gerdarr lawleigh dearborn

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Joy Wida

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Aug 2, 2024, 7:44:38 PM8/2/24
to postsederme

Molti studenti di italiano L2/LS hanno difficolt a utilizzare correttamente il verbo piacere. Vediamo insieme come funziona e facciamo due esercizi, anche in versione interattiva, per imparare a usarlo.

Quali sono i soggetti delle frasi precedenti? Io, tu e lui? No, i soggetti sono il gelato, leggere e le patatine fritte. I pronomi che si trovano prima del verbo sono dei pronomi indiretti (non riflessivi!) che significano a me, a te, a lui. Ecco che abbiamo ritrovato la preposizione a che ci indica la presenza di un complemento indiretto!

So che questa premessa non delle pi incoraggianti ma come sempre voglio mostrarvi i limiti E gli errori dei miei studenti Ma anche consigli e soluzioni per poter Imparare al meglio anche questo argomento di grammatica.

Perch mi capitato di confrontarmi con studenti gi in grado di parlare, ma che da poco avevano cominciato a seguire le mie lezioni, i quali si sono trovati di fronte ad una scoperta, oserei dire, clamorosa dopo aver sentito la spiegazione del verbo piacere e dopo aver capito come usarlo.

L'attivit si rivolge a studenti di livello A1 e A2 per imparare a formulare correttamente frasi con il verbo piacere (in frasi affermative e negative). Con questa attivit gli studenti lavorano sulla posizione dei singoli elementi all'interno di una frase che contiene il verbo "piacere".

LIVELLO: A1-A2
OBIETTIVO: competenza morfosintattica

Attivit per la classe - Livello B1
Sfida il tuo compagno a indovinare gli aggettivi che hai scelto e inserito nel "campo di... Approfondisci Materiale Didattico Dove vai se... Livello: A.
Questo gioco dell'oca si rivolge a studenti di livello A1 e A2. Serve per praticare i nomi dei negozi e dei locali... Approfondisci Materiale Didattico Quante domande! Livello: A1
Attivit di reimpiego delle strutture necessarie per porre semplici domande e per rispondere ad esse. Funzione... Approfondisci Visualizzatutti i post Loescher Editore Sede operativa:
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Divisione di Zanichelli editore S.p.A.

Sede legale:
Bologna, via Irnerio 34

Il verbo piacere ha il significato di "to like",ma ha una costruzione diversa dall'inglese: quello che in inglese soggetto in italiano costituisce l'oggetto indiretto (a + ...), mentrel'oggetto di gradimento diviene soggetto e concorda con il verbo.

Nota bene che quando il verbo piacere seguito da un altro verbo, quest'ultimo all'infinito e il verbo piacere si coniuga alla terza persona singolare. Quando piacere seguito da un nome singolare, il verbo piacere si coniuga alla terza persona singolare; quando il nome che segue al plurale anche il verbo piacere si coniuga alla terza persona plurale.

Con questa risposta ne sostituiamo un'altra sullo stesso argomento che stata pubblicata e visibile nel sito fino al marzo 2009. Questa operazione dovuta a modifiche e ampliamenti che la redazione ha ritenuto necessari per offrire una risposta che fosse il pi possibile aggiornata sull'argomento trattato.

Si tratta di un composto del verbo cedere e, in quanto tale, ricalca la coniugazione del verbo di partenza. Il passato prossimo io ho acceduto (tempo composto in cui si ritrova la forma del participio passato acceduto, analogo a ceduto); il passato remoto prevede, per alcune persone, doppie forme, ambedue corrette: io accedei/accedetti, tu accedesti, egli acced/accedette. noi accedemmo, voi accedeste, essi accederono/accedettero.

corretto l'uso di affacciare su in frasi del tipo la mia terrazza affaccia sul mare, o bisogna ricorrere ad affacciarsi? Dire che un edificio affaccia su un luogo assolutamente corretto. Affacciare si adopera (solo nei tempi semplici) nel significato di 'essere prospiciente' e vuole un soggetto inanimato, come appunto casa, finestra, palazzo, ecc.; affacciarsi, invece, pu essere usato sempre, con qualsiasi tempo e con qualsiasi soggetto: Paolo si affacci sulla porta, Un cane si affacciava sul balcone, Trinit dei Monti si affaccia su Piazza di Spagna.

In passato non c'era differenza: le due forme venivano usate con la stessa frequenza. Oggi molto pi comune la forma io aprii, egli apr, essi aprirono, che per questo vi consigliamo. Ma se per caso ricorreste all'altra (io apersi, egli aperse, essi apersero) non fareste un errore. E ci che abbiamo detto per aprire vale anche per il suo composto riaprire.

Benedicevo! Tutti i composti del verbo dire (benedire, maledire, contraddire, disdire, predire, ridire) seguono infatti la coniugazione del verbo base dire: quindi benedicevo, maledicevo, benedicesti, maledicesti e cos via. Fa eccezione la seconda persona dell'imperativo, che nel verbo dire di', mentre nei composti -dici: Signore, benedici questa casa...

Evitate, dunque, soprattutto negli usi scritti, forme come benedivo e maledivo, benedii e maledii, benedisti e maledisti, ecc., ricostruite popolarmente sul modello della coniugazione regolare dei verbi in -ire.

E qual il passato remoto di altri verbi composti con il verbo venire, come ad esempio intervenire: intervenne o interven? Molto meglio convenne e intervenne. I composti del verbo venire (addivenire, avvenire, circonvenire, contravvenire, convenire, divenire, intervenire, pervenire, prevenire, provenire, rinvenire, rivenire, sconvenre, sopravvenire, sovvenire, svenire) si coniugano tutti come il verbo base. Poich il passato remoto di venire venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero, il passato remoto di un suo composto (come, per esempio, convenire) sar: convenni, convenisti, convenne, convenimmo, conveniste, convennero. La forma convenii, convenisti, conven si spiega con l'abitudine dei parlanti a ricostruire la coniugazione dei composti di venire sul modello della coniugazione regolare dei verbi in -ire, secondo un ragionamento di questo tipo: dormire: dorm = convenire: conven.

Anche in questo caso, come per il passato remoto di aprire, anticamente venivano usate tutt'e due le forme; oggi molto pi comune il tipo io coprii, egli copr, essi coprirono, ma le forme io copersi, egli coperse, essi copersero, non sono da considerare errori. E ci che abbiamo detto per coprire vale anche per i suoi composti, cio ricoprire, riscoprire e scoprire.

Suona male, lo sappiamo, ma il passato remoto di cuocere cossi, cuocesti, cosse, cuocemmo, coceste, cossero. Per il participio passato un tempo si usava anche la forma cociuto: oggi sopravvive solo cotto.
[n.b. invece per cucinare la coniugazione regolare: passato remoto io cucinai, participio passato cucinato]

La coniugazione del passato remoto del verbo dirimere prevede, per alcune persone, doppie forme, ambedue corrette: io dirimei/dirimetti, tu dirimesti, egli dirim/dirimette, noi dirimemmo, voi dirimeste, essi dirimerono/dirimettero; il participio passato non in uso.

Anche un verbo comune come dovere pu talvolta lasciarci in dubbio, tanto pi se dobbiamo usarlo in un contesto formale: pi corretto devo o debbo? devono o debbono? deva o debba? devano o debbano? Comunque scegliate, state tranquilli; non farete brutta figura. Le forme verbali citate sono, infatti, intercambiabili: potete ricorrere all'una o all'altra senza sbagliare. Le forme devo, devono, deva, devano sono pi diffuse rispetto alle altre, ma questo non vuol dire che debbo, debbono, debba, debbano siano sbagliate (anzi, il congiuntivo debba ha ormai preso piede rispetto al concorrente deva).

Stavolta esordiamo dicendovi quale non il participio passato di esigere: non esigto, che rappresenterebbe la forma verbale regolare; , invece, esatto. Per spiegarlo, sar sufficiente ricordare che il verbo latino da cui deriva esigere era xigo, exgere, che aveva fra le sue voci un exactum da cui si formato il participio italiano esatto.

Con questo valore verbale, esatto si usa solo nel linguaggio burocratico, col significato di 'riscosso': La somma esatta (riscossa) ammonta a circa due miliardi di lire. La forma esatto ha la stessa origine, ma funzioni completamente diverse: un aggettivo che significa 'preciso', 'giusto' e che spesso usato senza necessit col valore avverbiale di 'precisamente', 'certamente'.

Diamo la coniugazione del verbo espellere per i modi e i tempi pi problematici: indicativo presente io espello, tu espelli, egli espelle, noi espelliamo, voi espellete, essi espellono; passato remoto io espulsi, tu espellesti, egli espulse, noi espellemmo, voi espelleste, essi espulsero; congiuntivo presente che io espella, che tu espella, che egli espella, che noi espelliamo, che voi espelliate, che essi espellano; participio passato espulso.

Il participio passato di incutere, cio 'infondere', esiste? E qual ? Esiste, esiste, ed incusso, esattamente come il participio passato di discutere discusso e il participio passato di escutere escusso. Alla base di tutti questi verbi c' il verbo latino quatio, quatis, quassi, quassum, quatere, 'scuotere', che nella forma da cui deriva il participio passato italiano faceva quassum, da cui la finale -cusso.

Il verbo iniziare si usa molto spesso, ma talvolta pu metterci in imbarazzo. Pu venirci qualche perplessit, infatti, a proposito del suo uso come intransitivo. Originariamente, iniziare era solo transitivo (Avevo appena iniziato la lettura del giornale), o intransitivo pronominale (Il corso s'inizia a ottobre). Per influenza del verbo cominciare, stato usato anche come intransitivo, senza la particella pronominale, e con l'ausiliare essere: La trasmissione non ancora iniziata. Servirsi di iniziare come intransitivo ormai considerato legittimo: quindi non abbiate esitazioni, e ricorrete a questo verbo senza timore di sbagliare.

Riportiamo la coniugazione completa dei modi e dei tempi del verbo piacere che possono destare dubbi: indicativo presente io piaccio, tu piaci, egli piace, noi piacciamo, voi piacete, essi piacciono; passato remoto io piacqui, tu piacesti, egli piacque, noi piacemmo, voi piaceste, essi piacquero; congiuntivo presente che io piaccia, che tu piaccia, che egli piaccia, che noi piacciamo, che voi piacciate, che essi piacciano; participio passato piaciuto.

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