PROCESSI

Un lungo corridoio preso a sinistra dell'ingresso al tempio, porta a quello che a prima vista, sembra un piazzale con dei tavoli apparecchiati. L'ambiente si sviluppa su più ripiani collegati fra loro con brevi scalinate. I tavoli sono adornati con fiori lillà ed al centro d'ognuno troneggia un portafrutta di cristallo, ripieno di frutta esotica e funghi.
Molte persone sono indaffarate a pulire e addobbare il luogo, creando un curioso gioco di movimenti fra loro, intrecciando i percorsi di spostamento con una sincronia tale da far sembrare il tutto come un balletto ben affiatato.
- Ci sono ancora piatti da pulire.
Andred si ritrova in una stanza con lavabi e molte pile di piatti da far lucidare.
I piatti sono di fine ceramica con disegni rari dai profili in oro.
Suo malgrado e con un certo stupore, si pone all'opera scoprendo che la cosa gli riesce più rapida e precisa di quanto avesse immaginato.
-Per favore più in fretta; stanno arrivando gli invitati e tutto dev'essere pronto.
Andred cerca di vedere chi sta dando ordini ma ognivolta che ruota la testa nella direzione della voce, solo riesce ad intravedere qualcuno che scivola via rapido verso le sale attigue.
Al terminare l'ultimo piatto dell'ultima pila, alcune individui gli fanno cenno di seguirli. Mentre cammina dietro di loro Andred li osserva. Hanno vestiti normali come fossero impiegati di chissà quale grande industria e camminano sollevando i piedi dal suolo senza quasi piegare le gambe, come volassero rasoterra.
Scendono alcune gradinate entrando in una taverna sotto le cucine. Dalle gradinete attigue scendono altre persone. Una di esse è Ley la cui visione prova ad Andred un certo sbigottimento.
Nimuè non è presente.
Alcuni sconosciuti prendono di peso un personaggio noto ad Andred che lo guarda incredulo. Costui stavo sorseggiando del vino da una coppa di cristallo e si lascia sollevare permettendo venga posto dentro ad una bara di cristallo. Ley pone il coperchio sopra la bara e gli altri sigillano il feretro. La persona al suo interno si paralizza, restando sospesa fra realtà e sogno.
- Addio. Il tuo compito per il momento è terminato. Verrai risvegliato e chiamato in tempi avvenire.
Con queste parole Ley fa da epitaffio alla singolare sepoltura e girandosi risale le gradinate che portano all'esterno.
Uno ad uno anche gli altri escono lasciando Andred a rimirare il personaggio rinchiuso nella bara di cristallo.
- Tutto ciò non alcun senso.
Dopo queste parole dette a se stesso, Andred ricapitola dei suoi ricordi quanto possibile sull'ibernato che gli sta davanti. Non riesce a capire di quale compito Ley stesse parlando. Nemo, così si chiamava, aveva avuto una storia marginale nel suo cammino, ma piena di molti eventi importanti che senza di lui non si sarebbero attuati. Sapeva che Nemo era famoso per le molte prove di sovranaturalità quando ancora calcava la terza dimensione, la dimensione di Maya, l'illusione. Ma il perchè di questa situazione attuale ed il come il tutto sia correlato gli sfugge.
- Andred, siete atteso nella sala cerimoniale.
Un monumentale guerriero stava retto sulla sommità di una delle gradinate osservando Andred fisso. Andred sale verso di lui ed raggiuntolo i due prendono un corridoio spazioso addentrandosi in quel palazzo sempre più simile ad un labirinto da far invidia a Dedalo. I passi rieccheggiavano sulle volte e le pareti, rendendo l'atmosfera più cupa di quanto già non fosse. Alla fine del corridoio entrano in un'antisala chiusa sul davanti da una grande inferiata. Dalle sbarre incrociate Andred cerca di guardare verso l'interno.
Ci sono due file di dodici troni poste come braccia semicircolari e nella giunzione, un trono più maestoso. Il tutto a circondare uno spazio dal suolo marmoreo cesellato da ornamenti concentrici. Il cerchio più grande nel mezzo, spiccava un mosaico rappresentante una enorme doppia emme sormontanta. Con sbigottimento Andred vede entrare se stesso da sotto una grande arcata nel fondo della sala.
- Ti sei fatto carico di una delle tueo opportunità, togliendoti la vita.
La mascella di Andred si spalanca e lo sguardo inebetito con occhi che quasi salgono dalle orbite per lo stupore. Un giudice severo stava ora parlando con mille voci a Andred che stava in mezzo alla sala. Andred che stava all'nferiata a bocca aperta mirava ora il giudice e che era Andred stesso.
- Il sacrificio può essere proposto; non può essere scelto deliberatamente per fini distinti dal perchè dell'Essere, sebbene di nobili intenzioni.. Non hai colto il perchè dell'esistenza, condannandoti a ripetere la lezione. Non hai raggiunto i trentatrè carati necessari per trascendere quest'aspetto della Gran Legge. Il numero che ti resta è zero. Ti si consegna all'esattoria per saldare il tuo debito. La pulizia che dovevi svolgere è stata frettolosa e non accurata. Dovrai sottoporti al processo naturale. Questo cancellerà il ricordo del fallimento in Maya e solo la corretta disciplina potrà risvegliare in te quanto di buono rimasto.

Andred si china s'un ginocchio solo mentre Andred scompare dal trono centrale. Dopo rimane la sala vuota. Andred la osserva dall'inferiata. Il resto è silenzio. Andred si gira e ritorna dal corridoio da dove era venuto. Ancora i suoi passi rieccheggiano per il passaggio. Dopo una gradinata si ritrova in un vialetto adornato da cespugli e statue. Alcune persone vengono verso di lui.
Hanno con loro una persona legata. Fra le persone c'è anche la nonna di Andred. Anna. La madre di un padre che non ha.
- Costui è colpevole di non aver ascoltato le indicazioni dategli e di fare di testa sua. Ora piange giurandosi pentito. Dobbiamo giustiziarlo ma prima vorremmo ascoltare da te la sua difesa.
- Quante volte il Signore dei Signori ha detto che si deve perdonare?
Le ultime parole di Andred tolgono i pensieri ad ogni presente, lui incluso. Le persone lasciano solo il reclcluso che guarda Andred con un misto di gratitudine e meraviglia. Poi questi saluta e se ne va per un'altra strada.
Nimuè arriva quasi correndo, saltellando soavemente lungo il sentiero fino a raggiungere Andred.
- Dove sei stato? Qui tutto è irreale. Mi hanno dato da mangiare e c'è stata una bella festa con bellissime danze; ma tu non c'eri. Ti ho cercato ma non c'eri. Ed eccoti qui, dopo aver perso anche il perchè ti cercavo, riappari nel posto meno probabile.
- Immagino sia stata una bella festa. Ho lavorato un pochino perchè si possa compiere.
- Si molto bella... cosa? Tu? Hai lavorato?
- Lascia perdere. Mi aspetta una bella gatta da pelare.. e sono senza pelagatte.
Nimuè lo guarda in silenzio. Ormai è abituata a queste uscite di Andred e sa che domandare spiegazioni ha il solo risultato di complicare ancora di più la cosa.
- Stai imparando il potere del silenzio, bene. Chissà che almeno per te tutto ciò di riveli più utile di quanto possa essere per me.
In un acquitrino un'anatra sta scappando come può, mentre è inseguita da un vorace coccodrillo. L'anatra corre a più non posso ed è ormai alla fine delle sue forze. Arriva ai piedi di un piccolo albero guardando con orrore le fauci del coccodrillo che s'avvicinano sempre più.
Ad un tratto la paura scompare e il cuore smette di battere all'impazzata. L'anatra attende ora serena la sua fine. Le fauci del coccodrillo si chiudono sopra il suo corpo facendo scricchiolare le ossa del torace. L'anatra percepisce un'ultimo scoppio proveniente dai suoi polmoni. Non c'è dolore. Poi tutto rotea e l'anatra si ritrova incorporea libera nel cielo, mentre il coccodrillo divora ciò che rimane del suo corpo.
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Postato da Ufo1 su
Salsa di bit il 6/27/2014 10:30:00 PM