente un mix di questi fattori, ma soprattutto c’è l’ottusa ripetizione di vecchie strategie inadeguate al nuovo contesto mondiale, così come c’è una chiara incomprensione della logica di un competitor – la Cina – assai diverso dall’Urss, il rivale sconfitto qualche decennio fa. A tale proposito, per chi volesse dotarsi di un minimo di conoscenze attendibili – al posto dell’indigeribile paccottiglia che ci viene quotidianamente propinata dai media di regime, con la complicità di non pochi intellettuali “di sinistra” – su cosa è la Cina di oggi, è consigliabile la lettura de La via cinese. Sfida per un futuro condiviso, di Fabio Massimo Parenti, professore associato alla China Foreign Affairs di Pechino e docente al Lorenzo de Medici, The Italian International Institute di Firenze (il libro è appena uscito da Meltemi). Qui di seguito anticipo alcuni argomenti di questo lavoro.


Leggi tutto

Michele Castaldo: I fatti di Tavazzano Lodi nelle complicazioni della fase

lacausadellecose

I fatti di Tavazzano Lodi nelle complicazioni della fase

di Michele Castaldo

Lavoratore ferito PiacenzaIl fatto quotidiano, giornale democratico che ha sostenuto i governi Conte Uno e Conte Due, sui fatti di Tavazzano Lodi, titola in prima pagina: « Fedex Tnt: squadrismo contro gli operai licenziati ». Poi comincia l’articolo dicendo: « sarà un’indagine a svelare se il presidio dei lavoratori assaltato con bastoni e bottiglie è stato opera di bodyguard pagati dall’azienda ».

Sono i miserabili democratici al servizio di sua maestà il capitale che si scandalizzano per fatti che nei tempi moderni ormai non dovrebbero più accadere. Cerchiamo di entrare più da vicino sui fatti, e capire in profondità le complicazioni che presenta la fase per le condizioni dei lavoratori e la possibilità della loro organizzazione per difendersi in questa crisi.

Indipendentemente se siano stati bodyguard o lavoratori di imprese del nuovo appalto nel nuovo impianto di FedEx Tnt di Tavazzano Lodi ad aggredire gli operai licenziati della FedEx Tnt di Piacenza che cercavano di farsi sentire, perché licenziati in 298, bloccando il transito dei mezzi in entrata e in uscita delle merci, c’è un responsabile criminale che

si chiama rincorsa del profitto e che siede nelle poltrone dei capitani d’industria. Dunque c’è innanzitutto un imputato certo, pertanto non cerchiamo nella risposta del magistrato, che indaga, il colpevole, peggio ancora se certe indagini vengono affidate a certi magistrati come la dottoressa Pradella che giustificò l’intervento della polizia, a Piacenza, in virtù di « gravi fattori di pericolosità » nei confronti di lavoratori che chiedevano qualche sacrosanto diritto « garantito dalla Costituzione », o – peggio ancora – come il giudice per le indagini preliminari, la signora Donatella Bonci Buonamici che definì « atto di civiltà » la scarcerazione degli indagati incarcerati da un altro magistrato.


Leggi tutto

Marco Bertorello e Danilo Corradi: Il prezzo della crisi

jacobin

Il prezzo della crisi

di Marco Bertorello e Danilo Corradi

Anche se gli addetti ai lavori sembrano non preoccuparsene più di tanto, dopo un lungo periodo di ristagno dei prezzi la crisi pandemica potrebbe costituire l’innesco di una impennata inflazionistica frutto della crisi del paradigma austeritario

inflazione jacobin italia 1320x481La crescita dei prezzi ad aprile negli Stati uniti ha riacceso il dibattito attorno alla possibilità di una ripartenza del fenomeno inflazionistico. Il dato registrato è stato pari a +4,2% su base annua, una percentuale superiore di quasi un punto rispetto a quella attesa. In Europa e in Cina l’inflazione al consumo è ancora sotto quota 2%, ma la tendenza è alla crescita e soprattutto appare superiore alle previsioni la risalita dei prezzi alla produzione in Cina, che sempre ad aprile ha fatto segnare un +6,8%. Questi due dati non potevano passare inosservati dopo un lungo periodo di parziale deflazione, ma complessivamente non hanno preoccupato gli addetti ai lavori. Sembra farsi strada l’idea che il fenomeno abbia natura sostanzialmente temporanea, un rimbalzo dei consumi e delle scorte nel quadro del superamento dei mesi più duri relativamente alle misure di contenimento della pandemia.

Pur non potendo vendere certezze di segno opposto, l’idea del semplice rimbalzo ci convince poco, tanto più che l’ipertrofia e le contraddizioni della finanziarizzazione, che hanno spinto David Harvey a parlare di «complessità assai contorte del sistema finanziario», inviterebbero a dismettere metodologicamente l’idea che possano esistere certezze granitiche. Il quadro dell’economia globale è incerto e assai aperto a varie possibilità, tra cui quella di una fiammata inflazionistica non va esclusa. Tale evenienza era stata da noi avanzata in tempi non sospetti proprio sulle pagine di Jacobin Italia al termine della scorsa primavera, cioè in piena pandemia e recessione. Un’ipotesi che all’epoca poteva apparire azzardata, ma che oggi deve perlomeno essere presa in considerazione seriamente.


Leggi tutto

Fabrizio Venafro: Il futuro è oggi. L’urgenza di un modello di sviluppo alternativo

lafionda

Il futuro è oggi. L’urgenza di un modello di sviluppo alternativo

di Fabrizio Venafro

sriLankaIl recente ennesimo disastro ecologico causato dall’affondamento di una nave cargo al largo delle coste dello Sri Lanka, ripropone prepotentemente la questione ambientale e in particolare dell’enorme quantità di plastica prodotta e dispersa nelle acque del globo. Dopo giorni di incendio, la nave affonda disperdendo enormi quantitativi di plastica e petrolio nell’oceano e sulle spiagge. È stato stimato che negli oceani la quantità di materiale inorganico immesso dall’uomo è ormai maggiore di quella di materia organica, costituita da pesci e alghe. Le microplastiche presenti nel ciclo dell’acqua sono ormai diffuse ovunque e fanno parte dell’alimentazione dei pesci (costituendo una sorta di plancton tossico) e tramite questi della nostra. L’invenzione della plastica, salutata quale grande progresso del XX secolo, si sta rivelando un vero e proprio cavallo di Troia per la salute umana. Un materiale che ha insitauna contraddizione dovuta al fatto che, a dispetto della lunga durata, viene impiegato per la produzione di oggetti usa e getta. Quello della plastica è solo uno dei problemi ambientali che ci vengono posti dalle sfide per il futuro e che pongono l’attuale modello di sviluppo sul banco degli imputati. La cosa bizzarra, quasi uno scherzo del destino, è che continuando secondo il modello espansivo perseguito finora, la catastrofe si abbatterà sullo stesso genere umano che ne subirà direttamente le conseguenze e potrebbe autoestinguersi. La Terra sopravvivrà a tutti gli stress cui la stiamo sottoponendo, ma si può dire la stessa cosa per il genere umano? Il nostro è un genere che provoca la propria estinzione e questa è una peculiarità della nostra specie, che pur si distingue per l’uso della razionalità.


Leggi tutto

Rocco Ronchi: Michel Foucault filosofo del secolo

doppiozero

Michel Foucault filosofo del secolo

di Rocco Ronchi

paul
            michel foucault 1Jules Vuillemin, insigne storico della filosofia che molto aveva contribuito alla elezione di Michel Foucault al Collège de France nel 1970, a distanza di appena un anno da quell’evento, nutriva più di un dubbio sulla bontà di quella scelta. Era stata ottenuta al prezzo di non poche negoziazioni con una Accademia poco incline ad accogliere tra le sue file l’autore di un libro inclassificabile come Folie et déraison (in italiano tradotto con il titolo Storia della follia nell’età classica, che era il sottotitolo francese), libro nato da una tesi dottorato che aveva consacrato il giovane studioso proveniente dalla provincia francese (Foucault era nato a Poitiers il 15 Ottobre del 1926) nell’Olimpo della cultura parigina. In Michel Foucault. Il filosofo del secolo. Una biografia, Feltrinelli 2021 (trad. it. Lorenzo Alunni; ed. originale 2011), Didier Eribon racconta di una telefonata preoccupata di Vuillemin a Georges Dumézil, il grande storico delle religioni, che era stato il nume tutelare della carriera di Foucault fin dagli anni del suo apprendistato filosofico all’École Normale. Sembra che gli chiedesse sgomento “Cosa abbiamo fatto? Mio Dio, cosa abbiamo fatto?” (p. 291). Sfogliando i giornali, Vuillemin vi trovava le immagini del neoletto che insieme a Sartre, al quale, però, tutto era a priori perdonato, e ai maoisti, che erano egemoni sulla scena studentesca, si faceva interprete delle rivendicazioni sociali e politiche più radicali. Non mancavano poi imbarazzanti episodi di cronaca.


Leggi tutto

Giorgio Gattei: Il “lupo marxicano”

cumpanis

Il “lupo marxicano”

di Giorgio Gattei

Giorgio Gattei, docente e storico del pensiero economico ed economista marxista italiano, che ha partecipato al dibattito apertosi nella Sezione Quadri di "Cumpanis" sulla questione Sraffa - Marx, ci invia questo suo prezioso contributo, con Sraffa ancora protagonista

Immagine pierino e il lupoCome fu che Pierino Sraffa chiuse in gabbia il “lupo marxicano”, ma lasciandoci la chiave per ridargli la libertà ("Dianoia", giugno 2018)

Quando nel 1988 ho letto per la prima volta Pierino e il lupo di Gianfranco Pala (dono graditissimo dell’autore) adesso ripubblicato da Franco Angeli, mi sono divertito come non mai: brillante, intelligente, irriverente, prendeva a pretesto l’omonima favola sinfonica (1936) di Serghei Prokofiev (la cui storia è riportata integralmente, a spizzichi, nel corso del libro) per servirsene come il canovaccio per narrare, come recita il sottotitolo, «come fu che Pierino (Sraffa) riuscì a catturare il lupo marxicano salvandolo dai fucili dei cacciatori, epperò facendolo rinchiudere in gabbia».

Tuttavia il libro è prolisso, zeppo di note e di due appendici che fanno quasi un volume a parte, e poi tratta di un argomento, quale la “teoria del valore-lavoro e dintorni”, che oggi pare questione d’archeologia. Ci sono, insomma, troppe parole e troppi animali, col richio che il lettore poco addentro alle segrete cose della “triste scienza” (la political economy di un tempo) finisca per perdersi in tanto zoo. Certamente una ristampa alleggerita di alcune parti polemiche (su temi che allora erano oggetto di feroci dibattiti, ma che adesso non dicono più nulla) avrebbe favorito, ma tant’è: lo si è voluto ripubblicare tale e quale. Trattandosi tuttavia di un libro importante che riporta in scena argomenti cruciali (“critici”, come avrebbe detto il lupo marxicano) che mai andrebbero dimenticati dagli economisti, azzardo un riassunto della trama e ci ricamo un po’ sopra per dar conto anche del seguito della storia di Pierino e del suo lupo, che fortunatamente non si è fermata al 1988, vigilia del più tristo 1989.


Leggi tutto

Giacomo Gabellini: L’illusione della globalizzazione fiscale

osservatorioglobalizzazione

L’illusione della globalizzazione fiscale

di Giacomo Gabellini

america bidenIl gigantesco pacchetto di stimoli fiscali elaborato dall’amministrazione Biden e recentemente approvato dal Congresso ha suscitato grandi speranze, nonostante gli enormi problemi legati alla sua applicazione pratica. In concreto, il governo prevede di finanziarlo tramite «il più grande aumento delle tasse mai visto dal 1942», a carico delle fasce alte della società e delle aziende. Secondo i calcoli di Washington, i circa 2.000 miliardi di dollari richiesti dal piano dovrebbero essere rastrellati mediante l’innalzamento delle aliquote relative ai prelievi sugli utili societari (dal 21 al 28%) e sui profitti delle imprese multinazionali Usa realizzati all’estero (dal 10,5 al 21%). Per evitare che l’inasprimento della pressione fiscale all’interno dei confini statunitensi accentui ulteriormente la già spiccatissima propensione delle imprese Usa a spostare la propria sede fiscale all’estero e a ricorrere al fenomeno dell’estero-vestizione per sfuggire al fisco nazionale, Biden e il suo segretario al Tesoro Janet Yellen hanno cercato di richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla necessità di porre fine alla competizione fiscale in cui gli Stati Uniti sono pienamente coinvolti quantomeno dal 2010.

In quell’anno, mentre annunciavano pubblicamente l’intenzione di porre l’abolizione del segreto bancario in cima alla scala delle priorità, governo e Congresso ufficializzavano l’introduzione del Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca), una legge che impone a qualsiasi istituzione finanziaria, sia statunitense che straniera, di fornire alle autorità tutte le informazioni riguardanti i clienti statunitensi.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: Una nuova internazionale nera, dalla Spagna all’America Latina

lantidiplomatico

Una nuova internazionale nera, dalla Spagna all’America Latina

di Geraldina Colotti

719x410c50L’attualità dell’America latina mette in primo piano le elezioni di domenica 6 giugno in Messico e in Perù, mentre continuano le proteste in Colombia, a cui il governo Duque risponde con massacri silenziati dai media occidentali.

Al riguardo, iniziamo col raccogliere l’invito del filosofo messicano Fernando Buen Abad che si occupa di semiotica radicale e combattiva e che, alle sue riflessioni sulle elezioni in Messico, ha premesso la vignetta di un cervello in gabbia come invito a non ottundere il pensiero critico seguendo le menzogne mediatiche. In Messico, che conta 129 milioni di abitanti, andrà alle urne un totale di 94 milioni di aventi diritto. Voteranno per il rinnovo della Camera dei Deputati, dove si eleggeranno 500 nuovi membri. A livello locale, si vota in 15 governazioni, 30 municipi e 30 congressi locali.

Morena, il partito del presidente Lopez Obrador, si presenta in una coalizione denominata Juntos Hacemos Historia, e composta anche dal Partido del Trabajo (PT), dal Partido Verde Ecologista de México. I due partiti di destra, il Pri e il Pan, vanno invece uniti nell’alleanza Va por Mexico. Un dato significativo per un paese nel quale le violenze patriarcali e omofobiche sono molto elevate, è il record di candidati alla Camera dei movimenti LGBTIQ+ , e il fatto che quasi il 2% degli oltre 5.300 candidati ai diversi incarichi ha dichiarato in un’inchiesta di identificarsi come parte della comunità. In queste elezioni, vi sono candidati che si definiscono transgender, omosessuali e muxe, un terzo genere riconosciuto all’interno della cultura degli zapotechi di Oaxaca, nel Messico meridionale, che indica una persona alla quale è stato assegnato individualmente il sesso maschile, ma che si veste e si comporta con modalità femminili.


Leggi tutto

Martin Kulldorff: Perché ho parlato contro i lockdowns

lafionda

Perché ho parlato contro i lockdowns

Sulla necessità di sfidare il senso comune sul Covid

di Martin Kulldorff

lockdownNota introduttiva a cura della Redazione de La Fionda

Dall’inizio dell’epidemia di Sars-Cov-2, abbiamo assistito all’amplificarsi e all’imporsi di un approccio e di una dinamica politica, mediatica e scientifica, che ha fatto della censura e della politicizzazione di dubbi argomentati, di opinioni, posizione scientifiche autorevoli o addirittura di farmaci e protocolli terapeutici, una forma di gestione di ciò che nel discorso pubblico e nello spazio sociale delle democrazie occidentali, può esser considerato legittimo e dicibile, e di ciò che invece deve essere rifiutato come fake. Si tratta di un metodo di controllo o, per meglio dire, di governo della pubblica opinione e del suo spazio di accettabilità e di legittimità: metodo che era già radicato e praticato nell’era pre-Covid, rispetto, ad esempio, a temi riguardanti l’Unione Europea, le questioni economiche e monetarie, o ancora i rapporti geo-politici tra gli Stati o i problemi legati all’immigrazione, ma che ha fatto dell’epidemia e della questione sanitaria il nuovo campo d’azione e di delimitazione del discorso pubblico.

Questo metodo di governo della pubblica opinione, così come delle posizioni scientifiche, ha sostanzialmente racchiuso le maggiori questioni problematiche riguardanti l’epidemia, delimitando il campo del discorso considerato legittimo perché certificato da autorità politiche, TV, giornali e social media come vero, e costruendo, al tempo stesso, una cappa di indicibilità su chi ha sollevato dubbi e interrogativi capaci di mettere in discussione quella narrazione ufficiale. La sola possibilità di espressione libera che non incorra né nel meccanismo di delegittimazione pubblica e mediatica, né nella conseguente censura, consiste nel presentare le tesi opposte alla narrazione certificata e vera, come delle pure ipotesi senza alcuna pretesa veritativa.


Leggi tutto

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli: Trump, Fort Detrick e il Covid 19

cumpanis

Trump, Fort Detrick e il Covid 19

Il colpevole silenzio degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Schermata del 2021 06 02 19 45 35 2 1 pdfTutta una serie di variegate informazioni e di fatti concreti, combinati strettamente tra loro a partire da alcune clamorose anomalie, provano e attestano oltre ogni dubbio che:

1. Il coronavirus ha iniziato a contagiare e devastare il mondo trovando il suo luogo di origine e di propagazione nella base militare e nel laboratorio batteriologico di Fort Detrick, collocato nello stato del Maryland degli Stati Uniti, fin dal luglio del 2019 e quindi più di tre mesi in anticipo rispetto ai casi riportati a Wuhan e in Cina;

2. Il governo Trump, gli apparati statali americani e l’amministrazione Biden in carica dal gennaio del 2021, hanno via via cercato, coscientemente e costantemente, di coprire e nascondere tale gravissimo evento di contaminazione durante il periodo compreso tra il luglio del 2019 e il presente, ossia per due lunghi e sanguinosi anni: una menzogna permanente e perfettamente consapevole di Washington che ha direttamente causato e prodotto il dilagare della paurosa strage di più di tre milioni di esseri umani, insanguinando dall’estate del 2019 quasi tutto il nostro pianeta e provocando circa 600.000 vittime innocenti nella stessa America.

Fin dal 1943 e senza soluzione di continuità uno dei principali siti militari statunitensi per la guerra batteriologica, Fort Detrick, registrò al suo interno una prima e innegabile “fuga” verso il mondo esterno del batterio che causa l’antrace (una gravissima infezione, con sintomi molto simili a quelli creati dalla polmonite) già il 18 settembre 2001, ossia solo una settimana dopo gli attentati dell’11 settembre.1


 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 32204

2021-04-06 Hits 2211

2021-04-30 Hits 2173

2021-03-25 Hits 2037

2021-04-02 Hits 1962

2021-04-06 Hits 1924

2021-03-29 Hits 1703

2021-03-31 Hits 1650

2021-04-21 Hits 1611

2021-05-13 Hits 1585

tonino

unread,
Jun 22, 2021, 1:05:58 AM6/22/21
to sante gorini

Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo

effimera

Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo

Un’anteprima

PLURIVERSO COVER 001 1200x1051A brevissimo sarà in libreria per i tipi di Orthotes Editrice Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo, uscito nel 2019 e curato nella versione originale da Ashish Kothari, Ariel Salleh, Arturo Escobar, Federico Demaria e Alberto Acosta. Il suo “arrivo” in Italia, curato da Maura Benegiamo, Alice Dal Gobbo, Emanuele Leonardi e Salvo Torre, è frutto di un processo di traduzione militante, uno sforzo collettivo, a cui tante e tanti hanno partecipato – esempio di un “fare sapere” realmente cooperativo e partecipato.

Pluriverso è una raccolta di definizioni, di saggi brevi e analisi critiche sui processi che affondano le radici nella modernità, nel capitalismo, nel dominio di Stato e nelle pratiche maschiliste, a partire dalla globalizzazione neoliberale. Vi si mettono a critica le soluzioni di mercato (dal greenwashing agli approcci riformisti) e vi si descrivono iniziative di trasformazione radicale. Utile allo studio e alle iniziative di lotta per un mondo plurale, ricorda che in esse trova espressione la consapevolezza che un mondo ecologicamente saggio e socialmente giusto non solo sia possibile e necessario, ma per certi versi già esista.

Condividiamo oggi la Prefazione all’edizione italiana, di chi l’ha curata. Inoltre, due anteprime dal testo che ne dimostrano sia l’ampiezza di approcci che il legame con un dibattito vivo e condiviso anche dal nostro box di Ecologia Politica negli ultimi anni: Produzione Neghentropica di Enrique Leff e Il Salario al lavoro domestico di Silvia Federici.

* * * *

Prefazione all’edizione italiana

di Maura Benegiamo, Alice Dal Gobbo, Emanuele Leonardi, Salvo Torre


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Nancy Fraser, “La fine della cura”

tempofertile

Nancy Fraser, “La fine della cura”

di Alessandro Visalli

la fine
            della curaIn questo piccolo testo è contenuto un intervento del 2016, edito da Mimesis nel 2017[1], nel quale la militante femminista americana Nancy Fraser si esercita in una denuncia della difficoltà del capitalismo, nella fase dell’accumulazione flessibile e della finanziarizzazione, a riprodurre la società e gli individui. In fondo l’idea è molto semplice, ed anche molto tradizionale: il capitalismo è, in ogni sua fase storica, interessato essenzialmente all’accumulazione del capitale ed annega nel gelido mare del calcolo utilitarista ogni altra considerazione. Una società improntata al capitalismo non è dunque orientata alla sua propria riproduzione, e dei suoi membri, ma all’estensione dello sfruttamento ai fini dell’accumulazione ed alla concentrazione. La riproduzione ne deriva, semmai, some effetto secondario eventuale. Questa tesi è pienamente marxiana.

La cosiddetta “crisi della cura”, deriva come somma di numerosi squilibri che producono nel loro insieme la compressione di capacità sociali non compiutamente mercatizzabili (come quella di generare e crescere figli, prendersi cura degli amici e dei familiari, mantenere le famiglie e le comunità più ampie e sostenere i legami sociali). Secondo l’ingenerosa posizione della Fraser tutte queste cose sono state “storicamente assegnate alle donne” (anche se, successivamente, lamenta che “mantenere le famiglie” sarebbe ingiustamente una prerogativa maschile). Tutto questo vasto ed eterogeneo insieme (cose importanti, ma vaghe come “sostenere i legami sociali”, palesemente svolte da entrambi i sessi) è, secondo il punto difeso, indispensabile, ma spesso non è in quanto tale remunerato.


Leggi tutto

Luca Villaggi: Appunti per un neoliberalismo dai margini

machina

Appunti per un neoliberalismo dai margini

di Luca Villaggi

0e99dc
              cd37f8e9652d479aa4b2ef4c8f29947bmv2Utilizzando in particolare le analisi di Quinn Slobodian e Melinda Cooper, Luca Villaggi riflette sulla natura del progetto neoliberale. Lo fa riattraversando criticamente la riflessione di Karl Polanyi, i rischi di un certo conservatorismo o nostalgia a cui possono condurre: infatti, se mercato e capitale sono concepiti come forze essenzialmente disgreganti della vita sociale, la resistenza viene immaginata in termini di restaurazione, o al massimo di rinnovamento, di quelle proprietà e di quelle solidarietà sociali che il capitalismo tende a distruggere. Secondo l’autore, approfondire i modi con i quali il neoliberalismo ha cercato di «disciplinare i margini» e di ricostruire una società profondamente diseguale, differenziata e gerarchica, rappresenta un compito imprescindibile per la riflessione critica. 

* * * * 

Le riflessioni che seguono sono state sollecitate da Globalists. The End of Empire and the Birth of Neoliberalism di Quinn Slobodian e Family Values. Between Neoliberalism and the New Social Conservatism di Melinda Cooper, dei quali si è tentato di individuare una chiave di lettura comune. Da un lato abbiamo un volume che si propone di enfatizzare la natura antidemocratica e neocoloniale del progetto neoliberale, dall’altro lato abbiamo un testo che sottolinea la perturbante affinità elettiva del pensiero neoliberale con il neoconservatorismo sociale. Da una parte, vi è la rigorosa ricostruzione della prospettiva globale che il neoliberalismo dell’Europa centrale e continentale assume fin dalla propria origine, e dall’altra parte incontriamo un’analisi della convergenza che unisce i neoliberali statunitensi con una variegata costellazione di conservatori sociali nel tentativo di risolvere la crisi della famiglia fordista. 


Leggi tutto

Andrea Zhok: La difesa dei nostri valori

lantidiplomatico

La difesa dei nostri valori

di Andrea Zhok

Il G7 prima e la riunione della Nato poi hanno colto l’occasione per sparare a palle incatenate contro il “nemico”, nelle vesti di Russia e Cina.

Il messaggio veicolato dai leader occidentali – capitanati dal “mite” Biden (figuriamoci se era un guerrafondaio) è che ci siamo “noi”, l’Occidente, e poi ci sono “loro”, gli “altri”, dalla cui aggressività ci dobbiamo difendere e che minacciano “i nostri valori”.

A più riprese, vari leader, dal segretario della Nato Stoltenberg al presidente Draghi hanno ripreso questo punto: “dobbiamo difendere i nostri valori”.

Simultaneamente sui media partiva la batteria standard della propaganda atlantista, con servizi a salve sui diritti degli Uiguri, missili terra-aria sulle violazioni degli hacker russi, siluri sulle origini del virus nel laboratorio di Wuhan, oltre alla sortita settimanale del soldato Gabannelli lanciato spericolatamente dietro le linee nemiche (ieri a spiegarci come i giocattoli cinesi avvelenino i nostri bambini).


Leggi tutto

coniarerivolta: La calda estate del lavoro

coniarerivolta

La calda estate del lavoro

di coniarerivolta

Recentemente Matteo Salvini si è unito al coro di coloro i quali criticano il Reddito di Cittadinanza (RdC, d’ora in poi) per l’effetto che quest’ultimo avrebbe sulla disponibilità dei lavoratori ad accettare le generose offerte di lavoro degli imprenditori. Secondo il leader della Lega, “molto semplicemente se tu prendi 600 euro per stare a casa a guardare la televisione e ti offrono 600 euro per andare a fare il cameriere, la soluzione la lascio intuire”. Per Salvini, 600 euro al mese rappresenterebbero quindi una remunerazione congrua e dignitosa per un lavoratore, peccato che da più parti è stato ricordato al Matteo nazionale che la soglia di povertà in Italia è stata fissata a 780 euro al mese che, per l’appunto, è una miseria. Figuriamoci 600 euro.

D’altronde, è soltanto una perfida propaganda, quella di Salvini, il voler difendere gli interessi di tutti i figli dell’italica nazione. In realtà, per Salvini ci sono figli prediletti da coccolare e figliastri da maltrattare. I primi altro non sono che il blocco sociale degli imprenditori, mentre i secondi sono proprio i lavoratori, la stragrande maggioranza del popolo tricolore.


Leggi tutto

Kit Knightly: L’NHS ha appena cambiato il modo di contare i “casi” di Covid… ecco perché

comedonchisciotte.org

L’NHS ha appena cambiato il modo di contare i “casi” di Covid… ecco perché

di Kit Knightly off-guardian.org

L'NHS sostiene che, in futuro, i nuovi dati saranno "più realistici" perchè non riporteranno più i casi di Covid "accidentale"

Il servizio sanitario nazionale del Regno Unito ha ricevuto nuove istruzioni dal governo su come registrare i “casi” di Covid-19: il numero dei ricoverati effettivamente sofferenti di Covid andrà tenuto separato da quelli che sono solo positivi al test.

Dall’inizio della “pandemia,” la scorsa primavera, l’NHS (e altri Paesi in tutto il mondo) avevano sempre definito un “caso” chiunque fosse risultato positivo al virus Sars-Cov-2, indipendentemente dal fatto che presentasse o meno la sintomatologia.

Dato che cirsa l’80% degli infetti non accusa sintomi, e vista la propensione dell’inaffidabile test PCR a fornire risultati falsi positivi, il risultato è stato un numero probabilmente molto esagerato di “casi.”

Ora, però, il NHS cercherà di differenziare i pazienti ricoverati perchè veramente affetti da “Covid-19” da quelli che sono in ospedale per altri motivi e che solo “incidentalmente” sono risultati positivo al virus.


Leggi tutto

Pierluigi Fagan: La giovin potenza

italiaeilmondo

La giovin potenza

di Pierluigi Fagan

Leggevo l’articolo di Rampini sul tour Biden. Rampini dice che i G7 erano il 70% del Pil mondiale quaranta anni fa, oggi il 40%, ma l’outlook è prossima, decennale, contrazione.

Biden ha lanciato la Via della Seta delle Lega delle Democrazie, ma senza soldi. Voglio poi vedere coordinare 12 soggetti che debbono decidere chi fa cosa, come e dove (coi soldi di chi). O più se consideriamo l’UE che non riesce a decidere neanche come ripartirsi 10.000 migranti.

Biden ha deciso di sparare 1 miliardo di siringhe sul mondo per guarirlo dal Covid, ma ne servono 11 miliardi per arrivare alla supposta immunità di gregge o insomma per dare una bella botta alle reti di contagio. La variante indiana, intanto, sta bloccando alcuni porti cinesi con un danno di logistica globale che sta pareggiando per entità la nave di traverso di Suez.

Hanno poi deciso di legalizzare una tassa al 15% per le compagnie speciali, ma dicono che è meglio di prima che pagavano zero. Sì, senz’altro, ma così legalizzi un vantaggio fiscale che tra l’altro a pura logica di mercato (Smith, Hayek) è cosa vietatissima. Sono pazzi. Poi l’accordo va ancora ratificato da tutti, inclusa l’Irlanda e l’Olanda.


Leggi tutto

Fosco Giannini: Il G7 guidato da Biden attacca la Cina

cumpanis

Il G7 guidato da Biden attacca la Cina

“Build back better for the word” versus “Nuova Via della Seta”

di Fosco Giannini

69316428
            697570767375501 2355274964644397056 o1 e1566802630245
            429x420Quali sono stati gli esiti più importanti del summitt del G7 (USA, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito) tenutosi in Cornovaglia, contea sud-occidentale dell’Inghilterra, dall’11 al 13 giugno ultimi scorsi? Molto è nella ” Dichiarazione di Carbis Bay”, il documento che ha preso il nome dal luogo di villeggiatura dove si è tenuto il summit delle 7 potenze del mondo (cosi come tutta la stampa occidentale ha definito i paesi che hanno partecipato all’incontro, dimenticando di aggiungere, dopo “7 potenze del mondo”, l’aggettivo “occidentale”, poichè la Repubblica Popolare Cinese, esclusa dal summit dal revanscismo imperialista di Biden, è oggettivamente più “potenza mondiale” di tutti i 7 della Cornovaglia).

Che cosa hanno messo, dunque, i 7, nella “Dichiarazione di Carbis Bay”? E anche: che cosa hanno omesso?

Partiamo da ciò che hanno omesso e, in verità, pavidamente, rimosso. Ciò che non hanno riportato nella dichiarazione finale è stato lo scontro politicamente violento che, seppur registrato e diffuso nel mondo dai media, non è stato, appunto, “ratificato”, per imbarazzo e vergogna, nella “Dichiarazione” finale e ufficiale, tra il Primo Ministro del Regno Unito, Boris Jhohnson, e i leader dei paesi dell’Ue. Su cosa è avvenuto tale scontro?

Dopo il 30 giugno dovrebbero entrare pienamente in vigore i controlli sulle merci che partono dalla Gran Bretagna per giungere in Irlanda del Nord, controlli sulle merci che l’Ue reputa necessari in quanto la Gran Bretagna è fuori dall’Ue e l’Irlanda del Nord nè è, invece, un paese membro.


Leggi tutto

Chiara Zoccarato e Alessandro Visalli: Sul femminismo oggi

perunsocialismodelXXI

Sul femminismo oggi

Un dialogo a distanza fra Chiara Zoccarato e Alessandro Visalli

091856909 a9b9cfc9 e66d 45b1 9b96 8b6dbbd9e6fbQuasi tutti gli articoli apparsi su questo blog sono di mio pugno. Solo in pochi casi ho accolto interventi di altri autori (sollecitati da me), questo è uno di quelli. Dopo essere intervenuto in più occasioni sul tema della degenerazione teorica e ideologica di un femminismo mainstream sempre più allineato con gli interessi del sistema capitalistico e con i valori e i principi neoliberali, ho deciso di pubblicare una riflessione inviatami dall'amica Chiara Zoccarato, la quale, pur duramente critica nei confronti delle correnti maggioritarie del femminismo, rivendica i motivi di fondo di un conflitto di genere che ritiene parte integrante della battaglia socialista e anticapitalista. Assieme al suo contributo, ho deciso di pubblicare anche le riflessioni critiche che quel testo ha sollecitato da parte di Alessandro Visalli (che me le aveva inviate dopo averlo a sua volta ricevuto da Chiara). Ovviamente entrambi gli autori sono stati avvertiti della mia intenzione e si sono dichiarati d'accordo. Penso che far circolare il loro dibattito sia importante, non solo per i temi che affronta, ma anche e soprattutto perché il modo in cui li affronta ha il merito di disincagliare la discussione dalle secche della sterile contrapposizione fra accuse incrociate di misoginia e misandria, in cui ultimamente sembra essersi impantanata. Ringrazio quindi queste due persone, della cui fraterna stima e affetto mi onoro, per avermi offerto questa occasione [Carlo Formenti].

* * * * 

Alcune considerazioni sulla questione femminile

di Chiara Zoccarato

Qualcuno dice che la lotta di classe disturba il sistema, la lotta tra i sessi no.

E’ un’affermazione ad effetto, da verificare con più attenzione.


Leggi tutto

Franco «Bifo» Berardi: Non era depressione, era capitalismo

neronot

Non era depressione, era capitalismo

La solidarietà tra rivoltosi è la cura migliore

di Franco «Bifo» Berardi

bifo chile 3Pochissimo si parla degli eventi cileni, qui in Europa, terra di soldi e di vaccini. Anzi niente.

Ma una scritta comparsa sui muri di Santiago c’è arrivata.

Dice: No era depresión era capitalismo

È una frase densa di implicazioni: dice che la solidarietà tra rivoltosi è la cura migliore (insieme all’innamoramento e alla poesia) contro la depressione.

Ma dice anche un’altra cosa: che il capitalismo contemporaneo produce depressione.

Ai tempi di Freud, il capitalismo borghese e austero produceva nevrosi.

Ai tempi di Guattari, il capitalismo globale liberista e biopolitico (che Guattari e Deleuze cartografano in anticipo, come Foucault ne La naissance de la biopolitique) era destinato a produrre psicosi schizofrenica, e panico. Così è andata, in effetti: l’accelerazione dell’Infosfera ha prodotto un’intensificazione spasmodica della psicosfera: l’ansia panica è divenuta endemica, e la depressione è dilagata nella mente collettiva.

Ma oggi, ai tempi della pandemia e del collasso ecosistemico, oggi che cosa accade? Da un paio di decenni la depressione ha dilagato nella psicosfera giovanile. Il ciclo di precarietà, competizione, emulazione, umiliazione, l’invasione del tempo mentale da parte di un’eccitazione senza gioia ha agito come moltiplicatore della depressione.

Con depressione intendiamo l’effetto di un prolungato protendersi del desiderio verso un oggetto che sfugge, la caduta del desiderio, l’affievolirsi e lo spegnersi della tensione che dà senso all’esistenza.


Leggi tutto

Sergio Cararo: La Nato gonfia i muscoli per la competizione globale

contropiano2

La Nato gonfia i muscoli per la competizione globale

di Sergio Cararo

La Nato nel suo vertice di Bruxelles ha provato a gonfiare i muscoli e a parlare il linguaggio ruvido della competizione globale con Russia e Cina.

A ribadire una identità andata perduta nel tempo ci ha provato il segretario generale Jens Stoltemberg affermando che “I 30 Paesi attorno a questo tavolo sono tra le democrazie più forti del mondo, rappresentano quasi un miliardo di persone e metà dell’economia mondiale. Raccolgono oltre metà della forza militare mondiale: quando stiamo insieme, possiamo superare qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza“.

E’ stato lo stesso Stoltenberg a sottolineare che questa è un’era di “grandi sfide”, citando la “competizione globale, il terrorismo, l’instabilità regionale, i cyber attacchi e il cambiamento climatico“, mettendo così sullo stesso piano problemi oggettivi e responsabilità soggettive ed elencando quelli che di fatto sono già oggi i teatri di sperimentazione delle “guerre ibride”.


Leggi tutto

Francesco Corrado: Camilla Canepa è l'unico caso? Ecco quello che sta realmente succedendo

lantidiplomatico

Camilla Canepa è l'unico caso? Ecco quello che sta realmente succedendo

di Francesco Corrado

In questi giorni è esploso il caso di Camilla Canepa, ragazzina di 18 anni morta dopo l'inoculazione del vaccino Astrazeneca. Prima di affrontare il caso Canepa facciamo presente che le persone morte immediatamente a ridosso della vaccinazione sono decine e decine in tutta Italia. Pure se la stampa nazionale ha evitato di parlarne, la stampa locale e persone comuni sui social media hanno supplito rendendo pubbliche queste informazioni. Bisogna ricordare il caso del militare morto in Sicilia il cui decesso è stato causato direttamente dal vaccino e lo sappiamo solo perché è intervenuta la procura di Siracusa che ha ordinato la perizia. Non perché abbia funzionato la farmacovigilanza.

Sentiamo a tale proposito cosa dice ai microfoni di RadioRadio il dottor Stramezzi, che collabora con due organizzazioni di medici che curano con successo il covid19, cioè Ippocrate.org e terapiadomiciliarecovid.org:

"Nella farmacovigilanza attiva è fondamentale che vengano segnalati tutti i casi avversi. Cioè il medico segnala ogni evento, sarà poi l'ente regolatore che stabilirà, in base all'incidenza in percentuale (quindi in base alla frequenza), se quell'evento è conseguenza o meno dell'assunzione di un determinato presidio medico.


Leggi tutto

Nadia Garbellini: Contributo per l'Assemblea nazionale di Cambiare Rotta

cambiarerotta

Contributo per l'Assemblea nazionale di Cambiare Rotta

di Nadia Garbellini

Lo sviluppo della tecnologia avviene interamente all’interno [del] processo capitalistico” Lo sviluppo capitalistico della tecnologia comporta, attraverso le diverse fasi della razionalizzazione e di forme sempre più raffinate di integrazione, un aumento crescente del controllo capitalistico

Lo scriveva già Panzieri nel 1961, in L’uso capitalistico delle macchine: lo sviluppo della tecnologia – e quindi la ricerca – non è, e non è mai stato, neutrale.

Il tema della formazione e della ricerca, quindi, è tutt’altro che slegato da quello politico/economico – e anzi, assume oggi più che mai una rilevanza cruciale.

Parlando di Università, sono diversi gli aspetti rilevanti da prendere in considerazione. Sono tutti interconnessi, ed emblematici della direzione in cui la nostra società sta ‘evolvendo’. Cercherò di essere sintetica e per quanto possibile schematica, nella speranza che il filo rosso che collega tutto sia chiaro ed evidente.


Leggi tutto

Domenico Moro: Autostrade, una semiripubblicizzazione a favore dei Benetton

lordinenuovo

Autostrade, una semiripubblicizzazione a favore dei Benetton

di Domenico Moro

La maggiore crisi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale sta determinando un aumento della presenza dello Stato in economia. Si tratta, tuttavia, di un reingresso dello Stato che, in gran parte, è favorevole ai privati, sia in termini di sussidi sia in termini di acquisizione o partecipazione al capitale aziendale. Infatti, oggi, così come in altri periodi storici, lo Stato agisce secondo il principio di privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Quando gli affari vanno bene le aziende di Stato vengono privatizzate, quando vanno male le ex aziende di Stato vengono ripubblicizzate o rinazionalizzate, come si preferisce dire. E di perdite ce ne sono state parecchie con la crisi del Covid-19.

Un esempio lampante del principio di socializzazione delle perdite si riscontra nel caso della ripubblicizzazione di Autostrade per l’Italia (Aspi) che è passata nei giorni scorsi dal controllo di Atlantia, holding di proprietà della famiglia Benetton, a quello dello Stato. Per la verità si tratta di una semipubblicizzazione, in quanto la Cassa depositi e prestiti (Cdp) – il veicolo pubblico attraverso il quale interviene lo Stato – ha una quota di maggioranza del 51%, ma è affiancato nella proprietà da due importanti società multinazionali, il fondo infrastrutturale australiano Macquarie e il fondo di investimento statunitense Blackstone che si dividono in parti uguali il restante 49%.


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 32362

2021-04-06 Hits 2220

2021-04-30 Hits 2191

2021-03-25 Hits 2042

2021-04-02 Hits 1971

2021-04-06 Hits 1931

2021-03-29 Hits 1711

2021-03-31 Hits 1660

2021-04-21 Hits 1644

2021-05-13 Hits 1605

tonino

unread,
Jun 25, 2021, 2:47:55 PM6/25/21
to sante gorini

Alberto Lombardo: Sraffa, Marx e la “Critica dell’economia politica”

cumpanis

Sraffa, Marx e la “Critica dell’economia politica”

di Alberto Lombardo

Prosegue, con questo intervento di Alberto Lombardo, il dibattito apertosi su "Cumpanis" sul rapporto tra Sraffa e Marx, a cui hanno dato vita gli studiosi Federico Fioranelli, Ascanio Bernardeschi e Giorgio Gattei

9780333542248 0 0 0 75Il “Capitale – Critica dell’economia politica”

Perché Marx fece seguire il sottotitolo “Critica dell’economia politica” al titolo della sua più celebre opera? Se ci si soffermasse accuratamente su questo particolare, tanto in mostra quanto sfuggito ai più, probabilmente tutta una serie di equivoci si sarebbero evitati.

“Critica” significa che l’ultima cosa che Marx volesse fare era costruire un “sistema” (di hegeliana memoria) che spiegasse i meccanismi dell’economia a partire da leggi preesistenti (nel senso che esistono prima e indipendentemente da) i reali e multiformi e innumerevoli processi che invece si vogliono spiegare. Dove per “spiegare” Marx ci ha insegnato che egli intende: realizzare un’astrazione storicamente determinata” per cogliere, al di là dei dati empirici, le tendenze generali e la connessione logica e storica. Quindi tutto il contrario di quello che la “scienza economica”, in particolare quella odierna, pretende di trovare: sistemi autoconsistenti, che trovano rispondenza nella coerenza matematica dei modelli.

Tra parentesi vogliamo anche criticare la tendenza opposta, che è quella econometrica, in cui spesso si affastellano dati statistici estremamente dettagliati, che spesso mancando di trovare la corrispondenza con le teorie di cui sopra, si affannano a ritagliarne altre che si adattano perfettamente ai propri dati, ma spesso a non molto altro.

Tutte le categorie – e in particolare quelle dell’economia politica, quali il lavoro, il denaro, ecc. – sono frutti dell’astrazione.


Leggi tutto

Thomas Fazi: Il mito dell’insostenibilità della spesa pensionistica

lafionda

Il mito dell’insostenibilità della spesa pensionistica

di Thomas Fazi

pensioniTra i tanti miti che continuano ad essere propagandati sul funzionamento dell’economia, uno dei più perniciosi riguarda senz’altro la spesa pensionistica e la sua presunta insostenibilità, uno dei mantra della politica italiana da almeno vent’anni. L’idea di fondo è che il “normale” nonché effettivo funzionamento dei sistemi pensionistici, e nella fattispecie di quello italiano, consista nel prelevare una certa percentuale dalla busta paga del lavoratore che poi viene “accantonata” in una sorta di “cassetta” previdenziale a cui lo Stato attingerà una volta che il lavoratore è andato in pensione per finanziare la pensione dello stesso.

A qualcuno che basi la sua concezione dell’economia sulla “saggezza convenzionale” – dunque alla maggior parte dei cittadini, ahinoi –, tale sistema potrebbe parere avere una sua logica. Peccato che questa rappresentazione del funzionamento del nostro sistema pensionistico non solo non abbia alcun senso, ma non corrisponda neanche alla realtà. Non ha senso perché gli Stati, a differenza di noi comuni mortali, non “risparmiano” oggi per aumentare la propria capacità di spesa un domani. La stessa idea che un surplus del bilancio pubblico rappresenti un risparmio nell’accezione tradizionale del termine, cioè una somma che viene “messa da parte” per poter essere spesa un domani, è errata: esso certifica semplicemente che in un dato periodo le entrate dello Stato sono superiori alle uscite, ma quei soldi non vengono accantonati, vengono effettivamente distrutti, tramite una semplice operazione contabile (giacché non paghiamo le tasse con i contanti ma per mezzo di trasferimenti bancari). Da ciò si evince come l’idea che lo Stato “metta da parte” i nostri contributi oggi per poi restituirceli un domani non abbia alcun senso.


Leggi tutto

Asad Haider: La postura della classe professionale-manageriale

machina

La postura della classe professionale-manageriale

di Asad Haider

0e99dc
              1357686dfc8646d6aa02a18efd4fe89cmv2Con la traduzione di questo contributo di Asad Haider, studioso marxista statunitense di origine pakistana, Transuenze esce in parte dai propri abituali temi incentrati su lavoro ed economia in senso stretto. La questione al centro di questo articolo riflette il problematico (da sempre) e oggi troppo spesso banalizzato rapporto tra «collocazione di classe», ideologia e politica. Il testo (scritto prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 3 novembre) muove dal confronto polemico, usiamo questi termini per velocità, tra «neopopulismo di sinistra» e «politiche dell’identità» intorno al ruolo della cosiddetta classe professionale-manageriale nei processi di costruzione di una politica anticapitalista. Il termine classe professionale-manageriale, coniato a suo tempo da Barbara e John Ehrenreich («The Professional-Managerial Class», 1977), in Italia è poco utilizzato, sul piano sociologico è prossimo a quello di «classe media salariata» o, se si preferisce, di «lavoratori della conoscenza», la cui funzione nella divisione sociale del lavoro si può – in modo generico e semplificato – individuare nella riproduzione della cultura e delle relazioni materiali capitaliste. In senso lato, tuttavia, possiamo dire che questo contributo chiama in causa il posizionamento ideologico e materiale delle figure del lavoro intellettuale in senso ampio. Haider, nell’individuare le sostanziali affinità epistemologiche tra il discorso «anti-PCM» e «pro-PCM», nella loro comune adesione ad un registro riduttivamente sociologico che elude i problemi dell’organizzazione e dell’ideologia nella formazione di una politica di classe, ci sembra fornire la base per impostare una riflessione che, ne siamo certi, ha risvolti importanti anche per la nostra specifica realtà. 


Leggi tutto

Erik Reinert: Mariana Mazzucato e il ritorno della domanda nel pensiero economico

lafionda

Mariana Mazzucato e il ritorno della domanda nel pensiero economico

di Erik Reinert

L’economia può essere affrontata da diverse prospettive. Una prospettiva è quella definita come “l’economia dell’offerta”, conosciuta come la ‘legge di Say’, che ha le sue radici nella spiegazione dell’economista francese Jean-Batiste Say (1767-1832). Questa teoria, più nota nella sintesi secondo cui “l’offerta crea la propria domanda”, pone l’offerta al primo posto nella catena degli eventi. Una prospettiva opposta, che si concentra sul problema della mancanza di domanda – una combinazione di eccesso di risparmio e di sottoconsumo – può essere fatta risalire all’economista inglese John Hobson (1858-1940), un precursore di Keynes. Con l’economia dell’offerta si afferma l’idea che la struttura economica di una nazione non abbia importanza; con l’economia della domanda, la struttura economica tende ad avere molta importanza.

Durante la Guerra Fredda l’economia dell’offerta – la Reaganomics statunitense – dominò la teoria e la politica economica. Le politiche dal lato dell’offerta si concentrarono sulla disponibilità di capitale, quella che Schumpeter definì ‘la visione superficiale secondo cui è il capitale in sé che fa girare il motore capitalista’.


Leggi tutto

Anselmo Cioffi: Maschere, divinità, controllo sociale e resistenza

frontiere

Maschere, divinità, controllo sociale e resistenza

di Anselmo Cioffi

La percezione che il panopticon di Bentham e di Orwell (l’occhio che controlla tutto, che sai che c’è, ma non sai dov’è e quando c’è) sarebbe stato ridimensionato e lentamente sostituito, con il progredire delle innovazioni tecnologiche, dall’auto sorveglianza (servitù volontaria), decretando di fatto la quasi obsolescenza del controllo centralizzato e diretto dall’alto, è stata smentita da quindici mesi di stato d’eccezione a livello globale.

Potremmo dire, anzi, che la sorveglianza dall’alto plurale, poliedrica e multilivello (non un solo occhio, ma tanti), si è oggi integrata perfettamente con l’auto sorveglianza, in quanto l’illusione di “libertà di scelta”, indotta dalle tecniche sempre più pervasive del consumismo, non è bastata: il “sovrano” ha dovuto agire con più forza, di nuovo d’autorità, senza però rinunciare alla sorveglianza orizzontale, anzi adattandola alle nuove esigenze del totalitarismo globale.


Leggi tutto

comidad: Contributo alla critica del draghismo di sinistra

comidad

Contributo alla critica del draghismo di sinistra

di comidad

Un nuovo soggetto politico si è affacciato nello scenario italiano: il draghismo di sinistra. Secondo questa concezione, Mario Draghi, col suo prestigio internazionale, può rappresentare un argine alle velleità di ritorno all'austerità che provengono dalla Germania. I sostenitori di questa tesi sottolineano che la loro apertura di credito nei confronti di Draghi non è la soluzione ideale, ma è l’unica che in questa fase abbia una base realistica, vista la mancanza di altre opzioni concrete. Questa visione ha un riscontro anche nella narrazione dei media mainstream. I commentatori più noti per le loro posizioni “frugali” parlano infatti di un tentativo di Draghi di attuare una revisione di fatto dei parametri di Maastricht; un tentativo che sarebbe contrastato dall’ex ministro dell’Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble.

Visto che i sostenitori del draghismo di sinistra hanno posto la questione sul piano della concretezza, occorre che anche le eventuali repliche si attengano a questo criterio. La domanda più concreta che viene alla mente è la seguente: quale sarebbe l’effettivo potere contrattuale che la Germania può mettere sul tavolo per opporsi ad un'eventuale linea di sistematici sforamenti di bilancio da parte del governo italiano?


Leggi tutto

Alba Vastano: La voce delle Sirene. ‘Fra retorica, parrhesìa e Sofisti’

lavoroesalute

La voce delle Sirene. ‘Fra retorica, parrhesìa e Sofisti’

di Alba Vastano

Metaforicamente le Sirene e il loro canto possono essere paragonabili ai forti condizionamenti che si ricevono dal sistema dominante, espresso oggi tramite i media. L’opposizione efficace ad essi (quella di Ulisse) rappresenta la volontà personale di agire autonomamente

Ѐ una sorta di maleficio e può colpire indistintamente. Non ci salva l’ avere strumenti culturali per non finire nel trabocchetto che ci ostiniamo a non voler vedere. E neanche si tratta di quanto si è informati in tempo reale su come funzionano le cose del mondo. La rete con i social e i media tv da cui, specie in questi tempi di pandemia, attingiamo h.24 news su come sta girando il Pianeta, sono i maggiori infiltrati nella nostra vita privata, ma la percezione comune è che non siano poi così ingerenti. Al contrario restare connessi ci dà la percezione di essere sempre super informati, attivi e presenti e che il nostro apparire sistematico sui social possa, per chissà quale astrusa motivazione, modificare in meglio le sorti dell’umanità. Per la serie ‘Mi vedono, dico la mia, quindi esisto, quindi influisco sul modificare gli eventi e anche sulla rotazione terrestre’ .


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Nancy Fraser, “Cosa vuol dire socialismo nel XXI secolo?”

tempofertile 

Nancy Fraser, “Cosa vuol dire socialismo nel XXI secolo?”

di Alessandro Visalli

Leningrado
            pitturaImmagine 2. jpgIl libricino[1] edito da Castelvecchi è la traduzione della Lectio magistralis che la professoressa Fraser ha tenuto alla rassegna di incontri “Ripensare la comunità”, che la casa editrice ha tenuto nel 2019 a Roma[2]. Si tratta dunque di un testo molto sintetico, scritto per essere letto. Un testo che contiene numerose formule eccessivamente sintetiche, per certi versi comprensibili per il genere del testo ma che dimostrano anche in qualche modo la scarsa dimestichezza con l’insieme del dibattito marxista della tradizione accademica americana (con importanti eccezioni, ovviamente[3]). Parte, infatti, dalla proposta di superare “l’economicismo”, ma si muove alla fine interamente entro di esso; critica in Marx la sottovalutazione del lavoro riproduttivo, senza comprendere i contesti ravvicinati e polemici dei testi che critica; sviluppa, in forma travestita, quel che è un discorso di dipendenza riferito a donne e ‘colored’, ma certamente generalizzabile; costruisce, alla fine, una proposta che ha un tono decisamente già sentito e in effetti è in contrasto con alcune delle sue premesse (se non altro quelle libertarie).

Ma veniamo in ordine. Per la Fraser bisogna superare gli stretti economicismi e “occuparsi di trasformare la relazione tra la produzione e il suo retroterra di condizioni di possibilità, cioè la riproduzione sociale, il potere dello Stato, la natura non-umana e le forme di ricchezza che si trovano fuori dei circuiti ufficiali del capitale, ma comunque alla sua portata”[4].


Leggi tutto

Alina Tomasella e Andrea Muni: Comizi d’amore 2.0 (FVG). Call for artists

chartasporca

Comizi d’amore 2.0 (FVG). Call for artists

di Alina Tomasella e Andrea Muni

314d9e48 8f49 41f5 ae30 44a67eeec224Se oggi domandassimo a una persona qualunque per strada, a una persona “reale”, cosa ne pensa del ruolo della donna rispetto all’uomo nella nostra società, o se ritiene corretto promuovere l’approvazione di un disegno di legge a contrasto di ogni forma di discriminazione e istigazione all’odio di genere, quale risposta ci verrebbe davvero riservata? Cosa risponderebbe, davvero, la signora seduta al bar o il ragazzo che prende il sole sul bagnasciuga? Cosa pensa la gente, fuori dai denti, dell’amore e dell’eros, ora che le grandi battaglie per la liberazione sessuale si studiano sui libri di storia?

È il 1963, Pier Paolo Pasolini imbraccia microfono e telecamera, esce dai salotti della borghesia intellettuale romana e gira l’Italia per ascoltare la gente su sesso, amore e dintorni. Ne nasce un film: Comizi d’Amore. Un esperimento di “cinema-verità” in cui coesistono naturalmente le opinioni degli “istruiti” e quelle degli “ultimi”, quelle degli intellettuali e quelle del “popolo” – spesso culturalmente rozzo, ma retto e gentile (come piaceva dire a PPP). Ne scaturisce una raccolta di facce, parole e pensieri senza filtro; il ritratto di un popolo che (specialmente al sud) è ancora totalmente ignaro dell’imminente stravolgimento di valori che inizia già a investire il Paese, che di lì a poco Pasolini denuncerà col nome di “mutazione antropologica”.


Leggi tutto

Roberto Artoni: L’abc delle imposte sui redditi in Italia

sbilanciamoci

L’abc delle imposte sui redditi in Italia

di Roberto Artoni

Come sono tassati i redditi in Italia? L’analisi dei dati sull’Irpef e le altre imposte suggerisce le misure necessarie: ridurre l’evasione, tassare meglio i redditi da capitale e immobiliari, introdurre aggiustamenti mantenendo la progressività delle imposte

1b649a3aa5203eba6f967910142b66Ripetendo vicende più volte vissute in passato, è in corso il dibattito sulla riforma dell’Irpef, intesa come passo essenziale per il miglioramento del sistema di prelievo fiscale nel nostro paese. L’Irpef è un’imposta personale e progressiva che in linea di principio dovrebbe colpire il reddito complessivo delle persone fisiche, qualunque sia l’origine, capitale lavoro o immobili. Di fatto in tutti paesi, non solo in Italia, il tentativo di riportare nella stessa base imponibile tutte le categorie di reddito si è rivelato illusorio. Oggi l’Irpef si applica solo ai redditi di lavoro autonomo e dipendente, oltre che alle pensioni. Al contrario, ai redditi di capitale e immobiliari si applicano in larghissima misura regimi sostitutivi.

In un’analisi di questa imposta i problemi sono di duplice natura, e quindi materia di possibili riforme. Si deve analizzare l’Irpef com’è attualmente configurata, per valutarne la coerenza con il principio costituzionale per il quale il sistema tributario deve essere ispirato a criteri di progressività. Si dovrà poi stabilire se i regimi sostitutivi applicati ai redditi diversi da lavoro sono adeguatamente coordinati con l’imposta personale.

Nelle questioni tributarie è infine evidente che esiste una forte dissociazione fra enunciazioni normative e loro concreta applicazione: le migliori intenzioni possono essere rese vane da diffusi fenomeni di evasione.


Leggi tutto

Manlio Dinucci: Nato, torna l’impero e schiera le truppe per la battaglia

manifesto

Nato, torna l’impero e schiera le truppe per la battaglia

di Manlio Dinucci

Grandi potenze. Il summit Nato su spinta Usa ha deciso di accrescere la spesa militare. L’Italia dal 2015 l’ha aumentata di 10 miliardi annui: nel 2021 è a circa 30 miliardi, con l’obiettivo dei 40 miliardi

Si è svolto il 14 giugno, al quartier generale di Bruxelles, il Summit Nato: il Consiglio Nord Atlantico al massimo livello dei capi di stato e di governo. Esso è stato presieduto formalmente dal segretario generale Jens Stoltenberg, di fatto dal presidente degli Stati uniti Joseph Biden, venuto in Europa per chiamare alle armi gli Alleati nel conflitto globale contro Russia e Cina.

Il Summit Nato è stato preceduto e preparato da due iniziative politiche che hanno visto Biden protagonista – la firma della Nuova Carta Atlantica e il G7 – e sarà seguito dal vertice del presidente Biden col presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il 16 a Ginevra, il cui esito è preannunciato dal rifiuto di Biden di tenere, come di prassi, una conferenza stampa finale con Putin.


Leggi tutto

Phil Hosewood: L'oceano sta diventando più stabile e non è una buona notizia

antropocene

L'oceano sta diventando più stabile e non è una buona notizia

di Phil Hosewood

Una crescente frattura nel metabolismo dell'oceano interrompe la circolazione e affama gli organismi essenziali.

Se hai mai avuto il mal di mare, “stabile” potrebbe essere l'ultima parola che associ all'oceano. Ma con l'aumento delle temperature globali, tutti gli oceani stanno tecnicamente diventando più stabili.

Quando gli scienziati parlano di stabilità dell'oceano, si riferiscono a quanto i diversi strati del mare si mescolano tra loro. Uno studio recente ha analizzato oltre un milione di campioni e ha scoperto che, negli ultimi cinque decenni, la stabilità dell'oceano è aumentata a una velocità sei volte più veloce di quanto gli scienziati prevedessero.

La stabilità degli oceani è un importante regolatore del clima globale e della produttività degli ecosistemi marini che nutrono una parte sostanziale della popolazione mondiale. Essa determina il modo in cui il calore, il carbonio, i nutrienti e i gas disciolti vengono scambiati tra gli strati superiori e inferiori dell'oceano.


Leggi tutto

p. d’A.: Non siamo forti quando parlano di noi; parlano di noi quando siamo forti

ilpungolorosso

Non siamo forti quando parlano di noi; parlano di noi quando siamo forti

di p. d’A.

Logico (logica di classe, politica prima ancora che sindacale), dialettico, pungente (in più direzioni)

NON SIAMO FORTI QUANDO PARLANO DI NOI:

PARLANO DI NOI QUANDO SIAMO FORTI!

Il richiamo mediatico sull’aggressione armata avvenuta la notte di giovedì 10 giugno a Tavazzano contro il SI Cobas è un fatto senz’altro anomalo.

Chi conosce anche solo in maniera sommaria la storia del SI Cobas e, più in generale, delle lotte che negli ultimi 12 anni hanno attraversato il settore della logistica, sa bene che non è la prima volta che gli scioperi vengono attaccati da gruppi di crumiri, sa bene che non di rado i camion provano a forzare i picchetti col rischio che ci scappi il morto (come dimenticare Abd El Salaam travolto alcuni anni fa da un bilico che lo uccise fuori ai cancelli della GLS?), sa bene che i sindacalisti che lottano al fianco dei lavoratori sono esposti a minacce, a rappresaglie e ad agguati da parte delle squadracce padronali. Per non parlare dei veri e propri assedi da parte delle forze dell’ordine contro gli scioperanti (vedi il caso più recente alla Ceva, dove gli operai hanno resistito a cariche violentissime e alla fine, proprio in queste ore, hanno vinto, strappando un buono pasto giornaliero di 5,29 €).


Leggi tutto

Giovanni Iozzoli: La scoria armata

carmilla

La scoria armata

di Giovanni Iozzoli

Con indignazione – ma anche con sincera meraviglia, per la inesauribile follia repressiva che manifestano gli apparati italiani – apprendiamo che Paolo Persichetti è oggetto di indagine per reati pesanti quali favoreggiamento e il famigerato 270 bis, l’associazione a delinquere con finalità di terrorismo. La sua colpa sarebbe il possesso e la divulgazione di materiale “riservato” elaborato dall’ultima Commissione parlamentare d’Inchiesta sul caso Moro, la più sgangherata di quella produzione seriale che dura dal novembre 79. Paolo Persichetti, oltre ad essere un ex militante delle BR, è uno dei più attivi studiosi del fenomeno armato; in particolare, insieme ad una nuova generazione di giovani ricercatori di ambito accademico, si è specializzato nella meritoria opera di debunking circa l’affaire Moro: smentendo e decostruendo le teorie complottiste che da quarant’anni cercano di inquinare la verità storica del conflitto negli anni 70 – operazione di revisionismo di cui le varie commissioni parlamentari sul rapimento Moro sono state uno strumento di punta.


Leggi tutto

 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 32697

2021-04-06 Hits 2256

2021-04-30 Hits 2231

2021-04-02 Hits 1990

2021-04-06 Hits 1961

2021-03-29 Hits 1728

2021-04-21 Hits 1706

2021-03-31 Hits 1677

tonino

unread,
Jun 26, 2021, 4:59:25 AM6/26/21
to sante gorini

Fabio Vighi: Paradigma Covid: collasso sistemico e fantasma pandemico

lafionda

Paradigma Covid: collasso sistemico e fantasma pandemico

di Fabio Vighi

miwe6302jfA un anno e mezzo dall’arrivo di Virus, qualcuno forse si sarà chiesto perché la classe dominante, per sua natura senza scrupoli, abbia messo nel congelatore la macchina del profitto a fronte di un patogeno che si accanisce quasi esclusivamente contro i soggetti improduttivi – quegli ultra-ottantenni che, tra l’altro, da tempo mettono a dura prova il sistema pensionistico. Perché, improvvisamente, tutto questo zelo? Cui prodest? Solo chi non conosce le mirabolanti avventure di GloboCap (capitalismo globale) può illudersi che il sistema chiuda i battenti per spirito caritatevole. Ai grandi predatori del petrolio, delle armi, e dei vaccini, non frega proprio niente dell’umanità.

 

Quale emergenza?

Prima di entrare nel vivo della discussione facciamo un passo indietro all’estate 2019, quando l’economia mondiale, a 11 anni dal collasso del 2008, era di nuovo sull’orlo di una crisi di nervi.

Giugno 2019: La ‘Banca dei Regolamenti Internazionali’ (BRI), potentissima ‘banca centrale di tutte le banche centrali’, con sede a Basilea, lancia un grido d’allarme sulla sostenibilità del settore finanziario. Nel suo Rapporto Annuale la BRI evidenzia il forte rischio di “surriscaldamento [...] nel mercato dei prestiti a leva”, dove “gli standard del credito si sono deteriorati” e “sono aumentate le obbligazioni garantite da collaterale (CLO).” Si tratta di prestiti erogati a società iper-indebitate che vengono poi messi sul mercato come bond. In parole povere, la pancia dell’industria finanziaria è di nuovo piena di spazzatura.


Leggi tutto

Rete dei Comunisti: “Il capitalismo distrugge il mondo. Una sfida per i comunisti nel XXI Secolo”

rete dei
              com

“Il capitalismo distrugge il mondo. Una sfida per i comunisti nel XXI Secolo”

Assemblea nazionale della Rete dei Comunisti – Roma, 2 e 3 luglio 2021

di Rete dei Comunisti

“Dopo oltre venti anni nel terzo millennio, è tempo che i comunisti di questo Paese e di quest’area del mondo si mettano di nuovo al passo con la Storia, individuando gli assi portanti del prossimo futuro nonché delle modalità con cui è possibile esercitare un ruolo attivamente rivoluzionario in questi tempi. Saper guardare al futuro è la chiave di volta per superare definitivamente la sindrome da sconfitta che ha afflitto tutta la cosiddetta “sinistra” dopo la Caduta del Muro”

AssembleaNazionale rdc 2021Così recita l’incipit della prima tesi che la Rete dei Comunisti porterà in discussione nella sua assemblea nazionale di inizio luglio. Una assemblea che cade al termine della fase più acuta – per i paesi occidentali –della pandemia, formidabile acceleratore di quella crisi sistemica del modo di produzione capitalistico sulla quale, in questi anni, abbiamo concentrato la nostra analisi e la nostra critica militante.

I fatti che si susseguono ogni giorno ci pare diano ragione, ancora una volta, ai fondamenti della teoria marxista sulla formazione sociale dominante e sulla sua potenziale caducità. In forme sempre originali si ripropongono ciclicamente le storture di fondo di un sistema che non riescea rispondere ai bisogni di sviluppo armonico dell’umanità, per sé e nella sua interazione con la natura e la biosfera.

La gestione criminale della pandemia è stata, e continuerà ad essere, una cartina di tornasole della condizione sociale entro la quale i vari modelli di capitalismo tenteranno di imporre, per il prossimo futuro, la continuità dello sfruttamento della mano d’opera e della natura.

Con il progressivo venir meno dei rapporti di forza determinati dalla spinta dell’Ottobre e dal potente conflitto di classe del ‘900, gli “spiriti animali” del capitale rispondono all’attuale crisiaccelerando i tempi della competizione globale, in uno scontro di tutti contro tutti,soprattutto controquei nuovi soggetti statuali – in primis la Cina – in grado di mettere in discussione l’egemonia affermatasi nella breve epoca della globalizzazione ad egemonia statunitense, seguita all’89.

In questo frangente storico i comunisti sono chiamati a dare risposte all’altezza delle sfide che hanno di fronte. L’assemblea alla quale vogliamo chiamaretutti i nostri iscritti, ma anche tutte le soggettività comuniste e conflittuali, organizzate o meno, intende proporre un confronto sulle sfide che emergono dalla crisi di egemonia del presente modo di produzione.


Leggi tutto

Alberto Burgio: Il discorso razzista come giustificazione dello sfruttamento

machina

Il discorso razzista come giustificazione dello sfruttamento

Intervista ad Alberto Burgio

0e99dc
              4106c8f8948c445682a4f2f106c0b01bmv2Si intitola Critica della ragione razzista il recente saggio di Alberto Burgio, professore ordinario di Storia della filosofia all’università di Bologna. Il titolo è una parafrasi del più classico fra i classici di filosofia moderna, La critica della ragion pura di Karl Immanuel Kant, e non è ovviamente un caso. Kant è infatti il più significativo esponente dell’Illuminismo tedesco, ed è proprio sull’illuminismo che Burgio punta l’obiettivo, individuando in quel momento storico la nascita delle teorie razziste a giustificazione di fenomeni inconciliabili con la morale europea, come il colonialismo e la tratta degli schiavi. «Il razzismo – scrive Burgio – prende forma proprio mentre in Europa si svolge la battaglia vittoriosa delle borghesie nazionali contro i privilegi feudali per la propria emancipazione economica e politica, civile e religiosa. Questo nesso, nient’affatto esteriore, è la base materiale di quella struttura unitaria del discorso razzista di cui cercheremo di mostrare la centralità». Ed è proprio sul secondo capitolo del libro, dal titolo «Le razze degli illuministi», che abbiamo incentrato la nostra conversazione con Alberto Burgio, il cui volume ha lo scopo ultimo di fornire una lettura profonda e attenta della modernità di cui siamo figli, o meglio della «malattia congenita della modernità» che viene qui diagnosticata e ricondotta alla sua genesi. Quella stessa malattia che ci porta a manifestazioni di intolleranza e di violenza nei confronti dei migranti che dall’est europeo o dal sud del Mediterraneo tentano di giungere fino a noi.  

* * * *

La storiografia è pressoché unanime nel considerare l’esperienza coloniale nelle Americhe (e in particolare la tratta e la riduzione in schiavitù dei neri) il luogo di nascita del discorso razzista. Una questione essenziale chiama in causa sulla base di tale premessa la schiavitù antica: come mai una teoria razzista non prese forma in connessione allo sviluppo dell’economia schiavistica in Grecia e nel mondo romano quando si svilupparono le prime vere e proprie società schiavili della storia? 


Leggi tutto

Eros Barone: Lotta di classe, repressione statale e violenza padronale

sinistra

Lotta di classe, repressione statale e violenza padronale

di Eros Barone

plotical pics 177[…] Ai nostri padroni, chiunque siano, / piace tanto la nostra discordia, / e finché ci disuniranno / resteranno i nostri padroni. / Avanti senza dimenticare / di che è fatta la nostra forza! / Che si mangi o che si abbia fame, / avanti senza dimenticare: la solidarietà! [...]

Bertolt Brecht – Hanns Heisler, Canto della solidarietà.

     1. I fatti, il potere e il diritto

La premessa da cui occorre partire è che vi è un riemergere del conflitto capitale-lavoro e di reazioni ad esso cui non eravamo più abituati dagli anni Sessanta del secolo scorso. Questo è il messaggio che ci invia la morte di Adil Belakhdim, un giovane e combattivo sindacalista del S.I. Cobas assassinato da un autista crumiro nel corso di un picchetto svoltosi davanti al magazzino della Lidl di Biandrate: ultimo anello, per ora, di una catena sanguinosa di azioni aggressive e repressive poste in essere dallo Stato e dai padroni contro le lotte dei lavoratori del settore della logistica. 1

Gli analisti ci dicono, dal canto loro, che la democrazia liberale borghese e lo stesso Stato costituzionale di diritto, sorti dalle ceneri della seconda guerra mondiale, stanno vivendo una crisi profonda, probabilmente irreversibile, determinata da più fattori: la globalizzazione imperialista, i mutamenti della tecnologia, la trasformazione securitaria dei rapporti sociali, i flussi migratori, l’impoverimento di massa e i nazionalismi. Sennonché questo tema cruciale – la crisi della democrazia liberale borghese – non è stato finora affrontato in maniera e in misura adeguate, come dimostra l’oscillazione interpretativa tra la categoria della ‘democrazia autoritaria’ (un ossimoro meramente descrittivo e scarsamente esplicativo) e la categoria della fascistizzazione (un approccio che tiene maggiormente conto delle trasformazioni economico-sociali, politico-istituzionali e ideologico-culturali in corso).


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, I

tempofertile

Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, I

di Alessandro Visalli

zhok critica della ragione liberale“La costruzione del liberalesimo – Invarianti e variazioni”

L’importante ed ambizioso libro di Andrea Zhok è uscito nel 2020 per l’editore Meltemi nella collana diretta da Carlo Formenti, “Visioni eretiche”, e di questa collana rappresenta sicuramente una delle pietre miliari. È da lungo tempo che condivido il punto di vista di Andrea e quindi questa lettura che farò, oltre ad essere come sempre influenzata dalle mie idiosincrasie ed orientamenti, ne risentirà. Inoltre, risentirà delle accentuazioni tematiche e delle priorità che reputo (non necessariamente in accordo con l’autore) attuali.

Detto in altre parole, vuole essere, anche qui come sempre, un invito a leggere direttamente il libro e trarne ciò che interessa e non alla sua sostituzione con questo pallido fantasma.

Per la sua complessità ed ampiezza compiremo la lettura di questo testo in tre parti:

  • La prima, questa, tratta del processo di costruzione delle invarianti della ragione liberale e dei suoi caratteri tipici,
  • La seconda, individuerà i “Regimi di ragione” che scaturiscono dalla struttura liberale e neoliberale di pensiero e pratica, quindi della ragione postmodernista,
  • Nella terza parte, i “Regimi di verità” della ragione liberale verranno mostrati nelle loro applicazioni politiche, ovvero nella particolare forma di politico impolitico che è generato dalla ferrea logica liberale (tanto più forte quando non si vede e ci si pensa avversari).

Leggi tutto

Matteo Falcone: Contro lo smart working. Per una vera comunità del lavoro

lafionda

Contro lo smart working. Per una vera comunità del lavoro

di Matteo Falcone

Savino Balzano: Contro lo smart working, Laterza, 2021

548237 facebook 998x500È intuitivo comprendere come dopo un’esperienza così totalizzante, come sono stati questi 15 mesi di pandemia, almeno negli ambienti più accorti, si senta la necessità di discutere del nostro futuro. In una recente lezione intitolata La grande migrazione online: costi e opportunità, tenuta da Juan Carlos De Martin, professore ordinario di ingegneria informatica al Politecnico di Torino ed uno degli studiosi più attenti alle trasformazioni prodotte dalle tecnologie sulla nostra società e sulla nostra democrazia, sottolineava come sia arrivato il momento di iniziare una seria riflessione collettiva sul post-pandemia e su quale futuro vogliamo costruire per la nostra comunità nazionale. Un futuro che, ci avvertiva, verrà comunque costruito, ma senza un franco dibattito democratico lo sarà in modo più opaco e, probabilmente, prescinderà dagli interessi della maggioranza della popolazione italiana.

Contro lo smart working di Savino Balzano, appena edito da Laterza (2021), rientra pienamente all’interno di questo spirito. L’autore dichiara fin dalle prime pagine del saggio di avere come primo obiettivo innanzitutto quello di tentare di aprire un dibattito franco (e dal suo punto di vista critico) sul lavoro agile o, riprendendo la vulgata mediatica, sullo smart working. Un dibattito che oggi – come lo stesso autore non manca di sottolineare variamente – sembra essersi raccolto attorno a questioni marginali, concentrandosi spesso, se non prevalentemente, sui potenziali effetti positivi che il lavoro agile produce su una serie di questioni problematiche presenti nel nostro Paese (e non solo nel nostro Paese), piuttosto che essere centrato, come dovrebbe essere, innanzitutto sugli effetti di questo nuovo strumento di flessibilizzazione del lavoro sui lavoratori e sui loro diritti.


Leggi tutto

Alberto Lombardo: Sraffa, Marx e la “Critica dell’economia politica”

cumpanis

Sraffa, Marx e la “Critica dell’economia politica”

di Alberto Lombardo

Prosegue, con questo intervento di Alberto Lombardo, il dibattito apertosi su "Cumpanis" sul rapporto tra Sraffa e Marx, a cui hanno dato vita gli studiosi Federico Fioranelli, Ascanio Bernardeschi e Giorgio Gattei

9780333542248 0 0 0 75Il “Capitale – Critica dell’economia politica”

Perché Marx fece seguire il sottotitolo “Critica dell’economia politica” al titolo della sua più celebre opera? Se ci si soffermasse accuratamente su questo particolare, tanto in mostra quanto sfuggito ai più, probabilmente tutta una serie di equivoci si sarebbero evitati.

“Critica” significa che l’ultima cosa che Marx volesse fare era costruire un “sistema” (di hegeliana memoria) che spiegasse i meccanismi dell’economia a partire da leggi preesistenti (nel senso che esistono prima e indipendentemente da) i reali e multiformi e innumerevoli processi che invece si vogliono spiegare. Dove per “spiegare” Marx ci ha insegnato che egli intende: realizzare un’astrazione storicamente determinata” per cogliere, al di là dei dati empirici, le tendenze generali e la connessione logica e storica. Quindi tutto il contrario di quello che la “scienza economica”, in particolare quella odierna, pretende di trovare: sistemi autoconsistenti, che trovano rispondenza nella coerenza matematica dei modelli.

Tra parentesi vogliamo anche criticare la tendenza opposta, che è quella econometrica, in cui spesso si affastellano dati statistici estremamente dettagliati, che spesso mancando di trovare la corrispondenza con le teorie di cui sopra, si affannano a ritagliarne altre che si adattano perfettamente ai propri dati, ma spesso a non molto altro.

Tutte le categorie – e in particolare quelle dell’economia politica, quali il lavoro, il denaro, ecc. – sono frutti dell’astrazione.


Leggi tutto

Thomas Fazi: Il mito dell’insostenibilità della spesa pensionistica

lafionda

Il mito dell’insostenibilità della spesa pensionistica

di Thomas Fazi

pensioniTra i tanti miti che continuano ad essere propagandati sul funzionamento dell’economia, uno dei più perniciosi riguarda senz’altro la spesa pensionistica e la sua presunta insostenibilità, uno dei mantra della politica italiana da almeno vent’anni. L’idea di fondo è che il “normale” nonché effettivo funzionamento dei sistemi pensionistici, e nella fattispecie di quello italiano, consista nel prelevare una certa percentuale dalla busta paga del lavoratore che poi viene “accantonata” in una sorta di “cassetta” previdenziale a cui lo Stato attingerà una volta che il lavoratore è andato in pensione per finanziare la pensione dello stesso.

A qualcuno che basi la sua concezione dell’economia sulla “saggezza convenzionale” – dunque alla maggior parte dei cittadini, ahinoi –, tale sistema potrebbe parere avere una sua logica. Peccato che questa rappresentazione del funzionamento del nostro sistema pensionistico non solo non abbia alcun senso, ma non corrisponda neanche alla realtà. Non ha senso perché gli Stati, a differenza di noi comuni mortali, non “risparmiano” oggi per aumentare la propria capacità di spesa un domani. La stessa idea che un surplus del bilancio pubblico rappresenti un risparmio nell’accezione tradizionale del termine, cioè una somma che viene “messa da parte” per poter essere spesa un domani, è errata: esso certifica semplicemente che in un dato periodo le entrate dello Stato sono superiori alle uscite, ma quei soldi non vengono accantonati, vengono effettivamente distrutti, tramite una semplice operazione contabile (giacché non paghiamo le tasse con i contanti ma per mezzo di trasferimenti bancari). Da ciò si evince come l’idea che lo Stato “metta da parte” i nostri contributi oggi per poi restituirceli un domani non abbia alcun senso.


Leggi tutto

Asad Haider: La postura della classe professionale-manageriale

machina

La postura della classe professionale-manageriale

di Asad Haider

0e99dc
              1357686dfc8646d6aa02a18efd4fe89cmv2Con la traduzione di questo contributo di Asad Haider, studioso marxista statunitense di origine pakistana, Transuenze esce in parte dai propri abituali temi incentrati su lavoro ed economia in senso stretto. La questione al centro di questo articolo riflette il problematico (da sempre) e oggi troppo spesso banalizzato rapporto tra «collocazione di classe», ideologia e politica. Il testo (scritto prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 3 novembre) muove dal confronto polemico, usiamo questi termini per velocità, tra «neopopulismo di sinistra» e «politiche dell’identità» intorno al ruolo della cosiddetta classe professionale-manageriale nei processi di costruzione di una politica anticapitalista. Il termine classe professionale-manageriale, coniato a suo tempo da Barbara e John Ehrenreich («The Professional-Managerial Class», 1977), in Italia è poco utilizzato, sul piano sociologico è prossimo a quello di «classe media salariata» o, se si preferisce, di «lavoratori della conoscenza», la cui funzione nella divisione sociale del lavoro si può – in modo generico e semplificato – individuare nella riproduzione della cultura e delle relazioni materiali capitaliste. In senso lato, tuttavia, possiamo dire che questo contributo chiama in causa il posizionamento ideologico e materiale delle figure del lavoro intellettuale in senso ampio. Haider, nell’individuare le sostanziali affinità epistemologiche tra il discorso «anti-PCM» e «pro-PCM», nella loro comune adesione ad un registro riduttivamente sociologico che elude i problemi dell’organizzazione e dell’ideologia nella formazione di una politica di classe, ci sembra fornire la base per impostare una riflessione che, ne siamo certi, ha risvolti importanti anche per la nostra specifica realtà. 


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Nancy Fraser, “Cosa vuol dire socialismo nel XXI secolo?”

tempofertile 

Nancy Fraser, “Cosa vuol dire socialismo nel XXI secolo?”

di Alessandro Visalli

Leningrado pitturaImmagine 2. jpgIl libricino[1] edito da Castelvecchi è la traduzione della Lectio magistralis che la professoressa Fraser ha tenuto alla rassegna di incontri “Ripensare la comunità”, che la casa editrice ha tenuto nel 2019 a Roma[2]. Si tratta dunque di un testo molto sintetico, scritto per essere letto. Un testo che contiene numerose formule eccessivamente sintetiche, per certi versi comprensibili per il genere del testo ma che dimostrano anche in qualche modo la scarsa dimestichezza con l’insieme del dibattito marxista della tradizione accademica americana (con importanti eccezioni, ovviamente[3]). Parte, infatti, dalla proposta di superare “l’economicismo”, ma si muove alla fine interamente entro di esso; critica in Marx la sottovalutazione del lavoro riproduttivo, senza comprendere i contesti ravvicinati e polemici dei testi che critica; sviluppa, in forma travestita, quel che è un discorso di dipendenza riferito a donne e ‘colored’, ma certamente generalizzabile; costruisce, alla fine, una proposta che ha un tono decisamente già sentito e in effetti è in contrasto con alcune delle sue premesse (se non altro quelle libertarie).

Ma veniamo in ordine. Per la Fraser bisogna superare gli stretti economicismi e “occuparsi di trasformare la relazione tra la produzione e il suo retroterra di condizioni di possibilità, cioè la riproduzione sociale, il potere dello Stato, la natura non-umana e le forme di ricchezza che si trovano fuori dei circuiti ufficiali del capitale, ma comunque alla sua portata”[4].


Leggi tutto

Alina Tomasella e Andrea Muni: Comizi d’amore 2.0 (FVG). Call for artists

chartasporca

Comizi d’amore 2.0 (FVG). Call for artists

di Alina Tomasella e Andrea Muni

314d9e48 8f49 41f5 ae30 44a67eeec224Se oggi domandassimo a una persona qualunque per strada, a una persona “reale”, cosa ne pensa del ruolo della donna rispetto all’uomo nella nostra società, o se ritiene corretto promuovere l’approvazione di un disegno di legge a contrasto di ogni forma di discriminazione e istigazione all’odio di genere, quale risposta ci verrebbe davvero riservata? Cosa risponderebbe, davvero, la signora seduta al bar o il ragazzo che prende il sole sul bagnasciuga? Cosa pensa la gente, fuori dai denti, dell’amore e dell’eros, ora che le grandi battaglie per la liberazione sessuale si studiano sui libri di storia?

È il 1963, Pier Paolo Pasolini imbraccia microfono e telecamera, esce dai salotti della borghesia intellettuale romana e gira l’Italia per ascoltare la gente su sesso, amore e dintorni. Ne nasce un film: Comizi d’Amore. Un esperimento di “cinema-verità” in cui coesistono naturalmente le opinioni degli “istruiti” e quelle degli “ultimi”, quelle degli intellettuali e quelle del “popolo” – spesso culturalmente rozzo, ma retto e gentile (come piaceva dire a PPP). Ne scaturisce una raccolta di facce, parole e pensieri senza filtro; il ritratto di un popolo che (specialmente al sud) è ancora totalmente ignaro dell’imminente stravolgimento di valori che inizia già a investire il Paese, che di lì a poco Pasolini denuncerà col nome di “mutazione antropologica”.


Leggi tutto

Roberto Artoni: L’abc delle imposte sui redditi in Italia

sbilanciamoci

L’abc delle imposte sui redditi in Italia

di Roberto Artoni

Come sono tassati i redditi in Italia? L’analisi dei dati sull’Irpef e le altre imposte suggerisce le misure necessarie: ridurre l’evasione, tassare meglio i redditi da capitale e immobiliari, introdurre aggiustamenti mantenendo la progressività delle imposte

1b649a3aa5203eba6f967910142b66Ripetendo vicende più volte vissute in passato, è in corso il dibattito sulla riforma dell’Irpef, intesa come passo essenziale per il miglioramento del sistema di prelievo fiscale nel nostro paese. L’Irpef è un’imposta personale e progressiva che in linea di principio dovrebbe colpire il reddito complessivo delle persone fisiche, qualunque sia l’origine, capitale lavoro o immobili. Di fatto in tutti paesi, non solo in Italia, il tentativo di riportare nella stessa base imponibile tutte le categorie di reddito si è rivelato illusorio. Oggi l’Irpef si applica solo ai redditi di lavoro autonomo e dipendente, oltre che alle pensioni. Al contrario, ai redditi di capitale e immobiliari si applicano in larghissima misura regimi sostitutivi.

In un’analisi di questa imposta i problemi sono di duplice natura, e quindi materia di possibili riforme. Si deve analizzare l’Irpef com’è attualmente configurata, per valutarne la coerenza con il principio costituzionale per il quale il sistema tributario deve essere ispirato a criteri di progressività. Si dovrà poi stabilire se i regimi sostitutivi applicati ai redditi diversi da lavoro sono adeguatamente coordinati con l’imposta personale.

Nelle questioni tributarie è infine evidente che esiste una forte dissociazione fra enunciazioni normative e loro concreta applicazione: le migliori intenzioni possono essere rese vane da diffusi fenomeni di evasione.


Leggi tutto

Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo

effimera

Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo

Un’anteprima

PLURIVERSO COVER 001 1200x1051A brevissimo sarà in libreria per i tipi di Orthotes Editrice Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo, uscito nel 2019 e curato nella versione originale da Ashish Kothari, Ariel Salleh, Arturo Escobar, Federico Demaria e Alberto Acosta. Il suo “arrivo” in Italia, curato da Maura Benegiamo, Alice Dal Gobbo, Emanuele Leonardi e Salvo Torre, è frutto di un processo di traduzione militante, uno sforzo collettivo, a cui tante e tanti hanno partecipato – esempio di un “fare sapere” realmente cooperativo e partecipato.

Pluriverso è una raccolta di definizioni, di saggi brevi e analisi critiche sui processi che affondano le radici nella modernità, nel capitalismo, nel dominio di Stato e nelle pratiche maschiliste, a partire dalla globalizzazione neoliberale. Vi si mettono a critica le soluzioni di mercato (dal greenwashing agli approcci riformisti) e vi si descrivono iniziative di trasformazione radicale. Utile allo studio e alle iniziative di lotta per un mondo plurale, ricorda che in esse trova espressione la consapevolezza che un mondo ecologicamente saggio e socialmente giusto non solo sia possibile e necessario, ma per certi versi già esista.

Condividiamo oggi la Prefazione all’edizione italiana, di chi l’ha curata. Inoltre, due anteprime dal testo che ne dimostrano sia l’ampiezza di approcci che il legame con un dibattito vivo e condiviso anche dal nostro box di Ecologia Politica negli ultimi anni: Produzione Neghentropica di Enrique Leff e Il Salario al lavoro domestico di Silvia Federici.

* * * *

Prefazione all’edizione italiana

di Maura Benegiamo, Alice Dal Gobbo, Emanuele Leonardi, Salvo Torre


Alessandro Visalli: Nancy Fraser, “La fine della cura”

tempofertile

Nancy Fraser, “La fine della cura”

di Alessandro Visalli

la
            fine della curaIn questo piccolo testo è contenuto un intervento del 2016, edito da Mimesis nel 2017[1], nel quale la militante femminista americana Nancy Fraser si esercita in una denuncia della difficoltà del capitalismo, nella fase dell’accumulazione flessibile e della finanziarizzazione, a riprodurre la società e gli individui. In fondo l’idea è molto semplice, ed anche molto tradizionale: il capitalismo è, in ogni sua fase storica, interessato essenzialmente all’accumulazione del capitale ed annega nel gelido mare del calcolo utilitarista ogni altra considerazione. Una società improntata al capitalismo non è dunque orientata alla sua propria riproduzione, e dei suoi membri, ma all’estensione dello sfruttamento ai fini dell’accumulazione ed alla concentrazione. La riproduzione ne deriva, semmai, some effetto secondario eventuale. Questa tesi è pienamente marxiana.

La cosiddetta “crisi della cura”, deriva come somma di numerosi squilibri che producono nel loro insieme la compressione di capacità sociali non compiutamente mercatizzabili (come quella di generare e crescere figli, prendersi cura degli amici e dei familiari, mantenere le famiglie e le comunità più ampie e sostenere i legami sociali). Secondo l’ingenerosa posizione della Fraser tutte queste cose sono state “storicamente assegnate alle donne” (anche se, successivamente, lamenta che “mantenere le famiglie” sarebbe ingiustamente una prerogativa maschile). Tutto questo vasto ed eterogeneo insieme (cose importanti, ma vaghe come “sostenere i legami sociali”, palesemente svolte da entrambi i sessi) è, secondo il punto difeso, indispensabile, ma spesso non è in quanto tale remunerato.


Leggi tutto

Luca Villaggi: Appunti per un neoliberalismo dai margini

machina

Appunti per un neoliberalismo dai margini

di Luca Villaggi

0e99dc
              cd37f8e9652d479aa4b2ef4c8f29947bmv2Utilizzando in particolare le analisi di Quinn Slobodian e Melinda Cooper, Luca Villaggi riflette sulla natura del progetto neoliberale. Lo fa riattraversando criticamente la riflessione di Karl Polanyi, i rischi di un certo conservatorismo o nostalgia a cui possono condurre: infatti, se mercato e capitale sono concepiti come forze essenzialmente disgreganti della vita sociale, la resistenza viene immaginata in termini di restaurazione, o al massimo di rinnovamento, di quelle proprietà e di quelle solidarietà sociali che il capitalismo tende a distruggere. Secondo l’autore, approfondire i modi con i quali il neoliberalismo ha cercato di «disciplinare i margini» e di ricostruire una società profondamente diseguale, differenziata e gerarchica, rappresenta un compito imprescindibile per la riflessione critica. 

* * * * 

Le riflessioni che seguono sono state sollecitate da Globalists. The End of Empire and the Birth of Neoliberalism di Quinn Slobodian e Family Values. Between Neoliberalism and the New Social Conservatism di Melinda Cooper, dei quali si è tentato di individuare una chiave di lettura comune. Da un lato abbiamo un volume che si propone di enfatizzare la natura antidemocratica e neocoloniale del progetto neoliberale, dall’altro lato abbiamo un testo che sottolinea la perturbante affinità elettiva del pensiero neoliberale con il neoconservatorismo sociale. Da una parte, vi è la rigorosa ricostruzione della prospettiva globale che il neoliberalismo dell’Europa centrale e continentale assume fin dalla propria origine, e dall’altra parte incontriamo un’analisi della convergenza che unisce i neoliberali statunitensi con una variegata costellazione di conservatori sociali nel tentativo di risolvere la crisi della famiglia fordista. 


Leggi tutto

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 32889

2021-04-06 Hits 2275

2021-04-30 Hits 2246

2021-04-02 Hits 1997

2021-04-06 Hits 1977

2021-03-29 Hits 1748

2021-04-21 Hits 1729

2021-03-31 Hits 1683

2021-05-13 Hits 1675

2021-04-22 Hits 1643

tonino

unread,
Jun 28, 2021, 3:44:48 PM6/28/21
to sante gorini

Domenico Moro: Lo scontro tra USA e Cina tra alleanze, finanza e nuove tecnologie

lordinenuovo

Lo scontro tra USA e Cina tra alleanze, finanza e nuove tecnologie

di Domenico Moro

Schermata del 2021 06 27 17 12 46Il libro Guerre senza limiti, scritto da due colonnelli dell’aeronautica cinese, Quiao Liang e Wang Xiansui, ha più di vent’anni, essendo stato pubblicato per la prima volta nel 1999. Malgrado ciò mantiene tutta la sua attualità. Nel libro si sostiene che la globalizzazione e le nuove tecnologie hanno ampliato il concetto di armi e di guerra. Questa non si combatte più solo con le armi letali tradizionali, come aerei e carri armati. Ad esempio, l’informatica e la finanza sono armi vere e proprie quando sono usate come tali contro un avversario. Lo stesso campo di battaglia viene allargato sino ai suoi limiti estremi, coinvolgendo Internet: “Adesso, lo spazio della rete sta richiamando grande attenzione da parte dei militari”1. Ci sono diversi tipi di operazioni “belliche”, che rientrano nella nuova categoria di “operazioni di guerra non militari”: la guerra commerciale, finanziaria, terroristica, ecologica, psicologica, culturale, del contrabbando, degli stupefacenti, degli standard tecnologici, delle risorse, degli aiuti economici, ecc. I due colonnelli guardano non solo al mondo della fine degli anni ’90 ma anche, estendendo lo sguardo oltre il presente, al futuro, e concludono che i mezzi che non si caratterizzano per l’uso della forza degli armamenti siano altrettanto efficaci, se non addirittura di più, per raggiungere gli obiettivi della guerra, che consistono nel costringere il nemico a servire i propri interessi. Questo non vuol dire che le armi tradizionali non avranno più importanza, ma che: “Qualsiasi conflitto che scoppi domani o più avanti rientrerà in un concetto di guerra in senso ampio, ovvero un mix di guerra condotta con la forza degli armamenti e guerra condotta con altri mezzi”2. La guerra del futuro, concludono i due colonnelli, sarà una sommatoria di più tipologie di guerre.


Leggi tutto

Michele Castaldo: Dei delitti e delle pene, e del libero arbitrio

lacausadellecose

Dei delitti e delle pene, e del libero arbitrio

A proposito dell’uccisione di Adil, militante del Si Cobas

di Michele Castaldo

2021061901845502639Le nostre leggi sono il risultato delle regole imposte dai romani, mischiate con i riti dei Longobardi e le tradizioni che si sono accumulate in tanti secoli di storia ed i nostri governanti le mettono in pratica come fossero leggi provenienti da Dio; ora io mi provo a fare una critica di questo procedimento, così come ho imparato a fare sotto i miei illuminati sovrani. La società è retta da tre tipi di principi: quelli divini, quelli naturali e quelli politici.
Cesare Beccaria

In piazza Alimonda a Genova fu ucciso con un colpo di pistola Carlo Giuliani, che manifestava con i No global. Il carabiniere Mario Placanica che sparò lo fece per difendersi – si legge nella sentenza – da un lancio di un estintore che Carlo Giuliani tentava di scagliare contro di lui che seduto nella camionetta non aveva via di scampo. Inoltre il fuoristrada, nel tentativo di fuggire rapidamente dai manifestanti, riprende la manovra passando sul corpo di Carlo due volte (una prima in retromarcia, la seconda a marcia avanti). Erano le 17:27 del 20 luglio 2001.

Alle prime luci dell’alba del 18 giugno del 2021, ai magazzini della Lidl di Biandrade in provincia di Novara, il sindacato Si Cobas della Logistica organizza un picchetto per bloccare le merci in uscita e dare forza alla propria lotta.

Da un'altra porta che funge da entrata delle merci esce un camion alla cui guida c’è il giovane autista Alessio Spaziani che, scoperto dai manifestanti, temendo di finire come il topo in trappola ed essere perciò linciato dai manifestanti – questa è la sua versione rilasciata al magistrato che lo ha interrogato – ha accelerato investendo e uccidendo il povero Adil, operaio di 37 anni, padre di due figli e attivista del Si Cobas.


Leggi tutto

François Martin: La Comune di Parigi

illatocattivo

La Comune di Parigi

Qualche lezione da un'insurrezione passata per un'insurrezione futura

di François Martin

[La Commune de Paris : quelques leçons d’une insurrection passée pour une insurrection future, ciclostilato, 1970; trad. it. in Karl Marx et alii, La Comune di Parigi del 1871 e la guerra civile in Francia, Edizioni La Vecchia Talpa, Napoli 1971, pp. 7-14; traduzione riveduta e corretta]

jk952odj«I proletari della capitale, di fronte alle deficienze e ai tradimenti delle classi governanti, hanno compreso che era giunta per essi l'ora di salvare la situazione prendendo nelle proprie mani la direzione degli affari pubblici... il proletariato... ha compreso che era suo dovere imperioso e suo assoluto diritto prendere nelle proprie mani i suoi destini, e di assicurarsene il trionfo impadronendosi del potere».

Così si esprimeva il comitato centrale della Guardia Nazionale nel suo manifesto del 18 marzo 1871. Alcune settimane dopo, questo stesso proletariato1 che aveva fatto tremare tutti i poteri reazionari d'Europa, veniva schiacciato. È proprio questa «situazione», che bisognava salvare, ad aver determinato la disfatta.

È in questa «situazione», nella sua concreta particolarità, e nella condizione del proletariato del tempo che bisogna cercare il segreto degli avvenimenti e in definitiva le cause del suo fallimento.

Da un secolo a questa parte, tutte le battaglie di classe, per poco che siano state vittoriose, sono state seguite dalla ricostituzione e dalla dominazione sempre più estesa del modo di produzione e di scambio capitalistici. Tanto meglio! Nella misura in cui la classe operaia non giungeva a porre le premesse di una trasformazione radicale, a instaurare il comunismo, le sue stesse lotte sembravano creare le condizioni di questa dominazione sempre più compiuta del capitalismo, distruggendo gli ostacoli che esso trovava sul suo cammino e dissolvendo le strutture arcaiche2.


Leggi tutto

Agata Iacono: La nuova arma di distrazione di massa per continuare nella macelleria sociale

lantidiplomatico

La nuova arma di distrazione di massa per continuare nella macelleria sociale

di Agata Iacono

Mentre la tensione sociale è arrivata al punto da prezzolare milizie private per picchiare il lavoratori e addirittura uccidere un sindacalista, in una guerra tra sfruttati. E mentre il Consiglio di Stato decide che una fabbrica di morte come l'ex Ilva deve continuare a uccidere. Senza dimenticare poi che il primo luglio vengono sbloccati i licenziamenti - e i lavoratori Whirlpool disperati si stendono a terra per protestare - e che le piccole imprese falliscono e scendono alle mafie. Insomma, nel paese in cui aumenta la disoccupazione, (Istat: risale occupazione ma rispetto a era pre-Covid persi 870mila posti di lavoro: nel mese di aprile 2021 il tasso di disoccupazione è salito al 10,7%), in cui tre milioni di italiani hanno smesso di curarsi per difficoltà economiche e in cui 2 milioni di pazienti hanno dovuto chiedere un prestito per accedere alla sanità privata, cosa fa il parlamento italiano?

Discute la priorità del DDL Zan, aiutato anche dall'intervento del Vaticano.

Non è solo una questione di grande operazione di distrazione di massa, che sta avvenendo in tutta Europa e anche oltreoceano.


Leggi tutto

coniarerivolta: Chi ci impoverisce?

coniarerivolta

Chi ci impoverisce?

di coniarerivolta

Pochi giorni fa l’ISTAT ha pubblicato l’ultimo aggiornamento sui numeri relativi alla povertà assoluta in Italia. Si tratta di una statistica – tanto triste quanto interessante – che viene elaborata a partire dal 2005 e che tiene conto del potere di acquisto delle famiglie italiane. Al di sotto di una determinata capacità di acquisto, tarata su un paniere che include generi di prima necessità (cibo, indumenti, affitto della casa, spese sanitarie, trasporti, bollette per le utenze), e tenendo conto dei prezzi medi delle diverse zone geografiche e dei carichi familiari, la condizione di un individuo e/o di un nucleo familiare viene qualificata come ‘di povertà assoluta’. Per l’ennesimo anno, abbiamo a che fare con numeri impietosi. Ad oggi, in Italia ci sono 5,6 milioni di persone in povertà assoluta. Dal 2006 al 2020, il numero di famiglie italiane che si trovano al di sotto di questa soglia è passato da 789 mila ad oltre 2 milioni. Stiamo parlando di una tendenza allarmante anche alla luce dell’apprezzabile progresso tecnologico avvenuto negli ultimi anni: combinato ad una sostanziale stagnazione della popolazione, ciò avrebbe dovuto provocare un risultato opposto, assicurando un miglioramento degli standard di vita per tutti.


Leggi tutto

Francesco Corrado: Vaccinare gli immuni? Inutile e pericoloso secondo la scienza (quella vera)

lantidiplomatico

Vaccinare gli immuni? Inutile e pericoloso secondo la scienza (quella vera)

di Francesco Corrado

Uno dei capitoli incredibili di questa strana pandemia è quello delle vaccinazioni indiscriminate. Abbiamo già trattato il problema della mancanza di farmacovigilanza attiva relativamente agli effetti avversi. Teniamo presente che questi vaccini sono sperimentali, che possono stare sul mercato solo per la teorica mancanza di farmaci efficaci (la qual cosa è da considerarsi falsa), quindi almeno una farmacovigilanza attiva sarebbe stata necessaria. Ma non è questo il caso.

Se già questo elemento ci fa venire dubbi sulla scientificità e sulla reale attenzione verso il cittadino della politica perseguita dal governo, a questo dobbiamo aggiungere il tema della vaccinazione degli immuni, cioè coloro che hanno passato la malattia, anche da asintomatici.

Col tempo gli studi si sono sovrapposti e scienza (quella vera) alla mano sappiamo che chi ha passato la malattia rimane immune. Perché vaccinare gente immune? E' vero che ci sono stati casi di persone che si sono riammalate ma, statistiche alla mano, vanno considerati casi aneddotici (pare lo 0,07%): inoltre la seconda volta che si contrae la malattia i sintomi sono sempre più leggeri.


Leggi tutto

Mauro Armanino: Come tradire il Due Giugno. Istruzioni per l’uso

sinistra

Come tradire il Due Giugno. Istruzioni per l’uso

di Mauro Armanino

Niamey, 6 giugno 2021. Potresti dirmi come fare per emigrare in Italia? Questo messaggio mail di un giovane militante della società civile è arrivato di sorpresa nella mia posta. Quasi come risposta ad un recente articolo, inviatogli perché parte dell’indirizzario, che commentava la morte per malattia di una migrante. Non è comune e neppure raro, ricevere messaggi e domande di questo tipo. Anche volendo, da uno che ha scelto di stare dalla parte del Sud, dovrei dirgli subito che la sua legittima aspirazione avrebbe scarse possibilità di realizzazione. Perlomeno non nei termini da lui auspicati e espressi con innocente e giovanile spontaneità. Sarei stato costretto a confessargli che, malgrado l’epico e spesso doloroso passato migratorio del popolo italiano, oggi non è più così. Una Repubblica fondata sul lavoro ( in buona parte fornito dagli immigrati), che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che si tradisce. Fabbrichiamo ed esportiamo armi, istruiamo gli altri sull’arte della guerra e soprattutto vietiamo loro ciò che, prima di loro, abbiamo ampiamente praticato e cioè la mobilità delle persone. 24 milioni, il più grande esodo moderno!


Leggi tutto

Elisabetta Teghil: L’illegalità delle lotte fonte del diritto

Coordinamenta2

L’illegalità delle lotte fonte del diritto

di Elisabetta Teghil

corpo e
            mente”Le leggi, il diritto e l’ordine sono fondamentalmente contro di noi anche se, combattendo duramente, abbiamo strappato due o tre diritti che, comunque, dobbiamo difendere continuando a lottare. La lotta radicale femminista e l’obbedienza alle leggi sono due cose che fanno a pugni fra loro.”
Rote Zora

Tutti i giorni muoiono persone sul lavoro, è uno stillicidio, ma a meno che non sia la notizia di un’operaia di 22 anni dilaniata da una macchina tessitrice che produce una particolare impressione per un giorno e via, le altre morti vengono vissute dalla gente come routine. Continuamente ci sono donne stuprate o ammazzate da mariti, fidanzati, amanti, ex, padri, figli, conoscenti, famiglia, amici ma è diventata routine anche questa. Tutti i giorni muoiono persone di miseria, fra poco ci sarà un’ondata di licenziamenti da paura dato che l’ultimo ddl Draghi ha decretato la definitiva eliminazione del blocco in due date indifferibili, 30 giugno e 30 ottobre, ma sarà routine. C’è nella popolazione un’assuefazione al male che non è indifferenza, è rassegnazione, una rassegnazione che comporta l’incapacità di indignarsi e di cercare quindi la ragione di quello che succede.

Una cosa però è certa. Questa è una società che si pavoneggia per l’attenzione ai diritti: sicurezza sul lavoro, leggi sempre più severe, legislazione di tutela per le donne, sbandieramento di attenzione nei loro confronti, sbandieramento dei diritti delle minoranze e delle diversità sessuali, parole a iosa sulle tutele riguardanti immigrati e immigrate… pace, giustizia, democrazia…


Leggi tutto

Alice Dal Gobbo: La transizione ecologica tra comando del capitale, erosione del soggetto e nuovi antagonismi

effimera

La transizione ecologica tra comando del capitale, erosione del soggetto e nuovi antagonismi

di Alice Dal Gobbo

32950475534 59cc9c53e1 e1508975768841La “transizione ecologica” ha improvvisamente acquisito una centralità inaudita nell’ambito della politica istituzionale italiana. Essa si configura principalmente come un nuovo campo di ripresa economica, guidata dalla retorica della crescita e dello sviluppo, in un percorso simultaneamente di rottura e continuità con la governamentalità ambientale degli scorsi decenni. Da un lato, infatti, riconferma quel modello su cui già si è largamente ragionato, per cui la crisi ecologica e il danno ambientale smettono di essere limiti all’accumulazione di capitale, divenendo invece nuove occasioni di profitto e investimento, in breve nuovo spazio e motore di accumulazione. Dall’altro lato, questo campo di valorizzazione ecologica assume un ruolo particolarmente centrale nella risposta oserei dire disperata ad una crisi sistemica senza precedenti esacerbata dalla pandemia Covid-19.

La “transizione verde” è, di fronte al collasso generalizzato del sistema-mondo e dell’ecologia-mondo tardo capitalisti, non soltanto lo spazio per la ricerca di nuove “opportunità” per un’economia ormai languente: è il luogo e il tempo dell’assalto ultimo al vivente ancora irriducibile alle logiche del valore, il tentativo profondo di convertire tutto il mondo – organico e non – alla logica ad esso estranea della produzione e dello scarto, oblio finale dei limiti e della cocciuta forza della materia nel sottrarsi ai disegni del capitale.


Leggi tutto

Ascanio Bernardeschi: I fantasmi del G7

la citta
                futura

I fantasmi del G7

di Ascanio Bernardeschi

Nel G7 dei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno premuto per boicottare sul piano economico e contrastare sul piano militare Russia e Cina. Sul primo tavolo, l’economico, hanno poche carte da giocare, per questo è serio il rischio che giochino sul secondo

d8b3473baaa346e3571b5bc4f43b0968 XL“I giorni in cui le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di paesi sono finiti da molto. Noi crediamo che i paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra paesi” (Xi Jinping, 15 giugno 2021).

Con questa dichiarazione il presidente cinese commentava gli esiti del G7 di pochi giorni fa in Cornovaglia. Per comprendere se ci siano ragioni obiettive per una dichiarazione di implicita condanna, occorre esaminare le conclusioni del vertice e il contesto dei rapporti internazionali. 

Ma prima una premessa: chi scrive ammette di non avere certezze sulla prospettiva del sistema economico e sociale della Cina. L’apertura al capitale, compreso quello transnazionale, è stata per questa nazione una necessità, per far uscire dalla miseria un miliardo di persone e per diventare una potenza economica che sta sorpassando (e ha già sorpassato in termini di potere d’acquisto) quella statunitense. Tuttavia tale apertura ha determinato la presenza di un ceto borghese molto ricco e l’ampliamento delle diseguaglianze. Non è facile prevedere il ruolo politico che potrà assumere in futuro questa nuova borghesia, anche se al momento il ruolo del Partito Comunista Cinese nella società e dello Stato, ancora proprietario di settori economici strategici e del sistema bancario, vengono proclamati come saldi; altrettanto la pianificazione dell’economia, con risultati indiscutibili.


Leggi tutto

Joseph A. Ladapo and Harvey A. Risch: Are Covid Vaccines Riskier Than Advertised?

lantidiplomatico

Are Covid Vaccines Riskier Than Advertised?

di Joseph A. Ladapo and Harvey A. Risch

Ci sono tendenze preoccupanti su coaguli di sangue e piastrine basse, ma non sperare che le autorità te lo diranno

[Il quotidiano Wall Street Journal ha pubblicato un articolo bomba sui vaccini Covid. La pericolosità di questi sieri è stata sottovalutata dalla comunità scientifica internazionale? L'articolo è stato commentato così dal professor Bellavite dell'Università di Verona: "Si muove il “Wall Street Journal”! Il castello di carte (false) della vaccinologia politicamente corretta sta traballando paurosamente".

Questa la traduzione in italiano effettuata dal quotidiano Milano Finanza].

* * * *

Un aspetto notevole della pandemia di Covid-19 è stato quanto spesso idee scientifiche impopolari, dalla teoria della fuga del virus dal laboratorio cinese all'efficacia delle mascherine, siano state inizialmente respinte, persino ridicolizzate, solo per riemergere più tardi nel pensiero tradizionale. Le differenze di opinione sono state talvolta radicate nel disaccordo sulla scienza sottostante. Ma la motivazione più comune è stata di tipo politico.


Leggi tutto

Dante Barontini: La crisi senza fine dei Cinque Stelle

contropiano2

La crisi senza fine dei Cinque Stelle

di Dante Barontini

Per il movimento che aveva trionfalmente interpretato il malessere della popolazione italiana nell’ultimo decennio, fino a raccogliere quel 32% nel 2018, partito più rappresentato in Parlamento, i travagli non finiscono più. Nonostante la benevolenza dell’omonimo direttore…

Dopo aver seminato per strada decine di parlamentari e decine di punti nei sondaggi, ora è il momento dello scontro tra il fondatore-padrone sopravvissuto e l’aspirante salvatore-rifondatore delle stelle. Al secolo Giuseppe Conte.

Oggetto ufficiale del contendere è “lo Statuto”, quel patto privato tra aderenti che definisce il “come si sta insieme”, la logica e la proporzione della distribuzione delle cariche, le regole con cui si prendono le decisioni, ecc.

Su questo fronte, molti tabù sono caduti nel corso del (breve) tempo. Dopo aver mandato giù di tutto sul piano programmatico pur di andare e restare al governo con tutte le combinazioni possibili (con la Lega, con il Pd, con tutti e due contemporaneamente), anche sul piano “statutario” parecchi paletti sono stati travolti.


Leggi tutto

Niccolò Bertuzzi: La pandemia e “le verità della televisione”

lafionda

La pandemia e “le verità della televisione”

di Niccolò Bertuzzi

In un bell’articolo di qualche giorno fa, Gabriele Guzzi descriveva il modo in cui le giovani generazioni sono state coinvolte (e ancor più rappresentate) nel quadro dell’attuale campagna vaccinale, analizzandone in particolare i riti sanitari: dagli open day alla condivisione di foto sui social network, passando per le interviste entusiaste sui tg. La trasformazione di un momento così delicato a livello individuale e collettivo in un grande happy hour è il sintomo di un approccio consumista e scanzonato a qualsiasi cosa, anche alla cura di una pandemia. La narrazione escatologico-religiosa avvilisce una generazione già maltrattata nei mesi scorsi a suon di reprimende, sensi di colpa, stigmatizzazioni.

L’analisi di Guzzi è totalmente condivisibile. Cerco qui di inserirla dentro alcuni processi più ampi, che ne costituiscono l’orizzonte di possibilità: si tratta infatti di elementi che avrebbero potuto fungere da argine e invece hanno agito da amplificatori. Il primo, quello fondamentale, è legato alla pressoché totale scomparsa di un elemento che storicamente ha caratterizzato, seppur in modi diversi, il vasto campo definibile come “area progressista”: mi riferisco a quella cosa variamente chiamata controinformazione, scetticismo verso l’informazione mainstream, decostruzione delle rappresentazioni mediatiche dominanti.


Leggi tutto

Giulio Maria Bonali: La vita reale é un tantino più complessa delle indagini di Sherlock Holmes

linterferenza

La vita reale é un tantino più complessa delle indagini di Sherlock Holmes

di Giulio Maria Bonali

Mi sono imbattuto in quest’ altro scritto di Lorenzo Merlo https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/20601-lorenzo-merlo-elementare-watson.html che, oltre a propinare continue deformazioni caricaturali della scienza (la quale é tutt’ altra cosa che le ideologie irrazionalistiche correnti; e diffusissime anche fra gli scienziati, soprattutto in quest’ epoca di profonda decadenza civile e culturale), si confonde sistematicamente lo scientismo (che é una forma di irrazionalismo!) con il razionalismo e con la conoscenza scientifica che é razionale, e dunque non scientistica.

Così facendo si getta il bambino del razionalismo e della scienza con l’ acqua sporca irrazionalistica dello scientismo per abbracciare la putrida melma della superstizione irrazionalistica.

Che significa “Ci si dà da fare con strumenti inadatti. Il razionalismo, per esempio, è un treno senza rotaie quando lo si impiega per indagare il mistero. Ma con gli strumenti idonei possiamo trovare il tassello che sempre manca alla conoscenza”?


Leggi tutto
 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 33080

2021-04-06 Hits 2313

2021-04-30 Hits 2276

2021-04-02 Hits 2020

2021-04-06 Hits 2008

2021-04-21 Hits 1768

2021-03-31 Hits 1712

2021-05-13 Hits 1707

2021-04-22 Hits 1685

2021-05-30 Hits 1647

tonino

unread,
Jun 30, 2021, 7:11:38 AM6/30/21
to sante gorini

Jonathan Cook: Il terrore nel cuore della notte

comuneinfo

Il terrore nel cuore della notte

di Jonathan Cook

raid hebronSi sfonda la porta tra mezzanotte e le cinque del mattino e si fa irruzione con le armi spianate e, generalmente, il volto coperto terrorizzando chiunque sia in casa anche se non è sospettato di aver commesso alcun reato: bambini, genitori, anziani. Poi li si fotografa, ognuno con il pigiama e il passaporto in mano. La sistematica pratica di Intel Mapping dei soldati israeliani è un elemento fondante della politica di sorveglianza, controllo e persecuzione dei palestinesi ed è assai nota e documentata (qui sotto trovate un paio di video). Secondo dati raccolti dall’Onu, l’esercito ha effettuato circa 6.400 “operazioni di ricerca o di arresto” solo nel 2017 e nel 2018. Nei giorni scorsi, pare su pressioni dei tribunali, è stato però annunciato che la “mappatura” cesserà, salvo non vi siano “circostanze eccezionali”, una scappatoia facilmente sfruttabile, tanto che Jonathan Cook, prestigioso giornalista britannico da vent’anni residente a Nazareth, sostiene, che le invasioni domestiche nel cuore della notte non cesseranno affatto ma diveranno più segrete. Servono ad addestrare i giovani soldati in un ambiente sicuro. Li abitua al crimine di guerra e azzera il loro senso di moralità, già scarso dopo anni di esposizione a un sistema scolastico improntato al razzismo anti-palestinese. Terrorizzare quella gente che li odia, anche i bambini, diventa routine. Una modalità di guerra psicologica che serve a incutere terrore: l’esercito è ovunque, opporsi è inutile, anzi controproducente. Le donne si sentiranno umiliate, violate e insicure perfino in casa, gli uomini soffriranno del trauma associato all’incapacità di proteggere mogli e figli.


Leggi tutto

Anna Curcio: Sulla centralità della riproduzione

machina

Sulla centralità della riproduzione

di Anna Curcio

0e99dc
                3bb54b893e2e4a2692f2ab00d2a18ca9mv2Una delle ipotesi di fondo dell’interpretazione della realtà capitalistica contemporanea di Romano Alquati è la centralità della riproduzione, intesa come «riproduzione della capacità-umana-vivente». A questa ipotesi Alquati ha dedicato il suo ultimo libro, finora rimasto inedito e adesso pubblicato da DeriveApprodi: Sulla riproduzione della capacità umana vivente. L’industrializzazione della soggettività. Il testo di Anna Curcio che qui proponiamo, pubblicato nel volume Un cane in chiesa. Militanza, categorie e conricerca di Romano Alquati (a cura di F. Bedani e F. Ioannilli, collana Input di DeriveApprodi), si offre come un’utile guida di lettura e interpretazione per orientarsi nella complessità del «modellone» alquatiano. In questo contesto, l’autrice si sofferma sulle differenze rispetto al dibattito femminista: se le femministe guardano alla riproduzione della forza lavoro compresa degli aspetti cognitivi e affettivi indispensabili per il lavoro, Alquati allarga lo sguardo sulla riproduzione di ciò che, semplificando, potremmo indicare come capacità-umana ad agire per incrementare capitale. 

* * * * 

Una delle ipotesi di fondo dell’interpretazione della realtà capitalistica contemporanea di Romano Alquati è la centralità, nel senso più preciso di «baricentralità», della riproduzione. Attraverso la lettura dell’inedito Sulla riproduzione della capacità-umana-vivente oggi[1] (che contribuisce a definire l’analisi della società «iperindustriale») vorrei entrare nel merito delle categorie proposte, provando a districare un testo complesso che ha il grosso merito di anticipare molte delle trasformazioni produttive e riproduttive che stiamo vivendo[2]


Leggi tutto

Andrea Cengia: Recensione a “La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione”

thomasproject

Recensione a “La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione”

di Andrea Cengia

demichelis bartolini vitalucidaIl dialogo tra Paolo Bartolini (analista filosofo) e Lelio Demichelis (sociologo dell’economia), uscito nel mese di maggio 2021 per la collana Dissidenze di Jaca Book (La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione, Milano, 2021) – di Andrea Cengia), si propone il compito di affrontare i temi delle relazioni esistenti tra i concetti di potere, pandemia e liberazione. Si tratta di un testo assai utile per coloro che vogliano osservare il nostro presente, provando a discuterne alcuni scorci significativi. Uno dei meriti del lavoro di Bartolini e Demichelis consiste propriamente nella forma di discussione poiché questa scelta, probabilmente, immagina una tipologia particolare di lettore. Quest’ultimo, immergendosi in una esposizione molto lineare e fluida, può avvicinarsi a temi di portata teorica, politica e sociale, proprio grazie all’intreccio del ‘botta e risposta’ dei due autori.

Uno dei punti di attacco del discorso riguarda il tema della pandemia. Lelio Demichelis sostiene che la pandemia-sindemia è stata «un acceleratore di processi morbosi» che si innestano sulle «molteplici fragilità dell’uomo» (p. 12). Ed è a partire da questa fragilità che Demichelis (che ha già condotto lavori sul tema della condizione antropologico-sociale contemporanea ne La grande alienazione (Demichelis 2018) cerca di leggere la situazione pandemica «come possibilità» (p.12). Ciò che è rilevante è chiedersi cosa significhi e come si delinei questa possibilità. È chiaro che quest’ultima si configura come rottura rispetto agli assetti sociali già consolidati. Qui il discorso diventa molto interessante in quanto inserisce il tema della pandemia nella sua cornice socio-economica di riferimento.


Leggi tutto

Miguel Martinez: La base logistica di tutto quanto

kelebek3

La base logistica di tutto quanto

di Miguel Martinez 

Gli anarchici tendono a scrivere in maniera ridondante e sovraccarica, ma spesso ci azzeccano più degli altri.

Il Rovescio è un sito che ha questi difetti, ma anche questi pregi, entrambi in abbondanza.

Visitandolo stamattina, sono rimasto colpito da un articolo sulla questione della logistica.

Inizia con una tirata teorico-emotiva, arriva al sodo dopo molti paragrafi, ma il sodo è decisivo, e lo riporto in fondo a questo articolo.

Si parla di quello che sta succedendo nel settore della Logistica, cioè del sistema di circolazione delle merci su cui si fonda tutto il resto.

Pensate a tutto il circo che orienta le scelte politiche delle persone.

Se sappiamo che qualcuno ha dato della pescivendola alla Meloni, se sappiamo che c’è un trans che dice che è sensibile alle offese, se un ghanese clandestino ha molestato una ragazzina, se sappiamo che Alessandra Mussolini si è messa in posa arcobaleno su Instagram per dire che “l’amore viene prima di tutto“…


Leggi tutto

Marco Cattaneo: Politica monetaria e politica fiscale

bastaconeurocrisi

Politica monetaria e politica fiscale

di Marco Cattaneo

Più ci rifletto, più una cosa mi appare evidente in merito alla demarcazione (non in linea teorica ma in linea pratica, operativa) tra politica monetaria e politica fiscale.

Da un lato, questa demarcazione è priva di senso; dall’altro, è potenzialmente (e gravemente) nociva.

Mi spiego.

La politica monetaria è sostanzialmente il controllo del credito privato (inclusa la vigilanza sul sistema bancario e finanziario) e dei tassi d’interesse.

La politica fiscale è la determinazione della spesa pubblica e della tassazione.

La politica monetaria è affidata alle banche centrali, che agiscono con livelli di autonomia e di indipendenza più o meno ampi dai rispettivi governi, e hanno sempre tra gli obiettivi principali (spesso in modo nettamente prioritario rispetto a tutti gli altri) il controllo dell’inflazione.


Leggi tutto

Manlio Dinucci: Joe Biden paladino dei diritti umani

manifesto

Joe Biden paladino dei diritti umani

di Manlio Dinucci

Il Summit Usa-Russia, il 16 giugno a Ginevra, è stato definito dal presidente Biden «buono, positivo» e dal presidente Putin «abbastanza costruttivo». Dovremmo quindi sentirci un po’ rassicurati in una situazione in cui l’Europa è in prima linea in quello che la Nato definisce «il punto più basso della nostra relazione con la Russia dalla fine della guerra fredda»? I fatti ci dicono il contrario. Nel momento stesso in cui in Svizzera era in corso il Summit Usa-Russia, nel Baltico era in corso la Baltops 50, una delle 20 grandi esercitazioni militari Usa-Nato in Europa nel 2021.

La Baltops 50 è stata organizzata e diretta dal comandante delle Forze navali Usa-Africa con quartier generale a Napoli-Capodichino, l’Ammiraglio Robert Burke, che allo stesso tempo è a capo del Comando Nato di Lago Patria (JFC-Naples). Dal 6 al 18 giugno, oltre 4.000 militari con 40 navi e 60 aerei – appartenenti a 18 paesi membri e partner della Nato, tra cui l’Italia – si sono esercitati alla guerra aeronavale nel Baltico e nelle regioni circostanti», a ridosso del territorio russo.


Leggi tutto

comidad: La disfatta autoinflitta dell'imperialismo americano

comidad

La disfatta autoinflitta dell'imperialismo americano

di comidad

Si narra che Cesare, giunto ad Alessandria d’Egitto, rimase contrariato quando il re Tolomeo gli offrì in dono la testa mozzata del suo avversario Pompeo. La reazione di Cesare fu del tutto conseguente. Pompeo era pur sempre un romano, un aristocratico romano, perciò il fatto che uno straniero avesse preso l'iniziativa di tradirlo e di ucciderlo, violava il senso della gerarchia di un altro aristocratico romano come Cesare. Anche nelle leccate bisogna saper stare al proprio posto e non mettersi alla pari, o peggio al di sopra, del destinatario dell’adulazione.

Quando Mario Draghi ha elogiato Joe Biden per avere scelto, a differenza di Trump, l'Europa come sua prima meta di viaggio, l'ha fatta fuori dal vaso. Del resto Biden non avrebbe mai dovuto trovarsi nelle condizioni per cui un “alleato” (ovvero un vassallo) come Draghi potesse mettergli i voti dicendogli di essere più bravo del suo predecessore. Criminalizzando oltre ogni verosimiglianza una mezza figura come Trump, gli apparati statunitensi hanno ottenuto il risultato di delegittimare l’istituzione presidenziale.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: Dalla sussunzione formale a quella reale in Empire

bollettinoculturale

Dalla sussunzione formale a quella reale in Empire

di Bollettino Culturale

9086gyrLa sussunzione è il modo marxiano di parlare, in generale, del rapporto tra lavoro e capitale – il primo è sussunto sotto il secondo. Ma Marx individua due tipi di sussunzione: sussunzione formale e sussunzione reale. La seconda sarebbe la sussunzione propria del capitalismo pienamente sviluppato, mentre la prima sarebbe quella di un capitalismo ancora in costruzione. Il modo principale di estrarre plusvalore nel primo è assoluto, mentre nel secondo è relativo. Possiamo intendere il “passaggio” da una forma di sussunzione all'altra sulla base di due elementi formalmente distinti, in quanto avvengono nello stesso processo:

1. l'espansione del capitale su tutto il pianeta (aspetto estensivo) e

2. l'estensione dello sfruttamento capitalistico a tutto il corpo sociale e a tutta la vita (aspetto intensivo).

Nella sussunzione formale abbiamo un capitalismo storicamente centrato in Europa e Nord America che si espande attraverso il colonialismo e un continuo processo di accumulazione primitiva. In questo caso il capitalismo in crescita è in costante rapporto con il suo “fuori”, con mondi ancora non capitalisti. Questo stesso capitalismo si riproduce come capitale attraverso la sussunzione formale dell'operaio al suo regime di orario di lavoro e la produzione di plusvalore attraverso il salario: se l'operaio lavora X ore riceverà solo X sottratto a Y, essendo Y la parte che rimane al capitalista, il plusvalore. La sussunzione reale, invece, in termini geopolitici coincide con il momento in cui il capitale non è più legato a un “fuori” coloniale o a un “fuori” da sussumere: l'intero globo, tutte le forme di produzione esistenti e tutte le diverse culture e i territori sono posti in un rapporto capitalista.


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, II

tempofertile

Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, II

“Critica della Critica – il postmodernismo”

di Alessandro Visalli

Prina 03
            bassaQuesta è la seconda puntata di tre della lettura del libro di Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, uscito per l’editore Meltemi nel 2020.

- Nella prima parte è stato trattato il processo di costruzione delle invarianti della ragione liberale e dei suoi caratteri tipici per come emergono dal testo in esame,

- In questa seconda parte proveremo a ricostruire la lettura che il libro compie dei “Regimi di ragione” che scaturiscono dalla struttura liberale e neoliberale di pensiero e pratica, quindi della ragione postmodernista,

- Nella terza parte, i “Regimi di verità” della ragione liberale verranno mostrati nelle loro applicazioni politiche, ovvero nella particolare forma di politico impolitico che è generato dalla ferrea logica liberale (tanto più forte quando non si vede e ci si pensa avversari).

Venendo alle tendenze ideologiche che strutturano dall'interno il fenomeno neoliberale e cioè a quelle che Zhok chiama i “Regimi” della ragione liberale, ovvero i “Regimi di libertà” o “Regimi di ragione”, si può provare a dire in questo modo: si tratta di un sistema di motivazione o di giustificazioni, ma capaci di dare forma a pratiche sociali reali. Non si tratta meramente di sovrastrutture. Il liberalismo è, in altre parole, profondamente interconnesso con la linea di sviluppo emersa nel lungo periodo anche nel mutare delle condizioni economiche e di quelli che il marxismo chiama “modi di produzione” (‘schiavista’, ‘feudale’, ‘mercatista’, ‘capitalista’).


Leggi tutto

Nadia Garbellini: Pianificazione e controllo dei lavoratori

officinaprimomaggio

Pianificazione e controllo dei lavoratori

di Nadia Garbellini

AP Automotive Products CybertecDa decenni ci sentiamo ripetere che lo Stato è pachidermico, inefficiente, impone “lacci e lacciuoli” all’iniziativa privata e ne spiazza gli investimenti. Bisogna quindi limitarne il ruolo alla rimozione degli ostacoli alla libera concorrenza, lasciando al mercato il compito di realizzare felicemente la configurazione di equilibrio in corrispondenza della quale ognuno riceve quanto merita e tutto funziona alla perfezione.

Ciò viene affermato con forza non solo dalle organizzazioni padronali – che dopo tutto fanno il loro lavoro – ma anche dai partiti dell’intero arco costituzionale, che inorridiscono quando sentono parlare di intervento statale. Quando però qualche evento “esogeno” mette a repentaglio i profitti privati, ecco che sono gli imprenditori i primi a invocare l’intervento dello Stato affinché paghi i loro lavoratori, elargisca contributi, rinunci a riscuotere le tasse ecc.

Eppure, è proprio l’assunzione del rischio ciò che, secondo la vulgata, giustifica l’enorme disparità nella distribuzione del valore aggiunto tra profitti e salari. Il lavoratore non rischia nulla, e quindi si deve accontentare di remunerazioni esigue. L’imprenditore invece rischia sulla propria pelle, e quindi è giusto compensare con profitti assai ricchi gli eventuali periodi di magra.

Ma il padrone non si accontenta mai. Dopo aver sfruttato lavoratori e ambiente per il suo massimo profitto, vuole spremere anche le casse dello Stato. Non possiamo sforare i sacri vincoli di Maastricht per rimettere in sicurezza le infrastrutture, far frequentare ai nostri figli scuole che non crollino loro in testa, garantire ai soggetti più deboli un’adeguata assistenza socio-sanitaria. Però bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo quando si tratta di difendere i profitti.


Leggi tutto

Salvatore Palidda: L’attuale questione neocoloniale versus la riparazione e il perdono del colonialismo

effimera

L’attuale questione neocoloniale versus la riparazione e il perdono del colonialismo

di Salvatore Palidda

Premessa. Achille Mbembe, nato nel 1957, è un politologo e storico camerunese, ha fatto gli studi universitari in Francia, è stato docente in molte università statunitensi prestigiose e ora fa ricerca e docenza all’Università di Johannesburg (Africa del Sud). E’ considerato uno dei più importanti intellettuali critici del colonialismo e del postcolonialismo. Fra le sue pubblicazioni in italiano: Postcolonialismo, Meltemi, 2005; Necropolitica, Verona : Ombre Corte, 2016; Emergere dalla lunga notte. Studio sull’Africa decolonizzata, Roma : Meltemi, 2018; Nanorazzismo. Il corpo notturno della democrazia, Bari : Laterza; 2019; Critica della ragione negra, Como : Ibis, 2013/2019.

In questo testo critichiamo la sua “dimenticanza” della cruciale importanza della questione neocoloniale, ossia di quella riproduzione continua, genocida e ultra devastatrice del vecchio colonialismo, fatto politico totale che mette a nudo l’ipocrisia e l’impostura assoluta della discussione sulla riparazione e sul perdono che i paesi ex-colonialisti pretendono gestire per “pulirsi” la faccia. Peraltro questa questione è particolarmente importante in Italia dove sia la discussione sul passato coloniale sia sul neocolonialismo appare assai marginalizzata se non totalmente ignorata.


Leggi tutto

Sansone: Il governo degli «investimenti»

malacoda

Il governo degli «investimenti»

di Sansone

Scrivevamo ai primi di febbraio su questo blog che le manovre di Confindustria e Americani, Renzi, «Sole 24 Ore» e «Repubblica-degli-Agnelli» per disarcionare «Giuseppi» dopo anni di disonorevole servizio (si pensi, su tutte, alla macchia rosso sangue del massacro nelle carceri del marzo 2020) erano funzionali a quel governo di Unità Nazionale che, nell’orizzonte della restaurazione dell’ordine liberale mondiale, momentaneamente sospesa la guerra intestinale tra liberisti e sovranisti, avrebbe preparato «il nostro stermino»: sia come «individui refrattari» che come «classe pericolosa».

In particolare, concludevamo:

«Non possiamo farci trovare ancora una volta impreparati. Il progetto dei potenti è molto chiaro. Stanno suonando la carica. Cercano l’impatto violento contro le nostre carcasse e per questo hanno cambiato timoniere. Si devono rompere il muso».

Sembra che il momento dell’impatto sia arrivato. Un impatto che ci colpisce, appunto, come individui refrattari: si pensi alla pioggia di richieste di sorveglianza speciale che sta colpendo in maniera torrenziale il movimento anarchico.


Leggi tutto

Francisco Hidalgo Flor: Il trionfo di Castillo in Perù mette in evidenza l’importanza sociale e politica delle zone rurali nei paesi andini

filosofiainmov

Il trionfo di Castillo in Perù mette in evidenza l’importanza sociale e politica delle zone rurali nei paesi andini

di Francisco Hidalgo Flor

Con i risultati delle elezioni del ballottaggio in Perù, del 9 giugno, e il trionfo del professore rurale e rondero[1] Pedro Castillo, designato Presidente della Repubblica, raggiungendo il 50,2% dei voti, si chiude un ciclo di processi elettorali in vari paesi della regione andina: Perù, Ecuador e Bolivia, che mettono in rilievo l’importanza che mantiene il pronunciamento sociale e politico delle popolazioni rurale, buona parte di esse indigene e contadine, capaci di provocare mobilitazioni e volontà politiche che alterano e rompono uno status quo dell’establishment razzista e dipendente.

I processi elettorali sono scenari molto avversi e complessi per le organizzazioni sociali e politiche popolari, così come per le leadership che provengono dagli strati e dai movimenti rurali, contadini e indigeni, poiché devono affrontare macchine di campagna elettorale, di potere, di mezzi di propaganda molto oliate, care e alienanti.

È un remare controcorrente.


Leggi tutto

Luca Ricolfi e Paola Mastrocola: Chi ha paura della libertà di espressione?

laragione

Chi ha paura della libertà di espressione?

Manifesto della Libera Parola

di Luca Ricolfi e Paola Mastrocola

Felici i tempi in cui puoi provare i sentimenti che vuoi,
e ti è lecito dire i sentimenti che provi
(Tacito)
Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu
(Massimo Troisi)

1C’è stato un tempo in cui la censura era di destra e la libertà di espressione era di sinistra.

Era logico, perché la cultura dominante era conservatrice, autoritaria, e un po’ bigotta. I film di Pasolini erano considerati pornografia, e un letterato come Aldo Braibanti poteva essere condannato e imprigionato per plagio, mentre il ragazzo da lui “plagiato” poteva venir rinchiuso in manicomio e sottoposto a elettroshock. Era anche il tempo in cui, per gli omosessuali, uscire allo scoperto richiedeva coraggio, molto coraggio. Un coraggio che ebbero in pochi: Pier Paolo Pasolini, Paolo Poli, Angelo Pezzana, e non molti altri.

In quel tempo, che si prolunga fin verso la metà degli anni ’70, la sinistra ufficiale è ancora guardinga, ma l’intelligentia progressista si schiera risolutamente dalla parte della libertà di espressione in tutti i campi: cinema, arte, teatro, stampa, vita privata.


Leggi tutto
 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 33230

2021-04-06 Hits 2342

2021-04-30 Hits 2294

2021-04-02 Hits 2040

2021-04-06 Hits 2021

2021-04-21 Hits 1813

2021-05-13 Hits 1724

2021-04-22 Hits 1710

tonino

unread,
Jul 3, 2021, 2:49:01 AM7/3/21
to sante gorini

Claudio Gnesutta: Dell’incertezza e della tragica felicità in Keynes

sbilanciamoci

Dell’incertezza e della tragica felicità in Keynes

di Claudio Gnesutta

Per fare chiarezza sull’aggettivo “keynesiano” applicato alle recenti politiche post Covid, è utile la lettura del libro di Anna Carabelli, fresco di pubblicazione e frutto di 40 anni di studio

copertina carabelli 1024x670Nell’ultimo decennio di una lunga crisi economico-finanziaria sfociata in quella economico-sanitaria del Covid-19 le risposte della politica economica si sono colorate in senso “keynesiano”. La crescita della spesa pubblica (negli Stati Uniti e più recentemente anche in Europa) e la gestione della liquidità a livello globale si sono svincolate dai dettami “classici” per affrontare pragmaticamente (forse temporaneamente) le instabilità che minacciano gli equilibri locali e globali.

La qualificazione di “keynesiani” attribuita a tali interventi riflette l’interpretazione riduttiva degli anni Cinquanta e Sessanta secondo la quale la proposta di politica economica che scaturiva dalla lettura della General Theory riguardava esclusivamente situazioni di carenze di domanda per cui gli interventi fiscali e monetari avevano la funzione di tappare i momentanei buchi di un tessuto economico che di norma procedeva spontaneamente nella sua piena efficienza.

Tuttavia l’aggettivo keynesiano è stato messo in discussione da lungo tempo per la sua mancata corrispondenza con la “visione” del processo economico attribuibile al pensiero di Keynes. Una lettura più coerente delle idee di Keynes – e a una gestione delle politiche ad esse più propria -, si può avvantaggiare del recente contributo di Anna Carabelli, Keynes on uncertainty and tragic happiness. Complexity and expectations, Palgrave Studies in The History of Economic Thought, 2021, nel quale l’autrice espone i risultati «di oltre quarant’anni della sua ricerca sul “metodo di Keynes” a dimostrazione che l’aspetto innovativo, e la ricchezza propositiva, del suo contributo non è riducibile ad alcuni aspetti, analitici e di prassi politica, ma va individuato nel suo contenuto metodologico.


Leggi tutto

Alessandro Visalli: Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, III

tempofertile

Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, III

“I Regimi di Verità – Il politico-impolitico, travestimenti liberali”

di Alessandro Visalli

Pippo Rizzo Treno notturno in corsa 1926. Courtesy
            Archivio Pippo Rizzo PalermoQuesta è la terza puntata ed ultima della lettura del libro di Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, uscito per l’editore Meltemi nel 2020.

- Nella prima parte è stato trattato il processo di costruzione delle invarianti della ragione liberale e dei suoi caratteri tipici per come emergono dal testo in esame,

- Nella seconda parte è stato ricostruita la lettura che il libro compie dei “Regimi di ragione” che scaturiscono dalla struttura liberale e neoliberale di pensiero e pratica, quindi della ragione postmodernista,

- In questa terza parte, i “Regimi di verità” della ragione liberale verranno mostrati nelle loro applicazioni politiche, ovvero nella particolare forma di politico impolitico che è generato dalla ferrea logica liberale (tanto più forte quando non si vede e ci si pensa avversari).

In sostanza dalla ricostruzione del liberalesimo nel libro, e riportata nella prima parte, emergono, secondo quanto propone l’autore, due prescrizioni e due idealizzazioni.

La prima prescrizione scaturisce dall'idea di libertà negativa, essenzialmente interpretata come richiesta di non interferenza. La seconda è l'individualismo assiologico, ovvero una concezione per cui il valore si manifesta essenzialmente nell'acquisizione di desideri individuali. “Non interferenza” e “desiderio individuale” come valore sono, quindi, le due prescrizioni definenti la “Ragione liberale”. In loro presenza si sa di essere al cospetto di una versione, delle tante, del liberalesimo.


Leggi tutto

Alessandra Ciattini: Crisi organica e sua narrazione

la citta
              futura

Crisi organica e sua narrazione

di Alessandra Ciattini

Relazione alla Conferenza dei lavoratori e delle lavoratrici comuniste tenutasi il 19 giugno 2021. Come viene narrata questa crisi sociale ed economica dalla classe dominante? Naturalmente si fa di tutto per sopire ogni forma di dissenso

4d7472c90eaf5c45d2964c8bb195b162 books 474x330Prima di toccare il tema vorrei fare una breve premessa teorica, mettendo insieme alcune riflessioni di Lenin e di Gramsci [1], che sono in sintonia con i vari dati statistici disponibili [2]. Direi che ci troviamo di fronte a una crisi organica o crisi di autorità, i cui caratteri sono sommariamente:

1. impossibilità per le classi dominanti di conservare il dominio senza modificarne la forma, necessità di riavviare una ristrutturazione, tenendo presente che il capitalismo è un sistema a equilibrio instabile caratterizzato da dinamismi e capacità di rinnovarsi;

2. aggravamento dell’angustia e della miseria delle classi oppresse, che possono incunearsi in questa crisi delle classi dominanti a loro vantaggio;

3. crisi di egemonia delle classi dominanti dimostrata statisticamente dalla sfiducia delle classi oppresse nei confronti delle istituzioni (in America latina è bassissima, il Italia complessivamente il 14,6% mostra fiducia nelle istituzioni, tuttavia Mattarella sembra essere amato almeno dal 55% con un leggero calo). Altro elemento importante è la separazione delle masse dai propri partiti, nel caso dell’Italia inesistenza di questi partiti. La crisi pandemica non ha fatto altro che squadernare dinanzi agli occhi di tutti i privilegi di alcuni, le disuguaglianze, le ingiustizie inerenti al sistema capitalistico, di qui l’idea che essa potrebbe avere esiti rivoluzionari, idea tutta da discutere.


Leggi tutto

Ascanio Bernardeschi: Aspetti economici della crisi attuale del capitalismo

la citta
              futura

Aspetti economici della crisi attuale del capitalismo

di Ascanio Bernardeschi

Prima parte della relazione sugli aspetti economici dell’attuale crisi del capitalismo presentata alla Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti del 19 giugno scorso. In questa parte si analizzano di dati statistici per ricavarne l’indicazione che la crisi non è prodotta dalla pandemia ma dalle tendenze dell’accumulazione capitalistica

66e356113e5c1129f26a7eaa3ebbd45c XLPer avere un’idea dell’attuale crisi del capitalismo e del suo carattere sistemico è necessario guardare ai dati di lungo periodo. La sola informazione statistica sui cambiamenti di breve o brevissimo periodo può infatti distogliere l’attenzione dalle radici di una crisi che non nasce durante l’attuale pandemia e nemmeno nel 2007-2008, in occasione della crisi dei subprime scoppiata alla negli Stati Uniti e che ha investito tutto il mondo occidentale, ma compare molti anni prima e ha a che vedere con le tendenze dell’accumulazione capitalistica.

Con ciò non si nega che il Covid-19 abbia inferto un eccezionale accelerata alla crisi, ma occorre tenere presente che il corpo in cui si è abbattuta la la pandemia era già malato. E occorre avere chiaro quale fosse questa malattia.

Fra il 1950 e il 1973 le economie sviluppate crebbero, tra gli alti e bassi tipici del ciclo economico, a un ritmo medio del 5% annuo, cioè il doppio del periodo che andava dal 1870 all’inizio del primo conflitto mondiale. Tale crescita era stata trainata principalmente dagli investimenti in capitale fisso (+5,5% annuo). Ciò stava a significare che il rapporto fra il capitale fisso e il lavoro andava crescendo fino ad approssimare la marxiana composizione organica del capitale.

Per spiegare questa poderosa crescita non va sottovalutato il suo carattere imperialistico in quanto si concentrò in un’area ristretta del globo terrestre a scapito dei paesi del terzo mondo.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: "Conversando sul lavoro - I limiti dello smartworking"

bollettinoculturale

"Conversando sul lavoro - I limiti dello smartworking"

di Bollettino Culturale

Presentazione dell'incontro sul libro di Savino Balzano "Contro lo smartworking"

324hduuNel Capitale Marx analizza il settore dell'“industria domestica” che, non avendo più nulla in comune con l'antico artigianato, è diventato un “reparto esterno della fabbrica, della manifattura o del grande magazzino”, disperso nelle campagne e nelle città, e collegata da “fili invisibili” al capitale. Assumendo le differenze storiche e tecnologiche tra il settore nel periodo in cui scrive l'autore tedesco e quello attuale, è rilevante notare come le conseguenze di questo tipo di lavoro per il lavoratore fossero evidenti e possono aiutare l'analisi del lavoro a distanza:

“Lo sfruttamento di forze lavoro immature e a buon mercato assume aspetti più sfrontati nella moderna manifattura che nella vera e propria fabbrica, perché la base tecnica qui esistente, — sostituzione della forza muscolare con macchine e semplificazione del lavoro —, là manca in gran parte e, nello stesso tempo, il corpo femminile o ancora immaturo è lasciato senza il minimo scrupolo in balia degli influssi di sostanze venefiche ecc.; ed è più sfrontato nel cosiddetto lavoro a domicilio che nella manifattura, perché la capacità di resistenza degli operai diminuisce con la loro dispersione, perché tutta una serie di parassiti e predoni si inserisce fra il vero e proprio datore di lavoro e l’operaio, perché il lavoro a domicilio lotta dovunque con l’azienda meccanizzata o almeno manifatturiera nello stesso ramo di produzione, perché la miseria deruba l’operaio delle condizioni di lavoro più necessarie, lo spazio, la luce, la ventilazione ecc., perché l’irregolarità di occupazione aumenta, e infine perché, in questi ultimi rifugi di coloro che la grande industria e la grande agricoltura hanno reso «superflui», la concorrenza nel lavoro raggiunge necessariamente il massimo.”


Leggi tutto

Anna Stefi: Scuola: dislessia, autismo e bullismo

doppiozero

Scuola: dislessia, autismo e bullismo

Una conversazione con Michele Zappella

di Anna Stefi

9788807091506 0 0 503 75Dopo aver ascoltato Pietropolli Charmet e il suo sguardo rivolto all’adolescenza, mi è sembrata un’occasione preziosa quella di poter rivolgere le mie domande a Michele Zappella, uno dei massimi esperti e studiosi di neuropsichiatria infantile, in prima linea, negli anni Sessanta (è nato nel 1936), per l’abolizione delle classi differenziali. Ha lavorato a Londra, negli Stati Uniti e in diversi istituti psichiatrici italiani, prima di diventare primario del reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Generale di Siena, incarico ricoperto per più di trent’anni. Continua a visitare bambini, a occuparsi di integrazione e proposte terapeutico-educative, e la sua voce sull’autismo è tra le più autorevoli del panorama contemporaneo. Tra i suoi libri vanno almeno citati: Il pesce bambino. Come la società degli adulti deve riapprendere ad ascoltare il bambino (Feltrinelli, 1977); Non vedo, non sento, non parlo. Autismo infantile: come i genitori possono guarire da soli i propri figli (Mondadori, 1984); (con Dario Ianes), Facciamo il punto su l'autismo (Erickson, 2009); (con Giuseppe De Luca), L'alba dell'integrazione scolastica (Carocci, 2013).

Lo raggiungo in Skype e mi accoglie canticchiando una musichetta: lo scrive anche nelle pagine del suo libro, il viso di Ludovico, che non ha mai parlato, si illumina quando ascolta versi e note prese dal Flauto Magico provenire dalle labbra di quel dottore che si fa chiamare Zio Michele.


Leggi tutto

Jonathan Cook: Il terrore nel cuore della notte

comuneinfo

Il terrore nel cuore della notte

di Jonathan Cook

raid hebronSi sfonda la porta tra mezzanotte e le cinque del mattino e si fa irruzione con le armi spianate e, generalmente, il volto coperto terrorizzando chiunque sia in casa anche se non è sospettato di aver commesso alcun reato: bambini, genitori, anziani. Poi li si fotografa, ognuno con il pigiama e il passaporto in mano. La sistematica pratica di Intel Mapping dei soldati israeliani è un elemento fondante della politica di sorveglianza, controllo e persecuzione dei palestinesi ed è assai nota e documentata (qui sotto trovate un paio di video). Secondo dati raccolti dall’Onu, l’esercito ha effettuato circa 6.400 “operazioni di ricerca o di arresto” solo nel 2017 e nel 2018. Nei giorni scorsi, pare su pressioni dei tribunali, è stato però annunciato che la “mappatura” cesserà, salvo non vi siano “circostanze eccezionali”, una scappatoia facilmente sfruttabile, tanto che Jonathan Cook, prestigioso giornalista britannico da vent’anni residente a Nazareth, sostiene, che le invasioni domestiche nel cuore della notte non cesseranno affatto ma diveranno più segrete. Servono ad addestrare i giovani soldati in un ambiente sicuro. Li abitua al crimine di guerra e azzera il loro senso di moralità, già scarso dopo anni di esposizione a un sistema scolastico improntato al razzismo anti-palestinese. Terrorizzare quella gente che li odia, anche i bambini, diventa routine. Una modalità di guerra psicologica che serve a incutere terrore: l’esercito è ovunque, opporsi è inutile, anzi controproducente. Le donne si sentiranno umiliate, violate e insicure perfino in casa, gli uomini soffriranno del trauma associato all’incapacità di proteggere mogli e figli.


Leggi tutto

Anna Curcio: Sulla centralità della riproduzione

machina

Sulla centralità della riproduzione

di Anna Curcio

0e99dc
                3bb54b893e2e4a2692f2ab00d2a18ca9mv2Una delle ipotesi di fondo dell’interpretazione della realtà capitalistica contemporanea di Romano Alquati è la centralità della riproduzione, intesa come «riproduzione della capacità-umana-vivente». A questa ipotesi Alquati ha dedicato il suo ultimo libro, finora rimasto inedito e adesso pubblicato da DeriveApprodi: Sulla riproduzione della capacità umana vivente. L’industrializzazione della soggettività. Il testo di Anna Curcio che qui proponiamo, pubblicato nel volume Un cane in chiesa. Militanza, categorie e conricerca di Romano Alquati (a cura di F. Bedani e F. Ioannilli, collana Input di DeriveApprodi), si offre come un’utile guida di lettura e interpretazione per orientarsi nella complessità del «modellone» alquatiano. In questo contesto, l’autrice si sofferma sulle differenze rispetto al dibattito femminista: se le femministe guardano alla riproduzione della forza lavoro compresa degli aspetti cognitivi e affettivi indispensabili per il lavoro, Alquati allarga lo sguardo sulla riproduzione di ciò che, semplificando, potremmo indicare come capacità-umana ad agire per incrementare capitale. 

* * * * 

Una delle ipotesi di fondo dell’interpretazione della realtà capitalistica contemporanea di Romano Alquati è la centralità, nel senso più preciso di «baricentralità», della riproduzione. Attraverso la lettura dell’inedito Sulla riproduzione della capacità-umana-vivente oggi[1] (che contribuisce a definire l’analisi della società «iperindustriale») vorrei entrare nel merito delle categorie proposte, provando a districare un testo complesso che ha il grosso merito di anticipare molte delle trasformazioni produttive e riproduttive che stiamo vivendo[2]


Leggi tutto

Andrea Cengia: Recensione a “La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione”

thomasproject

Recensione a “La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione”

di Andrea Cengia

demichelis bartolini vitalucidaIl dialogo tra Paolo Bartolini (analista filosofo) e Lelio Demichelis (sociologo dell’economia), uscito nel mese di maggio 2021 per la collana Dissidenze di Jaca Book (La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione, Milano, 2021) – di Andrea Cengia), si propone il compito di affrontare i temi delle relazioni esistenti tra i concetti di potere, pandemia e liberazione. Si tratta di un testo assai utile per coloro che vogliano osservare il nostro presente, provando a discuterne alcuni scorci significativi. Uno dei meriti del lavoro di Bartolini e Demichelis consiste propriamente nella forma di discussione poiché questa scelta, probabilmente, immagina una tipologia particolare di lettore. Quest’ultimo, immergendosi in una esposizione molto lineare e fluida, può avvicinarsi a temi di portata teorica, politica e sociale, proprio grazie all’intreccio del ‘botta e risposta’ dei due autori.

Uno dei punti di attacco del discorso riguarda il tema della pandemia. Lelio Demichelis sostiene che la pandemia-sindemia è stata «un acceleratore di processi morbosi» che si innestano sulle «molteplici fragilità dell’uomo» (p. 12). Ed è a partire da questa fragilità che Demichelis (che ha già condotto lavori sul tema della condizione antropologico-sociale contemporanea ne La grande alienazione (Demichelis 2018) cerca di leggere la situazione pandemica «come possibilità» (p.12). Ciò che è rilevante è chiedersi cosa significhi e come si delinei questa possibilità. È chiaro che quest’ultima si configura come rottura rispetto agli assetti sociali già consolidati. Qui il discorso diventa molto interessante in quanto inserisce il tema della pandemia nella sua cornice socio-economica di riferimento.


Leggi tutto

Elisabetta Teghil: L’illegalità delle lotte fonte del diritto

Coordinamenta2

L’illegalità delle lotte fonte del diritto

di Elisabetta Teghil

corpo e
            mente”Le leggi, il diritto e l’ordine sono fondamentalmente contro di noi anche se, combattendo duramente, abbiamo strappato due o tre diritti che, comunque, dobbiamo difendere continuando a lottare. La lotta radicale femminista e l’obbedienza alle leggi sono due cose che fanno a pugni fra loro.”
Rote Zora

Tutti i giorni muoiono persone sul lavoro, è uno stillicidio, ma a meno che non sia la notizia di un’operaia di 22 anni dilaniata da una macchina tessitrice che produce una particolare impressione per un giorno e via, le altre morti vengono vissute dalla gente come routine. Continuamente ci sono donne stuprate o ammazzate da mariti, fidanzati, amanti, ex, padri, figli, conoscenti, famiglia, amici ma è diventata routine anche questa. Tutti i giorni muoiono persone di miseria, fra poco ci sarà un’ondata di licenziamenti da paura dato che l’ultimo ddl Draghi ha decretato la definitiva eliminazione del blocco in due date indifferibili, 30 giugno e 30 ottobre, ma sarà routine. C’è nella popolazione un’assuefazione al male che non è indifferenza, è rassegnazione, una rassegnazione che comporta l’incapacità di indignarsi e di cercare quindi la ragione di quello che succede.

Una cosa però è certa. Questa è una società che si pavoneggia per l’attenzione ai diritti: sicurezza sul lavoro, leggi sempre più severe, legislazione di tutela per le donne, sbandieramento di attenzione nei loro confronti, sbandieramento dei diritti delle minoranze e delle diversità sessuali, parole a iosa sulle tutele riguardanti immigrati e immigrate… pace, giustizia, democrazia…


Leggi tutto

Alice Dal Gobbo: La transizione ecologica tra comando del capitale, erosione del soggetto e nuovi antagonismi

effimera

La transizione ecologica tra comando del capitale, erosione del soggetto e nuovi antagonismi

di Alice Dal Gobbo

32950475534 59cc9c53e1 e1508975768841La “transizione ecologica” ha improvvisamente acquisito una centralità inaudita nell’ambito della politica istituzionale italiana. Essa si configura principalmente come un nuovo campo di ripresa economica, guidata dalla retorica della crescita e dello sviluppo, in un percorso simultaneamente di rottura e continuità con la governamentalità ambientale degli scorsi decenni. Da un lato, infatti, riconferma quel modello su cui già si è largamente ragionato, per cui la crisi ecologica e il danno ambientale smettono di essere limiti all’accumulazione di capitale, divenendo invece nuove occasioni di profitto e investimento, in breve nuovo spazio e motore di accumulazione. Dall’altro lato, questo campo di valorizzazione ecologica assume un ruolo particolarmente centrale nella risposta oserei dire disperata ad una crisi sistemica senza precedenti esacerbata dalla pandemia Covid-19.

La “transizione verde” è, di fronte al collasso generalizzato del sistema-mondo e dell’ecologia-mondo tardo capitalisti, non soltanto lo spazio per la ricerca di nuove “opportunità” per un’economia ormai languente: è il luogo e il tempo dell’assalto ultimo al vivente ancora irriducibile alle logiche del valore, il tentativo profondo di convertire tutto il mondo – organico e non – alla logica ad esso estranea della produzione e dello scarto, oblio finale dei limiti e della cocciuta forza della materia nel sottrarsi ai disegni del capitale.


Leggi tutto

la citta
                futura

I fantasmi del G7

di Ascanio Bernardeschi

Nel G7 dei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno premuto per boicottare sul piano economico e contrastare sul piano militare Russia e Cina. Sul primo tavolo, l’economico, hanno poche carte da giocare, per questo è serio il rischio che giochino sul secondo

d8b3473baaa346e3571b5bc4f43b0968 XL“I giorni in cui le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di paesi sono finiti da molto. Noi crediamo che i paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra paesi” (Xi Jinping, 15 giugno 2021).

Con questa dichiarazione il presidente cinese commentava gli esiti del G7 di pochi giorni fa in Cornovaglia. Per comprendere se ci siano ragioni obiettive per una dichiarazione di implicita condanna, occorre esaminare le conclusioni del vertice e il contesto dei rapporti internazionali. 

Ma prima una premessa: chi scrive ammette di non avere certezze sulla prospettiva del sistema economico e sociale della Cina. L’apertura al capitale, compreso quello transnazionale, è stata per questa nazione una necessità, per far uscire dalla miseria un miliardo di persone e per diventare una potenza economica che sta sorpassando (e ha già sorpassato in termini di potere d’acquisto) quella statunitense. Tuttavia tale apertura ha determinato la presenza di un ceto borghese molto ricco e l’ampliamento delle diseguaglianze. Non è facile prevedere il ruolo politico che potrà assumere in futuro questa nuova borghesia, anche se al momento il ruolo del Partito Comunista Cinese nella società e dello Stato, ancora proprietario di settori economici strategici e del sistema bancario, vengono proclamati come saldi; altrettanto la pianificazione dell’economia, con risultati indiscutibili.


 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Loretta Bolgan: Sono così necessari i vaccini?

2021-04-03 Hits 33386

2021-04-06 Hits 2372

2021-04-30 Hits 2310

2021-04-06 Hits 2035

2021-04-21 Hits 1843

2021-06-22 Hits 1782

2021-05-13 Hits 1747

2021-04-22 Hits 1735

tonino

unread,
Jul 4, 2021, 11:18:11 AM7/4/21
to sante gorini

“Speciale”! L’essenza, per le fondamenta

cumpanis

“Speciale”! L’essenza, per le fondamenta

A giorni su "Cumpanis"!

Progetto politico-editoriale di Fosco Giannini e Alessandro Testa. Interviste a cura di Alessandro Testa

Immagine per il lancio dello Speciale 696x518Quadro internazionale e pericoli di guerra; imperialismo/antimperialismo dopo la caduta dell’URSS; crisi del movimento comunista in Italia; percorsi per l’unità dei comunisti e delle comuniste. “Cumpanis” interroga i dirigenti, gli intellettuali, gli economisti, i filosofi comunisti, marxisti italiani per contribuire a una prima “accumulazione intellettuale originaria” da investire per il grande compito che la fase oggettivamente richiede: ricostruire un partito comunista nel nostro Paese all’altezza dei tempi e dell’odierno scontro di classe, un partito di quadri con una linea di massa.

Senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario. Non si insisterà mai troppo su questo concetto in un periodo in cui la predicazione opportunistica venuta di moda è accompagnata dall’esaltazione delle forme più anguste di azione pratica”. Lenin, 1902, Che fare.

La prima parte di questa affermazione di Lenin è tanto nota da essere divenuta una sorta di litania tra i militanti comunisti: litania, certo, ma mai “prassi teoretica” da parte dei gruppi dirigenti comunisti italiani successivi alla lunga “cronaca annunciata” del suicidio del PCI.

Mai questa litania si è concretizzata nell’impegno a sciogliere i grumi teorici che la storia del dissolvimento e depauperamento del movimento comunista italiano – che tra il lungo processo di socialdemocratizzazione del PCI e questi ultimi, “nostri”, tre decenni è giunta al mezzo secolo di azione attiva nefasta – è andata moltiplicando.


Leggi tutto

Michael Roberts: Lo spauracchio dell’inflazione sulla “prossima crisi globale”

contropiano2

Lo spauracchio dell’inflazione sulla “prossima crisi globale”

di Michael Roberts*

wall
            street121L’inflazione dei prezzi di beni e servizi è una buona o cattiva notizia a seconda del vostro rapporto con i mezzi di produzione. Per il lavoro, che non possiede i mezzi di produzione e si guadagna da vivere solo vendendo la sua forza lavoro, l’inflazione non è una buona notizia, perché divora i redditi reali aumentando i prezzi dei beni di prima necessità.

Attualmente, mentre le maggiori economie si affacciano fuori dal crollo pandemico, i datori di lavoro sempre più si lamentano di non riuscire a far tornare i lavoratori ai loro posti mal pagati, soprattutto nei servizi. Sono costretti ad alzare i salari per attirare persone in posti di lavoro poco soddisfacenti, senza sindacati, senza indennità di malattia, o ferie, etc.

La prospettiva di salari più alti suona come una buona notizia per le fasce di lavoratori che in precedenza godevano un salario minimo, o addirittura inferiore. Ma i salari più alti sono un’illusione monetaria se allo stesso tempo i prezzi del cibo e di altri beni di prima necessità cominciano a salire bruscamente.

E questo sta succedendo. Il tasso ufficiale d’inflazione degli Stati Uniti ha raggiunto il 5% anno su anno a maggio. Questa è il dato più alto dall’agosto del 2008. Stessa storia nel Regno Unito e in Europa. Anche se il livello di inflazione è solo del 2% circa all’anno, lì questo tasso è comunque il più alto da oltre sette anni.


Leggi tutto

Paolo Bartolini e Lelio Demichelis: È lucida quella vita che sa rifiutare la sua artificializzazione via rete

exagere

È lucida quella vita che sa rifiutare la sua artificializzazione via rete

Federica Biolzi si confronta con Paolo Bartolini e Lelio Demichelis

Paolo Bartolini, Lelio Demichelis: La Vita Lucida, Un dialogo su potere, pandemia e liberazione - Jaca Book Edizioni, 2021

Foto
              18una vitaPaolo Bartolini, analista filosofo, formatore e saggista e Lelio Demichelis, che insegna Sociologia economica all’Università degli Studi dell’Insubria, ci propongono con La Vita Lucida, Un dialogo su potere, pandemia e liberazione (Edizioni Jaca Book), un’interessante e approfondita analisi sulla lungi-miranza, passione e poesia che dovrebbero guidarci per far fronte a questi momenti di difficoltà dovuti, non ultimo, alla pandemia. Per la nostra rivista, ne è nato uno stimolante confronto che vi proponiamo.

* * * *

Il vostro è un libro che fa riflettere. Di fronte all’accelerata impressa dalla pandemia a problematiche già presenti è un invito a restare lucidi. Cosa significa esattamente?

L.D.: Una vita lucida è quella capace di ragione (che non è la razionalità strumentale che riduce tutto a calcolo e a profitto in cui viviamo) e di responsabilità e di cura (verso gli altri e verso l’Altro, verso la biosfera e le future generazioni, oltre che verso se stessi come esseri molteplici e complessi); lucida perché capace di immaginazione e di progettazione e – per quanto possibile – di lungi-miranza, e poi di passione e di poesia, di saggezza e di gentilezza – tutto il contrario di ciò che ci impone il tecno-capitalismo. Lucida è quella vita che è consapevole delle scelte che vuole compiere e che non segue conformisticamente la massa, oggi digitale.


Leggi tutto

Antonio Lettieri: I fallimenti dell'eurozona

e l

I fallimenti dell'eurozona

di Antonio Lettieri

Quello che è accaduto, e continua ad accadere, in Europa e in particolare nell'Eurozona è strano, incredibile e, per molti versi, irragionevole. Gli errori nella lotta alla pandemia sono solo gli ultimi di una lunga serie: nell'ultimo decennio, l'area dell'euro ha registrato la crescita più bassa e il livello medio più elevato di disoccupazione nel mondo sviluppato, insieme alla crescente disuguaglianza e povertà. Cos'altro serve per decidere un cambiamento radicale?

Tra le sfortunate caratteristiche della pandemia causata dal coronavirus, vi è la sua natura egualitaria. Ha colpito tutti in continenti, e soprattutto i più disagiati ne stanno maggiormente soffrendo come nel caso di molti  paesi africani e sudamericani. Gli effetti non sono stati tuttavia eguali non solo tra paesi con diversa collocazione nel mondo ma nemmeno tra i paesi del Nord del pianeta, generalmente più dotati di possibilità di reazione.

Il caso considerato esemplare è stato inizialmente quello della Cina che si è mostrata in grado di porre sotto controllo la pandemia nel giro dei primi mesi dell'anno in cui comparve. Ma non è stato un caso isolato.


Leggi tutto

Sergio Dalmasso: Amadeo Bordiga: Una presentazione, il fascismo e la guerra

citystrike

Amadeo Bordiga: Una presentazione, il fascismo e la guerra

A cura di Sergio Dalmasso

Pietro BASSO, Amadeo Bordiga. Una presentazione, Milano, Punto rosso, 2021, pp.158

Giorgio AMICO, Bordiga, il fascismo e la guerra, Bolsena, Massari ed., 2021, pp. 240

A partire dagli anni ’60, in particolare dalla monumentale Storia del PCI di Paolo Spriano, è ormai patrimonio comune il fatto che sia stato Amadeo Bordiga (e non la coppia Gramsci-Togliatti) il vero fondatore del PCd’I, a Livorno, nel 1921.

Sulla sua figura, dopo silenzi e calunnie durati decenni a cui replicavano le analisi iper minoritarie della Sinistra comunista o l’interessante e del tutto “controcorrente” Storia del PCI di Giorgio Galli e Fulvio Bellini, l’interesse è tornato, a fine anni ’50, per merito della pionieristica “Rivista storica del socialismo”, con gli studi di Stefano Merli sulle origini della direzione gramsciana del partito e di Luigi Cortesi e Andreina De Clementi su Bordiga stesso (cfr. Rosa ALCARA, La formazione e i primi anni del Partito comunista italiano nella storiografia marxista, Milano, Jaca book, 1970).


Leggi tutto

I Diavoli: “Liberi di obbedire”

idiavoli

“Liberi di obbedire”

di I Diavoli

L’ultimo saggio di Johann Chapoutot, “Nazismo e management – Liberi di obbedire”, ci racconta come una determinata concezione dell’organizzazione sociale e del lavoro dominante oggi, basata sulla fine del conflitto tra capitale e lavoro, prenda piede e si diffonda durante il Terzo Reich

Nazismo e management potrebbe essere un corso di studi insegnato all’Università da Jack Gladney, il professore di Studi Hitleriani protagonista di quel capolavoro paranoico che è Rumore Bianco di Don De Lillo. O potrebbe essere uno spin off dell’ucronia visionaria La svastica sul sole di Philip K. Dick, che immagina un mondo dove in nazisti hanno vinto la Seconda guerra mondiale. Invece, e purtroppo, è un serissimo saggio dello storico francese Johann Chapoutot, appena pubblicato per Einaudi.

Nazismo e management – Liberi di obbedire (Johann Chapoutot, Einaudi 2021, pp. 128) nelle parole dell’autore, non vuole «affermare che il management ha origini naziste […] e neppure che è intrinsecamente criminale», ma raccontare invece come una determinata concezione dell’organizzazione sociale e del lavoro dominante oggi, basata sulla fine del conflitto tra capitale e lavoro, prenda piede e si diffonda, grazie a un’enorme produzione teorica e una rigida messa in pratica, proprio durante il Terzo Reich.


Leggi tutto

Dante Barontini: “Non c’è trippa per gatti”, dice la UE

contropiano2

“Non c’è trippa per gatti”, dice la UE

di Dante Barontini

L’ansia dell’establishment italo-europeo per il prossimo futuro è ben sintetizzato, oggi, da due interviste diverse che appaiono contemporaneamente sul foglio ufficiale del potere: Repubblica, quotidiano della famiglia Agnelli e quindi certo non classificabile come “sinistra”.

La principale vede protagonista Paolo Gentiloni, ex presidente del consiglio dopo il crack referendario di Matteo Renzi nel 2016 ed ora commissario europeo alle questioni economiche.

Cuore del ragionamento è ovviamente il Pnrr, ossia il “piano” italiano per ottenere e spendere i fondi del Recovery Fund. Su questo “piano” esistono diverse narrazioni fantastiche, tutte accomunate – alcune per cattiva intenzione, altre per clamorosa ingenuità – dal dipingere quelle cifre come “libere da vincoli”, ma da spendere con accortezza e razionalità.


Leggi tutto

Sergio Bologna: Operaismo e composizione di classe

machina

Operaismo e composizione di classe

di Sergio Bologna

0e99dc
                    076efc4942a94af687fe6edc5d2de251mv2Il concetto di composizione di classe è l’architrave della rivoluzione copernicana operaista, uno dei principali punti di rottura con la tradizione marxista e le sue ossificazioni. Attraverso questo concetto si infrange l’icona universale della classe operaia, mitologia disincarnata funzionale alle esigenze del socialismo reale, per comprendere materialmente il suo essere parziale, con le sue contraddizioni, differenze, gerarchie interne. Questo testo di Sergio Bologna, tra le figure principali nell’elaborazione di questo concetto e delle sue trasformazioni, è decisivo per comprendere origine, significato e attualità di tale categoria, del rapporto tra composizione tecnica e composizione politica. Frutto di una lezione tenuta nel 2012 all’interno di un ciclo seminariale a Bologna di Commonware-UniNomade, il testo è stato pubblicato l’anno successivo nel volume Genealogie del futuro. Sette lezioni per sovvertire il presente (a cura di G. Roggero e A. Zanini, ombre corte). L’input metodologico con cui Bologna conclude, «guardate che prima di parlare dovete veramente conoscere tante cose», è la bussola per la formazione politica e militante. 

Per ulteriori approfondimenti, consigliamo i volumi della Biblioteca dell’operaismo (https://www.deriveapprodi.com/edizioni/catalogo/collane/biblioteca-delloperaismo/) e L’operaismo politico italiano (collana Input di DeriveApprodi, 2019); inoltre, per analizzare gli sviluppi del concetto di composizione di classe nel percorso di Sergio Bologna, è utile la lettura di Ceti medi senza futuro? (DeriveApprodi, 2007). 


Leggi tutto

Vincenzo Grasso: Le utopie del futuro

kabulmagazine

Le utopie del futuro

Pratiche immaginative per il mondo a venire

di Vincenzo Grasso

Lucas Cranach il Vecchio Letà delloro 1530 circa
                  Galleria Nazionale di Oslo 1536x1101Abbiamo bisogno di nuove utopie davanti agli scenari della catastrofe? È probabile che sia così, se la produzione letteraria e filosofica degli ultimi dieci anni, da quando l’incombere del cambiamento climatico si è inasprito, ha scandagliato fino in fondo le trame della distopia. Gli scenari catastrofici sono ottimi strumenti di analisi del presente, ma al contempo anche strategie narrative impiegate dagli attori dell’Antropocene per incutere timore e per fare spazio a chi dispone di soluzioni pronte da offrire, così da farsi riconoscere come salvatore nella crisi.

Speculum! è un progetto di divulgazione filosofica a cura di: Alessandro Y. Longo, Marco Mattei, Vincenzo Grasso. Nel 2020, è andato in onda su Decamerette. Nel 2021 nasce “Filosofia dal Futuro”, una newsletter che indaga le intersezioni tra filosofia e Futuro.

Puoi iscriverti alla newsletter di Speculum! a questo link: https://speculum.substack.com/subscribe

 

Utopia come rovesciamento del presente 

L’etimo della parola “utopia” si presta a due interpretazioni, che al contempo sembrano trovare una comune declinazione: da un lato il luogo buono, mentre dall’altro il non-luogo, il luogo che non c’è. Dal titolo di More intendiamo che l’orizzonte che l’autore ci staglia davanti è proprio quello di un luogo sia buono che inesistente.


Leggi tutto

Il Pedante: Digitocrazia e palazzismo

ilpedante

Digitocrazia e palazzismo

di Il Pedante

modelliLa tecnocrazia, recita asciuttamente l'Enciclopedia Garzanti, è un «sistema politico fondato sulla gestione del potere da parte degli esperti e dei tecnici delle varie discipline». A ben vedere è un concetto acefalo, un calembour autologico dove gli strumenti (la tecnica, i tecnici) di un'attività (κράτος, il potere) diventano di quest'ultima gli autori e finiscono così per rappresentarla senza un soggetto, dadaisticamente appesa a se stessa. La tecnocrazia è uno sterzo che guida, una scarpa che corre, ultimamente una scienza che parla. È la misera licenza della miseria progressista, di un cammino (gressŭs) che si dice proiettato in avanti (pro) senza però darsi la pena di distinguere il davanti dal dietro, l'alto dal basso, la tecnica di Hiroshima da quella di Fleming.

Gli inganni del governo tecnico si rivelano nei sottintesi che tacciono. Siccome non può darsi un atto senza un autore, chi finge che spetti al pilota decidere la meta del viaggio promuove da un lato la finzione corollaria e quadratica del «pilota automatico» (cit. Mario Draghi, 2013) e da lì governo degli algoritmi in cui l'umano è obsoleto, dall'altro consegue l'unico obiettivo plausibile di nascondere le umanissime dita che tirano i fili del timone «intelligente». Il tecnocrate è letteralmente il Turco, il robot scacchista creato nel Settecento da Wolfgang von Kempelen per stupire un pubblico così ottusamente fiducioso nei prodigi della tecnica da non sospettare che le braccia dell'automa erano in realtà mosse da un giocatore in carne ossa alloggiato al suo interno, sotto uno strato di ingranaggi messi a casaccio. Da allora non è cambiato davvero nulla, sennonché oggi la scacchiera è il mondo, le pedine i suoi popoli.


Leggi tutto

Paolo Cacciari: Le leggi della fisica e la crescita impossibile

volerelaluna

Le leggi della fisica e la crescita impossibile

di Paolo Cacciari

Due fisici (il primo è senior professor presso la facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino, il secondo ha insegnato Fisica Tecnica Ambientale al Politecnico di Milano) si rivolgono, uno, ai decisori politici (Angelo Tartaglia, Clima, lettera di un fisico alla politica, Edizioni Gruppo Abele, 2021), l’altro agli insegnati (Federico M. Butera, Affrontare la complessità. Per governare la transizione ecologica, Edizioni Ambiente, 2021), ma potrebbero invertirsi i compiti e gli argomenti non cambierebbero di molto. Come dire: il problema va affrontato sia dal basso che dall’alto, alla base della formazione culturale e scientifica delle persone, come ai vertici del potere. La sfida sarà vinta, probabilmente, quando avremo un ecologo al ministero dell’ecologia e l’ecologia in cattedra nelle scuole. Il tema è il rapporto tra attività antropiche e mondo fisico, a partire dai cambiamenti climatici, ma non solo.

Il lavoro di Tartaglia è un agile, ironico e tagliente pamphlet, quello di Butera è un ponderoso compendio di storia della natura pensato per gli educatori che devono introdurre l’insegnamento obbligatorio dell’educazione ambientale fin dalla scuola primaria, voluto dall’ex ministro Lorenzo Fioramonti.


Leggi tutto

Carlo Clericetti: Le gambe del governo Draghi

micromega

Le gambe del governo Draghi

di Carlo Clericetti

“Le idee camminano sulle gambe degli uomini”, diceva Pietro Nenni. Su quali gambe camminano le idee del governo Draghi? La domanda è particolarmente attuale perché è in corso una polemica nata dopo le ultime designazioni di alcuni economisti nel dipartimento della presidenza del Consiglio che ha il compito di valutare l’attuazione del Pnrr, il piano da 230 miliardi che dovrebbe cambiare la faccia dell’Italia nei prossimi sei anni. Non una cosetta, insomma.

Circa 150 accademici, prevalentemente economisti, hanno pubblicato su Domani una presa di posizione molto critica su queste scelte. Non solo, dicono, sono quasi assenti le donne e non ci sono personalità del Mezzogiorno, ma soprattutto l’orientamento teorico dei designati è univoco: appartengono tutti alla corrente di pensiero comunemente definita “neoliberista” (o quasi: Marco Percoco, dice chi lo conosce, non ha quell’orientamento). Gente che ha una vera e propria fede nel fatto che i mercati possano risolvere qualsiasi problema e che l’intervento dello Stato sia inutile e quasi sempre addirittura dannoso.


Leggi tutto

Anna Pulizzi: Fabbricanti di virus: non solo Covid

ilsimplicissimus

Fabbricanti di virus: non solo Covid

di Anna Pulizzi

In Ucraina ci sono 13 laboratori in cui si portano avanti ricerche avanzate di biomedicina. Ma che bello! Chissà, magari da lì un giorno verrà fuori qualche farmaco portentoso contro alcuni di quei malanni che rendono così dolorosa la vita di molti e così breve la giovinezza di tutti! Beh, a dire il vero questi centri di ricerca sono lì da oltre un decennio e ancora non hanno prodotto nulla di utile. Cioè, di preciso non si sa perché quel che vi si studia è un segreto e chi ci lavora non rilascia dichiarazioni in merito. Si sa però che il personale è perlopiù americano e legato alle grandi compagnie farmaceutiche ma stranamente non si trova sotto la direzione delle autorità sanitarie bensì del Pentagono, che gli addetti godono dell’immunità diplomatica pur non essendo dei diplomatici e che nessuno può effettuare controlli all’interno del centro, nemmeno il ministro della sanità ucraino, che fino a due anni fa era guarda caso un’americana (Ulyana Suprun, nell’ambiente soprannominata ‘dottoressa Morte’).


Leggi tutto

Francesco Corrado: Il vaccino per il covid19 ai minorenni? Cosa dice (veramente) la scienza

lantidiplomatico

Il vaccino per il covid19 ai minorenni? Cosa dice (veramente) la scienza

di Francesco Corrado

Dopo aver trattato del problema della mancanza di farmacovigilanza attiva e della vaccinazione per gli immuni passiamo al problema della vaccinazione anticovid19 per i bambini.

Per introdurre il lettore al tema riportiamo alcuni commenti di professionisti convocati dal senatore Siri nella sala Caduti di Nassiriya del Senato, per un confronto sulla vaccinazione anti covid19 in età pediatrica. Riporteremo solo due pareri: quello del matematico Maurizio Rainisio che si occupa di studi in materia medica e quello del pediatra Rocco Russo il quale è stato l’unico dei vari invitati a sostenere la validità di una vaccinazione generalizzata per i giovani. Con questa scelta ci limiteremo all’aspetto epidemiologico sorvolando su considerazioni mediche (attinenti agli affetti secondari) e giuridiche di cui, per motivi di spazio, non possiamo trattare in questa sede.

Il primo a parlare è Rainisio.

“Comincio con questa slide in cui si vede la mortalità da covid divisa per fasce di età e per sesso come da dati riportati dall’ISS (qui si parla di mortalità rispetto alla popolazione totale per fasce di età nda). Vediamo che nelle fasce più giovani fino a 60 anni la mortalità è quasi irrilevante. Aumenta improvvisamente da 60 fino a 90 anni per raggiungere dei valori veramente alti per i maschi sopra i 90 anni. Di questi ne sono morti veramente tanti, cioè 1 su 26 che è una cifra abbastanza spaventosa.

Quello che non spaventa per niente sono le cifre che riguardano i giovani. Se prendiamo le età da 0 a 19 anni, per tutta la durata dell’epidemia, abbiamo avuto 26 decessi su 10,5 milioni di soggetti cioè uno su 400.000. Ricordiamo: i maschi oltre i 90 anni hanno avuto una mortalità di 1 su 26 e le femmine oltre i 90 anni di 1 su 36. Questo serve per dire che appunto la mortalità tra i giovani è inesistente. Anche perché i bambini morti avevano già altri problemi di salute non erano bambini sani che sono morti da un giorno all’altro.

210088683 314794973677752 3415545764034242295 n

Questo si riflette pure sui dati di morbilità. L’ISS fornisce dati sui casi critici (terapie intensive) e severi (ospedalizzazioni). Ultimamente questi dati, rispetto ai giovani, sono diventati inaffidabili: da gennaio fino all’inizio di giugno questi numeri erano molto bassi tra i 4 per i bambini fino a 10 anni ed i 7 per i bambini tra i 10 ed i 19 anni. Nel senso che in questo periodo il numero di bambini ricoverati per covid era costantemente intorno a queste cifre. All’inizio di giugno queste cifre sono balzate in alto verso delle cifre che per me sono impossibili e penso che siano sbagliate. Ho interessato l’ISS di questo ma non ho avuto nessun riscontro.

Questo dato ci dice che non solo la mortalità ma anche la malattia in forma grave data dalla covid19 sia molto rara nei giovanissimi. Vediamo quindi quali potrebbero essere i rischi attribuiti al vaccino. Ebbene non si sa, la Pfizer ha arruolato 1000 ragazzi tra i 12 ed i 15 anni e 77 tra i 16 ed i 18 anni (nessuno di età inferiore!) , abbiamo dei numeri che sono troppo piccoli per poter valutare in qualsiasi modo la sicurezza del farmaco. Esempio: se avessimo degli affetti avversi gravi in un caso su 10.000, avendo come base di analisi un campione di 1000 la possibilità di vedere un evento avverso per due volte (che quindi provochi allarme) sarebbero dello 0,5%, quindi questi studi ci dicono che abbiamo una bassissima probabilità di vedere un’incidenza che sembra bassissima, ma che non lo è se la rapportiamo ai 10 milioni di bambini di cui parliamo.

Parlando del rapporto rischio beneficio che è il dato più importante, vediamo che il beneficio derivante potrebbe essere di risparmiare un decesso ogni 400.000 abitanti, mentre per quanto riguarda gli aventi avversi non siamo in grado di escludere eventi avversi infrequenti ma importanti come quelli che hanno una possibilità di 1 su 10.000 di accadere.

A questo aggiungo un editoriale del British Medical Journal che spiega che non vaccinare i bambini avrebbe effetti benefici. Infatti secondo il board la malattia, che per i giovani non è grave, darebbe loro un’immunità che durerebbe per tutta la vita e se in futuro dovessero contrarre la malattia essa sarebbe molto lieve. Le considerazioni di tipo etico e clinico le faranno gli altri.”

Dopo l’intervento di Rainisio viene invitato a parlare Rocco Russo che si occupa di vaccinazioni nell’ambito della Società Italiana Pediatria (11.000 pediatri) che ci travolgerà con la scientificità delle sue argomentazioni.

“Io devo dichiarare subito un conflitto di interessi (in suo onore chiariamo che è una battuta nda) in quanto sono vaccinato, ho fatto vaccinare i miei due figlioli e mia moglie. Questa è una scelta consapevole alla luce sia del momento storico che stiamo vivendo, noi viviamo una guerra caratterizzata da questa pandemia che sta mettendo in ginocchio i sistemi sanitari, non solo quello italiano, però visto che parliamo anche di numeri, noi sappiamo che è vero che i bambini non sono coinvolti in misura attiva e rilevante con complicanze nella malattia. Ma questo per noi, in questo momento storico, deve essere un’opportunità, che questo virus ci dà, per poter mettere in atto strategie vaccinali che possono anche essere utili a contenere la diffusione dello stesso virus e comunque ad evitare complicanze anche nella stessa fascia pediatrica. Visto che parlavamo di dati c’e uno studio di Nature in cui si sono analizzate 12.000 cartelle cliniche di soggetti al di sotto dei 18 anni ed hanno rilevato che la sintomatologia nella fascia pediatrica è diversa rispetto a quella degli adulti. Nel 17% dei casi i ragazzi finivano in terapie intensive e nel 4% avevano bisogno della ventilazione meccanica (questi dati sono smentiti da altri studi).

Il problema come società scientifica è la nostra strategia di essere in linea prima di tutto con quelle che sono le raccomandazioni ministeriali, con quelle che sono le indicazioni degli organi regolatori vigenti nel nostro paese come a livello europeo come l’EMA e la stessa AIFA. E questo penso che sia il primo punto da cui partire per portare avanti una strategia condivisa rispetto all’obbiettivo che è quello del contrasto alla pandemia.”

Russo continua con un altro paio di supercazzole sulla “guerra” al terribile morbo ma la scientificità delle sue affermazioni è quella che è. Negli interventi successivi i relatori mettono in chiaro che non sono stati effettuati alcuni tipi di studio sulla sicurezza dei vaccini che sono normalmente necessari, come gli studi sulle reazioni ad altri farmaci e per questo hanno declinato ogni responsabilità: la scelta è ricaduta tutta sul potere politico e la scienza, come la buona pratica medica è stata solo evitata.

Per chiudere useremo la dichiarazione fatta a La7 di Maddalena Loy della Rete nazionale scuola in presenza, che riunisce centinaia di comitati in tutto il paese:

“Siamo tutti assolutamente schierati per il rientro a scuola in presenza, abbiamo lottato contro le ingiustizie antiscientifiche che sono state commesse per tutto l’anno ed ora ci stiamo battendo contro questo delirio della vaccinazione a tappeto sui più giovani. Per più motivi: scientifici, etici e giuridici. Le ragioni scientifiche sono già specificate dall’ente vaccinale tedesco e da quello inglese che hanno raccomandato di non operare sui giovani perché non sono state fatte valutazioni sui rischi; e su una popolazione che rischia di morire da covid nello 0,0003% dei casi è impensabile somministrare, con costi per lo stato enormi, delle dosi di vaccini che non servono perché non proteggono, dato che i giovani sono immuni dal rischio di decesso. Infatti i 24 bambini morti in Italia avevano quasi tutti altre patologie.

E’ la prima volta nella storia che si chiede ad una fascia sociale di vaccinarsi non per proteggere se stessa ma per proteggere qualcun altro che è già vaccinato, e la cosa gravissima è che si sta facendo capire che questa vaccinazione è vincolante per il rientro in classe in presenza.”

Amen.


 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

2021-04-30 Hits 2323

2021-04-06 Hits 2053

2021-04-21 Hits 1870

2021-06-22 Hits 1855

2021-05-13 Hits 1764

2021-04-22 Hits 1755

2021-05-30 Hits 1706

2021-05-02 Hits 1534

Comitato per la salute: Noi e il nostro Covid

2021-05-04 Hits 1521

tonino

unread,
Jul 6, 2021, 6:17:03 AM7/6/21
to sante gorini

Mattia Cavani e Anna Soru: Lavori culturali senza rappresentanza?

officinaprimomaggio

Lavori culturali senza rappresentanza?

di Mattia Cavani e Anna Soru

PAT 13.Cavani Soru lavori culturali 1024x800Negli ultimi anni, complice l’esaurimento dei movimenti dei precari, è emerso un florilegio di pessimismi della ragione e della volontà riguardo le possibilità di mobilitazione dei lavoratori autonomi e “atipici” nei settori creativi e culturali. Mentre tenevano banco le discussioni sulla classe creativa di Richard Florida e la fine del lavoro di Jeremy Rifkin, la condizione di queste professioni continuava a peggiorare e, con l’esplosione dell’emergenza sanitaria, sono diventati molto evidenti problemi già presenti da decenni. Partendo dall’esperienza di Redacta (la sezione di Acta dedicata all’editoria libraria, di cui abbiamo scritto nel primo numero di Officina Primo Maggio) e da alcuni progetti affini a cui abbiamo partecipato nell’ultimo anno (Acta-media, dedicata a chi lavora nella comunicazione e nel giornalismo, e Art Workers Italia, che riunisce le professionalità dell’arte contemporanea), in questo articolo proveremo a tracciare quali sono le problematiche concrete che si incontrano nell’organizzare questi lavoratori e lavoratrici, un passo necessario per misurare le potenzialità di una rappresentanza in grado di emanciparne la condizione, anche oltre l’ottica emergenziale.

 

Luoghi di aggregazione 

Il primo passo è trovare questi lavoratori: non esiste un luogo fisico analogo alla fabbrica, dove se ne possono intercettare numerosi. Sono sparpagliati e spesso lavorano da remoto in città differenti. Ciononostante, continuano a proliferare forme di auto-organizzazione all’interno della stessa professione o del settore d’appartenenza. Grazie a un mix di relazioni personali e professionali, le prime aggregazioni si manifestano di solito sul territorio; per un successivo allargamento, sono via via più importanti siti dedicati, blog e social media. Questa è per esempio la modalità impiegata da Redacta e Acta-Media.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Derealizzazione, circo mediatico e verità

sinistra

Derealizzazione, circo mediatico e verità

di Salvatore Bravo

743987gisLa reificazione e l’atomocrazia nel capitalismo assoluto si struttura con un diffuso scollamento tra realtà storica e vita del soggetto, la condizione schizoide è la normalità dello stato presente. Tali processi sono consustanziali alla sostituzione della verità con il paradigma dell’utile. Le filosofie scettiche fungono da sovrastruttura al dominio globale del mercato. In tale contesto i soggetti “addomesticati” al solo conteggio del PIL non possono che ritirarsi dalla storia e rinunciare alla comprensione dell’orizzonte in cui sono “gettati”. La verità non è che “un mito” del passato, pertanto si rinuncia a capire “il proprio tempo nel pensiero” e la verità della natura umana, senza di essi è improbabile la partecipazione alla prassi. Il cittadino diviene suddito globale, si rifugia nella realtà virtuale (tecnologie e realtà aumentata) limitandosi all’uso delle stesse e specialmente sostituisce la verità con il calcolo dell’utile. Gradualmente la realtà diviene estranea e straniera, si vive in una contingenza a cui ci si adatta, ma non si comprende. Si precipita in un irrazionalismo insidioso, si scambia il virtuale e l’ideologia annessa per realtà, e dunque, la scissione tra pensiero e realtà consolida il capitalismo assoluto, fino a rendere gli esseri umani “accidenti” che appaiono nella storia come elementi complementari del sistema. Costanzo Preve con l’ontologia dell’essere sociale ha l’obiettivo di fondare la comunità e la politica su un principio veritativo capace di veicolare il discernimento tra vero e falso. Per uscire dalla caverna della derealizzazione Costanzo Preve utilizza l’ontologia dell’essere sociale e la deduzione sociale delle categorie.


Leggi tutto

Mattia Marasti: Le disuguaglianze sono un problema politico (e di teoria economica)

kriticaeconomica

Le disuguaglianze sono un problema politico (e di teoria economica)

di Mattia Marasti

Da qualche anno le disuguaglianze sono tornate a essere un tema scottante tanto all’interno del dibattito politico quanto di quello economico. Negli Stati Uniti proposte come la wealth tax di Elizabeth Warren o l’aumento della tassa sulle plusvalenze proposto dall’amministrazione Biden vanno esattamente in questa direzione e rappresentano un chiaro segno di rottura rispetto al passato.

Così anche nell’ambiente più prettamente accademico il dibattito si è riacceso: lo dimostra una raccolta di interventi di recente pubblicazione (“Combating inequality”), curata da economisti del calibro di Rodrik e Blanchard. Lo stesso Rodrik che insieme a Zucman e Saez ha fondato il network Economics for Inclusive Prosperity: un gruppo di accademici che, riconoscendo il pericolo delle crescenti disuguaglianze, pone come obiettivo non soltanto l’allocazione ottimale delle risorse, un punto centrale della teoria economica, ma anche la loro distribuzione.


Leggi tutto

comidad: La democrazia sfuggente

comidad

La democrazia sfuggente

di comidad

Nell’Europa del XIX secolo il termine “democrazia” era considerato quasi un sinonimo di socialismo; ciò in base ad un sillogismo abbastanza elementare: i poveri sono la maggioranza ed i ricchi una minoranza, perciò un governo espressione della maggioranza sarebbe stato per forza di cose contro le oligarchie e contro l’establishment, e si sarebbe posto perciò come obbiettivo la redistribuzione del reddito. A distanza di quasi due secoli la posizione anti-establishment in funzione redistributiva viene classificata invece come “populismo” e individuata come un “pericolo per la democrazia”.

Nel 1975 la Commissione Trilaterale ci ha fatto sapere con un suo famoso documento che la democrazia è in crisi, poiché i suoi meccanismi non assicurerebbero più la “governabilità”. Il concetto è che la democrazia va in crisi quando non riconosce più a sufficienza il ruolo dirigente delle oligarchie e dell’establishment. Detto in soldoni, la democrazia va in crisi quando non taglia abbastanza i redditi dei poveri.


Leggi tutto

Silvia D'Autilia: Tracce di neoistituzionalizzazione

scenari

Tracce di neoistituzionalizzazione

di Silvia D'Autilia

Le poche centinaia di pagine che danno forma al nuovo libro di Benedetto Saraceno Un virus classista (Edizioni aplhabeta Verlag, 2021) sono un affresco esaustivo dei problemi socio-sanitari affrontati nella crisi del Covid19 e allo stesso tempo un preziosissimo biglietto da visita per l’approfondimento ulteriore di quelli già esposti.

Il punto di partenza è l’evidenza delle carenze sanitarie che il virus ha fatto emergere, ovvero il definitivo e impietoso fallimento di un modello assistenziale che fa della residenzialità il perno della cura all’interno di un sistema sempre più incagliato nei profitti del privato. Il fatto che nella sola Europa la metà delle morti per Covid19 siano avvenute in strutture di accoglienza e cura a lungo termine riporta sul tavolo della discussione il problema dell’istituzione e della sua funzione assistenziale, proprio come era già accaduto 40 anni fa con l’opera di Franco Basaglia.

Se pensassimo che all’epoca lo scardinamento dell’istituzione manicomiale, culminato nei fatti nella legge n. 180/78, abbia avuto come unico orizzonte d’azione quello psichiatrico appunto, rimarremmo problematicamente miopi di fronte al nodo principale combattuto dallo stesso Basaglia: la questione dell’istituzione come luogo di separazione sociale, come confine valoriale tra le vite dei soggetti e come soglia di dignità.


Leggi tutto

Anna Lombroso: Rifiuti e rovine

ilsimplicissimus

Rifiuti e rovine

di Anna Lombroso

Uno degli effetti collaterali della modernità consiste nel peggioramento di fenomeni e condizioni che si auspicava potessero essere limitati dal progresso, da standard superiori di cultura e informazione portatori di consapevolezza e coscienza dei limiti imposti dalla difficoltà di governare la complessità del mondo globalizzato.

È sempre la stessa storia, all’onnipotenza virtuale che ci fa parlare faccia a faccia con qualcuno agli antipodi e bombardare una popolazione civile con un semplice clic, come il mi piace su Facebook, fa riscontro l’impotenza concreta di trovare un posto per conferire e distruggere le tonnellate di rifiuti che produciamo ogni giorno, incrementate dalla valanghe di imballaggi, effetto collaterale, appunto, della rivoluzione della logistica e della civiltà delle piattaforme, ma, recentemente, anche del contributo pesante di mascherine, guanti protettivi, flaconi di disinfettanti e tutta la panoplia di accorgimenti profilattici imposti dalla possessione pandemica.


Leggi tutto

Edmond Dantès: Controllo, paura, violenza. Da Genova 2001 all’emergenza Covid

offline

Controllo, paura, violenza. Da Genova 2001 all’emergenza Covid

di Edmond Dantès

willowCon l’emergenza Covid sono emerse allo scoperto diverse forme di disciplinamento sociale che in precedenza erano soltanto latenti. Vorrei proporre qui una sorta di résumé di tutti i provvedimenti che, ufficialmente, sono stati avviati per preservare la salute pubblica ma che, in realtà, appaiono come subdole forme di controllo sociale destinate a sopravvivere negli interstizi della società. Queste forme di controllo sono state imposte alla società con il ricatto della paura: se non si adottano, si può morire. Ed ecco che, di fronte alla paura di una malattia spacciata come inesorabilmente mortale, tutti hanno chinato la testa, compresa la sinistra più radicale. Ma forse i ‘compagni’ non si sono resi conto che queste forme di controllo sono soltanto la prosecuzione con altri mezzi di un violento disciplinamento sociale iniziato già, probabilmente, con la manifestazione di forza dello Stato emersa durante il G8 di Genova 2001. In questo periodo ricorre il ventennale di quei tragici avvenimenti: allora si trattava di disciplinare militarmente solo una frangia di ‘violenti’ e ‘estremisti’ che manifestavano contro le iniquità del sistema capitalistico; adesso, quello stesso sistema capitalistico, lungi dall’essere messo in ginocchio dall’avvento del virus, ha manipolato il virus a sua immagine e somiglianza. Lo ha reso funzionale ai suoi interessi; lo ha reso come l’evento clou di un disciplinamento ‘spettacolare’ già iniziato decenni prima. Perché il controllo si è esteso e allargato sotto varie forme, non ultime quella mediatica e spettacolare. Il Capitale è arrivato a imporre, per mezzo dei media, un discorso dominante: quello, appunto, della pericolosità assoluta del virus.


Leggi tutto

Salvatore Bianco: Nulla sarà come prima. Cronaca di una «rivoluzione passiva» annunciata

lafionda

Nulla sarà come prima. Cronaca di una «rivoluzione passiva» annunciata

di Salvatore Bianco

banksy capitalism stockmarket wallstreet streetart 1Premessa

Forse «sovranità globale di mercato» (C.Galli) è la formula che meglio coglie il tratto specifico della cosiddetta “globalizzazione”, targata mainstream, chiamata a fare i conti col Covid (secondo alcune interpretazioni addirittura istigandolo) e che farebbe presagire un futuro in pratica già scritto, come nel più inquietante dei racconti di Gabriel García Márquez[1]. Quel presunto ordine globale, infatti, corrisponderebbe all’ingrosso, secondo la classificazione antica (Platone, Aristotele), alla forma di governo degenerata detta oligarchia, governo dei più ricchi, solo proiettata nel nostro presente su scala planetaria.

Più nello specifico, essa è incarnata da una ristretta élite economico-finanziaria apolide (capitalisti e banchieri), raccontata da quello stesso potere mediatico che largamente controlla, come un improbabile circolo di filantropi e benefattori a vario titolo dell’umanità. E questo, ad un occhio critico appena avvertito, segnala una prima doppiezza ipocrita, evidentemente necessaria, tra ciò che si è, parte dell’aristocrazia del denaro, e il come si appare, un membro permanente dell’esercito di salvezza mondiale. Nel più tipico dei travestimenti del lupo camuffato da agnello (Matteo:7,15-20).

Il raddoppiamento soggettivo, su richiamato, diventa poi un compiuto metodo di governo indiretto, là dove questa oligarchia cosmopolita si avvale di poderose istituzioni internazionali opportunamente convertite al credo neoliberista, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale su tutte (in grado di riorientare le politiche degli Stati, tranne forse quelli di stazza continentale).


Leggi tutto

Sandrine Aumercier: Feticismo, soggetto della merce e soggetto dell'inconscio

blackblog

Feticismo, soggetto della merce e soggetto dell'inconscio

L'autocomprensione della soggettività borghese

di Sandrine Aumercier

aumercierLa questione relativa alla base soggettiva del capitalismo, non è mai stata risolta. Visto che le merci non ci vanno da sole, chi è che va quindi al mercato? Marx sviluppa l'idea delle maschere di carattere che gli individui indossano all'interno del modo di produzione capitalista. Come in una commedia in cui ognuno interpreta un ruolo scritto in anticipo, i soggetti della merce si collocano nel mercato capitalista e si mettono ad eseguire le regole che nessuno sa da chi sono state scritte, per quanto si riferiscano ai loro ideologhi di circostanza, che a volte vengono persino immaginati come se fossero grandi maestri di cerimonia, pur non avendo alcuna padronanza del processo complessivo. Perfino nel contesto dell'opposizione formale tra tempo di lavoro e tempo libero, la socializzazione capitalista include la totalità del tempo di vita. Il suo modello perfetto sono quei complessi residenziali operai del XIX secolo in cui il lavoro e la vita erano stati concepiti come un unico da dei padroni paternalisti, o quelle start-up del XXI secolo che finanziano palestre e ore di meditazione per i loro lavoratori, nello stesso tempo in cui, simultaneamente, li requisiscono la sera e la domenica per mezzo della connessione continua. Gli individui così nascono e lavorano nel timore di subire quella sorte dei perdenti, la cui immagine ripugnante l'economia capitalista continua ad alimentare, e questo lo fa fin dal primo giorno di scuola. Il vincolo oggettivo della «gabbia d'acciaio» (Max Weber) è pertanto la prima risposta alla questione del soggetto della merce.


Leggi tutto

nlp: Beppe Grillo e la visione

codicerosso

Beppe Grillo e la visione

di nlp

Le notizie legate alle serie fratture tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte vanno ben oltre la cronaca ed aiutano a capire le criticità della politica nel nostro paese. Stiamo parlando di qualcosa che ha altri significati oltre la frattura possibile all’interno dello schieramento giallorosa che ha sostenuto il governo Conte bis per più di un anno. La crisi del movimento 5 stelle rappresenta infatti un caso importante per capire la crisi, una volta vinte le elezioni, di quelli che nella letteratura della comunicazione politica si chiamano i catch-all-parties, i partiti pigliatutto, generalisti capaci di prendere voti ovunque ma anche di entrare in profonda crisi una volta vinte le elezioni. Intendiamoci, non è che in Italia siano mancate crisi di questo genere anzi, se si considerano le coalizioni per come sono state, cartelli elettorati catch-all per dirla all’americana, vediamo che è proprio dall’inizio delle stagione delle riforme elettorali, cioè dagli anni ’90, che in ciò che rimane della politica italiana, sopravvissuto alle crisi del politico degli anni ’80, si ripete sostanzialmente lo stesso schema.


Leggi tutto

Pasquale Noschese: Cinismo al chilo

lafionda

Cinismo al chilo

di Pasquale Noschese

Che una qualche forma di cinismo in senso lato stia pervadendo la nostra quotidianità spettacolare è verosimilmente già noto ai più. Innanzitutto sui social, avanguardie della componentistica che costituisce la nostra cultura; e anche, naturalmente, nella produzione formale di oggetti culturali, siano essi cinematografici, editoriali, musicali. Una ritualità, una teoresi e una prassi del “vaffa” come paradigma di una cultura relazionale in cui l’individuo è fieramente bellicoso, pronto a colpire, privo di remore e scrupoli.

Se fosse necessaria una casistica essenziale, la cosa più giusta sarebbe rivolgersi alla comicità. Il cinismo è comicità, è umorismo nel senso pirandelliano di sovversione della convenzione. La nostra comicità trabocca di cinismo, fino a ridurre volontariamente al rapporto tra parresiasta e “vittima” l’intera finzione comica. La comicità di Carlin[1] era cinismo su un palcoscenico, con risultati brillanti. Lo spettatore tesse insieme la realtà e i suoi principi, di cui è portatore latente, con la furia scenica del parresiasta; l’evento cinico dell’offesa avviene nella fruizione dell’opera, non è messo direttamente in scena; la vittima del cinico, chi potrebbe sentirsi scandalizzato dal suo parlare, nel senso greco di “inciampare nelle sue parole”, semplicemente non va a teatro, non assiste allo spettacolo.


Leggi tutto

Manlio Dinucci: Vento di tempesta Atlantica nel Mar Nero

manifesto

Vento di tempesta Atlantica nel Mar Nero

di Manlio Dinucci

È iniziata ieri la Sea Breeze, Brezza di mare, la grande manovra aeronavale ufficialmente «co-ospitata nel Mar Nero da Stati uniti e Ucraina». Gli Stati uniti, che la pianificano e comandano, fanno quindi da padroni di casa in questo mare a ridosso del territorio russo. La Sea Breeze, che si svolge dal 28 giugno al 10 luglio, è diretta dalle Forze navali Usa/Africa, di cui fa parte la Sesta Flotta, con quartier generale a Napoli. Essa prevede esercitazioni di guerra navale, sottomarina, anfibia, terrestre e aerea.

Da quando nel 1997 è iniziata questa serie di manovre annuali nel Mar Nero, l’edizione 2021 vede il maggior numero di partecipanti: 32 paesi da sei continenti, con 5.000 militari, 18 squadre di forze speciali, 32 navi e 40 aerei da guerra. Vi partecipano non solo paesi membri della Nato – Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Grecia, Norvegia, Danimarca, Polonia, Bulgaria, Romania, Albania, le tre repubbliche baltiche, Turchia e Canada – ma paesi partner, anzitutto Ucraina, Georgia, Moldavia, Svezia e Israele.


Leggi tutto

Vincenzo Cucinotta: La fase storica dell'asino che vola

cucinotta
              fb

La fase storica dell'asino che vola

di Vincenzo Cucinotta

La data del 2 giugno scorso segna anche simbolicamente una discontinuità.

Quel giorno, a Bologna, un gran numero di ragazzi 18-30enni si sono presentati al cosiddetto “Open day”, cioè a un centro di vaccinazione nel quale non è richiesta prenotazione, dando luogo addirittura a tafferugli, apparentemente per ottenere prima degli altri ciò che evidentemente considerano un privilegio, l’essere vaccinati.

Eppure, obiettivamente un diciottenne vaccinandosi, si espone solo a rischi non trascurabili, che comunemente vengono quantificati in 36 casi letali o gravi dovuti al vaccino su centomila vaccinati, un numero che sarebbe un errore considerare trascurabile, soprattutto se rapportato al rischio di danni diretti da COVID, visto che per quella fascia d’età a meno di soffrire di patologie pregresse, esso è praticamente nullo.

Come è ovvio, quei giovani andavano a vaccinarsi non perché pensassero di ottenerne vantaggi sul piano strettamente sanitario, ma perché accettando la somministrazione, conquistavano la via maestra per ottenere il cosiddetto “green pass”, la cui funzione ed utilità è ben lungi dall’essere stata chiarita adeguatamente.


Leggi tutto
 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

2021-06-22 Hits 1978

2021-04-21 Hits 1934

2021-04-22 Hits 1806

2021-05-13 Hits 1796

2021-05-30 Hits 1738

2021-05-02 Hits 1550

tonino

unread,
Jul 8, 2021, 4:52:39 AM7/8/21
to sante gorini

coniarerivolta: Roma: morire di debito o sfidare il commissariamento

coniarerivolta

Roma: morire di debito o sfidare il commissariamento

di coniarerivolta

saccoromaDa troppi anni Roma versa in una situazione di disagio e abbandono, specialmente nelle sue aree più periferiche e popolari. Quel che accade a Roma è ormai arcinoto: carenza di servizi, emergenza abitativa, buche su ogni tipo di strada, spazzatura che resta non raccolta per giorni, disservizi al trasporto pubblico locale, impoverimento dell’offerta culturale. La lista sarebbe ancora lunga, ma fermiamoci qui. Come vedremo, si tratta del frutto di precise scelte politiche messe in atto, senza distinzione di colore politico, dalle amministrazioni che hanno guidato Roma negli ultimi decenni. Chi ha governato Roma, infatti, ha scelto di brandire e usare l’austerità imposta dalle norme nazionali ed europee per effettuare tagli su tagli al tessuto pubblico e sociale della città.

Lo Stato centrale e, a cascata, tutti gli enti locali devono sottostare al pareggio di bilancio previsto dai trattati europei (il famigerato Fiscal Compact), che meglio di ogni altra regola incarna il disegno politico dell’austerità. Significa, in breve, che amministrazioni centrali ed enti locali possono spendere (per garantire servizi) solo nella misura in cui riscuotono (tramite le tasse), senza avere la possibilità di indebitarsi per coprire le spese non coperte dalle entrate fiscali. Al di là della retorica liberista, questo dispositivo ha degli obiettivi economici e politici ben precisi: vietare il ricorso alla spesa in disavanzo significa far venir meno il principale strumento di stimolo alla crescita economica, rendendo in questo modo impossibile una piena fornitura di servizi, lo sviluppo della città e, in ultima istanza, il perseguimento della piena occupazione.


Leggi tutto

Niccolò Bertuzzi: Crisi climatica fra emergenza, opportunità di profitti e lobby di potere

paroleecose2

Crisi climatica fra emergenza, opportunità di profitti e lobby di potere

di Niccolò Bertuzzi

crisiclimaticaLetto nel 2021 durante la pandemia da Covid-19, il libro Clima, capitalismo verde e catastrofismo (Eleuthera 2021) di Philippe Pelletier acquista un rinnovato interesse. L’edizione originale, in francese, risale al 2015; solo quest’anno ne è stata pubblicata una traduzione italiana, per la quale bisogna rendere estremo ringraziamento a Elèuthera. Si tratta infatti di un testo forte, divisivo, sicuramente problematico, ma fondamentale nel dibattito contemporaneo sulla governance climatica

Perché quindi un libro simile dovrebbe suonare così interessante nella congiuntura pandemica? Non si tratta (o comunque non direttamente) delle riflessioni, avanzate da molte/i negli scorsi mesi, rispetto alle connessioni fra le due crisi. La ragione principale è un’altra, legata all’argomento di fondo sostenuto dall’autore: la narrazione, e per conseguenza la gestione, di fenomeni così rilevanti e centrali quali il cambiamento climatico (e oggi potremmo dire la pandemia) dev’essere inquadrata nella sua complessità, oltre le rappresentazioni dominanti offerte nel dibattito mediatico ma anche presso la “comunità scientifica”, espressione che Pelletier definisce come “formula cosmetica” funzionale a “nascondere le dinamiche di potere (economico, politico, simbolico) esistenti fra ricercatori, paesi e discipline” (p. 217).

Sullo sfondo di questo assunto, il volume condensa in 230 pagine una considerevole quantità di riferimenti, episodi ed eventi fondamentali nello sviluppo dell’attuale registro discorsivo che informa la lotta ai cambiamenti climatici, denunciandone in modo estremamente documentato intrecci geo-politici e interessi di natura economica.


Leggi tutto

Giorgio Paolucci: Biden è come Trump: parla di libertà e diritti umani ma vuole solo soldi, tanti soldi

ist
              onoratodamen

Biden è come Trump: parla di libertà e diritti umani ma vuole solo soldi, tanti soldi

di Giorgio Paolucci

000571A7 biden e trumpL’America è semplicemente la capofila di un disastro più generale che sta già mettendo radici altrove e che si diffonderà ulteriormente in futuro. (Anne Case e Angus Deaton)

Hanno fatto molto scalpore le ultime previsioni del Fondo Monetario internazionale che danno nel 2021 il Pil statunitense in crescita del 6,5%, superiore anche a quello cinese che si attesterebbe al 6%. Ben ultima, invece, l’Unione Europea con il 3,9%. In considerazione di ciò, non pochi hanno dedotto come imminente il ritorno tout court degli Usa agli antichi fasti: «L’America di Biden –scrive per esempio F. Rampini- è pronta a sottrarre alla Cina il ruolo di locomotiva mondiale trainando anche la crescita degli altri»[1]. Il miracolo avverrebbe grazie ai «ristori dell’ordine di 1,9 trilioni di dollari (9% del Pil) [a cui - n.d.r.] si aggiungeranno gli investimenti pubblici in infrastrutture previsti dall’American Jobs Plan per 2,2 trilioni, da devolvere in otto anni (1,5% del Pil all’anno, in media) alla grave carenza nei trasporti, utilties, scuole, ospedali, ricerca. A fine aprile - ci informa Pier Luigi Ciocca- Biden prospettava un ulteriore piano di sostegni alle famiglie di 1,8 trilioni. Il complesso degli interventi si aggirerebbe nel tempo sui sette trilioni di dollari: una cifra smodata, pari a circa un terzo dell’attuale Pil».[2] E tutto ciò in aggiunta ai «900 mld di dollari (4% del Pil) di spesa pubblica deliberati dall’amministrazione Trump nel 2020 per sostenere l’economia messa in ginocchio dalla pandemia (-3,5% del pil nel 2020).»[3] Cifre davvero importanti, tanto che Biden, presentando la sua prima legge di Bilancio, ha potuto dichiarare: «La ripresa è già cominciata. L’America sta rinascendo. Ricostruiamo la nostra forza a partire dal ceto medio e dalle classi lavoratrici».[4]


Leggi tutto

Paolo Virno: Mattarella e il passato oppresso

machina

Mattarella e il passato oppresso

di Paolo Virno

Un intervento di Paolo Virno che prende spunto dalle esternazione del presidente della Repubblica in occasione della commemorazione di Aldo Moro lo scorso maggio. Una rivendicazione degli anni in cui «si sviluppò uno scortesissimo potere operaio ed ebbe luogo il primo e unico tentativo di rivoluzione comunista in seno al capitalismo maturo»

0e99dc
            fe485a9a693b420e99978925bc1ee0abmv2Si stanca qualsiasi parola, di più non puoi farle dire. Non è sempre vero, però. Ero sicuro che le parole mie, e di Gianni Riotta e degli altri ragazzi del coro, in lode del presidente Mattarella fossero ormai esauste, simili a moscerini tramortiti dal falò. Poi ho ascoltato le meditazioni presidenziali sugli anni Settanta, pronunciate il 9 maggio, anniversario della morte di Aldo Moro. E ho letto l’intervista pensierosa sullo stesso argomento, rilasciata poco dopo a «la Repubblica» dal custode della Costituzione. Mi devo ricredere: nomi e aggettivi, d’un tratto rinvigoriti, scalpitano per migliorare e correggere e ampliare gli elogi già archiviati. 

Ho esitato a lungo a scrivere, convinto che i fatti su cui ha indugiato Mattarella siano noti a coloro che hanno più di sessant’anni, ma non ai giovani lavoratori precari che, soli, potrebbero seminare disordine e panico nel capitalismo contemporaneo. Se mi sono deciso, è perché non riesco a mettere la sordina al monito di un filosofo ebreo morto suicida, secondo il quale la redenzione del passato oppresso (gli anni Settanta, nel nostro caso) è affidata per intero ai conflitti più attuali, ingaggiati da uomini e donne che con quel passato non hanno dimestichezza alcuna. Uno sciopero riuscito dei dipendenti di Amazon riscatterà certi episodi tumultuosi di mezzo secolo fa, restituendo loro verità e buonumore. Per questo, però, non sembra inutile dare qualche notizia, scarna quanto un segnale stradale, sul passato oppresso che attende redenzione dai dipendenti di Amazon. Pongo dunque rimedio, con un ritardo imbarazzante, al peccato di omissione di cui mi sono macchiato nei confronti del suggestivo album di ricordi che il garante della democrazia, in balia di mutevoli stati d’animo, ha sfogliato nello scorso maggio. 


Leggi tutto

Alessandro Bartoloni: Aspetti economici della crisi attuale del capitalismo, II

la citta
              futura

Aspetti economici della crisi attuale del capitalismo, II

di Alessandro Bartoloni

Seconda parte della relazione sugli aspetti economici dell’attuale crisi del capitalismo presentata alla Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti del 19 giugno scorso. In questa parte si spiegano i motivi teorici e pratici dell’abbandono delle politiche keynesiane da parte degli agenti del capitale e si indicano politiche alternative

c8f24334c9abeded4fd7b76527e411bb XLLa panoramica dei dati illustrati ci aiuta a capire la natura della crisi e le possibili rivendicazioni di politica economica.

Gli economisti keynesiani affermano che le crisi della fine del XX secolo furono il risultato della decisione delle autorità pubbliche di tutto il mondo di abbandonare le politiche di sostegno della domanda, e di regolamentazione del credito e della mobilità dei capitali avvenute durante i primi anni ’70. Ma perché gli strateghi del capitale hanno abbandonato la gestione e il controllo in stile keynesiano e hanno optato per l’esatto opposto se tutto funzionava così bene negli anni 50 e 60?

Si tratta dell’ennesima prova di miopia delle classi dominanti oppure, al contrario, le politiche keynesiane sono effettivamente inutili, da un punto di vista capitalistico, in un momento di crisi?

La ragione per cui i governi capitalisti si sono rivolti al monetarismo e alle politiche neoliberiste è che il keynesismo aveva fallito, e aveva fallito nell’elemento più importante per il capitalismo: quello di sostegno alla redditività del capitale.

In altre parole, è stato il crollo del tasso di accumulazione nelle principali economie (che portò a una serie di recessioni nel 1970, 1974 e poi nel 1980-2 ma, soprattutto, a una crescita media annua molto più bassa del ventennio precedente) a spingere gli economisti embedded e i responsabili politici a rompere con Keynes.


Leggi tutto

Enrico Rebuffat: Organizzar-bamboleggiar: la scuola italiana tra l’incudine e il martello

roars

Organizzar-bamboleggiar: la scuola italiana tra l’incudine e il martello

di Enrico Rebuffat

incudine martello 1024x512Non si tratta di un progetto consapevole e maligno di attacco alla scuola pubblica, mosso dalla volontà di favorire l’istruzione privata, come un tempo si sosteneva, o di asservire i cittadini al potere tramite la loro perdurante ignoranza e immaturità, come spesso si sente dire oggi: meglio sarebbe, se così fosse, giacché sarebbe più facilmente identificabile e circoscrivibile, giacché ci si sentirebbe più stimolati alla lotta. No: si tratta piuttosto di una tendenza di fondo, di un movimento tettonico alle volte impercettibile, alle volte saliente, che ormai da una quindicina d’anni spinge confusamente ma inesorabilmente a un rinnovamento della scuola per adeguarla, così si dice, alle esigenze della contemporaneità; un movimento promosso, nel mondo afferente alla scuola e in quello ulteriore, da persone che, mettendo le mani con superficialità e improvvisazione nella più importante istituzione civile della società, etichettano pregiudizialmente tutto ciò che esiste come antiquato e negativo, mentre qualsiasi novità, anche la più insignificante, sciocca e bislacca, viene da loro presentata come buona, come risolutiva. E dato che le esigenze della contemporaneità vengono avvertite, da queste persone e dal mainstream corrente, come eminentemente tecniche ed economiche, in sostanza la pressione di questo movimento vuole allontanare la scuola dall’humanitas proprio per avvicinarla alla tecnica e all’economia; e ad un’economia meccanicisticamente intesa, dove uno più uno fa due, dove ogni cosa si fa per ottenerne un’altra prevedibile e prevista, dove ciò che conta, letteralmente, è solo ciò che si può contare, misurare, quantificare.


Leggi tutto

Mattia Cavani e Anna Soru: Lavori culturali senza rappresentanza?

officinaprimomaggio

Lavori culturali senza rappresentanza?

di Mattia Cavani e Anna Soru

PAT 13.Cavani Soru lavori culturali 1024x800Negli ultimi anni, complice l’esaurimento dei movimenti dei precari, è emerso un florilegio di pessimismi della ragione e della volontà riguardo le possibilità di mobilitazione dei lavoratori autonomi e “atipici” nei settori creativi e culturali. Mentre tenevano banco le discussioni sulla classe creativa di Richard Florida e la fine del lavoro di Jeremy Rifkin, la condizione di queste professioni continuava a peggiorare e, con l’esplosione dell’emergenza sanitaria, sono diventati molto evidenti problemi già presenti da decenni. Partendo dall’esperienza di Redacta (la sezione di Acta dedicata all’editoria libraria, di cui abbiamo scritto nel primo numero di Officina Primo Maggio) e da alcuni progetti affini a cui abbiamo partecipato nell’ultimo anno (Acta-media, dedicata a chi lavora nella comunicazione e nel giornalismo, e Art Workers Italia, che riunisce le professionalità dell’arte contemporanea), in questo articolo proveremo a tracciare quali sono le problematiche concrete che si incontrano nell’organizzare questi lavoratori e lavoratrici, un passo necessario per misurare le potenzialità di una rappresentanza in grado di emanciparne la condizione, anche oltre l’ottica emergenziale.

 

Luoghi di aggregazione 

Il primo passo è trovare questi lavoratori: non esiste un luogo fisico analogo alla fabbrica, dove se ne possono intercettare numerosi. Sono sparpagliati e spesso lavorano da remoto in città differenti. Ciononostante, continuano a proliferare forme di auto-organizzazione all’interno della stessa professione o del settore d’appartenenza. Grazie a un mix di relazioni personali e professionali, le prime aggregazioni si manifestano di solito sul territorio; per un successivo allargamento, sono via via più importanti siti dedicati, blog e social media. Questa è per esempio la modalità impiegata da Redacta e Acta-Media.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Derealizzazione, circo mediatico e verità

sinistra

Derealizzazione, circo mediatico e verità

di Salvatore Bravo

743987gisLa reificazione e l’atomocrazia nel capitalismo assoluto si struttura con un diffuso scollamento tra realtà storica e vita del soggetto, la condizione schizoide è la normalità dello stato presente. Tali processi sono consustanziali alla sostituzione della verità con il paradigma dell’utile. Le filosofie scettiche fungono da sovrastruttura al dominio globale del mercato. In tale contesto i soggetti “addomesticati” al solo conteggio del PIL non possono che ritirarsi dalla storia e rinunciare alla comprensione dell’orizzonte in cui sono “gettati”. La verità non è che “un mito” del passato, pertanto si rinuncia a capire “il proprio tempo nel pensiero” e la verità della natura umana, senza di essi è improbabile la partecipazione alla prassi. Il cittadino diviene suddito globale, si rifugia nella realtà virtuale (tecnologie e realtà aumentata) limitandosi all’uso delle stesse e specialmente sostituisce la verità con il calcolo dell’utile. Gradualmente la realtà diviene estranea e straniera, si vive in una contingenza a cui ci si adatta, ma non si comprende. Si precipita in un irrazionalismo insidioso, si scambia il virtuale e l’ideologia annessa per realtà, e dunque, la scissione tra pensiero e realtà consolida il capitalismo assoluto, fino a rendere gli esseri umani “accidenti” che appaiono nella storia come elementi complementari del sistema. Costanzo Preve con l’ontologia dell’essere sociale ha l’obiettivo di fondare la comunità e la politica su un principio veritativo capace di veicolare il discernimento tra vero e falso. Per uscire dalla caverna della derealizzazione Costanzo Preve utilizza l’ontologia dell’essere sociale e la deduzione sociale delle categorie.


Leggi tutto

Edmond Dantès: Controllo, paura, violenza. Da Genova 2001 all’emergenza Covid

offline

Controllo, paura, violenza. Da Genova 2001 all’emergenza Covid

di Edmond Dantès

willowCon l’emergenza Covid sono emerse allo scoperto diverse forme di disciplinamento sociale che in precedenza erano soltanto latenti. Vorrei proporre qui una sorta di résumé di tutti i provvedimenti che, ufficialmente, sono stati avviati per preservare la salute pubblica ma che, in realtà, appaiono come subdole forme di controllo sociale destinate a sopravvivere negli interstizi della società. Queste forme di controllo sono state imposte alla società con il ricatto della paura: se non si adottano, si può morire. Ed ecco che, di fronte alla paura di una malattia spacciata come inesorabilmente mortale, tutti hanno chinato la testa, compresa la sinistra più radicale. Ma forse i ‘compagni’ non si sono resi conto che queste forme di controllo sono soltanto la prosecuzione con altri mezzi di un violento disciplinamento sociale iniziato già, probabilmente, con la manifestazione di forza dello Stato emersa durante il G8 di Genova 2001. In questo periodo ricorre il ventennale di quei tragici avvenimenti: allora si trattava di disciplinare militarmente solo una frangia di ‘violenti’ e ‘estremisti’ che manifestavano contro le iniquità del sistema capitalistico; adesso, quello stesso sistema capitalistico, lungi dall’essere messo in ginocchio dall’avvento del virus, ha manipolato il virus a sua immagine e somiglianza. Lo ha reso funzionale ai suoi interessi; lo ha reso come l’evento clou di un disciplinamento ‘spettacolare’ già iniziato decenni prima. Perché il controllo si è esteso e allargato sotto varie forme, non ultime quella mediatica e spettacolare. Il Capitale è arrivato a imporre, per mezzo dei media, un discorso dominante: quello, appunto, della pericolosità assoluta del virus.


Leggi tutto

Salvatore Bianco: Nulla sarà come prima. Cronaca di una «rivoluzione passiva» annunciata

lafionda

Nulla sarà come prima. Cronaca di una «rivoluzione passiva» annunciata

di Salvatore Bianco

banksy capitalism stockmarket wallstreet streetart 1Premessa

Forse «sovranità globale di mercato» (C.Galli) è la formula che meglio coglie il tratto specifico della cosiddetta “globalizzazione”, targata mainstream, chiamata a fare i conti col Covid (secondo alcune interpretazioni addirittura istigandolo) e che farebbe presagire un futuro in pratica già scritto, come nel più inquietante dei racconti di Gabriel García Márquez[1]. Quel presunto ordine globale, infatti, corrisponderebbe all’ingrosso, secondo la classificazione antica (Platone, Aristotele), alla forma di governo degenerata detta oligarchia, governo dei più ricchi, solo proiettata nel nostro presente su scala planetaria.

Più nello specifico, essa è incarnata da una ristretta élite economico-finanziaria apolide (capitalisti e banchieri), raccontata da quello stesso potere mediatico che largamente controlla, come un improbabile circolo di filantropi e benefattori a vario titolo dell’umanità. E questo, ad un occhio critico appena avvertito, segnala una prima doppiezza ipocrita, evidentemente necessaria, tra ciò che si è, parte dell’aristocrazia del denaro, e il come si appare, un membro permanente dell’esercito di salvezza mondiale. Nel più tipico dei travestimenti del lupo camuffato da agnello (Matteo:7,15-20).

Il raddoppiamento soggettivo, su richiamato, diventa poi un compiuto metodo di governo indiretto, là dove questa oligarchia cosmopolita si avvale di poderose istituzioni internazionali opportunamente convertite al credo neoliberista, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale su tutte (in grado di riorientare le politiche degli Stati, tranne forse quelli di stazza continentale).


Leggi tutto

Sandrine Aumercier: Feticismo, soggetto della merce e soggetto dell'inconscio

blackblog

Feticismo, soggetto della merce e soggetto dell'inconscio

L'autocomprensione della soggettività borghese

di Sandrine Aumercier

aumercierLa questione relativa alla base soggettiva del capitalismo, non è mai stata risolta. Visto che le merci non ci vanno da sole, chi è che va quindi al mercato? Marx sviluppa l'idea delle maschere di carattere che gli individui indossano all'interno del modo di produzione capitalista. Come in una commedia in cui ognuno interpreta un ruolo scritto in anticipo, i soggetti della merce si collocano nel mercato capitalista e si mettono ad eseguire le regole che nessuno sa da chi sono state scritte, per quanto si riferiscano ai loro ideologhi di circostanza, che a volte vengono persino immaginati come se fossero grandi maestri di cerimonia, pur non avendo alcuna padronanza del processo complessivo. Perfino nel contesto dell'opposizione formale tra tempo di lavoro e tempo libero, la socializzazione capitalista include la totalità del tempo di vita. Il suo modello perfetto sono quei complessi residenziali operai del XIX secolo in cui il lavoro e la vita erano stati concepiti come un unico da dei padroni paternalisti, o quelle start-up del XXI secolo che finanziano palestre e ore di meditazione per i loro lavoratori, nello stesso tempo in cui, simultaneamente, li requisiscono la sera e la domenica per mezzo della connessione continua. Gli individui così nascono e lavorano nel timore di subire quella sorte dei perdenti, la cui immagine ripugnante l'economia capitalista continua ad alimentare, e questo lo fa fin dal primo giorno di scuola. Il vincolo oggettivo della «gabbia d'acciaio» (Max Weber) è pertanto la prima risposta alla questione del soggetto della merce.


Leggi tutto

Sergio Bologna: Operaismo e composizione di classe

machina

Operaismo e composizione di classe

di Sergio Bologna

0e99dc
              076efc4942a94af687fe6edc5d2de251mv2Il concetto di composizione di classe è l’architrave della rivoluzione copernicana operaista, uno dei principali punti di rottura con la tradizione marxista e le sue ossificazioni. Attraverso questo concetto si infrange l’icona universale della classe operaia, mitologia disincarnata funzionale alle esigenze del socialismo reale, per comprendere materialmente il suo essere parziale, con le sue contraddizioni, differenze, gerarchie interne. Questo testo di Sergio Bologna, tra le figure principali nell’elaborazione di questo concetto e delle sue trasformazioni, è decisivo per comprendere origine, significato e attualità di tale categoria, del rapporto tra composizione tecnica e composizione politica. Frutto di una lezione tenuta nel 2012 all’interno di un ciclo seminariale a Bologna di Commonware-UniNomade, il testo è stato pubblicato l’anno successivo nel volume Genealogie del futuro. Sette lezioni per sovvertire il presente (a cura di G. Roggero e A. Zanini, ombre corte). L’input metodologico con cui Bologna conclude, «guardate che prima di parlare dovete veramente conoscere tante cose», è la bussola per la formazione politica e militante. 

Per ulteriori approfondimenti, consigliamo i volumi della Biblioteca dell’operaismo (https://www.deriveapprodi.com/edizioni/catalogo/collane/biblioteca-delloperaismo/) e L’operaismo politico italiano (collana Input di DeriveApprodi, 2019); inoltre, per analizzare gli sviluppi del concetto di composizione di classe nel percorso di Sergio Bologna, è utile la lettura di Ceti medi senza futuro? (DeriveApprodi, 2007). 


Leggi tutto

Vincenzo Grasso: Le utopie del futuro

kabulmagazine

Le utopie del futuro

Pratiche immaginative per il mondo a venire

di Vincenzo Grasso

Lucas Cranach il Vecchio Letà delloro 1530 circa
            Galleria Nazionale di Oslo 1536x1101Abbiamo bisogno di nuove utopie davanti agli scenari della catastrofe? È probabile che sia così, se la produzione letteraria e filosofica degli ultimi dieci anni, da quando l’incombere del cambiamento climatico si è inasprito, ha scandagliato fino in fondo le trame della distopia. Gli scenari catastrofici sono ottimi strumenti di analisi del presente, ma al contempo anche strategie narrative impiegate dagli attori dell’Antropocene per incutere timore e per fare spazio a chi dispone di soluzioni pronte da offrire, così da farsi riconoscere come salvatore nella crisi.

Speculum! è un progetto di divulgazione filosofica a cura di: Alessandro Y. Longo, Marco Mattei, Vincenzo Grasso. Nel 2020, è andato in onda su Decamerette. Nel 2021 nasce “Filosofia dal Futuro”, una newsletter che indaga le intersezioni tra filosofia e Futuro.

Puoi iscriverti alla newsletter di Speculum! a questo link: https://speculum.substack.com/subscribe

 

Utopia come rovesciamento del presente 

L’etimo della parola “utopia” si presta a due interpretazioni, che al contempo sembrano trovare una comune declinazione: da un lato il luogo buono, mentre dall’altro il non-luogo, il luogo che non c’è. Dal titolo di More intendiamo che l’orizzonte che l’autore ci staglia davanti è proprio quello di un luogo sia buono che inesistente.


Leggi tutto

Il Pedante: Digitocrazia e palazzismo

ilpedante

Digitocrazia e palazzismo

di Il Pedante

modelliLa tecnocrazia, recita asciuttamente l'Enciclopedia Garzanti, è un «sistema politico fondato sulla gestione del potere da parte degli esperti e dei tecnici delle varie discipline». A ben vedere è un concetto acefalo, un calembour autologico dove gli strumenti (la tecnica, i tecnici) di un'attività (κράτος, il potere) diventano di quest'ultima gli autori e finiscono così per rappresentarla senza un soggetto, dadaisticamente appesa a se stessa. La tecnocrazia è uno sterzo che guida, una scarpa che corre, ultimamente una scienza che parla. È la misera licenza della miseria progressista, di un cammino (gressŭs) che si dice proiettato in avanti (pro) senza però darsi la pena di distinguere il davanti dal dietro, l'alto dal basso, la tecnica di Hiroshima da quella di Fleming.

Gli inganni del governo tecnico si rivelano nei sottintesi che tacciono. Siccome non può darsi un atto senza un autore, chi finge che spetti al pilota decidere la meta del viaggio promuove da un lato la finzione corollaria e quadratica del «pilota automatico» (cit. Mario Draghi, 2013) e da lì governo degli algoritmi in cui l'umano è obsoleto, dall'altro consegue l'unico obiettivo plausibile di nascondere le umanissime dita che tirano i fili del timone «intelligente». Il tecnocrate è letteralmente il Turco, il robot scacchista creato nel Settecento da Wolfgang von Kempelen per stupire un pubblico così ottusamente fiducioso nei prodigi della tecnica da non sospettare che le braccia dell'automa erano in realtà mosse da un giocatore in carne ossa alloggiato al suo interno, sotto uno strato di ingranaggi messi a casaccio. Da allora non è cambiato davvero nulla, sennonché oggi la scacchiera è il mondo, le pedine i suoi popoli.


2021-04-30 Hits 2402

2021-06-22 Hits 2078

2021-04-21 Hits 1975

2021-04-22 Hits 1848

2021-05-13 Hits 1829

2021-05-30 Hits 1780

2021-05-04 Hits 1585

2021-05-02 Hits 1575

2021-04-10 Hits 1506

2021-05-29 Hits 1498

tonino

unread,
Jul 11, 2021, 9:14:56 AM7/11/21
to sante gorini

Marino Badiale: Verso il collasso

badialetringali

Verso il collasso

Lettere al futuro 5

di Marino Badiale

collambient1. Introduzione

Il presente intervento intende approfondire alcuni temi di un articolo di qualche tempo fa (“Fine partita. Ha vinto la barbarie”[1]), nel quale argomentavo che il carattere ecologicamente insostenibile dell’attuale organizzazione economica e sociale sta portando il mondo verso l’esplosione concomitante di numerose, diversificate e pericolose crisi, il cui peso il mondo attuale non potrà reggere. L’argomentazione dello scritto citato portava quindi ad una prognosi di prossimo collasso dell’attuale società.

Nell’analisi svolta in [1], l’elenco (peraltro incompleto) dei vari fattori di crisi, generati dalla dinamica dell’espansione economica illimitata, era desunto dalla letteratura internazionale su tali argomenti, ormai piuttosto ampia (si veda la bibliografia dello stesso articolo). A questo si aggiungevano una serie di argomenti per sostenere che l’attuale società mondializzata non ha al proprio interno le risorse politiche e culturali per affrontare le crisi in arrivo: era questo il fulcro della diagnosi di collasso prossimo dell’attuale civiltà. Per la sua importanza all’interno della mia argomentazione, mi è sembrato che valesse la pena di dedicare un intervento all’approfondimento specifico di quest’ultimo tema, che nello scritto citato era mescolato con altri. Nel presente articolo non ripeterò quindi l’elenco delle crisi ecologiche che minacciano l’attuale società, per le quali rimando a [1] e alla sua bibliografia. Mi concentrerò invece sull’assenza delle condizioni sociali e politiche che sarebbero indispensabili per contrastare l’incombente crollo della nostra civiltà.


Leggi tutto

Fulvio Bellini: Cosa si sono detti Biden e Putin a Ginevra?

cumpanis

Cosa si sono detti Biden e Putin a Ginevra?

di Fulvio Bellini

Biden tenta di portare sul proprio fronte la Russia in versione anti cinese. Gli USA accetteranno l’uscita dallo stato di pandemia nel mondo se otterranno l’adesione di Putin alla proposta di Ginevra

Foto per articolo BelliniLa Casa Bianca ha scelto il suo obiettivo: la Cina

Nell’articolo “Joe Biden e la nuova strategia americana” pubblicato sul numero di Giugno di Gramsci Oggi, si descriveva come l’amministrazione americana fosse costretta a valutare l’uscita dalla “confort zone” rappresentata dalla pandemia da Covid-19. Grazie ai milioni di morti in tutto il mondo, gli strateghi di Washington avevano potuto rimandare la terribile scelta di quale potenza aggredire, e se non fosse stato per i vaccini alternativi russi e cinesi, con tutti i limiti e difetti che potevano avere, gli USA avrebbero tenuto segregato il mondo intero il più a lungo possibile per inabissarlo in una voragine di debiti. Ma i vaccini russi e cinesi hanno agito e di conseguenza hanno costretto all’azione anche quelli occidentali, dimostrando quasi quotidianamente di essere altrettanto imperfetti di quelli sino-russi. Nella stanza ovale si è passata la primavera a “pensare” quale scenario d’uscita sarebbe stato necessario costruire, e quale suggerimento di amici ed alleati ascoltare. Israele ha proposto di attaccare l’Iran e causare un nuovo shock petrolifero. Per convincere gli americani Tel Aviv ha anche proceduto all’allontanamento dal potere di Benjamin Netanyahu, eccessivamente legato alla destra americana, e la sua sostituzione con un governo “alla Draghi” presieduto da Naftali Bennett.


Leggi tutto

Sinistra.ch: Giovani imprenditrici liberali alla conquista della sinistra

sinistrach

Giovani imprenditrici liberali alla conquista della sinistra

Il caso dei Verdi tedeschi

di Sinistra.ch

“La politica ha bisogno del coraggio di fare le cose in modo diverso” ha dichiarato la leader dei Verdi tedeschi Annalena Baerbock annunciando la sua candidatura quale nuova Cancelliera della Repubblica Federale. Cosa significa? Assolutamente nulla! E’ la tipica retorica vuota, basata su slogan e frasi fatte, che gioca molto sul dato puramente emozionale e che ormai contraddistingue il modo di fare propaganda degli ecologisti e di una certa “sinistra” post-moderna europea che, sfruttando le legittime preoccupazioni dei cittadini per l’inquinamento (fra cui molti giovani affascinati da modelli “liquidi” e ultra-mediatizzati come Greta Thunberg) si fanno votare per poi accordarsi con le strutture di potere che necessitano di un maquillage “green” per sembrare diversi.

 

A comandare il partito verde sono gli “Young Global Leaders”

Queste frasi vuote sono tipiche in particolare fra i membri del “Young Global Leaders” (YGL), quella che il “Bloomberg Businessweek” definisce come la “rete sociale privata più esclusiva del mondo” e di cui la nuova donna forte dei Verdi tedeschi naturalmente appartiene.


Leggi tutto

effesse: Contro lo “smart working”, cioè contro il nuovo lavoro a domicilio

ilpungolorosso

Contro lo “smart working”, cioè contro il nuovo lavoro a domicilio

di effesse

Il libro di Savino Balzano, edito da Laterza, intitolato “Contro lo smart working” è un testo utile perché aiuta a demistificare la manipolazione ideologica che le classi dominanti occidentali, per il tramite di accademici, giornalisti e presunti “esperti”, hanno costruito, negli ultimi decenni, intorno al lavoro digitale in generale, e al “lavoro agile” in particolare. Come ricorda l’autore fin dalle prime pagine, tale narrazione tossica contiene la pretesa che queste nuove forme di organizzazione del lavoro sarebbero intrinsecamente connotate da un senso di libertà e favorirebbero la riconquista di tempi e spazi a favore dei lavoratori, nonché la diffusione di un nuovo paradigma di vita potenzialmente in grado di sanare importanti problemi sociali come il traffico urbano, il congestionamento delle grandi città e l’inquinamento1. Da queste trasformazioni, dunque, tutta l’umanità, inclusa l’umanità lavoratrice, avrebbe molto da guadagnare.

Contro questa rappresentazione deformata e deformante, Balzano, aiutato dalla sua esperienza di attivista sindacale, sviluppa un ragionamento che parte dalla presa d’atto di come “lo smart working non sia né l’innovazione del secolo, né una trasformazione inevitabile ed ineludibile nell’organizzazione del lavoro, né un’opportunità per tutti” (pag VIII).


Leggi tutto

Brett Wilkins: Le “zero emissioni nette” sono una bufala pericolosa

antropocene

Le “zero emissioni nette” sono una bufala pericolosa

di Brett Wilkins

Gli "impegni per il clima" delle aziende mascherano l'inerzia e sostengono lo status quo.

Un nuovo rapporto pubblicato mercoledì da tre gruppi di pressione progressisti solleva il velo sui cosiddetti impegni climatici a “zero emissioni nette”, che sono spesso propagandati da aziende e governi come soluzioni all'emergenza climatica, ma che secondo gli autori del documento sono solo una pericolosa forma di greenwashing (diffondere disinformazione in modo da fornire l'immagine pubblica di aziende ecologicamente responsabili), che dovrebbe essere evitata a favore di politiche a “reali zero emissioni”, basate su impegni significativi e a breve termine per ridurre le emissioni globali dei gas serra.

The Big Con: How Big Polluters Are Advancing a ‘Net Zero’ Climate Agenda to Delay, Deceive, and Deny (La grande truffa: come i grandi inquinatori stanno portando avanti un'agenda climatica a "zero emissioni nette" per ritardare, ingannare e negare) è stato pubblicato da Corporate Accountability, Global Forest Coalition e Friends of the Earth International, ed è stato approvato da oltre sessanta organizzazioni ambientaliste.


Leggi tutto

Leandro Cossu: Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi

lafionda

Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi

di Leandro Cossu

Sembrerebbe che il moto della translatio imperi, esaurita la supremazia politica, economica (e si spera presto militare) degli Stati Uniti d’America, sia in procinto di interrompersi per sempre, lasciando il posto a un mondo multipolare in cui più stati possano offrirsi virtuosamente come poli egemonici. In questo scenario trovano naturalmente un ruolo da protagonista Federazione Russa e, naturalmente, Repubblica Popolare Cinese. Proprio con quest’ultima è altamente probabile uno scenario di Guerra fredda tra Stati Uniti e Cina; le irriducibilità rispetto allo scorso conflitto sublimato tra USA e URSS richiederebbero quanto meno una riflessione sulle differenze storiche tra le due e sulle modalità con cui questo conflitto sarà esperito sia dalla Politica che nella quotidianità della popolazione. Fino a che punto può essere definito uno scontro ideologico, visto anche che a quarant’anni dalle riforme di Deng (di cui mancano in italiano biografie significative o raccolte di scritti e discorsi) la stragrande maggioranza di intellettuali e giornalisti nostrani continua a ignorare o a non aver capito la portata.


Leggi tutto

Andrea Fumagalli: La presunta svolta della politica economica europea ai tempi del Covid 19

effimera

La presunta svolta della politica economica europea ai tempi del Covid 19

Verso il G20 della finanza a Venezia

di Andrea Fumagalli

VeneziaLa crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo ha evidenziato cali del Pil mai registrati nella storia del capitalismo, di gran lunga superiori a quelli fatti registrare durante la crisi finanziaria globale del 2007-08.

Le stime per i prossimi anni ipotizzano che quasi la metà del calo del Pil potrebbe essere recuperato quest’anno (se non ci saranno peggioramenti nella situazione sanitaria) e si potrà arrivare ai livelli pre-crisi già a partire dal 2023.

Si tratterebbe di un andamento congiunturale a V, assai diverso da ciò che è successo dopo la crisi finanziaria del 2007: dopo la prima fase recessiva, soprattutto in Europa e nei paesi del Mediterraneo, si è registrato un ulteriore calo del Pil, creando una dinamica a W. Solo molti anni dopo si sono raggiunti i livelli pre-2007.

Come mai si potrebbe verificare una dinamica diversa? La principale ragione sta probabilmente nel perseguimento di politiche economiche, a prima vista, assai differenti.

All’indomani dello scoppio della bolla dei subprime, la commissione Europea, il Fmi e la Bm (la cosiddetta “troika”), di fronte al rischio di insolvenza del sistema creditizio, iniziano a perorare la causa dell’austerità nei bilanci pubblici, soprattutto di quei paesi con il debito più alto, gentilmente chiamati PIIGS. In tal modo, si cercava di compensare il crescente debito privato con una stretta sui debiti pubblici. Gli economisti mainstream la chiamavano con un ossimoro e in modo ideologico, “austerità espansiva”.


Leggi tutto

Eros Barone: Due pilastri della teoria marxista

sinistra

Due pilastri della teoria marxista

di Eros Barone

La critica marxiana della struttura capitalistica si basa su due pilastri: la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento. Le critiche, dirette o indirette, a questi due pilastri, in sostanza il loro disconoscimento, contraddistinguono una elaborazione teorica, in tutto o in parte, antimarxista, anche se questa avanza la pretesa di aggiornare o di completare il marxismo, mentre in realtà mira a distruggerne i concetti fondamentali. Sennonché, quali che possano essere i mutamenti all’interno della struttura capitalistica, la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento restano, dal punto di vista della critica dell’economia politica, due pilastri ineliminabili di tale critica.

Orbene, quando si affronta il problema cruciale del valore e del plusvalore, e quindi della trasformazione dei valori in prezzi, è necessario, per l’appunto, partire da questo punto di vista, che è poi quello con cui Marx intende il processo economico. La prima cosa da notare è che si tratta sempre di rapporti sociali e non di rapporti tra l’uomo, astrattamente inteso, e la natura.


Leggi tutto

Pier Paolo Dal Monte: La chiusura del tempo

frontiere

La chiusura del tempo

di Pier Paolo Dal Monte

Dove si nasconde il tempo? Lo percepiamo perché lo concepiamo: la materia della quale è fatto, la continuità che ci appare, è un costrutto mentale nel quale il presente, attimo fugace e privo di essenza, incalza il futuro mentre si trasforma in passato.

In effetti una parte di esso è stata e non è, una parte sarà e non è ancora […] Ma che cosa sia il tempo e quale la sua natura, dalle dottrine tramandate, è oscuro, similmente a come sono oscure le proprietà intorno alle quali prima ci è capitato di discutere¹.

Il futuro non ha essenza, se non quella, priva di sostanza, della speranza o del timore; il passato è solo quel residuo che persiste nella memoria che, quando è condiviso, prende il nome di “storia”.

Entrambi, passato e futuro, sono sempre una proiezione del presente, della Weltanschauung che lo informa.

Il futuro è fatto di scopi, mete, prospettive, e tutto questo si appoggia sul passato, che è la materia di cui siamo fatti, ciò che conosciamo e sappiamo fare, il mondo nel quale viviamo.


Leggi tutto

Marinella Correggia: Covid e vaccini. Lo scienziato Yaneer Bar-Yam ribalta tutto quello che vi hanno detto (e Riccardi conferma!)

lantidiplomatico

Covid e vaccini. Lo scienziato Yaneer Bar-Yam ribalta tutto quello che vi hanno detto (e Riccardi conferma!)

di Marinella Correggia

Dimenticate quello che avete sentito ripetere a iosa sull’imprescindibile utilità dei vaccini: ovvero che evitano sempre ai vaccinati di prendersi Covid in modo grave o mortale (anche se possono trasmettere il virus).

I tre attori di un carteggio che ribalta i tavoli sono:

- Walter Ricciardi, televisivamente a tutti noto dal 2020, Professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, nominato di fresco membro del Comitato Scientifico del Sante Publique France, l'Istituto superiore di sanità francese,

- Yaneer Bar-Yam il quale, ci informa Wikipedia, è uno scienziato statunitense specializzato in sistemi complessi ed esperto nell’analisi quantitativa delle pandemie. Consigliere degli Stati ovest africani sull’Ebola, nel febbraio 2020 ha fondato EndCoronavirus.org per fornire informazioni, linee guida e analisi politiche sulla lotta alla pandemia.


Leggi tutto

Guido Salerno Aletta: Senza salario minimo, senza contratti collettivi, ma col reddito di cittadinanza

teleborsa

Senza salario minimo, senza contratti collettivi, ma col reddito di cittadinanza

di Guido Salerno Aletta

Dopo la Flessibilità e la Deflazione salariale, Sindacati impotenti e Governi inconcludenti

Bisogna fare un po' di chiarezza sull'assetto delle politiche attive per il lavoro, sulla contrattazione collettiva, sui livelli salariali dei lavoratori, precari e non, sugli interventi assistenziali pubblici.

Il mercato del lavoro si è fortemente polarizzato, che può essere rappresentato come una piramide che ha una base amplissima ed un vertice altissimo, ma fra uno scalino e l'altro della gerarchia, il lavoro si riduce in modo esponenziale.

In alto, al livello retributivo e sociale più elevato, ci sono pochi lavori, apparentemente stabili, ma soggetti ad un burn-out tecnologico e generazionale violentissimo: basta vedere che cosa succede nel mondo bancario, assicurativo e nel settore delle professioni consulenziali. Le innovazioni tecnologiche, incorporando capacità di elaborazione, di memoria e di interazione a distanza, rendono obsoleti lavori in passato molto ben retribuiti.


Leggi tutto

Paolo Di Marco: Il giardino dell’Eden

poliscritture

Il giardino dell’Eden

di Paolo Di Marco

th 51. Il plusvalore

Possiamo leggere la storia degli ultimi secoli come una progressiva espropriazione del proprio tempo, trasformato in tempo di lavoro collettivo controllato dal capitale.

Marx è l’ultimo economista che si occupa dell’origine del profitto (tema centrale dell’economia classica sino a Ricardo), e la sua analisi parte dalla giornata di lavoro, il cui tempo viene diviso in due parti: una in cui il lavoratore lavora per sé, l’altra per il padrone. Questa seconda dà origine al profitto.

* * * *

Il capitalista investe del denaro D per ottenere dell’altro denaro D’, che includa un guadagno D -> D’, D’D=R (profitto), (R/D == saggio profitto)

come nasce R: nel processo produttivo abbiamo: cc: capitale costante (macchinari, stabilimenti), cv: capitale variabile (gli operai); sv: il surplus prodotto solo da cv (quello prodotto nel tempo ‘del padrone’); quindi: il capitalista trasforma il denaro D in mezzi di produzione, cc e cv e ne ottiene un prodotto p (che contiene il pluslavoro sv) che trasforma sul mercato in nuovo denaro D’: cc+cv+sv= p (prodotto) R=sv e, chiamando r il saggio:

r= sv/(cc+cv)


Leggi tutto

Michele Castaldo: I politici parolai nelle difficoltà dell’attuale fase

lacausadellecose

I politici parolai nelle difficoltà dell’attuale fase

di Michele Castaldo

In calce una nota di Alessio Galluppi per noinonabbiamopatria*

forbidden city 645566 1920Che succede nel Movimento 5 Stelle? Anticipiamo la nostra tesi, così risparmiamo al lettore pigro di scorrere l’articolo per intero e capire il nostro pensiero: succede un caos, abbondantemente previsto, quale riflesso di una parte del ceto medio che la crisi delle categorie capitalistiche italiane aveva espresso come protesta nei confronti di un ceto politico che aveva tradito le sue aspettative. Si trattava di un movimento composito, ovvero di un flusso di più interessi che si è ritrovato unito nella protesta e che di fronte alla necessità di fare proposte, ovvero di misurarsi con le leggi dell’economia, diventa strabico mentre si decompone.

Grillo, Conte, Crimi, Di Maio, Fico, e via elencando. Personaggi di pochissimo spessore come i ceti sociali che li hanno eletti, ovvero gente che chiede di cambiare il mondo attraverso un clic della tastiera.

Evitiamo di elencare in questa sede gli sproloqui e le sceneggiate di Grillo, moderno guru che si era illuso di avere il mondo ai suoi piedi piuttosto che stare, invece, alle falde di una duna sabbiosa che lo sta rendendo volatile, trasferendolo via scirocco verso il sol Levante dell’Estremo Oriente e la nuova Via della Seta cinese di questa fase.


Leggi tutto

Leo Essen: Il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione

contropiano2

Il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione

di Leo Essen

Una spiccata intelligenza è un’arma nella spinta evolutiva. Più grande è il capoccione, più alte sono le probabilità di sfangarla. Più è aderente la risposta – la verità – al contesto, più è alta la probabilità di scavalcare i diretti competitori nella lotta per la vita.

Anche la bugia, la cazzata, il turpiloquio, la barzelletta, la stronzata sono evidenti segnali di intelligenza e armi da giocarsi nella perenne lotta di posizione tra l’uomo e ciò che lo circonda.

La Bullshit Ability è un modo onesto di sfoggiare la propria intelligenza. Così la pensa il team di ricercatori del Dipartimento di psicologia della Ryerson University, Ontario, Canada, in un recente studio pubblicato su Evolutionary Psychology (doi/10.1177/14747049211000317).

In biologia, si legge nello studio, un «segnale onesto» trasmette informazioni “vere” a un altro organismo. Ad esempio, una rana dai colori vivaci che è velenosa segnala onestamente la sua tossicità ai predatori. La rana sembra pericolosa, e in effetti lo è.


Leggi tutto

Thomas Fazi: Sei anni fa La BCE di Draghi ha schiacciato la ribellione greca

thomasfazifacebook

Sei anni fa La BCE di Draghi ha schiacciato la ribellione greca

di Thomas Fazi

Esattamente sei anni fa, il 5 luglio 2015, mi trovavo in piazza Syntagma ad Atene (la foto che vedete la scattai io) per festeggiare la straordinaria vittoria del "no" ("oxi") al piano di aggiustamento strutturale proposto al governo greco dagli strozzini della troika (Commissione europea, BCE e FMI) in cambio di un nuovo programma di "supporto finanziario".

Di fatto il popolo greco disse che preferiva rigettare il piano, con tutto ciò che poteva potenzialmente comportare - inclusa l'uscita della Grecia dall'euro -, piuttosto che continuare con il salasso che nei cinque anni precedenti aveva ridotto il paese in ginocchio.

L'emozione fu immensa: per un brevissimo istante sembrava che si fosse aperta una breccia nella fortezza europea. Purtroppo sappiamo come finì quella storia: all'indomani del referendum, e in spregio della volontà popolare, il governo greco capitolò e accettò i termini onerosi di un altro accordo di prestito subordinato a ulteriori misure di austerità e di deregolamentazione, ponendo così fine alla breve “ribellione” greca.


Leggi tutto

Liu Han: «La salvaguardia della sovranità, base del modello cinese»

manifesto

«La salvaguardia della sovranità, base del modello cinese»

Alessandra Colarizi intervista Liu Han

Cina. Intervista a Liu Han, vicedirettore dell’Institute for Law and AI alla Tsinghua di Pechino ed esperto di diritto costituzionale

Intervista a Liu Han, professore associato di diritto e vicedirettore dell’ Office of Humanities and Social Sciences presso la Tsinghua University di Pechino. Liu ha studiato alla Yale Law School, è esperto di diritto costituzionale comparato.

* * * *

Sono passati vent’anni da quando il giornalista Joshua Cooper Ramo ha coniato l’espressione «Beijing Consensus». Il significato del termine è ancora oggetto di dibattito. Può definirlo in poche parole?

Penso che il concetto possa essere interpretato sia dal punto di vista sostanziale che procedurale. In primo luogo, ci si può chiedere quali siano gli aspetti che rendono unica l’esperienza che la Cina ha introdotto nel mondo negli ultimi due decenni, insieme alla sua rapida crescita.


Leggi tutto

Moreno Pasquinelli: Bagno di sangue

sollevazione2

Bagno di sangue

di Moreno Pasquinelli

Lo afferma, apertis verbis, Roberto Cingolani, il ministro “grillino” (sic!) della cosiddetta “transizione ecologica”:

«La transizione ecologica? Confermo, cambiare il sistema potrebbe essere un bagno di sangue». [LA STAMPA, 1 luglio]

Cosa implichi “bagno di sangue” il ministro lo lascia intendere: il passaggio ad un’economia non più basata su fonti fossili causerà, sia la scomparsa di interi settori dell’economia (con la milioni di posti di lavoro che andranno in fumo), sia un aumento dei costi (lo dice lui) delle bollette per i cittadini.

E’ solo uno degli aspetti della “distruzione creativa”, evocata in nome del “Grande Reset” — segnaliamo il Forum di settembre dedicato —, l’ambizioso progetto con cui l’élite mondialista punta a ristrutturare l’intero sistema capitalistico.

Due sono le mosse dell’élite: da una parte presentare come necessaria e ineludibile la loro trasformazione pilotata; dall’altra esibirla (le leopardiane “magnifiche sorti e progressive”) non solo come salvifica ma come passaggio progressista, come avanzamento verso una società migliore.


Leggi tutto

2021-04-30 Hits 2451

2021-06-22 Hits 2259

2021-04-21 Hits 2043

2021-04-22 Hits 1909

2021-05-13 Hits 1868

2021-05-30 Hits 1815

2021-05-04 Hits 1620

2021-05-02 Hits 1604

Luca Ricolfi: Ho cercato di capire come funziona il ddl Zan

2021-05-25 Hits 1587

2021-05-29 Hits 1525

tonino

unread,
Jul 13, 2021, 1:43:20 AM7/13/21
to sante gorini

Geraldina Colotti: Haiti, ecco perché è stato ucciso il presidente Jovenel Moïse

lantidiplomatico

Haiti, ecco perché è stato ucciso il presidente Jovenel Moïse

di Geraldina Colotti

720x410c50Un omicidio nato nelle stanze del potere, all’ombra degli interessi imperialisti che hanno deciso di cambiare cavallo? È il probabile scenario che inquadra l’assassinio di Jovenel Moïse, presidente de facto di Haiti. A compierlo materialmente, un piccolo esercito di mercenari che hanno fatto irruzione nella sua residenza super-controllata mercoledì all’alba spacciandosi per agenti della Dea, lo hanno ucciso e hanno ferito la moglie. Si parla di complicità interne con l’avallo del capo della polizia. Il commando è stato arrestato quasi al completo e mostrato alle telecamere.

Si tratta di 15 colombiani e due statunitensi, che sarebbero arrivati a giugno ad Haiti passando per la Repubblica dominicana. I due statunitensi hanno dichiarato di essere stati contrattati tramite internet come interpreti, per sequestrare e non per uccidere Jovenel Moïse, che avrebbe dovuto essere condotto davanti a un giudice in quanto colpito da un mandato di cattura. Uno di loro è un imprenditore della Florida che ha poi fondato un gruppo no-profit per fornire assistenza umanitaria a Port au Prince, la capitale di Haiti. Altri tre colombiani sono morti per mano della polizia e otto mercenari sono in fuga.

Bogotà ha confermato che 6 degli arrestati sono ex militari colombiani. Il giornale El Tiempo ha rivelato il curriculum di uno di loro, Manuel Antonio Grosso Guarn, fino al 2019 considerato uno dei più preparati dell'esercito colombiano. All'inizio della sua carriera ha ricevuto una formazione da commando speciale, e nel 2013 fu assegnato al Gruppo di Forze speciali antiterroriste urbane, quelle che sequestrano e uccidono i manifestanti che da mesi protestano contro il governo Duque. Quei reparti che, in questi giorni, hanno ricevuto ulteriori rinforzi dalla Cia.


Leggi tutto

Sirio Zolea: DDL Zan, ovvero quando la confusione aspira a diventare legge, ovvero Caligola che fa console il suo cavallo

lafionda

DDL Zan, ovvero quando la confusione aspira a diventare legge, ovvero Caligola che fa console il suo cavallo

di Sirio Zolea

ddl
            zan 1280x720 1Fino a questo momento mi sono guardato dall’intervenire sul cosiddetto “Ddl Zan”. Il diritto penale non è la mia materia e, data un’occhiata a qualche cronaca sui contenuti del Ddl e sul relativo dibattito, mi ero fatto l’idea che la discussione si sarebbe presto sopita e che un testo così bislacco e raffazzonato sarebbe caduto nel dimenticatoio senza che neanche si arrivasse in proposito a un dibattito parlamentare serio. Ma il fatto che col passare dei mesi il Ddl resti sulla cresta dell’onda, a differenza di proposte dalla spiccata rilevanza sociale come salario minimo e obsolescenza programmata, e le sollecitazioni di svariati colleghi allibiti e preoccupati mi spingono a una più attenta analisi critica del testo, cercando di evidenziarne i punti più allarmanti, nell’auspicio di dare un modesto contributo affinché quello che a me pare soltanto il frutto di molta confusione – terminologica, concettuale e fors’anche mentale! – non possa aspirare seriamente a trasformarsi in legge dello Stato. Ciò aggiungendo alcune considerazioni di più generale portata alle più specifiche e ben motivate critiche giuspenalistiche che già tanti esperti del settore hanno manifestato. Per la verità, tali e tante sono le amenità contenute nella proposta, che si ha solo l’imbarazzo della scelta di quelle su cui più infierire!


Leggi tutto

Domenico Moro: La minimum tax sulle multinazionali come elemento della lotta tra stati

lordinenuovo

La minimum tax sulle multinazionali come elemento della lotta tra stati

di Domenico Moro

La proposta di riforma del sistema fiscale internazionale, basato sull’introduzione di una tassa minima globale (minimum tax), dopo essere stata approvata dal G7, è stata votata a grande maggioranza anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), con 130 Paesi favorevoli sui 139 che la compongono. La proposta di riforma fiscale consiste nell’introduzione a livello internazionale di una imposta minima del 15% sui profitti delle multinazionali e nell’obbligo a pagare le tasse lì dove la multinazionale realizza i propri guadagni. Le reazioni da parte dell’establishment internazionale sono state entusiastiche. Janet Yellen, segretaria al Tesoro statunitense, definisce quella della votazione dell’Ocse “una giornata storica per la diplomazia economica”, lo stesso presidente Joe Biden ha parlato di “un importante passo in avanti verso una economia più giusta”. In Europa il ministro delle finanze tedesco Scholz ha definito l’accordo un “colossale progresso” mentre il suo omologo francese, Le Maire, ha detto che “è il più importante accordo dell’ultimo secolo”. Infine, il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni ha affermato che è “un passo storico verso una tassazione più equa delle multinazionali”.


Leggi tutto

Jack Orlando: L’innocua tragedia dei messia laici

machina

L’innocua tragedia dei messia laici

Uno sguardo su Judas and the Black Messiah

di Jack Orlando

A un anno di distanza dalla potente insorgenza afroamericana che ha messo radicalmente a critica il razzismo strutturale che governa gli Stati Uniti, Jack Orlando commenta uno dei film cult della stagione: Judas and the Black Messiah (Warner Bros. Picture, 2021), che ricostruisce la vicenda del tradimento e poi dell’uccisione da parte del FBI di Fred Hampton, leader della sezioni di Chicago delle Pantere Nere, artefice di quella straordinaria esperienza rivoluzionaria anticoloniale e antirazzista che è stata la Rainbow Coalition.

* * * *

Il nome di Fred Hampton ai più non dice nulla. Una delle tante vittime della violenza poliziesca in una stagione di profondi conflitti sociali, relegata a pagine ormai lontane di storia. 

Abbastanza lontane da poterle considerare ormai inoffensive, incapaci di allungare le loro mani fino al presente e contaminarne la materia. 


Leggi tutto

Renato Caputo: Speciale: “L’essenza, per le fondamenta”

cumpanis

Speciale: “L’essenza, per le fondamenta”

Alessandro Testa intervista Renato Caputo

Con questa prima intervista a Renato Caputo inauguriamo lo Speciale già annunciato, che prevede una serie di "incontri" tra "Cumpanis" e gli intellettuali e i dirigenti comunisti, marxisti, italiani

“Il partito di quadri, radicato e organizzato in cellule nei posti di lavoro, è la struttura indispensabile per la rivoluzione nei paesi capitalistici

Renato Caputo, nato a Roma nel 1971, dopo il liceo classico ha studiato all’università principalmente storia, economia e filosofia. Dopo una tesi di laurea sull’estetica di Bertolt Brecht, ha scritto due tesi di dottorato su Hegel, l’ultima sotto la guida del compianto prof. Domenico Losurdo. Dopo aver completato la sua formazione in Germania, si è dedicato all’attività di insegnamento di storia e filosofia in un liceo romano e all’Università popolare Antonio Gramsci. Negli ultimi anni ha scritto moltissimi articoli per il giornale comunista “La città futura”.

* * * *

Vorrei porti innanzitutto una domanda a nostro avviso assai importante per capire la genesi, l’evoluzione e probabilmente anche il futuro del comunismo in Italia, ovvero cosa pensi dell’attualità di Gramsci con particolare riferimento alla tematica della rivoluzione in occidente.


Leggi tutto

Alberto Bradanini: La Repubblica Popolare a cento anni dalla nascita del Partito Comunista Cinese

lafionda

La Repubblica Popolare a cento anni dalla nascita del Partito Comunista Cinese

di Alberto Bradanini

Nel celebrare i cento anni di vita del Partito Comunista Cinese (Pcc), fondato a Shanghai nel luglio del 1921, va tenuto in conto che il Partito si trova alla guida del paese solo dal 1949, dunque 100 meno 28, 72 anni, una piccola ma significativa differenza, poiché sono soprattutto gli eventi del secondo dopoguerra quelli che ci aiutano a capire la storia della Cina contemporanea, gettando uno sguardo sul suo modello di comunismo, sulle eresie dottrinali rispetto all’Unione Sovietica, sulle scelte del Grande Timoniere Mao Zedong, sull’ascesa economica della Cina di Deng. In una scena affollata di quesiti, molti aspetti restano ancora tali, a dispetto del tempo trascorso. La Cina, infatti, non è ancora pronta ad aprire i suoi archivi, a rievocare i propri scheletri, a discutere per capire di più e meglio. Occorrerà aspettare che altra polvere si depositi sugli scaffali, che la dirigenza si convinca che l’emergere di qualche sgradevole verità non si rifletta in forma incresciosa sugli scenari politici attuali.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Biomercato

sinistra

Biomercato

di Salvatore Bravo

Il biopotere è stato sostituito dal biomercato, il neoliberismo gestisce la vita umana, ne astrae l’essenza il DNA per immetterlo negli affari. La vita diminuita è in vendita, il mercato sembra sempre più simile alle anime morte di Gogol, tutto è in vendita i morti, i vivi ed i trapassati. Se il mercato è tutto, ogni forma di vita è assimilata ad essa al punto che siamo nella condizione di una notte tutte in cui tutte le vacche sono nere secondo la nota affermazione di Hegel. La notte che ci avvolge è il mercato, la privatizzazione della vita induce a trasformare ogni possibile espressione di essa in mercato. In un tale contesto la vita è niente e il plusvalore è tutto. Il tramonto della filosofia e degli studi classici impedisce che si abbiano strumenti per decodificare il sistema, sono sostituiti dagli studi specialistici e tecnici che formano alla parcellizzazione della vita.

L’incidente di Mottarone è stato abilmente isolato dal suo contesto, la verità è più terribile della già cruda cronaca. Il disprezzo per la vita è l’abitudine quotidiana del neoliberismo, la competizione e la riduzione di ogni vita alle sole potenzialità economiche ha contribuito ad indurre gli artefici al crimine.


Leggi tutto

Eros Barone: La critica di Engels al “socialismo giuridico” e il modo corretto di formulare le rivendicazioni del proletariato

sinistra

La critica di Engels al “socialismo giuridico” e il modo corretto di formulare le rivendicazioni del proletariato

di Eros Barone

51NGYBd9MELUna risposta puntuale alle posizioni del socialismo giuridico è quella data da Engels e da Kautsky in uno scritto che apparve nel 1887 sulla Neue Zeit, rivista teorica della socialdemocrazia tedesca. In questo scritto, che offre indicazioni di grande interesse per una corretta impostazione della pratica socio-politica dei comunisti, gli autori svolgono una critica delle tesi revisioniste di Anton Menger, conducendo una importante battaglia contro le posizioni antimarxiste della frazione di destra della socialdemocrazia e del suo gruppo parlamentare. Se Menger si proponeva, come è noto, di ‘rifondare’ (anche questa è una vecchia storia!) le concezioni del socialismo da un punto di vista giuridico, l’Anti-Menger di Engels e Kautsky (quest’ultimo si muoveva allora sul terreno del marxismo rivoluzionario) colpisce al cuore l’ideologia giuridica, offrendo un esempio paradigmatico del modo in cui si deve condurre la lotta teorica e politica contro l’opportunismo socialdemocratico. 1

La tesi scientifica (e sottolineo ‘scientifica’, giacché è in questione la teoria-chiave del materialismo storico, quella del rapporto struttura-sovrastrutture), che costituisce il fondamento teorico dell’Anti-Menger engelsiano e che dodici anni prima era stata posta da Marx al centro della sua Critica del programma di Gotha, è che l’ideologia giuridica e il marxismo sono come l’acqua e l’olio: tra di essi non è possibile alcuna combinazione.


Leggi tutto

Leonardo Mazzei: Sacrifici in arrivo per l’Italia

sollevazione2

Sacrifici in arrivo per l’Italia

di Leonardo Mazzei

uscire conviene 768x402Sacrifici in ogni caso. Ma sacrifici pesanti e concentrati, o sacrifici più leggeri ma spalmati all’infinito nel futuro dell’Italia? Su questo mortifero dilemma discetta Federico Fubini sulle pagine del Corriere della Sera.

Il suo editoriale parte da un dato di fatto. In materia di debito pubblico nell’Ue si confrontano due partiti, quello dei “falchi” e quello delle “colombe”. Il primo stanziato a nord, il secondo al sud. Partiti che rispecchiano ovviamente le opposte esigenze delle rispettive economie.

Per Fubini la linea dura verrà riproposta, ma essa non sarebbe più egemone a Bruxelles, anche perché difficilmente applicabile nel contesto attuale. Da qui la sua certezza sul fatto che le regole europee verranno riscritte, concetto ripreso direttamente da alcune recenti affermazioni dello stesso Draghi.

Già, verranno riscritte, ma come? Sul punto l’editorialista del Corsera accenna a quella che sarebbe la proposta di revisione del Patto di stabilità del governo italiano. Essa si baserebbe su due pilastri: l’emissione di debito comune nei momenti di crisi; l’impegno ad una spesa pubblica in discesa nelle fasi di crescita. Ovviamente si tratta di uno schema generale, i cui meccanismi andrebbero poi precisati nelle solite estenuanti trattative brussellesi. Laddove, si sa, il diavolo si nasconde sempre nei dettagli.


Leggi tutto

Alfonso Gianni: La ripresa sulla pelle dei lavoratori

manifesto

La ripresa sulla pelle dei lavoratori

di Alfonso Gianni

Altro che boom. Le migliori previsioni si fondano sull’efficacia dell’intervento pubblico e non tanto sulla sbandierata capacità imprenditoriale privata

Le dichiarazioni fatte ieri mattina da Bruxelles dal commissario all’economia dell’Unione europea Paolo Gentiloni sono state assunte come un manifesto dell’ottimismo sulla ripresa economica del nostro paese. In realtà la sua valutazione su un «rimbalzo» del Pil del 5% a fine anno non sono diverse da quelle già fornite da Istat e Bankitalia. Si tratta di previsioni superiori a quelle della media europea, ove si prevede una crescita del 4,8% a fine anno, mentre sono uguali per il 2022 e peggiori per l’anno successivo. La stima di Bankitalia per il triennio 2021-23 è fortemente legata al successo del Pnrr, i cui effetti dovrebbero garantire almeno 2 punti percentuali, ovvero la metà della crescita prevista. Ma tutto ciò – si avverte prudentemente da palazzo Koch – se non ci saranno ritardi nell’implementazione dei progetti del Pnrr e degli investimenti pubblici.


Leggi tutto

comidad: La peggiore cospirazione: quella contro se stessi

comidad

La peggiore cospirazione: quella contro se stessi

di comidad

Il giornalista Marco Travaglio viene spesso dileggiato a causa della sua ostinata difesa dell'esperienza dei governi Conte contro la corrente mitologia mediatica sull'attuale governo Draghi. La piaggeria e il servilismo dei media nei confronti di Mario Draghi si spiegano facilmente se si considera il suo spaventoso curriculum. Come cariche istituzionali Draghi ha ricoperto i ruoli di dirigente della Banca Mondiale, direttore generale del Tesoro, governatore della Banca d’Italia, presidente della Banca Centrale Europea. Neanche come lobbista Draghi ha scherzato, dato che oltre la sua carriera in Goldman Sachs, ora è membro della superlobby finanziaria che si fa chiamare Gruppo dei Trenta.

D’altra parte Travaglio ha pienamente ragione: Draghi sta campando di rendita sul lavoro di Giuseppe Conte; e tutti i disastri in cui è stata trascinata l’Italia in quest’ultimo anno e mezzo, dal lockdown al Recovery Fund, sino alla campagna vaccinale, sono tutti farina del sacco non del superlobbista internazionale, bensì dell’avvocaticchio di provincia.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: C’era una volta… ecco cosa scrivevano di Big Pharma gli adoratori di oggi

ilsimplicissimus

C’era una volta… ecco cosa scrivevano di Big Pharma gli adoratori di oggi

di ilsimplicissimus

Pare incredibile, ma Big Pharma e si suoi vaccini appaiono ormai come un mondo angelicato dove gli interessi, le combine, le truffe, le spartizioni, il lavoro di lobby che coinvolge la ricerca, i farmaci pericolosi, ma ugualmente distribuiti e venduti, le prebende date ai medici in cambio di prescrizioni, le false dichiarazioni sono stati cancellati dal ricordo tanta è la gratitudine per averci salvato dal raffreddore narrativo con vaccini totalmente sperimentali e aver proibito ogni cura perché non sufficientemente remunerativa. Eppure fino a qualche anno fa la sola idea di essere obbligati a fare da cavia avrebbe suscitato scandalo e disgusto, mentre ancora qualche tempo prima era scontato che Big Pharma facesse gli affari più sordidi del mondo perché condotti sulla salute delle persone. Così pubblico qui gli stralci di un articolo apparso su Repubblica nel 2014 e segnalatomi da un amico, sull’affare Novartis – La Roche per mostrare come in pochi anni l’atmosfera e la narrazione siano completamente cambiate e da notare non è tanto la notizia, ma il modo e il tono con cui viene data:


Leggi tutto

Roberta Carlini: David Harvey, L'accumulazione come spoliazione

doppiozero

David Harvey, L'accumulazione come spoliazione

di Roberta Carlini

“Viviamo tempi pericolosi, ma anche adatti a esplorare nuove possibilità”. Così scrive David Harvey, pensatore marxista che si fa fatica a etichettare in una disciplina (chi ci ha provato, misurandone il successo su Twitter, lo ha messo al quarto posto tra i sociologi più seguiti al mondo, e al quindicesimo tra gli economisti, per dire). Il suo ultimo libro tradotto per Feltrinelli da Virginio B. Sala, Cronache anticapitaliste, deriva dal lavoro fatto per le “Anti-Capitalist Chronicles”, un podcast quindicinale nel quale dal 2018 Harvey “guarda al capitalismo attraverso lenti marxiste”, come si legge nella presentazione del progetto prodotto da Democracy at work. Lo stile è un continuo e alterno mix tra ricerca e militanza: Harvey, come ricordano i curatori del libro, è stato ed è un innovatore, che ha riversato i suoi 40 anni di studi sul marxismo nello spazio online, diventandone una star – le sue letture del Capitale, videocorso gratuito, sono state viste da oltre 4,5 milioni di persone in 200 Paesi.


Leggi tutto

2021-04-30 Hits 2490

2021-06-22 Hits 2330

2021-04-21 Hits 2084

2021-04-22 Hits 1946

2021-05-13 Hits 1898

2021-05-30 Hits 1837

2021-05-25 Hits 1647

2021-05-04 Hits 1642

2021-05-02 Hits 1622

2021-05-29 Hits 1549

tonino

unread,
Jul 15, 2021, 1:26:20 PM7/15/21
to sante gorini

Vincenzo Morvillo: Il “Mondo Nuovo”: la repressione nella democrazia tecno-liberista

contropiano2

Il “Mondo Nuovo”: la repressione nella democrazia tecno-liberista

di Vincenzo Morvillo

mondo nuovo tecnoliberistaLe immagini del video – circolato nei giorni scorsi su media, stampa, social – che ritraggono le guardie penitenziarie di Santa Maria Capua Vetere accanirsi, con sadico piacere di aguzzini, sui detenuti di quel carcere (finanche su quelli costretti in sedia a rotelle) che avevano protestato, lo scorso anno, per il logico timore che si potesse verificare una rapida diffusione del Covid – sono la rappresentazione plastica di Corpi di Polizia sempre più fuori controllo.

Sempre più pervasivi e dunque concepibili quali gangli indispensabili della governance occidentale e neoliberista che disciplina, ormai, ogni settore delle nostre esistenze.

Corpi, dunque, sempre più dotati di potere autonomo e discrezionale, sempre più impuniti ed esenti dal rispondere a un supposto vertice politico sulla catena del comando.

E peraltro sempre pronti a coprire ogni nefandezza…

Corpi, dunque, per molti versi assimilabili a squadroni della morte di stampo fascista.

Sono immagini, quelle viste nel carcere sammaritano, che evocano e possono benissimo sovrapporsi a quelle delle brutalità compiute dalla Dina cilena di Pinochet, dalla Tripla A durante la dittatura della Junta in Argentina, dalla Falange del Maggiore D’Aubuisson in Salvador, dai Contras in Nicaragua.

O da qualunque altro corpo speciale creato, a fini repressivi, da uno Stato che rilasci un assegno in bianco alle forze dell’ordine e su cui la cifra e l’intensità delle violenze e delle torture venga costantemente aggiornata al rialzo.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: L'originalità della teoria del crollo di Henryk Grossman

bollettinoculturale

L'originalità della teoria del crollo di Henryk Grossman

di Bollettino Culturale

33784007. SY475 La “ripresa del marxismo” operata da Henryk Grossman è stata allo stesso tempo il recupero dell'idea che il capitalismo avrebbe trovato la sua fine attraverso le sue leggi economiche immanenti e che l'azione rivoluzionaria della classe operaia dovesse basarsi sulla comprensione di queste leggi. Fu quindi allo stesso tempo un recupero del materialismo storico e dell'importanza dell'economia politica. Grossman parte dal problema lasciato da Rosa Luxemburg: fino a che punto era realmente possibile l'accumulazione prevista negli schemi produttivi? Rifiuta la soluzione della Luxemburg ma accetta le implicazioni del problema: affermare la possibilità che il capitalismo si espanda proporzionalmente, secondo schemi di riproduzione, significa accettare la possibilità dell'eterna espansione del capitalismo e privare il socialismo del suo fondamento “oggettivo”.

Imperterriti da questa accusa, i critici hanno ripetutamente presentato contro la Luxemburg la coerenza degli schemi di riproduzione e hanno affermato che il supposto "problema" dell'accumulazione non esisteva. Critica il cui massimo sviluppo è stato il modello di accumulazione di Otto Bauer. Se questa fosse la fine della questione, il trionfo teorico degli schemi di Tugan-Baranowsky, Hilferding, Pannekoek e Bauer sul sottoconsumismo rappresenterebbero il fallimento della teoria del crollo. Ma in “The Law of Accumulation and Breakdown of the Capitalist System”, Grossman usa proprio il modello di Bauer per illustrare la sua teoria e confutare la conclusione che abbandonare il sottoconsumismo significherebbe accettare la possibilità di un'espansione illimitata del capitalismo.


Leggi tutto

coniarerivolta: Confindustria attacca il lavoro, i sindacati confederali applaudono

coniarerivolta

Confindustria attacca il lavoro, i sindacati confederali applaudono

di coniarerivolta

grandeaccordoNonostante l’Italia si trovi ancora in una profonda crisi occupazionale, con il numero di lavoratori occupati calato di circa 800 mila unità tra febbraio 2020 e giugno 2021 e con un tasso di disoccupazione aumentato dal 9,5% di fine 2019 al 10,5% di maggio 2021, la scadenza del blocco dei licenziamenti è arrivata. Con il decreto-legge n. 99/2021 il Governo pone fine, a partire dal 1° luglio 2021, al blocco dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo introdotto nel marzo 2020, escludendo dallo stop solo il comparto della moda (ritenuto uno dei settori che più ha subito la crisi per effetto delle misure di contrasto alla pandemia) e la filiera produttiva ad esso collegata come calzature, pelletteria e tessile.

A corredo della misura governativa, martedì 29 giugno Governo, sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) e Confindustria hanno siglato un accordo. Si tratta, in realtà, di una mera presa d’atto di cui non si comprende il valore giuridico e l’effetto vincolante che potrà esercitare, ma che il segretario della CGIL Landini non ha esitato a definire un grande risultato per tutto il Paese. Nell’accordo si afferma testualmente quanto segue: “le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro”.


Leggi tutto

Domenico Laise: Lo smart working sopravviverà alla pandemia?

la citta
              futura

Lo smart working sopravviverà alla pandemia?

di Domenico Laise

Cos’è lo smart working? È una formula organizzativa che i capitalisti utilizzano per accrescere lo sfruttamento dei lavoratori (plusvalore). È la finalizzazione dello smart working allo sfruttamento del lavoro che va combattuta e non la formula dello smart working in quanto tale

aFArrbYqd8yGZo783XkntnIn questa nota si sosterrà che ci sono validi motivi per ritenere che lo smart working sopravvivrà oltre il tempo della pandemia. Esso, è, infatti, uno strumento a disposizione dei capitalisti per “destrutturare, frammentare e atomizzare” la residua resistenza della classe dei lavoratori proletari, nella lotta per la difesa delle conquiste che essi hanno realizzato nel passato [1].

La pandemia, dovuta al virus Covid-19, ha incentivato il ricorso allo smart working. Ciò, come è noto, è dipeso, principalmente, dal fatto che lo smart working può essere svolto senza vincoli stringenti di spazio e di tempo, permettendo il distanziamento richiesto per ridurre il rischio di contagio.

Ora, all’interno della disputa sui vantaggi e gli svantaggi dello smart working ci si domanda: “dopo la fine della pandemia lo smart working continuerà a svilupparsi oppure ritornerà ad essere un fenomeno relativamente marginale come nel passato?”

Per dare una risposta a questo quesito, bisogna analizzare nel dettaglio la natura dello smart working [2].

Nel dibattito tra gli “addetti ai lavori”, alcuni autori, di orientamento neo-liberista, sostengono che lo smart working si svilupperà ancora di più nel post-pandemia, poiché esso è uno strumento che soddisfa il bisogno naturale e primario di auto-organizzazione del lavoratore, bisogno che il lavoro tradizionale (taylorista-fordista) non è in grado di soddisfare perché è etero-organizzato dal capitalista.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: Haiti, ecco perché è stato ucciso il presidente Jovenel Moïse

lantidiplomatico

Haiti, ecco perché è stato ucciso il presidente Jovenel Moïse

di Geraldina Colotti

720x410c50Un omicidio nato nelle stanze del potere, all’ombra degli interessi imperialisti che hanno deciso di cambiare cavallo? È il probabile scenario che inquadra l’assassinio di Jovenel Moïse, presidente de facto di Haiti. A compierlo materialmente, un piccolo esercito di mercenari che hanno fatto irruzione nella sua residenza super-controllata mercoledì all’alba spacciandosi per agenti della Dea, lo hanno ucciso e hanno ferito la moglie. Si parla di complicità interne con l’avallo del capo della polizia. Il commando è stato arrestato quasi al completo e mostrato alle telecamere.

Si tratta di 15 colombiani e due statunitensi, che sarebbero arrivati a giugno ad Haiti passando per la Repubblica dominicana. I due statunitensi hanno dichiarato di essere stati contrattati tramite internet come interpreti, per sequestrare e non per uccidere Jovenel Moïse, che avrebbe dovuto essere condotto davanti a un giudice in quanto colpito da un mandato di cattura. Uno di loro è un imprenditore della Florida che ha poi fondato un gruppo no-profit per fornire assistenza umanitaria a Port au Prince, la capitale di Haiti. Altri tre colombiani sono morti per mano della polizia e otto mercenari sono in fuga.

Bogotà ha confermato che 6 degli arrestati sono ex militari colombiani. Il giornale El Tiempo ha rivelato il curriculum di uno di loro, Manuel Antonio Grosso Guarn, fino al 2019 considerato uno dei più preparati dell'esercito colombiano. All'inizio della sua carriera ha ricevuto una formazione da commando speciale, e nel 2013 fu assegnato al Gruppo di Forze speciali antiterroriste urbane, quelle che sequestrano e uccidono i manifestanti che da mesi protestano contro il governo Duque. Quei reparti che, in questi giorni, hanno ricevuto ulteriori rinforzi dalla Cia.


Leggi tutto

Sirio Zolea: DDL Zan, ovvero quando la confusione aspira a diventare legge, ovvero Caligola che fa console il suo cavallo

lafionda

DDL Zan, ovvero quando la confusione aspira a diventare legge, ovvero Caligola che fa console il suo cavallo

di Sirio Zolea

ddl
            zan 1280x720 1Fino a questo momento mi sono guardato dall’intervenire sul cosiddetto “Ddl Zan”. Il diritto penale non è la mia materia e, data un’occhiata a qualche cronaca sui contenuti del Ddl e sul relativo dibattito, mi ero fatto l’idea che la discussione si sarebbe presto sopita e che un testo così bislacco e raffazzonato sarebbe caduto nel dimenticatoio senza che neanche si arrivasse in proposito a un dibattito parlamentare serio. Ma il fatto che col passare dei mesi il Ddl resti sulla cresta dell’onda, a differenza di proposte dalla spiccata rilevanza sociale come salario minimo e obsolescenza programmata, e le sollecitazioni di svariati colleghi allibiti e preoccupati mi spingono a una più attenta analisi critica del testo, cercando di evidenziarne i punti più allarmanti, nell’auspicio di dare un modesto contributo affinché quello che a me pare soltanto il frutto di molta confusione – terminologica, concettuale e fors’anche mentale! – non possa aspirare seriamente a trasformarsi in legge dello Stato. Ciò aggiungendo alcune considerazioni di più generale portata alle più specifiche e ben motivate critiche giuspenalistiche che già tanti esperti del settore hanno manifestato. Per la verità, tali e tante sono le amenità contenute nella proposta, che si ha solo l’imbarazzo della scelta di quelle su cui più infierire!


Leggi tutto

Eros Barone: La critica di Engels al “socialismo giuridico” e il modo corretto di formulare le rivendicazioni del proletariato

sinistra

La critica di Engels al “socialismo giuridico” e il modo corretto di formulare le rivendicazioni del proletariato

di Eros Barone

51NGYBd9MELUna risposta puntuale alle posizioni del socialismo giuridico è quella data da Engels e da Kautsky in uno scritto che apparve nel 1887 sulla Neue Zeit, rivista teorica della socialdemocrazia tedesca. In questo scritto, che offre indicazioni di grande interesse per una corretta impostazione della pratica socio-politica dei comunisti, gli autori svolgono una critica delle tesi revisioniste di Anton Menger, conducendo una importante battaglia contro le posizioni antimarxiste della frazione di destra della socialdemocrazia e del suo gruppo parlamentare. Se Menger si proponeva, come è noto, di ‘rifondare’ (anche questa è una vecchia storia!) le concezioni del socialismo da un punto di vista giuridico, l’Anti-Menger di Engels e Kautsky (quest’ultimo si muoveva allora sul terreno del marxismo rivoluzionario) colpisce al cuore l’ideologia giuridica, offrendo un esempio paradigmatico del modo in cui si deve condurre la lotta teorica e politica contro l’opportunismo socialdemocratico. 1

La tesi scientifica (e sottolineo ‘scientifica’, giacché è in questione la teoria-chiave del materialismo storico, quella del rapporto struttura-sovrastrutture), che costituisce il fondamento teorico dell’Anti-Menger engelsiano e che dodici anni prima era stata posta da Marx al centro della sua Critica del programma di Gotha, è che l’ideologia giuridica e il marxismo sono come l’acqua e l’olio: tra di essi non è possibile alcuna combinazione.


Leggi tutto

Leonardo Mazzei: Sacrifici in arrivo per l’Italia

sollevazione2

Sacrifici in arrivo per l’Italia

di Leonardo Mazzei

uscire conviene 768x402Sacrifici in ogni caso. Ma sacrifici pesanti e concentrati, o sacrifici più leggeri ma spalmati all’infinito nel futuro dell’Italia? Su questo mortifero dilemma discetta Federico Fubini sulle pagine del Corriere della Sera.

Il suo editoriale parte da un dato di fatto. In materia di debito pubblico nell’Ue si confrontano due partiti, quello dei “falchi” e quello delle “colombe”. Il primo stanziato a nord, il secondo al sud. Partiti che rispecchiano ovviamente le opposte esigenze delle rispettive economie.

Per Fubini la linea dura verrà riproposta, ma essa non sarebbe più egemone a Bruxelles, anche perché difficilmente applicabile nel contesto attuale. Da qui la sua certezza sul fatto che le regole europee verranno riscritte, concetto ripreso direttamente da alcune recenti affermazioni dello stesso Draghi.

Già, verranno riscritte, ma come? Sul punto l’editorialista del Corsera accenna a quella che sarebbe la proposta di revisione del Patto di stabilità del governo italiano. Essa si baserebbe su due pilastri: l’emissione di debito comune nei momenti di crisi; l’impegno ad una spesa pubblica in discesa nelle fasi di crescita. Ovviamente si tratta di uno schema generale, i cui meccanismi andrebbero poi precisati nelle solite estenuanti trattative brussellesi. Laddove, si sa, il diavolo si nasconde sempre nei dettagli.


Leggi tutto

Marino Badiale: Verso il collasso

badialetringali

Verso il collasso

Lettere al futuro 5

di Marino Badiale

collambient1. Introduzione

Il presente intervento intende approfondire alcuni temi di un articolo di qualche tempo fa (“Fine partita. Ha vinto la barbarie”[1]), nel quale argomentavo che il carattere ecologicamente insostenibile dell’attuale organizzazione economica e sociale sta portando il mondo verso l’esplosione concomitante di numerose, diversificate e pericolose crisi, il cui peso il mondo attuale non potrà reggere. L’argomentazione dello scritto citato portava quindi ad una prognosi di prossimo collasso dell’attuale società.

Nell’analisi svolta in [1], l’elenco (peraltro incompleto) dei vari fattori di crisi, generati dalla dinamica dell’espansione economica illimitata, era desunto dalla letteratura internazionale su tali argomenti, ormai piuttosto ampia (si veda la bibliografia dello stesso articolo). A questo si aggiungevano una serie di argomenti per sostenere che l’attuale società mondializzata non ha al proprio interno le risorse politiche e culturali per affrontare le crisi in arrivo: era questo il fulcro della diagnosi di collasso prossimo dell’attuale civiltà. Per la sua importanza all’interno della mia argomentazione, mi è sembrato che valesse la pena di dedicare un intervento all’approfondimento specifico di quest’ultimo tema, che nello scritto citato era mescolato con altri. Nel presente articolo non ripeterò quindi l’elenco delle crisi ecologiche che minacciano l’attuale società, per le quali rimando a [1] e alla sua bibliografia. Mi concentrerò invece sull’assenza delle condizioni sociali e politiche che sarebbero indispensabili per contrastare l’incombente crollo della nostra civiltà.


Leggi tutto

Fulvio Bellini: Cosa si sono detti Biden e Putin a Ginevra?

cumpanis

Cosa si sono detti Biden e Putin a Ginevra?

di Fulvio Bellini

Biden tenta di portare sul proprio fronte la Russia in versione anti cinese. Gli USA accetteranno l’uscita dallo stato di pandemia nel mondo se otterranno l’adesione di Putin alla proposta di Ginevra

Foto per articolo BelliniLa Casa Bianca ha scelto il suo obiettivo: la Cina

Nell’articolo “Joe Biden e la nuova strategia americana” pubblicato sul numero di Giugno di Gramsci Oggi, si descriveva come l’amministrazione americana fosse costretta a valutare l’uscita dalla “confort zone” rappresentata dalla pandemia da Covid-19. Grazie ai milioni di morti in tutto il mondo, gli strateghi di Washington avevano potuto rimandare la terribile scelta di quale potenza aggredire, e se non fosse stato per i vaccini alternativi russi e cinesi, con tutti i limiti e difetti che potevano avere, gli USA avrebbero tenuto segregato il mondo intero il più a lungo possibile per inabissarlo in una voragine di debiti. Ma i vaccini russi e cinesi hanno agito e di conseguenza hanno costretto all’azione anche quelli occidentali, dimostrando quasi quotidianamente di essere altrettanto imperfetti di quelli sino-russi. Nella stanza ovale si è passata la primavera a “pensare” quale scenario d’uscita sarebbe stato necessario costruire, e quale suggerimento di amici ed alleati ascoltare. Israele ha proposto di attaccare l’Iran e causare un nuovo shock petrolifero. Per convincere gli americani Tel Aviv ha anche proceduto all’allontanamento dal potere di Benjamin Netanyahu, eccessivamente legato alla destra americana, e la sua sostituzione con un governo “alla Draghi” presieduto da Naftali Bennett.


Leggi tutto

Andrea Fumagalli: La presunta svolta della politica economica europea ai tempi del Covid 19

effimera

La presunta svolta della politica economica europea ai tempi del Covid 19

Verso il G20 della finanza a Venezia

di Andrea Fumagalli

VeneziaLa crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo ha evidenziato cali del Pil mai registrati nella storia del capitalismo, di gran lunga superiori a quelli fatti registrare durante la crisi finanziaria globale del 2007-08.

Le stime per i prossimi anni ipotizzano che quasi la metà del calo del Pil potrebbe essere recuperato quest’anno (se non ci saranno peggioramenti nella situazione sanitaria) e si potrà arrivare ai livelli pre-crisi già a partire dal 2023.

Si tratterebbe di un andamento congiunturale a V, assai diverso da ciò che è successo dopo la crisi finanziaria del 2007: dopo la prima fase recessiva, soprattutto in Europa e nei paesi del Mediterraneo, si è registrato un ulteriore calo del Pil, creando una dinamica a W. Solo molti anni dopo si sono raggiunti i livelli pre-2007.

Come mai si potrebbe verificare una dinamica diversa? La principale ragione sta probabilmente nel perseguimento di politiche economiche, a prima vista, assai differenti.

All’indomani dello scoppio della bolla dei subprime, la commissione Europea, il Fmi e la Bm (la cosiddetta “troika”), di fronte al rischio di insolvenza del sistema creditizio, iniziano a perorare la causa dell’austerità nei bilanci pubblici, soprattutto di quei paesi con il debito più alto, gentilmente chiamati PIIGS. In tal modo, si cercava di compensare il crescente debito privato con una stretta sui debiti pubblici. Gli economisti mainstream la chiamavano con un ossimoro e in modo ideologico, “austerità espansiva”.


Leggi tutto

Eros Barone: Due pilastri della teoria marxista

sinistra

Due pilastri della teoria marxista

di Eros Barone

La critica marxiana della struttura capitalistica si basa su due pilastri: la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento. Le critiche, dirette o indirette, a questi due pilastri, in sostanza il loro disconoscimento, contraddistinguono una elaborazione teorica, in tutto o in parte, antimarxista, anche se questa avanza la pretesa di aggiornare o di completare il marxismo, mentre in realtà mira a distruggerne i concetti fondamentali. Sennonché, quali che possano essere i mutamenti all’interno della struttura capitalistica, la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento restano, dal punto di vista della critica dell’economia politica, due pilastri ineliminabili di tale critica.

Orbene, quando si affronta il problema cruciale del valore e del plusvalore, e quindi della trasformazione dei valori in prezzi, è necessario, per l’appunto, partire da questo punto di vista, che è poi quello con cui Marx intende il processo economico. La prima cosa da notare è che si tratta sempre di rapporti sociali e non di rapporti tra l’uomo, astrattamente inteso, e la natura.


Leggi tutto

poliscritture

Il giardino dell’Eden

di Paolo Di Marco

th 51. Il plusvalore

Possiamo leggere la storia degli ultimi secoli come una progressiva espropriazione del proprio tempo, trasformato in tempo di lavoro collettivo controllato dal capitale.

Marx è l’ultimo economista che si occupa dell’origine del profitto (tema centrale dell’economia classica sino a Ricardo), e la sua analisi parte dalla giornata di lavoro, il cui tempo viene diviso in due parti: una in cui il lavoratore lavora per sé, l’altra per il padrone. Questa seconda dà origine al profitto.

* * * *

Il capitalista investe del denaro D per ottenere dell’altro denaro D’, che includa un guadagno D -> D’, D’D=R (profitto), (R/D == saggio profitto)

come nasce R: nel processo produttivo abbiamo: cc: capitale costante (macchinari, stabilimenti), cv: capitale variabile (gli operai); sv: il surplus prodotto solo da cv (quello prodotto nel tempo ‘del padrone’); quindi: il capitalista trasforma il denaro D in mezzi di produzione, cc e cv e ne ottiene un prodotto p (che contiene il pluslavoro sv) che trasforma sul mercato in nuovo denaro D’: cc+cv+sv= p (prodotto) R=sv e, chiamando r il saggio:

r= sv/(cc+cv)

Michele Castaldo: I politici parolai nelle difficoltà dell’attuale fase

lacausadellecose

I politici parolai nelle difficoltà dell’attuale fase

di Michele Castaldo

In calce una nota di Alessio Galluppi per noinonabbiamopatria*

forbidden city 645566 1920Che succede nel Movimento 5 Stelle? Anticipiamo la nostra tesi, così risparmiamo al lettore pigro di scorrere l’articolo per intero e capire il nostro pensiero: succede un caos, abbondantemente previsto, quale riflesso di una parte del ceto medio che la crisi delle categorie capitalistiche italiane aveva espresso come protesta nei confronti di un ceto politico che aveva tradito le sue aspettative. Si trattava di un movimento composito, ovvero di un flusso di più interessi che si è ritrovato unito nella protesta e che di fronte alla necessità di fare proposte, ovvero di misurarsi con le leggi dell’economia, diventa strabico mentre si decompone.

Grillo, Conte, Crimi, Di Maio, Fico, e via elencando. Personaggi di pochissimo spessore come i ceti sociali che li hanno eletti, ovvero gente che chiede di cambiare il mondo attraverso un clic della tastiera.

Evitiamo di elencare in questa sede gli sproloqui e le sceneggiate di Grillo, moderno guru che si era illuso di avere il mondo ai suoi piedi piuttosto che stare, invece, alle falde di una duna sabbiosa che lo sta rendendo volatile, trasferendolo via scirocco verso il sol Levante dell’Estremo Oriente e la nuova Via della Seta cinese di questa fase.


2021-04-30 Hits 2524

2021-06-22 Hits 2418

2021-04-21 Hits 2146

2021-04-22 Hits 1988

2021-05-13 Hits 1932

2021-05-30 Hits 1869

2021-05-25 Hits 1703

2021-05-04 Hits 1675

2021-05-02 Hits 1646

2021-05-29 Hits 1581

tonino

unread,
Jul 17, 2021, 8:54:13 AM7/17/21
to sante gorini

Fernanda Mazzoli: Dall’esame di Stato “alla tessera per competenze"

roars

Dall’esame di Stato “alla tessera per competenze"

di Fernanda Mazzoli

skillsSi impone ormai all’evidenza che la pandemia è stata utilizzata come formidabile acceleratore nei più svariati ambiti di processi già in atto da tempo. L’Esame di Stato non poteva rimanere estraneo a questa dinamica: la riproposizione, anche per il 2021, di una forma semplificata, senza le due prove scritte nazionali e con la commissione tutta interna, salvo il Presidente, coglie al balzo le criticità sollevate da un anno in buona parte in DAD per traghettare l’esame verso nuove modalità. Il nuovo assetto, da cui germoglieranno ancora altre trasformazioni, non dovrebbe né stupire, né scandalizzare, in quanto è perfettamente coerente con le politiche scolastiche attuate dai tanti governi succedutisi dalla fine del secolo scorso ad oggi. La matrice di tali politiche, da collocarsi nell’ottica dell’apprendimento permanente, è da ricercarsi nel Libro Bianco di Edith Cresson (1995), documento cruciale da cui dobbiamo partire per fare il punto sulle nuove modalità di svolgimento dell’esame e per avanzare ipotesi su futuri sviluppi. Esso mette in discussione il titolo di studio come canale esclusivo o privilegiato per l’occupazione e suggerisce una soluzione più flessibile: una “tessera personale delle competenze” sulla quale andrebbero riportate conoscenze e competenze acquisite via via dal titolare nel corso di tutta la sua vita attiva. Vengono individuati come partners di diritto degli Istituti d’istruzione nel processo di formazione (e nel riconoscimento delle competenze maturate) innanzitutto le imprese, e poi le associazioni, gli enti territoriali, i movimenti dei consumatori, le agenzie specializzate in settori come turismo, energia ed ambiente. Non è azzardato ritenere che in un futuro non molto lontano il peso crescente degli attestati conseguiti in ambito extrascolastico e certificati da una pluralità di organismi accreditati come formatori (imprese, associazionismo, società private con finalità culturali, organi territoriali) tenderà, se non a sostituire, sicuramente ad integrare in modo decisivo l’esame conclusivo del ciclo di studi secondari. A questo servirà il Curriculum dello studente.


Leggi tutto

Vincenzo Comito: Navi, container, treni, metalli: il grande disordine

sbilanciamoci

Navi, container, treni, metalli: il grande disordine

di Vincenzo Comito

Le catene di approvvigionamento merci e materiali – chip ma anche di rame, terre rare e altri minerali necessari alla transizione energetica – sono supercongestionate. Al fondo di questo caos che inciderà sui prezzi, gli obiettivi climatici della Cina, l’inadeguatezza delle reti di trasporto e la speculazione

barcellona spagna circa terminale di trasporto di
            carico di barcellona 86713621Prima la pandemia, poi la tendenziale e forte ripresa dell’economia, insieme ad alcuni incidenti casuali (quale il blocco del canale di Suez e il recente focolaio di pandemia che ha rallentato le operazioni del terminal container cinese di Yantan-Shenzhen), con sullo sfondo l’accelerarsi della transizione ecologica e il boom dell’elettronica, tutti questi fattori insieme hanno contribuito a portare una grande confusione in alcuni settori dell’economia a livello mondiale. Partendo da quello dei trasporti internazionali e da quello dei metalli, il marasma si è esteso alla rottura nelle catene di approvvigionamento delle merci e ad un aumento dei prezzi di alcuni prodotti a livello globale e comunque a scossoni violenti, persino stupefacenti, come ha indicato qualcuno, del sistema del commercio internazionale. Questa confusione dovrebbe durare ancora soltanto per qualche tempo su alcuni fronti, mentre su degli altri dovrebbe invece accompagnarci a lungo.

Così, per quanto riguarda il primo aspetto, quello transitorio, sembra ormai compromessa, almeno parzialmente, la consegna delle merci natalizie da parte della Cina al resto del mondo. Non solo, la carenza di rifornimenti di chip dovrebbe durare ancora un anno mentre dovremo probabilmente convivere a lungo con la carenza e con rilevanti aumenti dei prezzi di alcuni metalli.


Leggi tutto

Mario Gangarossa: La classe operaia e l'assalto al cielo

mariogangarossa

La classe operaia e l'assalto al cielo

di Mario Gangarossa

A volte ho la sensazione che, per molti fra quelli che si definiscono comunisti, la storia si sia fermata ai primi decenni del secolo scorso.

Che il primo tentativo di assalto al cielo del proletariato sia stato anche l'ultimo.

Che la classe operaia, le sue avanguardie, i suoi intellettuali, dopo quella fiammata eroica non abbiano più nulla da dire.

Che in quella esperienza il proletariato ha dato fondo a tutte le sue energie e a tutta la sua creatività.

E che dopo la presa del Palazzo d'Inverno, dopo il fallimento delle rivoluzioni del secolo scorso, nessun altra possibilità gli è data.

Dovrà impiccarsi nei secoli a venire a quei suoi primi vagiti giovanili, ripetendone all'infinito gli errori e ricopiandone le forme che rivestivano un contenuto che oggi, vivaddio, non c'è più.


Leggi tutto

Sandro Moiso: Insorgiamo

carmilla

Insorgiamo

di Sandro Moiso

Nemmeno ai tempi delle lotte più dure e determinate degli anni Sessanta e Settanta era comparsa in un comunicato di un comitato o di un collettivo di fabbrica una parola o un’incitazione così forte e battagliera. Ma oggi, dopo che la definizione di insorgenti o insurgentes e insurgent nelle sue varie declinazioni linguistiche e politico-militari è stata utilizzata negli ultimi vent’anni di guerra globale per indicare coloro che, per qualsiasi motivazione (occupazione militare del proprio territorio da parte di una potenza straniera o di un’autorità non riconosciuta, proteste contro il caro vita o le conseguenze della globalizzazione e della prima epidemia globalizzata usata come strumento repressivo e di ristrutturazione socio-economica), hanno “osato” ed osano resistere e ribellarsi contro un modo di produzione la cui protervia e fame di plusvalore richiede da tempo uno stato di guerra civile permanente contro gli interessi vitali della specie, il verbo “insorgere” viene impugnato da chi di quella protervia e sete di profitto era destinato ad essere soltanto vittima designata.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: O morte o mortaretti

ilsimplicissimus

O morte o mortaretti

di ilsimplicissimus

Festa immobile. Visto che gli “italiani” sono usciti per una notte dalle tane mentali nelle quali attendono di “passare il Covid” altrettanto paurosi di contrarre un influenza che di violare il consensus generale e di pensare in proprio o di pensare tout court, mi farò la fatidica domanda: ma che cavolo avevano da festeggiare fino all’alba? Allontano da me l’amaro calice dello snobismo perché qui non è in gioco la felicità per una vittoria sui campi di calcio che di certo non può dispiacere a nessuno, ma di capire quanto i protagonisti della notte brava dentro un estate non più italiana, ma apolide, abbiano compreso che questa vittoria sarà usata contro di loro. E il fatto che si siano andati avanti a botti e clacsonate tutta notte rassicura il potere sul fatto di avere in pugno la gente. Che tutto può essere dimenticato per un nonnulla. In questi mesi, leggendo per altri motivi la stampa europea ho avuto la sensazione che questo appuntamento calcistico sia stato tenuto in qualche modo in sordina rispetto ad altre occasioni e che i media non abbiano cavalcato il tifo come al solito forse perché temevano che festeggiamenti e assembramenti fossero nocivi all’atmosfera di paura che viene mantenuta vivissima in centro Europa.


Leggi tutto

Dante Barontini: Una botta di culo non fa primavera…

contropiano2

Una botta di culo non fa primavera…

di Dante Barontini

Che culo! Alla parata decisiva di Donnarumma sull’ultimo rigore, il pensiero è esploso nella testa di tutti i membri dell’establishment italiano ed europeo.

Traspariva evidente nelle smorfie sorridenti di Mattarella, madame Cristillin e Valentina Vezzali, in tribuna d’onore. Ma era immaginabile anche sui volti di Mario Draghi e della stessa Ursula von der Leyen, che si era spinta qualche ora prima a tifare Italia contro quei dannati inglesi che avevano voluto e ottenuto la Brexit.

Che culo! Dopo due minuti sembrava tutto finito. Gli europei al potere demoralizzati nel vedere che il paese calcisticamente egemone nel Vecchio Continente era quello che se n’era andato fuori da un assetto istituzionale coercitivo e strampalato.

Gli italiani al potere in subappalto già preoccupati per il mancato “effetto cocaine” sulla popolazione che deve – e soprattutto dovrà – subire gli effetti delle scelte che stanno facendo. E di cui si cominciano a vedere i risultati, intanto come licenziamenti di massa.


Leggi tutto

Sergio Cesaratto: Quell’anti-Maastricht della BCE

micromega

Quell’anti-Maastricht della BCE

di Sergio Cesaratto

Lo scorso 8 luglio 2021 Christine Lagarde ha presentato la revisione della strategia monetaria della BCE (ECB 2021a) in linea, peraltro, con quanto fatto anche dalla Federal Reserve americana. Commentiamo qui alcune novità salienti di tale revisione integrando alcuni estratti del volume Sei lezioni di moneta – La politica monetaria com’è e come viene raccontata, in uscita per Diarkos il prossimo settembre

Schermata del 2021 07 15 15 43 09L’inflazione si fa simmetrica (né troppa né troppo poca)

Gli obiettivi finali sono la parte più squisitamente “politica” della politica monetaria, e tipicamente includono la stabilità dei prezzi, la piena occupazione e la crescita; questi sono obiettivi decisi dai politici, in genere coprendosi le spalle con qualche teoria economica che giustifica il peso maggiore dato all’uno rispetto all’altro obiettivo. I politici, scrisse Keynes nella Teoria Generale, sono ispirati più o meno inconsapevolmente dalla teoria di qualche economista defunto parecchi anni prima. La BCE, come vi è forse già noto, ha come obiettivo primario quello della stabilità dei prezzi, avendo tuttavia facoltà di tradurre tale obiettivo generale in un target finale più preciso. Praticamente dalla nascita dell’euro la BCE ha tradotto il proprio obiettivo in quello di un tasso di inflazione annuo inferiore, ma vicino, al 2%. Solo in subordine la BCE ha libertà di sostenere gli obiettivi della crescita e dell’occupazione. Il mandato della Federal Reserve americana attribuisce invece uguale importanza alla bassa inflazione e all’alta occupazione. La Nuova Zelanda, per anni campionessa dell’inflation targeting, nel 2018 ha affiancato l’obiettivo della piena occupazione a quello della stabilità dei prezzi (Tooze 2021). Un po’ triste per l’Europa, nevvero? A consolarci, al principio del luglio 2021 la BCE ha presentato, in anticipo sulle previsioni, una revisione della propria strategia di politica monetaria in cui l’obiettivo del 2%, da realizzarsi nel “medio periodo”, diventa “simmetrico” (la nuova strategia è diventata operativa con la riunione del Comitato direttivo della banca centrale del 22 luglio 2021).


Leggi tutto

Adelino Zanini: Marx: un’introduzione alla critica dell’economia politica

machina

Marx: un’introduzione alla critica dell’economia politica

di Adelino Zanini

0e99dc
              a3fe6011725d4655a2d0c282cdc3ae6fmv2Riprendendola da Genealogie del futuro (ombre corte, 2013) pubblichiamo un’altra fondamentale lezione per comprendere le basi marxiane della critica dell’economia politica. In questo testo Adelino Zanini, utilizzando in particolare il Libro primo de Il capitale, ripercorre i concetti, il metodo e gli obiettivi principali dell’analisi di Marx, a partire dalla critica degli economisti classici (Smith, Ricardo, Malthus). Per mostrare come il progetto del Moro di Treviri non fosse quello di scrivere un peraltro impossibile «libro corretto» di economia politica, ma di forgiare uno strumento teorico di parte, utile a interpretare-per-sovvertire la realtà sociale.

* * * *

1. Non ho di certo la presunzione di affrontare i molti aspetti inerenti alla critica dell’economia politica in Marx – questione assai articolata, da un punto di vista tematico e storiografico, poiché numerosi sono i problemi connessi ai testi, differenti per maturazione, difficoltà e sistematicità, e (superfluo il ricordarlo) innumerevoli le interpretazioni, alcune davvero «epocali». Vorrei semplicemente ragionare su Marx e la critica dell’economia politica, sviluppando un’argomentazione del tutto basilare, forse utile per coloro che, per ragioni, diciamo così, generazionali, meno abbiano frequentato quei testi che, per le generazioni precedenti, erano stati «formativi».

A tal proposito sarà necessario partire dalla definizione stessa, se è lecito utilizzare questo termine. Critica dell’economia politica è locuzione che ha in effetti un valore fondativo: non solo il titolo dato da Marx al testo del 1859 (Zur Kritik der Politischen Ökonomie) e il sottotitolo de Il capitale.


Leggi tutto

Emiliano Brancaccio e Renato Brancaccio: Superbo rosso antico

brancaccio

Superbo rosso antico

di Emiliano Brancaccio e Renato Brancaccio*

“Rosso antico”. Fu questo l’appellativo che accompagnò Luca (Luigi) Castellano nella sua lunga militanza di intellettuale e artista comunista. Lo pseudonimo gli venne attribuito dal compagno Ferraiulo, a seguito di un intervento che Castellano tenne in una gremita biblioteca della federazione napoletana del partito comunista italiano, in via dei Fiorentini.

Era il mese di maggio del 1968. Partecipavano al dibattito il segretario della federazione e la maggioranza dei dirigenti e degli intellettuali comunisti, “organici” e non. Ma ciò che dava carattere di straordinarietà all’incontro era la presenza di alcuni rappresentanti della “Primavera di Praga” inviati da Dubcek. Il segretario del partito comunista cecoslovacco era infatti a caccia di consensi, in tutta Europa, a sostegno della sollevazione in atto nel suo paese.

Dubcek aveva bisogno di raccogliere adesioni intorno alla possibilità, da lui evocata, di edificare un socialismo che, rispetto a quello sovietico, garantisse maggiormente le libertà economiche e civili.


Leggi tutto

Bruno Guigue: Thomas Piketty, la Cina e Noi

lantidiplomatico

Thomas Piketty, la Cina e Noi

di Bruno Guigue

La visione della Cina e dell'Occidente dell'economista Thomas Piketty è una sottile miscela di analisi obiettiva, ipotesi ideologiche e omissioni significative. Nel commentare alcune sue tesi, colgo l'occasione per fare alcune considerazioni utili.

"Il potere pubblico cinese detiene attualmente il 30% di tutto ciò che c'è da possedere nel Paese, mentre gli stati occidentali si trovano tutti con posizioni patrimoniali quasi nulle o negative".

Questo è perfettamente corretto: l'esempio cinese mostra la superiorità di un'economia mista pilotata da uno Stato sovrano dotato di una visione strategica.

In Europa non abbiamo né uno Stato sovrano né una strategia di sviluppo. Ma non ne abbiamo bisogno, dal momento che i mercati finanziari dettano la politica economica e il nostro meraviglioso sistema democratico lo accoglie.

Parlando di democrazia, è interessante notare che in Cina le banche obbediscono al governo, mentre in Francia il governo obbedisce alle banche. È vero che in Cina le banche sono pubbliche mentre in Francia sono private.


Leggi tutto

Redazione Contropiano: Addio a concorsi e contratti stabili. La sanità polverizzata da Brunetta

contropiano2

Addio a concorsi e contratti stabili. La sanità polverizzata da Brunetta

di Redazione Contropiano

La notizia è stata scoperta da un sito specializzato (AssoCareNews), perché ormai l’informazione ufficiale (quella che pretende di essere l’unica “attendibile e certificata”) preferisce lasciare nell’ombra la tempesta sociale preparata dal governo Draghi.

In sintesi:

Il Ministro Brunetta ha presentato nei giorni scorsi davanti al Senato il DL 80/2021, con cui si appresta a fare una “piccola grande rivoluzione” nel mondo del lavoro pubblico.

Per quanto riguarda per il reclutamento di professionisti iscritti ad albi (come Infermieri, Medici e Professioni Sanitarie), le pubbliche amministrazioni potranno ricorrere più facilmente a tipologie di contratto quali:

  • Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato;
  • Conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo.

Si ufficializza dunque il precariato in un settore strategico devastato per 30 anni con i tagli di spesa e i regali alla sanità privata.


Leggi tutto

2021-04-30 Hits 2573

2021-06-22 Hits 2504

2021-04-21 Hits 2201

2021-04-22 Hits 2064

2021-05-13 Hits 1959

2021-05-30 Hits 1900

2021-05-25 Hits 1750

2021-05-04 Hits 1700

2021-05-02 Hits 1665

2021-05-29 Hits 1600

tonino

unread,
Jul 19, 2021, 9:51:36 AM7/19/21
to sante gorini

Andrea Zhok: I bigotti del bene

andreazhok

I bigotti del bene

di Andrea Zhok

image93gt43ridOggi pezzo assai interessante, e sconcertante, sulla prima pagina del Corriere.

L'autore è Emanuele Trevi, che salvo omonimie, risulta essere uno scrittore e critico letterario.

L'articolo prende di petto il rifiuto vaccinale.

Premesso, a scanso di equivoci, che your most humble servant è vaccinato e non è un 'No-Vax', il modo in cui il Trevi sostiene le sue tesi "anti-No-Vax", gli argomenti che vengono sollevati, meritano davvero qualche riflessione, soprattutto se pensiamo che la collocazione dell'editoriale lo rende automaticamente espressione ufficiale della "borghesia illuminata" italiana.

Scrive Trevi (il maiuscoletto è di mio inserimento, come sottolineatura):

<<Questa è la verità: sono tra noi. Non amano Donald Trump, non affermano che la Terra è piatta, non sono aggressivi o rimbecilliti. Sono attori, musicisti, commercianti, gente che viene alle presentazioni dei libri, gente che incontri a cena. Con il no vax classico, condividono solo un sordo rancore per il sapere scientifico. Non saprebbero mai e poi mai definire una cellula o una proteina, ma prendono decisioni gravi come quella di non vaccinarsi in base a consigli dell’insegnante di yoga, o perché un amico di un amico lavora in un certo posto ed è sicuro che.

IGNORANO INSOMMA CHE L’ESSENZA DELLA DEMOCRAZIA È FIDARSI DI CHI SA, certamente controllando che il sapere non diventi un’usurpazione, ma consapevoli che il sapere è una lenta conquista che costa lacrime sangue, non una ricerca su google.


Leggi tutto

Matteo Dominioni: Angelo Del Boca: uno storico in difesa dei senza voce

machina

Angelo Del Boca: uno storico in difesa dei senza voce

di Matteo Dominioni

Dalla penna di uno dei suoi principali allievi, una nota biografica sul lavoro politico ed intellettuale di un uomo e di uno storico che controcorrente ha raccontato l’indicibile e contribuito a svelare il rimosso coloniale in Italia

0e99dc
            6b40bb2710124dc6a59613422fa50cb3mv2Angelo Del Boca nacque a Novara nel 1925 dove passò l’infanzia. Dalla fine della guerra, visse a Torino dove lavorò come giornalista. Inviato della «Gazzetta del popolo» di Torino, trascorse lunghi periodi all’estero. Scrisse memorabili reportage, diede un contributo fondamentale per la defascistizzazone degli studi coloniali, lasciò preziose memorie sulla lotta di liberazione.

Offriamo qualche spunto di riflessione per ricordare uno dei più importanti intellettuali contemporanei, innovatore nell’ambito giornalistico e in quello della storiografia, per la metodologia e i temi trattati.

 

L’uomo

Chi ha avuto la fortuna di conoscere Angelo Del Boca e di collaborare con le sue numerose fatiche editoriali, ha apprezzato il suo forte senso di giustizia e l’apertura mentale di stare sempre dalla parte dei deboli. Non era solamente coerenza politica la sua, ma era un modo di porsi di fronte al mondo e agli altri che maturò durante la lotta di liberazione. Crebbe in un ambiente non fascista – racconta che la madre «l’avevo vista più volte sputare sul ritratto di Mussolini, che tenevamo in cucina, ma non era un’antifascista, era soltanto una donna stanca di scucire denaro per le costose divise dei figli» – ma durante la guerra dovette arruolarsi con la Repubblica sociale italiana per evitare rappresaglie contro la famiglia. Tornato dall’addestramento in Germania, disertò e raggiunse i partigiani del piacentino.


Leggi tutto

Angelantonio Viscione: La MMT spiega la crisi dell’Eurozona ed il ruolo della moneta?

eticaeconomia

La MMT spiega la crisi dell’Eurozona ed il ruolo della moneta?

Un commento a Bonetti e Paesani

di Angelantonio Viscione

1365403412 mnb srequestmanagerqaaNell’articolo “La MMT dalla teoria alla prova dell’Eurozona”, Alessandro Bonetti e Paolo Paesani ripercorrono sul Menabò i cardini della Teoria della Moneta Moderna per offrire una chiave di lettura ed alcuni spunti di riflessione riguardo la recente storia della crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona. Bonetti e Paesani, infatti, nella parte finale del proprio contributo confrontano brevemente l’interpretazione dell’eurocrisi avanzata dai teorici MMT con quelle di altri filoni di ricerca, allo scopo di stimolare un dibattito che immerga la teoria economica nell’esperienza dell’eurocrisi e viceversa. Partendo proprio da dove si conclude il contributo dei due autori, questo articolo evidenzia più da vicino alcuni caratteri peculiari della crisi dei debiti sovrani, per poi offrire un ulteriore spunto di riflessione di tipo teorico.

Innanzitutto, la crisi che ha colpito le economie europee tra il 2008 ed il 2009 ha riguardato i debiti sovrani, generalmente, solo in seguito ai piani di salvataggio adottati dagli Stati dell’Unione monetaria. Lo riconosceva lo stesso ex vice-presidente della Banca centrale europea, Vítor Constâncio, in un ormai celebre discorso tenuto ad Atene nel 2013 in cui sosteneva che, contrariamente ai debiti pubblici, è stato il livello complessivo del debito privato ad aumentare di ben il 27% durante i primi sette anni dell’Ume ed, in modo particolare, in Paesi che successivamente sarebbero stati sotto forte pressione come Grecia (+217%), Irlanda (+101%), Spagna (+75,2%) e Portogallo (+49%), mentre la crescita ripida del debito pubblico sarebbe iniziata solo dopo – e non prima – lo scoppio della crisi finanziaria.


Leggi tutto

Fabio Ciabatti: Ecologia di lotta o di governo?

carmilla

Ecologia di lotta o di governo?

di Fabio Ciabatti

James O’Connor, La seconda contraddizione del capitalismo. Introduzione a una teoria e storia dell’ecologia, Ombre Corte 2021, pp. 144, € 10

“Più la natura – modificata dall’agire umano – è vista come storia del lavoro, della proprietà, dello sfruttamento e della lotta sociale, maggiori sono le possibilità di un futuro sostenibile, equo e socialmente giusto”.1 Queste parole che chiudono il testo di James O’Connor (1930-2017) La seconda contraddizione del capitalismo, assumono alla luce della pandemia da COVID-19 una tragica attualità: le massicce deforestazioni delle zone equatoriali dovute alle monoculture sono condizioni perfette per il salto di specie dei virus, gli allevamenti intensivi favoriscono la crescita di contagiosità e virulenza di virus e batteri, le catene del valore e del trasporto merci sempre più estese a livello planetario accelerano la diffusione globale di questi stessi agenti patogeni.

Per questo, come ci ricorda la prefazione di Jacopo Nicola Bergamo e Emanuele Leonardi, c’è chi si è spinto a definire la crisi attuale come la “prima crisi O’Connor”.


Leggi tutto

Il Chimico Scettico: La cosa è su un binario demenziale (e morto)

ilchimicoscettico

La cosa è su un binario demenziale (e morto)

di Il Chimico Scettico

Ci sono dei magnifici sillogismi in giro, espressi più o meno chiaramente. Probabilmente il più eclatante è "Dato che se avessimo fatto come la Svezia avremmo avuto i morti del Brasile, se faremo come UK avremo i morti dell'India".

Non si capisce bene per quale motivo facendo come la Svezia non si potevano avere i morti della Svezia e facendo come UK non si possano avere i morti di UK, ma probabilmente il motivo è che siamo una nazione ontologicamente inferiore, per cui i paragoni vanno presi nell'insieme delle nazioni a reddito medio e basso (dove di solito le malattie infettive, quali che siano, fanno molti più danni).

Che d'estate si gridi all'apocalisse non è una novità rispetto all'anno scorso, in cui si andavano disperatamente a cercare positivi da ricondurre a feste in spiaggia, feste private, movida, e in cui si cercava qualsiasi cosa pur di dire "esponenziale".

Ovviamente siamo sul pensiero magico estremo, su cui una scritta sul muro riesce a ironizzare come nessuno.


Leggi tutto

Moreno Pasquinelli: In nome della scienza, la dittatura!

sollevazione2

In nome della scienza, la dittatura!

di Moreno Pasquinelli

Macron fa da apripista all’insorgente regime di APARTHEID SANITARIO.

Il Presidente francese ha “solennemente” annunciato l’imminente entrata in vigore di una legge per cui, chi non possiederà il passaporto vaccinale non potrà salire sui treni, entrare in un supermercato, andare al bar e al ristorante, nei teatri e nei cinema, negli stadi. E’ ancora peggio che tutto questo. [1] Affinché la legge venga applicata si prevede addirittura, per gli esercenti o le aziende che non controllino gli accessi, una multa di 45mila euro. (Le Figaro del 14 luglio)

Il governo Draghi fa filtrare ad arte degli spifferi per cui intende non solo confermare lo Stato d’emergenza ma seguire l’esempio francese. (Corriere della Sera del 14 luglio)

La mossa di Macron (sono in corso in Francia mobilitazioni in molte città) si presta a diverse considerazioni. Due principalmente.

Riflettano i tanti che ancora hanno dubbi sulla sostanza: che la pandemia è il pretesto, la foglia di fico per edificare un regime di psico-sorveglianza di massa; grazie alle diavolerie della “rivoluzione digitale” un vero e proprio sistema di tecno dittatura controrivoluzionaria.


Leggi tutto

Franco Romanò: Riflessioni rapsodiche su “Il giardino dell’Eden”

poliscritture

Riflessioni rapsodiche su “Il giardino dell’Eden”

di Franco Romanò

È consueto per il pensiero rivoluzionario immaginare l’utopia rivolgendosi al passato, specialmente quando il presente appare talmente desertificato d’avere almeno apparentemente cancellato tutte le tracce di utopie precedenti possibili. È quello che Walter Benjamin, nelle sue Tesi sulla storia, proponeva di fare in uno dei momenti più tragici per l’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Il filosofo tedesco aggiungeva però che occorre andare molto indietro nel tempo per ricercare i semi di una nuova utopia: Spartaco, oppure – citando Flaubert – resuscitare Cartagine. Il motivo, che si intuisce fra le righe di quello scritto così estremo, è che se si rimane troppo prossimi al momento storico che ci tocca di vivere, si rischia di rimanere impigliati, a volte senza rendersene ben conto, nelle code di pratiche politiche ormai esauste.

Che Paolo Di Marco sia ricorso ai raccoglitori e cacciatori per immaginare un’utopia concreta odierna (qui) la considero una scelta felice, un lume piccolo ma resistente, capace cioè di forare il buio profondo in cui siamo immersi. Il paradosso non sfugge a lui stesso che lo nomina esplicitamente, con una punta di dolcezza:


Leggi tutto

Luigi Pellizzoni: Pluriverso e politica dell’amicizia

tropicodelcancro

Pluriverso e politica dell’amicizia

di Luigi Pellizzoni

Postfazione al volume Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo, Orthotes Editrice 2021

unnamedhnbw81Questo libro può essere letto in molti modi; o forse è più opportuno dire da molti versi. È uno di quei testi in cui si può partire da punti differenti e dirigersi in direzioni altrettanto divergenti, cogliendo assonanze e dissonanze tra temi, concetti, riflessioni. Lo dice il titolo: non c’è una sola maniera di concepire il mondo, di stare al mondo, di immaginare relazioni umane e oltre-che-umane, cercando vie d’uscita dal vicolo cieco in cui la modernità si è cacciata. Tuttavia – punto a mio avviso cruciale – il pluriverso, che il libro alimenta prima e più che descrivere, non è un caleidoscopio di (in)differenze; non descrive o dichiara una realtà puramente differenziale, equivalente nella e per la sua infinita variazione. Questa è la realtà del capitale; quella che in particolare il capitalismo tardo-moderno cerca in tutti i modi di imporre. Una realtà in cui la forma-merce ha raggiunto un’estensione e un’intensione che oltrepassa di molto l’analisi di Polanyi, poiché in gioco non è più la produzione di un’immagine fittizia di parti o elementi del mondo per poterli scambiare sul mercato, ma la rivelazione del carattere originario e integrale di merce del mondo intero. Una realtà cui molti autori, nella loro critica della società capitalista e dell’ontologia cartesiana che ne ha costituito la cornice originaria di senso, si sono fin troppo avvicinati, se pure non hanno contribuito a costruirne le basi; tesi, quest’ultima, sostenuta da autori come Luc Boltanski e Eve Chiapello1 o Paolo Virno2 a proposito dell’acquisizione a fini controrivoluzionari della “critica artistica” dei movimenti degli anni ’70, e rinnovata a proposito del sempre più sistematico impiego della decostruzione scientifica a fini reazionari.3


Leggi tutto

Marco Riformetti: Per una rilettura delle riletture dei “bienni rossi”

antiper

Per una rilettura delle riletture dei “bienni rossi”*

di Marco Riformetti

biennio rossoIntroduzione

Nell’ambito del corso di Storia del movimento operaio e sindacale abbiamo avuto modo di leggere il testo di Steven Forti dedicato ai bienni 1919-1920 e 1968-1969 (FORTI [2009]).

Questo nostro intervento intende essere una sintetica analisi critica di quel testo che peraltro ripropone meritevolmente alla riflessione dei lettori e degli studiosi un’epoca storica – il biennio 1919-1920, detto “rosso” – di grandissima rilevanza per la storia del movimento operaio italiano (e se diciamo epoca, al singolare, e non epoche è perché malgrado l’intenzione dichiarata nel titolo in realtà il testo di Forti si sofferma quasi esclusivamente sul primo biennio rosso e accenna solo fugacemente al secondo – quello del 19681969 –).

Del resto, pur essendo certamente stimolante, il parallelo tra i due “bienni rossi” deve essere accolto soprattutto come suggestione. Basta infatti confrontare le premesse storiche – per il primo biennio: la Grande guerra e soprattutto la Rivoluzione d’Ottobre, con le relative conseguenze politiche e sociali…; per il secondo biennio: la rinascita del movimento operaio seguita al cosiddetto “miracolo italiano”, il ciclo di lotte di liberazione anti-imperialiste e anti-coloniali… – con gli esiti storici – per il primo biennio: la contro-rivoluzione fascista e la repressione del movimento operaio e “democratico”…; per il secondo biennio: lo sviluppo politico negli anni ‘70, i movimenti delle donne e dei giovani, la “strategia della tensione”, la guerriglia metropolitana… – per constatare che le similitudini sono piuttosto relative e spesso incentrate solo sul comune ricorso al termine “consigli” e sul relativo accostamento tra il movimento dei Consigli di fabbrica e delle occupazioni del 191920 e l’azione dei Consigli di fabbrica (in special modo nel triangolo industriale del Nord-Ovest, Milano-Torino-Genova) durante il cosiddetto “autunno caldo”.


Leggi tutto

Gabriele Guzzi: “Quando non capisco, domando”

ilparagone

“Quando non capisco, domando”

di Gabriele Guzzi

La notizia che la Francia introdurrà un “green” pass obbligatorio per la maggioranza delle attività quotidiane (bar, ristoranti), mi ha spiazzato. Spiazzato e scioccato.

Mi ha ancora di più scioccato il silenzio di intellettuali, giornalisti, giuristi, filosofi. E mi ha scioccato ancora di più la mancanza di spiegazioni che il sistema mediatico ha fornito.

Siccome ho delle domande a cui nessuno (almeno per quello che ho trovato io) ha risposto. Le faccio qui.

1) Il vaccino, da quello che sappiamo, non blocca il contagio e la diffusione del virus. In UK, ad esempio, dove la vaccinazione è diffusa, i contagi sono oltre 35 mila al giorno. Allora, perché continuano a dire che vaccinandoci proteggiamo gli altri? Se io sono vaccinato e ho sintomi lievi, se passo il virus ad un non vaccinato, si potrebbe ammalare gravemente? Che senso ha quindi accusare chi non vuole vaccinarsi di egoismo, o discriminarlo con una norma?


Leggi tutto

Federico Volpi: Perché il Sud ha un’importanza strategica per l’Italia

kriticaeconomica

Perché il Sud ha un’importanza strategica per l’Italia

di Federico Volpi

Con il grande dibattito pubblico emerso riguardo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che organizzerà la ripartizione dei fondi del programma Next Generation EU destinati al nostro paese, si è imposta con forza l’idea di riforme strutturali per risolvere gli annosi problemi della nostra economia. Al di là del mito e della realtà dietro la consistenza del Recovery Fund, la questione meridionale sembra essere ancora una volta una delle priorità sul tavolo.

Il rilancio del Sud è centrale nella dialettica politica da quando esiste l’Italia unita, anche per via della sua posizione geografica unica al centro del Mediterraneo. Dominando un mare dai vivaci scambi commerciali e caratterizzato da una naturale vicinanza con i traffici da Gibilterra e quelli dal Canale di Suez, il Sud sarebbe facilmente appetibile da un punto di vista portuale per le principali compagnie internazionali. Eppure, i governi che si sono succeduti, in particolar modo quelli negli ultimi trent’anni, non si sono dimostrati in grado di sfruttare questa possibile enorme rendita geopolitica, lasciando che lo spopolamento dell’area continuasse e il relativo sottosviluppo si perpetuasse.


Leggi tutto

Fabrizio Marchi: Millennials vs boomers

linterferenza

Millennials vs boomers

di Fabrizio Marchi

Un’altra guerra fra poveri pensata, voluta e alimentata dal sistema (capitalista) dominante è quella fra generazioni, cioè quella dei giovani contro gli anziani, fra “millennials” e “boomers” come vengono definiti dall’attuale insulso gergo anglofilo postmoderno.

Secondo questa ridicola “narrazione” gli anziani sarebbero responsabili delle problematiche che vivono oggi i giovani perché la loro generazione sarebbe stato più fortunata, privilegiata, comunque garantita rispetto a quella odierna.

Non potrebbe esistere fesseria più grande perché ogni generazione si è trovata a vivere le contraddizioni del proprio tempo e del proprio contesto che in parte è sempre stato lo stesso (cioè il vivere in una società capitalista), per lo meno da un secolo e mezzo a questa parte, e in parte è mutato, anche dal punto di vista ideologico e culturale, con il mutare della struttura economica, del lavoro e delle condizioni materiali di esistenza.


Leggi tutto

Piotr Zygulski: Alcune note scomode sul ddl Zan

sinistra

Alcune note scomode sul ddl Zan

di Piotr Zygulski

 

Premessa

Prima di ogni cosa vorrei sgombrare il campo da un equivoco, forse il più frequente. Quindi chiarisco subito che il ddl Zan non riguarda l’ingiuria, cioè l’insulto personale (es. “brutt* fr*”, depenalizzata da anni: chi offende rischia una sanzione, su richiesta della persona offesa, da 100€ a 12.000€) ma va a intervenire sugli articoli già esistenti 604bis e 604ter del vigente codice penale. Detto ciò, spero che queste note scomode contribuiscano a fare chiarezza, a suscitare perplessità e a de-polarizzare il dibattito in corso.

 

Sul reato di istigazione / discriminazione

In breve, il 604bis in vigore prevede i reati di:

  • propaganda di idee basate su superiorità o odio esclusivamente di tipo etnico/razziale;


Leggi tutto

2021-04-30 Hits 2640

2021-06-22 Hits 2590

2021-04-21 Hits 2262

2021-04-22 Hits 2108

2021-05-13 Hits 1991

2021-05-30 Hits 1936

2021-05-25 Hits 1820

2021-05-04 Hits 1729

2021-05-02 Hits 1687

2021-05-29 Hits 1622

tonino

unread,
Jul 21, 2021, 8:22:45 AM7/21/21
to sante gorini

Stefania Consigliere e Cristina Zavaroni: Disvisioni. Servitù volontaria e cecità selettiva ai tempi del Covid-19

giap3

Disvisioni. Servitù volontaria e cecità selettiva ai tempi del Covid-19

di Stefania Consigliere e Cristina Zavaroni*

Schermata 2021 07 15 alle 18.12.511. Weird fiction

Cominciamo dalla “trama ontologica” di un romanzo uscito qualche anno fa. In un’epoca imprecisata ma contemporanea, in zona balcanica, due città che tutto – storia, lingua, geografia – apparenta, hanno imboccato vie diverse. Besźel ha scelto di vivere un tempo più lento, fatto di strade tranquille e polverose, edifici un po’ malandati ma a loro modo accoglienti, poche automobili e l’ubiqua presenza di vecchi caffè e bancarelle. È una città in cui non succede molto e dove l’economia procede lenta, più sul valore d’uso che su quello di scambio. Ul Qoma si è invece tuffata decisa nel flusso della modernità e ha quindi i suoni, i colori e le geometrie di tutte le grandi metropoli internazionali; i grattacieli e il traffico incessante di auto lussuose testimoniano di un’economia in rapida espansione, animata da un’umanità in piena “grande trasformazione” antropologica. Come accade anche nella penisola dei campanili, la rivalità fra le due città nasce proprio dalla vicinanza geografica: così i cittadini dell’una non perdono occasione per ironizzare sul modo di vita dell’altra e ciascuna sprezza, e segretamente desidera, ciò che l’altra ha.

Uno scenario piuttosto normale, salvo per un dettaglio: Besźel e Ul Qoma occupano lo stesso spazio geografico; non sono solo spazialmente contigue, ma sovrapposte, coincidenti. Sono poche le strade, gli edifici e le piazze che appartengono integralmente a una sola città: la maggior parte degli spazi urbani è condiviso fra le due secondo ritagli variabili (può capitare, ad esempio, che il basamento di un edificio sia in entrambe le città, i primi piani appartengano a Ul Qoma e gli ultimi piani a Besźel).


Leggi tutto

Alessandro Montebugnoli e Franco Padella: Le transizioni gemelle

centroriformastato

Le transizioni gemelle

Il capitalismo sui binari del verde e del digitale

di Alessandro Montebugnoli e Franco Padella

Secondo un’opinione ormai diffusa, alimentata dalle istituzioni di governo dell’economia globale, l’uscita dalla crisi generata dal Covid 19 può inaugurare una nuova fase di sviluppo del capitalismo, di ampio respiro, trainata dalle ondate di innovazioni tecnologiche intitolate alla transizione ecologica e ai prossimi passi della rivoluzione digitale. L’articolo si interroga sulla credibilità di questa prospettiva: quanta strada può fare il capitalismo sui binari del verde e del digitale? A quale velocità può andare? E quanto si può sperare che il viaggio risulti confortevole?

teaserbild formatkey jpg default1. I piani di recovery destinati a portarci fuori dalla crisi generata dal Covid 19 hanno sancito due orientamenti già rilevabili quando la pandemia doveva ancora insorgere.

Il primo consiste in un mutato atteggiamento nei confronti delle politiche ‘fiscali’, di spesa pubblica. Verso la metà degli scorsi anni Venti, complice la debolezza della ripresa dopo la crisi del 2008, il lungo dominio delle strategie di tipo monetario ha cominciato a essere contestato a vantaggio di cospicui interventi a sostegno della domanda aggregata, destinati a fare la differenza rispetto agli equilibri che stanno nelle corde dei mercati. Per la verità, sviluppi del genere si sono registrati soprattutto negli Stati uniti, dove la necessità di un nuovo fiscal activism, di stampo keynesiano, è tornata alla ribalta nel vivo del dibattito innescato alla fine del 2013 da Lerry Summers circa la possibilità di una futura, ma già iniziata, Secular Stagnation1. Non così in Europa, dove soltanto la pandemia, in effetti, è riuscita a rompere la gabbia del fiscal compact, e soltanto pro tempore, in chiave emergenziale: convintamente quanto all’entità delle risorse messe in campo nel fuoco della crisi, ma non esattamente in linea di principio.


Leggi tutto

Visconte Grisi: Arriva la Grande Depressione?

sinistra

Arriva la Grande Depressione?

di Visconte Grisi

Great
            DepressionCominciamo con alcune notizie sulla pandemia riportate sulla stampa. Il 20 maggio Adnkronos riporta la proposta avanzata dal presidente e amministratore delegato Pfizer Albert Bourla, di rinnovare anno dopo anno il vaccino contro il Covid-19, come per l'influenza stagionale. Gli fa eco Ugur Sahin, co-fondatore e amministratore delegato di BioNTech: “Ci sono prove crescenti che il Covid-19 continuerà a rappresentare una sfida per la salute pubblica per anni”[1]. Al netto degli evidenti interessi economici della multinazionale del farmaco, che comunque continua a fare il bello e il cattivo tempo sulla fornitura dei vaccini, non è improbabile che la previsione suddetta possa rivelarsi realistica, vista la proliferazione delle varianti del virus, di cui quella Delta si diffonde al momento attuale con grande rapidità. Del resto anche il vaccino per l'influenza stagionale deve essere ripetuto ogni anno per il manifestarsi di varianti del virus influenzale. E poi, anche al di là delle varianti del virus, non risulta che, nell'anno trascorso, si sia fatto qualcosa per rimuovere le cause della pandemia, e non è possibile che ciò avvenga in futuro rimanendo entro i limiti del modo di produzione capitalistico teso, come si sa, alla ricerca spasmodica di profitti in ogni angolo della terra, cosa che ha portato alla attuale devastazione ambientale. Per il momento comunque si parla già di una terza dose di vaccino da praticare in autunno quando, guarda caso, si ridurrà l’azione dei raggi solari Uva e Uvb che “nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2”, come ha dimostrato uno studio italiano pubblicato recentemente[2].


Leggi tutto

Eduardo Missoni: Rafforzare la prima linea

sovranitapopolare

Rafforzare la prima linea

Farmaci generici per la cura del Covid-19

di Eduardo Missoni

ivermectinaIl 10 maggio scorso il ministro della sanità del piccolo stato indiano di Goa, Vishwajit Rane, ha annunciato che a tutti i cittadini sopra i 18 anni si somministrerà l’Ivermectina nel tentativo di abbattere la mortalità dovuta al Covid-19.

È immediatamente intervenuta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ricordando che l’OMS è contraria all’uso dell’ivermectina nel Covid-19 e cita – stranamente – le linee guida di BigPharma.

Fin dall’inizio della pandemia di Covid-19 il maggiore impatto è stato sulle unità di terapia intensiva per far fronte all’insufficienza respiratoria acuta che sviluppava una percentuale elevata di pazienti ospedalizzati.

Nonostante una vasta ricerca e le crescenti evidenze circa la sicurezza e l’efficacia di diverse sostanze e farmaci generici, le autorità sanitarie nazionali e internazionali (EMA, OMS) hanno continuato a raccomandare solo “cure di supporto” e, come nel caso italiano “vigile attesa”, evitando altre terapie al di fuori di studi randomizzati controllati, di fatto sottovalutando e persino ostacolando la possibilità di fronteggiare l’epidemia a livello dell’assistenza di base, della medicina comunitaria e familiare.

La strategia di contenimento della pandemia fin dall’inizio è stata individuata nello sviluppo e poi nella somministrazione universale di vaccini, presentando questa soluzione per lo più come l’unica via percorribile per far “ripartire” l’economia e ritornare alla “normalità”, ivi incluso il superamento delle misure basiche di controllo come il mantenimento di una distanza fisica atta a limitare il contagio, il frequente lavaggio delle mani e l’igienizzazione delle superfici, l’uso delle mascherine e, naturalmente, l’isolamento delle persone positive al virus, nonché le misure di più ampio impatto sociale quali i diversi livelli di “lockdown”.


Leggi tutto

Eros Barone: Teoria del valore-lavoro, totalità dello sviluppo ed egemonia della classe operaia

sinistra

Teoria del valore-lavoro, totalità dello sviluppo ed egemonia della classe operaia

di Eros Barone

metalmeccanici 1969 scioperoL’oggettività del valore delle merci si distingue da Mrs. Quickly perché non si sa dove trovarla. In diretta contrapposizione all’oggettività rozzamente sensibile dei corpi delle merci, nemmeno un atomo di materiale naturale passa nell’oggettività del valore delle merci stesse. Quindi potremo voltare e rivoltare una singola merce quanto vorremo, ma come cosa di valore rimarrà inafferrabile. Tuttavia, ricordiamoci che le merci posseggono oggettività di valore soltanto in quanto esse sono espressioni di una identica unità sociale, di lavoro umano, e che dunque la loro oggettività di valore è puramente sociale, e allora sarà ovvio che quest’ultima può presentarsi soltanto nel rapporto sociale tra merce e merce.

Karl Marx 1

1. L’unica merce che produce valore

L’analisi che Marx conduce nel I libro del Capitale mostra una rete di scambi in cui si incrociano quantità di lavoro differenti, in una parola scambi ineguali. Si tratta allora di comprendere quale posto hanno questi processi nell’analisi complessiva di Marx, al fine di comprendere, fra le altre cose, l’importanza politica che tali problemi assumevano agli occhi dello stesso Marx. E qui si colloca una pietra angolare dell’analisi della società capitalistica, poiché all’interno di quella rete di scambi esiste uno scambio che assolve un ruolo assiale, definendo la società capitalistica e determinandone la differenza rispetto alla società mercantile: lo scambio tra salario e forza-lavoro.


Leggi tutto

Alexander Zevin: L’Economist e il mito del libero mercato

jacobin

L’Economist e il mito del libero mercato

Grace Blakeley intervista Alexander Zevin

La storia del giornale liberista per eccellenza racconta il modo in cui il pensiero liberale si adatta ai diversi contesti. Ed evidenzia la sua eterna tensione con la democrazia

economist jacobin italia 1536x560Marx una volta definì l’Economist «la tribuna dell’aristocrazia della finanza». In qualità di rivista dominante del liberalismo d’élite, ha svolto un ruolo importante nel plasmare e promuovere l’ideologia liberale, attraverso i suoi cambiamenti e continuità, dalla sua fondazione nel 1843 ad oggi.

Alexander Zevin, assistente professore di storia alla City University di New York e redattore della New Left Review, ha recentemente pubblicato un nuovo libro, Liberalism at Large: The World According to the Economist, che approfondisce la storia del liberalismo attraverso la lente di osservazione dell’Economist.

In una puntata del podcast di Tribune, A World To Win, Grace Blakeley di Tribune ha discusso con Zevin della storia dell’ideologia liberale, se è in crisi e come evolverà dopo aver plasmato l’ordine mondiale.

* * * *

Che cos’è il liberalismo?

Il mio libro scarta alcune idee su cosa sia il liberalismo per arrivare a una definizione migliore. Mi riferisco alle analisi secondo cui il liberalismo inizia nel diciassettesimo secolo con John Locke e le sue idee e teorie politiche o con Adam Smith nel diciottesimo secolo con La ricchezza delle nazioni e cose del genere. Io sostengo che il liberalismo emerge davvero e deve essere compreso nel suo contesto storico nel periodo sulla scia delle guerre napoleoniche: questo è il momento in Europa, Spagna e poi in Francia, in cui le persone si descrivono per la prima volta come liberali.


Leggi tutto

Luigi Pellizzoni: Pluriverso e politica dell’amicizia

tropicodelcancro

Pluriverso e politica dell’amicizia

di Luigi Pellizzoni

Postfazione al volume Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo, Orthotes Editrice 2021

unnamedhnbw81Questo libro può essere letto in molti modi; o forse è più opportuno dire da molti versi. È uno di quei testi in cui si può partire da punti differenti e dirigersi in direzioni altrettanto divergenti, cogliendo assonanze e dissonanze tra temi, concetti, riflessioni. Lo dice il titolo: non c’è una sola maniera di concepire il mondo, di stare al mondo, di immaginare relazioni umane e oltre-che-umane, cercando vie d’uscita dal vicolo cieco in cui la modernità si è cacciata. Tuttavia – punto a mio avviso cruciale – il pluriverso, che il libro alimenta prima e più che descrivere, non è un caleidoscopio di (in)differenze; non descrive o dichiara una realtà puramente differenziale, equivalente nella e per la sua infinita variazione. Questa è la realtà del capitale; quella che in particolare il capitalismo tardo-moderno cerca in tutti i modi di imporre. Una realtà in cui la forma-merce ha raggiunto un’estensione e un’intensione che oltrepassa di molto l’analisi di Polanyi, poiché in gioco non è più la produzione di un’immagine fittizia di parti o elementi del mondo per poterli scambiare sul mercato, ma la rivelazione del carattere originario e integrale di merce del mondo intero. Una realtà cui molti autori, nella loro critica della società capitalista e dell’ontologia cartesiana che ne ha costituito la cornice originaria di senso, si sono fin troppo avvicinati, se pure non hanno contribuito a costruirne le basi; tesi, quest’ultima, sostenuta da autori come Luc Boltanski e Eve Chiapello1 o Paolo Virno2 a proposito dell’acquisizione a fini controrivoluzionari della “critica artistica” dei movimenti degli anni ’70, e rinnovata a proposito del sempre più sistematico impiego della decostruzione scientifica a fini reazionari.3


Leggi tutto

Marco Riformetti: Per una rilettura delle riletture dei “bienni rossi”

antiper

Per una rilettura delle riletture dei “bienni rossi”*

di Marco Riformetti

biennio rossoIntroduzione

Nell’ambito del corso di Storia del movimento operaio e sindacale abbiamo avuto modo di leggere il testo di Steven Forti dedicato ai bienni 1919-1920 e 1968-1969 (FORTI [2009]).

Questo nostro intervento intende essere una sintetica analisi critica di quel testo che peraltro ripropone meritevolmente alla riflessione dei lettori e degli studiosi un’epoca storica – il biennio 1919-1920, detto “rosso” – di grandissima rilevanza per la storia del movimento operaio italiano (e se diciamo epoca, al singolare, e non epoche è perché malgrado l’intenzione dichiarata nel titolo in realtà il testo di Forti si sofferma quasi esclusivamente sul primo biennio rosso e accenna solo fugacemente al secondo – quello del 19681969 –).

Del resto, pur essendo certamente stimolante, il parallelo tra i due “bienni rossi” deve essere accolto soprattutto come suggestione. Basta infatti confrontare le premesse storiche – per il primo biennio: la Grande guerra e soprattutto la Rivoluzione d’Ottobre, con le relative conseguenze politiche e sociali…; per il secondo biennio: la rinascita del movimento operaio seguita al cosiddetto “miracolo italiano”, il ciclo di lotte di liberazione anti-imperialiste e anti-coloniali… – con gli esiti storici – per il primo biennio: la contro-rivoluzione fascista e la repressione del movimento operaio e “democratico”…; per il secondo biennio: lo sviluppo politico negli anni ‘70, i movimenti delle donne e dei giovani, la “strategia della tensione”, la guerriglia metropolitana… – per constatare che le similitudini sono piuttosto relative e spesso incentrate solo sul comune ricorso al termine “consigli” e sul relativo accostamento tra il movimento dei Consigli di fabbrica e delle occupazioni del 191920 e l’azione dei Consigli di fabbrica (in special modo nel triangolo industriale del Nord-Ovest, Milano-Torino-Genova) durante il cosiddetto “autunno caldo”.


Leggi tutto

Fernanda Mazzoli: Dall’esame di Stato “alla tessera per competenze"

roars

Dall’esame di Stato “alla tessera per competenze"

di Fernanda Mazzoli

skillsSi impone ormai all’evidenza che la pandemia è stata utilizzata come formidabile acceleratore nei più svariati ambiti di processi già in atto da tempo. L’Esame di Stato non poteva rimanere estraneo a questa dinamica: la riproposizione, anche per il 2021, di una forma semplificata, senza le due prove scritte nazionali e con la commissione tutta interna, salvo il Presidente, coglie al balzo le criticità sollevate da un anno in buona parte in DAD per traghettare l’esame verso nuove modalità. Il nuovo assetto, da cui germoglieranno ancora altre trasformazioni, non dovrebbe né stupire, né scandalizzare, in quanto è perfettamente coerente con le politiche scolastiche attuate dai tanti governi succedutisi dalla fine del secolo scorso ad oggi. La matrice di tali politiche, da collocarsi nell’ottica dell’apprendimento permanente, è da ricercarsi nel Libro Bianco di Edith Cresson (1995), documento cruciale da cui dobbiamo partire per fare il punto sulle nuove modalità di svolgimento dell’esame e per avanzare ipotesi su futuri sviluppi. Esso mette in discussione il titolo di studio come canale esclusivo o privilegiato per l’occupazione e suggerisce una soluzione più flessibile: una “tessera personale delle competenze” sulla quale andrebbero riportate conoscenze e competenze acquisite via via dal titolare nel corso di tutta la sua vita attiva. Vengono individuati come partners di diritto degli Istituti d’istruzione nel processo di formazione (e nel riconoscimento delle competenze maturate) innanzitutto le imprese, e poi le associazioni, gli enti territoriali, i movimenti dei consumatori, le agenzie specializzate in settori come turismo, energia ed ambiente. Non è azzardato ritenere che in un futuro non molto lontano il peso crescente degli attestati conseguiti in ambito extrascolastico e certificati da una pluralità di organismi accreditati come formatori (imprese, associazionismo, società private con finalità culturali, organi territoriali) tenderà, se non a sostituire, sicuramente ad integrare in modo decisivo l’esame conclusivo del ciclo di studi secondari. A questo servirà il Curriculum dello studente.


Leggi tutto

Vincenzo Comito: Navi, container, treni, metalli: il grande disordine

sbilanciamoci

Navi, container, treni, metalli: il grande disordine

di Vincenzo Comito

Le catene di approvvigionamento merci e materiali – chip ma anche di rame, terre rare e altri minerali necessari alla transizione energetica – sono supercongestionate. Al fondo di questo caos che inciderà sui prezzi, gli obiettivi climatici della Cina, l’inadeguatezza delle reti di trasporto e la speculazione

barcellona spagna circa terminale di trasporto di
            carico di barcellona 86713621Prima la pandemia, poi la tendenziale e forte ripresa dell’economia, insieme ad alcuni incidenti casuali (quale il blocco del canale di Suez e il recente focolaio di pandemia che ha rallentato le operazioni del terminal container cinese di Yantan-Shenzhen), con sullo sfondo l’accelerarsi della transizione ecologica e il boom dell’elettronica, tutti questi fattori insieme hanno contribuito a portare una grande confusione in alcuni settori dell’economia a livello mondiale. Partendo da quello dei trasporti internazionali e da quello dei metalli, il marasma si è esteso alla rottura nelle catene di approvvigionamento delle merci e ad un aumento dei prezzi di alcuni prodotti a livello globale e comunque a scossoni violenti, persino stupefacenti, come ha indicato qualcuno, del sistema del commercio internazionale. Questa confusione dovrebbe durare ancora soltanto per qualche tempo su alcuni fronti, mentre su degli altri dovrebbe invece accompagnarci a lungo.

Così, per quanto riguarda il primo aspetto, quello transitorio, sembra ormai compromessa, almeno parzialmente, la consegna delle merci natalizie da parte della Cina al resto del mondo. Non solo, la carenza di rifornimenti di chip dovrebbe durare ancora un anno mentre dovremo probabilmente convivere a lungo con la carenza e con rilevanti aumenti dei prezzi di alcuni metalli.


Leggi tutto

Sergio Cesaratto: Quell’anti-Maastricht della BCE

micromega

Quell’anti-Maastricht della BCE

di Sergio Cesaratto

Lo scorso 8 luglio 2021 Christine Lagarde ha presentato la revisione della strategia monetaria della BCE (ECB 2021a) in linea, peraltro, con quanto fatto anche dalla Federal Reserve americana. Commentiamo qui alcune novità salienti di tale revisione integrando alcuni estratti del volume Sei lezioni di moneta – La politica monetaria com’è e come viene raccontata, in uscita per Diarkos il prossimo settembre

Schermata del 2021 07 15 15 43 09L’inflazione si fa simmetrica (né troppa né troppo poca)

Gli obiettivi finali sono la parte più squisitamente “politica” della politica monetaria, e tipicamente includono la stabilità dei prezzi, la piena occupazione e la crescita; questi sono obiettivi decisi dai politici, in genere coprendosi le spalle con qualche teoria economica che giustifica il peso maggiore dato all’uno rispetto all’altro obiettivo. I politici, scrisse Keynes nella Teoria Generale, sono ispirati più o meno inconsapevolmente dalla teoria di qualche economista defunto parecchi anni prima. La BCE, come vi è forse già noto, ha come obiettivo primario quello della stabilità dei prezzi, avendo tuttavia facoltà di tradurre tale obiettivo generale in un target finale più preciso. Praticamente dalla nascita dell’euro la BCE ha tradotto il proprio obiettivo in quello di un tasso di inflazione annuo inferiore, ma vicino, al 2%. Solo in subordine la BCE ha libertà di sostenere gli obiettivi della crescita e dell’occupazione. Il mandato della Federal Reserve americana attribuisce invece uguale importanza alla bassa inflazione e all’alta occupazione. La Nuova Zelanda, per anni campionessa dell’inflation targeting, nel 2018 ha affiancato l’obiettivo della piena occupazione a quello della stabilità dei prezzi (Tooze 2021). Un po’ triste per l’Europa, nevvero? A consolarci, al principio del luglio 2021 la BCE ha presentato, in anticipo sulle previsioni, una revisione della propria strategia di politica monetaria in cui l’obiettivo del 2%, da realizzarsi nel “medio periodo”, diventa “simmetrico” (la nuova strategia è diventata operativa con la riunione del Comitato direttivo della banca centrale del 22 luglio 2021).


Leggi tutto

Adelino Zanini: Marx: un’introduzione alla critica dell’economia politica

machina

Marx: un’introduzione alla critica dell’economia politica

di Adelino Zanini

0e99dc
              a3fe6011725d4655a2d0c282cdc3ae6fmv2Riprendendola da Genealogie del futuro (ombre corte, 2013) pubblichiamo un’altra fondamentale lezione per comprendere le basi marxiane della critica dell’economia politica. In questo testo Adelino Zanini, utilizzando in particolare il Libro primo de Il capitale, ripercorre i concetti, il metodo e gli obiettivi principali dell’analisi di Marx, a partire dalla critica degli economisti classici (Smith, Ricardo, Malthus). Per mostrare come il progetto del Moro di Treviri non fosse quello di scrivere un peraltro impossibile «libro corretto» di economia politica, ma di forgiare uno strumento teorico di parte, utile a interpretare-per-sovvertire la realtà sociale.

* * * *

1. Non ho di certo la presunzione di affrontare i molti aspetti inerenti alla critica dell’economia politica in Marx – questione assai articolata, da un punto di vista tematico e storiografico, poiché numerosi sono i problemi connessi ai testi, differenti per maturazione, difficoltà e sistematicità, e (superfluo il ricordarlo) innumerevoli le interpretazioni, alcune davvero «epocali». Vorrei semplicemente ragionare su Marx e la critica dell’economia politica, sviluppando un’argomentazione del tutto basilare, forse utile per coloro che, per ragioni, diciamo così, generazionali, meno abbiano frequentato quei testi che, per le generazioni precedenti, erano stati «formativi».

A tal proposito sarà necessario partire dalla definizione stessa, se è lecito utilizzare questo termine. Critica dell’economia politica è locuzione che ha in effetti un valore fondativo: non solo il titolo dato da Marx al testo del 1859 (Zur Kritik der Politischen Ökonomie) e il sottotitolo de Il capitale.


 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

2021-04-30 Hits 2689

2021-04-22 Hits 2141

2021-05-13 Hits 2023

2021-05-30 Hits 1975

2021-05-25 Hits 1879

2021-05-04 Hits 1760

2021-05-02 Hits 1706

tonino

unread,
Jul 23, 2021, 1:29:46 AM7/23/21
to sante gorini

Paolo Cassetta: Vent’anni invano

militant

Vent’anni invano

di Militant

g8 Genova Stato di Polizia1A vent’anni di distanza da Genova, riproponiamo l’intervento che Paolo Cassetta svolse all’assemblea fondativa della rete politica nazionale “Noi saremo tutto” (maggio 2012). Nonostante la distanza temporale tanto dall’oggi, quanto da Genova, potrebbe apparentemente rendere superata la diagnosi, molte delle questioni centrali dell’estrema sinistra italiana dell’ultimo quarantennio sono qui evocate e affrontate con rara precisione. I problemi del movimento operaio italiano si confermano dunque sistemici, forse irrisolvibili. Vent’anni di smobilitazione sembrano ormai costituire qualcosa di più di una semplice fase transitoria, costringendoci in qualche modo a fare i conti non più (solo) con i nostri limiti soggettivi. Che pure, in questa ritualistica celebrazione mainstream dell’”evento” Genova, permangono ancora imperturbati. Come evidenzia l’autore, continuiamo a pensare le giornate di mobilitazione genovesi come “evento” generazionale, e non come esperienza – una delle tante – del movimento operaio e anticapitalista italiano, da cui ricavare lezioni e smentite. Il ricordo, dunque, degenera immediatamente nell’epopea, alimentando quel presentismo incapace di fare i conti con se stessi e con il proprio passato. Delegando a Repubblica o al Corriere della Sera quella critica dell’evento, ovviamente sviante e interessata, che alle nostre latitudini continua a partorire apologie commemorative inutili a capire tanto Genova quanto il futuro della sinistra anticapitalista italiana.

* * * *

Nosce te ipsum

Appunti sulle condizioni soggettive della sinistra anti-capitalistica italiana

di Paolo Cassetta

Il dato da cui vorrei partire, macroscopico, innegabile, e anche un po’ scontato, è quello della crisi attuale. Si tratta evidentemente della più seria crisi economica degli ultimi anni.


Leggi tutto

Angelo Baracca: Cuba: considerazioni critiche, costruttive, fuori dagli stereotipi

contropiano2

Cuba: considerazioni critiche, costruttive, fuori dagli stereotipi

di Angelo Baracca

L’attacco contro Cuba ha sollevato, oltre che la resistenza di quel popolo e la solidarietà internazionalista, anche riflessioni di ogni genere. Amichevoli o ostili, critci solidali o distruttivi. E considerazioni spesso astratte sul “socialismo”, su cui torneremo ben volentieri. Qui, intanto, ospitiamo volentieri la riflessione di Angelo Baracca, scienziato e compagno da sempre

cuba critiche costruttiveCuba sta affrontando i momenti forse più drammatici dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Ma con poche eccezioni i commenti che si leggono ricadono sotto un paio di stereotipi, pro o contro l’attuale governo: così non si va da nessuna parte, e tanto meno si aiutano il popolo e il governo cubani a superare in avanti l’impasse.

L’esperienza della Rivoluzione cubana è per noi un punto fermo dal quale non si può prescindere, ma a poco servono a mio parere le difese “d’ufficio”: è certo pregiudiziale denunciare con sempre più forza l’inumano bloqueo e le interferenze sempre più pesanti dell’imperialismo yankee, ma se vogliamo dare un contributo che non sia sterile, dobbiamo riflettere anche sul fronte delle insufficienze, magari degli errori, del governo cubano.

Non mi illudo certo di dare un contributo decisivo, ma di contribuire ad una riflessione al di là degli schemi contrapposti. Anche nel movimento – in particolare fra i giovani che spesso non hanno neanche assistito alla caduta del Muro di Berlino – molte cose non sono neanche conosciute.

Cerco di sviluppare un ragionamento di prospettiva generale e di respiro ampio.

 

Alle origini dell’imperialismo yankee

C’è un detto molto comune nei paesi dei Caraibi: “Povero (ad esempio Messico), così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti!”


Leggi tutto

Domenico Laise: L’utopia della de-mercificazione della forza-lavoro

la citta
              futura

L’utopia della de-mercificazione della forza-lavoro

di Domenico Laise

La mercificazione della forza-lavoro è una condizione necessaria per l’esistenza del modo di produzione capitalistico. Di conseguenza, la “de-mercificazione” della forza-lavoro è incompatibile con il modo di produzione capitalistico. È, cioè, la sua negazione

7e4a56645e0956469242b759988ca5b2 XLDal tempo in cui Marx scriveva il Capitale ad oggi sono mutati molti aspetti nel modo in cui il lavoro viene organizzato ed erogato. L’introduzione di tecnologie come le piattaforme digitali, per esempio, ha generato quello che, da molti autori, viene chiamato il “capitalismo digitale”. Ma, nonostante queste “mutazioni”, alcuni aspetti essenziali del modo di produzione capitalistico non hanno subito modifiche sostanziali. Uno di questi aspetti è la “mercificazione della forza-lavoro”, ovvero la riduzione della forza-lavoro a merce. Da questo dato di fatto occorre ripartire per dare solide basi teoriche anche alle analisi delle forme moderne di erogazione e organizzazione tayloristiche del lavoro. Da questo incontestabile dato di fatto occorre ripartire per illustrare scientificamente l’esistenza dello sfruttamento del lavoro umano, anche nel capitalismo digitale

Per illustrare la natura di alcune forme moderne del lavoro conviene prendere le mosse da un caso concreto e abbastanza noto: il lavoro con piattaforma digitale del food delivery. Attraverso l’uso di algoritmi di ottimizzazione, la piattaforma digitale Deliveroo è in grado di gestire le attività di un’ampia rete di lavoratori (una rete di fattorini o rider), disponibili just in time. Altri noti esempi di lavoratori impiegati e coordinati su piattaforme digitali sono gli autisti di Uber e i lavoratori dei magazzini di Amazon.

Una prima difficoltà che emerge nell’analisi del lavoro del food delivery è quella di individuare la natura del lavoro del driver che consegna il cibo. Sorge il seguente quesito: il driver è un lavoratore subordinato, etero-diretto dalla piattaforma, oppure è un lavoratore autonomo che sceglie quando e quanto lavorare e che si auto-dirige come un imprenditore di sé stesso?


Leggi tutto

Leonardo Mazzei: Vaccino inutile: la conferma inglese

sollevazione2

Vaccino inutile: la conferma inglese

di Leonardo Mazzei

Una bomba. La notizia arrivata da Londra è un’autentica bomba. Venendo dal governo britannico, i media italiani non l’hanno potuta oscurare del tutto. Ma ne hanno parlato come fosse una cosetta da poco, roba di normale amministrazione. Ed invece è proprio una bomba, la conferma dell’assoluta inutilità del vaccino nei confronti della variante Delta.

Pochi giorni fa ci siamo occupati del tema (Variante Delta? Vaccino KO!) partendo dai dati di Israele. Adesso arriva la clamorosa conferma inglese.

Così leggiamo su la Repubblica:

«“Il 60% dei nuovi ricoverati di Covid in Inghilterra ha ricevuto due dosi di vaccino”. E’ del massimo consigliere scientifico del governo di Boris Johnson, Sir Patrick Vallance, l’annuncio più importante della conferenza stampa del primo ministro e dei suoi collaboratori a Downing Street».


Leggi tutto

Paolo Cacciari: Capitalismo verde

comuneinfo

Capitalismo verde

di Paolo Cacciari

Servirebbe una nuova teoria del valore che non facesse discendere il valore delle cose dal prezzo dei suoi fattori e nemmeno dal loro valore d’uso, ma dalla loro consistenza ai fini della preservazione della vita sulla Terra

Jason Hickel e Giorgos Kallis, un antropologo e un economista, si sono interrogati se sia davvero possibile realizzare unacrescita verde” (J.Hickel, G.Kallis, Is Green Growth Possible?, New Political Economy, 17 aprile 2019). Un quesito che osa mettere in dubbio la narrazione oggi dominante (dopo la ingloriosa scomparsa dalla scena dei “negazionisti” alla Trump) secondo cui tutto è, o dovrebbe diventare, da qui a pochi anni, green friendly, ecosostenibile, a impatto zero. L’energia dovrebbe decarbonizzarsi, i beni e i servizi di largo consumo dovrebbero diventare smart, l’economia dovrebbe diventare circolare, la finanza dovrebbe avere un impatto positivo, le singole imprese dovrebbero rispondere ai requisiti Esg (Environmental, Social, Governance) e così via fino a rientrare nei parametri della sostenibilità climatica stabiliti sei anni fa alla Conferenza sul clima di Parigi e rimbalzati sulle sponde dell’oceano con i piani Green Deal delle nuovi amministrazioni europea e statunitense.


Leggi tutto

Redazione Contropiano - Guido Salerno Aletta: Concorsi pubblici, non c’è nessuna Next Generation

contropiano2

Concorsi pubblici, non c’è nessuna Next Generation

di Redazione Contropiano - Guido Salerno Aletta

Il “governo dei migliori” guidato da Mario Draghi è un curioso mix di pretese “super-competenze” e riciclo di avanzi di establishment ormai relegati a fare da comprimari nei talk show. Notizia di queste ore, persino Elsa Fornero viene richiamata in servizio come “consulente” del governo, probabilmente per portare “nuove idee” su come tagliare le pensioni.

E’ curioso perché è abbastanza noto in ambiente giornalistico, che di solito personaggi come questo, una volta diventati ministro, per essere sicuri di non sbagliare sono soliti richiedere a loro volta una “consulenza” – o “un consiglio” – ai vertici delle istituzioni continentali. A gente come Mario Draghi, insomma. Ma una premio di collaborazione non si nega a nessuno, a quanto pare…

Un altro personaggio della stessa levatura è sicuramente Renato Brunetta, rimesso in sella dopo i disastri combinati nei governi Berlusconi (non proprio il paradiso delle “competenze”), e partito a razzo con una serie di “riforme della pubblica amministrazione” fondate su pregiudizi, odio di classe (attribuire punteggi abnormi soltanto ai master post-laurea significa tagliare tutti i laureati che non se li sono potuti permettere), idee bislacche travestite da “efficientismo”.


Leggi tutto

Anna Lombroso: Il divismo della malattia

ilsimplicissimus

Il divismo della malattia

di Anna Lombroso

C’è un nuovo filone di successo del gossip. Potete monitorarlo attraverso le news che vi somministra Google sul cellulare e rappresenta una finestra sulla realtà davvero significativa.

Intanto perché ci vuol dimostrare che anche i ricchi piangono, che anche i segnati dalla Fortuna hanno le loro disgrazie, che anche a chi eccelle per talento e capacità, e meriterebbe il meglio, capita qualche iattura. Ma visti i tempi che corrono non viene pretesa dal fugace lettore sorellanza per le corna, solidarietà per gli imbrogli dell’agente, comprensione per l’eclissi cui è condannata la star cui è stato preferito un taglio di carne più fresca, compassione per via di improvvidi botulini: adesso invece la pietas da suscitare dal basso verso l’alto viene riscossa dai Vip, come si diceva una volta, per via dell’ostensione pubblica, senza riserve e senza pudore, di una illimitata varietà di patologie.


Leggi tutto

Salvatore Tinè: Le origini della Rivoluzione Cinese

marxismoggi

Le origini della Rivoluzione Cinese

di Salvatore Tinè

danzachina2La fondazione del Partito Comunista Cinese il 1° luglio del 1921 a Shangai costituisce certamente un passaggio fondamentale nella lunga e complessa vicenda della rivoluzione cinese. Tale avvenimento è infatti destinato a segnare una svolta decisiva nel processo rivoluzionario che, iniziato in Cina con il crollo dell’Impero e l’avvento della Repubblica nel 1911, già nel 1919 con il cosiddetto Movimento del 4 maggio aveva impresso nel paese una poderosa spinta verso una profonda modernizzazione politica e culturale del paese.

Le grandi manifestazioni studentesche e giovanili contro il trasferimento dei diritti della Germania sullo Shantung al Giappone deciso dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale con il Trattato di Versailles sono la prima grande manifestazione del carattere insieme nazionale e antimperialista della Rivoluzione cinese. Le decisioni ratificate nel Trattato di Versailles rivelavano il carattere del tutto illusorio e demagogico dei 14 punti di Wilson e delle idee di autodeterminazione dei popoli che le avevano ispirate. Esse dimostravano come nell’epoca dell’imperialismo, anche dopo la fine della prima guerra mondiale, non esisteva per la Cina una prospettiva riformista e pacifica di conquista dell’unità e dell’indipendenza nazionali, ma solo una prospettiva democratico-rivoluzionaria. Il tema della modernizzazione al centro del sommovimento culturale della Cina teso al superamento della vecchia cultura feudale e alla conquista delle idee e dei valori di una cultura nuova e scientifica si intreccia a quello patriottico della difesa dell’indipendenza e dell’autonomia nazionale della Cina.


Leggi tutto

Enrico Grazzini: La BCE non cambia strategia. Così il debito rischia di soffocare l’eurozona

micromega

La BCE non cambia strategia. Così il debito rischia di soffocare l’eurozona

di Enrico Grazzini

Nella “Strategic Review” della Banca Centrale Europea nessun accenno alle svolte di politica monetaria necessarie per uscire dalla tremenda crisi dell’economia reale: helicopter money e cancellazione dei debiti degli stati

external content.duckducLa montagna non ha partorito neppure un topolino. La Banca Centrale Europea di Christine Lagarde ha concluso all’inizio di luglio la Strategic Review, la revisione strategica avviata nel gennaio 2020, con dei risultati che definire modesti sarebbe un eufemismo. Non è cambiato quasi nulla. Le novità non sono cattive ma non c’è assolutamente nessun cambiamento strategico, casomai qualche modifica tattica. La BCE continuerà a “navigare a vista” anche nell’epoca post-Covid e dei cambiamenti climatici ma continuerà anche a non avere gli strumenti sufficienti per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro. Bisogna essere chiari a riguardo: la crisi economica e finanziaria provocata dal Covid è paragonabile a quella prodotta da una guerra. I debiti privati (soprattutto) e pubblici sono schizzati alle stelle. L’Italia per esempio a causa del Covid è passata dal 135 al 160% di debito pubblico su PIL, cioè un debito insostenibile. Il PIL è crollato del 9%. Finiti i sussidi, migliaia di aziende falliranno e centinaia di migliaia di lavoratori finiranno sul lastrico. La BCE è il maggiore creditore del debito pubblico italiano e finora ha assorbito quasi tutti i nuovi debiti legati alla crisi del Covid ma non è certamente detto che continuerà a farlo in futuro. Di fronte alla possibilità di una nuova crisi la BCE, nonostante la strategic review, potrebbe non avere nessun mezzo risolutivo. Anzi potrebbe essere costretta ad alzare i tassi di interesse, cioè il costo del debito.


Leggi tutto

Sebastiano Isaia: L’identità negata

sebastianoisaia

L’identità negata

di Sebastiano Isaia

Vicissitudini del “corredo identitario umano” ai tempi del dominio totalitario del Capitale

wall art golden tears by gustav klimt oilQui di seguito consegno alcune (confuse e rapsodiche) riflessioni sul disagio esistenziale dei nostri tempi. Mi scuso per le ripetizioni di parole e concetti che non mi è stato possibile eliminare. Spesso, nel mio caso, economia di pensiero ed economia di tempo non collaborano per dare buoni frutti.

Diciamolo francamente: il “pensiero unico” è sempre quello degli altri. Il nostro pensiero è sempre e puntualmente refrattario e ostile al “pensiero unico”, esattamente come suggerisce il marketing di alto target: «Esci dalla massa e asseconda la tua personalità». E il pensiero dominante, che in ogni epoca storica fa capo alla classe dominante, se la ride e se la gode, per così dire. La nostra identità (sessuale, politica, ideologica, nazionale, in una sola parola: esistenziale) è invece ridotta a brandelli, a una poltiglia perennemente alla ricerca di surrogati che gridano vendetta al cospetto della cruda verità delle cose. La moltiplicazione delle identità di ogni genere mette in luce fino a che alto grado di frammentazione, di dispersione e incoerenza è giunta la nostra cosiddetta personalità. L’ossessiva – quanto frustante e illusoria – ricerca di un’identità forte è l’altra faccia della medaglia.

Questa frantumazione identitaria è peraltro assai utile al Capitale, il quale ha bisogno di allargare sempre di nuovo le sue possibilità di produzione e di vendita. Si tratta di un complotto oggettivo, per così dire, ordito dal Capitale contro gli esseri umani ridotti al rango di consumatori.


Leggi tutto

Paolo Bartolini: Caos sistemico, Covid-19 ed etica del viandante

sinistra

Caos sistemico, Covid-19 ed etica del viandante

di Paolo Bartolini

Non sono in molti ad aver colto la portata complessiva della pandemia/sindemia Covid-19. Miguel Benasayag, agli esordi dell’emergenza, ha giustamente osservato che il fenomeno si inscrive nella transizione delicatissima dalla modernità all’era complessa, dunque differisce (per motivi materiali e simbolici) da altre pandemie del passato. Il caos informativo che ci avvolge, le vite spezzate – più di tre milioni in tutto il mondo –, il dibattito democratico congelato e le strategie ambigue di fronteggiamento messe in campo dalle istituzioni dicono di una minaccia incombente: intellettuale, civile ed ecologica.

Se nella prima fase dell’evento pandemico/sindemico (quella che, grossomodo, si è sviluppata fino alla diffusione dei vaccini) la polarizzazione pericolosa è stata tra cospirazionisti più o meno reazionari e conformisti proni a qualunque decisione delle autorità governative, oggi assistiamo a un rimescolamento delle carte e delle posizioni.


Leggi tutto

Daniel Fabbricatore: Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: un’analisi critica

lafionda

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: un’analisi critica

di Daniel Fabbricatore

Quando si parla del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, stilato da Mario Draghi e dai suoi tecnici per l’attuazione del programma Next Generation EU in Italia, una certa frangia mediatica e politica si esprime presentandola come un fiume di risorse finanziare concesse dalla generosa Europa al nostro Paese, con espressioni come “nuovo Piano Marshall” e altre formule abbastanza retoriche e approssimative. In primis, basti pensare che negli USA, il governo Biden ha lanciato un piano di ripresa di 6.000 miliardi di dollari, al fronte dei quali i 750 miliardi di euro del Recovery europeo appaiono come una piccolezza. Siamo di fronte ad una distribuzione di risorse su 3 titoli: il primo è quello specifico relativo al dispositivo di ripresa e resilienza, e sono 191 miliardi, poi i fondi aggiuntivi del React Eu ovvero fondi di coesione aggiuntivi che vanno alle regioni più povere d’Europa, che fanno parte delle spese comunitarie da alcuni anni, con l’aggiunta di 31 miliardi potenziali che lo Stato italiano può mettere in campo attingendo ai mercati finanziari, indebitandosi, come ha fatto nel corso del 2020 quando sono state raccolte risorse come gli oltre 130 miliardi di euro che hanno finanziato le misure di contenimento della crisi, di sostegno alle imprese e alle famiglie (i vari bonus dati dal Governo Conte prima e Draghi poi, e così via).


Leggi tutto

Eros Barone: Fragole e sangue: Genova, luglio 2001

sinistra

Fragole e sangue: Genova, luglio 2001

di Eros Barone

Che lo Stato borghese sia, nell’epoca dell’imperialismo, lo Stato delle guerre di aggressione all’esterno e della controrivoluzione preventiva all’interno, non è il frutto di un insieme di contingenze più o meno casuali ma è il prodotto, oltre che della natura ontologico-sociale dello Stato imperialista contemporaneo, anche di una strategia politico-militare che affonda le sue radici sin dentro gli anni ’90 del secolo scorso. La prima concreta manifestazione, almeno per quanto concerne il Primo Mondo, può essere facilmente individuata negli eventi che contrassegnarono il G8 genovese. Da lì è necessario prendere le mosse seguendo un percorso a ritroso che parte dalle ‘giornate genovesi’ e attraversa i passaggi che hanno scandito l’attuale fase strategica del potere capitalistico, di cui la gestione politico-militare del G8 genovese fu un momento cruciale.

Il ‘combinato disposto’ tra la militarizzazione della vita politica e sociale, il varo di leggi dichiaratamente xenofobe e razziste e la repressione sempre più capillare di ogni manifestazione incompatibile con le retoriche della democrazia liberale, nonché il funzionamento sempre più totalitario del sistema dell’‘informazione’, dettero vita allora allo scenario quotidiano nel quale il nostro paese è rimasto immerso fino ad oggi.


Leggi tutto

Giorgio Agamben: Cittadini di seconda classe

quodlibet

Cittadini di seconda classe

di Giorgio Agamben

Come avviene ogni volta che si istaura un regime dispotico di emergenza e le garanzie costituzionali vengono sospese, il risultato è, come è avvenuto per gli ebrei sotto il fascismo, la discriminazione di una categoria di uomini, che diventano automaticamente cittadini di seconda classe. A questo mira la creazione del cosiddetto green pass. Che si tratti di una discriminazione secondo le convinzioni personali e non di una certezza scientifica oggettiva è provato dal fatto che in ambito scientifico il dibattito è tuttora in corso sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini, che, secondo il parere di medici e scienziati che non c’è ragione di ignorare, sono stati prodotti in fretta e senza un’adeguata sperimentazione.

Malgrado questo, coloro che si attengono alla propria libera e fondata convinzione e rifiutano di vaccinarsi verranno esclusi dalla vita sociale. Che il vaccino si trasformi così in una sorta di simbolo politico-religioso volto a creare una discriminazione fra i cittadini è evidente nella dichiarazione irresponsabile di un uomo politico, che, riferendosi a coloro che non si vaccinano, ha detto, senza accorgersi di usare un gergo fascista: “li purgheremo con il green pass”. La “tessera verde” costituisce coloro che ne sono privi in portatori di una stella gialla virtuale.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 2819

2021-04-30 Hits 2724

2021-05-13 Hits 2062

2021-05-30 Hits 2017

2021-05-25 Hits 1944

2021-05-04 Hits 1793

2021-05-02 Hits 1737

2021-05-29 Hits 1680

2021-05-20 Hits 1518

2021-06-03 Hits 1481

tonino

unread,
Jul 25, 2021, 1:20:26 PM7/25/21
to sante gorini

Alfonso Gianni: Europa: tra oligarchia e sovranismo

volerelaluna

Europa: tra oligarchia e sovranismo

di Alfonso Gianni

sovranismo wikimedia1.

Dopo una lunga attesa e l’ulteriore ritardo determinato dall’esplodere della pandemia, finalmente il 10 marzo scorso era stato dato il segnale di partenza per una Conferenza sull’Europa sulla base di una dichiarazione comune dei presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, David Sassoli e Antonio Costa, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I prodromi della Conferenza vanno ricercati nel tentativo di Valery Giscard d’Estaing, nella sua qualità di presidente della Convenzione europea (2002-2003), di elaborare un progetto di Costituzione europea, nella forma di un Trattato, che venne però affossato dal no nei referendum tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi. In seguito si giunse alla firma del Trattato di Lisbona (2007) che, distinguendo con puntualità le competenze fra Stati membri e la Ue, di fatto si frapponeva a una possibile direzione verso un’unione di tipo federale.

L’iniziativa della Conferenza ha, in tempi più recenti, ripreso le mosse sempre dalla sponda francese. Emmanuel Macron si è molto attivato in questo senso anche perché la Conferenza dovrebbe concludersi proprio quando la presidenza della Ue verrà assunta dalla Francia. Le modalità di discussione presentano effettivamente delle novità. Forse si è tratto insegnamento dal flop del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa – questa era la denominazione ufficiale del progetto costituzionale liquidato dai referendum prima ricordati – che era stato confezionato da esperti, senza alcun coinvolgimento né politico né emotivo da parte delle popolazioni europee.


Leggi tutto

Leonardo Ceppa: Habermas: anche una storia della filosofia

paroleecose2

Habermas: anche una storia della filosofia

di Leonardo Ceppa

Habermas1. Una possibile idea di filosofia

Nella Prefazione dell’ultima opera (Auch eine Geschichte der Philosophie, Suhrkamp 2019) si nasconde il sale della gigantesca impresa. Che idea ha oggi Habermas della filosofia? Che compito vuole assegnarle? Nella cultura contemporanea è domanda grandiosa. Di fronte a questo libro ci chiediamo: si tratta del dettagliato racconto di uno sviluppo storico (che perlustra gli stadi secolari attraverso i quali si è formata la proposta di una filosofia postmetafisica) oppure di un’intuizione teorica proiettata all’indietro, che per un verso organizza a posteriori il passato e per l’altro verso si presenta ora (a fine carriera) in tutta la sua potenza come dichiarazione esistenziale, rivoluzione antipositivistica, battaglia argomentativa? Non vogliamo banalizzare la questione al vecchio circolo, tra filosofia e storia della filosofia, di cui prende coscienza ogni matricola studentesca. Come tutti sanno, a differenza delle altre materie scientifiche, della filosofia non si può raccontare la storia senza prima disporne di una implicita idea teorica, ma di tale idea non ci si impadronisce, senza prima averla trafugata (magari senza saperlo) ai materiali di una venerabile storia istituzionale.

Soggettivamente, Habermas si trova impigliato in una trappola. Si vergogna del sollievo (eigentlich unseriös) di non dover daccapo consultare la dilagante letteratura secondaria, di non dover ripetere dimostrazioni più volte sviluppate nei decenni precedenti.


Leggi tutto

Sergio Cesaratto: L’ultima svolta che aiuta l’Italia e sfida l’Ue di Maastricht

politicaecon

L’ultima svolta che aiuta l’Italia e sfida l’Ue di Maastricht

Ancora sul bicchiere mezzo pieno della BCE

Lorenzo Torrisi intervista Sergio Cesaratto

Cresce l’attesa per il board della Bce in programma domani. Intanto l’Eurotower ha già fatto una mossa importante e che aiuta il nostro Paese.

I timori per un rialzo dei contagi da Covid si sono già riflessi sui mercati e potrebbero anche portare le Banche centrali a proseguire le loro politiche accomodanti oltre i tempi inizialmente previsti. In questo senso domani dal board della Bce potrebbero arrivare indicazioni importanti sulle mosse che si vorranno intraprendere riguardo il programma di acquisto di titoli di stato Pepp o immediatamente dopo la sua scadenza. C’è anche molta attesa per avere ulteriori dettagli sulla revisione del target inflazionistico decisa nelle scorse settimana. Ne abbiamo parlato con Sergio CesarattoProfessore di Politica monetaria europea all’Università di Siena.

* * * *

Professore, perché questa novità sul target inflazionistico è così importante?

I Trattati europei assegnano alla Bce il mandato della stabilità dei prezzi, e solo in subordine quello di sostenere occupazione e crescita.


Leggi tutto

Poche mele marce

finimondo

Poche mele marce

Dopo la ribellione per la morte di George Floyd avvenuta la scorsa estate, è diventata pratica comune dipingere tutti gli agenti di polizia negli Stati Uniti con un’unica pennellata di colore. L'americano medio era solito credere che la maggior parte dei poliziotti stesse facendo solo il proprio lavoro, mentre i mass media si concentravano su poche mele marce che non rappresentano la stragrande maggioranza degli agenti di polizia. Questa visione è ormai diventata obsoleta – ma penso che occorra riportarla in auge. Certo, esistono poliziotti che sono razzisti, sessisti, omofobi, violenti e corrotti. Ma non tutti i poliziotti sono così. Alcuni poliziotti sono intelligenti e sofisticati. Studiano le discipline umanistiche e tentano di capire le cause strutturali dei problemi sociali incontrati sul campo. Questi poliziotti cercano di costruire rapporti di fiducia con le comunità che sorvegliano e dove vanno a lavorare ogni giorno, combattendo per migliorare la percezione pubblica nei confronti della polizia. Sono loro le mele marce.


Leggi tutto

Rachele Gonnelli: Lotta di classe nell’ultimo miglio della logistica

sbilanciamoci

Lotta di classe nell’ultimo miglio della logistica

di Rachele Gonnelli

Il tessuto venoso della logistica è diventato “l’ultimo miglio” delle conquiste del lavoro e il luogo dove si innestano multinazionali della gigeconomy e vecchi monopoli dei trasporti, tra economia legale e illegale. Angelo Mastrandrea ricostruisce le lotte feroci nella nuova frontiera del capitalismo: il movimento merci

Un tempo, non molto tempo fa, il mondo pulsava, aveva un pompaggio produttivo. Oggi scorre, è circolatorio. O forse, più probabilmente, ha un cuore industriale distante, asiatico e a noi non resta che aspettare che passi il fiume di un trasporto di merci prodotte altrove. È un modello fluido e limaccioso, questo qua, che tiene insieme diverse filiere logistiche, sporche e pulite, si inerpica lungo la Penisola con modalità sempre più uniformi date dalle multinazionali della logistica e dalla spinta uniformante del Covid, dai rider che portano i pasti ai Tir che solcano le autostrade ai container stipati nei porti. Angelo Mastrandrea, giornalista d’inchiesta che tanto si è occupato delle fabbriche, della deindustrializzazione dell’Italia e delle esperienze dei territori di reinventarsi una politica industriale dal basso, nel suo ultimo libro si occupa proprio di questa nuova frontiera.


Leggi tutto

Edoardo Laudisi: G8 di Genova 20 anni dopo, c’è poco da celebrare

lantidiplomatico

G8 di Genova 20 anni dopo, c’è poco da celebrare

di Edoardo Laudisi

In questi giorni media mainstream e giornali nazionali fanno a gara per celebrare il ventennale del G8 di Genova. Sarà che oggi il movimento no global - che, come ha capito persino Bertinotti, fu l’ultimo movimento mondiale di sinistra- è morto e sepolto e quindi può tranquillamente essere rievocato dal mainstream con la gioia liberatrice di uno pericolo scampato. Mentre si tace sulle proteste oceaniche contro il Green Pass francese imposto da Macron, o sui motivi veri della spedizione europea nel Sahel centrale che coinvolge anche militari italiani, o sulle cause dei disordini di Cuba, e si stigmatizza ogni protesta contemporanea come sovranista, populista, o complottista, si celebra un amarcord di 20 anni fa con il sentimentalismo mellifluo ed ipocrita di chi si è specializzato nello scrivere coccodrilli.

Così lo speciale di Repubblica online dedicato al G8 di Genova istruisce i suoi lettori su come molte delle istanze di quel movimento siano state accolte da istituzioni come l’Unione Europea grazie a strumenti come il Recovery Fund ad esempio -che secondo l’inganno della sinistra liberal non sarebbe l’ennesimo prestito a debito ma uno strumento in grado di rendere possibile un altro mondo.


Leggi tutto

Thomas Fazi: Elsa Fornero e la logica surreale del contabile neo-liberista

lantidiplomatico

Elsa Fornero e la logica surreale del contabile neo-liberista

di Thomas Fazi

La logica surreale del contabile neoliberista: «Visto che non ci sono abbastanza giovani lavorativamente attivi per sostenere le pensioni degli anziani, dobbiamo far lavorare gli anziani fino alla morte, impedendo così a un numero crescente di giovani di accedere a un lavoro». In questo articolo spiego perché questa logica - oltre a cadere palesemente in contraddizione con se stessa - non abbia alcun fondamento economico.

720x410c50vcferTra i tanti miti che continuano ad essere propagandati sul funzionamento dell’economia, uno dei più perniciosi riguarda senz’altro la spesa pensionistica e la sua presunta insostenibilità, uno dei mantra della politica italiana da almeno vent’anni. L’idea di fondo è che il “normale” nonché effettivo funzionamento dei sistemi pensionistici, e nella fattispecie di quello italiano, consista nel prelevare una certa percentuale dalla busta paga del lavoratore che poi viene “accantonata” in una sorta di “cassetta” previdenziale a cui lo Stato attingerà una volta che il lavoratore è andato in pensione per finanziare la pensione dello stesso.

A qualcuno che basi la sua concezione dell’economia sulla “saggezza convenzionale” – dunque alla maggior parte dei cittadini, ahinoi –, tale sistema potrebbe parere avere una sua logica. Peccato che questa rappresentazione del funzionamento del nostro sistema pensionistico non solo non abbia alcun senso, ma non corrisponda neanche alla realtà. Non ha senso perché gli Stati, a differenza di noi comuni mortali, non “risparmiano” oggi per aumentare la propria capacità di spesa un domani. La stessa idea che un surplus del bilancio pubblico rappresenti un risparmio nell’accezione tradizionale del termine, cioè una somma che viene “messa da parte” per poter essere spesa un domani, è errata: esso certifica semplicemente che in un dato periodo le entrate dello Stato sono superiori alle uscite, ma quei soldi non vengono accantonati, vengono effettivamente distrutti, tramite una semplice operazione contabile (giacché non paghiamo le tasse con i contanti ma per mezzo di trasferimenti bancari). Da ciò si evince come l’idea che lo Stato “metta da parte” i nostri contributi oggi per poi restituirceli un domani non abbia alcun senso.


Bollettino Culturale: Tre tesi sullo sviluppo economico cinese

bollettinoculturale

Tre tesi sullo sviluppo economico cinese

di Bollettino Culturale

np file
              86354Cercheremo con questo lavoro, sollecitato a sinistra da testi interessanti sullo sviluppo cinese come “La Cina è capitalista?” di Rémy Herrera e Zhiming Long o “Il socialismo con caratteristiche cinesi. Perché funziona?” di Zhang Boying, di analizzare nel dettaglio la questione Cina.

Inizieremo il saggio analizzando tre distinti approcci alla questione: quello di Li Minqi, già intervistato su questo sito, di Giovanni Arrighi e di Samir Amin.

L'approccio di Li Minqi è sviluppato nel libro “The Rise of China and the Demise of the Capitalist World-Economy”.

Contrariamente all'opinione prevalente che vede la rapida crescita della Cina come prova dell'indiscutibile successo del libero mercato, Li Minqi offre un'interpretazione molto diversa dell'integrazione della Cina nel sistema capitalista. Sulla base della teoria del Sistema-Mondo, analizza l'ascesa della Cina nel contesto dell'evoluzione storica del capitalismo globale e alla luce dei suoi effetti economici ed ecologici; così afferma che l'integrazione della Cina nei mercati mondiali aiuta a rivelare i limiti storici del capitalismo mondiale.

Vede l'ingresso della Cina nel sistema capitalista con la sua domanda di risorse e la successiva pressione sul "sistema-mondo" come un fattore importante alla base dell'imminente fine del sistema mondiale capitalista. Semplicemente non c'è abbastanza per tutti per sostenere una Cina (e India) in crescita a livelli di consumo occidentali.


Leggi tutto

Gianni Fresu: Cuba e la guerra egemonica dell’Occidente contro gli “Stati canaglia”

cumpanis

Cuba e la guerra egemonica dell’Occidente contro gli “Stati canaglia”

di Gianni Fresu

001 1
              800x540Il ritorno dei democratici alla Casa Bianca ha coinciso con una nuova durissima offensiva contro Cina, Russia e tutto il composito fronte dei cosiddetti “Stati canaglia”, la cui finalità è sbarrare il passo a qualsiasi ipotesi di sviluppo multipolare della politica internazionale e ripristinare l'incontrastato dominio degli Stati Uniti sul mondo, rimediando alla profonda crisi di immagine e di relazioni che Washington ha vissuto negli ultimi anni.

In tal senso vanno lette le preoccupazioni di UE e USA emerse nei recenti incontri tra i vertici delle rispettive istituzioni: il rischio che parte importante dei fondi del Recovery plan possa finire nei bilanci delle aziende cinesi, dato che, come abbiamo potuto leggere sui giornali, “sul mercato europeo praticamente non esistono capacità tecnologiche e dimensioni aziendali” adeguate ai progetti di riconversione ecologica del piano. Da tali preoccupazioni emergono due valutazioni di ordine generale utili a sviluppare il nostro discorso: 1) la Cina sta vincendo la sfida tecnologica con l'Occidente, a suo tempo persa dall'URSS; 2) UE e USA basano le proprie istituzioni sulla mistica ideologica del primato del mercato, ma, in concreto, il “laissez faire” è sacro solo quando soddisfa i nostri interessi. Se così non è, qualsiasi mezzo di contrasto protezionistico è ritenuto lecito, alla faccia di tanta retorica sulle capacità di autoregolamentazione del mercato. Tutto ciò dimostra il relativismo di valori e la mai risolta pretesa di supremazia coloniale delle società liberaldemocratiche occidentali sul resto del mondo.


Leggi tutto

Daniele Balicco: Insurgent Universality. An alternative Legacy of Modernity

officinaprimomaggio

Insurgent Universality. An alternative Legacy of Modernity

Un libro di Massimiliano Tomba

di Daniele Balicco

Massimiliano Tomba è un filosofo politico di formazione padovana che, purtroppo, come tanti suoi colleghi ormai, ha lasciato qualche anno fa l’Italia: oggi insegna nel prestigioso dipartimento di History of Consciousness dell’Università di Santa Cruz, in California. Il suo ultimo lavoro – pubblicato da Oxford University Press nel 2019 e in attesa di essere tradotto in italiano – è un saggio politico ambizioso, dove alcuni strumenti teorici della tradizione filosofica tedesca, su cui Tomba ha già a lungo meditato (su tutti: Kant, Marx, Benjamin e Bloch), vengono messi alla prova di eventi storici circostanziati: lo scopo è quello di costruire una genealogia critica capace di indicare tracce, emersioni storiche significative, perché concretamente universalistiche, di quell’altra modernità che si è continuamente opposta, per secoli, all’incardinarsi unidimensionale della sovranità europea e del suo dominio sul pianeta.

Il libro si apre con un’immagine, che ben riassume l’oggetto di studio di questo lavoro. Pensiamo a un fiume la cui acqua sia stata canalizzata. Nella parte destra dell’argine artificiale stanno i guardiani dello Stato e della reazione; in quella sinistra, i progressisti.


Leggi tutto

Rostrum: Per aspera (nostra) ad astra (sua)

circolointernazionalista

Per aspera (nostra) ad astra (sua)

di Rostrum

Ieri, poco dopo le 15 ora italiana, il noto imprenditore e sovrano dell’impero di Amazon, Jeff Bezos, a bordo della navicella New Shepard della Blue Origin, è asceso fin quasi agli spazi siderali per vivere l’inebriante avventura della percezione di assenza di gravità determinata dal volo in caduta libera. A detta di molti gazzettieri, tutto ciò è bello, è grandioso, è sublime.

Che dire? È confortante constatare che, nello squallore di una modernità priva di slanci ideali, l’eroismo e lo spirito pionieristico non sono completamente estinti. Al contrario, ci viene ripetuto, a dire il vero con grande insistenza, che questi nobili sentimenti oggi vivono nelle poderose imprese dei coraggiosi capitani d’industria, degli avventurosi intraprenditori, degli spiriti creatori, dei produttori di ricchezza, dei managers e degli AD. Questi titani dell’economia mondiale, moderni rappresentanti della sana razza dei Carnegie, dei Morgan, dei Rockefeller, dei Jay Gould, dei Vanderbilt e dei Ford, hanno, con tutta evidenza, le migliori qualità che la specie umana sia stata in grado di sviluppare in circa duecentomila anni di evoluzione: intelligenza, competenza, cultura, amore del bello, creatività, intraprendenza, dedizione, coraggio, generosità.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: Un esercito di robot contro la rivoluzione cubana

cumpanis

Un esercito di robot contro la rivoluzione cubana

di Geraldina Colotti

A giugno Cuba ha denunciato che, in vista del 2022, l’amministrazione Biden aveva richiesto 58,5 miliardi di dollari per la sovversione: un aumento del 10% rispetto al budget di quest’anno. Dopo gli eventi dell’11 luglio, uno dei principali destinatari dei fondi americani, al centro della campagna di destabilizzazione, è stato Proactive Miami Foudation Inc.

Affinché l’etichetta #SOSCuba diventasse una tendenza globale, come è stato fatto durante le guarimbas in Venezuela con #SOSVenezuela, è stato utilizzato un esercito di robot che ha inviato milioni di messaggi e ha spinto gli “influencer” a promuovere l’etichetta e cambiare la loro posizione per far sembrare che abitassero a Cuba. Sono comparse anche molte pagine falsamente posizionate a sinistra a diffondere critiche agli “errori” di Cuba e alla presunta “dittatura” per nascondere l’azione genocida del blocco.

Dal 1960, l’amministrazione statunitense ha espresso lo scopo di quello che la stampa occidentale chiama erroneamente “embargo” e che è invece un blocco soffocante, destinato a provocare “fame e disperazione” per realizzare il famoso “cambio di regime”.


Leggi tutto

horusarcadia: Divide et Impera

frontiere

Divide et Impera

di horusarcadia

È noto che il metodo infallibile che il potere adotta per tenere sotto controllo le popolazioni sia quello di creare divisioni e che rapportato in tempi di capitalismo si traduca in: creare conflitti orizzontali per evitare l’unico conflitto temuto (ed efficace), quello verticale, verso l’alto dove risiede il potere.

Verso il potere, sì, ma con quale aggettivazione, quale attributo? Facciamo un rapido elenco dei fronti aperti: vegani vs. carnivori, destra vs sinistra, sì vax vs. free vax, green vs. inquinatori, animalisti vs. insensibili, cultori della scienza vs. critici, globalisti vs. multipolari, immigrazionisti vs. autoctoni, BLM vs. bianchi, ateisti vs. credenti, femministe vs. patriarcali, LGBT vs. binari, giovani vs, vecchi…

Ci fermiamo qui ma… cosa manca?

Manca tutto ciò che possa riferirsi all’economico nei termini della differenza più plateale e persistente, quella tra ricchi e poveri. È accuratamente evitato ogni possibile collegamento con chi possiede i mezzi di produzione (il vero conflitto verticale).


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 2920

2021-04-30 Hits 2763

2021-05-13 Hits 2099

2021-05-30 Hits 2044

2021-05-25 Hits 1990

2021-05-04 Hits 1822

2021-05-02 Hits 1762

2021-05-29 Hits 1700

2021-05-20 Hits 1548

2021-06-03 Hits 1508

tonino

unread,
Jul 27, 2021, 3:53:24 AM7/27/21
to sante gorini

Andrea Zhok: Alcune riflessioni sul Green Pass

andreazhok

Alcune riflessioni sul Green Pass

di Andrea Zhok

external contentjmp98t5eduE' di ieri la notizia dell'obbligatorietà del Green Pass per l'accesso ad un'ampia serie di attività, non solo voluttuarie, e per tutti i soggetti di età superiore ai 12 anni.

Ci potevano essere forme in cui un'operazione simile poteva avere senso, ma non sono quelle che identificano le caratteristiche attuali del Green Pass, che si presenta come francamente inaccettabile.

Quest'iniziativa ha molti padri.

E' frutto dell'indecoroso livello dell'informazione, della propaganda battente da parte di portatori d'interesse non chiaramente identificabili, ma assai ascoltati, della confusione concettuale prodotta dalle passerelle di 'esperti' in cerca di gloria, e dell'arroganza dogmatica di parte influente dei nostri gruppi dirigenti.

Proviamo a fissare le idee per punti.

 

1) Un breve passato e le sue indicazioni

Partiamo da questa domanda: I vaccini anti-covid sono "vaccini sperimentali"?

Questa domanda è stata posta l'altro giorno da Concita De Gregorio ad un virologo di corvée in televisione. Come d'uso, la forma presa dalla domanda non era neanche un po' suggestiva: "Dunque non è vero che i vaccini attuali siano - come dicono alcuni - 'vaccini sperimentali'?" Una volta alzata così graziosamente la palla, all''esperto' non restava che schiacciare, affermando che "No, assolutamente, si tratta di vaccini ampiamente e attentamente sperimentati."


Leggi tutto

Henryk Grossmann: La rivolta evoluzionista contro l’economia classica

circolointernazionalista 

La rivolta evoluzionista contro l’economia classica

di Henryk Grossmann

Riproponiamo e mettiamo a disposizione del lettore, per il suo interesse, un importante testo dello studioso marxista Henryk Grossmann, pubblicato per la prima volta in inglese sul Journal of Political Economy 51, n. 5 e 6, The University of Chicago Press, 1943. Tradotto in italiano da Nestore Pirillo e pubblicato nel volume di H. Grossmann, Saggi sulla teoria delle crisi, De Donato, Bari, 1975. Trascrizione in PDF di Rostrum e Riddx, dicembre 2020

external c985f64se1. In Francia: Condorcet, Saint-Simon, Simonde de Sismondi

Qualsiasi analisi teorica di un sistema economico contemporaneo deve condurre alla formulazione di un modello con il quale sia possibile valutare il livello di sviluppo esistente. Per avere validità tale modello deve essere elaborato a partire dallo stesso processo di sviluppo e non solo dal livello raggiunto al momento dell'analisi. Sarà quindi utile al teorico contemporaneo guardarsi indietro e vedere in che modo il pensiero dinamico o evolutivo sia effettivamente entrato nel campo della teoria economica. Il problema non è stato presentato in modo adeguato o sufficientemente accurato nella nostra letteratura economica. Così, Richard T. Ely scrive: "Si deve probabilmente a Herbert Spencer più che a chiunque altro se siamo giunti a riconoscere l'applicabilità dell'evoluzione ai vari settori della vita sociale dell'uomo"1. Ma il saggio di Spencer a cui Ely si riferisce non apparve fino al 18572, decenni dopo che altri avevano già utilizzato le nozioni evoluzioniste nelle scienze sociali. John Bagnell Bury, per citare un esempio più recente, ha scritto un intero libro sull'idea di progresso3 senza nemmeno menzionare Sismondi o Richard Jones – i due uomini che per primi elaborarono l'idea della successione storica di stadi economici sempre più avanzati. Nella letteratura economica tedesca il problema o non viene affatto discusso, come nel noto studio di [Karl] Bücher sulla genesi dell'economia politica4, che non menziona feudalesimo o capitalismo neanche una volta, oppure la responsabilità esclusiva di ciò che essi chiamano la "sociologizzazione" dell'economia viene falsamente attribuita a Hegel e alla sua scuola5.


Leggi tutto

Alessandro Testa: Diritti civili e diritti sociali: libertà o liberazione?

cumpanis

Diritti civili e diritti sociali: libertà o liberazione?

di Alessandro Testa

unnamednioy4y3aw0Infuria oggi in Italia, come la peste magistralmente descritta da don Alessandro nel suo romanzetto per venticinque lettori, l’onnipresente battaglia sul DDL Zan: chi è contro, chi è a favore, chi sostiene che tutto sommato la tematica dei diritti civili non sia poi così importante. Qualcuno strepita, qualcuno si indigna, la confusione regna sovrana.

Evidentemente la prima cosa che verrebbe da dire, riflettendo su un progetto di legge che asseritamente si erge a tutela contro ogni discriminazione, contro ogni sopraffazione, contro ogni violenza ed ogni abuso, non può essere altro che: come si potrebbe “essere contro”?

Senza volere in queste brevi righe affondare il bisturi “in corpore vili”, analizzando approfonditamente il contenuto giuridico specifico di questo decreto nelle sue luci ed ombre, nelle sue conseguenze immediate e nelle sue implicazioni a lungo termine, vorremmo invece sviluppare una riflessione spassionata e serena sulla natura dei diritti civili e sulla loro relazione, e possibile sinergia, coi diritti sociali.

Non renderebbe ragione all’importanza ed alla vastità della questione limitarsi a quelle prese di posizione polemiche “tagliate con l’accetta”, prese di posizione che, pur essendo sostanzialmente corrette, rischierebbero di essere confuse con una mera, sdegnosa sottovalutazione del problema, una sottovalutazione che potrebbe dare il destro a maliziose quanto immeritate accuse di omofobia o addirittura di “rossobrunismo”.


Leggi tutto

Gabriele Guzzi: Agamben, il green pass e il ruolo della filosofia

lafionda

Agamben, il green pass e il ruolo della filosofia

di Gabriele Guzzi

ergwergerger“Negli anni a venire ci saranno solo monaci e delinquenti. E, tuttavia, non è possibile farsi semplicemente da parte, credere di potersi trar fuori dalle macerie del mondo che ci è crollato intorno. Perché il crollo ci riguarda e ci apostrofa, siamo anche noi soltanto una di quelle macerie.[i]

Ci sono epoche della storia in cui il bivio che ci contraddistingue come umani si radicalizza, i tempi impongono una demarcazione netta, delle soglie antropologiche, che costringono la storia umana ad una scelta, ad una vocazione, ad una svolta. Il libro di Giorgio Agamben, “La casa che brucia”, parla di questo. Negli anni futuri ci saranno solo monaci e delinquenti, poeti e assassini; le terze vie, i compromessi, le zone di confine saranno sempre meno abitabili, si imporranno delle decisioni ultime, degli scatti, su cui o saremo di qua o di là. E questa, tutto sommato, è una buona notizia.

Agamben non parla della pandemia, delle giuste misure di prevenzione, delle risposte sanitarie. Il punto è proprio imparare a decostruire il discorso monolitico che i principali media e partiti politici impongono, per comprendere da dentro le contraddizioni, le assurdità, le derive irragionevoli e perciò sospette. Si tratta di discernere il grano dalla gramigna, senza estremismi, senza complottismi, ma neanche con l’ingenuità subdola che ogni potere auspica sempre di poter suscitare nel popolo e nei suoi rappresentanti.

Il bivio si radicalizza proprio in questo: le derive antidemocratiche non prendono le forme classiche dei totalitarismi. I rischi per le nostre democrazie non stanno, come in realtà molti avevano ingenuamente pensato, (tanto) nei ritorni di potenziali fascismi o razzismi (che esistono ma come fenomeni minoritari), ma nell’applicazione pratica di principi giusti, su cui nessuno potrebbe dissentire, come la prevenzione della salute dei cittadini.


Leggi tutto

Salvatore De Rosa: Se il capitalismo verde è l’ultima speranza

officinaprimomaggio

Se il capitalismo verde è l’ultima speranza

di Salvatore De Rosa

economia verde e1600615403301Nell’architettura dei finanziamenti Ue per far ripartire la crescita economica del continente, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la preservazione e rigenerazione degli ecosistemi rappresentano in teoria lo scheletro dell’intero edificio di aiuti. Ogni progetto presentato dagli Stati nei piani di ripresa e resilienza per accedere ai fondi di Next Generation Eu è tenuto a esercitare un impatto positivo su decarbonizzazione, sostenibilità e salvaguardia della biodiversità, o almeno a non contribuirvi negativamente.

Alla missione della cosiddetta transizione ecologica devono essere destinati almeno il 37% dei fondi per i singoli Paesi, che per l’Italia ammontano a oltre 200 miliardi di euro. Il Recovery italiano dovrà anche essere complementare alla Strategia di lungo termine per la decarbonizzazione e al Piano nazionale energia e clima, il quale proietta la fine del carbone entro il 2025 e prefigura aumenti in capacità di energia rinnovabile ed efficienza energetica del 32% entro il 2030, entrambi da aggiornare in base alla più stringente climate law recentemente approvata dall’Ue.

Le proposte di piano saranno vagliate e monitorate dalla Commissione europea sulla base dei target proposti, degli indicatori quantitativi, del cronoprogramma, e della fattibilità e coincidenza con gli obiettivi climatici ed ecologici continentali. Quali progetti nello specifico saranno considerati in linea con questi ultimi obiettivi dipenderà anche dai criteri stabiliti nella tassonomia degli investimenti sostenibili dell’Ue, un documento in discussione e aggiornato a scadenze fisse sul quale si giocano battaglie politiche e scientifiche senza esclusione di colpi, soprattutto in relazione ai progetti legati al gas fossile, al nucleare e all’energia da biomasse.


Leggi tutto

Alessandro Testa: “L’essenza, per le fondamenta”. Intervista ad Alberto Lombardo

cumpanis

“L’essenza, per le fondamenta”. Intervista ad Alberto Lombardo

a cura di Alessandro Testa

IMMAGINE PER PRIMO EDITORIALE. LOMBARDO 1024x767Alberto Lombardo è nato a Caltanissetta il 22 aprile 1958 e lì ha fatto i suoi studi primari, frequentando il locale Liceo Classico; ha studiato poi a Palermo Statistica e Scienze Economiche, dove allora insegnavano alcuni tra i più importanti fondatori della statistica e della demografia italiana. Ricercatore nella Facoltà di Ingegneria a 25 anni, dopo 9 anni Associato e dopo altri 9 Ordinario di Statistica per le Scienze sperimentali e Tecnologiche, con interessi scientifici rivolti prevalentemente alle metodologie di sperimentazione nel campo tecnologico e agrario. Membro del Consiglio Direttivo della Società di Statistica dal 1998 al 2002. Iscritto a sedici anni all’Unione della Gioventù Comunista (m-l), partecipa al ’77 palermitano. Brevi e contrastati passaggi al momento dei primi passi di Rifondazione Comunista nel 1991. Successivamente svolge una breve attività nel Confederale dei Cobas. In seguito si iscrive al PdCI per pochi anni. Nel 2007 incontra Rizzo e nel 2009 partecipa alla fondazione di Comunisti-Sinistra Popolare, che nel 2014 diventa Partito Comunista, dove viene eletto nel Comitato Centrale e nell’Ufficio Politico, incarico che mantiene tutt’ora. Attualmente nell’UP del PC ha la responsabilità del Dipartimento Esteri, del Dipartimento Formazione e dirige l’organo on-line lariscossa.info. Per il Partito ha redatto due testi di divulgazione interna: MARX200 e ENGELS220-LENIN150.

* * * *

Ogni volta che si affrontano tematiche “alte”, si vedono spesso inarcare i sopraccigli di coloro i quali pensano che certe tematiche al giorno d’oggi siano puro divertissement per intellettuali annoiati. Cosa ne pensi?

La lotta nel campo teorico è di primaria importanza per l’organizzazione proletaria rivoluzionaria.


Leggi tutto

Alfonso Gianni: Europa: tra oligarchia e sovranismo

volerelaluna

Europa: tra oligarchia e sovranismo

di Alfonso Gianni

sovranismo wikimedia1.

Dopo una lunga attesa e l’ulteriore ritardo determinato dall’esplodere della pandemia, finalmente il 10 marzo scorso era stato dato il segnale di partenza per una Conferenza sull’Europa sulla base di una dichiarazione comune dei presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, David Sassoli e Antonio Costa, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I prodromi della Conferenza vanno ricercati nel tentativo di Valery Giscard d’Estaing, nella sua qualità di presidente della Convenzione europea (2002-2003), di elaborare un progetto di Costituzione europea, nella forma di un Trattato, che venne però affossato dal no nei referendum tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi. In seguito si giunse alla firma del Trattato di Lisbona (2007) che, distinguendo con puntualità le competenze fra Stati membri e la Ue, di fatto si frapponeva a una possibile direzione verso un’unione di tipo federale.

L’iniziativa della Conferenza ha, in tempi più recenti, ripreso le mosse sempre dalla sponda francese. Emmanuel Macron si è molto attivato in questo senso anche perché la Conferenza dovrebbe concludersi proprio quando la presidenza della Ue verrà assunta dalla Francia. Le modalità di discussione presentano effettivamente delle novità. Forse si è tratto insegnamento dal flop del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa – questa era la denominazione ufficiale del progetto costituzionale liquidato dai referendum prima ricordati – che era stato confezionato da esperti, senza alcun coinvolgimento né politico né emotivo da parte delle popolazioni europee.


Leggi tutto

Leonardo Ceppa: Habermas: anche una storia della filosofia

paroleecose2

Habermas: anche una storia della filosofia

di Leonardo Ceppa

Habermas1. Una possibile idea di filosofia

Nella Prefazione dell’ultima opera (Auch eine Geschichte der Philosophie, Suhrkamp 2019) si nasconde il sale della gigantesca impresa. Che idea ha oggi Habermas della filosofia? Che compito vuole assegnarle? Nella cultura contemporanea è domanda grandiosa. Di fronte a questo libro ci chiediamo: si tratta del dettagliato racconto di uno sviluppo storico (che perlustra gli stadi secolari attraverso i quali si è formata la proposta di una filosofia postmetafisica) oppure di un’intuizione teorica proiettata all’indietro, che per un verso organizza a posteriori il passato e per l’altro verso si presenta ora (a fine carriera) in tutta la sua potenza come dichiarazione esistenziale, rivoluzione antipositivistica, battaglia argomentativa? Non vogliamo banalizzare la questione al vecchio circolo, tra filosofia e storia della filosofia, di cui prende coscienza ogni matricola studentesca. Come tutti sanno, a differenza delle altre materie scientifiche, della filosofia non si può raccontare la storia senza prima disporne di una implicita idea teorica, ma di tale idea non ci si impadronisce, senza prima averla trafugata (magari senza saperlo) ai materiali di una venerabile storia istituzionale.

Soggettivamente, Habermas si trova impigliato in una trappola. Si vergogna del sollievo (eigentlich unseriös) di non dover daccapo consultare la dilagante letteratura secondaria, di non dover ripetere dimostrazioni più volte sviluppate nei decenni precedenti.


Leggi tutto

Salvatore Tinè: Le origini della Rivoluzione Cinese

marxismoggi

Le origini della Rivoluzione Cinese

di Salvatore Tinè

danzachina2La fondazione del Partito Comunista Cinese il 1° luglio del 1921 a Shangai costituisce certamente un passaggio fondamentale nella lunga e complessa vicenda della rivoluzione cinese. Tale avvenimento è infatti destinato a segnare una svolta decisiva nel processo rivoluzionario che, iniziato in Cina con il crollo dell’Impero e l’avvento della Repubblica nel 1911, già nel 1919 con il cosiddetto Movimento del 4 maggio aveva impresso nel paese una poderosa spinta verso una profonda modernizzazione politica e culturale del paese.

Le grandi manifestazioni studentesche e giovanili contro il trasferimento dei diritti della Germania sullo Shantung al Giappone deciso dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale con il Trattato di Versailles sono la prima grande manifestazione del carattere insieme nazionale e antimperialista della Rivoluzione cinese. Le decisioni ratificate nel Trattato di Versailles rivelavano il carattere del tutto illusorio e demagogico dei 14 punti di Wilson e delle idee di autodeterminazione dei popoli che le avevano ispirate. Esse dimostravano come nell’epoca dell’imperialismo, anche dopo la fine della prima guerra mondiale, non esisteva per la Cina una prospettiva riformista e pacifica di conquista dell’unità e dell’indipendenza nazionali, ma solo una prospettiva democratico-rivoluzionaria. Il tema della modernizzazione al centro del sommovimento culturale della Cina teso al superamento della vecchia cultura feudale e alla conquista delle idee e dei valori di una cultura nuova e scientifica si intreccia a quello patriottico della difesa dell’indipendenza e dell’autonomia nazionale della Cina.


Leggi tutto

Enrico Grazzini: La BCE non cambia strategia. Così il debito rischia di soffocare l’eurozona

micromega

La BCE non cambia strategia. Così il debito rischia di soffocare l’eurozona

di Enrico Grazzini

Nella “Strategic Review” della Banca Centrale Europea nessun accenno alle svolte di politica monetaria necessarie per uscire dalla tremenda crisi dell’economia reale: helicopter money e cancellazione dei debiti degli stati

external content.duckducLa montagna non ha partorito neppure un topolino. La Banca Centrale Europea di Christine Lagarde ha concluso all’inizio di luglio la Strategic Review, la revisione strategica avviata nel gennaio 2020, con dei risultati che definire modesti sarebbe un eufemismo. Non è cambiato quasi nulla. Le novità non sono cattive ma non c’è assolutamente nessun cambiamento strategico, casomai qualche modifica tattica. La BCE continuerà a “navigare a vista” anche nell’epoca post-Covid e dei cambiamenti climatici ma continuerà anche a non avere gli strumenti sufficienti per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro. Bisogna essere chiari a riguardo: la crisi economica e finanziaria provocata dal Covid è paragonabile a quella prodotta da una guerra. I debiti privati (soprattutto) e pubblici sono schizzati alle stelle. L’Italia per esempio a causa del Covid è passata dal 135 al 160% di debito pubblico su PIL, cioè un debito insostenibile. Il PIL è crollato del 9%. Finiti i sussidi, migliaia di aziende falliranno e centinaia di migliaia di lavoratori finiranno sul lastrico. La BCE è il maggiore creditore del debito pubblico italiano e finora ha assorbito quasi tutti i nuovi debiti legati alla crisi del Covid ma non è certamente detto che continuerà a farlo in futuro. Di fronte alla possibilità di una nuova crisi la BCE, nonostante la strategic review, potrebbe non avere nessun mezzo risolutivo. Anzi potrebbe essere costretta ad alzare i tassi di interesse, cioè il costo del debito.


Leggi tutto

Sebastiano Isaia: L’identità negata

sebastianoisaia

L’identità negata

di Sebastiano Isaia

Vicissitudini del “corredo identitario umano” ai tempi del dominio totalitario del Capitale

wall art golden tears by gustav klimt oilQui di seguito consegno alcune (confuse e rapsodiche) riflessioni sul disagio esistenziale dei nostri tempi. Mi scuso per le ripetizioni di parole e concetti che non mi è stato possibile eliminare. Spesso, nel mio caso, economia di pensiero ed economia di tempo non collaborano per dare buoni frutti.

Diciamolo francamente: il “pensiero unico” è sempre quello degli altri. Il nostro pensiero è sempre e puntualmente refrattario e ostile al “pensiero unico”, esattamente come suggerisce il marketing di alto target: «Esci dalla massa e asseconda la tua personalità». E il pensiero dominante, che in ogni epoca storica fa capo alla classe dominante, se la ride e se la gode, per così dire. La nostra identità (sessuale, politica, ideologica, nazionale, in una sola parola: esistenziale) è invece ridotta a brandelli, a una poltiglia perennemente alla ricerca di surrogati che gridano vendetta al cospetto della cruda verità delle cose. La moltiplicazione delle identità di ogni genere mette in luce fino a che alto grado di frammentazione, di dispersione e incoerenza è giunta la nostra cosiddetta personalità. L’ossessiva – quanto frustante e illusoria – ricerca di un’identità forte è l’altra faccia della medaglia.

Questa frantumazione identitaria è peraltro assai utile al Capitale, il quale ha bisogno di allargare sempre di nuovo le sue possibilità di produzione e di vendita. Si tratta di un complotto oggettivo, per così dire, ordito dal Capitale contro gli esseri umani ridotti al rango di consumatori.


2021-06-22 Hits 3017

2021-04-30 Hits 2821

2021-05-13 Hits 2125

2021-05-30 Hits 2073

2021-05-25 Hits 2048

2021-05-04 Hits 1846

2021-05-02 Hits 1789

2021-05-29 Hits 1718

2021-05-20 Hits 1576

2021-06-03 Hits 1533

tonino

unread,
Jul 30, 2021, 10:26:44 AM7/30/21
to sante gorini

Mario Tronti: «Che Fare?»

manifesto

«Che Fare?»

Roberto Ciccarelli intervista Mario Tronti

Il colloquio. Intervista sul comunismo possibile al filosofo e uomo politico in occasione dei suoi novant’anni. Sette tesi, più una senza numero, per le nostre e le future generazioni: «Basta demonizzare il Novecento, recuperare la memoria delle lotte, organizzare i conflitti». Autoritratto di una vita ispirata al principio: «Pensare estremo, agire accorto»

ulisse
              nelladeLa rivoluzione è in esilio ma cerca il chiarore del giorno nella sua notte insonne. Mercoledì scorso 21 luglio Mario Tronti ha compiuto novant’anni e coltiva la tensione politica che ha attraversato la vita di uno dei più grandi filosofi politici contemporanei. Un lavoro instancabile. In autunno pubblicherà altri due libri.

* * * *

Rossana Rossanda ha scritto «La ragazza del secolo scorso». Nella sua autobiografia Pietro Ingrao ha scritto «Volevo la luna». Cosa pensa Mario Tronti a 90 anni?

A tutto fuorché a scrivere un libro autobiografico. Sono allergico a questa forma letteraria. Ne ho lette molte di autobiografie e alcune mi hanno anche appassionato, come quelle che tu citi. Ma, tra l’altro, Rossana e Pietro erano personalità pubbliche molto note e riconosciute, erano state protagoniste di eventi, avevano molto da ricordare e da raccontare. Io sono una personalità pubblica ignota, non avrei da trasmettere alcun ricordo che interessi, tutt’al più qualche titolo di rivista o di giornale, e un solo libro giovanile di successo, che ha avuto, per fare un paragone azzardato, lo stesso destino del Salinger de Il giovane Holden: poi sei quello e nient’altro.

 

Operai e Capitale

Sì. Raccomando sempre: non scrivere un libro di successo da giovani, perché si rimane per sempre imprigionati in una sola casella.


Leggi tutto

Roberto Paura: L’egemonia della Tecnica e la speranza della Magia

quadernidaltritempi

L’egemonia della Tecnica e la speranza della Magia

di Roberto Paura

Federico Campagna: Magia e tecnica. La ricostruzione della realtàEdizioni Tlon, Roma, 2021, pp. 337, € 18,00

in rilievo letture magia tecnica 05“Un altro mondo è possibile” fu lo slogan che il movimento no-global adottò in occasione delle drammatiche contestazioni del G8 di Genova, nel 2001, di cui in questi giorni ricorre il ventennale. Un’aspirazione ambiziosa, perché sosteneva – e sostiene ancora oggi – la possibilità di pensare un mondo unito, ma non secondo le logiche del mercato. La sconfitta di quel movimento, che coincise con la più grande vittoria del there is no alternative con cui il neoliberismo si è imposto negli ultimi quarant’anni, non ha tuttavia sopito le speranze che un altro mondo sia davvero possibile: un discorso tornato in auge fin degli inizi del 2020, quando la pandemia di Covid-19 ha mostrato tutte le contraddizioni di un sistema da lungo tempo in crisi e reso urgente la necessità di un ripensamento complessivo.

Quanto sia complessa l’operazione ce lo mostra il filosofo Federico Campagna, italiano trapiantato a Londra, in un libro giunto da noi in un momento quanto mai opportuno rispetto all’originale uscita inglese nel 2018: Magia e tecnica. La ricostruzione della realtà non è un manuale per il “dopo”, un ricettario per business coach, uno di quegli innumerevoli instant-book con cui guru improvvisati cercano di motivare una società terribilmente provata dagli ultimi avvenimenti, quanto piuttosto – scrive Campagna nell’introduzione – “un libro per chi giace sconfitto dalla storia e dal presente”.


Leggi tutto

Giovanna Cracco: Contro il politically correct

paginauno

Contro il politically correct

di Giovanna Cracco

La morale, il linguaggio, il pensiero associativo e la pratica denotativa; fintamente emancipativo e mai antisistemico, perché il politicamente corretto ci immobilizza socialmente divenendo regressivo

michael dziedzic B1RsVgAoODU unsplashPolitical correctness. Tanto se n’è scritto negli ultimi anni, in termini positivi e negativi. Nato nell’ambiente liberal statunitense dei cultural studies alla fine degli anni ‘80, si è poi diffuso in tutto il mondo occidentale. Tuttora mantiene nella sfera culturale e politica di sinistra una posizione di sostegno – anche se voci critiche iniziano a emergere – mentre a destra è spesso contestato. Per quanto le dinamiche della sua evoluzione già si trovassero nell’iniziale impostazione del pensiero, è difficile immaginare che alla nascita fosse possibile prevedere le caratteristiche conformistiche e repressive che ha raggiunto oggi. Jonathan Friedman inizia a scriverne, in termini di appunti per un ipotetico libro, nel 1997; continua a ragionarci nei primi anni Duemila, e lascia gli scritti nel cassetto; riprende più volte il manoscritto, aggiornandolo, e infine lo pubblica nel 2017. In Italia esce nel 2018, per i tipi di Meltemi, con il titolo “Politicamente corretto. Il conformismo morale come regime”. Il testo è interessante perché Friedman è un antropologo, e la sua riflessione si interroga sulla natura strutturale del politicamente corretto come forma di comunicazione e sul contesto che ne consente l’emersione fino a farlo divenire una pratica dominante. “Criticato e discusso in una serie di pubblicazioni, [il politicamente corretto] ancora non è stato analizzato dal punto di vista antropologico” scrive Friedman nell’introduzione; per concludere:

“Questo non è un libro sui pro e i contro di una forma specifica di politicamente corretto […] è piuttosto una critica generale di tutte le forme di politicamente corretto come mezzo di soppressione del dibattito”.


Leggi tutto

Infoaut: Green Pass: andare oltre un dibattito infruttuoso

infoaut2

Green Pass: andare oltre un dibattito infruttuoso

di Infoaut

Muoversi nella realtà attuale comporta confrontarsi con una complessità di contraddizioni trasversali che attraversano l'intero corpo sociale. Molto spesso queste fratture non si danno, per il momento, sulle direttrici che vorremmo, in particolar modo nelle società occidentali dove assumono tratti confusi, ondivaghi e difficili da interpretare.

C'è bisogno di mettere da parte certezze e interpretazioni eccessivamente statiche, per misurarsi con ciò che si muove, consapevoli che magari per lungo tempo la strada sarà stretta ed il sentiero tortuoso e che ci troveremo diverse volte a misurarci con fenomeni che ci fanno stare scomodi, ma che ci sfidano ad acuire lo sguardo e attrezzarci per il futuro.

Date queste premesse entriamo nel dibattito sui sommovimenti che si stanno dando sulla questione del Green Pass con alcuni appunti sparsi e provvisori:


Leggi tutto

Elisabetta Teghil: La verità del corpo

Coordinamenta2

La verità del corpo

di Elisabetta Teghil

Questa società si definisce mediante il posto ed il valore che assegna ai due sessi e ai loro atteggiamenti socialmente costituiti. Il che comporta il fatto che esistano tante maniere di realizzare la femminilità quante sono le classi e le frazioni di classe. La verità di una classe o di una frazione di classe si esprime, quindi, nella forma in cui i sessi sono distribuiti al suo interno.

Mentre il femminismo ha cercato di portare a consapevolezza e di utilizzare politicamente tale correlazione, nella risposta socialdemocratica i ruoli sessuali continuano ad essere definiti e le nuove esperienze ibridanti della sessualità, transessuali e transgender, non sono tese alla rimozione dell’organizzazione classista e sessista, ma ne costituiscono una variante, spesso al servizio della soluzione economicamente più redditizia.

Pertanto il “femminismo socialdemocratico” e l’ibridismo sessuale filo-occidentale, diventano puntelli di questo ordine sociale.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: Grand Hotel Abisso

ilsimplicissimus

Grand Hotel Abisso

di ilsimplicissimus

Molti anni fa, György Lukács un filosofo di parte marxista oggi pressoché sconosciuto a quella parte di società che si auto ritiene colta e proprio per questo rappresenta appieno l’ottusità contemporanea, disse riferendosi alla scuola di Francoforte, ma in generale a gran parte della sinistra europea, che essa risiedeva nel Grand hotel Abisso, ossia era perfettamente in grado di criticare in maniera radicale la società capitalistica, salvo però temere che non ci fossero vie d’uscita e rimanere dunque immobile come il coniglio abbagliato dai fari. Ora non starò qui ad annoiarvi parlando della Dialettica negativa o della Dialettica dell’illuminismo, né di Marx o Hegel, ma mi limito ad osservare i limiti dell’ intellighenzia europea del dopoguerra che è sempre rifuggita dalla complessità, dalle contraddizioni e dalle fatiche della prassi ossia della costruzione di un sistema politico alternativo o antagonista, arrivando ad una contraddizione esistenziale che ha finito per distruggerla: la consapevolezza dell’ingiustizia fondamentale di una società fondata sul capitale e poi sul mercato, ma l’impossibilità di superarla.


Leggi tutto

Gilberto Trombetta: Covid-19(84) : il conflitto orizzontale definitivo

lantidiplomatico

Covid-19(84) : il conflitto orizzontale definitivo

di Gilberto Trombetta

A marzo dello scorso anno ci eravamo solo permessi di indicare la necessità di un dibattito pubblico sulla gestione, non solo sanitaria, del Covid-19*.

Ragionato, argomentato, basato sulle evidenze che mano a mano venivano fuori.

E che tenesse conto di tutti gli aspetti: certo sanitari, ma anche sociali, politici, economici e costituzionali.

La risposta è stata invece quella di un'impressionante accelerazione sulla polarizzazione già in atto nella società.

Una polarizzazione dolosamente calata dall'alto.

Si è cominciato a tacciare di negazionismo chiunque si permettesse anche solo mettere in dubbio - figuriamoci criticare - la gestione della crisi.

Un'accusa infamante, nella forma e nella sostanza.

Un'accusa, duole ricordarlo, che è arrivata anche da una parte di coloro che fino a poche settimane prima erano stati compagni di viaggio nel denunciare la propaganda del pensiero unico degli ultimi 30 anni.


Leggi tutto

coniarerivolta: Crisi ecologica e crisi sociale: il PNRR è il problema, non la soluzione

coniarerivolta

Crisi ecologica e crisi sociale: il PNRR è il problema, non la soluzione

Tavola rotonda a Napoli

di coniarerivolta

alberogreenLa lunga coda della pandemia ha portato con sé, oltre alle tragiche conseguenze sanitarie, anche una situazione di prolungata crisi economica, che parte dalle centinaia di migliaia di contratti precari non rinnovati e arriva ai licenziamenti di massa messi in atto dai padroni un secondo dopo la rimozione del blocco dei licenziamenti. A fronte delle preoccupazioni quotidiane che attanagliano la stragrande maggioranza della popolazione del nostro Paese, una narrazione entusiastica e ottimista rimbalza dai principali mezzi di comunicazione agli esponenti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, tutte, con qualche sfumatura, strette a coorte intorno al Governo Draghi. Niente paura, è il messaggio che ci bombarda ogni giorno, l’Europa solidale è al nostro fianco e il cosiddetto Recovery Fund – ufficialmente noto come Next Generation EU – è il veicolo che ci condurrà in un futuro più giusto, più inclusivo, più verde.

Non è particolarmente difficile demistificare la natura meramente propagandistica di questa narrazione. A fronte del fiume di denaro che ogni giorno ci viene promesso, la realtà dei fatti parla di un ammontare di risorse risibile. Al netto dei contributi che l’Italia apporterà, infatti, negli anni a venire al bilancio europeo, secondo le stime più ottimistiche riceveremo circa 50 miliardi di euro da spalmare, cioè da dividere, su sei anni. Una semplice comparazione con le risorse aggiuntive messe in campo dal Governo italiano nel 2020 e quindi in un solo anno, pari a circa 108 miliardi e del tutto insufficienti a tamponare le conseguenze della crisi economica che iniziava a mordere, vale più di tante chiacchiere.


Leggi tutto

Lelio Demichelis: Dal ‘Capitale’ al Tecno-capitalismo e alle piattaforme

centroriformastato

Dal ‘Capitale’ al Tecno-capitalismo e alle piattaforme

di Lelio Demichelis

Intervento per la sessione “L’egemonia delle piattaforme sui media” del convegno “Rileggere il Capitale”, organizzato da ARS e CRS

Foxconn e1500883515819Premessa

Per metodo intellettuale, ci piace guardare ai processi e alla loro evoluzione nel tempo, più che ai loro effetti. Cercando di capire cioè la genealogia di ciò che oggi ci sembra nuovo, ma che spesso è invece la riproposizione del vecchio capitalismo in forme che sembrano nuove solo perché accompagnate da una nuova tecnologia e dalle retoriche che ne determinano l’accettazione sociale – accettazione che a sua volta è funzionale all’adattamento dell’uomo e della società alle esigenze del capitale.

Anticipando la conclusione della riflessione che segue, diciamo allora che il digitale è sempre rivoluzione industriale/industrialista; che i social media di oggi sono l’evoluzione (o meglio l’involuzione) dei mass media novecenteschi (in particolare della televisione), dell’industria culturale descritta a metà del ‘900 dalla Scuola di Francoforte e della società dello spettacolo debordiana; che le piattaforme sono l’evoluzione della fabbrica fordista e necessarie alla trasformazione dell’intera società in fabbrica. Una società non industriale, ma industrializzata.

Nessun reale cambio di paradigma rispetto a ieri, dunque; nessuna transizione a qualcosa di assolutamente nuovo; nessuna quarta rivoluzione industriale. Credere il contrario – che tutto sia cioè veramente nuovo – significa invece reiterare nuovamente gli errori interpretativi del passato, non vedendo l’evoluzione dei processi industriali e capitalistici: sempre apparentemente rivoluzionari, ma in verità sempre trasformistici, cioè: cambiare tutto per non cambiare nulla nella struttura e nella sovrastruttura dei meccanismi di organizzazione industriale della società e di accumulazione del capitale.


Leggi tutto

Tech workers coalition italiana: Tra conflitto e pratica dell’obiettivo

officinaprimomaggio

Tra conflitto e pratica dell’obiettivo

Riccardo Emilio Chesta intervista la Tech workers coalition italiana

external content.908785g74Anche in seguito alla crisi da Covid-19 da circa un anno in Italia si è costituita una sezione della Tech workers coalition (Twc), rete transnazionale dei lavoratori delle aziende Ict. Li abbiamo incontrati dopo un evento pubblico online di presentazione delle loro attività. Composta di lavoratori qualificati nel settore informatico, grafico, che include progettisti e sviluppatori, la Twc è un soggetto che cerca di parlare a diverse realtà lavorative investite dagli attuali processi di digitalizzazione e innovazione tecnologica. Si propone di coinvolgere nelle proprie iniziative non solo chi le tecnologie digitali le programma e sviluppa ma anche chi le esperisce nel proprio lavoro, come i rider delle piattaforme di food-delivery o i magazzinieri della logistica, tentando dunque di gettare ponti che leghino i lavoratori più tecnicamente qualificati con i lavoratori manuali sempre più coinvolti dai processi di digitalizzazione. Da un lato la Twc si pone obiettivi specifici e settoriali – è composta in prevalenza da lavoratori e lavoratrici del settore informatico – ma ritiene che possano essere un mezzo attraverso cui coinvolgere nella propria organizzazione tanto lavoratori manuali quanto figure tecniche ibride, a cavallo col lavoro culturale, come i grafici e i designer.

Già l’adozione del termine “coalizione” li identifica come un soggetto aperto, non corporativo che tenta di andare oltre un’opera pur necessaria di sindacalizzazione e organizzazione, ponendosi come obiettivo un’opera più generale di acculturazione all’azione collettiva e alla costruzione di solidarietà tra i lavoratori tech, in primis sul proprio posto di lavoro ma anche al di là, invitando a riflettere sui legami tra la propria professionalità e le implicazioni più generali in società.


Leggi tutto

Piccole Note: Iraq: gli Usa da forza di occupazione a consiglieri

piccolenote

Iraq: gli Usa da forza di occupazione a consiglieri

di Piccole Note

L’incontro tra il premier iracheno Mustafa al-Kadhimi e Biden alla Casa Bianca, avvenuto giovedì, dovrebbe portare a un cambiamento nella presenza militare americana in Iraq, secondo Politico.

La missione delle forze Usa, in Iraq dal 2003, ha ad oggi un mandato anti-terrorismo, per combattere l’Isis, cosa che hanno pure fatto quando hanno attaccato e coventrizzato Mosul, anche se tante restano le ambiguità del caso.

 

Il voto del Parlamento iracheno

Ma dopo il voto unanime del Parlamento iracheno, che chiedeva il ritiro delle forze Usa, i militari americani hanno ufficialmente indossato la veste di forza d’occupazione, data la noncuranza con cui è stata accolta la risoluzione, pure decisa in ambito parlamentare, cioè secondo dinamiche proprie di quella democrazia che essi avevano detto di voler instaurare nel Paese al posto del regime pregresso.


Leggi tutto

Marco Cattaneo: L’inflazione che i mercati NON prevedono

bastaconeurocrisi

L’inflazione che i mercati NON prevedono

di Marco Cattaneo

Tutti i giorni si leggono articoli e commenti in merito alle terrificanti prospettive di inflazione incontrollata a cui il mondo starebbe andando incontro. Causa, le massicce azioni espansive, fiscali e monetarie, messe in atto per superare gli effetti economici del Covid.

Le banche centrali sono invece, a giudicare dalle dichiarazioni che rilasciano, molto più rilassate. Vedono un effetto transitorio, causato prevalentemente da tre ragioni.

La prima è la confusione che si è venuta a creare a seguito della rottura delle catene di fornitura prodotta nelle fasi più acute dell’emergenza Covid. Nel periodo in cui le restrizioni agli spostamenti delle merci (oltre che delle persone) erano più pesanti, si sono formati una serie di colli di bottiglia nell’approvvigionamento di materie prime e componenti. Quando la situazione torna gradualmente alla normalità, la domanda finale riparte ma i colli di bottiglia richiedono tempo per essere sbloccati. E lungo la catena, l’anello che impiega più tempo a tornare alla normalità finisce per rallentare tutti gli altri.


Leggi tutto

Willer Montefusco: Niente come prima

machina

Niente come prima

di Willer Montefusco

Una recensione di Gli autonomi. Vol. IX. I «padovani». Dagli anni Ottanta al G 8 2001, di G. De Pieri, P. Despali, M. Gallob, V. Mazza, a cura di Mimmo Sersante, pubblicato da DeriveApprodi. 

Così suona il titolo di una delle parti che chiudono il libro di G. De Pieri, P. Despali, M. Gallob, V. Mazza, a cura di Mimmo Sersante, Gli autonomi. Vol. IX. I «padovani». Dagli anni Ottanta al G 8 2001. E la parte che si riferisce al racconto dei fatti connessi alla manifestazione di Genova 2001, segna la linea di confine tra gli anni Ottanta-Novanta e il nuovo millennio. In questo caso i numeri sono quanto mai significativi, perché indicano una soglia, un passaggio: «Neanche tre mesi dopo le giornate di Genova la guerra plasma gli scenari del mondo. Le giornate di Genova sono a cavallo, nel mezzo del passaggio a un nuovo millennio. Qualcosa che apparteneva al Novecento ma al tempo stesso era parte del nuovo secolo, anzi del nuovo millennio» (Mazza, p. 137). Virata marcata anche figurativamente dal fumetto di Claudio Calia, che anche lui racconta la sua storia fino ai fatti di Genova, interrompendo il flusso dei racconti degli anni Ottanta-Novanta.


Leggi tutto

Massimo Cacciari, Giorgio Agamben: A proposito del decreto sul "green pass"

istitutoitalstudifil

A proposito del decreto sul "green pass"

di Massimo Cacciari, Giorgio Agamben

Il "Diario della crisi" riprende le sue pubblicazioni con un testo di Giorgio Agamben e di Massimo Cacciari su un tema delicato e controverso, nel rinnovato auspicio di favorire il dibattito e la riflessione critica

La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta affrontando, con il cosidetto green pass, con inconsapevole leggerezza. Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica. Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale.

Guai se il vaccino si trasforma in una sorta di simbolo politico-religioso. Ciò non solo rappresenterebbe una deriva anti-democratica intollerabile, ma contrasterebbe con la stessa evidenza scientifica.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3113

2021-04-30 Hits 2864

2021-05-13 Hits 2162

2021-05-30 Hits 2098

2021-05-25 Hits 2090

2021-05-04 Hits 1871

2021-05-02 Hits 1810

2021-05-29 Hits 1741

2021-05-20 Hits 1594

2021-06-03 Hits 1553

tonino

unread,
Aug 2, 2021, 2:00:22 AM8/2/21
to sante gorini

Andrea Zhok: Sulla lettera aperta di Cacciari e Agamben

lantidiplomatico

Sulla lettera aperta di Cacciari e Agamben

di Andrea Zhok

720x410c50La lettera aperta congiunta di Massimo Cacciari e Giorgio Agamben sul Green Pass (vedi testo nei commenti) ha ricevuto, come prevedibile, un’accoglienza esplosiva. Uno dopo l’altro si sono attivate sulla stampa una serie di firme, più o meno note, per spiegare:

che “le discriminazioni sono ben altre” (Di Cesare, Repubblica),

che “la vita non viene forse prima della democrazia, non viene forse prima di tutto?” (D’Alessandro, Huffingtonpost),

che “il green pass è come la patente o il porto d’armi, che nessuno contesta” (Flores D’Arcais, MicroMega),

che “Cacciari e Agamben non hanno le competenze, lascino fare a chi le ha” (Gramellini, Corriere), ecc. ecc.

Ora, personalmente non credo di essere stato una volta in vita mia d’accordo con Agamben, e dunque ero restio finanche a leggere la lettera, però a fronte di tale qualificata batteria di fucilieri non ho potuto esimermi.

Ciò che ho trovato, e che nel mio piccolo voglio brevemente commentare, è un testo con molti difetti, ma certamente non liquidabile con gli argomenti che ho visto in giro.

Il testo, comparso sul sito dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, presenta un’argomentazione molto breve, con un difetto strutturale: essa parte come un argomento “di principio” e “di valore simbolico” circa la minaccia alla vita democratica, prosegue con considerazioni di ordine pragmatico sullo stato della sicurezza dei vaccini e sulla mancanza di una prospettiva (“Dovremo dunque stare col pass fino a quando?), e chiude di nuovo su note di principio.


Leggi tutto

Stefano Scacchi: La base del Pd è anti-operaia

gliasini

La base del Pd è anti-operaia

di Stefano Scacchi

HaniehGHASHGHAEIPF 7 BN 1536x940“Bisogna capire come mai il Pd è stato superato da Giorgia Meloni”, si chiede una militante del Partito Democratico nella chat di una sezione milanese dopo che La7 ha diffuso il sondaggio (SWG) che dà Fratelli d’Italia al 19,5% delle intenzioni di voto, mentre il Pd è fermo al 19,2%. È il 17 maggio. La Lega è al 21%. Quindi, sommando i due partiti principali, la destra in Italia è al 40,5%. Un’enormità. La domanda è già un passo avanti rispetto all’atteggiamento classico della base Pd degli ultimi 25 anni verso quello che si trova alla sua destra, dalla nascita di Forza Italia in avanti. Normalmente la reazione è sempre improntata a una superiorità culturale che induce a spiegare questi voti ‘populisti’ con l’ignoranza di quegli elettori. Quindi già il fatto di dire che “bisogna capire” è incoraggiante. Dimostra uno scatto di umiltà di solito assente.

La prima risposta potrebbe essere che Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno un elettorato che li vota per interesse, non solo per assonanza di opinioni e valori culturali. Potrebbe sembrare una motivazione bassa, ma è una componente fondamentale della politica. Meloni e Salvini forniscono una risposta al disagio di larghe fette della popolazione italiana, operai compresi. La loro risposta è ispirata a puro egoismo sociale: è colpa degli immigrati che riducono le opportunità a disposizione degli italiani più deboli. Ma almeno è una risposta in grado di aggregare un consenso ispirato alla comunanza di interessi collettivi. La miscela che dovrebbe accendere il motore di un partito politico.


Leggi tutto

Pietro Bianchi: Marx dovrà aspettare ancora

iltascabile

Marx dovrà aspettare ancora

di Pietro Bianchi*

Ritornando al suicidio del gemello Camillo, l’ultimo film di Marco Bellocchio riflette sulla morte e la responsabilità

e8d259b6 e598 11eb b02e abf05f14a13dCapita spesso nella vita di avere un alter-ego: un amico coetaneo, un fratello o magari addirittura un gemello o un coscritto nato il proprio stesso giorno e con il quale si è cresciuti. È la prossimità più assoluta che mostra in modo più nitido la distanza, quando magari la vita anche a fronte di condizioni sociali o familiari simili porta a prendere scelte diverse e a separare le proprie esistenze. È quello di cui racconta A Letter to You, l’ultimo album di Bruce Springsteen, in cui si ritorna ai tempi dei Castiles, un gruppo che a metà degli anni Sessanta calcava i palchi dei bar della riviera del New Jersey riscuotendo un discreto successo locale. Allora il leader della band era un tale George Theiss. Nell’intensa “Last Man Standing”, Springsteen prova a ricostruire il suo sguardo di allora, pieno dell’ammirazione del comprimario che guarda colui, Theiss, che sarebbe certamente diventato una star e che era capace già allora di attirare il desiderio della folla: “You take the crowd on their mystery ride”. 

Ma i Castiles si sciolsero nel 1968 e George Theiss decise di sposarsi ad appena vent’anni. Iniziò a lavorare come muratore e rimase a suonare nei bar della riviera durante i weekend per il resto della vita mentre Springsteen diventava una star planetaria. In una recente intervista per Rolling Stone la moglie di Theiss racconta che per il marito non fu sempre facile vedere l’esplosione di successo di quello che a diciotto anni era soltanto il primo chitarrista della sua band, fino a che a una festa a casa di Springsteen pochi anni fa Theiss si scoprì incapace di salire sul palco per una jam session con il Boss, tanto la situazione lo faceva soffrire. 


Leggi tutto

Andrea Zhok: Dalla democrazia alla tecnocrazia in 2 passaggi

andreazhok

Dalla democrazia alla tecnocrazia in 2 passaggi

di Andrea Zhok

In un thread avente per oggetto la definizione di No Vax, un mio contatto, giornalista di sinistra - che non nomino, ma che può ovviamente intervenire se lo desidera - ad un certo punto arriva a replicare in questo modo:

"fammi capire, tu filosofo, possiedi dati, li leggi e presumi dall'alto di tutto ciò di decidere in contrasto con quanto stabilito dalla scienza medica e virologica. Tu. Filosofo. Capisci che siamo sull'orlo del baratro, no..."

Ecco, credo che questa breve frase compendi in sé tutta l'involuzione avvenuta nell'intellighentsia di sinistra nell'ultimo mezzo secolo, e meriti una riflessione dedicata.

(Disclaimer: me la prendo con l'intellighentsia di sinistra mica perché quella di destra sia meglio; è solo per la necessità di distanziarsi dalle origini).

In quella frasetta sono all'opera due meccanismi argomentativi sovrapposti.

1) Il primo è una manovra nota di sottrazione del discorso pubblico alla ragione comune.

La sua forma è "chi sei tu per...?"


Leggi tutto

Fabio Bozzato: La scoperta della NoCity, il lato oscuro e spaventoso della smart city

chefare

La scoperta della NoCity, il lato oscuro e spaventoso della smart city

di Fabio Bozzato

A leggere l’ultimo lavoro di Antonio Martone, NoCity, uscito i giorni scorsi 1 l’immagine che inevitabilmente ci insegue è quella di Matrix. La cita una sola volta, nel suo libro, mentre riflette sui tempi e sugli ambienti post-democratici che stiamo coltivando: «Viviamo in un periodo di transizione nel quale sarebbe ancora possibile, in qualche misura, assumere consapevolezza della nostra condizione».

La saga delle sorelle Wachowsky, peraltro, usciva sul crinale di fine secolo, mentre il neoliberismo, autocelebrandosi, doveva affrontare una crisi da crescita, trovando un gomito di resistenza, globale e visionario, come mai prima, da Seattle a Genova. Stese a forza le nervature, nei vent’anni successivi sarebbe stato solo un trionfo per la nuova economia globale.

La ECity, come la chiama Martone, filosofo politico all’Università di Salerno, è la potenza sgargiante che ha fagocitato le nostre vite, diventando noi stessi protagonisti e prede della sua voracità.


Leggi tutto

Fabrizio Marchi: L’Illuminismo tradito e la crisi pandemica

linterferenza

L’Illuminismo tradito e la crisi pandemica

di Fabrizio Marchi

Ieri ho telefonato ad una mia amica che non sentivo da tempo per avere sue nuove. La sento un po’, parecchio, abbacchiata e le chiedo il perché. Mi racconta, con toni comprensibilmente costernati, che i suoi amici storici – fra i quali anche un mio vecchissimo amico – hanno deciso di non frequentarla più perché lei non si è vaccinata.

Per la cronaca, non si tratta di una ”No vax terrapiattista” convinta che ci stiano impiantando un marchingegno nel corpo per controllarci a distanza (peraltro lo siamo già tutti da tempo senza bisogno del famoso 5G subdolamente inserito…) e farci venire un malore a comando onde obbligarci ad entrare in farmacia e acquistare questo o quel farmaco (ho ascoltato anche questo…), ma di una persona equilibrata e razionale che, come tante altre, per una serie di perplessità e di ragionamenti che possono essere più o meno condivisibili, ha scelto, almeno per il momento, di non vaccinarsi.

Del resto, ci sono tante altre persone altrettanto equilibrate e razionali che, sempre in virtù di una logica e di una analisi, sia pure diversa dalla sua, hanno invece scelto consapevolmente di farlo.


Leggi tutto

Francesco Galofaro: Pegasus: come i governi democratici spiano i propri cittadini

marx xxi

Pegasus: come i governi democratici spiano i propri cittadini

di Francesco Galofaro

Questa settimana i media hanno dato molto risalto al caso Pegasus, un attacco hacker in grado di infiltrare i cellulari per spiarne gli ignari utenti: soprattutto giornalisti, ma anche politici e capi di stato: Emmanuel Macron, Romano Prodi, il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador spiccano tra le 50.000 vittime rivelate dal consorzio di media ‘Forbidden Stories’, di cui fanno parte Le Monde, The Guardian, e il Washington Post. La vera notizia però è che gli autori degli attacchi non sono impavide ciurme di pirati informatici in cerca di bottino, ma governi come quello ungherese, indiano, Saudita, turco. Inoltre, il grimaldello informatico impiegato dai servizi segreti di mezzo mondo ai danni di cittadini, avversari politici e governi avversari è prodotto e fornito legalmente dall’azienda israeliana NSO, i cui fondatori provengono dall’esercito israeliano. La licenza per l’esportazione di Pegasus viene attribuita dal ministero della Difesa esclusivamente a governi[1].


Leggi tutto

Antonio Cecere: Introduzione a NoCity. Paura e democrazia nell’età globale

sinistra 

Introduzione a NoCity. Paura e democrazia nell’età globale

di Antonio Cecere

9788869447396Questo libro è fortemente sconsigliato a coloro che sono abituati a leggere la sera prima di addormentarsi: benché la scrittura di Martone sia coinvolgente e mai noiosa, il tema è decisamente inadatto a chi ama le favole consolatorie. Due domande precise campeggiano nel libro ed è preferibile farle emergere sin dalle prime righe della nostra introduzione. Martone ci chiede, fondamentalmente, in quali condizioni storiche la pandemia ha trovato il mondo e, soprattutto, che cosa abbia imparato il Tiranno dalla situazione pandemica globale.

Antonio Martone è un filosofo che si inserisce nel grande dibattito contemporaneo circa il rapporto problematico fra esistenza e senso, fra individuo e comunità. Egli riprende criticamente classici fondamentali, come Hobbes, Rousseau, Tocqueville, Stirner, Nietzsche che inserisce con originalità in campi teorici già dissodati da autori novecenteschi come Heidegger, Camus, MerleauPonty. Grazie a questa ampiezza di studi, e alla ricchezza di un pensiero sempre attento all’evoluzione del proprio tempo, Martone riesce a proporci un quadro critico del dibattito attuale intorno a un focus preciso, ovvero il rapporto di dominio dell’uomo sull’uomo, declinato secondo le nuove direttrici oggi dominanti: la tecnica, l’economia e/o il linguaggio ingabbiato dai social media.

Per meglio introdurre il lettore a questo importante lavoro, propongo di seguirmi in due diversi momenti di osservazione: un’escursione (breve) e un’incursione (profonda) dal e nel testo.


Leggi tutto

Lanfranco Caminiti: Appunti sulla crisi della forma-rivista

machina

Appunti sulla crisi della forma-rivista

di Lanfranco Caminiti

0e99dc
              e0fd5a5471bb40689f7a212067b05ca6mv20. Di cosa parliamo 

0.1. alla voce «rivista» il dizionario De Mauro on line dice: a) pubblicazione periodica che intende offrire una rassegna delle conoscenze in un determinato campo e si distingue per il carattere specialistico degli interventi; b) periodico ad alta tiratura, riccamente illustrato e destinato a un pubblico non specializzato al quale offre aggiornamenti d’attualità e di costume, rubriche fisse, corrispondenza con i lettori, ecc. Qui – senza obbligatoriamente assumere una visione sfigata o elitaria delle cose – ci riferiamo con più attinenza alla prima definizione a), dove «specialistico» può essere interpretato come «punto di vista» e «approfondimento» (la seconda, è ormai invalsa l’abitudine di definirla magazine). Aggiungendovi due elementi costitutivi: un gruppo di lavoro (una redazione, per lo più volontaria) che si riunisce intorno a un «progetto di idee» (anche nel caso di una rivista «accademica» e/o universitaria) e il carattere «non convenzionale», controtempo. D’altro canto, questa precisazione comporta il riferimento a un «lettore di progetto», che è un altro elemento costitutivo. Senza necessariamente affondare nei riferimenti storici alle gazzette del Settecento, quello di cui si parla è il «processo virtuoso» – a esempio nel Novecento – tra il lavoro intellettuale di avanguardie (artistiche, letterarie, politiche) e l’interpretazione (anticipazione, formazione) di sommovimenti sociali a venire (nel gusto, nella comunicazione, nella produzione, nel fare storia). La rivista (quella della definizione a)) è stata una forma propria della relazione fra il lavoro intellettuale (in cooperazione) e lo spazio pubblico. È ancora così? 


Leggi tutto

Ugo Bardi: Chi è l'imperatore del mondo? La nuova era del dominio epistemico

effettoseneca

Chi è l'imperatore del mondo? La nuova era del dominio epistemico

di Ugo Bardi

KamehamehaIl re Kamehameha 1 ° delle Hawai'i ( 1736 - 1 819) praticava l'arte di dello scambio di doni durante il suo regno, come è tipico dei re e governanti. Si ricorda che disse: " E 'oni wale no 'oukou i ku'u pono 'a'ole e pau". "Infinito è il bene che vi ho dato per goderne." Ai nostri tempi Google sembra aver adottato lo stesso atteggiamento: ci fa regali sotto forma di dati gratuiti. In vista del concetto di "colpo di stato epistemico" proposto da Shoshana Zuboff, Google sta rapidamente diventando l'imperatore epistemico del mondo.

In epoca romana, era una buona cosa essere l'imperatore: avevi oro, palazzi, donne, schiavi e molti privilegi, incluso il potere di mettere a morte chiunque a tuo piacimento. Gli imperatori erano visti come creature semidivine, elevati al trono dagli Dei stessi ma, in pratica, diventavano presto vecchi e spelacchiati (se sopravvivevano fino alla vecchiaia, non facile data la concorrenza). Allora, perché i Romani obbedivano agli imperatori?

Non è una domanda difficile a cui rispondere. Gli imperatori romani praticavano un gioco praticato da tutti i governanti. Si chiama "scambio di doni" ("gift-giving"). Fa parte del concetto di condivisione : qualcosa di profondamente radicato nella natura degli esseri umani, in definitiva è una manifestazione di empatia tra gli umani .

La condivisione crea naturalmente legami sociali che generano i modelli gerarchici che consentono alla società di strutturarsi. In una società armoniosa, i leader governano senza bisogno della forza. Governano in base al loro prestigio, a sua volta ottenuto da un uso giudizioso dei doni.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Dell'ignoranza: come costruire il "nemico interno"

lantidiplomatico

Dell'ignoranza: come costruire il "nemico interno"

di Andrea Zhok

Ieri ho assistito in diretta ad un grande classico dei nostri tempi: la costruzione mediatica in diretta del nemico come ‘subumano’.

A fronte delle svariate proteste contro il Green Pass che si sono svolte in Italia, al telegiornale (La7, Sky, Tg3) i protestatari sono stati tratteggiati come “Assembramento di No Vax, No Mask e vari gruppi negazionisti, accomunati da un sordo rancore verso la scienza”. Un’appropriata selezione delle scene più imbarazzanti e delle interviste più sconclusionate ha perfezionato la confezione mediatica del 'villain'.

Non mi interessa qui entrare di nuovo nel merito delle ragioni e dei torti sullo specifico provvedimento, di cui il minimo che si dovrebbe ammettere in buona coscienza è che è controverso.

Molto più interessante è la forma della costruzione del ‘nemico interno’ nelle vesti dell’IGNORANTE.


Leggi tutto

Anna Lombroso: Draghi chiede il sacrificio di Isacco

ilsimplicissimus

Draghi chiede il sacrificio di Isacco

di Anna Lombroso

Più che l’età dell’incertezza, ormai superata grazie alle granitiche convinzioni dei pensatori, dei sacerdoti e dei decisori imperiali, questa pare essere l’età dei paradossi.

Uno di questi consiste nell’aspirazione generalizzata all’immortalità ben rappresentata dal mito dell’eterna giovinezza di levigati e tiratissimi Highlander, conquistata per via chirurgica o chimica e riservata a chi può permettersela tanto di essere indenne anche da rischi pandemici, cui però fa riscontro l’accelerazione alla crescita dei figli e nipoti, promossa addobbandoli in estrose repliche dei outfit genitoriali, favorendo faticose carriere competitive nello showbusiness o nel campetto di calcio, occupando le loro giornate con corsi, lezioni, attività sportive, in modo da non subire la frase fatidica: mamma mi annoio, cosa faccio?, allestendo fin dall’infanzia il loro futuro di ceto dirigente avido e ambizioso.

Così a ragazzini costretti precocemente ad essere adulti in competizione per assicurarsi le prerogative promesse al capitale umano, corrispondono “grandi” che si aspettano l’indulgenza dovuta agli adolescenti.


Leggi tutto

Alfonso Gianni: #Insorgiamo

sinistra

#Insorgiamo

di Alfonso Gianni

Erano in tanti sabato scorso a Campi Bisenzio. Davvero molti ed era tempo che non si vedeva una manifestazione così. Davanti c’era un’unica parola secca e determinata, in campo rosso: insorgiamo. Senza la retorica dei punti esclamativi. Infatti non è un auspicio, è una comunicazione di un dato di fatto. Come a dire: sta a voi decidere ora cosa fare. Gli operai della Gkn, licenziati via mail – la modernizzazione del vecchio ad nutum – in 422 della fabbrica madre e in 80 delle ditte in appalto, dettaglio non secondario, hanno deciso di insorgere contro la decisione della proprietà, il fondo britannico Melrose, che rincorre i fasti della globalizzazione in crisi: chiudere qui per aprire altrove. Non si sa dove. Si conosce invece l’intenzione di fare gravare interamente sul costo del lavoro, azzerando gli occupati e cancellando uno stabilimento, le conseguenze della contrazione mondiale in atto nel settore automobilistico. La chiusura a Campi Bisenzio viene presentata come “indifferibile” e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali impossibile.


Leggi tutto

Eros Barone: Un omicidio di classe

sinistra

Un omicidio di classe

di Eros Barone

Questi episodi dimostrano come stia montando in grande stile la paranoia sociale. Una società che non ha interesse ad analizzare criticamente i suoi lati più reconditi è destinata solo a scatenare la caccia alle streghe.

Robert Kurz, Populismo isterico.

Si chiama Massimo Adriatici e prima di diventare assessore alla sicurezza nel Comune di Voghera per il partito della Lega faceva il poliziotto. Poi avvocato con una collaborazione occasionale come docente all’università di Vercelli. Una pistola in tasca con regolare porto d’armi, da usare come “extrema ratio” diceva. Le ragioni per usarla gli si sono parate davanti in piazza Meardi a Voghera nei pressi di un bar quando ha incontrato Youns El Boussetaoui, un giovane immigrato di origine marocchina. Pistola senza sicura e con il colpo in canna, l’ha estratta e fatto fuoco su Youns.

Qualcuno parla di “Far West”, qualcun altro dice: «Non siamo mica in Texas qui». Ma Salvini, che a Voghera ci sta di casa, è sempre un passo avanti e suggerisce ciò che il dispositivo della giustizia borghese ha già codificato in casi come questi: «Si fa strada l’ipotesi della legittima difesa».


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3195

2021-05-30 Hits 2204

2021-05-13 Hits 2197

2021-05-25 Hits 2145

2021-05-04 Hits 1895

2021-05-02 Hits 1832

2021-05-29 Hits 1768

2021-07-24 Hits 1682

2021-05-20 Hits 1628

Raffaele De Luca: La conferenza stampa di Draghi è piena di fake news

2021-07-24 Hits 1615

tonino

unread,
Aug 2, 2021, 2:07:25 AM8/2/21
to sante gorini

Geminello Preterossi: Sovrano è chi discrimina i non vaccinati

lafionda

Sovrano è chi discrimina i non vaccinati

di Geminello Preterossi

Edward Hopper Night Shadows Oct 1922 Shadowland 1Il governo Draghi ha varato un drastico irrigidimento del green pass, sulla scia delle scelte di Macron, che le ha difese in tv con toni aggressivi, i quali hanno suscitato vaste e intense proteste in Francia (di cui per diversi giorni a stento si riusciva a trovare notizia nei media italiani). Un giro di vite che non a caso si è accompagnato alla minaccia, da parte di Macron, di rimettere in campo in autunno le contestatissime riforme neoliberiste delle pensioni, del lavoro e dei sussidi sociali. Queste avevano suscitato una forte, vasta mobilitazione di massa alla fine del 2019, con scioperi continui e manifestazioni sindacali molto partecipate, che avevano portato al ritiro del pacchetto di riforme euriste (che noi avevamo già conosciuto con Monti), la cui attuazione è sempre stato il vero mandato del Presidente francese creato in provetta dai centri finanziari euro-globalisti. Poi, la crisi del coronavirus ha desertificato non solo la società francese, ma tutto l’Occidente, neutralizzando a lungo la possibilità stessa del conflitto. Oggi, di fronte all’emergere di nuove proteste, Macron ha confermato l’impianto di fondo del green pass, anche se ha dovuto concedere qualche lieve alleggerimento. Del resto, anche il Consiglio di Stato si era pronunciato sfavorevolmente su alcune misure, giudicate “sproporzionate”, in particolare in merito all’entità delle multe e al profilo anche penale delle sanzioni previste. Non c’è da illudersi, ma l’esempio francese (tanto quello delle lotte iniziate alla fine del 2018 con i Gilets jaunes, quanto il ridestarsi della società oggi) mostra che forse la partita generale, pur difficilissima, è ancora aperta: protestando, criticando, non piegando la testa, si può provare a frenare la deriva in atto, e comunque testimoniare il rifiuto di esserne complici.


Leggi tutto

Gabriele Fadini: Lo stratega contro

machina

Lo stratega contro

L’attualità antagonista di Guy Debord

di Gabriele Fadini

0e99dc
              d157657ff58a4e848838da8434a70463mv2A chi lo definiva un filosofo, Guy Debord rispondeva di essere uno stratega. Per comprendere appieno ciò che egli intendeva Gabriele Fadini comincia dal momento in cui nell’opera di Debord la strategia non è solo riscontrabile tra le righe come una modalità di azione, ma in cui diviene il tema stesso di un’opera: Il gioco della guerra, ovvero il resoconto di una partita a un gioco di strategia, ideato dallo stesso fondatore dell’Internazionale Situazionista. A partire da qui, Fadini può approfondire alcuni aspetti del pensiero teorico-politico di Debord, confrontandosi anche con le interpretazioni di Agamben, Freccero e Bifo. 

* * * *

Come mostrano ancora queste ultime riflessioni sulla violenza, non ci saranno per me né ritorno, né riconciliazione. La saggezza non verrà mai [i]

Iniziare un testo dedicato a Guy Debord citando le ultime parole della sceneggiatura del suo ultimo film In girum imus nocte et consumimur igni non significa solo installarci in quel «gioco» secondo cui la massima fedeltà ad un autore consiste nella massima infedeltà, quanto più riflettere sulle regole del particolare gioco che è quello debordiano e ancor di più sull’utilità di questo gioco per un pensiero che si voglia antagonista. Il nostro intento, infatti, è quello di dimostrare come il gioco fornisca un accesso peculiare, originale ma soprattutto fortemente attuale, alla riflessione dello stratega francese. 


Leggi tutto

Carlo Formenti: Liquidare il dogma

cumpanis

Liquidare il dogma

Intervista a Carlo Formenti

“Liquidare il dogma secondo cui il socialismo è possibile solo laddove le forze produttive hanno raggiunto un elevato grado di sviluppo”

a apoCarlo Formenti, politico, giornalista e scrittore ben conosciuto nell’ambiente marxista, nasce a Zurigo nel 1947 e si trasferisce a Milano pochi mesi dopo; la sua vita politica inizia nei primi anni Sessanta, quando il padre lo inserisce nella formazione bordighista in cui militava.

A partire dal 1967, frequenta i gruppi maoisti, finché contribuisce a fondare il Gruppo Gramsci; dal 1970 al 1974 si dedica all’attività sindacale, che interrompe per completare gli studi, laureandosi nel 1976, con una tesi sull’impatto delle tecnologie informatiche sull’organizzazione del lavoro, pubblicata da Feltrinelli con il titolo Fine del valore d’uso.

Dalla fine degli anni Settanta abbandona la politica attiva, limitandosi alla lotta ideologica e teorica; negli anni ‘80 è caporedattore del mensile “Alfabeta”, e ai primi del Duemila diviene ricercatore all’Università di Lecce, dove riprende le ricerche sulle conseguenze economiche, politiche, sociali e culturali della rivoluzione tecnologica.

Torna alla vita politica attiva negli ultimi cinque anni, militando in alcune formazioni della sinistra sovranista, per avvicinarsi infine al Partito Comunista guidato da Marco Rizzo. Fra i suoi libri più recenti: Utopie Letali (Jaka Book 2013), La variante populista (DeriveApprodi 2016), Il socialismo è morto viva il socialismo (Meltemi 2019).

* * * *

Innanzitutto grazie per aver accettato di condividere con noi alcune tue riflessioni su tematiche di grande respiro internazionale e italiano. Come prima questione, ci piacerebbe chiederti quali riflessioni possono essere fatte sul cosiddetto “socialismo con caratteristiche cinesi”, e in particolare cosa questo ci può insegnare riguardo alla transizione tra il modello capitalista e quello socialista.


Leggi tutto

Giulio De Petra: Il lavoro al tempo delle piattaforme

centroriformastato

Il lavoro al tempo delle piattaforme

di Giulio De Petra

Intervento per la sessione “L’egemonia delle piattaforme" del convegno “Rileggere il Capitale”, organizzato da ARS e CRS

home office 4996834 1920 1 1536x854Un conflitto necessario

La traiettoria del capitalismo, delle sue crisi e dei suoi sviluppi, si intreccia inestricabilmente con quella del lavoro, della sua forma e delle sue lotte.

È la riorganizzazione continua del modo di produzione capitalista che determina la forma del lavoro, i modi e l’intensità dello sfruttamento, le caratteristiche della sua alienazione.

E, nello stesso tempo, sono i conflitti prodotti dall’organizzazione politica del lavoro a determinare i tempi e i modi dei passaggi della riorganizzazione del capitalismo.

Ed è un conflitto necessario, senza il quale il meccanismo di sviluppo del capitalismo rischia di avvitarsi su se stesso, di procedere per inerzia, proseguendo sulla propria traiettoria senza adeguata consapevolezza delle conseguenze sociali, economiche, ambientali che determina.

Questa reciproca implicazione di lavoro e capitalismo vede nell’utilizzo delle tecnologie storicamente disponibili la risorsa determinante, quella che consente determinate forme di produzione e quella che influenza l’organizzazione politica del lavoro.

La comprensione di come le tecnologie digitali, la forma attuale delle tecnologie di produzione e di organizzazione sociale, modificano e determinano la forma del lavoro è quindi centrale per comprendere la forma attuale del capitalismo.

Ma è centrale anche da un altro punto di vista, che è una delle motivazioni (la principale?) di queste due giornate di analisi e confronto.


Leggi tutto

Gerardo Lisco: Appunti sulla cultura del lavoro tra liberalcapitalismo e postmodernismo

linterferenza

Appunti sulla cultura del lavoro tra liberalcapitalismo e postmodernismo

di Gerardo Lisco

industria
            Imagoeconomica 1525975 kFKB 1020x533IlSole24Ore WebLa proposta di Letta di istituire un’imposta patrimoniale per costituire un fondo a favore dei giovani, che dovrebbe servire per l’Università o per avviare un’attività imprenditoriale, è da inserire nel cambio di paradigma che vuole il lavoro non più un diritto ma un dovere, secondo la logica del Ministro Fornero. La proposta è stata respinta dal Presidente del Consiglio Draghi, la destra Conservatrice si è opposta alla proposta avanzata da Letta sostenendo la decisione del Presidente del consiglio. La destra conservatrice si è schierata a difesa dell’idea che solo riducendo il prelievo fiscale sui patrimoni e sui redditi alti è possibile liberare risorse utili al rilancio dell’economia, in sostanza la teorie del trickle-down rappresentata dalla curva di Laffer; la destra Liberale, il PD e il ceto di opinionisti e intellettuali che gravitano nella sua orbita si sono immediatamente affannati a sostenere la proposta di Letta come di sinistra e a sottolineare come essa fosse stata sostenuta da Liberali come Einaudi e Keynes.

La proposta avanzata da Letta non molto tempo fa è l’altra faccia della medaglia rispetto all’idea avanzata da Renzi di un referendum per abrogare il reddito di cittadinanza. Entrambi gli istituti vanno inquadrati nel contesto economico e sociale nel quale devono operare. Come spiegano Van Parijs e Vanderborght [1] l’idea di introdurre strumenti quali reddito di base, nel caso specifico il reddito di cittadinanza, o una dotazione di base secondo la proposta avanzata da Letta sono rintracciabili a partire dalla fine del XVIII secolo interessando sia la destra che la sinistra ( solo per memoria le categorie politiche di destra e sinistra nascono proprio sul finire del 700 durante la Rivoluzione francese). I due autori, per inciso, appartengono alla schiera di coloro che da Sinistra sostengono la necessità di introdurre istituti quali il reddito di cittadinanza.


Leggi tutto

Antonio Cecere: Introduzione a NoCity. Paura e democrazia nell’età globale

sinistra 

Introduzione a NoCity. Paura e democrazia nell’età globale

di Antonio Cecere

9788869447396Questo libro è fortemente sconsigliato a coloro che sono abituati a leggere la sera prima di addormentarsi: benché la scrittura di Martone sia coinvolgente e mai noiosa, il tema è decisamente inadatto a chi ama le favole consolatorie. Due domande precise campeggiano nel libro ed è preferibile farle emergere sin dalle prime righe della nostra introduzione. Martone ci chiede, fondamentalmente, in quali condizioni storiche la pandemia ha trovato il mondo e, soprattutto, che cosa abbia imparato il Tiranno dalla situazione pandemica globale.

Antonio Martone è un filosofo che si inserisce nel grande dibattito contemporaneo circa il rapporto problematico fra esistenza e senso, fra individuo e comunità. Egli riprende criticamente classici fondamentali, come Hobbes, Rousseau, Tocqueville, Stirner, Nietzsche che inserisce con originalità in campi teorici già dissodati da autori novecenteschi come Heidegger, Camus, MerleauPonty. Grazie a questa ampiezza di studi, e alla ricchezza di un pensiero sempre attento all’evoluzione del proprio tempo, Martone riesce a proporci un quadro critico del dibattito attuale intorno a un focus preciso, ovvero il rapporto di dominio dell’uomo sull’uomo, declinato secondo le nuove direttrici oggi dominanti: la tecnica, l’economia e/o il linguaggio ingabbiato dai social media.

Per meglio introdurre il lettore a questo importante lavoro, propongo di seguirmi in due diversi momenti di osservazione: un’escursione (breve) e un’incursione (profonda) dal e nel testo.


Leggi tutto

Lanfranco Caminiti: Appunti sulla crisi della forma-rivista

machina

Appunti sulla crisi della forma-rivista

di Lanfranco Caminiti

0e99dc
              e0fd5a5471bb40689f7a212067b05ca6mv20. Di cosa parliamo 

0.1. alla voce «rivista» il dizionario De Mauro on line dice: a) pubblicazione periodica che intende offrire una rassegna delle conoscenze in un determinato campo e si distingue per il carattere specialistico degli interventi; b) periodico ad alta tiratura, riccamente illustrato e destinato a un pubblico non specializzato al quale offre aggiornamenti d’attualità e di costume, rubriche fisse, corrispondenza con i lettori, ecc. Qui – senza obbligatoriamente assumere una visione sfigata o elitaria delle cose – ci riferiamo con più attinenza alla prima definizione a), dove «specialistico» può essere interpretato come «punto di vista» e «approfondimento» (la seconda, è ormai invalsa l’abitudine di definirla magazine). Aggiungendovi due elementi costitutivi: un gruppo di lavoro (una redazione, per lo più volontaria) che si riunisce intorno a un «progetto di idee» (anche nel caso di una rivista «accademica» e/o universitaria) e il carattere «non convenzionale», controtempo. D’altro canto, questa precisazione comporta il riferimento a un «lettore di progetto», che è un altro elemento costitutivo. Senza necessariamente affondare nei riferimenti storici alle gazzette del Settecento, quello di cui si parla è il «processo virtuoso» – a esempio nel Novecento – tra il lavoro intellettuale di avanguardie (artistiche, letterarie, politiche) e l’interpretazione (anticipazione, formazione) di sommovimenti sociali a venire (nel gusto, nella comunicazione, nella produzione, nel fare storia). La rivista (quella della definizione a)) è stata una forma propria della relazione fra il lavoro intellettuale (in cooperazione) e lo spazio pubblico. È ancora così? 


Leggi tutto

Ugo Bardi: Chi è l'imperatore del mondo? La nuova era del dominio epistemico

effettoseneca

Chi è l'imperatore del mondo? La nuova era del dominio epistemico

di Ugo Bardi

KamehamehaIl re Kamehameha 1 ° delle Hawai'i ( 1736 - 1 819) praticava l'arte di dello scambio di doni durante il suo regno, come è tipico dei re e governanti. Si ricorda che disse: " E 'oni wale no 'oukou i ku'u pono 'a'ole e pau". "Infinito è il bene che vi ho dato per goderne." Ai nostri tempi Google sembra aver adottato lo stesso atteggiamento: ci fa regali sotto forma di dati gratuiti. In vista del concetto di "colpo di stato epistemico" proposto da Shoshana Zuboff, Google sta rapidamente diventando l'imperatore epistemico del mondo.

In epoca romana, era una buona cosa essere l'imperatore: avevi oro, palazzi, donne, schiavi e molti privilegi, incluso il potere di mettere a morte chiunque a tuo piacimento. Gli imperatori erano visti come creature semidivine, elevati al trono dagli Dei stessi ma, in pratica, diventavano presto vecchi e spelacchiati (se sopravvivevano fino alla vecchiaia, non facile data la concorrenza). Allora, perché i Romani obbedivano agli imperatori?

Non è una domanda difficile a cui rispondere. Gli imperatori romani praticavano un gioco praticato da tutti i governanti. Si chiama "scambio di doni" ("gift-giving"). Fa parte del concetto di condivisione : qualcosa di profondamente radicato nella natura degli esseri umani, in definitiva è una manifestazione di empatia tra gli umani .

La condivisione crea naturalmente legami sociali che generano i modelli gerarchici che consentono alla società di strutturarsi. In una società armoniosa, i leader governano senza bisogno della forza. Governano in base al loro prestigio, a sua volta ottenuto da un uso giudizioso dei doni.


Leggi tutto

Massimo Cacciari, Giorgio Agamben: A proposito del decreto sul "green pass"

istitutoitalstudifil

A proposito del decreto sul "green pass"

di Massimo Cacciari, Giorgio Agamben

Il "Diario della crisi" riprende le sue pubblicazioni con un testo di Giorgio Agamben e di Massimo Cacciari su un tema delicato e controverso, nel rinnovato auspicio di favorire il dibattito e la riflessione critica

La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta affrontando, con il cosidetto green pass, con inconsapevole leggerezza. Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica. Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale.

Guai se il vaccino si trasforma in una sorta di simbolo politico-religioso. Ciò non solo rappresenterebbe una deriva anti-democratica intollerabile, ma contrasterebbe con la stessa evidenza scientifica.


2021-06-22 Hits 3257

2021-05-30 Hits 2247

2021-05-13 Hits 2224

2021-05-25 Hits 2189

2021-05-04 Hits 1922

2021-07-24 Hits 1920

2021-05-29 Hits 1789

2021-07-24 Hits 1665

2021-05-20 Hits 1656

2021-06-03 Hits 1584

tonino

unread,
Aug 3, 2021, 11:38:01 AM8/3/21
to sante gorini

Geminello Preterossi: Sovrano è chi discrimina i non vaccinati

lafionda

Sovrano è chi discrimina i non vaccinati

di Geminello Preterossi

Edward Hopper Night Shadows Oct 1922 Shadowland 1Il governo Draghi ha varato un drastico irrigidimento del green pass, sulla scia delle scelte di Macron, che le ha difese in tv con toni aggressivi, i quali hanno suscitato vaste e intense proteste in Francia (di cui per diversi giorni a stento si riusciva a trovare notizia nei media italiani). Un giro di vite che non a caso si è accompagnato alla minaccia, da parte di Macron, di rimettere in campo in autunno le contestatissime riforme neoliberiste delle pensioni, del lavoro e dei sussidi sociali. Queste avevano suscitato una forte, vasta mobilitazione di massa alla fine del 2019, con scioperi continui e manifestazioni sindacali molto partecipate, che avevano portato al ritiro del pacchetto di riforme euriste (che noi avevamo già conosciuto con Monti), la cui attuazione è sempre stato il vero mandato del Presidente francese creato in provetta dai centri finanziari euro-globalisti. Poi, la crisi del coronavirus ha desertificato non solo la società francese, ma tutto l’Occidente, neutralizzando a lungo la possibilità stessa del conflitto. Oggi, di fronte all’emergere di nuove proteste, Macron ha confermato l’impianto di fondo del green pass, anche se ha dovuto concedere qualche lieve alleggerimento. Del resto, anche il Consiglio di Stato si era pronunciato sfavorevolmente su alcune misure, giudicate “sproporzionate”, in particolare in merito all’entità delle multe e al profilo anche penale delle sanzioni previste. Non c’è da illudersi, ma l’esempio francese (tanto quello delle lotte iniziate alla fine del 2018 con i Gilets jaunes, quanto il ridestarsi della società oggi) mostra che forse la partita generale, pur difficilissima, è ancora aperta: protestando, criticando, non piegando la testa, si può provare a frenare la deriva in atto, e comunque testimoniare il rifiuto di esserne complici.


Leggi tutto

Gabriele Fadini: Lo stratega contro

machina

Lo stratega contro

L’attualità antagonista di Guy Debord

di Gabriele Fadini

0e99dc
              d157657ff58a4e848838da8434a70463mv2A chi lo definiva un filosofo, Guy Debord rispondeva di essere uno stratega. Per comprendere appieno ciò che egli intendeva Gabriele Fadini comincia dal momento in cui nell’opera di Debord la strategia non è solo riscontrabile tra le righe come una modalità di azione, ma in cui diviene il tema stesso di un’opera: Il gioco della guerra, ovvero il resoconto di una partita a un gioco di strategia, ideato dallo stesso fondatore dell’Internazionale Situazionista. A partire da qui, Fadini può approfondire alcuni aspetti del pensiero teorico-politico di Debord, confrontandosi anche con le interpretazioni di Agamben, Freccero e Bifo. 

* * * *

Come mostrano ancora queste ultime riflessioni sulla violenza, non ci saranno per me né ritorno, né riconciliazione. La saggezza non verrà mai [i]

Iniziare un testo dedicato a Guy Debord citando le ultime parole della sceneggiatura del suo ultimo film In girum imus nocte et consumimur igni non significa solo installarci in quel «gioco» secondo cui la massima fedeltà ad un autore consiste nella massima infedeltà, quanto più riflettere sulle regole del particolare gioco che è quello debordiano e ancor di più sull’utilità di questo gioco per un pensiero che si voglia antagonista. Il nostro intento, infatti, è quello di dimostrare come il gioco fornisca un accesso peculiare, originale ma soprattutto fortemente attuale, alla riflessione dello stratega francese. 


Leggi tutto

Carlo Freccero: "Questa adesione acritica dei cittadini è più inquietante dell'autoritarismo"

lantidiplomatico

"Questa adesione acritica dei cittadini è più inquietante dell'autoritarismo"

di Carlo Freccero*

È necessario arrivare ad un punto di rottura perché la rottura si realizzi. Dall'inizio della pandemia i popoli di tutto il mondo sono scesi in piazza innumerevoli volte. Gli italiani sembravano sedati da una sorta di ipnosi. Con il green pass il miracolo si è compiuto: le piazze italiane si sono riempite. Ed è interessante notare che in piazza a contestare c'erano non solo i no-vax, ma anche i vaccinati, che, per motivi di principio, protestano per tutelare le libertà costituzionali.

Lo stesso concetto è ribadito da Cacciari nell'articolo di ieri: io mi sono vaccinato, ma la democrazia è libertà di scelta e questa libertà di scelta va difesa. Nel contesto del generale risveglio si pone il pezzo firmato congiuntamente da Cacciari e di Agamben che, bisogna dargliene atto, è stato l'unico ad intervenire dai primi giorni della pandemia con i suoi interventi quotidiani su Quodlibet. Purtroppo la sua voce è stata isolata ed ascoltata solo da minoranze. Per attirare l'attenzione di un numero sufficiente di persone, bisognava esagerare. Ed si è esagerato.


Leggi tutto

Rostrum: Campi di Bisenzio. Più di una lezione da chi non pretende di impartirne

circolointernazionalista

Campi di Bisenzio. Più di una lezione da chi non pretende di impartirne

di Rostrum

Dopo poco più di 3 ore di auto siamo arrivati davanti ai cancelli della GKN di Campi Bisenzio. In leggero anticipo rispetto all’ora fissata per il concentramento della manifestazione, indetta dal collettivo degli operai dello stabilimento, che da settimane ne presidiano in permanenza e con grande determinazione gli accessi.

Qualche settimana fa la proprietà ha deciso di chiudere i battenti, di licenziare 422 operai, comunicandolo con una email? Bene. Anzi, male, hanno pensato i lavoratori. E il loro pensiero è stato fin dall’inizio azione. Da oggi si ferma tutto e non esce un singolo pezzo dalla fabbrica.

Il collettivo autorganizzato si è messo prontamente al lavoro con grande energia ed efficienza, cercando immediatamente di stabilire collegamenti con altre realtà di lavoratori in lotta ed esercitando, con denunce e iniziative di informazione, una grande influenza su diverse realtà del territorio, persino su altri strati sociali. Sono arrivati attestati di solidarietà da operai di fabbriche e magazzini, da impiegati comunali, da infermieri e da autisti del servizio pubblico, persino dalla direzione del centro commerciale che giganteggia proprio di fronte allo stabilimento GKN. Più di 400 operai in meno a fare la spesa a fine turno, pesano.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Più strategia meno Strawmen

lantidiplomatico

Più strategia meno Strawmen

di Andrea Zhok

Cercar di ragionare in un contesto che si percepisce oramai come sempre in guerra contro qualcuno (sarà per la nostalgia di guerre vere?) è come parlare al vento, e tuttavia non ci sono molte alternative all'ottimismo della volontà.

La situazione attuale è quella in cui, invece di discutere nei dettagli della strategia di sviluppo del paese (di cui il confronto con la pandemia è parte), si è preferito creare bersagli fantoccio (il mitico No Vax neofascista, che di fatto copre circa il 5% della popolazione), su cui far sfogare un'opinione pubblica sempre più frustrata (e destinata ad esserlo sempre di più).

Ciò che ci si dovrebbe sforzare di fare, invece, è dimenticare i No Vax, che sono un falso problema, e riflettere seriamente sulle strategie che stiamo adottando.

Proviamo perciò a ripercorrere un breve ragionamento.

1) Tutte le forze e le attenzioni del paese (Italia) sembrano concentrate nella lotta al Covid (tanto che non c'è neanche il tempo di commentare le condizionalità del PNRR, il cui impatto sulle condizioni di vita future sarà enorme, con vincenti e perdenti).


Leggi tutto

Paolo Mottana: Università e invasione neoliberista

comuneinfo

Università e invasione neoliberista

di Paolo Mottana

Tanti hanno digerito come se niente fosse la trasformazione dell’università in azienda e degli studenti in clienti. Del resto sempre più spesso ciascuno di noi si considera “capitale umano”. “Ogni volta che produciamo qualcosa per il mercato economico – scrive Paolo Mottana – e non per un intrinseco e appassionato interesse di ricerca o di relazione o seguendo un nostro desiderio, posto che non sia stato già plagiato dalla logica aziendale, stiamo rafforzando il sistema che ci distrugge, che distrugge la vita, le relazioni…”

Dobbiamo stare molto attenti a quello che ci sta succedendo, inconsapevolmente e perciò in modo tanto più incisivo. Lo vedo nei colleghi universitari che in questi anni hanno digerito come se niente fosse la trasformazione dell’università in azienda, il mutamento progressivo del loro linguaggio, l’accettazione supina di un sistema di ricerca totalmente nelle mani di un mercato finanziario e di fondazioni il cui scopo è tutt’altro che pacifico e che corrisponde perlopiù a logiche commerciali.


Leggi tutto

Agata Iacono: Il vaccino Covid o la scuola. Figliuolo passa il Rubicone

lantidiplomatico

Il vaccino Covid o la scuola. Figliuolo passa il Rubicone

di Agata Iacono

Il generale Figliuolo ha sentenziato: “Portate i figli a vaccinarsi per tornare in classe”.

Il commissario per l'emergenza Coronavirus, il generalissimo Francesco Paolo Figliuolo, si rivolge ai genitori e chiede di portare a vaccinare i propri figli in vista del rientro a scuola:

"Per il benessere del bambino è importante la scuola in presenza. Per far ciò bisogna portare a vaccinare gli insegnanti, il personale docente e non, ma anche i genitori devono portare i propri figli dai 12 anni in su a vaccinarsi".

Estendere il #greenpass, (praticamente l'obbligo vaccinale), ai bambini è una tra le scelte più scellerate che si possa fare.

Ecco perché:

1. I bambini corrono rischi bassissimi di ammalarsi a causa del covid.

Uno degli studi più ampi condotti da università inglesi ha dimostrato che un bambino ogni 50.000 rischia di finire in terapia intensiva e che solo 2 bambini ogni milione rischiano di morire di Covid. (Fonte: BBC).


Leggi tutto

Marco Ercolani: Marco Bellocchio e il fratello assente

doppiozero

Marco Bellocchio e il fratello assente

di Marco Ercolani

Marx può aspettare, l’ultimo film di Marco Bellocchio, è un documentario presentato come evento speciale a Cannes 2021, dove il regista ha ricevuto anche la Palma d’Oro alla carriera. Il docufilm inizia nel 2016 come diario privato, in occasione di una riunione pre-natalizia con fratelli, sorelle e nipoti, e si trasformerà nella messa in scena di una riflessione collettiva sul grande rimosso di tutta la famiglia Bellocchio: il suicidio di Camillo, gemello di Marco, unico tra gli otto fratelli (sei maschi e due femmine) a scegliere quel gesto assoluto. Una grave patologia colpisce altri due membri della famiglia: Paolo, affetto da schizofrenia, e Maria Letizia, sofferente di sordomutismo. La voce fuoricampo di Marco inizia il film con queste parole: «Il 16 dicembre 2016 Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto ed io, Marco, le sorelle e i fratelli Bellocchio superstiti ci riunimmo, con mogli, figli e nipoti al Circolo dell’Unione a Piacenza per festeggiare vari compleanni. Io avevo organizzato il pranzo con l’idea di fare un film sulla mia famiglia, ma non avevo le idee chiare. Non sapevo cosa volevo esattamente fare. In realtà lo scopo era un altro. Fare un film su Camillo, l’angelo, il protagonista di questa storia».


Leggi tutto

tonino

unread,
Aug 4, 2021, 3:56:23 AM8/4/21
to sante gorini

coniarerivolta: La ricerca secondo il PNRR: poca, precaria e funzionale alle imprese

coniarerivolta

La ricerca secondo il PNRR: poca, precaria e funzionale alle imprese

di coniarerivolta

dovesonoUno dei temi su cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) pone maggiormente l’enfasi è quello della ricerca, considerata un volano “per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza” (p. 171). Belle parole, che tuttavia, ad un’accorta disamina del PNRR, nonché ad una critica considerazione del perimetro entro cui gli interventi si svilupperanno, nascondono delle pericolose insidie. Tanto per cominciare, il passaggio appena riportato prosegue con un attacco frontale allo status quo dell’apparato formativo italiano, specificando che le azioni del PNRR dovranno partire “dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca”. Tra questi problemi, vengono elencate questioni di sacrosanta rilevanza per il nostro Paese, tra cui gli alti tassi di abbandono e gli importanti divari territoriali in termini di istruzione, ma anche rischiosi concetti come il presunto mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro e una ‘limitata integrazione’ dei risultati della ricerca nel sistema produttivo.

Proviamo ad eviscerare i contenuti del PNRR nel campo della ricerca e dell’istruzione, partendo da una doverosa premessa sull’entità e sul funzionamento del Piano stesso.

 

Il PNRR dentro la cornice dell’Unione Europea: pochi soldi e tanta condizionalità

Mentre la stampa continua a raccontarci che un fiume di denaro, per fortuna gestito dai competenti del governo Draghi, sta invadendo il nostro Paese e ci permetterà di uscire da questa catastrofe con poche ferite, ad un’attenta lettura le cifre si rivelano purtroppo del tutto inadeguate alla portata della crisi.


Leggi tutto

Michele Castaldo: Fatti e misfatti di un movimento storico in decomposizione

lacausadellecose

Fatti e misfatti di un movimento storico in decomposizione

di Michele Castaldo

external content.mis532Vaccini, No Green Pass e un episodio a “latere”

Maurizio Molinari, importante giornalista italiano, lancia l’allarme dalle pagine di Repubblica: « La scienza aggredita dai populisti ». Da un populismo che già nel 2018 allarmava il nostro editorialista: « Perché è successo qui, viaggio all’origine del populismo italiano che scuote l’Europa ». Non eravamo ancora in pieno stress da Covid-19, ma alcuni sintomi apparivano piuttosto preoccupanti, da fargli scrivere: « Aggrediti dalle disuguaglianze, sorpresi dai migranti, flagellati da imposte e corruzione, bisognosi di protezione e sicurezza, feriti dalla globalizzazione, inascoltati dai partiti tradizionali e rafforzati nella capacità di esprimersi dall’avvento dell’informazione digitale, gli italiani con le elezioni del 4 marzo 2018 hanno reagito consegnando le proprie sorti al primo governo populista dell’Europa occidentale, con il risultato di innescare un dominio di eventi sul Vecchio Continente dalle conseguenze imprevedibili », e va aggiunto che non era ancora accaduto l’episodio al Capitol Hill, ovvero di masse di ceto medio che inferocite per la sconfitta del loro candidato Trump davano l’assalto al palazzo simbolo del potere democratico degli Usa.

Ora, a fronte di una « pandemia mondiale », i governi di tutto il mondo e i grandi centri del potere economico, incuranti delle cause che hanno prodotto il Covid-19, hanno indicato immediatamente nel vaccino la soluzione del problema.


Leggi tutto

Sebastiano Isaia: Per chi suona la campana del lebbroso

sebastianoisaia

Per chi suona la campana del lebbroso

di Sebastiano Isaia

Li purgheremo con il green pass!

Che il Green Pass sia uno strumento di pressione/ricatto attraverso la discriminazione è, a mio avviso, fuor di dubbio. Per questa via si introduce surrettiziamente, “all’italiana”, l’obbligo vaccinale generalizzato che determina la vita o la morte sociale degli individui, chiamati nel «grave momento emergenziale» che ci tocca vivere a dare una suprema prova di «responsabilità». Ma a chi (o a cosa) dobbiamo innanzitutto attribuire la responsabilità di quanto è accaduto e accade?

Soprattutto i sinistrorsi trattano i refrattari del vaccino e del Green Pass che in questi giorni manifestano nelle piazze di mezza Europa alla stregua di ultraindividualisti e menefreghisti che non riconoscono la società, come gentaglia che non concepisce altri “valori” che non siano quelli direttamente collegati al benessere personale dei singoli, alle loro immediate esigenze di consumatori egoisti che non mettono in alcun conto le responsabilità etiche e civili che derivano dal vivere, appunto, in una società.


Leggi tutto

Penny: Nessuno è riuscito a fermarle

comuneinfo

Nessuno è riuscito a fermarle

di Penny

Dovremmo dedicare ancora molte molte attenzioni al video con il discorso delle tre neolaureate durante la consegna diplomi alla Normale di Pisa. Dovremmo davvero metterci in ascolto di Virginia Magnaghi, Valeria Spacciante e Virginia Grossi. Loro si sono esposte, hanno parlato in modo molto limpido della scuola sempre più al servizio del mercato, delle disparità di genere e di quelle territoriali. E lo hanno fatto senza emulare il modo di fare politica degli uomini. Nonostante quella voce tremante, nessuno è riuscito a fermarle. “La retorica dell’eccellenza su cui il sistema scolastico e sociale poggiano – hanno ricordato -, non è compatibile con l’incompletezza e la fallibilità di ognuno di noi”. Eccola la scuola di cui avremmo bisogno

Le ho ascoltate due volte, al minuto 34. La prima volta da sola, l’altra con mia figlia. Queste tre ragazze Virginia Magnaghi, Valeria Spacciante, Virginia Grossi, potevano prendersi il loro diploma e chiuderla lì, invece, si sono esposte e non credo l’abbiano fatto a cuor leggero, tanto è vero che la voce, a tratti, tremava (qui il video che ha fatto il giro del web con il discorso delle tre neolaureate durante la consegna diplomi alla Normale di Pisa, ndr).


Leggi tutto

Giorgio Fazio: In viaggio verso Francoforte

carmilla

In viaggio verso Francoforte

Luca Cangianti intervista Giorgio Fazio

Se stringo gli occhi e guardo lo skyline di Francoforte le torri aliene del capitalismo finanziario svaniscono e il Meno si trasforma in uno specchio d’acqua dorato sul quale riposano vascelli venuti da regioni remote. Immagini simili ricorrono in una poesia di Charles Baudelaire (“Invito al viaggio”). Marcuse ne riprese due versi per descrivere, in Eros e Civiltà, un assetto sociale utopico, ma insito nei potenziali di ragione emergenti: “Tutto, laggiù, è ordine e bellezza, / lusso, calma e voluttà.”

Tali visioni sono il frutto della lettura dell’ultima opera di Giorgio Fazio (Ritorno a Francoforte. Le avventure della nuova teoria critica, Castelvecchi, 2021, € 34,00, pp. 413), un’attenta e aggiornata storia della Scuola di Francoforte, la cui chiarezza non sminuisce la complessità delle tematiche affrontate. La ricostruzione si basa su due piani: l’individuazione di alcuni elementi connotanti il profilo teorico di questi pensatori e una loro segmentazione generazionale. Del primo piano fanno parte: la critica immanente come dialettica tra immanenza e trascendenza, il rapporto, anch’esso dialettico, tra teoria critica e prassi politica, il riferimento a un approccio olistico (più o meno temperato) e a contenuti progressivi iscritti nella tradizione filosofica, il rifiuto della filosofia della storia.


Leggi tutto

Ferdinando Pastore: Egoismo di massa ed egoismo di stato

linterferenza

Egoismo di massa ed egoismo di stato

di Ferdinando Pastore

Quel popolo di cui i liberali negano l’esistenza politica, visto come corpo indistinto di singole macchine da prestazione, ha il dovere di dividersi in fazioni. La dittatura delle opinioni, che rappresentano l’opposto della coscienza politica e di classe o meglio che certificano la loro scomparsa, pretende divisioni manichee. Si sponsorizzano tematiche o singole particolarità di esse, sulle quali gli individui devono incastrarsi in ragionamenti da ultrà.

Lo Stato pedagogico, mentre educa tutti noi alla dinamica della concorrenza, innalza all’attenzione del momento alcuni temi, che siano civili, sociali o politici perché la ferocia della contrapposizione tra fazioni sia in primo luogo inter-classista e in secondo luogo talmente assolutista da impedire che la dialettica possa essere concentrata su angolazioni di largo respiro, che incidano sulle reali contraddizioni del sistema.

Fomentare due fazioni che si guardano allo specchio in cagnesco serve a de-legittimare la formazione del conflitto sociale e a escludere cambiamenti di rotta nella gestione delle forme di potere. La Pandemia ha accentuato ancor di più questa tendenza.


Leggi tutto

Alessandro Testa: Vaccino anticovid: obbligo o scelta etica?

cumpanis

Vaccino anticovid: obbligo o scelta etica?

di Alessandro Testa

Foto articolo Testa CovidPrima di addentrarci della disamina approfondita di questo delicatissimo argomento, riteniamo imprescindibile premettere che non è nostra intenzione negare l’esistenza di una grave pandemia, così come la necessità di utilizzare con urgenza e amplissima diffusione tutti i mezzi possibili per arginarla ed, infine, neppure il dovere, che come comunisti sentiamo fortemente, di anteporre le imprescindibili necessità sociali della popolazione all’idolatria dell’incondizionata ed assoluta libertà personale, cosi cara al pensiero liberal-borghese..

Ciò premesso, ci pare comunque indispensabile far sentire chiaramente la voce della ragione, della logica e della verità in un momento in cui i media di regime, spalleggiati da un nutrito gruppo di “virologi di stato”, continuano a diffondere informazioni inesatte, quando non patentemente false, tutte volte a sostenere la tesi che solo una vaccinazione di massa obbligatoria possa essere la soluzione al problema e che non sussistano problematiche scientifiche o giuridiche che ne mettano in forse l’applicabilità.

In realtà, solo la chiarezza più assoluta e cristallina riguardo ai dati scientifici e giuridici, unita però alla piena consapevolezza che la contemperazione tra libertà personale e salute collettiva è un problema etico e politico prima che giuridico e scientifico, potrà aiutarci a trovare il bandolo della matassa, consci del fatto che una situazione talmente complessa e potenzialmente tragica esige la massima cautela e prudenza e non la proclamazione di “verità indubitabili ed assolute”.


Leggi tutto

Andrea Catone: Sul documento-appello “Costruire l’opposizione al governo Draghi”

marx xxi

Sul documento-appello “Costruire l’opposizione al governo Draghi”

di Andrea Catone*

Alcuni compagni mi sollecitano alla lettura e a un commento sul documento-appello “Costruire l’opposizione al governo Draghi”, elaborato e diffuso qualche settimana fa. Rispondo volentieri, scusandomi del ritardo

GOVERNO DRAGHI ARTICOLO 1200x900Condivido ciò che mi sembra essere il “nocciolo duro” dell’appello: la proposta di (traduco in un linguaggio politico della tradizione comunista) dar vita a un fronte ampio di forze sociali, culturali, politiche, unito sulla base di un programma minimo di classe adeguato ai mutamenti della fase economico-politica attuale sul piano internazionale (presidenza Biden) e nazionale (governo Draghi). Esprimo quindi la disponibilità a lavorare alla costruzione di tale fronte, per trasformare la buona intenzione che esso esprime in concreta realtà vivente, renderlo operativo, dargli testa, corpo e gambe. Cosa che è, nella situazione attuale – come gli stessi estensori dell’appello non si nascondono – molto difficile.

Per affrontare la grande questione che l’appello pone occorre definire con la massima chiarezza possibile:

– la fase politico-economica attuale analizzata dal punto di vista delle “classi subalterne”;

– gli obiettivi di fondo che, rispetto all’analisi di questa fase determinata, il fronte unito deve porsi;

– i soggetti – sociali, politici, culturali – che possono essere uniti nel fronte sulla base del programma.

In merito al contesto internazionale e alle sue implicazioni a livello nazionale

Il documento scrive (le sottolineature sono mie, AC):


Leggi tutto

Giorgio Agamben: Non discutiamo le vaccinazioni ma l’uso politico del Green Pass

lastampatop

Non discutiamo le vaccinazioni ma l’uso politico del Green Pass

di Giorgio Agamben

«Se si reprimono le libertà individuali per decreto a essere in pericolo è la democrazia»

Quello che colpisce nelle discussioni sul green pass e sul vaccino è che, come avviene quando un paese scivola senza accorgersene nella paura e nell’intolleranza - e indubbiamente questo sta avvenendo oggi in Italia - è che le ragioni percepite come contrarie non solo non sono in alcun modo prese seriamente in esame, ma vengono rifiutate sbrigativamente, quando non diventano puramente e semplicemente oggetto di sarcasmi e di insulti. Si direbbe che il vaccino sia diventato un simbolo religioso, che, come ogni credo, funge da spartiacque fra gli amici e i nemici, i salvati e i dannati. Come può pretendersi scientifica e non religiosa una tesi che rinuncia allo scrutinio delle tesi divergenti?

Per questo è importante innanzitutto chiarire che il problema per me non è il vaccino, così come nei miei precedenti interventi in questione non era la pandemia, ma l’uso politico che ne viene fatto, cioè il modo in cui fin dall’inizio essi sono stati governati.


Leggi tutto

Domenico Moro: Primi fondi del PNRR, a chi vanno?

lordinenuovo

Primi fondi del PNRR, a chi vanno?

di Domenico Moro

La crisi in corso è la più profonda dalla fine della Seconda guerra mondiale. Per affrontarla, la Ue ha messo in campo NextGenerationEu, il più grande piano di intervento della sua storia incentrato sul dispositivo di ripresa e resilienza, che mette a disposizione dei Paesi Ue 673 miliardi, di cui 313 in sovvenzioni e 360 in prestiti. Una parte dei fondi saranno recuperati dalla Commissione europea emettendo propri titoli di debito con come garanzia il proprio bilancio. La politica espansiva della Ue rappresenta, almeno per il momento, un cambio di marcia rispetto alla strategia, basata sull’austerity, con cui erano state affrontate la crisi dei mutui subprime nel 2008-2009 e quella del debito pubblico nel 2011-2012. L’Italia, come gli altri paesi europei, ha dovuto inviare alla Commissione europea un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), suddiviso in 6 missioni (digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture sostenibili, istruzione e ricerca, inclusione e coesione sociale, sanità), che mette nero su bianco gli interventi da finanziare e che è stato approvato dalla Commissione europea.


Leggi tutto

Riccardo Achilli: Tronti: la sconfitta ed il lascito intellettuale

criminalitalia

Tronti: la sconfitta ed il lascito intellettuale

di Riccardo Achilli

Tronti è stato, per certi versi, l’operaista di maggior caratura intellettuale, insieme a Panzieri ed alle sue intuizioni metodologiche sulla con-ricerca di classe. Lontano dai deliri di Cacciari, ruppe con l’orientamento confuso e inconsistente di Negri proprio sul piano del luogo in cui condurre la lotta politica: non in orizzontale e dal basso, nell’iper-Urano dell’operaio sociale negriano, cioè sul campo di una presunta autonomia sociale dalla politica, che andò a sbattere nel ’77, ma in verticale e verso l’alto, con l’idea dell’autonomia del politico.

L’idea cioè che la politica condotta nelle istituzioni dello Stato ha un ciclo di durata diversa da quello del capitale, e può, anzi, condizionare quest’ultimo, rallentandolo o accelerandolo con la sua opera di mediazione, necessaria per salvare il capitalismo da sé stesso.

Così la politica sceglierà un maggiore intervento dello Stato in economia, costruendo sistemi capitalistici misti, quando una crisi di domanda o un crinale di innovazione tecnologica radicale minacciano gli assetti produttivi; per altri versi, quando si aprono nuove opportunità di mercato, la politica accelererà la naturale tendenza privatizzatrice del capitale, con interventi liberisti.


Leggi tutto

Sara Gandini e Daniele Novara: Vaccini ai minori? Niente aut aut e più solidarietà

avvenire

Vaccini ai minori? Niente aut aut e più solidarietà

di Sara Gandini e Daniele Novara

La fascia di età dai 12 ai 17 anni non ha problemi con il Covid e può essere protetta solo nei casi di particolare fragilità. Preferibile dare quelle dosi ai Paesi poveri

Il vaccino funziona! Sono tante oramai le evidenze che mostrano come il vaccino riduca significativamente la malattia e la mortalità per Covid-19. Anche gli studi post-marketing hanno mostrato una grande efficacia nel ridurre il carico ospedaliero e nel ridurre, anche se in modo meno rilevante, i contagi. Proprio per questo va somministrato prioritariamente a chi e dove serve e non può essere usato come ricatto per la scuola in presenza. Piuttosto che concentrarsi sul "vaccinare tutti" è importante vaccinare chi è maggiormente a rischio per età o patologie concomitanti o è esposto a situazioni maggiormente a rischio (per esempio, il personale sanitario). Il vaccino è utilissimo come protezione individuale per le persone avanti con gli anni, ma il rapporto rischio-beneficio diminuisce sempre più nei giovani. Quando si dice "vacciniamo tutti" bisogna considerare che non tutti sono uguali, non tutti corriamo gli stessi rischi.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3316

2021-05-30 Hits 2283

2021-05-13 Hits 2267

2021-05-25 Hits 2230

2021-07-24 Hits 2121

2021-07-28 Hits 1859

2021-05-29 Hits 1815

2021-07-24 Hits 1705

2021-05-20 Hits 1686

2021-06-03 Hits 1612

tonino

unread,
Aug 6, 2021, 4:34:11 PM8/6/21
to sante gorini

Michele Garau: Le oscillazioni del mondo. Alcune note sull’ultimo libro di Jérôme Baschet

quieora

Le oscillazioni del mondo. Alcune note sull’ultimo libro di Jérôme Baschet

di Michele Garau

0 7L’ultimo libro di Jérôme Baschet è stimolante e puntuale. Una riflessione mossa dall’urgenza ma non volatile. Bisogna francamente ammettere che è difficile dire se nell’incedere dell’analisi le considerazioni realizzabili prevalgano sempre sulle ricette illusorie per «osterie a venire», se il salto dai basculements del colosso dell’«Economia» ai sentieri per uscirne sia sempre convincente.

In alcuni passaggi l’impressione di una scorciatoia e di un’eccessiva semplicità si impone con forza. Fatto sta che questa stessa doppiezza dello slancio «utopico» è di per sé significativa ed importante. Una doppiezza che riguarda il suo difficile situarsi tra un gesto necessario – scrollarsi di dosso la fossilizzazione soffocante di un presente perpetuo che si presenta senza via di fuga – ed il perenne rischio «ingegneristico» che ha così pesantemente tarato i socialismi classici. Non rinunciare a focalizzare il futuro senza cedere alla tentazione di programmarlo: tale è un po’ la scommessa.

Questo problema della temporalità, di aggiungere una critica del «presentismo» capitalistico a quella verso gli inganni del progresso, è un po’ la cifra del lavoro di Baschet in questi anni, ma è anche un condensato ineludibile di quel che si para davanti ad un’intelligenza rivoluzionaria del mondo. Un primo merito di Basculements. Mondes émergents, possibles désiderables, è quello di affrontare questioni di portata enorme con una concretezza sorprendente, e non è poco.


Leggi tutto

Eros Barone: L’emergenza sanitaria e gli emuli di don Ferrante

sinistra

L’emergenza sanitaria e gli emuli di don Ferrante

di Eros Barone

peste 1630 1024x610 1L’esperienza della guerra, come l’esperienza di qualsiasi crisi nella storia, come qualsiasi grande disastro o qualsiasi svolta nella vita d’una persona, mentre istupidisce e abbatte gli uni, educa e tempra gli altri […] A volte si è riflettuto poco sul fatto che gli stessi avvenimenti che istupidiscono e abbattono certe correnti politiche ne educano e temprano altre.

Lenin, Il fallimento della Seconda Internazionale.

 

  1. Le distorsioni cognitive di una critica reazionaria della razionalità scientifica

Quasi 130.000 persone in Italia, oltre 4 milioni nel mondo – molte ma molte di più in numeri reali, ovunque superiori a quelli registrati – si sarebbero vaccinate volentieri se solo ne avessero avuto la possibilità. Sono morte anche perché non l’hanno avuta. È bene partire da questo dato drammatico nell’affrontare la polemica sulla vaccinazione, sull’obbligo della stessa, sul cosiddetto green pass. È il principio di realtà che le manifestazioni in corso contro la “dittatura sanitaria” rimuovono con disinvoltura, spesso con cinismo. Ma cosa c’entra tutto questo con il rifiuto dell’obbligo vaccinale nella sanità e nella scuola? Se il governo lo usa come schermo per nascondere la propria politica sarà una ragione in più per denunciare il governo, non per contrastare la vaccinazione. Tanto più in due settori che per ragioni diverse sono strategici al fine di combattere la pandemia, e dove la vaccinazione è strumento di protezione innanzitutto per chi ci lavora, come mostra la tragica moria di personale sanitario mandato allo sbaraglio sul fronte Covid nell’esperienza di un anno fa.


Leggi tutto

Deriva: Greenpass, nuovi confini e le frontiere della paura

carmilla

Greenpass, nuovi confini e le frontiere della paura

Contributo per un ragionamento collettivo

di Deriva

Dall’inizio della pandemia non ho mai scritto su blog, né uso i social, né ero dell’idea che fosse utile l’allarmismo dell’emergenza securitaria iniziale quando non si sapeva cosa stava realmente accadendo. Sono una scienziata sociale, non un medico, quindi mi sono attenuta a ciò che so fare: osservare, non esprimere parole avventate, ma continuare a osservare e scrivere. E però ora, dopo 16 mesi dall’inizio di questa pandemia (non sono due anni, mi dispiace, ma solo 16 mesi. e la deformazione della percezione del tempo che noto attorno a me è un primo elemento che trovo allarmante), dopo 16 mesi dall’inizio della pandemia, ecco che ora sono preoccupata.

Sono preoccupata del silenzio, della totale assenza di dibattito, della mancanza totale di spazi di discussione cui ci siamo abituati e di cui non sembra vediamo più gli effetti deleteri. Sono preoccupata dell’amnesia totale che vedo attorno a me: non ci ricordiamo più cosa dicevamo solo 12 mesi fa, quando da tante e tante parti leggevo non vogliamo tornare a quello che c’era prima, perché quello che c’era prima era il problema.


Leggi tutto

Guy Van Stratten: Vax, no vax, la bio-politica e il ritorno dei corpi

codicerosso

Vax, no vax, la bio-politica e il ritorno dei corpi

di Guy Van Stratten

“Datemi dunque un corpo”: è la formula del capovolgimento filosofico. Il corpo non è più l’ostacolo che separa il pensiero da se stesso, ciò che il pensiero deve superare per arrivare a pensare. Al contrario è ciò in cui esso affonda o deve affondare, per raggiungere l’impensato, cioè la vita.

Gilles Deleuze, Cinéma 2. L’image-temps

Per cominciare, vorrei evitare di usare le parole “vax” e “no vax”, ormai diffusissime su tutti i media all’insegna di una spettacolarizzazione ostentata e diffusa. Esse, infatti, come altre parole introdotte dall’emergenza Covid (cfr. Covid e linguaggio. Le nuove parole come ambigui strumenti del potere) fanno parte di un sistema di discorsi che si diramano da una maglia fittissima di poteri (in questo caso viene risemantizzato un termine utilizzato in passato prevalentemente per indicare chi era contrario ai vaccini sui bambini). Non si tratta di un solo, fantomatico ‘potere centrale’ ma, appunto di una relazione fra diversi poteri. Come ci insegna Michel Foucault ne L’ordine del discorso, esistono svariati discorsi che isolano, emarginano, escludono.


Leggi tutto

Infoaut: Pandemia, fiscalità e crisi climatica: le sfide del capitale

infoaut2

Pandemia, fiscalità e crisi climatica: le sfide del capitale

di Infoaut

A 18 mesi dalla diffusione del virus Covid-19, il mondo, pressoché nella sua interezza, continua a vivere i profondi sconvolgimenti della nuova normalità

Una delle fratture necessariamente più dirimenti riguarda l’impatto della condizione pandemica nell’arena geopolitica.

Lo scontro globale tra opzioni egemoniche contrapposte sta subendo un’intensificazione che riconfigurerà gli equilibri di potenza. Un terreno lontano, da noi incalpestato, che tuttavia forma l’ambiente nel quale dovremo muovere i nostri conflitti.

In un 2021 colmo di meeting internazionali può essere utile iniziare a tratteggiare i nodi salienti di quanto si muove in alto.

Chi oggi governa il mondo è consapevole, così come noi, che l’avvento del Covid è stato tutto fuorché uno shock esterno.

E’ innegabile che la proiezione planetaria del modello di sviluppo capitalista, incentrato da diversi secoli su consumo di suolo, estrazione e messa a valore di risorse umane ed extra-umane, sia intrinsecamente foriero di minacce alla riproducibilità della vita.


Leggi tutto

Marco Cattaneo: Le bolle di credito non sono MMT, anzi

bastaconeurocrisi

Le bolle di credito non sono MMT, anzi

di Marco Cattaneo

Un paio di articoli, il primo di Alessandro Bonetti e Paolo Paesani e il secondo, in replica, di Antonangelo Viscione, sono interessanti in quanto mettono in luce alcuni comuni fraintendimenti relativi alla MMT.

Gli autori possono essere inquadrati nel filone keynesiano mainstream, e il loro orientamento è sicuramente progressista: come lo è quello degli economisti MMT. Ma, come ho messo in luce in altri post, i keynesiani mainstream hanno la tendenza a criticare la MMT per quello che in realtà non dice.

Nell’articolo di Viscione (autore che in generale apprezzo) si trova a un certo punto questo passaggio:

“Vi è chi sostiene che, soprattutto a causa dell’espansione del sistema bancario ombra e dell’utilizzo dei titoli di Stato tra i collaterali di strumenti finanziari come i derivati, anche la ricetta MMT possa diventare potenziale fonte di speculazione ed alimentare bolle del debito nel settore privato. In sintesi, proprio perché inesatta nel cogliere il ruolo della moneta e del credito privato nei sistemi capitalistici, la MMT rischia di trascurare anche gli effetti collaterali delle sue stesse politiche”.


Leggi tutto

Il Rovescio: Sulla mobilitazione contro il lasciapassare. Primi appunti

ilrovescio

Sulla mobilitazione contro il lasciapassare. Primi appunti

di Il Rovescio

ef784È piuttosto evidente che la questione di cosa dire e fare contro il “green pass”, di come rapportarsi con la gente che sta scendendo in strada contro questa misura di discriminazione, di controllo e di ricatto, non è separabile da cosa si pensa – e da cosa si è fatto a proposito – dell’Emergenza Covid-19 in generale. Le vere e proprie perle di allineamento servile e di imbecillità che si stanno regalando a sinistra e all’estrema sinistra non arrivano inaspettate. Così come solo coloro che non si sono accorti che un mondo gli è passato a fianco si chiedono improvvisamente chi è, da dove esce e che cosa vuole tutta questa gente. Si strilla alle “piazze reazionarie” senza nemmeno un minimo di imbarazzo nel trovarsi nello stesso coro di banchieri, industriali, generali della Nato, giornalisti di regime, ministri degli Interni, scienziati di Sua Maestà… Il pericolo del “fascismo” (tranquilli: la democrazia basta e avanza), non lo si vede nell’azione dello Stato e di una classe dominante che colpisce compatta, ma nelle presenze di estrema destra ad alcune manifestazioni contro il lasciapassare. Come se i passi avanti della potenza coercitiva dello Stato in nome della “salute collettiva” fossero “neutri” rispetto al conflitto di classe nel suo insieme; come se il silenzio-assenso sulla discriminazione sociale e lavorativa di chi non vuole vaccinarsi non oliasse la stessa macchina che attacca i lavoratori che resistono ai licenziamenti, i rivoluzionari, e tutte le lotte.


Leggi tutto

Alessandro Testa: “L’essenza, per le fondamenta”. Intervista ad Ascanio Bernardeschi

cumpanis

“L’essenza, per le fondamenta”. Intervista ad Ascanio Bernardeschi

a cura di Alessandro Testa

Il problema vero è il partito: senza un partito effettivamente internazionalista e rivoluzionario, i comunisti sono tali solo idealmente, in quanto manca lo strumento per “abolire lo stato di cose presente”

Immagine Primo EditorialeAscanio Bernardeschi si è a Siena con la tesi "La teoria della crisi economica nel sistema di analisi di Marx”. La tesi venne premiata dalla rivista del Pc "Politica ed economia". Militante della Fgci e poi Pci dal 1963 fino allo scioglimento del partito. Ha aderito subito a Rifondazione di cui è stato segretario di circolo, membro della Segreteria provinciale e del Comitato politico regionale; è stato anche Consigliere provinciale per due legislature. Ha scritto per diverse riviste sia stampate che online ed è attualmente responsabile Economia e Lavoro del giornale comunista La Città Futura.

* * * *

È cosa nota che il modello di produzione capitalistico passa per crisi ricorrenti, che sono un inevitabile prodotto delle sue contraddizioni interne. Per prima cosa, ci farebbe piacere discutere con te della natura della crisi globale che l’occidente sta vivendo oggi, a partire da elementi storico-economici che mettano in luce le basi teoriche di quello che sta succedendo.

Occorre prima di tutto sgombrare il campo dalla diffusa opinione secondo cui questa crisi sia provocata dalla pandemia, come pure da quella che la crisi del 2007/8 fosse provocata dalla cattiva finanza; certamente il coronavirus oggi e i mutui subprime precedentemente hanno fatto da detonatore, rendendo la crisi ancora più devastante, ma le cause vengono da molto più lontano e hanno a che vedere con il processo di accumulazione capitalistica.


Leggi tutto

Savino Balzano: C’è un’aria che manca l’aria

lafionda

C’è un’aria che manca l’aria

di Savino Balzano

C’è una canzone bellissima di Giorgio Gaber che mi pare di un’attualità quasi sconvolgente: forse lo è più oggi rispetto a quando è stata scritta, nel 1994.

Il titolo è “C’è un’aria” e comincia così:

«Dagli schermi di casa un signore un po’ agitato
o una rossa decisa con il gomito appoggiato
ti rallegran la cena sorridendo e commentando
con interviste e filmati ti raccontano a turno a che punto sta il mondo»

Ci ho ripensato in queste sere, guardando masochisticamente il TG (uno vale l’altro), nel momento in cui il dissenso, e financo le mere perplessità in merito alle ultime misure dell’esecutivo, venivano bollati come espressioni del mondo negazionista, complottista, no-vax. Per poi sfociare ovviamente nell’etichetta di estremista e fascista: immancabili.


Leggi tutto

comidad: Green pass: la lobby delle app in sinergia con i drogati di linciaggio

comidad

Green pass: la lobby delle app in sinergia con i drogati di linciaggio

di comidad

In uno Stato di Diritto un cittadino che rispetta la legge dovrebbe essere lasciato in pace. La vaccinazione anti-Covid non è obbligatoria, quindi non hanno un senso giuridico le vessazioni contro i non vaccinati e, tantomeno, le vessazioni analoghe contro i vaccinati, costretti a girare con un pass. Purtroppo lo Stato di Diritto non esiste, non è mai esistito, è rimasto allo stadio di astrazione e chimera giuridica.

Nel periodo in cui si è cominciato a parlare di green pass, già si annunciava una carenza delle forniture delle dosi di vaccino nei mesi estivi. Molti hub vaccinali sono deserti solo perché mancano i vaccini, come confermato dalle attuali lamentele di più presidenti di Regione nei confronti del super-generale Figliuolo. Draghi invita gli Italiani a vaccinarsi subito, ma questa possibilità di vaccinarsi subito non c’è. L'accanimento contro i non vaccinati per indurli a vaccinarsi non può avere alcun effetto rispetto allo scopo dichiarato, perciò si è inventata pretestuosamente un’emergenza no-vax che non esiste.


Leggi tutto

Gianfranco Ferraro: Stato di diritto e stato di minorità: etica della responsabilità e responsabilità condivisa

thomasproject

Stato di diritto e stato di minorità: etica della responsabilità e responsabilità condivisa

di Gianfranco Ferraro

Chiarendo cosa intendesse per “illuminismo”, Kant spiegava che si trattava di un movimento di fuoriuscita dell’umanità dal suo stato di minorità, di liberazione da quella delega della direzione della sua coscienza che i secoli precedenti avevano conosciuto. Come tale, l’Illuminismo interrogava non solo ogni individuo, la responsabilità di ogni individuo di fronte a se stesso, ma anche la responsabilità dell’umanità di fronte le sue tecniche, tecniche – come lo Stato appunto – che dovevano essere piegate a questo movimento, per sostenerlo, appunto, nella sua liberazione. Qualunque potere assoluto dello Stato doveva accettare come condizione questo vincolo, questa responsabilità: una responsabilità che si doveva manifestare nell’esercizio senza condizioni del diritto a vagliare pubblicamente l’operato di chi governa. Persino il dispotismo deve misurarsi, per legittimarsi, con questo diritto. Figlio ultimo di questo movimento, lo Stato di diritto si basa appunto su dei diritti che vengono riconosciuti al momento della sua costituzione: e compito della sua stessa costituzione è quello di provvedere a difendere e a legittimare questi diritti, non in astratto, ma attraverso il loro costante esercizio.


Leggi tutto

Wu Ming: Come rapportarsi alle grandi mobilitazioni contro «green pass» et similia

giap3

Come rapportarsi alle grandi mobilitazioni contro «green pass» et similia

Nei movimenti francesi se ne discute, e qui?

di Wu Ming

Proponiamo una rapida rassegna di articoli apparsi su media “di movimento” francesi, tentativi di leggere le attuali mobilitazioni di massa contro i pass sanitari e altri provvedimenti nominalmente «anti-Covid».

Li riteniamo contributi importanti, perché nel rifiutare ogni demonizzazione mainstream e ogni riflesso pavloviano da “sinistra” perbene, schivano polarizzazioni tossiche come «vaccinismo vs. antivaccinismo» e rintracciano i nuclei di verità – i grossi nuclei di verità – che queste mobilitazioni contengono.

Li contengono anche – diremmo specialmente – in Italia, dove però chi cerca di farlo notare è ancora (almeno a sinistra) vox clamantis in deserto. È senz’altro più facile intrupparsi con Repubblica e gridare ai «no vax» con la bava alla bocca fino all’immancabile rilascio di endorfine – «Ohhhh, bene, anche oggi ho detto la mia» – rimuovendo ogni contraddizione scomoda. Riguardo a questo, continuiamo a rimandare ai capitoli su «ratiosuprematismo», burionismo e virocentrismo contenuti ne La Q di Qomplotto.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3403

2021-05-30 Hits 2327

2021-05-13 Hits 2306

2021-05-25 Hits 2287

2021-07-24 Hits 2261

2021-07-28 Hits 2017

2021-05-29 Hits 1847

2021-07-24 Hits 1784

2021-05-20 Hits 1729

2021-07-04 Hits 1694

tonino

unread,
Aug 10, 2021, 4:07:21 AM8/10/21
to sante gorini

Giorgio Rodano: Bellofiore R. (2020), Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica, Note bibliografiche

moneta e
              credito

Bellofiore R. (2020), Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica, Note bibliografiche

di Giorgio Rodano*

Bellofiore R. (2020), Smith, Ricardo, Marx, Sraffa. Il lavoro nella riflessione economico-politica, Torino: Rosenberg & Sellier, pp. vii+388, € 24, ISBN: 9788878858442

mistero concettuale 103497Il titolo del libro è un evidente (ed esplicito) omaggio a uno dei maestri di Bellofiore, Claudio Napoleoni, che negli anni Settanta del secolo scorso aveva scritto un libro quasi con lo stesso titolo, Smith Ricardo Marx. L’oggetto di questo lavoro – a parte il dialogo a distanza col vecchio maestro (che, tra parentesi, è stato anche uno dei miei maestri) – è dunque, in modo immediatamente evidente, il pensiero economico classico, cui viene assimilato, per i motivi che vedremo, anche Piero Sraffa. Ma vedremo che Bellofiore si cimenta anche con le idee e le tematiche di altri importanti protagonisti della storia del pensiero economico, in particolare John Stuart Mill e John Maynard Keynes.

All’origine del volume ci sono vari saggi scritti da Bellofiore tra il 1983 e il 2017 (uno in collaborazione). Per l’occasione essi sono stati rivisti e fusi per eliminare le ripetizioni (non tutte) fino a comporre un filo unitario; anzi – come cercheremo di mostrare (e come del resto suggerisce qua e là lo stesso Bellofiore) – un paio di fili che si rincorrono e si intrecciano per tutte le pagine del libro. Questo si articola in una premessa (in cui vengono sommariamente illustrati i contenuti dei vari capitoli e introdotti i temi principali che li legano), otto capitoli e due appendici. Sono capitoli di grosse dimensioni, ricchi di spunti e di annotazioni, in cui Bellofiore dà conto non solo del pensiero degli autori presi in esame, ma di tutto il dibattito che i vari temi considerati hanno suscitato tra gli studiosi. Il che rende il libro utile per orientarsi su questioni spesso assai intricate, ma lo rende al tempo stesso di lettura a volte piuttosto ardua e faticosa anche per chi, come me, su molte di quelle questioni ha avuto modo, in passato, di misurarsi.


Leggi tutto

Giovanni Iozzoli: Intervista a un sorcio / codardo / bamboccione / fascista etc (*)

carmilla

Intervista a un sorcio / codardo / bamboccione / fascista etc (*)

di Giovanni Iozzoli

microfono 556688p– Allora, tu sei uno dei milioni di italiani “renitenti al vaccino”. Cosa hai da dire a tua discolpa?

Innanzitutto, quegli italiani non mi sembra rappresentino una “categoria”. Si tratta di un aggregato informe, di massa, trasversale, interclassista, composto dalle persone più diverse e dalle motivazioni più varie. Io di no vax militanti non ne conosco neanche uno. Il più delle volte stiamo parlando di persone normali che stanno cercando solo di prendere tempo, capire il da farsi – un atteggiamento prudente, umano, quasi mai sbandierato. Io non sono mai andato nelle piazze no vax, non è il mio contesto o il mio lessico, ammetto che sarei a disagio.

 

– Pensi di meritare gli insulti quotidiani che da settimane arrivano addosso a quelli come te?

Milito da sempre in campi minoritari, sono quindi abituato a sentirmi minoranza. Certo, in questo caso il coro dello stigma, del dileggio, è a reti unificate; una voce compatta che parte dai vertici istituzionali, dal CTS, dagli editorialoni, dai programmi Tv, fino ad arrivare alle mezze calzette delle redazioni, ai nani, alle ballerine, ai cantanti, che pur di esserci metterebbero la faccia su qualsiasi campagna di Stato, anche la meno commendevole. Stupisce e addolora l’epiteto di “fascisti” che arriva dal “mio” campo. Chiaro che accetto ogni critica e ogni dialogo, ma se qualcuno mi dà del fascista gli allungo un cazzotto e amen.


Leggi tutto

Matteo Bortolon: Le lettere scarlatte della Bce

lafionda

Le lettere scarlatte della Bce

di Matteo Bortolon

Draghi
            TrichetDieci anni fa, il 5 agosto 2011 un paese europeo in difficoltà per la crisi del debito sovrano riceveva una Lettera da parte del governatore della BCE controfirmata dal vertice della sua Banca Centrale nazionale. Tale comunicazione rimase segreta per un po’ di tempo, ma i suoi contenuti segnarono l’evoluzione successiva della sua politica economica, in direzione di una decisa austerità gradita ai vertici delle istituzioni comunitarie.

Ma certo! L’Italia, la famosa lettera di Draghi-Trichet!

E invece no. Parliamo della Spagna di Zapatero.

Lo stesso giorno i governi di entrambi i paesi ricevettero una comunicazione assai simile; nel caso dell’Italia le voci di essa circolarono finché a fine settembre 2011 vennero confermate dal Corriere che pubblicò lo scoop sul suo sito. Il popolo spagnolo lo seppe solo quando l’oramai ex primo ministro la pubblicò in un suo libro, e venne infine desecretata dalla stessa BCE. Oggi la si legge comodamente sul sito istituzionale.

“La fonte di ogni diritto risiede originariamente e sostanzialmente nell’intero corpo del popolo”. Così scrivevano i soldati puritani inglesi, anticipando temi della Rivoluzione francese, nel 1647, dopo aver sconfitto il Re in nome del Parlamento. Tale idea sarebbe divenuta secoli più tardi il fondamento di ogni democrazia moderna, ma a quanto pare il dibattito in materia sta regredendo in modo così oltraggioso che la platea di sottobosco politico-giornalistico accetta supinamente – ventre a terra ai poteri dominanti: banche, Ue, grandi aziende – che una istituzione fuori da ogni legittimazione democratica possa determinare l’indirizzo politico di un paese.


Leggi tutto

Gustavo Piga: Mario Monti, il keynesiano, vs. Mario Draghi, l’austero?

gustavopiga

Mario Monti, il keynesiano, vs. Mario Draghi, l’austero?

di Gustavo Piga

E’ istruttivo leggere oggi Mario Monti sul Corriere della Sera, in cui ripercorre la vicenda della lettera della BCE a Silvio Berlusconi nell’estate di esattamente 10 anni fa.

Per alcuni lo sarà (istruttivo) per meglio comprendere le complesse interazioni caratteriali tra i due leader: è evidente che Mario Monti abbia voglia di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe o forse semplicemente che non ami andar giù nella Storia come il “secondo” tra gli economisti presidenti del consiglio dell’Italia del XXI secolo. Le medaglie d’argento a volte fanno più rodere che (sor)ridere.

Per noi economisti è invece istruttivo per meglio comprendere non solo cosa sia avvenuto in quegli anni ma soprattutto per cosa rischia di (ri)avvenire oggi.

Per lo ieri, apprendiamo dunque che Draghi fu restrittivo … fiscalmente quando era Presidente della BCE (“sotto il profilo … dell’austerità che per anni avrebbe reso più difficile la vita degli italiani e avvelenato il dibattito politico – la BCE peccò decisamente per eccesso”).


Leggi tutto

Chiara Giorgi: Sanità, riforme e controriforme

euronomade

Sanità, riforme e controriforme

di Chiara Giorgi

La pandemia e le risposte delle politiche per la salute riportano l’attenzione sul nostro servizio sanitario e sui cambiamenti che lo hanno segnato. Ne ha parlato Andrea Capocci su queste pagine il 1° agosto, in una recensione dell’ultimo – assai discutibile – libro di Ivan Cavicchi.

È utile definire i punti fermi della storia del servizio sanitario nazionale, introdotto dall’importante legge 833 del 1978, ma già ridimensionato nelle sue istanze universalistiche, sociali e di prevenzione, a partire dagli anni Ottanta, quando la responsabilità politica per la salute venne sostituita da una svolta manageriale e si affermò un paradigma selettivo della salute. È il riflesso italiano delle politiche neoliberali nel campo della salute che introducono a livello internazionale un paradigma incentrato sulla privatizzazione dei servizi sanitari, sulla promozione di sistemi assicurativi sostitutivi, sull’introduzione nelle strutture pubbliche di forme di partecipazione alla spesa da parte degli utenti.


Leggi tutto

“Vaccini covid-19 per bambini: i benefici ipotetici per gli adulti non superano i rischi per i bambini”

appelloalpopolo2

“Vaccini covid-19 per bambini: i benefici ipotetici per gli adulti non superano i rischi per i bambini”

a cura di Simone Garilli

Quella che segue è la traduzione del socio Marco Di Croce (RI Roma) di un articolo pubblicato da Elia Abi-Jaoude (Department of Psychiatry, University of Toronto, ON, Canada), Peter Doshi (Department of Pharmaceutical Health Services Research, University of Maryland School of Pharmacy, Baltimore) e Claudina Michal-Teitelbaum (Preventive Medicine, Independent Researcher, Lyon, France) sul blog dell’autorevolissima rivista scientifica British Medical Journal.

* * * *

Vaccini covid-19 per bambini: benefici ipotetici per gli adulti non superano i rischi per i bambini

“Mentre la maggioranza degli adulti di diversi paesi ricchi dell’Occidente ha ricevuto almeno una dose del vaccino anticovid-19, l’attenzione si sposta sui bambini. Seppure sia ampiamente riconosciuto che il rischio di forme gravi di covid-19 nei bambini è basso, molti credono che la vaccinazione di massa dei bambini possa non solo proteggerli da forme gravi di covid-19, ma anche prevenire la trasmissione, proteggendo così indirettamente gli adulti vulnerabili e aiutando a porre fine alla pandemia.


Leggi tutto

Enrico Monacelli: Cosmotecnica e Tecnodiversità

neronot

Cosmotecnica e Tecnodiversità

Una conversazione con Yuk Hui

di Enrico Monacelli

Schermata del 2021 08 08 21 47 18«They’re making their last film / and they say it’s the best / and you can help make It / it’s called The Death of the West», cantava Douglas P. in una delle sue filastrocche più famose. Dava voce a un senso di fine che ha accompagnato l’Occidente probabilmente dai suoi esordi. Alla convinzione, più o meno fondata a seconda dei rivolgimenti storici, di vivere in un impero in decadenza.

Questa sensazione si è certamente intensificata in questo anno. Un anno putrido, passato respirando a malapena, alienati dalle nostre funzioni primarie e terrorizzati dall’ombra lunga di imperi lontani. Ricordo come un miraggio le mandibole serrate mentre scrivevo un trionfalistico j’accuse contro Giorgio Agamben all’inizio del primo lockdown, proprio per queste pagine. Rileggendolo alla luce dell’angoscia provata in questi mesi, era chiaramente una richiesta d’aiuto di un buono a nulla davanti alle macerie che gli rotolano contro.

Uno dei pochi antidoti davanti all’idea che tutto stia finendo, almeno per me, è stato leggere Yuk Hui, attento studioso della tecnica e della Cina, del passato della nostra specie e del suo avvenire. Hui è un vero esorcista dei nostri toni apocalittici e uno dei pensatori più affascinanti e intransigenti che ci restano. Qui abbiamo fatto quattro chiacchiere sul suo libro, recentemente tradotto in italiano, Cosmotecnica.

* * * *

Enrico Monacelli: L’edizione italiana del tuo libro, The Question Concerning Technology in China, riporta in copertina una parola strana, specialmente per chi non ha familiarità con il tuo lavoro: Cosmotecnica.


Leggi tutto

Navdanja Italia: Le multinazionali rafforzano il controllo sulla nostra dieta

antropocene

Le multinazionali rafforzano il controllo sulla nostra dieta

di Navdanja Italia

unfss horizontal ok 900x506Il Forum delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari (Unfss) non offre il cambiamento di paradigma che sarebbe così urgentemente necessario per raggiungere la sovranità alimentare, la resilienza climatica e un sistema alimentare più equo. Al contrario, mantiene la stessa struttura di potere e comporta un’ulteriore colonizzazione dei cibi e delle diete locali. Il vertice si sta rivelando come l’ennesimo strumento per rafforzare il controllo su cibo e agricoltura da parte delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari, mentre il ruolo della società civile nella governance alimentare globale risulta estremamente limitato.

Le multinazionali stanno usando il summit per convincerci che le loro soluzioni saranno sufficienti e abbastanza ecologiche, in modo da poter mantenere intatto l’attuale sistema di interessi: il sistema non può essere cambiato, gli interessi privati non devono essere minati ma, al contrario, devono essere sostenuti da fondi pubblici. Trincerandosi dietro il linguaggio della necessità di un cambiamento nelle abitudini alimentari globali, le multinazionali hanno “dirottato” l’Unfss per imporre alimenti artificiali industriali e ultra-processati e una più profonda industrializzazione del sistema alimentare. Il modello dei sistemi alimentari industriali indicato dall’Unfss ci porta ulteriormente avanti sulla strada del collasso dei sistemi planetari, della nostra salute, delle nostre economie e della nostra democrazia.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Sulla coercizione liberale

andreazhok

Sulla coercizione liberale

di Andrea Zhok

Gli stati, sotto certe condizioni di emergenza o urgenza, possono esercitare atti di imperio e coercizione sulla propria popolazione.

La coercizione classica, ad esempio la chiamata alle armi a difesa della patria, era esercitata ad un tempo come chiamata etica ad uno sforzo di protezione dell'intera collettività e come assunzione di responsabilità del governante, che si faceva garante della giustezza (e della buona gestione) dell'iniziativa.

Quest'assunzione di responsabilità, automaticamente implicita nell'atto di pubblica coercizione, non era priva di conseguenze: di fronte ad esiti nefasti di quell'iniziativa coatta i governanti erano chiamati a risponderne. Non a risponderne legalmente, con qualche forma di "responsabilità limitata", ma fisicamente, in prima persona. L'esito tipico delle sconfitte militari era, ed è, l'abbattimento dei vertici che hanno promosso l'azione, e spesso la loro fine ingloriosa o violenta.


Leggi tutto

Pierluigi Fagan: Sfera del mondo e immagine del mondo

pierluigifaganfacebook

Sfera del mondo e immagine del mondo

di Pierluigi Fagan

Partiamo da una ipotesi sulla realtà. Come si vede nel grafico, all’11 luglio, il Governo italiano si trova al vertice basso delle richieste di vaccinazione da parte della popolazione. Il dato è riferito a “prima dose” poiché se hai fatto la prima va da sé che -più o meno- farai la seconda. E’ già da qualche giorno che ti trovi lungo questa linea discendente, è da metà Giugno che quella linea scende. Questa situazione, come dinamica, è simile -più o meno- presso tutti i paesi occidentali. Si può inferire che liberatasi la possibilità vaccinazione in primavera, una marea di “early adopter” (coloro che adottano un atteggiamento per primi) ha subito usato la possibilità. Ma questa massa relativa non è la totalità e quindi ad un certo punto declina e si esaurisce. Più o meno ti trovi con un 50-55% di persone con prima o già seconda dose. Ma il tuo obiettivo, poiché questa è la strategia scelta nei paesi occidentali, è arrivare ad una massa vaccinati da 70% o meglio sarebbe perché così dice la strategia, all’80%.


Leggi tutto

Mauro Armanino: Il diritto all’opacità, filosofie di sabbia

sinistra

Il diritto all’opacità, filosofie di sabbia

di Mauro Armanino

Niamey, 25 luglio 2021. …’Per questo io chiedo per tutti il diritto all’opacità. Non mi è più necessario ‘comprendere’ l’altro, cioè ridurlo al modello della mia propria trasparenza, per vivere con quest’altro o costruire con lui. Il diritto all’opacità sarebbe oggi il segno più evidente della non-barbarie’… Scriveva così, tra l’altro, Edouard Glissant, poeta, scrittore e saggista francese, originario delle Antille. Parole ancora più vere se messe nel contesto del ‘nuovo’ mondo nel quale, grazie anche all’invasività dei mezzi di comunicazione, tutto dev’essere visto e ‘compreso’ in tempo reale. La frontiera tra pubblico e privato è stata da tempo, almeno in Occidente, cancellata dalle confessioni pubbliche dei vizi e delle virtù di chi conta. Di riflesso anche nel nostro continente che , a suo modo, cerca di resistere all’attacco incessante della ‘trasparenza assoluta’. Transparency International, ad esempio, è un’organizzazione non governativa che si occupa dell’ingiustizia della corruzione, non solo politica, in un centinaio di Paesi.


Leggi tutto

Thomas Fazi: Laurent Mucchielli (direttore CNRS): "I dati smentiscono il miracolo vaccinale dipinto dai media"

lantidiplomatico

Laurent Mucchielli (direttore CNRS): "I dati smentiscono il miracolo vaccinale dipinto dai media"

di Thomas Fazi

Laurent Mucchielli - autorevole sociologo francese, direttore di ricerca del CNRS (Centre Méditerranéen de Sociologie, de Science Politique et d'Histoire) - ha recentemente pubblicato su "Mediapart" - organo di informazione indipendentemente legato alla sinistra francese, fondato nel 2008 dall'ex capo redattore di "Le Monde" - due interessantissimi articoli sulla campagna vaccinale mondiale, riguardanti rispettivamente l'efficacia dei vaccini e gli effetti avversi dei suddetti.

In questo post mi occuperò del primo articolo. In esso Mucchielli fa un'operazione molto semplice: analizza l'evoluzione dei contagi e dei decessi in quei paesi del mondo che, dall'inizio delle campagne di vaccinazione (da dicembre 2020 a febbraio 2021 a seconda del paese), hanno già vaccinato la stragrande maggioranza della loro popolazione. I paesi in questione sono Gibilterra, Malta, Emirati Arabi Uniti, Seychelles, Uruguay, Canada, Cile, Inghilterra, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Israele, Qatar, Bahrain e Mongolia.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3684

2021-07-24 Hits 2503

2021-05-30 Hits 2374

2021-05-13 Hits 2341

2021-05-25 Hits 2336

2021-07-28 Hits 2259

2021-07-24 Hits 1904

2021-05-29 Hits 1877

2021-07-04 Hits 1828

2021-05-20 Hits 1768

tonino

unread,
Aug 14, 2021, 1:52:29 PM8/14/21
to sante gorini

Elisabetta Teghil: Perdere è una questione di metodo

Coordinamenta2

Perdere è una questione di metodo

di Elisabetta Teghil

relitti
              999x1024Sono venuta a esplorare il relitto.
Le parole sono propositi.
Le parole sono mappe.
Sono venuta a vedere il danno che è
stato fatto
e i tesori che sono rimasti. […]
Siamo, sono, sei
per viltà o per coraggio
quell’uno che torna sempre
a questa scena
portando un coltello, una macchina
fotografica
un libro dei miti
nel quale
i nostri nomi non compaiono.
Adrienne Rich

<Alla fine degli anni ’70 i capitalisti ritrovano capacità offensiva e avviano un nuovo ciclo storico neoliberista. Quaranta anni più tardi la questione sembra ormai definitivamente risolta, hanno fatto tabula rasa del passato. La via tracciata sembra senza ritorno. E’ stata intaccata l’idea stessa di sinistra non solo sulla fattibilità dei suoi progetti ma sul futuro stesso di cui era portatrice. Un sentimento di vuoto, come la perdita di una certezza. Una sorda disperazione che paralizza.>*

A guardare alla quasi totalità delle rivendicazioni e delle lotte dell’oggi ci troviamo di fronte ad un panorama sconfortante e non perché siano poche rarefatte e discontinue, ma perché improntate a modalità assolutamente dissociate dalla realtà che abbiamo di fronte.


Leggi tutto

Marco Pondrelli: Lo scenario internazionale e il ruolo dei comunisti

marx xxi

Lo scenario internazionale e il ruolo dei comunisti

di Marco Pondrelli

Il 24 luglio Marx21 ha organizzato un seminario di analisi della situazione mondiale. Il dibattito è stato introdotto dalla relazione del Direttore del sito che rappresenta una sintesi dell’analisi politica e delle prospettive dell’Associazione Marx21

Schermata del 2021 08 11 16 36 17Non è semplice trovare un momento da cui partire per analizzare la politica internazionale del post-’89. Uno spunto per capire le linee strategiche teorizzate negli Stati Uniti dopo il crollo dell’URSS è dato dal libro di Zbigniew Brzezinski (la Grande Scacchiera) pubblicato nel 1997. In quest’opera, che partiva da alcuni articoli pubblicati negli anni precedenti, l’ex Segretario di Stato poneva le premesse teoriche della strategia statunitense nel XXI secolo. La tesi di fondo qui espressa è che per mantenere l’egemonia mondiale è necessario il controllo del continente euroasiatico.

Brzezinski non inventava nulla, prima di lui molti autori avevano affrontato questo tema, in particolare ne vanno citati due: Mackinder e Spykman. Il primo nel tentativo di rafforzare l’imperialismo inglese definisce l’Eurasia come il continente che unisce Asia, Europa e l’Africa del Nord (il confine non è il mediterraneo ma il deserto), per garantire l’egemonia dell’Impero britannico è necessario che non nasca in questo continente nessuno Stato egemone, questo perché, grazie allo sviluppo delle vie di comunicazione a partire dalle ferrovie, il dominio di questo continente garantirebbe oltre al predominio terreste anche quello marittimo emarginando il ruolo inglese. Spykman pur essendo morto nel 1943 può essere considerato il teorico del contenimento sovietico, non casualmente il suo allievo più brillante fu proprio Brzezinski.


Leggi tutto

Giovanna Baer: La Cancel Culture e il Woke Capitalism

paginauno

La Cancel Culture e il Woke Capitalism

di Giovanna Baer

I valori progressisti come strumento di branding delle imprese, il “radicalismo sociale” e il “radicalismo economico”

manolo chretien RpC 9e0ORNM unsplash 750x375Il 7 luglio dello scorso anno un gruppo di giornalisti, scrittori e docenti universitari (e fra loro alcune delle più celebrate menti del dibattito civile americano, fra cui Noam Chomsky) ha pubblicato su Harper’s Magazine un documento condiviso dal titolo A letter on justice and open dibate (“Una lettera sulla giustizia e la libertà di dibattito”) (1) che ha fatto molto discutere. La lettera parla di una dinamica esplosa sulla scena pubblica americana solo in tempi recenti, ma i cui effetti – secondo i firmatari – rischiano di paralizzare l’esercizio del libero pensiero. Le istituzioni culturali statunitensi stanno in effetti affrontando un momento di dura prova. Le proteste per la giustizia razziale di Black Lives Matter e in generale dei movimenti che chiedono una maggiore uguaglianza e inclusione sociale sono riuscite a ottenere grandi risultati (per esempio la riforma dei Corpi di polizia), ma hanno anche “intensificato una nuova serie di atteggiamenti morali e di impegni politici che tendono a indebolire le nostre norme sulla libertà di espressione e di tolleranza delle differenze in favore del conformismo ideologico”. Il libero scambio di informazioni e idee, la linfa vitale di una società liberale, sta diventando ogni giorno più ristretto, sostituito, secondo i firmatari, dall’intolleranza verso i punti di vista opposti, il facile ricorso alla pubblica gogna e all’ostracismo, e la tendenza a dissolvere questioni politiche complesse in un’accecante certezza morale.


Leggi tutto

Andrea Zhok: L'lluminante intervista del direttore dell'Aifa

lantidiplomatico

L'lluminante intervista del direttore dell'Aifa

di Andrea Zhok

Ieri interessante intervista sul Corriere al direttore dell'AIFA dott. Nicola Magrini.

Dell'intervista, che può essere letta integralmente a questo link, due punti mi sembrano illuminanti e vi voglio dedicare qualche breve considerazione.

Il primo punto chiarisce qual è la strategia che stiamo adottando. Questa volta, finalmente, le carte sono in tavola: secondo il direttore dell'Agenzia Italiana del Farmaco d'ora in poi dovremo vaccinarci contro il Covid tutti ogni anno ("ma sarà una decisione collegiale da prendere nei prossimi mesi").

Dunque, eccoci al punto.

La strategia che, come nazione, intendiamo adottare è quella di vaccinare con una cadenza di circa 9 mesi tutta la popolazione italiana finché il virus sarà in circolazione.

E siccome, per le sue caratteristiche di alta contagiosità e di limitata durata dei vaccini, il virus, salvo miracoli, non potrà MAI essere debellato in modo terminale, questo significa rendere l'intera popolazione italiana dipendente dalla somministrazione regolare del vaccino per sempre.


Leggi tutto

Antonio Martino: Viaggio al centro dell’emergenza infinita

lafionda

Viaggio al centro dell’emergenza infinita

di Antonio Martino

“La tirannide è possibile soltanto se la libertà è stata addomesticata
e ormai ridotta a vuoto concetto.”
E. Junger

L’impossibilità di affrontare un discorso critico sul fenomeno pandemico consegna, immediatamente, il grado comatoso in cui stagna quel che rimane della cultura e della politica italiana. Del resto, assistiamo per la seconda volta in dieci anni alla presenza di un esecutivo “tecnico”, sostenuto da uno schieramento partitico quasi unanime, la cui cifra caratteristica risiede in quelle bolse etichette di “competenza” e “credibilità” già viste – e con quali effetti! – al tempo del mai dimenticato professor Monti. Il fatto che la classe politica abbia dovuto appaltare la propria funzione a un esponente del capitale finanziario cosmopolita come Mario Draghi non sorprende: la retorica democratica nasconde infatti il cadavere della democrazia costituzionale, con tutto ciò che ne consegue in termini di prassi politica.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Bioetica

sinistra

Bioetica

di Salvatore Bravo

 

La palude della tristezza

Chiunque abbia esperienza di adolescenti (12-13- 19-20 anni circa) sa bene che il loro comportamento è spesso improntato ad emotività e condizionamento: il gruppo dei pari esercita un forte ascendente, pertanto le loro decisioni necessitano di essere razionalizzate con l’ausilio dei genitori ed in taluni casi, di particolare complessità, debbono essere i genitori a decidere per loro. L’adolescenza ha al suo interno una forchetta temporale piuttosto ampia ed imprecisa, i primi anni dell’adolescenza sono molto vicini all’infanzia, d’altra parte i ventenni, a volte, sono giovani adulti. Molto dipende dall’indole e dalle condizioni sociali vissute. L’adolescenza in concreto è costituita da una pluralità di differenze legate alle condizioni materiali in cui l’adolescente si è formato. Su tale complessità il comitato di bioetica è intervenuto per affermare che gli adolescenti possono liberamente scegliere di vaccinarsi, anche, se i genitori sono contrari.


Leggi tutto

Costantino Ragusa: Verso la “Grande trasformazione”

resistenzealnanomondo

Verso la “Grande trasformazione”

di Costantino Ragusa

Considerazioni intorno alla digitalizzazione della Natura e dei corpi tutti nel nuovo mondo cibernetico che si va imponendo come nuova e unica realtà possibile

9788898652792Dopo ormai più di un anno dalla dichiarazione dello stato di emergenza pandemico che ha interessato gran parte del pianeta, seppur in modo decisamente diverso, soprattutto nel “Sud del mondo”, si fa più chiaro il nuovo corso che il sistema vuol dare agli eventi e alla nuova società che si appresta a predisporre.

È infatti giunto il momento di considerare gli eventi di cui siamo stati testimoni, nostro malgrado, in una prospettiva storica più ampia. Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere il pretesto di una pandemia, a questo punto non importa quanto vera oppure simulata possa essere, per trasformare da cima a fondo i paradigmi del loro governo degli uomini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai loro occhi in progressivo, inesorabile declino e non erano ormai più adeguati alle nuove esigenze.

Uno dei tratti distintivi del fascismo in Italia e in Germania era la sua insofferenza per gli scomodi vincoli imposti alla classe dirigente dalla democrazia e dal liberalismo politico. Tutto questo doveva essere spazzato via per consentire una guerra lampo di “modernizzazione” accelerata.

Vediamo lo stesso spirito rinascere negli appelli di Schwab per un “governo agile” in cui afferma che “il ritmo dello sviluppo tecnologico e una serie di caratteristiche delle tecnologie rendono inadeguati i precedenti cicli e processi decisionali”. Scrive: “L’idea di riformare i modelli di governance per far fronte alle nuove tecnologie non è nuova, ma l’urgenza di farlo è molto maggiore alla luce del potere delle tecnologie emergenti di oggi… il concetto di governance agile cerca di abbinare l’agilità, la fluidità , flessibilità e adattabilità delle tecnologie stesse e degli attori del settore privato che le adottano”.


Leggi tutto

Achille Mbembe: Note sul tardo eurocentrismo

lavoro
              culturale

Note sul tardo eurocentrismo

di Achille Mbembe

Achille Mbembe sulla decolonizzazione delle arti e dei saperi nell’attuale “tardo eurocentrismo”

mbembe 4Quando si considera la storia recente del pensiero critico, due eventi maggiori invitano alla riflessione. Primo, l’Europa non è più il centro di gravità del mondo. Come ho scritto nell’introduzione a Critica della ragione nera, questa è «l’esperienza fondamentale della nostra epoca»1. Questo cambiamento non significa che l’Europa non ha più alcuna influenza sul funzionamento del mondo, né che ora dovremmo metterla da parte. Ma l’Europa non può più nutrire l’illusione di poter dettare il corso del mondo. Questo vale non solo per l’economia o per il potere militare e tecnologico, ma anche nel campo della cultura, delle arti e delle idee.

In secondo luogo, c’è un chiaro pericolo che, in risposta a questa svalutazione storica, a questa eclissi, alcune persone, dall’estrema destra all’estrema sinistra, siano state attratte o dal nichilismo o dall’eccesso ideologico (o da entrambi), ovvero da ciò che chiamo “tardo Eurocentrismo”, un Eurocentrismo che è ancora più rancido e aggressivo, ancora più sordo, cieco, e vendicativo che nel passato. Si tratta, in effetti, di una forma di follia.

Cronologicamente, il tardo Eurocentrismo è l’erede diretto di due manifestazioni precedenti, ugualmente reazionarie. Originariamente, c’era l’Eurocentrismo primitivo, il tipo associato alle conquiste imperiali, alle occupazioni militari, e allo sfruttamento dei territori coloniali2. Successivamente, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento è sorto un Eurocentrismo anti-terzomondista, in contrapposizione ai nazionalismi anticoloniali.


Leggi tutto

Luigi Ambrosi: Epidemia Covid: i temi in discussione, le certezze e quanto non è ancora chiaro

sinistra

Epidemia Covid: i temi in discussione, le certezze e quanto non è ancora chiaro

di Luigi Ambrosi

covid 19 4987797 960 720Questa gestione della epidemia Covid vede intrecciarsi nelle motivazioni aspetti sanitari, politici ed economici ciascuno dei quali cerca di porsi come prevalente. Quello meno analizzato, ma che potrebbe rivelarsi prevalente, è quello economico, e non legato principalmente agli utili di Big Farma.

 

Aspetti economici

La tesi è che la drammatizzazione della epidemia permetta e giustifichi un massiccio intervento finanziario degli Stati, attraverso la stampa di denaro dal nulla e l'indebitamento, come sostegno ad una economia capitalistica agonizzante già prima della comparsa del Covid, e sopravvissuta alla crisi del 2008 solo con continue iniezioni di denaro dal nulla (quantitative easing). La riprova dovremmo averla nelle prossime settimane di agosto a partire dagli USA e a ridosso del vertice finanziario del 26-28 agosto di JACKSON HOLE e della scadenza dei sussidi ai lavoratori ed alla economia USA (1 settembre): una drammatizzazione degli effetti delle varianti Delta o Lambda o altro che sia da giustificare nuovi lockdown e misure restrittive e soprattutto un nuovo massiccio intervento finanziario del Governo USA (seguito poi a ruota dalla Unione Europea) a sostegno delle aziende anche decotte e dei consumi : questa sarebbe la prova del peso decisivo che ha l'aspetto economico/finanziario in questa gestione dell'epidemia. Insomma, l'emergenza sanitaria vera o artefatta e le varianti aiutano le elite a far pompare denaro a sostegno del capitalismo in crisi, rinviandone il crollo: la finanziarizzazione dell'economia occidentale accelera.


Leggi tutto

Livio Pepino: Noi, il vaccino e la pandemia: il green pass è davvero la soluzione?

volerelaluna

Noi, il vaccino e la pandemia: il green pass è davvero la soluzione?

di Livio Pepino

Il green pass (o passaporto vaccinale, per usare un termine meno fuorviante: https://volerelaluna.it/opinioni/2021/08/04/il-green-pass-quando-il-linguaggio-non-aiuta-a-capire/) è da oggi necessario – in forza del decreto legge n. 52/2021 convertito nella legge n. 87/2021 – per l’esercizio di molteplici attività (consumazione di cibi all’interno di ristoranti e bar, accesso a cinema, teatri, musei e mostre, partecipazione a concorsi pubblici e via seguitando) ed è stato esteso proprio in queste ore, sia pure con decorrenza differita, anche al personale di scuole e università, agli studenti universitari e per i trasporti a lunga percorrenza. La sua introduzione, seguendo il modello francese (unico nel panorama europeo), sta provocando dubbi, discussioni e proteste. Comunque non sarà indolore e vedrà il rifiuto e la contestazione non di alcuni sparuti no Vax ma di settori consistenti della società (calcolati da alcuni in diversi milioni di persone). Per di più essa ha già ampliato una spaccatura politica strumentale, foriera di ricadute imprevedibili nelle prossime elezioni (con una rappresentazione surreale in cui la destra eversiva invoca il rispetto della costituzione e delle libertà mentre quel che resta della sinistra si accoda acriticamente al Governo e declina slogan più che argomenti).


Leggi tutto

Il Pedante: La fattoria dei sorci

ilpedante

La fattoria dei sorci

di Il Pedante

Even with the best intentions of making heaven on earth
it only succeeds in making it a hell –
that hell which man alone prepares for his fellow-men.

(K. Popper)

C'è solo una parola per descrivere ciò che sta accadendo in questi giorni: cattiveria. Un'ondata di cattiveria che monta dai tempi della reclusione sanitaria e oggi prorompe contro chi, rifiutandosi di ricevere un'iniezione nel braccio, spezza la continuità di un comando che non tollera circostanze, identità, pensieri. Mai si era conosciuta una tale ferocia, mai come ora sembra accompagnarci «quell'essere senza occhi seduto al tavolo di fronte [che] se l'era bevuta con l'entusiasmo del fanatico e avrebbe snidato, denunciato e vaporizzato come una furia chiunque avesse» messo in dubbio l'aritmetica di regime (G. Orwell, 1984).


Leggi tutto

comidad: L’attuale biopotere a lezione di nazismo da IBM

comidad

L’attuale biopotere a lezione di nazismo da IBM

di comidad

Il politicamente corretto impone che non si facciano paragoni tra le limitazioni del green pass e lo sterminio degli Ebrei. E infatti il paragone è una pretestuosa forzatura mediatica rispetto alla vera questione storica, e cioè che già il regime nazista aveva trasformato la sanità pubblica in un instrumentum regni onnicomprensivo con effetti intrusivi e “selettivi” estremi. Ad esempio, la biopolitica nazista nella sua propaganda additava i disabili come un peso, un costo, che gravava sulle spalle dei soggetti sani o, quantomeno, curabili. Le attuali misure di apartheid verso i non vaccinati hanno ricevuto la spinta mediatica delle dichiarazioni dei soliti “virologi”, i quali hanno “denunciato” l’insostenibilità per il sistema sanitario della spesa causata dai non vaccinati che contraessero il Covid. Nei confronti dei disabili il regime nazista attuò dapprima pratiche di sterilizzazione (cosa che veniva attuata anche in tanti altri Paesi, addirittura sino agli anni ‘70); poi, a partire dal 1939 vi fu il primo genocidio di massa, operato nei confronti dei malati di mente: circa duecentomila assassinati per mano di medici. Si trattò di uno sterminio perpetrato non in base a motivazioni razziali, bensì sanitarie.


Leggi tutto

Lorenzo Natural, Matteo Sain ed Eleonora Zeper: Rovesciare la paura: in risposta a Pier Aldo Rovatti

chartasporca

Rovesciare la paura: in risposta a Pier Aldo Rovatti

di Lorenzo Natural, Matteo Sain ed Eleonora Zeper

Nell’epoca digitale, gli artisti, le icone dello spettacolo e gli influencer assumono sempre più un ruolo non soltanto di meri catalizzatori di attenzioni e di indirizzamento di mode e tendenze, ma bensì più strettamente politico. A maggior ragione su un tema così iconico e totalizzante come la gestione pandemica e la campagna di vaccinazione, un’immagine, un selfie, un tweet, hanno un potenziale impatto sulla realtà circostante immensamente maggiore di una riflessione, di un approfondimento critico, di un’analisi intellettuale. Il filosofo, invece, appare sempre più relegato a un ruolo marginale: uno stralcio in un programma di secondo piano, qualche libro di media tiratura, una rubrica settimanale su un quotidiano locale.

Eppure, chi scrive sa bene che le parole di un filosofo hanno un peso specifico importante, perché il suo sguardo dovrebbe offrire una prospettiva altra da cui osservare il mondo. È proprio oggi che appare fondamentale tornare a ri-pensare la realtà e la sua esistenza attraverso una sempre più complessa e incessante riflessione teorica.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 3820

2021-07-24 Hits 2592

2021-05-30 Hits 2394

2021-05-25 Hits 2353

2021-07-28 Hits 2344

2021-07-24 Hits 1937

2021-05-29 Hits 1896

2021-07-04 Hits 1870

2021-05-20 Hits 1788

2021-07-17 Hits 1739

tonino

unread,
Aug 14, 2021, 2:04:38 PM8/14/21
to sante gorini

City Strike: Green pass e obbligo vaccinale – Contraddizioni insanabili del capitalismo nella frattura pandemica

citystrike

Green pass e obbligo vaccinale – Contraddizioni insanabili del capitalismo nella frattura pandemica

di City Strike

vanPremessa metodologica

Quella che segue non è la nostra posizione sul dibattito in corso su green pass, vaccini ecc., ma una serie di note sulle contraddizioni che da questo dibattito emergono. Per noi non ha senso inseguire la cronaca quando ogni giorno vengono alla luce novità vere o presunte che spesso rendono il quadro generale incomprensibile. Non ci interessa, quindi, contrapporci con qualcuno, collocarci in qualche schieramento, strizzare l’occhio a chissà quale soggetto.

Quel che ci interessa è provare a fornire elementi di riflessione su come si affrontano le discussioni.

La complessità delle questioni che affronteremo nel testo pensiamo sia nota ai nostri lettori, la possibilità di essere fraintesi è quindi elevata.

Il testo è correlato da note che riteniamo essenziali per comprenderlo e non appesantirne la lettura. Devono perciò essere considerate come parte integrante dell’analisi e chiediamo quindi la pazienza di leggerle.

Al contempo, questo è un testo che trascura diverse questioni sulle quali occorrerebbe un approfondimento che a volte non è alla nostra portata perché mancano dati coerenti su cui fondare l’analisi, mentre in altri casi, non abbiamo le competenze per poterci esprimere.

Tuttavia, quello che leggerete di seguito pensiamo sia riassumibile in poche righe: crediamo nelle risposte collettive alle sfide che ci si presentano. Crediamo che il sistema in cui abbiamo vissuto e in cui viviamo non sia strutturalmente in grado di rispondere ad esse, se non amplificando le fratture sociali interne e verso l’esterno. In queste fratture i rivoluzionari devono intervenire non per inseguire rivolte più o meno estese, ma per sviluppare coscienza di massa dei problemi reali.


Leggi tutto

Luca Bistolfi: Su un capolavoro di F. Engels (La situazione della classe operaia in Inghilterra) e una onesta ricerca sui “morti per disperazione” nell’Amerika di oggi

ilpungolorosso

Su un capolavoro di F. Engels (La situazione della classe operaia in Inghilterra) e una onesta ricerca sui “morti per disperazione” nell’Amerika di oggi

di Luca Bistolfi

“Morti per disperazione”: uno studio e un classico fanno riflettere sul sistema capitalistico. Che non aumenta il benessere, ma esalta disparità e dolore

engels
              giovaneQuesto bell’articolo di L. Bistolfi (che francamente conosciamo poco, o nulla) stabilisce un accostamento interessante tra il massimo capolavoro (forse) di Federico Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra (al 1844), appena ripubblicato da Feltrinelli – un libro da leggere e da rileggere ! -, e un’onesta ricerca di due accademici statunitensi su tre flagelli che imperversano negli Stati Uniti di oggi, e spingono i più disperati, in genere proletari o proletarizzati, verso la morte: l’alcool, la droga, il suicidio.

In tempi come questi, fatti di messaggi brevi, con tempi di lettura minimi e cronometrati (2, 5, 8 minuti), invitare alla lettura di libri e allo studio, ed in particolare allo studio dei nostri classici, è controcorrente. Lo sappiamo bene. E nondimeno invitiamo, incitiamo i frequentatori di questo blog a leggere i libri indispensabili (quello di Engels è tale) e, se si ha tempo, anche quelli utili a comprendere gli implacabili antagonismi del capitalismo.

* * * *

Bisogna elevare un grande plauso alla recente pubblicazione per i tipi di Feltrinelli della Situazione della classe operaia in Inghilterra, l’opera di Engels che lasciò ammirato Marx e che di fatto segnò l’inizio del loro sodalizio umano e politico. Un lavoro denso e preciso edificato sulla stampa e sulle relazioni delle commissioni dell’epoca e sulla diretta osservazione dell’autore, che schiude le porte dell’inferno sulla terra mostrando con spietatezza la realtà dei lavoratori e delle lavoratrici, bambini inclusi, a mezzo dell’Ottocento.


Leggi tutto

Murray Smith, Jonah Butovsky e Josh Watterton: La morbilità capitalista e la crisi globale

blackblog

La morbilità capitalista e la crisi globale

di Murray Smith, Jonah Butovsky e Josh Watterton - [*1]

MurrayLo sconvolgimento sociale del 2020-21 potrebbe segnare una grande svolta nella storia mondiale. L'emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19 e la crisi economica ad essa associata hanno prodotto effetti sociali e politici estremamente dirompenti e di vasta portata. Anche prima dell'inizio della pandemia - va notato - l'economia mondiale era già sull'orlo di una grave recessione, vacillando dopo una prolungata - e notevolmente tiepida - ripresa dalla Grande Recessione del 2008-09. Dopo diversi decenni di crescita lenta, questo era tutto ciò che era in grado di offrire: austerità e persistenti problemi di redditività nella sfera del capitale industriale, dove si producono valore e plusvalore. La recessione è stata poi notevolmente amplificata dai lockdown (totali o parziali) imposti dagli stati nazionali alle industrie, ai servizi pubblici e alle piccole imprese. Come risultato di questo processo, sono stati raggiunti livelli di disoccupazione e contrazione economica che rivaleggiano con quelli visti nella Grande Depressione del 1930.

Come affrontare questa crisi globale "combinata" avvenuta tra il 2020 e il 2021? Con poche eccezioni, le risposte che vengono date dai media aziendali, degli strati manageriali professionali, delle élite politiche e da molti economisti appaiono notevolmente uniformi. Coerentemente con la maggior parte delle valutazioni convenzionali circa i problemi attuali dell'umanità, questo evento viene visto come se fosse un fenomeno naturale: ecco che improvvisamente e «misteriosamente» è apparso un virus stranamente infettivo e subdolo ... Di fronte a questa emergenza, si comincia a fare un gran parlare delle decisioni e delle azioni consapevoli degli individui (professionisti della salute, politici, dirigenti d'azienda e giornalisti dei grandi media) in reazione ad essa. Questo serve a minimizzare il ruolo decisivo giocato da quelle potenti forze strutturali sociali che istigano, sfruttano e determinano la forma e la grandezza della crisi.


Leggi tutto

Sandro Arcais: Strage di Stato

pensieriprov

Strage di Stato

di Sandro Arcais

Quella che segue è una mia presentazione ragionata del libro di Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni, Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19. Un libro che chiaramente vi consiglio di leggere

dsc 0366Il testo e i loro due autori possono essere contestualizzati nell’odierno conflitto che dilania il capitale statunitense, e quindi più latamente occidentale. 

Grosso modo tale conflitto lo possiamo tratteggiare in questo modo: 

– Il capitalismo della manifattura tradizionale (chimica, petrolio, agroindustria, grande distribuzione tradizionale, tabacco, ecc.)

– Il capitalismo della grande finanza, dell’informazione, dei dati, della biotecnologia, dell’high tech, ecc. 

Il primo capitalismo ha aperto e condotto quella lotta di classe per l’egemonia culturale iperliberista che è partita alla fine degli anni Sessanta e ha trionfato in tutto l’Occidente, con sacche di resistenza sempre più flebile, incerta, spaesata e isolata in Europa. Grazie al fenomeno delle fondazioni, questo capitalismo ha imposto l’ideologia neoliberista del libero mercato, del libero movimento dei capitali, della deregolamentazione, della privatizzazione, dello stato minimo, delle tasse minime e del taglio alle tasse dei ricchi, del pareggio di bilancio, dell’austerità, del welfare privato per chi può e del welfare pubblico di sussistenza per i poveri, dell’individuo imprenditore di se stesso, ecc. Questo è il capitale trionfante degli anni Ottanta-Novanta-primi Duemila.[1] 


Leggi tutto

Enrico Monacelli: Cosmotecnica e Tecnodiversità

neronot

Cosmotecnica e Tecnodiversità

Una conversazione con Yuk Hui

di Enrico Monacelli

Schermata del 2021 08 08 21 47 18«They’re making their last film / and they say it’s the best / and you can help make It / it’s called The Death of the West», cantava Douglas P. in una delle sue filastrocche più famose. Dava voce a un senso di fine che ha accompagnato l’Occidente probabilmente dai suoi esordi. Alla convinzione, più o meno fondata a seconda dei rivolgimenti storici, di vivere in un impero in decadenza.

Questa sensazione si è certamente intensificata in questo anno. Un anno putrido, passato respirando a malapena, alienati dalle nostre funzioni primarie e terrorizzati dall’ombra lunga di imperi lontani. Ricordo come un miraggio le mandibole serrate mentre scrivevo un trionfalistico j’accuse contro Giorgio Agamben all’inizio del primo lockdown, proprio per queste pagine. Rileggendolo alla luce dell’angoscia provata in questi mesi, era chiaramente una richiesta d’aiuto di un buono a nulla davanti alle macerie che gli rotolano contro.

Uno dei pochi antidoti davanti all’idea che tutto stia finendo, almeno per me, è stato leggere Yuk Hui, attento studioso della tecnica e della Cina, del passato della nostra specie e del suo avvenire. Hui è un vero esorcista dei nostri toni apocalittici e uno dei pensatori più affascinanti e intransigenti che ci restano. Qui abbiamo fatto quattro chiacchiere sul suo libro, recentemente tradotto in italiano, Cosmotecnica.

* * * *

Enrico Monacelli: L’edizione italiana del tuo libro, The Question Concerning Technology in China, riporta in copertina una parola strana, specialmente per chi non ha familiarità con il tuo lavoro: Cosmotecnica.


Leggi tutto

Navdanja Italia: Le multinazionali rafforzano il controllo sulla nostra dieta

antropocene

Le multinazionali rafforzano il controllo sulla nostra dieta

di Navdanja Italia

unfss horizontal ok 900x506Il Forum delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari (Unfss) non offre il cambiamento di paradigma che sarebbe così urgentemente necessario per raggiungere la sovranità alimentare, la resilienza climatica e un sistema alimentare più equo. Al contrario, mantiene la stessa struttura di potere e comporta un’ulteriore colonizzazione dei cibi e delle diete locali. Il vertice si sta rivelando come l’ennesimo strumento per rafforzare il controllo su cibo e agricoltura da parte delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari, mentre il ruolo della società civile nella governance alimentare globale risulta estremamente limitato.

Le multinazionali stanno usando il summit per convincerci che le loro soluzioni saranno sufficienti e abbastanza ecologiche, in modo da poter mantenere intatto l’attuale sistema di interessi: il sistema non può essere cambiato, gli interessi privati non devono essere minati ma, al contrario, devono essere sostenuti da fondi pubblici. Trincerandosi dietro il linguaggio della necessità di un cambiamento nelle abitudini alimentari globali, le multinazionali hanno “dirottato” l’Unfss per imporre alimenti artificiali industriali e ultra-processati e una più profonda industrializzazione del sistema alimentare. Il modello dei sistemi alimentari industriali indicato dall’Unfss ci porta ulteriormente avanti sulla strada del collasso dei sistemi planetari, della nostra salute, delle nostre economie e della nostra democrazia.


2021-06-22 Hits 3906

2021-07-24 Hits 2655

2021-07-28 Hits 2434

2021-05-30 Hits 2419

2021-05-25 Hits 2371

2021-07-24 Hits 1959

2021-05-29 Hits 1913

2021-07-04 Hits 1910

2021-05-20 Hits 1807

2021-07-26 Hits 1768

tonino

unread,
Aug 17, 2021, 2:06:44 AM8/17/21
to sante gorini

Alessia Diana: Green Pass: la guerra tra poveri che distrae dalle falle di uno Stato

lafionda

Green Pass: la guerra tra poveri che distrae dalle falle di uno Stato

di Alessia Diana

onda maniUn tampone negativo, un certificato di guarigione o l’essersi fatti somministrare la seconda dose di uno dei quattro vaccini a disposizione: saranno questi, a giorni, i criteri secondo cui si deciderà chi potrà tornare a vivere una vita quanto più vicina possibile a quella condotta prima del marzo 2020. L’introduzione dell’obbligo di possedere la Certificazione Verde per accedere a gran parte delle attività e manifestazioni che caratterizzano l’antica socialità ormai è una realtà tanto imminente quanto poco chiare sono le informazioni su come l’essenzialità del nuovo lasciapassare si estenderà di qui a pochi mesi. In un momento di fortissima instabilità economica e sociale, un provvedimento del genere, già di per sé terreno florido per lunghe discussioni di carattere giuridico, sanitario e politico è stato accolto, come prevedibile, in maniera assolutamente non uniforme.

Se c’è infatti chi ha reagito alla decisione del governo in modo favorevole, non sono mancate violente proteste. Non prevedere la possibilità di una reazione del genere da parte di una cittadinanza che nell’ultimo anno e mezzo ha vissuto un clima di tensione che non si sperimentava da decenni sarebbe equivalso, del resto, a sperare in un’utopia. Dopo quasi diciotto mesi da quando parole e concetti come quello di quarantena, di saturazione degli ospedali e di fasce di colore per le restrizioni sono entrate a far parte del quotidiano, la tensione ha trovato una nuova e ben più pericolosa valvola di sfogo.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: O’Connor: tra Marx e Polanyi per unire "rosso" e "verde"

bollettinoculturale

O’Connor: tra Marx e Polanyi per unire "rosso" e "verde"

di Bollettino Culturale

41mDBCnA4sL. SX330 BO1204203200 Con l'articolo intitolato “Capitalism, Nature and Socialism. A Theoretical Introduction”, pubblicato nel 1988 nel primo numero della rivista “Capitalism, Nature, Socialism” e che potete leggere in italiano nel libro “La seconda contraddizione del capitalismo. Introduzione a una teoria e storia dell’ecologia” edito da Ombre Corte e con un’ottima introduzione di Jacopo Nicola Bergamo e Emanuele Leonardi, James O'Connor presenta per la prima volta la sua teoria della “seconda contraddizione del capitalismo”, considerata fino ad oggi da numerosi analisti come una delle tappe più importanti nel tentativo di elaborare un marxismo sensibile alle tematiche dell’ambientalismo. O'Connor specificherà ulteriormente la sua proposta teorica ed empirica nella raccolta di testi che compongono il libro “Natural Causes: Essays in Ecological Marxism” pubblicato dieci anni dopo, nel 1998.

A differenza di John Bellamy Foster che vede Marx come un pioniere dell'ecologia, James O'Connor sostiene che nell'opera di Marx manca un'analisi del legame tra capitalismo ed ecologia, non venendo considerata l'ormai onnipresente distruzione ambientale nella sua teoria dell'accumulazione capitalista e nel suo progetto politico di socialismo. Con la teoria eco-marxista della "seconda contraddizione", O'Connor cerca di risolvere ciò che identifica come un buco del pensiero marxiano. Afferma che un'analisi completa e adeguata del capitalismo non può essere soddisfacente se non include i sistemi naturali e il loro ruolo specifico nella produzione di valore e plusvalore, nonché nell'accumulazione di capitale. Inoltre, l'autore si propone di costruire una “teoria generale” che tenga conto dei legami tra: l'accumulazione di capitale, le tendenze del capitalismo a vivere crisi economiche ed "ecologiche" e i movimenti e le lotte sociali.


Leggi tutto

Jacopo Simonetta: Al clima! al clima! E poi?

apocalottimismo

Al clima! al clima! E poi?

di Jacopo Simonetta

 

Clima: mentre alluvioni ed uragani devastano mezzo mondo e gli incendi l’altro mezzo, è uscito il sesto rapporto dell’IPCC e prontamente si sono formati i consueti due “partiti”. Da un lato una maggioranza che lo ha ignorato o quasi; dall’altra una minoranza di soggetti che hanno gridato che “bisogna agire subito per evitare il disastro”. E poi?

 

Un poco di storia

Per prima cosa, chiediamoci quanto ci sia di nuovo in questo rapporto. Tanto per farsi un’idea, questa è una carrellata non esaustiva di punti nodali nell’evoluzione della scienza del clima e del suo molto graduale sfociare in “grida di allarme” sempre più acute e, ciò nondimeno, inutili. Almeno finora, il futuro rimane “in grembo a Zeus”.

1824: Jean Baptiste Joseph Fourier scopre lo “Effetto Serra”.

1896: Svante Arrhenius calcola che la combustione industriale del carbone provocherà un’alterazione della composizione dell’atmosfera ed un conseguente riscaldamento del clima, ma non si accorge che il fenomeno è già iniziato.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: Vaccini, segreto per dieci anni

ilsimplicissimus

Vaccini, segreto per dieci anni

di ilsimplicissimus

Due settimane fa per uno di quegli eventi caotici che non sono prevedibili, uno dei “contratti – tipo” della Pfizer è saltato fuori sul sito del governo albanese, nonostante esso dovesse rimanere segreto. Non appena i responsabili si sono accorti del clamoroso errore, il documento è stato tolto, ma non in tempo per evitare che venissero conservate le immagini e che dunque si abbia una base certa per poter accusare i governi di essersi prestati sostanzialmente a una mistificazione inquietante. La lettura infatti di questo contratto che è identico per tutti i Paesi salvo che per il prezzo, fa rizzare i capelli. Intanto perché la premessa è che : L’Acquirente riconosce […] che gli effetti a lungo termine e l’efficacia del vaccino non sono attualmente noti e che potrebbero esserci effetti negativi del vaccino che attualmente non sono noti” ( vedi qui con tutti i limk del caso) , dunque i tentativi di imporre i vaccini da parte dei governi occidentali sono fondati sul nulla dal punto di vista sanitario, sono di fatto illegali per molte giurisdizioni ed esprimono palesemente la volontà di arrivare regimi costruito sul controllo e sull’autoritarismo. Ma vediamo alcune clausole che dovrebbero aprire gli occhi anche ai più renitenti alla realtà:


Leggi tutto

Piccole Note: Tokyo: i Giochi che hanno vinto la Paura

piccolenote

Tokyo: i Giochi che hanno vinto la Paura

di Piccole Note

Le Olimpiadi di Tokyo sono state forse le più importanti della storia. Ciò perché oggettivamente, e al di là della loro natura, hanno assurto un ruolo geopolitico di primaria rilevanza globale,

L’intreccio tra geopolitica e Olimpiadi non è nuovo. C’è da sempre, in era moderna. Basti pensare alla Guerra Fredda e alla sfida che essa determinava, all’interno dei Giochi, tre Stati Uniti e Russia, riflettendo, in questo ristretto ambito, quanto avveniva nel mondo. Una contesa che, non a caso, oggi si ripete tra Cina e Stati Uniti, gli antagonisti globali del momento.

 

Cancellare le Olimpiadi

Ma non è stata la disfida globale tra Pechino e Washington, pure esistente, a conferire nuova valenza geopolitica ai Giochi di Tokyo, quanto il momentun pandemico, che certo potere vuole imporre al mondo come provvisoriamente definitivo, e che, in combinato disposto col momentum green e altro , connoterebbe la Fine della storia, da tempo annunciata dai suoi profeti e sempre sfuggente a causa di imprevisti.


Leggi tutto

Guido Viale: Crisi climatica e ambientale, il diseducatore globale

pressenza

Crisi climatica e ambientale, il diseducatore globale

di Guido Viale

L’IPCC, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, scrive nero su bianco che la crisi climatica ha ormai reso irreversibili diversi processi di deterioramento dell’ambiente e che restano pochi anni per impedire che altri, ben più gravi, vi si aggiungano. Sono cose che in gran parte si sapevano o si potevano sapere da anni: Greta Thunberg, che i lavori dell’IPCC li segue con attenzione, non ha fatto che ripeterle in tutte le riunioni del mondo a cui è stata invitata.

I giornalisti a cui sono stati assegnati i servizi sul tema hanno reagito scrivendo: “lo si sa da 30 o 40 anni”. A seconda del grado di complicità che sono disposti a riconoscersi, hanno chiesto perché “non ci hanno pensato”, “non ci avete pensato”, “non ci abbiamo pensato” quando si era ancora in tempo per evitarlo? Loro, peraltro, si sono occupati e continueranno a occuparsi di altro: PIL, crescita, investimenti, consumi, politica, lavoro, sport, gossip, ecc. Non c’è niente di male, ovviamente, ma senza mai chiedersi che rapporto c’era tra l’oggetto delle loro attenzioni e la sofferenza a cui veniva sottoposta la Terra, l’evoluzione del clima, il degrado della vivibilità sul pianeta che abitano.


Leggi tutto

Wolf Bukowski: L’arte di governare nel torbido. Due ipotesi su Green Pass e (assenza di) obbligo vaccinale

giap3

L’arte di governare nel torbido. Due ipotesi su Green Pass e (assenza di) obbligo vaccinale

di Wolf Bukowski*

scapegoat 1 768x651Se «non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore», dice Mario Draghi. Dunque per lui chi non si vaccina non è semplicemente un untore, ma un assassino.

Ora, secondo ogni logica, se il capo dell’esecutivo ha notizia che ci siano degli assassini in giro, deve ordinare ai birri di metterli in ceppi. Fuori dalla metafora odiosa a cui il primo ministro ci costringe, è chiaro che a un tale livello di allarme – che i governanti vi credano o meno non è dirimente – dovrebbe conseguire un obbligo vaccinale generalizzato, con esenzioni esclusivamente di ordine medico. Le note che seguono sono per spiegarmi perché ciò non avvenga.

Vorrei però in premessa fosse chiaro, anche a chi ha il vizio di leggere in fretta o di travisare a favor di social, che non sto auspicando l’obbligo vaccinale. In generale non lo auspicherei in nessun caso, e anzi ritengo siano le forzature in tal senso a generare diffidenza e sospetti. Quello dell’obbligatorietà rimane però un argomento sensato da dibattere; ciò che invece è sciocco negare è che esista uno specifico dei vaccini, perché i loro eventuali effetti collaterali colpiscono una persona che non ha contratto la malattia, e che magari non l’avrebbe mai contratta in vita sua. Ogni paragone da twitter con i farmaci – «Anche i farmaci che prendi potrebbero avere effetti a lungo termine che non conosci!» – è destituito di ogni fondamento, perché i farmaci curano, bene o male, e spesso con effetti collaterali, patologie già insorte; quindi il bilancio tra costi e benefici di un farmaco si fa sul corpo della stessa persona.


Leggi tutto

Leo Essen: Marx e Masoch

coku

Marx e Masoch

di Leo Essen

capraI

Nel capitolo XXIV – il penultimo – del primo libro del Capitale Marx parla della (cosiddetta) accumulazione originaria e dice che, visto che l’accumulazione del capitale presuppone il plusvalore e il plusvalore presuppone la produzione capitalistica, ma questa a sua volta presuppone la presenza di masse considerevoli di capitale e forza lavoro nelle mani di produttori di merci; visto tutto ciò, dice, questo movimento sembra aggirarsi in un circolo vizioso, dal quale gli economisti (Marx cita Adam Smith) escono soltanto immaginando un’accumulazione «originaria» - Smith la chiama appunto «previous accumulation»; una (cosiddetta) accumulazione originaria, dice, precedente l’accumulazione capitalistica, e che non sia il risultato del modo di produzione capitalistico, ma il suo punto di partenza.

Nell’economia politica, dice Marx, questa accumulazione originaria ha suppergiù la stessa parte che in teologia ha il peccato originale: Adamo dette un morso alla mela e così il peccato piombò sul genere umano. Se ne spiega l’origine, dice Marx, narrandola come un aneddoto – come un mito.

Per l’economia politica il punto di ingresso nella storia non ha storia.

L’economia politica distende il circolo in una linea retta. Ora tutto si svolge in modo naturale. Solo che, non potendo il capitalismo essere uscito dalle mani di un capitalista, si deve far retrocedere la sua nascita ad un tempo mitico, naturale, eterno, e far sbucare il capitalismo da un presunto stato di innocenza.


Leggi tutto

Giampiero Marano: La vischiosa dittatura del Bene

appelloalpopolo2

La vischiosa dittatura del Bene

di Giampiero Marano

Contro l’impegno di Walter Siti (Rizzoli, 2021) è un brillante pamphlet orientato in un senso dichiaratamente ostile alla (riporto le parole stesse dell’autore) “triade di autoritarismo/sovranismo/maschilismo in cui si riflette quel che è stato chiamato il ‘fascismo eterno’”.

Le radicate convinzioni liberal-progressiste di Siti non gli impediscono, tuttavia, di denunciare la pericolosa deriva a cui si espongono giocoforza la letteratura, e la cultura in generale, nel momento stesso in cui scelgono di abbracciare istanze di natura moralistica e pedagogica, nella fattispecie quelle ispirate ai dogmi del politicamente corretto. L’autore ricorda, a titolo di esempio, la clamorosa decisione del regista Leo Muscato che, nell’edizione del 2018 del Maggio fiorentino, cambia il finale della Carmen perché contiene un incitamento al femminicidio. Siti scrive (giustamente, e in fondo costringendosi a dire un’ovvietà) che “riconoscere le ingiustizie della Storia non può voler dire perdere la capacità di distinguere il bello dal brutto, né rovesciare sul testo i peccati dell’autore”.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: Il virus ribaltato, made in Usa, ma con marchio cinese?

ilsimplicissimus

Il virus ribaltato, made in Usa, ma con marchio cinese?

di ilsimplicissimus

Probabilmente molti di noi hanno già intuito che fin dall’inizio si è girato attorno alla Cina, tenendola come capro espiatorio di riserva qualora il piano pandemico messo in piedi dai poteri grigi avesse conosciuto qualche intoppo o peggio ancora fosse stato scoperto in qualche sua parte. Con circa trenta laboratori per la guerra biologica sparsi su tutto il pianeta, ma soprattutto ai confini della Russia e della Cina, nonostante l’uso di infezioni in varie guerre a cominciare da quella di Corea ( vedi Pandemia e guerra biologica ), l’introduzione della peste suina nel 1971 e della febbre dengue nel 1983 a Cuba, le sperimentazioni a danno degli stessi stessi cittadini americani nella metropolitana di New York e i numerosi incidenti sparsi poi soffocati dalla diplomazia, nonostante il fatto che le manipolazioni dei coronavirus fossero l’occupazione principale del dottor Fauci e dei suoi finanziatori, noi dovremmo credere che siano stati quei guerrafondai dei cinesi a creare il virus, magari per dare una martellata alla propria economia.


Leggi tutto

Sandro Arcais: Come creare, gestire e sfruttare un’emergenza pandemica

pensieriprov

Come creare, gestire e sfruttare un’emergenza pandemica

di Sandro Arcais

Ciò che segue è frutto della fervida fantasia dell’autore

Rispondendo alla Sua richiesta, Le inviamo i nostri consigli su come creare le condizioni giuste e sugli strumenti più adatti per imporre alla popolazione che Lei governa un vaccino di nuova concezione che a tutta prima potrebbe incontrare diffuse resistenze e diffidenza. Abbiamo diviso i consigli in azioni distinte organizzate più o meno in ordine cronologico.

Nell’augurarci di esserLe stati utili nella sua importante impresa, Le inviamo i nostri più sinceri saluti.

Di.P.O.S.A. – Dirty Psycho Operations Secret Agency

* * * *

Come creare, gestire e sfruttare un’emergenza pandemica e imporre un vaccino sperimentale a una popolazione tendenzialmente in maggioranza restia e diffidente

Documento riservato


Leggi tutto

Mauro Armanino: L’ albero dell’indipendenza di sabbia

sinistra

L’ albero dell’indipendenza di sabbia

di Mauro Armanino

Niamey, 1 agosto 2021. Era il 3 agosto del 1960, l’anno delle indipendenze di una buona parte dei Paesi dell’Africa subsahariana, che il Niger proclamò la sua indipendenza dalla ‘protezione’ coloniale francese. La proclamazione della repubblica autonoma in seno della Communità Francofona fu il 18 dicembre del 1958. Per la circostanza, si è affermata l’usanza di piantare un albero, l’albero dell’Indipendenza. La celebrazione della festa dell’Indipendenza e quella degli alberi si congiungono come per dare radici alle promesse di cui questo avvenimento era fautore. Il Niger si era aggiunto ai Paesi africani che avevano già dichiarato l’Indipendenza. La nostra è appesa ad un albero piantato il giorno dell’ Indipendenza di sabbia.

Di questo, senz’altro senza immaginarlo, parlava, nel discorso ufficiale il giorno dell’Indipendenza, il primo presidente del paese, Diori Hamani, il 3 agosto del 1960

’In questo importante momento della nostra storia, c’è un sentimento di profonda fierezza che riempie il cuore degli uomini e delle donne del Niger. Affermo che questa fierezza è legittima, perchè affonda le sue radici nella sacra dignità della persona umana, nel suo bisogno di liberà e nel suo desiderio di pace e di fraternità’


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4099

2021-07-24 Hits 2765

2021-07-28 Hits 2563

2021-05-30 Hits 2454

2021-05-25 Hits 2414

2021-07-24 Hits 1997

2021-07-04 Hits 1947

2021-05-29 Hits 1934

2021-07-26 Hits 1837

2021-05-20 Hits 1835

tonino

unread,
Aug 19, 2021, 2:09:06 PM8/19/21
to sante gorini

James Martel - Emanuele E. Pelilli: Come interrompere una dialettica

archeologiafil

Come interrompere una dialettica

Benjamin, Jesi e la rivolta contro il tempo

di James Martel - Emanuele E. Pelilli

Introduzione

emanu.001La categoria di dialettica è allo stesso tempo quasi invisibile e profondamente pervasiva[1]. Mentre comunemente viene considerata come proveniente da sinistra, essendo associata alla teoria dell’hegelismo di sinistra e poi al marxismo, allo stesso modo è stata utilizzata anche dall’hegelismo di destra e conservatore. La teoria dialettica è soprattutto una modalità di abitare il tempo, una specie di struttura costruita per il progresso del tempo che, pur non portando sempre a istanze teleologiche (a seconda di come viene concettualizzata), permette attraverso un certo grado di presupposizione, di influenzare ciò che viene dopo. È, in un certo senso, un modo di proiettare il presente, o almeno parte del presente, nel futuro (o a volte anche nel passato), un modo di spiegare il futuro con termini che sono attualmente disponibili e di costruire, soprattutto, una forte relazione tra causa ed effetto che in un certo senso garantisce che almeno alcuni aspetti del presente saranno conservati nei – e attraverso – i processi distruttivi che il pensiero dialettico tende a concettualizzare e produrre.

Ci sono svariate ragioni per apprezzare il pensiero dialettico per il modo in cui funziona da narrazione del tempo più ricca e profonda di un vuoto progressismo liberale, che afferma semplicemente che il passaggio omogeneo del tempo stesso è tutto ciò che è necessario perché la storia proceda. La teoria dialettica riconosce cioè la natura antagonista del tempo storico. È anche in sintonia con il modo in cui la materialità e l’oggettività – almeno in certa versione, particolarmente quella marxista – gioca un ruolo in questo antagonismo, aggiungendo un elemento che non dipende interamente dagli attori umani che sono coinvolti nei suoi ritmi.


Leggi tutto

Sara Gandini: Incredibile! C'è luce a sinistra!

saragandini

Incredibile! C'è luce a sinistra!

di Sara Gandini

3 2Avrei potuto scriverli io questi 14 punti, fin dall'inizio della pandemia. E qualcosa ho fatto, tanto da essere tacciata da personaggi che si definiscono di sinistra (per quel poco che questa parola oramai significa) e dal mondo femminista di essere pro-confindustria

Che a distanza di un anno e mezzo qualche riflessione in più ora si possa fare?

Io continuo a sperare.

Il seguente testo è di Mike Haynes e secondo me vale la pena di leggerlo attentamente perché non rinuncia a pensare tenendo conto della mia amata medicina che si basa sulle evidenze scientifiche (Evidence Based Medicine) in ambito di salute pubblica.

Come lui sono convinta che le scelte fatte durante la pandemia siano state prese su criteri ben lontani da quelli che si radicano sulla EBM e che questo non abbia fatto bene al paese a nessun livello. E a distanza di un anno e mezzo dall'inizio della pandemia è ancora così (scusate per la brutta traduzione).

* * * *

Covid-19 e la sinistra in 14 punti

di Mike Haynes

Faccio parte di quello che Owen Jones ha definito "il meraviglioso e strano mondo estremamente di nicchia degli scettici sul lockdown di sinistra". Non credo che Bill Gates sia al centro di una cospirazione globale né seguo Piers Corbyn. La mia nicchia è quella di pensare che abbiamo bisogno di una seria analisi socialista di quello che sta succedendo.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Tecnocrazia e ragione liberale: una riflessione preliminare

filosofiaecosapubblica

Tecnocrazia e ragione liberale: una riflessione preliminare

di Andrea Zhok

Leggendo alcune riflessioni di amici sullo stato delle cose presenti mi è capitato di incontrare un’osservazione che mi ha messo a disagio. Non di rado vi ho ritrovato un’associazione tra la contestazione al “Green Pass” e quella al “riscaldamento globale”. Il nesso prende spesso la forma (lo riassumo rozzamente) di una doppia critica:

1) i temi in questione sono grandi catalizzatori dell’attenzione pubblica, ma sono soprattutto distrattori rispetto alle questioni economiche fondamentali (es.: l’implementazione attuale del PNRR);

2) la critica all’interventismo statale rispetto a questi grandi problemi è una critica antirazionalista e libertaria, e per questo ottiene il plauso della destra più becera.

Queste due obiezioni mi colpiscono molto soprattutto perché sono obiezioni che, su altre questioni, ho sollevato spesso io stesso, e sulla cui logica di fondo concordo.

Concordo in particolare sul rischio che posizioni critiche, come quelle avverse al Green Pass, possano essere strumentalizzate da irrazionalisti e libertari anarcocapitalisti – cioè da chi ritiene che la scienza sia un mero costrutto ideologico e/o che ritiene che l’intervento dello stato sia di per sé oppressivo. Questi in effetti sono soggetti che sul piano filosofico e politico considero avversari irredimibili.


Leggi tutto

Ariel Gold: Non possiamo combattere la crisi climatica senza combattere il complesso militare-industriale

antropocene

Non possiamo combattere la crisi climatica senza combattere il complesso militare-industriale

di Ariel Gold

Se vogliamo davvero fermare l'imminente disastro climatico, non abbiamo altra scelta che tenere radicalmente a freno uno dei peggiori inquinatori del mondo: l'esercito americano

Un rapporto del United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) pubblicato questa settimana ha confermato la terribile situazione che da tempo temiamo per il nostro pianeta: a causa della mancata azione da parte di tutti i paesi per evitare il peggioramento delle condizioni climatiche, è ormai certo che il riscaldamento globale e le sue estreme conseguenze meteorologiche si intensificheranno nei prossimi trent'anni. È un " codice rosso" per l'umanità, ha detto il segretario generale dell'Onu António Guterres rispondendo al rapporto.

È difficile sopravvalutare l'entità della crisi climatica. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, i prossimi trent'anni vedranno quasi certamente un miliardo di persone in tutto il mondo sottoposte a ondate di calore potenzialmente letali. Centinaia di milioni di persone saranno colpite da gravi siccità. Il futuro non sarà ancora peggiore solo se l'aumento della temperatura verrà limitato a 1,5°.


Leggi tutto

Domenico Moro: Monte dei Paschi, una acquisizione finanziata dallo Stato

lordinenuovo

Monte dei Paschi, una acquisizione finanziata dallo Stato

di Domenico Moro

Unicredit ha recentemente manifestato l’intenzione di acquisire il Monte dei Paschi di Siena (MPS) dallo Stato, che ne detiene la quota di maggioranza. L’acquisizione-privatizzazione dovrebbe essere finalizzata a settembre, se tutto andrà secondo i desiderata di Unicredit. Si tratta di una notizia importante per molte ragioni, se non altro perché riguarda l’assetto complessivo del sistema bancario. L’operazione è di grande rilievo, dal momento che coinvolge Unicredit e MPS, rispettivamente la seconda banca e la quarta banca italiane. Da tempo, infatti, si è manifestata da parte dei centri economici dominanti in Italia e della Banca d’Italia l’intenzione di procedere ad una nuova tornata di centralizzazioni nel settore bancario attraverso l’incentivo statale nei confronti di fusioni e acquisizioni. La nomina di Draghi a Presidente del Consiglio ha, fra le sue motivazioni, oltre a quelle relative alla conferma dell’adesione italiana alla Ue e alla Nato, anche quella di portare a compimento tale processo di centralizzazione.


Leggi tutto

Michelangelo Severgnini: Gino Strada: non mi unisco al coro, la politica diventa marketing

lantidiplomatico

Gino Strada: non mi unisco al coro, la politica diventa marketing

di Michelangelo Severgnini

Non mi unisco agli epitaffi e ai panegirici in via di stesura e pronunciamento in queste ore che seguono la morte di Gino Strada.

Non mi riferisco a quelli che i media liberali tributeranno a caldo ad un personaggio discusso, gli “osanna” di rito sollevati per l’occasione, utili a metterne in secondo piano semmai i tratti scomodi.

Mi riferisco a coloro che, riconoscendo in lui un uomo coraggioso, lo trasformeranno ipso facto in un pensatore rivoluzionario.

Gino Strada è stato una persona coraggiosa, una persona con uno spessore umano raro e necessario, una persona giusta, probabilmente. Una persona buona.

Tuttavia lo spirito umanitario della sua azione, portata avanti dall’associazione Emergency da lui fondata, ha forse involontariamente creato le basi per l’assuefazione eurocentrica ai conflitti mondiali.


Leggi tutto

F. B.: "Libertà individuali" vs "dittatura sanitaria"?

sinistra

"Libertà individuali" vs "dittatura sanitaria"?

di F. B.

Penso si possa affermare, senza tema di smentita, che un po’ ovunque la gestione della pandemia da parte degli stati sia stata caratterizzata da incoerenze, ritardi e limiti di ogni sorta. Tali limiti, oltre che a una cronica carenza di risorse (leggi: i tagli degli ultimi trenta/quarant'anni alla spesa pubblica in generale, e ai budget sanitari in particolare – tendenza che l'attuale situazione economica, che segue peraltro un quindicennio caratterizzato da un’accumulazione piuttosto lenta, non permetterebbe in ogni caso di invertire), sono ascrivibili anche e soprattutto alla necessità, per la classe dei capitalisti e per le sue rappresentanze politiche, di contemperare i propri interessi immediati nel breve e brevissimo periodo (garantire quanto più possibile la libertà di produrre, consumare e spostarsi, essenziali per la valorizzazione del capitale) con la necessità di prevenire, nel medio periodo, nuove chiusure e un ulteriore arresto dell'economia mondiale (che, com'è noto, nel 2020 ha visto cadere il PIL dei paesi dell'area OCSE, complessivamente di quasi il 4,9%, con un crollo in Italia dell'8,9%). Senza con ciò dimenticare lo scontro tra interessi capitalistici grandi e piccoli, che influisce non poco sulla medesima gestione.


Leggi tutto

Friedrich Engels: La trappola dell'Afghanistan, 160 anni fa

sinistra

La trappola dell'Afghanistan, 180 anni fa

Uno scritto di Friedrich Engels

a cura di Eros Barone

la battaglia di kandahar d88hw2«Non è affatto una bizzarria pubblicare questo testo di Friedrich Engels sull'Afghanistan, scritto nell'estate del 1857 per la New American Cyclopœdia.» Così Valentino Parlato presentava tale testo in un suo articolo di dieci anni fa. E proseguiva dichiarando di essere convinto che sull'Afghanistan dominasse ancora una clamorosa ignoranza della sua storia e della sua geografia. Giova allora ricordare che dopo il disastroso intervento militare sovietico nel paese, un prestigioso generale dell'Urss ebbe a dire: «Se avessimo letto Engels, mai e poi mai ci saremmo imbarcati in questa avventura».

Sarebbe stato opportuno consigliare la lettura di questo scritto del “Generale” a tutti quelli che, nel corso di questi ultimi 180 anni, hanno voluto intervenire in Afghanistan, ma è noto che la storia è una maestra severa quanto inascoltata. Del resto, in Afghanistan dai tempi di Engels a oggi assai poco è cambiato: l'unico cambiamento rilevante è la diffusione della coltura del papavero da oppio, di cui oggi l'Afghanistan è il maggior produttore mondiale, mentre i maggiori importatori sono i paesi dell’Occidente capitalistico, ‘in primis’ gli Stati Uniti. Sennonché la lettura dello scritto engelsiano sarebbe stata utile ed istruttiva, al netto del livello culturale ed intellettuale dell’attuale responsabile della Farnesina, anche per gli altri responsabili del governo italiano.

* * * *

Afghanistan: vasto paese dell'Asia, a nord-ovest dell'India. In una direzione si estende tra la Persia e le Indie, nell'altra tra l'Hindukush e l'Oceano Indiano. In passato comprendeva le province persiane del Khorasan e del Kohistan, oltre che le regioni di Herat, Belucistan, Kashmir, Sind e una considerevole porzione del Punjab.


Leggi tutto

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: No al green pass: inefficace contro il virus, utile solo a distrarre, dividere e reprimere i lavoratori

ilpungolorosso

No al green pass: inefficace contro il virus, utile solo a distrarre, dividere e reprimere i lavoratori

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

capitalism kills workers rise up smallCome mesi fa siamo stati contrari al decreto Draghi che ha stabilito l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, e abbiamo difeso gli infermieri che si sono opposti ad esso; così ora siamo contro il green pass in quanto strumento di propaganda inefficace nel contrasto del Covid-19, e utile soltanto a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica e a scaricare sui singoli (in primo luogo sui proletari scettici sul vaccino, spaventati, disinformati o più semplicemente impossibilitati a vaccinarsi) la responsabilità e i costi in termini repressivi dei disastri prodotti da stato e padroni, prima e durante la fase pandemica. Disastri che sono indissolubilmente connessi al modo di produzione capitalistico, al caotico aggrovigliarsi delle sue contraddizioni e alla sua natura devastatrice e predatoria, fondata sulla massimizzazione dei profitti a discapito di qualsiasi tutela della collettività, ivi compresa la salute e la vita dei lavoratori e, con essi, dell’intera specie umana.

La pandemia/sindemia da covid-19 è infatti il prodotto di una serie di fattori predisponenti tutti riconducibili ai meccanismi del capitalismo, e per questa ragione ci siamo fin dall’inizio battuti per metterne in luce le cause (ciò di cui pressoché nessuno si occupa), e per sostenere l’auto-difesa della propria salute da parte dei lavoratori.

In coerenza con questo inquadramento della pandemia, dal febbraio 2020 ci siamo battuti contro padroni e padroncini, proprietari e direttori di case di cura in testa che, mettendo il profitto al di sopra della salute e della vita delle persone, volevano tenere tutto aperto, una pretesa che ha provocato migliaia e migliaia di morti – bestia chi non li vede, o li mette tra parentesi.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Su Green Pass e libertà di stampa

andreazhok

Su Green Pass e libertà di stampa

di Andrea Zhok

La presente nota tocca due questioni: l’operazione di politica tecnocratica prodotta con l’introduzione del Green Pass e lo stato della libertà di stampa nel nostro paese.

La seconda parte del testo riporta un articolo che mi è stato chiesto in data 30 luglio 2021 dalla “Stampa” di Torino e che non è mai uscito.

La prima parte è invece la semplice cronaca di ciò che è avvenuto dal 30 luglio ad oggi, e a mio avviso spiega molte cose senza bisogno di commenti addizionali.

* * * *

In data 30 luglio sono stato contattato da una giornalista della “Stampa” (chiamiamola “A”), chiedendomi la disponibilità a scrivere un pezzo sul Green Pass.

Ho accettato volentieri, perché nonostante la continua emorragia di lettori, la carta stampata rimane un veicolo importante di accreditamento delle opinioni.

Alla mattina di sabato 31 luglio ho ricevuto conferma della tempistica e dell’estensione dell’articolo: 70 righe per 60 caratteri da consegnare possibilmente in giornata.


Leggi tutto

Pierluigi Fagan: Torsioni adattive

pierluigifaganfacebook

Torsioni adattive

di Pierluigi Fagan

Avrete letto del Rapporto IPCC, ma quello uscito è solo un terzo del lavoro complessivo, è quello generale, la fotografia del problema. Seguirà un maggior dettaglio sui numerosi impatti che la transizione climatica avrà sulla vita umana ed infine, la parte finale sui rimedi da porre almeno a grandi linee. Naturalmente questo è la parte più politica e più delicata, ma uscirà a primavera 2022. Pare si stia discutendo e ovviamente litigando, parola per parola, sulla redazione di questa terza parte.

Così, un gruppo anonimo di scienziati, ha fatto trapelare parti della bozza originale, quella ancora più vicina alle inferenze logiche pulite dal conflitto di interessi, prima che le ingerenze da conflitto di interessi (politici, geopolitici, economici) ne modifichino ed annacquino la sostanza.

E la sostanza è presto detta: chi si illude di gestire il problema producendo meglio non ha capito o non vuol capire la sostanza del problema. La sostanza del problema è che bisogna produrre certo meglio, ma soprattutto meno, molto meno e pure in fretta.


Leggi tutto

comidad: Il mega-affare delle app di certificazione sanitaria

comidad

Il mega-affare delle app di certificazione sanitaria

di comidad

La finta opposizione della Lega al Green Pass non è stata affatto irrilevante; anzi, ha svolto l’importante funzione di aggregare una gran parte dell'opinione di “sinistra” attorno alla formula “stai col green pass, così fai dispetto a Salvini”. Anche nell’epoca dei cosiddetti “tecnici”, la politica, pur nei suoi aspetti più spettacolari e faziosi, ha continuato a svolgere un ruolo determinante.

La stessa penetrazione della lobby del digitale nella Pubblica Amministrazione è stata storicamente favorita e sostenuta da governi politici. Sul suo sito la multinazionale IBM esibisce con orgoglio l'elenco delle iniziative che le hanno consentito sin dagli anni ’90 di “formare” i pubblici dirigenti, compresi i dirigenti scolastici. Gli insegnanti che avevano avuto la vaga impressione che i loro presidi si fossero improvvisamente “nazistizzati”, non si sbagliavano affatto.

Nel 2009 il ministro della Pubblica Amministrazione era lo stesso di adesso: Renato Brunetta. In quell’anno Brunetta firmò con IBM un protocollo di intesa che era una porta spalancata alla multinazionale per continuare ad allevare i suoi lobbisti all’interno delle istituzioni pubbliche.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: Venezuela, le primarie aperte una festa di popolo nel nome di Chavez

lantidiplomatico

Venezuela, le primarie aperte una festa di popolo nel nome di Chavez

di Geraldina Colotti

“Ogni elezione è un mondo, di creatività e responsabilità”, ha detto il presidente venezuelano Nicolas Maduro riassumendo ai giornalisti il percorso che ha portato alle primarie del Psuv. Un’immagine che sintetizza la differenza sostanziale tra la ritualità del voto nei paesi retti dalla democrazia borghese, e il processo di partecipazione collettiva che caratterizza ogni tornata elettorale nel Venezuela bolivariano. Non è una differenza da poco, giacché marca la distanza tra gli enunciati e la realtà, misura la dialettica tra conflitto e consenso, mettendo costantemente alla prova la legittimità del potere.

I meccanismi di legittimità di cui un partito rivoluzionario si dota per confermare e consolidare la sua guida, ovviamente, sono storicamente determinati. E se, come Cuba insegna, il Partito comunista resiste da oltre sessant’anni e gestisce con profitto una società basata sull’uguaglianza e sulla condivisione, non è – come vuole la propaganda borghese – in virtù della forza e della coercizione (la “dittatura”), ma di un rapporto fecondo tra la volontà delle masse coscienti e la direzione del partito che le rappresenta.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4188

2021-07-24 Hits 2841

2021-07-28 Hits 2623

2021-05-30 Hits 2480

2021-05-25 Hits 2438

2021-07-24 Hits 2012

2021-07-04 Hits 1971

2021-05-29 Hits 1949

2021-07-26 Hits 1890

2021-07-17 Hits 1826

tonino

unread,
Aug 21, 2021, 1:36:00 PM8/21/21
to sante gorini

Nico Maccentelli: Autointervista sulla gestione della pandemia da covid-19

carmilla

Autointervista sulla gestione della pandemia da covid-19

di Nico Maccentelli

file 20200515 138624 1r2kjce 768x768Ho ritenuto di scrivere questo articolo nella forma dell’autointervista perché per me così è stato più facile mettere insieme le riflessioni che ho fatto in questi ultimi mesi. La pandemia che ci sta sconvolgendo la vita da oltre un anno e mezzo e la gestione che ne viene fatta non può essere esente da dubbi, preoccupazioni, che riguardano la nostra vita, quella di chi ci sta vicino e di tutta la collettività. I miei ragionamenti sono quelli di un comunista, che come tale sa che nel rapporto tra umanità e natura non esistono zone franche, neutre: questa pandemia in particolare è nata da un salto di specie, comunque da un rapporto, una contraddizione tra l’umano da una parte ben interno sul piano ontologico e teleologico ai rapporti sociali capitalistici, e dall’altra l’ecosistema, la natura. Un rapporto mediato dalla scienza e dalla tecnologia che sono interne a questa contraddizione, anch’esse con uno scopo di parte.

Ho sempre pensato che la parola “biopolitica” fosse una definizione ridondante e che bastasse il termine “politica” per comprendere l’insieme di pratiche riguardanti la vita organizzata nella società. Ma oggi lo stravolgimento della vita individuale e sociale riguarda più profondamente i corpi (compresa la psiche), la loro esistenza biologica e relazionale, la loro estensione nello spazio. Fino a questo punto è arrivato il controllo sociale, aggiungendo al “sorvegliare e punire” di Foucault un terzo elemento: “colpevolizzare”. Un mutamento antropologico è in atto, dentro lo stesso sistema di relazioni sociali che è il modo di produzione capitalistico. Ma veniamo all’autointervista.

* * * *

Alcune domande sulla gestione del covid-19, vaccinazioni e green pass

 

D. Come sai stiamo assistendo in questo periodo a una divisione riguardo l’opinione sui vaccini. Cosa ne pensi tu?


Leggi tutto

Giulio Palermo: È il turno della Francia

giuliopalermo

È il turno della Francia

di Giulio Palermo

image90g34Lunedì sera, il Presidente Macron ha aggiornato i francesi sul nuovo giro di vite sui loro diritti. Lo ha fatto, come è ormai costume, con un annuncio a reti unificate per radio e televisione.

Dal 21 luglio per accedere ai luoghi di svago e di cultura, tutte le persone non vaccinate di più di 12 anni dovranno produrre un test PCR negativo di meno di 48 ore. A inizio agosto, queste misure si estenderanno a bar, ristoranti, centri commerciali, ospedali (!), treni e aerei. Il 15 settembre scatterà l’obbligo di vaccinarsi per il personale infermieristico e non medico di ospedali, cliniche, case di riposo, istituti per disabili e per tutti i professionisti e i volontari in contatto con gli anziani e le altre categorie a rischio. A settembre, sarà anche predisposta una campagna di richiamo per permettere a quelli che si sono vaccinati per primi, che “vedranno presto diminuire il loro livello di anticorpi, di beneficiare di una nuova iniezione” (sì è proprio così: mentre ci dicono che il vaccino è la soluzione finale, danno per scontato che il suo effetto protettivo dura solo pochi mesi!). Nelle scuole saranno lanciate specifiche campagne di vaccinazione all'inizio dell'anno scolastico. I test PCR, finora gratuiti, “saranno resi a pagamento, al fine di incoraggiare la vaccinazione”. Già da oggi, sono inoltre rinforzati i controlli alle frontiere. Infine, cercando di prendere la faccia della maestrina buona, Macron ammonisce con chiarezza: “dovremo senza dubbio porci la questione della vaccinazione obbligatoria per tutti i francesi, ma per ora io scelgo di essere fiducioso”.


Leggi tutto

Roberto Sassi - Nico Maccentelli - Valerio Evangelisti: Lettera aperta a Contropiano, su green pass e dintorni

contropiano2

Lettera aperta a Contropiano, su green pass e dintorni

di Roberto Sassi - Nico Maccentelli - Valerio Evangelisti

lettera aperta contropiano green passSeguiamo Contropiano, ed occasionalmente vi collaboriamo, fin dalle sue origini, lo riteniamo un prezioso strumento di controinformazione e formazione politica, per questo ci siamo presi il tempo per riflettere e confrontarci prima di scrivere questa lettera.

Riteniamo profondamente sbagliato e dannoso l’approccio con cui è stato affrontato il problema del green pass ed in generale dell’emergenza pandemica, sentiamo l’urgenza di aprire un dibattito sul tema che consenta di rettificare queste posizioni.

 

Il vaccino senza alternative?

I compagni che difendono o tollerano il green pass partono da un assunto mille volte ripetuto dal governo: la vaccinazione universale è l’unico modo per sconfiggere il virus. Un’affermazione totalmente infondata. Sono molti i modi per affrontare la malattia, anche prevenendo il ricovero ospedaliero: ci sono decine di farmaci, spesso a basso costo, che hanno avuto ottimi risultati, anche nella cura a domicilio. In Cina (dove la libertà di scelta terapeutica è a fondamento del sistema sanitario fin dalle sue origini) è stata utilizzata con successo anche la medicina tradizionale, bloccando le ondate epidemiche prima ancora di disporre del vaccino.

Eppure, non appena qualcuno si alza a sostenere la possibilità di guarigione per altra via che non sia il vaccino, incorre in scomuniche, minacce, insulti.


Leggi tutto

Lorenzo Biondi: Diario di una pandemia

lafionda

Diario di una pandemia

di Lorenzo Biondi

pensionatoQuando si parla della pandemia di COVID-19 bisognerebbe subito porre una domanda: sarebbe stato possibile gestire diversamente la pandemia, limitando i famosi lockdown ai tre mesi dell’anno scorso? Sarebbe stato possibile convivere col virus oppure fermare tutta l’organizzazione sociale ed economica era l’unica soluzione?

A mente più o meno fredda, dopo un anno e mezzo di dati, informazione e controinformazione, la risposta sembrerebbe propendere per la convivenza, piuttosto che per lo stato d’emergenza permanente nel quale ancora ci troviamo. E come si sarebbe potuto convivere col virus?

Innanzitutto, bisogna partire da una questione fondamentale: i lockdown erano sul serio inevitabili?

Probabilmente, nei primi mesi dallo scoppio della pandemia, cioè da marzo a maggio 2020, possono aver avuto una qualche utilità, successivamente molto meno.

A tal proposito possiamo citare gli studi del professor John Ioannidis, epidemiologo e professore alla Stanford University[1]. Cosa emerge dai lavori condotti dal professor Ioannidis? Gli studi dell’epidemiologo di Stanford mettono in evidenza come la gestione della circolazione epidemica dipenda essenzialmente da modelli statistici. Secondo i modelli utilizzati dal professore, infatti, emergerebbe una non significativa incidenza delle misure di contenimento non farmacologiche (cioè i lockdown); tra i paesi presi in esame dal professore abbiamo Regno Unito, Francia, Germania, Iran, Italia, Olanda, Spagna, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti d’America.


Leggi tutto

Sara Gandini: Incredibile! C'è luce a sinistra!

saragandini

Incredibile! C'è luce a sinistra!

di Sara Gandini

3 2Avrei potuto scriverli io questi 14 punti, fin dall'inizio della pandemia. E qualcosa ho fatto, tanto da essere tacciata da personaggi che si definiscono di sinistra (per quel poco che questa parola oramai significa) e dal mondo femminista di essere pro-confindustria

Che a distanza di un anno e mezzo qualche riflessione in più ora si possa fare?

Io continuo a sperare.

Il seguente testo è di Mike Haynes e secondo me vale la pena di leggerlo attentamente perché non rinuncia a pensare tenendo conto della mia amata medicina che si basa sulle evidenze scientifiche (Evidence Based Medicine) in ambito di salute pubblica.

Come lui sono convinta che le scelte fatte durante la pandemia siano state prese su criteri ben lontani da quelli che si radicano sulla EBM e che questo non abbia fatto bene al paese a nessun livello. E a distanza di un anno e mezzo dall'inizio della pandemia è ancora così (scusate per la brutta traduzione).

* * * *

Covid-19 e la sinistra in 14 punti

di Mike Haynes

Faccio parte di quello che Owen Jones ha definito "il meraviglioso e strano mondo estremamente di nicchia degli scettici sul lockdown di sinistra". Non credo che Bill Gates sia al centro di una cospirazione globale né seguo Piers Corbyn. La mia nicchia è quella di pensare che abbiamo bisogno di una seria analisi socialista di quello che sta succedendo.


Leggi tutto

James Martel - Emanuele E. Pelilli: Come interrompere una dialettica

archeologiafil

Come interrompere una dialettica

Benjamin, Jesi e la rivolta contro il tempo

di James Martel - Emanuele E. Pelilli

Introduzione

emanu.001La categoria di dialettica è allo stesso tempo quasi invisibile e profondamente pervasiva[1]. Mentre comunemente viene considerata come proveniente da sinistra, essendo associata alla teoria dell’hegelismo di sinistra e poi al marxismo, allo stesso modo è stata utilizzata anche dall’hegelismo di destra e conservatore. La teoria dialettica è soprattutto una modalità di abitare il tempo, una specie di struttura costruita per il progresso del tempo che, pur non portando sempre a istanze teleologiche (a seconda di come viene concettualizzata), permette attraverso un certo grado di presupposizione, di influenzare ciò che viene dopo. È, in un certo senso, un modo di proiettare il presente, o almeno parte del presente, nel futuro (o a volte anche nel passato), un modo di spiegare il futuro con termini che sono attualmente disponibili e di costruire, soprattutto, una forte relazione tra causa ed effetto che in un certo senso garantisce che almeno alcuni aspetti del presente saranno conservati nei – e attraverso – i processi distruttivi che il pensiero dialettico tende a concettualizzare e produrre.

Ci sono svariate ragioni per apprezzare il pensiero dialettico per il modo in cui funziona da narrazione del tempo più ricca e profonda di un vuoto progressismo liberale, che afferma semplicemente che il passaggio omogeneo del tempo stesso è tutto ciò che è necessario perché la storia proceda. La teoria dialettica riconosce cioè la natura antagonista del tempo storico. È anche in sintonia con il modo in cui la materialità e l’oggettività – almeno in certa versione, particolarmente quella marxista – gioca un ruolo in questo antagonismo, aggiungendo un elemento che non dipende interamente dagli attori umani che sono coinvolti nei suoi ritmi.


Leggi tutto

Friedrich Engels: La trappola dell'Afghanistan, 160 anni fa

sinistra

La trappola dell'Afghanistan, 180 anni fa

Uno scritto di Friedrich Engels

a cura di Eros Barone

la battaglia di kandahar d88hw2«Non è affatto una bizzarria pubblicare questo testo di Friedrich Engels sull'Afghanistan, scritto nell'estate del 1857 per la New American Cyclopœdia.» Così Valentino Parlato presentava tale testo in un suo articolo di dieci anni fa. E proseguiva dichiarando di essere convinto che sull'Afghanistan dominasse ancora una clamorosa ignoranza della sua storia e della sua geografia. Giova allora ricordare che dopo il disastroso intervento militare sovietico nel paese, un prestigioso generale dell'Urss ebbe a dire: «Se avessimo letto Engels, mai e poi mai ci saremmo imbarcati in questa avventura».

Sarebbe stato opportuno consigliare la lettura di questo scritto del “Generale” a tutti quelli che, nel corso di questi ultimi 180 anni, hanno voluto intervenire in Afghanistan, ma è noto che la storia è una maestra severa quanto inascoltata. Del resto, in Afghanistan dai tempi di Engels a oggi assai poco è cambiato: l'unico cambiamento rilevante è la diffusione della coltura del papavero da oppio, di cui oggi l'Afghanistan è il maggior produttore mondiale, mentre i maggiori importatori sono i paesi dell’Occidente capitalistico, ‘in primis’ gli Stati Uniti. Sennonché la lettura dello scritto engelsiano sarebbe stata utile ed istruttiva, al netto del livello culturale ed intellettuale dell’attuale responsabile della Farnesina, anche per gli altri responsabili del governo italiano.

* * * *

Afghanistan: vasto paese dell'Asia, a nord-ovest dell'India. In una direzione si estende tra la Persia e le Indie, nell'altra tra l'Hindukush e l'Oceano Indiano. In passato comprendeva le province persiane del Khorasan e del Kohistan, oltre che le regioni di Herat, Belucistan, Kashmir, Sind e una considerevole porzione del Punjab.


Leggi tutto

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: No al green pass: inefficace contro il virus, utile solo a distrarre, dividere e reprimere i lavoratori

ilpungolorosso

No al green pass: inefficace contro il virus, utile solo a distrarre, dividere e reprimere i lavoratori

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

capitalism kills workers rise up smallCome mesi fa siamo stati contrari al decreto Draghi che ha stabilito l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, e abbiamo difeso gli infermieri che si sono opposti ad esso; così ora siamo contro il green pass in quanto strumento di propaganda inefficace nel contrasto del Covid-19, e utile soltanto a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica e a scaricare sui singoli (in primo luogo sui proletari scettici sul vaccino, spaventati, disinformati o più semplicemente impossibilitati a vaccinarsi) la responsabilità e i costi in termini repressivi dei disastri prodotti da stato e padroni, prima e durante la fase pandemica. Disastri che sono indissolubilmente connessi al modo di produzione capitalistico, al caotico aggrovigliarsi delle sue contraddizioni e alla sua natura devastatrice e predatoria, fondata sulla massimizzazione dei profitti a discapito di qualsiasi tutela della collettività, ivi compresa la salute e la vita dei lavoratori e, con essi, dell’intera specie umana.

La pandemia/sindemia da covid-19 è infatti il prodotto di una serie di fattori predisponenti tutti riconducibili ai meccanismi del capitalismo, e per questa ragione ci siamo fin dall’inizio battuti per metterne in luce le cause (ciò di cui pressoché nessuno si occupa), e per sostenere l’auto-difesa della propria salute da parte dei lavoratori.

In coerenza con questo inquadramento della pandemia, dal febbraio 2020 ci siamo battuti contro padroni e padroncini, proprietari e direttori di case di cura in testa che, mettendo il profitto al di sopra della salute e della vita delle persone, volevano tenere tutto aperto, una pretesa che ha provocato migliaia e migliaia di morti – bestia chi non li vede, o li mette tra parentesi.


Leggi tutto

Alessia Diana: Green Pass: la guerra tra poveri che distrae dalle falle di uno Stato

lafionda

Green Pass: la guerra tra poveri che distrae dalle falle di uno Stato

di Alessia Diana

onda maniUn tampone negativo, un certificato di guarigione o l’essersi fatti somministrare la seconda dose di uno dei quattro vaccini a disposizione: saranno questi, a giorni, i criteri secondo cui si deciderà chi potrà tornare a vivere una vita quanto più vicina possibile a quella condotta prima del marzo 2020. L’introduzione dell’obbligo di possedere la Certificazione Verde per accedere a gran parte delle attività e manifestazioni che caratterizzano l’antica socialità ormai è una realtà tanto imminente quanto poco chiare sono le informazioni su come l’essenzialità del nuovo lasciapassare si estenderà di qui a pochi mesi. In un momento di fortissima instabilità economica e sociale, un provvedimento del genere, già di per sé terreno florido per lunghe discussioni di carattere giuridico, sanitario e politico è stato accolto, come prevedibile, in maniera assolutamente non uniforme.

Se c’è infatti chi ha reagito alla decisione del governo in modo favorevole, non sono mancate violente proteste. Non prevedere la possibilità di una reazione del genere da parte di una cittadinanza che nell’ultimo anno e mezzo ha vissuto un clima di tensione che non si sperimentava da decenni sarebbe equivalso, del resto, a sperare in un’utopia. Dopo quasi diciotto mesi da quando parole e concetti come quello di quarantena, di saturazione degli ospedali e di fasce di colore per le restrizioni sono entrate a far parte del quotidiano, la tensione ha trovato una nuova e ben più pericolosa valvola di sfogo.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: O’Connor: tra Marx e Polanyi per unire "rosso" e "verde"

bollettinoculturale

O’Connor: tra Marx e Polanyi per unire "rosso" e "verde"

di Bollettino Culturale

41mDBCnA4sL. SX330 BO1204203200 Con l'articolo intitolato “Capitalism, Nature and Socialism. A Theoretical Introduction”, pubblicato nel 1988 nel primo numero della rivista “Capitalism, Nature, Socialism” e che potete leggere in italiano nel libro “La seconda contraddizione del capitalismo. Introduzione a una teoria e storia dell’ecologia” edito da Ombre Corte e con un’ottima introduzione di Jacopo Nicola Bergamo e Emanuele Leonardi, James O'Connor presenta per la prima volta la sua teoria della “seconda contraddizione del capitalismo”, considerata fino ad oggi da numerosi analisti come una delle tappe più importanti nel tentativo di elaborare un marxismo sensibile alle tematiche dell’ambientalismo. O'Connor specificherà ulteriormente la sua proposta teorica ed empirica nella raccolta di testi che compongono il libro “Natural Causes: Essays in Ecological Marxism” pubblicato dieci anni dopo, nel 1998.

A differenza di John Bellamy Foster che vede Marx come un pioniere dell'ecologia, James O'Connor sostiene che nell'opera di Marx manca un'analisi del legame tra capitalismo ed ecologia, non venendo considerata l'ormai onnipresente distruzione ambientale nella sua teoria dell'accumulazione capitalista e nel suo progetto politico di socialismo. Con la teoria eco-marxista della "seconda contraddizione", O'Connor cerca di risolvere ciò che identifica come un buco del pensiero marxiano. Afferma che un'analisi completa e adeguata del capitalismo non può essere soddisfacente se non include i sistemi naturali e il loro ruolo specifico nella produzione di valore e plusvalore, nonché nell'accumulazione di capitale. Inoltre, l'autore si propone di costruire una “teoria generale” che tenga conto dei legami tra: l'accumulazione di capitale, le tendenze del capitalismo a vivere crisi economiche ed "ecologiche" e i movimenti e le lotte sociali.


Leggi tutto

Wolf Bukowski: L’arte di governare nel torbido. Due ipotesi su Green Pass e (assenza di) obbligo vaccinale

giap3

L’arte di governare nel torbido. Due ipotesi su Green Pass e (assenza di) obbligo vaccinale

di Wolf Bukowski*

scapegoat 1 768x651Se «non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore», dice Mario Draghi. Dunque per lui chi non si vaccina non è semplicemente un untore, ma un assassino.

Ora, secondo ogni logica, se il capo dell’esecutivo ha notizia che ci siano degli assassini in giro, deve ordinare ai birri di metterli in ceppi. Fuori dalla metafora odiosa a cui il primo ministro ci costringe, è chiaro che a un tale livello di allarme – che i governanti vi credano o meno non è dirimente – dovrebbe conseguire un obbligo vaccinale generalizzato, con esenzioni esclusivamente di ordine medico. Le note che seguono sono per spiegarmi perché ciò non avvenga.

Vorrei però in premessa fosse chiaro, anche a chi ha il vizio di leggere in fretta o di travisare a favor di social, che non sto auspicando l’obbligo vaccinale. In generale non lo auspicherei in nessun caso, e anzi ritengo siano le forzature in tal senso a generare diffidenza e sospetti. Quello dell’obbligatorietà rimane però un argomento sensato da dibattere; ciò che invece è sciocco negare è che esista uno specifico dei vaccini, perché i loro eventuali effetti collaterali colpiscono una persona che non ha contratto la malattia, e che magari non l’avrebbe mai contratta in vita sua. Ogni paragone da twitter con i farmaci – «Anche i farmaci che prendi potrebbero avere effetti a lungo termine che non conosci!» – è destituito di ogni fondamento, perché i farmaci curano, bene o male, e spesso con effetti collaterali, patologie già insorte; quindi il bilancio tra costi e benefici di un farmaco si fa sul corpo della stessa persona.


Leggi tutto

Leo Essen: Marx e Masoch

coku

Marx e Masoch

di Leo Essen

capraI

Nel capitolo XXIV – il penultimo – del primo libro del Capitale Marx parla della (cosiddetta) accumulazione originaria e dice che, visto che l’accumulazione del capitale presuppone il plusvalore e il plusvalore presuppone la produzione capitalistica, ma questa a sua volta presuppone la presenza di masse considerevoli di capitale e forza lavoro nelle mani di produttori di merci; visto tutto ciò, dice, questo movimento sembra aggirarsi in un circolo vizioso, dal quale gli economisti (Marx cita Adam Smith) escono soltanto immaginando un’accumulazione «originaria» - Smith la chiama appunto «previous accumulation»; una (cosiddetta) accumulazione originaria, dice, precedente l’accumulazione capitalistica, e che non sia il risultato del modo di produzione capitalistico, ma il suo punto di partenza.

Nell’economia politica, dice Marx, questa accumulazione originaria ha suppergiù la stessa parte che in teologia ha il peccato originale: Adamo dette un morso alla mela e così il peccato piombò sul genere umano. Se ne spiega l’origine, dice Marx, narrandola come un aneddoto – come un mito.

Per l’economia politica il punto di ingresso nella storia non ha storia.

L’economia politica distende il circolo in una linea retta. Ora tutto si svolge in modo naturale. Solo che, non potendo il capitalismo essere uscito dalle mani di un capitalista, si deve far retrocedere la sua nascita ad un tempo mitico, naturale, eterno, e far sbucare il capitalismo da un presunto stato di innocenza.


 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

Gli articoli più letti degli ultimi tre mesi

2021-06-22 Hits 4259

2021-07-24 Hits 2906

2021-07-28 Hits 2682

2021-05-30 Hits 2492

2021-05-25 Hits 2489

2021-07-04 Hits 2061

2021-07-24 Hits 2028

2021-05-29 Hits 1961

2021-07-26 Hits 1929

2021-07-17 Hits 1846

tonino

unread,
Aug 23, 2021, 12:15:52 PM8/23/21
to sante gorini

Roberto Finelli e Tania Toffanin: Sul privilegio

sinistra

Sul privilegio

Note critiche su Agamben-Cacciari

di Roberto Finelli e Tania Toffanin

7592968031fd007e15d6ada9d9844880 XL

Abbiamo inteso di scrivere qualche riflessione insieme su quanto Giorgio Agamben e Massimo Cacciari hanno pubblicato il 26 luglio sul sito dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (A proposito del decreto sul “green pass”), perché ci sembra utile fare un poco di chiarezza sullo spirito del tempo, sul Zeitgeist, di cui i due autori citati ci appaiono essere solo l’epifenomeno più vistoso e accreditato.

Vogliamo provare brevemente a comprendere cosa ci sia dietro una tale rivendicazione di libertà individuale, sottratta ad ogni condizionamento e mediazione con la libertà collettiva, in un richiedere verosimilmente assai dimentico della definizione data, ormai tempo addietro, da Franco Fortini, secondo cui “la mia libertà inizia, non dove finisce, ma dove inizia la libertà dell’altro”. E dunque comprendere perché il nostro tempo, storico e culturale, si sia connotato, sempre più, per una moltiplicazione e ipertrofia dei diritti individuali del singolo, di contro ai diritti comuni e sociali.

Il dibattito che l’obbligatorietà della certificazione verde ha aperto si situa, peraltro, all’interno di uno scenario internazionale che impone alcune riflessioni. Pensiamo infatti che tale dibattito sia fondamentalmente centrato sui diritti individuali, all’interno di un contesto nel quale le libertà individuali sono pienamente garantite. Per contro, quanto sta succedendo in Afghanistan ci impone di riflettere, a partire proprio dalle libertà individuali, in termini meno eurocentrici. Sforzo questo che pensiamo sia necessario per uscire dal provincialismo del dibattito italiano ed europeo in tema di diritti fondamentali e libertà personali.


Leggi tutto

CityStrike: Afghanistan, 40 anni di devastazione imperialista nel cuore dell’Asia

citystrike

Afghanistan, 40 anni di devastazione imperialista nel cuore dell’Asia

di CityStrike

tali
            800x445Sembra un ritorno al passato quello a cui stiamo assistendo in questi giorni.

Improvvisamente assediati da una bulimica quantità di veline sensazionalistiche sull’Afghanistan, riscopriamo l’esistenza di un conflitto che si protrae da 40 anni e che, dopo 20 anni di “impegno” occidentale diretto, registra la riconquista completa del controllo del paese da parte dei Talebani: esattamente il medesimo soggetto per spodestare il quale si era mossa la pachidermica macchina da guerra USA/Nato.

Siccome stiamo parlando della guerra più lunga dell’epoca contemporanea, per costruire un ragionamento comprensibile sulla questione è bene riavvolgere il nastro, avendo cura di approcciare i fatti tramite gli strumenti dell’analisi marxista.

 

Il contesto geografico e storico

L’Afghanistan è un Paese dell’Asia centro-meridionale, che confina ad ovest con l’Iran, a sud-est con il Pakistan, a nord con le ex repubbliche sovietiche del Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan e ad est con la Cina, per soli 70km di frontiera.

Fin dall’antichità, la posizione geografica ha fatto dell’Afghanistan il crocevia dell’Asia centrale, ponendo il paese al centro di dispute imperiali di varia provenienza: dai greci ai persiani, dai mongoli a turchi, arabi, britannici e russi, praticamente ogni dominazione, dal mondo antico ad oggi, ha incrociato le proprie vicende con quelle afghane.


Leggi tutto

Slavoj Žižek: La nostra risposta ai Talebani

blackblog

La nostra risposta ai Talebani

di Slavoj Žižek

«Con il trionfo del capitalismo globale, questo spirito di impegno collettivo è stato represso. Ora questa posizione repressa sembra tornare sotto forma fi fondamentalismo religioso»

I talebani stanno facilmente conquistando l'Afghanistan. Le città cadono come tessere di un domino, anche se le forze governative non solo sono assai meglio equipaggiate e addestrate, ma oltretutto anche in minoranza (300.000 contro 80.000 combattenti talebani). Quando i talebani si avvicinano, le forze governative semplicemente si sciolgono: si arrendono o fuggono, non mostrando alcuna volontà di combattere. Perché?

I media ci bombardano con alcune spiegazioni. Uno di questi è direttamente razzista: il popolo non è semplicemente abbastanza maturo per la democrazia, ha un desiderio di fondamentalismo religioso. Questa è un'affermazione completamente ridicola, inutile dirlo. Mezzo secolo fa l'Afghanistan era un paese (moderatamente) illuminato con un partito comunista molto forte, che è stato anche al potere per alcuni anni. Il paese è diventato religiosamente fondamentalista solo più tardi, come reazione all'occupazione sovietica che ha cercato di impedire il crollo del potere comunista.


Leggi tutto

Federico Dezzani: Come cambia il subcontinente indiano

federicodezzani

Come cambia il subcontinente indiano

di Federico Dezzani

Il ventennale conflitto in Afghanistan si è concluso con la ritirata della NATO ed il simultaneo collasso del governo filo-occidentale installato a Kabul: nel giro di poche settimane, i talebani hanno riconquistato l’intero Paese. Il tentativo degli USA di presidiare il cuore dell’Eurasia, “partendo” dall’India, termina tragicamente come il precedente britannico del 1839-1842. L’India ne esce indebolita, la Cina rafforzata: tagliati fuori dall’Eurasia centrale, gli angloamericani aumenteranno la pressione sulla cintura esterna.

 

Retreat from Kabul 2.0

Questa sarà un’analisi con poco terrorismo islamico e molta geopolitica: sarà un’analisi che abbraccerà in poche righe un ventennio in cui il mondo è radicalmente cambiato e gli USA, da una posizione d’egemonia pressoché indiscussa, tanto da poter pensare di spingersi sino nel cuore dell’Eurasia, sono passati ad una condizione di difesa della loro stessa egemonia, tanto da doversi preparare ad una guerra tra grandi potenze nell’Atlantico e nel Pacifico.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: L’industria della morte dalla Colombia all’Afghanistan

lantidiplomatico

L’industria della morte dalla Colombia all’Afghanistan

di Geraldina Colotti

Samuel Moncada, ambasciatore del Venezuela all’Onu, ha denunciato presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite la persistenza di “una rete transnazionale del crimine organizzato, composta da mercenari colombiani e statunitensi che hanno perpetrato atti di terrorismo, omicidio o tentato omicidio di presidenti, come nel caso di Haiti e del Venezuela”. Moncada è tornato così a mettere l’accento su un’industria della morte su vasta scala, una macchina internazionale di assassini su commissione, di mercenari, che hanno nella Colombia una delle fonti più abbondanti di manodopera, esportata in tutto il mondo.

Oggi esiste un mercato globale legato all’appalto della sicurezza che raggiunge circa 400 miliardi di dollari e interessa principalmente Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna e paesi del Commonwealth, Francia e paesi francofoni. Più recente l’ingresso della Cina (dove, però, le imprese private per la sicurezza dipendono dallo Stato), e della Russia.


Leggi tutto

Salvatore Pompei: Il falso mito della meritocrazia

kriticaeconomica

Il falso mito della meritocrazia

di Salvatore Pompei

La parola “meritocrazia” contiene al suo interno il termine greco krátos, potere, più correttamente “potere sovrano” (Montanari, 2013, p. 1194). Se l’art. 1.2 della Costituzione afferma che “la sovranità appartiene al popolo”, meritocrazia vuol dire che la sovranità appartiene ai meritevoli. Questa prima considerazione mette subito in evidenza il carattere antidemocratico del termine.

Questo nome ha una genesi piuttosto recente: è stato coniato dallo scrittore e attivista Michael Young nel 1958 nel suo romanzo distopico L’avvento della meritocrazia. Il libro è ambientato in un’Inghilterra che, dopo una rivoluzione, diventa nel 2034 (per una sorta di eterogenesi dei fini) un paese che continua a perpetuare profonde disuguaglianze, ma sotto un altro nome. La popolazione, in base a criteri di quoziente intellettivo e sforzo, è suddivisa in due classi sociali: da una parte i potenti, dall’altra gli immeritevoli.


Leggi tutto

Wu Ming: Kit di pronto soccorso antifascista contro il nuovo lasciapassare. Un segnale importante che vale la pena amplificare

giap3

Kit di pronto soccorso antifascista contro il nuovo lasciapassare. Un segnale importante che vale la pena amplificare

di Wu Ming

Certificazione verde 5.5 1536x1086 1 1024x724

Clicca per ingrandire/scaricare l’infografica di Antifasciste contro il pass. Prima, però, ti chiediamo di leggere il testo qui sotto.


Leggi tutto

Carlo Formenti: Glosse al "Principio Speranza" di Ernst Bloch

perunsocialismodelXXI

Glosse al "Principio Speranza" di Ernst Bloch

di Carlo Formenti

27280
            bloch 1Con questo post completo la trilogia iniziata con le Glosse all'ontologia dell'essere sociale di Gyorgy Lukacs e proseguita con la recensione alla "Filosofia imperfetta" di Costanzo Preve. Si tratta di tre testi che rappresentano la prima stesura di un libro di prossima pubblicazione il cui tema principale sarà la distinzione fra i tre regimi discorsivi che convivono nell'opera di Marx - grande-narrativo, deterministico-naturalistico e ontologico-sociale - e la necessità di liberarsi dell'eredità (storicamente datata) dei primi due e rivendicare l'assoluta attualità del terzo nella prospettiva di una rinnovata progettualità di trasformazione socialista del mondo.

 

1. Sogno, desiderio, speranza. Una ontologia del non ancora.

Lukacs, pone il lavoro al centro della sua Ontologia(1) ponendolo come modello di ogni prassi sociale, e definendolo “l’unico punto in cui è ontologicamente dimostrabile la presenza di un vero porre teleologico come momento reale della realtà materiale”. Nel primo volume del Principio speranza Ernst Bloch sembrerebbe incamminarsi nella stessa direzione. Cita il passaggio del primo libro del Capitale in cui Marx afferma che a distinguere il peggior architetto dalla miglior ape è il fatto che nella mente del primo il risultato dell’opera è già presente prima della sua esecuzione, commentando che “l’animale si riferisce allo scopo nei modi delle sue successive brame, l’uomo invece oltre a ciò se lo raffigura” (vol. I, p. 56). Indica nel lavoro il modello di quelle attività finalistiche che plasmano la realtà in quanto storia del soddisfacimento dei bisogni umani.


Leggi tutto

Piccole Note: Le guerre di Bush, il ritiro di Biden e l'oppio afghano

piccolenote

Le guerre di Bush, il ritiro di Biden e l'oppio afghano

di Piccole Note

Joe Biden è nella bufera per il ritiro da Kabul. Una campagna mediatico-politica lo sta sommergendo di critiche per aver fatto quel che i due presidenti precedenti, Obama e Trump, avevano provato a fare e non erano riusciti per il fortissimo contrasto dei neocon, che, a quanto pare, sono tornati di moda.

Una campagna martellante che non si era riscontrata quando George W. Bush aveva invaso l’Afghanistan, uccidendo, per conquistarlo, molte, moltissime persone in più di quelle uccise dai talebani per riprendere il Paese.

D’accordo, c’era l’11 settembre da vendicare, e il fatto che a cadere sotto le bombe Usa fossero civili innocenti, donne e bambini, era accantonato nella categoria dell’inevitabile.

E, però, eguale slancio pro-America si riscontrò al tempo dell’invasione dell’Iraq (tranne pochi, isolati, distinguo). E così per la guerra in Libia, che distrusse il Paese con il reddito medio più alto dell’Africa.


Leggi tutto

Leonardo Mazzei: La sconfitta dell'imperialismo

sollevazione2

La sconfitta dell'imperialismo

di Leonardo Mazzei

Kabul è caduta senza combattere. Più che una ritirata quella degli americani è stata una disfatta. L’esercito organizzato da Usa e Nato per vent’anni si è dissolto come neve al sole, al pari del governo fantoccio che doveva guidarlo. Siamo di fronte ad un evento che resterà sui libri di storia. Una ripetizione, anche dal punto di vista scenografico, della fuga da Saigon (oggi Città Ho Chi Minh) del 1975.

Di fronte ad un esito come questo non mancheranno di certo le occasioni per riflessioni più approfondite. Qui limitiamoci ad alcune considerazioni di carattere generale.

A vent’anni esatti dall’inizio della “Guerra Infinita”, proclamata da Bush dopo l’11 settembre, il bilancio per gli Usa è sostanzialmente fallimentare. Se in Iraq la capacità di manovra politica ha bilanciato in parte l’impossibilità di mantenere il controllo militare del territorio, in Afghanistan la sconfitta è stata totale. La conclusione è che anche la più forte superpotenza di ogni tempo può essere battuta dalla resistenza popolare.


Leggi tutto

Davide Sabatino: La propaganda ai tempi della crisi democratica

lafionda

La propaganda ai tempi della crisi democratica

di Davide Sabatino

“La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese”[1].

Così inizia uno dei libri più precisi ed esaustivi, fin dal titolo, sul tema del potere dell’informazione. Edward Bernays, pubblicista padre del famoso modello delle public relations, già nel 1928 con il suo libro-manuale Propaganda riuscì a condensare in poche pagine l’enorme capacità di manipolazione e di “produzione del consenso” che la macchina mass mediatica possiede in modo velato ed enigmatico.

La nascita, di lì a poco, di governi assolutistici e antidemocratici, a destra come a sinistra, fece subito pendere il discorso, inizialmente analitico e non necessariamente critico di Bernays, dalla parte della preoccupazione fondata nei confronti di una propaganda di regime che noi oggi dovremmo aver studiato nei minimi particolari.


Leggi tutto

Carlo Musilli: Teatrino talebano

altrenotizie

Teatrino talebano

di Carlo Musilli

A sentire i media tradizionali, sembra che i talebani abbiano recuperato buona parte dell’Afghanistan - compresa Kabul - con l’uso della forza. Leggiamo e ascoltiamo termini come “riconquista”, “città caduta”, “avanzata”, ma sono fuorvianti. E anche i paragoni con il Vietnam convincono poco, perché se la ritirata Usa da Saigon fu una tragedia, quella dall’Afghanistan è molto più simile a una farsa. In realtà, la guerra di cui parliamo da giorni non esiste: i talebani si sono ripresi una sfilza di città in una manciata giorni senza combattere, semplicemente perché di fronte a loro non hanno incontrato alcuna resistenza.

Certo, verrebbe da pensare che dopo vent’anni di occupazione militare, centinaia di migliaia di morti e decine di miliardi di dollari spesi per esportare la democrazia (cioè eliminare Al Qaeda dopo l’11 settembre e rovesciare il regime del Mullah Omar), a questo punto l’Afghanistan debba avere delle autorità nazionali in grado di opporsi ai talebani. Invece non è così.


Leggi tutto
 

 

I più letti degli ultimi tre mesi

2021-07-24 Hits 2961

2021-07-28 Hits 2744

2021-05-25 Hits 2520

2021-05-30 Hits 2509

2021-07-04 Hits 2080

2021-07-24 Hits 2037

2021-05-29 Hits 1973

2021-07-26 Hits 1971

2021-07-17 Hits 1882

tonino

unread,
Aug 25, 2021, 6:46:33 AM8/25/21
to sante gorini

Eros Barone: Lenin e “la questione economica fondamentale”

sinistra

Lenin e “la questione economica fondamentale”

Dai Quaderni sull’imperialismo al Saggio popolare

di Eros Barone

Lenin reading newspaper«…le alleanze “interimperialistiche” o “ultraimperialiste” non sono altro che un “momento di respiro” tra una guerra e l’altra, qualsiasi forma assumano dette alleanze, sia quella di una coalizione imperialista contro un’altra coalizione imperialista, sia quella di una lega generale tra tutte le potenze imperialiste. Le alleanze di pace preparano le guerre e a loro volta nascono da queste…».

Lenin, L’imperialismo.

  1. Genesi della categoria leniniana di imperialismo

La categoria concettuale di imperialismo ebbe largo corso, nella letteratura politica di diverso colore, a partire dall’inizio del Novecento, ma essa veniva adoperata prevalentemente per indicare i caratteri dell’azione politica. Bisogna giungere all’opera del socialdemocratico Rudolf Hilferding, Il capitale finanziario, 1 perché venga individuata nella formazione del capitale finanziario, in quanto fusione del capitale bancario con il capitale industriale fondata sulla preminenza del primo, la causa strutturale del fenomeno politico dell’imperialismo. Sennonché, come osserverà Lenin nei suoi appunti sull’imperialismo (pubblicati sotto il titolo di Quaderni sull’imperialismo), 2 Hilferding ignora o quasi la spartizione del mercato mondiale che viene operata dai trust internazionali, ignora il rapporto tra il capitale finanziario e il formarsi di un ceto parassitario che vive di reddito azionario, ignora i nessi tra lo svilupparsi dell’imperialismo e il sorgere dell’opportunismo nel movimento operaio.3


Leggi tutto

Gerardo Lisco: “ECITY. Antropologia della Tecnica”. Una introduzione a “NOCITY” di Antonio Martone

linterferenza

“ECITY. Antropologia della Tecnica”. Una introduzione a “NOCITY” di Antonio Martone

di Gerardo Lisco

freeskipper.Ecity Nocity“NOCITY. Paura e democrazia nell’età globale” edito da Castelvecchi, il nuovo lavoro di Antonio Martone, docente di filosofia politica presso l’Università di Salerno, merita di essere introdotto dalla lettura del suo precedente saggio e cioè “ECITY. Antropologia della tecnica”.

I due volumi sono inscindibili ed è per questa ragione che la mia riflessione prende le mosse dal primo volume. “ECITY. Antropologia della Tecnica” è una riflessione filosofico – antropologica sul mondo connesso nel quale l’individuo, privo di identità e di senso di appartenenza, sempre più ridotto a nodo della rete di comunicazione, vive un’esistenza fluida e perciò di apparente libertà. L’ ECITY non è altro che la descrizione del nuovo totalitarismo dominato dall’economia neoliberale, ossia il liberalismo fondato sul diritto proprietario, in combinato disposto con il post moderno che, avendo abbattuto i confini tra le ideologie e privato di senso i termini destra e sinistra, ha creato il vuoto occupato appunto da questa non – ideologia, segnando la morte stessa della Storia.

Il saggio di Martone, analizza in prospettiva storica la genesi dello Stato moderno partendo dal Leviatano di Hobbes per soffermarsi sull’analisi, anticipatrice della crisi della Democrazia, condotta da Tocqueville in “ La Democrazia in America”[1]. Come scrive Martone nel suo saggio analizzando <<le radici del moderno>> se lo Stato moderno, sul piano teorico, nasce con Hobbes[2] e sull’idea del contratto sociale, ossia sulla cessione di parte della sovranità individuale a favore del potere assoluto dello Stato; sul piano politico ne sanciscono la nascita i Trattati di Pace di Osnabruk e Munster alla fine della Guerra dei Trent’anni.


Leggi tutto

Mario Gangarossa: I "diritti" o sono fruibili universalmente o sono privilegi

mariogangarossa

I "diritti" o sono fruibili universalmente o sono privilegi

di Mario Gangarossa

Un privilegio dura fin quando dura il potere di chi lo ha concesso.

La narrazione intorno a una inesistente democrazia che in Afghanistan starebbe per essere travolta da un ritorno al passato oscurantista e medioevale é appunto una bufala.

Come le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e i bambini kuwaitiani strappati dalle incubatrici.

Il dramma della borghesia progressista afghana, delle donne che hanno studiato, delle giornaliste, delle scrittrici, delle dottoresse, delle attiviste, è che quei diritti erano diritti di una minoranza in una società in cui l'87% delle donne sono analfabete (dati del 2020).

Non erano conquiste collettive, prodotto di un movimento reale, di un bisogno diffuso sentito come tale.

Non avevano una base materiale se non il fiume di dollari che proveniva dall'occupazione straniera.


Leggi tutto

Vincenzo Costa: L’Occidente e la storia universale: per una critica dell’universalismo astratto

facebook

L’Occidente e la storia universale: per una critica dell’universalismo astratto

di Vincenzo Costa

“Il liberalismo non è un possibile terreno d’incontro per tutte le culture, è l’espressione politica di un certo insieme di culture e appare del tutto incompatibile con altri insieme”. Così scriveva Charles Taylor, offrendo una lezione già dimenticata, e sulla quale vale la pena riflettere per capire che cosa sta accadendo.

 

1. Valori e potere: l’ipocrisia e la complicità

La conquista e lo sterminio degli indigeni americani dopo la scoperta dell’America fu giustificata dagli spagnoli sulla base dei valori, dei valori veri, come un atto di umanità, per eliminare quelle culture disumane, quei costumi aberranti. Un compito di civilizzazione.

Lo sterminio dei pellerossa in America del Nord fu giustificato con gli stessi motivi: selvaggi, tagliagole, incapaci di rispetto per le donne e per i bambini.


Leggi tutto

Caprimulgus: Stampare lauree honoris causa

conness
              precarie

Stampare lauree honoris causa

Breve storia di Grafica Veneta e delle peripezie del suo padrone

di Caprimulgus

Per quanto i titoli di studio siano quotidianamente svalorizzati ‒ si nota quando un neolaureato o, peggio, una neolaureata si presenta in un’azienda per un colloquio di lavoro ‒ i parvenu che magari selezionano il giovanotto (o la giovanotta) continuano a ritenere che apporre un bel dottore sulla parete, sulla porta esterna dell’ufficio o su un biglietto da visita sia un passe-partout per entrare nell’élite che conta. Diversamente da quanti lo conseguono con fatiche quotidiane concentrandosi su noiosi tomi e dovendo anche sostenere un esame con barbosi e pignoli docenti, quelli che ottengono il prestigioso riconoscimento di una laurea honoris causa, rilasciata solo a personalità illustri della vita scientifica o sociale, possono pensare di aver fatto decisamente un salto di classe. Se poi l’Ateneo che la conferisce è uno dei più importanti in Italia, si entra nei salotti buoni direttamente dalla porta principale.


Leggi tutto

Mattia Marasti e Alessandro Guerriero: Gli errori di Boeri e Perotti sul Reddito di Cittadinanza

kriticaeconomica

Gli errori di Boeri e Perotti sul Reddito di Cittadinanza

di Mattia Marasti e Alessandro Guerriero

Qualche giorno fa, in un editoriale per il quotidiano La Repubblica i due professori di economia dell’Università Bocconi Tito Boeri e Roberto Perotti hanno affrontato la questione del Reddito di Cittadinanza.

L’editoriale verteva sulla riforma del fisco. La considerazione iniziale di Boeri e Perotti è, in qualche modo, condivisibile: qualora il beneficiario del Reddito di Cittadinanza accetti il lavoro che gli è offerto, retribuito appena sopra il valore del Reddito, si ritrova un’aliquota implicita del 100%.

Gli autori quindi fanno la seguente proposta:

“Si potrebbe allora pensare di ridurre il livello del sussidio, troppo alto per le persone singole soprattutto al Sud (9360 euro all’anno sono di circa il 30% al di sopra della linea di povertà Istat nel Mezzogiorno) e di ridurlo gradualmente a chi trova lavoro, fino a eliminarlo interamente solo se il lavoro è ben retribuito”.


Leggi tutto

Nicola Casale: Appunti (e spunti di riflessione) sulla maledizione pandemica

ilrovescio

Appunti (e spunti di riflessione) sulla maledizione pandemica

di Nicola Casale

Pubblichiamo questi “appunti” usciti su nucleocom.org, a nostro avviso particolarmente lucidi e preziosi. Se non mancano alcuni elementi di disaccordo, condividiamo appieno che l’«abbaglio micidiale» preso da buona parte degli antagonisti e dei rivoluzionari rispetto all’Emergenza da Covid-19 sia stata (e sia) – ancor più della «cretineria venduta come scienza» – la confusione tra “collettività” e Stato: cioè il nodo irrisolto delle disfatte rivoluzionarie del Novecento. Così come troviamo assai convincenti gli spunti di analisi sui modi e le ragioni della gestione cinese dell’epidemia (dal blocco alle cure ai vaccini) e del tutto condivisibili le annotazioni finali sulla mobilitazione contro il lasciapassare e l’obbligo vaccinale. Insomma, un po’ di aria fresca. Buona lettura.

Schermata del 2021 08 23 12 22 07Fin dal primo manifestarsi della pandemia una maledizione sembra aver colpito la gran parte della sinistra antagonista e di quella rivoluzionaria. Gli effetti più evidenti e grotteschi si vedono da quando sono iniziate le mobilitazioni di piazza contro il green pass e l’obbligo vaccinale, da cui il grosso di queste tendenze non solo si è tenuto rigorosamente a distanza, ma si è unito al coro governativo contro gli irresponsabili individualisti, negazionisti, no vax, fascisti, ecc.

Francamente non mi stupisco. Credo che queste reazioni fanno parte di una dinamica inevitabile che segue una situazione di sempre più profonda crisi del capitale, all’interno della quale le precedenti posture di classe proletaria e delle soggettività politiche che vi si sono sviluppate intorno sono destinate a subire un completo spiazzamento. L’epoca di cui si stanno definitivamente chiudendo anche gli strascichi è quella dello scontro tra proletariato e borghesia e quella che ora si manifesta con vigore (pur essendo da tempo iniziata) è quella tra capitalismo e comunismo.


Leggi tutto

David Klein: Come potrebbe essere una società ecosocialista?

antropocene

Come potrebbe essere una società ecosocialista?

di David Klein

SCNCC 1Prima di descrivere le possibili caratteristiche di un futuro ecosocialismo, vale la pena considerare perché un tale sistema sia addirittura necessario. Perché i problemi che l'ecosocialismo risolverebbe non possono essere risolti anche all'interno dell'attuale sistema capitalista globale?

La Parte I di questo saggio affronta tale questione riassumendo recenti rapporti scientifici sullo stato del clima e l'entità della crisi ecologica; facendo una revisione dei metodi e delle tecnologie disponibili che potrebbero essere utilizzati per affrontare le crisi climatiche ed ecologiche; e descrivendo brevemente l'incapacità strutturale del capitalismo di fornire soluzioni proporzionate alle crisi. La Parte II riprende poi il tema del titolo: l'ecosocialismo, insieme alle strategie per procedere in quella direzione.

 

Parte I: Contesto e background

È difficile sopravvalutare la minaccia alla vita sulla Terra rappresentata dalle crisi climatiche ed ecologiche. Nel 2019, un articolo su Nature ha avvertito che fino a un milione di specie di piante e animali sono sul punto di estinguersi, e uno studio delle Nazioni Unite dello stesso anno ha identificato il riscaldamento globale come uno dei principali fattori del declino della fauna selvatica. Gran parte della devastazione avvenuta fino ad oggi è stata catalogata nel rapporto del WWF Living Planet del 2020, che ha registrato un calo del 68% della popolazione di vertebrati in tutto il mondo solo negli ultimi cinque decenni. Più succintamente, gli scienziati riferiscono che la Terra sta vivendo una sesta estinzione di massa (la precedente estinzione di massa, avvenuta 66 milioni di anni fa, ha posto fine ai dinosauri).


Leggi tutto

Fabrizio Casari: Lezioni afghane

altrenotizie

Lezioni afghane

di Fabrizio Casari

L’uscita disordinata quanto rocambolesca delle truppe USA da Kabul, ha prodotto commenti sostanzialmente univoci circa l’ennesima disfatta statunitense. E' proprio così? Certo, la disfatta è politica e militare, ma il quadro d’insieme é più complesso e di articolata lettura. Gli USA, infatti, hanno tentato - non riuscendoci - di vincere, ma in qualche modo erano interessati alla presenza in Afghanistan ancor più di quanto lo fossero ad una vittoria militare.

Vediamo dunque i due aspetti separatamente. Dal punto di vista politico e militare non vi possono esser dubbi: trattasi di disfatta. Venti anni di occupazione non hanno raggiunto l’obiettivo dichiarato (la sconfitta dei Talebani e la restituzione del Paese alla comunità internazionale) e la sostanziale coincidenza tra l’uscita degli statunitensi e l’entrata dei guerriglieri islamici nella capitale racconta bene l’esito della missione.

Nell’era delle guerre di quarta e quinta generazione, l’aspetto simbolico, tanto per le icone del conflitti come per la narrazione degli stessi, hanno un peso enorme.


Leggi tutto

Felice Mometti: Indicazioni di metodo e produzione dello spazio urbano

conness
              precarie

Indicazioni di metodo e produzione dello spazio urbano

di Felice Mometti

Uso capitalistico e uso di classe del territorio. Nuova geografia della forza-lavoro e il territorio come luogo e mezzo della produzione sociale. Questo è l’approccio teorico e politico che, nella seconda metà degli anni ’70, caratterizza la riflessione dei «Quaderni del Territorio». Il retroterra sono alcuni capisaldi del pensiero operaista: l’assetto territoriale è l’effetto specifico della risposta capitalistica a un ciclo di lotte e causa di una serie di comportamenti di classe. La geografia della forza-lavoro viene letta attraverso il rapporto tra composizione tecnica e politica di classe e l’inchiesta nei territori non è uno strumento neutrale, ma serve a mettere in relazione sociale e politica i ricercatori (studenti e docenti) con i soggetti che agiscono pratiche di trasformazione nelle aree metropolitane. I «Quaderni del Territorio» sono l’esito di ricerche che, dal ‘68 in poi, si sviluppano innanzitutto nella Facoltà di Architettura di Milano. Gruppi di docenti, ricercatori e studenti che fanno inchiesta territoriale, nell’area metropolitana, e che cambiano alla radice anche le forme e i contenuti della didattica.


Leggi tutto

Guido Viale: Il diseducatore globale

comuneinfo

Il diseducatore globale

di Guido Viale

Una parte dei processi di devastazione dell’ambiente provocati dai cambiamenti climatici sono ormai irreversibili. Lo dicono anche i governi, adesso. Tutti però lo sapevano da almeno quarant’anni e hanno fatto orecchie da mercante. Perché mercanti sono: i governi, le imprese, i finanziatori e tutti i divulgatori – più o meno scientifici – al loro servizio, che portano gigantesche responsabilità sulle falsità e la diseducazione che hanno fatto prosperare per decenni. Oggi in Europa, con la progressiva eclissi di Merkel e Macron, il principale rappresentante di questo obnubilamento di carattere quasi psichiatrico dell’intelligenza, che consiste nel nascondere la testa di fronte al disastro immanente, è Mario Draghi. Il suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, accoppiato agli altri fiumi di denaro che il governo ha deciso di spendere per “non lasciare indietro” nessuno degli aventi causa nella spartizione dei fondi europei, ha dimostrato di non voler deviare di una virgola da una visione che mette il PIL al primo posto. Tanto per ammettere che il pianeta brucia e che, per salvarlo, bisognerebbe fare scelte prima impensabili (e dunque ogni minuto è prezioso per poterlo spiegare al mondo intero) che fretta c’è?


Leggi tutto

comidad: Vaccinolatria classista

comidad

Vaccinolatria classista

di comidad

Anche in Italia si parla già di terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech (forse “non per tutti”, bontà loro), anzi, si ipotizza persino la vaccinazione annuale. Come a dire che la spesa sanitaria dei prossimi anni sarà praticamente “mangiata” dalle campagne vaccinali. Intanto Pfizer aumenta i prezzi delle dosi, e il direttore dell’AIFA, Nicola Magrini, commenta che in fondo è comprensibile, poiché la multinazionale ha bisogno di fondi per la ricerca sulle “varianti”.

Si tratta di una balla colossale, dato che la ricerca sul “vaccino” (o quello che cavolo è) di Pfizer-BioNTech è stata finanziata con mezzo miliardo di fondi pubblici, in parte del governo tedesco ed in parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Che il governo tedesco pensasse solo agli affari di casa propria e della propria multinazionale BioNTech, era logico; ma i soldi della BEI coinvolgevano gli interessi di tutta l'Unione Europea.

C'era quindi la piena legittimità per liberalizzare i brevetti dei vaccini. Ovviamente non è stato fatto: una “vaccinolatria povera” sarebbe infatti una contraddizione in termini.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4396

2021-07-24 Hits 3007

2021-07-28 Hits 2814

2021-05-30 Hits 2530

2021-07-04 Hits 2123

2021-07-24 Hits 2061

2021-07-26 Hits 2002

2021-05-29 Hits 1993

2021-07-17 Hits 1904

2021-07-27 Hits 1818

tonino

unread,
Aug 27, 2021, 1:29:11 PM8/27/21
to sante gorini

S. Boni: Governamentalità pandemica: emergenziale, emotiva, scientifica, algoritmica

ilrovescio

Governamentalità pandemica: emergenziale, emotiva, scientifica, algoritmica

di S. Boni

Riceviamo e pubblichiamo volentieri queste riflessioni. Particolarmente pertinente – e prospettica – ci sembra l’analisi della “scatola nera” algoritmica come macchina cibernetica di comando e di governo, vero motore della ristrutturazione economica, politica, sociale e sanitaria in corso

external content.duckduckgo.com 1Le forme di governo che sono emerse con la gestione della pandemia aggiornano e rafforzano dinamiche di stili di governo presenti ma non centrali nella configurazione neoliberale del governo, caratteristica degli ultimi decenni. Tramite l’emergenza sanitaria quelle che sono state sotto-tracce hanno assunto un nuovo vigore, tanto da delineare un nuovo modo di governare che rischia di caratterizzare il prossimo futuro. Ha senso esaminarne i presupposti e le logiche sottostanti perché come ogni forma di governo, costruisce una immagine di sé come necessaria e indispensabile, benefica, anzi salvifica, indispensabile per la pacifica continuazione dell’ordine, paladino della sicurezza. In questo processo irradia rappresentazioni che tendono a soprassedere sulla problematicità delle sue azioni che invece, come cittadini, ci riguardano.

L’epoca pandemica ha segnato una discontinuità nell’arte del governo. Se il neoliberalismo ha messo a profitto individui coraggiosi, autonomi e liberi, imprenditori inclini al rischio, fermamente credenti nella auto-determinazione della scelta e realizzati nel consumismo confortevole; il governo emergenziale genera persone impaurite e prone ad auto-limitarsi, annoiate e dipendenti da sussidi, tese innanzitutto a proteggere la propria nuda vita e pronte a sacrificarsi per eliminare insicurezze. Se durante il neoliberismo si teorizzava la drastica riduzione dei tentacoli burocratici statali ma anche dell’offerta di servizi sociali, la gestione pandemica ricolloca lo Stato al centro, sia nelle sue interferenze coercitive che nei suoi sussidi.


Leggi tutto

Bollettino Culturale: Per una definizione del concetto di struttura in Althusser

bollettinoculturale

Per una definizione del concetto di struttura in Althusser

di Bollettino Culturale

altÈ importante richiamare l'attenzione sulla novità del concetto althusseriano di modo di produzione, poiché la corrente althusseriana era impegnata nella sua costruzione e non nella ripresa del classico concetto marxista di modo di produzione. Possiamo vedere questa differenza nel concetto althusseriano di modo di produzione in relazione al concetto marxista classico, poiché il primo designa qualcosa di più comprensivo della configurazione del sistema economico (natura dei rapporti di produzione, stadio di sviluppo delle forze produttive).

Riguardo alle caratteristiche del concetto marxista classico di modo di produzione, si può dire che esso esprime, in primo luogo, una relazione tra struttura e sovrastruttura e, in secondo luogo, il ruolo determinante della struttura e il ruolo subordinato della sovrastruttura all'interno della totalità sociale. Nel suo noto testo del 1859, Prefazione a Per la critica dell'economia politica, Marx stabilisce che l'insieme dei rapporti di produzione, che corrispondono ad un certo grado di sviluppo delle forze produttive, costituiscono la struttura economica della società. Sotto questa base reale sorge una sovrastruttura giuridica e politica alla quale corrispondono certe forme sociali di coscienza. Il modo di produzione della vita materiale condiziona il processo della vita sociale, politica e intellettuale. Le forze produttive della società, ad un certo stadio del loro sviluppo, entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti (e con la loro espressione giuridica: i rapporti di proprietà).


Leggi tutto

Covid-19, cure precoci, vaccini OGM e “green pass”: un contributo

ilrovescio

Covid-19, cure precoci, vaccini OGM e “green pass”: un contributo

di ***

Contributo scritto per l’iniziativa di controinformazione All’aria aperta, svoltasi venerdì 20 agosto 2021 a Rovereto

Con queste mie brevi noti, vorrei contribuire alla discussione in corso su come contrastare il lasciapassare sanitario e, più in generale, il progetto di società che avanza grazie all’Emergenza.

Si tratta di un groviglio di problemi sui quali la discussione avrebbe dovuto cominciare e approfondirsi già da tempo. Il nemico è riuscito ad imporre una vera e propria «paralisi cognitiva», la quale ha colpito non solo l’insieme della società, ma anche gli ambienti più “nostri”. Oggi ci troviamo in una doppia necessità: da un lato l’urgenza di operare scelte di campo nette e radicali – perché, senza esagerare, ci troviamo di fronte a una svolta decisiva; dall’altro l’importanza di mantenere la pazienza, la disponibilità e la cura di ascoltarci e di capirci il più possibile.


Leggi tutto

Alessandro Di Battista: Chi è interessato davvero al popolo afghano dovrà parlare con i talebani. Il resto è ipocrisia

tpi

Chi è interessato davvero al popolo afghano dovrà parlare con i talebani. Il resto è ipocrisia

di Alessandro Di Battista

Anche in Afghanistan la prima vittima della guerra  è stata la verità. Una verità che ancora oggi, nonostante i nodi siano tutti venuti al pettine, viene vilipesa, oltraggiata, assassinata. Gli Stati Uniti e i suoi servi sciocchi non hanno bombardato l’Afghanistan (così come l’Iraq, la Libia o la Siria) per eliminare il terrorismo, la shari’a, il burqa o per garantire diritti umani. E chi ancora si beve questa balla è complice dei padroni e padrini del pianeta.

Dal crollo del muro di Berlino in poi – con la conseguente disgregazione dell’Unione sovietica – Washington ha semplicemente giocato a RisiKo muovendo le truppe dove ha ritenuto fosse geo-politicamente conveniente.

I talebani, che piaccia o meno, non avevano nulla a che vedere con l’attentato alle Torri gemelle, così come Saddam Hussein non possedeva armi chimiche, anche perché, nel silenzio (e in parte la compiacenza) dell’Occidente, le aveva già usate per fermare la controffensiva iraniana durante la guerra Iraq-Iran e per sterminare la popolazione curda di Halabja.


Leggi tutto

Michele Castaldo: La dura lezione dell’Afghanistan

lacausadellecose

La dura lezione dell’Afghanistan

di Michele Castaldo

136346Faccio una premessa: scrivo per chi è disposto a capire, ben sapendo che la stragrande maggioranza non vuol capire come chi vuole credere in dio. E non mi preoccupo più di tanto perché i fatti si stanno incaricando di imporre certe verità impensabili fino al giorno prima. Ciò detto, sono costretto a fare una seconda premessa, riportando quello che diceva Winston Churchill, cioè che la guerra è innanzitutto una guerra di bugie, se proprio bisogna dire una verità è necessario immergerla in una selva di bugie. Col risultato di sfocarla a tal punto da renderla innocua e perciò incredibile.

Se oltre a certe immagini, come quelle di migliaia di persone che fuggono verso l’aeroporto di Kabul, assaltano l’aereo per sfuggire alla furia dei talebani, volano parole grosse come « Catastrofe », « Disfatta », « La fine peggiore », « I lupi sono entrati nelle città », « Si salvi chi può », « Una macchia sulla storia dell’Occidente », oppure « abbiamo sbagliato tutto », « Fuga da Kabul », e così via, vuol dire che

la batosta è seria, e come tale è avvertita anche, ma forse soprattutto, perché gli effetti non sono quelli immediati, ma quelli successivi, ovvero quel che si metterà in moto con la cacciata ingloriosa degli occidentali dopo venti anni di vergognosa e criminale aggressione.

Gli imperialisti sono sorpresi per l’azione repentina dei talebani che in pochi giorni sono arrivati a Kabul. Ma la rivoluzione sorprende sempre, financo i rivoluzionari, figurarsi chi si augurava una uscita meno ingloriosa e un patteggiamento con i probabili nuovi governanti di quel paese.


Leggi tutto

Giacinto Mascia: L’inumana transizione tecnologica

pensieriprov

L’inumana transizione tecnologica

di Giacinto Mascia

Con questo testo, il mio amico Giacinto comincia la sua collaborazione con il blog Pensieri Provinciali

dsc 0378Nel suo libro “The Great Reset” Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum di Davos ha scritto che «siamo sull’orlo di una rivoluzione tecnologica che cambierà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo gli uni con gli altri. Per scala, portata e complessità, la trasformazione sarà diversa da qualsiasi cosa l’umanità abbia mai sperimentato prima» [1]. È meglio analizzare in modo più circostanziato il peso delle affermazioni di Schwab e pertanto ricorriamo ad alcuni lavori precedenti. 

In un suo recente lavoro, prof. Sapelli, illustra gli aspetti travolgenti che la società contemporanea sta affrontando di fronte alla nuova fase di rivoluzione industriale, fase completamente diversa rispetto al passato [2]. Infatti l’attuale conversione dei processi industriali, insieme con le nuove tecnologie, si differenzia radicalmente dalle precedenti. Scrive Sapelli che finora abbiamo assistito a mutamenti senza dubbio profondi e l’attuale modello di economia finanziarizzata sta continuando a saccheggiare il sistema lavoro e le società, tuttavia il meccanismo di distruzione creativa di schumpeteriana memoria viene adesso sostituito da qualcosa di molto diverso. Infatti «il nuovo ciclo di Kondratiev che si avvicina ha talune caratteristiche prima sconosciute. Pone all’ordine del giorno la creazione diffusa di sistemi naturalmente complessi e stratificati quanto a tecnologie di intelligenze artificiali che producono a loro volta intelligenze. È come se si elevasse l’Itc all’ennesima potenza. Le stampanti 3D, con la meccanica per addizione e non per estrusione che ne deriva grazie all’uso del laser, sono solo l’inizio. Il seguito saranno i robot isomorfi, omeostatici tanto con il corpo umano quanto con il mutare delle macchine e dell’ambiente in cui sono immersi» (p. 68). 


Leggi tutto

Pino Arlacchi: Cosa succede in Afghanistan al di là del delirio mediatico

lantidiplomatico

Cosa succede in Afghanistan al di là del delirio mediatico

di Pino Arlacchi

Invito chiunque mi legga e mastichi una qualsiasi lingua straniera a informarsi sull’ Afghanistan evitando di leggere i maggiori quotidiani italiani. Quel paese sembra essere stato vittima di una invasione di mostri pervenuti dallo spazio e dotati di poteri sconfinati. Mostri che sono riusciti a far scappare da Kabul, terrorizzate, le forze del bene. Mostri assetati di vendetta e di sangue, soprattutto femminile, e che si apprestano a far diventare l’Afghanistan il santuario del narcotraffico e del terrorismo mondiale.

Delirio mediatico.

Cosa è successo invece, e cosa sta accadendo in Afghanistan in questi giorni?

Non c’è stata, innanzitutto, alcuna invasione di alieni, ma lo sbocco finale di due guerre. Una guerra civile tra i talebani ed i loro avversari iniziata quasi trent’anni fa, ed una guerra di liberazione contro una potenza occupante iniziata venti anni fa esatti.

I talebani sono degli integralisti islamici estremi, portatori di un’ideologia oscurantista che implica la violazione di diritti fondamentali, in primis quelli delle donne. Ma sono anche una forza che ha finito col prevalere contro ogni genere di nemico grazie a un rapporto con la popolazione rurale afghana migliore di quello stabilito dai loro avversari.


Leggi tutto

Anna Lombroso: Al via il Grande Reset dei diritti del lavoro

ilsimplicissimus

Al via il Grande Reset dei diritti del lavoro

di Anna Lombroso

Avevamo sottovalutato la personale interpretazione del memento mori a cura del presidente del consiglio, pensando fosse la sparata propagandistica di un piazzista di vaccini che deve portare a casa i risultati pretesi dall’azienda.

Potrebbe trattarsi invece di qualcosa che ha a che fare con una spiritualità piagnona e penitenziale intesa a ricordare a un popolo dissipato e libertino che piaceri e beni sono effimeri, che siamo qui per caso e per poco, e che così è meglio prepararsi al più grande reset, quello che dovrebbe seguire l’Apocalisse.

Eh si, siamo tutti occasionali, estemporanei, salvo qualche uomo della provvidenza inviato a predisporre la liquidazione finale, quindi è possibile che abbia voluto raccomandarci con le parole e gli atti di adattarci alla precarietà, coglierne i frutti, pochi, sudati ma subito, invece di inseguire sogni di sicurezza e benessere garantiti e duratori che – come si è visto- sono illusori e sotto continue prossime minacce.


Leggi tutto

Manlio Dinucci: Nessuna lezione dalla catastrofe afghana

manifesto

Nessuna lezione dalla catastrofe afghana

di Manlio Dinucci

Guerra. Il "Washington Post": «I presidenti Usa e i leader militari hanno fuorviato deliberatamente il pubblico sulla più lunga guerra americana, condotta in Afghanistan per 20 anni»

Nel discorso del 16 agosto alla Casa Bianca, il presidente Biden ha fatto una lapidaria dichiarazione: «La nostra missione in Afghanistan non ha mai avuto come scopo la costruzione di una nazione, non ha mai avuto come scopo la creazione di una democrazia unificata e centralizzata».

UNA PIETRA TOMBALE, messa dallo stesso presidente degli Stati uniti, sulla narrazione ufficiale che ha accompagnato per vent’anni la «missione in Afghanistan», in cui anche l’Italia ha speso vite umane e denaro pubblico per miliardi di euro. «Il nostro unico interesse nazionale vitale in Afghanistan rimane oggi quello che è sempre stato: prevenire un attacco terroristico alla patria americana», spiega Biden. Ma sulle sue parole getta ombra il Washington Post che, volendo svuotare il proprio armadio dagli scheletri delle fake news diffuse per vent’anni, titola: «I presidenti degli Stati Uniti e i leader militari hanno deliberatamente fuorviato il pubblico sulla più lunga guerra americana, condotta in Afghanistan per due decenni».


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Afghanistan

sinistra

Afghanistan

di Salvatore Bravo

 

L’Occidente senza domande

La ritirata statunitense dall’Afghanistan non è una semplice sconfitta, ma è la verità dell’Occidente nella sua fase apicale di decadenza e potenza. La decadenza è l’irrazionale ideologico di cui è preda l’Occidente, dinanzi al disastro umano e politico perpetrato in vent’anni di occupazione, si rimuove la verità, ci si rifugia in atteggiamenti ideologici che ridimensionano l’immane disastro e specialmente si storna l’attenzione pubblica dagli errori e dalla tragedia in cui versa l’Occidente concentrandosi sulla condizione femminile afgana e sul ritorno del burqa. Si fa appello ad un mantra ideologico che procura consenso ed evita scomode domande. Sul resto vige il silenzio. In vent’anni il contatto tra occidentali ed afgani non ha fondato un rapporto di fiducia ed osmosi senza i quali non è possibile nessuna azione politica.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4465

2021-07-24 Hits 3041

2021-07-28 Hits 2888

2021-05-30 Hits 2552

2021-07-04 Hits 2165

2021-07-24 Hits 2072

2021-07-26 Hits 2021

2021-05-29 Hits 2004

2021-08-17 Hits 1949

2021-07-17 Hits 1935

tonino

unread,
Aug 29, 2021, 9:55:50 AM8/29/21
to sante gorini

Ernesto Screpanti: Visco, Draghi e il Recovery Plan: un ottimismo ingiustificato

contropiano2

Visco, Draghi e il Recovery Plan: un ottimismo ingiustificato

di Ernesto Screpanti

Draghi e Visco 720x300Un’ondata di ottimismo sta travolgendo l’Italia: La vittoria sulla pandemia covid è a portata di mano, l’economia è in forte ripresa, il governo è il migliore possibile e fa politiche keynesiane espansive aiutato dalla BCE e dalla Commissione Europea, dalla quale sta per arrivare “una pioggia di soldi”. “Nulla sarà più come prima”, e nel clima millenaristico tutte le nefandezze del neoliberismo sembrano definitivamente cancellate.

Non voglio essere un pessimista a ogni costo, e non dirò che queste speranze sono proprio tutte infondate. Mi sarà concesso però esprimere almeno qualche dubbio da economista. Cosa che farò articolando un discorso in quattro parti.

Innanzitutto presenterò alcuni dati statistici per spiegare cosa è accaduto all’economia italiana durante la crisi covid e cosa sta accadendo nel rimbalzo; in secondo luogo presenterò una sintesi delle politiche economiche del governo italiano e di quelle della BCE e della Commissione Europea; in terzo luogo esporrò le valutazioni del Governatore della Banca d’Italia, Visco; infine avanzerò una critica all’eccesso di ottimismo che trapela da quelle valutazioni.

Ho scelto di concentrarmi sul punto di vista che emerge dalle Considerazioni Finali del Governatore perché è quello della vera classe dirigente italiana e del capo del governo, Draghi, ma il Governatore lo esprime rigorosamente senza nessuna concessione alla ricerca del consenso popolare.


Leggi tutto

Fabio Pasquinelli: Green pass: il banchiere del diavolo ha un piano: divide et impera!

cumpanis

Green pass: il banchiere del diavolo ha un piano: divide et impera!

di Fabio Pasquinelli*

Le strategie del governo bio-politico del capitale nel contesto dell’emergenza sanitaria

Immagine quarto editoriale sui green pass di F.
            PasquinelliQuando mi è stato chiesto di scrivere in merito alle politiche di contrasto dell’epidemia di COVID-19 in Italia, lo ammetto, ho avuto qualche perplessità, dovute alla complessità della questione e alle ricadute sociali, prima ancora che politiche, relativamente all’informazione manipolata su questo tema. Come tutti i miei concittadini ho vissuto un lungo periodo di solitudine, sofferto problemi economici per nulla attenuati dalle misure assistenziali attuate dai governi Conte e Draghi, riflettuto su ciò che mi è stato confusamente e contraddittoriamente comunicato dalle fonti governative, dagli organismi tecnico-scientifici e dai mass media. Persino i dati, i numeri, devono essere interpretati in ragione della scelta discrezionale di chi ne attua la raccolta e la diffusione, in ragione di come sono stati elaborati, scelti e qualificati. Il tema è, pertanto, delicato e non sarò certamente io a possedere la verità. Anche per questa ragione, avendo cura di informarmi (un minimo) senza pregiudizi, di conoscere a grandi linee la differenza tra vaccini a vettore virale e vaccini a nanoparticelle RNA messaggero, ho deciso di sottopormi, consapevolmente, a questa importante sperimentazione vaccinale, che sta testando su larga scala una terapia derivata da anni di ricerche scientifiche e finalizzate alla prevenzione e alla cura di malattie genetiche e oncologiche.

Dai primi risultati della campagna vaccinale possiamo trarre alcune utili informazioni che, per quanto ancora parziali, potremmo definire confortanti: il numero degli effetti collaterali a breve termine sui vaccinati è minimo e la terapia previene l’insorgere di sintomi; ovvero, quando non dà una copertura ottimale sulle varianti, mette comunque al riparo da patologie gravi nella maggior parte dei casi. Tuttavia, non produce immunità di gregge così come ci era stato prospettato in precedenza, in quanto anche le persone vaccinate possono essere infettive verso gli altri, né più né meno dei non vaccinati asintomatici.


Leggi tutto

Leo Essen: Linux compie 30 anni. E siamo punto e a capo…

contropiano2

Linux compie 30 anni. E siamo punto e a capo…

di Leo Essen

Il 25 Agosto i LUG (Linux User Group) di mezzo mondo hanno festeggiato il 30esimo compleanno di Linux. All’evento ha dato risalto anche Der Spiegel, il più diffuso settimanale tedesco, con un ampio articolo dal titolo roboante: Das System der Systeme.

Alle 20:57 del 25 Agosto del 1991, Linus Benedict Torvalds, giovanissimo studente dell’università di Helsinki, scrive la famosa mail al Minix Newsgroup (comp.os.minix), in cui annuncia appunto il lancio di Linux.

Ciao a tutti voi là fuori che usate Minix – scrive Torvalds – sto realizzando un sistema operativo (gratuito) (solo per hobby, non sarà grande e professionale come GNU)“. [Hello everybody… I’m doing a (free) operating system].

All’epoca, scrive Spiegel, nessuno poteva immaginare che 30 anni dopo Linux sarebbe stato presente su circa l’80% degli smartphone, in quasi tutte le automobili di nuova concezione, su milioni di gadget elettronici, e su quasi tutti gli apparecchi IoT.


Leggi tutto

Pierluigi Fagan: Cina, Stati Uniti e i "negazionisti" della realtà

lantidiplomatico

Cina, Stati Uniti e i "negazionisti" della realtà

di Pierluigi Fagan

NEGAZIONISMO. La negazione è un meccanismo psichico di difesa quando si deve mantenere a tutti i costi intatta la consueta struttura o ordine psichico, al costo di negare la realtà. E' il meccanismo più insidioso per il necessario sforzo adattivo. Questo, infatti, presuppone l'esame obiettivo della realtà per poi porre in essere i necessari cambiamenti adattivi. Più o meno, siamo tutti affetti da una qualche forma di negazionismo. In forme blande, è la semplice difesa da un continuo ed estenuante esame auto-critico sulle nostre mancanze di adeguazione quotidiana. Ma ci sono casi e ci sono momenti in cui tale meccanismo diventa una vera e propria psicosi.

Questa cartina gira su Internet. Mi arriva tramite Ignacio Ramonet che è fonte affidabile (Le Monde Diplomatique) e che riporta come fonte prima il the Economist. Per ogni Paese specifica il primo partner commerciale tra 2000 e 2020, non specifica se "partener commerciale" lo si intende per l'import o l'export o una media di entrambi.


Leggi tutto

Francesco Pallante: Lo scandalo di un rettore antifascista. Il caso Montanari

manifesto

Lo scandalo di un rettore antifascista. Il caso Montanari

di Francesco Pallante

Un attacco forsennato e scomposto si sta abbattendo in queste ore su Tomaso Montanari per mano delle tante destre, più o meno ripulite, che popolano il nostro paese.

La sua colpa? Aver denunciato, in un articolo sul Fatto quotidiano del 23 agosto scorso, il montante clima di revisionismo di matrice neofascista che, in spregio alla Costituzione repubblicana, sta facendo venir meno, una a una, le fondamenta resistenziali dell’Italia nata dalla lotta contro il nazifascismo.

Il continuum è impressionante. Il caso Duringon – il sottosegretario leghista che vorrebbe rinverdire le radici fasciste di Latina celebrandone il legame con la famiglia del duce – era, fino a ieri, l’ultimo. Oggi è già sopravvenuto lo scandalo del deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, invitato alla festa nazionale del Partito democratico nonostante i suoi trascorsi fotografici in divisa da nazista. E sul domani incombe la minaccia di una postfascista a palazzo Chigi.


Leggi tutto

Maurizio Rainisio: Piena approvazione al vaccino Pfizer senza discussione pubblica dei dati

gocciaagoccia

Piena approvazione al vaccino Pfizer senza discussione pubblica dei dati

di Maurizio Rainisio*

Settembre 2020, l’avvento dei vaccini era molto vicino e cresceva la consapevolezza che le pressioni politiche su FDA sarebbero state molto forti.

Vale la pena di rileggere questo lavoro pubblicato su JAMA che in pratica ha previsto quello che sarebbe successo.

FDA effettivamente ha abbandonato il rigore che la caratterizzava, ma non lo ha fatto spinta da Trump, ma spinta da Biden.

Ancora in ottobre aveva posto una demarcazione netta tra EUA (approvazioneper uso emergenziale) e BLA (approvazione senza limiti), con quest’ultima che ancora poneva alcuni paletti sulla sicurezza. Oggi è riuscita a infrangere anche questi paletti e a concedere la BLA senza che siano soddisfatti i criteri di ottobre.

Due erano le gravi questioni poste nell’autunno 2020:

1. Un'approvazione EUA affrettata avrebbe impedito di completare la sperimentazione come richiesto dalle linee guida. Si pensava che prima o poi per malintesi motivi etici non si sarebbero pouti mantenere su placebo tutti i soggetti quindi lo studio finale sarebbe risultato monco. Questa si è puntualmente verificata.


Leggi tutto

Roberto Salerno: A che punto è la notte? Appunti per un compendio dell’emergenza pandemica in Italia (agosto 2021)

giap3

A che punto è la notte? Appunti per un compendio dell’emergenza pandemica in Italia (agosto 2021)

di Roberto Salerno*

wearamask 768x432Dopo diciassette mesi in cui si sono rincorsi provvedimenti surreali e terrori a singhiozzo è diventato complicato capire di cosa si stia discutendo quando ci si imbarca in dibattiti e considerazioni sulla pandemia provocata dal SARS-CoV-2. Del resto, in questo periodo non esiste un solo aspetto della nostra vita che non sia stato messo sotto stress dalla pandemia, e dipanare il groviglio sempre più spesso appare impresa improba.

Quello che segue è un tentativo – sintetico ma ci si augura non superficiale – di rendere più chiari gli argomenti di discussione, che ovviamente restano inesorabilmente intrecciati. L’elenco non vuole essere esaustivo ma piuttosto offrire un punto di partenza dal quale provare ad affrontare i vari temi inerenti alla pandemia. Laddove possibile si sono richiamate le evidenze a favore delle affermazioni, ma naturalmente l’elenco sconta il punto di vista altamente critico nei confronti degli interventi messi in atto dalle classi dirigenti.

 

1. Il virus

Il motivo per cui il virus ha fatto – e rischia di continuare a fare – tanti danni non è nella sua pericolosità intrinseca ma va ricercato nella risposta dei sistemi politici e sanitari. Se prescindesse da questi ultimi, il rapporto tra il numero dei morti e il numero dei contagiati sarebbe simile in qualsiasi contesto e per qualsiasi classe d’età, cosa che sappiamo essere lontana dal vero.


Leggi tutto

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: Afghanistan: una disfatta storica degli Stati Uniti e dell’Italia. E ora?

ilpungolorosso

Afghanistan: una disfatta storica degli Stati Uniti e dell’Italia. E ora?

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

afghanistan talebani vittoria1. Sconfitta, disastro, debacle, agghiacciante fallimento, vergognosa ritirata, una catastrofe dei nostri eserciti e dei nostri valori, una disfatta peggiore di quella subita da parte dei vietcong mezzo secolo fa: una volta tanto, la stampa dei regimi occidentali, detti comunemente democrazie, non ha indorato l’amarissima pillola che i signori della guerra di Washington&Co. hanno dovuto deglutire in questi giorni.

Molti commentatori sono sorpresi. Non riescono a spiegarsi come i sistemi militari, gli apparati di intelligence e la diplomazia di una coalizione così potente hanno fallito davanti ad un “gruppo insurrezionale” (i talebani) di qualche decina di migliaia di guerriglieri, che non aveva dietro di sé nessuna grande potenza né chi sa quale addestramento militare, dotato di un armamento in alcun modo paragonabile a quello dei volonterosi carnefici della Nato. È la sorpresa che colpisce metodicamente i guru della geopolitica, convinti come sono – per la loro ottusa ideologia – che la tecnologia bellica, il denaro e i servizi segreti decidano di tutto, e che nelle vicende della storia le masse sfruttate e oppresse contino zero.

Invece hanno vinto i talebani afghani. E l’impatto internazionale della loro vittoria è enorme. Perché, come ha osservato Mosés Naím, “incoraggerà tutti gli avventurieri [coloro che non si inginocchiano ai comandi statunitensi – n.] a sfidare il potere americano, intaccherà la fiducia degli alleati negli Usa, e rafforzerà la convinzione dei rivali autocratici come Cina e Russia di possedere un modello superiore alle democrazie”.


Leggi tutto

Francesco Carraro: Vaccinare i ragazzi è un “delitto”: per la scienza e per la logica, se non per il diritto

francescocarraro

Vaccinare i ragazzi è un “delitto”: per la scienza e per la logica, se non per il diritto

di Francesco Carraro

Se in Italia ci fosse un numero sufficiente di scienziati attenti, oltre che famosi, e un sistema di informazione mediamente onesto, un articolo come questo non sarebbe necessario. Sarebbe superfluo. Purtroppo, ci sono troppi scienziati boriosi (e ogni assonanza dell’aggettivo con cognomi effettivamente esistenti è puramente casuale) e l’onestà sta al mainstream come il diavolo all’acquasanta: non si amano, per così dire. Dunque – mentre i virologi star si guardano allo specchio per studiare le pose da assumere al tg delle otto e le telecamere lucidano gli obbiettivi per esaltarne i gagliardi profili – qualcuno doveva pur prendersi la briga di studiare i dati scientifici forniti dall’ISS. E di farlo, magari, con l’ausilio delle scienze statistiche. Scienza su scienza, insomma. Roba da leccarsi le orecchie in un’era in cui solo il pensiero scientifico ha diritto di pensare.

Ebbene, lo ha meritoriamente fatto il Dr. Maurizio Rainisio, matematico esperto in statistica medica con 45 anni di esperienza nella ricerca clinica in epidemiologia.


Leggi tutto

ilsimplicissimus: Bugie scandali e medicina. Ma come si fa a fidarsi di questi?

ilsimplicissimus

Bugie scandali e medicina. Ma come si fa a fidarsi di questi?

di ilsimplicissimus

Una cosa davvero mi sorprende: il fatto che la gente veda apparire qualche pseudo luminare che dice sciocchezze senza citare alcun dato appropriato sulla pandemia e creda ad ogni parola come se quel camice bianco fosse la sottana del prete nell’alto medioevo. In realtà non esiste settore più corrotto di quello medico – farmaceutico e questo non dovrebbe essere del tutto una sorpresa visto che ogni tanto scoppiano scandali che fanno clamore a lungo. Eppure la paura è come un rasoio per la memoria già messa a dura prova dall’eccesso di comunicazione completamente vuota di significato, ma usata come cuscinetto per separare i fatti tra di loro e rendere il mondo incomprensibile. Tanto per rammentare qualche fatto che ci riguarda da vicino andiamo nel 1993 quando Duilio Poggiolini era direttore del sevizio farmaceutico nazionale del Ministero della salute: venne arrestato in base a una serie di accuse riguardanti tangenti finalizzate all’immissione di farmaci inutili sul mercato.


Leggi tutto

comidad: Afghanistan delle mille e una notte

comidad

Afghanistan delle mille e una notte

di comidad

Quando la comunicazione dominante affronta questioni che riguardano paesi esterni al sacro Occidente, spesso finisce per utilizzare schemi che prediligono l’esotismo, l’orientalismo, il mistero, i barbarismi e altre fumosità inintelligibili.

Si va da Abubakar Shekau, leader di Boko Haram che leggeva il Corano mentre guidava la motocicletta, e nonostante le raccomandazioni della madre, a Gheddafi in fuga verso l’Africa profonda, braccato dalle potenze occidentali ma con un tesoro di lapislazzuli, lingotti d’oro e diamanti.

Così, per spiegare l’ascesa e l’affermazione di una entità come l’ISIS, la comunicazione mainstream ci dà una soluzione credibile: si finanziano con il contrabbando del petrolio. Come se delle formazioni armate in continuo movimento potessero avere il tempo e la capacità di ripristinare i pozzi petroliferi, di organizzare il trasporto e la vendita sottocosto (altrimenti che contrabbando è) del petrolio ad acquirenti degli stati contigui, teoricamente ostili, ricavarne denaro sufficiente e presentarsi sul mercato internazionale degli armamenti a fare shopping.


Leggi tutto

Guido Salerno Aletta: Torniamo all'ONU: basta G7, G20 e Diplomazie Telefoniche

teleborsa

Torniamo all'ONU: basta G7, G20 e Diplomazie Telefoniche

di Guido Salerno Aletta

La crisi afgana non si risolve con un G7 virtuale, con un G30 opaco e senza poteri, o qualche video conferenza

Il 15 agosto 2021 è finita un'epoca, quella dell'Eccezionalismo americano, quella in cui gli Usa hanno dominato con le proprie scelte unilaterali la scena mondiale, essendo rimasta l'Unica Superpotenza Globale avendo fatto collassare l'URSS ed il sistema di Paesi comunisti di cui era a capo.

Si sono arrogati il "dovere di proteggere i popoli", intervenendo militarmente in Serbia senza alcuna preventiva deliberazione dell'ONU, per porre fine al massacro della "minoranza musulmana". Gli USA hanno sostenuto le Primavere arabe, provocando la caduta delle cosiddette democrature arabe, da Ben Alì in Tunisia ad Hosni Mubarak in Egitto. Hanno addirittura denunciato al Tribunale penale internazionale il Colonnello Gheddafi, per aver compiuto massacri a danno della popolazione inerme, colpevole solo di protestare contro di lui ed il suo regime dittatoriale, quando né gli USA né la Libia hanno mai aderito al Trattato istitutivo di tale Corte: tutto ha fatto gioco, per farlo infine assassinare.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4532

2021-07-24 Hits 3081

2021-07-28 Hits 2935

2021-07-04 Hits 2204

2021-07-24 Hits 2087

2021-08-17 Hits 2077

2021-07-26 Hits 2068

2021-07-27 Hits 1962

2021-07-17 Hits 1958

2021-06-03 Hits 1732

tonino

unread,
Aug 31, 2021, 4:19:09 PM8/31/21
to sante gorini

Alfonso Gianni: Europa: tra sovranismo e a-democrazia

alternative

Europa: tra sovranismo e a-democrazia*

di Alfonso Gianni

europa
            distruzioneNon si può proprio dire che il cammino sulla strada che deve percorrere la Conferenza sul futuro dell’Europa, che dovrebbe concludere il suo tragitto nella primavera del 2022, sia cominciato sotto una buona stella. L’esplosione della pandemia ne aveva ritardato gli inizi. Finalmente il 10 marzo scorso era stato dato il segnale di partenza sulla base di una dichiarazione comune dei presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, rispettivamente David Sassoli e Antonio Costa, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I prodromi della Conferenza vanno ricercati nel tentativo di Valery Giscard d’Estaing, nella sua qualità di presidente della Convenzione europea (2002-2003), di elaborare un progetto di Costituzione europea, nella forma di un Trattato, che venne però affossato dal no nei referendum tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi. In seguito si giunse alla firma del Trattato di Lisbona (2007) che distinguendo con puntualità le competenze fra Stati membri e la Ue, di fatto si frapponeva a una possibile direzione verso un’unione di tipo federale.

L’iniziativa della Conferenza ha in tempi più recenti ripreso le mosse sempre a partire dalla sponda francese. Emmanuel Macron si è molto attivato in questo senso anche perché la Conferenza dovrebbe concludersi proprio quando la presidenza della Ue verrà assunta dalla Francia. Le modalità di discussione presentano effettivamente delle novità.


Leggi tutto

Alessandro Testa: Sul Movimento 5 Stelle

cumpanis

Sul Movimento 5 Stelle

di Alessandro Testa

"Reputiamo che il M5S sia, come il materialismo storico ci insegna, il frutto naturale e spontaneo di una specifica situazione venutasi a creare in un’Italia frastornata dal crollo del PCI, da Mani Pulite, dal berlusconismo e dall’ipocrita farsa della “sinistra” rappresentata dal PD"

Foto di Grillo articolo di A.Testa sui 5 StellePremessa

Nello stagnante panorama politico italiano degli ultimi vent’anni, caratterizzato dalle sempiterne e ipocrite manfrine del “partito unico liberista”, è indubitabile come il Movimento 5 Stelle segni un momento di discontinuità importante e degno di un’analisi approfondita, che cerchi di individuare le ragioni profonde della sua nascita e del suo successo ma anche quelle della sua tumultuosa evoluzione e degli innegabili segnali di “mutazione genetica”, e persino di incipiente sgretolamento, che esso sta manifestando da qualche tempo.

Il Movimento 5 Stelle, fedele alla nota frase impropriamente attribuita a Renè Descartes “Natura abhorret a vacuo”, ha senza alcun dubbio avuto il merito di colmare quel vuoto che la politica italiana ha scavato così profondamente nel corpo sociale, pervaso da disillusione, disinteresse, sfiducia e ira nei confronti di tutto ciò che odori anche lontanamente di “partito”.

Perciò, giova ripeterlo, più che di irrisione e demonizzazione quello di cui ci sarebbe davvero bisogno è lo spassionato sforzo di analisi e comprensione che queste brevi righe si propongono forse immodestamente di sviluppare, nella speranza di aprire un dibattito che sia fecondo di confronti dialettici e arricchimento comune per chi interpreta la politica non come mero gioco di potere ma come massima espressione del sentire sociale dell’essere umano.


Leggi tutto

Alessandro Di Battista: "Negli ultimi 20 anni quanti corpi di afgani dilaniati ci hanno fatto vedere?"

lantidiplomatico

"Negli ultimi 20 anni quanti corpi di afgani dilaniati ci hanno fatto vedere?"

di Alessandro Di Battista

Da quando gli americani hanno deciso di invadere l'Afghanistan per scovare Bin Laden (trovato poi in Pakistan), per distruggere il terrorismo (ieri non sono stati in grado di evitare un attentato pre-annunciato), per cancellare il regime dei talebani (con i quali hanno concluso gli accordi di pace e con i quali tratta anche il numero 1 della CIA), per proibire il burqa (che oggi ancora viene ampiamente indossato), per colpire la produzione di oppio (che si è moltiplicata durante la loro occupazione) e per migliorare le condizioni di vita degli afghani (oggi la maggior parte di loro vive con meno di 2 dollari al giorno), ecco, da quando è iniziata questa ignobile, immorale ed inutile guerra, l'Iran ha accolto oltre 3 milioni di profughi dall'Afghanistan.

Tra questi vi sono senz'altro afghani sciiti terrorizzati dai talebani ma la maggior parte sono uomini, donne, anziani e bambini scappati dalla guerra, dalla fame e dalle bombe intelligenti della Nato, così intelligenti da aver provocato decine di migliaia di vittime civili. Morti dimenticati, ma non per questo meno morti degli altri.


Leggi tutto

Jean-Luc Nancy: Alla fine del mondo. L’equivalenza delle catastrofi

scenari

Alla fine del mondo. L’equivalenza delle catastrofi

di Jean-Luc Nancy

Il 23 agosto ci ha lasciato Jean-Luc Nancy, tra le più originali voci della filosofia contemporanea. La sua riflessione ha toccato la complessità e le contraddizioni del nostro tempo, interrogandosi anche sullo stato di salute delle democrazie, sul concetto di comunità, sul rapporto con la tecnologia e sulle conseguenze del progresso.

Su Scenari pubblichiamo un estratto di L’equivalenza della catastrofi (Mimesis Edizioni, 2016, a cura di Giovanbattista Tusa), una riflessione sul disastro di Fukushima che inquadra con grande lucidità il profondo legame tra cataclisma naturale e le numerose catastrofi – ambientali, economiche, tecnologiche – che punteggiano il nostro tempo.

Il titolo non deve disorientare: le catastrofi non sono equivalenti, né per ampiezza, né per desolazione, né per conseguenze. Uno tsunami senza effetti su un’installazione nucleare non è identico a uno tsunami che danneggia gravemente un impianto atomico. L’incuria nella gestione di quell’impianto apre un ulteriore ordine di gravità.


Leggi tutto

Paolo Bartolini: Per un autunno non troppo caldo

ilblogdimadrugada

Per un autunno non troppo caldo

di Paolo Bartolini*

Quello che si potrebbe e dovrebbe fare, di fronte alla recrudescenza della pandemia/sindemia Covid-19 e al caos derivante dalla gestione del fenomeno da parte delle istituzioni neoliberali, è presto detto:

  • Far sì che in tutto il mondo i soggetti fragili (di ogni età) e le persone dai 30/40 anni in su possano vaccinarsi, prevedendo esenzioni per chi ha problemi di coagulazione o altri fattori che rendono rischiosa la somministrazione del siero; no vaccini per le donne in gravidanza;
  • Controllare democraticamente il sistema informativo e ridurre al minimo confusione e dissonanze cognitive;
  • Intraprendere, nel frattempo, quanto necessario per garantire che la produzione dei vaccini possa essere effettuata nei vari Stati in maniera autonoma, smantellando gradualmente lo strapotere delle case farmaceutiche;

Leggi tutto

Harvey Risch: “Il virus non se ne andrà, bisogna curare ai primi sintomi”

bgsnews

“Il virus non se ne andrà, bisogna curare ai primi sintomi”

Francesco Servadio intervista l'epidemiologo Harvey Risch

Il 6 agosto 2020 The American Journal of Medicine pubblicò l’imponente studio (aggiornato in Reviews in Cardiovascular Medicine) “Pathophysiological Basis and Rationale for Early Outpatient Treatment of SARS-CoV-2 (COVID-19) Infection” (qui il link), che rappresenta il primo, grandissimo lavoro sull’importanza delle cure domiciliari precoci contro il Covid. Tra gli autori, tutti di alto profilo, i luminari Peter Andrew McCullough (già intervistato dal nostro giornale) e Harvey Risch, i quali hanno “benedetto”, nel gennaio 2021, lo schema terapeutico elaborato dai medici del Comitato Cura Domiciliare, fondato e presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi (qui il nostro approfondimento). Professore di Epidemiologia presso il Dipartimento di Epidemiologia delle Malattie Croniche della Yale School of Public Health di New Haven (nello Stato del Connecticut), Harvey Risch è uno dei massimi esperti mondiali sul trattamento tempestivo contro il virus. Epidemiologo pluripremiato con oltre 30 anni di esperienza nella ricerca sull’eziologia del cancro, è membro della Society for Epidemiological Research dal 1982, dell’American Society of Preventive Oncology dal 1984 ed è eletto Fellow of the American College of Epidemiology dal 1991.


Leggi tutto

Leonardo Masella: Cina: la Nep è finita?

cumpanis

Cina: la Nep è finita?

di Leonardo Masella

foto terzo pezzo sez. Ue Asia Eurasia MasellaDi recente è apparsa sui nostri giornali la notizia che la Cina sta rinazionalizzando le aziende che erano state privatizzate con le riforme di Deng. E’ stata l’occasione per i liberisti di casa nostra per esprimere la loro preoccupazione e per alcuni comunisti (sempre di casa nostra) per esultare per la “fine della Nep”. Hanno ragione i liberisti a preoccuparsi, hanno torto i compagni ad esultare.

Hanno ragione i liberisti a preoccuparsi, insieme a tutti coloro che hanno sempre sostenuto che le riforme economiche denghiste avrebbero portato la Cina al capitalismo. Questa notizia mi conferma infatti nell’idea che in Cina lo Stato e quindi il partito comunista non hanno mai perso il controllo dell’economia, cosa che avvenne peraltro anche per la Nep di Lenin, diversamente dalle grandi privatizzazioni russe di Eltsin. E ciò è avvenuto anche quando con le riforme economiche denghiste il governo cinese lasciò creare alcuni colossi privati.

D’altra parte sbagliano ad esultare certi comunisti un po’ dogmatici che hanno sempre mal sopportato le riforme denghiste e hanno sempre sperato in un ritorno indietro verso uno statalismo pressochè integrale come c’era prima della fine dell’Urss, anzi causa principale della stagnazione economica e della insoddisfazione popolare che è stata la ragione principale del crollo economico-politico dell’Urss.

In Cina, dalle notizie che per il momento apprendiamo dalla stampa occidentale, non stanno per niente superando la Nep o l’economia di mercato (che è sempre stata controllata e diretta dallo Stato), ma stanno contrastando e superando lo strapotere che stavano assumendo alcuni colossi privati.


Leggi tutto

Covid19 Assembly: Il governo del Regno Unito ha basato la gestione della pandemia COVID su presupposti errati

comedonchisciotte.org

Il governo del Regno Unito ha basato la gestione della pandemia COVID su presupposti errati

di Covid19 Assembly

Una lettera aperta alle autorità politiche e sanitarie della Gran Bretagna firmata da 133 medici, infermieri, paramedici e ostetriche

comedonchisciotte org informazione alternativa
              kashmir doctors pti 1618202355All'attenzione di Mr Boris Johnson, Prime Minister - Ms Nicola Sturgeon, First Minister for Scotland - Mr Mark Drakeford, First Minister for Wales - Mr Paul Givan, First Minister for Northern Ireland - Mr Sajid Javid, Health Secretary - Dr Chris Whitty, Chief Medical Officer - Dr Patrick Vallance, Chief Scientific Officer.

Scriviamo come medici, infermieri e altri professionisti sanitari preoccupati della situazione, alleati e senza alcun interesse personale. Al contrario, così facendo affrontiamo un rischio personale per quanto riguarda il nostro posto di lavoro e/o la possibilità di essere personalmente “infangati” da coloro che, inevitabilmente, non gradiranno la nostra presa di posizione.

Abbiamo deciso di scrivere questa pubblica lettera perché è diventato evidente che:

Il governo (con questo intendiamo il governo britannico e i tre governi/amministrazioni decentrati e i consulenti governativi associati e le varie agenzie, come CMO, CSA, SAGE, MHRA, JCVI, i servizi della sanità pubblica, Ofcom ecc, di seguito indicati con “voi” o il “governo”) ha basato la gestione della pandemia COVID su una serie di presupposti errati.

Questi presupposti vi sono stati fatti notare da numerosi individui e organizzazioni.

Non siete riusciti ad impegnarvi nel dialogo e non mostrate alcun segno di volerlo fare. Avete tolto alla gente i diritti fondamentali e alterato il tessuto della società praticamente senza alcun confronto parlamentare. Nessun ministro responsabile della politica è mai apparso su un qualsiasi canale mediatico tradizionale in un dibattito adeguato con chiunque avesse opinioni opposte.


Leggi tutto

Eros Barone: L’Afghanistan nella morsa dello “scontro di civiltà”

sinistra

L’Afghanistan nella morsa dello “scontro di civiltà”

di Eros Barone

niviveNel profluvio di commenti generati dal ritiro delle forze militari degli USA e della NATO dall’Afghanistan e dalla conseguente vittoria dei talebani raramente è stato posto a tema, anche solo ai fini di un confronto, l'intervento militare sovietico che ebbe luogo nel 1979 e che durò fino al 1989. Tale intervento, a differenza dell’invasione dell’Afghanistan attuata nel 2001 dall’imperialismo statunitense e dai suoi alleati occidentali, non solo derivava legittimamente da uno specifico trattato di amicizia e di cooperazione stipulato dai due rispettivi governi, ma poggiava altresì su un movimento democratico e popolare autoctono, il cui rappresentante più autorevole, ancor oggi ricordato con rispetto dalla popolazione di Kabul, era Mohammed Najibullah, ultimo presidente progressista del paese. Membro del Partito democratico popolare dell’Afghanistan (People’s Democratic Party of Afghanistan, Pdpa) dalla fine degli anni ’60, egli aveva diretto a lungo la polizia segreta, prima di essere messo a capo dello Stato nel 1986. Dopo il ritiro delle forze sovietiche nel 1989, Najibullah resistette al potere ancora per tre anni.

Come è noto, durante la guerra fredda i sovietici sostenevano Kabul, mentre gli Stati Uniti e il Pakistan appoggiavano i ribelli. Oggi, altre preoccupazioni hanno portato gli Stati Uniti ad abbandonare l’Afghanistan consegnando ai talebani, che essi non hanno mai smesso di sostenere sotto banco, una classe dirigente formata per la maggior parte dalle stesse personalità che lavoravano per Najibullah.


Leggi tutto

Eugenio Donnici: Rendita finanziaria e rendita fondiaria a Roma. Dialogo con Federico Sannio

coku

Rendita finanziaria e rendita fondiaria a Roma. Dialogo con Federico Sannio

di Eugenio Donnici

Chi ha vissuto a Roma, negli ultimi vent’anni, ha potuto notare il crescente degrado che ha avvolto la città: voragini che si aprono all’improvviso e inghiottono il manto stradale, strade dissestate e piene di buche, parchi pubblici invasi dalle erbacce e dall’immondizia, rifiuti abbandonati in prossimità delle piazzole di sosta lungo le strade consolari, marciapiedi rotti, edifici popolari stracolmi di muffa, eccetera. A volte, se non ci si confronta con altri abitanti delle periferie romane, si ha l’impressione che il caos esterno e l’incuria non siano reali, ma solo una proiezione soggettiva derivante dall’invecchiamento, in quanto con l’aumentare dell’età si diventa meno tolleranti agli sfaceli e in generale alle perturbazioni dell’ambiente circostante.

Ma così non è! Infatti, non appena si esce dalla dimensione individuale e ci si mescola agli altri, si ravviva la memoria storica.

Una conferma di tutto ciò l’ho avuta parlando con Federico Sannio - appartenente alla generazione precedente a chi sta scrivendo - cittadino di Ostia Antica, il quale dice: «Prima che il Comune di Roma decimasse gli addetti al verde pubblico, il parco adiacente il Castello e il Borgo antico aveva un giardiniere che se ne prendeva cura».


Leggi tutto

comidad: Qualche dubbio che con l'Afghanistan sia davvero finita

comidad

Qualche dubbio che con l'Afghanistan sia davvero finita

di comidad

Quando il Sacro Occidente, all'unisono mediatico, intona il lamento per la propria “sconfitta”, l’antioccidentalista “sgamato” si mette in sospetto poiché sa che la psicodrammatica è uno degli schemi di potere più ricorrenti del sacroccidentalismo. Intanto abbiamo scoperto che, nonostante una certa stanchezza, la guerra in Afghanistan è rimasta “popolare” come nel 2001, con un appoggio convinto di una parte dell'opinione pubblica, che ha vissuto il ritiro come un dramma personale e lo ha usato per rinfocolare i propri istinti guerrafondai.

La ventennale guerra della NATO in Afghanistan ha presentato sin dall’inizio evidenti anomalie, come l’assoluta inconsistenza delle motivazioni ufficiali: la “lotta al terrorismo” appariva infatti fuori luogo, dato che i Talebani non c’entravano nulla con l’11 settembre e farli oggetto della vendetta appariva pretestuoso. Enrico Letta ricorda male: la “esportazione della democrazia” fu tirata fuori tra i casus belli dell’invasione dell’Iraq del 2003, non per l’Afghanistan.


Leggi tutto

Giulio Palermo: Le vendite di vaccini anti-covid nel 2027

giuliopalermo

Le vendite di vaccini anti-covid nel 2027

di Giulio Palermo

Se invece di contare i morti di covid imparaste a contare i soldi scoprireste cose interessanti. Non parlo ovviamente dei vostri soldi, quelli si contano in pochi secondi, magari ci vuole qualche minuto in più se dobbiamo contare anche i buffi da restituire. Parlo dei soldi di quelli che guadagnano sulla nostra salute e sulla nostra idiozia.

Mentre noi stiamo qui a scannarci tra chi vorrebbe imporre un paio di punture, forse tre, e chi invece vuole gestire il proprio corpo con l’autonomia (limitata) di sempre, il mondo della finanza sta pubblicando le stime sulle vendite dei vaccini contro il covid nei prossimi anni.

Ovviamente a noi vengono propinati, minuto per minuto, i dati dei contagi, dei morti, dei focolai e delle varianti. I dati sui nostri licenziamenti e i nostri suicidi è meglio lasciarli in secondo piano. E soprattutto è meglio non soffermarsi sull’andamento delle borse che, da marzo 2020 a oggi, mentre appunto noi perdevamo il lavoro e la vita, hanno raddoppiato i loro indici: il capitalista che aveva un milione o un miliardo investito in borsa, grazie alla pandemia, oggi ne ha due!


Leggi tutto

Francesco Santoianni: I dati dell'estate 2020 (senza vaccini) e il triplo salto mortale del Corriere

lantidiplomatico

I dati dell'estate 2020 (senza vaccini) e il triplo salto mortale del Corriere

di Francesco Santoianni

Stridio di unghie sugli specchi. Si erge dall’articolo del Corriere della Sera “Covid, i casi dell’estate 2020 e 2021 a confronto: più contagi ma i vaccini funzionano (e ci stanno salvando)” che tenta, disperatamente, di rispondere ad una sempre più diffusa obiezione: perché i nuovi contagiati, i ricoveri in terapia intensiva e i “morti per Covid” da maggio a oggi sono più numerosi di quelli dell’analogo periodo di un anno fa, quando i vaccini non c’erano? Una questione sollevata già ai primi di luglio dal Gruppo Studio Info Vax e adesso addirittura da Marco Travaglio suggellando così la debacle del fronte vaccinista.

Ma prima di addentrarci nella questione, una premessa. Nel 2016, nonostante l’appello di duemila sanitari, Walter Ricciardi (attuale consulente del ministro della Salute) scioglieva il Cnesps: Centro nazionale di epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto superiore della sanità, una eccellente struttura che, tra l’altro, si avvaleva di una rete costituita da decine di migliaia di medici di base e cerniera tra Stato e Regioni (alle quali, nel 2015, con la modifica del Titolo quinto della Costituzione, veniva, sciaguratamente, affidata la Sanità).


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4610

2021-07-24 Hits 3142

2021-07-28 Hits 2969

2021-07-04 Hits 2242

2021-08-17 Hits 2179

2021-07-24 Hits 2099

2021-07-26 Hits 2097

2021-07-27 Hits 2046

2021-07-17 Hits 1977

2021-08-22 Hits 1773

tonino

unread,
Sep 2, 2021, 6:41:41 AM9/2/21
to sante gorini

Il Pungolo Rosso: Green pass, scienza, stato, piazze contro il green pass

ilpungolorosso

Green pass, scienza, stato, piazze contro il green pass

Lettere (di segno contrastante) alla nostra redazione

di Il Pungolo Rosso

carlo levi polemiche elettorali 1948La nostra presa di posizione contro il green pass, opposizione motivata a modo nostro, ha suscitato reazioni critiche di segno contrastante. Per dirla in modo sommario: da un lato la critica di essere stati troppo tranchant nei confronti delle piazze no green pass; dall’altra – invece – di aver avallato in qualche modo il sentimento e l’attitudine che da quelle piazze emana, ed è pericoloso per l’autodifesa della salute da parte dei lavoratori. Ma non solo di questo si sono occupate le lettere che abbiamo ricevuto, sollevando – tra l’altro – anche la questione essenziale dell’attitudine da avere nei confronti della scienza, dell’industria farmaceutica e delle istituzioni che stanno monitorando il procedere della pandemia.

Abbiamo deciso di rendere pubbliche tre di queste lettere, la prima del compagno Alessandro Mantovani, la seconda dei compagni e compagne del Csa Vittoria di Milano, la terza di un compagno di Marghera, perché con la nostra presa di posizione abbiamo solo cercato di dare delle coordinate, delle indicazioni di fondo per una politica di classe in grado di contrapporsi all’iniziativa borghese su questo terreno, e non pensiamo affatto di avere detto l’ultima parola. Una pretesa del genere sarebbe tanto più sciocca quanto più la situazione è in continua evoluzione, a scala nazionale e internazionale: per quello che concerne la pandemia, per l’intreccio tra pandemia e crisi strutturale del sistema, per le decisioni del padronato e del governo Draghi (e degli altri governi) collegate a questa evoluzione, ed infine per le risposte di lotta a queste decisioni.


Leggi tutto

Franco Bifo Berardi: Destino manifesto

effimera

Destino manifesto

di Franco Bifo Berardi

whatsapp image 2021 07 23 at 153640Recentemente, parlando della disfatta di Kabul, in un empito retorico mi è capitato di scrivere che gli USA sono finiti, perché il paese non ha un presidente, dato che Biden, se mai è esistito, è stato annichilito dalla gestione della ritirata. Perché non ha un popolo ma due e in guerra tra di loro. Perché gli alleati se la stanno squagliando, perché la Cina sta vincendo la battaglia diplomatica e anche la competizione economica.

Tutto vero, ma ho dimenticato una cosa non secondaria: l’America è anche un complesso tecno-militare che dispone di una potenza distruttiva capace di distruggere il pianeta e di eliminare il genere umano non una ma molte volte. E si sta anche rendendo capace di avviare l’evacuazione di una piccola minoranza di umani dal pianeta terra, per andare dove non si sa.

La disfatta afghana segna il punto di svolta di un processo di disgregazione dell’occidente i cui segnali si sono accumulati nei due decenni passati.

Uso qui la parola Occidente per intendere una entità geopolitica che corrisponde al mondo culturale giudeo-cristiano (e comprende quindi la stessa Russia).

Forse il capitalismo è eterno, (ipotesi da verificare se ne avremo il tempo ma non credo l’avremo). L’Occidente no. E purtroppo il complesso tecno-militare di cui l’Occidente dispone, e che continua ad alimentare nonostante la sua capacità di overkill, non risponde alla logica della politica, ma è un automatismo che risponde alla logica della deterrenza che un tempo aveva carattere bipolare e simmetrico mentre dopo il crollo dell’URSS ha carattere multipolare, asimmetrico e quindi interminabile. Inoltre il complesso tecno-militare è anche una potenza economica che deve produrre guerra per potersi riprodurre.


Leggi tutto

Fosco Giannini: Unire i comunisti, incendiare l’autunno!

cumpanis

Unire i comunisti, incendiare l’autunno!

di Fosco Giannini

Immagine per secondo editorialeGli USA di Joe Biden stracciano violentemente, irridendola, la bandiera della lotta imperialista alla Donald Trump, tutta guerre doganali e neo-protezionismo, e fanno di nuovo garrire nel vento planetario quella della minaccia militare, dell’aggressione diretta alla Russia e alla Cina, della messa in campo delle truppe USA-NATO-Ucraina per la conquista del Donbass e della Crimea, con i marines collocati direttamente sul fronte russo, per una guerra “regionale” come premessa inevitabile e preventivata alla guerra mondiale.

Qualcuno può credere davvero, infatti, che un’eventuale e sempre più cercata, da Biden, guerra Ucraina-Russia, con gli USA e la NATO a dirigere le operazioni a Kiev, circoscriverebbe il fuoco in Crimea, nel Donbass, con una Cina, sul fronte antimperialista, silente e un Giappone, sul fronte filoamericano, dormiente?

Di nuovo risuonano ora, drammaticamente, come ai tempi delle guerre in Vietnam, in Jugoslavia, in Iraq, in Libia, in Siria, in Afghanistan, le parole dense di denuncia e apprensione che pronunciò il presidente Dwight Eisenhower, nel suo discorso di saluto alla nazione il 17 gennaio 1961, quando, attraverso le radio e le televisioni, si rivolse al popolo americano e ai popoli del mondo avvertendoli del pericolo immane, per la pace mondiale, rappresentato dal “complesso militare-industriale” americano e dalla sua fame di guerra.

Con l’espressione complesso militare-industriale-politico, coniata proprio in quello storico discorso di commiato, Eisenhower si riferiva all’intreccio inestricabile di affari e interessi tra i gruppi del capitalismo industriale militare americano, gli Stati ove queste industrie erano e sono tuttora collocate, le più alte gerarchie delle Forze Armate americane e gli influentissimi rappresentanti politici di questo fronte all’interno del Congresso, del Parlamento americano.


Leggi tutto

Alfonso Gianni: Europa: tra sovranismo e a-democrazia

alternative

Europa: tra sovranismo e a-democrazia*

di Alfonso Gianni

europa
            distruzioneNon si può proprio dire che il cammino sulla strada che deve percorrere la Conferenza sul futuro dell’Europa, che dovrebbe concludere il suo tragitto nella primavera del 2022, sia cominciato sotto una buona stella. L’esplosione della pandemia ne aveva ritardato gli inizi. Finalmente il 10 marzo scorso era stato dato il segnale di partenza sulla base di una dichiarazione comune dei presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, rispettivamente David Sassoli e Antonio Costa, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I prodromi della Conferenza vanno ricercati nel tentativo di Valery Giscard d’Estaing, nella sua qualità di presidente della Convenzione europea (2002-2003), di elaborare un progetto di Costituzione europea, nella forma di un Trattato, che venne però affossato dal no nei referendum tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi. In seguito si giunse alla firma del Trattato di Lisbona (2007) che distinguendo con puntualità le competenze fra Stati membri e la Ue, di fatto si frapponeva a una possibile direzione verso un’unione di tipo federale.

L’iniziativa della Conferenza ha in tempi più recenti ripreso le mosse sempre a partire dalla sponda francese. Emmanuel Macron si è molto attivato in questo senso anche perché la Conferenza dovrebbe concludersi proprio quando la presidenza della Ue verrà assunta dalla Francia. Le modalità di discussione presentano effettivamente delle novità.


Leggi tutto

Alessandro Testa: Sul Movimento 5 Stelle

cumpanis

Sul Movimento 5 Stelle

di Alessandro Testa

"Reputiamo che il M5S sia, come il materialismo storico ci insegna, il frutto naturale e spontaneo di una specifica situazione venutasi a creare in un’Italia frastornata dal crollo del PCI, da Mani Pulite, dal berlusconismo e dall’ipocrita farsa della “sinistra” rappresentata dal PD"

Foto di Grillo articolo di A.Testa sui 5 StellePremessa

Nello stagnante panorama politico italiano degli ultimi vent’anni, caratterizzato dalle sempiterne e ipocrite manfrine del “partito unico liberista”, è indubitabile come il Movimento 5 Stelle segni un momento di discontinuità importante e degno di un’analisi approfondita, che cerchi di individuare le ragioni profonde della sua nascita e del suo successo ma anche quelle della sua tumultuosa evoluzione e degli innegabili segnali di “mutazione genetica”, e persino di incipiente sgretolamento, che esso sta manifestando da qualche tempo.

Il Movimento 5 Stelle, fedele alla nota frase impropriamente attribuita a Renè Descartes “Natura abhorret a vacuo”, ha senza alcun dubbio avuto il merito di colmare quel vuoto che la politica italiana ha scavato così profondamente nel corpo sociale, pervaso da disillusione, disinteresse, sfiducia e ira nei confronti di tutto ciò che odori anche lontanamente di “partito”.

Perciò, giova ripeterlo, più che di irrisione e demonizzazione quello di cui ci sarebbe davvero bisogno è lo spassionato sforzo di analisi e comprensione che queste brevi righe si propongono forse immodestamente di sviluppare, nella speranza di aprire un dibattito che sia fecondo di confronti dialettici e arricchimento comune per chi interpreta la politica non come mero gioco di potere ma come massima espressione del sentire sociale dell’essere umano.


Leggi tutto

Ernesto Screpanti: Visco, Draghi e il Recovery Plan: un ottimismo ingiustificato

contropiano2

Visco, Draghi e il Recovery Plan: un ottimismo ingiustificato

di Ernesto Screpanti

Draghi e Visco 720x300Un’ondata di ottimismo sta travolgendo l’Italia: La vittoria sulla pandemia covid è a portata di mano, l’economia è in forte ripresa, il governo è il migliore possibile e fa politiche keynesiane espansive aiutato dalla BCE e dalla Commissione Europea, dalla quale sta per arrivare “una pioggia di soldi”. “Nulla sarà più come prima”, e nel clima millenaristico tutte le nefandezze del neoliberismo sembrano definitivamente cancellate.

Non voglio essere un pessimista a ogni costo, e non dirò che queste speranze sono proprio tutte infondate. Mi sarà concesso però esprimere almeno qualche dubbio da economista. Cosa che farò articolando un discorso in quattro parti.

Innanzitutto presenterò alcuni dati statistici per spiegare cosa è accaduto all’economia italiana durante la crisi covid e cosa sta accadendo nel rimbalzo; in secondo luogo presenterò una sintesi delle politiche economiche del governo italiano e di quelle della BCE e della Commissione Europea; in terzo luogo esporrò le valutazioni del Governatore della Banca d’Italia, Visco; infine avanzerò una critica all’eccesso di ottimismo che trapela da quelle valutazioni.

Ho scelto di concentrarmi sul punto di vista che emerge dalle Considerazioni Finali del Governatore perché è quello della vera classe dirigente italiana e del capo del governo, Draghi, ma il Governatore lo esprime rigorosamente senza nessuna concessione alla ricerca del consenso popolare.


Leggi tutto

Fabio Pasquinelli: Green pass: il banchiere del diavolo ha un piano: divide et impera!

cumpanis

Green pass: il banchiere del diavolo ha un piano: divide et impera!

di Fabio Pasquinelli*

Le strategie del governo bio-politico del capitale nel contesto dell’emergenza sanitaria

Immagine quarto editoriale sui green pass di F.
            PasquinelliQuando mi è stato chiesto di scrivere in merito alle politiche di contrasto dell’epidemia di COVID-19 in Italia, lo ammetto, ho avuto qualche perplessità, dovute alla complessità della questione e alle ricadute sociali, prima ancora che politiche, relativamente all’informazione manipolata su questo tema. Come tutti i miei concittadini ho vissuto un lungo periodo di solitudine, sofferto problemi economici per nulla attenuati dalle misure assistenziali attuate dai governi Conte e Draghi, riflettuto su ciò che mi è stato confusamente e contraddittoriamente comunicato dalle fonti governative, dagli organismi tecnico-scientifici e dai mass media. Persino i dati, i numeri, devono essere interpretati in ragione della scelta discrezionale di chi ne attua la raccolta e la diffusione, in ragione di come sono stati elaborati, scelti e qualificati. Il tema è, pertanto, delicato e non sarò certamente io a possedere la verità. Anche per questa ragione, avendo cura di informarmi (un minimo) senza pregiudizi, di conoscere a grandi linee la differenza tra vaccini a vettore virale e vaccini a nanoparticelle RNA messaggero, ho deciso di sottopormi, consapevolmente, a questa importante sperimentazione vaccinale, che sta testando su larga scala una terapia derivata da anni di ricerche scientifiche e finalizzate alla prevenzione e alla cura di malattie genetiche e oncologiche.

Dai primi risultati della campagna vaccinale possiamo trarre alcune utili informazioni che, per quanto ancora parziali, potremmo definire confortanti: il numero degli effetti collaterali a breve termine sui vaccinati è minimo e la terapia previene l’insorgere di sintomi; ovvero, quando non dà una copertura ottimale sulle varianti, mette comunque al riparo da patologie gravi nella maggior parte dei casi. Tuttavia, non produce immunità di gregge così come ci era stato prospettato in precedenza, in quanto anche le persone vaccinate possono essere infettive verso gli altri, né più né meno dei non vaccinati asintomatici.


Leggi tutto

Roberto Salerno: A che punto è la notte? Appunti per un compendio dell’emergenza pandemica in Italia (agosto 2021)

giap3

A che punto è la notte? Appunti per un compendio dell’emergenza pandemica in Italia (agosto 2021)

di Roberto Salerno*

wearamask 768x432Dopo diciassette mesi in cui si sono rincorsi provvedimenti surreali e terrori a singhiozzo è diventato complicato capire di cosa si stia discutendo quando ci si imbarca in dibattiti e considerazioni sulla pandemia provocata dal SARS-CoV-2. Del resto, in questo periodo non esiste un solo aspetto della nostra vita che non sia stato messo sotto stress dalla pandemia, e dipanare il groviglio sempre più spesso appare impresa improba.

Quello che segue è un tentativo – sintetico ma ci si augura non superficiale – di rendere più chiari gli argomenti di discussione, che ovviamente restano inesorabilmente intrecciati. L’elenco non vuole essere esaustivo ma piuttosto offrire un punto di partenza dal quale provare ad affrontare i vari temi inerenti alla pandemia. Laddove possibile si sono richiamate le evidenze a favore delle affermazioni, ma naturalmente l’elenco sconta il punto di vista altamente critico nei confronti degli interventi messi in atto dalle classi dirigenti.

 

1. Il virus

Il motivo per cui il virus ha fatto – e rischia di continuare a fare – tanti danni non è nella sua pericolosità intrinseca ma va ricercato nella risposta dei sistemi politici e sanitari. Se prescindesse da questi ultimi, il rapporto tra il numero dei morti e il numero dei contagiati sarebbe simile in qualsiasi contesto e per qualsiasi classe d’età, cosa che sappiamo essere lontana dal vero.


Leggi tutto

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: Afghanistan: una disfatta storica degli Stati Uniti e dell’Italia. E ora?

ilpungolorosso

Afghanistan: una disfatta storica degli Stati Uniti e dell’Italia. E ora?

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

afghanistan talebani vittoria1. Sconfitta, disastro, debacle, agghiacciante fallimento, vergognosa ritirata, una catastrofe dei nostri eserciti e dei nostri valori, una disfatta peggiore di quella subita da parte dei vietcong mezzo secolo fa: una volta tanto, la stampa dei regimi occidentali, detti comunemente democrazie, non ha indorato l’amarissima pillola che i signori della guerra di Washington&Co. hanno dovuto deglutire in questi giorni.

Molti commentatori sono sorpresi. Non riescono a spiegarsi come i sistemi militari, gli apparati di intelligence e la diplomazia di una coalizione così potente hanno fallito davanti ad un “gruppo insurrezionale” (i talebani) di qualche decina di migliaia di guerriglieri, che non aveva dietro di sé nessuna grande potenza né chi sa quale addestramento militare, dotato di un armamento in alcun modo paragonabile a quello dei volonterosi carnefici della Nato. È la sorpresa che colpisce metodicamente i guru della geopolitica, convinti come sono – per la loro ottusa ideologia – che la tecnologia bellica, il denaro e i servizi segreti decidano di tutto, e che nelle vicende della storia le masse sfruttate e oppresse contino zero.

Invece hanno vinto i talebani afghani. E l’impatto internazionale della loro vittoria è enorme. Perché, come ha osservato Mosés Naím, “incoraggerà tutti gli avventurieri [coloro che non si inginocchiano ai comandi statunitensi – n.] a sfidare il potere americano, intaccherà la fiducia degli alleati negli Usa, e rafforzerà la convinzione dei rivali autocratici come Cina e Russia di possedere un modello superiore alle democrazie”.


2021-06-22 Hits 4677

2021-07-24 Hits 3176

2021-07-28 Hits 3009

2021-08-17 Hits 2321

2021-07-04 Hits 2281

2021-07-26 Hits 2127

2021-07-24 Hits 2119

2021-07-27 Hits 2078

2021-07-17 Hits 2000

2021-08-22 Hits 1897

tonino

unread,
Sep 4, 2021, 11:50:42 AM9/4/21
to sante gorini

Mario Agostinelli: Rapporto IPCC 2021: allarme globale

antropocene

Rapporto IPCC 2021: allarme globale

di Mario Agostinelli

IPCC2021Forse perché non tradotto in italiano e, quindi, più comodamente rimandabile alla nota stampa diffusa dall’IPCC e ripresa dalle agenzie, o anche perché, comprensibilmente, travolto dalla morte di Gino Strada e dall’Afghanistan in pieno Ferragosto, il Summary for policymakers, uscito il 7 Agosto, è rimbalzato e scomparso, nelle notizie sommarie e tutte uguali di media e quotidiani, come un annuncio scontato e di generale consuetudine.

Politicamente, questa sottovalutazione non fa che aumentare il disagio per la fase politica in corso, ancora capace di usare una pienezza di linguaggio ed analisi per la geopolitica, ma inadatta a trattare la crisi drammatica della biosfera.

Qui di seguito provo a recuperare le incresciose mancanze di informazione non trasferite alle popolazioni e la sensazione pressante che il tempo venga a mancare, che traspare nelle oltre 40 pagine che ho tradotto.

 

La situazione al 2020

Vado per punti:

1 Il contributo del Gruppo di lavoro al sesto rapporto di valutazione dell'IPCC sulla base delle scienze fisiche del cambiamento climatico fornisce un riassunto di alto livello della comprensione dello stato attuale del clima compreso il modo in cui sta cambiando, il ruolo dell'influenza umana, lo stato delle conoscenze sui possibili futuri climatici e le informazioni climatiche rilevanti per regioni e settori. Qualsiasi tentativo di negazionismo è messo fuori gioco. E’ ormai accertato che il cambiamento climatico si sta spostando sempre più verso i poli.


Leggi tutto

Elisa Moro: Pro-vax e No-vax tra credo e fiducia: la cura per le divisioni sul vaccino è la cura alla fiducia sociale

lafionda

Pro-vax e No-vax tra credo e fiducia: la cura per le divisioni sul vaccino è la cura alla fiducia sociale

di Elisa Moro

Fiducia
            homeIl vaccino e la questione Green Pass ha acceso le più violente discussioni pubbliche e politiche. Dibattiti televisivi, editoriali, columnist di ogni sorta, opinionisti in televisione, articoli, video, influencer, post su Facebook: una quantità sterminata di luoghi in cui le posizioni contrastanti si scontrano all’ultimo sangue.

Questo fa parte della possibilità che offrono i social e internet in generale, di generare e condividere illimitatamente opinioni e informazioni nel quale l’utente si deve districare in solitudine. Ma questo fa anche parte della democrazia in cui viviamo, della forma che ha e il gioco di contrasti è l’essenza di qualsiasi discorso collettivo.

Ma che cosa succede quando i contrasti non hanno uno spazio comune di comprensione reciproca? Quando non c’è nessun mediatore all’orizzonte? Quando nessuno favorisce il dialogo ma c’è solo chi esacerba la divisione tirando fuori l’inflazionatissima separazione tra “noi” e “loro”?

Da quando la pandemia è iniziata, e in particolare i lockdown, c’è stata fin da subito una scissione tra salute fisica e psicologica, in una tensione costante tra il corpo individuale e quello collettivo, ma nessuno si è occupato della salute e del benessere psicoemotivo collettivo, tranne quando – giustamente – si è affrontato il tema del pericolo dell’aumento delle donne vittime di violenza chiuse in casa con i loro partner o la complicata gestione della vita familiare con i bambini e ragazzi in DAD e lo smartworking.


Leggi tutto

Andrea Zhok: Perché il Green Pass all'italiana è un'iniziativa inaccettabile e va abrogato?

lantidiplomatico

Perché il Green Pass all'italiana è un'iniziativa inaccettabile e va abrogato?

di Andrea Zhok

Abbiamo speso molte parole, forse troppe, per spiegarne contorni, implicazioni, per mostrarne il pessimo significato politico, morale e strategico.

Proviamo ora a prendere la strada di un argomento minimalista, diretto, forse più comprensibile.

1) Premessa: Il requisito di Green Pass rappresenta una grave violazione della libertà personale. Vietare l'accesso di un ragazzo ad una biblioteca o ad una palestra, di uno studente all'università, o addirittura minacciare con la perdita del lavoro e del salario un insegnante sono atti di estrema gravità, discriminazioni pesantissime, non formalismi, non bazzecole.

2) Per giustificare un atto discriminatorio di questa gravità ci devono essere motivazioni a prova di bomba, non congetture, non illazioni, non auspici. Una simile limitazione della libertà può essere giustificata solo se è incontestabile che essa sia l'unico, o almeno il migliore, metodo disponibile per evitare che la libertà di qualcuno (il discriminato) produca un danno a qualcun altro (l'incluso).


Leggi tutto

Ogni mattina un "immunizzato" si alza e pensa a come togliere un diritto a chi non si vaccinaGiubbe Rosse:

giubberosse

Ogni mattina un "immunizzato" si alza e pensa a come togliere un diritto a chi non si vaccina

di Giubbe Rosse

Curioso. L’immunizzato, come i ministri della sanità e i televirologi sono soliti definire chi ha ricevuto un ciclo completo di vaccinazione, dovrebbe essere la persona più felice del mondo: per aver ritrovato la sicurezza e la libertà di cui era stato in larga parte privato nel 2020. O, almeno, così gli avevano detto a suo tempo e lui ci aveva creduto. Anche perché chi glielo ha detto vestiva i panni della scienza (non staremo qui ad approfondire la differenza tra “scienza reale” e “scienza percepita”: per la stragrande maggioranza della popolazione dipendente dai mainstream la differenza semplicemente non sussiste). Gli hanno detto così, per lui significa che è così.

Ci si aspetterebbe, dunque, che l’immunizzato si alzasse al mattino e facesse i salti di gioia. Con un ciclo completo di vaccinazione – gli hanno detto – ha un rischio bassissimo di ammalarsi in forma grave. Dunque, è praticamente immune a un virus che, secondo gli esperti, fa o farà indistintamente strage di chiunque non sia protetto dal siero magico. L’immunizzato può accedere a spazi al chiuso e all’aperto dai quali il non vaccinato è escluso, può incontrare chiunque, salire su qualsiasi mezzo di trasporto, riprendere a frequentare la palestra, l’università, il cinema, lo stadio, il ristorante preferito.


Leggi tutto

Le carenze strutturali nella scuola non si vaccinano

sovranitapopolare

Le carenze strutturali nella scuola non si vaccinano

di redazione

Priorità alla scuola torna a protestare in tutta italia. nemmeno quest’estate il governo e la politica italiana hanno fatto i compiti per le vacanze, nessuna soluzione concreta ai problemi strutturali della scuola pubblica. per questo priorità alla scuola chiede a tutte le realtà politiche, sociali, sindacali, gruppi e associazioni che ritengono fondamentale la difesa del diritto all’istruzione di aderire alla mobilitazione del 20.09.

Priorità alla Scuola (movimento composto da insegnanti, genitori, educator* e student* della scuola e dell’università) torna a mobilitarsi. Il 20 settembre 2021 manifesterà nelle città di tutta Italia perché il diritto all’istruzione sia garantito pienamente e in presenza al 100%, attraverso l’eliminazione delle “classi pollaio”, l’assegnazione di più spazi alla scuola, la stabilizzazione dei e delle precarie, il potenziamento del trasporto pubblico, un protocollo di sicurezza unitario e non discriminatorio e tamponi gratuiti per la comunità scolastica su tutto il territorio italiano.


Leggi tutto

Geraldina Colotti: America Latina, le ultime mosse del “multilateralismo” bellico nordamericano

lantidiplomatico

America Latina, le ultime mosse del “multilateralismo” bellico nordamericano

di Geraldina Colotti

Mentre in Colombia continuano le proteste popolari e anche i massacri di giovani, ex guerriglieri e leader comunitari, la stampa di regime scende in campo per cercare di incidere sul dialogo tra opposizione golpista e governo bolivariano in Venezuela. Gli argomenti sono sempre gli stessi utilizzati per bocciare il referendum sugli accordi di pace in Colombia nel 2016: la paura del “terrorismo”, ovvero della lotta di classe, essendo ovviamente occultato il terrore seminato dalle classi dominanti contro chi cerca di scalzarle dal potere.

Quel che accade in Perù è un ultimo esempio calzante. Con questo ricatto, ripetuto in maniera martellante dai media egemonici, si cerca di “humalizzare” la gestione del maestro Castillo. Humalizzare, ovvero depotenziare e cooptare il presidente com’è accaduto in precedenza con Ollanta Humala, che ha cominciato a sinistra ed è finito a destra, in quel magma indistinto e corrotto in cui ha prosperato il fujimorismo in Perù.


Leggi tutto

Anna Lombroso: La tirannia del finto esperto

ilsimplicissimus

La tirannia del finto esperto

di Anna Lombroso

Il culto per la competenza si spinge ormai fino all’idolatria, di conseguenza, dalla censura, siamo arrivati all’ostracismo morale e al linciaggio nei confronti di chi osa esprimere un’opinione, un dubbio, un parere controcorrente, non possedendo il doveroso “pezzo di carta” che certifichi con la specializzazione l’appartenenza alla cerchia degli addetti ai lavori riconosciuti.

Quindi non puoi parlare di diritti se non sei un costituzionalista, di doveri se non hai un ruolo governativo che ti rende consapevole delle prerogative e degli obblighi che sei tenuto a far rispettare al popolo, di scienza, tutta, senza distinzione tra le varie discipline, trattandosi di una religione e un credo, con la sua chiesa svincolata da leggi e regole sociali, di gestione del Covid se non puoi esibire con il green pass e il certificato vaccinale un certo numero di conoscenti e parenti che ne siano stati affetti, e perfino di aria pura e ossigeno se non sei pneumologo.


Leggi tutto

Prospettiva Marxista: Afghanistan, il lungo addio

circolointernazionalista

Afghanistan, il lungo addio

di Prospettiva Marxista

afgPubblichiamo sul nostro sito una prima valutazione da parte dei compagni di Prospettiva Marxista riguardo la situazione in Afghanistan, articolo di cui condividiamo pienamente il solido impianto e del quale ci preme mettere in risalto la serietà metodologica. Troppe volte in questi giorni, nel bel mezzo della tempesta mediatica, abbiamo avuto modo di leggere articoli, post o dichiarazioni – soprattutto di certa sinistra – in cui si è dato fiato, tanto fiato, alle trombe di una retorica autoconsolatoria e mistificante, fatta di parole come “disfatta”, “catastrofe”, “cacciata”, “umiliazione”, “resistenza” e tutto quello che un lessico tanto povero quanto la capacità di interpretare lucidamente i fatti, e quanto quella di non fare del desiderio il padre del pensiero, è stato in grado di sfornare. C’è anche chi ha definito come vittoria “anti-imperialista” l’avanzata, conseguente al ritiro delle truppe imperialiste USA e alleate, di una realtà politico-ideologico-militare, i talebani, che degli ultimi quarant’anni di contesa imperialista in Afghanistan è prodotto diretto. Non abbiamo di queste illusioni e soprattutto abbiamo tanta considerazione e rispetto per la nostra classe da non propinargli la stanca riproposizione di schemi – buoni per tutte le stagioni e che non necessitano di un grande sforzo di analisi né della necessaria prudenza interpretativa – che la dinamica del capitalismo nell’ultimo secolo ha reso obsoleti. Di una cosa siamo certi, l’imperialismo ha orrore del vuoto e l’Afghanistan non si è certamente emancipato dal dominio imperialista con il ritiro dell’imperialismo americano e la conseguente ascesa talebana. L’imperialismo americano ha lasciato la presa, ma l’imperialismo continua a tenere ben saldi i suoi artigli – per ora per il tramite dei talebani – su un paese martoriato, la cui vera emancipazione è ormai nelle sole mani del proletariato internazionale. La sola classe anti-imperialista.


Leggi tutto

François Jullien: La trasformazione silenziosa: il pensiero occidentale e quello cinese

chefare

La trasformazione silenziosa: il pensiero occidentale e quello cinese

di François Jullien*

Pubblichiamo in collaborazione con Feltrinelli editore un estratto da Essere o vivere di François Jullien

Schermata del 2021 09 02 14 36 19Chiamerò trasformazione silenziosa una trasformazione che avviene senza rumore, della quale dunque non si parla. Silenziosa in due sensi: avviene senza preavviso, non si pensa nemmeno di parlarne. La sua impercettibilità non rientra nell’ordine dell’invisibile, al contrario si produce in modo manifesto, sotto i nostri occhi, a poco a poco. Però non si nota, per due ragioni connesse: perché è contemporaneamente globale e continua, non si distingue mai a sufficienza, in un punto o in un altro, o da un momento all’altro, per poter introdurre una rottura che possa fissare la nostra attenzione.

Oserei dire che non si distingue mai abbastanza per poterla distinguere. Visto che tutto vi si trova coinvolto e che essa si produce nella durata, non c’è nulla che assuma un rilievo sufficiente per farla emergere. Quando infine emerge, la si coglie e se ne parla come di un risultato.

Perciò questa trasformazione sarà definita non invisibile, ma “silenziosa”: non è isolabile, non è localizzabile e si confonde con il suo svolgimento. La vista è il senso del discontinuo e del locale: le palpebre si aprono e si chiudono come una tenda che si alza e si abbassa; l’udito è il senso della continuità. Si dice “tapparsi le orecchie”, ma non si può chiudere un orecchio: non si ascolta più, ma si intende ancora. Analogamente, si guarda necessariamente da una parte e dall’altra, si guarda un aspetto o un altro, sempre parzialmente e localmente, ma si ascolta globalmente; mentre la vista, proiettandosi al di fuori, si porta momentaneamente su un punto o su un altro, l’orecchio è quell’imbuto o cornetta che raccoglie costantemente da tutte le parti.


Leggi tutto

Tomasz Konicz: Crisi climatica e campagna elettorale in Germania

blackblog

Crisi climatica e campagna elettorale in Germania

Molti non hanno capito qual è la posta in gioco

di Tomasz Konicz

Probabilmente, il dibattito sul clima è il campo di battaglia più deprimente della campagna elettorale del Bundestag [26 settembre]. In effetti, è qui che il divario tra ideologia e realtà è più ampio. Ciò che si discute in pubblico e ciò che sarebbe necessario per evitare il collasso socio-ecologico sono due argomenti così distanti tra loro che tornano involontariamente alla mente i ricordi relativi alla fase finale del «socialismo realmente esistente»; vale a dire, quando gli apparati statali e di partito ossificati si sono dimostrati incapaci di cambiare rotta. In questo caso è molto peggio, perché è in gioco la sopravvivenza stessa dell'umanità: nel tardo capitalismo della Repubblica Federale Tedesca, i Verdi si trovano sotto pressione come il «partito dei divieti» poiché si discutono questioni quali i limiti di velocità delle autostrade, l'aumento dei prezzi del carburante, o l'abolizione dei voli a corto raggio. Allo stesso tempo, però, la crisi climatica sta già assumendo le dimensioni di una catastrofe - non solo sotto forma di inondazioni qui in Germania, ma anche sotto forma di un'ondata di caldo estremo nel nord-ovest dell'America - che nel contesto della retorica della campagna elettorale viene ampiamente ignorata.


Leggi tutto

Matteo Masi: Green Pass: una questione di sovranità o di legittimità?

lafionda

Green Pass: una questione di sovranità o di legittimità?

di Matteo Masi

“Mi ha chiesto di dirle che cosa significa governare – disse Paul. – e io le ho risposto: il comando di uno solo. E lei mi ha detto che ci sono cose che devo disimparare. Ha detto che un governante deve convincere, e non obbligare.” (Dune, Frank Herbert)

Molto spesso a chi critica le misure imposte dal governo sulla pandemia, e in particolare nell’ultimo periodo sul green pass, viene mossa l’accusa di essere dei libertari anti-statalisti che mettono la libertà individuale davanti a quella collettiva. Questo soprattutto avviene quando chi critica proviene da una cultura, diciamo per semplificare, socialista e che negli anni scorsi ha portato avanti battaglie a favore della sovranità statale/nazionale. Sembrerebbe, per gli accusatori, quindi esserci una contraddizione in termini tra quello che i critici hanno sostenuto nel passato e i rilievi mossi all’operato dello stato in questa fase di emergenza pandemica.

Vorrei provare qui a smontare brevemente queste argomentazioni.


Leggi tutto

Fabio Alberti: I vizi neocoloniali dell’Occidente

comuneinfo

I vizi neocoloniali dell’Occidente

di Fabio Alberti

Dal 2001 ad oggi, in Afghanistan la speranza di vita è diminuita di due anni, sono state uccise 200mila persone e sei milioni di donne, uomini e bambini sono stati costretti a fuggire dal Paese. La percentuale di coloro che vanno a scuola è scesa del 22 per cento e, almeno nei primi dieci anni, è cresciuto il numero delle persone sotto la soglia della povertà e quello della mortalità infantile. Eppure, al di là di quanto possano raccontare in modo chiarissimo i numeri e delle orrende verità accertate sulle ragioni non certo nobili che hanno spinto all’invasione degli eserciti, in Europa e negli Stati Uniti sono tutti convinti che quell’occupazione militare durata vent’anni abbia portato, con qualche inevitabile disguido, grandi benefici alla popolazione afghana. La pretesa superiorità della civiltà occidentale resta indiscutibile, è il bene assoluto. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che alle “culture” inferiori manca sempre qualcosa: la democrazia, la fede, il rispetto dei diritti umani, lo sviluppo, il management, la libertà delle donne…Tutte cose che invece abbondano nel mondo “libero” e che possono dunque essere esportate. Con generosità e qualche piccola, inevitabile contraddizione.


Leggi tutto

Salvatore Bravo: Iatrogenesi sociale

sinistra

Iatrogenesi sociale

di Salvatore Bravo

 

Medicina senza democrazia

Il totalitarismo sanitario si connota per la direzione unilaterale dei provvedimenti e per l’invasività del linguaggio medico: i problemi possono risolversi con una pluralità di soluzioni, il pensiero plurale dinanzi alle emergenze collettive è sintomo di democrazia in cui scorre in modo carsico l’impronta dialogica filosofica. La democrazia attuale globalizzata ha reciso ogni legame con le origini, con il senso del suo esserci per trasformarsi in presenza formale che invoca i principi costituzionali e i principi giuridici internazionali, ma in realtà mediante il clero orante manipola, affinché le decisioni delle oligarchie siano accolte “democraticamente”. I mezzi di informazioni ripetono come un mantra le decisioni degli oligarchi, sono diventati la cinghia di trasmissione dei poteri globali. La democrazia è un’invocazione che serve a tacitare i dissidenti in nome del bene comune, mentre si effettuano affari privati.


Leggi tutto

2021-06-22 Hits 4759

2021-07-24 Hits 3227

2021-07-28 Hits 3058

2021-08-17 Hits 2424

2021-07-04 Hits 2309

2021-07-26 Hits 2155

2021-07-24 Hits 2134

2021-07-27 Hits 2121

2021-07-17 Hits 2025

2021-08-22 Hits 1977

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages