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Quello che l'INFN non sa fare
infn | 25 febbraio 2011 at 13:50 | Tag: Consiglio Direttivo, EPR, INFN, precari, statuto, Università
| Categorie: Editoriali
| URL: http://wp.me/pnlLt-nX
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A Sassari, il Rettore dell'Università, prof. Attilio Mastino, ha invitato tutte le componenti dell'Ateneo a partecipare alla discussione per la stesura del nuovo Statuto, attivando un indirizzo e-mail e un blog.
All'Università di Pisa gli organi di governo hanno voluto coinvolgere anche i ricercatori non strutturati, garantendo la presenza di un rappresentante eletto dai precari ai lavori della Commissione per il nuovo statuto, Commissione che ha organizzato un incontro con tutta la comunità dell'Ateneo.
E gli Enti di Ricerca? E l'INFN?
La deprimente vicenda degli Statuti, scritti dalle attuali dirigenze praticamente sotto dettatura del Ministero, senza alcun coinvolgimento - in molti casi, INFN in testa - del personale, e a volte - di nuovo nel caso notevole dell'INFN - senza neppure informare, né il personale, né le organizzazioni sindacali, se non in modo frammentario e generico, sul contenuto delle bozze.
Questo iter, nonostante il forte scontento di tutta la comunità (e le proteste formali dei Sindacati), sembra continuare nella nuova fase, che si sta aprendo, di rinnovo della Dirigenza e - soprattutto - di stesura dei nuovi regolamenti.
Per focalizzarci di nuovo sull'INFN, un gruppo di lavoro all'interno del Consiglio Direttivo, dovrebbe lavorare alla stesura dei nuovi regolamenti: nessuna informazione, e tantomeno nessun tipo di coinvolgimento, fino ad ora, verso il personale, né dipendente, né associato (i precari, neanche a pensarci).
Né si può contrabbandare per coinvolgimento dei ricercatori e tecnologi o del personale tecnico-amministrativo, la partecipazione dei due rappresentanti del personale nel Consiglio Direttivo: quali forme di consultazione, o anche solo di informazione sono state messe in campo fino ad oggi? Non solo nessuna forma di dibattito è stata neanche presa in considerazione, ma il silenzio è totale anche su quello che sta succedendo; non solo non si conosce il dettaglio della nuova organizzazione del personale e dell'amministrazione dell'Ente, ma neppure sono stati enunciati i principi ispiratori o le linee guida.
Vale la pena di ricordare che la situazione è invariata dal Consiglio Direttivo del 30 settembre del 2010, ovvero da oramai cinque mesi. Anche riconoscendo a onor del vero, che anche da parte del Ministero - dopo l'approvazione dell'ultimo degli statuti, a fine gennaio, da parte del CdA del CNR - il silenzio è stato totale, rimane il fatto che l'atteggiamento della attuale dirigenza è di sprezzante chiusura nei confronti di qualsiasi contributo possa provenire dalla comunità scientifica di riferimento, ed in particolare da parte dei dipendenti: quasi duemila dipendenti e quasi tremila tra associati universitari, precari, borsisti, collaboratori, letteralmente senza nessuna voce.
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