TRANSIZIONE
Nuotare sott'acqua laddove il fondale è così profondo che non si riesce a vedere. Girare lo sguardo e accorgersi di stare sospesi nel nulla.
Questa potrebbe sarebbe una descrizione appropriata mentre si viaggia fra le stelle se non fosse che in ogni punto si guardi, esiste solo il fondale. La sensazione che sale dallo stomaco è quella di affogare.
Andred fluttua in questo contesto cercando di focalizzare le sensazioni che lo avvolgono senza lasciargli il tempo di un pensiero. Maggiore è l'intenzione di ragionare e maggiore diventa la sensazione di precipitare annaspando. Unica possibilità rimanere senza pensieri, diventare il vuoto in cui è immerso, confondersi con esso.
Finalmente una luce, un lampo di frazione d'istante e tutto diventa chiaro, logico, normale.

Dalla tenebra sorgono piccole luci, lontanissime: sono stelle. Portando l'attenzione su una di esse, Andred la vede ingrandirsi. Un vortice si viene a creare con le altre e disegna poco a poco i confini di una galassia, poi altre e altre ancora. Cercando di percepire la disposizione di quell'universo, il tutto si ferma. Ritorna allo stato iniziale di piccole luci lontane, come aver zoomato all'indietro.
Andred porta l'attenzione al suo corpo. Lo sente eterico, fatto di sogni ma nel contempo ben definito.
- Dove siamo?
Nimuè. Solo ora Andred la nota, rendendosi conto che c'era sempre stata
- La domanda dovrebbe essere: cosa siamo?
- Sembra che dopotutto, sia la stessa domanda.
- Effetivamente.

Nimuè porta un vestito sottile che la ricopre completamente lasciando intravedere il profilo del suo corpo. Non alta di statura ma ben proporzionata; i veli del vestito dipingono forme sinuose ad ogni suo movimento, come una bandiera di seta esposta ad una lieve brezza.
Andred ripone l'attenzione su di una piccola luce e di nuovo un universo si forma attorno ai due, arrivando verso di loro come una tempesta di sabbia. Senza quasi rendersene conto i due sono ora al centro di una galassia dove troneggia una poderosa coppia di stelle che orbitano attorno a loro stesse. Una enorme azzurra e l'atra più piccola ma di una luce sfolgorante che quasi adombra la sua sorella maggiore.
- A costo di essere monotona, ripeto: dove siamo?
- Sirio.
- Che?
- Non che, ma chi.
- Non capisco
- Sirio è il nome di queste due stelle. La più piccola è in realtà la più grande. La luce che vedi sono i resti del suo pasto.
- Vuoi dire che ...
- Da queste parti lo definirebbero un buco nero, ma in realtà è un buco bianco.
- Buco... nero, bianco? Ma cosa stai dicendo?
- Devi avere pazienza, in questo momento chi ci segue deve comprendere il significato di cosa stiamo passando per cui cerco di adoperare un linguaggio che s'avvicini alla sua realtà.
- Non mi sembra ci sia qualcun altro qui.
- Si c'è! Si trova fuori da questa realtà ma dentro di lui in questo momento siamo reali. In un modo che non ti dirò, stiamo creando noi stessi dentro alla sua mente ed è così che esistiamo.
- Vuoi dire che se ci pensa esistiamo e se non lo fa cessiamo di esistere?
- Non proprio. Esisteremmo comunque dato che c'è chi ci ha già pensati.
- Lasciamo perdere, sembra uno di quei giochetti a cui si riferiva Ley riguardo a te.
- Come vuoi. Sirio, stavo dicendo, è un pianeta il cui compito è di ospitare tutte le razze che sono rette da questa emanazione della Gran Legge. Egli è il fulcro di questa galassia e non si può lasciarla per un'altra senza prima averene il suo benestare
- Con calma; un pianeta? ma è una stella.
- Tutte le emanzioni fisiche sono stelle, ma sono chiamati pianeti queste forme, perchè ospitano case e reggenti che svolgono i compiti affidati loro dalla Gran Legge
- Ottimo per spiegarmi una cosa me l'hai complicata ancora di più.
- Devi sapere che tutto è fatto dalla stessa sostanza per cui ogni essenza è una stella. In questo caso però, questa ha un compito particolare e viene chiamato, pianeta. Tutto chiaro?
- Per niente ma, continua.
- Allora, qui si prendono le decisioni in merito al governo di questa galassia. Vengono valutati i pro e i contro e si attuano le direttive del caso.
- Bene, e perchè lo hai definito un "Chi"?
- Perchè è vivente anche se apparentemente ospita vita, egli stesso è vivo.

Nimuè osserva le due stelle. Ne rimane rapita senza poter far altro che ammirare.
- Questo è osservare la verità. Quando la si contempla non ci possono essere nè pensieri nè parole. La più piccola delle due, chiamta Sirio b, è una porta per entrare ed uscire da questa realtà eptadimensionale.
- Siamo venuti da li?
- No. Se ti ricordi abbiamo viaggiato senza muoverci e siamo finiti qua.
- Certamente è vero, ma come ci sei riuscito?
- In realtà ci siamo riusciti, sei qui anche tu, no?
- Io non ne ho la più pallida idea.
- Porta l'attenzione sul tuo corpo e cerca di renderlo più denso, più concreto. Senti gli atomi che lo compongono, saldarsi gli uni agli altri.
Nimuè mette in pratica il suggerimento. Di colpo si ritrova a fluttuare nel nulla perdendo anche la percezione del suo corpo.
- E adesso?
- Tranquilla, ti sei solo concentrata su gli atomi di te stessa senza però ricordarti di saldarli fra loro, per cui ti sei spersa ovunque
- Non riesco a vederti ma ti sento, come se fossi me stessa, dove sei?
- Ovunque. Riprendi il controllo di te. Ricomponiti.
Nimuè si sforza di ricordarsi com'era e riprende forma accanto ad Andred. I due fluttuano ancora nelle vicinanze di Sirio. Andred la guarda sorridendogli.
- Cos'è successo?
- Questo è il modo di viaggiare per chi si trova in transizione.
- Come in trasizione?
- Ci siamo gettati nel magma. Non possediamo più quei veicoli ora siamo nella fase di transazione. Spiriti se vuoi darci un nome anche se non gli rende per nulla giustizia.
- Quindi questo non è reale?
- Oh al contrario, questo è quanto di più reale ci possa essere.
- Perchè siamo qui?
- Dobbiamo adempiere alla Gran Legge. Qui ci verranno indicate le nostre destinazioni, i nostri compiti per la Sua missione.
- Ora ricordo. Ci siamo già stati
- No, su Sirio no. Siamo stati in un pianeta simile per lo stesso motivo, ma si trova in un'altra galassia.
- Voui dire che veniamo da lontano?
- Molto lontano, ma praticamente è dietro l'angolo. Rilassati ora ed entriamo.
Andred e Nimuè volano sopra Sirio. Il pianeta è di una bellezza incredibile. Montagne fluttuano fra le nuvole e sopra delle cime di queste montagne si ergono edifici e palazzi da mille colori e forme.
Sulla sommità di una montagna, atterrano sul piazzale di un tempio di dimensioni gigantesche. Le dodici colonne del porticato d'entrata, sono disposte a ferro di cavallo disegnando una grande omega greca. La sommità delle colonne hanno capitelli che sorreggono il cielo. Fra una colonna e l'altra puo perfettamente entraci un campo di calcio ma le dimensioni delle colonne sono tali che sembrana pochi metri.
Alla base dell'omega c'è una scalinata formata da pietre bianchissime, che si srotola verso il basso perdendosi alla vista.
Alla sommità dell'omega si apre un giardino che fa da entrata ad un patio adorno di statue marmoree, scolpite con lo sgurado verso l'infinito e oltre.
Dietro ad una di queste statue, una roccia alta e granitica, ospita un portone aperto che da accesso a stanze sotterranee. All'entrata un terribile guardiano osserva i due tenendo nelle mani un'enorme spada infuocata. Il guardiano non solleva la spada e la mantiene ferma vicino ai suoi piedi. Andred e Nimuè entrano nel tempio.
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Postato da Ufo1 su
Salsa di bit il 6/23/2014 09:24:00 AM