RM250 - Novembre 2019

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Piotr R. Silverbrahms

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Nov 18, 2019, 4:22:21 AM11/18/19
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RM250, Novembre 2019, è in linea:   

http://www.rudimathematici.com/archivio/250.pdf

http://www.rudimathematici.com/archivio/epub/250e.epub

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Quanti sono i numeri?

 

La cosa più difficile, in questa domanda, non è tanto la risposta, quanto capire esattamente cosa stia chiedendo la persona che la propone. Per quanto breve (quattro parole appena) apre un’infinità di possibili considerazioni: la prima – banalmente – è proprio connessa a quella “infinità” giustappunto citata: la domanda appare lecita, infatti, solo se proposta da un bambino che sta appena imparando il concetto di numero, visto che una delle caratteristiche che si imparano per prime è proprio quella che “i numeri non finiscono mai”.

 

Ma è solo l’inizio: la domanda implica anche, grazie a quel suo “quanti” iniziale, che i numeri siano numerabili. Beh, diamine… come potrebbero non esserlo? Solo l’idea di “numeri non numerabili” appare paradossale, un po’ come dire che esiste dell’acqua che non sia bagnata… In realtà, persino l’idea dell’ “acqua bagnata” potrebbe essere messa sotto giudizio critico e perfino linguistico, perché non c’è ragione veruna che un agente bagnante – come l’acqua – debba necessariamente essere bagnato esso stesso. E i numeri sono assai più invadenti dell’acqua, e di numeri non numerabili ce ne sono una pletora.

 

E poi, anche senza scomodare la numerabilità e l’infinito, resta il fatto che i numeri crescono, sembrano quasi riprodursi, moltiplicarsi, anche quando si tratta di numeri semplici, interi, anzi naturali, ordinali e cardinali, e relativamente piccoli: piccoli come possono essere quei numerini che si aggiornano solo una volta al mese, affiancandosi alle lettere “RM” per sancire l’uscita di un nuovo “numero” di questa rivista nata per gioco più di vent’anni fa. Così, in questo Novembre fin troppo bagnato, il numero d’ordine incaricato di marcare l’ultima uscita è 250, che è numero notevole per quegli esseri senzienti che hanno dieci dita per contare. Dieci volte dieci volte dieci fa mille, e la metà della metà di mille è un numero notevole. Quindi dovremmo imbandire tavole e fare festa, per annunciare l’eccezionalità che il 250 si porta appresso.

 

Ma non lo faremo. Non vorremmo che poi ci rimanesse male il 249 appena passato, che si intimidisse il 253 che fra una stagione dovrebbe arrivare, e tutti gli altri già passati, e quelli che – speriamo – continueranno a succedersi. Almeno per un po’, diamine, che a noi ce lo hanno insegnato, come a tutti i bambini, che i numeri non finiscono mai, e non abbiamo certo velleità d’infinito. Ma ogni numero ci sta simpatico, anche quelli che hanno una coda di cifre infinite che rimbalzano dopo la virgola, quelli che nessuno ha ancora mai pronunciato perché troppo grandi per entrare nell’esperienza di vita dei piccoli esseri umani, quelli famosi che si meritano un nome unico fatto di lettere, quelli disordinati che rifiutano di mettersi a confronto con i confratelli. Tutti, insomma.

 

E poi glielo abbiamo chiesto di persona, al 250, alla metà della metà di mille, se voleva che lo celebrassimo con frizzi e lazzi, e lui – modesto e sobrio come solo certi interi sanno essere – ha detto di no, ci mancherebbe altro. “Non celebrazioni,” ci ha sussurrato, “ma opere di matematica”. E allora, ecco qua, nessuna festa, solo la nostra solita rivistina, prestigiosa per scherzo e scherzosa per natura istituzionale, che gigioneggia per la duecentocinquantesima volta coi numeri.

 

E mica solo con quelli.

 

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Redazione di Rudi Mathematici

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