Quello che hai scritto è molto interessante e penso che troverai utili
anche le informazioni che ho trovato in una mia ricerca...eccole
qua :)
Contrariamente al diffuso malinteso, le lingue dei segni non sono
pantomime e gesti inventati dagli educatori o versioni cifrate della
lingua parlata dalla comunità circostante. Esse si trovano dovunque ci
sia una comunità di persone sorde e ognuna è una lingua distinta e
completa, che usa lo stesso tipo di meccanismi grammaticali
rinvenibili dappertutto nei linguaggi verbali.
In Nicaragua un tempo le scuole per sordi si prefiggevano di “fare
apprendere ai bambini la lettura delle labbra; e come in tutti i casi
in cui fu tentato questo sistema, i risultati furono deludenti. Ma non
fu un problema: sui campi da gioco e sui pullman scolastici i bambini
inventarono un proprio linguaggio dei segni . . . Dopo poco tempo il
sistema si stabilizzò in quello che oggi si chiama Lenguaje de Signos
Nicaragüense”. Adesso una generazione più giovane di bambini sordi ha
sviluppato una lingua più scorrevole che ha finito per essere chiamata
Idioma de Signos Nicaragüense. — Steven Pinker, L’istinto del
linguaggio, trad. di G. Origgi, Mondadori, Milano, 1997, p. 28.