Lanfranco Binni: Un’altra storiaUn’altra storiadi Lanfranco Binni
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Corrado Ocone: La sophia del pop e la libertà post-metafisicaLa sophia del pop e la libertà post-metafisicadi Corrado Ocone
Ma la Metafisica, per lo più, oggi ci sembra poco plausibile. E questa poca plausibilità fa si che, con essa, poco plausibile sembra essere la stessa filosofia. In effetti, la Metafisica è stata sempre identificata come la filosofia prima, la filosofia senz’altro. È possibile continuare allora a filosofare e in che modo, con quale senso, nell’epoca della “fine della filosofia”? È una delle domande, forse la domanda, che ha percorso il Novecento filosofico. Le risposte sono state diversissime: hanno coperto un’ampia e differenziata gamma di “soluzioni”. Leggi tutto |
Girolamo De Michele: La banlieue come volontà e come rappresentazioneLa banlieue come volontà e come rappresentazionedi Girolamo De Michele
Un volume che si rivela prezioso, all’indomani delle stragi di Parigi, per una comprensione di quella banlieue che sembra essere assurta quasi a pietra filosofale ermeneutica nei discorsi di senso comune sulla relazione fra realtà urbana ed estremismo jihadista. Discorsi nei quali alberga spesso una rappresentazione della banlieue standardizzata, che non sembra scalfita dalla constatazione che i tre terroristi di Parigi non erano banlieuesard, mentre lo erano – della “famigerata” Seine-Saint-Denis – il poliziotto musulmano e l’impiegato sans papier dell’ipermarket kosher che ha salvato molti dei clienti: pur casuale, questa distribuzione degli attori lascia sospettare che le cose siano parecchio complicate2. Leggi tutto |
ilsimplicissimus: Francia, il fallimento socialistaFrancia, il fallimento socialistadi ilsimplicissimusAlla fine ha vinto la Le Pen, nonostante tutti i tentativi di negarlo e le dinamiche derivanti dalle nuove strategie del sondaggio politico. Non solo perché il suo partito è quello arrivato in testa visto che gli altri si sono presentati in variegati raggruppamenti. Soprattutto il centro destra di Sarkozy, formalmente primo, ma costruito sull’alleanza con l’Udi e soprattutto con una galassia di formazioni locali interessate alla gestione territoriale e prive di senso in elezioni nazionali. Ha vinto anche perché il Front national non ha mai avuto un radicamento locale, è stato sempre assente dalle campagne e dai quartieri popolari. Così il balzo in avanti fino al 25% è ancor più significativo che la vittoria alle europee dove peraltro il Fn aveva ottenuto il 24%. In effetti è difficile trovare un caso più eclatante di mistificazione politica di quello attuato dai media europei. Di contro c’è la disfatta socialista che viene in parte nascosta e contenuta dagli alleati di lista più radicali, ma non riscattata vista la sostanziale stagnazione (quando non arretramento come nel caso dei Verdi) delle formazioni di sinistra. Così il partito che esprime il presidente e il governo ha preso una stangata storica ed è addirittura escluso da un quarto dei ballottaggi dopo averne vinto appena una manciata di distretti al primo turno. Leggi tutto |
Militant: Il trionfo della reazioneIl trionfo della reazionedi MilitantDavvero non si capisce come possa essere considerata una sconfitta dell’estrema destra la tornata elettorale francese di ieri. A ben vedere, si tratta di un trionfo storico, attenuato solo dal carattere provinciale di un elezione che, se fosse stata nazionale, avrebbe decretato la scomparsa di ogni possibile opzione progressista. Non è tanto il dato generale ad essere indicativo: Ump e Front National aggregano più del 60% dei voti totali, un’enormità; non è neanche il risultato del partito di Marine Le Pen il dato significativo: un 24,5% dei voti che comunque stabilizza la sua formazione come secondo partito del paese (e considerare il 24,5% un risultato inferiore alle attese dimostra meglio di tanti discorsi quanto il partito reazionario francese si sia affermato come soggetto politico credibile e potenzialmente maggioritario). E’ il significato politico del discorso populista ad essersi imposto. L’Ump di Sarkozy ha raggiunto la ragguardevole cifra del 36% rincorrendo la retorica reazionaria del FN, parlando di immigrazione, di euro, di Islam, di identità nazionale. E chi non lo ha fatto, chi non ha (in)seguito il discorso dominante, è stato sonoramente bocciato nelle urne. Leggi tutto |
Alessandra Daniele: Il tunnel alla fine della luceIl tunnel alla fine della lucedi Alessandra DanieleVi siete accorti dei miliardi di draghi in arrivo? Non guardate dalla finestra, non sto parlando d’uno stormo di giganteschi rettili alati dal respiro di fuoco giunti ad oscurare il cielo e incendiare la terra. Parlo del Quantitative Easing di Mario Draghi, la pioggia di miliardi stampati per far ”ripartire” l’economia europea. Se non ve ne siete accorti, il motivo è semplice: non sono per noi. Sono per le banche. È una pioggia sul bagnato. L’Italia ha però sempre coltivato un’altra particolare forma di Quantitative Easing: la corruzione, che allo stesso modo fa regolarmente piovere miliardi sulla fanghiglia, soprattutto attraverso le opere pubbliche. Se nel tunnel del CERN si accelerano le particelle, in quello della TAV si accelerano le bustarelle. A poche settimane dall’apertura dell’Expo, è pronto solo un decimo delle strutture previste. Le altre ancora incompiute saranno nascoste da una felliniana serie di enormi quinte e fondali chiamata Camouflage. Leggi tutto |
Giorgio Agamben: Quei legami pericolosi tra polis e guerra civileQuei legami pericolosi tra polis e guerra civiledi Giorgio AgambenQuesto testo è tratto dal primo capitolo di Stasis di Giorgio Agamben (Bollati Boringhieri pagg. 84, euro 14).
È vero che negli ultimi anni, di fronte alla recrudescenza di guerre che non si potevano definire internazionali, si sono moltiplicate, soprattutto negli Stati Uniti, le pubblicazioni concernenti le cosiddette internal wars; ma, anche in questi casi, l'analisi non era orientata all'interpretazione del fenomeno, ma, secondo una prassi sempre più diffusa, alle condizioni che rendevano possibile un intervento internazionale. Il paradigma del consenso, che domina oggi tanto la prassi che la teoria politica, non sembra compatibile con la seria indagine di un fenomeno che è almeno altrettanto antico quanto la democrazia occidentale. Leggi tutto |
Leonardo Lippolis: La lotta per liberare lo spazio urbano sarà la nuova lotta di classeLa lotta per liberare lo spazio urbano sarà la nuova lotta di classedi Leonardo Lippolis
È difficile dire cos’è la città oggi; nonostante alcuni tratti comuni, sono tante le differenze tra quello che accade nel vecchio Occidente e nel resto del mondo, quello in espansione in Asia, Sudamerica, Cina e Africa. Il dato certo è che lo stucchevole dibattito di alcuni ambienti militanti sul contrasto città-campagna è surclassato dalla realtà, per cui l’urbanizzazione, ovvero l’espansione di giganteschi agglomerati abitativi dai confini sempre meno definiti, è una tendenza in atto in tutto il globo. La Cina è lo specchio dei tempi; nelle sue megalopoli di decine di milioni di abitanti si sperimentano le forme più estreme del cambiamento. Da qualche mese, per esempio, a Pechino è in costruzione un muro che reclude in sterminate periferie circa due milioni di contadini da poco immigrati nella capitale, attratti dal boom economico e dalla possibilità del lavoro di fabbrica. Posti di guardia, telecamere e pattuglie militari controllano gli accessi e i confini tra la città e questi ghetti che rimangono chiusi dalle 23 alle 6 del mattino. Di giorno i reclusi della città-prigione possono entrare e uscire solo con un pass che certifica la loro identità, l’appartenenza etnica, l’occupazione e un numero di telefono. Leggi tutto |
L.Del Savio e M.Mameli: Contro il Parlamento EuropeoContro il Parlamento Europeodi Lorenzo Del Savio e Matteo MameliSu Open Democracy un tema che rischia di diventare di forte attualità prossimamente: man mano che l’euroscetticismo avanza, una risposta apparente è quella di colmare quello che viene definito il “deficit democratico” della UE, rafforzando la legittimazione democratica percepita delle sue istituzioni. In realtà nessuna di queste proposte apparentemente illuminate affronta il tema principale, che è quello della “cattura oligarchica” delle istituzioni UE, anche di quelle elettorali rappresentative. Il tema è approfondito dai due autori in questo studio
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Vladimiro Giacché: Fine di una leggendaFine di una leggendadi Vladimiro Giacché - da FacebookA quanto pare la Merkel ha indotto Schäuble (che stava facendo saltare il compromesso raggiunto il 20 febbraio con Atene, già parecchio oneroso per quest'ultima) a più miti consigli riguardo alla Grecia. Questo su pressione di Obama, che ritiene che una uscita della Grecia dall'euro (e contestuale suo accordo con la Russia) indebolirebbe il fronte sud-est della Nato e quindi il suo controllo su quella parte del Mediterraneo. Le lezioni contenute in questa vicenda sono diverse: 1) Fine della leggenda per cui l'Unione Europea non c'entrerebbe nulla o quasi con la Nato (quante volte ci hanno detto che si tratta di due cose diverse, che il trattato di associazione dell'Ucraina all'Unione Europea non aveva nulla a che fare con la Nato ecc?) 2) Fine della leggenda di un'Europa e di un Euro intesi quali baluardo contro il predominio economico e monetario statunitense Emoticon smile contro l'imperialismo USA). Se lo fossero, perché Obama dovrebbe difendere così strenuamente un'unione monetaria concorrente? Leggi tutto |
ilsimplicissimus: Vergogna: non abbiamo ancora una corruzione modernaVergogna: non abbiamo ancora una corruzione modernadi ilsimplicissimusLo so che il caso Lupi è irresistibile da qualunque parti lo si guardi: il patetico attaccamento a Incalza per tamponare la propria totale incompetenza, il figlio sistemato nell’ambito dello stesso cortocircuito di potere con tanto di rolex, l’inesistenza etica, la burbanza del non mi dimetto quando ancora pensava che Alfano lo avrebbe difeso anima e corpo e la retorica da scuole elementari con cui ha dato l’addio alla cara poltrona. Insomma Lupi ne esce fuori come un diversamente Gasparri, uno fra innumerevoli casi di opacità nazionale. Però il caso Lupi oltre a suscitare riso e ribrezzo, ci permette di fare un discorso più serio e di cercare di capire come e in che senso l’Italia è al 72 posto nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International. Lo è perché la sua forma di corruzione è più grossolana e grezza rispetto ad altri Paesi paragonabili, più fondata sul familismo amorale e sullo spirito di clan che sullo spirito di mercato, dunque più sfacciata nei suoi strumenti e nelle sue coperture politico -legislative, meno implicita rispetto ad altre forme di corruzione integrate nel sistema di governance, più anomala e banditesca rispetto ai criteri adottati dagli indici che misurano il degrado etico – sociale. Leggi tutto |
Comidad: Renzi irresponsabile per responso elettoraleRenzi irresponsabile per responso elettoraledi ComidadIl punto debole delle cosiddette teorie del complotto sta quasi sempre nell'eccesso di dimostrazione, cioè nell'affannosa ricerca di "prove" per demolire le versioni ufficiali e proporne di alternative. In realtà, in uno "Stato di Diritto" (ammesso che possa esistere) il criterio della responsabilità politica funziona - o dovrebbe funzionare - in modo opposto a quello della responsabilità penale, perciò un governo può essere legittimamente considerato colpevole sino a prova contraria. Prima di vestire i comodi panni della vittima e di indire manifestazioni di piazza, il governo francese avrebbe dovuto anzitutto scaricarsi dai sospetti di essere in qualche modo implicato nell'attentato a "Charlie Hebdo", visto che sino a due anni fa Hollande e l'ISIS combattevano insieme contro lo stesso nemico, cioè il "laicissimo" presidente siriano Assad. In uno "Stato di Diritto", una "stampa indipendente" avrebbe preteso da Hollande di dar conto del grado di commistione del governo, dei servizi segreti e delle forze armate francesi con l'ISIS dopo anni di collaborazione, culminati con il riconoscimento diplomatico della cosiddetta "opposizione siriana", che può vantare una sede ufficiale a Parigi. Leggi tutto |
Militant: "Capire la Russia" di Paolo Borgognone"Capire la Russia" di Paolo BorgognoneConsigli (o sconsigli) per gli acquistidi Militant
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Richard Walker: Il fascino discreto della crisi economicaIl fascino discreto della crisi economicaIntervista a Richard Walker
La sua ricerca si concentra sulla geografia economica, lo sviluppo regionale, il capitalismo e la politica, le città e l’urbanizzazione, le risorse e l’ambiente, la California e infine su tematiche legate a classe e etnia. Il suo lavoro più conosciuto per quanto riguarda la geografia economica è il libro The Capitalist Imperative: Territory, Technology and Industrial Growth (Blackwell, 1989), scritto con Micheal Storper. Fa parte del Board of Directors del progetto “Living New Deal”, che punta a raccogliere e mostrare i risultati raggiunti dal piano di riforme economiche e sociali promosso da Franklin Roosevelt.
Noi Restiamo: L’emergere della crisi ha confermato la visione di alcuni economisti eterodossi secondo la quale il capitalismo tende strutturalmente ad entrare in crisi. Tuttavia, le visioni sulle cause del disastro attuale divergono. Leggi tutto |
Paolo Rabissi: Monete locali come ipotesi di uscita dalla moneta capitalistica?Monete locali come ipotesi di uscita dalla moneta capitalistica?di Paolo RabissiCi sono attualmente in circolazione circa 5000 monete locali nel mondo, anche in regioni europee, Germania e Italia comprese. Per qualche esperto si tratta di esperimenti di possibile successo anche in senso antagonista grazie a certi loro aspetti alternativi al mercato e alla crescita a tutti i costi. Ma i dubbi sono molti
Breve parentesi: complicazioni o meno facciamo nostro l’invito di Federici a dare fiducia ai progetti sperimentali anche se non sono immediatamente di marca antagonista, ci interroghiamo, al di là della loro capacità di collegarsi con le molteplici realtà di movimento, se si muovono in un’ottica che riesca a far proprie anche istanze concrete provenienti dal mondo del lavoro cosiddetto di cura o riproduzione. Per non agitare solo problemi teorici richiamo ad esempio qui, anch’io come Romanò, l’esperienza della Ri-Maflow, la fabbrica milanese occupata e trasformata in un punto d’eccellenza del riciclo elettronico, che dunque pratica una logica rigenerativa delle risorse e che contemporaneamente in spazi liberati della fabbrica organizza un mercato permanente dell’usato, un laboratorio per il riuso di apparecchi elettrici ed elettronici, un Gas e un’attività di autoproduzione con prodotti del Parco agricolo Sud Milano e di SOS Rosarno (a cui fornisce una logistica alternativa alla grande distribuzione), una palestra, una sala musica, corsi, eventi culturali e spettacoli, un ostello per migranti e senza casa (più notizie qui ). Leggi tutto |
Manlio Dinucci: Libia, ritorno di fiammaLibia, ritorno di fiammadi Manlio DinucciL’attacco terroristico in Tunisia, che ha mietuto anche vittime italiane, è strettamente collegato alla caotica situazione della Libia, si sottolinea negli ambienti governativi e sui media. Ci si dimentica però del fatto che il caos in Libia è stato provocato dalla guerra Nato che, esattamente quattro anni fa, ha demolito lo Stato libico. Il 19 marzo 2011 iniziava il bombardamento aeronavale della Libia: in sette mesi, l’aviazione Usa/Nato effettuava 10mila missioni di attacco, con oltre 40mila bombe e missili. Contemporaneamente, venivano finanziati e armati i settori tribali ostili al governo di Tripoli e anche gruppi islamici fino a pochi mesi prima definiti terroristi. Venivano infiltrate in Libia anche forze speciali, tra cui migliaia di commandos qatariani. A questa guerra, sotto comando Usa tramite la Nato, partecipava l’Italia con le sue basi e forze militari. Molteplici fattori rendevano la Libia importante per gli interessi statunitensi ed europei. Le riserve petrolifere – le maggiori dell’Africa, preziose per l’alta qualità e il basso costo di estrazione – e quelle di gas naturale, che rimanevano sotto il controllo dello Stato libico che concedeva alle compagnie straniere ristretti margini di guadagno. Leggi tutto |
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