Invito alla lettura su "Fede controcorrente"
SUPERVISIONE DI APOSTOLI SUI CONDUTTORI DI CHIESA?
Nel primo secolo, gli apostoli avevano la supervisione su tutte le
chiese o solo su quelle da loro fondate? Se, secondo la convinzione di
cui Corrado Salme’ si fa portavoce, sui conduttori delle chiese c’era
un apostolo e un profeta, perche’ quando Paolo scrisse ai credenti di
Roma (una chiesa che Paolo non aveva fondata) ed espresse loro il
desiderio di visitarli per farsi sostenere poi nel suo viaggio verso
la Spagna, non scrisse al sedicente apostolo preposto a tale chiesa
per chiedere il permesso? Una chiesa come quella di Antiochia era
autonoma — visto che mando’ essa stessa sovvenzioni ai fratelli della
Giudea (a causa della carestia) e altresi’ Paolo e Barnaba come
apostoli, ossia "missionari fondatori) — oppure era soggetta
gerarchicamente agli apostoli di Gerusalemme? Perche’ si afferma che
un collegio dei conduttori dovrebbe contenere "pastori, evangelisti,
dottori e profeti", visto che in 1 Tm 3 e in Tt 1 si parla solo di
conduttori e basta? Si confondono qui le relative funzioni dei
conduttori con figure ministeriali? Il problema di Corrado Salme’ e di
altri carismaticisti militanti — impegnati in un presunto progetto di
"riforma strutturale", di trasformazione mediante una "pienezza di
rivelazione" (quindi di la’ dalla sacra Scrittura) e di rivoluzione
devozionale entusiastica — e’ proprio di confondere proprio tali
funzioni ministeriali dei conduttori con figure ministeriali
particolari? e’ per questo che essi reclamano l’assoggettamento dei
singoli conduttori a un apostolo e a un profeta di riferimento? E
tutto cio’ sebbene questi ultimi non abbiano fondato tali chiese e non
abbiano quindi fatto i sacrifici al riguardo e sostenuto le lotte per
far nascere e crescere tali comunita’? [Continua la lettura:
http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Supervis_apostol_condut_Avv.htm]
{Nicola Martella}